Utente:Alfreddo/Sandbox: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Alfreddo (discussione | contributi)
Messbot (discussione | contributi)
 
(44 versioni intermedie di 6 utenti non mostrate)
Riga 1:
{{Titolo errato|Utente:Alfreddo/Creuza de mä}}
 
<div align="center">{{Quote|..padrone della corda, marcia d'acqua e di sale,<br>che ci lega e ci porta in una mulattiera di mare|''Creuza de mä''|...bacan d'a corda, marsa d'aegua e de sä,<br>che a ne liga e a ne porta 'nte 'na creuza de mä|lingua=lij}}</centerdiv>
 
{{Album
Riga 8:
|Tipo album = Studio
|Data = [[marzo]] [[1984]]
|Etichetta = [[Dischi Ricordi|Ricordi]]
*|Edizioni Musica:= [[BMG Bmg/Ricordi]]<br /><small>(ex Jubal, / ex FadoFADO)</small>
|Durata = 33 [[minuto|min]] 29 [[secondo|sec]]
|Genere Musicale = [[Cantautori]] <br /> [[World music]]
Riga 14 ⟶ 15:
|Numero di Tracce = 7
|Registrato =<span style="font-size:90%"> Felipe Studio ([[Milano|MI]]) e ''[[Stone Castle Studios]]'' ([[Carimate]]), da agosto a dicembre [[1983]]</span>
|album precedente = [[Fabrizio De André (L'indiano)|Album dellL'indiano]] ([[1981]])
|album successivo = [[Le nuvole (album)|Le nuvole]] ([[1990]])
}}
'''''Creuza de mä''''' ([[1984]]) è l'undicesimo album registrato in studio di [[Fabrizio De André]]. È stato ed è considerato da parte della critica una delle pietre miliari della musica degli [[anni 1980|anni ottanta]].<refsup>[[David Byrne]] ha dichiarato alla rivista{{FULLPAGENAME}}#Riconoscimenti |[[Rolling Stonea]] che ''Creuza'' è uno dei dieci album più importanti della scena musicale internazionale degli [[anni 1980|anni ottanta]]. [http://www.mybestlife.com/ita_anima/David_Byrne_intervista.html]<br>La rivista "Musica & Dischi" ha eletto l'album il migliore degli anni '80 [http://www.fondazionedeandre.it/le_parole/le_rassegne_stampa/cronologia/1980_1989/]</refsup>
 
==Il disco==
Riga 28 ⟶ 29:
==La genesi==
===Le esperienze precedenti===
Il''Creuza'', discouno senzadei dubbiopunti segna unadi svolta nella carrieralunga musicalee divariata Fabriziocarriera di De André, chegiunge dopo più di vent'anni di un percorso musicale caratterizzato da innumerevoli influssi e frequenti cambiamenti di spezzastile: idai legami con la tradizione trobadorica e francese, alladegli qualeesordi eraalle legatocontaminazioni daglisinfoniche esordidei suoi primi ''[[concept album|concept]]'', ladall'amore per poesia in musica di [[Leonard Cohen|Cohen]] e iai recenti "esperimenti"dischi di matrice americana,angloamericana prima([[1974]]/[[1981]]) confrutto ledelle traduzionicollaborazioni dicon [[BobFrancesco DylanDe Gregori]], poi con la collaborazione cone [[Massimo Bubola]], che lo avevaavevano avvicinato a sonorità piùintimamente legate al ''[[folk]]'' [[anglosassone]] [[Bob Dylan|dylaniano]] e a stilemi ''[[blues]]-[[rock]]''.
 
Tuttavia il cantautore aveva avuto esperienze con musica popolare e dialettale di tradizione mediterranea già nel [[1972]], quando compose le musiche dei brani in [[dialetto genovese]] ''A famiggia di Lippe'' e ''[[Ballata triste]]'' per il cantautore folk genovese [[Pietro Parodi]]; conobbe inoltre il poeta dialettale genovese Mario Tortora e si interessò alla ricerca dell'etnomusicologo Edward Neill<ref>[http://prono.provincia.genova.it/notizia.asp?IDNotizia=3771 Cenni biografici su Edward Neill]</ref> sulle tradizioni musicali liguri. Fabrizio dimostrò grande interesse per la cultura ligure, che si concretizzò in lunghi studi, compiuti tra vecchi testi e interviste agli anziani della ''[[Foce (quartiere di Genova)|Foce]]'' (il quartiere di Genova dove abitava Fabrizio), alla ricerca di antiche tradizioni e racconti popolari.
 
Attraverso le sue ricerche De André si convinse della mancanza di un vero contatto tra la musica folkloristica che allora era diffusa e la reale tradizione popolare genovese, soprattutto a causa dell'introduzione di temi musicali [[Lombardia|lombardi]] e [[Piemonte|piemontesipiemonte]]si, oltre a [[valzer]] e [[tango argentino|tanghi]] adottati per il mercato degli emigranti in [[Sudamerica]]; proprio in relazione con le sonorità sudamericane nacque negli anni sessanta un nuovo filone compositivo che, sfruttando l'assonanza tra genovese e [[lingua portoghese|portoghese]], utilizzava ritmi [[Brasile|brasiliani]] per musicare testi dialettali, allontanando in questo senso ancor di più la musica dalla tradizione ligure.[[Image:Santa_Teresa_di_Gallura_Capo_Testa_Bathing.jpg|thumb|250px|Gallura, scorcio di un'insenatura]]Fabrizio si persuase dunque dell'esistenza di due livelli di musica popolare: quella che chiama "musica folkloristica" in realtà è musica tesa al consumo delle classi elevate, mentre la "musica etnica" è la musica interna al popolo, realizzata per il divertimento del popolo stesso. <ref name=Lanza>Luciano Lanza. ''Intervista a Fabrizio De André'' (1993). [http://www.anarca-bolo.ch/a-rivista/deandre/16.htm Luciano Lanza. ''Intervista a Fabrizio De André'' (1993)]</ref>
 
Con il trasferimento in [[Gallura]], presso [[Tempio Pausania]], durante la prima metà degli [[anni '70]], De André ebbe l'occasione di di avere una visione più ampia sulle tradizioni popolari: l'impatto della cultura sarda si manifestò nell'uso del [[dialetto gallurese|gallurese]] nel ''Baddu tundu'' "''[[Rimini (album)#Zirichiltaggia (badduBaddu tundu)|Zirichiltaggia]]"'' ([[1978]]), dove il testo dialettale si sposa con la ''square dance'' americana<ref name=Corriere>Marco Mangiarotti. ''Suonate le trombe, è tornato De André''. Intervista da "Corriere della sera illustrato", 6 maggio 1978. [http://www.fondazionedeandre.it/img/le_rassegne_stampa/interviste/file_3141.pdf]</ref>, e in "''[[Fabrizio De André (L'indiano)#Ave Maria|Ave Maria]]"'' ([[1981]]), canto popolare adattato e arrangiato da [[Mark Harris]] in chiave rock.
 
Nonostante l'interesse per il patrimonio culturale popolare, probabilmente perché (a detta dello stesso De André) i tempi non erano sufficientemente maturi, Fabrizio non prese mai seriamente in considerazione l'idea di comporre un album in dialetto; decisivo in tal senso fu l'incontro fortuito con [[Mauro Pagani]], nel [[1981]].
Riga 41 ⟶ 42:
{{quote|La cosa più importante per lui, la prima in assoluto, era la scelta di "cosa" raccontare. Non lo stile musicale, gli arrangiamenti o quant'altro, ma "dove andiamo, di chi parliamo".|[[Mauro Pagani]]<ref name=Pagani>[[Mauro Pagani]]. ''Il sentiero delle parole'', in AA.VV. ''Deandreide''. Milano, BUR, 2006.</ref>}}
[[Image:Djerba_boat.jpg|thumb|210px|Barca a [[Djerba]]]]
Fabrizio ebbe occasione di incontrare nuovamente [[Mauro Pagani]] durante la registrazione dell'''[[Fabrizio De André (L'indiano)|Indiano]]'' (Pagani aveva già collaborato con Faber come flautista ne ''[[La buona novella]]''), proprio mentre Mauro registrava ''[[Sogno di una notte d'estate (album)|Sogno di una notte d'estate]]''; nacque l'idea di un tour assieme. Mauro, dopo aver lasciato la [[Premiata Forneria Marconi|PFM]], aveva cominciato un percorso di ricerca etnico-musicale interno all'area mediterranea e in particolare mediorientale, convinto della necessità di sfruttare maggiormente le tradizioni locali piuttosto che il [[blues]] americano o la [[musica classica|classica]], soffermandosi anche sull'utilizzo della strumentazione etnica.
 
L'idea di un'opera "etnica" sfiorava da tempo anche Faber: nacque tra i due un progetto che intendeva staccarsi nettamente da tutte le sovrastrutture "folkloristiche" per riportarsi completamente alla struttura etnica e popolare del bacino [[mediterraneo]], abbracciando le radici popolari ''"dal [[Bosforo]] a [[Gibilterra]]"''.
Riga 49 ⟶ 50:
===Pagani e la musica===
 
{{Quote|All'inizio del lungo viaggio di "''Creuza de ma"'' l'unica cosa che ci era chiara è che volevamo fare un viaggio da sud a est. I primi pezzi furono scritti nella convinzione che sarebbero stati scritti in una lingua strana e da inventare, l'affascinante impasto di mille idiomi di un marinaio lontano da casa da troppo tempo, imbarcato da sempre su navi di ogni bandiera. Eravamo fortunati, l'idea era meravigliosa, ci offriva mille possibilità, inclusa però quella di perderci lontano, in una sorta di limbo letterario senza emozioni e senza identità.|[[Mauro Pagani]]<ref name=Pagani />}}
[[Image:Thassos_coast12 Apostles Church, Thasos.jpg|thumb|300px|Un tipico edificio greco]]
 
Quasi un anno di lavoro
 
arabo? lingua?
 
 
strumenti
strumenti elettronici
 
Un'altra grande sfida per fu quella di riuscire a conciliare le sonorità etniche con gli strumenti elettronici come il ''[[synclavierSynclavier]]'' ("Un'intera sezione di archi ci sarebbe costatata un occhio della testa con risultati poi del tutto simili" <ref name=Brighenti>Flavio Brighenti. ''Il poeta genovese stavolta canta Genova ma solo in genovese''. Intervista da "Il lavoro", 2 marzo 1984. [http://www.fondazionedeandre.it/img/le_rassegne_stampa/interviste/file_3500.pdf]</ref>), i quali posseggono tuttavia, secondo lo stesso De André, la straordinaria capacità di "rendere, da un punto di vista visivo, quello che invece sei costretto solo ad ascoltare" <ref name=manifesto>Doriano Fasoli. ''Un sogno mediterraneo''. Intervista da "Il manifesto", 24 aprile 1984. [http://www.fondazionedeandre.it/img/le_rassegne_stampa/interviste/file_3527.pdf]</ref>:
 
{{quote|"Laddove abbiamo utilizzato strumenti elettronici abbiamo cercato di creare delle atmosfere che riuscissero a far immaginare questa visualizzazione. [...] Ed erano nebbie marine, vapori di mare, di distese d'acqua."|<ref name=Musica>Intervista con Fabrizio De André. Intervista da "Musica", 1 maggio 1984. [http://www.fondazionedeandre.it/img/le_rassegne_stampa/interviste/file_3405.pdf]</ref>}}
 
*[[Roland Corporation|Roland]] SPV-355, acronimo per "''pitch-to-voltage synth''", apparecchio in grado di convertire la [[frequenza]] (''pitch'') prodotta da uno strumento qualsiasi in [[tensione elettrica]] (''voltage''), e di pilotare quindi un [[sintetizzatore]] (''synth'') analogico interno. Lo strumento era già stato utilizzato da Mauro in ''[[Sogno di una notte d'estate (album)|Sogno di una notte d'estate]]'', servendosi di un [[mandolino elettrico]] come ''input''.<ref>Note del disco ''[[Sogno di una notte d'estate (album)|Sogno di una notte d'estate]]''</ref>
*''[[Synclavier]]'':, Aldo Banfi...
 
===Il lavoro a quattro mani===
{{quote|la prevalenza letteraria è mia e quella musicale di Mauro. Però ogni parola scritta la sottoponevo al suo giudizio e lo stesso lui faceva per me con la musica: in realtà si è trattato di un lavoro di équipe iniziato in due e poi esteso ai sedici strumentisti che via hanno preso parte|<ref name=Gobbi>Walter Gobbi. ''Il cantautore ha un cuore antico''. Intervista da "Tutto", 1 giugno 1984. [http://www.fondazionedeandre.it/img/le_rassegne_stampa/interviste/file_3407.pdf]</ref>}}
 
Le registrazioni avvennero a [[Milano]] nel piccolo studio casalingo di Pagani, chiamato scherzosamente da Mauro "Felipe Studio" in onore del proprio gatto, a partire dal torrido agosto del [[1983]], e si protrassero per oltre due mesi. I lavori si spostarono poi al [[Stone Castle Studios|Castello di Carimate]], dove vennero ultimate le registrazioni ed effettuati i missaggi, e si conclusero il 23 dicembre.<ref name=Bertoncelli>{{cita libro|autore=[[Riccardo Bertoncelli]]|titolo= Belin, sei sicuro? Storia e canzoni di Fabrizio De André|anno= [[2003]]|ed=1 |editore= [[Giunti]]|id= ISBN =978-88-0902809-5302853-1 |cid= Bertoncelli
 
Le registrazioni avvennero a [[Milano]] nel piccolo studio casalingo di Pagani, chiamato scherzosamente da Mauro "Felipe Studio" in onore del proprio gatto, a partire dal torrido agosto del [[1983]], e si protrassero per oltre due mesi. I lavori si spostarono poi al [[Stone Castle Studios|Castello di Carimate]], dove vennero ultimate le registrazioni ed effettuati i missaggi, e si conclusero il 23 dicembre.<ref name=Bertoncelli>{{cita libro|autore=[[Riccardo Bertoncelli]]|titolo= Belin, sei sicuro? Storia e canzoni di Fabrizio De André|anno= [[2003]]|ed=1 |editore= [[Giunti]]|id= ISBN 978-88-09028-53-1 |cid= Bertoncelli
|capitolo=Intervista a [[Mauro Pagani]]}}</ref>
 
===La scelta del dialetto===
{{quote|Faber si portò via il nastrino dei provini cantato da me in un arabo maccheronico, ci rimuginò sopra un paio di settimane e poi un giorno venne a trovarmi e mi disse: "questa roba io la posso scrivere solo in genovese e cantare solo in genovese".
 
Questa intuizione così coraggiosa rappresentò di fatto la vera svolta del disco. Tutto insieme si definì il "dove", il "cosa", il "come". Il viaggio immaginario era diventato di colpo reale e vivido, la musica abito naturale di ricordi, cronache e leggende di un passato neanche tanto lontano. In una settimana Faber aveva già trovato tutti i personaggi, tutte le città in cui fare scalo, e soprattutto un passo narrativo degno dei più grandi cantastorie|[[Mauro Pagani]]<ref name=Pagani />}}
Riga 105 ⟶ 107:
La parola stessa, cantata in una certa maniera, è musica essa stessa
[[Image:Genova-Sant%27Ilario-creuza_de_ma.jpg|thumb|220px|Una ''creuza de mä'']]
 
 
==Tracce==
Riga 117 ⟶ 118:
#''D'ä mê riva'' - 3:04
 
*Testi: [[Fabrizio De André]], con la collaborazionesupervisione di Mauro Pagani
*Musiche e [[arrangiamento|arrangiamenti]]: [[Mauro Pagani]], con la collaborazionesupervisione di Fabrizio De André
 
==Le canzoni==
Riga 125 ⟶ 126:
È la canzone d'apertura e dà il titolo all'album. La ''creuza de mä'' nel genovesato sarebbe una mulattiera, una strada collinare che solitamente delimita i confini di proprietà e porta verso il mare, la traduzione esatta è infatti "mulattiera di mare".
 
Il disco comincia con un lungo assolo di ''[[gaida]]'' della [[Tracia]], la cornamusa più diffusa del bacino mediterraneo, che De André aveva scelto nella folta collezione di musiche mediterranee a casa di Mauro.<ref name=Susanna /> Fabrizio optò proprio per la gaida perché, dati la sua diffusione e il suono inconfondibile, "«ha la funzione di banditore, come a dire: "Signori, si va a raccontare una storia sul mediterraneo""».<ref name=Brighenti />
 
La ''gaida'' lascia spazio ad un [[re (nota)|re]] basso e prolungato, che introduce la tonalità della canzone; il brano è guidato in prevalenza dai suoni di due [[liuto|liuti]], il ''[[bouzouki]]'' [[Grecia|greco]] e la [[Viola (strumento musicale)|viola a plettro]].
Riga 139 ⟶ 140:
{{Quote|... Jamin-a non è un sogno, ma piuttosto la speranza di una tregua. Una tregua di fronte a un possibile mare forza otto, o addirittura ad un naufragio. Voglio dire che Jamin-a è un'ipotesi di avventura positiva che in un angolo della fantasia del navigante trova sempre e comunque spazio e rifugio. Jamin-a è la compagna di un viaggio erotico, che ogni marinaio spera o meglio pretende di incontrare in ogni posto, dopo le pericolose bordate subite per colpa di un mare nemico o di un comandante malaccorto|Fabrizio De André <ref name=Mixer>''Creuza de mä - Incontro con Fabrizio De André'', film-documentario di ''[[Mixer (programma televisivo)|Mixer]]'' (1984) commentato dallo stesso De André. [http://www.railibro.rai.it/mediateca.asp?id=16 prima parte]</ref>}}
 
Il brano, accompagnato da un ''[[oud]]'', un liuto arabo, è solcato dal suono serpeggiante dello ''[[shanai]]'', un [[oboe]] di origine [[Turchia|turca]], mentre scandisce il ritmo uno ''[[zarb]]'' turco, un piccolo tamburo a forma di calice dalle lontane origini [[Persia|persianepersia]]ne.
 
===Sidún===
Brano di eccezionale bellezza, una delle perle artistiche di Fabrizio De André. Il testo, poetico e struggente, mostra lo strazio di un padre di fronte alla morte violenta, in guerra, del proprio figlioletto e può essere considerato un bellissimo inno contro la stupidità e l'inutilità di tutte le guerre.
 
"Sidùn" è la città di Sidone, in Libano, teatro, all'epoca della stesura del disco, di ripetuti massacri durante la [[guerra civile]] che sconvolse il paese (campo di battaglia di [[Siria]] e [[Israele]]) dal [[13 aprile]] [[1975]] fino al [[1991]]. A farne le spese fu in massima parte la popolazione civile, soprattutto i numerosissimi rifugiati palestinesi.
 
[[Image:SidonViewOfOldCity.jpg|thumb|260px|left|[[Sidone]], la città vecchia]]
{{Quote|[[Sidone]] è la città [[Libano|libanese]] che ci ha regalato oltre all’uso delle lettere dell'alfabeto anche l'invenzione del vetro. Me la sono immaginata, dopo l'[[Seconda_invasione_del_LibanoSeconda invasione del Libano|attacco]] subito dalle truppe del generale Sharon del [[1982]], come un uomo arabo di mezz'età, sporco, disperato, sicuramente povero, che tiene in braccio il proprio figlio macinato dai cingoli di un carro armato. Un grumo di sangue, orecchie e denti di latte, ancora poco prima labbra grosse al sole, tumore dolce e benigno di sua madre, forse sua unica e insostenibile ricchezza.<br>
La ''piccola morte'', a cui accenno nel finale di questo canto, non va semplicisticamente confusa con la morte di un bambino piccolo. Bensì va metaforicamente intesa come la fine civile e culturale di un piccolo paese: il [[Libano]], la [[Fenicia]], che nella sua discrezione è stata forse la più grande nutrice della civiltà mediterranea.|Fabrizio De André <ref name=Mixer />}}
 
Riga 153 ⟶ 154:
<ref>[http://www.prato.linux.it/~lmasetti/antiwarsongs/canzone.php?lang=it&id=22 Canzoni contro la guerra - Sidún]</ref>
Il modulo compositivo della canzone rispecchia le strutture musicali libanesi e [[curdo|curde]].
 
[[:en:Andalusian classical music|Andalusian classical music]]
 
[[Image:Cicala.jpg|thumb|200px|''Il cicala'']]
Riga 158 ⟶ 161:
===Sinàn Capudàn Pascià===
Il pezzo narra la storia, vera, di un marinaio della flotta di Genova, chiamato Cigala, catturato dai Mori durante uno scontro navale e in seguito diventato Gran Visir per aver salvato la vita al sultano col nome di Sinan Capudan Pascia.
[[:en:El Hajj Muhammad El Anka|El Hajj Muhammad El Anka]]
 
===Â pittima===
Riga 169 ⟶ 173:
 
===Â duménega===
{{Quote|''Fabrizio'': Lì è stata la forza di Pagani: "Adesso scrivo un pezzo alla De André", e ti esce fuori con "''Â duménega"''.<br />
''Mauro'': Io ho fatto "''Â duménega"'' avvertendo Fabrizio che la gente avrebbe detto: "Eh, questo è il Fabrizio di una volta!"|Fabrizio De André e Mauro Pagani, riguardo la musica di "''Â duménega"''<ref name=Susanna>Giancarlo Susanna. ''Un viaggio nel sole e nell'azzurro del mediterraneo - Intervista a Fabrizio De André e Mauro Pagani''. Fare Musica, 1 giugno 1984 [http://www.fondazionedeandre.it/img/le_rassegne_stampa/interviste/file_3406.pdf]</ref>}}
 
Al pezzo, scritto in 6/8, tempo di ballata popolare, contribuiscono un [[mandolino]] classico e uno [[mandolino elettrico|elettrico]]; quest'ultimo è suonato da [[Franco Mussida]], chitarrista della [[Premiata Forneria Marconi|PFM]], che esegue anche, sul finale, un assolo di [[chitarra classica|chitarra andalusa]].
 
Il brano racconta in maniera ironica il "rito" della passeggiata domenicale che il comune di Genova concedeva un tempo alle prostitute, per tutta la settimana relegate a lavorare in un quartiere della città prestabilito. De André riporta le scenate dei cittadini al passaggio di queste prostitute e descrive le reazioni dei vari personaggi, tutti accomunati dal finto moralismo: da chi grida loro qualsiasi epiteto salvo poi frequentarle durante la settimana, al proprietario del molo, felice di tutto quel ben di Dio a passeggio che porta tanti soldi nelle casse del Comune, favorendo la ristrutturazione del molo stesso (giacché il Comune di Genova con i ricavi degli appalti delle case di tolleranza sembra riuscisse a coprire per intero gli annuali lavori portuali<ref name=disco />) ma le insulta comunque "per coerenza", al rozzo bigotto, che, per legge di contrappasso, mentre sbraita contro le prostitute vede tra quelle la propria moglie.
Riga 187 ⟶ 191:
*[[Ingegneria acustica|Tecnici del suono]]: Allan Goldberg, Lucio Visintini
*Coproduzione di studio e [[Missaggio|missaggi]]: Allan Goldberg
*Assistenti di studio: Nick Lovallo e Dario Caglioni<br /><br />
*Copertina: ''Roof Line'', opera del fotografo [[USA|statunitense]] [[:en:Jay Maisel|Jay Maisel]]<ref>[http://www.jaymaisel.com/photo.taf?_function=detail&imageinfo_uid1=634&_UserReference=0EC09814395400F44708D5C3 jaymaisel.com - ''Roof Line'']</ref>
 
*
*Edizioni Musica: Bmg/Ricordi (ex Jubal, ex Fado)
 
 
===Musicisti===
[[Image:Bouzouki_tetrachordo.jpg|right|200px]]
* Mario Arcari - ''[[Shanaishanai]]'' in ''Jamin-a'': Mario Arcari
* Aldo Banfi - ''[[synclavier]]''
*''[[Synclavier]]'': Aldo Banfi
* François Bedel - ''[[Zarbzarb]]'' e [[percussioni]]: François Bedel
*Consulenza Francis Biggi - consulenza strumenti etnici e medioevali: Francis Biggi
* Walter Calloni - [[Batteria (musicastrumento musicale)|Batteriabatteria]]: Walter Calloni
* Dino D'Autorio - [[Bassobasso elettrico|Bassobasso]] in ''Sinàn Capudàn Pascià'': Dino D'Autorio
* [[Fabrizio De André]] - [[Chitarrachitarra ottava]] in ''D'ä mê riva'' e [[cantante|voci]]: [[Fabrizio De André]]
* Edo Martin - [[Yamaha Corporation|Yamaha]] [[sintetizzatore|GS 2]]
*[[Synth|Yamaha GS-2]]: Edo Martin
* [[Franco Mussida]] - [[chitarra classica|Chitarrachitarra classica sei corde]] e [[Mandolinomandolino elettrico|mandolini elettrici]] in ''Â duménega'': [[Franco Mussida]]
* [[Mauro Pagani]] - ''[[Oudoud]]'', ''[[Sazsaz (strumento musicale)|saz]]'', ''[[bouzouki]]'', [[Mandolamandola|mandole]] e [[mandolino|mandolini]], [[violino]] e [[viola (strumento musicale)|viola a plettro]], [[SintetizzatoreRoland Corporation|Roland]] [[sintetizzatore|SPV-335355]], [[flauto|flauti]], [[cantante|voci]]: [[Mauro Pagani]]
*[[Percussioni]]: Maurizio Preti - [[percussioni]]
* Massimo Spinosa - [[Bassobasso elettrico|Bassobasso]]: Massimo Spinosa
*Introduzione a ''Creuza de mä'' da ''Aria per [[gaida]] sola'' ([[Tracia]]) del gruppo strumentale diretto da Domna Samiou (per gentile concessione ''Emial - Greece'')
 
==Riconoscimenti==
*L'album e la canzone ''Creuza de mä'' si aggiudicano la [[Targa Tenco]].
*[[David Byrne (musicista)|David Byrne]] ha dichiarato alla rivista ''[[Rolling Stone]]'' che ritiene ''Creuza'' uno dei dieci album più importanti della scena musicale internazionale degli [[anni 1980|anni ottanta]].<ref>[http://www.mybestlife.com/ita_anima/David_Byrne_intervista.html]</ref>
*La rivista "Musica & Dischi" ha eletto l'album il migliore degli [[anni '80]].<ref>[http://www.fondazionedeandre.it/le_parole/le_rassegne_stampa/cronologia/1980_1989/]</ref>
 
==L'impatto culturale==
Riga 226 ⟶ 228:
*[http://www.viadelcampo.com/html/creuza_de_ma_.html viadelcampo.com - Creuza de mä]
*[http://www.ondarock.it/pietremiliari/deandre_creuza.htm ondarock.it - Creuza de mä]
 
 
*http://www.fondazionedeandre.it/le_parole/le_rassegne_stampa/cronologia/interviste/
*http://www.maggiesfarm.it/talking07.htm