Roccia filoniana e Astolfo (re): differenze tra le pagine

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Le '''[[roccia|rocce]] filoniane''' o '''ipoabissali''' o '''subvulcaniche''' sono un tipo di [[rocce magmatiche]] che cristallizza interamente o in gran parte a modesta profondità<ref>non esiste un valore limite di profondità
{{Monarca
universalmente accettato che consenta di distinguere le rocce filoniane da quelle intrusive.</ref>.
|nome = Astolfo
|titolo = [[Re d'Italia]]
|immagine = Aistulf follis 80000860.jpg
|legenda = [[Follis]] di Astolfo
|regno = [[749]]-[[756]]
|incoronazione = [[749]]
|investitura =
|nome completo = Aistulfus (in [[lingua latina|latino]]),<br />Aistulf (in [[lingua longobarda|longobardo]])
|altrititoli = ''Rex Langobardaorum''<br />''Rex totius Italiae''
|data di nascita =
|luogo di nascita = [[Cividale del Friuli|Cividale]] (?)
|data di morte = dicembre [[756]]
|luogo di morte = [[Pavia]]
|sepoltura =
|predecessore = [[Rachis]]
|erede =
|successore = [[Desiderio (re)|Desiderio]]
|consorte =
|consortedi =
|coniuge 1 =
|coniuge 2 =
|coniuge 3 =
|coniuge 4 =
|coniuge 5 =
|figli =
|casa reale =
|dinastia =
|motto reale =
|padre = [[Pemmone]]
|madre = [[Ratperga]]
}}
{{Bio
|Nome = Astolfo
|Cognome =
|Sesso = M
|LuogoNascita = Cividale del Friuli
|GiornoMeseNascita =
|AnnoNascita =
|LuogoMorte = Pavia
|GiornoMeseMorte = dicembre
|AnnoMorte = 756
|Attività =
|Nazionalità =
|Categorie = no
|FineIncipit = fu [[re dei Longobardi]] e [[re d'Italia]] dal [[749]] al [[756]]
}}
 
==Genesi La figura ==
Figlio del [[duca del Friuli]] [[Pemmone]] e fratello di [[Rachis]], divenne a sua volta duca del Friuli nel [[744]], quando suo fratello fu elevato al trono dei Longobardi, e mantenne la carica fino a quando, nel [[749]], fu chiamato ancora a sostituire il fratello, questa volta sul trono di [[Pavia]]. Figura nettamente più carismatica di quella di Rachis, ribaltò l'atteggiamento del fratello, che si era prodigato nel favorire l'elemento romanico al fine di garantire, attraverso una maggior coesione, più stabilità al regno. Un simile atteggiamento filo-romano provocò la reazione dei tradizionalisti longobardi, che si rivolsero ad Astolfo. Divenuto re, esaltò quindi l'elemento longobardo; fin dal suo primo anno di regno si definì nuovamente ''rex gentis Langobardorum'' ed esplicitò il suo programma espansionista precisando, nel prologo alle leggi da lui emanate: "Assegnatoci dal Signore il popolo dei Romani".
Di solito il [[magma]] risalendo comincia a raffreddarsi in profondità formando [[Cristallo|cristalli]] evidenti, analoghi a quelli delle [[plutoniti|roccia intrusiva]], che diventeranno i [[fenocristallo|fenocristalli]] della roccia finale. Quando il magma si avvicina alla superficie terrestre senza raggiungerla o si infila in fratture formando [[filone|filoni]], il raffreddamento si fa più rapido perchè le rocce incassanti sono più fredde che in profondità. Cedendo rapidamente calore alle rocce circostanti, il magma cristallizza ad una velocità maggiore rispetto a quella delle rocce intrusive, ma minore rispetto a quella delle rocce effusive. il risultato è la formazione di una roccia completamente cristallina ([[tessitura (petrografia)|olocristallina]]) ma a grana molto fine ([[tessitura (petrografia)|afanitica o faneritica]] fine), con o senza i cristalli formatisi in profondità<ref>Daniele Fornasero - ''Il pianeta blu'' - Gruppo Editoriale Il Capitello (2004) - ISBN 88-426-6479-0, pag. 141</ref>.
 
Agli inizi degli anni cinquanta dell'[[VIII secolo]] raggiunse una posizione di potere sull'[[Italia]] pari, se non superiore, a quella dei suoi grandi predecessori [[Grimoaldo]] e [[Liutprando]], tanto da sfiorare la piena unificazione della Penisola sotto il suo scettro. L'intervento dei [[Franchi]] di [[Pipino il Breve]], invocati dai papi, ridimensionò tuttavia rapidamente la potenza del regno, riportandolo al rango di un potentato regionale.
==Tessiture delle rocce filoniane==
A seconda delle modalità di messa in posto, le rocce filoniane presentano principalmente quattro diverse tessiture:
* ''[[tessitura (petrografia)|porfirica]]'', quando conservano i primi cristalli formati in profondità, che diventano [[fenocristallo|fenocristalli]] immersi in una ''matrice'' o ''pasta di fondo'' a grana fine. È la tessitura di gran lunga più comune;
* ''[[tessitura (petrografia)|afanitica o faneritica]]'' fine, quando i primi cristalli si separano dal fuso e questo viene iniettato nelle fratture senza di essi;
* ''[[tessitura (petrografia)|aplitica]]'' una particolare tessitura di rocce composte esclusivamente o quasi di minerali sialici ([[quarzo]] e [[feldspato|feldspati]]), con cristalli formatisi tutti contemporaneamente e quindi privi di una forma geometrica regolare ([[tessitura (petrografia)|tessitura xenomorfica o allotriomorfica]]);
* ''[[tessitura (petrografia)|pegmatitica]]'' presente in piccoli corpi magmatici o filoni di scarsa estensione vicini alla superficie. È una forma particolare di [[tessitura (petrografia)|tessitura porfirica]], dove i [[fenocristallo|fenocristalli]] assumono dimensioni molto grandi (pluricentimetriche) o addirittura gigantesche (molti metri) e la pasta di fondo è [[tessitura (petrografia)|faneririca]]. É determinata dalle frazioni residue di fuso di un magma quasi completamente cristallizzato, nelle quali si concentrano gas ed elementi volatili rari, che rallentano la [[nucleazione]] dei cristalli.
 
== Il Ducato del Friuli ==
==Problemi nomenclaturali==
[[File:Abbazia di nonantola, portale di seguaci wiligelmo, stipite sx, formella 03 re astolfo fa la donazione ad anselmo.JPG|thumb|left|[[Wiligelmo]] e seguaci, ''Re Astolfo fa una donazione all'[[abate Anselmo]] per fondare l'[[abbazia di Nonantola]]'', portale dell'abbazia di Nonantola (XII secolo)]]
[[file: Nomenclatura plutoniti su base normativa.jpg|thumb|left|upright=0.7|Nomenclatura delle rocce filoniane sialiche in base al calcolo delle percentuali dei costituenti normativi. Il significato dei parametri Q', F' e ANOR è spiegato in basso (Q=quarzo; lc=leucite; kp=kaliofilite; or=ortoclasio; ab=albite; an=anortite)]]
Ultimogenito di Pemmone e Ratperga, già quando il padre fu deposto nel [[737]] diede segno di un carattere più risoluto e impulsivo del fratello Rachis, frattanto asceso al trono ducale. Quando infatti [[Liutprando]], sedendo in giudizio a [[Pavia]], ordinò l'arresto di tutti i sostenitori di Pemmone (fatti salvi il duca deposto e i suoi figli, ai quali era stata concessa l'immunità), Astolfo minacciò di sguainare la spada seduta stande e uccidere il re. A impedirglielo fu lo stesso Rachis. In seguito, tuttavia, anche Astolfo si riappacificò con il re, tanto da segnalarsi durante la campagna condotta da Liutprando nel [[742]] contro i [[Bizantini]], mettendosi particolarmente in luce - insieme al fratello - nello scontro avvenuto tra [[Fano]] e [[Fossombrone]].
In passato, specialmente nella letteratura scientifica italiana, le rocce filoniane erano sistematicamente aggregate alle [[rocce intrusive]], alle quali si pensava fossero sempre geneticamente correlate<ref>Artini, E. - "Le rocce" - Hoepli (1941)</ref>. Questo approccio può essere valido quando la tessitura è [[tessitura (petrografia)|faneririca]], che si presume essersi formata ad una certa profondità. D'altra parte quando la tessitura è afanitica [[tessitura (petrografia)|micro- o criptocristallina]] sembra più corretto utilizzare la terminologia delle [[rocce effusive]]. Per superare il problema F. Innocenti, S. Rocchi, R. Trigila (1999) consigliano di:
«''usare per le rocce ipoabissali la sistematica intrusiva quando esistano chiare relazioni spazio-temporali tra dicchi [filoni] e masse plutoniche, mentre si seguirà la nomenclatura delle rocce vulcaniche e la corrispondente procedura classificativa negli altri casi''»<ref>F. Innocenti, S. Rocchi, R. Trigila - ''La classificazione delle rocce vulcaniche e subvulcaniche: schema operativo per il progetto CARG '' - Atti Soc. Tosc. Sci. nat.., Mem., Serie A, 106, 1999</ref>.
Se si sceglie di applicare la nomenclatura intrusiva e la grana è sufficientemente grande per riconoscere i minerali della pasta di fondo, si usa il nome della roccia intrusiva corrispondente preceduto dal prefisso ''micro-'' (es: ''microdiorite'', ''microgranito'') quando la tessitura è priva di fenocristalli, o il termine '''[[porfido]]''' seguito dal nome della roccia intrusiva quando sono presenti fenocristalli. Tuttavia quest'ultimo termine è stato utilizzato in passato solo per le rocce acide o intermedie tanto intrusive quanto effusive, mentre per quelle basiche si usava il termine '''[[porfiriti]]'''. Oggi si preferisce utilizzare il nome della roccia intrusiva seguito dall'aggettivo ''porfirico'' o ''porfirica'' (ad esempio il porfido granitico diventa ''granito'' o ''microgranito porfirico'').
Nella maggioranza dei casi, tuttavia, è difficile o impossibile utilizzare l'[[moda (petrografia)|analisi modale]], indispensabile per entrare nei [[diagramma QAPF|diagrammi classificativi QAPF]] delle [[rocce magmatiche]]. In questi casi è consigliato l'uso del diagramma di Streckeisen e Le Maitre (1979)<ref>Streckeisen, A. e Le Maitre, R.W., 1979 - ''A chemical approximation to the modal QAPF classification of igneous rocks''. N. Jb. Miner. Abh., 136; pag. 169-206</ref> qui a lato, basato sulla [[norma (petrografia)| norma]], considerato equivalente alla classificazione modale basata sul diagramma QAPF.
Le rocce filoniane porfiriche, più o meno alcaline, ricche in minerali [[femico|mafici]] e con fenocristalli di soli minerali mafici vanno sotto il nome comprensivo di '''lamprofiri''' e hanno una loro nomenclatura specifica descritta nella voce [[lamprofiri]]. [[Apliti]], [[granofiri]] e [[pegmatiti]] sono particolari rocce filoniane associate ai magmi granitici-granodioritici.
 
Nel 744, quando Rachis venne prescelto come nuovo re dei Longobardi in sostituzione del deposto [[Ildebrando]], Astolfo divenne [[duca del Friuli]]. Scarse le notizie sul suo governo, nei pochi anni durante i quali resse il ducato.
== Galleria d'Immagini==
<gallery>
Immagine:Särna-Porphyr P1000115.JPG|<div align="center">[[Porfido]]</div>
Immagine:We-pegmatite.jpg|<div align="center">[[Pegmatite]]</div>
Immagine:Mineraly.sk_-_aplit.jpg|<div align="center">[[Aplite]]</div>
Immagine:Polished_Diabase.jpg|<div align="center">[[Diabase]]</div>
</gallery>
 
==Note Il regno ==
=== La riorganizzazione dell'esercito ===
<references/>
Divenuto re, per conseguire l'obiettivo di portare sotto il suo dominio l'intera [[Italia]], si dedicò fin da principio alla riorganizzazione e al rafforzamento dell'esercito. Disciplinò il servizio militare, commisurando gli obblighi alle disponibilità economiche degli uomini soggetti alla leva. I latifondisti e i mercanti agiati erano tenuti a prestare servizio con corazza e cavallo; i medi proprietari e mercanti dovevano presentarsi con cavallo, scudo e lancia. I più poveri dovevano essere dotati di [[scudo (difesa)|scudo]], [[arco (arma)|arco]] e [[freccia|frecce]].
 
Ad essere soggetti agli obblighi di leva erano tutti gli uomini liberi del regno; dalle norme, inoltre, emerge come a metà dell'[[VIII secolo]] le differenze economiche tra i liberi si fossero approfondite e come la classe mercantile fosse divenuta rilevante. Accanto a queste indicazioni, Astolfo emanò anche leggi relative alla disciplina dei comandanti, soprattutto contro quelli che esentavano i ricchi dalla leva.
 
Temendo attacchi esteri, soprattutto [[franchi]], ripristinò e rafforzò le difese sulle [[Alpi]] e regolamentò severamente il flusso di merci e persone. I commerci con l'estero divennero possibili solo previa autorizzazione regia.
 
=== Le conquiste ===
[[File:Aistulf's Italy-it.svg|thumb|left|I domini longobardi raggiunsero la loro massima estensione dopo le conquiste di Astolfo (751)]]
Riorganizzato e rafforzato l'esercito, Astolfo passò immediatamente all'offensiva contro i territori italiani ancora soggetti (anche se più di nome che di fatto) all'[[Impero bizantino]]. <br />Nel [[750]] invase da nord l'[[Esarcato d'Italia|Esarcato]] occupando [[Comacchio]] e [[Ferrara]]; nell'estate del [[751]] riuscì a conquistare l'[[Istria]] e poi la stessa [[Ravenna]], capitale e simbolo del potere bizantino in Italia.
Si installò nel palazzo dell'[[esarca]], che venne parificato al palazzo regio di [[Pavia]] come centro del regno longobardo.
 
Astolfo puntò ad accrescere il suo prestigio anche attraverso segnali plastici; fece coniare monete con la sua effigie, stilizzata secondo l'uso bizantino. L'Esarcato non fu omologato agli altri possedimenti longobardi in Italia (non fu cioè eretto a ducato), ma mantenne la sua specificità come ''sedes imperii'': in questo modo Astolfo si proclamava erede diretto, agli occhi dei Romanici italiani, dell'imperatore bizantino e dell'esarca, suo rappresentante.
 
Nel [[752]] diede seguito a questa sua concezione del proprio ruolo ponendo richieste in termini ultimativi al nuovo [[papa Stefano II]]. Chiese al pontefice un tributo di un soldo d'oro per ogni abitante del [[Ducato romano]] e il riconoscimento della sua sovranità sull'intero territorio. Il papa rifiutò le richieste, reiterate in lunghe trattative. Astolfo, per ribadire la propria superiorità militare, compì numerose scorrerie entro il Ducato, occupando anche la roccaforte di [[Ceccano]] ([[753]]); tuttavia, comprendendo come i suoi predecessori l'importanza di apparire re cattolico, esitava ad attaccare direttamente [[Roma]].
 
La minaccia di Astolfo sul Ducato romano era rafforzata dal controllo che aveva acquisito anche sui ducati dell'Italia centro-meridionale, [[Ducato di Spoleto|Spoleto]] e [[Ducato di Benevento|Benevento]]. Nel [[751]] a [[Spoleto]] aveva rimosso il duca [[Lupo di Spoleto|Lupo]], fedele al deposto [[Rachis]], e aveva assunto direttamente il controllo del ducato; a [[Benevento]] si assicurò la fedeltà di [[Scauniperga]], reggente a partire dalla metà del [[751]] (momento della morte del duca [[Gisulfo II di Benevento|Gisulfo II]]) per il figlio minorenne [[Liutprando di Benevento|Liutprando]].
 
=== Le guerre contro i Franchi ===
==== Prima fase (753-755) ====
Stretto in una morsa, [[papa Stefano II]] chiese l'intervento di [[Pipino il Breve]], re dei [[Franchi]], già preoccupati per l'ascesa del potere longobardo. Il re franco era inoltre fresco debitore ([[750]]) al papato per la legittimazione della sua usurpazione a danno dei [[Merovingi]] e voleva impedire che la massima autorità religiosa [[Chiesa cattolica|cattolica]], influente anche all'interno del suo regno, divenisse vassalla dei Longobardi.
 
La controversia tra Astolfo e Stefano II si trascinò in lunghe trattative diplomatiche, che videro coinvolti inviati di Pipino, il vescovo di [[Metz]] ed emissari imperiali. Nell'ottobre [[753]] il pontefice stesso, non vedendosi sostenuto dai [[Impero bizantino|bizantini]], si mosse da [[Roma]] per trattare direttamente con Astolfo a [[Pavia]], ma il re longobardo rifiutò ogni concessione. Dopo un mese di trattative, Stefano II si rimise in viaggio, questa volta verso il regno dei Franchi. Il Papa incontrò Pipino il 6 gennaio [[754]], che gli promise di intervenire in [[Italia]]. Il 14 aprile Pipino riuscì a convincere la nobiltà franca a sostenere la guerra contro i Longobardi. In caso di vittoria, tutta la penisola sarebbe stata liberata. Pipino avrebbe tenuto per sé una parte dell'Italia, quella settentrionale. I territori posti a sud della nuova linea di demarcazione [[Luni]]-[[Monselice]] sarebbero divenuti domini pontifici. Essi includevano quindi l'ex [[Esarcato d'Italia|Esarcato]], la [[Pentapoli bizantina|Pentapoli]] e i ducati di [[Ducato di Spoleto|Spoleto]] e [[Ducato di Benevento|Benevento]]).
 
Per sventare la minaccia, Astolfo si accordò con il fratello di [[Pipino il Breve|Pipino]], [[Carlomanno (figlio di Carlo Martello)|Carlomanno]], che nel [[747]] si era ritirato a [[Abbazia di Montecassino|Montecassino]]. Carlomanno rientrò in [[Francia]], dove capeggiò l'opposizione al re, ma presto ([[753]]) fu internato in un monastero a [[Vienne (Isère)|Vienne]] dove l'anno seguente morì.
 
Nella primavera del [[755]] Pipino mosse contro Astolfo, lo affrontò in battaglia alle chiuse (fortificazioni di confine) della [[Val di Susa]] e gli inflisse una dura sconfitta. Il re longobardo fuggì a [[Pavia]], che venne assediata da Pipino. Tuttavia riuscì a ricevere l'appoggio della nobiltà franca che si opponeva a Pipino e, quindi, ad ottenere condizioni di pace relativamente miti. Nel trattato concluso fra longobardi, franchi e bizantini (Prima pace di Pavia, giugno [[755]]) Astolfo riconobbe la sovranità franca sul regno longobardo, consegnò alcuni ostaggi e promise di restituire a Bisanzio i territori che gli aveva strappato (''Ravenna cum diversis civitatibus''). Egli mantenne però per sé parte dell'Esarcato e non completò le restituzioni dovute<ref>E. Ewig, ''L'appello romano ai Franchi e l'origine dello Stato Pontificio'', in H. Jedin (a cura di), ''Storia della Chiesa'', IV, pag. 32.</ref>.
 
==== Seconda fase (756) ====
Poco dopo il ritiro dell'esercito franco Astolfo tornò all'offensiva, assediando nuovamente [[Roma]] ([[756]]). L'assedio durò da gennaio a marzo. Ai primi di aprile, Astolfo tolse l'assedio e ritornò a Pavia. In aprile i valichi alpini ridiventano transitabili, quindi [[Pipino il Breve|Pipino]] avrebbe potuto scendere in [[Italia]] ed invadere i suoi territori. Ciò che avvenne puntualmente: il re dei Franchi invase con il suo esercitò l'Italia, sconfisse Astolfo alle chiuse [[Val di Susa|valsusine]] e lo cinse d'assedio a [[Pavia]]. Astolfo capitolò e dovette subire condizioni di pace ancora più dure (Seconda pace di Pavia, giugno 756): la consegna di un terzo del tesoro della corona longobarda, il versamento di un tributo annuale a Pipino e la cessione della città di [[Ravenna]] e delle altre città precedentemente conquistate. In quell'occasione, però, non tornarono sotto il dominio di Bisanzio, ma di quello della Chiesa di Roma. Pertanto l'ex Esarcato, con la [[Pentapoli bizantina]], divenne ufficialmente parte del [[Stato_Pontificio#Il_Patrimonium_Sancti_Petri|Patrimonio di San Pietro]]<ref>G. Penco, ''Storia della Chiesa in Italia'', Jaca Book, Milano 1978, pag. 155.</ref>.
 
La vittoria franca, netta sul piano militare, non fu tuttavia tale da consentire a Pipino la piena attuazione del suo progetto iniziale, che prevedeva di impossessarsi di tutta l'Italia settentrionale a nord della linea [[Luni]]-[[Monselice]]. Nonostante il regno longobardo, avesse perso parte della sua autonomia e dei territori più recentemente conquistati, conservò l'indipendenza. <br/>
Astolfo morì poco dopo, sempre nel [[756]], in seguito a una caduta da cavallo durante una battuta di caccia<ref>Secondo alcune fonti, la caduta fu probabilmente causata da Evaldo, un franco naturalizzato longobardo.</ref>.
 
== Bibliografia ==
*[[Jörg Jarnut]], ''Storia dei Longobardi'', Torino, Einaudi, 2002. ISBN 88-464-4085-4
*Ivo Neviani, Cristina Pignocchino Feyles - ''Geografia Generale, La Terra nell'Universo'', terza edizione
*Sergio Rovagnati, ''I Longobardi'', Milano, Xenia, 2003. ISBN 88-7273-484-3
*Michael Allaby - A dictionary of Earth Science - Third Edition - Oxford University Press (2008) - ISBN 978-0-19-921194-4
*Ottorino Bertolini (1892-1977), ''Astolfo'', pp. 246/247.
 
== Altri progetti ==
{{interprogetto|commons=Category:Aistulf}}
 
{{Box successione|tipologia = precedenza titoli nobiliari|carica=[[Duca del Friuli]]|periodo = [[744]] - [[749]]|precedente = [[Rachis]]|successivo = [[Anselmo del Friuli|Anselmo]] e [[Pietro del Friuli|Pietro]]}}
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{{Box successione|tipologia = regnante|carica=[[Re dei Longobardi]]|immagine=Corona ferrea.png|periodo = [[749]] - [[756]]|precedente = [[Rachis]]|successivo = [[Rachis]] e [[Desiderio (re)|Desiderio]]<br />(trono conteso)}}
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{{Box successione|tipologia = regnante|immagine=Crown of Italy.svg|carica=[[Re d'Italia]]|periodo = [[749]] - [[756]]|precedente = [[Rachis]]|successivo = [[Rachis]] e [[Desiderio (re)|Desiderio]]<br />(trono conteso)}}
 
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