Centri di riparazione e riuso e Discussioni utente:Fedele D'Alonzo: differenze tra le pagine

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{{S|ecologia|commercio}}
{{O|ecologia|luglio 2012}}
I '''Centri di Riparazione e Riuso''' sono delle strutture destinate al riutilizzo di beni in disuso. Simili ai mercatini e negozi dell'usato, si differenziano da questi quando, a fronte di un certo livello di integrazione con la gestione dei rifiuti (in termini di riutilizzo e preparazione al riutilizzo) vengono intercettati e rimessi in circolazione grandi volumi di oggetti riutilizzabili. Non sono definibili centri di riuso le strutture che si caratterizzano per performance inferiori alla media di un negozio dell'usato ([http://www.occhiodelriciclone.com/attachments/article/1009/Paper%20LCA%20e%20Riutilizzo%20-%20ITA%20%281%29.pdf un negozio di usato conto terzi medio riutilizza mediamente 100 tonnellate all'anno]).
 
{| style="width:100%; background:transparent; font-size:90%"
Benché siano costituiti in prevalenza da locali o aree al chiuso possono essere composti anche da spazi coperti o completamente all'aperto. Le aree prevedono il solo trattamento di oggetti dismessi come [[computer]], [[biciclette]], [[elettrodomestici]], [[componenti elettronici]] o di varia ferramenta, infissi, sanitari, [[abbigliamento]], mobili, articoli di [[produzione industriale]] o manufatti in generale.
| style="background:#e0f0ff; border:1px solid silver; -moz-border-radius-topleft:12px; -webkit-border-top-left-radius:12px; border-top-left-radius:12px; width:20%; height:30px" | &nbsp;&nbsp; [[File:Help-browser.svg|18px|link=Aiuto:Benvenuto]] [[Aiuto:Benvenuto|Benvenuto]]
| style="background:#6495ed; color:white; padding:0.5em 0.5em 0.5em 1em; font-size:140%; border:1px solid silver; -moz-border-radius-topright:12px; -webkit-border-top-right-radius:12px; border-top-right-radius:12px; width:80%" | '''Benvenuto/a su Wikipedia, <span style="color:white">Fedele D'Alonzo</span>!'''
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| style="background:#e0e6ff; border:1px solid silver; height:30px; padding-left:1em" | [[File:Nuvola apps ksig.png|18px|link=Aiuto:Guida essenziale]] [[Aiuto:Guida essenziale|Guida essenziale]]
| rowspan="8" style="background:#fffff0; border:1px solid silver; -moz-border-radius-bottomright:12px; -webkit-border-bottom-right-radius:12px; border-bottom-right-radius:12px; padding:0.5em 1em;" |<div style="font-size:105%">Con i tuoi interessi e le tue conoscenze puoi far crescere il sapere libero e l'enciclopedia. Scrivi nuove voci o amplia quelle già esistenti: '''il tuo contributo è prezioso'''!
 
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==Motivazioni==
La motivazione principale di tali Centri consiste nella necessità di prevenire lo spreco delle risorse tramite la promozione di un uso razionale delle stesse. In questo senso risulta indispensabile dimostrare la possibilità concreta di prolungare il ciclo vitale dei beni erroneamente considerati scarti dalla cultura contemporanea dell'[[usa e getta]], mettendone in risalto lo sperpero legato alle dinamiche del [[consumismo]]. Le ragioni più ricorrenti dipendono dall'influenza che esercitano le novità del mercato sulle mode o stili di vita, dalla perdita di funzionalità o necessità, dalla mancanza di spazio nelle proprie abitazioni o nei luoghi di lavoro, dalla presenza di danni lievi, dallo stato di usura, e da motivazioni sentimentali.
 
Se '''contribuisci a Wikipedia su commissione''' si applicano '''[[Wikipedia:Avvertenze sulla contribuzione su commissione#Le nostre condizioni d'uso|condizioni d'uso particolari]]'''.
==Obiettivi==
L'obiettivo principale dei centri di riuso è la riduzione dei rifiuti o la preparazione al riutilizzo dei [[rifiuti]], al fine di ridurre i volumi di materiali post-consumo smaltiti in discarica o negli inceneritori. Ma grazie ai centri di riuso possono anche essere raggiunti obiettivi di occupazione, integrazione sociale, solidarietà.
==Principi correlati==
Nel contesto allargato al rispetto dell'ambiente in termini di [[sviluppo sostenibile]], questi Centri sono la prima strategia in attuazione del principio "da rifiuti a risorse" di Zero Rifiuti. Qualora un bene in disuso sia considerato al pari di un rifiuto è comunque prioritario valutarne il possibile riutilizzo. Per cui i Centri di Riparazione e Riuso contribuiscono direttamente alla corretta chiusura del ciclo dei rifiuti evidenziando la pratica da esercitare prima di valutare le successive strategie del recupero rappresentate in primo luogo dalla raccolta differenziata porta a porta e dagli impianti di riciclo.
==Caratteristiche==
Le caratteristiche strutturali dipendono dal bacino di utenza. La condizione ottimale si ottiene predisponendo un'area minima di circa 1500&nbsp;— 2000&nbsp;m² ogni 100&nbsp;000 abitanti.
==Realizzazioni==
Tra gli esempi più famosi e pubblicizzati spiccano l'Urban Ore Ecopark, nella città di [[Berkeley]] dello Stato della [[California]], l'Ecoparco Municipale della città di [[Göteborg]] in [[Svezia]], la rete Kringloop nelle Fiandre belga.
Ma è In [[Italia]], (dove a differenza di paesi con reddito procapite piu alto i prezzi dell'usato riescono a sostenere i costi di operazione), che i centri di riuso mostrano le migliori performance nella relazione tra risultati quantitativi ed efficienza gestionale. Il centro di riuso gestito dalla [http://www.insiemesociale.it/ Cooperativa Insieme] a Vicenza riutilizza ogni anno oltre 600 tonnellate dando lavoro a oltre 100 persone. Sono esperienze note anche quella di [[Capannori]] e quella di Serra de'Conti, nonostante non abbiano ancora raggiunto risultati quantitativamente rilevanti; secondo il IV Rapporto Nazionale sul Riutilizzo, la somma di tutti i centri di riuso italiani non arriva ad eguagliare le 100 tonnellate l'anno garantite mediamente da un singolo negozio di usato in conto terzi a conduzione familiare (in Italia ce ne sono circa 4000).
Attualmente sono in fase di studio e comparazione i costi e i risultati dei modelli "integrati" (dove la raccolta dei rifiuti si integra alla raccolta del riutilizzabile) e i costi e i risultati dei modelli "paralleli" (dove si raddoppia il servizio al fine di non far cadere l'oggetto riutilizzabile nella classificazione formale di "rifiuto").
==Limiti della normativa vigente==
Sebbene le realizzazioni esistenti siano in prevalenza di iniziativa privata, la necessità di normare e stimolare la creazione di Centri di Riparazione e Riuso ha spinto la [[Comunità Europea]] a prescrivere agli Stati membri delle [[direttive comunitarie]] in cui è inclusa l'iniziativa pubblica.
In particolare, l'art. 4 della direttiva CEE 17/6/2008 definisce «una gerarchia dei rifiuti da applicare quale ordine di priorità della normativa e della politica in materia di prevenzione e gestione dei rifiuti».<ref>http://www.iuav.it/Facolta/facolt--di/OSSERVATOR/servizi-pu/DOCUMENTI/NORMATIVE-/direttiva-C.E.-17-giugno-2008.pdf Direttiva-C.E.17 giugno 2008</ref>
In Italia, il Testo Unico Ambientale (Decreto Legislativo 3 aprile 2006 n. 152, modificato dal DLGS 3 dicembre 2010n. 205, GU n. 288 del 10-12-2010)<ref>[http://www.sistri.it/Documenti/Allegati/Decreto_Legislativo_205_del_3_dicembre_2010.pdf D.L.205 2010]</ref> al riguardo di ciò, l'art. 179 «criteri di priorità nella gestione dei rifiuti», nel comma 1 riporta:
''«le pubbliche amministrazioni perseguono (…) iniziative dirette a favorire prioritariamente la prevenzione e la riduzione della produzione e della nocività dei rifiuti».''
L'unico articolo che dovrebbe esserne direttamente correlato in funzione della prioritaria prevenzione e riduzione è l'art. 6 dello stesso Decreto, il quale specifica il solo «riutilizzo di prodotti e preparazione per il riutilizzo di rifiuti».
Infatti, nel comma 1 definisce che:
''«le pubbliche amministrazioni promuovono (…) iniziative dirette a favorire il riutilizzo dei prodotti e la preparazione per il riutilizzo dei rifiuti».''
Il comma 1a collega la promozione a strumenti economici per cui sono impiegabili le cosiddette imposte di scopo come la tassa sull'usa e getta, mentre i commi 1d e 1e prevedono rispettivamente degli obiettivi quantitativi e delle misure educative.
Il comma 1b dispone:
''«la costituzione ed il sostegno di centri e reti accreditati di riparazione/riutilizzo»'' ma, nonostante il comma 1c ne abbia imposto l'adozione entro giugno 2011, dopo un anno questa norma non è stata ancora tradotta in iniziative concrete dalla quasi totalità delle amministrazioni locali.
Bisogna evidenziare che la mancata attuazione del decreto è dovuta in gran parte alle contraddizioni presenti nello stesso Decreto, in particolare nella valenza giuridica da attribuire al termine "rifiuto".
Secondo il Testo Unico Ambientale qualsiasi oggetto è classificato come "rifiuto" in funzione della necessità del "disfarsene" (art. 10 DGLS 205/2010) a prescindere dal potenziale riutilizzo diretto o previa riparazione:
 
Ricorda di '''non copiare testi né immagini da libri o siti internet poiché <u>NON è consentito inserire materiale protetto da [[Wikipedia:Copyright|copyright]]</u>''' (nel caso sia tu l'autore/autrice, devi seguire [[Wikipedia:CONCEDI|l'apposita procedura]]), e di scrivere seguendo un '''[[Wikipedia:Punto di vista neutrale|punto di vista neutrale]]''', citando le '''[[WP:FONTI|fonti]]''' utilizzate.</div>
''«qualsiasi sostanza od oggetto di cui il detentore si disfi o abbia l'intenzione o abbia l'obbligo di disfarsi».''
La norma riproduce la Circolare del [[Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare|Ministero dell'Ambiente]] 28.06.1999 (poi adottata dal DLGS 152/2006, Parte Quarta, rispettivamente allegati B e C) per cui «un soggetto si disfa di qualche cosa quando è in atto o è stata effettuata un'attività di smaltimento o di recupero». Va specificato che nel Testo Unico Ambientale le operazioni di "smaltimento" e "recupero" collegate all'art. 10 non comprendono il riutilizzo.
La contraddizione è quindi nell'interpretazione del termine "disfarsi", nelle opinabili intenzioni del "detentore" e nell'esclusione di qualsiasi operazione di riutilizzo. La disciplina previgente (art. 14, DLGS 138/2002) recepiva la direttiva CEE/91/156 già presente nel "decreto Ronchi" (art. 6, comma 1, lettera a, DLGS 22/1997) che prescriveva come "rifiuto" «qualsiasi sostanza od oggetto che rientra nelle categorie riportate nell'Allegato A alla parte quarta del presente decreto e di cui il detentore si disfi o abbia deciso o abbia l'obbligo di disfarsi».
L'abrogazione dell'allegato A (art. 264, DLGS 152/2006, sostituito con art. 10, DGLS 205/2010) è stata più volte richiamata in sede comunitaria fino alla condanna dell’Italia da parte della [[Corte di Giustizia Europea]] (Corte di Giustizia Sez. III 18 dicembre 2007, Commissione/Italia).<ref>[http://latribuna.corriere.it/dynuni/dyn/allegati/PDF_codici/tribuna%20juris/La%20nozione%20di%20rifiuto.pdf Articolo su corriere.it]</ref>
Le motivazioni pertinenti ai fini del riutilizzo sono:
1- il verbo «disfarsi» deve essere interpretato considerando le finalità della normativa comunitaria e, segnatamente, sia la tutela della salute umana e dell’ambiente contro gli effetti nocivi della raccolta, del trasporto, del trattamento, dell’ammasso e del deposito dei rifiuti, sia un elevato livello di tutela e l’applicazione dei principi di precauzione e di azione preventiva (Corte Giustizia 18 aprile 2002, Palin Granit);
 
<div align="center" style="font-size:130%">Buon lavoro e buon divertimento da parte di tutti i wikipediani!</div>
2- l’applicazione delle direttive in tema di rifiuti non può dipendere dall’intenzione del detentore di escludere o meno una riutilizzazione economica da parte di altre persone delle sostanze o degli oggetti di cui si disfa (Corte Giustizia 28 marzo 1990, Vessoso).
 
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==Bibliografia<ref>[http://ambientefuturo.org/wp-content/uploads/2012/05/camilla-piccinini_pres-maggio_light.pdf ambientefuturo.org]</ref>==
{{Cassetto inizio
|titolo = Altre informazioni
* Gianluca Carmonsino, (2010) La biblioteca delle cose, in «Carta», n.36.
}}
* Alessio Ciacci, (2011) Capannori il Comune “verso Rifiuti Zero”, documento del Comune di Capannori ‒ Assessorato all'ambiente.
[[File:Firma e data.png|thumb|Apponi la firma nei tuoi interventi]]
* Roberto Cavallo, (2011) Meno 100 chili - ricette per la dieta della vostra pattumiera, Edizioni Ambiente, Milano.
*[[Portale:Progetti|Visualizza l'elenco]] dei '''[[Wikipedia:Progetto|progetti collaborativi]]''' riguardanti specifiche aree tematiche dell'enciclopedia: puoi partecipare liberamente a quelli di tuo interesse o chiedere suggerimenti.
 
*Identificati nelle [[Aiuto:Pagina di discussione|pagine di discussione]]: '''[[Aiuto:Firma|firma]] i tuoi interventi''' con il tasto che vedi nell'immagine.
* Paul Connet, Patrizia Lo Sciuto e Rossano Ercolini, (2012) Rifiuti Zero una rivoluzione in corso, ed. Dissensi.
*Una volta consultata la Guida essenziale, prova ad ampliare le tue conoscenze sul funzionamento di Wikipedia con il '''[[Aiuto:Tour guidato|Tour guidato]]'''.
* Pietro Luppi, (2009) Tutto da rifare. Manuale pratico di riuso, riciclo, riparazione e baratto, ed. Terre di Mezzo, Milano.
*Hai già un altro account oppure qualcun altro contribuisce dal tuo stesso computer? Leggi [[Wikipedia:Utenze multiple]].
* Occhio del Riciclone e Centro di Ricerca Economica e Sociale (a cura di), (2009) La seconda vita delle cose. Il riutilizzo, una nuova frontiera per la gestione dei rifiuti, Edizioni Ambiente, Milano.
{{-}}
* Guido Viale, (2000) Un mondo usa e getta. La civiltà dei rifiuti e i rifiuti della civiltà, ed. Feltrinelli, Milano.
{{Cassetto fine}}
* Guido Viale, (2010) La civiltà del riuso, ed. Laterza, Milano.
</div>
{{Cassetto inizio
==Note==
|titolo = Serve aiuto?
<references/>
}}
[1] Vedi "L'importanza di creare una rete di centri". ambientefuturo.org/wp-content/uploads/20...res-maggio_light.pdf
Se hai bisogno di aiuto, chiedi allo [[Aiuto:Sportello informazioni|sportello informazioni]] (e non dimenticare che la risposta ti verrà data in quella stessa pagina). Se avessi bisogno di un aiuto ''continuativo'', puoi [[Progetto:Coordinamento/Accoglienza/Nuovi_arrivati|richiedere di farti affidare un "tutor"]].
<inputbox>
[2] www.iuav.it/Facolta/facolt--di/OSSERVATO....-17-giugno-2008.pdf
type=commenttitle
bgcolor=white
[3] www.sistri.it/Documenti/Allegati/Decreto..._3_dicembre_2010.pdf
preload=
editintro=
[4] latribuna.corriere.it/dynuni/dyn/allegat...e%20di%20rifiuto.pdf
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page=Aiuto:Sportello_informazioni
[5] ambientefuturo.org/wp-content/uploads/20...res-maggio_light.pdf
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break=no
{{Voci isolate}}
buttonlabel=Domanda allo Sportello informazioni
 
</inputbox>
[[Categoria:Ecologia]]
{{Cassetto fine}}
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