==Avviso ==
{{Nazionale di rugby
{{Vandalismo|Tiziano Ferro}} --[[Utente:LittleWhites|LittleWhites]] ([[Discussioni utente:LittleWhites|msg]]) 15:13, 15 nov 2017 (CET)
| Name = Italia
| Badge = FIR Logo.png
| flag = ITA
| Sfondo testata = 008ACD
| Carattere testata = FFFFFF
| Soprannome = Azzurri
| Association = {{Bandiera|ITA}} [[Federazione Italiana Rugby|F.I.R.]]
| Coach = {{Bandiera|FRA}} [[Jacques Brunel]]
| Most caps = [[Marco Bortolami]] (107)
| Top scorer = [[Diego Domínguez|D. Domínguez]] (971)
| Top tries = [[Marcello Cuttitta]] (25)
| Ranking IRB = 14
| Ranking giornomese = 10 novembre
| Ranking anno = 2014
| stemma kit y = 65
| stemma kit x = 16
| pattern_la1 =
| pattern_b1 = _2012_italyh
| pattern_ra1 =
| pattern_sh1 =
| leftarm1 = 008ACD
| body1 =
| rightarm1 = 008ACD
| shorts1 = 008ACD
| socks1 = 008ACD
| pattern_la2 =
| pattern_b2 = _2012_italya
| pattern_ra2 =
| leftarm2 = FFFFFF
| body2 = FFFFFF
| rightarm2 = FFFFFF
| shorts2 = FFFFFF
| socks2 = FFFFFF
| First game = '''{{Naz|R15|ESP}}''' 9 - 0 Italia {{Bandiera|ITA 1861-1946}}<br /><small>[[Barcellona]], 20 maggio [[1929]]</small>
| Largest win = {{Bandiera|ITA}} '''Italia''' 104 - 8 {{NazBD|R15|CZE}}<br /><small>[[Viadana]], 18 maggio [[1994]]</small>
| Largest loss = '''{{Naz|R15|ZAF}}''' 101 - 0 Italia {{Bandiera|ITA}} <br /><small>[[Durban]], 19 giugno [[1999]]</small>
| World cup apps = 7
| World cup first = 1987
| World cup best = 2 vittorie al 1º turno ([[Coppa del Mondo di rugby 2003|2003]], [[Coppa del Mondo di rugby 2007|2007]], [[Coppa del Mondo di rugby 2011|2011]])
| Regional name = [[Sei Nazioni]]
| Regional cup apps = 14
| Regional cup first = 2000
| Regional cup best = 4ª ([[Sei Nazioni 2007|2007]], [[Sei Nazioni 2013|2013]])
| stadio nazionale = [[Stadio Olimpico (Roma)|Stadio Olimpico]]<br />[[Foro Italico (Roma)|Foro Italico]]<br />I-00135 [[Roma]]
| fotostadio = 2012-03-17 ITA - SCO prematch.jpg
| capienza = 73 481
}}La '''Nazionale italiana di rugby a 15''' è la selezione maschile di [[rugby a 15]] (o ''Rugby union'') che rappresenta l’[[Italia]] in ambito internazionale.
Attiva dal [[1929]], opera sotto la giurisdizione della [[Federazione Italiana Rugby]].
==Tiziano Ferro==
La Nazionale italiana è impegnata annualmente nel torneo del [[Sei Nazioni]], che la vede di fronte alle migliori compagini nazionali europee: {{RU|FRA}}, {{RU|WAL}}, {{RU|ENG}}, {{RU|IRL}} e {{RU|SCO}}.
Ciao! Scusa non ho capito, dove sarebbe la fonte che dice che Tiziano Ferro abbia vissuto/vive a Leicester? --[[Utente:LittleWhites|LittleWhites]] ([[Discussioni utente:LittleWhites|msg]]) 15:17, 15 nov 2017 (CET)
In precedenza, fino al [[1997]], fu impegnata nel [[Campionato europeo per Nazioni di rugby|Campionato Europeo]] sotto le sue varie denominazioni (Torneo FIRA, Coppa delle Nazioni, Coppa FIRA), torneo del quale vinse proprio l’ultima edizione alla quale partecipò, nel [[Coppa FIRA 1995-1997|biennio 1995-97]]<ref name="coppafira97">{{cita news|giorno=23|mese=marzo|anno=1997|accesso=11 agosto 2008|url=http://archiviostorico.corriere.it/1997/marzo/23/Storica_meta_Italia_insegna_rugby_co_0_97032313300.shtml|titolo=Storica meta, l’Italia insegna rugby ai francesi|autore=Emanuele Rossano|pubblicazione=[[Corriere della Sera]]}}</ref>.
:: Tu stai inserendo che vive a Leicester... --[[Utente:LittleWhites|LittleWhites]] ([[Discussioni utente:LittleWhites|msg]]) 15:19, 15 nov 2017 (CET)
::: Tranquillo, capita :) --[[Utente:LittleWhites|LittleWhites]] ([[Discussioni utente:LittleWhites|msg]]) 15:21, 15 nov 2017 (CET)
Inoltre, fin dalla sua prima edizione ([[Coppa del Mondo di rugby 1987|1987]]), l’Italia è sempre stata presente alla [[Coppa del Mondo di rugby]], competizione nella quale non è mai, tuttavia, riuscita a superare la prima fase a gironi.
Ammessa fin dal [[2000]] nel novero delle Nazioni di prima fascia (gruppo che comprende le squadre del [[Sei Nazioni]] e quelle del [[The Rugby Championship|Rugby Championship]]), al 10 novembre [[2014]] l’Italia occupa il 14º posto nel ranking dell’[[International Rugby Board]]<ref>{{cita web|url=http://www.irb.com/rankings/sportid=1/ranking/index.html|titolo=IRB World Rankings|lingua=en|accesso=11 novembre 2014}}</ref>.
Dal 3 ottobre [[2011]] il commissario tecnico è il [[francia|francese]] [[Jacques Brunel]].
== Storia ==
=== Le origini del rugby in Italia ===
[[File:Rugby US Milanese 1911.jpg|thumb|left|Una formazione dell’U.S. Milanese di rugby. In piedi a sinistra Stefano Bellandi]]Il rugby, al pari del [[Calcio (sport)|calcio]], si fece conoscere in [[Italia]] verso la fine del [[XIX secolo]], portato dai britannici che facevano scalo al [[porto di Genova]]; la diffusione massiccia del gioco, comunque, fu dovuta all’opera di un pioniere italiano emigrato oltralpe, Stefano Bellandi<ref name="Rava299">{{Cita|Ravagnani|pag. 299|Ravagnani}}</ref>; questi, nato nel [[1892]] in [[provincia di Cremona]], dovette rientrare in [[Italia]] per svolgere il servizio militare e, avendo conosciuto il rugby in [[Francia]], si adoperò per diffonderlo anche in patria<ref name="Rava299" />.
Con l’ausilio di un amico francese che viveva a [[Milano]] Bellandi riuscì a mettere in piedi una sezione rugbistica presso l’[[Unione Sportiva Milanese]], storica società calcistica oramai scomparsa, che all’epoca competeva nel campionato nazionale al pari delle concittadine [[Football Club Internazionale Milano|Inter]] (con la quale poi si fuse alla fine degli [[anni 1920|anni venti]]) e [[Associazione Calcio Milan|Milan]].
Tuttavia, già nella primavera del [[1910]], a [[Torino]], si era tenuto un incontro secondo le regole del rugby tra due compagini [[calcio (sport)|calcistiche]] non italiane, il [[Servette Football Club Genève|Servette]] di [[Ginevra]] e il Racing Club di [[Parigi]]; sulla scia di tale evento era nato anche il primo club rugbistico italiano, il Rugby Club Torino, scioltosi dopo un solo incontro, disputato contro la [[Unione Sportiva Pro Vercelli Calcio|Pro Vercelli]], club calcistico tra i più forti dell’epoca.
Benché, quindi, [[Torino]] vanti la primogenitura del rugby in [[Italia]], fu a [[Milano]] che la nuova disciplina ebbe il suo pieno sviluppo<ref name="Rava299" />.
Il primo incontro dell’U.S. Milanese si tenne all’[[Arena Civica]] di [[Milano]] il 2 aprile [[1911]] contro una compagine francese, che si impose 15-0<ref name="Rava300">{{Cita|Ravagnani|pag. 300|Ravagnani}}</ref>; ma, come riportò la ''[[Gazzetta dello Sport]]'', gli spettatori furono entusiasti dello spettacolo, tanto che poco meno di un anno dopo, agli inizi del [[1912]], la squadra milanese organizzò un altro incontro, a [[Vercelli]], contro l’U.S. Chambéry.
Anche in tale occasione si trattò di una sconfitta, anche se di minore entità (i francesi vinsero 12-3)<ref name="Rava300" />.
Poi giunse la [[Prima guerra mondiale|Grande guerra]] e di rugby in tutta Europa si ricominciò a parlare a partire dai primi [[anni 1920|anni venti]].
=== La nascita della Federazione e della Nazionale ===
Dopo il conflitto fu, ancora, Stefano Bellandi a tentare di rilanciare la disciplina: chiese ospitalità allo Sport Club Italia, del cui presidente Algiso Rampoldi era amico e, con la collaborazione di alcuni amici, rimise in piedi una squadra rugbistica, benché raffazzonata ed estemporanea, che si fece comunque conoscere dal grande pubblico grazie alla stampa<ref name="Tognetti50">G. Tognetti, ''50 anni di speranza''.</ref>; il 26 luglio [[1927]] fu alfine costituito un ''comitato di propaganda'' che costituì il preludio alla nascita di una federazione nazionale che disciplinasse l’attività rugbistica, nel frattempo diffusasi in tutta la penisola (a parte [[Milano]], anche [[Torino]], [[Udine]], [[Roma]], [[Napoli]] e altre città)<ref name="Rava303">{{Cita|Ravagnani|pag. 303|Ravagnani}}</ref>.
Il 26 luglio [[1928]] a [[Roma]] vide la luce la [[Federazione Italiana Rugby]].
{{vedi anche|Federazione Italiana Rugby}}
La Nazionale nacque quasi contemporaneamente all’istituzione del primo campionato italiano: il 20 maggio [[1929]], allo Stadio dell’Esposizione del [[Montjuïc]] di [[Barcellona]], vi fu l’esordio contro l’altrettanto debuttante selezione [[Nazionale di rugby a 15 della Spagna|spagnola]], arbitro il [[francia|francese]] Brutus.
Gli iberici (in realtà una selezione [[Catalogna|catalana]] ufficialmente rivestita con i colori della Spagna<ref name="Rava306">{{Cita|Ravagnani|pag. 306|Ravagnani}}</ref>) si imposero 9-0 e un anno più tardi, il 29 maggio [[1930]], restituirono la visita per quello che fu il primo incontro interno dell’Italia.
A Milano gli Azzurri, per l’occasione ancora in maglia quasi completamente bianca, vinsero 3-0. Gli uomini di quel primo incontro di Barcellona furono Dondana, Cesani, Dora, Vinci II, [[Francesco Vinci|Vinci III]], Vinci IV, Modonesi, Balducci, Paselli, Raffo, Allevi, Barzaghi, Altissimi, Bottonelli, Bricchi.
[[Roma]] e [[Milano]] si divisero in parti uguali la rappresentanza: sei atleti dalla Capitale, sponda [[Polisportiva S.S. Lazio Rugby 1927|Lazio]], inclusi i fratelli Vinci, altrettanti dall’ex U.S. Milanese, oramai fusa con l’[[Football Club Internazionale Milano|Ambrosiana-Inter]].
[[Brescia]] contribuì con due uomini; ma il capitano proveniva dalla Michelin [[Torino]] (Dondana)<ref name="Rava306" />.
[[File:Rugby Italia 1933.jpg|left|thumb|Una formazione della Nazionale italiana del [[1933]]]]Nonostante una polemica di carattere politico-organizzativo che portò allo scioglimento della F.I.R., alla sua successiva ricostituzione come Federazione Italiana della Palla Ovale e poi, ancora, per ragioni [[autarchia|autarchiche]], come Federazione Italiana Rugbi<ref name="coni">[http://www.coni.it/?117 Federazione Italiana Rugby], dal sito ufficiale del CONI</ref>, nel quinquennio successivo la Nazionale si confrontò con le più forti selezioni dell’Europa continentale (le quattro britanniche dell’[[International Rugby Board|IRB]] costituendo di fatto una realtà a loro stante), {{RU|CSK}} (sconfitta due volte, a [[Milano]] e [[Praga]], nel corso del [[1933]]), {{RU|ROU}} (vittoria a [[Milano]] per 7-0 nel [[1934]]) e [[Catalogna]] (pareggio per 5-5 a [[Barcellona]] nel [[1934]]).
Prima sconfitta dopo l’esordio, a [[Roma]] nel [[1935]] contro la {{RU|FRA}} che, fino al [[1983]], fu l’unica squadra di alto livello fuori dall’IRB e, fino al [[1988]], l’unica del [[Sei Nazioni|Cinque Nazioni]], a concedere all’Italia ''test match'' ufficiali<ref>La prima squadra dell’[[International Rugby Board]] a concedere all’[[Italia]] il ''test match'' reciproco (ovverosia, riconosciuto come ufficiale da entrambe le federazioni) fu l’{{RU|AUS}} nel 1983; la {{RU|FRA}} aderì all’IRB nel 1978 e concesse all’Italia il primo ''test match'' con tale nuovo status nel 1985; la prima squadra britannica del [[Sei Nazioni|Cinque Nazioni]] a fare lo stesso fu l’{{RU|IRL}} nel 1988.</ref>.
Il 2 gennaio [[1934]] l’Italia, la {{FedXV|della |Francia}} e la {{FedXV|della |Germania}}, capifila di un fronte che propugnava la formazione di una federazione internazionale alternativa all’IRB, istituirono a [[Parigi]] insieme ad altre federazioni nazionali europee la ''Fédération Internationale de Rugby Amateur'' o [[FIRA - Associazione Europea di Rugby|FIRA]].
La neonata associazione istituì un torneo, originariamente chiamato ''Torneo FIRA'' (poi Coppa delle Nazioni e Coppa FIRA), di fatto un campionato europeo di rugby a cui l’Italia prese parte fino al [[1997]].
{{Vedi anche|Campionato europeo per Nazioni di rugby}}
La Nazionale italiana prese parte a due delle tre edizioni del Torneo FIRA d’anteguerra, classificandosi in un’occasione terza, nell’altra seconda.
Entrambi i trofei furono vinti dalla {{RU|FRA}}, che peraltro si impose in 25 edizioni sulle 30 in totale cui prese parte.
L’attività proseguì per quanto possibile durante la [[Seconda guerra mondiale|guerra]]: il campionato si tenne fino al [[1943]] e la Nazionale andò avanti fino al maggio del [[1942]]; l’ultimo incontro disputato prima di una lunga interruzione internazionale che durò fino al [[1948]] fu a [[Milano]] contro la {{RU|ROU}}.
Del resto, lo stesso regime [[fascismo|fascista]], dopo aver malvisto tale disciplina in quanto di derivazione [[inghilterra|inglese]], decise di promuoverlo a tutti i livelli quale esempio di cameratismo e spirito di combattimento<ref name="Rava310">{{Cita|Ravagnani|pag. 310|Ravagnani}}</ref>; [[Achille Starace]], segretario del [[Partito Nazionale Fascista|PNF]], sostenne che ''«Il giuoco del rugby, sport da combattimento, deve essere praticato e largamente diffuso tra la gioventù fascista»''.
Uno dei fattori ritenuti frenanti d’una possibile ulteriore diffusione del movimento rugbistico nel dopoguerra viene identificato proprio in tale politicizzazione della disciplina, alla quale a lungo fu attribuita l’etichetta di “sport fascista”<ref name="Rava310" />.
=== L’immediato dopoguerra ===
[[File:Mario Battaglini.jpg|upright=0.8|thumb|left|[[Mario Battaglini|“Maci” Battaglini]], terza linea, 5 presenze per l’Italia a cavallo dei due dopoguerra]]Il ritorno alla normalità dopo la guerra avvenne a tappe: il campionato riprese nel [[1946]], l’attività internazionale, con il [[Sei Nazioni|Cinque Nazioni]], nel [[Cinque Nazioni 1947|1947]], ma la Nazionale italiana dovette attendere fino al marzo [[1948]] per tornare in campo: alla guida tecnica, nei primi 13 anni di attività, vi erano stati 12 avvicendamenti tecnici, al ritmo di uno all’anno di media, con 11 tecnici coinvolti.
In realtà, si trattava spesso di affiancamenti o di ritorni (il [[francia|francese]] [[Julien Saby]], per esempio, uno degli artefici dello sviluppo tecnico del rugby in Italia, ebbe tre mandati di cui due in coppia con un altro tecnico; lo stesso Luigi Bricchi ebbe 8 mandati di cui 6 affiancato a uno o più colleghi).
[[File:Tommaso Fattori.jpg|upright=0.8|thumb|[[Tommaso Fattori]], primo C.T. del dopoguerra ([[1947]])]]Nel [[1947]] la squadra fu affidata all’ex nazionale [[Tommaso Fattori]], già giocatore di [[Polisportiva S.S. Lazio Rugby 1927|Lazio]], [[Rugby Roma Olimpic|Roma]] e [[Amatori Rugby Milano|Milano]] e futuro tecnico dell’[[Polisportiva L'Aquila Rugby|Aquila]].
Questi guidò la squadra in due incontri, entrambi nel [[1948]], con la {{RU|FRA}} B (sconfitta a [[Rovigo]] per 6-39) e con la {{RU|CSK}} (vittoria a [[Parma]] per 17-0).
Ma le differenze tra la miglior formazione continentale, la Francia, e l’Italia (e a sua volta tra la stessa Italia e le altre avversarie), erano palesi: gli Azzurri riuscivano a tenere il passo con le altre formazioni europee, ma non a battere i transalpini, neppure quando questi schieravano la loro formazione non ottimale.
A dispetto della crescita del gioco nel suo triangolo d’elezione tra [[Treviso]], [[Padova]] e [[Rovigo]], con punte d’eccellenza in seguito anche a [[Napoli]], [[Roma]], [[Parma]] e [[L'Aquila]], la Nazionale non riuscì per lungo tempo a rendersi competitiva fuori dall’ambito della Coppa delle Nazioni / Coppa FIRA, nella quale era sempre la {{RU|FRA}} a dominare: fino al [[1968]] quest’ultima non si fece sfuggire un’edizione del torneo europeo e, in aggiunta a ciò, era l’unica continentale a confrontarsi annualmente con le quattro britanniche nel [[Sei Nazioni|Cinque Nazioni]].
A contrastare l’Italia a livello continentale era invece la {{RU|ROU}}, che aveva visto a partire dal [[1950]] un numero sempre crescente di praticanti: erano 1 500 dopo la guerra; 13 500, nove volte tanto, alla fine degli [[anni 1970|anni settanta]]<ref name="Rava221">{{Cita|Ravagnani|pag. 221|Ravagnani}}</ref> e che contese, spesso strappandola loro, agli Azzurri la piazza d’onore nella Coppa delle Nazioni, e riuscendo perfino a battere i francesi, cosa che all’Italia riuscì solo molto più avanti.
Apparve chiaro che, quindi, solo un confronto con le nazioni più all’avanguardia poteva dare al rugby italiano occasioni di crescita, e nel [[1956]] fu organizzato un ''tour'' informale (non conteggiabile come tale in quanto non previde alcun ''test match'') in [[Gran Bretagna]]: tre incontri che si risolsero in altrettante sconfitte per la Nazionale, contro i [[galles]]i dello [[Swansea RFC|Swansea]] (5-14) e del [[Cardiff RFC|Cardiff]] (2-8) e i [[londra|londinesi]] [[Harlequin Football Club|Harlequins]] per 14-15, tutto sommato una sconfitta meno pesante del temuto; il ''tour'' fu ripetuto due anni dopo e, proprio nell’ultima partita della serie, che faceva seguito a due sconfitte, contro le Contee Londinesi per 3-9 e il Blackrock per 8-18, l’Italia vinse 5-3 contro gli [[irlanda|irlandesi]] del Cork; quanto ai ''test match'' nel periodo intorno a tali ''tour'', si registrarono tutte vittorie ({{RU|FRG}} (12-3 nel [[1956]], 8-0 nel [[1957]], 11-5 nel [[1960]]<ref name="ITAFRG">{{Cita news|lingua=en|url=http://www.rugbydata.com/italy/westgermany/gameswon|titolo=Italy v. West Germany|pubblicazione=RugbyData|accesso=19 agosto 2008}}</ref>), {{RU|CSK}}<ref>{{Cita news|lingua=en|url=http://www.rugbydata.com/italy/czechoslovakia/gameswon|titolo=Italy v. Czechoslovakia|pubblicazione=RugbyData|accesso=19 agosto 2008}}</ref> e {{RU|ROU}}<ref name="ITAROU">{{Cita news|lingua=en|url=http://www.rugbydata.com/italy/romania/gameswon/2|titolo=Italy v. Romania|pubblicazione=RugbyData|accesso=19 agosto 2008}}</ref>, ma contro la Francia ancora quattro sconfitte (3-16 nel [[1956]], 6-38 nel [[1957]], 3-11 nel [[1958]] e 0-22 nel [[1959]])<ref name="ITAFRA">{{Cita news|lingua=en|url=http://www.rugbydata.com/italy/france/gameslost/2|titolo=Italy v. France|pubblicazione=RugbyData|accesso=19 agosto 2008}}</ref>.
<br clear="all" />
=== Il buio in Europa ===
La situazione profilatasi circa un decennio prima, all’inizio degli [[anni 1960|anni sessanta]] era ormai consolidata e tale rimase praticamente per il trentennio successivo: sempre fuori portata le [[Arcipelago Britannico|Isole Britanniche]], almeno a livello di rappresentative nazionali, il termine di confronto per tutto il resto d’Europa era la [[Francia]], unica selezione del continente ammessa a competere su base annuale con le quattro ''Home Nation'' d’Oltremanica da un lato, e dall’altro impegnata nella [[Campionato europeo per Nazioni di rugby|Coppa delle Nazioni]].
A seguire l’Italia, sempre regolarmente sconfitta dalla Francia, a contendersi la seconda piazza di norma con la {{RU|ROU}}, ed entrambe un gradino sopra il resto dei contendenti europei.
Tuttavia, il 14 aprile [[1963]], l’Italia fu a un passo dall’interrompere la supremazia francese: a [[Grenoble]], nell’incontro che vide l’esordio in azzurro di [[Marco Bollesan]], la squadra conduceva 12-6 a pochi minuti dal termine.
Una meta trasformata dei francesi (all’epoca valida 5 punti) portò il punteggio sul 12-11, ma un calcio di punizione lo ribaltò proprio sul finale, che alla fine fu 12-14<ref name="ITAFRA" />. Memorabile è rimasta, nel cuore di quanti quel giorno hanno visto sfumare quel sogno, la prestazione di [[Elio Fusco]], mediano di mischia della Nazionale e della [[Partenope Rugby|Partenope]] degli scudetti<ref>{{Cita news|url=http://www.federugby.it/index.php?option=com_content&view=article&id=527:la-fir-piange-la-scomparsa-di-elio-fusco-&catid=25:news-dalla-fir&Itemid=120|titolo=La FIR piange la scomparsa di Elio Fusco|pubblicazione=FedeRugby.it|giorno=14|mese=ottobre|anno=2009|accesso=16 ottobre 2009}}</ref>.
[[File:Isidoro Quaglio.jpg|upright=0.7|thumb|[[Isidoro Quaglio]], C.T. nel [[1977]] per due soli incontri|right]]Tale impresa mancata di poco parve a tutti il preludio a un effettivo salto di qualità che tuttavia non giunse.
La FIRA mise mano nel [[1965]] al torneo europeo dandogli il nome di Coppa delle Nazioni e strutturandolo in divisioni: l’Italia entrò nella 1ª divisione del torneo [[Coppa delle Nazioni di rugby 1965-1966|1965/66]], piazzandosi seconda e perdendo come di consueto (0-21) l’incontro con la {{RU|FRA}}, all’[[Stadio Militare dell'Arenaccia|Arenaccia]] di [[Napoli]].
Ma fu l’edizione successiva, quella del [[Coppa delle Nazioni di rugby 1966-1967|1966/67]], che frustrò le ambizioni italiane di proporsi a livelli più alti: la squadra vinse solo l’incontro con il {{RU|PRT}} (peraltro con un sofferto 6-3<ref name="ITAPRT">{{Cita news|lingua=en|url=http://www.rugbydata.com/italy/portugal/gameswon|titolo=Italy v. Portugal|pubblicazione=RugbyData|accesso=20 agosto 2008}}</ref>), ma perse 3-24 contro la {{RU|ROU}} e 13-60 contro la {{RU|FRA}}.
Da allora e per 28 anni (e per 30 nel torneo), la federazione francese non concesse più all’Italia il ''test match'' e le schierò contro solo la sua Nazionale “A”<ref>La prima amichevole successiva a quella del [[1967]] si tenne nel [[1995]], fuori dal calendario della [[Campionato europeo per Nazioni di rugby|Coppa FIRA]].</ref>.
La cosa più grave, tuttavia, fu che l’Italia, a causa di tali risultati, retrocesse in 2ª divisione europea, quindi fuori anche dai ''match'' più importanti: scelse quindi di non partecipare alla [[Coppa delle Nazioni di rugby 1967-1968|Coppa delle Nazioni successiva]], preferendo impegnarsi nel [[1968]] in alcuni incontri con {{RU|PRT}} (17-3)<ref name="ITAPRT" /> e {{RU|FRG}} (22-14)<ref name="ITAFRG" />; l’incontro con la {{RU|YUG}} di fine d’anno (22-3<ref name="ITAPRT">{{Cita news|lingua=en|url=http://www.rugbydata.com/italy/serbiaandmontenegro/gamesplayed|titolo=Italy v. Serbia & Montenegro|pubblicazione=RugbyData|accesso=20 agosto 2008}}</ref>) fu invece valido per la 2ª divisione della [[Coppa delle Nazioni di rugby 1968-1969|Coppa delle Nazioni 1968/69]], che l’Italia vinse per riproporsi nella massima serie per l’edizione successiva; tuttavia, la [[Federazione Italiana Rugby|Federazione]] giunse alla conclusione che, al fine di allargare l’esperienza internazionale dell’Italia, era necessario farla uscire dall’Europa.
Nel [[1970]] fu così organizzato il primo ''tour'' ufficiale azzurro, in [[Madagascar]], capitano Bollesan: furono 2 amichevoli contro i [[Nazionale di rugby a 15 del Madagascar|malgasci]], il 24 e 31 maggio, entrambi vinti<ref name="ITAMGC">{{Cita news|lingua=en|url=http://www.rugbydata.com/italy/madagascar/gamesplayed|titolo=Italy v. Madagascar|pubblicazione=RugbyData|accesso=21 agosto 2008}}</ref>.
Tre anni più tardi l’esperienza fu ripetuta in maniera più estesa: la Nazionale, sempre con Bollesan capitano, si recò in [[Tour della Nazionale di rugby a 15 dell'Italia 1973|''tour'' in Africa meridionale]] ([[Sudafrica]] e [[Zimbabwe|Rhodesia]], come si chiamava allora lo Zimbabwe), per disputare diversi incontri tra cui un ''test match'' internazionale, contro la {{RU|RHO}} a [[Harare|Salisbury]] (sconfitta 4-42<ref>{{Cita news|lingua=en|url=http://www.rugbydata.com/italy/rhodesia/gamesplayed|titolo=Italy v. Rhodesia|pubblicazione=RugbyData|accesso=21 agosto 2008}}</ref>), ma a spiccare fu la vittoria di [[Port Elizabeth]] per 24-4 sui South African Leopards, di fatto la [[Nazionale di rugby a 15 del Sudafrica|Nazionale sudafricana]] ''coloured''.
L’importanza di tale ''tour'', che vide per la prima volta il rugby italiano protagonista di un’affermazione di prestigio in un Paese di lunga tradizione nella disciplina, è riconosciuta tutt’oggi, tanto che quella spedizione è tuttora vista come una pietra miliare del rugby nazionale<ref>{{Cita news|url=http://www.solorugby.org/dondi-saluta-gli-azzurri-del--73-.htm|giorno=13|mese=marzo|anno=2008|titolo=Dondi saluta gli azzurri del ’73|pubblicazione=Solorugby.com|accesso=21 agosto 2008}}</ref>.
<br clear="all" />
=== L’epoca dei tour e la lenta ripresa ===
Nel frattempo, nel rinnovato torneo europeo, rinominato da ''Coppa delle Nazioni'' a ''Coppa FIRA'', l’Italia non era presente, in quanto retrocessa nuovamente nel [[1971]]; non tornò nella massima serie che nel [[1974]].
Affidata al [[galles]]e [[Roy Bish]], primo [[regno Unito|britannico]] dopo John Thomas (C.T. dell’esordio azzurro e per un incontro solo) a guidare la Nazionale, la squadra si classificò terza nel torneo [[Coppa FIRA 1974-1975|1974-75]], mettendo in mostra notevoli progressi nel gioco e nei risultati come il pareggio (3-3) contro la Romania, vincitrice del torneo e capace pochi mesi prima di battere la [[Nazionale di rugby a 15 della Francia|Nazionale maggiore francese]].
{{Vedi anche|Roy Bish}}
Da registrare nel biennio due ''tour'' nel [[Regno Unito]], nel [[1974]] in [[Inghilterra]] (tre sconfitte contro altrettante selezioni di contea) e nel [[1975]] in [[Inghilterra]] e [[Scozia]] (una vittoria e due sconfitte, una delle quali, a [[Newcastle upon Tyne]], contro l’[[Nazionale di rugby a 15 dell'Inghilterra|Inghilterra U-23]] per 13-29<ref name="Rava379">{{Cita|Ravagnani|pag. 379|Ravagnani}}</ref>).
Dopo il secondo posto nella [[Coppa FIRA 1975-1976|Coppa FIRA 1975-76]], conquistato grazie alla vittoria sulla {{RU|ROU}}, alla fine del 1976 vi fu anche un ''match'' (non ufficiale) contro l’{{RU|AUS}} a [[Milano]], che gli Azzurri persero con un soddisfacente 15-16<ref name="Rava379" /><ref>{{cita news | url = http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/action,viewer/Itemid,3/page,0019/articleid,1104_01_1976_0243_0019_15964154/ | titolo = I rugbisti azzurri perdono per un punto | pubblicazione = [[La Stampa]] | giorno = 5 | mese= novembre | anno = 1976 | accesso = 14 ottobre 2011 }}</ref>; tale vittoria sfiorata alimentò speranze, presto vanificate dall’andamento della disastrosa [[Coppa FIRA 1976-1977|Coppa FIRA 1976-77]].
La sconfitta contro il {{RU|MAR}} portò alle dimissioni di Bish e all’affidamento della squadra a [[Isidoro Quaglio]], giocatore internazionale fino alla stagione precedente e tra i protagonisti del ''tour'' del [[1973]].
L’Italia batté la {{RU|POL}} (2 aprile [[1977]], 29-3<ref name="ITAPOL">{{Cita news|lingua=en|url=http://www.rugbydata.com/italy/poland/gamesplayed|titolo=Italy v. Poland|pubblicazione=RugbyData|accesso=21 agosto 2008}}</ref>), ma il 1º maggio successivo fu travolta 0-69 dalla {{RU|ROU}}<ref>{{Cita news|lingua=en|url=http://www.rugbydata.com/italy/romania/gameslost|titolo=Italy v. Romania|pubblicazione=RugbyData|accesso=21 agosto 2008}}</ref>, peggior passivo azzurro per i successivi 22 anni.
La sconfitta provocò anche l’esonero di Quaglio dopo soli due incontri e meno di un mese d’incarico.
<div style="float:left; font-size:90%; width:300px; border:0px; padding:0px; margin-left:5px; margin-right:1em;margin-bottom:0px; text-align:left">
{{finestra|align=left|width=50%|border=1px|col1=#0981E7|col2=white|col3=white|sfondo=|font-size=120%|titolo=I tour della Nazionale|contenuto=
A partire dal [[1970]] la Nazionale italiana ha affrontato diversi ''tour'', a ritmo più o meno triennale e, a partire dall’ingresso nel [[Sei Nazioni]] ([[2000]]), annuale.
Già nel [[1956]] e [[1958]] era uscita fuori dai confini nazionali per due brevi puntate nel [[Regno Unito]], ma si trattava di incontri non ufficiali.
Il primo ''tour'' con un ''test match'' ufficiale fu quello del 1970 in [[Madagascar]].
* [[Il 1970 nel rugby|1970]] - [[Madagascar]]
* [[Tour della Nazionale di rugby a 15 dell'Italia 1973|1973]] - [[Africa|Africa meridionale]]
* [[Tour della Nazionale di rugby a 15 dell'Italia 1975|1975]] - [[Regno Unito|Gran Bretagna]]
* [[Tour della Nazionale di rugby a 15 dell'Italia 1979-1980|1979-80]] - [[Stati Uniti d'America|USA]], [[Polinesia]] e [[Nuova Zelanda]]
* [[Tour della Nazionale di rugby a 15 dell'Italia 1983|1983]] - [[Canada]]
* [[Tour della Nazionale di rugby a 15 dell'Italia 1985|1985]] - [[Zimbabwe]]
* [[Tour della Nazionale di rugby a 15 dell'Italia 1986|1986]] - [[Australia]]
* [[Tour della Nazionale di rugby a 15 dell'Italia 1988-1989|1988-89]] - [[Sudafrica]]
* [[Tour della Nazionale di rugby a 15 dell'Italia 1989|1989]] - [[Argentina]]
* [[Tour della Nazionale di rugby a 15 dell'Italia 1991|1991]] - [[Namibia]]
* [[Tour della Nazionale di rugby a 15 dell'Italia 1994|1994]] - [[Australia]]
* [[Tour della Nazionale di rugby a 15 dell'Italia 1999|1999]] - [[Sudafrica]]
* [[Tour della Nazionale di rugby a 15 dell'Italia 2000|2000]] - [[Samoa]], [[Figi]]
* [[Tour della Nazionale di rugby a 15 dell'Italia 2001|2001]] - [[Africa|Africa meridionale]], [[America meridionale|Sudamerica]]
* [[Tour della Nazionale di rugby a 15 dell'Italia 2002|2002]] - [[Nuova Zelanda]]
* [[Tour della Nazionale di rugby a 15 dell'Italia 2003|2003]] - [[Nuova Zelanda]]
* [[Tour della Nazionale di rugby a 15 dell'Italia 2004|2004]] - [[Romania]], [[Giappone]]
* [[Tour della Nazionale di rugby a 15 dell'Italia 2005|2005]] - [[Argentina]], [[Australia]]
* [[Tour della Nazionale di rugby a 15 dell'Italia 2006|2006]] - [[Giappone]], [[Figi]]
* [[Tour della Nazionale di rugby a 15 dell'Italia 2007|2007]] - [[America meridionale|Sudamerica]]
* [[Tour della Nazionale di rugby a 15 dell'Italia 2008|2008]] - [[Sudafrica]], [[Argentina]]
* [[Tour della Nazionale di rugby a 15 dell'Italia 2009|2009]] - [[Australasia]]
* [[Tour della Nazionale di rugby a 15 dell'Italia 2010|2010]] - [[Sudafrica]]
* [[Tour della Nazionale di rugby a 15 dell'Italia 2012|2012]] - [[America|Americhe]]`
* [[Tour della Nazionale di rugby a 15 dell'Italia 2013|2013]] - [[Sudafrica]]
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[[File:Rugby Pierre Villepreux.jpg|upright=0.7|thumb|[[Pierre Villepreux]], C.T. dal [[1978]] al [[1981]] ]]
Fu, quello, il periodo in cui i club del campionato italiano iniziarono a ingaggiare rugbisti da altre federazioni, talora oriundi, più spesso veri e propri stranieri: una Nazionale, ribattezzata ''XV del Presidente'', formata da 12 italiani e 3 stranieri militanti in [[campionato di Eccellenza di rugby a 15|serie A]] (i [[sudafrica]]ni [[Dirk Naudè]] e Nelson Babrow e il [[francia|francese]] [[Guy Pardiès]]), incontrò a fine [[1977]], a [[Padova]], un XV della {{RU|NZL}} per un incontro senza valenza di ''test match'', ma comunque incoraggiante per le ridotte dimensioni della sconfitta (9-15)<ref>{{Cita news|url=http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/action,viewer/Itemid,3/page,0017/articleid,1097_01_1977_0242_0017_20800919/|titolo=Che rugby con gli All Blacks tra canti maori e tanta classe|autore=Carlo Coscia|pubblicazione=La Stampa|giorno=23|mese=ottobre|anno= 1977|accesso=21 maggio 2011}}</ref>; nel [[1978]] la Nazionale fu affidata a un giovane tecnico all’epoca trentacinquenne, il [[francia|francese]] [[Pierre Villepreux]], che il 24 ottobre esordì sulla panchina azzurra a [[Rovigo]] guidando la squadra a una convincente vittoria per 19-6 contro l’{{RU|ARG}}<ref name="ITAARG">{{Cita news|lingua=en|url=http://www.rugbydata.com/italy/argentina/gamesplayed|titolo=Italy v. Argentina|pubblicazione=RugbyData|accesso=25 agosto 2008}}</ref>. Tra i risultati da segnalare di quel periodo anche il pareggio di [[Brescia]] per 6-6 contro l’{{RU|ENG}} U-23<ref name="Rava379" /> (16 maggio [[1979]]) e la sconfitta per 12-18 contro il XV nazionale neozelandese (ribattezzato ''All Blacks'') in un match senza valenza di ''test'' disputato sempre a Rovigo il 28 novembre [[1979]]<ref name="Rava379" /> per il quale l’interesse fu tale che a pochi minuti dall’inizio dell’incontro si decise di ammettere allo stadio anche gli spettatori senza biglietto, che si assieparono a bordo campo dietro ai cartelloni pubblicitari<ref>{{cita news|url=http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/action,viewer/Itemid,3/page,0036/articleid,1461_02_1979_0317_0036_20755696/|titolo=L’Italia fa vedere nero agli “All Black”|autore=Cristiano Chiavegato|giorno=29|mese=novembre|anno=1979|accesso=11 settembre 2011|pubblicazione=[[Stampa Sera]]}}</ref>.
[[File:Rugby Italia - All Blacks XV 1979.jpg|thumb|L'incontro di Rovigo del 1979 contro gli All Blacks perso 12-18]]
Villepreux guidò nel [[1980]] anche un ''tour'' in [[Oceania]] e [[America settentrionale|Nord America]]; i ''test match'' disputati furono solo due, a [[Suva]] contro {{RU|FJI}} (sconfitta 3-16)<ref name="ITAFJI">{{Cita news|lingua=en|url=http://www.rugbydata.com/italy/fiji/gamesplayed|titolo=Italy v. Fiji|pubblicazione=RugbyData|accesso=25 agosto 2008}}</ref> e ad [[Avarua]] contro le {{RU|COK}} (sconfitta 6-15<ref name="ITACOK">{{Cita news|lingua=en|url=http://www.rugbydata.com/italy/cookislands/gamesplayed|titolo=Italy v. Cook Islands|pubblicazione=RugbyData|accesso=25 agosto 2008}}</ref>), ma tra i due ''test'' vi fu un ben più rilevante incontro, sebbene non ufficiale, contro la [[Junior All Blacks|Nuova Zelanda Junior]], perso ad [[Auckland]] per 13-30<ref name="Rava379" />.
Un nuovo ''tour'' senza ''test match'', fu organizzato nel [[Il 1981 nel rugby#La Nazionale Italiana|1981]] in [[Australia]]: nove incontri, di cui sette vinti e due persi, uno contro la selezione del [[Queensland]], l’altro contro la squadra oggi nota come [[Brumbies]].
Il contratto di Villepreux giunse a scadenza e la squadra passò alla coppia Pulli - Paladini, che esordirono in [[Coppa FIRA 1981-1982|Coppa FIRA 1981/82]] con un pareggio 12-12 a [[Mosca (Russia)|Mosca]] contro l’{{RU|SUN}}<ref name="ITASUN">{{Cita news|lingua=en|url=http://www.rugbydata.com/italy/sovietunion/gamesplayed|titolo=Italy v. Soviet Union|pubblicazione=RugbyData|accesso=27 agosto 2008}}</ref>, per proseguire con una netta vittoria sulla {{RU|FRG}}<ref name="ITAFRG" /> e una, altrettanto convincente, contro la {{RU|ROU}}<ref name="ITAROU" />.
L’Italia perse per l’ennesima volta contro la [[Nazionale di rugby a 15 della Francia|Francia A]], ma si assicurò comunque il secondo posto finale.
Nell’edizione [[Coppa FIRA 1982-1983|successiva]], l’Italia riuscì addirittura a classificarsi davanti agli eterni rivali francesi: fu infatti seconda con tre vittorie, un pareggio (per 6-6 a [[Rovigo]] contro la squadra A francese, che ormai da 16 anni non concedeva più agli Azzurri il ''test match'') e una sconfitta, contro la {{RU|ROU}}. La Coppa [[Coppa FIRA 1983-1984|1983/84]], invece, vide l’Italia piazzarsi terza per differenza punti nei confronti della {{RU|ROU}} (tre vittorie e due sconfitte ciascuna).
Quello a cavallo degli [[anni 1970|anni settanta]] e [[anni 1980|ottanta]] fu uno dei periodi migliori, per risultati e crescita complessiva a livello internazionale, del primo mezzo secolo di vita della Nazionale: a coronamento di tali progressi vi fu il primo incontro ufficiale con una Nazionale dell’[[International Rugby Board]]: fu a [[Rovigo]], al “[[Stadio Mario Battaglini|Battaglini]]”, che il 22 ottobre [[1983]] l’{{RU|AUS}} scese in campo contro gli Azzurri.
L’incontro terminò 29-7<ref name="ITAAUS">{{Cita news|lingua=en|url=http://www.rugbydata.com/italy/australia/gamesplayed|titolo=Italy v. Australia|pubblicazione=RugbyData|accesso=27 agosto 2008}}</ref> per gli ''Wallabies'', con 5 mete contro una (di [[Gianni Zanon|Zanon]], cui si affiancò nello ''score'' [[Stefano Bettarello]] che trasformò un calcio piazzato), ma al di là della sconfitta tale partita ha tuttora il valore, per il rugby italiano, di primo passo mosso verso l’ingresso nel club delle grandi Nazionali dell’IRB<ref name="Rava223">{{Cita|Ravagnani|pag. 223|Ravagnani}}</ref>.
=== L’era della Coppa del Mondo ===
Il 22 marzo [[1985]] a [[Parigi]] l’[[International Rugby Board]], per contrastare il rischio, ventilato da un imprenditore televisivo [[australia]]no, della nascita di una competizione internazionale (professionistica) parallela all’attività ufficiale (dilettantistica)<ref name="Rava231">{{Cita|Ravagnani|pag. 231|Ravagnani}}</ref>, decise di istituire un banco di prova comune per tutte le Nazionali, al fine di stabilire una graduatoria che andasse al di là dei risultati dei singoli ''tour'' stagionali.
Nacque così la [[Coppa del Mondo di rugby]], inizialmente pensata come manifestazione riservata alle sole Federazioni iscritte all’[[International Rugby Board|IRB]] ma che, in fase di votazione istitutiva, fu allargata alle Nazioni emergenti per iniziativa del presidente della [[Federazione di rugby a 15 della Francia|FFR]] Albert Ferrasse, che a tale apertura subordinò il suo voto favorevole alla nascita della competizione<ref>{{Cita news|lingua=en|url=http://www.nzhistory.net.nz/culture/1987-ruby-world-cup/road-to-eden-park|titolo=Organising the tournament - 1987 Rugby World Cup|pubblicazione=New Zealand History Online|accesso=17 settembre 2008}}</ref>.
L’Italia (per la quale detto allargamento fu ininfluente, in quanto presente nel nucleo iniziale di 8 Federazioni invitate alla prima edizione<ref name="Rava231" />) intensificò la sua attività internazionale di alto livello: oramai la presenza di una competizione ufficiale di portata mondiale costituiva un appuntamento ineludibile per chiunque, sia per le Nazionali dell’IRB (le quattro britanniche, l’{{RU|AUS}}, la {{RU|NZL}} e la {{RU|FRA}}, nel frattempo entrata nel [[1978]]) che per coloro che aspiravano a entrarvi. La stessa Italia era ormai in procinto di aderire all’IRB, organismo nel quale fu ammessa ufficialmente dal [[1987]] e, dal [[1991]], anche con diritto di voto.
L’organizzazione della prima edizione della Coppa del Mondo, programmata per il [[Coppa del Mondo di rugby 1987|1987]], fu assegnata congiuntamente all’[[Australia]] e alla [[Nuova Zelanda]], ovverosia le due Federazioni più interessate dal rischio-emorragia.
{{vedi anche|Coppa del Mondo di rugby}}
[[File:Rugby Italia - Romania 1985.jpg|[[L'Aquila]], Italia - {{RU|ROU}} 19-3, [[Coppa FIRA 1985-1987|Coppa FIRA 1985-87]]|upright=1.4|left|thumb]]
Dopo la votazione di [[Parigi]] fu la [[federazione di rugby a 15 dell'Inghilterra|Rugby Football Union]] la prima Federazione a organizzare un incontro con gli Azzurri, sebbene non ancora in un ''test match''.
Tornata nel prestigioso [[stadio di Twickenham]] dopo 29 anni, l’Italia perse 9-21 contro l’Inghilterra B; in seguito, in giugno, la squadra sostenne due ''test'' contro lo {{RU|ZWE}} riportando altrettante vittorie, per 25-6 a [[Bulawayo]]<ref name="ITAZIM">{{Cita news|lingua=en|url=http://www.rugbydata.com/italy/zimbabwe/gamesplayed|titolo=Italy v. Zimbabwe|pubblicazione=RugbyData|accesso=28 agosto 2008}}</ref> e per 12-10 una settimana più tardi ad [[Harare]]<ref name="ITAZIM" />.
Il 10 maggio [[1986]], a [[Roma]], l’Italia ricambiò l’ospitalità degli inglesi, anche in tale occasione per un ''match'' senza valore di ''test''.
Il risultato fu però di rilievo, un pareggio 15-15 che rimane tuttora il migliore contro una selezione internazionale dell’[[Inghilterra]].
Il 1º giugno successivo, in ''tour'' a [[Brisbane]] per ricambiare la visita degli [[australia]]ni, l’Italia perse dagli ''Wallabies'' per 18-39.
Per i successivi 12 mesi quello fu l’ultimo ''test match'' di alto livello, visto che, nelle more della Coppa del Mondo, vi era la partecipazione alla Coppa FIRA da onorare.
Il 22 maggio [[1987]] è una data storica per il rugby e, a suo modo, anche per l’Italia: si tratta infatti del giorno dell’incontro inaugurale della prima [[Coppa del Mondo di rugby]], e a disputarlo fu proprio la Nazionale azzurra, guidata dalla panchina da [[Marco Bollesan]], opposta ad [[Auckland]] ai padroni di casa [[Nazionale di rugby a 15 della Nuova Zelanda|neozelandesi]] in quello che fu visto subito come un incontro proibitivo: come da previsione, infatti, gli ''[[Nazionale di rugby a 15 della Nuova Zelanda|All Blacks]]'' vinsero, e largamente, imponendosi 70-6; sebbene il rugby italiano fosse in crescita, il divario con le migliori Nazionali del mondo era ancora grande, e i dettagli del punteggio servono a mostrare la differenza di prestazioni: a fronte del calcio piazzato e del ''drop'' messi a segno dall’Italia, gli ''All Blacks'' marcarono 12 mete (all’epoca valevoli ancora 4 punti ciascuna<ref>Calcolati con il sistema attuale i punti neozelandesi sono 82.</ref>) di cui 8 trasformate, e due calci piazzati<ref>{{Cita news|lingua=en|url=http://www.rugbydata.com/newzealand/italy/game/1987/05/22|titolo=New Zealand v. Italy 70-6|pubblicazione=RugbyData|accesso=28 agosto 2008}}</ref>.
[[File:Stefano Bettarello.jpg|upright=0.7|thumb|[[Stefano Bettarello]] fu il primo [[Barbarian Football Club|Barbarian]] italiano ([[1987]])]]L’Italia compromise buona parte delle sue ''chance'' di qualificazione ai quarti di finale a causa di un’ulteriore sconfitta (16-25) contro l’{{RU|ARG}}, maturata al termine di un incontro sostanzialmente pari nell’andamento del gioco alla mano (due mete, di cui una trasformata, per parte) ma in cui i sudamericani prevalsero in quello al piede (cinque calci piazzati contro due italiani)<ref>{{Cita news|lingua=en|url=http://www.rugbydata.com/argentina/italy/game/1987/05/28|titolo=Argentina v. Italy 25-16|pubblicazione=RugbyData|accesso=28 agosto 2008}}</ref>: l’ultimo incontro con {{RU|FJI}} fu vinto per 18-15<ref name="ITAFJI" /> ma, a causa del quoziente mete sfavorevole rispetto alla selezione oceanica, quest’ultima, a pari punti di Italia e Argentina, si qualificò a scapito di queste.
Bollesan lasciò la panchina azzurra a fine [[1988]] e fu sostituito da Loreto Cucchiarelli, il cui interregno durò solo sette incontri, ma caratterizzato da tre ''test match'' importanti: una sconfitta contro l’{{RU|AUS}} a [[Roma]] il 3 dicembre, poi il 31 dicembre successivo, a [[Dublino]], il primo incontro ufficiale contro una Nazionale delle [[Arcipelago Britannico|Isole Britanniche]], l’{{RU|IRL}} (sconfitta per 15-31, con 5 mete a 1 per gli irlandesi<ref name="ITAIRL2">{{Cita news|lingua=en|url=http://www.rugbydata.com/italy/ireland/gamesplayed/2|titolo=Italy v. Ireland|pubblicazione=RugbyData|accesso=28 agosto 2008}}</ref>) e un’ulteriore sconfitta a [[Buenos Aires]] per 16-21 il 24 giugno [[1989]] contro l’{{RU|ARG}}, incontro ancora una volta sostanzialmente pareggiato alla mano ma perso al piede (una meta e quattro piazzati azzurri contro una meta trasformata e cinque piazzati dei ''Pumas'')<ref name="ITAARG" />.
A ulteriore dimostrazione della crescita del movimento rugbistico e del rispetto acquisito anche in ambito internazionale, figura la chiamata dei [[Barbarian Football Club|Barbarians]], il prestigioso club inglese a inviti, al primo italiano: fu [[Stefano Bettarello]] (n. [[1958]]) che, nei ''tour'' [[pasqua]]li [[1987]] e [[1988]], fu schierato in totale 4 volte, marcando 43 punti.
Per 9 anni Bettarello rimase l’unico azzurro a essere invitato dal club a maglie bianconere.
Da quel momento l’attività internazionale dell’Italia, al pari di quella delle altre federazioni di vertice, fu rimodulata in funzione della cadenza quadriennale della Coppa del Mondo e, dal punto di vista tecnico, dalla necessità di intensificare i confronti con le squadre più rappresentative dell’International Rugby Board. La {{RWC|1991}} che si tenne in [[Inghilterra]] vide una Nazionale, guidata dal [[francia|francese]] [[Bertrand Fourcade]], opposta nel primo turno a {{RU|USA}}, {{RU|ENG}} (per il primo ''test match'' ufficiale tra le due Nazionali) e {{RU|NZL}}; vinto il primo incontro per 30-9, gli Azzurri persero secondo pronostico gli altri due, per 6-36 contro l’{{RU|ENG}} e con un più che onorevole 21-31 contro la {{RU|NZL}}; si tratta tuttora del miglior passivo italiano contro gli ''All Blacks''<ref name="ITANZL">{{Cita news|lingua=en|url=http://www.rugbydata.com/newzealand/italy/gamesplayed|titolo=Italy v. New Zealand|pubblicazione=RugbyData|accesso=29 agosto 2008}}</ref>.
=== Georges Coste e la conquista dell’Europa ===
Dopo Fourcade, fu il turno di un altro francese, [[Georges Coste]], il quale si propose di continuare sulla strada tecnica impostata dal suo predecessore, in particolare per quanto riguardava il gioco dei tre quarti, ancora non al livello delle prime linee.
Furono quattro le vittorie iniziali del neotecnico, tutte in [[Coppa FIRA 1992-1994|Coppa FIRA 1992/94]], di cui una di prestigio assoluto: l’11 novembre [[1993]], a [[Treviso]], l’Italia batté 16-9 la [[Nazionale di rugby a 15 della Francia|Francia A1]].
Sebbene non ancora ''test match'', il segnale fu forte, anche perché gli Azzurri terminarono il campionato europeo a pari punti dei transalpini, i quali prevalsero solo per la differenza punti marcati / subìti.
L’estate del [[1994]] vide la squadra in ''tour'' in [[Australia]]: due sconfitte che comunque segnarono un passo avanti essendo giunte con scarti ridotti in rapporto al valore dell’avversaria: la prima di misura a [[Brisbane]] per 20-23 con due mete a una per gli ''Wallabies''<ref name="ITAAUS" /> e la seconda a [[Melbourne]] per 7-20 con una meta per parte e cinque piazzati australiani a due<ref name="ITAAUS" />.
Il 12 ottobre successivo giunse anche il primo ''test match'' contro un’altra del Cinque Nazioni, il {{RU|WAL}}: a [[Cardiff]] i britannici vinsero 29-19<ref name="ITAWAL">{{Cita news|lingua=en|url=http://www.rugbydata.com/italy/wales/gamesplayed|titolo=Italy v. Wales|pubblicazione=RugbyData|accesso=29 agosto 2008}}</ref>.
I progressi derivanti dal disputare incontri d’alto livello furono evidenti: a [[Treviso]], il 6 maggio [[1995]], l’Italia sconfisse per la prima volta in un ''test match'' una Nazionale storica delle [[Arcipelago Britannico|Isole Britanniche]], l’{{RU|IRL rugby}}, per 22-12<ref name="ITAIRL">{{Cita news|lingua=en|url=http://www.rugbydata.com/italy/ireland/gamesplayed|titolo=Italy v. Ireland|pubblicazione=RugbyData|accesso=29 agosto 2008}}</ref>.
La {{RWC|1995}} in [[Sudafrica]], lì organizzata per celebrare il rientro nella comunità internazionale di quel Paese a seguito del superamento dell’''[[apartheid]]'', vide di nuovo l’Italia eliminata al primo turno, con una sconfitta preventivabile contro l’{{RU|ENG}}, anche se per 20-27, e una contro una squadra alla portata degli Azzurri, {{RU|WSM}} che, nell’incontro d’esordio, vinse 42-18 rendendo così vana la successiva vittoria di prestigio contro l’{{RU|ARG}} nell’ultima gara del girone.
Se il cammino d’avvicinamento alle migliori squadre europee procedeva, sia pur lentamente, il divario con l’Emisfero Sud era ancora notevole: nell’autunno del [[1995]] la {{RU|NZL}}, al “[[Stadio Renato Dall'Ara|Dall’Ara]]” di [[Bologna]], passò 70-6 sopra l’Italia, marcando 10 mete (a zero) con nove giocatori diversi; tuttavia, poche settimane dopo, allo [[Stadio Olimpico di Roma]], il {{RU|ZAF}} neo-campione del mondo, nel primo ''test match'' ufficiale concesso agli Azzurri, vinse 40-21, marcando solo una meta in più degli italiani (3 contro 2).
Alla fine del [[1995]] l’Italia aveva così incontrato almeno una volta tutte le squadre del [[Tri Nations]] (senza vittorie) e quattro del [[Sei Nazioni|Cinque Nazioni]], con una vittoria.
Solo la {{RU|SCO}} - che peraltro perse a [[Rieti]] a inizio [[1996]] un incontro che non figura nell’elenco dei ''test match'' perché la squadra britannica si presentò come Scozia B - ancora non aveva incontrato ufficialmente gli Azzurri.
Il primo ''test'' del [[1996]] fu a [[Cardiff]]: i gallesi conducevano 28-3 a metà gara, ma un parziale azzurro di 23-3 in venticinque minuti del secondo tempo portò il risultato a 31-26, punteggio che costituì la base per iniziare a parlare seriamente, per l’Italia, di ammissione al Cinque Nazioni, cosa perfino impensabile solo un quinquennio prima<ref name="Rava361">{{Cita|Ravagnani|pag. 361|Ravagnani}}</ref>.
<div style="float:right; font-size:90%; width:300px; border:0px; padding:0px; margin-left:1em; margin-right:5px;margin-bottom:0px; text-align:left">
{{finestra|align=left|width=50%|border=1px|col1=#0981E7|col2=white|col3=white|sfondo=|font-size=120%|titolo=La Coppa Europa 1997|contenuto=
[[Grenoble]], [[Stadio Lesdiguières]], 22 marzo [[1997]]
'''[[Nazionale di rugby a 15 della Francia|FRANCIA]] - ITALIA 32-40'''
'''Marcatori''': 5’ Francescato mt. (tr. Domínguez); 14’ mt. tecn. Francia (tr. Aucagne), 17’, 30’, 62’ e 68’ Domínguez c.p.; 20’, 24’ Aucagne c.p.; 34’ Gardner mt. (tr. Domínguez); 52’ e 82’ Bondouy mt. (2 tr. Aucagne); 56’ Croci mt. (tr. Domínguez); 74’ Vaccari mt. (tr. Domínguez); 79’ Sadourny mt.
'''FRANCIA''': [[Jean-Luc Sadourny|Sadourny]], [[Stéphane Ougier|Ougier]], [[Yann Delaigue|Delaigue]], [[Pierre Bondouy|Bondouy]], [[Philippe Saint-André|Saint-André]], [[David Aucagne|Aucagne]], [[Guy Accoceberry|Accoceberry]], [[Arnaud Costes|Costes]], [[Fabien Pelous|Pelous]], [[Philippe Benetton|Benetton]], [[Hugues Miorin|Miorin]] ([[Serge Betsen|Betsen]]), [[Olivier Merle|Merle]], [[Franck Tournaire|Tournaire]], [[Marc Dal Maso|Dal Maso]] ([[Raphaël Ibañez|Ibañez]]), [[Marc de Rougemont|de Rougemont]].<br />Allenatore: [[Jean-Claude Skrela]].
'''ITALIA''': [[Javier Pértile|Pértile]]; [[Paolo Vaccari|Vaccari]], [[Stefano Bordon|Bordon]], [[Ivan Francescato|I. Francescato]] (24’ [[Francesco Mazzariol|Mazzariol]]), [[Marcello Cuttitta]]; [[Diego Domínguez|Domínguez]], [[Alessandro Troncon|Troncon]] (39’ e 42’ [[Gianluca Guidi (rugbista)|Guidi]]); [[Julian Gardner|Gardner]], [[Massimo Giovanelli|Giovanelli]], [[Andrea Sgorlon|Sgorlon]]; [[Walter Cristofoletto|Cristofoletto]], [[Giambattista Croci|Croci]]; [[Franco Properzi|Properzi]], [[Carlo Orlandi|Orlandi]], [[Massimo Cuttitta]].<br />Allenatore: [[Georges Coste]].
Arbitro: {{Bandiera|IRL rugby}} McHugh
}}
</div>
Il [[1996]] fu un anno importante per il rugby mondiale: l’[[International Rugby Board]], infatti, in agosto aprì la strada al professionismo nella disciplina che, fino ad allora, era vissuta su alcuni equivoci circa i rimborsi-spese dei giocatori e forme più o meno occulte di pagamento; la FIRA smise di essere l’associazione di fatto alternativa all’IRB per divenirne la filiale europea, e così tutte le organizzazioni continentali di categoria; presidente della federazione italiana fu eletto [[Giancarlo Dondi]] che, come primo passo per rilanciare il ruolo del rugby italiano e della Nazionale, iniziò a porre in sede internazionale la questione della presenza permanente dell’Italia in un torneo di alto livello, segnatamente il Cinque Nazioni<ref name="Rava306" /><ref name="Zupo">F. Zupo. ''Inseguendo il paradiso del rugby''.</ref>.
A rafforzare la sua posizione, i risultati che stavano giungendo nel corso dell’anno: in testa a punteggio pieno nel proprio girone della [[Coppa FIRA 1995-1997|Coppa FIRA 1995/97]], competizione che agli Azzurri andava sempre più stretta, tanto da spingere la Federazione a comportarsi come la {{RU|FRA}} e inviare la Squadra Emergenti a battere 107-19 la {{RU|POL}}, oramai l’Italia (come peraltro la Francia, la quale tuttavia era impegnata sia nel Cinque Nazioni che nella Coppa FIRA), orientata ai grandi tornei come la [[Coppa del Mondo di rugby|Coppa del Mondo]], necessitava di confrontarsi con le Nazioni più abituate a competere ad alti livelli.
Esaurita la formalità della Coppa FIRA (64-3 al {{RU|PRT}}) e in attesa della finale, il [[1996]] dell’Italia fu denso di appuntamenti di rilievo.
Detto del Galles, il resto della stagione azzurra vide solo avversari di spessore: di nuovo il {{RU|WAL}} il 5 ottobre allo Stadio Olimpico di [[Roma]] (sconfitta 22-31<ref name="ITAWAL" />), sconfitta anche a Padova 18-40 contro un’{{RU|AUS}} forte di suo, ma alla quale il pessimo arbitraggio dello [[Stati Uniti d'America|statunitense]] Sorenson, verosimilmente non abituato a incontri di un certo livello<ref name="Rava363">{{Cita|Ravagnani|pag. 363|Ravagnani}}</ref>, diede vantaggi non richiesti e non necessari; sconfitta 21-54 anche a [[Stadio di Twickenham|Twickenham]] contro l’{{RU|ENG}}<ref name="ITAENG">{{Cita news|lingua=en|url=http://www.rugbydata.com/italy/england/gamesplayed|titolo=Italy v. England|pubblicazione=RugbyData|accesso=29 agosto 2008}}</ref> ed esordio, infine, a [[Stadio di Murrayfield|Murrayfield]] per un 22-29 subìto a opera della {{RU|SCO}}, Nazionale che completava il quadro delle avversarie di alto livello incontrate dagli Azzurri in almeno un ''test match''.
<div style="float:left; font-size:90%; width:325px; border:0px; padding:0px; margin-left:5px; margin-right:1em;margin-bottom:0px; text-align:left">
{{finestra|align=left|width=50%|border=1px|col1=#0981E7|col2=white|col3=white|sfondo=|font-size=120%|titolo=Le famiglie in azzurro|contenuto=
Il [[rugby a 15|rugby XV]] vanta circa 3 milioni di praticanti in tutto il mondo, una cifra relativamente esigua in relazione ad altri sport<ref name="Rava375">{{Cita|Ravagnani|pag. 375|Ravagnani}}</ref>; in ragione di ciò succede spesso che la passione rugbistica coinvolga più membri della stessa famiglia, oppure si tramandi per generazioni.
Se è vero un po’ dovunque (in [[Francia]] vi sono gli esempi di [[Jean-Claude Skrela]], ex rugbista e allenatore, e di suo figlio [[David Skrela|David]], attuale Nazionale francese, in [[Inghilterra]] i fratelli [[Rory Underwood|Rory]] e [[Tony Underwood]], oppure [[Dick Greenwood|Dick]] e [[Will Greenwood]], padre e figlio), in [[Italia]] vi sono state in passato, e tuttora vi sono, numerosi giocatori appartenenti alla stessa famiglia.
I fratelli Vinci, di [[Roma]] (Piero, Paolo, [[Francesco Vinci|Francesco]] ed Eugenio), disputarono l’incontro d’esordio della Nazionale a [[Barcellona]] nel [[1929]]; più avanti, i fratelli Battaglini: Francesco e [[Mario Battaglini|Mario “Maci”]], i fratelli Bettarello, [[Ottorino Bettarello|Ottorino]] e [[Romano Bettarello|Romano]], quest’ultimo padre di [[Stefano Bettarello|Stefano]], il primo azzurro a vestire la maglia dei [[Barbarian Football Club|Barbarians]].
Ancora, da nord a sud: in Veneto i Checchinato, Giancarlo (padre) e [[Carlo Checchinato|Carlo]] (figlio), a [[Roma]] Pierluigi (padre) e [[Valerio Bernabò]] (figlio), a [[Napoli]] [[Elio Fusco]] e suo figlio [[Alessandro Fusco|Alessandro]].
Tra i vari fratelli presenti contemporaneamente in Nazionale hanno figurato anche tre coppie di gemelli: si tratta dei Romano, Pietro e Guido, i Fedrigo, Adriano e Paolo e, più recentemente, i gemelli Cuttitta, [[Massimo Cuttitta|Massimo]] e [[Marcello Cuttitta|Marcello]].
La famiglia più numerosa del rugby italiano recente è sicuramente quella dei Francescato, con quattro fratelli, tutti internazionali: [[Bruno Francescato|Bruno]], [[Nello Francescato|Luigi, detto Nello]], [[Rino Francescato|Rino]] e il più giovane, [[Ivan Francescato|Ivan]], morto nel [[1999]] a soli 32 anni.
A titolo statistico, nel primo incontro della [[Coppa del Mondo di rugby|Coppa del Mondo]] tra {{RU|NZL}} e Italia scesero in campo due coppie di gemelli: i citati Massimo e Marcello Cuttitta per l’Italia, e [[Alan Whetton|Alan]] e [[Gary Whetton]] per gli ''All Blacks''.
Attualmente la famiglia più famosa in azzurro è quella dei fratelli Bergamasco, [[Mauro Bergamasco|Mauro]] e [[Mirco Bergamasco|Mirco]], a loro volta figli di [[Arturo Bergamasco|Arturo]], 4 volte Nazionale negli [[anni 1970|anni settanta]].
Infine, con la crescente diffusione della disciplina anche tra le ragazze, il rugby non viene più tramandato solo per via maschile. È il caso per esempio degli [[L'Aquila|aquilani]] Cucchiella: il padre, [[Giancarlo Cucchiella|Giancarlo]], 25 incontri in Nazionale e la partecipazione alla {{RWC|1987}}; sua figlia [[Elisa Cucchiella|Elisa]], [[pilone (rugby)|pilone]] con 20 presenze nella Nazionale femminile.
Da notare anche la nascita di coppie di rugbisti: per esempio, [[Elisa Facchini]], 29 presenze a tutto il [[2008]] e mediano di mischia delle Red Panthers di [[Treviso]], è moglie dell’ex nazionale [[Matteo Mazzantini]], azzurro alla {{RWC|2003}}.}}
</div>Il [[1997]] fu l’anno in cui l’Italia iniziò il raccolto di tutto quanto era stato seminato nei dieci anni precedenti: nel primo ''test match'' di stagione, il 4 gennaio, gli Azzurri si recarono al [[Lansdowne Road]] di [[Dublino]] a battere l’{{RU|IRL rugby}} 37-29, punteggio che descrive solo in parte l’andamento del gioco sul campo: l’Italia mise a terra quattro mete contro solo una degli irlandesi, i quali ridussero il passivo con 8 calci piazzati; eroe di giornata fu [[Diego Domínguez]], autore di 22 punti (una meta, quattro trasformazioni e tre piazzati); gli altri uomini ad andare a meta furono [[Paolo Vaccari]] (2) e [[Massimo Cuttitta]] (1).
Giunse poi il giorno della finale della Coppa Europa, da disputarsi tra Italia e {{RU|FRA}}, che avevano vinto a punteggio pieno i loro rispettivi gironi, nei quali in totale le squadre maggiori erano state schierate tre volte (due volte l’Italia, lasciando gli altri due incontri agli Emergenti e alla [[Nazionale A di rugby XV dell'Italia|Nazionale A]], addirittura una sola la Francia, che in due occasioni mandò la Militare e in un’altra la squadra B).
A guidare la {{RU|FRA}} era [[Jean-Claude Skrela]], assistito dall’ex C.T. azzurro [[Pierre Villepreux|Villepreux]]: il presidente della FFR, [[Bernard Lapasset]], per via di una promessa fatta tempo prima a [[Giancarlo Dondi|Dondi]], concesse per il ''match'' la squadra migliore, quella che aveva appena vinto il [[Cinque Nazioni 1997]] con il [[Grande Slam (rugby XV)|Grande Slam]], e lo riconobbe come ''test'' ufficiale<ref name="Rava363" />.
Per il gioco dell’alternanza delle sedi, quell’anno l’incontro si tenne in casa dei francesi: dopo aver giocato ad [[Auckland]], a [[Brisbane]] e a [[Melbourne]], all’Arms Park di [[Cardiff]], al [[Stadio di Murrayfield|Murrayfield]] di [[Edimburgo]], al [[Lansdowne Road]] e perfino a [[Stadio di Twickenham|Twickenham]], l’Italia era ancora una volta tenuta fuori dal [[Parco dei Principi]] di [[Parigi]], lo stadio dove la {{RU|FRA}} disputava gli incontri del Cinque Nazioni; la sede scelta fu lo [[stadio Lesdiguières]] di [[Grenoble]].
Il 22 marzo [[1997]] si tenne l’ultimo atto della Coppa FIRA, e l’Italia, andando contro pronostico, si impose con un 40-32 che a sei minuti dalla fine era ancora un 40-20<ref name="coppafira97" />, frutto di quattro mete di quattro marcatori diversi: [[Ivan Francescato]], [[Paolo Vaccari]], [[Julian Gardner]] e [[Giambattista Croci]].
Il piede di [[Diego Domínguez]] fece il resto, trasformando tra i pali tutte le mete e mettendo a segno anche quattro calci piazzati.
La meta di Croci, frutto di un lavoro di squadra che coinvolse numerosi giocatori, è rimasta nella storia recente del rugby italiano come il momento di svolta di tutto il movimento: se il giornalista sportivo Alfio Caruso aveva definito, anni prima, il mondo del rugby italiano come una “parrocchia”, a sottintenderne il carattere élitario e tutto sommato localistico<ref name="Rava332">{{Cita|Ravagnani|pag. 332|Ravagnani}}</ref>, anni dopo, nel [[2005]], il giocatore marchigiano, nella vita di tutti i giorni funzionario di banca, si vide attribuire dal giornalista di ''[[la Repubblica|Repubblica]]'' Corrado Sannucci il titolo di autore «[…] della meta più bella del rugby italiano […] ma […] anche la più importante perché è quella che ha strappato il rugby italiano dalle parrocchie per consegnarlo alla BBC»<ref>{{cita news|url=http://amicaamaca.splinder.com/archive/2006-01|pubblicazione=[[la Repubblica]]|giorno=10|mese=aprile|anno=2005|accesso=19 agosto 2008|titolo=Momenti di gloria|autore=Corrado Sannucci}}</ref>.
Sulla scia del successo in Coppa Europa, anche a livello internazionale ci si accorse dei rugbisti italiani: [[Massimo Cuttitta]], dieci anni dopo il precursore Bettarello, fu invitato nei [[Barbarian Football Club|Barbarians]]; già l’anno precedente due azzurri erano stati chiamati dal prestigioso club inglese, ma si trattava di [[Julian Gardner]] e [[Mark Giacheri]], rispettivamente un naturalizzato e un oriundo australiano.
Insieme a Cuttitta furono chiamati anche [[Diego Domínguez]], [[Alessandro Troncon]] e [[Paolo Vaccari]]; l’anno successivo toccò anche al gemello di Massimo, [[Marcello Cuttitta]], poi a [[Luca Martin]] e [[Massimo Giovanelli]].
Anche i club dei vari campionati esteri misero gli occhi sui giocatori italiani; se è vero che già a partire dagli [[anni 1950|anni cinquanta]] vi erano atleti italiani impegnati in [[Francia]] ([[Mario Battaglini]] al [[Rugby club toulonnais|Tolone]], [[Francesco Zani]] all’[[Sporting Union Agen Lot-et-Garonne|Agen]] e [[Sergio Lanfranchi]] al [[Football club de Grenoble rugby|Grenoble]] per 15 anni dal [[1946]] al [[1961]] e [[Isidoro Quaglio]] al [[Club Sportif Bourgoin-Jallieu Rugby|Bourgoin-Jailleu]] per una stagione), la rarità di casi poteva essere vista fino ad allora come l’eccezione di un rugby generalmente ritenuto non adatto all’esportazione<ref name="Rava364">{{Cita|Ravagnani|pag. 364|Ravagnani}}</ref>; invece, solo per rimanere al [[1997]], [[Diego Domínguez|Domínguez]] lasciò l’[[Amatori Rugby Milano|Amatori Milano]] per andare nello [[Stade français CASG Paris|Stade Français]] fino a fine carriera; [[Massimo Cuttitta]] fu ingaggiato dai [[londra|londinesi]] [[Harlequin Football Club|Harlequins]]; [[Cristian Stoica]] e, poco dopo, anche [[Massimo Giovanelli]], al [[Racing Club de Narbonne Méditerranée|Narbona]]; [[Orazio Arancio]] e [[Stefano Bordon]] al [[Rugby club toulonnais|Tolone]].
Nei test di fine [[1997]] - inizio [[1998]] l’Italia perse a [[Bologna]] 31-62 contro il {{RU|ZAF}}<ref name="ITAZAF">{{Cita news|lingua=en|url=http://www.rugbydata.com/italy/southafrica/gamesplayed|titolo=Italy v. South Africa|pubblicazione=RugbyData|accesso=1º settembre 2008}}</ref>, ma prima di Natale, sempre a [[Bologna]], sconfisse 37-22 l’{{RU|IRL rugby}}<ref name="ITAIRL" /> e, a gennaio [[1998]], la {{RU|SCO}} 25-22<ref name="ITASCO">{{Cita news|lingua=en|url=http://www.rugbydata.com/italy/scotland/gamesplayed|titolo=Italy v. Scotland|pubblicazione=RugbyData|accesso=1º settembre 2008}}</ref>.
Tali due vittorie capitarono a cavallo della decisione più importante per il rugby nazionale: il comitato del Cinque Nazioni, riunitosi a [[Parigi]] il 16 gennaio [[1998]], decise di ammettere l’Italia al torneo a partire dal [[2000]].
=== Verso il Sei Nazioni ===
Rimaneva un biennio prima del [[Sei Nazioni 2000]], da onorare ''in primis'' con le qualificazioni alla {{RWC|1999}}: a novembre [[1998]] l’Italia fu impegnata a [[Huddersfield]] in un girone a tre che comprendeva anche i {{RU|NLD}} e i padroni di casa dell’{{RU|ENG}}, nel quale bastava il secondo posto per accedere alla fase finale della Coppa; preventivabile la vittoria italiana sui Paesi Bassi (67-7), altrettanto preventivabile, ma niente affatto scontata la sconfitta contro gli inglesi (15-23), con una meta di [[Alessandro Troncon|Troncon]] non convalidata dall’arbitro e, al contrario, una inglese irregolare ma assegnata.
Ciononostante l’Italia staccò il biglietto per la Coppa da disputarsi in [[Galles]] l’anno successivo, e curò la preparazione con una serie di ''test match'' con avversarie di livello: sconfitta ad apertura d’anno contro la [[Nazionale di rugby XV della Francia|Francia XV]] a Genova (24-49), sconfitte di fila a [[Stadio di Murrayfield|Murrayfield]] contro la {{RU|SCO}} (12-30<ref name="ITASCO" />), a [[Treviso]] contro il {{RU|WAL}} (21-60<ref name="ITAWAL" />), al [[Lansdowne Road]] contro l’{{RU|IRL rugby}} (30-39<ref name="ITAIRL" />) per giungere, in pieno caos organizzativo, al ''tour'' in [[Sudafrica]]: una serie di dissidi tra [[Georges Coste]] e la Federazione, e i club che riluttavano a cedere i giocatori migliori alla Nazionale (visto il nuovo status di professionisti, che rendeva i giocatori patrimonio anche economico delle loro società d’appartenenza)<ref name="Rava365">{{Cita|Ravagnani|pag. 365|Ravagnani}}</ref>, portò a una spedizione disastrosa, che si risolse in uno 3-74 nel primo incontro con gli ''[[Nazionale di rugby XV del Sudafrica|Springboks]]'' a [[Port Elizabeth]], e a un umiliante 0-101 una settimana più tardi a [[Durban]], la peggior sconfitta della storia del rugby internazionale azzurro.
Ormai ingestibile la situazione, Coste lasciò la Nazionale e la squadra venne affidata al suo secondo, l’ex azzurro [[Massimo Mascioletti]]. Questi ebbe il compito di guidare la squadra alla {{RWC|1999}}.
Opposta in prima fase di nuovo a {{RU|ENG}} e {{RU|NZL}} (più {{RU|TON}}), l’Italia si rese protagonista della peggior Coppa del Mondo della sua storia: sconfitta 7-67 dall’Inghilterra, perse anche 25-28 da Tonga per chiudere con un 3-101 che in termini numerici non equivalse la sconfitta contro il Sudafrica di pochi mesi prima solo per un calcio piazzato di [[Diego Domínguez|Domínguez]]: per il resto furono 12 mete neozelandesi di cui 11 trasformate, più 3 calci piazzati.
=== L’Italia in prima fascia e l’era del Sei Nazioni ===
L’ingresso dell’Italia nel Sei Nazioni coincise anche con una profonda ristrutturazione del rugby europeo: la FIRA cambiò nome in [[FIRA - Associazione Europea di Rugby|FIRA - AER]] (''Association Européenne de Rugby'', ''Associazione europea rugby'' ); Italia e {{RU|FRA}} abbandonarono definitivamente il torneo continentale, rinominato dal [[2000]] [[Campionato europeo per Nazioni di rugby|Campionato europeo per Nazioni]], che rimase così riservato solamente alle squadre di seconda fascia, in tal modo ufficializzando l’ingresso dell’Italia tra le sei federazioni con il ranking europeo più alto.
{{vedi anche|Sei Nazioni}}
Dopo la Coppa del Mondo, anche Mascioletti lasciò la panchina azzurra, che fu affidata all’ex ''[[Nazionale di rugby XV della Nuova Zelanda|All Black]]'' [[Brad Johnstone]]<ref>{{Cita news|url=http://archiviostorico.corriere.it/1999/novembre/19/Rugby_nazionale_Johnstone_All_Blacks_co_0_9911198296.shtml|titolo=Rugby: la nazionale a Johnstone, ex ''All Blacks''|giorno=19|mese=novembre|anno=1999|pubblicazione=[[Corriere della Sera]]|accesso=3 settembre 2008}}</ref>.
Questi guidò la Nazionale al suo primo [[Sei Nazioni 2000|Sei Nazioni]], e l’esordio fu dei più incoraggianti: il 5 febbraio [[2000]], allo [[Stadio Flaminio]] di [[Roma]], l’Italia batté la {{RU|SCO}} 34-20<ref name="ITASCO" /> e riuscì nell’impresa di evitare il ''[[Whitewash]]'' nell’anno di esordio (cosa che occorse invece alla {{RU|FRA}}, nel [[Cinque Nazioni 1910]], il suo primo).
Dopo quella vittoria, tuttavia, vi furono 14 sconfitte consecutive nel torneo, le successive quattro partite del [[2000]] più le edizioni [[Sei Nazioni 2001|2001]] e [[Sei Nazioni 2002|2002]] chiuse in bianco.
Nonostante i tentativi di Johnstone - che ereditava una Nazionale in gran parte figlia della tradizione rugbistica francese<ref name="Rava374">{{Cita|Ravagnani|pag. 374|Ravagnani}}</ref> - di impartire alla squadra una disciplina di tipo anglosassone<ref>{{Cita news|url=http://archiviostorico.corriere.it/2000/novembre/22/Johnstone_Italia_impara_dagli_All_co_0_0011228276.shtml|titolo=Johnstone: “Italia, impara dagli All Blacks”|autore=Flavio Vanetti|giorno=22|mese=novembre|anno=2000|pubblicazione=[[Corriere della Sera]]|accesso=3 settembre 2008}}</ref>, tale atteggiamento fu visto da personaggi storici del rugby, come [[Marco Bollesan]], ex giocatore e allenatore della Nazionale e dirigente federale, come penalizzante per i rugbisti italiani, oltreché foriero di scelte sbagliate<ref>{{Cita news|titolo=Bollesan e il Sei Nazioni: “Gli errori di Johnstone hanno rovinato la festa”|url=http://archiviostorico.corriere.it/2001/aprile/11/Bollesan_Sei_Nazioni_Gli_errori_co_0_0104114418.shtml|autore=Flavio Vanetti|giorno=11|mese=aprile|anno=2001|pubblicazione=[[Corriere della Sera]]|accesso=3 settembre 2008}}</ref>.
Le critiche nascevano dal fatto che, a detta di Bollesan, pur avendo Johnstone una squadra competitiva, egli non riusciva a farla esprimere al meglio per errori nella gestione degli uomini a livello, più che tecnico, caratteriale e psicologico.
Nell’autunno del [[2001]] fu affiancato a Johnstone un altro ''All Black'', [[John Kirwan]], che da giocatore vinse la Coppa del Mondo nel [[Coppa del Mondo di rugby 1987|1987]] e che disputò diverse stagioni sportive in Italia<ref>{{Cita news|url=http://archiviostorico.corriere.it/2001/novembre/08/Kirwan_All_Black_meta_con_co_0_0111086975.shtml|titolo=Kirwan, un All Black in meta con gli azzurri|autore=Flavio Vanetti|giorno=8|mese=novembre|anno=2001|pubblicazione=[[Corriere della Sera]]|accesso=3 settembre 2008}}</ref>.
Dopo qualche mese di gestione congiunta, e dopo il [[Sei Nazioni 2002]] concluso di nuovo con il ''Whitewash'', Johnstone fu esonerato e Kirwan divenne C.T. titolare.
Questi mise subito in evidenza i punti da lui ritenuti deboli sui quali lavorare, in particolare per quanto riguardava il superamento della mentalità in base alla quale i giocatori si consideravano già sconfitti prima di entrare in campo contro un’avversaria più quotata<ref>{{Cita news|url=http://archiviostorico.corriere.it/2002/aprile/27/Kirwan_nuovo_azzurro_Basta_piangersi_co_0_020427553.shtml|titolo=Kirwan nuovo C.T. azzurro: “Basta piangersi addosso, qui c’è troppo disfattismo”|autore=Valerio Vecchiarelli|giorno=27|mese=aprile|anno=2002|pubblicazione=[[Corriere della Sera]]|accesso=3 settembre 2008}}</ref>.
Kirwan portò avanti il [[2002]] con buoni risultati per quanto riguardava la qualificazione alla {{RWC|2003}} in [[Australia]] (vittorie contro {{RU|ESP}} 50-3 e {{RU|ROU}} 25-17), ma risultati incerti nei ''test'' con le squadre di alto livello: 10-64 a [[Hamilton (Nuova Zelanda)|Hamilton]] contro gli ''All Blacks'' e, nella sessione autunnale, 6-36 dall’{{RU|ARG}}<ref name="ITAARG" /> al [[Stadio Flaminio|Flaminio]] e 3-34 dall’{{RU|AUS}}<ref name="ITAAUS" /> al [[Stadio Luigi Ferraris|Ferraris]] di [[Genova]].
Nel [[Sei Nazioni 2003]] l’Italia colse la sua seconda vittoria in assoluto nel torneo, a Roma contro il {{RU|WAL}} (30-22) ancora una volta alla 1ª giornata.
A differenza di quella di tre anni prima, la vittoria del [[2003]] fu utile per non relegare l’Italia all’ultimo posto, che fu lasciato ai gallesi, i quali incassarono [[cucchiaio di legno]] e ''[[Whitewash]]''.
Tuttavia il percorso dopo il [[Sei Nazioni 2003]] non fu agevole: sconfitta in agosto a [[Stadio di Murrayfield|Murrayfield]] 15-47 contro la {{RU|SCO}} e 6-61 a [[Limerick]] contro l’{{RU|IRL rugby}}.
Alla Coppa del Mondo in Australia, dopo la preventivabile sconfitta per l’ennesima volta contro gli ''All Blacks'' (7-70), giunsero le vittorie contro {{RU|TON}} (36-12<ref name="ITATON">{{Cita news|lingua=en|url=http://www.rugbydata.com/italy/tonga/gamesplayed|titolo=Italy v. Tonga|pubblicazione=RugbyData|accesso=4 settembre 2008}}</ref>) e {{RU|CAN}} (19-14); la sfida contro il {{RU|WAL}} divenne decisiva per un eventuale accesso ai quarti di finale, ma i britannici vinsero 27-15 e per l’Italia sfumò ancora l’obiettivo di andare oltre il primo turno, obiettivo peraltro meno impensabile che nelle precedenti edizioni.
Anche nel [[Sei Nazioni 2004]] l’Italia evitò sia il ''Whitewash'' che il Cucchiaio di Legno, che furono appannaggio della {{RU|SCO}}<ref name="ITASCO" />, battuta nella 3ª giornata del torneo; nel prosieguo della stagione, gli Azzurri presero parte solo a ''test'' match di medio-basso livello (sconfitta contro la {{RU|ROU}}, vittorie contro {{RU|JPN}}, {{RU|CAN}} e {{RU|USA}}), oltre alla sconfitta 10-59 al Flaminio contro la {{RU|NZL}}<ref name="ITANZL" /> in ''tour'' nell’[[Emisfero settentrionale|Emisfero Nord]].
[[File:Italian kickoff.jpg|Il calcio d’avvio di {{RU|SCO}} - Italia a [[Stadio di Murrayfield|Murrayfield]], [[Sei Nazioni 2007]]|thumb|upright=1.4|left]]Il ''Whitewash'' nel [[Sei Nazioni 2005]] costò tuttavia il posto da C.T. a Kirwan che, ad aprile, fu sostitutito dal [[francia|francese]] [[Pierre Berbizier]], ex nazionale nel ruolo di [[mediano di mischia]]<ref>{{Cita news|url=http://archiviostorico.corriere.it/2005/aprile/20/Pierre_Berbizier_nuovo_azzurro_Super_co_9_050420010.shtml|titolo=Pierre Berbizier nuovo c.t. azzurro Super 10, Treviso torna in vetta|giorno=20|mese=aprile|anno=2005|pubblicazione=[[Corriere della Sera]]|accesso=3 settembre 2008}}</ref>; questi si prefisse come obiettivo primario quello di riportare il rugby italiano nel suo alveo culturale, figlio della subdiffusione della disciplina in tutta [[Europa]] a opera dei francesi<ref>Il giornalista Luciano Ravagnani (''op. cit.'', pag. 374 e segg.), nel tracciare un’analisi della diffusione del rugby in tutto il mondo, opera una distinzione tra quella ''diretta'', in generale nei Paesi di lingua inglese, ex colonie dell’[[Impero Britannico]] e anche Argentina, dove erano presenti numerose comunità di inglesi, e la sua ''subdiffusione'', ovvero tramite un Paese intermedio: tale opera di subdiffusione in Europa viene normalmente ascritta alla [[Francia]], la più forte Nazione rugbistica di lingua non inglese, che presiedette alla diffusione di tale sport in gran parte d’Europa, in particolare in [[Italia]], [[Spagna]] e [[Romania]], nel primo dopoguerra.</ref>, e di cercare di favorire lo sviluppo di un’identità nazionale del gioco<ref>{{Cita news|url=http://archiviostorico.corriere.it/2005/aprile/27/Ecco_Berbizier_Daro_identita_alla_co_9_050427003.shtml|titolo=Ecco Berbizier: “Darò un’identità alla Nazionale”|autore=Valerio Vecchiarelli|giorno=27|mese=aprile|anno=2005|pubblicazione=[[Corriere della Sera]]|accesso=3 settembre 2008}}</ref>.
Il resto del [[2005]] fu intenso per quanto riguardò i ''test match'': 6, di cui 3 contro l’{{RU|ARG}}, due nella sessione estiva in Sudamerica (sconfitta a [[Salta]] per 21-35 e vittoria a [[Córdoba (Argentina)|Córdoba]] per 30-29, prima volta dell’Italia in casa dei ''Pumas''<ref name="ITAARG" />) e uno in quella autunnale (sconfitta interna a [[Genova]] per 22-39<ref name="ITAARG" />; uno ciascuno contro {{RU|AUS}} (21-69 a [[Melbourne]]<ref name="ITAAUS" />), {{RU|TON}} (48-0 a [[Prato]]<ref name="ITATON" />) e {{RU|FJI}} (23-8 a [[Monza]]<ref name="ITAFJI" />).
Il [[Sei Nazioni 2006]] vide di nuovo l’Italia all’ultimo posto, con Cucchiaio di legno ma senza ''Whitewash''.
Per la prima volta, infatti, gli Azzurri pareggiarono un ''match'' del torneo e, cosa statisticamente più notevole, ciò avvenne fuori casa, a [[Cardiff]] contro il {{RU|WAL}} (18-18).
Particolare ancora più rilevante, l’Italia terminò con una differenza punti fatti-subiti di -53, la migliore da quando iniziò la partecipazione al torneo, e superiore di 32 punti rispetto alla performance fin lì meno negativa (-85 nel [[Sei Nazioni 2003|2003]]) nonché quasi il doppio di quella conseguita nelle altre edizioni (da -122 del [[Sei Nazioni 2000|2000]] al -101 del [[Sei Nazioni 2001|2001]], passando per -113, -110 e -103).
I ''test'' di vertice quell’anno furono quelli autunnali al [[Stadio Flaminio|Flaminio]] contro {{RU|AUS}} (una convincente [[n:Rugby: Test match Italia - Australia 18 - 25|sconfitta 18-25]] al termine di un incontro che gli Azzurri conducevano 15-13 all’intervallo) e {{RU|ARG}} ([[n:Rugby: Test match Italia-Argentina 16-23|sconfitta 16-23]]); per il resto vittorie contro {{RU|JPN}}, {{RU|PRT}}, {{RU|RUS}} e {{RU|CAN}}.
Il XV di [[Pierre Berbizier|Berbizier]] iniziò a raccogliere i frutti del lungo lavoro nel corso del [[Sei Nazioni 2007]]: pur sconfitta all’esordio dalla {{RU|FRA}} per 3-39, l’Italia si recò, per il turno successivo, a [[Stadio di Twickenham|Twickenham]] a disputare un incontro di grande spessore agonistico, risultando alla fine sconfitta per 7-20<ref>{{Cita news|url=http://www.repubblica.it/2006/11/sezioni/sport/rugby-italia/inghilterra-italia/inghilterra-italia.html|titolo=Rugby, Italia sconfitta con onore: a Twickenham solo 20-7 per i maestri inglesi|pubblicazione=[[la Repubblica]]|giorno=10|mese=febbraio|anno=2007|accesso=15 gennaio 2008}}</ref>, ma al contempo autrice, per ammissione stessa degli inglesi, di una prestazione capace di creare molti problemi alla squadra britannica, secondo il C.T. [[Brian Ashton]] grazie alla minor pressione che gravava sugli Azzurri, ma soprattutto, a detta del capitano inglese [[Phil Vickery]], a un energico pacchetto di mischia messo in campo da Berbizier<ref>{{Cita news|lingua=en|url=http://news.bbc.co.uk/sport1/hi/rugby_union/english/6350445.stm|titolo=England have work to do - Ashton|pubblicazione=BBC Online|giorno=10|mese=febbraio|anno=2007|accesso=15 gennaio 2008}}</ref>.
La giornata successiva vide l’Italia cogliere la prima vittoria esterna della sua ancor breve storia nel Sei Nazioni: allo [[stadio di Murrayfield]] di [[Edimburgo]], dopo soli 6 minuti di gioco, gli Azzurri conducevano già 21-0, grazie a tre mete di rapina, di [[Mauro Bergamasco]] dopo soli 19” di gioco, di [[Andrea Scanavacca|Scanavacca]] al 3’ e una terza di [[Kaine Robertson|Robertson]] al 6’, e trasformate dal piede dello stesso Scanavacca, autore nel corso dell’incontro di altri 9 punti su calcio piazzato.
Alla fine dell’incontro il punteggio fu 37-17 per via di una meta quasi allo scadere di [[Alessandro Troncon|Troncon]], trasformata ancora una volta da Scanavacca (uomo-partita con 22 punti); all’uscita della squadra dal campo, l’intero stadio le tributò un lungo applauso<ref>{{Cita news|titolo=Grand’Italia: conquistata la Scozia|url=http://www.gazzetta.it/Sport_Vari/Altri_Sport/Rugby/Primo_Piano/2007/6nazioni/02/24/scoziaitalia.shtml|giorno=24|mese=febbraio|anno=2007|autore=Andrea Buongiovanni|accesso=4 settembre 2008|pubblicazione=[[la Gazzetta dello Sport]]}}</ref>.
[[File:RWC-2007-SCOvsITA.JPG|thumb|Una fase di {{RU|SCO}} - Italia 18-16 alla {{RWC|2007}}.]]
L’Italia non si fermò lì.
Due settimane più tardi, nella 4ª giornata del torneo, ricevette in casa il {{RU|WAL}} e, sul finire di un incontro combattutissimo condotto dalla formazione britannica fino a pochi minuti dal termine, [[Mauro Bergamasco]] realizzò la meta che significava il sorpasso nel punteggio: 23-20 e seconda vittoria consecutiva nel Sei Nazioni<ref>{{Cita news|titolo=Sei Nazioni, fantastico bis dell’Italia|autore=Carlo Gobbi|url=http://www.gazzetta.it/Sport_Vari/Altri_Sport/Rugby/Primo_Piano/2007/6nazioni/ita-gal.shtml|giorno=10|mese=marzo|anno=2007|pubblicazione=[[la Gazzetta dello Sport]]|accesso=5 settembre 2008}}</ref>; particolare ancor più notevole, con una partita ancora da giocare l’Italia aveva ancora la possibilità, dal punto di vista matematico, di vincere il torneo: infatti in quel momento la classifica vedeva in testa {{RU|FRA}} (a cui poi andò la vittoria finale), {{RU|ENG}} e {{RU|IRL}} con 6 punti, e a seguire l’Italia con 4, che nell’ultimo turno attendeva al [[Stadio Flaminio|Flaminio]] proprio l’Irlanda, che comunque vinse l’incontro; ad ogni modo, la vittoria finale del Sei Nazioni 2007 passò attraverso la prestazione degli Azzurri che persero 24-51 lasciando la differenza-punti irlandese invariata rispetto a quella francese (vincitrice 46-19 sulla {{RU|SCO}}); la {{RU|FRA}} vinse il Sei Nazioni per una miglior differenza-punti, +69 rispetto a +65 dell'{{RU|IRL}}.
La squadra che andò in [[Francia]] a disputare la VI [[Coppa del Mondo di rugby 2007|Coppa del Mondo]] aveva, quindi, fondate speranze di raggiungere i quarti di finale, obiettivo sempre fallito nelle cinque edizioni precedenti: il girone a cinque in cui era inserita la squadra azzurra vedeva come avversarie, in ordine di calendario, {{RU|NZL}}, {{RU|ROU}}, {{RU|PRT}} e {{RU|SCO}}: in pratica, scontato il primo posto degli ''All Blacks'', rimaneva un posto da disputarsi tra Scozia e, appunto, Italia.
L’esordio a [[Marsiglia]] contro i neozelandesi fu duro, [[n:Rugby Coppa del Mondo 2007: Nuova Zelanda - Italia 76 - 14|sconfitta 14-76]], ma con all’attivo due mete realizzate e una terza dapprima convalidata e poi annullata dall’arbitro.
A seguire, sofferta vittoria [[n:Rugby Coppa del Mondo 2007: Italia - Romania 24-18, vincono anche Argentina, Figi e Tonga|24-18]] contro la {{RU|ROU}} e, poi, senza strafare, contro il {{RU|PRT}} ([[n:Rugby Coppa del Mondo 2007: Italia ok con il Portogallo; vince anche la Scozia|31-5]]).
L’ultimo incontro, al [[Stade Geoffroy-Guichard|“Geoffroy-Guichard”]] di [[Saint-Étienne]], fu quello decisivo, e l’Italia ebbe pure la possibilità di vincerlo: con la {{RU|SCO}} avanti di 2 (16-18) quasi allo scadere, [[David Bortolussi]] sbagliò il calcio piazzato che avrebbe potuto portare in vantaggio gli Azzurri e verosimilmente dar loro vittoria finale e qualificazione.
Così non fu e l’Italia fu di nuovo [[n:Rugby Coppa del Mondo 2007: finisce la corsa dell'Italia, Scozia e Francia ai quarti di finale|eliminata]] al termine della prima fase, anche se il terzo posto finale del girone significò la qualificazione automatica alla {{RWC|2011}}.
Berbizier, che già aveva annunciato la fine del suo impegno dopo la Coppa del Mondo, cessò dal suo incarico il 30 settembre [[2007]], il giorno dopo la sconfitta contro la Scozia.
=== L’era-Mallett ===
[[File:Australia 11.jpg|thumb|Una fase del ''test match'' Italia - {{RU|AUS}} a [[Padova]], 8 novembre [[2008]]|left]]
Per i quattro anni di preparazione alla {{RWC|2011}} in programma in [[Nuova Zelanda]], la [[Federazione Italiana Rugby]] affidò il 1º novembre [[2007]] l’incarico di commissario tecnico della Nazionale all’ex rugbista [[sudafrica]]no [[Nick Mallett]], già allenatore degli ''[[Nazionale di rugby a 15 del Sudafrica|Springbok]]'' che inflissero all’Italia il 101-0 di [[Durban]] del [[1999]].
Il primo banco di prova della Nazionale di Mallett fu il [[Sei Nazioni 2008]]; un esordio positivo (sconfitta 11-16 contro l’{{RU|IRL}} al [[Croke Park]] di [[Dublino]]<ref>{{Cita news|url=http://www.gazzetta.it/Sport_Vari/Rugby/Primo_Piano/2008/02_Febbraio/02/IRLITA.shtml|titolo=Italia, una meta non basta: L’Irlanda s’impone 16-11|autore=[[Marco Pastonesi]]|pubblicazione=[[Gazzetta dello Sport]]|giorno=2|mese=febbraio|anno=2008|accesso=5 settembre 2008}}</ref>) che fece da preludio a un’altra partita convincente contro l’{{RU|ENG}}<ref>{{Cita news|url=http://www.gazzetta.it/Sport_Vari/Rugby/Primo_Piano/2008/02_Febbraio/10/vick.shtml|autore=Carlo Gobbi|titolo=L’Italia si sveglia tardi: Inghilterra mai così vicina|giorno=10|mese=febbraio|anno=2008|pubblicazione=[[Gazzetta dello Sport]]|accesso=5 settembre 2008}}</ref> per 19-23, risultato che costituisce il miglior risultato nei ''test match'' contro la nazionale inglese; a seguire Mallett, come preannunciato, diede spazio ai giovani italiani dei vivai e contro il {{RU|WAL}} impiegò a tempo pieno due elementi del [[Benetton Rugby Treviso|Benetton Treviso]], l’[[mediano d'apertura|apertura]] [[Andrea Marcato]] e l’[[tre quarti ala|ala]] [[Alberto Sgarbi]], che aveva esordito come sostituto nel precedente incontro con gli inglesi<ref>{{Cita news|url=http://www.repubblica.it/2008/01/speciale/altri/2008rugby/pre-galles-italia/pre-galles-italia.html|autore=Pasquale Notargiacomo|giorno=22|mese=febbraio|anno=2008|titolo=Mallett lancia l’Italia dei giovani per la sfida contro il Galles|pubblicazione=[[la Repubblica]]|accesso=5 settembre 2008}}</ref>: sconfitta a [[Cardiff]] (8-47) contro un forte Galles poi vincitore del torneo con il [[Grande Slam (rugby a 15)|Grande Slam]], ma riscatto a [[Saint-Denis (Seine-Saint-Denis)|Saint-Denis]] contro la {{RU|FRA}}: 13-25 il risultato finale, che ancora a pochi minuti dal termine era 13-18 (8 punti di [[Andrea Marcato|Marcato]])<ref>{{Cita news|url=http://www.gazzetta.it/Sport_Vari/Rugby/Primo_Piano/2008/03_Marzo/09/FRAITA.shtml|titolo=Tre mete della Francia. L’Italia si arrende 25-13|autore=Andrea Buongiovanni|giorno=3|mese=marzo|anno=2008|pubblicazione=[[la Gazzetta dello Sport]]|accesso=5 settembre 2008}}</ref> e, infine, vittoria a [[Roma]] nell’ultima giornata del torneo per 23-20 contro la {{RU|SCO}} (con un ''drop'' all’80’ di Marcato) che, se non servì a evitare il [[cucchiaio di legno]], salvò la squadra il quarto ''[[Whitewash]]'' dopo quelli del [[Sei Nazioni 2001|2001]], [[Sei Nazioni 2002|2002]] e [[Sei Nazioni 2005|2005]], e l’ha tenuta a punti per la terza edizione di seguito<ref>{{Cita news|url=http://www.repubblica.it/2008/01/speciale/altri/2008rugby/italia-scozia-2008/italia-scozia-2008.html|titolo=Scozia battuta all’ultimo minuto, Italrugby evita il cucchiaio di legno|autore=Pasquale Notargiacomo|giorno=15|mese=marzo|anno=2008|pubblicazione=[[la Repubblica]]|accesso=5 settembre 2008}}</ref>.
A seguire un mini ''tour'' nell’[[Emisfero meridionale|Emisfero Sud]] con due ''test match'', sconfitta 0-26 contro il {{RU|ZAF}} a [[Città del Capo]] (considerato soddisfacente sotto il punto di vista del carattere e della fase difensiva da parte della stampa sia italiana che sudafricana<ref>{{Cita news|url=http://www.gazzetta.it/Sport_Vari/Rugby/Primo_Piano/2008/06_Giugno/21/SafItacronaca.shtml|titolo=Italia a testa alta. Delusione Sud Africa|autore=Andrea Buongiovanni|giorno=21|mese=6|anno=2008|pubblicazione=[[Gazzetta dello Sport]]|accesso=5 settembre 2008}}</ref><ref>{{Cita news|lingua=en|titolo=Springboks beat Italy in the wet|autore=Brad Morgan|giorno=23|mese=giugno|anno=2008|url=http://www.southafrica.info/news/sport/rugby-230608.htm|pubblicazione=SouthAfrica.info|accesso=5 settembre 2008}}</ref>) e vittoria a [[Córdoba (Argentina)|Córdoba]] contro l’{{RU|ARG}}, ancora una volta nel segno di [[Andrea Marcato]], trasformatore all’80’ della meta realizzata poco prima da [[Leonardo Ghiraldini|Ghiraldini]] e che ribaltò il risultato da 11-12 a 13-12 per gli Azzurri<ref>{{cita news|url=http://www.repubblica.it/2008/06/sezioni/sport/rugby-argentina-italia/rugby-argentina-italia/rugby-argentina-italia.html|titolo=Rugby, l’Italia piega i Pumas. Gli azzurri vincono con il cuore|giorno=28|mese=giugno|anno=2008|pubblicazione=[[la Repubblica]]|accesso=2 giugno 2010}}</ref>, ma sconfitta in tutti e tre i ''test match'' novembrini: preventivabile ma onorevole contro l’{{RU|AUS}} (sconfitta 20-30 maturata negli ultimi minuti di una partita fino ad allora in bilico sul 20-20<ref>{{Cita news|titolo=Italia-Australia, 70 minuti alla pari poi prevale il cinismo dei Wallabies|url=http://www.repubblica.it/2008/11/sezioni/sport/rugby/rugby/rugby.html|pubblicazione=[[la Repubblica]]|autore=Pasquale Notargiacomo|giorno=8|mese=novembre|anno=2008|accesso=24 novembre 2008}}</ref>), non convincente a [[Torino]] di nuovo contro l’{{RU|ARG}} (sconfitta 14-22 al termine di una prova incerta della difesa, sovrastata da quella dei ''Pumas''<ref>{{Cita news|titolo=Italrugby, un passo indietro. Brutta e nervosa, vincono i Pumas|autore=Pasquale Notargiacomo|pubblicazione=[[la Repubblica]]|url=http://www.repubblica.it/2008/11/sezioni/sport/rugby/italia-argentina/italia-argentina.html|giorno=15|mese=novembre|anno=2008|accesso=24 novembre 2008}}</ref>) e decisamente da evitare quella contro i [[Pacific Islanders]] (sconfitta 17-25 frutto di un’eccessiva deconcentrazione nel primo tempo, chiusosi 10-22<ref>{{Cita news|titolo=L’Italrugby manca il riscatto. Con i Pacific arriva il terzo ko|url=http://www.repubblica.it/2008/11/sezioni/sport/rugby/italia-pacific/italia-pacific.html|autore=Pasquale Notargiacomo|giorno=22|mese=novembre|anno=2008|accesso=24 novembre 2008|pubblicazione=[[la Repubblica]]}}</ref>).
[[File:Scrum Italy New Zealand.jpg|thumb|Una mischia in Italia - {{RU|NZL}} a [[Milano]], novembre 2009]]
Il [[Sei Nazioni 2009]] si risolse invece in un rovescio di gioco e di risultati: sconfitta a Twickenham contro l’{{RU|ENG}} 11-36, a [[Roma]] contro l’{{RU|IRL}} per 9-38 e a Murrayfield 6-26 contro la {{RU|SCO}}.
A un parziale riscatto (sconfitta 15-20 a [[Cardiff]] contro il {{RU|WAL}}<ref>{{cita news|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2009/03/15/italia-del-rugby-si-riscatta-con.html|titolo=L’Italia del rugby si riscatta: con il Galles sconfitta dignitosa|giorno=15|mese=marzo|anno=2009|pubblicazione=la Repubblica|autore=[[Corrado Sannucci]]|accesso=3 aprile 2011}}</ref> fece da contraltare una pesantissima sconfitta interna per 8-50 contro la {{RU|FRA}} autrice di sette mete<ref>{{cita news|url=http://www.gazzetta.it/Sport_Vari/Rugby/Primo_Piano/2009/03/21/temporealeitaliafrancia.shtml|titolo=Sei Nazioni, che disfatta! Italia-Francia: 8-50|pubblicazione=[[la Gazzetta dello Sport]]|giorno=21|mese=marzo|anno=2009|autore=Claudio Lenzi|accesso=3 aprile 2011}}</ref>.
La striscia di sconfitte azzurre, iniziata con i ''test match'' di fine 2008, si allungò a 11 incontri nel giugno successivo, anche se gli avversari non autorizzavano speranze.
Tuttavia nel ''[[Tour della Nazionale di rugby a 15 dell'Italia 2009|tour]]'' in [[Australasia]], nonostante tre sconfitte, l’Italia riuscì a mettere in mostra sprazzi di gioco convincente, quantomeno da parte del pacchetto avanzato e dell’ultimo aggregato alla squadra, il [[mediano di mischia]] [[Tito Tebaldi]], nipote di [[Daniele Tebaldi|Daniele]], già azzurro vent’anni prima: dopo due sconfitte contro l’{{RU|AUS}} per 8-31<ref>{{cita news|url=http://www.gazzetta.it/Sport_Vari/Rugby/13-06-2009/francia-all-blacks-battuti-50524649356.shtml|autore=Claudio Lenzi|titolo=L’Italia cade in Australia. Francia super con gli All Blacks|pubblicazione=[[la Gazzetta dello Sport]]|giorno=13|mese=giugno|anno=2009|accesso=3 aprile 2011}}</ref> e 12-34<ref>{{cita news|url=http://www.repubblica.it/2009/06/sport/vari/rugby-estate/italia-australia-20-giugno/italia-australia-20-giugno.html?ref=search|titolo=Italrugby, l’Australia vince senza strafare. Solo i giovani fanno sorridere Mallett|giorno=20|mese=giugno|anno=2009|pubblicazione=la Repubblica|autore=Pasquale Notargiacomo|accesso=3 aprile 2011}}</ref> giunse un 6-27 contro la {{RU|NZL}} a [[Christchurch]], frutto di una difesa attenta che concesse solo due mete agli ''[[Nazionale di rugby a 15 della Nuova Zelanda|All Blacks]]''<ref>{{Cita news|url=http://www.gazzetta.it/Sport_Vari/Rugby/27-06-2009/italia-cede-all-blacks-50622043197.shtml|titolo=L’Italia cede agli All Blacks. Ma è un k.o. onorevole|giorno=27|mese=giugno|anno=2009|accesso=4 marzo 2011|pubblicazione=la Gazzetta dello Sport|autore=Claudio Lenzi}}</ref>.
I segnali di ripresa si videro nei ''test match'' di fine anno: contro alla {{RU|NZL}} allo [[Stadio Giuseppe Meazza|Stadio Meazza]] di [[Milano]] la mischia si impose nettamente e l’Italia uscì sconfitta per 6-20<ref>{{cita news|url=http://www.repubblica.it/sport/2009/11/14/news/litalia_fa_soffrire_gli_all_blacks-1850851/|titolo=L’Italia fa soffrire gli All Blacks|autore=Massimo Calandri|giorno=14|mese=novembre|anno=2009|pubblicazione=la Repubblica|accesso=3 aprile 2011}}</ref>, ma negli ultimi dieci minuti di gioco costrinse gli ''[[Nazionale di rugby a 15 della Nuova Zelanda|All Blacks]]'' a cinque metri dalla propria linea di meta con una serie di mischie che impedirono di fatto ai neozelandesi di giocare il pallone<ref>{{cita news|url=http://www.gazzetta.it/Speciali/Rugby/Testmatch2009/14-11-2009/gli-all-blacks-stregano-ssiro-601972395799.shtml|titolo=L’Italia incanta San Siro. Vittoria All Blacks a fatica|autore=Claudio Lenzi|giorno=14|mese=novembre|anno=2009|pubblicazione=la Gazzetta dello Sport|accesso=3 aprile 2011}}</ref>; una settimana più tardi il {{RU|ZAF}} vinse a [[Udine]]<ref>{{Cita news|titolo=Italia battuta Ma la mischia è da Sudafrica|url=http://archiviostorico.gazzetta.it/2009/novembre/22/Italia_battuta_mischia_Sudafrica_ga_10_091122064.shtml|giorno=22|mese=novembre|anno=2009|pubblicazione=la Gazzetta dello Sport|autore=Andrea Buongiovanni|accesso=3 aprile 2011}}</ref> al termine di un incontro in cui l’Italia concesse agli ''[[Nazionale di rugby a 15 del Sudafrica|Springbok]]'' i primi dieci minuti di gioco, ma poi riuscì a tenere il campo; nell’ultimo ''test match'' della serie contro {{RU|WSM}}, dopo tredici sconfitte consecutive, l’Italia si impose 24-6 ad [[Ascoli Piceno]]<ref>{{cita news|url=http://www.gazzetta.it/Speciali/Rugby/Testmatch2009/28-11-2009/-giorno-italia-samoa-602134069775.shtml|titolo=È il giorno di Italia-Samoa. Impresa azzurra: 24-6|giorno=28|mese=novembre|anno=2009|pubblicazione=la Gazzetta dello Sport|accesso=3 aprile 2011|autore=Claudio Lenzi}}</ref>.
[[File:2011-03-12 Rugby ITA - FRA 6 Nations Italy celebrating 2.jpg|left|250px|I giocatori italiani celebrano la vittoria contro la {{RU|FRA}} nel [[Sei Nazioni 2011]]|thumb]]
Anche il [[Sei Nazioni 2010]] vide un’Italia altalenante (sconfitte accettabili contro l’{{RU|IRL}} 11-29 e contro l’{{RU|ENG}} 12-17, a fronte di un 10-33 subìto dal {{RU|WAL}} e un 20-46 dalla {{RU|FRA}} che ancora a 10’ dalla fine era un 6-46, e vittoria 16-12 contro la {{RU|SCO}}), e nei [[Tour della Nazionale di rugby a 15 dell'Italia 2010|''test'' di giugno]] in [[Sudafrica]], a una sconfitta frutto di buon gioco contro gli ''[[Nazionale di rugby a 15 del Sudafrica|Springbok]]'' per 13-29<ref>{{Cita news|url=http://archiviostorico.gazzetta.it/2010/giugno/20/altro_Sudafrica_Springboks_duri_bianchi_ga_10_100620012.shtml
|titolo=L’altro Sudafrica: springboks duri, bianchi e campioni. Ma l’Italia resiste|pubblicazione=Gazzetta dello Sport|giorno=20|mese=giugno|anno=2010|accesso=3 aprile 2011|autore=Paolo Condò}}</ref>, miglior risultato di sempre dell’Italia contro tale avversario, fece da contraltare una pesante sconfitta per 11-55, con sette mete sudafricane<ref>{{cita news|url=http://www.gazzetta.it/Sport_Vari/Rugby/26-06-2010/troppo-sudafrica-l-italia-71233175104.shtml|titolo=Troppo Sudafrica per l’Italia. Springbok di slancio: 55-11|giorno=26|mese=giugno|anno=2010|pubblicazione=la Gazzetta dello Sport|accesso=3 aprile 2011|autore=Claudio Lenzi}}</ref>.
Nei ''test match'' autunnali l’Italia si vide opposta ad {{RU|ARG}} (sconfitta 16-22 a [[Verona]] al termine di una prova giudicata inconcludente<ref>{{cita news|url=http://www.repubblica.it/sport/rugby/2010/11/13/news/italia_argentina-9068384/|titolo=Italia senza idee, l’Argentina ringrazia|giorno=13|mese=novembre|anno=2010|accesso=3 aprile 2011|pubblicazione=la Repubblica|autore=Massimo Calandri}}</ref>), ma fino all’ultimo minuto del successivo incontro di [[Firenze]] contro l’{{RU|AUS}}, pur in svantaggio per 14-25 per via dei calci piazzati, si trovavano una meta pari contro gli ''[[Nazionale di rugby a 15 dell'Australia|Wallabies]]'' che poi realizzarono proprio all’80’ grazie a [[Rocky Elsom]] che rubò una palla su mischia italiana<ref>{{Cita news|url=http://sport.repubblica.it/news/sport/rugby-test-match-azzurri-ko-con-australia-14-32/3875285|titolo=Rugby, test match: Azzurri ko con Australia 14-32|accesso=3 aprile 2011|pubblicazione=la Repubblica}}</ref>; infine, nell’ultimo incontro della serie sconfisse a [[Modena]] {{RU|FJI}} per 24-16 grazie a 8 calci piazzati di [[Mirco Bergamasco]]<ref>{{cita news|url=http://www.repubblica.it/sport/rugby/2010/11/27/news/italia_sfida_figi-9569556/|titolo=Fa tutto Bergamasco: l’Italia batte Figi|giorno=22 |mese=novembre|anno=2010|pubblicazione=la Repubblica|autore=Massimo Calandri|accesso=3 aprile 2011}}</ref>.
[[File:Rugby 2012 Six Nations France - Italy.jpg|thumb|[[Sergio Parisse]] placcato durante {{RU|FRA}} - Italia al [[Sei Nazioni 2012]]]]
Il [[Sei Nazioni 2011]], pur terminato all’ultimo posto per differenza punti nei confronti della {{RU|SCO}}, vide l’Italia cogliere alcune prestazioni di rilievo nei propri incontri interni: se infatti fuori casa giunsero una sconfitta pesante contro l’{{RU|ENG}} per 13-59 e una evitabile contro la {{RU|SCO}} per 8-21, nel primo incontro del torneo l’Italia perse per 11-13 contro l’{{RU|IRL}} solo negli ultimi minuti di gioco grazie a un ''drop'' di [[Ronan O'Gara]] che ribaltò il punteggio che vedeva gli irlandesi sotto per 10-11; a seguire, l’incontro con il {{RU|WAL}} che l’Italia perse per 16-24 e, il 12 marzo, la prima vittoria assoluta sul proprio terreno contro la {{RU|FRA}} per 22-21, maturata al termine di una rimonta che vedeva l’Italia soccombere per 6-18 a venticinque minuti dalla fine<ref>{{cita news|url=http://www.gazzetta.it/Speciali/Rugby/6-nazioni/12-03-2011/per-orgoglio-mallett-80458569411.shtml|titolo=Italia-Francia: 22-21! Che impresa al Flaminio|autore=Claudio Lenzi|giorno=12|mese=marzo|anno=2011|pubblicazione=la Gazzetta dello Sport|accesso=3 aprile 2011}}</ref>, e che vide lo staff tecnico francese venir messo sotto accusa<ref>{{Cita news|lingua=fr|url=http://www.lequipe.fr/Rugby/breves2011/20110312_200911_lievremont-triste-et-desappointe.html|titolo=Lièvremont : “déception et colère”|giorno=12|mese=marzo|anno=2011|pubblicazione=[[L'Équipe]]|accesso=3 aprile 2011}}</ref>.
Grazie a tale vittoria l’Italia si aggiudicò per la prima volta dalla sua istituzione il [[Trofeo Giuseppe Garibaldi|Trofeo Garibaldi]].
Dopo due ''test match'' estivi di preparazione disputati in agosto (una vittoria contro il {{RU|JPN}} a [[Cesena]] per 31-24 costellata da alcuni errori difensivi pagati con tre mete giapponesi<ref>{{Cita news|url=http://www.repubblica.it/sport/rugby/2011/08/13/news/test_match_italia_giappone-20421070/|titolo=Italia, luci e ombre. Domato il Giappone|autore=Massimo Calandri|pubblicazione=la Repubblica|giorno=13|mese=agosto|anno=2011|accesso=2 ottobre 2011}}</ref> e una sconfitta a [[Edimburgo]] contro la {{RU|SCO}} 12-23 con due mete per parte, ma caratterizzata nel primo tempo da un gioco poco disciplinato penalizzato con nove calci di punizione concessi agli scozzesi<ref>{{Cita news|url=http://www.repubblica.it/sport/rugby/2011/08/20/news/italia_ko-20673571/|titolo=Italia, doccia scozzese: “Sconfitta colpa nostra”|pubblicazione=la Repubblica|accesso=2 ottobre 2011|giorno=20|mese=agosto|anno=2011|autore=Massimo Calandri}}</ref>), l’Italia si trovò ad affrontare in sequenza {{RU|AUS}}, {{RU|RUS}}, {{RU|USA}} e {{RU|IRL}} nel proprio girone della {{RWC|2011}}: a un primo tempo finito in parità (6-6) contro gli ''[[Nazionale di rugby a 15 dell'Australia|Wallabies]]'' fece da contrappunto una ripresa con quattro mete subìte e sconfitta per 6-32<ref>{{Cita news|lingua=en|url=http://www.repubblica.it/sport/rugby/2011/09/11/news/italia_brutta_partenza_l_australia_vince_32-6-21499567/|titolo=Bella Italia per un tempo, poi l’Australia dilaga|autore=Massimo Calandri|giorno=11|mese=settembre|anno=2011|pubblicazione=la Repubblica|accesso=2 ottobre 2011}}</ref>; le due successive partite contro {{RU|RUS}} e {{RU|USA}} furono due vittorie con bonus (53-17 e 27-10), che permisero all’Italia di presentarsi con il suo miglior punteggio di sempre (10 punti in tre incontri) contro l’{{RU|IRL}} per l’incontro decisivo, che tuttavia ricopiò l’andamento di quello contro l’{{RU|AUS}}, con un primo tempo finito in sostanziale equilibrio (9-6 per gli irlandesi) contrapposto a una ripresa con tre mete dell’{{RU|IRL}} per una sconfitta 6-36 ed ennesima eliminazione sulla soglia dei quarti di finale<ref>{{cita news|url=http://www.repubblica.it/sport/rugby/2011/10/02/news/italia_ko_addio_mondiali-22555101/|titolo=Irlanda troppo forte. L’Italia torna a casa|giorno=2|mese=ottobre|anno=2011|pubblicazione=la Repubblica|accesso=2 ottobre 2011|autore=Massimo Calandri}}</ref>.
Da dopo la Coppa del Mondo l’Italia è affidata al tecnico [[francia|francese]] [[Jacques Brunel]], già allenatore del [[Union Sportive Arlequins Perpignanais|Perpignano]] campione nazionale nel [[Campionato francese di rugby a 15 2008-2009|2008-09]], contattato quando la [[Federazione Italiana Rugby|Federazione]] decise di non rinnovare il mandato a [[Nick Mallett]]<ref>{{cita news|lingua=fr|titolo=Rugby : Jacques Brunel prend le chemin de l'équipe d'Italie|url=http://www.lemonde.fr/sport/article/2011/01/18/rugby-jacques-brunel-prend-la-direction-de-l-equipe-d-italie_1467062_3242.html|accesso=18 gennaio 2011|giorno=18|mese=gennaio|anno=2011|pubblicazione=[[le Monde]]}}</ref> e ufficialmente investito dell’incarico a maggio [[2011]]<ref>{{Cita news|url=http://www.repubblica.it/sport/rugby/2011/05/03/news/brunel_nuovo_ct_italia-15719945/|titolo=Brunel nuovo CT: “Grande occasione”|pubblicazione=la Repubblica|giorno=3|mese=maggio|anno=2011|accesso=2 ottobre 2011}}</ref>.
=== L’Italia di Jacques Brunel ===
[[File:2012-02-11 Rome Olympic Stadium Italy and England lineups.jpg|thumb|Le squadre di Italia e {{RU|ENG}} nel [[Sei Nazioni 2012]]]]
Il primo appuntamento del nuovo C.T. fu il [[Sei Nazioni 2012]]; il suo esordio fu proprio contro la {{RU|FRA}} che presentava anch'essa un nuovo allenatore, [[Philippe Saint-André]].
A [[Saint-Denis (Senna-Saint-Denis)|Saint-Denis]] la squadra di casa si impose 30-12<ref>{{Cita news|lingua=en|url=http://www.bbc.co.uk/sport/0/rugby-union/16861332|titolo=Six Nations: France 30-12 Italy|autore=James Standley|data=4 febbraio 2012|pubblicazione=BBC|accesso=3 febbraio 2013}}</ref>.
Una settimana più tardi l’Italia accolse l’Inghilterra nella nuova sede dello [[Stadio Olimpico (Roma)|Stadio Olimpico]], in un fine settimana caratterizzato da freddo e neve su tutta la penisola: gli Azzurri marcarono due mete nel primo tempo e andarono vicini a una prima storica vittoria contro gli avversari di Oltremanica, ma nella ripresa la maggiore precisione al piede degli inglesi, che vinsero 19-15, fece sfumare l’occasione, anche se per la prima volta il conteggio delle mete contro l’Italia, nella storia degli incontri tra le due squadre, fu in passivo, una contro due<ref>{{Cita news|lingua=en|autore= Tom Fordyce|titolo=Six Nations: Italy 15-19 England|data=11 febbraio 2012|url= http://www.bbc.co.uk/sport/0/rugby-union/16971190|accesso=3 febbraio 2013}}</ref>.
Le due trasferte in Galles e in Irlanda furono altrettante sconfitte, ma nell’ultimo incontro la formazione di Brunel relegò la Scozia all’ultimo posto battendola 13-6 a [[Roma]]<ref>{{cita news|lingua=en|url=http://www.bbc.co.uk/sport/0/rugby-union/17391267|titolo=Six Nations: Italy 13-6 Scotland|autore= Andy Campbell|pubblicazione=BBC|data=17 marzo 2012|accesso=4 febbraio 2013}}</ref>.
Nel tour di metà anno nelle [[America|Americhe]] in giugno la squadra andò incontro a una sconfitta per 22-37 a [[San Juan (Argentina)|San Juan]] contro l’{{RU|ARG}}<ref name="itaarg2012">{{cita news|url=http://www.repubblica.it/sport/rugby/2012/06/09/news/italia_il_coraggio_non_basta_all_argentina_il_1_test_match-36897285/|titolo=Italia, il fisico non basta: all'Argentina il 1° test match|data=9 giugno 2012|pubblicazione=la Repubblica|accesso=4 febbraio 2013}}</ref> al termine di una partita che, seppure ben condotta sul piano fisico, fu costellata da alcuni errori che favorirono tre mete dei ''Pumas'' nella ripresa<ref name="itaarg2012" />; le due successive tappe furono a [[Toronto]] e a [[Houston]], rispettivamente contro {{RU|CAN}} e {{RU|USA}}, battute nell’ordine 25-16 e 30-10.
Nel novembre successivo l’Italia mise in carniere la terza vittoria consecutiva, 14 anni dopo avere conseguito analoga serie positiva<ref name="itaton2012">{{Cita news|titolo=http://www.repubblica.it/sport/rugby/2012/11/10/news/italia_batte_tonga-46335316/|pubblicazione=la Repubblica|data=10 novembre 2012|accesso=4 febbraio 2013|autore=Massimo Calandri|titolo=Rugby, Italia-Tonga 28-23: azzurri pronti per gli All Blacks}}</ref>: a [[Brescia]] {{RU|TON}} fu sconfitta 28-23<ref name="itaton2012" />; il sabato successivo, allo Stadio Olimpico di [[Roma]], gli ''[[Nazionale di rugby a 15 della Nuova Zelanda|All Blacks]]'' marcarono subito con [[Kieran Read]], ma [[Alberto Sgarbi]] ribatté quasi subito e l’Italia chiuse il primo tempo con uno svantaggio ridotto, 7-13<ref name="nzlita">{{Cita news|url=http://www.repubblica.it/sport/rugby/2012/11/17/news/italia_all_blacks-46859340/|titolo=All Blacks insuperabili, ma l'Italia esce a testa alta|autore=Massimo Calandri|data=17 novembre 2012|pubblicazione=[[la Repubblica]]|accesso=1º dicembre 2012}}</ref>; a undici minuti dalla fine il risultato era ancora di 10-23 per gli ospiti<ref name="nzlita" /><ref name="bbcnzlita">{{cita news|accesso=1º dicembre 2012|pubblicazione=The Guardian|url=http://www.guardian.co.uk/sport/2012/nov/17/julian-savea-new-zealand-italy|titolo=New Zealand's Julian Savea scores twice in comfortable win over Italy|data=17 novembre 2012|lingua=en}}</ref>, ma negli ultimi minuti due mete di Julian Savea e una di [[Cory Jane]] portarono il punteggio neozelandese a 42<ref name="nzlita" />.
L’ultimo incontro novembrino fu quello in cui per la prima volta gli Azzurri ebbero la concreta occasione di interrompere la serie negativa contro l’{{RU|AUS}}, sempre vittoriosa negli incontri diretti: a [[Firenze]] gli ''[[Nazionale di rugby a 15 dell'Australia|Wallabies]]'', grazie a un primo tempo italiano sottotono, chiusero il primo tempo per 19-3, ma nella ripresa subirono il ritorno della squadra di Brunel, che concesse agli avversari solo un calcio piazzato e marcò 16 punti (una meta trasformata e tre piazzati) e a un minuto dalla fine mancò con [[Luciano Orquera]] la punizione del possibile 22-22<ref name="guardianaustralia">{{cita news|lingua=en|url=http://www.guardian.co.uk/sport/2012/nov/24/italy-australia-autumn-internationals|titolo=Australia survive fightback to maintain perfect record against Italy|data=24 novembre 2012|pubblicazione=[[The Observer]]|accesso=4 febbraio 2013}}</ref>; il ''[[The Guardian|Guardian]]'' scrisse di un’Australia «sopravvissuta» al contrassalto dell’Italia e la stessa stampa degli antipodi parlò di «vittoria risicata contro un’Italia rediviva»<ref>{{cita news|lingua=en|url=http://www.smh.com.au/rugby-union/union-match-report/wallabies-scrape-home-against-resurgent-azzurri-20121125-2a0ys.html|titolo=Wallabies scrape home against resurgent Azzurri|data=25 novembre 2012|accesso=4 febbraio 2013|pubblicazione=[[The Sydney Morning Herald]]|autore=Georgina Robinson}}</ref>.
La lenta ma progressiva crescita della squadra di Brunel si evidenziò nella giornata d’apertura del [[Sei Nazioni 2013]], quando la squadra ripeté l'impresa di due anni prima: allo Stadio Olimpico la {{RU|FRA}} fu battuta 23-18, per la seconda volta consecutiva in casa, al termine di un incontro disciplinato e dominato fisicamente sia in mischia che, alla lunga, anche nelle ''touche'' <ref>{{Cita news|lingua=fr|url=http://www.lequipe.fr/Rugby/Actualites/Les-bleus-trop-pales/347676|titolo=Les Bleus trop pâles|data=3 febbraio 2013|accesso=3 febbraio 2013|pubblicazione=[[L'Équipe]]|autore=Richard Escot}}</ref>; dopo una sconfitta per 10-34 a [[Edimburgo]] contro la Scozia e un 9-26 interno contro il Galles, giunse una prestazione più convincente a Twickenham contro l’Inghilterra, in cui l’Italia, pur sconfitta per 11-18, marcò l’unica meta dell’incontro e costrinse gli avversari a una gara difensiva<ref>{{cita news|url=http://www.repubblica.it/sport/rugby/2013/03/11/news/stampa_inglese_italia-54333653/|titolo=Rugby, l’Inghilterra applaude gli azzurri: "Ci hanno messo paura"|autore=Massimo Calandra|data=11 marzo 2003|pubblicazione=la Repubblica|accesso=16 marzo 2013}}</ref>; nell’ultima giornata del torneo, infine, a Roma fu battuta l’{{RU|IRL}} per 22-15<ref>{{cita news|url=http://www.repubblica.it/sport/rugby/2013/03/16/news/sei_nazioni_italia_batte_irlanda-54702009/?ref=HRERO-1|titolo=Rugby, Sei Nazioni: Italia-Irlanda 22-15. Gli azzurri chiudono alla grande|autore=Massimo Calandri|pubblicazione=la Repubblica|data=16 marzo 2013|accesso=16 marzo 2013}}</ref>; grazie a tale vittoria gli Azzurri sorpassarono in classifica proprio gli irlandesi e chiusero il torneo al quarto posto tenendosi dietro anche la {{RU|FRA}}.
== Colori e simboli delle uniformi ==
[[File:Rugby Italia stemma nazionale (1930) ritagliato.jpg|thumb|left|Il [[fascio littorio]] che carica lo stemma di [[casa Savoia]] ]]La maglia della Nazionale, come gran parte delle tenute degli sportivi che rappresentano l’Italia a livello internazionale, è [[azzurro|azzurra]], anche se la tonalità è spesso variata nel corso degli anni.
All’inizio della sua avventura internazionale, come del resto anche per quella della [[Nazionale di calcio dell'Italia|Nazionale di calcio]], gli atleti del rugby vestivano una maglia quasi completamente bianca, adottando poi più avanti un celestino sempre più carico fino ad arrivare al [[blu Savoia]], che è il colore al quale si uniformarono generalmente le selezioni rappresentanti di qualsiasi disciplina sportiva.
Tale colore deriva da quello del bordo che circonda l’emblema di [[casa Savoia]], all’epoca regnante in Italia.
A completare la tenuta, i calzettoni, che riprendono i colori della maglia, e i calzoncini, bianchi.
La tenuta alternativa è speculare alla prima: calzoncini azzurri, maglia e calzettoni bianchi.
[[File:Federazione Italiana Rugby.jpg|thumb|upright=0.7|Uno stemma sulle maglie della Nazionale ([[2005]])]]
Con il passare degli anni la tenuta, una volta stabilizzatasi sul colore, non ha subìto significativi cambiamenti di foggia: sostanzialmente la maglietta è sempre rimasta con il collo a “V” con un colletto bianco, e il suo colore è stato sempre di un azzurro scuro.
In anni più recenti l’allora sponsor tecnico della Nazionale, la [[Kappa (azienda)|Kappa]], aveva abbandonato il collo a V e introdotto un colore che si differenzia da quello di altre rappresentative nazionali, per esempio quella di calcio: laddove in quest’ultima l’azzurro tende più al blu, nel caso della Nazionale di rugby vira più verso il celeste.
Dal [[2012]] lo sponsor tecnico è l’[[Adidas]], che equipaggia anche le Nazionali di {{RU|FRA}} e {{RU|NZL}}<ref name="maglia adidas">{{cita news|url=http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2012-09-13/adidas-azzurri-rugby-cambia-204041.shtml?uuid=AbaqMGdG|titolo=Adidas e Azzurri: il rugby cambia maglia|autore= Giacomo Bagnasco|pubblicazione=[[Il Sole 24 ORE]]|accesso=21 novembre 2012|data=13 settembre 2012}}</ref>; già in passato, fino ai primi [[anni 1990|anni novanta]], Adidas aveva equipaggiato la Nazionale italiana, la quale vestiva le uniformi di tale fornitore durante la {{RWC|1987}}<ref name="maglia adidas" />, in seguito poi i fornitori tecnici furono [[Reebok]], [[Canterbury of New Zealand]] e [[Kappa]].
Dal 23 gennaio [[2007]] lo sponsor di maglia della Nazionale italiana è l’[[banca|istituto di credito]] Cariparma (già Cassa di Risparmio di Parma e Piacenza), facente capo al gruppo bancario [[francia|francese]] [[Crédit Agricole S.A.|Crédit Agricole]]<ref>«[http://www.cariparma.it/download/Rugby_6_nazioni_comunicato_sportfive.pdf Cariparma nuovo Sponsor della Federazione Italiana Rugby]», [[PDF]], comunicato stampa di Cariparma, 23 gennaio [[2007]].</ref>.
L’accordo, della durata di tre anni, prevede anche la titolazione dei ''test match'' che vedono l’Italia come Paese ospitante, i quali quindi prendono il nome di ''Cariparma Test Match''.
Il 26 maggio [[2008]] l’accordo di sponsorizzazione è stato successivamente prolungato fino a tutto il [[2011]]<ref>{{Cita news|url=http://www.federugby.it/news.asp?i=59396&s=2|giorno=26|mese=maggio|anno=2008|titolo=Cariparma prolunga l’accordo di sponsorizzazione con la FIR|pubblicazione=Federazione Italiana Rugby|accesso=8 settembre 2008}}</ref>.
La Nazionale disputò il suo primo incontro nel [[1929]], durante il regime [[fascismo|fascista]]: il simbolo della squadra era lo stemma di casa Savoia caricato da un [[fascio littorio]] ricamato in oro.
Tale fu il simbolo della Nazionale di rugby e, più in generale, di qualsiasi rappresentativa sportiva italiana a livello internazionale, fino alla caduta del [[fascismo]].
Con la successiva abrogazione della [[monarchia]] nel [[1946]] venne abbandonato anche l'emblema reale e adottato uno [[scudetto]] tricolore con due foglie gialle alla base e, a sormontare il tutto, la scritta “ITALIA” su sfondo azzurro.
A chiudere in basso lo stemma, un drappo azzurro con l’acronimo F.I.R..
Ancora oggi questo è lo stemma che figura sulle maglie, anche se è stato soggetto anch’esso a ''restyling'': nel corso degli anni la doratura delle foglie è variata dal bruno al dorato acceso.
Attualmente le foglie alla base dello scudetto tricolore sono bronzee, così come il testo delle scritte e il bordo dello scudetto.
Da notare che, a differenza dello stemma riportato sulle maglie della propria Nazionale, il logo della Federazione riporta l’acronimo F.I.R. in testa, sopra lo scudetto tricolore, mentre la scritta “ITALIA” compare in basso, sul drappo azzurro.
<br clear="all" />
== Stadio ==
Sebbene formalmente non esista uno stadio nazionale propriamente detto, per le gare più importanti ([[Sei Nazioni]], ''test match'' di alto livello) l’impianto d’elezione della Nazionale italiana fu, fino a tutto il [[2011]], lo [[Stadio Flaminio]] di [[Roma]], sulla cui area l’Italia giocò per la prima volta nel [[1935]] (nel preesistente [[Stadio Nazionale]]) per l’incontro con un XV della {{RU|FRA}} non valido come ''test''.
{{vedi anche|Stadio Flaminio}}
[[File:Rugby Italy vs Argentina 2013.jpg|thumb|Il ''test match'' di fine 2013 tra Italia e {{RU|ARG}} allo [[stadio Olimpico (Roma)|stadio Olimpico di Roma]]|250px]]
Comunque, a partire dal [[Sei Nazioni 2012]], a causa di improcrastinabili lavori di ristrutturazione richiesti dall’impianto (sia dal punto di vista della capienza che quello della sicurezza), l’Italia disputa le sue gare interne nello [[Stadio Olimpico (Roma)|Stadio Olimpico]]<ref>{{Cita news|url=http://www.gazzetta.it/Rugby/12-07-2011/sei-nazioni-2012-801997037161.shtml|titolo=Il Sei Nazioni 2012 allo stadio Olimpico|giorno=12|mese=luglio|anno=2011|accesso=15 settembre 2011|pubblicazione=Gazzetta dello Sport}}</ref><ref>{{Cita news|url=http://roma.corriere.it/roma/notizie/sport/11_luglio_12/sei-nazioni-trasloca-stadio-olimpico-1901076505983.shtml|autore=Claudia Voltattorni|data=12 luglio 2011|titolo=Stadio Flaminio addio, il 6 Nazioni trasloca all’Olimpico|accesso=17 dicembre 2011}}</ref>.
Tale stadio, di uso prevalentemente [[calcio (sport)|calcistico]], ospitò in precedenza altri incontri della Nazionale di rugby: nel [[1995]] tra Italia e {{RU|ZAF}}, valido come primo ''test match'' tra le due Nazionali e, un anno più tardi, tra Italia e {{RU|WAL}}; tuttavia, già nel [[1954]], quando era noto come ''Stadio dei Centomila'', esso ospitò la finale di [[Coppa Europa di rugby 1954|Coppa Europa di rugby]] tra Italia e {{RU|FRA}}, con vittoria di questi ultimi per 39-12<ref>{{cita news|url=http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/action,viewer/Itemid,3/page,0004/articleid,0052_01_1954_0099_0004_14426398/|pubblicazione=La Stampa|data=25 aprile 1954|titolo=Cronache dello sport|accesso=27 agosto 2012|pagina=4}}</ref>.
Il primo incontro interno in assoluto della Nazionale fu disputato, come detto, nel [[1930]] all’[[Arena Civica]] di [[Milano]].
Ancora nel [[1935]] la rappresentativa della [[Catalogna]] fu ospite allo stadio Marassi ([[Stadio Luigi Ferraris|Luigi Ferraris]]) di [[Genova]].
Nel dopoguerra, frequentemente utilizzati furono [[Treviso]] ([[Stadio Comunale di Monigo|Stadio di Monigo]]), [[Rovigo]] (Comunale, poi rinominato [[Stadio Mario Battaglini|Battaglini]]), [[Napoli]] ([[Stadio Militare dell'Arenaccia|Arenaccia]]) e, più recentemente, [[L'Aquila]] ([[Stadio Tommaso Fattori|Fattori]]), [[Udine]] ([[Rugby Stadium "Otello Gerli" di Udine|Gerli]]), [[Bologna]] ([[Stadio Arcoveggio|Arcoveggio]]).
Anche [[Catania]] ([[Stadio Santa Maria Goretti|Maria Goretti]]), più sporadicamente, ha ospitato incontri della Nazionale.
A [[Padova]], una delle capitali del rugby italiano, tre stadi hanno ospitato la Nazionale: il [[Stadio Plebiscito|Plebiscito]], che è attualmente lo stadio del [[Petrarca Rugby|Petrarca]], l’[[Stadio Euganeo|Euganeo]], costruito nel [[1994]] e impianto casalingo del [[Calcio Padova]], e l’[[Stadio Silvio Appiani|Appiani]], storico impianto che ospitò nel [[1977]] il citato incontro tra il XV del Presidente e gli ''[[Nazionale di rugby a 15 della Nuova Zelanda|All Blacks]]''.
Comunque, anche nell’era del [[Sei Nazioni]], la Nazionale ha affrontato ''test match'' in varie sedi: tra quelle non citate in precedenza [[Asti]], [[Benevento]], [[Biella]], [[Monza]], [[Parma]] e [[Prato]] (tali sedi soprattutto per gli incontri di qualificazione alla Coppa del Mondo).
Quello disputato il 15 novembre [[2008]] contro l’{{RU|ARG}} fu il primo ''test match'' della Nazionale italiana a [[Torino]], città nella quale, singolarmente, non aveva mai giocato a livello ufficiale pur essendo lì nato il primo club italiano di rugby (e pur avendo singolarmente ospitato, nel [[1952]], il primo incontro interno della [[Nazionale di rugby a 13 dell'Italia|Nazionale di rugby a 13]]<ref>{{cita news|url=http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/action,viewer/Itemid,3/page,0004/articleid,0048_01_1952_0121_0004_12367457/|titolo=L'Italia battuta dalla Francia nell'incontro di rugby XIII: 22-18|giorno=23|mese=maggio|anno=1952|pubblicazione=La Stampa|accesso=28 giugno 2011}}</ref>); due anni più tardi (novembre [[2010]]) anche [[Firenze]], all’[[Stadio Artemio Franchi|Artemio Franchi]], ospitò per la prima volta gli Azzurri.
== Statistiche ==
La Nazionale italiana di rugby ha disputato al 3 ottobre [[2011]] 429 incontri contro selezioni internazionali.
Di questi, 380 sono considerati ''test match'' anche dalla squadra avversaria.
Gli altri 49 sono stati disputati contro selezioni non classificate come Nazionali maggiori o rappresentative di una Federazione, come gli [[African Leopards]], la [[Nazionale di rugby a 15 della Francia|Francia B]], XV o Espoirs, etc.
Vi sono poi altri incontri, non classificati come ''test match'', disputati durante i ''tour'' in [[Africa]] del [[1973]] e in [[Regno Unito|Gran Bretagna]] nel [[1974]], che videro come avversari selezioni provinciali o di contea quali le Province del [[Transvaal]], del [[KwaZulu-Natal|Natal]] e dell’[[Stato Libero dell'Orange|Orange]] in [[Sudafrica]] o le contee del [[Middlesex]], del [[Sussex]] o dell’[[Oxfordshire]] in [[Inghilterra]].
Il record di presenze della Nazionale appartiene ad [[Andrea Lo Cicero]].
Questi vanta 103 incontri dal [[2000]] al [[2013]], con la partecipazione in quattro consecutive [[Coppa del Mondo di rugby|Coppe del Mondo]], dal [[Coppa del Mondo di rugby 1999|1999]] al [[Coppa del Mondo di rugby 2011|2011]] e a dodici tornei del [[Sei Nazioni]], dal {{SN|2000}} al {{SN|2008}} e poi dal {{SN|2011}} al {{SN|2013}}, in cui ha disputato il suo ultimo incontro<ref name="locicero_ritiro">{{cita news|url=http://www.repubblica.it/sport/rugby/2013/03/15/news/rugby_lo_cicero_addio_alla_nazionale_contro_l_irlanda_ultima_partita-54625644/|titolo=Rugby, Lo Cicero dice addio alla nazionale: "Contro l'Irlanda ultima partita"|autore=Massimo Calandri|pubblicazione=[[la Repubblica]]|data=15 marzo 2013|accesso=16 marzo 2013}}</ref>.
Il record di punti segnati è appannaggio dell'[[italia|italo]]-[[argentina|argentino]] [[Diego Domínguez]] con 971 punti in 73 incontri<ref>Domínguez vanta 73 ''full international'' per l’Italia con 971 punti. Alcune statistiche riportano 75 incontri e 983 punti per via dei due incontri non ''full international'' disputati dalla Nazionale nel [[1991]] e [[1992]] contro la {{RU|FRA}}: nel primo la squadra transalpina si presentò come ''Francia A1'', nel secondo come ''Francia Espoirs''.</ref>.
Domínguez conta anche 27 punti marcati in precedenza con la Nazionale dell’{{RU|ARG}}; la somma totale lo porta a detenere, al 31 dicembre [[2012]], il posto di quinto miglior marcatore internazionale dopo il [[Nuova Zelanda|neozelandese]] [[Dan Carter]] (1 385), l’[[inghilterra|inglese]] [[Jonny Wilkinson]] (1 246), il [[galles]]e [[Neil Jenkins]] (1 090) e l’[[irlanda|irlandese]] [[Ronan O'Gara|Ronan O’Gara]] (1 077).
Infine, il record di mete appartiene a [[Marcello Cuttitta]], con 25, seguìto da [[Paolo Vaccari]] con 22.
Entrambi facevano parte della squadra che vinse la Coppa FIRA nel [[1997]] sconfiggendo la {{RU|FRA}} a [[Grenoble]].
{{vedi anche|Statistiche sulla Nazionale di rugby a 15 dell'Italia}}
L’avversario incontrato più di frequente è la {{RU|ROU}}, in ragione della concomitante presenza del torneo europeo della FIRA; a seguire, la {{RU|FRA}} (34 volte in ''full international'' con tre vittorie), la {{RU|ESP}} (che esordì insieme all'Italia, visto che entrambe disputarono tra di esse il loro primo incontro internazionale) e la {{RU|DEU}} (compreso il periodo in cui era {{RU|FRG}}).
A parte le {{RU|COK}} (un incontro), le uniche nazioni che l’Italia non è finora mai riuscita a battere sono quelle che vantano almeno un titolo mondiale, ovvero le tre dell’[[Emisfero meridionale|Emisfero Sud]] ({{RU|AUS}}, {{RU|NZL}} e {{RU|ZAF}}) più l’{{RU|ENG}}.
Per quanto riguarda le altre squadre del [[Sei Nazioni]], l’Italia vanta tre vittorie contro la Francia (una in finale di Coppa FIRA e altre due nel torneo), quattro vittorie contro l’{{RU|IRL}} (una nel torneo), sette contro la {{RU|SCO}} (di cui una prima del Sei Nazioni) e due contro il {{RU|WAL}} (entrambe nel Sei Nazioni).
== Giocatori di rilievo ==
Sono qui di seguito elencati tutti i giocatori che hanno preso parte alle varie edizioni della [[Coppa del Mondo di rugby|Coppa del Mondo]]; sono inoltre menzionati quei giocatori protagonisti di episodi rilevanti che hanno visto protagonista la Nazionale italiana, come per esempio quelli che conquistarono la [[Coppa FIRA 1995-1997|Coppa FIRA 1995/97]], i più rappresentativi di coloro che presero parte ai ''tour'' del [[1973]] in [[Africa|Africa meridionale]] e del [[1980]] in [[Oceania]].
Nell’elenco figura anche [[Paolo Rosi]] ([[1924]]-[[1997]]), già Nazionale negli [[anni 1940|anni quaranta]] e [[anni 1950|cinquanta]] del XX secolo.
Poi passato alla carriera giornalistica come commentatore televisivo, Paolo Rosi disputò 12 incontri in Nazionale e fu il primo italiano a essere invitato in una selezione internazionale europea per affrontare un XV dell’{{RU|ENG}}<ref name="PaoloRosi">{{Cita news|url=http://archiviostorico.corriere.it/1997/maggio/01/Addio_Rosi_voce_dello_sport_co_0_9705019023.shtml|titolo=Addio Rosi, voce dello sport, leggenda in TV|giorno=1º|mese=maggio|anno=1997|accesso=24 novembre 2008|autore=Mario Gherarducci|pubblicazione=[[Corriere della Sera]]}}</ref>.
Per i giocatori ancora in attività non compresi nel presente elenco si rimanda alla sezione “[[#Rosa|Rosa]]”, più in basso.
{{MultiCol}}
<span style="font-size:95%">
* [[Matías Agüero]] (2005-)
* [[Rodolfo Ambrosio]] (1987-89)
* [[Orazio Arancio]] (1993-99)
* [[Giuseppe Artuso]] (1977-87)
* [[Stefano Barba]] (1985-93)
* [[Robert Barbieri]] (2006-)
* [[Matteo Barbini]] (2002-)
* [[Mario Battaglini]] (1940-51)
* [[Andrea Benatti]] (2001-)
* [[Arturo Bergamasco]] (1973-78)
* [[Mauro Bergamasco]] (1998-)
* [[Mirco Bergamasco]] (2002-)
* [[Valerio Bernabò]] (2004-)
* [[Franco Berni]] (1985-89)
* [[Ottorino Bettarello]] (1958-61)
* [[Romano Bettarello]] (1953)
* [[Stefano Bettarello]] (1979-88)
* [[Cristian Bezzi]] (2003-05)
* [[Lucio Boccaletto]] (1969-75)
* [[Marco Bollesan]] (1963-75)
* [[Massimo Bonomi]] (1988-96)
* [[Stefano Bordon]] (1990-97)
* [[Marco Bortolami]] (2001-)
* [[David Bortolussi]] (2006-)
* [[Alessandro Bottacchiari]] (1991-92)
* [[Carlo Caione]] (1985-91)
* [[Rocco Caligiuri]] (1969-78)
* [[Gonzalo Canale]] (2003-)
* [[Pablo Canavosio]] (2005-)
* [[Massimiliano Capuzzoni]] (1993-95)
* [[Giampiero de Carli]] (1996-2003)
* [[Andrea Castellani]] (1994-99)
* [[Martín Castrogiovanni]] (2002-)
* [[Sandro Ceppolino]] (1999)
* [[Carlo Checchinato]] (1990-2004)
* [[Franco Cioni]] (1967-70)
* [[Antonio Colella]] (1983-90)
* [[Oscar Collodo]] (1977-87)
* [[Walter Cristofoletto]] (1992-2000)
* [[Giambattista Croci]] (1990-98)
* [[Giancarlo Cucchiella]] (1973-87)
* [[Marcello Cuttitta]] (1987-99)
* [[Massimo Cuttitta]] (1990-2000)
* [[Denis Dallan]] (1999-)
* [[Manuel Dallan]] (1997-)
* [[Mauro Dal Sie]] (1993-96)
* [[Andrea De Rossi]] (1999-2004)
* [[Carlo Del Fava]] (2004-)
</span>
{{ColBreak}}
<span style="font-size:95%">
* [[Santiago Dellapè]] (2002-)
* [[Raffaele Dolfato]] (1985-88)
* [[Diego Domínguez]] (1991-2003)
* [[Piermassimiliano Dotto]] (1993-94)
* [[Piergianni Farina]] (1987)
* [[Piermarcello Farinelli]] (1940-52)
* [[Tommaso Fattori]] (1936-40)
* [[Roberto Favaro]] (1988-96)
* [[Carlo Festuccia]] (2003-)
* [[Bruno Francescato]] (1977-81)
* [[Ivan Francescato]] (1990-97)
* [[Nello Francescato]] (1972-82)
* [[Rino Francescato]] (1976-86)
* [[Elio Fusco]] (1960-66)
* [[Fabio Gaetaniello]] (1980-91)
* [[Antonio Galeazzo]] (1985-87)
* [[Ezio Galon]] (2001-)
* [[Mauro Gardin]] (1981-88)
* [[Julian Gardner]] (1992-98)
* [[Mario Gerosa]] (1994-96)
* [[Alessandro Ghini]] (1981-88)
* [[Leonardo Ghiraldini]] (2006-)
* [[Serafino Ghizzoni]] (1977-87)
* [[Mark Giacheri]] (1992-2003)
* [[Massimo Giovanelli]] (1989-2000)
* [[Giovanni Grespan]] (1989-94)
* [[Paul Griffen]] (2004-)
* [[Gianluca Guidi (rugbista)|Gianluca Guidi]] (1996-98)
* [[Marzio Innocenti]] (1981-88)
* [[Andrea Lo Cicero]] (2000-13)
* [[Fulvio Lorigiola]] (1979-88)
* [[Tito Lupini]] (1977-89)
* [[Roland de Marigny]] (2004-)
* [[Luca Martin]] (1997-2002)
* [[Ramiro Martínez]] (2002-03)
* [[Massimo Mascioletti]] (1977-90)
* [[Andrea Masi]] (1999-)
* [[Matteo Mazzantini]] (2000-)
* [[Francesco Mazzariol]] (1995-)
* [[Giampiero Mazzi]] (1998-99)
* [[Nicola Mazzucato]] (1995-2004)
* [[Giorgio Morelli (rugbista)|Giorgio Morelli]] (1975-88)
* [[Alejandro Moreno (rugbista)|Alejandro Moreno]] (1999-)
* [[Andrea Moretti]] (1997-2005)
* [[Alessandro Moscardi]] (1993-2002)
* [[Carlo Orlandi]] (1992-2000)
* [[Fabio Ongaro]] (2000-)
</span>
{{ColBreak}}
<span style="font-size:95%">
* [[Paolo Paoletti]] (1972-76)
* [[Tino Paoletti]] (2006-)
* [[Sergio Parisse]] (2002-)
* [[Mario Pavin]] (1980-87)
* [[Pierpaolo Pedroni]] (1989-96)
* [[Gert Peens]] (2002-)
* [[Aaron Persico]] (2000-)
* [[Javier Pértile]] (1994-99)
* [[Salvatore Perugini]] (2000-)
* [[Ramiro Pez]] (2000-)
* [[Matthew Phillips]] (2002-)
* [[Francesco Pietrosanti]] (1987-93)
* [[Matt Pini]] (1998-2000)
* [[Giancarlo Pivetta]] (1979-93)
* [[Marco Platania]] (1994-96)
* [[Matteo Pratichetti]] (2004-)
* [[Franco Properzi]] (1990-2001)
* [[Federico Pucciarello]] (1999-2002)
* [[Agostino Puppo]] (1972-77)
* [[Isidoro Quaglio]] (1970-76)
* [[Giovanni Raineri (rugbista)|Giovanni Raineri]] (1998-)
* [[Massimo Ravazzolo]] (1993-97)
* [[Kaine Robertson]] (2004-)
* [[Stefano Romagnoli]] (1982-87)
* [[Fabio Roselli]] (1995-99)
* [[Paolo Rosi]] (1948-54)
* [[Guido Rossi (rugbista)|Guido Rossi]] (1981-91)
* [[Roberto Saetti]] (1988-91)
* [[Stefano Saviozzi]] (1998-2002)
* [[Diego Scaglia]] (1995-99)
* [[Andrea Scanavacca]] (1999-2007)
* [[Andrea Sgorlon]] (1993-99)
* [[Josh Sole]] (2005-)
* [[Marko Stanojevic]] (2006-)
* [[Cristian Stoica]] (1997-)
* [[Daniele Tebaldi]] (1985-91)
* [[Laurent Travini]] (1999-2000)
* [[Moreno Trevisiol]] (1988-94)
* [[Luigi Troiani]] (1985-95)
* [[Alessandro Troncon]] (1994-2007)
* [[Giorgio Troncon]] (1962-1972)
* [[Paolo Vaccari]] (1990-2003)
* [[Edgardo Venturi]] (1983-93)
* [[Manoa Vosawai]] (2007-)
* [[Rima Wakarua]] (2003-05)
* [[Alessandro Zanni]] (2005-)
* [[Gianni Zanon]] (1981-91)
* [[Nick Zisti]] (1999-2000)
* [[Sergio Zorzi]] (1985-92)
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== Allenatori ==
{| class="wikitable" style="font-size:85%;width:80%;margin:auto;clear:both;text-align:right;"
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|7 aprile [[1935]]
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|align="left"|{{Bandiera|ITA}} Luigi Bricchi<br />{{Bandiera|FRA}} [[Michel Boucheron]]<ref>{{Cita news|url=http://www.gazzetta.it/speciali/rugby/2008/6nazioni/ct_azzurri.shtml|titolo=I C.T. azzurri |data=3 ottobre 2007|accesso=25 ottobre 2011|pubblicazione=Gazzetta dello Sport}}</ref>
|14 maggio [[1936]]
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|19 marzo [[1940]]
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|2 maggio [[1942]]
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|19 luglio [[1958]]
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|28 ottobre [[1967]]
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|25 ottobre [[1970]]
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|-
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|25 ottobre [[1981]]
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|-
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|10 novembre [[1985]]
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|-
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|5 novembre [[1988]]
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|align="left"|{{Bandiera|FRA}} [[Bertrand Fourcade]]
|30 settembre [[1989]]
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|20 giugno [[1999]]
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|-
|align="left"|{{Bandiera|NZL}} [[Brad Johnstone]]
|5 febbraio [[2000]]
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|27
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|-
|align="left"|{{Bandiera|NZL}} [[John Kirwan]]
|27 aprile [[2002]]
|18 aprile [[2005]]
|32
|10
|0
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|31,2
|-
|align="left"|{{Bandiera|FRA}} [[Pierre Berbizier]]
|19 aprile [[2005]]
|30 settembre [[2007]]
|30
|12
|1
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|-
|align="left"|{{Bandiera|ZAF}} [[Nick Mallett]]
|3 ottobre [[2007]]
|2 ottobre [[2011]]
|42
|9
|0
|33
|21,4
|-
|align="left"|{{Bandiera|FRA}} [[Jacques Brunel]]
|3 ottobre [[2011]]
| -
| -
| -
| -
| -
| -
|}
== Palmarès ==
* '''{{Sportpalm|Coppa FIRA|1}}'''
*: [[Coppa FIRA 1995-1997|1995-1997]]
* '''{{Sportpalm|Trofeo Giuseppe Garibaldi|2}}'''
*: [[Sei Nazioni 2011|2011]], [[Sei Nazioni 2013|2013]]
== Rosa ==
Quella che segue è la rosa più recente della Nazionale italiana, convocata dal tecnico [[Jacques Brunel]] per il [[Sei Nazioni 2014]]:
{{Rosa squadra di rugby a 15
|larghezza = 180
|larghezzastaff = 200
|sfondo = 0981E7
|testo = ffffff
|pilone1 = [[Matías Agüero]]
|pilone2 = [[Martín Castrogiovanni]]
|pilone3 = [[Lorenzo Cittadini]]
|pilone4 = [[Alberto De Marchi]]
|pilone5 = [[Dario Chistolini]]
|tallonatore1 = [[Leonardo Ghiraldini]]
|tallonatore2 = [[Andrea Manici]]
|secondalinea1 = [[Marco Bortolami]]
|secondalinea2 = [[Joshua Furno]]
|secondalinea3 = [[Quintin Geldenhuys]]
|secondalinea4 = [[George Biagi]]
|flanker1 = [[Robert Barbieri]]
|flanker2 = [[Simone Favaro]]
|flanker3 = [[Francesco Minto]]
|numerootto1 = [[Sergio Parisse]] ([[capitano (sport)|C]])
|numerootto2 = [[Alessandro Zanni]]
|medianomischia1 = [[Edoardo Gori]]
|medianomischia2 = [[Guglielmo Palazzani]]
|medianoapertura1 = [[Tommaso Allan]]
|medianoapertura2 = [[Luciano Orquera]]
|trequarticentro1 = [[Kelly Haimona]]
|trequarticentro2 = [[Michele Campagnaro]]
|trequarticentro3 = [[Gonzalo García]]
|trequarticentro4 = [[Luca Morisi]]
|trequartiala1 = [[Simone Ragusi]]
|trequartiala2 = [[Angelo Esposito (rugbista)|Angelo Esposito]]
|trequartiala3 = [[Giulio Toniolatti]]
|trequartiala4 = [[Leonardo Sarto]]
|estremo1 = [[Andrea Masi]]
|estremo2 = [[Luke McLean]]
|allenatore = {{Bandiera|FRA}} [[Jacques Brunel]]
|assistenteallenatore =
|allenatoreattacco =
|allenatoredifesa =
|allenatoreavanti =
|allenatoretrequarti =
|tattica =
|strategia =
|destrezza =
|teammanager =
|preparatoreatletico =
|medico =
}}
== Note ==
{{references|2}}
== Bibliografia ==
* {{cita libro|cognome= Ravagnani |nome= Luciano |coautori= Pierluigi Fadda |titolo= Rugby. Storia del Rugby Mondiale dalle origini a oggi |annooriginale= 1992 |ed=2 |data= |anno= 2007 |editore= Vallardi |città= Milano |isbn= 88-87110-92-1 |cid= Ravagnani}}
* {{cita libro|cognome= |nome= |curatore= Giuseppe Tognetti |titolo= 50 anni di speranza |data= |anno= 1979 |editore= F.I.R - CONI|città= Roma |cid= Tognetti}}
* {{cita libro|cognome= Volpe |nome= Francesco |coautori= Valerio Vecchiarelli |curatore= W. Perosino|titolo= 2000. Italia in meta. Storia della nazionale di rugby dagli albori al Sei nazioni |data= |anno=2000 |editore=GS |città= Santhià |isbn= 88-87374-40-6|cid= Volpe}}
* {{cita libro |cognome = Zupo |nome= Fabrizio |titolo= Inseguendo il paradiso del rugby |data= |anno= 2007 |editore= Editrice Nutrimenti |città= Roma |isbn= 88-88389-85-7 |cid= Zupo}}
== Voci correlate ==
* [[Federazione Italiana Rugby]]
* [[Coppa del Mondo di rugby]]
* [[Sei Nazioni]]
* [[Campionato europeo per Nazioni di rugby]]
* [[Trofeo Giuseppe Garibaldi]]
* [[Nazionale Under-20 di rugby a 15 dell'Italia]]
* [[:Categoria:Rugbisti a 15 italiani|Rugbisti a XV italiani]]
== Altri progetti ==
{{Interprogetto|commons=Category:Italy national rugby union team}}
== Collegamenti esterni ==
* [http://www.federugby.it Sito ufficiale della Federazione Italiana Rugby]
{{Top 20 IRB}}
{{Seinazioni}}
{{Nazionali di rugby a 15}}
{{Rugby a 15 in Italia}}
{{Rappresentative sportive nazionali italiane}}
{{Portale|Italia|Rugby}}
{{Vetrina|25|12|2008|Wikipedia:Vetrina/Segnalazioni/Nazionale di rugby XV dell'Italia|arg=sport}}
[[Categoria:Nazionale di rugby a 15 dell'Italia| ]]
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