Sto traducendo la pagina inglese su Anna Katharine Green [[https://en.wikipedia.org/w/index.php?title=Anna_Katharine_Green&oldid=800007269]]
{{Avvisounicode}}
{{coord|40.832625|14.244380|display=title}}
{{Infobox unità militare
|Categoria = esercito
|Nome = Scuola militare<br />"Nunziatella"
|Immagine = CoA mil ITA scuola nunziatella.png
|Didascalia = [[Stemma della scuola militare Nunziatella|Stemma della scuola]]
|Attiva = 18 novembre [[1787]] - oggi
|Attivo =
|Nazione = [[File:Flag of the Kingdom of the Two Sicilies (1816).svg|border|20px]] [[Regno delle Due Sicilie]]<br />{{ITA 1861-1946}}<br />{{ITA}}
|Alleanza = {{NATO bandiera}}
|Servizio = [[File:Flag of the Kingdom of the Two Sicilies (1816).svg|border|20px]] [[Esercito delle Due Sicilie]]<br />[[File:Flag of Italy (1860).svg|20 px]] [[Regio Esercito]]<br />[[File:CoA Esercito Italiano.svg|border|20px]] [[Esercito Italiano]]
|Tipo = [[Accademie e scuole militari in Italia#Scuole superiori militari|scuola militare]]
|Descrizione_ruolo =
|Ruolo = istituto militare di formazione [[scuola secondaria di secondo grado in Italia|scolastica secondaria di secondo grado]], con studi riservati agli ultimi tre anni degli indirizzi [[liceo classico]] e [[Liceo scientifico|scientifico]].
|Dimensione = [[reggimento]]
|Descrizione_guarnigione = Sede
|Guarnigione = [[Napoli]], via Generale Parisi, 16
|Descrizione_equipaggiamento =
|Equipaggiamento =
|Soprannome = Rosso Maniero
|Patrono = [[Annunciazione|Madonna dell'Annunziata]]<br />[[Crispino e Crispiniano|San Crispino]]
|Motto = ''Preparo alla vita ed alle armi''
|Descrizione_colori =
|Colori = Rosso, oro e azzurro (stemma); turchino, magenta e blu notte (divisa invernale) o bianco (divisa estiva)
|Marcia = Inno Ardito
|Mascotte =
|Battaglie/guerre = [[Rivoluzione Napoletana (1799)]], [[Assedio di Gaeta (1860)]]
|Missioni di peacekeeping
|Anniversari = 18 novembre
|Decorazioni = 2 decorazioni alla bandiera; 410 decorazioni al Valore e 91 onorificenze ad ex-Allievi ([[Decorati ex allievi della scuola militare Nunziatella|per il dettaglio vedi qui]])
|Sito_internet ={{cita web|url=http://spazioweb.esercito.difesa.it/siti_scuole/nunziatella/|titolo=Sito ufficiale|accesso=16 dicembre 2013}}
|Descrizione_struttura_di_comando =
|Struttura_di_comando = <center>[[Accademia militare di Modena]]</center>
|Reparti_dipendenti =
|Descrizione_reparti_dipendenti =
|Descrizione_comandante_corrente1 =
|Comandante_corrente1 =
|Descrizione_comandante_corrente2 =
|Comandante_corrente2 =
|Descrizione_comandante_corrente3 =
|Comandante_corrente3 =
|Descrizione_comandante_corrente =
|Comandante_corrente = [[colonnello]] Maurizio Napoletano (ex-allievo del corso 1982-85)<ref>{{cita web|url=http://www.ilmattino.it/articolo.php?id=220751&sez=NAPOLI|titolo=Il colonnello Napoletano comandante della Nunziatella|accesso=27 settembre 2013}}</ref>
|Comandanti_degni_di_nota = [[Giuseppe Parisi]], [[Giuseppe Saverio Poli]], [[Francesco Antonio Winspeare]], [[Guglielmo De Sauget]], [[Luigi Chatrian]], [[Adolfo Rivoir]], [[Franco Magnani (generale)|Franco Magnani]]
|Descrizione_simbolo =
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|Note =
|Ref = Fonti nel corpo della voce
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La '''Scuola militare "Nunziatella"''' di [[Napoli]], fondata il 18 novembre 1787 come '''Reale accademia militare''', è uno dei più antichi istituti di formazione militare d'Italia e del mondo<ref>{{Cita|Catenacci 1999|p. 5|harv=s}}.</ref><ref>Il nome Rosso Maniero è attribuito alla Nunziatella dal colore delle sue mura esterne, che la rende visibile e riconoscibile da ogni punto del golfo di Napoli.</ref>, e l'adiacente [[Chiesa della Nunziatella|chiesa della Santissima Annunziata]] costituiscono un complesso architettonico monumentale della città di Napoli.
Situata a [[Pizzofalcone]], in via Generale Parisi 16, è stata fin dalle origini luogo di elevata formazione militare e civile e ha avuto tra i suoi professori e alunni personalità del calibro di [[Francesco De Sanctis]], [[Mariano d'Ayala]], [[Carlo Pisacane (patriota)|Carlo Pisacane]], [[Guglielmo Pepe]], [[Enrico Cosenz]], un [[viceré d'Etiopia]] ([[Amedeo di Savoia-Aosta (1898-1942)|Amedeo di Savoia-Aosta]]) e persino un [[re d'Italia]], [[Vittorio Emanuele III di Savoia|Vittorio Emanuele III]].
Tra i tanti ex allievi di prestigio figurano alti gradi delle forze armate, tra cui un capo dell'[[Comitato militare dell'Unione europea|European Union Military Committee]], due [[Capo di stato maggiore della difesa|capi di stato maggiore generale]], quattro dell'[[Capo di stato maggiore dell'Esercito italiano|Esercito]], due della [[Capo di stato maggiore della Marina|Marina]], uno dell'[[Capo di stato maggiore dell'Aeronautica Militare|Aeronautica]], due [[Comandante generale della Guardia di Finanza|comandanti generali della Guardia di finanza]] (nonché tre vicecomandanti), un [[Cronotassi dei comandanti e vice comandanti generali dell'Arma dei Carabinieri|comandante generale dell'Arma dei carabinieri]] (nonché otto vicecomandanti) e due direttori generali dei servizi di informazione. Per quanto riguarda gli ex-allievi civili, sono da ricordare quattro presidenti di consiglio, 18 ministri, 14 senatori e 12 deputati del [[Regno delle Due Sicilie]], del [[Regno d'Italia (1861-1946)|Regno d'Italia]], della [[Italia|Repubblica Italiana]] e dell'[[Albania]], un [[Corte costituzionale della Repubblica Italiana|presidente della Corte Costituzionale]], nonché esponenti di assoluto rilievo del mondo culturale, politico e professionale italiano e internazionale, tra cui un vincitore del prestigioso [[premio Sonning]], assegnato ai più grandi intellettuali europei.
La bandiera della scuola è decorata da una [[Croce al merito dell'Arma dei carabinieri|croce d'oro al merito dell'Arma dei carabinieri]]<ref>{{cita web|url=http://napoli.repubblica.it/dettaglio-news/14:31-14:31/4257937|titolo=Conferimento della Croce d'oro al merito dell'arma dei Carabinieri.|accesso=16 dicembre 2013}}</ref> e da una [[Medaglia al valore dell'esercito|medaglia di bronzo al valore dell'Esercito]]. I suoi ex allievi hanno meritato 38 [[medaglia d'oro al valor militare|medaglie d'oro]], 147 [[Ricompense al valor militare|medaglie d'argento]] e 220 [[Ricompense al valor militare|medaglie di bronzo]] al valor militare, una [[Valor civile|medaglia d'oro al valor civile]] e numerosi altri riconoscimenti al valore. Un totale di 28 di essi sono decorati dell'[[Ordine militare d'Italia]] e 63 dell'[[Ordine al merito della Repubblica italiana]].
Per il ruolo svolto negli ultimi tre secoli "nel settore dell'alta formazione, qual motore accademico, sociale ed economico per l'Italia e per tutti i Paesi del Mediterraneo ad essa legati", il 22 febbraio 2012 è stata dichiarata "Patrimonio storico e culturale dei Paesi del Mediterraneo" da parte dell'[[Assemblea parlamentare del Mediterraneo]]<ref>{{cita web|url=https://www.facebook.com/photo.php?fbid=258395510906923&set=a.147703625309446.38576.126274300785712&type=3&theater|titolo=Dichiarazione dello status di Patrimonio Storico e Culturale dei Paesi del Mediterraneo.|accesso=16 dicembre 2013}}</ref>. La Scuola è inoltre vincitrice del premio Cypraea per la Scienza (1994)<ref>{{cita web|url=http://associazioneculturale-cypraea.blogspot.it/2009/08/il-premio-cypraea-nato-nel-1985-e-stato.html|titolo=Premio Cypraea, Albo d'Oro.|accesso=16 dicembre 2013}}</ref> e del premio Mediterraneo Istituzioni assegnato dalla Fondazione Mediterraneo (2012)<ref>{{cita web|url=http://www.fondazionemediterraneo.org/index.php?option=com_content&view=article&id=1442%3Aalla-scuola-militare-nunziatella-il-premio-mediterraneo-2012&catid=64%3Aanno-2012&Itemid=293&lang=it|titolo=Premio Mediterraneo Istituzioni|accesso=16 dicembre 2013}}</ref>.
== Storia ==
=== Gli istituti militari originatori (1735-1786) ===
{{vedi anche|Borbone di Napoli|Esercito delle Due Sicilie|Real Marina del Regno delle Due Sicilie}}
Le origini della Scuola militare "Nunziatella" vanno fatte risalire all'opera di riordino delle forze armate del [[Regno di Napoli]], propugnata dallo statista [[Bernardo Tanucci]] e messa in atto da [[Carlo III di Spagna|Carlo di Borbone]]. Sotto la sua guida fu infatti individuata per la prima volta la necessità di creare istituti specializzati per la formazione degli ufficiali delle varie armi: tale iniziativa si rendeva necessaria per affrancare il [[Regno delle Due Sicilie]] dalla sudditanza nei confronti del Regno di Spagna, governato da [[Filippo V di Spagna|Filippo V]], padre di Carlo, e per limitare le ambizioni della madre [[Elisabetta Farnese]]<ref name=C5>{{Cita|Castronuovo|p. 4|harv=s}}.</ref>.
[[File:Charles III of Spain.jpg|thumb|left|160px|Carlo di Borbone]]
L'impulso riformatore di Carlo di Borbone portò in primo luogo alla fondazione della [[Real Accademia di Marina|Real Academia de los Guardias Estendartes de las Galeras]] (5 dicembre 1735), deputata alla formazione degli ufficiali di Marina: tale istituto, cui va il primato della più antica Accademia di Marina Militare in Italia<ref>{{cita web|url=http://books.google.it/books?id=LMWsAAAAMAAJ&q=palazzo+trotti+napoli&dq=palazzo+trotti+napoli&hl=it&sa=X&ei=-_nST5CsKPT64QSw0eWIAw&ved=0CD4Q6AEwAjgU|titolo=Rivista marittima (1899) Ministero della Marina, pag. 536.|accesso=16 dicembre 2013}}</ref>, fu inizialmente alloggiato in un edificio della darsena di Napoli, ma poi spostato, dopo soli due mesi, nel palazzo Trotti e nelle immediate vicinanze del [[palazzo reale di Napoli]], presso la chiesa domenicana di Santo Spirito, nell'area successivamente occupata dal [[Palazzo della Prefettura (Napoli)|palazzo della Prefettura]]<ref name=C5/>.
Dopo la breve e poco proficua esperienza di una ''scola'' militare, posta nel quartiere della Maddalena, fu fondata l'Accademia di Artiglieria (1745), per l'organizzazione della quale fu chiamato il valente matematico [[Nicola Antonio De Martino]], che prestava servizio in Spagna quale segretario d'ambasciata<ref>{{Cita|Castronuovo|pp. 5-6|harv=s}}.</ref>. La nuova Accademia fu installata nel [[palazzo della Panatica]] a Santa Lucia, e fornita di un solido programma didattico, sia teorico che pratico: vi si insegnavano infatti matematica, fisica, disegno e scherma, mentre le esercitazioni pratiche venivano effettuate al [[Giardini del Molosiglio|Molosiglio]], alla darsena e al [[forte di Vigliena]]. Gli allievi dell'Accademia erano ufficiali e cadetti d'artiglieria, per i quali la frequentazione era obbligatoria; ufficiali e cadetti di altre armi, e nobili che avessero superato un esame d'ingresso, erano altresì ammessi alle lezioni. Conformemente agli orientamenti del tempo, i programmi dell'Accademia erano dichiaratamente focalizzati sulle materie matematiche e scientifiche. Lo stesso Carlo di Borbone, nell'ordinanza per l'istituzione dell'Accademia, scriveva: «Sebbene siasi da noi con altre nostre reali ordinanze ed istruzioni specialmente provveduto a rendere appieno ammaestrati i nostri sudditi sull'onorevole impiego della milizia, pur non di meno in considerando quanto convenga alla conservazione dei nostri Stati, al lustro ed allo splendore delle nostre armi che il corpo della milizia si mantenga ben disciplinato ed istruito eziandio nella matematica, della quale scienza principalmente dipendono i più felici successi delle operazioni della guerra, ci siamo mossi a dare anche a ciò l'opportuno provvedimento»<ref>{{Cita|Castronuovo|p. 6|harv=s}}.</ref>.
[[File:Ferdinand IV by San Gennaro.jpg|thumb|160px|Ferdinando IV di Borbone]]
L'opera di ampliamento delle basi formative degli ufficiali dell'Esercito continuò con l'istituzione dell'Accademia del Corpo degli ingegneri militari (1754), dedicata agli ufficiali del genio; se da un lato la fondazione della nuova Accademia aggiunse un tassello all'opera di miglioramento delle competenze tecnico-militari degli ufficiali, dall'altro rese evidente la necessità di un contenitore unico che provvedesse organicamente a tale compito. La partenza di Carlo per la Spagna, per salire al trono del Regno alla morte di Filippo V, gli impedì di continuare nel proprio disegno armonizzatore, e rimase dunque responsabilità di Tanucci assistere il giovane re [[Ferdinando I delle Due Sicilie|Ferdinando IV di Borbone]] nella costruzione progressiva di una classe dirigente militare sempre più preparata.
[[File:Vito Caravelli.jpg|thumb|left|160px|Vito Caravelli]]
A tale scopo, nel dicembre del 1769 fu emessa una nuova ordinanza, la quale statuì la fusione della Reale accademia di artiglieria con quella del Corpo degli ingegneri nella Reale accademia militare. Il nuovo istituto (sempre con sede nel palazzo della Panatica) aprì i battenti il 1º febbraio 1770, dopo una cerimonia di inaugurazione segnata da un discorso del capitano Alonzo Nini<ref>{{Cita|Castronuovo|pp. 7-8|harv=s}}.</ref>. L'organizzazione dell'istituto, avente una dotazione finanziaria iniziale di duemila ducati l'anno, era simile a quella di un'università, dato che gli allievi vi si recavano unicamente per le lezioni e gli esami. La frequentazione dei corsi, della durata di quattro anni, era obbligatoria per gli ufficiali di artiglieria e del genio stanziati a Napoli. I battaglioni di fanteria, cavalleria e dragoni di stanza a Napoli dovevano inviarvi due ufficiali e due cadetti ciascuno, mentre i reggimenti stanziati altrove mandavano due cadetti cadauno. Il brigadiere Luca Ricci fu nominato comandante, mentre la direzione degli studi fu affidata al famoso matematico e fisico sperimentale [[Vito Caravelli]]. Gli allievi superavano due esami l'anno e uno al termine del quadriennio formativo, alla presenza del ministro della guerra. I primi quattro classificati venivano promossi di un grado nei corpi di appartenenza, i secondi quattro ricevevano una medaglia d'oro, tutti gli altri una d'argento. Sebbene il regime degli studi fosse di spessore dal punto di vista delle materie scientifiche, mancava completamente in quelle umanistiche; tale mancanza iniziò ad essere acutamente sentita negli ambienti formativi, e avrebbe portato alla successiva evoluzione della Reale accademia militare<ref>{{Cita|Castronuovo|pp. 8-10|harv=s}}.</ref>.
[[File:Francesco Pignatelli principe di Strongoli.jpg|thumb|160px|Francesco Pignatelli, principe di [[Strongoli]].]]
Una volta provveduto alla formazione degli ufficiali già in servizio, l'opera riformatrice si rivolse a quella dei cadetti, vale a dire degli ufficiali in via di formazione. A tale scopo, e per fondare un nuovo corpo che servisse "di vivissima forza tattica ne' riscontri più difficili della guerra", venne istituito un Corpo scelto dei cadetti, chiamato Battaglione Real Ferdinando (1772). Il comando del Battaglione, alloggiato nei due ex conventi della Croce e della Trinità di Palazzo (area oggi occupata dal [[Palazzo Salerno|palazzo del Principe di Salerno]], in [[piazza del Plebiscito]]) fu affidato al generale [[Francesco Pignatelli (conte di Laino)|Francesco Pignatelli dei principi di Strongoli]], e lo stesso Ferdinando IV di Borbone volle acquisirne il grado di colonnello. Gli allievi, figli di nobili e di ufficiali di grado superiore a capitano, venivano ammessi all'età di otto anni, e proseguivano gli studi per sei anni; le materie oggetto di insegnamento comprendevano matematica e arte militare<ref>{{Cita|Castronuovo|pp. 10-11|harv=s}}.</ref>.
Una volta completato con istituti appositi l'intero percorso di formazione degli ufficiali dal grado di cadetto alla scuola di specializzazione, fu ritenuto opportuno unificare le diverse entità a ciò preposte in una sola entità. Nel settembre 1774 fu dunque deciso di sopprimere la Reale accademia, facendone confluire gli allievi nel Battaglione Real Ferdinando; la nuova istituzione che ne derivò fu denominata Reale accademia del Battaglione Real Ferdinando, che dagli originali 270 cadetti divisi in tre compagnie, passò a 810, divisi in nove compagnie. Gli effettivi dell'Accademia erano distribuiti tra il palazzo della Panatica, dove vennero alloggiati i cadetti più giovani, e i succitati conventi della Croce e della Trinità di Palazzo, che accolsero tutti gli altri. Anche i programmi di studio furono diversificati, al fine di tenere conto delle differenze di età e di preparazione, e videro per la prima volta l'introduzione delle materie umanistiche per i più giovani. L'esame finale era destinato a verificare che gli aspiranti alla nomina ad ufficiale possedessero «la estensione delle teorie di tutte le scienze che sono necessarie a sapersi per intender la ragion di quanto si fa nel mestiere per cui si concorre e le teorie del mestiere medesimo; la franchezza delle facoltà intellettuali, che son precise per sapersi ben condurre nei dati casi; e finalmente i gradi di invenzione per saper ritrovare quanto occorra nel mestiere»<ref>{{Cita|Castronuovo|pp. 11-12|harv=s}}.</ref>. La nuova istituzione si dimostrò rapidamente una valida fonte di ufficiali, suscitando un apprezzamento sempre più manifesto e pubblico da parte del sovrano. Tuttavia nell'aprile 1755 il generale Pignatelli fu costretto a informare il re, con dovizia di prove, dell'esistenza di una loggia massonica tra gli allievi: tale scoperta fu origine di un profondo dissidio tra Ferdinando IV e la moglie [[Maria Carolina d'Asburgo-Lorena]], la quale era notoriamente protettrice del movimento massonico a Napoli. Coerentemente con la gravità dei fatti, furono presi seri provvedimenti nei confronti di quanti fossero coinvolti<ref>{{Cita|Castronuovo|pp. 13-14|harv=s}}.</ref>.
[[File:Sirjohnacton.jpg|thumb|left|160px|Sir John Acton]]
Una nuova evoluzione dell'approccio formativo ai quadri ufficiali si ebbe conseguentemente alla caduta di Tanucci dopo molti anni di servizio presso la corte borbonica. L'influenza della regina Maria Carolina fu determinante per l'arrivo dell'ammiraglio inglese [[John Acton]], che assunse dapprima l'incarico di ministro della Marina, e successivamente, a fronte dell'inerzia del [[Giuseppe Beccadelli di Bologna|marchese della Sambuca]], anche quella di primo ministro. Acton avviò un processo di rinnovamento che consentisse di rinforzare notevolmente la dirittura etico-morale degli ufficiali, in modo che essi potessero funzionare come esempio per il resto della popolazione. Rendendosi inoltre conto della necessità di aggiornare l'iter di formazione, coerentemente all'evoluzione della dottrina militare, fu l'artefice di una decisione storica: costituì infatti un piccolo gruppo di ufficiali, cui diede l'incarico di visitare gli istituti di formazione militare dei diversi paesi europei, e di trarre da essi tutti gli aspetti organizzativi, formativi e pratici, che servissero a costruire un'Accademia di tipo completamente nuovo. In tale gruppo fu incluso anche un giovane tenente del genio, di nome [[Giuseppe Parisi]]<ref>{{Cita|Castronuovo|pp. 14-16|harv=s}}.</ref>. Tale scelta si rivelò particolarmente felice, in quanto proprio grazie alle dettagliate relazioni di Parisi prima, e alla sua opera in prima persona poi, sarebbe nata la Nunziatella. Durante il periodo all'estero, e specificamente in Austria, egli ebbe modo di farsi apprezzare dall'imperatore [[Giuseppe II d'Asburgo-Lorena]], nonché dal Cancelliere dell'Impero [[Wenzel Anton von Kaunitz-Rietberg]], che spesso lo invitò a pranzo insieme a [[Pietro Metastasio]]. La sua capacità di inserirsi nell'ambiente della corte austriaca lo portò persino a ricevere l'invito insistente da parte dell'imperatore a restarvi in qualità di maggiore di campagna<ref>{{Cita|Castronuovo|pp. 19-20|harv=s}}.</ref>. Rifiutato l'incarico, Parisi rientrò in patria nel [[1785]], dove fu promosso al grado di maggiore e iniziò a stendere il piano per la fondazione della nuova Accademia.
Lungi dall'essere semplicemente la riproposizione in chiave locale dell'organizzazione e dei metodi di istruzione osservati all'estero, il progetto di Parisi conteneva elementi di forte originalità, che avrebbero caratterizzato la Nunziatella e ne avrebbero determinato l'unicità del modello educativo. Contrariamente ad altri istituti di formazione militare, fu statuito che la formazione di tipo bellico fosse fortemente interconnessa a quella civile, e dunque si procedesse alla formazione non solo di ottimi ufficiali, ma anche di ottimi cittadini<ref>{{Cita|Castronuovo|pp. 20-21|harv=s}}.</ref>.
=== La fondazione (1787) ===
[[File:Giuseppe parisi.jpg|thumb|left|160px|Giuseppe Parisi]]
Nel tracciare l'organizzazione ed il piano di studi della nuova istituzione, Parisi propose di abbandonare i vecchi edifici della Panatica e i conventi di largo di Palazzo dove i cadetti erano stati alloggiati fino a quel momento, e di individuare una nuova sede. La scelta cadde sull'antico noviziato gesuitico di [[Pizzofalcone]], edificio di grandi dimensioni che poteva essere adattato rapidamente alle esigenze del caso. Il complesso era stato costruito grazie alle generose donazioni delle nobildonne Anna Mendoza, marchesa della Valle e contessa di [[Sant'Angelo dei Lombardi]]<ref group=N>La marchesa, sorella del gesuita Giovanni de Mendoza, fece una donazione di 24.666,66 ducati; di questi, 8.000 furono destinati all'acquisto e adattamento del preesistente palazzo Polignano, e 16.666,66 al mantenimento dei novizi. Cfr. Marco Autore, Michele D'Aria, La Nunziatella. Ampliamenti e ristrutturazioni dal XVI al XIX secolo, Università degli Studi di Napoli "Federico II", 1997.</ref>, e Delia Sanseverino, contessa di [[Briatico]]<ref group=N>La donazione fu di 19.500 ducati, suddivisi in dodici anni. Cfr. Marco Autore, Michele D'Aria, La Nunziatella. Ampliamenti e ristrutturazioni dal XVI al XIX secolo, Università degli Studi di Napoli "Federico II", 1997.</ref><ref>{{Cita|Autore e D'Aria|p. 10|harv=s}}.</ref>. Il noviziato era stato inaugurato l'8 settembre 1587, ed aveva accolto i seminaristi precedentemente alloggiati nel noviziato di Nola<ref>{{Cita|Celano|pp. 78-80|harv=s}}.</ref>. Assieme al palazzo, era stata loro donata l'annessa [[chiesa della Nunziatella]], gioiello del [[barocco napoletano]], cosi' detta per distinguerla dalla più grande [[basilica della Santissima Annunziata Maggiore]]. Edificata nel 1588, la chiesa era stata profondamente rimaneggiata nel 1736 dall'architetto [[Ferdinando Sanfelice]], che ne cancellò i tratti originari, e impreziosita dagli affreschi di [[Francesco De Mura]], [[Paolo De Matteis]], [[Ludovico Mazzanti]] e [[Pacecco De Rosa]], nonché dallo splendido altare realizzato da [[Giuseppe Sanmartino]]<ref>{{Cita|Sasso|p. 349|harv=s}}.</ref><ref>{{Cita|Catello|p. 192|harv=s}}.</ref><ref>{{Cita|AA.VV. i|p. 282|Napoli e dintorni|harv=s}}.</ref>.
[[File:Alunno1787C.jpg|thumb|150px|Allievo della Nunziatella (1787)]]
La Scuola militare "Nunziatella" fu fondata il 18 novembre 1787 con il nome di Reale accademia militare, con apposita ordinanza di Ferdinando IV. Nel documento venivano tracciate le linee guida dell'educazione degli allievi, e in particolare come ufficiali e istruttori dovessero curare «...la conoscenza dei temperamenti, delle inclinazioni e delle attitudini degli allievi al fine di poterne stimolare la curiosità e potenziare l'attenzione, i talenti e le facoltà e, infine, far nascere in essi la capacità di giudizio». Allo stesso modo, era ritenuto necessario introdurre gli allievi alle «...scienze matematiche e filosofali per rassodare i giovani nel raziocinio e prepararli alle scienze delle professioni e formarli nella coscienza dei propri doveri e nel sistema sociale e politico».
Il primo responsabile dell'istituto militare fu il generale Domenico della Leonessa, marchese di [[Supino (Italia)|Supino]], che con un decreto del 28 maggio 1787 ottenne dal ministro John Acton la nomina a comandante dell'accademia e la promozione a [[maresciallo di campo]]<ref>{{cita web|url=http://www.cnicg.net/biblio/show.asp?id=85|titolo=Schede Bibliografiche|accesso=21 ottobre 2013|editore=CNI Circolo Giovanile}}</ref>; per tradizione, tuttavia, la vera fioritura della Nunziatella viene fatta risalire alla presa di comando da parte di Giuseppe Parisi (1794)<ref>{{Cita|Fabbricatore|p. 1-50|harv=s}}.</ref>, cui è tuttora intitolata la strada dove sorge la scuola.
La Nunziatella fu presto riconosciuta come luogo di elevata formazione militare, già pochi anni dopo la sua fondazione. A tal proposito, [[Giuseppe Maria Galanti]] scrisse nel 1792:
{{Citazione|La maniera come quivi è educata la gioventù non ha pari in tutta l'Europa. La filosofia, il patriottismo, l'esperienza non avrebbero saputo ideare né eseguire più nobile istituto da formare il temperamento, la ragione, il cuore e tutte le cognizioni necessarie a' militari.|Giuseppe Maria Galanti<ref>{{Cita|Galanti|p. 36|harv=s}}.</ref>}}
=== La Repubblica Napoletana (1799) ===
[[File:Carlo Lauberg.jpg|thumb|left|160px|Carlo Lauberg]]
Già pochi anni dopo la fondazione, la storia della Nunziatella iniziò a incrociarsi con i grandi avvenimenti che avrebbero segnato la scena europea nell'ultimo scorcio del [[XVIII secolo]]. Il 14 luglio 1789 la popolazione parigina [[Presa della Bastiglia|diede l'assalto alla Bastiglia]] iniziando la [[Rivoluzione francese]] che avrebbe portato alla decapitazione nel 1793 di [[Luigi XVI di Francia]] e di [[Maria Antonietta d'Asburgo-Lorena]]<ref>{{Cita|Furet e Richet|p. 213 e ss.|harv=s}}.</ref>. Tali eventi, che segnavano l'inizio del crollo dell'[[Ancien Régime]], non potevano lasciare indifferenti la corte napoletana, in quanto Ferdinando IV apparteneva alla stessa grande famiglia reale dei [[Borbone]] del sovrano francese, e sua moglie [[Maria Carolina d'Asburgo-Lorena]] era sorella di Maria Antonietta<ref>{{cita|Hacton 1997a|pp. 263-289|harv=s}}.</ref>. Il livello di attenzione poliziesca verso le attività dei giacobini fu intensificato e contemporaneamente questi ultimi aumentarono i propri tentativi di influenzare in particolare i quadri dell'esercito: il loro scopo era, infatti, quello di suscitare un movimento supportato dalle forze armate, che portasse alla deposizione dei sovrani e all'instaurazione di una repubblica sul modello di quella francese.
La Nunziatella si trovò ben presto al centro di tali tentativi, in quanto alcuni componenti del corpo insegnante, esponenti di punta del movimento giacobino, vi svolgevano attività di propaganda repubblicana nei confronti dei giovani allievi. Uno di essi, [[Annibale Giordano]], era stato già arrestato per sedizione nel 1784 e fu destituito dalla cattedra di chimica. L'insegnante di matematica [[Carlo Lauberg]] e i colleghi Clino Roselli (docente di fortificazioni), [[Pasquale Baffi]] (ellenista), [[Michele Granata]] (filosofo e matematico) e [[Giustino Fortunato (1777-1862)|Giustino Fortunato senior]] furono tutti coinvolti nel movimento giacobino, essendo gli ultimi due importanti esponenti della Società Patriottica<ref>{{Cita|Castronuovo|pp. 33-38|harv=s}}.</ref>.
La rapida espansione dei francesi al di là dei confini nazionali e in particolare la loro penetrazione nella penisola italiana, portò nel 1798 all'invasione dello Stato Pontificio, con la conseguente destituzione ed esilio di [[papa Pio VI]]<ref>{{Cita|Duppa|p. 1-233|harv=s}}.</ref>. Il 28 novembre il governo napoletano mosse in armi contro la neonata [[Repubblica Romana (1798-1799)|Repubblica Romana]], sconfiggendo gli avversari e giungendo alla riconquista di Roma in sei giorni; tale vittoria ebbe tuttavia vita breve, dato che il 24 dicembre 1798, sotto la spinta delle truppe francesi comandate dal generale [[Jean Étienne Championnet]], le truppe borboniche furono battute nella [[battaglia di Civita Castellana]] e costrette alla ritirata verso la capitale. Travolto dal precipitare degli eventi, il re Ferdinando riparò via mare in Sicilia lasciando alla reggenza di [[Francesco Pignatelli (conte di Laino)|Francesco Pignatelli]] l'amministrazione del Regno al di qua del [[Faro di Messina|Faro]]<ref>{{Cita|AA.VV. ii|p. 94-101|Storia d'Italia, vol.6|harv=s}}.</ref>. A metà gennaio 1799 fu concluso un armistizio tra le truppe francesi e i rappresentanti del governo napolitano, il quale fu però immediatamente rigettato dai "[[lazzari]]", che vi videro un tradimento: questa componente del popolo napoletano si asserragliò a difesa della città, procedendo alla requisizione delle numerose armi presenti nei depositi cittadini<ref>{{cita|Hacton 1997a|pp. 364-369|harv=s}}.</ref>.
Se praticamente tutti i reparti militari stanziati a Napoli subirono la requisizione delle armi, così non fu per la Nunziatella. La propaganda svolta dai giacobini aveva trovato terreno fertile nei giovani allievi, i quali allo scoppiare dei disordini presero posizione in favore del movimento rivoluzionario in corso. Sotto il comando del capitano Pasquale Galluzzo, essi opposero un'accanita resistenza all'assalto dei lazzari e riuscirono a metterli in fuga<ref>{{Cita|Castronuovo|pp. 33-34|harv=s}}.</ref>.
[[File:Guglielmo Pepe.jpg|thumb|left|160px|Guglielmo Pepe]]
La feroce resistenza dei lazzari, i quali si batterono duramente contro un nemico molto meglio organizzato e armato, fu spezzata solo dalla conquista di [[Castel Sant'Elmo]] da parte dei francesi, avvenuta mediante un tradimento; dal forte posto sulla collina omonima, fu infatti possibile per gli attaccanti bombardare la città e dunque mettere fine a ogni tentativo di difesa. La conquista francese portò alla proclamazione della [[Repubblica Napoletana (1799)|Repubblica Napoletana]], nella quale numerosi insegnanti della Nunziatella ebbero ruoli di primo piano: Carlo Lauberg fu capo del governo, mentre Annibale Giordano fu addetto al comitato militare e poi capo della contabilità della Marina. Anche diversi ex-allievi ebbero un ruolo di primo piano: [[Leopoldo De Renzis]], lontano parente di Carlo Lauberg, e [[Gabriele Manthoné]] furono ministri della Guerra e della Marina, mentre ruoli di rilievo ebbero anche [[Pietro Colletta]], [[Guglielmo Pepe]] e [[Tommaso Susanna]], il quale fu parte del Governo della Repubblica come ministro della guerra.
La vita della neonata Repubblica doveva tuttavia essere di breve durata e forte dell'appoggio britannico il governo napolitano, ridotto in esilio in Sicilia, riorganizzò presto le proprie forze in vista della riconquista della parte continentale del Regno. Capeggiato dal cardinale [[Fabrizio Ruffo]], l'[[Esercito della Santa Fede]] risalì rapidamente la penisola e si preparò a entrare nella capitale<ref>{{Cita|Petromasi|pp. 1-22|harv=s}}.</ref>. Gli allievi della Nunziatella di età superiore ai 16 anni furono congedati d'ufficio e successivamente arruolati nelle milizie dei generali Pasquale Matera e Giuseppe Schipani, le quali si schierarono in contrasto delle truppe sanfediste<ref>{{Cita|Castronuovo|p. 36|harv=s}}.</ref>. Il 13 giugno 1799, dopo aver sostenuto furibondi combattimenti, tra cui notevoli quelli presso il [[forte di Vigliena]] (già luogo di esercitazioni di artiglieria per gli allievi della Nunziatella), le armate del cardinale Ruffo si impadronirono di Napoli<ref>{{cita|Hacton 1997a|p. 428|harv=s}}.</ref>.
Con il ritorno di Ferdinando IV al potere e in ragione della partecipazione di professori e allievi della Nunziatella al movimento rivoluzionario, il 27 luglio 1799 l'accademia fu colpita da un decreto di soppressione, per "ripetute e manifeste pruove di non corrispondere alle benefiche mire del re"<ref>{{Cita|Castronuovo|p. 37|harv=s}}.</ref>; tale decreto rimase tuttavia nei fatti inattuato, dato che il re concesse che un certo numero di allievi orfani continuassero a frequentarla. Durante la repressione borbonica furono giustiziati i professori Clino Roselli, Pasquale Baffi e il già citato Michele Granata. Tra gli ex-allievi furono altresì giustiziati il tenente Pietro Lossa (allievo del 1º corso), [[Antonio Raffaello Doria]] e il già citato Leopoldo De Renzis. Il capitano tenente Pietro Cornè fu condannato all'esilio a vita, mentre i capitani tenenti Nicola Verdinois, Francesco Giulietti, Giuseppe Biondelli e Giuseppe de Montemayor subirono pene più lievi<ref>{{Cita|Castronuovo|p. 37-38|harv=s}}.</ref>.
=== La prima Restaurazione (1800-1805) ===
Ridotta formalmente a convitto maschile per gli orfani militari (in realtà pochi lo erano davvero), la Nunziatella riebbe il titolo di Regia accademia militare grazie all'opera del comandante, capitano [[Giuseppe Saverio Poli]]. Il 1º dicembre 1802 la nuova denominazione divenne operativa e Poli fu promosso tenente colonnello in ossequio al nuovo incarico. Due anni dopo lo stesso Poli riuscì ad ottenere la concessione dello status di "università degli studi", il che apriva la possibilità all'accoglienza di studenti esterni (bambini delle scuole elementari) cui egli insegnava lettere e matematica, coadiuvato da altri ufficiali e due sacerdoti per l'insegnamento del catechismo<ref name="Virginio Ilari 2006">[http://www.scribd.com/doc/8658649/La-Nunziatella-Nel-180615 Virginio Ilari, ''La Nunziatella nel "decennio francese" (1806-1815)'', 2006.]</ref>.
La presenza alla Nunziatella di Poli, un insigne fisico e [[malacologia|malacologo]] che sarebbe divenuto istitutore di [[Francesco I delle Due Sicilie]], fu importante anche per il forte impulso dato alla dotazione del Gabinetto di Fisica. In parte mutuato da quello del vecchio Battaglione Real Ferdinando, esso fu dotato di tutte le apparecchiature più moderne, tanto da farne "(quello) più completo, e rispettabile (...) in Napoli"<ref>{{Cita|Romanelli|p. 171-173|harv=s}}.</ref>.
=== Il decennio francese (1806-1815) ===
[[File:Giuseppe Poli.jpg|thumb|left|150px|Giuseppe Saverio Poli]]
La conquista del Regno da parte delle truppe napoleoniche nell'ambito della [[Guerra austro-napoletana]], causò la perdita del grado e dell'impiego da parte di Poli, che però fu reintegrato a fine 1810 con il grado di tenente e l'incarico di custode della biblioteca. I capitani addetti all'inquadramento degli allievi interni (Giuseppe Galileo Pasquali, Gaetano Ruiz, Andrea Colnago e Pasquale Galluzzo) mantennero invece grado e funzioni fino al 1812, quando furono allontanati<ref name="Virginio Ilari 2006">[http://www.scribd.com/doc/8658649/La-Nunziatella-Nel-180615 Virginio Ilari (2006) La Nunziatella nel "decennio francese" (1806-1815).]</ref>.
L'instaurazione del nuovo regime ebbe come conseguenza il [[Esercito del Regno di Napoli (1806-1815)|riordino delle forze armate napolitane]] e la riforma coinvolse anche gli istituti di formazione. In conseguenza di ciò la Nunziatella fu colpita da un decreto di soppressione in quanto collegio militare; restava tuttavia attiva nell'edificio di Pizzofalcone la scuola teorico-pratica di artiglieria, che servì da punto di leva per la riapertura anche del collegio. Il ministro dell'interno [[André-François Miot]] chiese all'ispettore generale dell'artiglieria [[Giuseppe Fonseca Chavez]] di presentargli un progetto a ciò finalizzato: il piano, presentato il 10 maggio 1806, proponeva il ritorno al modello dell'istituto unico di reclutamento per le quattro armi in vigore prima del 1799. Lo stesso Giuseppe Parisi caldeggiò il progetto di Fonseca, proponendo un "progetto di decreto sulla formazione dell'Accademia Militare". Secondo il nuovo ordinamento alla Nunziatella sarebbero stati ammessi 160 allievi dagli 11 ai 14 anni e 60 allievi esterni di 15 anni d'età. L'inquadramento sarebbe stato garantito da 62 addetti (24 ufficiali, 3 amministrativi, 2 preti, 4 sanitari, 19 professori e 10 maestri), camerieri, sergenti, trabanti e 10 cavalli. Un totale di 50 tra gli allievi sarebbero stati selezionati per la scuola d'applicazione d'artiglieria e genio<ref name="Virginio Ilari 2006"/>.
[[File:Allievo Nunziatella decennio francese.jpg|thumb|150px|Allievo della Scuola Politecnico-Militare (1806)]]
Al progetto di Parisi si aggiunse la proposta per l'ordinamento degli studi redatta da Vito Caravelli, antico professore della Nunziatella, che tramite Parisi trasmise al ministro della guerra [[Mathieu Dumas]] i programmi di scienze, disegno, italiano, francese, inglese e delle campagne d'istruzione.
Recepiti tutti i suggerimenti, il 1º settembre successivo Dumas scrisse a [[Giuseppe Bonaparte]], re di Napoli, per proporre «la provvisoria formazione di una scuola militare con 4/500 ducati al mese, trattandosi solamente di portare al completo le paghe dei professori dell'antica accademia che (erano già) a mezzo soldo». Dumas motivò ulteriormente la propria proposta sottolineando la necessità di formare alunni per i corpi del genio, dell'artiglieria e del servizio ponti e dell'opportunità offerta dall'edificio della Nunziatella, il quale ospitava già una biblioteca e consentiva l'apertura per quattro giorni a settimana sia per gli ufficiali francesi sia per quelli napoletani<ref name="Virginio Ilari 2006"/>.
=== La seconda Restaurazione (1816-1854) ===
{{doppia immagine|left|Mariano d'ayala.jpg|133|Francesco De Sanctis ritratto.jpg|156|Mariano d'Ayala|Francesco De Sanctis}}
Per la Nunziatella il periodo della seconda [[Restaurazione]] fu un momento di grande fervore culturale, grazie soprattutto all'arrivo di alcuni tra i più qualificati insegnanti del tempo. [[Mariano d'Ayala]], allora primo tenente e già allievo della Nunziatella fino al 1828, fu chiamato nel settembre 1837 a ricoprire l'incarico di istruttore di [[balistica]] e geometria descrittiva; una volta in cattedra in sostituzione del maggiore Niola (poi divenuto istruttore di [[Francesco II delle Due Sicilie]]) e grazie alla protezione di Carlo Filangieri, principe di Satriano, d'Ayala si applicò nel trasferire nelle materie d'insegnamento le nozioni professate in altri paesi europei. Lungi dall'essere un esercizio meramente teorico, l'azione di d'Ayala si espresse anche attraverso la costruzione di un rapporto di grande vicinanza ai suoi allievi; tale rapporto ebbe una profonda influenza sugli allievi dell'epoca (tra cui figuravano [[Carlo Pisacane (patriota)|Carlo Pisacane]], [[Enrico Cosenz]], Giuseppe Virgili e Salvatore Medina<ref group=N>Il quale ebbe parte nella [[Rivoluzione siciliana del 1848]]. Cfr. Sandro Castronuovo, Storia della Nunziatella, pag. 74. Napoli, Fausto Fiorentino, 1970.</ref>), e fu il canale attraverso cui d'Ayala trasferì loro le proprie idee sulla necessità dell'unificazione italiana.
I metodi di insegnamento del giovane ufficiale non mancarono di preoccupare il comandante della Nunziatella, maggiore Michele Nocerino, che ne fece rapporto al re [[Ferdinando II delle Due Sicilie|Ferdinando II]]. Chiesta ragione di quanto accadeva, il sovrano si trovò di fronte alla difesa di Filangieri, il quale lo convinse non solo a lasciar continuare d'Ayala nella sua opera, ma ad accusare e far destituire il comandante Nocerino, cui successe il colonnello [[Francesco Antonio Winspeare]]<ref>{{Cita|Castronuovo|pp. 73-75|harv=s}}.</ref><ref>{{cita|Hacton 1997b|p. 193|harv=s}}.</ref>.
L'opera di d'Ayala continuò per altri quattro anni dopo questo incidente, durante i quali, oltre a continuare a propagandare tra gli allievi gli ideali unitaristici, meritò una nota di encomio per aver guidato con maestria le esercitazioni al campo di [[Capua]] e pubblicò le famose ''Lezioni di artiglieria'', che racchiudevano le più avanzate nozioni del tempo in materia, dedicate «Ai dilettissimi alunni»<ref>{{Cita|Castronuovo|p. 76|harv=s}}.</ref>.
[[File:Allievi scuola militare nunziatella periodo borbonico.jpg|thumb|right|Allievi della Nunziatella (1834)]]
La carriera di d'Ayala fu interrotta bruscamente nel 1843 per un caso fortuito. In quell'anno uscì l<nowiki>'</nowiki>''Iride'', pubblicazione che racchiudeva tra gli altri uno scritto di Basilio Puoti; tale scritto scandalizzò una principessa a causa del suo carattere licenzioso ed ella portò il giornale al padre Ferdinando II perché intervenisse. Trattenuta la pubblicazione per rendersi meglio conto della cosa, il sovrano si imbatté in uno scritto di d'Ayala, che sotto le vesti di un racconto storico celava un'apologia di [[Gioacchino Murat]] e del suo tentativo di riconquistare il Regno. Irritato e memore degli avvertimenti del destituito comandante Nocerino, Ferdinando II convocò Carlo Filangieri e questa volta lo aggredì notificandogli che avrebbe rimosso l'insegnante. A nulla valsero i tentativi di difesa da parte di Filangieri, tanto più che la sua raccomandazione al d'Ayala di fare ammenda e chiedere il perdono del re non sortì effetto, in quanto costui preferì dimettersi il 3 agosto 1843<ref>{{cita|Hacton 1997b|pp. 192-193|harv=s}}.</ref>.
[[Francesco De Sanctis]], una delle figure più importanti della letteratura italiana, arrivò alla Nunziatella come professore di letteratura il 19 aprile 1841<ref>{{Cita|Cataudella|p. 78|harv=s}}.</ref>, grazie all'influenza di [[Basilio Puoti]], che ne era ispettore agli studi. In quel periodo il letterato teneva corsi privati di [[grammatica]] e [[letteratura]] in vico Bisi. L'influenza di De Sanctis fu naturalmente notevole sui giovani cadetti, ma tale processo non fu né semplice né immediato, dato che nei primi anni d'insegnamento, come riferisce il suo allievo [[Nicola Marselli]], De Sanctis fu lo zimbello dei suoi alunni<ref>{{Cita|Landucci|p. 99|harv=s}}.</ref>. Le cose tuttavia cambiarono grazie alla grande capacità d'insegnamento di De Sanctis, al punto che quando faceva lezione venivano ad ascoltarlo allievi provenienti da altre classi.
==== I moti del 1848 ====
Il 1848 fu un anno cardine della storia europea in quanto, a partire [[Rivoluzione siciliana del 1848|dai moti rivoluzionari di gennaio in Sicilia]], prese avvio la cosiddetta "[[Primavera dei popoli]]". La rivolta non tardò [[Storia del Regno delle Due Sicilie nel 1848|ad estendersi ad altre parti del Regno delle Due Sicilie]] coinvolgendo numerosi esponenti della classe media e intellettuali. Quando nel maggio del 1848 Francesco De Sanctis partecipò ai moti insurrezionali, diversi allievi lo seguirono; ma dopo il fallimento del moto rivoluzionario il professore fu messo sotto accusa e allontanato dall'insegnamento nel novembre successivo. Datosi alla fuga, fu catturato a [[Cosenza]] nel dicembre 1849 e avviato alla prigionia in [[Castel dell'Ovo]], dove rimase per tre anni<ref>{{Cita|De Sanctis|p. 7|harv=s}}.</ref>.
Altri insegnanti della Nunziatella, [[Errico Alvino]], [[Fedele Amante]] e [[Filippo Cassola]], parteciparono ugualmente ai moti del 1848. Dopo il fallimento della rivolta, tutti e tre furono allontanati dall'insegnamento.
=== Il trasferimento a Maddaloni (1855-1859) ===
[[File:Carlo Pisacane (Lorusso) 001.png|thumb|left|160px|Carlo Pisacane]]
I moti rivoluzionari del 1848 segnarono un punto di cesura nella politica di Ferdinando II delle Due Sicilie e in particolare in merito alla formazione dei quadri dirigenti dell'esercito. Il tentativo rivoluzionario aveva infatti dimostrato quanto fosse necessario provvedere non solo ad assicurare un adeguato quantitativo di ufficiali all'armata, ma anche e soprattutto evitare che essi, normalmente ragazzi volitivi e sensibili alla propaganda liberale, potessero essere influenzati negativamente dagli agenti piemontesi<ref>{{Cita|Castronuovo|pp. 93-94|harv=s}}.</ref>. Per questo motivo e nonostante l'opposizione dei parenti degli allievi, la maggior parte dei quali risiedeva a Napoli, il 27 aprile 1855 deliberò il trasferimento della Nunziatella a [[Maddaloni]], presso il palazzo dei Duchi [[Carafa (famiglia)|Carafa]]; tale nuova collocazione, nelle intenzioni del sovrano, avrebbe assicurato la maggiore controllabilità degli allievi, grazie anche alla vicinanza di Maddaloni alla [[Reggia di Caserta]]<ref>{{cita|Catenacci e Selvaggi|p. 1-303|harv=s}}.</ref>.
[[File:UfficialeAlunni1853C.jpg|thumb|150px|Ufficiale ed allievi della Nunziatella (1853)]]
L'esilio a Maddaloni durò fino a quando Ferdinando II fu in vita, mentre la salita al trono di [[Francesco II delle Due Sicilie]], di ben altra tempra rispetto al padre, offrì il destro a quanti propugnavano il ritorno dell'istituto nella capitale di fare un altro tentativo. [[Carlo Filangieri, principe di Satriano]], era stato tra i maggiori oppositori del trasferimento della Nunziatella a Maddaloni e fu in prima fila nel fare pressione sul giovane re perché si ponesse fine all'allontanamento dell'istituto da Napoli; argomentando che i tentativi sobillatori erano presenti sia in città, che nei piccoli centri, Filangieri riuscì finalmente ad ottenere che venisse fissata una data per il rientro, deciso per il 7 settembre 1859. La notizia fu accolta con grandi manifestazioni di giubilo da parte degli allievi, e fu addirittura organizzato un ritorno in forma solenne, con banchetti celebrativi e messe di ringraziamento. Le notizie di tali effusioni di gioia raggiunsero e contrariarono il re, che soggiornava presso la [[Reggia di Portici]], spingendolo ad inviare un telegramma nel tardo pomeriggio del 6 settembre che annullava l'ordine di trasferimento: alle proteste di Filangieri, Francesco II rispose con un altro telegramma, nel quale deplorava le eccessive manifestazioni di gioia che erano in programma e disponeva il differimento del trasferimento. Come da disposizioni del re, gli allievi passarono il giorno 7 in viaggio, pranzando presso i [[Acquedotto Carolino|Ponti della Valle]] e rientrando in città senza ulteriori celebrazioni<ref>{{Cita|Castronuovo|pp. 108-114|harv=s}}.</ref>.
In questo periodo ex-allievi della Nunziatella furono protagonisti della storia del Regno delle Due Sicilie. In particolare, [[Giuseppe Ghio]] fu al comando delle truppe che nel 1857 fermarono a [[Padula]] la spedizione rivoluzionaria di Carlo Pisacane, altro ex-allievo. La sfortunata spedizione di Pisacane, che nelle intenzioni avrebbe dovuto dare l'innesco alla rivolta delle popolazioni cilentane, fu ispiratrice della nota poesia ''[[La spigolatrice di Sapri]]'' di [[Luigi Mercantini]].
=== La caduta delle Due Sicilie (1860-1861) ===
Gli eventi legati alla [[spedizione dei Mille]] e alla successiva invasione del Regno delle Due Sicilie da parte dell'[[Armata Sarda]] videro ex-allievi della Nunziatella su entrambi i fronti dello scontro.
{{doppia immagine|left|Francesco Traversa.jpg|160|Enrico cosenz.jpg|136|Francesco Traversa|Enrico Cosenz}}
Tra i protagonisti di parte borbonica, [[Ferdinando Beneventano del Bosco]] fu impegnato dei combattimenti in Sicilia susseguenti lo sbarco delle truppe garibaldine: impegnò le truppe nemiche dopo la [[battaglia di Calatafimi]], costringendole a deviare su [[Corleone]] prima di puntare su [[Palermo]]. Dopo l'occupazione di quest'ultima da parte dei garibaldini si lanciò all'assalto della città, fermato solo dalla notizia della tregua stipulata da [[Giuseppe Garibaldi]] con il generale Lanza; tenne poi la fortezza di [[Milazzo]] fino all'ordine di capitolazione, e successivamente fu protagonista dell'[[Assedio di Gaeta (1860)|assedio di Gaeta]] e di diversi tentativi legittimisti dopo la caduta delle Due Sicilie<ref>{{cita web|url=http://www.treccani.it/enciclopedia/ferdinando-beneventano-del-bosco_%28Dizionario-Biografico%29/|titolo=Biografia di Ferdinando Beneventano del Bosco |opera=''Dizionario biografico degli italiani Treccani''|accesso=16 dicembre 2013}}</ref>. Il già citato Giuseppe Ghio fu responsabile della resa senza combattere di circa 12.000 uomini dell'Esercito delle Due Sicilie a [[Soveria Mannelli]]; questo episodio, che aprì a Garibaldi le porte di Napoli, probabilmente lo portò ad essere quivi assassinato alcuni anni dopo.
Tra gli ex-allievi di parte borbonica morti durante l'invasione piemontese si ricorda il generale di brigata [[Matteo Negri]], caduto durante la [[Battaglia del Garigliano (1860)|battaglia del Garigliano]] e sepolto con una solenne cerimonia nella [[cattedrale dei Santi Erasmo e Marciano e di Santa Maria Assunta]] per ordine dello stesso re Francesco II: al comando delle proprie truppe e benché ferito più volte, continuò a dare ordini e ad incoraggiare i suoi uomini, fino a quando, dopo aver consentito a tutte le forze borboniche il passaggio del fiume in direzione di Gaeta, morì al suo posto<ref>{{Cita|Catenacci e Di Giovine|p. 1 e ss.|harv=s}}.</ref>.
Durante l'assedio di Gaeta cadde il tenente colonnello [[Paolo de Sangro]] dei principi di Sansevero, nipote di [[Raimondo di Sangro|Raimondo de Sangro]]<ref name="Giuseppe Catenacci 1997">{{Cita|Catenacci e Selvaggi 1997|pp. 1-36 |harv=s}}.</ref>: rimasto gravemente ferito in seguito allo scoppio della batteria Cittadella, spirò poco dopo. Nello stesso scoppio rimase ucciso anche l'ex-allievo tenente generale [[Francesco Traversa]]<ref>{{Cita|Selvaggi e Catenacci|p. 1 e ss.|harv=s}}.</ref>.
Anche numerosi allievi della Nunziatella lasciarono la Scuola e parteciparono ai combattimenti dalla parte dell'Esercito delle Due Sicilie. La loro presenza sul fronte di fuoco fu conseguenza degli avvenimenti legati alla partenza di Francesco II da Napoli: il comandante Muratti, immediatamente passato dalla parte garibaldina, impose il giuramento di fedeltà agli allievi che volevano restare nell'istituto<ref>{{Cita|Di Fiore 2004|p. 46|harv=s}}.</ref>.
{{doppia immagine|right|La famiglia Campanelli.jpg|142|Allievi Nunziatella 1860.jpg|171|[[Giuseppe Campanelli]] con i figli, allievi della Nunziatella (circa 1857) <ref group=N>Giuseppe Campanelli con i figli Eugenio, Felice ed Arturo in divisa da allievi della Nunziatella (circa 1857). Campanelli fu gratuitamente allievo della Nunziatella dal 1823 al 1832, e successivamente fu uno degli artefici delle [[Officine di Pietrarsa]]. Durante l'invasione piemontese del Regno delle Due Sicilie, combatté strenuamente nella fortezza di Capua, ritirandosi poi a vita privata.</ref>|Allievi della Nunziatella, 1860}}
Tra quanti si rifiutarono e fuggirono dalla Scuola sono da ricordare i fratelli Antonio ed Eduardo Rossi di diciassette e quattordici anni, citati in seguito dal giornalista francese Charles Garnier per l'eroico comportamento<ref name="Giuseppe Catenacci 1997"/><ref group=N>"Ho incontrato stasera su una batteria un sottotenente di 15 o 16 anni che serviva ai pezzi con soli due uomini per quattro cannoni, caricando, puntando e tirando con rabbia. Questo bravo ragazzo si chiama Rossi ed ha un fratello che, come lui, si è distinto durante l'assedio.". Cfr. Charles Garnier, Journal du siége de Gaète, pag. 171. Societè Belge de Librarie, Bruxelles, 1861.</ref><ref>{{Cita|Garnier|p. 171|harv=s}}.</ref>; il diciassettenne Eliezer Nicoletti figlio di Domenico (ufficiale comandante del 6º reggimento di linea "Farnese" che sbaragliò i garibaldini di [[Pilade Bronzetti]] durante la [[battaglia del Volturno]]), che nel settembre 1860 si recò dalla Nunziatella prima a Capua e poi a Gaeta, dove partecipò alla difesa della piazzaforte come alfiere di artiglieria<ref name="Giuseppe Catenacci 1997"/><ref>{{Cita|Selvaggi|p. 157|harv=s}}.</ref>; Ludovico Manzi di diciassette anni e Ferdinando de Liguoro di diciannove, figlio del colonnello comandante il 9º Puglia<ref name="Giuseppe Catenacci 1997"/><ref group=N>De Liguoro emigrò in Austria entrò a far parte dell'esercito e combatté contro i piemontesi nel 1866 durante la [[battaglia di Custoza (1866)|battaglia di Custoza]].Cfr. Giuseppe Catenacci, Roberto Maria Selvaggi, Paolo de Sangro di Sansevero, dalla Nunziatella a Gaeta - 1860-1861, Associazione nazionale ex allievi Nunziatella, Napoli, 1997.</ref>; Alfonso Scotti Douglas di undici anni, figlio del generale [[Luigi Scotti Douglas]], che partecipò ai lavori del Genio nella fortezza di Capua<ref name="Giuseppe Catenacci 1997"/>; Carmine Ribas, diciotto anni, che raggiunse a Gaeta il padre<ref name="Giuseppe Catenacci 1997"/>; Francesco e Felice Afan de Rivera, diciassette e sedici anni (figli del generale [[Gaetano Afan de Rivera]], e discendenti del [[viceré di Napoli]] [[Fernando Afán de Ribera, duca di Alcalá|Fernando Afán de Ribera]]), raggiunsero a Capua i fratelli maggiori [[Assedio di Capua (1860)|che combattevano nella fortezza]]<ref name="Giuseppe Catenacci 1997"/><ref group=N>Entrambi i fratelli emigrarono in Austria e il più giovane divenne poi frate conventuale a Napoli dove morì nel 1924. Cfr. Giuseppe Catenacci, Roberto Maria Selvaggi, Paolo de Sangro di Sansevero, dalla Nunziatella a Gaeta - 1860-1861, Associazione nazionale ex allievi Nunziatella, Napoli, 1997.</ref>; Francesco Pons de Leon, diciotto anni, raggiunse a Gaeta il padre maggiore dell'Esercito, e prestò servizio come servente di artiglieria<ref name="Giuseppe Catenacci 1997"/>; Ferdinando Ruiz, diciassette anni, nipote del generale [[Pietro Vial]] e nipote acquisito di [[Ludovico Quandel]], arrivò a Gaeta ai primi di gennaio del 1861, dopo aver superato notevoli difficoltà per gli scontri in corso<ref name="Giuseppe Catenacci 1997"/>; Ferdinando e Manfredi Lanza, diciassette e sedici anni, figli di un ufficiale del Genio<ref name="Giuseppe Catenacci 1997"/>, dei quali il primo perse un piede durante l'ultimo giorno di assedio<ref>{{Cita|Buttà|p. 377|harv=s}}.</ref>; e infine l'alfiere Carlo Giordano, diciassette anni e orfano da pochi mesi del padre generale, che fuggito dalla Nunziatella il 10 ottobre<ref name="Giuseppe Catenacci 1997"/> fu servente di artiglieria alla batteria Malpasso e rimase ucciso nello scoppio della batteria Transilvania, colpita mentre erano in corso le trattative per la resa<ref>{{Cita|Di Fiore 2007|p. 155|harv=s}}.</ref>.
Il barone [[Roberto Pasca]] ex-allievo del corso 1838-41 e comandante della ''[[Partenope (fregata)|Partenope]]'' (l'unica nave da guerra che seguì Francesco II a Gaeta), il capo di stato maggiore dell'artiglieria [[Giovanni delli Franci]] ex-allievo del corso 1840-45 e il generale capo di stato maggiore [[Francesco Antonelli]] ex-allievo del corso 1817-23 furono i firmatari della resa della fortezza di Gaeta<ref>''Annuario 2008 dell'Associazione nazionale ex-allievi Nunziatella'', p. 11.</ref>. Molti anni dopo, un altro ex-allievo, il già capitano d'artiglieria [[Vincenzo Scala]]<ref group=N>Allievo "a piazza franca" del corso 1854. Cfr. Roberto Maria Selvaggi, Nomi e volti di un esercito dimenticato. Grimaldi e C. editore, Napoli.</ref>, protagonista dell'[[Assedio di Messina (1860)|assedio di Messina]], sarebbe stato tra i firmatari dell'[[atto di Cannes]], che sancì la definitiva rinuncia alle pretese al trono di Napoli avanzate dal principe [[Carlo Tancredi di Borbone-Due Sicilie]] (secondogenito di [[Alfonso di Borbone-Due Sicilie]], conte di Caserta) per sé e per i suoi discendenti<ref>{{cita web|url= http://www.realcasadiborbone.it/en/history-documents/royal-archives/|titolo=Testo integrale dell'Atto di Cannes|accesso=20 gennaio 2014}}.</ref>.
Tra i protagonisti di parte sabauda va ricordato [[Enrico Cosenz]], il quale sbarcò in [[Sicilia]] con la terza spedizione: Cosenz fu determinante nel corso della [[Battaglia di Milazzo (1860)|battaglia di Milazzo]], durante la quale respinse l'attacco borbonico sulla sinistra dello schieramento e venne ferito al collo. Sbarcato in Calabria, il 23 agosto 1860 guidò la colonna che permise di circondare e costringere alla resa due brigate borboniche a [[Villa San Giovanni]] e [[Piale]]; fu inoltre protagonista della resa delle truppe di [[Giuseppe Ghio]] a [[Soveria Mannelli]]. Entrato a Napoli al seguito di Garibaldi, assunse la carica di ministro della guerra e prese parte all'organizzazione del plebiscito del 21 ottobre 1860.
=== Il Regno d'Italia (1861-1946) ===
{{doppia immagine|left|Pollio.jpg|190|Domenico Primerano.jpg|138|Alberto Pollio|Domenico Primerano}}
All'atto della caduta del Regno delle Due Sicilie, con la [[Assedio di Civitella|resa della fortezza di Civitella]], 3.684 ufficiali erano in servizio attivo nell'esercito. Di questi i 341 ufficiali di artiglieria e i 215 del genio provenivano tutti dalla Nunziatella<ref>{{Cita|Ricciardi|p. 81|harv=s}}.</ref>.
Nonostante avesse provato, sin dalla sua fondazione, di essere un "semenzaio di ottimi ufficiali facultativi"<ref>Lettera di [[Ferdinando De Luca]] a [[Francesco De Sanctis]], citata in: {{Cita|Castronuovo|p. 126||harv=s}}.</ref>, la Nunziatella seguì il destino di tante istituzioni dell'ex Regno delle Due Sicilie e con decreto di [[Vittorio Emanuele II d'Italia]] del 4 maggio 1861 fu trasformata da accademia a scuola militare del [[Regio Esercito]]: tale operazione prevedeva che essa fosse destinata a preparare i giovani alla vita delle armi, in vista della loro ammissione all'Accademia di artiglieria e genio di Torino e alla Scuola di fanteria e cavalleria di Modena. Il nuovo ordinamento del ridenominato Collegio militare di Napoli fu sancito da un decreto del 6 aprile 1862 e prevedeva l'ammissione dei ragazzi tra i tredici e i sedici anni che avessero compiuto gli studi ginnasiali. Il numero complessivo degli allievi era fissato a un valore massimo di 250 unità<ref>{{Cita|Castronuovo|pp. 126-128||harv=s}}.</ref>.
Tra gli altri, il deputato [[Giuseppe Ricciardi (1808)|Giuseppe Ricciardi]] nel 1861 lamentò in Parlamento tale atto, inserendolo in un più vasto scontento per l'abolizione di altre istituzioni culturali napoletane<ref>''Atti del Parlamento Italiano'', 1861, p. 1432.</ref>; e pochi anni più tardi, nel 1870, fu l'ex-allievo e professore Mariano d'Ayala a battersi nel Parlamento del Regno d'Italia contro la nuova minaccia di soppressione<ref>{{cita libro|titolo=Atti parlamentari della Camera dei Deputati |editore=Tipografia E. Botta |anno=1870 |p=1543-1544 |url=http://books.google.it/books?id=2JdQAAAAYAAJ&pg=PA1544&lpg=PA1544&dq=collegio+militare+di+napoli&source=bl&ots=p5ngozahPH&sig=7nkfYAfFA7Uf3jXwmFup84xfbt8&hl=it&sa=X&ei=6BpmUNLNGoOztAaA34HQDg&ved=0CFsQ6AEwCDgo#v=onepage&q=collegio%20militare%20di%20napoli&f=false |accesso=16 dicembre 2013}}</ref>.
[[File:Vittorio Emanuele III con l'uniforme della Nunziatella.jpg|thumb|150px|Vittorio Emanuele III con l'uniforme della Nunziatella (1881)]]
Nonostante ciò, la Nunziatella diede un notevolissimo contributo alla formazione dei quadri direttivi del Regio Esercito, tanto che i tre ex-allievi Enrico Cosenz (1882-1893)<ref>{{Cita|Monsagrati et al.|p. 1-271|harv=s}}.</ref>, [[Domenico Primerano]] (1893-1896) e [[Alberto Pollio]] (1908-1914) ne furono rispettivamente il primo, secondo e quarto capo di Stato maggiore.
L'atteggiamento di diffidenza nei confronti dei quadri direttivi provenienti dall'ex-esercito delle Due Sicilie e della Nunziatella andò tuttavia mitigandosi negli anni, tanto che nel 1881 il quindicenne erede designato al trono d'Italia, il futuro Vittorio Emanuele III, vi fu ammesso come allievo. Il sovrano mantenne sempre un forte attaccamento nei confronti della Nunziatella e partecipò di persona ai festeggiamenti per il 150º anniversario dalla fondazione.
==== Le guerre coloniali ====
Nell'ultimo scorcio del XIX secolo, e similmente a quanto già fatto da altre grandi potenze europee, anche il Regno d'Italia si impegnò in una politica coloniale che la vide presente a lungo nell'area dell'[[Guerra d'Abissinia|Etiopia]] e dell'[[Guerra d'Eritrea|Eritrea]].
[[File:Eduardo Bianchini 2.jpg|150px|thumb|sinistra|Eduardo Bianchini]]
Il periodo coloniale vide ex-allievi partecipare alle operazioni in terra d'Africa e tra i caduti di questo periodo si ricorda il capitano Andrea De Benedictis, rimasto ucciso nel 1887 durante la [[battaglia di Dogali]] e al quale il 26 gennaio 1891 fu dedicata una lapide nel Cortile Grande della Nunziatella. Tale periodo fu inoltre di grande rilevanza per la storia della scuola, soprattutto in conseguenza della disastrosa [[battaglia di Adua]]: fu durante questo scontro, infatti, che fu assegnata a un ex-allievo la prima medaglia d'oro al valor militare dell'epoca postunitaria, il 1º marzo 1896. Il capitano d'artiglieria [[Eduardo Bianchini]], figlio dell'eminente economista del Regno delle Due Sicilie [[Lodovico Bianchini]], si sacrificò sul posto con la propria batteria da montagna per consentire al grosso delle forze italiane di ripiegare di fronte all'offensiva nemica proveniente da [[Adua]]<ref>{{cita web|url=http://www.messinaierieoggi.it/index.php?option=com_content&view=article&id=1330&Itemid=1641|titolo=Da Messina ad Adua|accesso=16 dicembre 2013}}</ref>.
Il disastro di Adua ebbe conseguenze rilevanti non solo sul piano politico nazionale (il presidente del Consiglio [[Francesco Crispi]] fu costretto a dimettersi) ma anche sul clima e sull'atteggiamento della popolazione verso la vita militare. Nonostante la presenza nel corpo insegnanti di personalità quali [[Camillo De Nardis]], [[Michelangelo Schipa]] e [[Agesilao Greco]], il numero delle domande di ammissione alla Nunziatella, come per gli altri istituti di formazione militare, conobbe un crollo verticale. L'emorragia fu tale che nel 1898 gli allievi erano ridotti ad appena settantasei, duecento in meno rispetto al periodo in cui l'aveva frequentata Vittorio Emanuele III, e si prospettò perfino la soppressione dell'istituto.
Per controbilanciare la tendenza in atto si tentò di rendere maggiormente attrattiva la Scuola procedendo a un primo riordino degli studi, promulgato con decreto del 19 ottobre 1896, seguito da un secondo riordino del 20 maggio 1908. Se la prima iniziativa non sortì risultati apprezzabili, la seconda servì invece allo scopo: in essa si aboliva per la prima volta l'obbligo per gli allievi a proseguire la carriera militare in Accademia e si apriva alla possibilità di frequentare invece un'università civile. La riforma aveva lo scopo di formare, oltre ai futuri quadri militari, anche cittadini che, occupando in futuro posizioni elevate nella vita civile, avrebbero conservato un forte legame con l'ambiente militare, fungendo così da collante con la società. Il numero degli allievi crebbe progressivamente, fino a superare le trecento unità alla vigilia del primo conflitto mondiale<ref>{{Cita|Castronuovo|pp. 143-150||harv=s}}.</ref>.
{{Cassetto |colore=blue |titolo={{colore|white|Ex allievi caduti durante le Guerre coloniali}} |testo='''In Eritrea e Benadir''' <br> Maggiore Alberto Montecchi, (corso 1861-1864)<br>Maggiore Luigi Augusto De Amicis, (corso 1863-1866)<br>Maggiore Rodolfo Valli, (corso 1868-1871)<br>Maggiore Ludovico De Vito, (corso 1872-1875)<br>Capitano Andrea De Benedictis, (corso 1862-1865)<br>Capitano Alfredo Ciccodicola, (corso 1869-1872)<br>Capitano Tullio Cornacchia, (corso 1869-1872)<br>Capitano Castruccio Castrucci, (corso 1871-1874)<br>Capitano [[Edoardo Bianchini]], (corso 1872-1875), Medaglia d'oro al Valor militare<br>Capitano Pietrangelo Frigenti, (corso 1872-1875)<br>Capitano Domenico Maniga (corso 1875-1878)<br>Capitano Alfredo Ritucci, (corso 1875-1878)<br>Capitano Andrea Guerritore, (corso 1876-1879)<br>Tenente Giovanni Tirone, (corso 1874-1877)<br>Tenente Ottorino Palumbo Vargas, (corso 1876-1879)<br>Tenente Pasquale Caputo, (corso 1881-1884)<br>Tenente Alfredo Peratoiler, (corso 1882-1885)<br>Tenente Eduardo Saya, (corso 1874-1877)<br>Tenete Pasquale De Campora, (corso 1885-1888)<br>Tenente Pasquale Grazioso, (corso 1885-1888)<br>Tenente Carlo Pastore, (corso 1885-1888)<br>Tenente Teodoro De Conciliis, (corso 1887-1890)<br>Sottotenente alfredo Della Torre, (corso 1890-1893)<br>Guardiamarina Luigi Guzolini, (corso 1887-1890)<br>'''In Libia'''<br>Capitano Ernesto Capone, 22° Reggimento Fanteria (corso 1884-1887)<br>Capitano [[Domenico De Dominicis (capitano)|Domenico De Dominicis]], 5° Battaglione indigeni Eritrei (corso 1889-1892), Medaglia d'oro al Valor militare<br>Tenente Adolfo Corti, 11° reggimento Bersaglieri (corso 1903-1906)<br>Sottotenente Arnaldo Albertazzi, 18° Reggimento Fanteria (corso 1904-1907)<br>Sottotenente Raffaele Falco, 50° Reggimento Fanteria (corso 1905-1908) }}
==== Prima guerra mondiale (1915-1918) ====
{{Doppia immagine|left|Antonino di giorgio.jpg|128|Gabriele berardi.jpg|140|Antonino di Giorgio|Gabriele Berardi}}
Nel 1913 il ruolo della Nunziatella quale istituto di formazione d'élite per i quadri militari italiani fu rinnovato dall'ingresso di [[Amedeo di Savoia-Aosta (1898-1942)|Amedeo di Savoia Aosta]]: tale evento fu l'occasione per la costruzione di una rete di formalismi attorno al giovane principe, il quale però se ne disfece rapidamente, instaurando un rapporto alla pari con i compagni di corso. Allo scoppio della [[prima guerra mondiale]], Amedeo d'Aosta chiese e ottenne di arruolarsi come soldato semplice nel [[Reggimento artiglieria a cavallo "Voloire"]] e combatté sul fronte del [[Carso]].
Oltre ad Amedeo d'Aosta numerosi altri ex-allievi parteciparono alla prima guerra mondiale sul [[Fronte italiano (1915-1918)|fronte italiano]], giocando talvolta ruoli importanti nelle sorti dello scontro: tra essi si segnalano [[Pasquale Oro]], [[Giuseppe Pennella]] e [[Antonino Di Giorgio]]. Il primo, al comando della 34ª Divisione alpina, fu impegnato nella difesa dell'Altopiano di Asiago e successivamente nel contrasto della [[Battaglia degli Altipiani|Strafexpedition]] austro-ungarica; bloccato il nemico, fu artefice dell'occupazione del [[Pasubio]], la quale segnò in modo decisivo le sorti della guerra. Il secondo, già a capo dei [[Brigata meccanizzata "Granatieri di Sardegna"|granatieri di Sardegna]], al comando dell'8ª Armata fu protagonista delle battaglie [[Battaglia del solstizio|del Solstizio]] e [[battaglia di Vittorio Veneto|di Vittorio Veneto]]. Il terzo, maggior generale, comandante della 51ª Divisione in [[Valsugana]], fu colto a [[Roma]] dalle notizie del disastro di [[Caporetto]] e immediatamente ripartito per [[Udine]] assunse il comando del [[Corpo d'armata speciale]] rapidamente arruolato, che condusse controcorrente rispetto alla fiumana di sbandati che ripiegavano da Caporetto; impegnando fortemente gli austro-tedeschi permise al grosso delle forze italiane di salvarsi e fu l'ultimo ad attraversare il [[Piave]] con i suoi uomini, la mattina del 9 novembre 1917. Dopo il conflitto divenne [[Ministero della Difesa|ministro della Guerra]] e imprenditore nella natìa Sicilia.
Tra gli ex-allievi impegnati nel corso del primo conflitto mondiale, otto guadagnarono la medaglia d'oro al valor militare. A tal proposito si ricordano i caduti [[Gabriele Berardi]], comandante della [[Brigata Sassari]], [[Umberto Cerboni]] e [[Edoardo Suarez]], i cui nomi furono immortalati sul monte Pasubio nella cosiddetta [[strada degli Eroi]]; il giovanissimo [[Nicola Nisco]], nonché [[Maurizio De Vito Piscicelli]] e [[Filippo Zuccarello]]. Ugualmente decorati della massima onorificenza al valor militare, [[Ildebrando Goiran]] e [[Gaetano Carolei]] sopravvissero invece al conflitto, raggiungendo alti gradi nella vita militare e civile.
{{Doppia immagine|right|Nicola Nisco.jpg|148|Masso Nunziatella 2012.JPG|167|Allievi della Nunziatella (1915) (a sinistra, [[Nicola Nisco]])|Il ''Masso'' (2012)}}
Il 21 aprile 1920 nel corridoio d'ingresso della Scuola fu posizionata una roccia delle [[Prealpi Venete]] sormontata da un'aquila e da una bandiera, in memoria di tutti gli ex-allievi caduti durante la guerra. Essa porta incisa l'epigrafe:
{{Citazione|Questo masso insanguinato del monte Grappa, muto solenne testimonio di magnifiche gesta italiane, perpetui la memoria di quanti già allievi del collegio, insigne per secolare gloriosa tradizione, caddero combattendo da prodi nella guerra liberatrice.|}}
Oltre ai già citati caduti medaglia d'oro, sul monumento furono incisi i nomi dei colonnelli [[Fileno Briganti jr.]] e [[Vincenzo Galasso]], comandanti rispettivamente delle brigate "Pisa" e "Napoli", cui si aggiunsero quelli di cinque colonnelli, sei tenenti colonnelli, nove maggiori, due primi capitani, venti capitani, tre tenenti di vascello, trentadue tenenti, quarantadue sottotenenti, un sergente allievo ufficiale, un allievo ufficiale di fanteria e un soldato, per un totale di centoventicinque caduti<ref>{{Cita|Castronuovo|pp. 151-153|harv=s}}.</ref>. Tra di essi particolarmente significativo fu il caso di Alessandro De Mandato, il sergente allievo ufficiale: mentre era ancora alla Nunziatella, fu raggiunto dalla notizia della morte del padre al fronte e maturò la decisione di vendicarlo appena possibile; nel marzo 1917, appena conseguita la licenza liceale, partì per la guerra cadendo a sua volta in combattimento nella zona di [[Dosso Faiti]] solo due mesi dopo. Durante la cerimonia di consacrazione del monumento vennero chiamati tutti i nomi dei caduti e per ognuno un congiunto rispondeva "presente"; la madre di De Mandato, oppressa dalla perdita sia del marito che del figlio, non riuscì a rispondere e al suo posto lo fece un giovanissimo allievo<ref>{{cita|Caruso e Merola|p. 28|harv=s}}.</ref>.
Per tradizione, quando allievi ed ex-allievi passano accanto a quello che divenne presto noto come ''il Masso'', gli rendono il saluto militare.
{{Cassetto |colore=blue |titolo={{colore|white|Ex allievi caduti durante la Prima guerra mondiale}} |testo= Maggiore generale [[Gabriele Berardi]], Comandante della Brigata Sassari, (corso 1875-1878), Medaglia d'oro al valor militare<br>Colonnello brigadiere [[Fileno Briganti jr.]], Comandante della Brigata Pisa, corso 1876-1879<br>Colonnello brigadiere [[Vincenzo Galasso]], Comandante della Brigata Napoli, (corso 1876-1879)<br>Colonnello Saverio Delli Colli, Reggimento Fanteria (corso 1883-1886)<br>Colonnello Vincenzo Di Dio, Comandante 141° Reggimento Fanteria (corso 1882-1885)<br>Colonnello Alfredo Rigault de la Longrais, Reggimento Fanteria, (corso 1889-1892)<br>Colonnello Franco Rubino, Comandante 75° Reggimento Fanteria (corso 1884-1887)<br>Colonnello Romualdo Severini, Comandante 30° Reggimento Fanteria, (corso 1884-1887), Cavaliere dell'Ordine Militare d'Italia<br>Colonnello [[Edoardo Suarez]], Comandante 217° Reggimento Fanteria, (corso 1882-1885), Medaglia d'oro al valor militare<br>Tenente colonnello Filippo Notarbartolo, 30° Reggimento artiglieria campale, 20° gruppo artiglieria someggiato, (corso 1889-1892)<br>Tenente colonnello Francesco Pandozy, 262° Reggimento Fanteria, (corso 1882-1885)<br>Tenente colonnello Enrico Percuoco, 23° gruppo O. P. C., (corso 1889-1892)<br>Tenente colonnello [[Maurizio De Vito Piscicelli]], Reggimento fanteria, (corso 1884-1887), Medaglia d'oro al valor militare<br>Tenente colonnello Cosimo Rega, Reggimento fanteria, (corso 1891-1894)<br>Tenente colonnello Alfredo Melita, Reggimento fanteria, (corso 1883-1886)<br>Maggiore Umberto Alinei, 114° Reggimento Fanteria, (corso 1890-1893)<br>Maggiore Salvatore Arena, 4° Reggimento Bersaglieri, (corso 1905-1908)<br>Maggiore Gennaro Boccucci, 147° Reggimento Fanteria, (1883-1886)<br>Maggiore Mauro Di Donato, Reggimento Bersaglieri, (corso 1884-1887)<br>Maggiore pilota Amedeo Ferraro, (corso 1899-1901)<br>Maggiore Augusto Galiani, 12° reggimento Bersaglieri, (corso 1906-1909)<br>Maggiore Ettore Milone, (corso 1890-1893)<br>Maggiore Dante Monaco, 93° Reggimento Fanteria, (corso 1880-1885)<br>Maggiore Bruno Tofano, Reggimento artiglieria campale, (corso )<br> Primo capitano Carmelo Barbato, 32° Reggimento fanteria, (corso 1890-1893)<br>Primo capitano Angelo Bofferio, Reggimento fanteria, (corso 1882-1885)<br>Capitano Eugenio Bellini, 30° Reggimento artiglieria da campagna, (corso 1911-1914)<br>Capitano Carlo Beuf, (corso 1887-1890)<br>Capitano Pietro Capece Tomacelli dei Duchi di Monasterace, 202° Reggimento Fanteria, (corso 1909-1912)<br>Capitano Giuseppe Cercone, 137° Reggimento Fanteria, (corso 1901-1904)<br>Capitano Giuseppe De Bonis, 216° Reggimento Fanteria, (corso 1910-1913)<br>Capitano Guido De Vera D'Aragona, 7° Reggimento Alpini, (corso 1911-1914)<br>Capitano Ernesto Epifani, 136° Reggimento Fanteria, (corso 1911-1914)<br>Capitano Gustavo Ferraro, Reggimento Fanteria, (corso 1888-1901)<br>Capitano Piero Ghiringhelli, 8° Reggimento Fanteria, (corso 1908-1911)<br>Capitano pilota Enzo Giovanardi, (corso 1911-1914)<br>Capitano Nicola Iannarone, 124° Reggimento Fanteria, (corso 1909-1912)<br>Capitano Umberto Lazzarini, 21° Reggimento Fanteria, (corso 1909-1912)<br>Capitano Giacinto Magnante, Reggimento Fanteria, (corso 1910-1913)<br>Capitano Alberto Marsicano, 3° Reggimento artiglieria da campagna, (corso 1905-1908)<br>Capitano Amedeo Martinelli<br>Capitano pilota Michele Martinelli, (corso 1909-1911)<br>Capitano Alfredo Palmieri, Reggimento Fanteria, (corso 1909-1911)<br>Capitano Augusto Schiani, 14° Reggimento Bersaglieri, (corso 1899-1902)<br>Capitano Michelangelo Silvano, 28° Reggimento Fanteria, (corso 1901-1904)<br>Capitano Arturo Speciale, 64° Reggimento Fanteria, (corso 1889-1892)<br>Capitano [[Filippo Zuccarello]], 112° Battaglione Fanteria, (corso 1905-1908), Medaglia d'oro al Valor militare<br>Tenente di vascello pilota Marcello Arlotta, (corso 1900-1903)<br>Tenente di vascello pilota Umberto Magaldi (corso 1905-1908)<br>Tenente di vascello Andrea Verna, (corso 1904-1907)<br>Tenente Emanuele Abatino, 5° Reggimento Fanteria - 37° reparto d'assalto, (corso 1912-1915)<br>Tenente pilota Nicola Amoroso, (corso 1909-1912)<br>Tenente Giulio Ancona, 10° Reggimento Fanteria, (corso 1903-1906)<br>Tenente Michele Astarita, 40° Reggimento Fanteria, (corso 1905-1908)<br>Tenente Giuseppe Bellantonio, 8° gruppo artiglieria pesante, (corso 1903-1906)<br>Tenente Giorgio Bompiani, 2° Reggimento Bersaglieri, (corso 1905-1908)<br>Tenente Mariano Caracciolo, 10° Reggimento lancieri Vittorio Emanuele, (corso 1895-1898)<br>Tenente Massimo Casertano, 4° Reggimento Fanteria, (corso 1911-1914)<br>Tenente [[Umberto Cerboni]], 80° Reggimento Fanteria, (corso 1909-1912), Medaglia d'oro al Valor militare<br>Tenente Pietro De Meis, 29° reggimento cavalleggeri Udine, (corso 1912-1915)<br>Tenente Fabio De Rossi, 29° Reggimento Fanteria, (corso 1910-1913)<br>Tenente Giuseppe De Vivo, 38° Reggimento Fanteria, (corso 1911-1914)<br>Tenente Costanzo Di Costanzo, Reggimento genio zappatori, (corso 1912-1915)<br>Tenente Guido Di Loreto, 13° Reggimento cavalleggeri Monferrato, (corso 1910-1913)<br>Tenente Innocenzo Ferraioli, 134° Reggimento Fanteria, (corso 1911-1914)<br>Tenente Consalvo Ferraro, Reggimento Fanteria, (corso 1907-1910)<br>Tenente Roberto Fincati, 28° Reggimento Fanteria, (corso 1911-1914)<br>Tenente Umberto Giordano, 67° batteria bombarde, (corso 1911-1914)<br>Tenente Vincenzo Grasso, Reggimento genio zappatori, (corso 1911-1914)<br>Tenente Antonio Lo Tesoriere, 40° Reggimento Fanteria, (corso 1912-1915)<br>Tenente Massimo Marghieri, 32° Reggimento Fanteria, (corso 1911-1914)<br>Tenente Mario Moreno, 3° reggruppamento artiglieria pesante campale, (corso 1912-1915)<br>Tenente Massimo Muricchio, 26° raggruppamento artiglieria d'assedio, (corso 1912-1915)<br>Tenente Vincenzo Padovani, 34° Reggimento Fanteria, (corso 1911-1914)<br>Tenente Giuseppe Pagano, Reggimento genio zappatori, (corso 1913-1916)<br>Tenente Michelangelo Palumbo, 38° reparto d'assalto - 8° Reggimento Bersaglieri, (corso 1912-1915)<br>Tenente Mario Pellecchia, 1° Reggimento granatieri, (corso 1912-1915)<br>Tenente pilota Renato Rordolf, (corso 1911-1914)<br>Tenente Lorenzo Santulli, 19° Reggimento Fanteria, (corso 1909-1912)<br>Tenente Carlo Simondetti, 202° Reggimento Fanteria, (corso 1911-1914)<br>Tenente Attilio Spinelli, 12° Reggimento Fanteria, (corso 1907-1910)<br>Tenente Daniele Vagliasindi, Reggimento cavalleria, (corso 1911-1914)<br>Sottotenente Enrico Abbate, 65° Reggimento Fanteria, (corso 1913-1916)<br>Sottotenente Michele Agostini d'Aquino, 2° Reggimento Granatieri di Sardegna, (corso 1912-1915)<br>Sottotenente Attilio Alati, 32° Reggimento Fanteria, (corso 1910-1913)<br>Sottotenente Luigi Aquilecchia, 93° Reggimento Fanteria, (corso 1909-1912)<br>Sottotenente Antonino Arena, Reggimento Alpini, (corso 1912-1915)<br>Sottotenente Francesco Aveta, 4° Reggimento Fanteria, (corso 1912-1915)<br>Sottotenente Achille Balsamo, 27° Reggimento cavalleggeri di Aquila, (corso 1914-1917)<br>Sottotenente Pietro Battiloro, 217° Reggimento Fanteria, (corso 1912-1915)<br>Sottotenente Mario Boccia, 7° Reggimento Bersaglieri, (corso 1912-1915)<br>Sottotenente Antonio Buonocore, 49° Reggimento artiglieria da campagna, (corso 1914-1917)<br>Sottotenente Mario Calienno, 43° Reggimento Fanteria, (corso 1911-1914)<br>Sottotenente Crescenzo Capobianco, 43° Reggimento Fanteria, (corso 1910-1913)<br>Sottotenente Emiddio Carlizzi, Reggimento artiglieria, (corso 1915-1918)<br>Sottotenente Ettore Cavaliere, Reggimento Fanteria, corso 1908-1911<br>Sottotenente Luigi Cirino, 155° Reggimento Fanteria, (corso 1908-1911)<br>Sottotenente Enrico Colosimo, 148° Reggimento Fanteria, (corso 1911-1914)<br>Sottotenente Andrea Curti, 9° Reggimento Bersaglieri, (corso 1912-1915)<br>Sottotenente Mario De Peppo, 217° Reggimento Fanteria, (corso 1911-1914)<br>Sottotenente Giuseppe Donato, 76° Reggimento Fanteria, (corso 1910-1913)<br>Sottotenente Antonio D'Orso, 209° Reggimento Fanteria, (corso 1912-1915)<br>Sottotenente Enrico Furgiuele, 133° Reggimento Fanteria, (corso 1910-1913)<br>Sottotenente Alessandro Gaito, 20° Reggimento Fanteria, (corso 1914-1917)<br>Sottotenente Enrico Laviosa, 1° Reggimento Granatieri, (corso 1913-1916)<br>Sottotenente Salvatore Longobardi, Reggimento Fanteria, (corso 1912-1915)<br>Sottotenente Fabrizio Mancusi, 40° Reggimento Fanteria, (corso 1911-1914)<br>Sottotenente Anacleto Marcelli, 149° Reggimento Fanteria, (corso 1912-1915)<br>Sottotenente Guido Mazza, 132° Reggimento Fanteria, (corso 1907-1910)<br>Sottotenente Achille Molinari, Reggimento Fanteria, (corso 1909-1912)<br>Sottotenente Arminio Mosciaro, 4° Reggimento Bersaglieri, (corso 1912-1915)<br>Sottotenente [[Nicola Nisco]], Reggimento Granatieri, (corso 1912-1915), Medaglia d'oro al Valor militare<br>Sottotenente Guglielmo Placitelli, 15° Reggimento Fanteria, (corso 1911-1914)<br>Sottotenente Antonio Prestia, Reggimento Bersaglieri, (corso 1910-1913)<br>Sottotenente Adolfo Rajola Pescarini, 135° Reggimento fanteria, (corso 1911-1914)<br>Sottotenente Vittorio Emanuele Rosiello, 63° Reggimento Fanteria, (corso 1910-1913)<br>Sottotenente Guido Sabini Conte, 135° Reggimento Fanteria, (corso 1910-1914)<br>Sottotenente Lionardo Seminara Vico, 19° Reggimento Fanteria, (corso 1910-1913)<br>Sottotenente Salvatore Seminara Vico, Reggimento Fanteria, (corso 1909-1912)<br>Sottotenente Rodolfo Serena, 9° Reggimento Fanteria, (corso 1910-1913)<br>Sottotenente Federico Squeglia della Marra, 1° Reggimento Bersaglieri, (corso 1910-1914)<br>Sottotenente Giuseppe Spinelli, 2° Reggimento artiglieria da montagna, (corso 1913-1916)<br>Sottotenente pilota Francesco Truccone, (corso 1913-1916)<br>Sottotenente Nicola Vozza, 26° Reggimento Fanteria, (corso 1908-1911)<br>Sergente allievo ufficiale Alessandro De Mandato, 19° Reggimento Fanteria, (corso 1914-1917)<br>Allievo ufficiale fanteria Arturo Grimaldi, 29° Reggimento Fanteria, (corso 1910-1913)<br>Soldato Giuseppe Crespi, 60° Reggimento Fanteria, (corso 1901-1904)}}
==== Il ventennio fascista ====
[[File:Federico Baistrocchi.jpg|thumb|left|160px|Federico Baistrocchi]]
La progressiva [[Storia dell'Italia fascista|militarizzazione della società italiana]] voluta dal [[Partito Nazionale Fascista|regime fascista]] ebbe naturalmente influenza anche sulla Nunziatella. All'istituto, insieme al Collegio militare di Roma e a [[Scuola militare Teuliè|quello di Milano]] (ripristinato nel 1935 ma chiuso nel 1943), fu dedicata grande attenzione in vista degli obiettivi di espansione che il regime e la corona si proponevano. Tale indirizzo non ammetteva naturalmente deroghe rispetto all'appartenenza o alle opinioni di quanti avevano responsabilità nella formazione dei giovani allievi: il docente di lettere e filosofia [[Floriano Del Secolo]], firmatario del ''[[Manifesto degli intellettuali antifascisti]]'', fu destituito dal suo incarico nel 1925 per aver rifiutato di prestare giuramento al [[Partito Nazionale Fascista]]<ref>{{cita web|url=http://www.treccani.it/enciclopedia/floriano-del-secolo_(Dizionario-Biografico)/|titolo=Biografia di Floriano Del Secolo su Enciclopedia Treccani online|accesso=20 gennaio 2014}}</ref>.
[[File:Allievi della Nunziatella - 1925.jpg|160px|thumb|Allievi della Nunziatella nel Cortile Piccolo, 1925]]
Nel 1933 la Nunziatella ricevette dal suo ex-allievo Vittorio Emanuele III l'onore di fregiarsi del motto ''Victoriæ Regem dedit'', il quale alludeva ovviamente alla frequentazione dell'istituto da parte del sovrano. Nello stesso periodo, in tutti gli istituti di formazione militare di base, fu fatto obbligo per gli allievi proseguire la carriera nelle Accademie ripristinando nei fatti lo stato antecedente alla riforma del 1908. Il 25 aprile 1934 il principe di Piemonte [[Umberto II d'Italia|Umberto di Savoia]] consegnò alla Nunziatella il [[labaro]], parificato alla [[bandiera di guerra]]; pochi mesi dopo, il 18 novembre, fu celebrato il 150º anniversario dalla fondazione durante una solenne cerimonia che vide la partecipazione del re e dell'erede al trono. Lo schieramento militare, oltre al battaglione allievi, era formato da numerosi ex-allievi (tra cui molti compagni di studi di Vittorio Emanuele III) al comando del generale di corpo d'armata [[Carlo Perris]], il più alto in grado tra i presenti<ref>{{Cita|Castronuovo|pp. 153-156|harv=s}}.</ref>.
Tra gli ex-allievi [[Federico Baistrocchi]] fu capo di stato maggiore del [[Regio Esercito]] dal 1º ottobre 1934 al 7 ottobre 1936<ref>{{cita web|url=http://www.treccani.it/enciclopedia/federico-baistrocchi_%28Dizionario_Biografico%29/|titolo=Federico Baistrocchi: scheda biografica sull'Enciclopedia Treccani online|accesso=16 dicembre 2013}}</ref> e senatore<ref>{{cita web|url=http://www.archivionline.senato.it/scripts/GeaCGI.exe?REQSRV=REQPROFILE&REQCARDTYPE=28&ID=282877|titolo=Federico Baistrocchi senatore dal 1933 al 1944. Scheda biografica sul sito del Senato|accesso=16 dicembre 2013}}</ref>. [[Alberto De Marinis Stendardo di Ricigliano]], generale di brigata, fu senatore e ministro del Regno d'Italia; generali di corpo d'armata e senatori furono, oltre a Carlo Perris<ref>{{cita web|url=http://notes9.senato.it/Web/senregno.NSF/0e10afcd14636769c1257134004b5171/cc4f269e1b2e18424125646f005e5a87?OpenDocument|titolo= Scheda biografica di Carlo Perris |opera=senato.it |accesso=16 dicembre 2013}}</ref>, [[Guido Guidotti]]<ref>{{cita web|url=http://notes9.senato.it/Web/senregno.NSF/a0cb28c16d0da661c1257134004754fc/aa136e15a8c7d8744125646f005c8a2d?OpenDocument |titolo=Scheda biografica di Guido Guidotti |opera=senato.it |accesso=16 dicembre 2013}}</ref> e [[Armando Tallarigo]]<ref>{{cita web|url=http://notes9.senato.it/Web/senregno.NSF/0e10afcd14636769c1257134004b5171/f81494937a19f9614125646f0060df26?OpenDocument|titolo=Scheda biografica di Armando Tallarigo |opera=senato.it |accesso=16 dicembre 2013}}</ref>.
{{Cassetto |colore=blue |titolo={{colore|white|Ex allievi caduti durante la Guerra d'Etiopia}} |testo=Primo capitano Mario Bussardo, Comando artiglieria divisione speciale Laghi, (corso 1914-1917)<br>Captano [[Raffaele Tarantini]], 10° Gruppo battaglioni eritrei, (corso 1910-1914), medaglia d'oro al Valor militare<br>Tenente Francesco Martinelli, 107° Squadriglia aviazione Somalia, (corso 1924-1927)<br>Tenente Carlo Manzo, gruppo bande Altipiano, (corso 1926-1929)<br>Tenente Vincenzo Ansanelli, 10° battaglione Arabo-Somalo, (corso 1928-1931)}}
==== Seconda guerra mondiale ====
[[File:Antonio Sorice.jpg|thumb|left|160px|Antonio Sorice, ministro della Guerra]]
Gli eventi della [[seconda guerra mondiale]] interessarono gradatamente anche la città di Napoli, coinvolgendo quindi gli allievi della Nunziatella. Inizialmente di bassa intensità, i [[Bombardamenti di Napoli|bombardamenti aerei Alleati]] non ebbero al principio altra conseguenza sulla vita degli allievi che quella di costringerli a rifugiarsi in un ricovero sotterraneo nella sottostante via Chiatamone. Dopo il disastroso bombardamento del 4 dicembre 1942 che causò oltre 500 vittime in città e i successivi del 15 dicembre 1942 e del 1º gennaio 1943, fu tuttavia deciso lo spostamento degli allievi<ref>{{cita|Catenacci 1995|pp. 1 e ss.|harv=s}}.</ref>. La Scuola fu trasferita dal marzo al 30 dicembre 1943 a [[Benevento]], nell'edificio successivamente sede dell'azienda ospedaliera<ref>{{cita web|url=http://spazioweb.esercito.difesa.it/siti_scuole/nunziatella/pagina_storia.htm|titolo=Lo spostamento della Nunziatella a Benevento|accesso=20 gennaio 2014}}</ref>; tale spostamento fu di grande danno per la Nunziatella, dato che per i saccheggi effettuati dalle truppe tedesche a Benevento andò perso quasi tutto il materiale colà trasportato, fatta eccezione per i beni del gabinetto di fisica e del magazzino, che erano restati a Napoli<ref>{{cita|Caruso e Merola|p. 18|harv=s}}.</ref>.
[[File:Cappellone in divisa da fatica, Benevento 1943.jpg|thumb|160px|Allievo del primo anno in divisa da fatica, Benevento, 1943]]
Sebbene la maggior parte del personale fosse andato a Benevento insieme agli allievi, a Napoli rimase un manipolo di ufficiali e professori guidati dal docente Francesco Caruso. Fu grazie a questi pochi effettivi che fu possibile mantenere una presenza all'interno dell'edificio, che avrebbe attraversato momenti difficili in seguito all'occupazione Alleata.
Durante il conflitto e nelle fasi immediatamente successive, gli ex-allievi furono impegnati come sempre nei più alti incarichi della gerarchia militare e politica. [[Vittorio Ambrosio]], già capo di stato maggiore dell'Esercito, fu capo di stato maggiore generale; [[Antonio Sorice]], invece, ricoprì il ruolo di ministro della Guerra nel [[Governo Badoglio I]], succeduto da [[Taddeo Orlando]], poi Comandante generale dell'Arma dei carabinieri<ref>{{cita|Stefani|p. 210|harv=s}}.</ref>.
Un gran numero di ex-allievi combatté su tutti i fronti del conflitto in corso e si contarono molte vittime. Ventitré di essi meritarono la medaglia d'oro al valor militare, cadendo da protagonisti sul campo e in momenti importanti della storia collettiva italiana. In particolare, Amedeo di Savoia-Aosta fu protagonista dell'accanita resistenza italiana durante la [[seconda battaglia dell'Amba Alagi]]; [[Antonio Cianciullo]] e [[Alfredo Sandulli Mercuro]] furono tra le vittime dell'[[eccidio di Cefalonia]]; [[Alberto Bechi Luserna]] fu protagonista della [[seconda battaglia di El Alamein]]; [[Roberto Lordi]] e [[Romeo Rodriguez Pereira]] furono tra i caduti delle [[Fosse Ardeatine]]; [[Luigi Tandura]] partecipò alla [[Resistenza italiana]] quale partigiano delle [[Brigate Osoppo]]. Tra quanti sopravvissero al conflitto sono da ricordare Luigi Pecora, che partecipò ai combattimenti delle [[Quattro giornate di Napoli]]<ref>{{cita web|url=http://www.narrazioni.org/My_Homepage_Files/Download/Num2_pag_62-65.pdf|titolo=Luigi Pecora - Il via alle "Quattro giornate di Napoli"|accesso=16 dicembre 2013}}</ref> e [[Giuseppe Izzo]], protagonista della seconda battaglia di El Alamein e della Guerra di Liberazione.
=== La Repubblica italiana (1946-oggi) ===
La Nunziatella era stata la scuola di formazione per Vittorio Emanuele III e Amedeo d'Aosta e dunque era vista come espressione del regime monarchico e fascista. L'opera di contatto con gli alti comandi Alleati, auspice l'ex-allievo Vittorio Ambrosio, sortì l'effetto di scongiurarne la chiusura, ma a pesanti condizioni<ref>{{cita|Catenacci 1995|pp. 1 e ss.|harv=s}}.</ref>: l'istituto fu declassato a liceo-convitto civile e gli allievi furono costretti a seguire le lezioni in spazi limitati, mentre la maggior parte dell'edificio veniva occupata da un comando britannico e da truppe palestinesi.
{{Doppia immagine|left|Ettore Gallo.jpg|172|Rolando Mosca Moschini.jpg|128|Ettore Gallo|Rolando Mosca Moschini}}
Dopo la conclusione della seconda guerra mondiale le condizioni della resa del [[Regno d'Italia]] ebbero un forte impatto sulle forze armate del paese: queste furono soggette infatti a una serie di pesanti ridimensionamenti e limitazioni, come ad esempio il divieto di costruire [[portaerei]] e la smobilitazione di numerosi reparti. Anche gli istituti di formazione del neonato [[Esercito italiano]] furono colpiti da tale politica, tanto che le [[Scuola militare di Roma|scuole militari di Roma]] e [[Scuola militare Teuliè|Milano]] furono soppresse. Anche la Nunziatella rischiò la chiusura ma professori, ufficiali ed ex allievi della Scuola fecero fronte comune, sollevando un forte movimento di protesta che coinvolse anche l'opinione pubblica napoletana: fu messo fortemente l'accento sulle antiche e gloriose radici dell'istituto dai Borbone in avanti e uno dei professori, Francesco Caruso, arrivò ad apostrofare il sottosegretario alla difesa [[Mario Palermo]], ex allievo del corso 1914-1917, con la frase: «Avresti l'animo di firmare il decreto per la soppressione del Collegio Militare, che tante glorie assomma nel suo luminoso passato, dove tu stesso sei stato educato? Ebbene la Nunziatella non deve morire.»<ref>{{Cita|Castronuovo|pp. 164-166|harv=s}}.</ref><ref>{{cita|Caruso e Merola|p. 20|harv=s}}.</ref>. Il comandante [[Oliviero Prunas]] chiese e ottenne di essere ricevuto da Umberto II, davanti al quale gridò «Maestà, la Nunziatella deve vivere». Preso l'impegno di fare di tutto per mettere in condizione la scuola di operare, Prunas cominciò a viaggiare per l'Italia con alcuni camion militari raccogliendo quanti materiali di casermaggio e vita quotidiana potessero essere utili alla vita dell'istituto<ref>{{cita|Catenacci 1995|pp. 8-9|harv=s}}.</ref>.
I corsi della Nunziatella ricominciarono a Napoli il 1º febbraio 1944, ma con numerose mutilazioni rispetto al passato. Durante l'anno 1944-1945 sia ufficiali che allievi vestirono l'abito borghese, per poi passare a una momentanea divisa nera durante il 1945-1946. Nel 1946 fu invece ripristinata la divisa kaki, la quale fu infine sostituita dalla tradizionale divisa storica nel 1954<ref>{{cita web|url=http://www.nunziatella1787.eu/content/domenico-guerrieri-194448|titolo=Le divise della Nunziatella nel secondo dopoguerra|accesso=16 dicembre 2013}}</ref>. Il 1º settembre 1949 la Nunziatella riacquistò la denominazione di Collegio Militare di Napoli e il successivo 24 maggio 1950 vide la restituzione della bandiera d'istituto nel corso di una cerimonia alla rotonda Diaz, in [[via Francesco Caracciolo]]. Nel 1953 la denominazione cambiò di nuovo nella definitiva Scuola militare "Nunziatella"<ref name="Castronuovo-166">{{Cita|Castronuovo|p. 166|harv=s}}.</ref>.
L'esperienza del pericolo di soppressione aveva segnato profondamente gli ex allievi che nel marzo 1950 si costituirono in associazione, con presidente il generale [[Silvio Brancaccio]] e segretario l'avvocato Raffaele Girolamo Maffettone<ref group=N>I fondatori furono: Alberto Pierantoni (corso 1912-15), Italo Simonelli (corso 1924-28), Gustavo Stimolo (corso 1914-17), Mario Rossi (corso 1930-34), Federico Mattei (corso 1923-26), Antonio Di Napoli (corso 1909-12), Raffaele Maffettone (corso 1923-26), Nicola Celentano (corso 1917-20), Tullio Chiariello (corso 1925-28). Cfr. Fondazione dell'Associazione Nazionale Ex-Allievi Nunziatella su www.nunziatella.it. </ref><ref>{{cita web|url=http://www.nunziatella.it/|titolo=Fondazione dell'Associazione Nazionale Ex-Allievi Nunziatella|accesso=16 dicembre 2013}}</ref>; lo scopo dell'associazione, secondo lo statuto, è di "tener vivo lo spirito e le tradizioni della Nunziatella seguendone le iniziative di qualsiasi genere". La prima attività dell'associazione fu organizzare un grande raduno di tutti gli ex allievi in occasione del giorno di fondazione della Scuola: tale raduno, avvenuto il tra il 17 e il 18 novembre 1955, vide la presenza di più di mille partecipanti<ref name="Castronuovo-166"/>. Quello del 1955 fu il passo d'inizio di una consolidata tradizione di presenza degli ex allievi al giuramento dei cadetti, occasione che assunse particolare solennità il 18 novembre 1987 quando la Nunziatella compì i 200 anni dalla fondazione.
{{Doppia immagine|right|1946 La prima divisa interna-nera Argiero dErrico Simonotti Guerrieri io .jpg|134|Allievo SMN divisa estiva.jpg|150|Allievi della Nunziatella in divisa nera (1946)<ref group=N>Si tratta degli allievi Argiero, d'Errico, Simonotti e Guerrieri, foto scattata nel cosiddetto Cortile Piccolo della Nunziatella.</ref>|Allievo della Nunziatella in divisa estiva (1986)<ref group=N>Si tratta dell'allievo Ferdinando Scala del corso 1984-87, foto scattata davanti al [[palazzo Piccolomini]] di [[Pienza]] durante il campo d'arma del 1986.</ref>}}
Messi alle spalle gli eventi bellici gli ex allievi della Nunziatella hanno continuato a ricoprire ruoli importanti nella vita militare e civile del paese. Tra il 1979 ed il 2012 ben otto dei vice comandanti generali dell'[[Arma dei carabinieri]] ([[Michele Vendola]], [[Paolo Bruno Di Noia]], [[Virgilio Chirieleison]], [[Ermanno Vallino]], [[Goffredo Mencagli]], [[Giorgio Piccirillo]], [[Michele Franzé]] e [[Carlo Gualdi]]) sono stati ex allievi della Nunziatella e hanno proseguito in diversi casi la carriera occupando i vertici dei servizi di sicurezza, nell'ambito dei quali [[Giuseppe Cucchi]] è stato direttore generale del [[Dipartimento delle informazioni per la sicurezza]].
Nel 2001 quasi tutti i vertici delle Forze Armate sono stati occupati da ex allievi: [[Rolando Mosca Moschini]], già comandante generale della Guardia di Finanza, e futuro presidente del European Union Military Committee (EUMC), capo di stato maggiore della difesa; [[Sandro Ferracuti]], capo di Stato maggiore dell'[[Aeronautica Militare]]; [[Umberto Guarnieri]], capo di Stato maggiore della [[Marina Militare]]; [[Alberto Zignani]], comandante generale della [[Guardia di finanza]].
Nella vita civile si sono affermati in particolare [[Ettore Gallo]], presidente della [[Corte costituzionale]]; [[Claudio Azzolini]], vice presidente dell'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa; [[Arturo Parisi]], discendente di Giuseppe Parisi e ministro della Difesa; [[Eugenio Barba]], uno dei maggiori intellettuali europei e vincitore del [[premio Sonning]].
Gli ex allievi della Nunziatella sono stati inoltre presenti da protagonisti, come nel passato, in importanti momenti della storia collettiva nazionale: [[Franco Angioni]] ha guidato la [[Guerra del Libano (1982)|spedizione italiana in Libano]], il primo impegno internazionale dell'Italia al di fuori dei propri confini dopo la seconda guerra mondiale; [[Francesco Gentile]] è caduto nella lotta al terrorismo separatista altoatesino; [[Marco Mattiucci]] è a sua volta caduto eroicamente a [[Sarno]] durante la [[Alluvione di Sarno e Quindici del 1998|disastrosa frana del 1998]]; [[Sergio De Caprio]], più noto come "capitano Ultimo", è l'ufficiale dei carabinieri che ha materialmente catturato [[Salvatore Riina]], il "capo dei capi" di [[Cosa nostra]]; [[Ottavio Oro]] è stato a capo delle indagini per la cattura del camorrista del [[clan dei casalesi]] [[Giuseppe Setola]].
{{Cassetto |colore=blue |titolo={{colore|white|Ex allievi caduti nell'adempimento del dovere}} |testo=Colonnello CC [[Valerio Gildoni]], (corso 1984-1987), Medaglia d'oro al Valor militare<br>Maggiore Fabio Capasso, (corso 1903-1906)<br>Maggiore Marcello Celentani, (corso 1910-1913)<br>Capitano Antonio Chirullo, (corso 1913-1916)<br>Capitano CC [[Francesco Gentile]], (corso 1945-1948), Medaglia d'oro al Valor militare<br>Tenente Francesco Costa Sanseverino, (corso 1911-1914)<br>Tenente Ernesto Del Balzo, (corso 1919-1921)<br>Tenente Vittorio Pace, (corso 1923-1926)<br>Sottotenente Gino Bellotto, (corso 1928-1931)<br>Sottobrigadiere Guardia di Finanza Bernardino Papaleo, (corso 1925-1928)<br>Vigile del Fuoco [[Marco Mattiucci]], (corso 1983-1986), Medaglia d'oro al Valor civile}}
=== La Nunziatella oggi ===
[[File:Nunziatella da Chiaia.jpg|thumb|left|Il complesso della Nunziatella (2014)]]
La Scuola militare "Nunziatella" può essere frequentata esclusivamente da studenti che abbiano completato il biennio del liceo classico e scientifico. L'ammissione avviene per concorso, che consta di prove mediche, psico-attitudinali, atletiche e di un esame culturale sulle materie oggetto di studio nei primi due anni di scuola superiore. Il ciclo di studi si completa con il conseguimento del relativo [[Esame di maturità|diploma di maturità]] e include, oltre alle materie scolastiche comuni a questi licei, anche dei corsi di formazione finalizzati alla carriera militare.
Le attività militari della scuola vengono svolte nel corso dell'anno attraverso una formazione specifica in "teoria e pratica d'armi", "regolamenti militari" e altre discipline del medesimo ambito. Al termine di ogni anno di corso gli allievi frequentano anche un campo d'arma presso un reparto delle forze armate (ad esempio presso il [[Centro addestramento alpino]] di [[Aosta]] o il [[186º Reggimento paracadutisti "Folgore"]] di [[Siena]]) per acquisire elementi pratici di preparazione al combattimento, che includono la frequenza di sessioni al [[poligono di tiro]] con l'arma individuale (fucile [[Beretta AR 70/90]] in dotazione alle forze armate italiane; per le attività di parata viene tuttora utilizzato il fucile [[M1 Carbine]]).
Particolarmente ricca è la formazione sportiva che consente di praticare [[equitazione]], [[scherma]], [[nuoto]], [[atletica leggera]], [[pugilato]], [[pallacanestro]], [[pallavolo]] e altri sport. La Nunziatella è fino a questo momento (2013), insieme al Morosini, l'istituto con il maggior numero di vittorie ai [[Giochi Sportivi Interscuole Militari]], manifestazione in cui gli allievi delle quattro Scuole militari italiane si misurano su tutti gli sport.
Il comandante della scuola (un colonnello dell'[[Esercito Italiano]] solitamente con incarichi speciali) è anche il preside e capo dell'istituto. L'assunzione dei docenti avviene per concorso, il cui requisito di base è quello di essere un docente ordinario presso un istituto di scuola superiore.
[[File:Ballo a Palazzo Reale.jpg|thumb|Ballo del 221º corso al palazzo reale di Napoli (2011)]]
Conseguito il diploma, gli ex allievi possono proseguire la formazione militare facendo domanda di ammissione presso tutte le [[Accademie e scuole militari in Italia|accademie delle forze armate]] dove viene riservato loro una quota dei posti a concorso. In alternativa, coloro che non vogliono proseguire la carriera militare possono continuare il proprio iter formativo presso le [[università]]<ref>{{cita web|url=http://spazioweb.esercito.difesa.it/siti_scuole/nunziatella/frame_pagina/contenuti/offerta_2011_2012.pdf|titolo=L'offerta formativa alla Nunziatella|accesso=20 gennaio 2013}}</ref>.
Gli ex allievi si radunano in occasione del [[giuramento]] del primo anno di corso della scuola, che avviene solitamente il 18 novembre di ogni anno (anniversario della fondazione), a [[piazza del Plebiscito]] a Napoli.
Un evento annuale di grande rilievo è il Ballo di fine corso, negli ultimi anni abbinato al [[ballo delle debuttanti]]<ref>{{cita web|url=http://www.debuttantinunziatella.it/index.html|titolo=Associazione Culturale Nunziatella - Ballo delle debuttanti.|accesso=16 dicembre 2013}}</ref>: si tratta di un evento di forte rilevanza nella vita degli allievi, dato che conclude il ciclo di studi alla Scuola, ed è andato sempre di più assumendo il ruolo di evento mondano per la città di Napoli, tanto da essere regolarmente seguito dai media<ref>{{cita web|url=http://www.pupia.tv/campania/notizie/0002281.html|titolo=Napoli, concerto alla scuola militare "Nunziatella".|accesso=16 dicembre 2013}}</ref>. Normalmente, per l'evento viene selezionata una sede prestigiosa, quale il [[palazzo reale di Napoli]], la [[reggia di Caserta]], [[villa Campolieto]] a [[Ercolano]], il [[palazzo del Belvedere]] di [[San Leucio (Caserta)|San Leucio]], il [[Museo nazionale ferroviario di Pietrarsa]]<ref>{{cita web|url=http://altocasertano.wordpress.com/2012/05/23/napoli-la-tradizione-del-gran-ballo-delle-debuttanti-nei-saloni-della-nunziatella/|titolo=Napoli- La tradizione del Gran Ballo delle debuttanti nei saloni della Nunziatella|accesso=16 dicembre 2013}}</ref><ref>{{cita web|url=http://corrieredelmezzogiorno.corriere.it/napoli/notizie/spettacoli/2009/2-giugno-2009/nunziatella-festa-fine-annocon-ballo-debuttanti-1501421259490.shtml|titolo=Nunziatella, festa di fine anno con il ballo delle debuttanti|accesso=16 dicembre 2013}}</ref><ref>{{cita web|url=http://www.cancelloedarnonenews.com/2009/05/27/ballo-delle-debuttanti-nella-reggia-di-caserta-con-i-cadetti-della-nunziatella-che-festeggiano-il-mak-p-100/|titolo=Ballo delle "Debuttanti" nella Reggia di Caserta con i cadetti della Nunziatella che festeggiano il Mak P 100|accesso=16 dicembre 2013}}</ref><ref>{{cita web|url=http://www.julienews.it/teletorre/notizia/alla-nunziatella-il-ballo-delle-debuttanti/205768_8.html|titolo=Alla Nunziatella, il ballo delle debuttanti|accesso=16 dicembre 2013}}</ref>.
[[File:Rita Levi Montalcini alla Nunziatella (1990).jpg|thumb|left|Il [[premio Nobel per la medicina]] [[Rita Levi-Montalcini]] visita la Nunziatella ([[1990]])]]
Nel 2004 si è tenuto al palazzo reale di Napoli un evento speciale denominato ''GalaXia I'', cioè il raduno di tutti i corsi che quell'anno festeggiavano i dieci anni, o multipli di dieci, dall'entrata alla Scuola; ospite speciale della serata è stato il popolare attore [[Bud Spencer]], i cui padre, zio, nonno e bisnonno erano ex allievi<ref>{{cita web|url=http://www.napoli.com/viewarticolo.php?articolo=1015|titolo=GalaXia I, il Gran Gala della Nunziatella|accesso=16 dicembre 2013}}</ref><ref>{{cita web|url=http://www.nunziatella.it/Veneto/pdf/notiziario_veneto1.pdf|titolo=Notiziario Associazione Nazionale Nunziatella - sezione Veneto, p. 7|accesso=16 dicembre 2013}}.</ref>.
La Nunziatella ospita frequentemente personaggi di rilievo, i quali spesso sono invitati a tenere una ''lectio magistralis'' in occasione dell'apertura dell'anno accademico. Tra le mura della Scuola sono transitati presidenti della Repubblica italiana come [[Francesco Cossiga]], [[Carlo Azeglio Ciampi]]<ref>{{cita web |url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2000/11/19/napoli-per-ciampi-sei-volte-inno.html|titolo=Napoli, per Ciampi sei volte l'Inno|accesso=16 dicembre 2013}}</ref> e [[Giorgio Napolitano]]<ref>{{cita web|url=http://corrieredelmezzogiorno.corriere.it/napoli/notizie/politica/2010/11-giugno-2010/napolitano-campania-situazione-difficile--1703180087807.shtml|titolo=Napolitano, Campania situazione difficile|accesso=16 dicembre 2013}}</ref>, Premi Nobel come [[Rita Levi-Montalcini]], capitani d'industria come [[Cesare Romiti]], scrittori di successo come [[Pino Aprile]], o sportivi come [[Pietro Mennea]].
Presso la scuola ha sede l'Associazione nazionale ex allievi Nunziatella<ref>{{cita web|url=http://www.nunziatella.it/|titolo=L'Associazione Ex-Allievi Nunziatella|accesso=16 dicembre 2013}}</ref>, fondata nel [[1950]] ad opera dell'avvocato Raffaele Girolamo Maffettone e fino al 2012 sede della redazione napoletana della risorta rivista letteraria ''[[Sud (rivista)|Sud]]'', nata per iniziativa dell'ex allievo e scrittore [[Francesco Forlani]], a cui hanno collaborato [[Roberto Saviano]], [[Antonio Ghirelli]], [[Tiziano Scarpa]] ed [[Erri De Luca]].
==Ricononoscimenti==
=== Militari ===
{{vedi anche|Decorati ex allievi della scuola militare Nunziatella}}
{{quote|E siccome in tutte le umane cose i fatti colpiscono meglio di ogni teorica da cui quelli provengono, basta il dire che con le norme dal Parisi sapientemente dettate in quanto agli studî, si vide uscire da quelle mura il più bel fiore di nobili giovanetti, i quali bene avvezzi ad ogni maniera di dottrina venian poco di poi in fama di valorosi|Mariano d'Ayala, ''Napoli militare'', 1847}}
Il 29 novembre 2007 alla bandiera d'istituto è stata conferita la [[Ricompense al valor militare|medaglia di bronzo al valore dell'esercito]] con la seguente motivazione:
{{Citazione|Prestigioso istituto di formazione i cui valori si fondano nelle antiche radici di oltre due secoli di incessante attività, operava costantemente con sublime spirito di sacrificio e con l'onore mai scalfito dal succedersi degli eventi storici. Fucina di animi nobili, espletava una insostituibile azione d'insegnamento e di esempio per numerosissimi giovani formati, con profonda coscienza della civile convivenza, alla vita e alle armi. Ne erano chiara testimonianza illustri ex allievi che, con profondo amore della patria, onoravano sé stessi e l'Italia. Il patrimonio di sacrificio e di gloria offerto alla patria dagli allievi della "Nunziatella", esaltato da 2 decorati dell'ordine militare d'Italia, 38 medaglie d'oro al valor militare e da numerosissime medaglie d'argento e di bronzo al valor militare, suggellava l'altissimo valore formativo e l'elevatissimo contributo istituzionale. Fulgido esempio di spirito di servizio alla patria, la scuola militare "Nunziatella" ha avvalorato il lustro di cui gode e ha contribuito ad elevare il prestigio della Forza armata a livello interforze e nazionale". Napoli, 1787-2007}}
Il 17 novembre 2012 alla bandiera d'istituto è stata conferita la Croce d'oro al merito dell'Arma dei carabinieri con la seguente motivazione:
{{Citazione|Antico e prestigioso Istituto di formazione dell’Esercito Italiano, custode di elette virtù militari, preparava alla vita ed alle armi generazioni di giovani, educandoli al culto del dovere e dell’onore. Nella sua storia plurisecolare, la Scuola militare Nunziatella radicava il seme fecondo dell’incondizionato amor di Patria e dei più alti valori etici in schiere di allievi che si ponevano al servizio del bene comune nelle file dell’Arma dei Carabinieri, e offrivano impareggiabili prove di indiscussa fedeltà e di mirabile ardimento, testimoniate da innumerevoli riconoscimenti individuali tra i quali cinque medaglie d’oro al valor militare. Fucina di animi generosi e fonte delle più nobili virtù, la Nunziatella si confermava ideale riferimento per le giovani coscienze e meritava l’unanime plauso della comunità nazionale, così contribuendo ad esaltare il prestigio dell’Arma dei carabinieri e delle forze armate. Napoli, 1787-2012}}
Gli ex-allievi della Nunziatella hanno meritato 38 [[Medaglia d'oro al valor militare|medaglie d'oro al valor militare]], ottenute tra il 1849 e il 2010; 147 [[Medaglia d'argento al valor militare|medaglie d'argento al valor militare]]; 240 [[Medaglia di bronzo al valor militare|medaglie di bronzo al valor militare]]; una [[medaglia al valore dell'esercito|medaglia d'oro al valore dell'esercito]] (2001); una [[medaglia d'oro al valor civile]] (1998) e una [[medaglia d'oro al merito civile|al merito civile]] (1945).
[[File:Cossiga visita la Nunziatella.jpg|thumb|200px|Il presidente della Repubblica Francesco Cossiga visita la Nunziatella (1992)]]
Il [[Presidente della Repubblica Italiana]] [[Francesco Cossiga]] ha inoltre concesso nel 1992 agli allievi della Nunziatella l'onore di fregiare i bottoni dell'uniforme storica con il monogramma R.I. (Repubblica Italiana), identico a quello riportato sulle uniformi dei carabinieri che compongono la guardia d'onore del presidente<ref>{{cita web|url=http://www.nunziatella.it/pagine/storia_nunziatella.pdf|titolo=La scuola militare Nunziatella nella storia|accesso=20 gennaio 2014}}</ref>. La motivazione dell'onore concesso è contenuta nelle parole dello stesso Cossiga:
{{Citazione|La Nunziatella, oltre ad essere un luogo di formazione militare, è un luogo di grandissima formazione culturale e civile. Qui è racchiusa la storia di tutto il nostro Paese. Io credo che l'Italia Repubblicana deve far tesoro di tutte quelle che sono le grandi tradizioni militari e per ciò stesso civili che si sono formate in tutto il paese anche quando questo non aveva raggiunto l'unità politica. La mia presenza alla Nunziatella vuol dire dunque onorare l'Italia in tutta quella che è la sua storia.|Francesco Cossiga, 18 novembre 1989<ref>{{cita web|url=http://www.ilcortilepiccolo.it/cenni_storici.html |titolo=Associazione culturale "Il cortile piccolo" - La Nunziatella |accesso=10 gennaio 2014}}</ref>}}
Gli allievi della Nunziatella portano sul chepì della propria divisa storica da libera uscita il numero "1", a indicare l'appartenenza al primo battaglione d'Italia<ref group=N>La numerazione originaria delle tre Scuole militari italiane era: Nunziatella, 1 (I durante il periodo fascista); Collegio militare di Roma, 2 (II durante il periodo fascista); Collegio militare di Milano (oggi Teuliè) 3 (III durante il periodo fascista). Con la soppressione della Scuola di Roma, e la recente riapertura di quella di Milano, il numero 2 è passato alla Teuliè.</ref>. In coerenza con tale status, tradizionalmente essi aprono l'annuale sfilata delle forze armate del 2 giugno a Roma in occasione della [[Festa della Repubblica Italiana]]<ref>{{cita web|url=http://www.tgcom24.mediaset.it/politica/articoli/1011374/immagine-viva-e-dinamica-del-paese.shtml|titolo="Immagine viva e dinamica del Paese" Napolitano esprime soddisfazione per la riuscita della festa della Repubblica|accesso=16 dicembre 2013}}</ref>.
Gli allievi delle accademie militari, e gli ufficiali delle forze armate che abbiano frequentato la Nunziatella hanno infine facoltà di portare sulla propria divisa uno speciale distintivo triangolare azzurro, bordato di rosso e recante la scritta "Scuola militare Nunziatella", al centro del quale è riportato il chepì dell'uniforme storica indossata dagli allievi per le attività di libera uscita e di parata<ref>{{cita web|url=http://www.esercito.difesa.it/Equipaggiamenti/Militaria/Documents/Distintivi_autorizz_FA_2012_120727.pdf|titolo=Catalogo di distintivi autorizzati per la forza armata - stato maggiore dell'Esercito, Edizione 2012, p. 107|accesso=16 dicembre 2013}}</ref>.
=== Civili ===
La Nunziatella è stata insignita dei seguenti riconoscimenti internazionali come istituto:
* Patrimonio storico e culturale dei Paesi del Mediterraneo con la seguente motivazione: "Per il ruolo svolto negli ultimi tre secoli nel settore dell'alta formazione, quale motore accademico, sociale ed economico per l'Italia e per tutti i Paesi del Mediterraneo ad essa legati".
* Premio Mediterraneo istituzioni 2012 con la seguente motivazione: "Per aver preparato da 225 anni generazioni di Giovani alla “Vita e alle Armi”, costituendo un patrimonio immateriale dell'Umanità radicato nella storia e nella vita della Città di Napoli e dell'Italia. La Scuola militare Nunziatella rappresenta un'eccellenza educativa nel Mediterraneo e nel Mondo che pone l'Etica ed un sistema di Valori al centro della formazione dei giovani, destinati ad assumere un ruolo essenziale nella vita sociale del futuro".
Alla Nunziatella è stata donata il 13 dicembre 2012 la campana del Dovere su iniziativa della [[Provincia di Latina]]: la campana è stata realizzata in ricordo e riconoscimento di Enrico Cosenz, ex allievo e primo capo di Stato maggiore del Regio Esercito, nato a Gaeta. Il manufatto è istoriato con scene della difesa di Venezia, cui Cosenz partecipò con l'altro ex allievo Guglielmo Pepe e con [[Daniele Manin]]; essa reca inoltre lo stemma e il motto della scuola e quello della Provincia di Latina<ref>{{cita web|url=http://ansa.it/web/notizie/rubriche/cronaca/2012/12/13/Nunziatella-Campana-Dovere-_7945996.html|titolo=Alla Nunziatella la 'Campana del Dovere', ANSA, 13 dicembre 2012.|accesso=16 dicembre 2013}}</ref>.
== Stemma ==
{{Vedi anche|Stemma della scuola militare Nunziatella}}
La [[blasonatura]] ufficiale dello [[stemma]] è la seguente:
{{Citazione|trinciato: nel primo d'oro al puledro allegro di nero; nel secondo di rosso alla mano di carnagione uscente dalla destra, impugnante una daga di argento manicata d'oro posta in palo, poggiata su un libro aperto al naturale; alla banda d'azzurro, sulla partizione, caricata da tre fiordalisi d'oro.<br />La corona turrita è di color oro.<ref>{{Cita|Chiusano|p. 218|harv=s}}.</ref>}}
Il nastro d'oro, sotto lo scudo su lista bifida, reca il motto {{maiuscoletto|Preparo alla vita ed alle armi}}.
===Simbologia===
Oro e rosso sono i [[Stemma di Napoli|colori della città di Napoli]] e il cavallo inalberato nero si riferisce del pari ad essa. La banda azzurra con i tre gigli d'oro si riferisce ai Borbone di Napoli, fondatori della Scuola. Il braccio armato di daga sul libro aperto si riferisce al motto della Scuola.
== I motti della Nunziatella ==
Il motto araldico è per qualunque istituto o unità militare il segno e la cifra della propria identità, insieme con lo stemma; il variare dei motti della Nunziatella consente inoltre di rilevare le variazioni storiche e culturali che la società subiva nei singoli periodi<ref>{{Cita|Catenacci 2000|pp. 1-50|harv=s}}.</ref>:
{{doppia immagine|right|Concessione del motto Victoriae Regem Dedit alla Nunziatella (1).jpg|133|Concessione del motto Victoriae Regem Dedit alla Nunziatella (2).jpg|141|Diploma di concessione del motto "Victoriæ Regem dedit" (recto)|Diploma di concessione del motto "Victoriæ Regem dedit" (verso)}}
*1787-1805 e 1816-1860 - ''Arma, viri, ferte arma'': il motto, utilizzato nel periodo borbonico, è tratto dall'[[Eneide]] di Virgilio (Verg. Aen. 2, 668); il verso completo nell'originale classico (''Arma, viri, ferte arma; vocat lux ultima victos'', "Le armi, o uomini, portate le armi; l'ultima luce chiama i vinti") è pronunciato da Enea dopo aver assistito alla strage compiuta da Pirro nel palazzo di Priamo ed è a tutti gli effetti un invito a morire sul posto con le armi in pugno.
*1806-1815 - ''Multos labores, magni meritis'': il motto, utilizzato nel breve periodo murattiano, non ha apparentemente origine da alcuna opera classica, ma si richiama alla stretta connessione tra le fatiche da affrontare e i meriti che ne conseguono.
*1861-1931 - ''Et pace et bello'': il motto ("In pace ed in guerra"), utilizzato nel primo periodo postunitario fino ad alcuni anni prima della seconda guerra mondiale, costituisce in effetti la prima espressione della vocazione della Nunziatella come fucina non solo di ufficiali ma anche di cittadini; curiosa l'assonanza del motto con il titolo del romanzo epico ''[[Guerra e pace]]'' di [[Lev Tolstoj]], che però fu pubblicato solo nel 1865 e quindi non ha alcuna connessione con il motto, introdotto nel 1861.
*1932-1944 - ''Victoriæ regem dedit'': il motto ("Diede il Re della Vittoria"<ref group=N>"Re della Vittoria" fu uno degli appellativi attribuiti a Vittorio Emanuele III di Savoia dopo la vittoria nella prima guerra mondiale.Cfr. Mario Isnenghi, L'Italia del fascio, pag. 203. Giunti editore, 1979.</ref>) fu concesso dal Re Vittorio Emanuele III, ex-allievo della Scuola, come diretto riconoscimento del ruolo della Nunziatella nella sua formazione.
*1945-oggi - ''Preparo alla vita ed alle armi'': l'ultimo motto, subentrato dopo la seconda guerra mondiale e l'instaurazione della Repubblica Italiana, risponde invece da un lato alla necessità di eliminare dalle istituzioni repubblicane ogni riferimento alla monarchia, dall'altro recupera con altre parole il motto ''Et pace et bello'', riaffermando ancora una volta l'identità della Nunziatella come istituto di formazione sia militare che civile.
Accanto a quello ufficiale, esistono anche altri due motti informali, legati a due luoghi della Scuola: nella parete di fondo dell'Aula Magna è riportato il motto "Essere più che sembrare", traduzione della frase ''[[Esse quam videri]]'' proveniente dal capitolo 98 del [[Laelius de amicitia|De amicitia]] di [[Marco Tullio Cicerone]]; sotto il grande orologio della Scuola, posto sul pianerottolo del primo piano, è invece riportato il motto "Il perder tempo a chi più sa più spiace", proveniente dal III Canto del ''Purgatorio'' della ''[[Divina Commedia]]'' di [[Dante Alighieri]].
Anche le cinque sezioni (due di liceo classico e tre di liceo scientifico) in cui è suddiviso l'ordinamento degli studi alla Nunziatella hanno un proprio motto ufficiale<ref>{{cita web|url=http://books.google.it/books?id=tSf4_OxaccIC&pg=PA269&dq=motti+nunziatella&hl=it&ei=Z-6cTMSjDcjMswaJg-DmDg&sa=X&oi=book_result&ct=result&resnum=1&ved=0CCgQ6AEwAA#v=onepage&q=motti%20nunziatella&f=false|titolo=I motti delle classi della Nunziatella|accesso=16 dicembre 2013}}</ref>:
*Classico A - ''Über alles'' ("Sopra tutto"), mutuato dall'incipit dell'inno ''[[Das Lied der Deutschen]]'' nel suo significato storico, secondo cui l'unità della Patria deve essere il primo pensiero di ognuno.
*Classico B - ''[[Hic sunt leones]]'' ("Qui ci sono i leoni" o "Qui c'è pericolo"), frase che veniva riportata sulle cartografie della [[Roma antica]] per indicare regioni inesplorate e pericolose del mondo; il motto fu introdotto nel maggio-giugno 1961 dall'allievo Ernesto De Pascalis (corso 1960-63).
*Scientifico A - ''Docet et imperat'' ("Insegna e comanda"), traslitterazione del [[brocardo]] ''Lex imperat, non docet''.
*Scientifico B - ''[[Sturm und Drang]]'' ("Tempesta ed impeto"), direttamente connesso all'omonimo movimento culturale tedesco.
*Scientifico C - ''[[We Are the Champions]]'' ("Noi siamo i campioni"), motto di recente acquisizione, mutuato dall'omonimo pezzo dei [[Queen]] che ha sostituito il dantesco ''Che solo amore e luce ha per confine'' (Divina Commedia, Paradiso, Canto XXVIII)
== Il santo protettore ==
[[File:Altare Nunziatella - Napoli.JPG|thumb|La chiesa della Nunziatella (2012). Sull'altare, l<nowiki>'</nowiki>''Annunciazione'' di [[Ludovico Mazzanti]]]]
Il patrono ufficiale della Scuola militare Nunziatella è la Madonna dell'Annunziata cui è dedicata [[chiesa della Nunziatella|la chiesa da cui l'istituto ha preso il nome]]; tuttavia, negli [[anni 1960]] le si è aggiunto [[Crispino e Crispiniano|san Crispino]], omonimo del frate gesuita il cui fantasma, secondo la leggenda, si aggirerebbe nei sotterranei della scuola. I riti interni connessi a tale mito sono fatti risalire a un evento luttuoso il cui ricordo viene ancora oggi celebrato come parte del retaggio dell'istituto: secondo quanto viene tramandato, la notte di san Crispino un allievo morì alla Nunziatella e in sua memoria il santo patrono di quel giorno è stato adottato come protettore degli allievi; le fonti storiche individuano nel figlio del generale [[Giosuè Ritucci]], entrato alla Nunziatella da un solo anno, lo sfortunato protagonista di questo episodio. Gli allievi ancora oggi ricordano l'avvenimento con un segno di rispetto formale (il primo letto dell'infermeria non viene mai occupato) e con la celebrazione di un rito di ricordo il 25 ottobre<ref>{{cita web|url=http://www.cortilepiccolo.com/webex/albo/classe1984/main/lupoalberto/lupo5.JPG|titolo=La celebrazione di S. Crispino|accesso=16 dicembre 2013}}</ref>.
Secondo un'altra interpretazione, la scelta di san Crispino ha origini letterarie e farebbe riferimento al sentimento di particolare fratellanza e uguaglianza, a prescindere dalla provenienza sociale, che si sviluppa tra gli allievi: si alluderebbe infatti alle parole che [[William Shakespeare]] fa pronunciare nel suo [[Enrico V (Shakespeare)|dramma storico]] ad [[Enrico V d'Inghilterra]] subito prima della [[battaglia di Azincourt]].
{{Citazione|ed i Santi Crispino e Crispiniano,<br />
da questo giorno alla fine del mondo non passeranno più la loro festa<br />
senza che insieme a loro non s'abbia a ricordarsi anche di noi;<br />
di questi noi felicemente pochi,<br />
di questa nostra banda di fratelli:<br />
perché chi oggi verserà il suo sangue sarà per me per sempre mio fratello<br />
e, per quanto sia umile di nascita, questo giorno lo nobiliterà<ref>{{cita web|url=http://www.eaf51.org/Citazioni_ITA.htm|titolo=Discorso di Enrico V ad Agincourt (da Shakespeare)|accesso=16 dicembre 2013}}</ref>}}
== Il polo museale ==
L'edificio della Nunziatella racchiude in sé anche tre importanti musei, a testimonianza della profonda tradizione storica e culturale dell'istituzione.
Nel Museo Duca d'Aosta sono raccolti decorazioni, armi, bandiere, cimeli storici e oggetti personali appartenuti a [[Emanuele Filiberto di Savoia-Aosta]]<ref>{{cita web|url=http://www.icsm.it/world/museisud.html|titolo=Il museo "Duca d'Aosta" alla Nunziatella|accesso=16 dicembre 2013}}</ref>, detto il "Duca Invitto", padre dell'ex allievo Amedeo di Savoia-Aosta e figura di spicco della prima guerra mondiale. La realizzazione del primo nucleo del Museo è stata possibile grazie all'opera dell'ex allievo (poi ufficiale alla Scuola) Francesco Sciascia (corso 1954-59).
Nel Museo di scienze è invece conservata una vasta collezione di minerali e campioni animali e vegetali, nonché una notevole quantità di strumenti antichi, originariamente acquistati per il laboratorio di fisica dal benemerito insegnante e comandante della Scuola [[Giuseppe Saverio Poli]]<ref>{{Cita|Catenacci 1998|p. 1-36|harv=s}}.</ref>.
Il 16 giugno 2012 è stato infine inaugurato il museo della Fondazione Nunziatella Onlus che raccoglie e ordina in un percorso storico dalle origini dell'istituzione a oggi numerosi oggetti donati da ex allievi. Il museo è curato da Giuseppe Catenacci, storico dell'Associazione Nazionale ex allievi Nunziatella<ref>{{cita web|url=http://www.ilmattino.it/articolo.php?id=202709&sez=NAPOLI|titolo=Nunziatella, domani inaugurazione museo realizzato con le donazioni degli ex Allievi|accesso=16 dicembre 2013}}</ref><ref>{{cita web|url=http://www.ilmattino.it/articolo.php?id=202942&sez=NAPOLI.|titolo=Notizia dell'inaugurazione del museo della Fondazione Nunziatella Onlus|accesso=16 dicembre 2013}}</ref>.
== Ex allievi celebri, insegnanti e comandanti ==
{{Vedi anche|Ex allievi celebri della scuola militare Nunziatella|Personalità legate alla scuola militare Nunziatella|Comandanti della scuola militare Nunziatella}}
Nei suoi oltre due secoli di storia la Nunziatella ha avuto tra i propri allievi numerose personalità del mondo politico, militare, culturale e professionale italiano e internazionale. Oltre a quanti già ricordati, notevoli sono l'inventore [[Francesco Sponzilli]], uno dei precursori della [[radio (apparecchio)|radio]]; l'economista [[Enrico Barone]], padre della teoria della produttività marginale; il progettista [[Mario Revelli di Beaumont]]; lo storico [[Angelo Gatti (generale)|Angelo Gatti]] e l'ingegnere [[Gennaro De Matteis]], costruttore del [[Palazzo dei Marescialli]].
Numerose personalità del mondo culturale hanno insegnato alla Nunziatella, contribuendo in maniera decisiva allo sviluppo degli allievi. Fra tutti sono di spessore [[Federico Zuccari]], fondatore dell'[[Osservatorio astronomico di Capodimonte]]; [[E. A. Mario]], autore de ''[[La canzone del Piave]]''; [[Luigi Russo]], direttore della [[Scuola Normale Superiore]] di [[Pisa]].
La Nunziatella ha avuto, al 2014, 75 comandanti, tra cui numerosi ex allievi e personalità della vita civile italiana, tra cui [[Luigi Chatrian]], membro dell'[[Assemblea Costituente della Repubblica Italiana]].
== Onorificenze ==
=== Decorazioni alla bandiera ===
{{Onorificenze
|immagine= Valor dell'esercito bronze medal BAR.svg
|nome_onorificenza= Medaglia di bronzo al valore dell'esercito
|collegamento_onorificenza= Ricompense al valor militare
|motivazione=
|luogo= 2008<ref>{{cita web|url=http://www.nunziatella.it/pagine/MEDAGLIABRONZO.pdf|titolo=Medaglia di bronzo al Valore dell'Esercito alla bandiera della Nunziatella |accesso=27 settembre 2013|formato=pdf}}</ref>
}}
{{Onorificenze
|immagine= MeritoCC1.png
|nome_onorificenza= Croce d'oro al merito dell'Arma dei carabinieri
|collegamento_onorificenza= Croce al merito dell'Arma dei carabinieri
|motivazione=
|luogo= 2012<ref>{{cita web|url=http://www.nunziatella1787.eu/content/napoli-17-novembre-2012-croce-doro-al-merito-dellarma-dei-carabinieri-alla-bandiera-della-nu|titolo=Croce d'oro al merito dell'Arma dei Carabinieri alla bandiera della Nunziatella|accesso=27 settembre 2013}}</ref><ref>{{cita web|url=http://napoli.repubblica.it/dettaglio-news/14:31/4257937|titolo=Conferimento della Croce d'oro al merito dell'Arma dei Carabinieri|accesso =27 settembre 2013}}</ref><br />
}}
=== Decorazioni a ex allievi ===
{{Onorificenze
|immagine= Cavaliere di gran Croce BAR.svg
|nome_onorificenza= 1 Croce di cavaliere di gran croce dell'Ordine militare d'Italia
|collegamento_onorificenza= Ordine militare d'Italia
|motivazione=
|luogo=
}}
{{Onorificenze
|immagine= Grande ufficiale BAR.svg
|nome_onorificenza= 4 Croci di grande ufficiale dell'Ordine militare d'Italia
|collegamento_onorificenza= Ordine militare d'Italia
|motivazione=
|luogo=
}}
{{Onorificenze
|immagine= Commendatore BAR.svg
|nome_onorificenza= 4 Croci di commendatore dell'Ordine militare d'Italia
|collegamento_onorificenza= Ordine militare d'Italia
|motivazione=
|luogo=
}}
{{Onorificenze
|immagine= Ufficiale BAR.svg
|nome_onorificenza= 4 Croci di ufficiale dell'Ordine militare d'Italia
|collegamento_onorificenza= Ordine militare d'Italia
|motivazione=
|luogo=
}}
{{Onorificenze
|immagine= Cavaliere BAR.svg
|nome_onorificenza= 10 Croci di cavaliere dell'Ordine militare d'Italia
|collegamento_onorificenza= Ordine militare d'Italia
|motivazione=
|luogo=
}}
{{Onorificenze
|immagine= Valor militare gold medal BAR.svg
|nome_onorificenza= 38 medaglie d'oro al valor militare
|collegamento_onorificenza= Medaglia d'oro al valor militare
|motivazione=
|luogo= 1849-2010
}}
{{Onorificenze
|immagine= Valor militare silver medal BAR.svg
|nome_onorificenza= 147 medaglie d'argento al valor militare
|collegamento_onorificenza= Medaglia d'argento al valor militare
|motivazione=
|luogo=<ref>{{cita web|url=http://www.regione.basilicata.it/giunta/site/giunta/detail.jsp?sec=100133&otype=1012&id=247279&value=consiglioInforma|titolo=Le medaglie d'argento al Valor militare della Nunziatella|accesso=16 dicembre 2013}}</ref>
}}
{{Onorificenze
|immagine= Valor militare bronze medal BAR.svg
|nome_onorificenza= 220 medaglie di bronzo al valor militare
|collegamento_onorificenza= Medaglia di bronzo al valor militare
|motivazione=
|luogo=<ref>{{Cita|Gleijeses|p. 140|harv=s}}.</ref>
}}
{{Onorificenze
|immagine= Valor dell'esercito gold medal BAR.svg
|nome_onorificenza= 1 Medaglia d'oro al valore dell'esercito
|collegamento_onorificenza= Medaglia al valore dell'esercito
|motivazione=
|luogo= 2001<ref>{{cita web|url=http://www.francoservello.it/articoli.php?id=12&id_categoria=1|titolo=Medaglia d'oro al valore dell'Esercito al capitano Roberto Como|accesso=27 settembre 2013|sito=francoservello.it|data=2002}}</ref>
}}
{{Onorificenze
|immagine= Valor dell'esercito silver medal BAR.svg
|nome_onorificenza= 1 Medaglia d'argento al valore dell'esercito
|collegamento_onorificenza= Medaglia al valore dell'esercito
|motivazione=
|luogo= 2011
}}
{{Onorificenze
|immagine= Valor dell'esercito bronze medal BAR.svg
|nome_onorificenza= 1 Medaglia di bronzo al valore dell'esercito
|collegamento_onorificenza= Medaglia al valore dell'esercito
|motivazione=
|luogo= 2012
}}
{{Onorificenze
|immagine= Valor civile gold medal BAR.svg
|nome_onorificenza= 1 Medaglia d'oro al valor civile
|collegamento_onorificenza= Medaglia d'oro al valor civile
|motivazione=
|luogo= 1998
}}
{{Onorificenze
|immagine= Merito civile gold medal BAR.svg
|nome_onorificenza= 1 Medaglia d'oro al merito civile
|collegamento_onorificenza= medaglia d'oro al merito civile
|motivazione=
|luogo= 1945
}}
{{Onorificenze
|immagine= Cordone di gran Croce di Gran Cordone OMRI BAR.svg
|nome_onorificenza= 1 Croce di cavaliere di gran croce decorato di gran cordone dell'Ordine al merito della Repubblica italiana
|collegamento_onorificenza= Ordine al merito della Repubblica italiana
|motivazione=
|luogo=
}}
{{Onorificenze
|immagine= ITA OMRI 2001 GC BAR.svg
|nome_onorificenza= 19 Croci di cavaliere di gran croce dell'Ordine al merito della Repubblica italiana
|collegamento_onorificenza= Ordine al merito della Repubblica italiana
|motivazione=
|luogo=
}}
{{Onorificenze
|immagine= ITA OMRI 2001 GUff BAR.svg
|nome_onorificenza= 10 Croci di grande ufficiale dell'Ordine al merito della Repubblica italiana
|collegamento_onorificenza= Ordine al merito della Repubblica italiana
|motivazione=
|luogo=
}}
{{Onorificenze
|immagine= ITA OMRI 2001 Com BAR.svg
|nome_onorificenza= 6 Croci di commendatore dell'ordine al merito della Repubblica italiana
|collegamento_onorificenza= Ordine al merito della Repubblica italiana
|motivazione=
|luogo=
}}
{{Onorificenze
|immagine= ITA OMRI 2001 Uff BAR.svg
|nome_onorificenza= 5 Croci di ufficiale dell'Ordine al merito della Repubblica italiana
|collegamento_onorificenza= Ordine al merito della Repubblica italiana
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|luogo=
}}
{{Onorificenze
|immagine= ITA OMRI 2001 Cav BAR.svg|50px]]
|nome_onorificenza= 18 Croci di cavaliere dell'Ordine al merito della Repubblica Italiana
|collegamento_onorificenza= Ordine al merito della Repubblica italiana
|motivazione=
|luogo=
}}
== Gallerie di immagini ==
=== Personalità alla Nunziatella ===
<gallery>
File:18 novembre 1937 - visita Vittorio Emanuele III alla Nunziatella.jpg|18 novembre 1937 - Vittorio Emanuele III visita la Nunziatella
File:Umberto di Savoia alla Nunziatella.jpg|[[Umberto II di Savoia|Umberto II]] d'Italia alla Nunziatella (1945). In secondo piano, il comandante Oliviero Prunas.
File:Pertini riceve spadino Nunziatella.jpg|Il presidente della Repubblica [[Sandro Pertini]] riceve lo spadino della Nunziatella ([[1983]])
File:Cesare Romiti alla Nunziatella.jpg|L'amministratore delegato della [[FIAT]] [[Cesare Romiti]] visita la Nunziatella (16 ottobre [[1992]])<ref>{{cita web|url=http://www.adnkronos.com/Archivio/AdnAgenzia/1992/10/16/Altro/DIFESA-ALLA-NUNZIATELLA-COMINCIA-LANNO-SCOLASTICO_140700.php|titolo=Difesa: alla Nunziatella comincia l'anno scolastico|accesso=11 gennaio 2014}}</ref>.
</gallery>
== Note ==
=== Annotazioni ===
{{div col}}
<references group="N"/>
{{div col end}}
=== Fonti ===
{{references|2}}
== Bibliografia ==
* {{cita libro|titolo=Napoli e dintorni|url=http://books.google.it/books?id=lubgLNSCZrgC&pg=PA707&dq=Chiesa+della+nunziatella+napoli&hl=it&sa=X&ei=FHfSUvXFDYfH7Aa_1YDwBA&ved=0CDUQ6AEwAQ#v=onepage&q=Nunziatella&f=false |editore=Touring Club Editore|cid= AA.VV. i}}
* {{cita libro|titolo= Storia d'Italia|volume=6|editore= De Agostini|città= Novara|anno= 1980|cid=AA.VV. ii}}
* {{cita libro|autore=Harold Acton |titolo=I Borboni di Napoli (1734-1825) |url=http://books.google.it/books?id=DQLPYNHmNPUC&printsec=frontcover&dq=i+borboni+di+napoli+acton&hl=it&sa=X&ei=n8TkUuCZN9Ou7Ab634GoDA&redir_esc=y#v=onepage&q=i%20borboni%20di%20napoli%20acton&f=false|editore=Giunti Editore |anno=1997a |isbn=88-09-21079-4 |cid=Hacton 1997a}}
* {{cita libro|autore=Harold Acton |titolo=Gli ultimi Borboni di Napoli (1825-1861) |url=http://books.google.it/books?id=WQH5N7lso90C&printsec=frontcover&dq=i+borboni+di+napoli+acton&hl=it&sa=X&ei=-sTkUs2iB6aA7Qb_xoGICQ&redir_esc=y#v=onepage&q=i%20borboni%20di%20napoli%20acton&f=false|editore=Giunti Editore |anno=1997b |isbn=88-09-21256-8 |cid=Hacton 1997b}}
* {{cita libro|autore=Marco Autore|autore2= Michele D'Aria |titolo=Ampliamenti e ristrutturazioni dal XVI al XIX secolo|editore=Università degli Studi di Napoli "Federico II" |anno=1997 |isbn=|cid=Autore e D'Aria}}
* {{cita libro|autore=Giuseppe Buttà|titolo=Un viaggio da Boccadifalco a Gaeta: memorie della rivoluzione dal 1860 al 1861|editore=Edizioni Trabant|anno= 2007|annooriginale=1883|cid=Buttà}}
* {{cita libro|autore=Francesco Caruso e Mario Merola |curatore=Giuseppe Catenacci |titolo=Il professore Francesco Caruso, direttore del Gabinetto di Fisica della Nunziatella, 1915-1953 |editore=Associazione nazionale ex-allievi Nunziatella Sezione Campania e Basilicata & Fondazione Nunziatella Onlus |città=Napoli |anno=2008 |cid=Caruso e Merola}}
* {{Cita libro|autore= Sandro Castronuovo|titolo= Storia della Nunziatella|editore= Fausto Fiorentino|città= Napoli|anno= 1970|OCLC=25028315|cid=Castronuovo}}
* {{Cita libro|autore= Michele Cataudella|titolo= Francesco De Sanctis: immagini e ambiente|editore= Società editrice Napoletana|città= Napoli|anno= 1984|OCLC=21876551|cid=Cataudella}}
* {{Cita libro|autore= Elio Catello|titolo= Giuseppe Sanmartino|editore= Electa editore|città= Napoli|anno= 2004|isbn=88-51-00225-8|cid=Catello}}
* {{Cita libro|curatore= Giuseppe Catenacci|titolo= Mariano d'Ayala e la Nunziatella|editore= Soc. Edit. Napoletana |anno= 1989|città= Napoli|cid= Catenacci 1989}}
* {{Cita libro|autore= Giuseppe Catenacci|titolo= La Nunziatella|editore= Fausto Fiorentino|anno= 1993|isbn= 88-85346-13-8|cid= Catenacci 1993}}
* {{Cita libro|autore=Giuseppe Catenacci|titolo= Il tenente colonnello Giuseppe Saverio Poli comandante della Reale Accademia Militare Nunziatella (1746-1825)|url=http://www.nunziatella.it|editore= Associazione Nazionale ex-Allievi Nunziatella, sezione Puglia|città= Molfetta|anno= 1998|cid= Catenacci 1998 }}
* {{Cita libro|autore=Giuseppe Catenacci|titolo= La Nunziatella in uniforme|editore= Associazione nazionale ex allievi Nunziatella|città= Napoli|anno= 2000|cid= Catenacci 2000}}
*{{Cita libro|autore= Giuseppe Catenacci|titolo= Giulio de Montemayor - Famiglie di patrioti e patrioti di famiglia|url=http://www.nunziatella.it|editore= Associazione Nazionale "Nunziatella", Napoli e Istituto Italiano per gli Studi Filosofici|anno= 1999|cid= Catenacci 1999}}
*{{Cita libro|autore=Giuseppe Catenacci|titolo= Nunziatella 1943-47...quando si ballava per far cultura|url=http://www.nunziatella.it/pagine/pubblicazioni/Nuovi%20pdf%20libri/Libro%20Prunas.pdf|editore= Associazione Nazionale ex-Allievi Nunziatella|anno= 1995|cid= Catenacci 1995}}
* {{Cita libro|autore= Giuseppe Catenacci; Roberto Maria Selvaggi|titolo= Il Real Collegio Militare della Nunziatella a Maddaloni 1855-1859|editore= Associazione Nazionale "Nunziatella", Napoli e Società di Storia Patria di Terra di Lavoro|anno= 1992|cid= Catenacci e Selvaggi 1992}}
* {{Cita libro|autore=Giuseppe Catenacci; Roberto Maria Selvaggi|titolo= Paolo de Sangro di Sansevero, dalla Nunziatella a Gaeta - 1860-1861|url= http://www.nunziatella.it|editore=Associazione nazionale ex allievi Nunziatella|anno=1997|città= Napoli|cid= Catenacci e Selvaggi 1997}}
* {{Cita libro|autore= Giuseppe Catenacci, Francesco Maurizio Di Giovine|titolo= Matteo Negri: testimonianza eroica fino alla morte di un ufficiale dell'esercito napoletano|url=http://www.nunziatella.it|editore= Associazione Nazionale "Nunziatella", Napoli e Istituto Italiano per gli Studi Filosofici|anno= 2009|cid=Catenacci e Di Giovine}}
* {{Cita libro|autore= Carlo Celano|titolo= Delle notitie del bello, dell'antico e del curioso della città di Napoli per li signori forastieri, giornata quarta, quarta edizione| url=http://books.google.it/books?id=sxwTAAAAQAAJ&pg=PA130-IA86&dq=Celano+nunziatella&hl=it&sa=X&ei=dnLSUoPPL4HS0QXXmYCgBA&ved=0CE8Q6AEwBQ#v=onepage&q=Celano%20nunziatella&f=false|editore= A spese di Salvatore Palermo|anno= 1792|OCLC=7694990|cid=Celano}}
* {{cita libro|autore= Amedeo Chiusano|altri= Maurizio Saporiti (illustrazioni)|titolo= Elementi di Araldica|anno= 1995|editore= Ufficio storico dello Stato maggiore dell'Esercito|città= Roma|cid= Chiusano}}
* {{cita libro|autore= Francesco De Sanctis|titolo= Un viaggio elettorale: con un'appendice di documenti vari|anno= 1983|editore= Guida Editori|città=|OCLC=12178882|cid= De Sanctis}}
* {{Cita libro|autore= Aldo De Simone; Roberto Giusti|titolo= Scuola militare Nunziatella: museo storico|editore= Sergio Civita|anno= 1988|isbn= 88-85850-18-9|cid= De Simone e Giusti}}
* {{Cita libro|autore= Gigi Di Fiore|titolo= I vinti del Risorgimento|editore= UTET|città= Torino|anno= 2004|isbn=88-7750-861-2|OCLC=56022291|cid=Di Fiore 2004}}
* {{Cita libro|autore=Gigi Di Fiore|titolo=Controstoria dell'unità d'Italia|url=http://books.google.it/books?id=KlYGZt8lj4UC&printsec=frontcover&dq=controstoria+dell'unità+d'italia&hl=it&sa=X&ei=HsnkUurDBLOM7Aak4oFQ&ved=0CDUQ6AEwAA#v=onepage&q=controstoria%20dell'unità%20d'italia&f=false|editore= RCS Libri|città= Milano|anno= 2007|isbn=88-586-1513-1|cid= Di Fiore 2007}}
* {{Cita libro|autore= Richard Duppa|titolo= A brief account of the subversion of the papal government, 1798|url=http://books.google.it/books?id=4YxMAAAAMAAJ&printsec=frontcover&dq=a+brief+account+of+the+subversion+of+papal&hl=it&sa=X&ei=c8nkUvL5OuKV7AbNpoH4BQ&ved=0CEAQ6AEwAA#v=onepage&q=a%20brief%20account%20of%20the%20subversion%20of%20papal&f=false|editore= John Murray editor.|anno= 1807|isbn= |cid= Duppa}}
* {{Cita libro|autore= Luca Fabbricatore|titolo= Un grande educatore illuminato. Giuseppe Parisi fondatore della Nunziatella.|url=http://www.nunziatella.it|editore= Associazione Nazionale Ex-Allievi Nunziatella|anno= 18 novembre 2005|isbn= |cid= Fabbricatore}}
* {{Cita libro|autore= Francois Furet, Denis Richet|titolo= La Rivoluzione francese, tomo primo|editore= Bari|anno= 1998|isbn= |cid= Furet e Richet}}
* {{Cita libro|autore= Giuseppe Maria Galanti|titolo= Breve descrizione della città di Napoli e del suo contorno.|url=http://books.google.it/books?id=KWc5AAAAcAAJ&printsec=frontcover&dq=Breve+descrizione+della+città+di+Napoli+e+del+suo+contorno.,+Gabinetto+Letterario&hl=it&sa=X&ei=S8rkUoalJ-6S7AaLtYDICQ&ved=0CDIQ6AEwAA#v=onepage&q=Breve%20descrizione%20della%20città%20di%20Napoli%20e%20del%20suo%20contorno.%2C%20Gabinetto%20Letterario&f=false|editore= Gabinetto Letterario, Napoli|anno= 1792|OCLC=3539230|cid= Galanti}}
* {{Cita libro|autore=Charles Garnier|titolo= Journal du siége de Gaète|url=http://books.google.it/books?id=eVQpAAAAYAAJ&printsec=frontcover&hl=it#v=onepage&q=Rossi&f=false|editore=Societè Belge de Librarie|città= Bruxelles|anno= 1861|cid=Garnier}}
* {{Cita libro|autore=Vittorio Gleijeses|titolo= La storia di Napoli, vol. 3|città=Napoli|anno= 1981|oclc= 313037963| cid=Gleijeses}}
* {{Cita libro|autore= Sergio Landucci|titolo= Cultura e ideologia in Francesco De Sanctis|editore= Feltrinelli economica|anno= 1977|oclc=251698086|cid= Landucci}}
* {{Cita libro|autore=Giuseppe Monsagrati; Nicola Terracciano; Giuseppe Aloia|titolo= Verso l'unità d'Italia: Enrico Cosenz: l'eroe ribelle, il secondo dei Mille, il primo Capo di SME|editore= Tip. Monti|città= Latina|anno= 2011|cid= Monsagrati et al.}}
* {{Cita libro|autore= Domenico Petromasi|titolo= Storia della spedizione dell'Emin. D. Fabrizio Ruffo allora Vicario Gen. per S. M. nel Regno di Napoli, e degli avvenimenti e fatti d'arme accaduti nel riacquisto del medesimo|editore= Manfredi, Napoli|anno= 1801|isbn= |cid= Petromasi}}
* {{Cita libro|autore= Renata Pilati|titolo= La Nunziatella - L'organizzazione di un'Accademia Militare 1787-1987|editore= Guida|città= Napoli|anno= 1987|isbn= 88-7042-903-2|oclc=433162146|cid= Pilati}}
* {{Cita libro|autore=Giuseppe Ricciardi|titolo= Discorsi profferiti nel parlamento italiano|url=http://books.google.it/books?id=Rz09AAAAYAAJ&printsec=frontcover&dq=ricciardi+discorsi+profferiti&hl=it&sa=X&ei=_crkUoCeI_OS7Abpm4GwCA&ved=0CDIQ6AEwAA#v=onepage&q=ricciardi%20discorsi%20profferiti&f=false|editore= A. Mirelli|anno= 1861|OCLC=794814506|cid=Ricciardi}}
* {{Cita libro|autore=Domenico Romanelli|titolo= Napoli antica e moderna|url=http://books.google.it/books?id=JY8vAAAAYAAJ&pg=PA171&lpg=PA171&dq=gabinetto+di+fisica+della+nunziatella&source=bl&ots=vnE9MN0g0H&sig=Vc2PiLeDRw8BEgIyJyOAQEKeY0U&hl=it&sa=X&ei=WHXMUu_8LsHK0QW-1oCwAg&ved=0CC0Q6AEwATgK#v=onepage&q=gabinetto%20di%20fisica%20della%20nunziatella&f=false|città= Napoli|editore= Tipografia di A. Trani|anno= 1815|cid=Romanelli}}
* {{Cita libro|autore= Camillo Napoleone Sasso|titolo= Storia de' monumenti di Napoli e degli architetti che gli edificavano: 1: Dallo stabilimento della monarchia, sino ai nostri giorni|url=http://books.google.it/books?id=SApbAAAAQAAJ&pg=PA375&dq=sasso+storia+dei+monumenti+di+napoli&hl=it&sa=X&ei=R8vkUsylJ87G7AbVz4G4Cw&ved=0CDIQ6AEwAA#v=onepage&q=sasso%20storia%20dei%20monumenti%20di%20napoli&f=false|editore= Tipografia di Federico Vitale|anno= 1856|isbn= |id= |cid=Sasso}}
* {{Cita libro|autore=Roberto Maria Selvaggi | titolo= Nomi e volti di un esercito dimenticato - gli ufficiali dell'esercito napoletano nel 1860-61 | editore=Grimaldi e C. editore|città= Napoli|anno=1990|OCLC=243733603|cid=Selvaggi}}
* {{Cita libro|autore= Roberto Maria Selvaggi, Giuseppe Catenacci|titolo= Tenente Generale Francesco Traversa dalla Nunziatella a Gaeta|editore=Associazione ex allievi Nunziatella|città= Napoli|anno= 1998|cid=Selvaggi e Catenacci}}
* {{Cita libro|autore=Filippo Stefani|titolo= La storia della dottrina e degli ordinamenti dell'Esercito italiano|editore=Stato maggiore dell'Esercito, Ufficio storico|anno=1984|OCLC=11622677 |cid= Stefani}}
* {{Cita libro|autore= Maurizio Torrealta|titolo= Ultimo. Il capitano che arrestò Totò Riina|url=http://books.google.it/books?id=eNBwKglWafUC&printsec=frontcover&dq=ultimo+il+capitano+che&hl=it&sa=X&ei=6cvkUq-gDuK47Qb4x4HwBw&ved=0CDAQ6AEwAA#v=onepage&q=ultimo%20il%20capitano%20che&f=false|editore= Feltrinelli|anno= 2001|isbn= 88-07-81548-6|id= 9788807815485|cid= Torrealta}}
== Voci correlate ==
* [[Comando per la formazione e Scuola di applicazione]]
* [[Accademie e scuole militari in Italia]]
* [[Scuola militare "Teulié"]]
* [[Scuola navale militare "Francesco Morosini"]]
* [[Scuola militare aeronautica "Giulio Douhet"]]
* [[Chiesa della Nunziatella]]
* [[Palazzi di Napoli]]
* [[Monte Echia]]
== Altri progetti ==
{{interprogetto|commons=Category:Nunziatella|c|q}}
== Collegamenti esterni ==
* [http://spazioweb.esercito.difesa.it/siti_scuole/nunziatella/ Pagina ufficiale sul sito dell'Esercito italiano]
* [http://www.nunziatella.it Sito dell'Associazione Nazionale Ex-Allievi Nunziatella]. Oltre a notizie sulla Scuola, nella sezione "Pubblicazioni/Lo scaffale della Nunziatella" sono presenti numerose monografie, tra cui alcune di quelle usate per la redazione di questa voce.
* [http://www.nunziatella.it/pagine/Med.%20oro%20completo.pdf Le medaglie d'oro al valor militare e civile della Scuola militare "Nunziatella"]
* [http://www.nazioneindiana.com/2006/12/22/anteprima-sud-renata-prunas-vs-anna-maria-ortese/ Anna Maria Ortese e la Nunziatella]
{{Esercito Italiano}}
{{Portale|Borbone|Due Sicilie|guerra|istruzione|Napoli|storia}}
{{vetrina|20|febbraio|2014|Wikipedia:Vetrina/Segnalazioni/Scuola militare "Nunziatella"|arg=guerra}}
[[Categoria:Accademie di formazione militare in Italia|Nunziatella]]
[[Categoria:Esercito del Regno delle Due Sicilie]]
[[Categoria:Istituti culturali di Napoli]]
[[Categoria:Nunziatella| ]]
[[Categoria:Palazzi di Napoli]]
[[Categoria:Scuole dell'Esercito italiano|Nunziatella]]
[[Categoria:Scuole di formazione militare in Italia]]
[[Categoria:Scuole a Napoli]]
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