Bombardamenti di Napoli e Houari Ferhani: differenze tra le pagine

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{{S|calciatori algerini}}
{{Infobox bombardamento
{{Sportivo
|Nome = Bombardamenti di Napoli
|Nome = Houari Ferhani
|Parte di =
|Immagine = [[File:Quattrogiornate3.jpg|250px]]
|Didascalia = Le macerie dei bombardamenti del 1943 a Napoli
|Sesso = M
|Data = Durante la [[Seconda guerra mondiale]] (1940-1944)
|CodiceNazione = {{DZA}}
|Luogo = [[Napoli]]
|LatGradiPeso = 40
|Disciplina = Calcio
|LatPrimi = 50
|Ruolo = [[Difensore]]
|LatSecondi = 0
|Squadra = {{Calcio JS Kabylie}}
|LatNS = N
|TermineCarriera =
|LongGradi = 14
|Squadre =
|LongPrimi = 15
{{Carriera sportivo
|LongSecondi = 0
|2014-2016|{{Calcio RC Arbaa|G}} |36 (0)
|LongEW = E
|2016-|{{Calcio JS Kabylie|G}}|36 (2)
|Nomemappa = ITA
}}
|Tipo =
|SquadreNazionali=
|Obiettivo =
{{Carriera sportivo
|Eseguito da = [[Alleati della seconda guerra mondiale|Alleati]]
|2016 |{{Naz|CA|DZA||olimpica}} | 3 (0)
|Ai danni di = Civili e militari
|2016- |{{Naz|CA|DZA}} |0 (0)
|Forze attaccanti = [[Bombardieri]] leggeri [[Bristol Blenheim]] pesanti Lancaster, Sterling<br />B 24 Liberator, [[Boeing B-17 Flying Fortress|B17 "Fortezze Volanti"]]
}}
|Comandante attaccanti =
|Aggiornato =
|Forze di difesa = caccia Regia Aeronautica - Contraerea del Regio Esercito e della Regia Marina
}}
|Comandante difensori =
{{Bio
|Esito =
|Nome = Houari
|Perdite civili = 20.000 - 35.000 ca.
|Cognome = Ferhani
|Perdite infrastrutturali =
|PreData =
|Perdite attaccanti =
|Sesso = M
|Perdite difensori =
|LuogoNascita = Koléa
|Note =
|GiornoMeseNascita = 11 febbraio
|Ref = <ref name = "AirRaids">{{en}} [http://faculty.ed.umuc.edu/~jmatthew/naples/Naples%20bombing.htm Air Raids on Naples in WWII] - Around Naples Encyclopedia.</ref><ref name = "ISSES">[http://www.isses.it/Convegno050305/Monda.pdf Lucia Monda - Napoli durante la II guerra mondiale ovvero: i 100 bombardamenti di Napoli.] - Relazione convegno I.S.S.E.S Istituto di Studi Storici Economici e Sociali del 5 marzo 2005 ''Napoli durante la II guerra mondiale''.</ref>
|AnnoNascita = 1993
|LuogoMorte =
|GiornoMeseMorte =
|AnnoMorte =
|Attività = calciatore
|Nazionalità = algerino
|PostNazionalità = , [[difensore]] del [[Jeunesse Sportive de Kabylie|JS Kabylie]]
}}
{{citazione|Napoli sepolta nella guerra non aveva avuto un suo poeta né un suo reporter, perché per tutti era stato troppo difficile e sorprendente il sopravvivere all'arida tragedia di quegli anni per poterla subito fissare e prolungare in una memoria, in un diario.|Nello Ajello, 1954<ref>
[http://www.librerianeapolis.it/new/index.php/libri/55/990-sergio-villari-valentina-russo-emanuela-vassallo-il-regno-del-cielo-non-e-piu-venuto Il Regno del cielo non è più venuto].</ref>}}
 
'''Napoli''' fu, durante la [[seconda guerra mondiale]], la città italiana che subì il numero maggiore di [[Bombardamento a tappeto|bombardamenti]], con circa 200 raid aerei (tra ricognizioni e bombardamenti) dal 1940 al 1944, principalmente da parte [[Alleati della seconda guerra mondiale|alleata]], di cui ben 181 soltanto nel [[1943]] e con un numero di morti stimato tra le 20 e le 25.000 persone, in gran parte tra la popolazione civile<ref name="AirRaids"/><ref name="ISSES"/>.
 
==Premessa==
Napoli, durante la seconda guerra mondiale si trovò ad essere un obiettivo strategico importantissimo durante la guerra navale nel Mediterraneo e ancora di più nel 1943, durante la [[Campagna d'Italia (1943-1945)|Campagna d'Italia]]. Il [[porto di Napoli]] era infatti uno dei capolinea delle rotte marittime verso la [[Libia italiana]], oltre ad essere uno dei principali centri industriali<ref>Tra i complessi principali legati allo sforzo bellico, si ricordano le officine Avio di [[Pomigliano d'Arco]], il siluruficio di [[Baia (Bacoli)|Baia]], i cantieri di [[Castellammare di Stabia]] e di Napoli, lo spolettificio di [[Torre Annunziata]], la raffineria e i depositi di carburante della zona orientale della città, le acciaierie dell'[[ILVA]] di [[Bagnoli (quartiere di Napoli)|Bagnoli]].</ref> e di vie di comunicazione del meridione d'Italia. Importante anche la presenza della flotta militare, che nel porto di Napoli trovava ulteriori spazi che le mancavano a [[Taranto]] e [[La Spezia]].
 
Tale ruolo strategico crebbe ulteriormente nel 1943, quando Napoli si trovò ad essere la prima grande città di fronte agli Anglo-americani nella loro risalita lungo la penisola, prima e durante lo [[Operazione Avalanche|sbarco di Salerno]].
 
==I primi anni di guerra==
{{citazione|Noi dobbiamo sottoporre la Germania e l'Italia ad un incessante e sempre crescente bombardamento aereo. Queste misure possono da sole provocare un rivolgimento interno o un crollo.|Lettera di [[Franklin Delano Roosevelt|Roosevelt]] a [[Winston Churchill|Churchill]] del 25 luglio 1941 - Doc. 67, pag. 151 - Loewenheim - Langley - Jonas, Roosevelt and Churchill}}
 
Il primo bombardamento aereo a Napoli (dopo diverse ricognizioni aeree) si ebbe il 1º novembre 1940, ad opera di [[bombardiere|bombardieri]] leggeri [[Bristol Blenheim]] della [[Royal Air Force]] con base a [[Malta]]<ref name="AirRaids" /> e si inseriva nel più ampio quadro della guerra aeronavale nel Mediterraneo tra italiani ed inglesi: pochi giorni dopo si aveva la famosa ''[[Notte di Taranto]]''.
 
I primi obiettivi furono essenzialmente il porto e le navi, con le appendici della [[Zona Industriale (quartiere di Napoli)|zona industriale orientale]], dei Granili, di [[San Giovanni a Teduccio]] e, ad occidente, di [[Bagnoli (quartiere di Napoli)|Bagnoli]] e [[Pozzuoli]]. È da notare che in questo periodo la città non era assolutamente attrezzata per resistere ad attacchi di tale genere: mancavano i rifugi e le uniche attività di [[contraerea]] erano quelle dei cannoni delle navi che occasionalmente si trovavano nel porto<ref name="ISSES" />.
 
L'incursione seguente si ebbe l'8 gennaio 1941 e produsse danni anche nella zona di corso Lucci e al Borgo Loreto; tra le seguenti (sempre inglesi), importante fu l'incursione del 10 luglio, che distrusse la raffineria di via delle Brecce e quelle del 9 e 11 novembre che ebbero come bersaglio la [[Stazione di Napoli Centrale|stazione centrale]], il porto e le fabbriche principali. Un altro raid, il 18 novembre, provocò molte vittime civili per il crollo di un palazzo su un rifugio in Piazza Concordia<ref name="ISSES" />.
 
Nel [[1942]] ci furono sei incursioni, tuttavia proprio la parte conclusiva dell'anno vide un deciso cambio di strategia nella guerra aerea alleata: in pratica si passò dal [[bombardamento strategico]], destinato principalmente agli obiettivi militari, alle infrastrutture e agli impianti industriali, ai [[bombardamento a tappeto|bombardamenti a tappeto]], fatti con bombardieri pesanti, distribuiti pressoché uniformemente su tutta la città e con molte più vittime civili; lo scopo era anche quello di fiaccare il morale della popolazione e indurla all'esasperazione e possibilmente alla rivolta<ref name="ISSES" />. Ai bombardieri inglesi cominciarono inoltre ad affiancarsi (fino a diventare la forza preponderante) le [[United States Army Air Forces|forze aeree statunitensi]] e le incursioni diventarono anche diurne.
 
==Il 1943==
[[File:Napoli bombardamenti.jpg|thumb|Napoli 1943, distruzioni in città]]
{{citazione|Bombardare, bombardare, bombardare… io non credo che ai tedeschi piaccia tale medicina e agli italiani ancor meno… la furia della popolazione italiana può ora volgersi contro intrusi tedeschi che hanno portato, come essi sentiranno, queste sofferenze sull'Italia e che sono venuti in suo aiuto così debolmente e malvolentieri…|Lettera di [[Franklin Delano Roosevelt|Roosevelt]] a [[Winston Churchill|Churchill]] del 30 luglio 1943, doc. 246, pag. 358 - Loewenheim - Langley - Jonas, Roosevelt and Churchill}}
 
La data del 4 dicembre 1942 fu cruciale: fu il primo bombardamento a cui parteciparono anche gli americani e fu anche il primo bombardamento a tappeto sulla città. Gli aerei americani erano 20 [[Consolidated B-24 Liberator|B24 "Liberator"]] della 9th Air Force di base in Africa (in seguito sarebbero partiti anche dalla Sicilia)<ref name="AirRaids" /><ref>[http://www.milhist.net/usaaf/mto42.html#42dec USAAF Chronology, Mediterranean, 1942].</ref>. Furono colpiti tre [[Incrociatore|incrociatori]] nel porto (il [[Muzio Attendolo (incrociatore)|Muzio Attendolo]], l'[[Eugenio di Savoia (incrociatore)|Eugenio di Savoia]] e il [[Raimondo Montecuccoli (incrociatore)|Raimondo Montecuccoli]]), ma anche e soprattutto furono colpiti case, chiese, ospedali, uffici; tra gli altri fu colpito il [[Palazzo delle Poste (Napoli)|palazzo delle poste]], via Monteoliveto e la zona di [[Porta Nolana]]. Pochi giorni dopo, in un nuovo attacco fu completamente distrutto l'ospedale Loreto<ref name="ISSES" />. Secondo fonti americane, solo in questo attacco ci furono circa 900 morti<ref name="AirRaids" />.
 
Cominciava quello che può essere definito uno dei periodi più cupi della storia napoletana e che si sarebbe concluso solo dopo la fine delle cosiddette [[Quattro giornate di Napoli]]. Il 7 dicembre vennero chiuse tutte le scuole della città, mentre cominciava un vero e proprio esodo per fuggire da Napoli. Il problema degli sfollati, dopo una prima parvenza di regolamentazione burocratica, divenne rapidamente ingestibile. In breve la città cominciò a riempirsi di [[Rifugio antiaereo|rifugi antiaerei]] che, per la particolare conformazione del suolo della città di Napoli, vennero ricavati in gran parte nelle profonde [[sottosuolo di Napoli|cavità sotterranee della città]]: un moderno studio ne ha censiti oltre 300<ref name="ISSES" />. Divennero inoltre rifugi antiaerei anche i tunnel cittadini, nonché le gallerie e le stazioni delle funicolari e della [[Linea 2 (metropolitana di Napoli)|metropolitana]].
 
Nel frattempo le incursioni diventavano sempre più frequenti e, a partire dall'11 gennaio del 1943 divennero addirittura ''giornaliere'': tale frequenza cominciò lentamente a diradarsi solo a partire dal 30 maggio, 5 mesi dopo. In genere poi, dopo il bombardamento, gli aerei scendevano a bassa quota per mitragliare la popolazione inerme che fuggiva nelle strade<ref name="ISSES" />.
 
Il 21 febbraio, con un'incursione ricordata come ''la strage di via Duomo'', venne devastata tutta la zona del [[decumano maggiore]], mentre nel mese di marzo vennero colpite le zone del [[Piazza del Carmine (Napoli)|Carmine]], di via Pignasecca, [[Piazza Cavour (Napoli)|Piazza Cavour]], e [[Capodimonte (Napoli)|Capodimonte]]; nello stesso periodo, il 21 marzo si ebbe l'esplosione della motonave [[Caterina Costa (nave)|Caterina Costa]], che da sola provocò oltre 600 morti e 3000 feriti. Nel mese di aprile vennero colpite le zone di [[Corso Giuseppe Garibaldi (Napoli)|Corso Garibaldi]], via Depretis, [[via Medina]], Piazza Amedeo, Parco Margherita, via Morghen. Ancora, si riporta, tra gli altri, che il 4 aprile ci furono 221 morti accertati e 387 feriti, il 15 aprile altri 100, il 24 aprile 50<ref name="ISSES" />.
 
Particolarmente pesante fu il bombardamento del 4 agosto, effettuato da oltre 400 [[Boeing B-17 Flying Fortress|"Fortezze Volanti" B17]] e nel quale venne distrutta la trecentesca [[Basilica di Santa Chiara (Napoli)|basilica di Santa Chiara]]<ref name="AirRaids" /><ref>[http://www.milhist.net/usaaf/mto43b.html USAAF Chronology, Mediterranean, 1943].</ref>, atto che oggi appare inspiegabile da un punto di vista tattico, mentre il 6 settembre, ad [[armistizio di Cassibile|armistizio]] già firmato, si ebbe paradossalmente l'incursione più lunga in assoluto sulla città di Napoli. L'ultimo bombardamento alleato si ebbe tuttavia nella prima mattina dell'8 settembre, a pochissime ore dall'annuncio dello stesso<ref name="ISSES" />.
 
Il nuovo periodo che ora però si apriva sarebbe stato comunque ancora particolarmente cruento per la città di Napoli, con l'occupazione [[Nazionalsocialismo|nazista]] che si sarebbe conclusa solo circa 20 giorni dopo, con l'insurrezione popolare delle "[[Quattro giornate di Napoli]]".
 
L'insurrezione tuttavia non segnò per Napoli la fine definitiva dei bombardamenti: la città era infatti ora diventata retroguardia della [[linea Gustav]] e dovette quindi subire nuovi bombardamenti, anche se meno frequenti, da parte dell'[[Luftwaffe (Wehrmacht)|aviazione tedesca]]. Tra queste, la più pesante fu quella della notte tra il 14 e il 15 marzo del 1944, che provocò circa 300 morti<ref name="ISSES" />.
 
==Note==
<references/>
 
==Bibliografia==
* {{cita libro| Aldo | Stefanile | I 100 bombardamenti di Napoli. I giorni delle AM lire. | 1968| Marotta | Napoli }}
* {{cita libro| Gabriella | Gribaudi | Guerra totale: tra bombe alleate e violenze naziste Napoli e il fronte meridionale 1940-1944. | 2005 | Bollati Boringhieri | Torino |ISBN= 88-339-1584-0 }}
 
==Voci correlateCarriera ==
=== Club ===
* [[Campagna d'Italia (1943-1945)]]
Ha sempre giocato nel campionato algerino.
* [[Sbarco a Salerno]]
* [[Quattro giornate di Napoli]]
 
=== Nazionale ===
==Collegamenti esterni==
È stato convocato per le Olimpiadi del 2016 dove ha disputato tutte e tre le partite della fase a gironi.
* [http://www.life.com/image/53293518 La foto] pubblicata dalla rivista [[Life (rivista)|Life]] della [[Basilica di Santa Chiara (Napoli)|basilica di Santa Chiara]] distrutta dai bombardamenti
 
== Collegamenti esterni ==
{{Portale|guerra|Napoli}}
* {{Collegamenti esterni}}
 
{{Nazionale algerina Olimpiadi 2016}}
[[Categoria:Storia di Napoli]]
{{Portale|biografie|calcio}}
[[Categoria:Campagna d'Italia]]
[[Categoria:Bombardamenti aerei della seconda guerra mondiale|Napoli]]