Alfa Romeo e Monès Chéry: differenze tra le pagine

(Differenze fra le pagine)
Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
 
LauBot (discussione | contributi)
m Bot: rimuovo Codice National-Football-Teams.com giocatore ridondante (valore uguale a Wikidata)
 
Riga 1:
{{S|calciatori haitiani}}{{Sportivo
<noinclude>{{protetta}}</noinclude>
| Nome = Monès Chéry
{{Vaglio|arg=Trasporti|arg2=}}
| Sesso = M
{{Azienda
| CodiceNazione = {{HAI}}
|nome= Alfa Romeo Automobiles
| Disciplina = Calcio
|logo= Romeo Logo.svg
| Ruolo = [[Centrocampista]]
|tipo= Società per azioni
| Squadra = {{Calcio Aiglon du Lamentin}}
|gruppo = [[Fiat S.p.A.]] <br />
| Squadre = {{Carriera sportivo
(tramite [[Fiat Group Automobiles]])
|2001-2002|{{Calcio Roulado|G}}|48 (12)
|data_fondazione = 1910
|2003|{{Calcio RC Haitien|G}}|22 (0)
|luogo_fondazione= [[Milano]]
|2004-2006|{{Calcio Don Bosco|G}}|? (?)
|data_chiusura =
|2007-2008|{{Calcio RC Haitien|G}}|? (?)
|nazione = ITA
|2008-|{{Calcio Aiglon du Lamentin|G}}|? (?)
|sede= [[Torino]]<ref>{{Cita web|url=http://www.paginebianche.it/alfaromeo-fiatautospadvmifiat-torino|titolo=Alfa Romeo|accesso=6 ottobre 2013|editore=paginebianche.it}}</ref>
}}
|filiali=
| SquadreNazionali = {{Carriera sportivo
|slogan= Senza cuore saremmo solo macchine<ref>{{Cita web|url=http://www.queimada-agency.com/2010/05/28/giulietta-senza-cuore-saremmo-solo-macchine/|titolo=Giulietta: senza cuore saremmo solo macchine|accesso=6 ottobre 2013|editore=queimada-agency.com}}</ref>
|2003-2010|{{Naz|CA|HAI}}|51 (6)
|persone_chiave= [[Harald Wester]], [[amministratore delegato]]<ref>{{Cita web|url=http://www.automoto.it/news/harald-wester-alfa-romeo-4c-la-sintesi-del-nostro-spirito-e-dei-nostri-valori.html|titolo=Harald Wester: «Alfa Romeo 4C è la sintesi del nostro spirito e dei nostri valori»|accesso=6 ottobre 2013|editore=automoto.it}}</ref>
}}
|industria= [[Industria metalmeccanica|Metalmeccanica]] ([[Autoveicolo|Autoveicoli]])
|prodotti= [[Autovettura|Autovetture]]
|fatturato=
|anno_fatturato=
|dipendenti=
|anno_dipendenti=
|sito= www.alfaromeo.it
|note={{premio|compasso d'oro|2004}}<ref>{{Cita web|url=http://www.trevisodesign.org/it/eventi/5620-Ecco%20i%20vincitori%20del%20Compasso%20d%5C%5C%5C'Oro%202004.html|titolo=Ecco i vincitori del Compasso d'Oro 2004
|accesso=6 ottobre 2013|editore=trevisodesign.org}}</ref>
}}
'''Alfa Romeo''' è un'[[Case automobilistiche|azienda automobilistica]] [[Italia|italiana]] nota per la produzione di [[Autovettura|autovetture]] di carattere sportivo<ref>{{Cita|Tabucchi, 2010|pag. 18 e 20}}</ref><ref>{{Cita web|url=http://www.alfetta.it/storia.html|titolo=Capitolo 1: Un DNA sportivo|accesso=6 ottobre 2013|editore=alfetta.it}}</ref>
 
{{Bio
Fondata il 24 giugno 1910 a [[Milano]] come A.L.F.A. ([[acronimo]] di "Anonima Lombarda Fabbrica Automobili")<ref name="Sannia pag. 14">{{Cita|Sannia, 2010|pag. 14}}</ref><ref name="autoweb.com">{{en}}{{Cita web|url=http://www.autoweb.com.au/cms/A_52638/title_Alfa-Romeo-Celebrates-90-Years-Of-Success/newsarticle.html|titolo=Alfa Romeo Celebrates 90 Years Of Success|accesso=6 ottobre 2013|editore=autoweb.com.au}}</ref>, nel 1918 ha cambiato nome in "Alfa Romeo" in seguito all'acquisizione del controllo della società da parte di [[Nicola Romeo]]<ref name="Owen pag. 13">{{Cita|Owen, 1985|pag. 13}}</ref>. L'Alfa Romeo è appartenuta allo Stato italiano, attraverso l'[[IRI]], dal 1933<ref name="Owen pag. 32">{{Cita|Owen, 1985|pag. 32}}</ref> al 1986, quando è stata venduta al [[Storia del Gruppo Fiat|gruppo Fiat]]<ref name="Sannia pag. 142">{{Cita|Sannia, 2010|pag. 142}}</ref>.
| Nome = Monès
| Cognome = Chéry
| Sesso = M
| LuogoNascita = Gonaïves
| GiornoMeseNascita = 2 dicembre
| AnnoNascita = 1981
| Attività = calciatore
| Nazionalità = haitiano
| PostNazionalità = , [[centrocampista]] dell'Aiglon du Lamentin
}}
 
== Carriera ==
Oltre alle autovetture, l'Alfa Romeo ha anche prodotto [[Veicolo commerciale|veicoli commerciali]], [[Locomotiva|locomotive]], [[autobus]], [[filobus]], [[Motore marino|motori marini]] e [[Motore aeronautico|propulsori aeronautici]]<ref>Per le fonti, vedere il relativo paragrafo</ref>. All'inizio degli [[Anni 1970|anni settanta]], al culmine della capacità manifatturiera, la forza lavoro toccava quasi i 29.000 dipendenti distribuiti nei tre stabilimenti produttivi ([[Stabilimento Alfa Romeo del Portello|Portello]], [[Stabilimento Alfa Romeo di Arese|Arese]] e [[Stabilimento Alfa Romeo di Pomigliano d'Arco|Pomigliano d'Arco]])<ref name="Tabucchi pag. 210">{{Cita|Tabucchi, 2010|pag. 210}}</ref>. Durante la sua storia l'Alfa Romeo, oltre alle vetture di serie e da competizione, ha realizzato anche molte [[concept car]] che hanno segnato la storia del [[Automotive design|design]] dell'[[industria automobilistica]] italiana<ref name="al volante">{{Cita web|url=http://www.alvolante.it/news/alfa_romeo_prototipi-220655|titolo=Le Alfa Romeo mai nate|accesso=23 settembre 2013|editore=alvolante.it}}</ref>.
 
=== Club ===
L'Alfa Romeo ha partecipato con successo a differenti categorie di [[Automobilismo|competizioni automobilistiche]]. Nel 1925 ha vinto il primo [[Campionato mondiale costruttori|campionato del mondo di automobilismo della storia]]<ref name="Owen pag. 21-22">{{Cita|Owen, 1985|pagg. 21-22}}</ref>, mentre nel 1950 e nel 1951 ha conquistato le prime due edizioni del [[campionato mondiale di Formula 1]]<ref name="enciclopedia pag. 23">{{Cita|Enciclopedia Quattroruote, 2003|pag 23}}</ref>. Nel 1975 e nel 1977 si è invece aggiudicata il [[campionato del mondo sportprototipi]]<ref name="italiancar">{{en}} {{cita web|cognome=|nome=|url= http://www.italiancar.net/pilot/ms054.htm|titolo= Autodelta – A history
Comincia a giocare al Roulado. Nel [[2003]] passa al [[Racing Club Haïtien]]. Nel [[2004]] si trasferisce al Don Bosco. Nel [[2007]] torna al [[Racing Club Haïtien]], in cui milita fino al [[2008]]. Nel [[2008]] viene acquistato dall'Aiglon du Lamentin.
|accesso=6 ottobre 2013|formato=|editore=italiancar.net}}</ref>. Con delle vetture Alfa Romeo, la [[Scuderia Ferrari]] ha esordito nelle competizioni automobilistiche<ref name="FerrariIniz">{{cita|Massaro|pag. 24|cidMassa}}</ref>.
 
=== StoriaNazionale ===
Ha debuttato in [[Nazionale di calcio di Haiti|Nazionale]] nel [[2003]]. Ha partecipato, con la [[Nazionale di calcio di Haiti|Nazionale]], alla [[Gold Cup 2007]] e alla [[Gold Cup 2009]]. Ha collezionato in totale, con la maglia della [[Nazionale di calcio di Haiti|Nazionale]], 51 presenze e 6 reti.
{{vedi anche|Storia dell'Alfa Romeo}}
=== Le origini ===
[[File:ALFA-24-HP.jpg|thumb|right|Un'ALFA 24 HP Torpedo Castagna del 1910]]
Le origini dell'Alfa Romeo hanno ascendenze francesi e napoletane. La genesi del marchio è infatti collegata ad [[Alexandre Darracq]], un imprenditore transalpino attivo nell'assemblaggio di [[bicicletta|biciclette]] che passò alla produzione automobilistica fondando in Francia, nel 1896, l'[[Darracq|omonima casa automobilistica]]<ref name="Sannia pag. 8">{{Cita|Sannia, 2010|pag. 8}}</ref>. L'imprenditore francese decise poi di allargare i propri interessi fondando delle filiali della Darracq nel [[Regno Unito]] (1905), in Italia (1906) ed in [[Spagna]] (1907)<ref name="Sannia pag. 8"/>. La filiale italiana, a cui fu dato il nome di "Società Italiana Automobili Darracq", fu aperta a [[Napoli]] il 6 aprile 1906<ref name="Sannia pag. 8"/><ref>{{Cita|Tabucchi, 2010|pag. 14}}</ref>. La scelta di fondare una succursale in Italia fu dettata da un'intuizione di Darracq, che capì le potenzialità del nascente mercato automobilistico italiano<ref name="Owen pag. 8">{{Cita|Owen, 1985|pag. 8}}</ref>. L'obiettivo era quello di produrre su licenza in Italia alcuni modelli della casa madre francese servendosi di maestranze a basso costo<ref name="Owen pag. 8"/>.
 
L'avventura imprenditoriale si rivelò però subito irta di difficoltà soprattutto a causa dell'elevata lontananza di Napoli dalla Francia<ref name="Sannia pag. 12">{{Cita|Sannia, 2010|pag. 12}}</ref>. Ciò, infatti, rendeva problematico l'approvvigionamento dei componenti delle vetture che giungevano dalla madrepatria<ref name="Sannia pag. 12"/>. Per questo motivo, già alla fine del 1906, Darracq decise di spostare la produzione a Milano costruendo uno [[Stabilimento Alfa Romeo del Portello|stabilimento in zona Portello]], soluzione che migliorava notevolmente i collegamenti con la sede francese<ref name="Sannia pag. 12"/>. I problemi, tuttavia, non si risolsero e le vendite si dimostrarono insufficienti a garantire la sopravvivenza dell'attività produttiva<ref name="Sannia pag. 12"/>. Per tale motivo, già alla fine del 1909, la società fu posta in [[liquidazione]]<ref name="Sannia pag. 12"/>.
 
La "Società Italiana Automobili Darracq" fu poi rilevata da un gruppo di [[Imprenditore|imprenditori]] [[Lombardia|lombardi]] ed il cambio di proprietà ebbe luogo il 10 giugno 1910, nell'occasione del quale l'azienda mutò il nome in "A.L.F.A.", [[acronimo]] di "Anonima Lombarda Fabbrica Automobili"<ref name="Sannia pag. 14"/><ref name="Owen pag. 8"/>. Il nome scelto richiamava la prima lettera dell'[[alfabeto greco]], volendo sottolineare l'inizio di una nuova avventura industriale<ref name="Sannia pag. 14"/>.
 
Già nel 1910 fu lanciato il primo modello di autovettura della neonata società, l'[[ALFA 24 HP]]<ref name="Sannia pag. 14"/><ref>{{Cita|Owen, 1985|pagg. 8-9}}</ref>. Progettata da [[Giuseppe Merosi]], la 24 HP ebbe successo sui mercati e quindi fu seguita da altri modelli<ref name="Sannia pag. 15">{{Cita|Sannia, 2010|pag. 15}}</ref><ref name="Owen pag. 9-10">{{Cita|Owen, 1985|pagg. 9 e 10}}</ref>. In questi anni, le vendite dell'ALFA aumentarono gradualmente, passando dagli 80 esemplari del 1911, ai 150 del 1912, ai 200 del 1913, ai 272 del 1914 ed ai 207 del 1915<ref name=Storia1>{{cita web|cognome=|nome=|url= http://fc.retecivica.milano.it/rcmweb/Comunali2001/valter.molinaro/Milano/mi09/1_4.htm |titolo= La fabbrica e la produzione dell'Alfa Romeo a Milano – Le origini dell'ALFA|accesso=6 ottobre 2013|formato=|editore=retecivica.milano.it}}</ref><ref>{{Cita|Sannia, 2010|pag 9}}</ref>.
{{clear}}
 
=== La nascita del marchio Alfa Romeo ===
[[File:Nicola Romeo.jpg|thumb|left|150px|Nicola Romeo]]
[[File:Alfa Romeo 20-30 ES.jpg|thumb|right|Un'Alfa Romeo 20-30 HP]]
Con lo scoppio della [[prima guerra mondiale]], l'ALFA entrò in crisi di vendite a causa della stagnazione del mercato interno dell'auto e per l'arresto delle esportazioni<ref name=Storia1 /><ref name="Tabucchi pag. 24">{{Cita|Tabucchi, 2010|pag. 24}}</ref>. La situazione precipitò però con l'entrata in guerra dell'Italia, dato che l'apparato produttivo nazionale convertì le proprie attività per soddisfare la richiesta di forniture belliche<ref name="Tabucchi pag. 24"/><ref>{{cita web|cognome=|nome=|url=http://www.treccani.it/enciclopedia/mobilitazione/ |titolo=Definizione di "Mobilitazione" su "treccani.it"|accesso=6 ottobre 2013|formato=|editore=treccani.it}}</ref>. I proprietari della casa automobilistica milanese, infatti, non possedevano le risorse finanziarie per avere accesso alle commesse militari e quindi, per evitare di trovarsi in una situazione in cui la fabbrica non avrebbe prodotto più utili, decisero di vendere la società alla [[Banca Italiana di Sconto]]<ref name="Sannia pag. 16">{{Cita|Sannia, 2010|pag. 16}}</ref>.
 
L'istituto di credito citato individuò in [[Nicola Romeo]], un [[ingegnere meccanico]] di [[Sant'Antimo (Italia)|Sant'Antimo]], comune in [[provincia di Napoli]], il potenziale acquirente che avrebbe potuto acquistare l'ALFA<ref name="Sannia pag. 16"/><ref name="enciclopedia pag. 22">{{Cita|Enciclopedia Quattroruote, 2003|pag 22}}</ref>. In precedenza, Nicola Romeo, dopo aver avuto alcune esperienze all'estero, aveva fondato nel 1911 a Milano la "Società in [[accomandita semplice]] Ing. Nicola Romeo e Co." per la produzione di macchinari destinati alle attività estrattive<ref name="enciclopedia pag. 22"/>. Dopo lo scoppio della guerra l'imprenditore napoletano decise di entrare nel [[business]] delle commesse militari, ottenendo nel luglio del 1915 un rilevante ordinativo per il [[Regio Esercito]] che prevedeva la produzione di munizioni<ref name="Sannia pag. 20">{{Cita|Sannia, 2010|pag. 20}}</ref>. Dato la che sua società non possedeva le risorse per soddisfare questo ordine, Romeo decise di rilevare l'ALFA e di convertire temporaneamente gli impianti della società neo acquisita per tale scopo<ref name="Owen pag. 13"/><ref name="Sannia pag. 20"/>. Il 4 agosto 1915 Nicola Romeo fu nominato direttore dello stabilimento del Portello<ref name="Sannia pag. 20"/>, ed in giro di due anni il gruppo industriale capitanato dall'ingegnere di Sant'Antimo riuscì ad acquisire il controllo della casa automobilistica milanese che, nell'occasione, cambio nome in "Società Anonima Italiana Ing. Nicola Romeo"<ref name="Owen pag. 13"/>. Terminata la guerra, le commesse militari si esaurirono e Nicola Romeo decise di riconvertire le attività dell'azienda nella produzione di autovetture ad uso civile<ref name="Owen pag. 13"/><ref name=" Sannia pag. 24">{{Cita|Sannia, 2010|pag. 24}}</ref>. A questo punto, l'imprenditore di Sant'Antimo, essendo a conoscenza del valore del marchio ALFA nella commercializzazione di modelli di autovettura, decise di cambiare il nome della società in "Alfa Romeo"<ref name="Owen pag. 13"/>. L'atto ufficiale della nascita dell'Alfa Romeo è datato 3 febbraio 1918 e venne firmato dal [[notaio]] Federico Guasti di Milano<ref name="enciclopedia pag. 22"/>. Per vedere la ripresa della normale produzione di autovetture fu però necessario aspettare il 1920, quando venne lanciata l'[[Alfa Romeo 20-30 HP]], che fu pertanto il primo modello da strada ad essere commercializzato con la nuova denominazione della società<ref name="enciclopedia pag. 22"/>.
{{clear}}
 
=== Il primo dopoguerra e la fama a livello internazionale ===
[[File:Alfa Romeo P2.jpg|thumb|left|Un'Alfa Romeo P2]]
[[File:1929 Alfa Romeo 6C 1500 Super Sport Works Team Car p2.JPG|thumb|right|Un'Alfa Romeo 6C 1500 del 1929]]
Dopo la guerra, l'Alfa Romeo entrò in crisi<ref name="Sannia pag. 27"/>. Gli affari, infatti, andavano sempre peggio a causa delle basse vendite<ref name=" Sannia pag. 27">{{Cita|Sannia, 2010|pag. 27}}</ref>. I motivi di questo scarso successo risiedevano nell'assenza quasi totale di una rete di [[Concessionaria d'auto|concessionari]] e nella disorganizzazione societaria che era causata dalla gestione di Nicola Romeo<ref name="Sannia pag. 27"/>. Quest'ultimo, di conseguenza, iniziò ad indebitarsi con le banche<ref name="Sannia pag. 27"/>.
 
In ambito finanziario la situazione dell'Alfa Romeo peggiorò ulteriormente nel 1921 a causa del fallimento della Banca Italiana di Sconto<ref name="Sannia pag. 30">{{Cita|Sannia, 2010|pag. 30}}</ref>. Infatti, l'istituto bancario insolvente fu rilevato dalla [[Banca d'Italia]] attraverso la Banca Nazionale di Credito e quindi una parte dei debiti delle aziende interessate ora era praticamente gestita dallo Stato italiano<ref name="Sannia pag. 30"/>. Di conseguenza, queste società erano ora controllate di fatto dallo Stato anche da un punto di vista amministrativo, e l'Alfa Romeo non fu un'eccezione<ref>{{Cita|Tabucchi, 2010|pag. 42}}</ref>. Con le vendite che continuavano a languire, nel 1925 la Banca Nazionale di Credito fece valere il suo peso estromettendo Nicola Romeo dall'azienda<ref name="Sannia pag. 30"/>.
 
L'appannamento del marchio Alfa Romeo causato dalla scarso successo dei modelli da strada fu però mitigato dai successi nelle competizioni, ed in particolare dalla vittoria nel [[Campionato mondiale costruttori|primo campionato del mondo di automobilismo]] organizzato nella storia (1925)<ref name="Owen pag. 21-22"/><ref name="Sannia pag. 27"/>. Il modello da competizione che trionfò in questo campionato, la [[Alfa Romeo P2|P2]], fu la prima Alfa Romeo progettata da [[Vittorio Jano]], che nel frattempo aveva sostituito Giuseppe Merosi alla guida tecnica della società<ref name="Sannia pag. 31">{{Cita|Sannia, 2010|pag. 31}}</ref>. Con Vittorio Jano, iniziò per l'Alfa Romeo un periodo di grandi di successi sportivi e di avanzamenti tecnologici che portarono, in seguito, al rilancio del marchio<ref name="enciclopedia pag. 22"/>. Grazie alle vittorie nelle gare, l'Alfa Romeo raggiunse una fama a livello internazionale<ref>{{Cita|Tabucchi, 2010|pag. 54}}</ref>.
 
=== La proprietà dell'Alfa Romeo passa allo Stato italiano ===
[[File:1933 Alfa Romeo 8C 2300.jpg|thumb|left|Un'Alfa Romeo 8C 2300 del 1933]]
[[File:MHV Alfa-Romeo 6C2300b Ministeriale 1938 01.jpg|thumb|right|Un'Alfa Romeo 6C 2300 del 1938]]
Nonostante i successi sportivi, la situazione finanziaria dell'Alfa Romeo continuò ad essere molto critica, soprattutto a causa della [[grande crisi]] economica che era iniziata nel 1929 con il crollo della [[Stock Exchange di New York|Borsa di Wall Street]]<ref name="Owen pag. 32"/>. A questo punto, nel 1933, il Governo rilevò le quote dell'Alfa Romeo che erano di proprietà delle banche acquisendo ufficialmente il controllo dell'azienda, che diventò pertanto statale<ref name="Owen pag. 32"/><ref name="enciclopedia pag. 23"/>. In questa situazione, dato che i conti continuavano a peggiorare, alcuni esponenti del [[Ministero del Tesoro]] ipotizzarono la chiusura della casa automobilistica milanese<ref name="Sannia pag. 36">{{Cita|Sannia, 2010|pag. 36}}</ref>. A questo punto intervenne Mussolini in persona che decise, attraverso l'[[IRI]], cioè l'ente statale nato con lo scopo di salvare le banche e le aziende in difficoltà, di salvare l'azienda<ref name="Sannia pag. 36"/>. Il Duce diede pertanto l'incarico a [[Ugo Gobbato]] di riorganizzare l'Alfa Romeo sia da un punto di vista finanziario che produttivo<ref name="Sannia pag. 36"/>. L'interessamento personale di Mussolini non fu casuale: il Duce, infatti, era un grande estimatore dell'Alfa Romeo soprattutto per i suoi risultati sportivi conseguiti nel tempo, che davano al marchio, e quindi di riflesso anche all'Italia, un certo prestigio<ref name="Sannia pag. 30"/>. La salvezza dell'Alfa Romeo fu poi ottenuta grazie al lavoro in sinergia compiuto da Vittorio Jano e Ugo Gobbato<ref name="Sannia pag. 38">{{Cita|Sannia, 2010|pag. 38}}</ref>. Il primo, infatti, continuò la sua opera di progettazione di nuovi modelli i quali, però, erano resi costantemente competitivi sul mercato grazie al contributo che Gobbato diede al miglioramento dei processi produttivi<ref name="Sannia pag. 38"/>. Nel complesso, gli anni che preannunciarono la [[seconda guerra mondiale]] furono caratterizzati da modelli potenti e raffinati che erano contraddistinti da una linea elegante<ref name="Owen pag. 39"/>. In particolare, i tre modelli che negli anni trenta fecero dell'Alfa Romeo un marchio famoso in tutto il mondo anche per le vetture da strada furono la [[Alfa Romeo 6C|6C&nbsp;1500]], l'[[Alfa Romeo 8C|8C&nbsp;2300]] e l'[[Alfa Romeo 8C|8C&nbsp;2900]]<ref>{{Cita|Tabucchi, 2010|pag. 68}}</ref>. La fama internazionale conquistata dall'Alfa Romeo fece infatti dire a [[Henry Ford]], in un colloquio che avvenne nel 1939 proprio con Ugo Gobbato, "quando vedo passare un'Alfa Romeo, mi tolgo il cappello"<ref>{{Cita|Sannia, 2010|pag. 39}}</ref>. Riguardo invece la gestione delle corse, nel 1933 Gobbato decise di ritirare l'Alfa Romeo dalla partecipazione diretta alle competizioni, cedendo le sue vetture alla [[Scuderia Ferrari]], nata qualche anno prima e già da diverso tempo utilizzatrice di auto della casa del biscione<ref name="Sannia pag. 38"/><ref>{{cita|Massaro|pag. 26|cidMassa}}</ref>.
 
All'inizio degli anni trenta venne intrapresa la diversificazione dell'attività produttiva dell'Alfa Romeo con l'assemblaggio di motori aeronautici, autobus e autocarri<ref name="Sannia pag. 35">{{Cita|Sannia, 2010|pag. 35}}</ref>. In questo contesto, nel 1938, iniziarono i lavori di costruzione di uno stabilimento produttivo a Pomigliano d'Arco, in provincia di Napoli, che si sarebbe dovuto occupare della progettazione e dell'assemblaggio dei motori aeronautici<ref name="Sannia pag. 38"/>. Questo sito industriale fu l'antenato del [[Stabilimento Alfa Romeo di Pomigliano d'Arco|moderno stabilimento produttivo del gruppo Fiat]]<ref name="Sannia pag. 107">{{Cita|Sannia, 2010|pag. 107}}</ref>. Sempre nel 1938 ci fu il ritorno ufficiale dell'Alfa Romeo nelle competizioni, con la fondazione dell'[[Reparto Corse Alfa Romeo|Alfa Corse]], cioè della sezione della casa automobilistica del biscione che si occupava della progettazione, della realizzazione e della manutenzione delle vetture da competizione, e che era gestita da Enzo Ferrari<ref name="Hull pag. 348">{{Cita|Hull, 1970|pag. 348}}</ref>. I modelli da gara prodotti in questo periodo vennero progettati da [[Gioacchino Colombo]] e Luigi Bazzi sotto la guida di [[Wifredo Ricart]], che sostituì nel 1937 Vittorio Jano alla guida tecnica dell'Alfa Romeo<ref name="Sannia pag. 38"/><ref name="Hull pag. 348"/>.
 
Con il peggioramento della situazione internazionale e l'avvicinarsi della [[seconda guerra mondiale]], la produzione industriale dell'Alfa Romeo fu orientata verso la produzione di motori aeronautici e [[Autocarro|autocarri]], che sarebbero stati più utili all'Italia in caso di conflitto armato<ref name="enciclopedia pag. 23"/>. L'assemblaggio di autovetture civili calò drasticamente a favore soprattutto della produzione aeronautica, che negli anni precedenti alla seconda guerra mondiale generava quasi l'80% del fatturato dell'Alfa Romeo<ref name="enciclopedia pag. 23"/>.
 
La seconda guerra mondiale lasciò poi molti segni anche negli stabilimenti dell'Alfa Romeo, che erano infatti considerai molto importanti per l'approvvigionamento bellico; in particolare, quello del Portello fu [[Bombardamenti strategici durante la seconda guerra mondiale|bombardato più volte]] fino a causarne la chiusura, che avvenne nel 1944<ref name="Sannia pag. 42">{{Cita|Sannia, 2010|pag. 42}}</ref>, mentre lo stabilimento di Pomigliano d'Arco subì la stessa sorte nel 1943<ref>{{Cita|Tabucchi, 2010|pag. 114}}</ref>.
{{clear}}
 
=== L'Alfa Romeo diventa un'industria automobilistica ===
[[File:Alfa Romeo 1900 berlina (front view).jpg|left|thumb|Un'Alfa Romeo 1900]]
[[File:Paris - Mondial de l'automobile 2010 - Alfa Roméo Giulietta Berlina - 001.JPG|right|thumb|Un'Alfa Romeo Giulietta]]
A conflitto terminato, l'Alfa Romeo si trovò in una situazione di grandissima difficoltà. Come conseguenze della guerra, lo stabilimento del Portello era infatti stato pesantemente danneggiato e non esisteva praticamente più un mercato automobilistico italiano<ref name="Owen pag. 39">{{Cita|Owen, 1985|pag. 39}}</ref>. In aggiunta, c'era scarsità di materie prime e mancavano gli uomini che avrebbero potuto gestire questa situazione; Ugo Gobbato era infatti stato assassinato e Wifredo Ricart, che era legato a [[Francisco Franco]], era tornato in Spagna in seguito alla [[Ordine del giorno Grandi|caduta del fascismo in Italia]]<ref name="Sannia pag. 42"/><ref name="Tabucchi pag. 122">{{Cita|Tabucchi, 2010|pag. 122}}</ref>. Sin dalla fine della guerra, l'azienda cercò di rimettere in funzione gli impianti danneggiati dedicandosi inizialmente alla costruzione di cucine elettriche, [[Infisso (architettura)|serramenti]], [[Motore elettrico|motori elettrici]], [[Respingente|respingenti]] per [[Carrozza ferroviaria|carrozze ferroviarie]] e mobili<ref name="Sannia pag. 42"/><ref name="Tabucchi pag. 122"/><ref name=Storia2>{{cita web|cognome=|nome=|url= http://fc.retecivica.milano.it/rcmweb/Comunali2001/valter.molinaro/Milano/mi09/1_7.htm|titolo= La fabbrica e la produzione dell'Alfa Romeo a Milano – Ricostruzione e declino del Portello |accesso=23 luglio 2013|formato=|editore= Retecivica. Milano}}</ref>. Nonostante le difficoltà, già alla fine del 1945, l'Alfa Romeo ritornò però alla tradizionale attività di produzione di automobili con la realizzazione di due esemplari di una vettura prebellica, la [[Alfa Romeo 6C|6C 2500]]<ref name="Sannia pag. 42"/>. L'anno seguente, grazie alla grande disponibilità di manodopera ed alla cospicua giacenza nei magazzini di componenti automobilistici che si salvarono dai bombardamenti, la produzione automobilistica riprese con costanza sempre grazie all'assemblaggio di esemplari di 6C&nbsp;2500<ref name="enciclopedia pag. 23"/><ref name="Sannia pag. 46">{{Cita|Sannia, 2010|pag. 46}}</ref><ref name="Owen pag. 42">{{Cita|Owen, 1985|pag. 42}}</ref>. Sul fronte manageriale, nel 1946 fu nominato responsabile tecnico [[Orazio Satta Puliga]]<ref name="Owen pag. 42"/>. Satta Puliga dimostrò poi negli anni successivi il suo valore trasformando l'Alfa Romeo in una casa automobilistica produttrice di autovetture aventi una diffusione più ampia, perlomeno rispetto ai modelli prodotti fino ad allora<ref name="Owen pag. 42"/>. Anche in questo momento di difficoltà, come già capitato per Ugo Gobbato, l'Alfa Romeo trovò pertanto l'uomo adatto a risolvere i problemi<ref name="Owen pag. 42"/>. Queste scelte furono prese in sinergia con [[Giuseppe Luraghi]], che era il presidente di [[Finmeccanica]], cioè della finanziaria caposettore dell'IRI che era proprietaria dell'Alfa Romeo<ref name=dizionario>{{cita web|cognome=|nome=|url= http://www.treccani.it/enciclopedia/giuseppe-eugenio-luraghi_(Dizionario-Biografico)/|titolo= Biografia di Giuseppe Luraghi - Dizionario Biografico degli Italiani|accesso=6 ottobre 2013|formato=|editore= treccani.it}}</ref>. Il primo provvedimento che Orazio Satta Puliga prese dopo la nomina a responsabile tecnico, fu quello di modernizzare la 6C 2500, dando vita nel contempo alla fase progettuale per il lancio di un nuovo modello<ref name="Sannia pag. 46"/>. La [[Alfa Romeo 1900|1900]], questo il nome della nuova vettura, debuttò nel 1950 e fu decisiva per il rilancio dell'Alfa Romeo<ref name="enciclopedia pag. 23"/><ref name="Sannia pag. 50">{{Cita|Sannia, 2010|pag. 50}}</ref>. I costi di produzione vennero invece abbattuti grazie all'introduzione nel 1952, anche al Portello, della [[catena di montaggio]]<ref name="Sannia pag. 50"/>. Con la 1900, l'Alfa Romeo passò quindi da casa automobilistica che assemblava modelli di lusso a livello quasi artigianale, a marchio che produceva industrialmente i propri prodotti, i quali diventarono alla portata di un numero maggiore di potenziali acquirenti grazie all'abbattimento dei costi di produzione<ref name="Owen pag. 45"/>. Il nuovo corso portò subito i suoi frutti: dallo stabilimento del Portello ora uscivano migliaia di veicoli l'anno, e questo fu un primato: in precedenza, infatti, la produzione si attestava al massimo a mille vetture annue, spesso senza il raggiungimento del numero pianificato di esemplari<ref name="Sannia pag. 50"/><ref name="Owen pag. 44">{{Cita|Owen, 1985|pag. 44}}</ref>.
 
Un altro modello prodotto in questi anni fu la [[Alfa Romeo Matta|Matta]], cioè un [[fuoristrada]] che nacque dopo l'adesione dell'Alfa Romeo ad un bando dell'[[Esercito Italiano]] per la fornitura di vetture da ricognizione; di questo modello, però, le Forze Armate italiane ne acquistarono pochi esemplari a causa del costo, che era superiore a quello della vettura concorrente, la [[Fiat Campagnola]]<ref name="Sannia pag. 52">{{Cita|Sannia, 2010|pag. 52}}</ref>.
 
La 1900, per questioni tecniche, era però ancora legata alle Alfa Romeo prebelliche<ref name="Owen pag. 45">{{Cita|Owen, 1985|pag. 45}}</ref>. Grazie alle ottime vendite registrate e al successo del cambio di strategia aziendale che prevedeva ora modelli commercializzati in volumi di vendita relativamente elevati, all'Alfa Romeo si decise di progettare un nuovo modello destinato questa volta alla media borghesia, contando anche sul fatto che il mercato automobilistico italiano, nella seconda parte degli [[Anni 1950|cinquanta]], si era pienamente ripreso dalla crisi economica postbellica<ref name="Sannia pag. 52"/><ref name="Owen pag. 45"/>. Nacque così la [[Alfa Romeo Giulietta (1955)|Giulietta]], cioè un modello più piccolo e meno costoso della 1900<ref name="Sannia pag. 52"/><ref name="Owen pag. 46">{{Cita|Owen, 1985|pag. 46}}</ref>.
{{clear}}
 
=== Al culmine della fama ===
[[File:Alfa Romeo Giulia Super.jpg|thumb|right|Un'Alfa Romeo Giulia]]
[[File:1969-Alfa-Romeo-GT-Veloce-Red-Front-Angle-st.jpg|thumb|right|Un'Alfa Romeo 1750 GT Veloce del 1969]]
Agli inizi degli [[Anni 1960|anni sessanta]] venne introdotta la [[Alfa Romeo 2600|2600]], che sancì il ritorno dell'Alfa Romeo ai modelli con motore di grande cilindrata<ref>{{Cita|Owen, 1985|pag. 50}}</ref>. Essa era, sostanzialmente, un'evoluzione della 2000 e fu l'ultima Alfa Romeo con propulsore [[Motore bialbero Alfa Romeo|bialbero a sei cilindri in linea]]<ref name="Sannia pag. 66">{{Cita|Sannia, 2010|pag. 66}}</ref>. In questo contesto, la dirigenza della casa automobilistica milanese decise però di dare la priorità alla progettazione del modello successore della Giulietta che, nel frattempo, era arrivata al 100.000-esimo esemplare prodotto; questo traguardo, che fu raggiunto nel 1961, venne celebrato alla presenza dell'attrice [[Giulietta Masina]]<ref name="enciclopedia pag. 23"/><ref name="Sannia pag. 71">{{Cita|Sannia, 2010|pag. 71}}</ref>. Infatti, la necessità del nuovo modello si faceva sempre più pressante, dato che il settore più in espansione era quello delle vetture medie; inoltre, la concorrenza su questo mercato era diventata agguerrita, con la clientela che chiedeva modelli sempre più potenti e dalle prestazioni brillanti<ref name="Sannia pag. 71"/><ref name="Owen pag. 54">{{Cita|Owen, 1985|pag. 54}}</ref>. Sul fronte manageriale, nel 1960 diventò presidente dell'Alfa Romeo [[Giuseppe Luraghi]], che tornò ad occuparsi della casa automobilistica del biscione dopo un'esperienza alla [[Lanerossi]]<ref name=dizionario/><ref name="treccani-luraghi">{{cita web|cognome=|nome=|url= http://www.treccani.it/enciclopedia/giuseppe-luraghi/ |titolo=Biografia di Giuseppe Luraghi - Enciclopedie on line|accesso=7 agosto 2013|formato=|editore=treccani.it}}</ref>.
 
La progettazione del nuovo modello che avrebbe sostituito la Giulietta nel frattempo andava avanti con il proposito di effettuare il lancio sui mercati prima dell'uscita di produzione della vettura antenata<ref name="Sannia pag. 75">{{Cita|Sannia, 2010|pag. 75}}</ref>. La prima versione della [[Alfa Romeo Giulia|Giulia]], questo il suo nome, venne introdotta sui mercati nel giugno del 1962<ref name="Sannia pag. 75"/>. Leggermente più grande della Giulietta, la Giulia si posizionò in una fascia di mercato lievemente più elevata<ref name="Sannia pag. 75"/>. Il nuovo modello possedeva una carrozzeria molto particolare che non assomigliava a quella di nessun altra vettura contemporanea e che aveva una forma particolarmente aerodinamica<ref name="Owen pag. 54"/>. La similitudine tra i due modelli non risiedeva però solo nel nome, dato che la Giulia ereditò la tipologia di motori precedentemente montata sulla 1900 e sulla Giulietta<ref name="Owen pag. 54"/>. Negli anni seguenti furono poi lanciate sui mercati molte varianti della Giulia, che completarono la gamma anche con versioni spiccatamente sportive come, ad esempio, la [[Alfa Romeo Giulia GT|Giulia GT]] (quest'ultima perse poi il nome della vettura da cui derivava, e venne commercializzata semplicemente come "GT")<ref name="Sannia pag. 75-76">{{Cita|Sannia, 2010|pagg. 75-76}}</ref><ref name="Sannia pag. 80">{{Cita|Sannia, 2010|pag. 80}}</ref><ref name="Sannia pag. 86">{{Cita|Sannia, 2010|pag. 86}}</ref>.
 
Per completare la gamma, l'Alfa Romeo decise poi di lanciare sui mercati anche un modello [[spyder]] dalle prestazioni brillanti che sarebbe succeduto alla [[Alfa Romeo Giulia Spider|Giulia Spider]] la cui linea, a sua volta, derivava da quella della [[Alfa Romeo Giulietta Spider|Giulietta Spider]]<ref name="Sannia pag. 86">{{Cita|Sannia, 2010|pag. 86}}</ref>. Il [[Alfa Romeo Spider (Duetto)|Duetto]], questo il suo nome, debuttò nel marzo del 1966<ref name="Sannia pag. 86"/>. Il Duetto ebbe un grandissimo successo che travalicò i confini nazionali, arrivando fino agli [[Stati Uniti]]<ref name="Sannia pag. 87">{{Cita|Sannia, 2010|pag. 87}}</ref>. In questi anni l'Alfa Romeo, che era all'apogeo della sua fama<ref name="Sannia pag. 87"/>, introdusse un modello che passò alla storia, la [[Alfa Romeo 33 Stradale|33 Stradale]]<ref name="Sannia pag. 87"/>. Derivata dal modello da competizione [[Alfa Romeo Tipo 33|Tipo 33]], la 33 Stradale fu però prodotta in un numero molto ristretto di esemplari<ref name="Sannia pag. 87"/><ref name="Tabucchi pag. 188-190">{{Cita|Tabucchi, 2010|pagg. 188 e 190}}</ref>. Il progetto da cui nacque la Tipo 33, ovvero la capostipite di molti modelli da competizione che corsero fino agli anni settanta, fu un'idea di Giuseppe Luraghi<ref>{{Cita|Tabucchi, 2010|pag. 188}}</ref>.
 
Nel 1963, sempre per volere di Giuseppe Luraghi e grazie all'impegno di [[Carlo Chiti]], nacque invece l'[[Autodelta]], che l'anno successivo si tramutò, in sostanza, nella sezione corse dell'Alfa Romeo<ref>{{cita web|cognome=|nome=|url=http://www.quattroruote.it/notizie/eventi/i-50-anni-dell-autodelta-festa-in-pista-per-la-squadra-dell-alfa-romeo|titolo= I 50 anni dell'Autodelta|accesso=6 ottobre 2013|formato=|editore= quattroruote.it}}</ref>. Questo reparto corse esterno fu voluto da Luraghi per dotare l'Alfa Romeo di una struttura snella e indipendente che sollevasse la casa madre dal cospicuo lavoro connesso alle competizioni<ref>{{Cita|Tabucchi, 2010|pagg. 174 e 185}}</ref>. Nel 1966 l'Alfa Romeo acquistò l'Autodelta, che divenne quindi il reparto corse ufficiale della casa del biscione<ref name="autodelta">{{cita web|cognome=|nome=|url= http://www.alfasport.net/webPage/View.asp?id=161|titolo= L'Autodelta|accesso=22 ottobre 2013|formato=|editore= alfasport.net}}</ref>. Di questi anni fu anche l'inaugurazione del [[Centro Sperimentale Balocco]], una pista destinata al collaudo delle vetture<ref name="enciclopedia pag. 23"/>.
 
Nel 1968 fece invece la sua apparizione una derivata della Giulia, la [[Alfa Romeo 1750|1750]], a cui fu affiancata pochi anni dopo una "sorella maggiore", la [[Alfa Romeo 2000|2000]]<ref name="Sannia pag. 90">{{Cita|Sannia, 2010|pag. 90}}</ref><ref name="Sannia pag. 100">{{Cita|Sannia, 2010|pag. 100}}</ref>.
{{clear}}
 
=== Il declino ===
[[File:Alfasud orange.jpg|thumb|left|Un'Alfa Romeo Alfasud]]
Gli anni sessanta e [[Anni 1970|settanta]] furono caratterizzati dalla collaborazione tra l'Alfa Romeo ed i migliori [[designer]] italiani; ad esempio, lavorarono per la casa del biscione [[Zagato]], che disegnò le linee di molte coupé, [[Pininfarina]], a cui si deve la spyder Duetto, e [[Bertone]], che disegnò, tra l'altro, la [[Alfa Romeo Montreal|Montreal]] del 1970<ref name="Sannia pag. 65-100">{{Cita|Sannia, 2010|pagg. 65-100}}</ref>.
 
Sul fronte delle strategie aziendali, già alla fine degli anni sessanta venne deciso il rifacimento dello stabilimento di Pomigliano d'Arco che prevedeva la sua trasformazione da centro produttivo di motori aeronautici a stabilimento automobilistico a tutti gli effetti<ref name="Sannia pag. 104-107">{{Cita|Sannia, 2010|pagg. 104-107}}</ref>
La prima vettura che venne prodotta a Pomigliano d'Arco fu l'[[Alfa Romeo Alfasud|Alfasud]], cioè un modello medio-piccolo che segnò l'esordio della casa del biscione in questo segmento e che venne assemblata a partire dal 1972<ref name="Sannia pag. 104">{{Cita|Sannia, 2010|pag. 104}}</ref>. L'Alfasud ebbe un altro primato: fu la prima Alfa Romeo a [[Trazione (meccanica)|trazione]] [[Trazione anteriore|anteriore]]<ref name="enciclopedia pag. 24">{{Cita|Enciclopedia Quattroruote, 2003|pag 24}}</ref>. L'Alfasud era dotata di una carrozzeria che nacque dalla matita di Giugiaro<ref name="Sannia pag. 104"/> e di un piccolo motore da 1,2&nbsp;L che però non pregiudicava, per le sue dimensioni, le prestazioni del modello, che erano infatti brillanti<ref name="Owen pag. 70">{{Cita|Owen, 1985|pag. 70}}</ref>. Già al momento del lancio, l'Alfasud ebbe un buon successo commerciale anche grazie all'ampliamento verso il basso della potenziale clientela<ref name="Owen pag. 70"/>. Quest'ultima, infatti, ora comprendeva anche possibili acquirenti che in precedenza non avrebbero mai potuto permettersi un modello nuovo Alfa Romeo<ref name="Owen pag. 70"/>. All'Alfasud, sempre nel 1972, fu affiancato un nuovo modello, l'[[Alfa Romeo Alfetta|Alfetta]], ovvero una berlina di fascia medio-alta che si collocò, nella gamma Alfa Romeo, tra la Giulia e la [[Alfa Romeo 2000|2000]]<ref name="Sannia pag. 107"/><ref name="enciclopedia pag. 24"/>. Il nome della nuova vettura derivava dal soprannome del modello da competizione che vinse il primo campionato del mondo di Formula 1, la [[Alfa Romeo 158|158]]<ref name="Owen pag. 60">{{Cita|Owen, 1985|pag. 60}}</ref>. L'Alfetta presentava una [[Meccanica (veicoli)|meccanica]] completamente nuova che prevedeva un telaio con sospensioni anteriori a quadrilateri ed un [[Ponte De Dion|ponte posteriore De Dion]]<ref name="Owen pag. 60"/>, oltre che una [[Trasmissione (meccanica)|trasmissione]] [[transaxle]]<ref name="Owen pag. 60"/>. Per queste novità tecniche, l'Alfetta suscitò inizialmente qualche dubbio da parte di alcuni dirigenti, che temevano una risposta negativa da parte del mercato<ref name="Sannia pag. 107"/>. Esso, infatti, era abituato alla classica e collaudata meccanica Alfa Romeo e pertanto non si poteva prevedere con certezza la reazione dei potenziali acquirenti nei confronti di un cambiamento così radicale<ref name="Sannia pag. 107"/>.
[[File:Alfetta1972WP.jpg|thumb|right|Un'Alfa Romeo Alfetta]]
Gli anni settanta non furono però molto fortunati riguardo alla produzione di serie soprattutto a causa della [[Crisi energetica (1973)|crisi petrolifera del 1973]], che colpì pesantemente il comparto dell'auto<ref name="Sannia pag. 110">{{Cita|Sannia, 2010|pag. 110}}</ref>. Le vendite di autovetture registrarono infatti un vistoso calo a causa del rapido e vertiginoso aumento del prezzo dei carburanti<ref name="Sannia pag. 110"/>. Queste difficoltà si tradussero poi, nella seconda parte del decennio, in una sostanziale passività nei confronti dell'aggiornamento dei modelli più datati e nei confronti del lancio di nuove vetture<ref name="Sannia pag. 110"/>. Ad esempio, la Giulia, che era obsoleta già da anni<ref name="Sannia pag. 110"/>, fu sostituita solo nel 1977 dalla [[Alfa Romeo Giulietta (1977)|nuova Giulietta]]<ref name="Sannia pag. 113">{{Cita|Sannia, 2010|pag. 113}}</ref>. La nuova Giulietta riprese la meccanica dall'Alfetta, ma si posizionò un po' più in basso, dato che si presentò sul mercato con due motorizzazioni più piccole, 1300 e 1600&nbsp;cm³<ref name="Sannia pag. 113"/>. Poco più tardi, e dopo una lunga gestazione, venne introdotta l'ammiraglia, a cui fu dato il nome di [[Alfa Romeo Alfa 6|Alfa 6]] (1979)<ref name="Sannia pag. 119">{{Cita|Sannia, 2010|pagg. 119}}</ref>. Nonostante fosse dotata del celebre motore [[Alfa Romeo V6 Busso|V6&nbsp;Busso]], ovvero del primo motore a sei cilindri Alfa Romeo dopo quello installato sulla [[Alfa Romeo 2600|2600]], l'Alfa 6 si rivelò un flop commerciale a causa della linea obsoleta, del clima economico di quegli anni che sconsigliava l'acquisto di auto di grande cilindrata e del crescente antagonismo dei modelli [[BMW]] e [[Mercedes-Benz]]<ref name="Sannia pag. 119">{{Cita|Sannia, 2010|pag. 119}}</ref><ref name="Owen pag. 73">{{Cita|Owen, 1985|pag. 73}}</ref>.
 
=== La crisi e l'avvento del gruppo Fiat ===
[[File:2PUBLI1983.jpg|thumb|left|Un'Alfa Romeo 33]]
Il periodo compreso tra la fine degli anni settanta e l'inizio degli [[anni 1980|anni ottanta]] fu caratterizzato dalla presenza, nella gamma Alfa Romeo, di modelli obsoleti e superati che non vennero sostituiti da nuove vetture all'altezza del prestigio del marchio<ref name="Sannia pag. 122">{{Cita|Sannia, 2010|pag. 122}}</ref>. Inoltre era carente anche la fattura dei modelli, che difettavano per l'assemblaggio poco curato e per la scarsa qualità dei materiali<ref name="Sannia pag. 122"/>. Quest'ultima, in particolare, comportava anche problemi di arrugginimento al corpo vettura e ciò causò, tra l'altro, il peggioramento dell'immagine del marchio soprattutto in ambito internazionale<ref name="Sannia pag. 122"/>. Un avvenimento che migliorò temporaneamente la situazione fu il lancio, nel 1983, del nuovo modello che sostituì l'Alfasud, la [[Alfa Romeo 33|33]]<ref name="Sannia pag. 129">{{Cita|Sannia, 2010|pag. 129}}</ref>. La 33 si basava sull'[[autotelaio]] e sulla [[Meccanica (veicoli)|meccanica]] del modello che rimpiazzò, ma presentava una carrozzeria dalle linee moderne<ref name="Sannia pag. 129"/>. La 33 ebbe un ottimo riscontro commerciale e diede quindi un po' di respiro alle casse dell'azienda<ref name="enciclopedia pag. 24"/><ref name="Sannia pag. 129"/>. Sempre nel 1983 prese vita il tentativo di [[Joint venture|joint-venture]] con la casa [[Giappone|nipponica]] [[Nissan Motor|Nissan]] che portò alla messa in produzione dell'[[Alfa Romeo Arna|Arna]]: basata sul telaio della [[Nissan Cherry]] e dotata della meccanica della 33, l'Arna non ottenne però i frutti sperati poiché la potenziale clientela non riconobbe in questo modello i tratti caratteristici tipici delle vetture della casa del biscione, da cui il modello era infatti ben lontano, decretando quindi un clamoroso flop commerciale<ref name="Sannia pag. 130-134">{{Cita|Sannia, 2010|pagg. 130-134}}</ref>. Con questo modello, il prestigio dell'Alfa Romeo raggiunse probabilmente il livello minimo della sua storia<ref name="Sannia pag. 130">{{Cita|Sannia, 2010|pag. 130}}</ref>.
[[File:Alfa 75.JPG|thumb|right|Un'Alfa Romeo 75]]
A questo punto l'Alfa Romeo si trovò in una situazione in cui mancava la liquidità per rinnovare in modo radicale la gamma con la sostituzione dei modelli più vecchi, e quindi la dirigenza decise di lanciare sui mercati una nuova ammiraglia che si sarebbe dovuta basare sui modelli precedenti<ref name="Sannia pag. 134">{{Cita|Sannia, 2010|pag. 134}}</ref>. La [[Alfa Romeo 90|90]], questo il suo nome, debuttò sui mercati nel 1984 e sostituì sia l'Alfetta che l'Alfa 6<ref name="Sannia pag. 134-138">{{Cita|Sannia, 2010|pagg. 134-138}}</ref>. Fu dotata della meccanica del primo modello citato e di un moderno corpo vettura disegnato da Bertone<ref name="Sannia pag. 134"/>. La nuova ammiraglia fu però offuscata, e poi affossata, da un nuovo modello basato anch'esso sull'Alfetta, la [[Alfa Romeo 75|75]]<ref name="Sannia pag. 138">{{Cita|Sannia, 2010|pag. 138}}</ref>. La 75, che sostituì la Giulietta nel 1985, traeva il nome dall'anniversario di fondazione dell'Alfa Romeo, che proprio quell'anno compiva 75 anni di attività, e fu l'ennesimo frutto della strategia di far derivare pesantemente i nuovi modelli da vetture precedenti<ref name="Sannia pag. 138"/>. La 75 ebbe un buon successo sui mercati e fu il primo modello Alfa Romeo a montare il nuovo motore [[Twin Spark]]<ref name="Sannia pag. 138"/><ref name="mitoalfaromeo">{{cita web|cognome=|nome=|url=http://www.mitoalfaromeo.com/notizie/2011/10/15/twin-spark-motore-alfa-romeo/|titolo=Storia e dettagli sul Twin Spark Motore Alfa Romeo|accesso=31 luglio 2013|formato=|editore=mitoalfaromeo.com}}</ref>. Sul fronte delle gare, sempre nel 1985 venne deciso di liquidare l'Autodelta<ref name="Tabucchi pag. 258">{{Cita|Tabucchi, 2010|pag. 258}}</ref>; dall'anno successivo, infatti, le competizioni tornarono ad essere gestite dall'Alfa Corse, il cui nome era associato, come già accennato, ad una struttura che si era occupata delle corse per la casa automobilistica del biscione dal 1938 al 1940<ref name="autodelta"/><ref name="Tabucchi pag. 258"/>.
 
L'azienda, nonostante il lancio di modelli che ebbero un buon riscontro commerciale, aveva però ancora i conti in rosso<ref name="Sannia pag. 138">{{Cita|Sannia, 2010|pag. 138}}</ref>. Questa situazione finanziaria era infatti principalmente dovuta agli alti costi di produzione; ad esempio, all'inizio del decennio, l'Alfa Romeo, per assemblare un'Alfetta, spendeva una cifra tripla rispetto al prezzo a cui il modello era poi venduto al pubblico<ref name="enciclopedia pag. 24"/>. Con l'obiettivo di ridurre le perdite dell'[[IRI]], il suo presidente, [[Romano Prodi]], decise di vendere la casa automobilistica del biscione ad un gruppo privato<ref name="Sannia pag. 142"/>. Nel 1986, dopo un'accesa battaglia con la [[Ford]], il [[gruppo Fiat]] acquisì l'Alfa Romeo grazie all'intercessione di Prodi che impedì, non senza polemiche, l'acquisto da parte del citato gruppo automobilistico statunitense<ref name="Sannia pag. 142"/><ref>{{Cita web|url=http://cinquantamila.corriere.it/storyTellerThread.php?threadId=PRODI+Romano|titolo=Biografia di Romano Prodi|accesso=8 agosto 2013|editore=cinquantamila.corriere.it}}</ref>. Dopo l'acquisizione, la Fiat decise di accorpare l'Alfa Romeo ad un'altra azienda del gruppo, la [[Lancia (azienda)|Lancia]], dando vita alla "Alfa-Lancia Industriale", alla cui presidenza venne nominato [[Vittorio Ghidella]]<ref name="Sannia pag. 142"/><ref>{{Cita|Tabucchi, 2010|pag. 262}}</ref>. A questo punto la nuova proprietà decise di ottimizzare la gamma delle vetture con l'uscita di scena dell'Arna e della 90 e con l'aggiornamento degli altri modelli rimasti in listino<ref name="Sannia pag. 142"/>. Nel 1987 venne invece introdotta la [[Alfa Romeo 164|164]], un'ammiraglia che impiegava lo stesso autotelaio utilizzato sulle [[Fiat Croma]], [[Lancia Thema]] e [[SAAB 9000]]<ref name="Sannia pag. 142"/>. Ciò fu possibile grazie ad un accordo che l'Alfa Romeo fece con i due gruppi automobilistici concorrenti prima dell'acquisto da parte della Fiat, il cui scopo era quello di contenere i costi di progettazione e sviluppo dei modelli<ref name="Sannia pag. 142"/>. La 164 presentava però un disegno stilistico particolare che era opera di [[Pininfarina]]<ref name="Sannia pag. 142"/>. Il modello rappresentò una pietra miliare nella storia della casa, dato che fu la prima ammiraglia Alfa Romeo a trazione anteriore<ref name="Sannia pag. 146">{{Cita|Sannia, 2010|pag. 146}}</ref>. Nel 1989 venne presentata una [[coupé]] in serie limitata che aveva lo scopo di rinverdire la fama sportiva dell'Alfa Romeo<ref name="Sannia pag. 146"/>. Alla[[Alfa Romeo SZ|SZ]], questo il suo nome, venne poi affiancata nel 1991 l'[[Alfa Romeo RZ|RZ]], ossia la sua versione [[cabriolet]]<ref name="enciclopedia pag. 25">{{Cita|Enciclopedia Quattroruote, 2003|pag 25}}</ref>. La SZ è stato il primo modello Alfa Romeo ad essere stato interamente progettato e prodotto sotto la guida del gruppo Fiat<ref>{{Cita|Tabucchi, 2010|pagg. 262 e 264}}</ref>.
{{clear}}
 
=== Il rilancio del marchio ===
[[File:Alfa 155 WB crop.JPG|thumb|left|Un'Alfa Romeo 155]]
[[File:Alfa Romeo 156 2.0 T. Spark.jpg|thumb|right|Un'Alfa Romeo 156]]
Il secondo modello interamente progettato e sviluppato dalla nuova proprietà fu la [[Alfa Romeo 155|155]], che venne introdotta nel 1992<ref>{{Cita|Tabucchi, 2010|pagg. 270 e 272}}</ref>. Basata su un pianale utilizzato da molte vetture del gruppo come la [[Fiat Tipo]], la [[Fiat Tempra]] e la [[Lancia Dedra]], la 155 venne assemblata nello stabilimento di Pomigliano d'Arco<ref name="Sannia pag. 148">{{Cita|Sannia, 2010|pag. 148}}</ref><ref name="enciclopedia pag. 26">{{Cita|Enciclopedia Quattroruote, 2003|pag 26}}</ref>. A causa della linea discutibile, dei motori di derivazione Fiat e dell'abbandono della trazione posteriore a favore di quella anteriore, la 155 non venne accolta con entusiasmo dagli alfisti nonostante la presenza di alcune soluzioni meccaniche raffinate come il [[variatore di fase Alfa Romeo]] nei motori oppure la tecnologia della versione a [[trazione integrale]] [[Trazione integrale Q4|Q4]], che derivava da quella della [[Lancia Delta Integrale]]<ref name="Sannia pag. 148"/><ref>{{Cita|Tabucchi, 2010|pag. 272}}</ref>. La Fiat decise infatti di far derivare la meccanica dei modelli Alfa Romeo da quella dei modelli Fiat con l'obiettivo di contenere i costi, scegliendo soluzioni che semplificassero il più possibile gli schemi che erano alla base delle sospensioni, della trasmissione, ecc., anche con un occhio di riguardo alla semplicità manutentiva dei componenti stessi<ref>{{Cita|Tabucchi, 2010|pagg. 272 e 274}}</ref>. Poco dopo furono lanciati i due modelli che sostituirono la 33, vale dire la [[Alfa Romeo 145|145]] e la [[Alfa Romeo 146|146]], che debuttarono, rispettivamente, nel 1994 e nel 1995<ref name="enciclopedia pag. 26"/><ref name="Sannia pag. 151">{{Cita|Sannia, 2010|pag. 151}}</ref>. Il 1995 fu anche l'anno dell'esordio di un'altra coppia di modelli che ripresero questa volta due nomi storici per la casa del biscione: la [[Alfa Romeo GTV|GTV]] e la [[Alfa Romeo Spider (1995)|Spider]]<ref name="Sannia pag. 156">{{Cita|Sannia, 2010|pag. 156}}</ref>.
 
L'anno della svolta per l'Alfa Romeo fu però il 1997 grazie all'introduzione della [[Alfa Romeo 156|156]]<ref name="Sannia pag. 156"/>. La 156 sostituì la poco fortunata 155 e segnò, con la sua linea, una rottura con le vetture del passato<ref name="Sannia pag. 156"/>. La 156 ebbe subito un successo notevole ed inaspettato tant'è che vinse, nel 1998, il prestigioso premio di [[auto dell'anno]] anche grazie alla meccanica raffinata<ref name="enciclopedia pag. 26"/><ref name="Tabucchi pag. 294"/><ref name="Sannia pag. 159">{{Cita|Sannia, 2010|pag. 159}}</ref>. Nel 2000 fu introdotta la versione familiare, la ''Sportwagon''<ref name="Sannia pag. 159"/>.
 
Nel 1998 terminò la produzione della [[Alfa Romeo 164|164]], che cedette il posto alla nuova ammiraglia della casa, la [[Alfa Romeo 166|166]]<ref name="Sannia pag. 159"/>. La 166 si presentò con delle dimensioni ancor più generose della progenitrice e, nuovamente, con la trazione anteriore<ref name="Sannia pag. 159"/>. Quest'ultimò aspetto generò dei malumori da parte degli "alfisti" anche alla luce della tendenza seguita dai marchi rivali, che era infatti indirizzata alla commercializzazione di modelli a trazione posteriore<ref name="Sannia pag. 159"/>.
{{clear}}
 
=== Il nuovo millennio ===
[[File:Alfa 147 rossa diesel 2002 1.9.jpg|thumb|left|Un'Alfa Romeo 147]]
[[File:Alfa Romeo Giulietta front 20100704.jpg|thumb|right|Un'Alfa Romeo Giulietta]]
Il nuovo millennio iniziò per la casa del biscione sotto ottimi auspici commerciali. Il nuovo modello che venne introdotto nel 2000, la compatta [[Alfa Romeo 147|147]], ebbe infatti un grande successo tra il pubblico e riuscì ad aggiudicarsi il premio [[Volante d'Oro]] nel 2000 ed il titolo di [[auto dell'anno]] nel 2001<ref>{{Cita|Tabucchi, 2010|pag. 302}}</ref><ref name="Sannia pag. 160">{{Cita|Sannia, 2010|pag. 160}}</ref><ref>{{cita web|cognome=|nome=|url= http://archiviostorico.corriere.it/2000/novembre/14/Alfa_Romeo_147_auto_dell_co_0_0011148533.shtml|titolo= Esplora il significato del termine: L'Alfa Romeo 147 auto dell'anno 2001. È il decimo successo del gruppo Fiat|accesso=2 agosto 2013|formato=|editore=archiviostorico.corriere.it }}</ref>. Nel 2003 avvenne invece la presentazione del modello [[Alfa Romeo GT|GT]], che l'anno successivo vinse il premio di "Automobile più bella del Mondo"<ref>{{cita web|cognome=|nome=|url= http://www.newstreet.it/articolo_id_391.html |titolo= Alfa Romeo GT |accesso=2 agosto 2013|formato=|editore= newstreet.it}}</ref><ref>{{cita web|cognome=|nome=|url= http://www.quattroruote.it/news/articolo.cfm?codice=31040|titolo= Esplora il significato del termine: Premio "''Auto più bella del Mondo''" edizione 2004|accesso=02-08-2013|formato=|editore=quattroruote.it}}</ref>
 
Nel 2005 debuttò la [[Alfa Romeo 159|159]], ovvero il modello di gamma medio-alta che sostituì la 156<ref name="Sannia pag. 170">{{Cita|Sannia, 2010|pag. 170}}</ref>. Disegnata da [[Giugiaro]], la 159 era sostanzialmente un'evoluzione del modello che rimpiazzò nonostante fosse dotata di dimensioni e di un peso maggiori<ref name="Sannia pag. 170"/>. La vettura venne realizzata in collaborazione con il gruppo [[General Motors]]; il pianale, infatti, era frutto di una cooperazione con il marchio [[Opel]] che però non ebbe seguito<ref name="Sannia pag. 170"/>. Nello stesso anno debuttò la nuova coupé sportiva nata sempre dalla matita di Giorgetto Giugiaro e che prese il posto della GTV, la [[Alfa Romeo Brera|Brera]]<ref name="Sannia pag. 172">{{Cita|Sannia, 2010|pag. 172}}</ref>. Nel 2006 venne invece introdotta la nuova [[Alfa Romeo Spider (2006)|Spider]], che era un'evoluzione della Brera e che sostituì il precedente modello omonimo<ref name="Sannia pag. 172"/>. Il 2007 fu la volta del debutto della supersportiva [[Alfa Romeo 8C Competizione|8C Competizione]], le cui forme vennero suggerite dalla [[Alfa Romeo 33 Stradale|33 Stradale]]<ref name="Sannia pag. 172"/>. Venne commercializzazione in serie limitata, ed i 500 esemplari previsti furono tutti venduti a facoltosi clienti appena introdotti sul mercato<ref name="Sannia pag. 172"/>. La vettura ebbe un ottimo successo e per tale motivo il gruppo Fiat decise di realizzarne anche una versione spyder, che entrò in produzione nel 2009<ref name="Sannia pag. 179">{{Cita|Sannia, 2010|pag. 179}}</ref>. Anche in questo caso ne furono assemblati 500 esemplari<ref name="Sannia pag. 179"/>.
 
Nel giugno 2008 è avvenuto invece il lancio commerciale della compatta [[Alfa Romeo MiTo|MiTo]] ("Mi" per Milano, dove nacque l'Alfa Romeo, e "To" per Torino, dove viene costruita), che è stata concepita per tentare di incrementare le vendite estendendo la gamma verso il basso<ref name="Sannia pag. 179"/>. Si è posizionata al di sotto della 147 e - grazie alla sua immagine sportiva e dinamica - è stata pensata per attrarre il pubblico giovanile verso il marchio del biscione<ref name="Sannia pag. 179"/>. La MiTo è basata sulla meccanica della [[Fiat Grande Punto]] ed è stata la prima Alfa Romeo ad essere assemblata nello [[Fiat Mirafiori|stabilimento Fiat di Mirafiori]]<ref name="Sannia pag. 179"/>.
 
Nel 2010, in occasione del centenario di fondazione della casa, l'Alfa Romeo ha presentato il modello che ha sostituito la 147, la [[Alfa Romeo Giulietta (2010)|Giulietta]]<ref name="Sannia pag. 183">{{Cita|Sannia, 2010|pag. 183}}</ref>. La vettura è basata sul nuovo [[pianale FGA Compact]] e presenta delle caratteristiche meccaniche ricercate come il [[cambio a doppia frizione]]<ref name="Sannia pag. 183"/>. La Giulietta, inoltre, è dotata del [[sistema start e stop]], dell'[[Alfa Romeo DNA]] (introdotto sulla MiTo nel 2008<ref>{{cita web|url=http://www.omniauto.it/magazine/5569/alfa-romeo-mito|titolo=Alfa Romeo Mito, articolo|accesso=24 agosto 2013|formato=|editore= omniauto.it}}</ref>), del [[controllo elettronico della stabilità]] e del [[Differenziale (meccanica)|differenziale]] [[Q2 (trazione)|Q2]]<ref name="Sannia pag. 183"/>. Sempre nel 2010 la [[Zagato]] ha presentato l'[[Alfa Romeo TZ3|Alfa Romeo TZ3 Corsa]]<ref>{{cita web|url=http://www.omniauto.it/magazine/11934/alfa-romeo-tz3-corsa-anteprima-concorso-eleganza-villa-deste-2010|titolo=L'Alfa Romeo TZ3 su "omniauto.it"|accesso=6 ottobre 2013|formato=|editore=omniauto.it}}</ref>. Al modello, che è stato prodotto in un solo esemplare per un facoltoso cliente, è seguita la TZ3 Stradale, che è stata invece assemblata in nove unità<ref>{{cita web|url=http://testsite2013.zagato.biz/wp-content/uploads/2013/07/TZ3_Stradale_ITA.pdf|titolo=Il programma TZ3|accesso=3 agosto 2013|formato={{PDF}}|editore=zagato.it}}</ref>. In occasione del centenario si è avuta anche una razionalizzazione della gamma, con l'uscita di scena della GT, della Brera e della Spider<ref>{{cita web|url=http://www.omniauto.it/magazine/13284/alfa-romeo-brera-e-spider|titolo=Alfa Romeo Brera e Spider|accesso=6 ottobre 2013|formato=|editore=omniauto.it}}</ref><ref>{{cita web|url=http://www.mitoalfaromeo.com/notizie/2011/09/06/alfa-gt-2004-2010-il-coupe-firmato-bertone-su-base-156/|titolo=AlfaRomeo GT (2004-2010) la coupé firmata Bertone su base 156|accesso=6 ottobre 2013|formato=|editore=mitoalfaromeo.com}}</ref>. Nel 2011 è stata invece presentata al salone di Ginevra la [[concept car]] [[Alfa Romeo 4C Concept]], che ha prefigurato la [[Alfa Romeo 4C|4C di serie]], messa poi in produzione nel 2013<ref>{{cita web|url=http://www.mitoalfaromeo.com/notizie/2011/09/06/alfaromeo-4c-2013/|titolo=AlfaRomeo 4C (2013)|accesso=6 ottobre 2013|formato=|editore=mitoalfaromeo.com}}</ref>.
{{clear}}
 
== La storia del marchio di fabbrica ==
[[File:LoghiAR.jpg|300px|right|La successione degli stemmi Alfa Romeo]]
L'Alfa Romeo non hai mai modificato radicalmente il proprio marchio. Infatti, sin dalla nascita, ha scelto come emblema un logo circolare suddiviso verticalmente in due parti dove, sul lato sinistro, è presente la [[Stemma di Milano|croce rossa in campo bianco]] [[Comune medievale|simbolo medioevale]] della città di [[Milano]], mentre sul lato destro è raffigurato il serpente [[visconti|visconteo]] (il "[[Biscione (araldica)|biscione]]")<ref name="Sannia pag. 14"/>. Le uniche modifiche hanno riguardato la cornice esterna:
 
* Nel 1910 erano presenti le scritte "ALFA" e "MILANO" divise da due [[Nodo savoia|nodi sabaudi]] in onore a [[Casa Savoia]]<ref name="Sannia pag. 17">{{Cita|Sannia, 2010|pag. 17}}</ref>.
* Nel 1919, dopo l'acquisizione del controllo dell'azienda da parte di [[Nicola Romeo]], venne inserito il nome "ROMEO"<ref name="Sannia pag. 17"/>.
* Nel 1925, in ricordo della vittoria dell'[[Alfa Romeo P2]] al primo [[Campionato mondiale costruttori|campionato del mondo di automobilismo della storia]], fu aggiunta, sul bordo del marchio, una [[corona d'alloro]]<ref name="Sannia pag. 17"/>.
* Nel 1946, dopo la vittoria della [[Repubblica Italiana|Repubblica]] al [[referendum del 2 giugno]], vennero inserite due linee ondulate in sostituzione dei nodi sabaudi<ref name="Sannia pag. 17"/>.
* Nel 1972, con l'apertura dello [[Stabilimento Alfa Romeo di Pomigliano d'Arco|stabilimento Alfasud di Pomigliano d'Arco]], furono tolte dal marchio la scritta "MILANO", le linee ondulate, la corona d'alloro e il trattino che separava "ALFA" e "ROMEO", giungendo così al marchio in uso (restyling di [[Pino Tovaglia]]<ref>{{cita libro | cognome= Fioravanti| nome= Giorgio |coautori = | titolo= Il dizionario del grafico| editore= Zanichelli| città= Bologna| anno= 1993|lingua = |url = |accesso = |pagine = pag. 468|id = ISBN 8-80814-116-0|cid=Fioravanti, 1993}}</ref>)<ref name="Sannia pag. 17"/>.
 
== Tecnologia e design ==
=== Lo sviluppo tecnologico ===
[[File:Bosch common rail injector.JPG|thumb|right|Un [[iniettore]] common rail]]
L'Alfa Romeo, nel corso della sua storia, ha introdotto parecchie [[Innovazione tecnologica (economia)|innovazioni tecnologiche]]. In altri casi, invece, la casa del biscione è stata tra le prime ad averle impiegate. Tutto ciò ha portato alla nascita di una tradizione che si è rinnovata fino al XXI secolo e che colloca l'Alfa Romeo, da questo punto di vista, tra le case automobilistiche più all'avanguardia del panorama automobilistico mondiale<ref name="Tabucchi pag. 24"/>.
 
Ad esempio, la [[distribuzione con doppio albero a camme in testa]] fu usata per la prima volta - su un modello Alfa Romeo - nel 1914 su una vettura da competizione, la [[Alfa Romeo Grand Prix|Grand Prix]]<ref>{{en}}{{Cita web|url=http://www.europeancarweb.com/features/0209ec_twin_cam_analysis/index.html|titolo=Tech Analysis - An Echo of the Past - The history and evolution of twin-cam engines|accesso=6 ottobre 2013|editore=europeancarweb.com}}</ref><ref name="Owen pag. 12">{{Cita|Owen, 1985|pag. 12}}</ref>, mentre esordì sui modelli da strada della casa del biscione nel 1928 sulla [[Alfa Romeo 6C|6C 1500 Sport]]<ref name="Owen pag. 23">{{Cita|Owen, 1985|pag. 23}}</ref>.
 
Nel 1940 l'Alfa Romeo provò uno dei primi sistemi a [[Iniezione (motore)|iniezione]] su una [[Alfa Romeo 6C|6C 2500]]<ref name="alaspessa">{{Cita web|url=http://www.spideralfaromeo.it/schede/1940b.htm |titolo=Alfa Romeo 6C 2500 Touring "Ala Spessa" del 1940|accesso=15 novembre 2013|editore=spideralfaromeo.it}}</ref>. Questo modello era caratterizzato da un corpo vettura denominato "Ala spessa" ed esordì su un circuito che si snodava nel bresciano<ref name="alaspessa"/>. Il sistema venne realizzato dalla [[Caproni]] e prevedeva degli [[Iniettore|iniettori]] che erano azionati elettricamente<ref name="alaspessa"/>.
 
Negli [[Anni 1950|anni cinquanta]] la struttura a [[monoscocca]] della [[Alfa Romeo 1900|1900]] fu tra le prime di questo genere, sebbene non fosse un'invenzione dell'Alfa Romeo; il modello citato fu comunque il primo della casa del biscione ad utilizzarlo<ref name="Sannia pag. 50"/>. Un modello tecnologicamente molto avanzato fu la [[Alfa Romeo Giulia|Giulia]]. Ad esempio, era dotata di [[Freno a disco|freni a disco]] sulle quattro ruote<ref>{{en}}{{Cita web|url= http://www.conceptcarz.com/vehicle/z6327/Alfa-Romeo-Giulia.aspx |titolo= 1966 Alfa Romeo Giulia news, pictures, and information|accesso=6 ottobre 2013|editore=conceptcarz.com}}</ref>, di [[Sospensione (meccanica)|sospensioni]] dalla meccanica raffinata e di una versione aggiornata del motore bialbero Alfa Romeo; tutto ciò fornì al modello prestazioni di alto livello<ref>{{Cita web|url=http://www.omniauto.it/magazine/20603/storia-dellalfa-romeo-giulia-parte-seconda |titolo=Storia dell’Alfa Romeo Giulia, parte seconda|accesso=15 novembre 2013|editore=omniauto.it}}</ref>. La tradizione dell'uso di una [[Meccanica (veicoli)|meccanica]] avanzata continuò con l'[[Alfa Romeo Alfetta|Alfetta]], che aveva una perfetta [[Distribuzione del peso nei veicoli|distribuzione dei pesi]] del 50:50 grazie alla presenza di una [[Trasmissione (meccanica)|trasmissione]] [[transaxle]]; essa infatti prevedeva il [[Cambio (meccanica)|cambio]] e la [[Frizione (meccanica)|frizione]] montati in blocco nel [[retrotreno]], e ciò equilibrava il peso del motore, che era [[Motore anteriore|anteriore]]<ref name="Owen pag. 60"/>.
 
Il [[variatore di fase]] è stato invece montato per la prima volta nel 1980 sulla [[Alfa Romeo Spider (Duetto)|Spider "Duetto"]]<ref>{{en}}{{Cita web|url=http://alfaspiderfaq.org/spdrfaq_v3.pdf|titolo=Alfa Romeo Spyder FAQ|formato=PDF|accesso=6 ottobre 2013|editore=alfaspiderfaq.org}}</ref><ref name="fiatpress">{{Cita web|url=http://www.fiatpress.com/press/detail/10935 |titolo=Fiat Group: una storia di primati tecnologici e motorizzazioni all'avanguardia|accesso=15 novembre 2013|editore=fiatpress.com}}</ref>. In seguito [[Variatore di fase Alfa Romeo|questa tecnologia ideata dall'Alfa Romeo]] è stata applicata da quasi tutti i costruttori di autovetture del mondo<ref name="fiatpress"/>. Innovazioni più recenti sono invece il [[cambio robotizzato]] [[Selespeed]], che è stato utilizzato per la prima volta sulla [[Alfa Romeo 156|156]]<ref>{{en}}{{Cita web|url= http://www.alfaworkshop.co.uk/alfa_romeo_156.shtml|titolo= Alfa Romeo 156|accesso=6 ottobre 2013|editore=alfaworkshop.co.uk}}</ref>; questo componente ha rappresentato il primo cambio manuale automatizzato mai montato su una vettura di serie<ref name="fiatpress"/>. Il modello citato fu anche la prima autovettura al mondo ad aver installato un [[Motore Diesel|motore turbo Diesel]] [[common rail]]<ref name="Sannia pag. 159"/><ref>{{en}}{{Cita web|url= http://www.autonews.com/files/07_ane_ptc/speakers.html |titolo= New powertrain technologies conference |accesso=6 ottobre 2013|editore=autonews.com}}</ref>. Questa tecnologia si è poi diffusa in tutto il mondo<ref>{{Cita web|url= http://www.omniauto.it/glossario/common-rail |titolo= Common Rail |accesso=15 novembre 2013|editore=omniauto.it}}</ref>. Un nuovo sistema di [[cambio a doppia frizione]] ideato dal [[gruppo Fiat]] ha invece debuttato nel 2010 sulla [[Alfa Romeo MiTo|MiTo]]<ref name="fiatpress"/>.
 
=== Il design ===
[[File:Alfa Romeo 8c Spider - Flickr - The Car Spy (3).jpg|thumb||Logo del Centro Stile Alfa Romeo]]
Oltre al dipartimento dell'azienda che si occupa del [[Progettazione di automobili|design]] delle vetture, il "Centro Stile Alfa Romeo", ci sono state molte [[Carrozzeria|carrozzerie]] e [[designer]] che hanno accettato commissioni per disegnare la linea di modelli di serie o per progettare e produrre [[concept car]] della casa automobilistica del biscione. Tra essi, i più importanti sono [[Bertone]], [[Pininfarina]], [[Zagato]] e [[Giorgetto Giugiaro|Giugiaro]]<ref name="Sannia pag. 65-100">{{Cita|Sannia, 2010|pagg. 65-100}}</ref><ref>{{cita web|cognome=|nome=|url=http://www.conceptcars.it/carrozzieri/italdesign.htm|titolo=Italdesign - Giugiaro - Storia del marchio|accesso=4 settembre 2013|formato=|editore=conceptcars.it}}</ref>.
 
La prima sezione dell'Alfa Romeo che si occupò di design fu l'"Ufficio Progettazione Carrozzeria", che venne costituito negli anni quaranta e che proseguì la sua attività nei decenni successivi<ref>{{cita web|cognome=|nome=|url=http://www.riar.it/en/node/226|titolo=Il Centenario|accesso=18 novembre 2013|formato=|editore=Registro italiano Alfa Romeo}}</ref>. Il moderno "Centro Stile Alfa Romeo" è stato invece fondato nel 1990 ed aveva originariamente sede all'interno dell'area dove sorgeva lo [[Stabilimento Alfa Romeo del Portello|stabilimento di Arese]]<ref>{{cita web|cognome=|nome=|url=http://www.autoblog.it/post/20560/alfa-romeo-cassa-integrazione-di-sette-settimane-per-arese-siamo-alla-chiusura-dei-battenti|titolo=Alfa Romeo, cassa integrazione di sette settimane per Arese. Siamo alla chiusura dei battenti?|accesso=21 settembre 2013|formato=|editore=autoblog.it}}</ref>. Nel 2011 questo dipartimento è stato spostato a [[Torino]]<ref>{{cita web|cognome=|nome=|url=http://www.autoblog.it/post/31667/alfa-romeo-il-centro-stile-va-a-torino|titolo=Alfa Romeo: il centro stile va a Torino|accesso=21 settembre 2013|formato=|editore=autoblog.it}}</ref>.
 
==== Le vetture di serie ====
[[File:Alfa Romeo Tipo 33 Stradale Front.jpg|thumb|right|Un'Alfa Romeo 33 Stradale]]
[[File:Alfa Romeo Montreal.PNG|thumb|right|Un'Alfa Romeo Montreal]]
Per quanto concerne i modelli da strada, durante la sua storia l'Alfa Romeo ha prodotto molte vetture che hanno segnato la storia del [[Automotive design|design]] dell'[[industria automobilistica]] italiana. I modelli commercializzati negli anni trenta, ad esempio, erano caratterizzati da una linea elegante che contribuì a fare dell'Alfa Romeo un marchio famoso in tutto il mondo<ref name="Owen pag. 39"/><ref>{{Cita|Tabucchi, 2010|pag. 68}}</ref>. Per quanto riguarda invece gli anni cinquanta, la 1900, ovvero il primo nuovo modello Alfa Romeo postbellico, ebbe un design all'avanguardia e con esso la casa del biscione inventò il concetto moderno di [[berlina sportiva]]<ref>{{en}}{{cita web|cognome=|nome=|url=http://www.supercars.net/cars/1961.html |titolo= 1951 Alfa Romeo 1900C Sprint |accesso=15 novembre 2013|formato=|editore= supercars.net}}</ref><ref>{{en}}{{cita web|cognome=|nome=|url= http://www.conceptcarz.com/vehicle/z14034/Alfa-Romeo-1900-CSS.aspx |titolo= 1955 Alfa Romeo 1900 CSS news, pictures, and information |accesso=15 novembre 2013|formato=|editore= conceptcarz.com}}</ref>. La linea della 1900, comunque, aveva alcune caratteristiche che erano comuni con le Alfa Romeo prebelliche<ref>{{en}}{{cita web|cognome=|nome=|url= http://www.conceptcarz.com/vehicle/z14037/Alfa-Romeo-Giulietta-Spider.aspx |titolo= 1960 Alfa Romeo Giulietta Spider news, pictures, and information |accesso=17 novembre 2013|formato=|editore= conceptcarz.com}}</ref>. Questo design fu poi confermato sul modello successore della 1900, la Giulietta<ref>{{cita web|cognome=|nome=|url=http://www.automobilismo.it/alfa-romeo-giulietta-berlina-5-design-auto-9653l |titolo= Alfa Romeo Giulietta berlina 1955-1963 |accesso=17 novembre 2013|formato=|editore= automobilismo.it}}</ref><ref>{{cita web|cognome=|nome=|url= http://www.omniauto.it/magazine/506/alfa-romeo-giulietta |titolo= Alfa Romeo Giulietta |accesso=17 novembre 2013|formato=|editore= omniauto.it}}</ref>.
 
Negli [[Anni 1960|anni sessanta]] fu invece commercializzata la Giulia, che era possedeva da una forma particolarmente aerodinamica grazie all'uso, durante la fase di progettazione, della [[galleria del vento]]<ref name="Owen pag. 54"/>. Grazie al suo bassissimo [[Coefficiente di penetrazione aerodinamica|C<sub>x</sub>]] fu infatti coniato lo slogan "la Giulia, l'auto disegnata dal vento"<ref name="Sannia pag. 75"/>. Nello stesso periodo fu anche lanciato sui mercati l'ultimo lavoro di [[Battista Farina]] prima di morire, la spyder "Duetto"<ref name="Sannia pag. 86"/>. La sua linea ebbe un grande successo e segnò una pietra miliare del design dell'Alfa Romeo<ref>{{en}}{{cita web|cognome=|nome=|url= http://www.supercars.net/cars/1956.html |titolo= 1966 Alfa Romeo 1600 Duetto Spider|accesso=17 novembre 2013|formato=|editore= supercars.net}}</ref><ref>{{en}}{{cita web|cognome=|nome=|url=http://www.conceptcarz.com/vehicle/z8834/Alfa-Romeo-Duetto-1600.aspx |titolo= 1967 Alfa Romeo Duetto 1600 news, pictures, and information|accesso=17 novembre 2013|formato=|editore= conceptcarz.com}}</ref>. In questi anni l'Alfa Romeo introdusse un altro modello che passò alla storia, la 33 Stradale<ref name="Sannia pag. 87"/>. Derivata dal modello da competizione Tipo 33, la 33 Stradale venne dotata di una carrozzeria che da molti addetti ai lavori è considerata una tra le più belle della sua epoca<ref name="Tabucchi pag. 188-190"/>.
 
Nel 1970 venne invece introdotta la Montreal<ref name="supercars-montreal">{{en}}{{cita web|cognome=|nome=|url=http://www.supercars.net/cars/34.html |titolo= 1970→1977 Alfa Romeo Montreal |accesso=18 novembre 2013|formato=|editore= supercars.net}}</ref>. Secondo i piani iniziali, lo sviluppo della Montreal doveva fermarsi allo stadio di concept car ma in seguito, grazie al grande successo che registrò anche per sua linea così innovativa e così differente da quella delle Alfa Romeo precedenti, venne deciso di produrla in serie<ref name="supercars-montreal"/><ref name="motortrend">{{en}}{{cita web|cognome=|nome=|url=http://www.motortrend.com/classic/roadtests/12q2_1972_alfa_romeo_montreal/ |titolo= 1972 Alfa Romeo Montreal Classic Drive |accesso=18 novembre 2013|formato=|editore= motortrend.com}}</ref>. Il design della vettura era di [[Marcello Gandini]] per Bertone<ref name="motortrend"/>. Nel 1972 fu invece introdotta l'Alfetta, ovvero un modello che fu uno degli emblemi dell'industria automobilistica italiana di questo decennio<ref name="alfetta">{{cita web|cognome=|nome=|url=http://www.omniauto.it/magazine/853/alfa-romeo-alfetta|titolo= Alfa Romeo Alfetta |accesso=18 novembre 2013|formato=|editore= omniauto.it}}</ref>. L'Alfetta, che era caratterizzata da una forma a cuneo, era dotata di una linea decisamente all'avanguardia<ref name="alfetta"/>.
 
Negli anni ottanta il modello che segnò uno spartiacque con le vetture del passato fu la 33<ref name="trentatre">{{cita web|cognome=|nome=|url= http://www.omniauto.it/magazine/2053/lalfa-romeo-33 |titolo= L'Alfa Romeo 33 |accesso=18 novembre 2013|formato=|editore= omniauto.it}}</ref>. Infatti, con la 33, l'Alfa Romeo ruppe in parte una tradizione consolidata da qualche decennio passando da modelli dal design esclusivamente sportivo ad una vettura dalla linea più ricercata ed elegante<ref name="trentatre"/>. Anche l'equipaggiamento fu reso più ricco, tant'è che fu introdotto, proprio sulla 33, l'allestimento "Quadrifoglio Oro"<ref name="trentatre"/>. Due anni dopo il lancio della 33, nel 1985, fu invece presentata al pubblico la 75<ref name="settantacinque">{{cita web|cognome=|nome=|url= http://www.omniauto.it/magazine/950/alfa-75 |titolo= Alfa 75 |accesso=18 novembre 2013|formato=|editore= omniauto.it}}</ref>. Il nuovo modello era caratterizzato da una linea che fu l'ultimo aggiornamento di quegli stilemi che furono peculiari dei modelli della casa del biscione per decenni<ref name="settantacinque"/>.
 
Negli anni novanta la linea innovativa della 156 segnò una rottura con le vetture del passato, marcando nel contempo l'inizio di un nuovo concetto di stile che fu poi applicato anche sui modelli seguenti, pur con gli aggiornamenti del caso<ref name="Sannia pag. 156"/>. Questo nuovo concetto di stile, che fu opera di [[Walter de Silva]], coniugava le linee caratteristiche di famosi modelli Alfa Romeo del passato con stilemi moderni<ref name="Tabucchi pag. 294">{{Cita|Tabucchi, 2010|pag. 294}}</ref>.
Nel nuovo millennio è stata invece lanciata sui mercati la 147. Dotata di un frontale dalle linee più decise e definite che ricordava quello della [[Alfa Romeo 1900|1900]], la 147 ha segnato l'inizio di un nuovo stilema che ha contraddistinto le parti anteriori dei modelli successivi ed i [[Facelift (auto)|facelift]] delle vetture in listino<ref>{{Cita|Tabucchi, 2010|pagg. 302 e 304}}</ref>. Un altro modello prodotto nel primo decennio del nuovo millennio, la MiTo, presenta invece un [[Coefficiente di penetrazione aerodinamica|C<sub>x</sub>]] decisamente basso (0,29) che è la conseguenza di un approfondito studio sull'aerodinamica<ref>{{Cita|Tabucchi, 2010|pag. 312}}</ref>.
 
==== Le concept car ====
[[File:Alfa 40-60 HP Aerodinamica.jpg|right|thumb|L'ALFA 40-60 Aerodinamica]]
[[File:Alfa Romeo Disco Volante.JPG|thumb|right|Un'Alfa Romeo Disco Volante]]Anche la produzione di [[concept car]] è stata importante per la storia del design italiano<ref name="al volante"/>. In ordine di tempo, la prima concept car prodotta dall'Alfa Romeo fu la [[ALFA 40-60 HP|40-60 HP Aerodinamica]] (1914)<ref name="al volante"/>. Questo modello venne dotato di una linea che ricordava quella di un dirigibile ed è considerata - da una parte degli addetti ai lavori - la prima [[monovolume]] della storia<ref name="al volante"/>.
Negli anni cinquanta la casa automobilistica del "biscione" inaugurò invece la serie [[Alfa Romeo BAT|Berlina Aerodinamica Tecnica]] (BAT). La serie BAT derivava dalla [[Alfa Romeo 1900|1900 Sprint]] e venne progettata da [[Franco Scaglione]] (per conto di Bertone) come esercizio stilistico atto a rendere massimo l'effetto aerodinamico<ref name="BAT">{{Cita web|url=http://www.omniauto.it/magazine/7282/bertone-bat11|titolo=Bertone BAT11|accesso=21 settembre 2013|editore=omniauto.it}}</ref><ref name="conceptcarz.com/vehicle">{{en}}{{Cita web|url=http://www.conceptcarz.com/vehicle/z4824/Alfa-Romeo-BAT-7.aspx|titolo=1954 Alfa Romeo B.A.T. 7 news, pictures, and information|accesso=7 ottobre 2013|editore=conceptcarz.com}}</ref>. Questi modelli rappresentano una pietra miliare del design automobilistico mondiale<ref name="BAT"/>. Dalla 1900 derivò anche la [[Alfa Romeo Disco Volante|Disco Volante]]<ref name="omni">{{cita web|cognome=|nome=|url=http://www.omniauto.it/magazine/19510/alfa-romeo-disco-volante-storia-retrospettiva|titolo=Alfa Romeo Disco Volante, l'Ufo con lo Scudo|accesso=10 settembre 2013|formato=|editore=omniauto.it}}</ref>. Grazie alla linea molto particolare ed alla popolarità scaturita dalla sua partecipazione alla Mille Miglia, la Disco Volante divenne famosa in breve tempo, facendo piovere agli uffici del Portello decine di prenotazioni "sulla fiducia"<ref name="omni"/>. Tuttavia, l'Alfa Romeo decise di non produrre in serie il modello citato nonostante le pressioni di personaggi famosi come l'astronauta [[Charles Conrad]] e l'attore [[Tyrone Power]]<ref name="omni"/>.
 
Successivamente, il modello da [[Automobilismo|competizione]] [[Alfa Romeo Tipo 33|Tipo 33]] e la sua derivata [[Alfa Romeo 33 Stradale|33 Stradale]], diventarono la base di molte concept car degli anni sessanta e settanta. Le più importanti furono:
* la [[Alfa Romeo Montreal|Montreal]] Concept (1967) – Progettata da Marcello Gandini per Bertone, fece la sua apparizione all'[[Expo 1967|Esposizione Universale di Montreal]], da cui il nome. Basata sulla [[Alfa Romeo Giulia|Giulia]], in seguito il suo progetto sfociò nella produzione dell'Alfa Romeo Montreal stradale. Il [[Motore ad accensione comandata|motore]] era invece una variante di quello installato sulla 33 Stradale<ref>{{Cita web|url=http://passionemotori.myblog.it/archive/2009/07/30/alfa-romeo-montreal.html|titolo=Alfa Romeo Montreal|accesso=23 settembre 2013|editore=passionemotori.myblog.it}}</ref>;
* la [[Alfa Romeo 33 Bertone Carabo|Carabo]] (1968) – [[Marcello Gandini]] ideò delle soluzioni - applicate a questa vettura - che in seguito furono utilizzate sulla [[Lamborghini Countach]]<ref name="al volante"/><ref>{{Cita web|url=http://www.omniauto.it/magazine/21690/bertone-carabo-un-coleottero-da-sogno|titolo=Bertone Carabo, un coleottero da sogno|accesso=23 settembre 2013|editore=omniauto.it}}</ref>;
* la [[Alfa Romeo 33 Pininfarina Coupé Prototipo Speciale|33.2]] (1969) – Disegnata da [[Pininfarina]], derivava dalla 33 Stradale<ref>{{Cita web|url=http://autodalmondo.myblog.it/archive/2011/12/13/alfa-romeo-33-pininfarina-coupe.html|titolo=Alfa Romeo 33 Pininfarina Coupe|accesso=23 settembre 2013|editore=autodalmondo.myblog.it}}</ref>;
* la [[Alfa Romeo 33 Cuneo|Cuneo]] (1971). In un periodo in cui le forme arrotondate andavano per la maggiore, questo prototipo stupì il pubblico per le sue linee molto squadrate<ref name="al volante"/>;
* la [[Alfa Romeo 33 Bertone Navajo|Navajo]] (1976) – La [[Carrozzeria (meccanica)|carrozzeria]] era costruita interamente in [[fibra di vetro]] e venne realizzata da Bertone<ref>{{Cita web|url=http://www.conceptcars.it/carrozzieri1/bertone/navajo.htm|titolo=1976 Bertone Navajo|accesso=23 settembre 2013|editore=conceptcars.it}}</ref>.
Negli anni novanta è stata invece realizzata la [[Alfa Romeo Proteo|Proteo]] (1991), che era caratterizzata da quattro ruote sterzanti e da una carrozzeria [[coupé-cabriolet]]<ref name="al volante"/>. Da questa concept car sono derivate la [[Alfa Romeo 164|164]] e la [[Alfa Romeo GTV|GTV]]<ref name="al volante"/><ref>{{Cita web|url=http://www.conceptcars.it/italia/alfaromeo/proteo.htm|titolo=1991 Alfa Romeo Proteo|accesso=23 settembre 2013|editore=conceptcars.it}}</ref>. La Proteo è stata la prima vettura ad avere il tettuccio che si ripiegava automaticamente in un alloggiamento posteriore (questo sistema fu poi applicato in seguito da molte altre case automobilistiche)<ref>{{Cita|Tabucchi, 2010|pag. 270}}</ref>. Tra le concept car dell'Alfa Romeo che hanno segnato pagine importanti del design va senz'altro citata anche la [[Alfa Romeo Italdesign Visconti|Visconti]] (2004) che, se fosse entrata in produzione, avrebbe sostituito la 166<ref name="al volante"/>. La Visconti, infatti, era una berlina di grandi dimensioni caratterizzata da un tettuccio piuttosto spiovente che ricordava quello di una coupé<ref name="al volante"/>. Questo tipo di linea fu poi ripreso dalla [[Mercedes-Benz Classe CLS]]<ref name="al volante"/>.
In occasione del centenario dell'Alfa Romeo (2010), [[Pininfarina]] e [[Bertone]] hanno onorato la storia del marchio Alfa Romeo presentando i prototipi [[Pininfarina Duettottanta]]<ref>{{cita web|url=http://www.alvolante.it/news/duettottanta_pininfarina-186095|titolo=2uettottanta, omaggio ai 100 anni dell'Alfa|accesso=7 ottobre 2013|editore=alvolante.it}}</ref> e [[Alfa Romeo Pandion|Bertone Pandion]]<ref>{{cita web|url=http://www.omniauto.it/magazine/11471/bertone-pandion|titolo=Bertone Pandion|accesso=7 ottobre 2013|editore=omniauto.it}}</ref>.
 
Molte concept car dell'Alfa Romeo sono state dei semplici esercizi di stile ma altre, nelle intenzioni della casa del biscione, dovevano essere seguite da modelli prodotti in serie<ref name="al volante"/>. Alla fine, però, per svariati motivi, queste vetture non sono mai entrate in produzione<ref name="al volante"/>.
 
== I modelli di autovettura prodotti ==
{{Alfa Romeo Pre Guerra}}
{{Alfa Romeo Dopo Guerra}}
{{Alfa Romeo Tempi Moderni}}
 
== Altre produzioni ==
Sebbene sia principalmente conosciuta per la [[produzione]] di [[autovettura|autovetture]], l'Alfa Romeo ha anche fabbricato [[Veicolo commerciale|veicoli commerciali]], [[Locomotiva|locomotive]]<ref>{{Cita web|url=http://web.archive.org/web/20071111205102/www.enzociliberto.it/aisastoryauto/news/cronache/docs/16-03-06-Story_of_the_Alfa_Romeo_factory_revised.pdf |titolo=Patrick Italiano: 'Story of the Alfa Romeo factory and plants: part 1 the early Portello'|formato=PDF|accesso=7 ottobre 2013|editore=enzociliberto.it}}</ref>, [[autobus]], [[filobus]], [[Motore marino|motori marini]] e [[Motore aeronautico|propulsori aeronautici]].
 
=== Autocarri e furgoni ===
[[File:Alfa romeo 500.JPG|thumb|left|Un [[Alfa Romeo 500]]]]L'Alfa Romeo ha prodotto [[Veicolo commerciale|veicoli commerciali]] dal 1914 al 1988 ed è stata, dopo la [[FIAT]], l'azienda italiana che ha costruito questa tipologia di mezzi di trasporto per più tempo<ref name="negri">{{Cita web|url=http://web.archive.org/web/20101025034457/http://www.negri.it/camionalfa.htm|titolo="Camion Alfa" – Fondazione Negri|accesso=24 settembre 2013|editore=negri.it}}</ref>.
 
Il primo [[autocarro]] costruito dall'Alfa Romeo è del 1914 ed era, in sostanza, una [[ALFA 24 HP|24 HP]] modificata<ref>{{Cita|Tabucchi, 2010|pag. 34}}</ref>. Il primo veicolo commerciale non derivante da modelli da strada fu invece il [[Alfa Romeo 50|Tipo 50]], che fu lanciato nel 1931<ref name="90 anni">{{cita web|cognome=|nome=|url= http://www.alfaromeopress.com/press/article/2421|titolo=Alfa Romeo compie 90 anni - Non solo auto|accesso=24 settembre 2013|formato=|editore=alfaromeopress.com}}</ref>. L'ultimo modello fu invece prodotto nel 1967<ref name="negri"/>. Grazie alla loro diffusione nelle [[Colonialismo italiano|colonie italiane]], il termine "Romeo" in [[Etiopia]] vuole dire genericamente "autocarro"<ref name="90 anni"/>. I modelli di autocarri Alfa Romeo più celebri vennero prodotti negli [[Anni 1940|anni quaranta]], [[Anni 1950|cinquanta]] e [[Anni 1960|sessanta]], e furono il [[Alfa Romeo 430|430]], il [[Alfa Romeo 800|900]] ed il [[Alfa Romeo Mille (autocarro)|Mille]]<ref name="negri"/>.
 
Il primo [[furgone]] costruito dall'Alfa Romeo fu il [[Alfa Romeo Romeo|Romeo]], che fu in produzione dal 1954 al 1967<ref name="alfaklub.dk">{{da}}{{Cita web|url=http://www.alfaklub.dk/index.php?option=com_content&view=article&id=212:200706&catid=69:60til69&Itemid=85|titolo=Alfa Romeo T10, A11/F11 og A12/F12|accesso=7 ottobre 2013|editore=alfaklub.dk}}</ref>. Successivamente vennero prodotti l'[[Alfa Romeo A11 e F11|F11/A11]] (tra il 1967 ed il 1971), e l'[[Alfa Romeo A12 e F12|F12/A12]], che fu invece assemblato tra il 1967 ed il 1983<ref name="alfaklub.dk"/>. Gli ultimi furgoni prodotti dall'Alfa Romeo furono l'[[Alfa Romeo AR6|AR6]] e l'[[Alfa Romeo AR8|AR8]]. Traevano origine da un accordo con l'[[Iveco]] ed erano, rispettivamente, dei [[Fiat Ducato]] e degli [[Iveco Daily]] rimarchiati<ref>{{Cita web|url=http://alfaromeocashtalk.wordpress.com/category/alfa-romeo/|titolo=Alfa Romeo|accesso=24 settembre 2013|editore=alfaromeocashtalk.wordpress.com}}</ref><ref>{{Cita web|url=http://www.omniauto.it/magazine/3454/iveco-daily|titolo=Iveco Daily|accesso=24 settembre 2013|editore=omniauto.it}}</ref>.
 
=== Autobus e filobus ===
[[File:Mk Neapel Trolleybus.jpg|thumb|right|Un filobus [[Alfa Romeo 1000 Aerfer]]]]
L'Alfa Romeo è anche stata tra i maggiori produttori italiani di [[Trasporto pubblico|mezzi pubblici]]<ref name="autobus">{{Cita web|url=http://www.alfasport.net/bus/default.asp|titolo=Autobus e filobus Alfa Romeo su "alfasport.net"|accesso=16 ottobre 2013|editore=alfasport.net}}</ref>. Produsse [[autobus]] e [[filobus]] dagli [[Anni 1930|anni trenta]] agli [[Anni 1960|anni sessanta]], e fino agli [[Anni 1980|anni ottanta]] continuò a costruire mezzi più leggeri, come [[scuolabus]] e [[minibus]]<ref name="autobus"/>.
 
Fino agli [[Anni 1950|anni cinquanta]] gli autobus ed i filobus Alfa Romeo erano sostanzialmente degli autocarri modificati<ref name="autobus"/>. I modelli avevano la stessa sigla numerica dei camion, a cui era generalmente aggiunta la dicitura "A" o "AU" nel caso si trattasse di autobus, mentre "AF" in caso di filobus<ref name="autobus"/>. Furono utilizzati in molte città italiane ed i filobus furono prodotti anche per l'estero. Questi ultimi, ad esempio, vennero impiegati anche in [[America Latina]]<ref>{{en}}{{Cita web|url=http://www.tramz.com/tb/i.html|titolo=Latin American Trolleybus Installations|accesso=7 ottobre 2013}}</ref> e [[Grecia]]<ref>{{en}}{{Cita web|url=http://www.sptc.spb.ru/trol_rus.htm|titolo=Europe - Soviet Union & Exported ZIU Trolleybuses|accesso=7 ottobre 2013|editore=sptc.spb.ru}}</ref>.
 
=== Motori aeronautici ===
[[File:Alfa Romeo D2.jpg|thumb|left|180px|Un'Alfa Romeo D2]]
Il primo motore Alfa Romeo utilizzato su un [[aeroplano]] fu installato nel 1910 su un [[biplano]] Santoni-Franchini<ref>{{Cita|Tabucchi, 2010|pag. 19}}</ref><ref>{{cita libro | nome= Griffith | cognome= Borgeson | coautori= | anno= | mese= | titolo= The Alfa Romeo Tradition | editore= Automobile Quarterly | città= Kutztown, Stati Uniti |lingua= inglese |id=ISBN 0-85429-875-4 | pagine= }}</ref><ref>{{Cita web|url=http://www.alfasport.net/webPage/View.asp?id=705 |titolo=Marco Rigoni racconta... Il biplano Santoni/Franchini |accesso=7 ottobre 2013|formato=PDF|editore=alfasport.net}}</ref>. Nel 1932 fu invece prodotto il primo [[motore aeronautico]] totalmente progettato dall'Alfa Romeo, il [[Alfa Romeo D2|D2]], che fu poi montato sul [[Caproni Ca.101]]<ref>{{cita web|cognome=|nome=|url= http://www.alfaromeopress.com/press/article/2421|titolo=Alfa Romeo compie 90 anni - Non solo auto|accesso=6 ottobre 2013|formato=|editore=alfaromeopress.com}}</ref>. In [[Anni 1930|questo decennio]] i motori aeronautici Alfa Romeo furono utilizzati su larga scala; ad esempio il [[Alfa Romeo 126 RC.34|126 RC.34]] venne installato sui [[Savoia-Marchetti S.74]], [[Savoia-Marchetti S.M.75|S.M.75]], [[Savoia-Marchetti S.M.79|S.M.79]], [[Savoia-Marchetti S.M.81|S.M.81]] e sul [[CANT Z.506]]<ref>{{Cita web|url=http://web.archive.org/web/20120208050214/http://www.aerei-italiani.net/Marco_Rigoni/Alfa%20Romeo_Album%20Modelli%20Aerei_Nov.05.pdf |titolo=Alfa Romeo AEREI Collezione Modelli di Marco Rigoni |accesso=25 settembre 2013|formato=PDF|editore=aerei-italiani.net}}</ref>. In questo periodo l'Alfa Romeo aveva una propria linea di sviluppo e di produzione di eliche, sia [[Elica a passo fisso|a passo fisso]] che [[Elica a passo variabile|a passo variabile]], che erano realizzate in [[duralluminio]]<ref name="alfasportII">{{Cita web|url=http://www.alfasport.net/webPage/View.asp?id=132|titolo=Storia dell'attività motoristica aeronautica dell'Alfa Romeo – Capitolo II|accesso=7 ottobre 2013|editore=alfasport.net}}</ref><ref>{{Cita web|url=http://www.alfasport.net/webPage/View.asp?id=133|titolo=Storia dell’attività motoristica aeronautica dell'Alfa Romeo – Capitolo III|accesso=7 ottobre 2013|editore=alfasport.net}}</ref>. L'Alfa Romeo brevettò diverse leghe metalliche, che vennero in seguito abbondantemente utilizzate sui modelli di autovettura<ref name="Tabucchi pag. 152">{{Cita|Tabucchi, 2010|pag. 152}}</ref>. Una delle più famose leghe progettate dall'Alfa Romeo fu la "Duralfa"<ref name="Tabucchi pag. 152"/>. In questo contesto, nel 1931 fu organizzata una gara tra una [[Alfa Romeo 8C|8C 3000 Monza]] guidata da [[Tazio Nuvolari]] ed un [[Caproni Ca.100]], dove vinse, di poco, l'aeroplano<ref>{{Cita web|url=http://digilander.libero.it/air10/f104/sfide_f1.htm|titolo=La storia di due "duelli" inconsueti avvenuti a 50 anni di distanza l'uno dall'altro|accesso=7 ottobre 2013|editore=digilander.libero.it}}</ref>.
 
Durante la [[seconda guerra mondiale]] l'Alfa Romeo costruì diversi motori aeronautici. Tra i più famosi ci fu l'[[Alfa Romeo RA 1000 RC.41|RA 1000 RC.41]], che era prodotto su licenza della [[Daimler-Benz]] presso lo [[Stabilimento Alfa Romeo di Pomigliano d'Arco|stabilimento di Pomigliano d'Arco]]<ref>{{Cita web|url=http://www.museoscienza.org/dipartimenti/catalogo_collezioni/scheda_oggetto.asp?idk_in=ST120-00354&arg=canna|titolo=Motore aeronautico - Alfa Romeo RA 1000 RC.41-I Monsone|accesso=25 settembre 2013|editore=museoscienza.org}}</ref>. Questo propulsore rese possibile la costruzione del [[Macchi M.C.202]], il miglior [[Aereo da caccia|caccia]] della [[Regia Aeronautica]] utilizzato durante il secondo conflitto mondiale<ref>{{cita libro | nome= Enzo | cognome= Angelucci | coautori=Paolo Matricardi | anno= 1978 | mese= | titolo= World Aircraft: World War II, Volume I | editore= Sampson Low | città= Maidenhead, Regno Unito |lingua= inglese | id= ISBN 978-0-528-88170-1 | pagine= }}</ref>. Lo stabilimento di Pomigliano d'Arco, negli anni quaranta, raggiunse uno standard qualitativo ed un livello di avanzamento tecnologico tali, da far annoverare il sito produttivo tra le fabbriche migliori del periodo<ref name="Tabucchi pag. 110"/>. I motori aeronautici della casa del biscione furono quindi installati su un numero ragguardevole di aerei della Regia Aeronautica, contribuendo a scrivere pagine importanti della storia dell'aviazione italiana<ref name="alfasportII"/>.
 
Dopo la seconda guerra mondiale, l'Alfa Romeo produsse motori aeronautici per la [[FIAT]] e l'[[Società Aeronautica Italiana Ambrosini|Ambrosini]]<ref>{{Cita web|url=http://www.alfasport.net/webPage/View.asp?id=134|titolo=Storia dell'attività motoristica aeronautica dell'Alfa Romeo – Capitolo IV|accesso=25 settembre 2013|editore=alfasport.net}}</ref>. Nei decenni successivi l'azienda focalizzò invece l'attenzione sul miglioramento e la manutenzione di propulsori aeronautici [[Curtiss-Wright]], [[Pratt & Whitney]], [[Rolls-Royce Limited|Rolls-Royce]] e [[General Electric]]<ref name="alfasportV">{{Cita web|url=http://www.alfasport.net/webPage/View.asp?id=135|titolo=Storia dell'attività motoristica aeronautica dell'Alfa Romeo – Capitolo V|accesso=25 settembre 2013|editore=alfasport.net}}</ref>. In questo contesto l'Alfa Romeo stabilì un primato: fu la prima azienda italiana a costruire un motore aeronautico a [[Turbina a gas|turbina]], che venne infatti installato su un [[Beechcraft King Air]]<ref name="alfasportV"/>.
 
La divisione dell'azienda che si occupava di propulsori aeronautici, l'Alfa Romeo Avio, fu venduta nel 1986 ad [[Aeritalia]]<ref name="alfasportV"/>. Nel 1996 è invece passata a [[Avio (azienda)|Fiat Avio]]<ref>{{Cita web|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1996/08/03/alfa-avio-passa-alla-fiat.html|titolo=Alfa Avio passa alla Fiat|accesso=25 settembre 2013|editore=repubblica.it}}</ref> e dal 2003 fa parte del [[Avio (azienda)|Gruppo Avio]]<ref>{{Cita web|url=http://www.aeromedia.it/newavio.html|titolo=Fiat Avio diventa Avio|accesso=25 settembre 2013|editore=aeromedia.it}}</ref>. Nel nuovo gruppo, l'Alfa Avio è stata coinvolta nello sviluppo del motore T700-T6E1 per l'[[elicottero]] [[NHI NH90]]<ref>{{en}}{{Cita web|url=http://web.archive.org/web/20110815051452/http://articles.janes.com/articles/Janes-Helicopter-Markets-and-Systems/Alfa-Romeo-Avio-Italy.html|titolo=Alfa Romeo Avio (Italy), Buyer's guide engine manufacturers|accesso=25 settembre 2013|editore=janes.com}}</ref>.
 
===Motori marini===
I motori Alfa Romeo sono stati anche utilizzati su [[Imbarcazione|imbarcazioni]]. A volte vennero montati dei propulsori automobilistici veri e propri, mentre in altre occasioni su questi ultimi sono state effettuate delle modifiche per renderli adatti allo scopo<ref name="motorimarini">{{Cita web|url=http://www.alfasport.net/ruocco/it/art006.asp|titolo=Cavalli marini - L'Alfa Romeo sull'acqua|accesso=21 novembre 2013|editore=alfasport.net}}</ref>.
 
La prima affermazione dell'Alfa Romeo in questo campo è datata 1929 e venne ottenuta all'edizione inaugurale del [[Raid (sport)|raid]] [[Pavia]]-[[Venezia]]<ref name="motorimarini"/>. Nel 1938 un [[monoscafo]] tipo Passarin motorizzato da un propulsore Alfa Romeo da 12 cilindri e 4,5 L si aggiudicò i concorsi internazionali di [[Ginevra]] e dell'[[idroscalo di Milano]], ed i concorsi motonautici di Venezia e di [[Monaco di Baviera]]<ref name="motorimarini"/>. Nel 1939 un idroscivolante dotato di motore Alfa Romeo da 850 CV riuscì ad infrangere, sul [[lago di Bracciano]], il record di velocità per questo tipo di imbarcazioni raggiungendo i 121,710 km/h<ref name="motorimarini"/>.
 
Gli anni successivi alla seconda guerra mondiale videro la conquista di tre titoli mondiali di motonautica. Mario Verga nel 1953 ed Ezio Selva nel 1956 e nel 1957 di laurearono difatti campioni del mondo nelle proprie categorie, su imbarcazioni mosse dai motori [[Alfa Romeo 158 (motore)|Alfa Romeo 158]] e 159<ref name="motorimarini"/><ref>{{Cita web|url= http://www.treccani.it/enciclopedia/sport_res-d9de2920-87e8-11dc-8e9d-0016357eee51_(Enciclopedia-Italiana)/|titolo= Sport - Enciclopedia Italiana - III Appendice (1961)|accesso=21 novembre 2013|editore=treccani.it}}</ref>. In questo periodo vennero anche conquistati molti allori nazionali ed europei sia di durata, che di fondo e velocità grazie a delle imbarcazioni motorizzate Alfa Romeo guidate da Giulio de Angelis, Leopoldo Casanova, Franco e Guido Caimi, Giancarlo Capecchio<ref name="motorimarini"/>. Sempre in questo contesto, Giuseppe Castaldi si impose nel Trofeo Campari<ref name="motorimarini"/>. Questi ultimi trofei citati vennero conquistati da imbarcazioni che avevano installato dei motori già utilizzati sulle vetture di serie del marchio milanese ([[Alfa Romeo Giulietta (1955)|Giulietta]], [[Alfa Romeo Giulia GTA|Giulia GTA]], [[Alfa Romeo Giulia TZ|TZ]] e [[Alfa Romeo 2600|2600]])<ref name="motorimarini"/>.
 
Anche gli anni settanta furono ricchi di vittorie per i motori nautici Alfa Romeo. Nel 1970 Eugenio Molinari stabilì due record mondiali grazie ad un'imbarcazione che montava un motore già installato sulla [[Alfa Romeo 1750|1750]], mentre nel 1972 Franco Giliberti infranse due record di velocità a bordo di imbarcazioni che avevano installato i propulsori della [[Alfa Romeo Montreal|Montreal]] e della [[Alfa Romeo Giulia|Giulia]]<ref name="motorimarini"/>. Nel 1972 Leopoldo Casanova, grazie ad un motore già montato sull'[[Alfa Romeo Alfetta GT|Alfetta GTV]], infranse i due più importanti record mondiali di velocità sul chilometro di fondo<ref name="motorimarini"/>.
 
==La produzione==
===Gli stabilimenti in Italia===
{{vedi anche|Stabilimento Alfa Romeo del Portello|Stabilimento Alfa Romeo di Arese|Stabilimento Alfa Romeo di Pomigliano d'Arco }}
[[File:Alfa portello anni '30.jpg|thumb|right|Lo stabilimento Alfa Romeo del Portello in una foto degli anni trenta del XX secolo<ref>{{Cita|Tabucchi, 2010|pag. 92}}</ref>]]
In Italia, i siti produttivi strettamente legati al marchio Alfa Romeo sono stati tre. Il primo, che venne aperto a [[Milano]] nel quartiere del [[Portello]], nacque agli albori della storia della casa del biscione. Lo [[stabilimento Alfa Romeo del Portello]] fu infatti fondato nel 1906 nel capoluogo meneghino quando Alexandre Darracq decise di trasferire l'attività produttiva della "Società Italiana Automobili Darracq" da Napoli a Milano<ref name="Sannia pag. 12">{{Cita|Sannia, 2010|pag. 12}}</ref>. Questo primo insediamento industriale venne edificato su un vasto piazzale confinante con le aree che avevano ospitato l'[[Expo 1906]]<ref name=Storia1/><ref>{{Cita|Sannia, 2010|pag 9}}</ref>. L'ubicazione era lungo la strada al Portello, allora estrema periferia nord-ovest di Milano<ref name="Sannia pag. 12"/><ref name=Storia1/>. Lo stabilimento del Portello venne più volte ampliato in seguito alla crescita dell'azienda, la cui produzione crebbe infatti a più riprese<ref name=Storia1 /><ref name=Storia3>{{cita web|cognome=|nome=|url= http://fc.retecivica.milano.it/rcmweb/Comunali2001/valter.molinaro/Milano/mi09/1_6.htm |titolo= La fabbrica e la produzione dell'Alfa Romeo a Milano – Il Portello, orgoglio del regime|accesso=7 ottobre 2013|formato=|editore= retecivica.milano.it}}</ref>. Il sito produttivo del Portello venne poi chiuso nel 1986, quando l'ultimo dipendente dello stabilimento venne trasferito nel sito produttivo di [[Arese]]<ref name="motorbox.com">{{cita web|cognome=|nome=|url= http://www.motorbox.com/auto/magazine/costume-societa/addio-vecchio-portello |titolo= Addio vecchio Portello|accesso=7 ottobre 2013|formato=|editore=motorbox.com}}</ref>. Le strutture dello stabilimento sono state poi demolite nel 2004<ref name="motorbox.com"/>.
 
Il secondo sito produttivo costruito in ordine di tempo dall'Alfa Romeo per produrre autovetture fu [[Stabilimento Alfa Romeo di Arese|quello di Arese]], che fu inaugurato nel 1963<ref name="Sannia pag. 71">{{Cita|Sannia, 2010|pag. 71}}</ref><ref name="corriereultimanotte">{{cita web|cognome=|nome=|url= http://archiviostorico.corriere.it/2009/novembre/22/All_Alfa_Romeo_Arese_prima_co_9_091122027.shtml|titolo= All'Alfa Romeo di Arese prima dell'ultima notte|accesso=7 ottobre 2013|formato=|editore= archiviostorico.corriere.it }}</ref>. Infatti, già sul finire degli anni cinquanta, a causa della trasformazione dell'Alfa Romeo da casa automobilistica artigianale ad attività industriale moderna, la capacità produttiva dello stabilimento del Portello stava giungendo a saturazione, e quindi era necessario un ampliamento delle infrastrutture produttive<ref name=Storia2/>. Lo stabilimento del Portello, però, non era più ampliabile visto che si era inserito progressivamente nel tessuto urbano della città<ref name=Storia4>{{cita web|cognome=|nome=|url=http://fc.retecivica.milano.it/rcmweb/Comunali2001/valter.molinaro/Milano/mi09/1_7.htm|titolo= La fabbrica e la produzione dell'Alfa Romeo a Milano – Ricostruzione e declino del Portello|accesso=7 ottobre 2013|formato=|editore= retecivica.milano.it}}</ref>. Milano, in quegli anni, conobbe infatti una forte espansione urbanistica e le aree che un tempo erano collocate ai margini del centro abitato ora erano entrate a far parte della città<ref name=Storia4/>. Venne quindi venne deciso di aprire un nuovo stabilimento alle porte di Milano<ref name=Storia4/>. Le fasi costruttive dello stabilimento di Arese si protrassero più del preventivato per problemi inerenti agli appalti, e quindi l'inaugurazione della struttura slittò al 1963<ref name="Sannia pag. 71"/><ref name="corriereultimanotte"/>. L'ultima vettura interamente nata al Portello fu la [[Alfa Romeo Giulia|Giulia]]<ref name=Storia4 />. Una versione sportiva di quest'ultima, la [[Alfa Romeo Giulia GT|Giulia GT]], fu anche il primo modello assemblato ad Arese<ref>{{cita web|cognome=|nome=|url=http://www.allaguida.it/articolo/alfa-romeo-giulia-gt-la-prima-alfa-prodotta-ad-arese-foto/65201/|titolo= Alfa Romeo Giulia GT: la prima Alfa prodotta ad Arese |accesso=22 novembre 2013|formato=|editore= allaguida.it}}</ref>. Lo stabilimento di Arese toccò poi l'apice della capacità produttiva negli anni settanta e ottanta, dopo di cui venne progressivamente ridimensionato<ref name="alfaroma">{{cita web|cognome=|nome=|url= http://www.alfaroma.it/alfa-romeo-ed-arese-breve-storia-di-un-polo-industriale-italiano/|titolo= Alfa Romeo ed Arese. Breve storia di un polo industriale italiano|accesso=25 settembre 2013|formato=|editore= alfaroma.it}}</ref>. Le ultime Alfa Romeo prodotte ad Arese sono state la [[Alfa Romeo Gtv|Gtv]] e la [[Alfa Romeo Spider (1995)|Spider]], il cui assemblaggio è stato trasferito nel 2000 presso gli stabilimenti [[Pininfarina]]<ref name="mitoarese">{{cita web|cognome=|nome=|url= http://www.mitoalfaromeo.com/notizie/2012/02/19/alfaromeo-di-arese-2012-cosa-e-rimasto-oggi-dello-storico-stabilimento/|titolo= AlfaRomeo di Arese 2012 :cosa è rimasto oggi dello storico stabilimento|accesso=25 settembre 2013|formato=|editore= mitoalfaromeo.com}}</ref>. In seguito ad Arese sono state assemblate le [[Fiat Multipla (1998)|Fiat Multipla]] ecologiche e, fino al 2005, gli ultimi [[Motore V6 Alfa Romeo (Busso)|motori V6 "Busso"]]<ref name="alfaroma"/>. Dopo il 2005, l'attività produttiva nello stabilimento di Arese è terminata<ref name="mitoarese"/>. Dopo la fine delle attività industriali, nell'insediamento di Arese è rimasto soltanto il [[museo storico Alfa Romeo]]<ref name="alfaroma"/>. Infatti, anche il Centro Stile e i reparti [[Fiat Powertrain Technologies|Powertrain]] di progettazione e sperimentazione motori sono stati trasferiti altrove, per la precisione a [[Torino]]<ref name="mitoarese"/>. Le ultime vetture progettate al Centro Stile di Arese sono state la [[Alfa Romeo MiTo|MiTo]] e la [[Alfa Romeo Giulietta (2010)|Giulietta]]<ref name="mitoarese"/>.
 
L'ultimo sito produttivo Alfa Romeo che venne attivato per l'assemblaggio delle vetture fu lo [[stabilimento di Pomigliano d'Arco]], che nel 2008 è stato intitolato a [[Giambattista Vico]]<ref>{{cita web|cognome=|nome=|url= http://www.autoblog.it/post/12784/riapre-lo-stabilimento-di-pomigliano-darco|titolo= Riapre lo stabilimento di Pomigliano d'Arco|accesso=25 settembre 2013|formato=|editore= autoblog.it}}</ref>. I lavori di costruzione di questa fabbrica iniziarono nel 1938 con l'obiettivo di destinare il nuovo sito produttivo alla progettazione ed all'assemblaggio di [[Motore aeronautico|motori aeronautici]]<ref name="Sannia pag. 38"/>. Già negli anni sessanta, [[Giuseppe Luraghi]] decise però il rifacimento e la conversione dello stabilimento in un sito produttivo di automobili con l'obbiettivo di favorire l'occupazione delle regioni del [[Sud Italia]]<ref name="Sannia pag. 107">{{Cita|Sannia, 2010|pag. 107}}</ref>. La prima vettura che venne prodotta a Pomigliano d'Arco fu l'[[Alfa Romeo Alfasud|Alfasud]], il cui assemblaggio iniziò nel 1972<ref name="Sannia pag. 104">{{Cita|Sannia, 2010|pag. 104}}</ref>. L'ultima vettura Alfa Romeo prodotta a Pomigliano è stata invece la [[Alfa Romeo 159|159]], il cui assemblaggio si è protratto fino al 2011<ref>{{cita web|cognome=|nome=|url= http://www.alvolante.it/news/l%E2%80%99alfa_romeo_159_ha_ore_contate-544911044|titolo= L'Alfa Romeo 159 ha le ore contate|accesso=25 settembre 2013|formato=|editore= alvolante.it}}</ref>. A partire dal dicembre dello stesso anno, nello stabilimento è iniziato l'assemblaggio della nuova [[Fiat Panda (2012)|Fiat Panda]]<ref>{{cita web|cognome=|nome=|url= http://www.gqitalia.it/motori/articles/2011/12/la-fiat-riparte-da-pomigliano-in-panda-l-inaugurazione-dello-stabilimento-napoletano-e-la-presentazione-della-nuova-utilitaria|titolo= La Fiat riparte da Pomigliano. In Panda|accesso=25 settembre 2013|formato=|editore= gqitalia.it}}</ref>. Da un punto di vista tecnologico, lo stabilimento di Pomigliano è estremamente progredito ed efficiente. Questo avanzamento tecnico ha consentito al sito produttivo di vincere diversi riconoscimenti internazionali<ref>{{cita web|url=http://www.fiatspace.com/it/la_miglior_fabbrica_deuropa_pomigliano_darco|titolo=La miglior fabbrica d'Europa: Pomigliano d'Arco|accesso=7 ottobre 2013}}</ref><ref>{{cita web|url=http://www.quattroruote.it/notizie/eventi/stabilimenti-fiat-pioggia-di-medaglie-dai-wcm-awards|titolo=Fiat: pioggia di medaglie dai Wcm|accesso=7 ottobre 2013}}</ref>.
 
I modelli Alfa Romeo successivi non sono stati più assemblati in fabbriche intrinsecamente collegate al marchio. Infatti, la [[Alfa Romeo 8C Competizione|8C Competizione]] è stata prodotta a [[Modena]] negli stabilimenti della [[Maserati]]<ref>{{cita web|cognome=|nome=|url= http://www.allaguida.it/s/alfa-romeo-8c/|titolo= Alfa Romeo 8C|accesso=25 settembre 2013|formato=|editore= allaguida.it}}</ref>, ovvero nello stesso sito produttivo dove è assemblata la [[Alfa Romeo 4C|4C]]<ref>{{cita web|cognome=|nome=|url= http://www.newstreet.it/auto/articoli/alfa-romeo-4c-verra-prodotta-a-modena/|titolo= Alfa Romeo 4C verrà prodotta a Modena|accesso=25 settembre 2013|formato=|editore= newstreet.it}}</ref>, mentre la MiTo e Giulietta sono fabbricate, rispettivamente, a [[Fiat Mirafiori|Mirafiori]]<ref name="Sannia pag. 179"/> e nello [[stabilimento Fiat di Cassino]]<ref>{{cita web|cognome=|nome=|url= http://www.omniauto.it/magazine/13300/alfa-romeo-giulietta-genera-lavoro-e-movimenta-cassino|titolo= L'Alfa Giulietta crea lavoro e movimenta Cassino|accesso=25 settembre 2013|formato=|editore= omniauto.it}}</ref>.
 
=== L'occupazione all'Alfa Romeo in Italia ===
[[File:AlfaRomeoArese5.jpg|thumb|300px|Lo stabilimento Alfa Romeo di Arese]]
Nell'anno di fondazione (1910), l'ALFA poteva contare su circa 300 dipendenti<ref name=Storia1 />, che crebbero a 2.200 durante la fase di ricostruzione che seguì il [[prima guerra mondiale|primo conflitto mondiale]] (1919)<ref name=Storia2 />. I lavoratori si ridussero poi a 1.200 all'inizio degli [[anni 1920|anni venti]] a causa di una crisi economica che produsse i suoi effetti negli anni successivi al conflitto<ref>{{cita web|cognome=|nome=|url=http://fc.retecivica.milano.it/rcmweb/Comunali2001/valter.molinaro/Milano/mi09/1_5.htm |titolo= La fabbrica e la produzione dell'Alfa Romeo a Milano – Dalla riconversione postbellica all'ingresso nell'I.R.I.|accesso=22 novembre 2013|formato=|editore=retecivica.milano.it}}</ref>. Negli anni successivi, con l'ampliamento delle capacità produttive e la diversificazione dell'attività, il numero dei dipendenti continuò a crescere fino a superare le 6.000 unità nel 1937<ref name=Storia3 /> per poi giungere alla ragguardevole cifra di 8.000 impiegati durante la [[seconda guerra mondiale]], quando l'assemblaggio di [[Motore aeronautico|motori aeronautici]] divenne una parte preponderante delle attività del Portello<ref name=Storia3 />. Considerando anche i dipendenti dello stabilimento Alfa Romeo di Pomigliano d'Arco, la forza lavoro impiegata nel 1940 in Alfa Romeo raggiungeva le 14.000 unità<ref name="Tabucchi pag. 110">{{Cita|Tabucchi, 2010|pag. 110}}</ref>.
A conflitto terminato, nel 1949, poco prima dell'inaugurazione delle prime catene di montaggio per la costruzione delle 1900, la forza lavoro totale impiegata tra il Portello e Pomigliano d'Arco corrispondeva a circa 8.500 persone<ref>{{Cita|Tabucchi, 2010|pag. 130}}</ref>. Da questo momento in poi la forza lavorò continuò a crescere anche grazie all'apertura dello stabilimento di Arese ed alla conversione del sito produttivo di Pomigliano d'Arco. Ad Arese, nel 1974, al culmine della capacità produttiva, lavoravano 22.400 dipendenti<ref>{{cita web|url=http://www.grupposenioresalfaromeo.it/arese.pdf|titolo=Alfa Romeo - Sipario su Arese|accesso=26 settembre 2013|editore=grupposenioresalfaromeo.it|formato=PDF}}</ref> mentre in totale, all'inizio degli anni settanta, la forza lavoro impiegata all'Alfa Romeo sfiorava i 29.000 dipendenti<ref name="Tabucchi pag. 210"/>. La profonda crisi iniziata alla fine degli anni settanta e la strategia perseguita dalla proprietà hanno portato ad un costante ridimensionamento dello stabilimento di Arese, con la progressiva riduzione della forza produttiva che ha raggiunto i 19.000 impiegati nel 1982<ref name="tgcom">{{cita web|url=http://www.tgcom24.mediaset.it/economia/articoli/articolo466247.shtml|titolo=Alfa, Fiat non ritira trasferimenti|accesso=26 settembre 2013|editore=tgcom24.it|formato=}}</ref>, le 16.000 persone nel 1986<ref name="tgcom"/>, i 9.500 lavoratori nel 1993<ref>{{cita web|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1993/11/25/agnelli-se-tocchi-arese-sono-guai.html|titolo=Agnelli, se tochi Arese sono guai|accesso=26 settembre 2013|editore=repubblica.it|formato=}}</ref>, per poi arrivare all'azzeramento con la chiusura del sito produttivo. Nello stabilimento di Pomigliano d'Arco, che è stato riconvertito all'inizio del XXI secolo alla produzione della Fiat Panda, vi lavoravano invece, a febbraio 2013, circa 2.400 persone<ref>{{cita web|url=http://www.ilmessaggero.it/economia/fiat_pomigliano_accordo_sindacati/notizie/250038.shtml|titolo=Pomigliano, accordo con i sindacati. Lavoratori di Fiat Group Automobiles in Cassa integrazione dal primo marzo|accesso=7 ottobre 2013|editore=ilmessaggero.it}}</ref>. Dopo la chiusura dei siti produttivi del Portello e di Arese, e dopo la messa in produzione di altri modelli a Pomigliano d'Arco, i lavoratori impiegati per la realizzazione di vetture dell'Alfa Romeo sono ripartiti, come già accennato, in altri stabilimenti del gruppo Fiat.
 
=== La produzione all'estero ===
[[File:FNM 2300.jpg|thumb|left|L'Alfa Romeo 2300 prodotta dalla F.N.M.]]
Nel 1952 fu siglato un accordo tra l'Alfa Romeo e l'azienda automobilistica brasiliana [[Fàbrica Nacional de Motores|F.N.M.]] che prevedeva la costruzione in loco di modelli di autocarri pesanti della casa del biscione<ref name="brasile">{{cita web|url=http://www.omniauto.it/magazine/370/le-alfa-romeo-brasiliane|titolo=Le Alfa Romeo Brasiliane|accesso=26 settembre 2013|editore=omniauto.it|formato=}}</ref>. Nel 1961 iniziò la produzione automobilistica con il modello [[FNM JK] (in seguito ribattezzato "FNM 2000") in quale era, in sostanza, la versione brasiliana dell'[[Alfa Romeo 2000 (1958)|Alfa Romeo 2000]]<ref name="brasile"/>. Nel 1968 l'Alfa Romeo acquisì il controllo della F.N.M. e l'anno seguente la FNM 2000 fu sostituita dalla [[FNM 2150]]<ref name="brasile"/>. Nel 1974 la FNM 2150 venne rimpiazzata dall'[[Alfa Romeo 2300]], che fu pertanto il primo modello FNM su cui compariva il marchio Alfa Romeo<ref name="brasile"/>. Nell'estetica l'Alfa 2300 ricalcava l'[[Alfa Romeo Alfetta|Alfetta]] anche se erano presenti delle differenze sostanziali nelle dimensioni<ref name="brasile"/>. Nel 1978, alla 2300 "base", venne invece affiancata la versione Ti<ref name="brasile"/>. La 2300 restò in produzione fino al 1988<ref name="brasile"/>.
 
L'Alfa Romeo esordì nel mercato [[Sudafrica|sudafricano]] nel 1958<ref name="sudafrica">{{cita web|url=http://www.alfasport.net/webPage/View.asp?id=149|titolo=L'Alfa Romeo in Sud Africa|accesso=28 settembre 2013|editore=alfasport.net|formato=}}</ref>. Grazie al successo riscosso dalle vetture Alfa Romeo su questo mercato, la casa del biscione decise di costituire nel 1962 l<nowiki>'</nowiki>''Alfa Romeo South Africa ltd'' (A.R.S.A.), ovvero una struttura finalizzata alla vendita ed all'assistenza di autovetture Alfa Romeo in Sudafrica<ref name="sudafrica"/>. Dal 1973 al 1984 l'Alfa Romeo produsse poi in Sud Africa i modelli Giulia, Alfetta, Alfasud (berlina e Sprint), Giulietta e Alfa 6 in uno stabilimento costruito a [[Brits (Sudafrica)|Brits]], cittadina distante circa 50&nbsp;km da [[Pretoria]] e circa 100&nbsp;km da Johannesburg<ref name="sudafrica"/>. La scelta di impiantare un sito produttivo in Sud Africa fu dettata dal buon risultato di vendite che continuavano ad avere le vetture Alfa Romeo sul mercato sudafricano<ref name="sudafrica"/>. Una versione della Giulietta 2000 fu dotata di turbocompressore da un concessionario locale e venduta come "turbo"<ref>{{cita pubblicazione |quotes= |cognome= |nome= |linkautore= |coautori= |anno= 2013|mese= gennaio|titolo=Posta |rivista= [[Ruoteclassiche]]|volume= |numero= |pagine= |id= |url= |lingua= |accesso= |abstract= }}</ref>. Nello stabilimento Alfa Romeo sudafricano vennero assemblate poi anche la [[Fiat 132]], la [[Fiat 128|Fiat 128 Pick up]] e la [[Daihatsu Cuore|Daihatsu Charade]] grazie ad un accordo che venne stipulato tra la casa del biscione e le due case automobilistiche<ref name="sudafrica"/><ref>{{cita pubblicazione |quotes= |cognome= |nome= |linkautore= |coautori= |anno= 1983|mese= maggio|titolo= |rivista= [[Quattroruote]]|volume= |numero= |pagine= pag. 63|id= |url= |lingua= |accesso= |abstract= }}</ref>. Lo stabilimento Alfa Romeo di Britts fu poi chiuso nel 1984 a causa di una cospicua e duratura contrazione dei volumi di vendita delle vetture della casa del biscione sul mercato sudafricano<ref name="sudafrica"/>.
 
Dal 2002 al 2004 le [[Alfa Romeo 156|156]] destinate ad essere vendute nei mercati asiatici furono invece assemblate in [[Thailandia]] nello stabilimento [[General Motors]] di [[Rayong]]<ref>{{cita web|url=http://www.thevrl.com/group/alfa-romeo-156|titolo=Alfa Romeo 156 |accesso=28 settembre 2013|editore=thevrl.com|formato=}}</ref>.
 
== Le competizioni automobilistiche ==
{{Vedi anche|Alfa Romeo (automobilismo)}}
=== I primi anni e l'epoca dei Grand Prix ===
[[File:Alfa Romeo RL Targa Florio.jpg|thumb|L’Alfa Romeo RL vittoriosa alla Targa Florio del 1923]]
L'ALFA debuttò nelle [[Automobilismo|competizioni automobilistiche]] nel 1911 con la [[ALFA 24 HP|24 HP]]<ref name="Sannia pag. 15">{{Cita|Sannia, 2010|pag. 15}}</ref>. Alcuni esemplari del modello furono infatti iscritti alla [[Targa Florio]], ma senza successo; i risultati deludenti furono poi ripetuti anche l'anno seguente<ref name="Owen pag. 11">{{Cita|Owen, 1985|pag. 11}}</ref>. Il successo nelle gare arrivò però nel 1913 grazie ad una versione da competizione della [[ALFA 40-60 HP|40-60 HP]]. Il modello vinse la Parma-Poggio Berceto classificandosi primo nella propria classe e secondo nella graduatoria assoluta<ref name="Owen pag. 11"/>. La vittoria della 40-60 HP diede poi all'ALFA l'impulso a continuare la partecipazione alle competizioni<ref name="Owen pag. 12">{{Cita|Owen, 1985|pag. 12}}</ref>. Invece, la prima auto progettata dalla casa del biscione ad essere destinata esclusivamente alle competizioni, e che quindi non era un modello da strada modificato, fu l'[[ALFA Grand Prix]], che nacque nel 1914<ref name="Owen pag. 12"/>.
 
Negli [[Anni 1920|anni venti]] l'Alfa Romo ampliò l'attività sportiva grazie a piloti del calibro di [[Antonio Ascari]], [[Giuseppe Campari]], [[Enzo Ferrari]] e [[Ugo Sivocci]]<ref name="f1-passion">{{cita web|cognome=|nome=|url=http://www.f1passion.it/2013/05/ugo-sivocci-storia-di-superstizioni/|titolo=Ugo Sivocci e il Quadrifoglio |accesso=7 ottobre 2013|formato=|editore= f1passion.it}}</ref><ref name="Owen pag. 16-20">{{Cita|Owen, 1985|pagg. 16-20}}</ref>. Nel 1920 Giuseppe Campari conquistò le sue due prime vittorie in carriera, imponendosi alla Parma-Poggio Berceto ed al [[Circuito stradale del Mugello|Mugello]], sempre alla guida di una 40-60 HP<ref name="Owen pag. 16">{{Cita|Owen, 1985|pag. 16}}</ref><ref>{{en}} {{cita web|cognome=|nome=|url= http://www.treccani.it/enciclopedia/giuseppe-campari_(Dizionario_Biografico)/|titolo=Biografia di Giuseppe Campari sul Dizionario Biografico degli Italiani |accesso=7 ottobre 2013|formato=|editore=treccani.it}}</ref>. Nello stesso anno, [[Enzo Ferrari]] arrivò secondo alla [[Targa Florio]] su una 20-30 HP<ref name="Owen pag. 16"/>. Tuttavia è nel 1923 che l'Alfa Romeo conquistò il primo grande successo, imponendosi con una doppietta alla Targa Florio con [[Ugo Sivocci]] al primo posto e [[Antonio Ascari]] al secondo, entrambi a bordo di una [[Alfa Romeo RL|RL]]<ref name="Owen pag. 17">{{Cita|Owen, 1985|pag. 17}}</ref>. In questa occasione apparve per la prima volta il simbolo del [[quadrifoglio Alfa Romeo]] che, da allora, sarebbe comparso in tutte le attività agonistiche dell'Alfa Romeo e nelle versioni più sportive delle sue vetture<ref name="f1-passion"/><ref>{{cita web|cognome=|nome=|url= http://www.targa-florio.it/rally/index.php?option=com_content&view=article&id=39&Itemid=70|titolo= L'Albo d'oro della Targa Florio |accesso=7 ottobre 2013|formato=|editore=targa-florio.it}}</ref>.
 
Nel 1925 l'Alfa Romeo vinse il primo [[Campionato mondiale costruttori|campionato del mondo di automobilismo della storia]] imponendosi nel [[Gran Premio del Belgio]] a [[Circuito di Spa-Francorchamps|Spa-Francorchamps]] e nel [[Gran Premio d'Italia]] a [[Autodromo Nazionale di Monza|Monza]] grazie alle vittorie ottenute, rispettivamente, da [[Antonio Ascari]] e da [[Gastone Brilli-Peri]] su delle [[Alfa Romeo P2|P2]]<ref name="Owen pag. 21-22"/><ref name="Sannia pag. 27"/><ref>{{Cita|Tabucchi, 2010|pagg. 52 e 54}}</ref>. La Casa del "biscione" vinse poi due [[Campionato europeo di automobilismo|campionati europei]] consecutivi con [[Ferdinando Minoia]] e [[Tazio Nuvolari]] (1931 e 1932: furono le prime due edizioni della storia)<ref>{{en}}{{cita web|cognome=|nome=|url= http://www.kolumbus.fi/leif.snellman/cha1.htm |titolo=The 1931 European Automobile Championship|accesso=7 ottobre 2013|formato=|editore=kolumbus.fi}}</ref><ref>{{cita web|cognome=|nome=|url= http://www.kolumbus.fi/leif.snellman/cha2.htm |titolo=The 1932 European Automobile Championship|accesso=30 settembre 2013|formato=|editore=kolumbus.fi}}</ref> e due [[Campionato europeo della montagna|campionati europei della montagna]] (1932 e 1933) con [[Rudolf Caracciola]], [[Carlo Felice Trossi]] e [[Mario Tadini]]<ref>{{en}}{{cita web|cognome=|nome=|url= http://www.kolumbus.fi/leif.snellman/hcwg.htm#HCC |titolo=Hill Climb Winners 1897-1949|accesso=7 ottobre 2013|formato=|editore=kolumbus.fi}}</ref>.
 
=== I prototipi ===
[[File:Alfa Romeo 33 SC 12 Sovralimentata 1977 red vr TCE.jpg|thumb|right|L'Alfa Romeo 33 SC 12 campione del mondo sport prototipi nel 1977]]
Il periodo più vittorioso dell'Alfa Romeo in [[Prototipo|questa categoria]] sono gli [[Anni 1930|anni trenta]]. I modelli di vetture più famosi e vincenti del decennio citato furono la [[Alfa Romeo 6C 1750|6C 1750]], la [[Alfa Romeo P3|P3]] e soprattutto le [[Alfa Romeo 8C 2300|8C 2300]] e 8C 2900. Con queste vetture l'Alfa Romeo vinse sei edizioni consecutive della [[Targa Florio]] dal 1930 al 1935<ref>{{cita web|cognome=|nome=|url= http://www.targa-florio.it/rally/index.php?option=com_content&view=article&id=39&Itemid=70|titolo= Albo d'oro Targa Florio|accesso=30 settembre 2013|formato=|editore=targa-florio.it}}</ref>, e conquistò tutte le edizioni della [[Mille Miglia]] dal 1928 al 1938, ad eccezione del 1931 dove si impose una [[Mercedes-Benz]]<ref>{{cita web|cognome=|nome=|url= http://www.1000miglia.eu/Mille-Miglia/La-Mille-Miglia-di-velocita/LAlbo-dOro-1927-1961/|titolo= Albo d'oro Mille Miglia|accesso=30 settembre 2013|formato=|editore=1000miglia.eu}}</ref>. Fu anche importante la partecipazione alla [[24 Ore di Le Mans]], vinta quattro volte (tutte consecutive) dal 1931 al 1934 con la 8C<ref>{{en}}{{cita web|cognome=|nome=|url= http://www.ultimatecarpage.com/winners/&race=le_mans|titolo= 24 Hours of Le Mans Winners|accesso=30 settembre 2013|formato=|editore=ultimatecarpage.com}}</ref>.
 
Dopo la sospensione delle attività agonistiche a causa della [[seconda guerra mondiale]], l'Alfa Romeo riprese a gareggiare con i prototipi nel 1963 con la nascita dell'[[Autodelta]]; di questi anni sono la [[Alfa Romeo Giulia TZ|Giulia TZ]] e la [[Alfa Romeo Tipo 33|Tipo 33]]<ref name="italiancar"/>. Quest'ultima, e le sue derivate, si imposero in due edizioni del [[campionato del mondo sportprototipi]] (1975 e 1977)<ref name="Tabucchi pag. 216">{{Cita|Tabucchi, 2010|pag. 216}}</ref>. Nell'edizione del 1977 l'Alfa Romeo vinse tutte le gare in calendario nella propria categoria, mentre in quella del 1975 si impose nella graduatoria assoluta<ref name="Tabucchi pag. 216"/>. I piloti artefici di questi successi furono [[Arturo Merzario]], [[Jacques Laffite]], [[Jochen Mass]], [[Derek Bell]], [[Nino Vaccarella]], [[Jean-Pierre Jarier]], [[Vittorio Brambilla]] e [[Henri Pescarolo]]<ref name="Tabucchi pag. 216"/>. Le derivate della Tipo 33 furono anche schierate nel [[campionato CanAm]] e in varie [[Cronoscalata|cronoscalate]]<ref>{{en}} {{cita web|cognome=|nome=|url= http://www.ultimatecarpage.com/car/2291/Alfa-Romeo-33-3-Spider.html|titolo= Alfa Romeo 33/3 Spider|accesso=30 settembre 2013|formato=|editore=ultimatecarpage.com}}</ref><ref>{{en}} {{cita web|cognome=|nome=|url= http://www.ultimatecarpage.com/car/2292/Alfa-Romeo-33-TT-3.html|titolo= Alfa Romeo 33/TT/3|accesso=30 settembre 2013|formato=|editore=ultimatecarpage.com}}</ref>.
 
=== La Formula 1 ===
{{Vedi anche|Alfa Romeo (Formula 1)}}
[[File:Alfa-Romeo-159-(1951).jpg|thumb|right|L'Alfa Romeo 159 che vinse il campionato del mondo di Formula 1 nel 1951]]
L'Alfa Romeo partecipò al [[Campionato mondiale di Formula 1]] a più riprese, sia come costruttore che come fornitore di motori, dal 1950 al 1988.
 
Vinse le prime due edizioni di questo Campionato conquistando il titolo nelle stagioni 1950 e 1951 grazie, rispettivamente, a [[Nino Farina]] a bordo di una [[Alfa Romeo 158|158]] (soprannominata "Alfetta" per le dimensioni contenute<ref name="enciclopedia pag. 23"/>), ed a [[Juan Manuel Fangio]], che invece pilotava una [[Alfa Romeo 159 (F1)|159]]<ref name="enciclopedia pag. 23"/>. Il primo anno l'Alfa Romeo vinse 6 Gran Premi su 7 imponendo un dominio totale della scuderia<ref>{{en}}{{cita web|url=http://www.formula1.com/results/season/1950/|titolo=Results - 1950 season |accesso=30 settembre 2013|editore=formula1.com}}</ref>; quest'ultima, infatti, piazzò ai primi tre posti in classifica i suoi piloti di punta. Oltre al vincitore Nino Farina, si distinsero Juan Manuel Fangio, che arrivò secondo, e [[Luigi Fagioli]], che giunse terzo<ref name="F1-1950">{{en}}{{cita web|url=http://www.formula1.com/results/driver/1950/|titolo=Results - Drivers - 1950 season |accesso=30 settembre 2013|editore=formula1.com}}</ref>. Furono infastiditi occasionalmente da [[Alberto Ascari]] su [[Scuderia Ferrari|Ferrari]], che si classificò quinto, e dal francese [[Louis Rosier]] su [[Talbot-Lago]], giunto al quarto posto<ref name="F1-1950"/>. Nel 1951 l'Alfa Romeo vinse 4 Gran Premi su 8<ref>{{en}}{{cita web|url=http://www.formula1.com/results/season/1951/|titolo=Results - 1951 season |accesso=30 settembre 2013|editore=formula1.com}}</ref>. Come già accennato, si aggiudicò il titolo Juan Manuel Fangio seguito dai ferraristi [[Alberto Ascari]] e [[José Froilán González]], e dall'alfista [[Nino Farina]]<ref>{{en}}{{cita web|url=http://www.formula1.com/results/driver/1951/|titolo=Results - Drivers - 1951 season |accesso=30 settembre 2013|editore=formula1.com}}</ref>. Dopo queste due vittorie, l'Alfa Romeo si ritirò momentaneamente da questo campionato<ref name="enciclopedia pag. 23"/>.
 
L'Alfa Romeo tornò in [[Formula 1]] negli [[Anni 1960|anni sessanta]] fornendo ad alcune scuderie minori il [[Motore ad accensione comandata|motore]]. Il propulsore era un [[Motore in linea a quattro cilindri|quattro cilindri in linea]] e fu montato su vetture [[LDS (automobilismo)|LDS]], [[Cooper Car Company|Cooper]] e [[De Tomaso]]<ref>{{Cita web|url=http://web.archive.org/web/20110716094753/http://www.f1db.com/f1/page/en10003|titolo=Alfa Romeo 1.5 L4|accesso=7 ottobre 2013|editore=f1db.com}}</ref>. Nei primi anni del [[Anni 1970|decennio successivo]] la Casa del "biscione" fornì [[Motore V8|motori V8]] a [[McLaren]] e [[March Engineering|March]]<ref name="Owen pag. 74">{{Cita|Owen, 1985|pag. 74}}</ref>. Con l'intenzione di far esperienza nei Gran Premi e di prepararsi ad una partecipazione diretta come costruttore, nel 1975 l'Alfa Romeo stipulò un accordo con la [[Brabham]] sempre per la fornitura di motori<ref name="Owen pag. 74"/>.
[[File:Alfa Romeo 177.jpg|thumb|left|L'Alfa Romeo 177 del 1979]]
L'Alfa Romeo prese poi parte al campionato di Formula 1 come costruttore dal 1979 al 1985 senza però ottenere grandi successi<ref name="f1passion">{{cita web|cognome=|nome=|url=http://www.f1passion.it/2012/12/f1-alfa-romeo-la-storia-del-biscione-nel-circus/|titolo=F1 - Alfa Romeo: la storia del biscione nel Circus |accesso=7 ottobre 2013|formato=|editore=f1passion.it}}</ref>. Nella sua prima stagione partecipò con la [[Alfa Romeo 177|177]]<ref name="f1passion"/>. Quest'ultima esordì nel [[Gran Premio del Belgio 1979|Gran Premio del Belgio]] guidata [[Bruno Giacomelli]]<ref name="f1passion"/>. Giacomelli condusse la vettura anche nel [[Gran Premio di Francia 1979|Gran Premio di Francia]]<ref name="f1passion"/>. La monoposto erede, la [[Alfa Romeo 179|179]], che fu progettata per tentare di ottimizzare l'[[Effetto suolo nelle auto|effetto suolo]], venne dotata da un motore completamente nuovo e debuttò al [[Gran Premio d'Italia 1979|Gran Premio di Monza]] dello stesso anno<ref name="f1passion"/>. Il Gran Premio di Monza del 1979 fu anche l'ultimo della 177 che, nell'occasione, venne guidata da [[Vittorio Brambilla]]<ref name="f1passion"/>. La 179 ebbe una vita agonistica più duratura, dato che fu utilizzata fino al 1982<ref name="f1passion"/>. L'Alfa Romeo prese poi parte ai campionati successivi con le monoposto[[Alfa Romeo 182|182]], [[Alfa Romeo 183T|183T]], [[Alfa Romeo 184T|184T]] e [[Alfa Romeo 185T|185T]], che furono schierate, rispettivamente, nelle stagioni 1982, 1983, 1984 e 1985, ma con scarsi risultati e senza vincere neppure un [[Gran Premio di Formula 1|Gran Premio]]<ref name="f1passion"/>. Gli altri piloti che condussero queste vetture furono [[Andrea De Cesaris]], [[Mario Andretti]] e [[Riccardo Patrese]]<ref name="f1passion"/>. Il miglior risultato dell'Alfa Romeo ottenuto in questo ritorno in Formula 1 fu il sesto posto nel [[Campionato mondiale costruttori di Formula 1|campionato costruttori]] del 1983<ref name="f1passion"/>. Questa seconda partecipazione in Formula 1 fu purtroppo funestata dalla morte del pilota [[Patrick Depailler]], che si schiantò nel 1980 durante alcune prove in [[Germania]] sulla sua Alfa Romeo<ref name="f1passion"/>.
 
Per la stagione 1987, l'Alfa Romeo firmò un contratto con la [[Ligier]] per la fornitura di propulsori. Questo accordo fu però annullato dopo l'acquisizione della casa del biscione da parte della [[FIAT]]<ref name="f1passion"/>. L'Alfa Romeo costruì anche propulsori per l'[[Osella Corse|Osella]] dal 1983 al 1988, e questa fu la sua ultima apparizione in Formula 1<ref name="f1passion"/>.
 
=== La Formula 3 ===
In [[Formula 3]], dal 1979, l'Alfa Romeo è stata fornitrice per molti anni di propulsori derivati da quelli di serie per le monoposto [[March Engineering|March]]<ref name="enciclopediaautomobile">{{cita web|cognome=|nome=|url=http://www.enciclopediadellautomobile.com/it/i-38-2553/alfa-romeo/f3-e-turismo/|titolo=Alfa Romeo - F3 e Turismo |accesso=1º ottobre 2013|formato=|editore=enciclopediadellautomobile.com}}</ref>. I motori erano i [[Motore bialbero Alfa Romeo|bialbero ad otto valvole e quattro cilindri]] da 2000 [[Centimetro cubo|cm³]] di [[cilindrata]] utilizzati sull'[[Alfa Romeo Alfetta|Alfetta]]<ref name="enciclopediaautomobile"/>. Dal 1987 l'Alfa Romeo ha poi iniziato a fornire il motore [[Twin Spark]]<ref name="enciclopediaautomobile"/>. In Formula 3 l'Alfa Romeo ha vinto complessivamente (come fornitrice di motori) dieci campionati europei, cinque Coppe Europa e una ventina di campionati nazionali organizzati in Italia, Francia, Germania, Svizzera e Scandinavia<ref name="enciclopediaautomobile"/>.
 
=== I campionati turismo ===
[[File:Alfa Romeo 156 N Technology James Thompson WTCC 2007 Curitiba.jpg|right|thumb|Un’Alfa Romeo 156 durante una fase del Campionato del mondo turismo del 2007]]
I successi in questa categoria iniziarono negli [[Anni 1960|anni sessanta]] con la [[Alfa Romeo Giulia GTA|Giulia GTA]] e le sue versioni successive. Con queste vetture l'Alfa Romeo vinse sei [[Campionato Europeo Turismo|campionati europei turismo]] (1966, 1967, 1969, 1970, 1971 e 1972)<ref name="leggenda-GTA">{{en}} {{cita web|cognome=|nome=|url=http://www.alfaromeo75.it/file/GTA.htm|titolo=Alfa Romeo GTA, una leggenda italiana|accesso= 7 ottobre 2013|formato=|editore=alfaromeo75.it}}</ref>.
 
Tra il 1982 e il 1985, con la [[Alfa Romeo Alfetta GT|GTV6]], l'Alfa Romeo conquistò altri quattro campionati europei, questa volta consecutivi<ref>{{cita web|cognome=|nome=|url=http://www.alfaromeo75.it/successi%20sportivi%20alfetta%20gt.htm|titolo=Palmares sportivo Alfetta GT/GTV|accesso=7 ottobre 2013|formato=|editore=alfaromeo75.it}}</ref>. Negli [[Anni 1980|anni ottanta]] e [[Anni 1990|novanta]] la Casa del "biscione" si aggiudicò anche molti campionati nazionali turismo, grazie a vetture come la [[Alfa Romeo 75|75]] e la [[Alfa Romeo 155|155]]<ref name="enciclopediaautomobile"/>.
 
L'ultimo modello con cui l'Alfa Romeo ha conquistato dei titoli nei campionati turismo è stata la [[Alfa Romeo 156|156]]. Con essa si è aggiudicata, oltre a campionati minori, quattro titoli europei turismo piloti dal 2000 al 2003 e tre campionati europei turismo marche dal 2000 al 2002)<ref name="enciclopedia pag. 26"/><ref>{{cita web|cognome=|nome=|url= http://www.alfaromeopress.com/cartelle/article/10661|titolo= L'Alfa Romeo Racing Team protagonista nel "World Touring Car Championship 2005"|accesso=7 ottobre 2013|formato=|editore= alfaromeopress.com}}</ref>.
 
L'unico campionato turismo che l'Alfa Romeo non ha mai conquistato è stato il [[Campionato del mondo turismo|campionato del mondo]], al quale partecipò nel 1987 con la 75 e nel 2005, 2006 e 2007 con la 156<ref>{{cita web|cognome=|nome=|url= http://www.alvolante.it/news/tarquini_vita_sportiva_ricomincia_50_anni-295561|titolo= Tarquini: la vita (sportiva) ricomincia... a 50 anni|accesso=2 ottobre 2013|formato=|editore=alvolante.it}}</ref><ref>{{cita web|cognome=|nome=|url= http://www.sicilyalfaclub.org/forum/viewtopic.php?f=56&t=1818&start=0|titolo= Alfa 156|accesso=2 ottobre 2013|formato=|editore= sicilyalfaclub.org}}</ref>.
 
=== I rally ===
L'Alfa Romeo ha partecipato anche a competizioni [[rally]]stiche, anche se la maggior parte delle vetture impiegate erano iscritte da team privati<ref name="rallye-info">{{en}} {{cita web|cognome=|nome=|url=http://www.rallye-info.com/carmake_profile.asp?make=14|titolo=Alfa Romeo manufacturer profile & rally history|accesso= 3 ottobre 2013|formato=PDF|editore=rallye-info.com}}</ref>. Le prime vittorie importanti furono al [[Tour de Corse]] nel 1957 ed al [[Rally di Finlandia|Rally dei mille laghi]] nel 1958, che furono conseguite entrambe con una [[Alfa Romeo Giulietta (1955)|Giulietta]]<ref name="asifed">{{en}} {{cita web|cognome=|nome=|url=http://www.asifed.it/wp-content/uploads/2013/05/60-anni-rally.pdf|titolo=60 anni nella polvere|accesso= 2 ottobre 2013|formato=PDF|editore=asifed.it}}</ref>. L'Alfa Romeo decise partecipare con convinzione alle corse rallistiche nel 1964 in seguito all'adesione a questo tipo di competizione da parte della [[Fiat]] e della [[Lancia (azienda)|Lancia]] con, rispettivamente, la [[Fiat 124 Spider]] e la [[Lancia Fulvia]]<ref name="rallye-info"/>. Negli [[Anni 1960|sessanta]], [[Anni 1970|anni settanta]] e [[Anni 1980|ottanta]] le vetture che furono schierate in questo tipo di competizioni furono la [[Alfa Romeo Giulia|Giulia]], l'Alfetta GT, l'Alfetta GTV6, l'[[Alfa Romeo Alfasud|Alfasud]], la [[Alfa Romeo 75|75]] e la [[Alfa Romeo 33|33]]<ref name="rallye-info"/>. Al [[campionato del mondo rally]] le vetture della casa automobilistica del biscione si piazzarono al decimo posto nel 1975 e nel 1984, al dodicesimo posto nel 1976 ed al quattordicesimo posto nel 1978 e nel 1985<ref name="rallye-info"/>. La partecipazione ai rally è continuata fino al XXI secolo, con la presenza, ad esempio, di una 147 al [[rally di Monte Carlo]] del 2013<ref>{{en}} {{cita web|cognome=|nome=|url=http://www.quattroruote.it/notizie/rally/rally-anche-un-alfa-al-traguardo-del-monte|titolo=Anche un'Alfa al traguardo del Monte|accesso= 2 ottobre 2013|formato=|editore=quattroruote.it}}</ref>.
 
== Le Alfa Romeo in dotazione alle forze dell'ordine ==
[[File:Alfa-Romeo159-Carabinieri-di-Roma.JPG|thumb|right|230px|Un'Alfa Romeo 159 in dotazione ai Carabinieri]]Negli [[Anni 1950|anni cinquanta]] l'Alfa Romeo iniziò a fornire autovetture alla [[Polizia di Stato]]<ref name="forzeordine">{{cita web|url=http://www.alfaromeopress.com/press/article/3620|titolo=Alfa 159 entra nel parco auto di Polizia e Carabinieri|accesso=3 ottobre 2013|editore=alfaromeopress.com}}</ref>. Il primo modello acquistato per questo scopo fu la [[Alfa Romeo 1900|1900]], che venne poi seguita dalla [[Alfa Romeo Matta|Matta]<ref name="forzeordine"/>. La 1900 fu poi il primo modello di vettura utilizzato dalla Polizia ad essere soprannominato "Pantera" per via del colore nero, delle forme aggressive e delle prestazioni scattanti<ref name="Sannia pag. 52"/>, mentre la Matta fu il primo modello Alfa Romeo ad essere acquistato anche dai [[Arma dei Carabinieri|Carabinieri]]<ref name="carabinieri">{{cita web|url=http://www.mitoalfaromeo.com/notizie/2011/09/25/alfaromeo-in-dotazione-allarma-dei-carabinieri/|titolo=AlfaRomeo in dotazione all'Arma dei Carabinieri|accesso=3 ottobre 2013|editore=mitoalfaromeo.com}}</ref>. Poi fu la volta della [[Alfa Romeo Giulietta (1955)|Giulietta]], che venne utilizzata da entrambi i corpi<ref name="forzeordine"/>.
 
I modelli in dotazione alle forze dell'ordine negli anni sessanta furono invece la [[Alfa Romeo Giulia|Giulia]] e la [[Alfa Romeo 2600|2600]]; la prima era fornita ad entrambi i corpi, mentre la seconda alla sola Polizia<ref name="forzeordine"/>. In questo periodo si cominciò ad utilizzare il soprannome "Gazzella" per designare le vetture Alfa Romeo in dotazione ai Carabinieri<ref name="forzeordine"/>.
 
I modelli Alfa Romeo furono in seguito in dotazione ai due corpi furono l'[[Alfa Romeo Alfasud|Alfasud]], l'[[Alfa Romeo Alfetta|Alfetta]], la [[Alfa Romeo Giulietta (1977)|Nuova Giulietta]], la [[Alfa Romeo 33|33]], la [[Alfa Romeo 75|75]], la [[Alfa Romeo 90|90]], la [[Alfa Romeo 155|155]], la [[Alfa Romeo 156|156]] ed infine la [[Alfa Romeo 159|159]]<ref name="forzeordine"/>.
 
Le Alfa Romeo utilizzate dalla Polizia, dopo aver debuttato con la livrea nera, alla fine degli anni cinquanta diventarono di colore verde chiaro<ref name="centauro">{{cita web|url=http://www.centaurochirone.altervista.org/poliziamezzi.htm|titolo=Le volanti|accesso=3 ottobre 2013|editore=centaurochirone.org}}</ref>. Nel 1975 cambiarono nuovamente la livrea venendo verniciate con l'attuale colore azzurro e bianco<ref name="centauro"/>. Le vetture dei Carabinieri passarono invece, nel 1969, dall'originale colore [[Diospyros kaki|caki]] all'odierna livrea di colore blu scuro<ref name="carabinieri"/>.
 
Autovetture Alfa Romeo sono anche in dotazione ad altri corpi italiani quali la [[Guardia di Finanza]]<ref>{{cita web|url=http://www.alfasport.net/webPage/View.asp?id=316|titolo=Le Alfa Romeo in dotazione alle forze dell'ordine|accesso=4 ottobre 2013|editore=alfasport.net}}</ref>, la [[Corpo di polizia penitenziaria|Polizia penitenziaria]]<ref>{{cita web|url=http://forum.clubalfa.it/alfa-delle-forze-dellordine/37098-lalfa-romeo-e-polizia-penitenziaria.html|titolo=L'Alfa Romeo e la Polizia Penitenziaria|accesso=4 ottobre 2013|editore=forum.clubalfa.it}}</ref>, il [[Corpo forestale dello Stato]]<ref>{{cita web|url=http://www.targheitaliane.it/monografie/corpo_forestale.pdf|titolo=Le targhe e i veicoli del corpo forestale|accesso=4 ottobre 2013|editore=targheitaliane.it|formato=PDF}}</ref>, la [[Polizia provinciale]]<ref>{{cita web|url=http://www.fiammeblu.it/index.php?cat=530|titolo=Foto Album Fiamme Blu|accesso=4 ottobre 2013|editore=fiammeblu.it}}</ref><ref>{{cita web|url=http://www.fiammeblu.it/index.php?cat=1339|titolo=Foto Album Fiamme Blu|accesso=4 ottobre 2013|editore=fiammeblu.it}}</ref>, la [[Polizia municipale]]<ref>{{cita web|url=http://www.ciabilli.it/veicoli/polizia-locale.asp?OP=L&CAT=CAT00018|titolo=Polizia locale|accesso=4 ottobre 2013|editore=ciabilli.it}}</ref>, ed i [[Corpo nazionale dei vigili del fuoco|vigili del fuoco]]<ref>{{cita web|url=http://www.fiammeblu.it/index.php?cat=931|titolo=Foto Album Fiamme Blu|accesso=4 ottobre 2013|editore=fiammeblu.it}}</ref><ref>{{cita web|url=http://www.fiammeblu.it/index.php?cat=376|titolo=Foto Album Fiamme Blu|accesso=4 ottobre 2013|editore=fiammeblu.it}}</ref>. Sono anche utilizzate da molte forze di polizia estere<ref>{{cita web|url=http://www.mitoalfaromeo.com/notizie/alfa-romeo-in-dotazione-alle-polizie-estere/|titolo= Alfa Romeo in dotazione alle Polizie Estere|accesso=4 ottobre 2013|editore=mitoalfaromeo.com}}</ref>.
 
== Il museo storico Alfa Romeo ==
{{Vedi anche|Museo storico Alfa Romeo}}
[[File:Alfa Romeo Storico.jpg|thumb|right|Una Darracq 8/10 HP esposta al museo storico Alfa Romeo di Arese]]
Il museo storico dell'Alfa Romeo, fortemente voluto da [[Giuseppe Luraghi]]<ref>{{cita web|url=http://www.alfasport.net/webPage/View.asp?id=155|titolo=Giuseppe Luraghi|accesso=4 ottobre 2013|editore=alfasport.net}}</ref>, è stato aperto il 18 dicembre 1976 ed è situato all'interno dell'ex stabilimento di Arese nei pressi del "Centro Direzionale"<ref name="arese">{{cita web|url=http://www.comune.arese.mi.it/pubblicazioni/Informazioni/Informazioni.asp?ID_M=30|titolo=Museo storico Alfa Romeo|accesso=4 ottobre 2013|editore=comune.arese.mi.it}}</ref><ref name="luoghi">{{cita web|url=http://www.iluoghidelcuore.it/museo-storico-alfa-romeo-di-arese2|titolo=Museo storico Alfa Romeo|accesso=4 ottobre 2013|editore=iluoghidelcuore.it}}</ref>. Si sviluppa su sei livelli e copre una superficie di 4.800 [[Metro quadro|m<sup>3</sup>]]<ref name="arese"/><ref name="luoghi"/>.
 
L'Alfa Romeo è proprietaria di 250 vetture e 150 motori storici<ref name="luoghi"/>. Di questi, 110 modelli, 25 motori automobilistici e 15 propulsori aeronautici sono esposti al museo<ref name="arese"/>. Quest'ultimo possiede almeno un modello di ogni vettura assemblata dalla casa del biscione<ref name="luoghi"/>. Il parco auto del museo comprende auto di produzione, modelli da competizione, prototipi e concept car, ed il 60% di essi è ancora funzionante<ref name="arese"/>. Molti di essi sono pezzi unici<ref name="arese"/>. Il museo Alfa Romeo ospita anche foto d'epoca e manifesti promozionali che sono stati raccolti dal "Centro Documentazione Storica"<ref name="luoghi"/><ref name="arese"/>.
 
== Le Alfa Romeo nei media ==
=== Cinema ===
[[File:1967-Alfa-Romeo-Duetto-Red-Front-Angle-st.jpg|thumb|left|Un'Alfa Romeo Spider "Duetto"]]
L'apparizione più famosa di una vettura Alfa Romeo nel [[cinema]] è quella ne ''[[Il laureato]]'' (titolo originale, "''The Graduate''"), [[film]] del 1967 con [[Dustin Hoffman]], [[Katharine Ross]] e [[Anne Bancroft]]<ref name="Tabucchi pag. 196">{{Cita|Tabucchi, 2010|pag. 196}}</ref>. La pellicola diede notorietà a livello mondiale al modello impiegato, una [[Alfa Romeo Spider (Duetto)|1600 Spider "Duetto"]] che negli Stati Uniti, da quel momento, sarà sempre conosciuta come "''Graduate''"<ref name="Sannia pag. 87"/><ref name="Tabucchi pag. 196"/>. Nel film era l'auto del protagonista, interpretato da Dustin Hoffman<ref name="Sannia pag. 87"/>.
 
Vetture Alfa Romeo sono state utilizzate anche nei film dove è stato protagonista [[James Bond]]. in alcune scene del film ''[[Octopussy - Operazione piovra]]'' l'agente segreto, interpretato da [[Roger Moore]], guida un'[[Alfa Romeo Alfetta GT|Alfetta GTV]]<ref>{{en}}{{Cita web|url=http://www.007.info/FactfileOCTO.asp|titolo=Octopussy|accesso=7 ottobre 2013|editore=007.info}}</ref>. Delle [[Alfa Romeo 159|159]] appaiono invece nel film ''[[Quantum of Solace]]'' come inseguitrici di James Bond, che è alla guida di una [[Aston Martin DBS V12]]<ref>{{Cita web|url=http://www.autoblog.it/tag/james+bond|titolo=Alfa Romeo 159 Limited Edition UK per celebrare James Bond |accesso=4 ottobre 2013|editore=autoblog.it}}</ref>.
 
Una [[Alfa Romeo 2000 (1958)|2000 spider]] è compare nel film ''[[La voglia matta]]'', dove è guidata dal protagonista, che è interpretato da [[Ugo Tognazzi]]. In questa pellicola il modello Alfa Romeo riveste il ruolo di [[status symbol]]<ref>{{Cita|Tabucchi, 2010|pag. 168}}</ref>. Una [[Alfa Romeo Giulietta Spider|Giulietta Spider]] compare invece nel film ''[[Giulietta degli spiriti]]'', di [[Federico Fellini]]. L'attrice protagonista, [[Giulietta Masina]], è corteggiata da un uomo che guida questo modello<ref>{{cita pubblicazione |quotes= |cognome= Neil |nome= Dan |linkautore= |coautori= |anno=2008 |mese=8 luglio |titolo= It's love, Italian style Alfa Romeo: Reality lives up to the fantasy |rivista= Los Angeles Times|volume= |numero= |pagine= |id= |url= http://articles.latimes.com/2008/jul/09/autos/hy-alfa9|lingua=inglese |accesso= 7 ottobre 2013|abstract= }}</ref>.
 
Sempre una Giulietta Spider appare nella pellicola ''[[Il giorno dello sciacallo (film)|Il giorno dello sciacallo]]'' dove il protagonista, interpretato da [[Edward Fox]], è braccato dalla polizia ed alla fine dell'inseguimento ha un incidente con il modello Alfa Romeo citato<ref>{{en}}{{Cita web|url=http://motoringconbrio.com/2010/09/12/cinematic-cars-alfa-romeo-giulietta-spider-in-the-day-of-the-jackal-1973/|titolo=Cinematic cars: Alfa Romeo Giulietta Spider in "The Day of the Jackal" (1973)|accesso=7 ottobre 2013|editore=motoringconbrio.com}}</ref>. Ne ''[[Il padrino (film)|Il padrino]]'', [[Michael Corleone]], interpretato da [[Al Pacino]], guida una [[Alfa Romeo 6C|6C]] mentre è in esilio in [[Sicilia]] con sua moglie, [[Apollonia Vitelli-Corleone]]<ref>{{en}}{{Cita web|url=http://www.yeeeeee.com/2009/01/30/cars-of-the-godfather-triology-70-pics/|titolo=Cars of the GodFather Triology|accesso=7 ottobre 2013|editore=yeeeeee.com}}</ref>. Ne ''[[Il gioco di Ripley]]'', l'attore protagonista del film, [[John Malkovich]], guida una [[Alfa Romeo 156|156 Sportwagon]] rossa<ref>{{en}}{{Cita web|url=http://imcdb.org/vehicle_122092-Alfa-Romeo-156-Sportwagon-2000.html|titolo=2000 Alfa Romeo 156 Sportwagon|accesso=7 ottobre 2013|editore=imcdb.org}}</ref>. Nel film ''[[Fast & Furious 6]]'' del 2013, tra le tante vetture proposte, c'è anche una [[Alfa Romeo Giulietta (2010)|Giulietta]] rossa<ref>{{cita news|url=http://www.omniauto.it/magazine/22529/fast-furious-6-trailer-alfa-romeo-giulietta|titolo=Alfa Romeo è tornata in America, Giulietta è in "Fast & Furious 6"|pubblicazione=omniauto.it|autore=Eleonora Lilli|data=8 febbraio 2013}}</ref>.
 
=== Televisione ===
Nella serie televisiva ''[[Un caso per due]]'', [[Claus Theo Gärtner]], che impersona il detective privato Josef Matula, ha sempre guidato vetture Alfa Romeo, a partire dalla [[Alfa Romeo Giulia|Giulia]] fino ad arrivare alla [[Alfa Romeo 156|156]]<ref>{{de}}{{Cita web|url=http://www.stern.de/auto/autowelt/alfa-romeo-giulia-40-jahre-matula-express-247237.html|titolo=40 Jahre Matula-Express|accesso=6 ottobre 2013|editore=stern.de}}</ref>.
 
Delle vetture Alfa Romeo compaiono anche nella serie ''[[Il commissario Rex]]''. Sono guidate dagli attori che si sono avvicendati nel ruolo principale, [[Tobias Moretti]] e [[Gedeon Burkhard]]. In alcuni episodi della serie, il primo guida una [[Alfa Romeo 155|155]]<ref>{{en}}{{Cita web|url=http://imcdb.org/vehicle_41624-Alfa-Romeo-155-167-1992.html |titolo=L'Alfa Romeo 155 utilizzata ne "Il commissario Rex"|accesso=26 novembre 2013|editore=imcdb.org}}</ref> mentre il secondo una [[Alfa Romeo 166|166]]<ref>{{Cita web|url=http://tele-draconia.net/2012/09/27/il-commissario-rex-parte-2/ |titolo=Il Commissario Rex -parte 2|accesso=6 ottobre 2013|editore=tele-draconia.net}}</ref>.
 
=== Letteratura ===
Nel romanzo ''[[Angeli e demoni (romanzo)|Angeli e demoni]]'' di [[Dan Brown]], i membri delle [[Guardia Svizzera Pontificia|Guardie Svizzere]] guidano delle Alfa Romeo<ref>{{Cita web|url=http://books.google.it/books?id=hv7hjasiYhoC&pg=PT447&lpg=PT447&dq=Alfa+Romeo+angeli+e+demoni&source=bl&ots=7lW4doSVNd&sig=Ux33ZON_A70CNf5ERAxoEMhNupE&hl=it&sa=X&ei=Z3VRUpOrKOny4QSG5YCoBg&ved=0CEsQ6AEwBg#v=onepage&q=Alfa%20Romeo%20angeli%20e%20demoni&f=false |titolo=Angeli e demoni su Google books|accesso=6 ottobre 2013|editore=}}</ref>.
 
Nel romanzo ''[[Moonraker: il grande slam della morte]]'' di [[Ian Fleming]], James Bond fu coinvolto inaspettatamente in un inseguimento, dove Hugo Drax è tallonato da un giovane uomo alla guida di un'Alfa Romeo. Alla fine, la corsa si conclude con la morte di quest'ultimo e la distruzione dell'Alfa Romeo, oltre che della vettura di Bond, una [[Bentley]]<ref>{{cita libro | cognome= Fleming | nome= Ian | titolo= Moonraker |url=http://books.google.com/books?id=Lvb7hH5SHvQC&dq=moonraker&q=Alfa&pgis=1#search |editore= Penguin Books | città= | anno= 2002|lingua=inglese |id=ISBN 978-0-14-200206-3}}</ref>.
 
==Gli "alfisti"==
Il termine "alfista" definisce un pilota di una vettura Alfa Romeo oppure un possessore di un modello del marchio del biscione<ref>{{cita web|cognome=|nome=|url=http://www.grandidizionari.it/Dizionario_Italiano/parola/A/alfista.aspx|titolo=Definizione di "alfista"|accesso=19 ottobre 2013|formato=|editore=grandidizionari.it}}</ref>. Questo termine nacque con la [[Alfa Romeo Giulietta|Giulietta]] negli anni cinquanta, e da allora definisce anche gli appassionati del marchio milanese<ref name="Sannia pag. 62">{{Cita|Sannia, 2010|pag. 62}}</ref>. Nel corso degli anni gli alfisti si sono organizzati, sia in Italia che all'estero, in molti club<ref>{{cita web|cognome=|nome=|url=http://www.riar.it/it/node/32|titolo=Perché affiliarsi|accesso=19 ottobre 2013|formato=|editore=Registro Italiano Alfa Romeo}}</ref>.
 
== Le sponsorizzazioni ==
[[File:Alfa-Romeo-2-First-Sail.jpg|thumb|150px|L<nowiki>'</nowiki>''Alfa Romeo II'']]
Come politica di [[mercato]] l'Alfa Romeo ha [[sponsor]]izzato, e continua a patrocinare, molti eventi sportivi. Nel [[2010]], per il centenario di fondazione, la Casa del "biscione" ha sponsorizzato la rievocazione storica della [[Mille Miglia]], con l'iscrizione di un numero straordinario di modelli<ref name="omniauto.it">{{Cita web|url=http://www.omniauto.it/magazine/12161/alfa-romeo-alla-mille-miglia-2010|titolo= Alfa Romeo alla Mille Miglia 2010|accesso=9 ottobre 2013|editore=omniauto.it}}</ref>. Nell'ambito della stessa ricorrenza ha anche patrocinato il [[Goodwood Festival of Speed]], evento che aveva già sostenuto in precedenza<ref name="www.italiaspeed.com/2009/cars/alfa_romeo">{{en}}{{Cita web|url=http://www.italiaspeed.com/2009/cars/alfa_romeo/11/goodwood/2111.html|titolo=Centenary celebrating Alfa Romeo to take centre stage at Festival of Speed|accesso=9 ottobre 2013|editore=italiaspeed.com}}</ref><ref name="goodwood.co.uk">{{en}}{{Cita web|url=http://www.goodwood.co.uk/site/content/festivalofspeed/Sponsors.aspx|titolo=Over a quarter of a million visitors|accesso=9 ottobre 2013|editore=goodwood.co.uk}}</ref>.
 
[[File:Paris Motor Show 2012 (8065279154).jpg|thumb|left|Un'Alfa Romeo MiTo equipaggiata come ''[[safety car]]'' del [[campionato mondiale Superbike]]]]
Dal 2007 l'Alfa Romeo sponsorizza il [[campionato mondiale Superbike]]; dallo stesso anno, la casa milanese fornisce direttamente le varie ''[[safety car]]'' del mondiale – dalla [[Alfa Romeo 159|159 Sportwagon]]<ref>{{cita news|url=http://www.omniauto.it/magazine/4508/-alfa-romeo-ancora-main-sponsor-del-mondiale-sbk|titolo=Alfa Romeo ancora main sponsor del Mondiale SBK|autore=Daniele Pizzo|data=9 ottobre 2013|editore=omniauto.it}}</ref> alla [[Alfa Romeo MiTo|MiTo]]<ref>{{cita news|url=http://www.autoblog.it/post/17889/alfa-romeo-main-sponsor-del-mondiale-superbike-anche-nei-prossimi-tre-anni|titolo=Alfa Romeo: main sponsor del Mondiale Superbike anche nei prossimi tre anni|autore=Fabio Sciarra|data=9 ottobre 2013|editore=autoblog.it}}</ref>, dalla [[Alfa Romeo Giulietta (2010)|nuova Giulietta]]<ref name="worldsbk.com">{{en}}{{Cita web|url=http://www.worldsbk.com/en/news/latest-news/3354-alfa-romeo-present-new-giulietta-safety-car.html|titolo=Alfa Romeo present new Giulietta Safety Car|data=9 ottobre 2013|editore=worldsbk.com}}</ref> all'ultima [[Alfa Romeo 4C|4C]]<ref>{{cita news|url=http://www.omniauto.it/magazine/23901/alfa-romeo-4c-safety-car-sbk|titolo=Alfa Romeo 4C Safety Car SBK|autore=Fabio Gemelli|data=9 ottobre 2013|edizione=omniauto.it}}</ref>. Sempre nel mondo delle due ruote, per lunga parte degli [[Anni 2000|anni duemila]] si è legata come sponsor e fornitore alla [[Ducati Corse|Ducati]] (sia nelle derivate di serie, che in [[MotoGP]])<ref name="alfaromeopress.com">{{Cita web|url=http://www.alfaromeopress.com/press/article/3806|titolo= Alfa Romeo sponsor di SBK Superbike World Championship e Ducati Corse|data=9 ottobre 2013|edizione=alfaromeopress.com}}</ref>.
 
La Casa del "biscione" si è impegnata anche nella [[nautica]], sponsorizzato e supportando anche [[Imbarcazione|imbarcazioni]]. Nel 2002 fu varata l'omonima [[Alfa Romeo (imbarcazione)|Alfa Romeo]], la prima [[barca a vela]] che portava questo nome: essa ha conquistato 74 [[Regata|regate]], inclusa la [[Sydney-Hobart]] del 2002<ref name="www.alfaromeo.com.au">{{en}}{{Cita web |url= http://web.archive.org/web/20080720084235/http://www.alfaromeo.com.au/default.asp?action=article&ID=8934 |titolo=Time Beats Alfa Romeo's Attempt to Contest the 2004 Rolex Sydney to Hobart|data=9 ottobre 2013|edizione=alfaromeo.com.au}}</ref>. L'evoluzione dell'imbarcazione, l<nowiki>'</nowiki>''Alfa Romeo II'', fu commissionata nel 2005 e misurava 30 [[Metro|m]] di lunghezza: questa barca a vela ha stabilito il ''record'' di traversata per [[Monoscafo|monoscafi]] della [[Transpacific Yacht Race]] nell'edizione del 2009, con l'attraversamento compiuto in 5 giorni, 14 ore, 36 minuti e 20 secondi<ref name="record">{{Cita web |url= http://blog.yachtandsail.it/post/2112/alfa-romeo-batte-il-record-della-transpac |titolo=L'Alfa Romeo II batte il record della Transpac|data=9 ottobre 2013|edizione=blog.yachtandsail.it}}</ref>. A metà del 2008 è stata poi lanciata l<nowiki>'</nowiki>''Alfa Romeo III'': misura 21,4&nbsp;m di lunghezza totale, e i suoi interni si ispirano alla [[Alfa Romeo 8C Competizione|8C Competizione]]<ref name="maxiyacht.alfaromeo.com.au">{{en}}{{Cita web|url=http://web.archive.org/web/20110821152422/http://maxiyacht.alfaromeo.com.au/default.asp?action=article&ID=19001|titolo=Alfa Romeo 3 Images|data=9 ottobre 2013|edizione=maxiyacht.alfaromeo.com.au}}</ref>.
 
Dal 2013-2014 il marchio Alfa Romeo è presente anche nel mondo del [[Calcio (sport)|calcio]]. Ha debuttando infatti come sponsor di maglia sulle divise dell'[[Eintracht Frankfurt|Eintracht Francoforte]], club tedesco della [[Fußball-Bundesliga|Bundesliga]]<ref>{{cita news|url=http://www.passionemaglie.it/2013/06/eintracht-francoforte-nuove-divise-2013-2014-alfa-romeo/|titolo=Eintracht Francoforte in salsa italiana con le nuove divise 2013-2014|autore=Daniele Costantini|data=9 ottobre 2013|editore=passionemaglie.it}}</ref>.
{{clear}}
 
== Note ==
{{references|3}}
 
== Bibliografia ==
* {{cita libro | cognome= | nome= | coautori = |curatore = Gianluca Pellegrini | titolo= Enciclopedia dell'auto - Quattroruote | editore= Editoriale Domus | città=Rozzano | anno=2003 |lingua = |id= |cid=Enciclopedia Quattroruote, 2003}}
* {{cita libro | cognome= Sannia | nome= Alessandro| coautori = |curatore = | titolo=Alfa Romeo - 100 anni di leggenda | editore= Gribaudo | città=Milano | anno=2010 |lingua = |id= ISBN 978-887906-972-4|cid= Sannia, 2010}}
* {{cita libro | cognome= Owen | nome= David| coautori = |curatore = | titolo=Grandi Marche - Alfa Romeo| editore= Edizioni Acanthus | città=Milano | anno=1985 |lingua = |id= {{NoISBN}}|cid= Owen, 1985}}
* {{cita libro | cognome= Tabucchi| nome= Maurizio| coautori = |curatore = | titolo=Alfa Romeo 1910-2010 | editore= Giorgio Nada Editore | città=Milano | anno=2010 |lingua = |id= ISBN 978-88-7911-502-5|cid= Tabucchi, 2010}}
* {{cita libro|autore=Sergio Massaro|titolo=Ferrari. Un mito|editore=Demetra|anno=2000|id=ISBN 88-440-1635-4|cid=cidMassa}}
* {{cita libro | nome= Peter | cognome= Hull | coautori= Roy Slater | mese= | titolo= La storia dell'Alfa Romeo | editore= Baldini e Castoldi| città=Milano | anno=1970 |lingua= | id= {{NoISBN}}| pagine= |cid= Hull, 1970}}
* {{cita libro | nome= Griffith | cognome= Borgeson | coautori= | anno=1990 | mese= | titolo= Alfa Romeo. I creatori della Leggenda | editore= Giorgio Nada Editore | città= Milano |lingua= | id= | pagine= }}
* {{cita libro | nome= Griffith | cognome= Borgeson | coautori= | anno=1990 | mese= | titolo= The Alfa Romeo Tradition | editore= Automobile Quarterly| città= Kutztown, Pennsylvania, Stati Uniti d’America |lingua= | id= | pagine= }}
* {{cita libro | nome= Evan | cognome= Green | coautori= | anno=1976 | mese= | titolo= Alfa Romeo| editore= Green Pty Limited| città= Beacon Hill, Australia|lingua= | id= | pagine= }}
* {{cita libro | nome= Gonzalo | cognome= Alvarez Garcia | coautori= | anno=1981 | mese= | titolo= Alfa Romeo Corse 1913-1981| editore= Giorgio Tacchini Editore| città= Vercelli|lingua= | id= | pagine= }}
* {{cita libro | nome= Luigi| cognome= Fusi | coautori= | anno=1965 | mese= | titolo= Le vetture Alfa Romeo dal 1910| editore= Adiemme | città= Milano |lingua= | id= | pagine= }}
* {{cita libro | nome= Stefano| cognome= d'Amico | coautori= Maurizio Tabucchi| anno=1996 | mese= | titolo= Le vetture di produzione Alfa Romeo 1910 - 1996| editore= Giorgio Nada Editore | città= Milano |lingua= | id= | pagine= }}
* {{cita libro | nome= Massimo | cognome= Condolo | coautori= | anno=| mese= | titolo= Camion Alfa Romeo| editore= Fondazione Negri | città= Brescia |lingua= | id= | pagine= }}
 
== Voci correlate ==
* [[Storia dell'Alfa Romeo]]
* [[Alfa Romeo (automobilismo)]]: l'Alfa Romeo nelle competizioni automobilistiche
* [[Alfa Romeo (Formula 1)]]: l'Alfa Romeo nel campionato di Formula 1
 
==Altri progetti==
{{interprogetto|commons=Category:Alfa Romeo vehicles|q}}
{{interprogetto/notizia|Caso Annozero-MiTo: «informazione non veritiera e denigratoria», la RAI dovrà risarcire Fiat Group Automobiles|data=22 febbraio 2012}}
 
== Collegamenti esterni ==
* {{Transfermarkt|64658|G}}
* [http://www.alfaromeo.it Sito ufficiale]
* {{NFT}}
* [http://www.archiviostorico.alfaromeo.it/ Automobilismo storico Alfa Romeo]
* {{Soccerway|mones-chery|9991}}
 
{{Nazionale haitiana concacaf gold cup 2007}}{{Nazionale haitiana concacaf gold cup 2009}}{{Portale|biografie|calcio}}
{{Alfa Romeo}}
{{Fiat SpA}}
{{Portale|aziende|automobili|design|Milano|trasporti}}
 
[[Categoria:Alfa Romeo| ]]