Magenta (Italia) e Stazione di Novokuzneck: differenze tra le pagine

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{{Torna a|Novokuzneck}}
{{Comune <!-- per la compilazione vedi Aiuto:Comune -->
{{Infobox stazione ferroviaria
|nomeComune = Magenta
|nazione = RUS
|panorama = Magenta-chiesa san martino-facciata1.jpg
|nome= Novokuzneck
|didascalia =
|nome originale=
|linkBandiera = Magenta (Italia)-Gonfalone.png
|immagine= Novokuznetsk railway station renovated.jpg
|linkStemma = Magenta (MI)-Stemma.png
|didascalia= Stazione di Novokuzneck<br />delle Ferrovie russe
|siglaRegione = LOM
|apertura=1916
|siglaProvincia = MI
|stato attuale=In uso
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|localizzazione=[[Novokuzneck]]<br />{{RUS Kemerovo}}<br />{{RUS}}
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|tipologia=Stazione di transito in superficie
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|interscambio=[[Autobus]] urbani ed interurbani<br />Filobus<br />Tram<br />taxi
|altitudine = 138
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|superficie = 21,81
|note=
|abitanti = 23.492<ref name="pop1">[http://www.comune.magenta.mi.it/pubblicazioni/Informazioni_M/Informazioni_M_Dettaglio.asp?ID_M=252&ID=223] Movimento e Calcolo della popolazione residente anno 2008, a cura del Comune di Magenta</ref><ref name="pop2">[http://demo.istat.it/pop2009/index.html] Statistiche demografiche ISTAT 2009, per comune</ref>
|anno = [[31 dicembre]] [[2008]]
|densita = 1.078
|frazioni = [[Ponte Nuovo (Magenta)|Ponte Nuovo]], [[Ponte Vecchio (Magenta)|Ponte Vecchio]]
|comuniLimitrofi = [[Boffalora sopra Ticino]], [[Cerano (Italia)|Cerano]] (NO), [[Corbetta]], [[Marcallo con Casone]], [[Robecco sul Naviglio]], [[Santo Stefano Ticino]]
|cap = 20013
|prefisso = [[02 (prefisso)|02]]
|istat = 015130
|fiscale = E801
|zonaSismica = 4
|gradiGiorno = 2532
|nomeAbitanti = magentini
|patrono = [[San Martino di Tours]], [[San Rocco]], [[san Biagio]]
|festivo = [[11 novembre]], [[16 agosto]], [[3 febbraio]]
|sito = http://www.comune.magenta.mi.it
}}
La '''stazione di Novokuzneck''' è una delle principali [[stazioni ferroviarie]] nella Siberia sudoccidentale, importante nodo ferroviario nell'[[oblast' di Kemerovo]], in [[Russia]]; si trova a [[Novokuzneck]], 380&nbsp;km a sud del percorso della [[Ferrovia Transiberiana]].
'''Magenta''' (così anche in [[dialetto milanese]] locale) è una città italiana di circa 23.500 abitanti<ref name="pop1" /><ref name="pop2" /> della [[provincia di Milano]].
 
La stazione di Novokuzneck fa parte della Divisione di [[Bacino del Kuzbass|Kuzbass]] della [[Ferrovia siberiana occidentale]] (in cirillico: Кузбасское отделение Западно-Сибирской железной дороги) delle [[Ferrovie russe]].
 
== Storia ==
La stazione di Novokuzneck venne elettrificata nel [[1937]]. Le linee principale cha passano alla stazione sono:
=== Origine del Nome ===
*dal 1916 la linea di Kuzbass,
L'origine del nome è tradizionalmente attribuita all'Imperatore [[Massenzio]], in onore del quale l'abitato prese il nome di "[[castrum]] Maxentiae". Un'altra ipotesi farebbe invece derivare il nome di Magenta dalla storpiatura del termine latino "[[mansio]]", ovvero luogo di sosta lungo la [[via consolare]] prima di attraversare il confine naturale del [[Ticino]].
*dal 1934 la linea di Kuzbass del Sud della Ferrovia siberiana occidentale,
=== Dalle origini al Medioevo ===
*dal 1958 la linea di Abakan,
L'origine del paese va probabilmente collocata attorno al V secolo a.C. quando alcune tribù di Galli Insubri stabilì un proprio villaggio nei pressi del punto strategico del [[Ticino]]. Quando i Romani conquistarono il territorio nel 222 a.C., l'accampamento fortificato si trovava ad essere l'ultimo centro abitato prima del valico del fiume, in prossimità dell'allora "vadum Tercantinum" ([[Trecate]]). Dopo la parentesi delle invasioni barbariche, Magenta si trovò sotto il dominio longobardo, dipendente dalla vicina [[Corbetta]] che svolgeva allora da centro essenziale per i vicini villaggi. Della signoria degli arcivescovi milanesi affermatasi nel X sec. dovette probabilmente risentire anche Magenta, anche se non ci è giunta alcuna traccia di un possibile castello, e solo studi successivi hanno fatto ritenere che la fortificazione dovesse situarsi presso l'attuale piazza principale. Nel [[1162]] la città venne saccheggiata da [[Federico Barbarossa]] e rasa al suolo come rappresaglia contro i ribelli comuni lombardi. Uno scenario analogo si ripropose nel [[1356]] quando le armate avverse ai visconti, saccheggiarono il villaggio. Da segnalare nel [[1310]] la presenza dell'Imperatore [[Arrigo VII]] sul suolo magentino, bloccato secondo la leggenda da una tremenda nevicata mentre si recava a [[Milano]]; a seguito della grande ospitalità accordata all'imperatore dagli abitanti del luogo, egli innalzò il luogo alla dignità di borgo coi privilegi di godere di una guardia armata e di istituire un mercato che, dal [[1410]], si svolge puntualmente ogni lunedì. Nel [[1396]] numerosi territori della città furono donati da [[Gian Galeazzo Visconti]] ai monaci della [[Certosa di Pavia]] che ne migliorarono l'agricoltura e lo sfruttamento dei terreni.
*dal 1961 due linee (settentrionale e meridionale) di ZapSibMK
 
== Strategia ==
=== Dai Visconti alla dominazione spagnola ===
Nel luglio 2011 le ferrovie russe hanno annunciato i piani strategici dello sviluppo della rete dell'alta velocità nella Federazione russa, in particolare in [[Siberia]] occidentale. La strategia prevede, in particolare, i collegamenti con i treni AV "[[Sapsan]]" delle [[ferrovie russe]] sulle linee: [[Omsk]]-[[Novosibirsk]]-[[Kemerovo]], Omsk-Novosibirsk-Novokuzneck, Omsk-Novosibirsk-[[Barnaul]] e Omsk-Novosibirsk-[[Krasnojarsk]]-[[Irkutsk]]. L'investimento stimato per realizzazione di queste linee è di 0,9 - 1,2 trilione [[Rublo russo|RUB]].<ref>{{ru}}[http://www.city-n.ru/view/193898.html City-N.Ru - 25-07-2011 - Скоростная ж/д магистраль дойдет до Новокузнецка.] URL consultato il 27-07-2011.</ref>
All'estinzione della casata dei Visconti, il borgo passò dapprima agli Sforza e poi a [[Carlo V del Sacro Romano Impero|Carlo V di Spagna]] con il resto del milanese: Magenta, nel [[1619]], divenne feudo del Conte Luigi Melzi (già dal [[1572]] si ricorda un tentativo di concessione al giureconsulto milanese Guido Cusani, che però aveva rifiutato la carica). Durante il XVII nel Ducato di [[Milano]] imperversò la peste ed anche Magenta rimase colpita dall'epidemia.
 
== Treni ==
{{vedi anche|Conti di Magenta}}
=== Linee Nazionali ===
Treni a lunga percorrenza nazionali delle [[Ferrovie russe]] circolanti oggi alla Stazione di Novokuzneck sono<ref>[http://www.poezda.net/en/station_timetable?st_code=2028160&tr_code= L'orario della stazione di Novokuzneck della Ferrovie russe sul poezda.net]</ref>:
*N 013/014 Novokuzneck - [[San Pietroburgo]] - Novokuzneck - distanza percorsa 4.065&nbsp;km in una direzione
*N 117/118 Novokuzneck - [[Moskva Kazanskaja]] - Novokuzneck - distanza percorsa 3.640&nbsp;km in una direzione
*N 249/250 Novokuzneck - [[Adler (Russia)|Adler]] - Novokuzneck - distanza percorsa 4.941&nbsp;km in una direzione
*N 207 Novokuzneck - [[Vladivostok]] - Novokuzneck - distanza percorsa 6.179&nbsp;km in una direzione
*N 243 Novokuzneck - [[Anapa]] - Novokuzneck - distanza percorsa 4.624&nbsp;km in una direzione
*N 059 Novokuzneck - [[Kislovodsk]] - Novokuzneck - distanza percorsa 4.740&nbsp;km in una direzione
 
=== Linee Internazionali ===
=== Dal dominio asburgico alla Magenta napoleonica ===
Treni a lunga percorrenza internazionali circolanti oggi alla stazione di Novokuzneck sono:
Nel [[1706]] il Ducato di [[Milano]] passò nelle mani degli Asburgo d'Austria, che lo tennero sino al [[1859]]. Nel [[1743]], con solenne [[bolla pontificia]], Papa [[Benedetto XIV]] elevò la parrocchia di San Martino di Magenta a sede [[Prevosto|prepositurale]] e al titolo di [[collegiata]] con erezione di un [[Capitolo (canonici)|capitolo]] di [[Canonicato|canonici]], svincolandola così per sempre dalla giurisdizione plebana della vicina [[Pieve di Corbetta|Corbetta]]. Il dominio napoleonico fu contraddistinto da iniziali slanci di entusiasmo per i nuovi ideali rivoluzionari, ma venne ben presto ripudiato come tirannia. A questo periodo risale la costruzione di un ponte ancora oggi esistente sul Ticino. Nel 1816 venne soppresso il capitolo della collegiata, rimase così solamente la [[Prevosto|prepositura]].
*N 371 Novokuzneck - [[Karagandy]] - Novokuzneck - distanza percorsa 1.470&nbsp;km in una direzione
{{nota|titolo=La Battaglia di Magenta
*N 385 Novokuzneck - [[Biškek]] - Novokuzneck - distanza percorsa 2.340&nbsp;km in una direzione
|contenuto=
[[File:Bataille de Magenta.jpg|300 px|center|Presa di Boffalora, uno dei momenti della Battaglia di Magenta]]
{{vedi anche|Battaglia di Magenta}}
Magenta è soprattutto nota per la battaglia che ebbe luogo il [[4 giugno]] [[1859]], durante la [[Seconda guerra di indipendenza italiana|Seconda Guerra d'Indipendenza]], combattuta tra i [[Regno di Sardegna|piemontesi]] e i loro alleati [[Francia|francesi]] contro gli [[Impero Austriaco|austro-ungarici]]; fu vinta dai franco-piemontesi e aprì la strada alla conquista della Lombardia.
La battaglia si svolse nel territorio dell'odierno comune di Magenta e del comune adiacente di [[Boffalora sopra Ticino|Boffalora]].
Negli anni di questa battaglia fu scoperta una anilina di un colore rosso-violaceo. Il suo scopritore lo intitolò alla vittoria dei francesi, e lo chiamò appunto [[magenta (colore)|Magenta]]. Questo colore è oggi conosciuto in tutto il mondo come un colore primario della [[quadricromia]].}}
=== Dal Risorgimento alla fine dell'Ottocento ===
L'area del magentino venne rivalutata dal [[1836]] quando, con la costruzione di una dogana sul fiume Ticino, in prossimità del ponte napoleonico, nacque l'agglomerato urbano di Pontenuovo che venne ad unirsi a Magenta. Fu questo uno dei periodi di rinascita del comune di Magenta che sostituì gradatamente ma progressivamente gran parte dell'agricoltura con le prime industrie tessili ed alimentari. L'unico scontento degli abitanti fu quello di essere inclusi dal governo austriaco nella provincia di [[Pavia]], anziché con la vicina [[Milano]] con cui il borgo aveva rapporti secolari. Alla fine del XIX sec. Magenta comprendeva già un ospedale locale costruito con la munificenza dei benefattori Giovanni Giacobbe e Giuseppe Fornaroli, a cui la struttura venne intitolata. Il [[1947]] vide Magenta elevata al rango di città, con decreto del capo dello Stato [[Enrico De Nicola]].
 
== Le Chiese ==
=== Basilica Minore Romana Prepositurale di San Martino ===
==== La Storia ====
L'idea di costruire un nuovo tempio per Magenta fu avanzata da don [[Cesare Tragella]] (prevosto vicario foraneo del paese dal [[1885]] al [[1910]]) per assolvere a due doveri: la necessità di dare alla cittadinanza, in continua crescita, un nuovo tempio e la commemorazione dei caduti per la gloriosa battaglia del [[4 giugno]] [[1859]], il cui successo coinvolgeva ancora attivamente i magentini.
 
Il progetto della chiesa, dedicata a [[San Martino]] e [[San Gioacchino]], fu affidato all'architetto Alfonso Parrocchetti che ne fece un'opera neorinascimentale, impostata su una navata centrale più ampia e due laterali più strette e più basse, con una lunghezza di 87 metri, una lunghezza al transetto di 30 metri e l'altezza della cupola di 57 metri, dimensioni che la rendono la più ampia della diocesi dopo il duomo di [[Milano]].
 
La prima pietra venne posata nel [[1893]] e, superate le difficoltà tecniche ed economiche grazie alla manovalanza gratuita fornita dai parrocchiani, i lavori di costruzione della struttura furono terminati nel [[1901]], permettendo la celebrazione della prima messa su un altare improvvisato. La monumentale opera venne consacrata il [[24 ottobre]] [[1903]] dal Cardinale [[Andrea Ferrari]] il quale tuttavia vietò il trasporto delle ossa dei caduti della battaglia all'interno della chiesa, facendo così venire a meno uno dei motivi principali che avevano portato all'edificazione della struttura.
 
Il complesso architettonico fu dotato di una torre campanaria alta 72 metri anch'essa in stile neorinascimentale italiano, opera del prof. Benedetti per la parte artistica e dell'ing. Monti per la parte strutturale. Inaugurata nel [[1913]] dal Cardinale Ferrari, venne dotata di otto campane, sei delle quali provenienti dall'antica Chiesa di S.Martino a cui erano state donate dall'Arciduca [[Massimiliano I del Messico|Massimilano d'Asburgo]] nel [[1859]]; asportate dalla milizia fascista nel [[1943]], un nuovo concerto campanario venne restituito alla comunità il [[12 ottobre]] [[1947]] in occasione dell'attribuzione del titolo di città a Magenta.
 
I lavori di costruzione della facciata, progettata dall'architetto Mariani, iniziarono nel [[1932]] e terminarono solo nel [[1959]] per le difficoltà economiche derivate dalla mancanza di fondi e dagli eventi bellici. La facciata venne inaugurata il [[4 giugno]] dello stesso anno dall'Arcivescovo di [[Milano]] [[Giovanni Battista Montini]] (futuro Papa [[Paolo VI]]); il [[3 marzo]] [[1948]] arrivò il riconoscimento ecclesiastico da parte del Papa [[Pio XII]] con l'elevazione della chiesa a Basilica Minore Romana.
 
==== La struttura ====
L'ingresso centrale è dotato di un portale ad arco poggiante su quattro colonne in stile corinzio; nella lunetta che le sovrasta trova posto un bassorilievo raffigurante il battesimo di San Martino, mentre ai lati delle stesse sono collocate nelle rispettive nicchie le statue degli apostoli Pietro e Paolo.
 
Sopra il portale è scolpito il rosone raffigurante la glori del santo ed ai lati di questo sono presenti le statue dei vescovi milanesi S.Ambrogio e S.Carlo Borromeo. L'altare maggiore, progettato dall'architetto Parrocchetti, è un'importante opera realizzata con marmi policromi ed una mensa poggiante su quattro colonne di marmo bianco, tra le quali si trova un bassorilievo di metallo raffigurante l'ultima cena ed il ciborio, sormontato da una statua del Cristo risorto. Nel braccio sinistro del transetto si trova la cappella dedicata alla Madonna del Rosario progettata sempre dal Parrocchetti; l'altare fu realizzato in legno dall'artigiano Galli.
 
Ai lati di questa cappella ve ne sono altre due, minori, dedicate a [[San Francesco]] ed a [[San Giuseppe]]. Nel braccio destro del transetto è situata la Cappella di Santa Crescenzia, opera del Parrocchetti; l'altare fu realizzato dall'artigiano Miramonti in legno dipinto, come pure l'urna contenente i resti della martire. Ai lati di questa cappella ve ne sono altre due, più piccole, dedicate al Sacro Cuore ed al Santo Crocifisso. Il complesso architettonico della basilica può dirsi completamente realizzato negli anni '60 del XX sec. con la realizzazione del pavimento marmoreo, con l'ampliamento dell'altare maggiore e con la collocazione della nuova mensa rivolta verso i fedeli.
 
Tra i numerosi affreschi che arricchiscono la basilica, si ricordano quelli realizzati all'inizio del XX sec. dal prof. Valtorta e dai suoi discepoli. La cupola viene affrescata invece dal prof. Conconi di [[Como]] negli anni '60 con profeti maggiori e minori e con i quattro evangelisti. All'ingresso della basilica, una pregevole opera dell'artigiano Corneo supporta l'antico organo [[Prestinari]], inaugurato nel [[1860]] e trasferito nella nuova basilica nel [[1902]].
 
==== Il decanato di Magenta ====
Nella Basilica di San Martino, ha attualmente sede il Decanato di Magenta che a livello di gestione dell'[[Arcidiocesi di Milano]], costituisce uno dei moderni compartimenti territoriali del milanese, che va a sostituire alcune antiche funzioni della vicina [[Pieve di Corbetta]].
 
I membri del consiglio decanale sono costituiti dai parroci e dai sacerdoti del decanato.
 
=== Chiesa di Santa Maria Assunta e monastero dei celestini ===
[[File:Magenta-chiesa santa maria assunta-complesso.jpg|thumb|300px|La chiesa di Santa Maria Assunta dei Padri Celestini]]
La data di fondazione del Monastero di Santa Maria Assunta dei Padri Celestini di Magenta, non è riportata in alcun documento archivistico. La fondazione risalirebbe però al XIV sec. e due sono le notizie che lo fanno supporre: nel [[1398]] il Monastero è riportato tra le "domus" della Pieve di [[Corbetta]] come "Ecclesia Sanctae Mariae Celestinorum de Mazenta" e, sempre nel [[1398]], la chiesetta di S.Maria dei Celestini viene stimata in lire 20 e soldi 17. La costruzione del campanile, caratterizzato da una meridiana, risalirebbe invece alla fine del XV sec. La volta dell'unica navata, crollata in parte nel [[1937]] è stata rifatta negli anni [[1938]]-[[1939]]; la facciata è del [[1938]]. La chiesa di origine romanica presenta degli interni barocchi. La chiesa è famosa soprattutto per due tavole di Ambrogio da Fossano, detto il [[Bergognone]], datate [[1501]] e conservate nella terza cappella a sinistra, entrando. Fino a qualche anno fa queste tavole erano ritenute opere della scuola di [[Bernardino Luini]], ma recenti studi ne hanno smentito la paternità assegnandola ad un Bergognone della piena maturità, accogliendo le ispirazioni leonardesche e bramantesche. Curiosamente l'artista ha lasciato sulla prima tavola un'impronta digitale che si nota vicino alla porta d'accesso interna al portico dello sfondo del "Cristo Flagellato".
 
=== Chiesa di San Rocco ===
La sua origine risale alla seconda metà del XV secolo, periodo in cui in [[Italia]] si diffonde il culto dei SS. Rocco e Sebastiano. Il primo documento che ne riporta l'esistenza è datato [[24 agosto]] [[1524]] ed è il testamento del nobile Antonio Capelli di Chieri che lascia a questa chiesa parte delle proprie sostanze. Nel [[1571]] vi si insedia la Scuola dei Disciplinati per ordine di san [[Carlo Borromeo]]. Nel [[1701]], in occasione di una [[visita pastorale]], si rileva per la prima volta la presenza di una cappella dedicata a San [[Giovanni Battista]]. Due anni più tardi avviene il riconoscimento ecclesiastico delle reliquie di San Silvano e San Simpliciano conservate nella chiesa magentina ed esposte alla venerazione dei fedeli. La facciata, piuttosto semplice, è articolata verticalmente su tre piani e completata ai lati del timpano da due obelischi barocchi. La navata interna è coperta da una volta a botte, suddivisa in tre campate. Una particolare attenzione merita l'organo, pregevole opera dei fratelli Prestinari di Magenta risalente, come citato da una targa, al [[18 novembre]] [[1878]].
Il secondo giorno del mese di settembre viene festeggiato il rione di S.Rocco, quartiere adiacente all'omonima Chiesa, mentre il 16 agosto si tiene la locale fiera dedicata al culto del Santo.
 
=== Chiesa parrocchiale di San Giovanni Battista e San Girolamo Emiliani ===
Meglio conosciuta con il nome di "Chiesa di San Girolamo Emiliani", la struttura del tempio cristiano risale ad epoche moderne: la prima pietra dello stabile, venne posta il [[29 giugno]] [[1963]] dal vicario episcopale Mons. [[Giuseppe Schiavini]] e la struttura risultava già terminata nel [[1965]] quando il Cardinale milanese [[Giovanni Colombo]], il [[10 settembre]], la dedicò ai Santi Giovanni Battista e Girolamo Emiliani, affidandone nel contempo la gestione alla congregazione dei [[Padri Somaschi]] che già nella vicina [[Corbetta]] godevano di un radicato centro d'influenza. La chiesa venne ufficialmente consacrata solo il [[28 settembre]] [[1980]] per mano del Cardinale [[Carlo Maria Martini]]. La struttura interna, realizzata in grandi campate in cemento armato, si presenta ampia e spaziosa, caratterizzata da una grande navata centrale e da due piccole navate laterali, decorate con finestre dipinte con scene religiose.
La chiesa accoglie anche dodici grandi quadroni che rappresentano la vita di San Girolamo Emiliani. Sempre nell'arte pittorica, di dimensioni imponenti (quasi 8 metri di altezza) è il dipinto della Cena di Emmaus (Luca 24) che campeggia sopra l'altare maggiore. Sotto la Chiesa si trova l'Oratorio, che dal 2004 è inserito con gli altri oratori della Città nella Unità di Pastorale Giovanile di Magenta
 
=== Chiesa parrocchiale della Sacra Famiglia ===
La Chiesa della Sacra Famiglia, rappresenta un altro dei nuovi edifici di culto presenti in Magenta. La posa della prima pietra della cappella, avvenne il [[10 maggio]] [[1987]] e lo stabile venne inaugurato al culto già il [[29 ottobre]] [[1988]]. La funzione del nuovo edificio era quella di sopperire alle esigenze spirituali del nuovo quartiere che proprio in quegli anni andava sorgendo nell'area. Attiguo alla chiesa è stato anche eretto un oratorio per i giovani del quartiere, dedicato al Cardinale milanese [[Alfredo Ildefonso Schuster]].
 
L'interno della chiesa presenta una struttura ad un'unica navata con soffitto a vela che culmina in un timpano sul quale si trova una finestra a croce che prende luce da un'apertura sovrastante. L'altare, in marmo, è posto in un presbiterio semicircolare sostenuto da colonne e corredato da una grande vetrata retrostante, gittante sul parco retrostante, caratterizzato dalla forte presenza di abeti.
 
Lungo le pareti della chiesa si trovano anche numerose vetrate policrome a soggetti sacri realizzate da artisti locali che danno ampia luce all'interno della struttura. Di fianco al portone d'ingresso si trova anche una piccola cappella dedicata appunto alla Sacra Famiglia dove trovano posto una statua di Gesù, una della Madonna e una di San Giuseppe.
 
=== Oratorio di San Biagio ===
Nel [[1587]] e nel [[1597]] testimonianze ricordano che presso la città di Magenta si trovava una cappella dedicata a San Biagio che vessava però in pessime condizioni. La situazione dell'oratorio "campestre" peggiora negli anni seguenti sino al [[1636]] quando l'oratorio viene nuovamente riedificato a spese dell'Abate Faustino Mazenta, che aveva incaricato del restauro il "Mastro di Muro" Giuseppe Chiovetta (l'evento è ancora oggi ricordato da una lapide interna). L'opera di restauro e la costruzione di una sagrestia, sono ampiamente elogiati in una visita pastorale del [[1644]]. In questa occasione vengono menzionate due tavole di Melchiorre Gherardini ancora oggi presenti nell'oratorio.
 
La Chiesa di San Biagio non subisce alcun mutamento architettonico sino al [[1879]], anno in cui il Marchese Giuseppe Mazenta, morendo, lascia in eredità sia la chiesa che l'edificio del cappellano con annesso giardino all'Ordine delle Figlie della Carità Canossiana, affinché vi possano edificare un convento. Si deve all'iniziativa di questo ordine l'attuale conservazione dell'edificio, come pure la conservazione dell'antica tradizione di esporre al bacio dei fedeli le reliquie del santo.
 
In questa chiesa si è svolto il matrimonio tra [[Santa Gianna Beretta Molla]] e il marito Pietro.
 
== Edifici Notevoli ==
=== Ville e Palazzi ===
==== Palazzo Crivelli Pecchio Martinoni (Municipio) ====
[[File:Magenta-municipio1.jpg|300px|thumb|Palazzo Crivelli Pecchio Martinoni, attuale municipio di Magenta]]
Il Palazzo Crivelli Pecchio Martinoni è oggi uno degli esempi di palazzo cittadino conservati nel pieno centro della città di Magenta. Attualmente occupato dagli uffici comunali, esso conserva la tipica struttura a "U" che rappresenta la parte più antica del complesso degli uffici, che è ubicata tra Piazza Formenti, Via 4 giugno e Via Volta, risalente alla prima metà del XVII secolo. Nel [[1701]] si sa che la casa fu portata in dote dall’ultima discendente della famiglia magentina dei Crivelli, grazie al matrimonio col Conte Pecchio. La casa passò successivamente ([[1783]]) alla famiglia Martignoni che la vendette all'amministrazione comunale di Magenta nel [[1898]].
Gli stabili vennero suddivisi in due destinazioni diverse: l'antica filanda annessa alla casa divenne sede di una Scuola Elementare (rimasta attiva sino al [[1983]] ed oggi sostituita dal Liceo Classico "S. Quasimodo"), mentre il palazzo vero e proprio venne riservato a sede del Comune di Magenta.
L'area antistante il palazzo comunale, è stata trasformata nel [[2009]] in un grande "salotto all'aperto" con l'apposizione di una nuova pavimentazione piastrellata con molte piante e panchine, il che ha consentito di rivalutare l'area come luogo d'incontro della popolazione magentina.
 
==== Villa Crivelli Boisio Beretta ====
Edificata nel XV secolo nel suo nucleo originario, è uno dei più significativi esempi di casa nobiliare di Magenta. Sebbene modificata parzialmente nel corso del Settecento, la costruzione conserva alcuni tratti tipici dell'architettura rinascimentale come le monofore in cotto, il rivestimento murario losangato e una bellissima cappa di camino sporgente (una delle poche rimaste originali; un altro raro esempio lo si può ammirare nella vicina città di [[Corbetta]] nella [[Corbetta#Villa Pisani Dossi|Villa Pisani Dossi]]). La casa è stata completamente ristrutturata nel [[1976]]. Sorge in Via Mazzini.
 
==== Palazzo Morandi ====
Edificato nella seconda metà del XVIII sec., è costituito dal tipico schema a corte con una facciata barocca movimentata dalla presenza di finestre e balconi che danno sull'antistante Via Garibaldi. Curiosa è l'area del portone che viene sovente ricordata per la presenza di ricche stuccature tipiche del [[barocchetto]], colorate con colori brillanti che sono stati ritrovati sotto le successive ridipinture in occasione dei recenti restauri che hanno interessato la struttura.
 
==== Villa Melzi ====
[[File:Magenta-casa passoni.jpg|thumb|Casa Passoni, ex monastero dei Padri Celestini]]
Il nucleo principale della villa risale al XVI secolo e la struttura venne edificata per volere della famiglia [[Melzi d'Eril]], Conti di Magenta che divennero feudatari di questo borgo. La villa venne mantenuta come sede principale della famiglia essenzialmente sino alla fine del XVIII secolo quando [[Francesco Melzi d'Eril|Francesco III, 9º Conte di Magenta]], divenuto dapprima Presidente della [[Repubblica Cisalpina]] e poi fervido sostenitore di [[Napoleone]] in [[Italia]] non ottenne anche il Ducato di Lodi, il che pose il suo interesse verso altri centri della politica lombarda. La struttura sorge in Via Roma.
 
==== Villa Naj-Oleari ====
Villa Naj-Oleari venne costruita all'inizio del Novecento come abitazione per la famiglia [[Naj-Oleari]], proprietaria dell'omonimo stabilimento tessile che aveva sede a Magenta, nei pressi della villa stessa.
Il complesso residenziale, secondo lo schema primo novecentesco, era una struttura a villino di forme classiche neorinascimentali, in pietra, affrescato al suo interno ed immerso in un grande parco.
Donata al comune di Magenta, la villa è stata sede della biblioteca comunale ed oggi è utilizzata come sede della Proloco cittadina.
La villa, annualmente, il giorno prima della ricostruzione storica che commemora la [[Battaglia di Magenta]], ospita l'allestimento degli accampamenti dei figuranti in uniforme che qui vivono per tre giorni in tenda, seguendo i costumi dell'epoca.
 
==== Casa Giacobbe ====
Le prime notizie della villa risalgono al [[1664]] quando l'edificio, già di proprietà della famiglia Borri di [[Corbetta]], fu ipotecato a favore di Clara Pedra Borgazzi a garanzia dei numerosi debiti che Francesco Borri aveva contratto nei confronti della nobildonna milanese. Nel [[1690]] Maddalena Borri, erede di Francesco, cedeva definitivamente la proprietà a Carlo Domenico Borgazzi, figlio ed erede di Clara Petra, assieme ad altri beni al fine di estinguere il debito accumulato dal padre.
 
La stima fatta dall'ingegnere collegiato di [[Milano]] Giuseppe Maria Ceriani, allegata all'atto notarile, contiene una lunga e minuziosa descrizione della villa. L'edificio si articolava su più corpi di fabbrica: un'antica parte della casa (non più esistente) si prospettava sull'attuale via [[4 giugno]] con un portone d'ingresso dal quale avevano accesso le carrozze. Disposta su due piani, la costruzione comprendeva una legnaia ed un fienile collocati a destra del portone; una scala conduceva ai piani superiori dove si trovavano alcune camere. Un secondo corpo di fabbrica (l'attuale Casa Giacobbe), era posto perpendicolarmente ai locali d'ingresso secondo uno schema ad "L", caratterizzato al piano terra da un portico sul quale si apriva il salone principale della villa, caratterizzato da un bellissimo camino in pietra scolpita raffigurante il mito di [[Orfeo]] e lo stemma della casata dei Borri.
 
A sinistra di questo si trovavano due sale adibite a cucina e lavanderia. Il piano superiore era occupato dalle camere. Un terzo corpo di fabbrica oggi distrutto accoglieva invece un torchio con una torretta che fungeva da colombaia. Nel [[1723]], in occasione del catasto voluto da [[Carlo VI del Sacro Romano Impero|Carlo VI]], fu stesa la prima carta catastale di Magenta dove già risultava chiaramente la costruzione. Nel [[1768]] Giovanni Battista Borgazzi eredità la casa per poi passare qualche tempo dopo al ragioniere Filippo Viganò di [[Milano]], che nel maggio del [[1820]] vendette tutti i suoi beni a Magenta, a Giovanni Andrea De Andrea, anch'egli residente in [[Milano]]. All'atto di vendita è legata una permuta dei beni eseguita dall'ingegner Paolo Bianchi nel [[1818]]. Nel [[1833]] il proprietario morì lasciando i suoi beni in eredità alle figlie e ad alcuni suoi nipoti; nelle successive ripartizioni la villa andò alla figlia Agostina De Andrea, sposata con l'avvocato Giovanni Giacobbe (padre), a cui risulta intestata la casa nel [[1841]]. Al [[1854]] risale un nuovo rilevamento catastale che però non mostra significative variazioni rispetto alla struttura del Settecento.
 
Personaggio di spicco che abitò la villa fu Donna Maria Porro Lambertenghi, moglie di Giovanni Giacobbe (padre), figlia del Marchese Giberto Porro Lambertenghi che ebbe come precettore [[Silvio Pellico]].
 
Quartier generale austriaco durante la battaglia del [[1859]] venne assaltata dai franco - piemontesi nel tentativo di scuotere il comando avversario. Mentre tutta la villa è stata recentemente ristrutturata, la facciata sul giardino, conserva infatti ancora oggi i fori dei proiettili e delle cannonate dello scontro. L'avvocato Giovanni Giacobbe incaricò il pittore [[Giacomo Campi]] di decorare il porticato della villa con un ciclo pittorico in cui si racconta la campagna militare del [[1859]]. L'opera venne terminata, come documenta la firma, nel [[1897]].
 
Allo stesso artista si devono altri pregevoli lavori come il famoso "Brindisi della riconciliazione" tra un soldato austriaco ed uno francese, affrescato nel grande camino della villa, dipinto successivamente, nel [[1918]]. Anche per il museo patriottico ordinato dal figlio Gianfranco, Tenente di Cavalleria, la famiglia si avvalse dell'opera del Campi che decorò il frontone e la porta d'ingresso. Di queste ultime opere però non rimane nulla, in quanto sono andate distrutte con la ristrutturazione degli anni '70 del XX sec. Nel [[1921]], dopo la morte del figlio, Giovanni Giacobbe donò alla città di Magenta i cimeli della battaglia del [[1859]] e dieci anni più tardi, nel [[1931]] il Podestà di Magenta, Giuseppe Brocca, affidò le preziose memorie al museo del risorgimento di [[Milano]].
 
Nel [[1935]] la villa fu acquistata da comune e nello stesso anno vennero abbattuti i corpi di fabbrica adiacenti alla via [[4 giugno]] e l'ala anticamente occupata dal torchio. Di quest'ultima fu risparmiata solo la bassa parete con l'ampia arcata attraverso la quale si accedeva ad una palestra coperta per i balilla, costruita dal [[1936]].
 
La villa è attualmente sede delle associazioni storiche magentine, apprezzato centro e motore delle iniziative culturali della città.
 
==== Casa Boffi Pirogalli ====
Sita in via Garibaldi, n.91, la struttura ha origini piuttosto antiche. Di certo, si sa che tra il XVI ed il XVII secolo era compresa entro le proprietà della famiglia Medici, i quali successivamente la vendettero ad altri proprietari, sin quando non vi si instaurò il ''Forno Cooperativo Ambrosiano'', centro direzionale dei lavori agricoli dell'area.
 
==== Casa Spreafico Martinoni ====
La cosiddetta Casa Spreafico Martinoni consiste in un complesso di tre edifici cinquecenteschi situati in via Garibaldi che, in tempi diversi, vennero acquistati dalle famiglie Spreafico e Martinoni. La struttura originaria è stata ad oggi parzialmente variata dalle aggiunte ottocentesche.
 
==== Casa Croce Piazza Lombardi ====
Sita anch'essa in via Garibaldi, la Casa Croce Piazza Lombardi venne edificata nel XVII secolo e successivamente ampliata col passare dei secoli. Variazioni significative provengono alla struttura dal XIX secolo quando la famiglia Frigerio, proprietaria degli stabili, adibisce alcuni locali rustici interni alla produzione della seta attraverso l'allevamento dei bachi da seta, avviando una produzione famigliare.
 
==== Casa Beretta ====
L’edificio, ubicato in via Roma, n. 18, ha una pianta rimasta pressoché identica all'originale, risalente con tutta probabilità al Seicento.
 
==== Casa Miramonti ====
Di Casa Miramonti, si sa che nel XVII lo stabile era compreso nelle proprietà della famiglia Crivelli (e spettava come diritto al beneficiario dell’Abbazia di Santa Maria della Pace di [[Milano]]). La famiglia Miramonti acquistò lo stabile nel XVIII secolo nel 1700 trasformandone i locali rustici in locali d’abitazione. La casa si trova tra via Pretorio (la cosiddetta ''piassa de’ puj'') e via Manzoni.
 
==== Casa Albasino ====
La costruzione risale al XVII secolo e la denominazione di Casa Albasino gli pervenne nel [[1713]] quando i proprietari dello stabile, la famiglia De Zecchi, lasciò in eredità la proprietà alla famiglia Albasino, che successivamente frazionò la proprietà per esigenze d'eredità. Una parte dell'abitazione signorile è stata recentemente ristrutturata.
 
==== Casa De Ambrosis ====
Il complesso di Casa De Ambrosis, consiste in un blocco di due edifici situati lungo la via Garibaldi ed acquistati nel [[1704]] dal nobile Francesco Antonio De Ambrosis che si preoccupò non solo di ampliare le strutture, ma anche di adornarle con elementi strutturali e decorativi. Malgrado questo, l'aspetto attuale ha risentito degli influssi di ristrutturazione ottocenteschi.
 
==== Casa Crivelli Redenaschi Brocca ====
Edificata con tutta probabilità nel Settecento, divenne sede principale delle abitazioni dei Crivelli prima e dei Redenaschi poi. Nel XIX subì i mutamenti più radicali che fecero divenire lo stabile una vera e propria villa. All'estinzione della famiglia Brocca, ultima proprietaria, nel [[1950]], lo stabile venne lottizzato ed in parte venne acquistato dal comune. Attualmente la casa è sede dell'AVIS cittadina e di altre associazioni di volontariato del territorio, oltre che da un asilo nido.
 
==== Casa Monti ====
Col nome di Casa Monti, si identificano oggi una serie di edifici collocati lungo via 4 giugno, all'angolo con Piazza Liberazione e via Roma. Questi stabili vennero edificate nella prima metà del XVIII secolo e vennero istituite come beneficio della chiesa milanese di San Francesco, divenendo in seguito proprietà della famiglia Monti. All'interno del complesso si trova ancora oggi la base di una cappella che un tempo ivi sorgeva, dedicata a San Francesco.
 
==== Casa del Monastero dei Santi Cosma e Damiano ====
Come indica il nome stesso, questa abitazione sita in via 4 giugno, era un tempo di proprietà del Monastero dei Santi Cosma e Damiano alla Scala, che sorgeva a [[Milano]], nei pressi dell'area dell'attuale teatro omonimo. A partire dal [[1750]] la parte inferiore dell'abitazione divenne abitazione privata, mentre la loggia venne murata per ricavarne altri locali d'abitazione.
 
==== Villa Stoppa-Colombo ====
 
Villa Stoppa-Colombo (detta semplicemente ''Villa Colombo'') è un villino costruito nella prima metà del XX secolo, presso la stazione ferroviaria.
La struttura si presenta come uno corpo centrale sviluppato su tre piani e munito di torretta belvedere corredata da trifore.
Il complesso è inserito all'interno di una vasta cornice di verde pubblico che oggi è stato adibito a parco per la cittadinanza.
La villa venne eretta per volere della famiglia Stoppa, commerciante locale, e poi donata al comune di Magenta nel [[1997]] dalla signora Stoppa al fine di erigervi un asilo comunale per il quartiere (progetto in seguito decaduto).
Oggi il villino, gestito dall'Associazione Grisù, è sede di numerose associazioni come l'Associazione Nazionale Carabinieri, l'Associazione Culturale "Ragazzi di Magenta" e del Gruppo Scout Magenta 1°, oltre ad essere sovente sede di mostre e convegni.
 
=== Altri monumenti ===
==== Ossario e monumento alla [[Battaglia di Magenta]] ====
[[File:OssarioMagenta.jpg|thumb|right|250 px|L'ossario della Battaglia di Magenta]]
Non lontano dalla linea ferroviaria Milano-Torino, si trova oggi un sacrario dedicato ai caduti della Battaglia di Magenta ([[1859]]).
 
La struttura, costruita in un grande parco, è costituita da un massiccio obelisco dall'aspetto severo alto 35 metri e largo 8 alla base. È composta da quattro facciate uguali guardanti i quattro punti cardinali. L'architetto fu il milanese Giovanni Brocca. I lavori, cominciati nel [[1861]], vennero terminati nel [[1872]] quando tutte le ossa dei combattenti sparse lungo l'alzata della ferrovia, vennero raccolte e collocate definitivamente nel sotterraneo del monumento. Una bella gradinata in pietra beola conduce alle porte d'ingresso: la base è di pietra greggia di Moltrasio, detta nobile, mentre il corpo dell'obelisco è rivestito di pietra d'[[Angera]], una varietà giallognola. Gli stipiti delle porte e le finestre e dei bassorilievi sono in pietra di [[Viggiù]]. Su ogni facciata il primo bassorilievo presenta emblemi militari, il secondo cinque corone d'alloro con le iscrizioni:
 
* "All'esercito francese"
* "[[Vittorio Emanuele II]] e [[Napoleone III]] alleati"
* "La riconoscenza e la pietà"
* "Magenta IV Giugno MDCCCLIX"
 
Una finestrella circolare sta in cima all'edificio che è coperto di pietra beola. Si accede all'interno per quattro porte sormontate da una figura di donna che distribuisce corone d'alloro. L'interno ha forma di croce latina: le pareti sono ricoperte di lapidi di bronzo con i nomi dei caduti francesi. Una speciale è riservata al gen. Espinasse, morto poco dopo la battaglia, un'altra è riservata al gen. Clér, morto nel combattimento a Pontevecchio. Le lapidi vennero fuse a [[Milano]], mentre la volta rappresenta un cielo stellato. Nel mezzo del pavimento si apre un foro circolare: da esso si scende nella cripta sotterranea le cui pareti sono tappezzate da ossa umane. Il numero di teschi passa i cinquemila. Due scheletri occupano una parte del suolo: quello di un ungherese e quello di uno zuavo francese. Una scala praticata nello spessore del pilastro, conduce alla sommità dell'edificio da dove si può godere uno stupendo panorama della città.
 
Il complesso venne inaugurato nel [[1904]] da [[Vittorio Emanuele III]] e nel [[2009]], in occasione dei 150 anni della battaglia, è stato completamente ristrutturato con il parco circostante.
 
==== Il monumento a Mac Mahon ====
[[File:MonumentoMacMahon12-06-09.jpg|thumb|right|250px|Monumento al Generale Mac Mahon dopo i restauri del 2009. La statua è stata riportata nella sua posizione originale nel parco.]]
All'indomani della morte del generale [[Mac Mahon]], il parroco di Magenta, Don Cesare Targella e il sindaco Brocca, dopo aver presenziato alle esequie in Notre Dame a [[Parigi]], prospettarono l'idea di dedicargli un monumento.
 
L'opera venne affidata allo scultore cremonese Luigi Secchi che la portò a compimento nel [[1895]], realizzando una statua in bronzo dell'altezza di tre metri. L'archietetto Beltrami, già autore del restauro del Castello Sforzesco di [[Milano]], ha disegnato il piedistallo in pietra di [[Rezzato]] (alto tre metri e mezzo), che porta incisi sui tre lati luoghi e date di nascita e di morte del generale e degli altri alti ufficiali.
 
Alla cerimonia d'inaugurazione presenziarono rappresentanze italiane e francesi tra cui i rispettivi capi di stato, [[Vittorio Emanuele III di Savoia]] ed [[Émile Loubet]], occasione nella quale viene per l'appunto coniata una medaglia commemorativa dell'evento, ricavata dalle monete da 1 centesimo italiane, sovrastampate sul retro con l'effigie del presidente francese; sul davanti già figurava l'immagine di Vittorio Emanuele III.
 
In occasione della commemorazione del 150º anniversario della battaglia, l'amministrazione comunale ha predisposto che il monumento a Mac Mahon tornasse nella sua posizione originaria, al centro del monumentale viale che conduce ancora oggi all'ossario dei caduti e l'occasione ha consentito anche di riportare la scultura al suo antico splendore attraverso un accurato restauro che interessato anche l'ossario e il parco circostante.
 
==== Teatro Lirico ====
L'idea del Teatro Sociale Lirico Drammatico si concretizzò quando alcuni appartenenti alla "Società [[4 giugno]] [[1859]]" acquistarono un terreno del Cav. Luigi Cassola sull'allora Corso Vittoria in Magenta. La maggior iniziativa vide in campo Gianfranco Giacobbe, ma il giorno precedente la prima adunanza degli azionisti, moriva in un incidente a [[Milano]] il [[30 marzo]] [[1902]] in un incidente.
 
Fu l'avv. Giovanni Giacobbe, suo padre, che per ricordare il figlio e dar corpo ai desideri dei magentini riaccese l'iniziativa con cospicue donazioni. Il progetto fu affidato all'architetto Menni. La prima pietra venne posata il [[7 marzo]] [[1903]] ed il teatro, inaugurato ufficialmente il [[4 giugno]] [[1904]], era un tempo considerato l'anticamera del teatro milanese de [[Teatro alla Scala|La Scala]]. All'inaugurazione intervenne anche il tenore [[Francesco Tamagno]], primo [[Otello]] di [[Giuseppe Verdi]], che ne calcò per primo il palcoscenico con Adele Borghi ed Emilia Corsi, voci di primo piano della lirica di allora.
 
Il soffitto è decorato con un grande affresco di [[Giacomo Campi]] che rappresenta la visita di [[Arrigo VII]] a Magenta (fatto storico realmente accaduto nel [[1310]] - nel dipinto si può scorgere anche l'attuale campanile della chiesa di Santa Maria Assunta), sopra il quale si staglia un insieme armonico di nuvole, putti, poeti e l'esaltazione del teatro e delle manifestazioni artistiche ad esso collegate. Vi si distingue anche una rappresentazione della chiesa di Santa Maria Assunta, Dante Alighieri, Virgilio e un simpatico teatrino di marionette intitolato a Giuseppe Verdi.
 
Il teatro è stato recentemente restaurato nel [[2004]], in occasione del centenario dell'inaugurazione, e riportato al suo antico splendore con la proposta di una interessante stagione teatrale da rinnovarsi ogni anno, che comprende concerti, opera, brani di operetta e varietà.
 
==== Ospedale "Giuseppe Fornaroli" ====
[[File:Magenta-monumento ai caduti.jpg|thumb|Il monumenti ai caduti della [[prima guerra mondiale]]]]
La fondazione dell'originaria struttura dell'ospedale, risale al [[1876]] quando il cav. Giovanni Giacobbe fece un'offerta di 20.000 lire a favore del comune, da spendere entro tre anni, per la costruzione di una struttura ospedaliera a vantaggio dei malati meno abbienti del comune. A questa azione benevola, si affiancò l'opera del Marchese Giuseppe Maria Mazenta, che proprio in quello stesso anno donò uno dei propri terreni, denominato "Vigna Rossa" per l'erezione del complesso ospedaliero. Il [[2 dicembre]] [[1877]] venne posata la prima pietra dell’ospedale e il [[25 luglio]] [[1880]] l'opera venne ufficialmente inaugurata anche se come semplice ambulatorio. Fu a partire dal [[1896]] che, grazie al benestante Giuseppe Fornaroli (deceduto in [[Milano]], lasciando il proprio patrimonio all'ospedale ed all'asilo infantile di Magenta), che si poté compiere l'opera definitivamente. La struttura venne ampliata nel [[1904]] per dare spazio a nuove esigenze per i malati, sino agli anni '70 quando la struttura originaria venne dichiarata incapace di ospitare nuove degenze e la sede dell'ospedale venne costruita ex novo in un'area più consona. Lo stabile rimase pressoché abbandonato allo stato di rudere sino in tempi recenti quando parte di esso è stata ristutturata e in gran parte abbattuta per far spazio ad una struttura medica per l'accoglienza degli anziani e per l'elaborazione di alcune analisi.
 
==== Monumento alla Vittoria e Cappella votiva ====
Con il nome di '''Cappella votiva''' si indica oggi a Magenta il piccolo tempietto dorico costruito dall'architetto magentino [[Ugo Maria Sommaruga]] nei pressi del locale camposanto, dopo una lunga infilata di 220 cipressi, a ricordare i caduti che la città di Magenta ha avuto nella Prima Guerra Mondiale. Il '''Monumento alla Vittoria''', posto nell'attuale Piazza Vittorio Veneto, è un altro monumento ai caduti della Prima Guerra Mondiale, pregevole opera scultorea in bronzo dell'artista [[Giannino Castiglioni]], consistente in un enorme blocco di pietra sul quale sta un altrettanto imponente gruppo bronzeo rappresentante appunto la divinizzazione della Vittoria. Entrambi i monumenti vennero inaugurati da [[Vittorio Emanuele III]] il [[26 aprile]] [[1925]].
 
==== Parco Naturale "La Fagiana" ====
Nata come residenza di caccia di [[Vittorio Emanuele II]] nella seconda metà dell'Ottocento, la tenuta "La Fagiana" si trova sul territorio del comune di Magenta, in località Pontevecchio. Vasta 1574 ettari ed estesa per una lunghezza di più di dieci chilometri sulla sponda sinistra del [[Ticino]], da [[Casate]] a [[Robecco]], è divenuta una delle più importanti riserve della zona arricchendosi di numerosissime specie arboree e faunistiche. Al suo interno si trova un'interessante Museo del Bracconaggio che racconta in parte la storia della caccia nel [[Ticino]] dal XV sec. sino ai giorni nostri. Le zone boschive sono corredate di stupendi viali per il passeggio e per le uscite in bicicletta.
 
==== Stabilimento "Saffa" ====
La Saffa (Società per Azioni Fabriche Riunite Fiammiferi) è stata un'azienda produttrice di [[Fiammifero|fiammiferi]] tra le più importanti d'Italia e d'Europa. Attiva per 130 anni, dal [[1871]] al [[2001]], ha prodotto, oltre a fiammiferi di ogni tipologia, una linea di [[Mobile (arredamento)|mobili]] disegnati da [[Giò Ponti]] e [[Accendino|accendini]] per [[Cartier]]. È stata a lungo diretta dall'ingegner Pietro Molla, marito di [[Gianna Beretta Molla|santa Gianna Beretta Molla]].<ref>{{Cita news|lingua=|autore=Giovanna Maria Fagnani|url=http://www.corriere.it/cronache/11_febbraio_26/saffa-fiammiferi-fagnani_5e9cc144-418b-11e0-b406-2da238c0fa39.shtml|titolo=Fiammiferi, l'archivio Saffa salvato da un ex operaio|pubblicazione=Corriere della Sera|giorno=26|mese=febbraio|anno=2011|pagina=|accesso=26 febbraio 2011|cid=}}</ref>
 
== Personaggi celebri nati a Magenta ==
* [[Andrea Noè]] ([[15 gennaio]] [[1969]]) è un [[ciclismo|ciclista]] professionista.
* [[Carlo Ponti]] ([[1912]] - [[2007]]), [[produttore cinematografico]].
* [[Gianna Beretta Molla]] ([[4 ottobre]] [[1922]] - [[28 aprile]] [[1962]]) è venerata come santa dalla Chiesa cattolica.
* [[Francesco Pessina]] (n. [[1946]]), scultore
* [[Giovanni Cattaneo]] ([[3 agosto]] [[1916]] - [[31 luglio]] [[1943]]), sergente d'esercito, Medaglia d'Oro al Valor Militare
* [[Fabio Calcaterra]] (n. [[1965]]) calciatore ed allenatore
* [[Marco Pedretti]] (Pedro) voce dei finley, gruppo italiano pop punk.
* [[Davide Flauto]] ([[16 febbraio]] [[1988]]) cantante Amici di Maria De Filippi edizione 2009/10
* [[Marco Balzarotti]] ([[2 marzo]] [[1957]]) Doppiatore italiano
* [[Alessio Rimoldi]] ([[4 luglio]] [[1976]]), atleta vincitore della medaglia d'oro alle olimpiadi di Beirut del 2001
 
== Personaggi celebri legati a Magenta ==
* [[Arrigo VII]], imperatore del S.R.I.
* Gen. Patrice de [[Mac Mahon]], generale e presidente della repubblica francese
* [[Francesco Tamagno]], tenore
* [[Cesare Tragella]], prevosto di Magenta dal 1889 al 1910
* [[Carlo Ponti]] (Magenta, 11 dicembre 1912 – Ginevra, 10 gennaio 2007) produttore cinematografico italiano marito di [[Sophia Loren]].
 
== Onorificenze ==
 
Durante la [[seconda guerra mondiale]], nel periodo dell'occupazione tedesca e della [[Repubblica Sociale Italiana]], la famiglia ebrea milanese dei Molho, proprietaria di una fabbrica di minuterie metalliche a Magenta, fu salvata dai propri dipendenti, membri delle famiglie Cerioli e Vaiani. Dapprima fu trovato un alloggio in una cascina isolata, quindi una stanza segreta fu ricavata nel vasto magazzino al primo piano della fabbrica, ove i Molho (genitori e due bambini) poterono rimanere nascosti fino alla [[Caduta della Repubblica Sociale Italiana|Liberazione]]. Per questo loro impegno di solidarietà, il 22 dicembre 1997, l'Istituto [[Yad Vashem]] di [[Gerusalemme]] ha conferito l'alta onorificenza dei [[Giusti tra le Nazioni]] a Angelo Cerioli, alla figlia Dina Cerioli, ai generi Antonio Garbini e Battista Magna e alla cognata Caterina Vaiani.<ref>Israel Gutman, Bracha Rivlin e Liliana Picciotto, ''I giusti d'Italia: i non ebrei che salvarono gli ebrei, 1943-45'' (Mondadori: Milano 2006), pp.98-99.</ref> Il 20 luglio 2000, il Parlamento Italiano ha istituito il [[Giorno della Memoria]] a ricordo sia delle vittime dell'[[Olocausto]] sia di coloro che a rischio della propria vita hanno protetto i perseguitati.
 
== Eventi e cultura ==
* [[3 febbraio]]: S.Biagio - fiera del bestiame e macchine agricole
* Primavera: Fiera campionaria - vetrina del commercio, industria, artigianato, agricoltura e turismo del magentino. Su una superficie di m<sup>2</sup> 16.000 ospita ogni anno circa 30.000 visitatori.
* Prima domenica di giugno: rievocazione storica della Battaglia di Magenta
* Giugno Magentino: tutto il mese offre appuntamenti con l'arte, la cultura, la musica, il teatro, concerti d'organo e bandistici, saggi e tornei sportivi organizzati dalle associazioni cittadine.
* [[16 agosto]]: S.Rocco - fiera di merci e bestiame
* [[11 novembre]]: S.Martino - concerti ed assegnazione del premio "[[San Martino d'Oro]]" [www.prolocomagenta.org/index.php?option=com_content&view=article&id=71&Itemid=83] al magentino dell'anno.
* Novembre: "Magenta Jazz Festival"
Sul territorio operano poi una serie di associazioni per la promozione del territorio come la Pro Loco o l'associazione giovanile "Ragazzi di Magenta" che annualmente organizza l'evento "MAGENTART", una delle maggiori adunanze dell'area di talenti artistici, letterati e musicali. Tra i cinema cittadini, particolarmente attivo è il "Cinema Teatro Nuovo" che, su iniziativa dell'Associazione Culturale Ariel, nel 2005 ha avviato la rassegna teatrale "Ti Racconto Un Libro", ciclo annuale di narrazioni teatrali dedicate a grandi romanzi, premiata sin dalla prima edizione con una straordinaria presenza di pubblico.
 
== Gemellaggi ==
La città di Magenta è gemellata con:
 
* [[Magenta (Francia)|Ville de Magenta]] - [[File:Flag of France.svg|20px]] [[Francia]]
* Sant'Anna di Stazzema
 
== Onorificenze ==
[[File:Magenta-piazza Liberazione.jpg|thumb|300px|Piazza Liberazione]]
{{Onorificenze
|immagine = Corona di città.svg
|nome_onorificenza = Titolo di Città
|collegamento_onorificenza = Titolo di città
|motivazione =
|luogo = D.P.R. del [[25 maggio]] [[1947]]
}}
{{Onorificenze
|immagine=Vajira Mala Order ribbon.png
|nome_onorificenza=Medaglia commemorativa del 150º anniversario della Battaglia di Magenta
|collegamento_onorificenza=
|motivazione=Per essere stato il teatro principale dei primi scontri del risorgimento italiano che aprirono le porte al processo di unificazione nazionale
|luogo=Magenta, 4 giugno 2009
}}
 
== Attività musicali ==
 
Nonostante la grandezza del comune, ci sono molte associazioni cittadine si occupano di musica: tra queste la "Maxentia Big Band ", il "Coro civico", la fanfara dei bersaglieri "Nino Garavaglia" e l'"orchestra Città di Magenta.
Sono inoltre presenti tre [[Banda musicale|bande cittadine]] centenarie: la [[Banda Civica di Magenta|Banda civica di Magenta]] , la banda "4 giugno 1859" e la banda "Santa Cecilia" di Pontevecchio di Magenta.
 
== Istruzione ==
Nella città sono presenti scuole di diverso ordine e grado. Partendo dalle scuole materne ed elementari, è possibile giungere fino al termine dell'istruzione media superiore.
 
Tra le scuole della città è possibile ricordare:
* Liceo classico "Salvatore Quasimodo" composto da liceo classico, liceo linguistico e sperimentazioni di liceo socio-psico-pedagogico.
* Liceo scientifico "Donato Bramante"
* Istituto di istruzione superiore "Luigi Einaudi" composto da ragionieri amministrativi IGEA, ragionieri programmatori, geometri, liceo artistico e odontotecnico con sede a Corbetta
* Istituto di istruzione superiore "Magenta" composto da istituto professionale Ipsia "Leonardo da Vinci" con sede a Magenta e istituto tecnico industriale, liceo tecnologico "Emilio Alessandrini" con sede a Vittuone
* Istituto professionale di estetiste
* Istituto professionale "Manzoni"
 
== Trasporti e collegamenti ==
Magenta è stata da sempre un punto di passaggio tra i due nodi principali dell'economia italiana, [[Milano]] e [[Torino]], anche se solo negli ultimi due secoli si è sviluppato un sistema stradario efficiente che facesse della città un centro facilmente raggiungibile.
 
Nel [[1809]] iniziarono i lavori a [[Boffalora sopra Ticino|Boffalora]] per la costruzione del ponte in muratura sul [[Ticino]] che rendesse continua la direttrice Milano - Magenta - [[Novara]] - [[Vercelli]] - Torino; il tutto terminò nel [[1830]].
La [[Strada Statale 11]] ha costituito e costituisce un'infrastruttura fondamentale per l'economia del paese.
 
Il [[15 gennaio]] [[1880]] fu inaugurato il tronco per [[Sedriano]] della [[tram interurbano|tranvia interurbana]] [[motore a vapore|a vapore]] [[tranvia Milano-Magenta/Castano Primo|Milano&nbsp;– Magenta]] che prestò servizio fino ad agosto 1957 sostituendo la tratta con i meno inquinanti e più maneggevoli autobus istituendo così la rilevante linea interurbana 420 Milano-Magenta-Cuggiono gestita dal [[ATM (Milano)|ATM]] fino al 2008. Attualmente z620 ed è gestita da [[MOVIBUS]]. Le linee per raggiungere i comuni del magentino, del castanese e del legnanese sono:
* z641 per [[Boffalora sopra Ticino]] - [[Bernate Ticino]] - [[Cuggiono]] - [[Turbigo]] - [[Nosate]]; (gestore [[MOVIBUS]])
* z642 per [[Corbetta]] - [[Santo Stefano Ticino]] - [[Arluno]] - [[Ossona]] - [[Casorezzo]] - [[Busto Garolfo]] - [[Villa Cortese]] - [[Legnano]]; (gestore [[MOVIBUS]])
* z646 per [[Marcallo con Casone]] - [[Mesero]] - [[Inveruno]] - [[Cuggiono]] - [[Buscate]] - [[Castano Primo]]; (gestore [[MOVIBUS]])
* H640 per [[Robecco sul Naviglio]] - [[Cassinetta di Lugagnano]] - [[Abbiategrasso]] - [[Albairate]] - [[Cisliano]] - [[Cusago]] - [[Milano]] [[Bisceglie (metropolitana di Milano)|Bisceglie]]; (gestore [[ATINOM]])
 
La città è posta sulla linea ferroviaria Milano-Novara-Torino ed usufruisce di una propria stazione non lontana dal centro storico che tramite la 'Linea S6 Milano/Novara' la collega direttamente con 'Milano Porta Garibaldi e Milano Centrale''.
Inoltre con l'apertura della nuova bretella stradale [[Magenta]]-[[Malpensa]] la città è raggiugibile direttamente dal nuovo recente casello autostradale Marcallo-Mesero dell'[[autostrada A4 (Italia)|autostrada A4]] Milano-Torino.
 
== Amministrazione ==
{{ComuniAmministrazione|NomeSindaco=Luca Del Gobbo<!--nome, cognome SENZA titoli-->
|DataElezione=29/05/2007 <!--DATA DI ELEZIONE, usare il formato GG/MM/AAAA-->
|mandato=2
|partito=[[centrodestra]]
}}
 
=== Linee Regionali ed Interregionali ===
=== Sindaci durante la [[Repubblica Italiana]] [[File:flag of Italy.svg|30px]] ===
Principali destinazioni:
{| border="0" cellpadding="2" cellspacing="2"
*[[Novosibirsk]]
|- bgcolor="#ffcccc"
*[[Kemerovo]]
!nome
*[[Belovo (Russia)|Belovo]]
!carica
*[[Meždurečensk]]
!dal
*[[Taštagol]]
!al
*[[Artyštu]]
!partito
*[[Teneš]]
!anno e luogo di nascita
|- bgcolor="#ccccff"
|Sante Zuffada
| sindaco
|[[1988]]
|[[1993]]
|[[Democrazia Cristiana]]
|Borgo San Giovanni, 18-07-1944
|- bgcolor="#98FF98"
|Franco Bertarelli
| sindaco
|[[1993]]
|[[1997]]
|[[Lega Lombarda (partito politico)|Lega Lombarda]]
|Magenta, 1948
|- bgcolor="#FADADD"
|Giuliana Maria Labria
| sindaco
|[[1997]]
|[[2002]]
|[[Partito della Rifondazione Comunista|PRC]]-[[L'Ulivo]]
|Magenta 21-03-1961
|- bgcolor="#ccccff"
|Luca Del Gobbo
| sindaco
|[[2002]], [[2006]]
|[[2006]], in carica
|[[Popolo delle Libertà]]
|Magenta 05-01-1964
|}
 
== Evoluzione demograficaServizi ==
[[File:Железнодорожный вокзал в Новокузнецке.jpg|Vista panoramica della stazione di Novokuzneck delle [[Ferrovie russe]].|thumb|upright=3.2]]
{{Demografia/Magenta (MI)}}
La stazione dispone dei seguenti servizi:
*[[File:Feature ticket office.svg|24px|Biglietteria]] Biglietteria con sportello
*[[File:Feature suburban buses.svg|24px|Autobus]] Capolinea autolinee, interscambio autobus
*[[File:AB-Autobahnkiosk.svg|24px|Bar]] Bar e ''fast food''
*{{simbolo|Euro symbol.svg|24}} Banca e cambiavalute
*[[File:News.svg|24px|Edicola]] Edicola
*[[File:RWBA WC.svg|24px|WC]] Servizi igienici
*[[File:Aiga taxi.svg|24x24px]] Taxi
*[[File:Feature parking.svg|24x24px]] Parcheggi di superficie
 
== Note ==
<references />
 
== BibliografiaVoci correlate ==
*[[Novokuzneck]]
* Pedrazzini Carlo, ''Magenta'', Istituto Editoriale Cisalpino, Varese, 1935.
*[[Ferrovie russe]]
 
== Altri progetti ==
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== Collegamenti esterni ==
{{Provincia di Milano}}
*{{cita web|url=http://zszd.ru/wps/portal/zszd?STRUCTURE_ID=36&layer_id=983&id=45|titolo=La stazione di Novokuzneck sul sito ufficiale della Ferrovia siberiana occidentale|lingua=ru}}
{{Comuni del consorzio del Naviglio Grande}}
*{{cita web|http://zszd.ru/wps/portal/zszd|Il sito ufficiale della Ferrovia siberiana occidentale|lingua=ru}}
{{Parco naturale lombardo della Valle del Ticino}}
*{{cita web|url=http://branch.rzd.ru/wps/PA_1_M71IFOI21GLP502LBRBVSP0021/ChamUserServlet?vp=2&STRUCTURE_ID=709&layer_id=3123&image_id=9174|titolo=La mappa ufficiale della Ferrovia siberiana occidentale|lingua=ru}}
{{Pieve di Corbetta}}
*{{cita web|http://www.city-n.ru/webcam/depot/640|La webcam dalla piazza della stazione di Novokuzneck}}
{{Portale|Lombardia|Milano}}
 
{{Portale|Russia}}
[[Categoria:Magenta| ]]
[[Categoria:Comuni della provincia di Milano]]
[[Categoria:Comuni dei Navigli]]
 
[[Categoria:Stazioni ferroviarie della Russia|Novokuzneck]]
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[[Categoria:Trasporti a Novokuzneck]]
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[[Categoria:Architetture di Novokuzneck|Stazione di Novokuzneck]]
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[[Categoria:Ferrovia Transiberiana]]
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