Geografia economica e Daguioman: differenze tra le pagine

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{{S|centri abitati delle Filippine}}
{{S|geografia|economia}}
{{Divisione amministrativa
|Nome = Daguioman
|Nome ufficiale =
|Panorama =
|Didascalia =
|Bandiera =
|Stemma =
|Stato = PHL
|Grado amministrativo = 3
|Tipo = municipalità di Sesta classe
|Divisione amm grado 1 = Cordillera
|Divisione amm grado 2 = Abra
|Amministratore locale = Sally Q. Co Kue
|Partito =
|Data elezione =
|Data istituzione =
|Data soppressione =
|Latitudine gradi = 17
|Latitudine minuti = 29
|Latitudine secondi = 47
|Latitudine NS = N
|Longitudine gradi = 120
|Longitudine minuti = 49
|Longitudine secondi = 30
|Longitudine EW = E
|Altitudine =
|Superficie = 61.00
|Note superficie =
|Abitanti = 1916
|Note abitanti = {{census.gov.ph|b130100}}
|Aggiornamento abitanti = 2007
|Sottodivisioni = 4
|Divisioni confinanti =
|Lingue =
|Prefisso =
|Codice statistico =
|Codice catastale =
|Targa =
|Nome abitanti =
|Festivo =
|Mappa = Ph locator abra daguioman.png
|Didascalia mappa =
|Sito =
}}
'''Daguioman''' è una municipalità di Sesta classe delle [[Filippine]], situata nella [[Provincia di Abra]] nella [[Regione Amministrativa Cordillera]].
 
Daguioman è formata da 4 [[baranggay]]:
[[Immagine:Gdp nominal 2005 world map.PNG|thumb|400px|Paesi in base al PIL nominale (IMF 2006)]]
 
*Ableg
[[Immagine:G20.svg|thumb|400px|I principali paesi industrializzati del pianeta (G20)]]
*Cabaruyan
*Pikek
*Tui (Pob.)
 
==Note==
La '''geografia economica''' è una sottodisciplina della [[geografia]], che analizza le connessioni economiche globali, occupandosi di fenomeni come la [[macroeconomia]], la [[globalizzazione]], o di entità sovranazionali come l'[[ASEAN]], il [[MERCOSUR]], l'[[Unione Europea]], il [[NAFTA]], l'[[APEC]], l'[[EFTA]], il [[CEDEO]], l'[[ALCA]], l'[[OPEC]].
<references/>
 
{{Comuni della provincia di Abra}}
E' una materia che presenta connessioni giuridico-economiche e che è studiata dai ragionieri. E' una disciplina che apre la mente permettendo di ragionare in grande (macro) piuttosto che in piccolo (micro). La geografia economica rispetto alla semplice [[geografia]] ha una marcia in più perché approfondisce questioni che dalla prima vengono soltato sfiorate: l'[[economia]], la [[geopolitica]], le dinamiche socio-economiche, l'andamento dei settori [[primario]], [[secondario]], [[terziario]] e [[quaternario]], i flussi di persone, capitali, beni ed informazioni, la differenza tra Nord e Sud e le più moderne tendenze in atto vedendo le trasfromazioni anche da un punto di vista storico.
 
{{Portale|Filippine}}
== Lo spazio geografico e lo spazio economico ==
 
[[Categoria:Municipalità di Abra]]
=== Le relazioni geografico-spaziali ===
 
{{Vedi anche|Economia}}
 
Lo '''spazio geografico''' è un artificio mentale, se da esso isoliamo le relazioni spaziali che riguardano l’[[economia]] otteniamo “lo spazio economico”. Queste relazioni geografico-spaziali vengono dette relazioni orizzontali o interazioni spaziali e hanno come funzione principale la comunicazione e lo scambio.. Tali relazioni vengono dette verticali (o ecologiche) e connettono i [[soggetti economici]] con le caratteristiche proprie dei diversi luoghi. Vengono invece detti rapporti orizzontali quando hanno ad oggetto lo scambio, movimenti di persone, informazioni e [[capitali]].
 
=== Struttura e organizzazione del territorio ===
 
Le localizzazioni sono dunque legate tra loro da specifiche interazioni (orizzontali) e da relazioni (verticali) con il territorio in cui risiedono. A loro volta le diverse strutture territoriali legate tra loro da relazioni orizzontali formano quella che viene detta organizzazione territoriale. Nella localizzazione dei fatti economici i legami e orizzontali e verticali interagiscono e si condizionano a vicenda. Quindi l’economia di un territorio, tenute costanti tutte le altre condizioni, dipende dall’ordine spaziale degli impianti, della produzione e degli scambi. Le strutture territoriali e la loro organizzazione sono quindi l’oggetto principale della '''geografia economica''' e nell’analizzarle vengono considerati tre ordini di fatti: Le differenti condizioni naturali; Le condizioni ereditate dal passato; L’organizzazione attuale.
 
=== L’ordine spaziale come valore economico ===
 
[[Image:graph rel share world manuf 1750 1900 02.png|right|thumb|300px|Il tasso di sviluppo industriale a seguito della rivoluzione industriale]]
 
{{Vedi anche|Rivoluzione industriale}}
 
Nelle società pre-mercantili e [[pre-industriali]] il valore del territorio dipendeva essenzialmente dalla sua attitudine a soddisfare i consumi locali e non aveva importanza se il terreno poteva produrre di più. Questo rapporto tra umani e territorio mutò quando si svilupparono i rapporti commerciali a vasto raggio. Il [[suolo]], da semplice bene di uso comune di tutto il gruppo, divenne allora un bene di chi, possedendo il capitale, poteva acquisirne la proprietà per accrescere il [[capitale]] stesso. Questo processo diede inizio alla [[società capitalistica]] per cui il valore del suolo se prima era legato alla maggiore o minore fertilità del territorio, ora iniziava a dipendere sempre più dalla sua posizione. Anche la scelta del tipo di coltivazione non sarebbe più dipesa dai bisogni del consumo locale, ma dal valore commerciale. Ma il [[capitalismo agrario]] ha dei limiti dovuti all’impossibilità di produrre oltre una certa quota. Questi limiti furono superati quando il meccanismo di accumulazione capitalistica di mercato si applicò all’[[industria]]. Qui l’aumento della produttività del lavoro umano sembrava non trovare alcuna limitazione. Il modo di produrre capitalistico-industriale ebbe come principale conseguenza la concentrazione dello sviluppo economico in pochi paesi e in poche aree centrali, mentre il resto dello spazio economico restava più o meno arretrato. Le [[economie di scala]] infatti determinano un aumento degli investimenti laddove ce ne sono già stati, in un circolo virtuoso.
 
=== Le economie esterne ===
 
I vantaggi che l’[[imprenditore]] capitalista ottiene localizzando le sue attività economiche in determinati luoghi e condizioni ambientali vengono definiti [[economie esterne]] o esternalità in quanto sono effetti utili che si possono ricevere solo dall’esterno se si localizza laddove sono presenti certe condizioni (strada, ecc). L’esistenza di tali condizionamenti territoriali sulla produttività delle imprese venne riconosciuta già nel [[1890]] da [[Marshall]]. Le economie esterne possono essere naturali, derivanti dall’attività umana ([[infrastrutture]]), o possono anche derivare da un effetto collaterale del mercato (economie di agglomerazione). La vicinanza di più imprese infatti può generare economie di scala e risparmi di costi. È quanto si è verificato in [[Italia]] in aree industriali come [[Torino]] e [[Milano]]. Le economie di agglomerazione sono una parte delle esternalità delle economie di urbanizzazione, le quali derivano da: opere di urbanizzazione primaria; facilità di scambi di merci; formazione di un mercato sempre più vasto; presenza di servizi pubblici necessari; sviluppo parallelo dei servizi privati per le famiglie e per le [[imprese]]. L’[[amministrazione pubblica]] possiede un certo margine di potere nel favorire alcuni di questi fattori.
 
=== Le infrastrutture e la socializzazione capitalistica della produzione ===
 
{{Vedi anche|Strada|Autostrada|Ferrovia|Canale artificiale|}}
 
Le [[infrastrutture]] sono quelle condizioni artificiali realizzate sul territorio mediante la [[spesa pubblica]]. Esse si possono dividere in: Infrastrutture materiali o tecniche; infrastrutture sociali; infrastrutture economiche; infrastrutture dell’informazione e della ricerca. Inoltre esse presentano le seguenti caratteristiche: sono strutture territoriali; sono [[beni non escludibili]]; sono sovente indivisibili; non danno profitti diretti ma generano solo [[economie esterne]]. Nello spazio geografico dunque l’economia di mercato funziona per mezzo del suo contrario, cioè di “non merci”. Tale forma di socializzazione collettiva, parrebbe opposta al principio capitalistico, ma di fatti si tratta di una socializzazione capitalistica in quanto non si oppone al sistema di mercato, anzi è conforme alle sue esigenze.
 
=== La posizione come valore di mercato ===
 
Il sistema capitalistico trova il modo di far pagare le economie esterne benché esse non siano merci. Infatti ogni porzione di [[suolo]] ha un valore diverso a seconda della sua posizione, ovvero delle economie esterne che offre a chi vi si localizza. Nelle [[aree rurali]] il valore di un terreno è valutato soprattutto in base alle sue caratteristiche naturali, nelle [[aree urbane]], al contrario, un suolo è valutato soprattutto in base alla sua posizione. Inoltre la domanda dell’uso del suolo aumenta continuamente nel tempo e chi ne è proprietario si trova in una posizione tendenzialmente [[monopolistica]].
 
=== Locale e globale ===
 
{{Vedi anche|Globalizzazione}}
 
Le [[economie esterne]] prodotte da una [[infrastruttura]] danno vantaggi a chi si localizza vicino ad essa. In altri casi si tratta di relazioni verticali che legano certe localizzazioni ai caratteri specifici di certi luoghi. Il termine globale, in [[geografia]], indica quelle relazioni orizzontali che si estendono su tutta la superficie terrestre; sono invece locali le relazioni che interessano solo una porzione del [[globo]]. Un tempo i circuiti di produzione e dello scambio di beni si svolgevano prevalentemente su scale locali, mentre a livelli territoriali superiori circolavano pochi beni “rari”. A partire dall’[[età moderna]] in seguito alla scoperta dell’intero globo, si fecero sempre più frequenti gli scambi su scala planetaria. Ad oggi infatti le relazioni si sono talmente intensificate da aver superato ormai ogni confine fisico, culturale o politico.
 
=== Forme e squilibri della globalizzazione ===
 
La [[globalizzazione]] si caratterizza soprattutto per la varietà e interdipendenza reciproca. La globalizzazione tecnologico-economica riguarda ormai tutte le fasi del circuito economico: dallo sfruttamento delle risorse alla trasformazione [[manifatturiera]], alla distribuzione. Le dimensioni del fenomeno infatti sono tali che nessun operatore economico e nessuno [[stato]] è in grado di controllarli. Si sono formate cosi reti globali di imprese che cooperando su scala mondiale, connettono tra loro le migliaia di luoghi in cui sono insediate. Ci si trova quindi in una situazione di potenziale concorrenza tra tutti i luoghi della terra. Altri aspetti della [[globalizzazione]] riguardano il sapere tecnico-scientifico e ambientale, temi che riguardano contemporaneamente tutta l’umanità. Vi è anche un aspetto culturale da non trascurare, per cui si assiste a una mondializzazione della [[cultura]] a scapito delle realtà più piccole. Infine vi è anche una globalizzazione [[geopolitica]] e geostrategica che consiste nella crescente e immediata interdipendenza delle decisioni e degli avvenimenti politici di ogni parte del globo. Vi è invece un sostanziale ritardo nella globalizzazione delle [[istituzioni]] che appaiono ancora molto radicate su scala locale.
 
== La regione geografica ==
 
{{Vedi anche|Regione geografica}}
 
=== L’organizzazione regionale ===
 
L’insieme di relazioni orizzontali e verticali copre tutta la [[superficie terrestre]]. Addensamenti, concentrazioni, rarefazioni, discontinuità, dividono e articolano lo spazio geo-economico in [[regioni]]. Per definire una regione occorrono tre requisiti: Insieme di luoghi contigui; caratteristiche comuni tra loro; in basi a tali caratteristiche si osserva una differenziazione dai luoghi circostanti. In base alla dimensione si distingue un livello microregionale (uno o pochi comuni); mesoregionale (insieme di regioni politiche, paesi); megaregionali (continentali o intercontinentali). In ogni caso lo spazio di una regione è un astrazione mentale quindi muta in base ai fenomeni che si vogliono tenere in considerazione.
 
=== Tipi tematici di regione ===
 
I tipi di regione più importanti sono:
*La [[regione politico-amministrativa]];
*la [[regione naturale]];
*la [[regione storica]] e/o culturale;
*la [[regione economica]].
 
=== Le regioni economiche formali e funzionali ===
 
Le regioni si definiscono '''formali''' quando sono individuate in base ad attributi omogenei che le identificano e le differenziano dalle regioni circostanti. Sono invece regioni '''funzionali''' quelle individuate in base alle relazioni orizzontali che si estendono in uno spazio. Queste ultime si distinguono tra monocentriche o policentriche. Infine una regione formale che si collega a una funzionale forma una '''regione complessa'''. Un esempio tipico è la [[regione programma]], che in base alle caratteristiche di un territorio, si propone di realizzare alcuni interventi su scala regionale.
 
=== Strutture regionali gerarchiche e polarizzate ===
 
La disposizione territoriale dei [[servizi]] non è casuale. Lo spazio infatti è gererchizzato, per cui i singoli centri ([[località centrali]]) servono ciascuno un area a loro circostante. Nella teoria quindi lo spazio tra i centri urbani avrebbe distanze uguali, ma questo non si verifica nella realtà perché lo spazio geografico è differenziato dalla [[natura]] e dalla [[storia]]. I fenomeni di squilibrio sono determinati soprattutto dai processi di agglomerazione per cui le attività tendono a localizzarsi l’una vicina alle altre. Uno sviluppo regionale di questo tipo è detto polarizzato. La struttura polarizzata crea squilibrio territoriale tra la regione centrale polarizzante e le regioni periferiche. Un esempio di questo squilibrio è rappresentato dal pentagono [[Londra]], [[Parigi]], [[Milano]], [[Monaco]] e [[Amburgo]]. Tuttavia la polarizzazione produce anche effetti nefasti al territorio naturale e culturale pertanto in alcuni casi si verificano processi di depolarizzazione.
 
=== Deconcentrazione e nuove strutture regionali a rete ===
 
Le strutture regionali polarizzate tipiche sono quelle sviluppatesi nella prima parte del [[1900]] con l’avvento dell’[[industria manifatturiera]]. Invece, nella seconda metà del [[1900]], i paesi di vecchia industrializzazione furono investiti da processi di frazionamento e [[decentramento]] delle aree produttive. In questa fase nasce un nuovo tipo di struttura regionale che prende il nome di ''struttura a rete'' e che distribuisce le varie attività in centri minori. Le strutture reticolari sembrano oggi le più adatte a favorire lo [[sviluppo]] delle aree forti.
 
=== I sistemi territoriali locali ===
 
{{Vedi anche|Distretto industriale}}
 
Uno degli effetti della [[globalizzazione]] è la competizione tra i vari territori. Tale competizione riguarda [[soggetti privati]], pubblici e misti che insieme formano una rete locale che si comporta come un [[attore collettivo]]. Si realizza qui il concetto di ''Milieu territoriale'', che rappresenta una specie di patrimonio comune di un area (quindi le potenzialità naturali, economiche e sociali) su cui una [[comunità]] può basarsi per creare sviluppo. L’esempio più tipico è il [[distretto industriale]].
 
=== Reti globali e sistemi locali nei processi di sviluppo ===
 
Il principale effetto territoriale della [[globalizzazione]] è la tendenza a ricostruire le unità territoriali esistenti a livelli diversi ad esempio dalla [[città]] alla [[metropoli]], dal sistema locale alla macroregione. Quest’opera di costruzione non prescinde dall’esistenza di reti globali i cui flussi e i cui nodi sfuggono ad ogni controllo territoriale diretto. Tuttavia le regioni possono virtuosamente cogliere tali reti attraverso lo svolgimento di una funzione di intermediazione attiva tra le condizioni del milieu locale e le reti globali. In questo modo la regione non subirà passivamente gli effetti delle reti globali e potrà invece porre le basi per un ulteriore [[sviluppo]]. L’esempio più tipico sono i [[piani strategici]].
 
=== Le regioni periferiche e la destrutturazione territoriale nel sud del mondo ===
 
[[Image:North South Divide 3.PNG|thumb|300px|La suddivisione geopolitica Nord - Sud come oggi e' considerata <ref>[http://www.s-cool.co.uk/topic_quicklearn.asp?loc=ql&topic_id=13&quicklearn_id=1&subject_id=20&ebt=151&ebn=&ebs=&ebl=&elc=4 Contrasts in Development]</ref> ]]
 
{{Vedi anche|Sud del mondo}}
 
Il passaggio da strutture territoriali gerarchizzate a strutture reticolari riguarda le aeree più sviluppate dei [[paesi industrializzati]]. Tuttavia alcune aree sono rimaste emarginate da questo sistema generando cosi [[periferie]] ([[Scozia]], [[sud Italia]], sud del mondo ecc).La posizione di dipendenza di tali aree si concretizza in primo luogo con l’[[emigrazione]] della popolazione.
 
== Economia e ambiente naturale ==
 
{{Vedi anche|Natura|Effetto serra|Disboscamento|Gas serra|}}
 
=== L’ambiente, gli ecosistemi, il geosistema ===
 
Per [[ambiente]] si intende il sistema di relazioni che intercorrono tra [[esseri umani]], altri [[esseri viventi]] e [[mondo inorganico]]. Queste relazioni fanno quindi capo a componenti biotici e abiotici. L’[[ecologia]] studia l’[[ecosistema]] terrestre che si può suddividere in diversi sotto-insiemi (ecosistemi regionali). L’intero [[pianeta]] funziona come un sistema ed è detto [[geosistema]]. Esso si comporta come un sistema aperto nel senso che esso riceve stimoli sia interni che esterni e si mantiene in equilibrio grazie ad una serie di cicli.
 
=== Il problema ecologico ===
{{Vedi anche|Ecolgoia|Ambientalismo|Inquinamento}}
 
[[Immagine:Water cycle.png|right|thumb|300px|Il movimento dell'acqua intorno, al di sopra e attraverso la Terra è chiamato '''ciclo dell'acqua'''.]]
 
Gli[[ esseri umani]], in quanto organismi viventi, dipendono dagli [[ecosistemi]] entro cui si trovano ad operare. Allo stesso modo l’[[ambiente naturale]] non esercita un ruolo passivo, ma fornisce tutta una serie di servizi naturali che hanno una funzione determinante per la sopravvivenza della specie umana e delle alte. Tali servizi principali sono: L’[[energia solare]]; la [[decomposizione]]; la regolazione dei [[gas atmosferici]]; la regolazione del [[clima]]; il [[ciclo dell’acqua]]; il controllo biologico di [[malattie]] e [[parassiti]]. Anche il [[sistema economico]] è un sottosistema dell’ecosistema terrestre. Esso alimenta una circolazione di materia, [[energia]], e informazione tendendo però alla modificazione del sistema naturale. Questo genera il cosiddetto [[problema ecologico]] che ha assunto dimensioni sempre più globali a partire dalla [[rivoluzione industriale]]. Inoltre va ricordato che gli equilibri del geosistema non sono mai completamente stabili, essi danno infatti luogo a continue oscillazioni che oggi assumono una pericolosità maggiore a causa di due motivi principali: con l’aumento della [[densità]] e della complessità territoriale per cui è aumentata la vulnerabilità delle persone; l’umanità modificando sempre di più il sistema terrestre, ha generato diverse alterazioni le cui alcune sono reversibili, ma altre irreversibili. Risulta quindi importante considerare la differenza dei tempi quali: geologici (miliardi di anni); biologici (milioni di anni); economici (pochi anni). È fondamentale quindi che gli scarti locali e temporali rimangano nei limiti compatibili con il mantenimento della vita e di quella umana in particolare. Oggi tale rischio è attuale in quanto oltre il 60% del [[pianeta]] è soggetto a sfruttamento non sostenibile.
 
=== Le cause economiche del problema ===
 
In un [[sistema economico]] i risultati dipendono dalla [[produttività]] dei fattori, cioè dal rapporto tra quantità dei [[beni]] e [[servizi]] prodotti e le corrispondenti quantità di fattori impiegati. I fattori originari sono la [[terra]] (insieme di risorse) e il [[lavoro]] (umano). La storia dei rapporti tra [[uomo]] e [[ambiente]] è caratterizzato dal continuo aumento dello sfruttamento del fattore terra (minore lavoro umano e più [[energia naturale]]). Questa tendenza ebbe una accelerazione enorme dopo la [[rivoluzione industriale]]. Si spiega cosi il fatto che oggi ogni abitante della terra, pur lavorando mediamente meno dei nostri antenati in [[epoca pre-industriale]], ha in media a sua disposizione una maggiore quantità di beni e servizi e una minore disponibilità di [[riserve naturali]]. Il sistema economico attuale non è normalmente in grado di registrare ne di riequilibrare efficacemente questa progressiva perdita di produttività del sistema terrestre. Teoricamente sarebbe quindi necessaria una diminuzione dei [[consumi]] da parte della fascia ricca della popolazione e al contrario un aumento da parte di quella povera attualmente sotto i livelli di [[povertà]]. Nella realtà avviene il contrario. Appare dunque necessario adottare dei correttivi razionali.
 
=== Le alterazioni dell’ecosistema ===
 
Ciò che produce un [[vantaggio economico]] nel breve periodo può produrre gravi danni ambientali nel lungo periodo. Gli squilibri locali possono inoltre facilmente ingigantirsi a livello globale. Per questo motivo il [[problema ecologico]] non è più competenza di [[politiche]] statali, ma di accordi internazionali. Con le prime concentrazioni urbane e poi con l’avvento delle [[industrie]] e della civiltà dei consumi si sono prodotti un numero elevatissimo di [[rifiuti]] molti dei quali non [[riciclabili]] naturalmente. Inoltre gli scarti umani possono generare una serie di reazioni a catena che poi si propagano su diversi territori, come le [[polveri sottili]] e le scorie radioattive. Tra le alterazioni dell’ecosistema che superano la soglia della reversibilità vi è inoltre la perdita di [[diversità biologica]] o [[biodiversità]].
 
=== L’impronta ecologica ===
 
{{Vedi anche|Impronta ecologica}}
 
Per valutare il problema dei consumi si ricorre a vari metodi di calcolo tra cui l’[[impronta ecologica]]. Si tratta di calcolare l’area del fattore [[terra]] e di [[mare]] necessaria ad una [[comunità]] per produrre tutte le [[risorse]] che consuma e per assorbire i [[rifiuti]] che produce. Il risultato diviso per il numero di [[abitanti]] fornisce l’impronta ecologica media di quella popolazione. (quella italiana è di 3,8 contro una disponibilità reale del 1,06; dunque consumiamo circa 3 volte quello che ci spetterebbe).
 
=== L’effetto serra e il cambiamento climatico globale ===
 
[[Immagine:Cambio climatico.jpg|right|thumb|right|300px|Schema illustrativo dei principali fattori che provocano i mutamenti climatici terrestri; in particolare, l'attività industriale e le variazioni dell'[[attività solare]] sono i più importanti.]]
 
{{Vedi anche|Mutamenti climatici|Effetto serra}}
 
Il [[geosistema]] è un insieme di di oggetti e fenomeni legati tra loro da flussi di materia ed energia che funzionano come un unico sistema, nell’ambito del quale un azione locale può avere ripercussioni sull’intero pianeta. Lo squilibrio ambientale che crea le maggiori preoccupazioni a livello globale e che attualmente viene più studiato è quello dell’[[effetto serra]] per cui l’aumento eccessivo di taluni [[gas]] tende a far aumentare la [[temperatura]] terrestre in maniera anomala con gravissime conseguenze.
 
=== Lo sviluppo sostenibile ===
 
Per [[sviluppo sostenibile]] si intende quel tipo di sviluppo che soddisfi i bisogni del presente senza compromettere la capacità delle generazioni future di soddisfare i propri. Implica inoltre uno sviluppo che tenga conto non solo del [[reddito]] economico, ma anche della [[qualità dell’ambiente]] e quindi della vita. Esso si basa su tre principi fondamentali: L’integrità del sistema; l’[[efficienza economica]]; l’[[equità sociale]] (intragenerazionale e intergenerazionale). Vi sono due interpretazioni di sviluppo sostenibile nelle [[società]] attuali, una più debole che si propone di continuare l’attuale sfruttamento della natura ma con la compensazione di interventi mirati ad opera dell’uomo (come il [[rimboschimento]]). L’altra più decisa vorrebbe lasciare l’intero stock di risorse attualmente esistenti, alle generazioni future.
 
=== Le forme della sostenibilità ===
 
Schematizzando si possono individuare i seguenti aspetti, tutti presenti nel concetto di sviluppo sostenibile:
* [[Sostenibilità ambientale]];
* [[Economia sostenibile|Sostenibilità economica]];
* [[Sostenibilità demografica]];
* [[Sostenibilità sociale]];
* [[Sostenibilità geografica]];
* [[Sostenibilità culturale]].
 
=== L’industria ecologica ===
 
Il [[degrado ambientale]] ha dato luogo al nascere di un nuovo [[mercato]]. Le [[risorse naturali]] infatti sono diventate delle [[merci]] (come l’[[acqua]]). Si sono cosi diffuse le attività legate all’[[ecobusiness]] (smaltimento [[rifiuti]], decontaminazione, protezione ambientale ecc). Tali attività si presentano ormai come indispensabili, ma esse generano anche un effetto perverso che tende a far perpetuare le distruzioni ambientali.
 
=== Sostenibilità: interventi a livello globale e locale ===
 
{{Vedi anche|Protocollo di Kyōto|Organizzazione delle Nazioni Unite}}
 
La prima [[conferenza mondiale]] dell’[[ONU]] sui problemi dell’ambiente si tenne a [[Stoccolma]] nel [[1972]]. In quella occasione i paesi meno avanzati si vedevano chiedere sacrifici pur avendo contribuito in minima parte agli squilibri e senza averne avuto particolari vantaggi. In ogni caso prevalse il concetto di riparazione invece di quello della prevenzione. Nel [[1992]] la conferenza di [[Rio de Janeiro]] mise in evidenza la necessità di ripensare quale poteva essere un tipo di sviluppo che permettesse l’accesso alle risorse da parte di tutti i [[popoli]] e una riduzione degli squilibri ecologici ed economici a livello internazionale. [[L’agenda 21]] è nota perché stabilì un elenco dei principali problemi per i quali è necessaria un azione comune a livello internazionale: consumi; distribuzione del [[reddito]]; sostenibilità dell’[[agricoltura]]; protezione delle [[foreste]]; conservazione del [[patrimonio genetico]]; aiuti ai [[paesi poveri]]; gestione delle acque; regolazione delle [[emissioni gassose]]. Il limite di tale provvedimento fu che non postulava nessun tipo di obbligo preciso ne alcuna sanzione per i paesi sottoscrittori. Nel [[1997]] a [[Kyoto]] vi fu la stesura del [[protocollo di Kyoto]] il quale impegnava i paesi firmatari a ridurre le emissioni dei principali gas serra.
 
== La popolazione ==
 
[[Image:Population_curve.svg|thumb|right|300px|Aumento della popolazione [[Preistoria|10,000 AC]] &ndash; [[2000|2000 d.C.]]]]
 
=== L’esplosione demografica ===
 
Si definisce [[tasso di crescita]] in un dato periodo, la differenza tra il [[tasso di natalità]] e il [[tasso di mortalità]]. La [[popolazione]] del [[pianeta]] ha superato all’inizio del [[XXI secolo]] i 6 miliardi di abitanti, l’incremento maggiore si è avuto però solo a seguito della [[rivoluzione agraria]] e poi [[rivoluzione industriale|industriale]]. Tale momento storico viene definito [[esplosione demografica]]. Negli ultimi decenni il tasso di crescita della popolazione mondiale ha cominciato a ridursi dal 21% al 12%. Tuttavia la densità continua ancora a crescere e questo è un trionfo dell’umanità nei confronti della lotta alle [[malattie]], ma è anche un fenomeno preoccupante in quanto la crescita non è uniforme su tutta la terra, e spesso laddove vi sono meno risorse vi è una più forte [[crescita demografica]]. L’[[Europa]] è l’unico continente in saldo naturale negativo.
 
=== La transizione demografica ===
 
I tassi di [[mortalità]] sono legati al [[tenore di vita]] e all’efficienza del [[sistema sanitario]], mentre i tassi di [[natalità]] sembrano maggiormente legati al modo di vita e al [[sistema sociale]]. Per spiegare il fenomeno è stata elaborata la [[teoria della transizione demografica]] secondo cui vi sarebbe un regime demografico antico e uno moderno divisi da una fase di transizione:
 
* regime demografico antico (alta natalità + alta mortalità);
* prima fase della transizione (alta natalità + poca mortalità);
* seconda fase della transizione (bassa natalità + poca mortalità);
* fase moderna (stesso livello tra natalità e mortalità).
 
In questo schema i [[paesi europei]] si collocano già nel sistema moderno, mentre i paesi in via di transizione sono quelli africani e mediorientali, quelli che si stanno avvicinando al sistema moderno sono [[Cina]], [[India]], [[Sud America]].
 
=== La distribuzione geografica della popolazione ===
 
[[Immagine:World population density map.PNG|thumb|right|300px|Densità della popolazione mondiale]]
 
[[Immagine:World population.PNG|thumb|right|300px|Distibuzione della popolazione mondiale. ''Fonte'' Wikipedia:[[Lista di stati per popolazione]] ]]
 
Le differenze nella crescita si riflettono sulla distribuzione dell’umanità sulla superficie terrestre. Esistono infatti parti della [[terra]] che sono completamente disabitate. La restante parte della superficie terrestre, stabilmente abitata è detta [[ecumene]] e presenta densità fortemente varabili. Il continente più densamente popolato è l’[[Asia]], seguita dall’[[Europa]]. Mentre i valori più bassi sono quelli dell’[[Oceania]] e [[America meridionale]]. In ogni caso, tre quarti dell’umanità vivono in [[Eurasia]]. Anche all’interno di ogni [[continente]] vi sono forti squilibri di [[densità]]. Vi sono due tipi di grandi concentrazioni umane, le prime derivano da una secolare colonizzazione agricola (regione asiatica, [[Messico]]), le seconde derivano dallo sviluppo industriale moderno ([[Inghilterra]], [[Francia]], [[Italia]], [[USA]] ecc).
 
=== Le migrazioni ===
 
La popolazione di un territorio varia anche per il [[movimento migratorio]], ma il saldo migratorio è un dato meno certo di quello naturale a causa della difficile rilevazione dei movimenti clandestini. Dalla fine del [[1900]] si assiste a un notevole incremento dei fenomeni migratori, tanto che secondo l’[[ONU]] il 20% della popolazione mondiale ha lasciato per scelta o per forza il proprio paese di origine. Fattori principali di questi movimenti sono di tre tipi: La [[transizione migratoria]], che segue la [[transizione demografica]], spinge il [[surplus]] di popolazione verso zone più ricche; La differenza di [[reddito]] e della[[ qualità della vita]]; La mondializzazione dei [[trasporti]] e delle [[comunicazioni]]. Vi sono poi anche fattori di carattere politico come l’apertura delle [[frontiere]] interne tra organismi internazionali come l’[[Unione Europea]]. Il nostro continente è stato storicamente un punto di [[emigrazione]] e solo negli ultimi decenni si è affermato come principale polo di attrazione mondiale. Anche la [[Russia]] ha vissuto una esperienza analoga. Inoltre oggi si sono sviluppate nuove direttrici che passano per il [[oceano pacifico|pacifico]] e si aggiungono a quelle storiche che passavano per l’[[oceano atlantico|atlantico]]. Tra gli [[immigrati]] le categorie più rappresentate sono quelle dei migranti per lavoro e dei [[rifugiati politici]]. La migrazione internazionale per lavoro è vista dai [[paesi in via di sviluppo]] come un rimedio contro la [[disoccupazione]] e sottoccupazione interna. Per i [[paesi industrializzati]] gli immigrati rappresentano una [[manodopera]] poco costosa, anche se il numero di immigrati e quasi sempre superiore al numero che i paesi ospitanti sono disposti ad accogliere.
 
=== La popolazione come risorsa economica ===
 
La popolazione di un paese può essere considerata una [[risorsa economica]] di fondamentale importanza, indicata come [[capitale umano]]. Si definisce [[popolazione attiva]] l’insieme di persone in età lavorativa. La percentuale degli attivi varia di paese in paese e il suo valore è tendenzialmente abbassato dall’abbondanza dei bambini (nei paesi poveri) o dall’abbondanza dei [[pensionati]] (paesi ricchi). La [[disoccupazione]] è un fenomeno diffuso ovunque anche se nei paesi industrializzati si attesta tra il 4% e il 10%. Nei paesi poveri non si conosce il vero tasso di disoccupazione, ma si ricorre a stime dalle quali traspare quantomeno la differenza occupazionale tra uomini e [[donne]] oltre che l’inclusione nella popolazione attiva di fasce giovanissime di popolazione. Ma oltre al numero di occupati occorre tenere conto della diversa [[produttività]] (ore di lavoro per unità di prodotto).
 
=== La sanità e l’istruzione ===
 
Caratteristiche di notevole importanza anche dal punto di vista produttivo oltre che sociale sono [[sanità]] e [[istruzione]]. Per quanto riguarda la sanità esistono ancora forti differenze tra paesi ricchi e paesi poveri anche se questi ultimi, pur lentamente, stanno decisamente migliorando le proprie condizioni. L’istruzione è garantita a un livello di base in tutti gli stati, tuttavia non sempre l’accesso a questo servizio è possibile all’intera popolazione, pertanto l’[[analfabetismo]] è tutt’altro che scomparso.
 
== Organizzazione territoriale degli spazi agricoli ==
 
{{Vedi anche|Economia e politica agraria}}
 
[[Image:KerbauJawa.jpg|thumb|right|300px|Aratura risaie con bufali, in [[Indonesia]].]]
 
La maggiorparte della [[terra]] non è sfruttabile per la [[sopravvivenza]] umana a causa della qualità, del [[clima]] e della pendenza del terreno naturale. Per la restante parte di [[globo]] invece le condizioni ecologiche permettono lo [[sviluppo]] di gruppi umani. Tuttavia l’uomo ha anche una certa capacità di modifica parziale dell’ambiente attraverso opere di [[bonifica]], [[terrazzamento]] ecc.
 
=== Le condizioni ecologico-ambientali ===
 
Le condizioni di natura fisico-ambientale possono essere suddivise in tre gruppi principali.
 
* il [[clima]] e le acque (temperatura minima per la [[germinazione]] del [[seme]]: 5-7°, 2.200 mm di [[pioggia]] ripartita durante l’anno è il minimo di [[acqua]] necessaria).
 
* Il rilievo che determina una modifica locale delle condizioni climatiche in quanto all’aumentare dell’[[altitudine]], diminuisce la [[temperatura]], aumentano le [[precipitazioni]] e si intensifica il [[vento]]. Inoltre anche la [[pendenza del terreno]] incide significativamente non permettendo molti tipi di [[coltura]].
 
* Il [[suolo]], che è un insieme di detriti [[minerali]] misti a sostanze organiche ([[humus]]). La [[fertilità]] naturale di un suolo è resa evidente dalla [[flora]] spontanea che vi si sviluppa. Allorché un suolo viene utilizzato per l’[[agricoltura]] diviene [[suolo agrario]] e con questo si sottolinea che la sua composizione e fertilità possono essere modificate dall'uomo. Se si pratica un [[agricoltura predatoria]] i suoli possono divenire improduttivi.
 
In generale, in base alle combinazioni dei tre fattori sopra specificati, si identificano alcune grandi regioni:
 
* [[regioni equatoriali]];
* [[savane]];
* [[regioni desertiche]] calde;
* [[regioni monsoniche]];
* [[regioni mediterranee]];
* [[regioni temperate]];
* la [[tundra]].
 
=== Sistemi colturali e società rurali ===
 
Entro ciascuna delle grandi aree climatiche si è assistito alla formazione di definiti [[sistemi colturali]] basati sull’associazione di due o più varietà vegetali. Nell’[[Europa]] del [[tardo medioevo]], l’aratura profonda, l’introduzione dei [[buoi]], la [[rotazione delle colture]], determinarono la rapida crescita della produzione. A partire dalla prima metà di questo secolo, il diffondersi dei [[fertilizzanti chimici]], degli [[erbicidi]] e [[pesticidi]], la selezione scientifica delle piante e il crescente utilizzo dei macchinari, si determinò un ulteriore sviluppo agricolo. Attualmente l’agricoltura è ancora l’[[attività economica]] più diffusa del globo, ma nei [[paesi industrializzati]] occupa meno del 6% della [[popolazione attiva]].
 
Il progresso tecnico in agricoltura si manifesta nella crescente capacità di controllo e trasformazione delle condizioni naturali. L’insieme delle tecniche utilizzate dipendono tuttavia dalle condizioni economiche e tecnologiche in cui operano le diverse [[società]] umane. E’ importante sottolineare la netta discrepanza tra la capacità biologica dei suoli e la loro reale resa in termini di prodotto, perché spesso le aree più produttive non corrispondono a quelle che sono più favorite dalle condizioni naturali.
 
=== I fattori sociali, demografici e politico-economici ===
 
{{Vedi anche|Riforma agraria}}
 
La distinzione tra grande e piccola [[proprietà]] ha un valore relativo dato che la dimensione assume un significato positivo o negativo in rapporto al contesto sociale. Infatti una piccola proprietà può rendere difficile l’impiego di macchinari ad alta resa, e una grande proprietà che non sia ben organizzata risulterà parimenti improduttiva. Dopo il [[secondo conflitto mondiale]], in molti paesi si è presentata l’emergenza di [[riforme agrarie]] che distribuissero piccole proprietà alla popolazione in modo da assicurarne lo sfruttamento e allentare le [[tensioni sociali]].
 
Nel concetto di [[riforma agraria]] si abbracciano molteplici interventi volti a modificare le modalità di conduzione dei terreni, gli interventi sono genericamente indirizzati al miglioramento delle tecniche e dell’organizzazione agricola. Spesso a tale riforma si associa soprattutto la riduzione delle dimensioni delle proprietà. La riforma agraria avviata nel [[1950]] in [[Italia]] è l’esempio di una [[politica]] rivolta a dare soluzione ai sintomi patologici dell’agricoltura contadina: l’estrema [[povertà]] di massa tra la [[popolazione rurale]]. In questo caso le terre furono [[espropriate]] dietro [[indennizzo]] e successivamente ridistribuite in lotti alle famiglie contadine. Il relativo miglioramento delle colture dovuto alla riforma, si accompagno a un modesto risultato economico.
 
A partire dalla [[seconda guerra mondiale]] l’evoluzione dell’agricoltura nei [[paesi sviluppati]] a [[economia di mercato]], ha attraversato due distinte fasi di sviluppo. La prima (fino agli anni [[1980]]) fu caratterizzata da un processo continuativo di [[modernizzazione]]. La seconda, più recente, è stata definita post-produttivistica e si caratterizza per l’intensificazione di relazioni tra [[economia agricola]] e altre forme di sviluppo rurale. Inoltre nella prima fase si sono susseguiti tre processi distinti e interconnessi: l’intensificazione della produzione; la concentrazione della produzione; la specializzazione. Queste tre caratteristiche hanno originato forme altamente capitalistiche di organizzazione dell’attività agricola.
 
=== Consumi e commercializzazione dei prodotti agricoli ===
 
Il [[consumo alimentare]], specialmente nei [[paesi sviluppati]], ha subito profondi cambiamenti nell’ultimo secolo. L’aumento della popolazione e la progressiva crescita del potere di acquisto hanno drasticamente ridotto l’agricoltura rivolta all’autoconsumo. Inoltre nei paesi sviluppati è diminuito sensibilmente il consumo pro capite di [[cereali]] ed è cresciuto quello di [[carne]], al contrario dei [[paesi sottosviluppati]]. Le tre principali specie di cereali rappresentano da sole circa la metà della componente energetica alimentare consumata dalla popolazione mondiale, mentre carne e [[pesce]] coprono circa il 10% del consumo alimentare del pianeta. La trama del [[commercio]] agricolo mondiale è caratterizzata da significativi flussi di derrate agricole destinate ai paesi industrializzati. I [[paesi della triade]] ([[nord America]], [[Europa]] e [[Sud-Est asiatico]]) infatti assorbono più di due terzi delle esportazioni mondiali di [[prodotti agricoli]]. I paesi esportatori dal canto loro, appaiono anche economicamente vulnerabili di fronte alle fluttuazioni della domanda. Infine, i flussi commerciali sono controllati da un numero limitato di grandi imprese occidentali che a differenza delle [[imprese petrolifere]] lasciano ai produttori tanto i rischi legati alla produzione quanto quelli connessi all’irregolarità dei [[prezzi]].
 
=== I grandi sistemi di produzione ===
 
Le numerose forme di [[produzione agricola]] possono sinteticamente essere classificate in due diverse tipologie.
 
* l’agricoltura contadina o tradizionale, diffusa nei [[paesi poveri]], occupa circa 2/3 della popolazione del [[pianeta]]. Nel complesso si tratta di un sistema in regresso di fronte all’avanzare dei sistemi agricoli più moderni;
 
* [[L’agricoltura capitalistica]], dipendente dal mercato assume forme produttive che consentono il profitto. In questo contesto, l’azienda famigliare si è trasformata e si è andata affermando la grande impresa agroindustriale. Il sistema agroindustriale prevede: la stretta integrazione tra agricoltura e industria alimentare; il dominio crescente dell’industria sull’agricoltura; la realizzazione delle diverse fasi produttive all’interno di un'unica grande azienda. Nei paesi in cui l’attività agricola ha raggiunto elevati livelli di razionalizzazione, gli attivi direttamente occupati nel [[settore agricolo]] in senso stretto rappresentano una quota relativamente modesta dell’occupazione totale, mentre l’occupazione nel complesso del sistema agroindustriale raggiunge invece percentuali considerevoli. Un ulteriore diffusa caratteristica dell’agricoltura capitalistica è la [[monocultura]], ovvero la specializzazione in un unico prodotto.
 
=== Le strutture territoriali dell’agricoltura contemporanea ===
 
[[Immagine:Tractors in Potato Field.jpg|thumb|right|300px|Grande produzione di [[Solanum tuberosum|patate]]]]
 
{{Vedi anche|Rivoluzione verde|Agricoltura biologica|OGM|Agricoltura convenzionale }}
 
Le strutture agrarie contemporanee possono essere catalogate in quattro grandi tipologie:
 
* [[Agricoltura di sussistenza]], che comprende i sistemi agricoli naturali a elevata intensità di lavoro manuale e che non prevedono scambi di prodotti. Tale struttura agraria è spesso sinonimo [[sottosviluppo]] e [[sottoalimentazione]]. Dal punto di vista tipologico possono essere individuati tre tipi di agricoltura di sussistenza: agricoltura di sussistenza ad [[alta intensità di lavoro]]; agricoltura itinerante del [[landag]]; l’agricoltura della [[oasi]].
 
* Le forme agricole commerciali contadine, sono una forma di agricoltura assai complessa per via delle profonde trasformazioni seguite agli stretti legami instaurati con l’[[economia industriale]] e urbana. Con i mercati urbani in particolare, esiste un fitto intreccio di rapporti che poggiano sulla rete di distribuzione del prodotto e sull’esistenza di stretti legami [[finanziari]]. Altri fattori che caratterizzano questo tipo di struttura agricola sono: L’elevato [[prezzo]] dei terreni; la concorrenzialità a cui le attività sono sottoposte; la crescente specializzazione;
 
* L’agricoltura speculativa di piantagione, è diffusa soprattutto in [[america centrale]] e insulare, alcuni paesi andini, il sud-est del [[Brasile]], il [[golfo di Guinea]] e l’Asia sud-orientale. Si tratta di un agricoltura votata unicamente alla [[esportazione]]. Al vecchio controllo coloniale si è sostituito il controllo di grandi imprese [[multinazionali]] che non modificano il significato economico di fondo che è quello di rifornire i paesi sviluppati. L’agricoltura speculativa, diffondendosi a spese di quella tradizionale di sussistenza è altresì responsabile di consistenti migrazioni interne dalle [[campagne]] alle [[città]] e quindi dell’[[esplosione demografica]] delle aree urbane. Vi sono due diverse forme con cui tale sistema si impone: la prima presuppone il coinvolgimento della società contadina indigena nel sistema produttivo importato e si afferma allorché particolari legislazioni prevengano la grande impresa dal diventare proprietaria dei terreni; la seconda, più diffusa, presuppone l’appropriazione fondiaria da parte della grande impresa agroindustiale e la contemporanea disgregazione della [[società contadina]] indigena. L’[[espropriazione]] dei coltivatori e la loro trasformazione in [[proletario agricolo]] segue l’ingresso del [[capitale estero]] e l’introduzione di tecnologie avanzate.
 
* L’agricoltura capitalistica dei grandi spazi è anch’essa caratterizzata da una agricoltura specializzata, speculativa e localizzata a grande distanza dai centri di mercato. Tuttavia essa si differenzia dalla precedente perché situata in regioni dal [[clima temperato]], scarsamente abitate, sovente comprese in territori di [[paesi industrializzati]]. Si distingue inoltre per il suo carattere [[estensivo]], la scarsa quantità di [[mano d’opera]] impiegata e l’alta densità del [[capitale]] investito.
 
== La produzione mineraria ed energetica ==
 
[[Immagine:Total final energy consumption 1973-2004.jpg|thumb|300px|Consumi energetici mondiali, per fonte, nel [[1973]] e nel [[2004]]. Fonte: International Energy Agency<ref>IEA, ''ibidem''</ref>.]]
 
[[Immagine:Nuclear Power History.png|thumb|right|300px|Andamento storico dell'utilizzo di energia nucleare (in alto) e del numero di centrali nucleari attive (in basso).]]
 
[[Immagine:solar_land_area.png|right|thumb|300px|Risorse globali di energia solare. I colori sulla mappa indicano l'energia media che raggiunge la terra, in un periodo di tre anni dal 1991 al 1993 (24 ore al giorno, tenendo conto anche della copertura nuvolosa indicata dai satelliti meteorologici). La scala è in watt per metro quadrato. L'area necessaria per fornire l'energia equivalente alla richiesta primaria di energia attuale è indicata dai dischetti scuri.]]
 
[[Immagine:OilPipeAlaska.JPG|thumb|right|300px|Oleodotto in [[Alaska]]]]
 
[[Image:Elatsite mine Bulgaria.jpg|thumb|right|300px|Miniera a cielo aperto di [[Rame]] e [[oro]] in [[Bulgaria]]]]
 
[[Immagine:Lasvegashistoryhooverdam.jpg|thumb|right|300px|Diga ad arco utilizzata per produrre energia elettrica]]
 
[[Immagine:Oilfields_California.jpg|thumb|right|300px|Campo di estrazione petrolifera in California, 1938]]
 
[[Immagine:Opec Organization of the Petroleum Exporting Countries countries.PNG|thumb|300px|Stati membri dell'OPEC, in verde più chiaro sono indicate le nazioni che ne hanno fatto parte in passato]]
 
Le [[materie prime minerarie]] sono alla base di gran parte delle[[ attività produttive]] e il loro possesso è da sempre considerato come un fattore strategico. Tuttavia il loro sfruttamento su larga scala iniziò soltanto con la [[rivoluzione industriale]] caratterizzata da un uso massiccio del [[ferro]] come materia prima e del [[carbone]] come fonte di energia. Anche l’origine del [[primo conflitto mondiale]] è parzialmente ascrivibile alla spartizione ineguale dei domini coloniali dell’epoca e delle loro risorse. La [[rivoluzione industriale]] fu strettamente legata alla innovativa capacità di utilizzo di tali risorse cosi come la [[seconda rivoluzione industriale]] fu caratterizzata dall’impiego di nuove risorse e [[fonti energetiche]]. Più recentemente si sono diffuse ulteriori risorse energetiche come il [[nucleare]].
 
=== I concetti utilizzati ===
 
Tra le materie prime minerarie si distinguono i [[minerali metallici]] ([[ferro]], [[oro]], ecc) e i [[minerali non metallici]] ([[zolfo]], [[sale]], ecc). Nel complesso, degli 88 elementi conosciuti, presenti in quantità sulla [[crosta terrestre]], alcuni sono estremamente diffusi e altri relativamente scarsi. Dal punto di vista politico-economico occorre distinguere il concetto di “[[risorsa]]” da quella di “[[riserva]]”. Il primo riguarda una quantità di risorse minerarie scoperte e il cui sfruttamento è tecnologicamente ed economicamente possibile. Il secondo concetto è ancora più restrittivo e indica quella parte di risorse che sono immediatamente disponibili. Le materie prime sfruttate a fini economici si presentano sotto forma di [[giacimenti]] che possono essere di superficie (a cielo aperto) o di profondità.
 
=== Prospezione, esaurimento e risparmio ===
 
Sotto il profilo merceologico si distinguono le fonti usate come [[combustibile]], dalle fonti di [[energia naturale]]. Una distinzione essenziale è inoltre quella tra [[fonti energetiche non rinnovabili]] da quelle rinnovabili. A partire dalla [[rivoluzione industriale]], la maggior parte dell’energia proviene da fonti non rinnovabili come il [[petrolio]] a causa della facilità relativa nel trasporto di questa [[energia]]. Infatti altre fonti come l’[[energia idroelettrica]], [[energia geotermica|geotermica]] e [[energia solare|solare]] dipendono dalle condizioni tipiche del luogo e sono più difficili da trasportare. L’[[energia nucleare]] ha invece i suoi limiti negli alti costi economici sia per il problema della sicurezza dell’impianto e delle [[scorie nucleari|scorie]], sia per la limitatezza delle riserve di [[uranio]]. Il [[gas naturale]] necessita a sua volta di complesse infrastrutture di trasporto. Anche il [[carbone]], infine, richiede investimenti ingenti per l’estrazione e il trasporto. Le [[fonti energetiche rinnovabili]] negli ultimi anni hanno sviluppato una notevole popolarità, ma ad oggi sono utilizzate solo per lo 0,5 % della produzione globale (Iea [[2004]]).
 
=== Regioni di produzione e di consumo minerario ===
 
[[Sviluppo industriale]] e sfruttamento delle risorse sono quindi fenomeni che vanno di pari passo. In particolare, trattandosi assai spesso di risorse non rinnovabili si è progressivamente imposto il concetto di esauribilità, inteso come quantità di tempo necessario a consumare una quota considerevole di un dato materiale. Tale impostazione incentiva l’attività di [[prospezione]] e le politiche di risparmio. Lo [[sviluppo tecnologico]] è stato sempre un elemento essenziale nel definire il rapporto tra [[uomo]] e [[ambiente naturale]]. Esso infatti determina da un lato la capacità di utilizzo di un determinato materiale, dall’altro la stessa capacità di sfruttamento (ad esempio nuovi macchinari capaci di scavare a profondità maggiori). La relativa diffusione delle [[fonti energetiche]] si è accompagnata, nell’ultimo secolo, all’aumento vertiginoso dei [[consumi]] e a un costante processo di sostituzione di una fonte con un'altra. Ad esempio il [[carbone]] che costituiva il 60% del consumo totale è stato in seguito sostituito dal [[petrolio]], dal [[gas naturale]] e dall’[[energia nucleare]]. La rapida evoluzione dei consumi è stata resa possibile fino al [[1973]] dal prezzo relativamente basso degli [[idrocarburi]]. Per questo motivo si è assistito ad uno [[sviluppo economico]] basato sul [[consumo energetico]] estensivo caratterizzato da: espansione industriale; diffusione dei [[beni di consumo]]; sistema di [[trasporti privati]] superiori a quelli pubblici; modello residenziale unifamiliare.
 
Le previsioni dei consumi prevedono che i [[paesi in via di sviluppo]], con una crescita demografica spettacolare, aumenteranno nei prossimi decenni la loro quota di consumo in maniera vertiginosa.
 
=== Gli spazi energetici ===
 
La [[geografia]] degli spazi minerari ed energetici si basa su due ordini spaziali: i luoghi di estrazione delle fonti e le zone di distribuzione dell’energia prodotta. Le due aree sono connesse tra loro da due flussi di prodotto. L’[[economia]] statunitense con il 6% della popolazione mondiale, consuma attualmente circa un quarto dei [[minerali]], una quota analoga a quella europea. La [[Russia]] è invece autosufficiente e anzi, fortemente esportatrice. La [[geografia mineraria]], in seguito al rinvenimento di nuovi depositi e alla diffusione dei centri di estrazione, si è assai modificata negli ultimi decenni. E’ capitato infatti che molti paesi storicamente privi di riserve, siano invece diventati "paesi esportatori di risorse" ([[Australia ]] e [[Canada]] soprattutto), grazie alle nuove tecniche di [[prospezione]], cosi come in generale le quantità di riserve nel mondo, non sono scese mai, anzi spesso sono aumentate, per lo stesso motivo tecnico.
 
Attualmente, la complessa realtà della geografia mineraria può essere sintetizzata individuando quattro grandi situazioni regionali:
 
* [[Europa occidentale]] e [[Giappone]], zone altamente consumatrici, ma scarsamente dotate di risorse;
* [[America settentrionale]], area altamente consumatrice e al contempo esportatrice di alcuni minerali;
* [[Russia]] e [[est-Europa]], aree in cui vi è un consumo meno forte e una esportazione significativa;
* I [[paesi sottosviluppati]], suddivisi al loro interno tra paesi fortemente esportatori e paesi poveri di risorse.
 
=== La geografia mineraria ===
 
{{Vedi anche|Energia solare|Energia idroelettrica|Carbone vegetale|Idrocarburi|Energia nucleare}}
 
Cosi come per le [[materie prime minerarie]], anche la geografia degli spazi energetici deve tener conto delle aree di estrazione e di quelle di consumo.
 
* L’[[energia idroelettrica]] caratterizza soprattutto paesi maggiormente ricchi di fonti idriche ([[Austria]], [[Svezia]], [[Quebec]], [[Ontario]], [[Angara]], ecc). Tale fonte pare che in futuro vivrà una valorizzazione crescente.
 
* Il [[carbone]], benché sia meno efficiente del [[petrolio]] (per trasporto e utilizzo), è una fonte energetica fondamentale ancora oggi. La sua caratteristica di bassa capacità di trasporto rende inevitabile uno sfruttamento di tipo regionale per cui si distinguono alcune regioni tipiche: Aree carbonifere dell’[[Europa occidentale]]; [[Usa]] (20% della produzione energetica); [[Russia]] (molto ricca soprattutto verso est); [[Estremo oriente]], dove il [[Giappone]] importa il materiale in misura crescente; Altre regioni a elevata produzione e consumo carbonifero ([[Cina]], [[India]], [[Africa australe]] e [[Nuova Zelanda]]).
 
* Gli [[idrocarburi]] si sono notevolmente diffusi grazie al perfezionamento delle tecniche di [[prospezione]] e di perforazione. [[Petrolio]] e [[gas naturale]] sono spesso estratti congiuntamente, ma mentre il primo è facilmente immagazzinabile e trasportabile, il secondo pone notevoli difficoltà dato che necessità di grandi infrastrutture per il trasporto. Nella geografia del petrolio [[greggio]] è possibile individuare alcune grandi regioni: [[Medio oriente]] (30% del petrolio commercializzato nel mondo) che possiede due terzi delle riserve; Paesi costieri del [[mediterraneo]] (tra cui l’[[Italia]]) fungono spesso da tappe di raffinazione del greggio; Gli [[USA]] vivono una costante riduzione del ruolo di produttori; La [[Russia]] è il secondo produttore mondiale; L’[[Europa occidentale]] gode di un estrazione rilevante esclusivamente nel [[Mare del Nord]]; Il resto del pianeta fornisce complessivamente il 10% della produzione mondiale.
 
* L’[[energia nucleare]] per la sua produzione necessita di due fasi principali :la preparazione del [[combustibile]] e il suo utilizzo nelle centrali. Attualmente esistono 440 reattori operativi nel [[mondo]] di cui 103 sono localizzati negli [[USA]]. L’utilizzo di tale fonte energetica pone molti problemi sia a livello economico (investimenti ingenti), sia a livello ambientale.
 
La presenza di infrastrutture di trasporto, la vicinanza di centri urbani e altre caratteristiche del genere possono rendere più o meno conveniente la scelta di sfruttare un [[giacimento]]. È una costante, insomma, che il valore reale di una determinata riserva dipenda necessariamente dalla misura in cui essa è economicamente sfruttabile. L’abbattimento dei costi di trasporto ha determinato la tendenza dei paesi ricchi a rifornirsi di materiali estratti nei giacimenti di oltremare. Si segnala quindi un cambiamento delle condizioni necessarie per lo sviluppo di una regione, per cui oggi non è più cosi determinante la vicinanza al giacimento. Per questo infatti i principali [[centri industriali]] si formarono nelle vicinanze di [[aree minerarie]], mentre oggi non è più necessariamente cosi. L’attività estrattiva infine, produce pesanti trasformazioni negative al [[paesaggio]] e all’[[ambiente]].
 
=== Prezzi, mercati, manovre speculative ===
 
L’organizzazione dei mercati e i prezzi relativi scontano una certa rigidità dell’offerta. Dall’altro lato, la scarsità di un materiale più indurre una lievitazione del suo [[prezzo di mercato]], che induce allo sfruttamento dei depositi o alla sostituzione dei materiali. Fino a prima della [[seconda guerra mondiale]], i prezzi dei minerali erano relativamente alti, e solo dopo il conflitto si è inaugurato un lungo periodo in cui i prezzi rimasero costantemente bassi fino al [[1973]]. I prezzi delle materie prime sono comunque soggetti ad oscillazioni di breve periodo determinati da operazioni sui mercati e da manovre speculative da parte degli stati e delle [[imprese]]. Attualmente la struttura del commercio sui mercati mondiali è significativamente differente per i diversi minerali (per alcuni vi è maggiore [[concorrenza]], per altri un [[oligopolio]] ecc). Fino agli anni settanta poche grandi imprese (a prevalente [[capitale]] [[anglosassone]]) dominavano la prospezione, l’estrazione e la commercializzazione (vedi le sette sorelle). Tra gli anni sessanta e settanta la situazione mutò, e andò consolidandosi il principio della [[sovranità degli stati ]] sulle proprie riserve (nacque in questo periodo l’[[OPEC]]). L’[[industria petrolifera]] si trasformò cosi in [[capitale misto]]. L’OPEC, a partire dal [[1973]] riuscì ad imporre una [[politica di prezzi]] alti. Per tutti gli anni settanta e ottanta i paesi importatori di [[petrolio]] furono costretti a ridurre i consumi e a sfruttare altre fonti. Tuttavia a partire dal [[1982]] la coesione dei membri dell’OPEC ha teso ad allentarsi e i prezzi del [[greggio]] hanno cominciato a scendere. Per i paesi importatori è diminuito così il grado di dipendenza, a tutto vantaggio delle grandi imprese del settore che nel frattempo hanno diversificato le proprie fonti di approvvigionamento.
 
== Bibliografia ==
 
* S.Conti, G. Dematteis, C.Lanza, F.Nano, ''Geografia dell'economia mondiale'', UTET, Novara, 2006
 
 
== Voci correlate ==
 
* [[Paradigma OLI]]
* [[Economia e politica agraria]]
* [[Economia finanziaria]]
* [[Economia dello sviluppo]]
* [[Economia ambientale]]
* [[Economia internazionale]]
* [[Governance globale]]
* [[Finanza]]
* [[Geografia|Geografia classica]]
* [[Geografia umana]]
* [[Geografia fisica]]
* [[Stati del mondo]]
* [[Globalizzazione]]
 
[[Categoria:Geografia economica| ]]
 
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