Battaglia di Eraclea e Warendorf: differenze tra le pagine

(Differenze fra le pagine)
Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
 
Pil56-bot (discussione | contributi)
m top: smistamento lavoro sporco e fix vari
 
Riga 1:
{{S|centri abitati della Renania Settentrionale-Vestfalia}}
{{vetrina inserimento|/2}}
{{Divisione amministrativa
{{Conflitto
|Nome=Warendorf
| nome del conflitto=Battaglia di ''Heraclea''
|Nome ufficiale=
| immagine=[[immagine:South Italia Pyrrhus war.jpg|300px]]
|Panorama=Warendorf - Marktplatz 5.jpg
| didascalia=Scenari della battaglia
|Didascalia=
| parte_di=delle [[Guerre pirriche]]
|Bandiera=
| luogo=''[[Heraclea]]'', oggi [[Policoro]] ([[Basilicata]])
|Voce bandiera=
| data=[[280 a.C.]]
|Stemma=DE Warendorf COA.svg
| esito=Vittoria di [[Pirro]] re dell'[[Epiro]]
|Voce stemma=
| schieramento1= [[Repubblica romana]]
|Stato=DEU
| schieramento2= [[Epiro]] / [[Magna Grecia]]
|Grado amministrativo=4
| comandante1= [[Publio Valerio Levino]]
|Tipo=[[Media città di circondario]]
| comandante2= [[Pirro]]
|Divisione amm grado 1=Renania Settentrionale-Vestfalia
| effettivi1= ~ {{formatnum:35000}} [[legione romana|legionari]]<br> 3 a {{formatnum:5000}} [[cavalleria|cavalieri]] ?
|Divisione amm grado 2=Münster
| effettivi2= ~ {{formatnum:25000}} [[opliti]] <br> 500 [[frombolieri]]<br> > {{formatnum:3000}} [[cavalleria|cavalieri]] <br> {{formatnum:2000}} [[arcieri]] <br> 20 [[elefante da guerra|elefanti da guerra]]
|Divisione amm grado 3=Warendorf
| perdite1= 7.000 morti<br> 1.800 prigionieri
|Amministratore locale=
| perdite2= 4.000 morti
|Partito=
|Data elezione=
|Data istituzione=
|Latitudine gradi=51
|Latitudine minuti=57
|Latitudine secondi=
|Latitudine NS=N
|Longitudine gradi=08
|Longitudine minuti=00
|Longitudine secondi=
|Longitudine EW=E
|Superficie=176.76
|Note superficie=
|Abitanti=38375
|Note abitanti=
|Aggiornamento abitanti=31-12-2007
|Sottodivisioni=
|Divisioni confinanti=
|Prefisso=(+49) 02581
|Targa=WAF
|Mappa=
|Didascalia mappa=
}}
{{Campagnabox Guerra di Pirro}}
 
'''Warendorf''' (in [[Lingua basso-tedesca|basso tedesco]] ''Warnduorp'') è una [[città]] di 38.375 abitanti della [[Renania Settentrionale-Vestfalia]], in [[Germania]].
La '''battaglia di Heraclea''' si svolse nell'anno [[280 a.C.]] tra le truppe della [[Repubblica romana]] guidate dal console [[Publio Valerio Levino]] e quelle della coalizione [[Grecia antica|greca]] che univa [[Epiro]], [[Taranto]], ''[[Thurii]]'', [[Metaponto]] e ''[[Heraclea]]'', sotto il comando del re [[Pirro]] d'Epiro.
 
Appartiene al [[distretti governativi della Germania|distretto governativo]] (''Regierungbezirk'') di [[Distretto governativo di Münster|Münster]], ed è [[capoluogo]] del [[circondari della Germania|circondario]] (''Kreis'') [[Circondario di Warendorf|omonimo]] ([[targhe automobilistiche tedesche|targa]] WAF).
Teatro dello scontro fu il territorio dominato dalla città di ''Heraclea'', (l'odierna [[Policoro]])<ref>{{Cita|L. Quilici|pag. 201}}.</ref>. Come narra [[Plutarco]], Pirro si accampò nella pianura tra [[Pandosia (Lucania)|Pandosia]]<ref>Le celebri [[tavole di Heraclea]] fanno riferimento all'esistenza di una città di nome Pandosia nelle immediate vicinanze di ''Heraclea''. {{Cita|A.S. Mazzocchi|pag. 104}}.</ref> ed ''Heraclea'', di fronte al fiume Siris, attuale [[Sinni]]<ref name=Plutarque16>[[Plutarco]], ''Vita di Pirro'', 16.</ref>. Da queste informazioni si apprende che Pirro fosse accampato vicino alla città di ''Heraclea'', ma all'esterno dei suoi confini territoriali. Si ritiene pertanto, con un certo grado di probabilità, che la sua posizione fosse a circa 11 chilometri dal [[mar Ionio]] e a 6,5 da ''Heraclea'', nell'attuale territorio di [[Tursi]] e più precisamente nei pressi della frazione [[Anglona (Tursi)|Anglona]], vicino a dove un tempo sorgevano le antiche mura della città di Pandosia<ref>{{Cita|A.S. Mazzocchi|lc, pp. 104-105}}.</ref><ref>Romanelli, vol. I, pag. 265.</ref>.
 
Warendorf si fregia del titolo di "[[Media città di circondario]]" (''Mittlere Kreisangehörige Stadt'').
In quegli anni Roma stava espandendo la sua influenza sulla penisola italiana e mirava a conquistare le autonome ''[[polis|poleis]]'' della [[Magna Grecia]]. Questa battaglia fu il primo scontro tra il mondo greco e quello romano e fu anche il primo in cui vennero utilizzati gli [[elefanti da guerra]]. I Romani non avevano mai visto questi animali e per questo li chiamarono "buoi lucani"<ref>{{Cita|L. Pareti, A. Russi|pag. 357}}.</ref>, poiché furono scambiati per i grandi [[Bos taurus|buoi]] tipici del posto<ref name=GiuliaGrassi>{{cita web|url=http://www.scudit.net/mdsciopirro.htm|titolo=Giulia Grassi, ''La vittoria di Pirro''|accesso=28-03-2009}}</ref>. La battaglia fu vinta dalla coalizione greco-epirota proprio grazie all'impiego di questi animali come strumenti bellici potenti e devastanti.
<!--
 
==Geografia fisica==
== Contesto storico ==
{{...}}
{{vedi anche|Repubblica romana|Guerre sannitiche|Magna Grecia|Storia di Taranto}}
[[Immagine:Magna Grecia 280aC.jpg|250px|thumb|right|La Magna Grecia nel 280 a.C.]]
 
==Storia==
Alla fine del [[III secolo a.C.]] la [[Repubblica romana]] premeva per espandere i propri territori. A quel tempo, [[Taranto]] era una tra le principali colonie greche della [[Magna Grecia]]. I rappresentanti della città, i democratici ''Philocharis'' e ''Ainesias''<ref>{{Cita|Christopher L.H. Barnes|pag. 15}}.</ref>, intendevano salvaguardare l'indipendenza di Taranto e pertanto si opponevano alle mire espansionistiche di Roma su quei territori. Questa tensione si accentuò dopo una serie di successi romani:
{{...}}
 
==Società==
* l'alleanza con i [[Lucani]] nel [[298 a.C.]]<ref>{{Cita|E. Pais|pag. 68}}.</ref>;
===Evoluzione demografica===
* la sottomissione dei [[Sanniti]] nel [[291 a.C.]] e dei [[Sabini]] nel [[290 a.C.]]<ref>{{Cita|A. Momigliano, A. Schiavone, G. Clemente, F. Coarelli|pag. 25}}.</ref>;
{{...}}
* le prime vittorie sulle città [[etruschi|etrusche]] e sui [[mercenari]] [[galli]].
 
==Economia==
Tra Roma e le città greche intercorrevano buone relazioni, come ricorda lo storico [[Pierre Grimal]]<ref name=grimal>{{Cita|P. Grimal|pp. 33-34}}.</ref>, scaturite in seguito alle [[guerre sannitiche]] e allo sviluppo dei traffici commerciali verso l'Oriente<ref name=rodi>Nel [[306 a.C.]] Roma strinse un accordo commerciale con [[Rodi]], importante potenza commerciale marittima.</ref>. Quando, nel [[282 a.C.]], le navi romane transitarono in prossimità di Taranto, esisteva un vecchio trattato che i Tarantini consideravano ancora vigente<ref>[[Appiano di Alessandria]], ''Storia di Roma, le guerre sannitiche'', [http://www.livius.org/ap-ark/appian/appian_samnite_1.html 7].</ref> e che all'opposto i Romani, in seguito allo sviluppo degli eventi<ref name=grimal /><ref name=rodi />, reputavano ormai decaduto. Tale trattato inibiva alle navi da guerra romane la navigazione a nord del [[Capo Colonna|Capo Lacinio]]<ref name=ParetiRussi314>{{Cita|L. Pareti, A. Russi|pag. 314}}.</ref> ed escludeva qualsiasi intervento romano nelle città greche della costa ionica. Questo accordo viene attribuito all'anno [[303 a.C.]], ma esso è verosimilmente ancora più antico<ref name=ParetiRussi314 />.
{{...}}
 
===Turismo===
Lo storico [[Marcel Le Glay]]<ref>{{Cita|M. Le Glay|pp. 68-69}}.</ref> pone l'accento sulle pressioni di una parte dei politici romani e delle grandi famiglie, tra cui la [[gens Fabia|''gens'' Fabia]], per l’espansione territoriale di Roma verso il [[sud Italia]].
{{...}}
 
==Cultura==
È possibile che i limiti pattizi alla navigazione rappresentassero un motivo di conflitto tra i Romani e i Tarantini: difatti Roma estese il suo controllo verso sud, fondando numerose [[colonia romana|colonie]] in [[Puglia]] e in [[Lucania]]; una tra le più importanti fu [[Venosa]] (l'antica ''Venusia'')<ref>{{Cita|M. Conventi|pag. 168}}.</ref>. Inoltre intorno al [[285 a.C.]] l'[[esercito romano]] intervenne nelle colonie greche d'Italia, e in particolare a [[Crotone]] (antica ''Croton''), a [[Locri]] (antica ''Locres'') e a [[Reggio Calabria]] (antica ''Rhegium''), allo scopo di proteggerle dagli attacchi dei ribelli [[Lucani]] e [[Bruzi]], in ulteriore violazione degli antichi accordi<ref name=ParetiRussi314 />.
{{...}}
 
==Suddivisione amministrativa==
I democratici di Taranto compresero che i piani di guerra Romani puntavano alla conquista della Magna Grecia e guardavano con preoccupazione l'ascesa al potere degli aristocratici romani a ''[[Thurii]]'', che nel [[282 a.C.]] avevano deciso di far stanziare una guarnigione romana dentro la città per proteggerla dai Lucani<ref>''Periochae'' dal [http://www.livius.org/li-ln/livy/periochae/periochae011.html#12 libro XII, 2] degli ''[[Ab Urbe condita libri]]'' di [[Tito Livio]].</ref>. Un’altra guarnigione si stanziò a Reggio Calabria, mettendo lo [[Stretto di Messina]] sotto la protezione romana. Tutti questi eventi rappresentavano una minaccia all’indipendenza delle colonie della Magna Grecia.
{{...}}
 
==Infrastrutture e trasporti==
== Casus belli ==
{{...}}
{{vedi anche|Guerre pirriche|Pirro#La campagna militare in Italia}}
Nell’autunno del [[282 a.C.]], durante le celebrazioni in onore di [[Dioniso]] che si tenevano nel teatro sulla riva del mare, i Tarantini videro entrare nel [[Golfo di Taranto]] dieci navi da osservazione romane, al comando di [[Publio Cornelio Dolabella (console 283 a.C.)|Publio Cornelio Dolabella]]<ref>Secondo lo storico polacco [[Krzysztof Kęciek]], l'aristocrazia romana ordinò ai comandanti [[Publio Cornelio Scipione (console 218 a.C.)|Publio Cornelio Scipione]] e [[Lucio Valerio Flacco]] di arrestare i democratici tarantini e i loro sostenitori.</ref>. Infuriati per la violazione del trattato, i Tarantini mossero la propria flotta contro le navi romane. Nel corso dello scontro quattro navi romane furono affondate ed una fu catturata<ref name=Appien>[[Appiano di Alessandria]], ''Storia di Roma, le guerre sannite'', [http://www.livius.org/ap-ark/appian/appian_samnite_2.html 15 e 16].</ref>.
 
==Amministrazione==
Lo storico romano [[Cassio Dione Cocceiano]] ha proposto tutt’altra versione dell’incidente: [[Lucio Valerio Flacco]], salpato da Roma verso Taranto, attraccò la propria nave davanti alla città. I Tarantini, irritati dall'arrivo dell’imbarcazione e ritenendo che avesse intenzioni aggressive, la attaccarono e la affondarono<ref name=Dion>[[Cassio Dione Cocceiano]], ''Fragmenta Ursiniana CV'', del libro IX.</ref>. A quel punto l’esercito e la flotta tarantina attaccarono la città di ''Thurii'', cacciarono gli aristocratici, ristabilirono i democratici al potere e allontanarono la guarnigione romana che la presidiava<ref name=Appien/>.
===Gemellaggi===
{{...}}
 
==Persone legate a {{subst:PAGENAME}}==
[[Immagine:Comic History of Rome Table 05 Pyrrhus arrives in Italy with his Troupe.jpg|300px|thumb|right|[[John Leech]], ''Pirro arriva in Italia con le sue truppe''.]]
{{...}}-->
I Romani, allora, organizzarono una missione diplomatica guidata dall'ambasciatore Postumio. Sempre secondo Cassio Dione, i diplomatici romani furono derisi e oltraggiati dalla popolazione tarantina che urinò sulla toga di Postumio<ref name=Dion/><ref>Il ''Periochae'' degli ''[[Ab Urbe condita libri]]'' di [[Tito Livio]] conferma che gli ambasciatori furono maltrattati. ({{cita web|url=http://www.livius.org/li-ln/livy/periochae/periochae00.html|titolo=Livy: the Periochae|accesso=05-03-2009|lingua=en}})</ref>, il quale ebbe ad esclamare: “ridete, ridete, il vostro sangue laverà i miei abiti”<ref>{{cita|E. Talbot}}[http://gallica.bnf.fr/ark:/12148/bpt6k39967h/f74.table pag. 67].</ref>.
 
== Altri progetti ==
Dopo questo affronto i Romani chiesero la liberazione dei prigionieri, il ritorno dei cittadini espulsi da ''Thurii'', il risarcimento dei danni subiti e l’arresto degli autori dei crimini. Le richieste romane non furono comprese perché gli ambasciatori di Roma non parlavano bene il [[lingua greca|greco]]<ref name=Appien/>, furono reputate eccessive e quindi respinte. Fallita la missione diplomatica, Roma si sentì in diritto di dichiarare guerra a Taranto. I Tarantini, consapevoli della forza di Roma, non si lasciarono illudere dalle vittorie conseguite fino a quel momento e chiesero aiuto a Pirro re dell’Epiro.
{{Interprogetto|commons=Category:Warendorf}}
 
=== Primo intervento armato ===
Pirro non poteva respingere la richiesta di aiuto fatta da Taranto poiché quest'ultima aveva dato un contributo importante per la conquista di [[Corfù]] e per la riconquista della [[Macedonia (regione storica)|Macedonia]], persa nel [[285 a.C.]] Si dice che i Tarantini e i loro alleati si vantavano di poter disporre di 350.000 uomini e 20.000 cavalieri<ref name=ParetiRussi340>{{Cita|L. Pareti, A. Russi|pag. 340}}.</ref><ref>Il numero dei cavalieri non è proporzionato (soprattutto per una regione in cui esistevano allevamenti equini) rispetto a quello dei fanti, che andrebbe ridotto a 250.000 ammettendo un errore di trasmissione scritta (KE' e ΛE'). A riguardo si veda: ({{Cita|L. Pareti|pag. 11 n. 1}}).</ref> reclutati tra Sanniti, Lucani e Bruzi. Nel [[281 a.C.]] le legioni romane, al comando di [[Lucio Emilio Barbula]], entrarono in Taranto e la conquistarono, malgrado i rinforzi dei Sanniti e dei Messapi. All’indomani della battaglia i Greci chiesero una breve tregua e la possibilità di intavolare delle trattative con i Romani.
 
I negoziati vennero bruscamente interrotti con l'arrivo a Taranto dell'ambasciatore [[Cinea]] che precedeva (o accompagnava) 3.000 soldati, forza d'avanguardia di Pirro posta sotto il comando del generale [[Milone di Taranto]]<ref name=Plutarque1>[[Plutarco]], ''Vita di Pirro'', 15.</ref><ref name=ParetiRussi340 />. Il console romano Barbula, che si era spinto nel [[Metapontino]], si ritrovò sotto il tiro delle macchine da guerra delle navi nemiche che erano disposte lungo la costa a presidiare il golfo<ref name=ParetiRussi340 />. Nella battaglia che ne scaturì, Barbula riuscì a subire perdite minori del previsto poiché aveva astutamente disposto sul lato destro della colonna, esposto ai colpi, i prigionieri di guerra<ref name=Zonara>[[Giovanni Zonara]], ''Epitome'', VIII, 2.</ref>.
 
Il piano di Pirro era quello di aiutare Taranto per poi giungere in [[Sicilia]] e quindi attaccare [[Cartagine]], come del resto fece nel [[278 a.C.]] aiutando i [[Siracusa|Siracusani]] in guerra contro [[Cartagine]]<ref name=MelaniFontanellaCecconi>{{Cita|C. Melani, F. Fontanella, G.A. Cecconi|pag. 42}}.</ref>. Dopo la conquista di parte della Sicilia, fu costretto ad abbandonare il suo progetto, sia per la resistenza dei Cartaginesi a [[Lilibeo]] e sia per il malcontento che scatenò sulla popolazione del luogo per la sua avida gestione delle risorse<ref name=MelaniFontanellaCecconi />.
 
=== I preparativi ===
Dopo aver lasciato l’Epiro, Pirro avanzò richieste di aiuti militari ad [[Antioco I]] (re della [[Dinastia seleucide|Siria]]) e ad [[Antigono II Gonata]] (figlio di [[Demetrio I Poliorcete]]), nonchè al [[re di Macedonia]], [[Tolomeo Cerauno]], al quale chiese sostegno finanziario e marittimo. Il re dell’[[Antico Egitto|Egitto]] [[Tolomeo II]] promise l'invio di una forza di 4.000 soldati, 5.000 cavalieri e 50 [[elefanti da guerra]]<ref>[[Marco Giuniano Giustino]], ''Historiarum Philippicarum T. [[Pompeo Trogo|Pompeii Trogi]]'', [http://www.sflt.ucl.ac.be/files/AClassFTP/TEXTES/Justin/hist_univ_17_fr.txt libro 17,2].</ref><ref>[[Pirro]] aveva trascorso alcuni anni ad [[Alessandria d'Egitto]] con il cognato [[Tolomeo II]], che gli promise aiuti militari.</ref> destinata a difendere l’Epiro durante la [[Pirro#La campagna militare in Italia|campagna d’Italia]]. Analogamente, Pirro, reclutò anche altre forze mercenarie, tra cui i cavalieri di [[Tessaglia]] e i [[frombolieri]] di [[Rodi]]<ref>I democratici di molte città greche non erano favorevoli a dichiarare guerra a Roma e per questo decisero di non aiutarlo.</ref>.
 
[[Immagine:Lucania da The Historical Atlas, by William R. Shepherd, 1911.png|300px|thumb|right|La [[Lucania]] secondo ''The Historical Atlas'': la battaglia si svolse a ridosso del fiume [[Sinni]] (antico Siris), nei pressi di [[Pandosia (Lucania)|Pandosia]].]]
 
Nel [[280 a.C.]] Pirro salpò verso le coste italiane ma, durante la traversata, fu sorpreso da una tempesta che arrecò danni alle navi e lo indusse a sbarcare le truppe, probabilmente nei pressi di [[Brindisi]]<ref>{{Cita|L. Pareti, A. Russi|pag. 341}}.</ref>. Di lì proseguì via terra verso Taranto, aiutato dai [[Messapi]]<ref>[[Appiano di Alessandria]], ''Storia di Roma, le guerre sannitiche'', [http://www.livius.org/ap-ark/appian/appian_samnite_1.html 8].</ref><ref name=Plutarque1 /><ref name=Zonara />.
 
Dopo aver atteso l'arrivo delle restanti navi, Pirro lasciò a Taranto un presidio di 3.000 uomini con il suo fidato ambasciatore Cinea<ref name=ParetiRussi340 /> e si spostò verso sud, accampandosi nei pressi di ''Heraclea'' con un esercito forte di circa 25.500 uomini, suddivisi in 20.000 [[opliti]], 3.000 [[cavalieri]], 20 [[elefanti da guerra]], 2.000 [[arcieri]] e 500 [[frombolieri]]<ref name=Plutarque1 />. I Romani avevano previsto l'imminente arrivo di Pirro e mobilitarono otto [[Legione romana|legioni]]. Queste comprendevano circa 80.000 soldati<ref>In teoria una legione completa conteneva al massimo 4.200 fanti e 300 cavalieri, per cui otto legioni corrispondevano a un totale di 33.600 legionari e 2.400 cavalieri, ai quali si dovevano aggiungere gli uomini forniti dalle città alleate, generalmente in numero equivalente o superiore.</ref> divisi in quattro armate<ref>[[Tito Livio]], ''Periochae'' degli ''[[Ab Urbe condita libri]]'' , libro IX, 30.</ref>:
 
* la prima armata, comandata da Barbula, si stanziò a Venosa per impedire ai Sanniti e ai Lucani di congiungersi con le truppe di Pirro;
* la seconda armata fu schierata a protezione di Roma nell'eventualità che Pirro tentasse di attaccarla;
* la terza armata, comandata dal console [[Tiberio Coruncanio]], aveva il compito di attaccare gli [[Etruschi]] per scongiurare che si alleassero con Pirro<ref>{{Cita|A. Carandini|pag. 95}}.</ref>;
* la quarta armata, comandata da [[Publio Valerio Levino]], avrebbe dovuto attaccare Taranto ed invadere la [[Lucania]].
 
Difatti, Levino invase la Lucania ed intercettò Pirro nei pressi di ''Heraclea'', città alleata dei Tarantini, con l’intento di bloccare la sua avanzata verso sud, scongiurando in questo modo una sua alleanza con le colonie greche di [[Calabria]].
 
== Forze in campo ==
Le fonti dell'epoca sono piuttosto lacunose sull'esatta consistenza e distribuzione delle forze dell'esercito romano<ref>Nei libri di [[Tito Livio]] c'è un vuoto che abbraccia il periodo storico che va dal [[293 a.C.]], al [[219 a.C.]] mentre altri resoconti non sono sufficientemente dettagliati.</ref>. I dati numerici sullo schieramento greco, invece, risultano molto più dettagliati<ref>Gli scritti di [[Plutarco]] riportano con buona precisione i dati sull'esercito greco.</ref>.
 
=== Repubblica romana ===
[[Immagine:3084 - Firenze - Palazzo Pitti - Portico - Pirro - Foto Giovanni Dall'Orto, 28-Oct-2007.jpg|200px|thumb|right|Busto marmoreo raffigurante re Pirro ([[Firenze]], [[Palazzo Pitti]])]]
La disposizione ipotizzata delle truppe della Repubblica romana<ref>I dati si basano sulla consistenza teorica di 4.200 legionari e 300 cavalieri romani per legione.</ref><ref name=JeffJonas>{{en}} Jeff Jonas, {{cita web|url=http://www.ancientbattles.com/WAB_Successors/EpiroteScenario1.htm|titolo=''The Initial Clash: Republican Rome vs. Pyrrhus of Epirus''|accesso=17-02-2009}}</ref>:
 
Comandante: [[Publio Valerio Levino]]
* ~16.800 legionari romani suddivisi in quattro [[legione romana|legioni]];
* ~20.000 [[truppe ausiliarie dell'esercito romano|truppe alleate]] suddivisi in quattro legioni;
* ~1.200 [[Cavalleria|cavalieri]] romani;
* molte migliaia di cavalieri alleati disposti a difesa del [[castrum|campo]] e che pertanto non presero parte ai combattimenti.
 
=== Epiro e Taranto ===
La disposizione delle truppe d'Epiro e di Taranto<ref name=Plutarque1/><ref name=JeffJonas />:
 
Comandante: [[Pirro]]
* 20.000 [[opliti]] disposti a [[falange]]
* 3.000 cavalieri, che comprendono le truppe di [[Tessaglia]]
* 3.000 ''[[hypaspistai]]'' sotto il comando di [[Milone di Taranto]]
* 2.000 [[arcieri]] greci
* 500 [[frombolieri]] rodensi
* opliti e cavalieri di Taranto
* 20 [[elefanti da guerra]]
 
== Fasi del conflitto ==
Pirro preferì non muovere immediatamente verso Roma, verosimilmente per attendere i rinforzi inviati dai suoi alleati, ma nel frattempo il console Levino invase la Lucania impedendo alle armate dei Lucani e dei Bruzi di unirsi all'esercito di Pirro<ref name=Plutarque16 />.
 
Non potendo più contare su questi rinforzi, Pirro decise di accamparsi e di attendere i Romani nella piana situata tra le città di ''Heraclea'' e di Pandosia<ref name=Plutarque16 />, nei pressi della riva sinistra del [[Sinni]]. Il suo esercito era numericamente inferiore a quello del console Levino, per cui intendeva sfruttare il fiume a proprio vantaggio contando sulle difficoltà che i Romani avrebbero dovuto affrontare per traversarlo<ref>[[Strabone]] scrive che il Sinni era navigabile (Strabone, ''Geografia'', libro VI, 1, 14), vedi anche:
* C.D. Fonseca, ''Le vie dell'acqua in Calabria e Basilicata'', Catanzaro, 1995, pp. 239-277.</ref>.
 
=== Prima fase ===
[[Immagine:Battaglia Heraclea1.jpg|280px|thumb|right|Prima fase della battaglia]]
Poco prima dell'inizio della battaglia, Pirro inviò alcuni diplomatici al cospetto del console romano Levino per proporgli una mediazione nel conflitto tra Roma e le colonie della Magna Grecia<ref name=Plutarque16/>. I Romani rigettarono la proposta e si accamparono anch'essi nella piana, sulla riva destra del fiume Sinni. Levino non disponeva, però, di rifornimenti sufficienti per mantenere a lungo quella posizione, per cui prese la decisione di non ritardare ulteriormente l'azione e di attraversare il fiume<ref name=ParetiRussi343>{{Cita|L. Pareti, A. Russi|pag. 343}}.</ref> per dare battaglia.
 
[[Dionigi di Alicarnasso]]<ref>[[Dionigi di Alicarnasso]], ''Antichità romane'', libro XIX,12.</ref> e [[Plutarco]]<ref>[[Plutarco]], ''Vita di Pirro'', 16 e 17.</ref> riferiscono che all’alba del [[1 luglio]] [[280 a.C.]] i Romani attraversarono il fiume Sinni. La cavalleria di Pirro si mosse tardivamente e non riuscì a sorprendere le truppe romane durante il guado<ref name=ParetiRussi343 />, pertanto la cavalleria romana giunse indisturbata contro il fianco della fanteria greca lasciata in copertura. Le truppe greche furono costrette a ritirarsi per sfuggire all'accerchiamento da parte della cavalleria romana.
 
=== Seconda fase ===
In seguito all'attacco romano, Pirro ordinò alla cavalleria macedone e tessaglia di contrattaccare la cavalleria romana. Il resto della sua fanteria, composta da mercenari, arcieri e [[Peltasti|fanteria leggera]], si mise in marcia. L'azione della cavalleria greca constrinse quella romana a ripiegare.
 
Durante il confronto, [[Oblaco Volsinio]]<ref>Oblaco è citato da Plutarco nel suo Oplax.</ref>, capo di un distaccamento ausiliario della cavalleria romana, riuscì ad assalire di sorpresa Pirro e a ferirlo facendolo cadere da cavallo. Fu però bloccato e ucciso dai soldati greci. In conseguenza di ciò, Pirro decise di allontanarsi dal campo di battaglia e di affidare il comando delle truppe a [[Megacle]], uno dei suoi fidati ufficiali<ref>[[Dionigi di Alicarnasso]], ''Antichità romane'', libro XVIII,2.</ref>.
 
Gli opliti, disposti in formazione a falange, giunti in prossimità del nemico effettuarono ben sette cariche nel tentativo di sopraffare i legionari romani<ref name=ParetiRussi343 />. Riuscirono a sfondare le prime linee nemiche ma non poterono avanzare ulteriormente a meno di non rompere la propria formazione<ref>[[Polibio]] scrive dopo la [[Battaglia di Cinocefale]] del [[197 a.C.]] di come fosse essenziale, al fine della vittoria, mantenere la formazione a [[falange]] ben serrata e con i lati coperti. La falange era pressoché imbattibile se attaccata frontalmente, ma era molto vulnerabile agli assalti sui fianchi e dalle spalle. ([[Polibio]], ''Storie'', libro XVIII, 26).</ref>. Una simile eventualità avrebbe esposto gli opliti ai colpi dei Romani, per cui furono costretti a restare sulla loro posizione.<ref>Polibio, ''Storie'', libro XVIII, 26</ref>
 
[[Immagine:Battaglia Heraclea2.jpg|280px|thumb|right|Seconda fase della battaglia]]
I Romani intuirono le difficoltà di Megacle e non vedendo più Pirro al comando delle unità nemiche esultarono credendolo morto. Galvanizzati da questa erronea notizia, sferrarono un deciso contrattacco<ref name=Pyrrhus17>[[Plutarco]], ''Vita di Pirro, 17.</ref>. Per riprendere in mano le sorti della battaglia Megacle mandò in campo gli elefanti da guerra che, con la loro grossa stazza, crearono subito scompiglio tra le fila romane<ref name=Justin>[[Marco Giuniano Giustino]], ''Historiarum Philippicarum T. [[Pompeo Trogo|Pompeii Trogi]]'', [http://www.sflt.ucl.ac.be/files/AClassFTP/TEXTES/Justin/hist_univ_18_fr.txt libro XVIII,1].</ref>. Inoltre, questi animali portavano in groppa una torretta con dei soldati, i quali potevano a loro volta colpire dall'alto i propri nemici<ref name=GiuliaGrassi />.
 
La cavalleria epirota approfittò della situazione per sbaragliare definitivamente la fanteria romana ormai in ritirata. Ciò permise ai greci di conquistare il controllo del campo di battaglia e di prendere l'accampamento romano. Nelle battaglie dell’antichità, la presa dell'accampamento nemico rappresentava una grande disfatta per l'avversario. Si suppone che i Romani abbiano abbandonato nell'accampamento materiali da guerra e armi. I legionari superstiti, forse seguendo la via ''Nerulo-Potentia-Grumentum''<ref>[[Giovanni Zonara]], ''Epitome'', VIII, 3, p. 372 C.</ref> si ritirarono a Venosa probabilmente dopo essersi liberati del proprio equipaggiamento<ref name=Justin />.
 
=== Le perdite ===
Nel riportare le perdite subite dai due schieramenti, Plutarco cita due fonti molto divergenti tra loro<ref name=Pyrrhus17/>:
* Lo storico greco [[Geronimo di Cardia]] riporta 7.000 vittime tra le fila romane e 4.000 tra quelle greche.
* Secondo Dionigi di Alicarnasso, invece, le perdite furono molto più elevate: 15.000 morti tra i Romani e 13.000 tra le truppe di Pirro.
 
Inoltre [[Eutropio]] riferisce che 1.800 soldati romani furono fatti prigionieri<ref>[[Eutropio]], ''Compendio della Storia Romana'', libro II, 11.</ref>. Lo storico [[Paolo Orosio]] fornisce questo preciso bilancio delle perdite romane: 14.880 morti e 1.310 prigionieri per la fanteria, 246 cavalieri uccisi e 502 prigionieri, oltre a 22 insegne perse<ref>{{la}} [[Paolo Orosio]], ''Historiae adversum paganos'', [http://www.attalus.org/latin/orosius4.html#1 libro 4,1].</ref>. I dati di Paolo Orosio sono allineati a quelli di Dionigi e di Eutropio che li riportano in più scritti.
 
Da questi dati si intuisce che le perdite romane furono tutto sommato modeste e facilmente colmabili, quelle greche, invece, erano sicuramente più gravi<ref name=PieroPastoretto>{{cita web|url=http://www.arsmilitaris.org/pubblicazioni/eracle1.pdf|titolo=Piero Pastoretto, ''Campagna di Pirro in Italia (280 a.C.-274 a.C.)'', pag. 3|accesso=27-03-2009}}</ref>. Se si fa riferimento a quanto riportato da Dionigi, le perdite ammontavano alla metà dell'esercito greco, mentre se si considerano i numeri di Geronimo le vittime ne rappresentavano comunque un quinto. In entrambi i casi queste perdite erano difficilmente colmabili dal momento che l'Epiro non era in grado di fornire rimpiazzi<ref name=PieroPastoretto />. Le vittime greche furono così elevate poiché il legionario [[Gaio Minucio]], primo [[astato]] della IV legione, riuscì a ferire un elefante, il quale imbizzarrito coinvolse altri pachidermi e caricò le truppe epirote causando caos e distruzione<ref>{{cita|Istituto di studi romani|pag. 118}}.</ref>. Dopo questo avvenimento, infatti, si dice che Pirro, anziché festeggiare per la vittoria ottenuta, venne preso dallo sconforto<ref name=GiuliaGrassi />; di conseguenza, tentò di reclutare i prigionieri romani nel proprio esercito, come aveva già fatto in Oriente con i contingenti mercenari, ma essi rifiutarono e preferirono restare fedeli a Roma<ref>[[Eutropio]], ''Breviario dalla fondazione di Roma'', libro II,11.</ref>.
 
== Conseguenze ==
{{vedi anche|Provincia romana}}
=== Reazioni immediate ===
{{vedi anche|Battaglia di Ascoli Satriano|Battaglia di Benevento}}
Dopo la battaglia, rinforzi provenienti dalla Lucania e dal [[Sannio]] si unirono all’esercito di Pirro. Le città greche d'Italia si allearono con Pirro e a Locri fu cacciata la guarnigione romana<ref name=Justin />. A Reggio Calabria, ultima posizione della costa jonica ancora controllata da Roma, il [[Pretore (storia romana)|pretore]] campano [[Decio Vibullio]], che comandava la guarnigione cittadina, massacrò una parte degli abitanti<ref>''Periochae'' dal [http://www.livius.org/li-ln/livy/periochae/periochae011.html#12 libro XII, 7] degli ''[[Ab Urbe condita libri]]'' di [[Tito Livio]].</ref>, cacciò i restanti e si proclamò amministratore della città, ribellandosi all’autorità di Roma<ref>[[Polibio]], ''Storie'', [http://remacle.org/bloodwolf/historiens/polybe/un.htm libro I,1].</ref><ref>[[Diodoro Siculo]], ''Biblioteca storica'', libro XXII, 2.</ref>.
 
[[Immagine:Pirro Roma 280aC.jpg|lefth|thumb|300px|L'avanzata di Pirro verso Roma (280 a.C. - 275 a.C.)]]
Pirro aveva appreso che il console Levino sostava a Venosa, impegnato ad assicurare le cure ai feriti e a riorganizzare l'esercito in attesa di rinforzi<ref>[[Agostino d'Ippona]], ''[[La città di Dio]]'', III, 17.</ref><ref>[[Quinto Ennio]], ''[[Annales (Ennio)|Annales]]'', VI, fr. 183, V.</ref>, mentre il console [[Tiberio Coruncanio|Coruncanio]] era impegnato in [[Etruria]]. Pertanto avanzò verso Roma con l'intento di spingere i suoi alleati alla ribellione e di sorreggere gli Etruschi contro Coruncanio<ref>[[Eutropio]], ''Breviario dalla fondazione di Roma'', libro II, 12, 1.</ref>. Durante l'avanzata deviò su [[Napoli]] con l'intento di prenderla o di indurla a ribellarsi a Roma<ref>A. Lagella, ''La Storia di Napoli, Parte Seconda'', pag. 5.</ref>. Il tentativo fallì e comportò una perdita di tempo che giocò a vantaggio dei Romani: quando giunse a [[Capua]] la trovò già presidiata da Levino<ref name=ParetiRussi334-335>{{Cita|L. Pareti, A. Russi|pp. 344-345}}.</ref>. Proseguì allora verso Roma devastando la zona del [[Liri]] e di [[Fregellae]] giungendo così ad [[Anagni]] e forse anche a [[Preneste]]. Qui ebbe sentore di una manovra a tenaglia progettata dai Romani: difatti anche le forze di Coruncanio stavano muovendo dal nord dell'Etruria contro di lui<ref name=ParetiRussi334-335 />. Consapevole di non disporre di forze sufficienti per affrontare le armate di Coruncanio, di Levino e di Barbula, decise di ritirarsi.
 
In seguito, [[Gaio Fabricio Luscino]] venne inviato come ambasciatore presso Pirro per trattare lo scambio dei prigionieri. Pirro fu favorevolmente attratto dalle qualità dell'ambasciatore<ref>[[Cinea]], ambasciatore di Pirro, offrì a [[Gaio Fabricio Luscino]] una grossa somma di monete d'argento, ma quest'ultimo la rifiutò dicendo di amare "più coloro a cui questo argento appartiene, che l'argento stesso". ([[Sesto Giulio Frontino]], ''Stratagemmi'', libro IV, III).</ref>, al punto da affidargli i prigionieri per portarli a Roma, chiedendo in cambio che il [[Senato romano]] stabilisse un pagamento per il riscatto. Il Senato respinse la richiesta e Luscino restituì i prigionieri, rispettando in questo modo gli impegni che aveva assunto.
 
=== Impatto sulla storia ===
{{vedi anche|Guerre pirriche|Guerre greco-puniche}}
Questa battaglia segnò, insieme alla [[battaglia di Ascoli Satriano]], le prime resistenze della Magna Grecia contro la Repubblica romana e i suoi piani di espansione sull’intera penisola italica. Dopo le vittorie di ''Heraclea'' e più tardi di Ascoli Satriano, Pirro fu sconfitto a [[Battaglia di Benevento (275 a.C.)|Malevento]] (poi ribattezzata [[Benevento]])<ref>{{Cita|G. Cavallo, P. Fedeli, A. Giardina|pag. 26}}.</ref> e da quel momento iniziò il declino militare della [[Magna Grecia]] a vantaggio della [[Repubblica romana]]<ref>{{Cita|L. Pareti, A. Russi|pag. 366}}.</ref>.
 
== Proverbi, leggende e superstizioni ==
{{vedi anche|Vittoria di Pirro}}
Le vittorie di ''Heraclea'' e di Ascoli Satriano costarono a Pirro perdite estremamente alte. Si narra che proprio dopo la vittoria di Ascoli Satriano, Pirro abbia esclamato: "Un'altra vittoria come questa e torno a casa senza esercito!"<ref>{{cita|E. Talbot}}[http://gallica.bnf.fr/ark:/12148/bpt6k39967h pag. 69].</ref>.
 
Entrambe le battaglie fecero sostenere, al vincitore, perdite così alte da essere in ultima analisi incolmabili, condannando di fatto il proprio esercito a perdere le [[guerre pirriche]], rendendo fallimentare la [[Pirro#La campagna militare in Italia|campagna militare in Italia]]. Da questa circostanza nasce l'espressione "vittoria di Pirro", usata in molte lingue<ref>{{cita web|url=http://www.roth37.it/COINS/Pirro/storia.html|titolo=La storia di Pyrrhus|accesso=06-02-2009}}</ref>.
 
== Note ==
{{references|2}}
 
== Bibliografia ==
 
=== Fonti primarie ===
* [[Appiano di Alessandria]], ''Storia di Roma, le guerre sannite''.
* [[Dionigi di Alicarnasso]], ''Antichità romane'', libro XVIII e XIX.
* [[Cassio Dione Cocceiano]], ''Fragmenta Ursiniana'', libro IX, CV e successivi.
* [[Quinto Ennio]], ''[[Annales (Ennio)|Annales]]'', libro VI, fr.183, V.
* [[Eutropio]], ''[[Breviarium ab Urbe condita]]'', libro II, 11.
* [[Floro]], ''Compendio di Tito Livio'', libro I, 18.
* [[Sesto Giulio Frontino]], ''Stratagemmi'', libro IV, 3.
* [[Marco Giuniano Giustino]], ''Historiarum Philippicarum T. [[Pompeo Trogo|Pompeii Trogi]]'', libro XVII e XVIII.
* [[Agostino d'Ippona]], ''[[La città di Dio]]'', libro III, 17.
* [[Paolo Orosio]], ''Historiae adversum paganos'', libro IV, 1.
* ''Periochae'' degli ''[[Ab Urbe condita libri]]'' di [[Tito Livio]], libro XI e XII.
* [[Plutarco]], ''Vita di Pirro''.
* [[Polibio]], ''Storie'', libro I, 1.
* [[Diodoro Siculo]], ''Biblioteca storica'', libro XXII, 2.
* [[Giovanni Zonara]], ''Epitome'', libro VIII.
 
=== Fonti secondarie ===
* {{cita libro || Chiara Melani, Francesca Fontanella, Giovanni Alberto Cecconi| Storia illustrata di Roma antica: dalle origini alla caduta dell'impero|2000|Giunti||url=http://books.google.it/books?id=nJPhSlGYwyIC&printsec=frontcover&source=gbs_summary_r&cad=0|id=ISBN 880901748X|cid=C. Melani, F. Fontanella, G.A. Cecconi}}
* {{cita libro|Christopher L. H.|Barnes|Images and insults: ancient historiography and the outbreak of the Tarentine War|2005|Franz Steiner Verlag || url=http://books.google.it/books?id=iJm92U3qmO4C&printsec=frontcover&source=gbs_summary_r&cad=0|lingua=inglese|id=ISBN 3515086897|cid=Christopher L.H. Barnes}}
* {{cita libro|Andrea|Carandini|La Romanizzazione dell'Etruria|1985|[[Regione Toscana]] || cid=A. Carandini}}
* {{cita libro || [[Jérôme Carcopino]]|Pyrrhus, conquérant ou aventurier?|1961 ristampato nel 1992|Flammarion|Paris|lingua=francese|id=ISBN 2080500899}}
* {{cita libro || [[Guglielmo Cavallo]], Paolo Fedeli, [[Andrea Giardina]]|Lo spazio letterario di Roma antica|1991|Salerno || id=ISBN 8884020751|cid=G. Cavallo, P. Fedeli, A. Giardina}}
* {{cita libro|Peter|Connolly|Greece and Rome at War || Greenhill Books || lingua=inglese|id=ISBN 185367303X}}
* {{cita libro|Marta|Conventi|Città romane di fondazione|2005|L'Erma di Bretschneider || id=ISBN 8882652858|cid=M. Conventi}}
* {{cita libro|Petros E.|Garoufalias|Pyrrhus, King of Epirus || || lingua=inglese|id=ISBN 090574313X}}
* {{cita libro|Pierre|Grimal|La civiltà dell'antica Roma|2007|Newton Compton || altri=tradotto da T.M. Blasi|id=ISBN 9788854108509|cid=P. Grimal}}
* {{cita libro|Krzysztof|Kęciek|Benewent 275 p.n.e|2001 || Bellona Warsaw|lingua=polacco}}
* {{cita libro|Marcel|Le Glay|Rome, Grandeur et Déclin de la République|1990 ristampato nel 2005|Ed Perrin || lingua=francese|id=ISBN 2262018979|cid=M. Le Glay}}
* {{cita libro || [[Alessio Simmaco Mazzocchi]]|Commentario sulle Tavole Eracleensi|1754 || Napoli|cid=A.S. Mazzocchi}}
* {{cita libro || [[Arnaldo Momigliano]], [[Aldo Schiavone]], Guido Clemente, [[Filippo Coarelli]]|Storia di Roma|1990|[[Einaudi]] || id=ISBN 9788806117412|cid=A. Momigliano, A. Schiavone, G. Clemente, F. Coarelli}}
* {{cita libro || [[Theodor Mommsen]]|Storia di Roma|1856 || |url=http://www.mediterranee-antique.info/Rome/Mommsen/Histoire/HR_000.htm|capitolo=capitolo VII, Le guerre tra Roma e il re Pirro, nel libro II}}
* {{cita libro|John Drogo|Montagu|Battles of the Greek and Roman worlds|2000|Greenhill Books|Londres|lingua=inglese|id=ISBN 1-85367-389-7}}
* {{cita libro|Antonio|Nigro|Memoria tipografica ed istorica sulla città di Tursi e sull'antica Pandosia di Eraclea oggi Anglona|1851|Tip. Miranda|Napoli}}
* {{cita libro|| [[Ettore Pais]]|Storia di Roma dalle origini all' inizio delle guerre puniche|1926|Optiman || cid=E. Pais}}
* {{cita libro| Luigi | Pareti|Storia di Roma e del mondo romano|1952|Unione Tipografico-Editrice Torinese|Torino|cid=L. Pareti}}
* {{cita libro|| Luigi Pareti, Angelo Russi|Storia della regione lucano-bruzzia nell'antichità|1997|Ed. di Storia e Letteratura || url=http://books.google.it/books?id=omqiQr6QrjwC&printsec=frontcover|id=ISBN 9788887114232|cid=L. Pareti, A. Russi}}
* {{cita libro|Lorenzo|Quilici|Forma Italie, vol. I, Siris-Heraclea|1967|Istituto di topografia antica dell'[[università di Roma]]|Roma|cid=L. Quilici}}
* {{cita libro|Maria Teresa|Schettino|Tradizione annalistica e tradizione ellenistica su Pirro in Dionigi (A.R. XIX-XX)|1991|Latomus|}}
* {{cita libro|Eugène|Talbot|Histoire romaine|1875 || |url=http://visualiseur.bnf.fr/ark:/12148/bpt6k39967h|lingua=francese|cid=E. Talbot}}
* {{cita libro|Istituto|di studi romani|Italia romana|1938|Istituto di studi romani||cid=Istituto di studi romani}}
 
== Voci correlate ==
* [[Guerre pirriche]]
* [[Storia di Roma]]
* [[Storia di Taranto]]
* [[Magna Grecia]]
 
== Collegamenti esterni ==
* {{cita web|http://www.warendorf.de/|Sito ufficiale|lingua=de}}
* {{cita web|url=http://www.sflt.ucl.ac.be/files/AClassFTP/TEXTES/FLORUS/florus_Ep_1.txt|titolo=Florus, ''Abrégé de l'Histoire Romaine, Libro I, XVIII''|accesso=04-03-2009|lingua=la}}
* {{cita web|url=http://www.sflt.ucl.ac.be/files/AClassFTP/TEXTES/Justin/hist_univ_18.txt|titolo=Marcus Junianus Justinus, ''Abrégé des Histoires Philippiques de Trogue Pompée'' - Libro XVIII|accesso=04-03-2009|lingua=la}}
* {{cita web|url=http://remacle.org/bloodwolf/historiens/polybe/un.htm|titolo=Polibio, ''Histoire générale'', libro I, I|accesso=04-03-2009|lingua=fr}}
 
{{portale|antica Grecia|esercito romano}}
 
{{Circondario di Warendorf}}
[[Categoria:Battaglie romane|Heraclea]]
[[Categoria:Storia della Basilicata|Heraclea]]
 
{{Controllo di autorità}}
{{Link AdQ|fr}}
{{Link AdQPortale|frGermania}}
 
[[Categoria:Warendorf]]
[[bs:Bitka kod Herakleje]]
[[de:Schlacht von Heraclea]]
[[en:Battle of Heraclea]]
[[es:Batalla de Heraclea]]
[[fr:Bataille d'Héraclée]]
[[hr:Bitka kod Herakleje]]
[[ja:ヘラクレアの戦い]]
[[ka:ჰერაკლიუმის ბრძოლა]]
[[lt:Heraklėjos mūšis]]
[[nl:Slag bij Heraclea]]
[[pl:Bitwa pod Herakleą]]
[[pt:Batalha de Heracleia]]
[[ru:Битва при Гераклее]]
[[sh:Bitka kod Herakleje]]
[[sr:Битка код Хераклеје]]
[[zh:赫拉克利亞戰役]]