Castello Reale di Racconigi e Ice: differenze tra le pagine

(Differenze fra le pagine)
Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
 
IrishBot (discussione | contributi)
m Fix spazi, en dash, {{Disambigua}}
 
Riga 1:
{{AvvisounicodeDisambigua}}
== Acronimi ==
{{Edificio civile
* ''[[United States Immigration and Customs Enforcement|Immigration and Customs Enforcement]]'' – sezione della sicurezza interna statunitense dedicata alla vigilanza sulle leggi doganali e sull'immigrazione
|nome edificio = Castello reale di Racconigi
* ''In Case of Emergency'' ([[ICE (In Caso di Emergenza)|In Caso di Emergenza]]) – numero di telefono nella rubrica del cellulare da chiamare in caso di emergenza
|immagine = Castello_di_Racconigi.jpg
* [[ICE (cifrario)|Information Concealment Engine]] – [[cifrario a blocchi]]
|didascalia = Una veduta della facciata meridionale
* [[Instituto Costarricense de Electricidad]] – impresa erogatrice dei servizi di [[energia elettrica]] in [[Costa Rica]]
|paese = ITA
* [[InterCityExpress]] – il [[treno ad alta velocità]] della [[Deutsche Bahn]]
|indirizzo = via Morosini 3 <br />12035 Racconigi (CN)
* ''Internal Combustion Engine'' – [[motore a combustione interna]]
|città = Racconigi
* [[International Cometary Explorer]] – missione spaziale congiunta della [[NASA]] e dell'[[Agenzia spaziale europea|ESA]]
|latitudine = 44.76928
* [[Intrusion Countermeasures Electronics]] – programmi che proteggono dei dati nella [[realtà virtuale]] nella letteratura [[cyberpunk]]
|longitudine = 7.67574
* [[Istituto nazionale per il Commercio Estero]] – ora ICE – Agenzia per la promozione all'estero e l'internazionalizzazione delle imprese italiane – Agenzia pubblica [[italia]]na per la promozione degli scambi commerciali internazionali
|stato = completato
* ''Izquierda Comunista de España'' – [[Sinistra Comunista di Spagna]], [[partito politico]] [[Spagna|spagnolo]] degli [[anni 1930|anni trenta]]
|periodo costruzione = XI secolo - XIX secolo
* [[InterContinental Exchange]]
|inaugurazione =
|stato completamento =
|demolito =
|distrutto =
|uso =
|architetto = [[Guarino Guarini]], [[Giovanni Battista Borra]], [[Pelagio Palagi]]
|ingegnere = Ernesto Melano
|appaltatore =
|costruttore =
|proprietario = Stato Italiano
}}
{{UNESCO
|tipoBene = patrimonio
|nome = Castello reale di Racconigi
|nomeInglese = Residences of the Royal House of Savoy
|immagine =
|anno = 1997
|tipologia = Architettonico
|criterio = C (i) (ii) (iv) (v)
|pericolo = Nessuna indicazione
|link = 823
}}
Il '''castello reale di Racconigi''' (in [[Lingua piemontese|piemontese]] ''ël castel ëd Racunìs'') è situato a [[Racconigi]], in [[provincia di Cuneo]] ma poco distante da [[Torino]].
 
==Chimica==
Nel corso della sua quasi millenaria storia ha visto numerosi rimaneggiamenti e divenne di proprietà dei [[Savoia-Racconigi|Savoia]] a partire dalla seconda metà del [[XIV secolo]]. In seguito fu residenza ufficiale del ramo dei [[Savoia-Carignano]] e successivamente fu eletto sede delle «Reali Villeggiature»<ref>{{Cita|Sugana, 1871|p. 62}}</ref> della [[Savoia (famiglia)|famiglia reale]] dei [[re di Sardegna]] (e poi d'[[Re d'Italia|Italia]]) nei mesi estivi e autunnali.<ref>{{Cita|R. Perez, 1997}}</ref>
* Ice – nome alternativo della [[metanfetamina]]
Divenuto un polo culturale e museale altamente frequentato,<ref group="N">Dal 1994, anno della sua apertura al pubblico, il castello è passato dagli iniziali {{tutto attaccato|25 000}} visitatori annuali agli attuali {{tutto attaccato|200 000}} (dati 2011). Vedi {{Cita|Macera, 2006|p. 7}}</ref> il [[castello]] fa parte del circuito delle [[Residenze sabaude in Piemonte|Residenze Sabaude del Piemonte]], del sistema [[Castelli Aperti]]<ref name=CA>{{Cita web|url=http://www.castelliaperti.it/pagine/ita/scheda.lasso?-id=41|autore=|titolo=Castello Reale di Racconigi|sito=Castelli Aperti|data=2012|accesso=10 febbraio 2014}}</ref> del [[Basso Piemonte]] e dal 1997 è parte del sito seriale [[Residenze sabaude in Piemonte|residenze sabaude]] compreso nella lista dei [[Patrimoni dell'Umanità]] dell'[[UNESCO]].<ref name=CA2>{{Cita web|url=http://www.sitiunesco.it/le-residenze-della-casa-reale-di-savoia.html|autore=|titolo=Le Residenze della Casa Reale di Savoia|sito=sitiunesco.it|editore=Associazione Beni Italiani Patrimonio Mondiale Unesco|data=|accesso=10 febbraio 2014}}</ref>
 
==Cinema==
Nel 2016 ha fatto registrare {{M|127368}} visitatori<ref>{{cita web|url=http://www.beniculturali.it/mibac/multimedia/MiBAC/documents/feed/pdf/Tabella-imported-64702.pdf|titolo=Dati visitatori 2016|sito=beniculturali.it|accesso=17 gennaio 2017}}</ref>.
* ''[[Ice (film 1970)|Ice]]'' – film del 1970 diretto da [[Robert Kramer]]
* ''[[Ice (film 1994)|Ice]]'' – film del 1994 diretto da [[Brook Yeaton]]
 
== StoriaCodici ==
* ice – codice [[ISO 639-2]] alpha-3 per la [[lingua islandese]]
[[File:FacciataGuarini.jpg|thumb|Il prospetto settentrionale, verso il parco, opera di [[Guarino Guarini]] ([[XVII secolo]])]]
=== Origini (XI secolo) ===
 
== Fumetti ==
Le prime notizie di una fortificazione presente a Racconigi risalgono all'[[XI secolo]], epoca in cui il territorio era parte della [[Marca di Torino]] e dove Bernardino di Susa edificò o riadattò un'antica [[casaforte]], sui resti di un precedente [[monastero]].<ref group="N">La trasformazione è una congettura diffusa nell'Ottocento ma tuttavia supportata dal ritrovamento di una croce ferrea nei lavori di ingrandimento del castello sotto la direzione dell'ingegner Ernesto Melano. Vedi {{Cita|Casale, 1873|p. 11}} e {{Cita|Collana L'Italia, 2005|p. 246}}</ref>
* [[Ice (personaggio)|Ice]] – personaggio dei fumetti [[DC Comics]]
* [[Ice (Anime e Manga)]]
 
== Letteratura ==
Nel [[1091]], alla morte della marchesa [[Adelaide di Susa]], i territori furono occupati dal nipote [[Bonifacio del Vasto]]<ref group="N">Bonifacio del Vasto fu il capostipite della dinastia a capo del [[Marchesato di Saluzzo]]. Era figlio di Berta di Susa, sorella di Adelaide. Vedi {{Cita|Collana L'Italia, 2005|p. 245}}</ref> e il [[feudo]] di Racconigi entrò quindi a far parte dei possedimenti dei [[marchesi di Saluzzo]].
* ''[[Ghiaccio per l'87º Distretto]]'' (''Ice'') – romanzo di [[Ed McBain]] del 1983
 
== Musica ==
Successivamente, il nipote [[Manfredo II di Saluzzo]] ampliò la struttura esistente facendo innalzare un primo castello a pianta quadrata con cortile interno, destinandolo a difesa strategica per i territori del marchesato.<ref>{{Cita|Direzione regionale per i beni culturali e paesaggistici del Piemonte, 2010|p. 8}}.</ref>
* [[Ice (gruppo musicale)|Ice]] – gruppo musicale italiano originario di [[Sassari]]
* [[Ice MC]] – musicista britannico di musica hip house e [[eurodance]]
 
== Televisione ==
=== Da fortezza medievale a «villa di delizie» (XIV-XVIII secolo) ===
* ''[[Ice (miniserie televisiva)|Ice]]'' – miniserie televisiva statunitense del 2011
Nel 1372 il marchese [[Federico II di Saluzzo]] cedette in pegno il castello ai conti [[Casane astigiane#I Falletti|Falletti]] ma dopo alcuni anni ritornò di proprietà dei Marchesi di Saluzzo.<ref>{{Cita|Malfatto, 1982}}.</ref> Infine, nella seconda metà del [[XIV secolo]], un figlio illegittimo di [[Ludovico di Savoia-Acaia|Ludovico]], ultimo principe di [[Savoia-Acaia]], ottenne il feudo e il castello di [[Racconigi]],<ref>{{Cita|Direzione regionale per i beni culturali e paesaggistici del Piemonte, 2010|p. 8}}</ref> dando inizio alla linea dinastica dei [[Savoia-Racconigi]] estintasi nel [[1605]].<ref>{{Cita|Cognasso, 2002}}.</ref>
 
==Elettronica==
Nel [[1620]] il duca [[Carlo Emanuele I di Savoia]] ne fece dono a suo figlio [[Tommaso Francesco di Savoia]], capostipite della dinastia [[Savoia-Carignano]]. A quel tempo la struttura appariva come un classico castello [[Medioevo italiano|medievale]]: una massiccia fortezza in mattoni nudi a pianta quadrata, con quattro grandi torri angolari, il fossato, il ponte levatoio e un alto [[mastio]] laterale.
* [[ICE Strumentazione|ICE - Industria Costruzioni Elettromeccaniche]] – azienda italiana che produceva strumenti di misurazioni elettriche di alta qualità, leader in Italia e in diversi paesi europei.
{{Citazione|...era in origine più adatto a rintuzzare la foga di armi ostili piuttosto che piacevole residenza, perché munito di robuste torri sugli angoli, e di fossati in giro, e di spalti...|<ref>{{Cita|Sugana, 1871|p. 61}}</ref>}}
 
L'impianto della struttura, rimasto pressoché invariato fino alla metà del [[XVII secolo]], venne sottoposto ad un primo rimaneggiamento su volere del figlio di Tommaso, [[Emanuele Filiberto di Savoia-Carignano|Emanuele Filiberto]], che commissionò nel [[1676]] a [[Guarino Guarini]] la prima, completa trasformazione della fortezza in [[Delizia (architettura)|«delizia»]].<ref>{{Cita|Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici del Piemonte, 2010|pp. 27-28}}</ref><ref>{{Cita|Macera, 2006|p. 5}}</ref> Egli innalzò, sfruttando l'ampio spazio interno della corte, un grande corpo centrale con copertura «a [[pagoda]]»; inoltre, sulla base delle due torri angolari della facciata settentrionale, sviluppò i due padiglioni di quattro piani, sormontati da un tetto a [[cupola]] quadrangolare con [[lanterna (architettura)|lanterne]] in [[marmo]] bianco. Tuttavia, il grandioso progetto del Guarini non coinvolse soltanto l'edificio, ma vide anche l'affiancamento del noto architetto francese [[André Le Nôtre]], che si occupò della risistemazione del vasto [[#Il parco|parco]].<ref group="N">L'architetto André Le Nôtre, già impegnato nel rifacimento dei giardini di [[Versailles]], nel 1670 spedì da [[Parigi]] i disegni del progetto. Vedi {{Cita|Bernardi, 1961}} e {{Cita|Collana L'Italia, 2005|p. 247}}.</ref> A lavori ultimati, il 7 novembre [[1684]] Emanuele Filiberto sposò a Racconigi [[D'Este|Maria Caterina D'Este]].
 
=== La trasformazione neoclassica (XVIII secolo) ===
A partire dal [[1757]] [[Luigi Vittorio di Savoia-Carignano|Ludovico Luigi Vittorio di Carignano]] commissionò all'architetto [[Giovanni Battista Borra]] un notevole rimaneggiamento secondo il gusto [[neoclassico]] tipico dell'epoca, a cui si deve il rifacimento della facciata meridionale con l'aggiunta del [[Protiro|pròtiro tetrastilo]] con colonne [[corinzio|corinzie]] sormontate dal [[frontone]] triangolare dentellato di ispirazione [[Andrea Palladio|palladiana]]<ref group="N">Il frontone, analogo a quello delle [[Ville palladiane|ville]] venete palladiane, riporta la seguente scritta: «LUDOVICUS A SABAUDIA MDCCLVII.»</ref> e l'antistante scalone monumentale.<ref>{{Cita|Collana L'Italia, 2005|p. 247}}</ref> Gli interventi interni, invece, interessarono il [[#Il Salone d'Ercole|Salone d'Ercole]], l'attigua [[#La Sala di Diana|Sala di Diana]] e l'allestimento delle stanze dell'[[#L'Appartamento Cinese|Appartamento Cinese]], decorate con preziose [[carta da parati|carte da parati]] in carta di [[Oryza sativa|riso]].<ref>{{Cita|Bernardi, 1961}}</ref><ref name="Cita|Macera, 2006|p. 17">{{Cita|Macera, 2006|p. 17}}</ref>
 
=== L'epoca albertina (XIX secolo) ===
L'attuale aspetto dell'edificio è in gran parte frutto del rimaneggiamento voluto nel [[1832]] dall'ultimo [[principe di Carignano]], nonché neo [[re di Sardegna]], [[Carlo Alberto]]. Egli ritenne necessario ampliare e abbellire ulteriormente la residenza, che da quel momento in poi cessò di appartenere alla famiglia Savoia-Carignano per passare alla corona di Sardegna, assumendo così lo status di «residenza reale», nonché eletta sede delle «Reali Villeggiature».<ref group="N">Racconigi fu sede delle «Reali Villeggiature» fino alla fine della monarchia, nel giugno del [[1946]]. {{Cita|Dal Pozzolo, 2010}}</ref><ref>{{Cita|Macera, 2006|p. 7}}</ref>
 
Il sovrano affidò i lavori all'ingegner [[Ernesto Melano]], che innalzò ulteriormente l'antica struttura quadrangolare attorno al corpo centrale e sviluppò le due grandi maniche laterali del prospetto meridionale, riproponendo il tema della [[cupola]] «a pagoda» come copertura delle due torrette angolari.<ref>{{Cita|Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici del Piemonte, 2010|p. 10}}.</ref> Inoltre, la sistemazione comprese il rifacimento del piazzale e l'edificazione dei fabbricati a "C" che raccordano le nuove ali del prospetto sud ai retrostanti padiglioni della facciata settentrionale. Contestualmente a quest'intervento, vennero anche demoliti un mulino e alcune abitazioni antistanti che nascondevano alla vista il castello,<ref>{{Cita|Macera, 2006|p. 6}}</ref> dando luogo all'ampia piazza davanti all'ingresso principale,<ref>{{Cita|Casalis, 1839|vol. 16, p. 119}}</ref> in asse con il lungo viale alberato antistante.
 
Gli interni furono invece riallestiti alle esigenze dell'epoca affidando l'opera a [[Pelagio Palagi]], che riarredò i nuovi ambienti mantenendo la coerenza con il gusto neoclassico. Con lui operò anche l'[[ebanisteria|ebanista]] astigiano [[Gabriele Capello]], detto «il Moncalvo» di cui si ricordano, tra le numerose opere conservate nel castello, i preziosi intarsi che ornano gli arredi e le ante delle porte del [[#Il Gabinetto Etrusco|''Gabinetto Etrusco'']], studio personale di re Carlo Alberto.
 
A partire dal [[1834]], la Galleria di ponente fu oggetto del lavoro del pittore [[Marco Antonio Trefogli]], che la ornò con raffinate [[grottesche]], raffiguranti frutta e volatili. Insieme a Luigi Cinnati, Trefogli inoltre realizzò ornati e [[arabesco|arabeschi]] per la ''Sala di ricevimento'' e la ''Sala da pranzo''. Per il bagno di Carlo Alberto, dipinse nelle fasce ornamentali dei motivi floreali, oltre a grottesche, anfore, conchiglie, cigni e [[grifone (mitologia)|grifoni]], mentre nel fregio sopra il cornicione sono state inserite delle figure di draghi alternate a [[girale|girali]].<ref>{{Cita|Bolandrini, 2011|p. 678}}</ref>
 
La sistemazione del parco, invece, fu affidata al paesaggista [[Germania|tedesco]] [[Xavier Kurten]], che trasformò la precedente opera di Le Nôtre a favore di un'impostazione [[romanticismo|romantica]].
È di questi anni anche il progetto e la costruzione della [[#Edifici presenti nel parco|''Margarìa'']], la cascina in stile [[neogotico]] collocata al fondo del parco, nuovamente frutto della collaborazione di Ernesto Melano e Pelagio Palagi. Proprio nei viali di questo parco il 19 agosto del [[1840]] avvenne il primo incontro, organizzato dalle rispettive famiglie, tra il principe [[Vittorio Emanuele II|Vittorio Emanuele]], futuro primo re d'Italia e la sua prima moglie, nonché cugina [[Maria Adelaide d'Asburgo-Lorena]].<ref>{{Cita|Collana La rassegna nazionale, 1900|p. 420}}</ref> I due convolarono a nozze due anni dopo ([[1842]]) presso la [[Palazzina di caccia di Stupinigi]] e dal matrimonio nacque, tra gli altri figli, il principe ereditario [[Umberto I]].
 
=== Il Novecento: dal ritorno dei soggiorni reali all'abbandono (XX secolo) ===
Negli anni successivi, i successori di Carlo Alberto frequentarono meno assiduamente la dimora, tuttavia, con l'avvento al trono di [[Vittorio Emanuele III]] nel luglio del [[1900]], la residenza tornò ad essere sede delle «Reali Villeggiature» nei mesi estivi e autunnali. Nel 1901 il castello venne dotato di impianti idrici e di [[energia elettrica]], con un nuovo sistema d'illuminazione lungo tutta la cinta muraria del parco<ref group="N">Oggi scomparsa e, con il tempo, in parte sostituita da impianti di illuminazione pubblica.</ref>[[energia elettrica|,]] e nel 1902 fu installato un [[ascensore]] [[officine meccaniche Stigler|''Stigler'']]. Sempre a Vittorio Emanuele III si deve la decorazione delle pareti interne dello ''Scalone d'Onore'', in una delle quali è riportata una delle più complete raffigurazioni [[genealogia|genealogiche]] della famiglia reale, opera di Adolfo Dalbesio.<ref group="N">Si considera la più completa poiché comprendente degli ultimi eredi (ancora in vita) nati dal matrimonio di Umberto II e Maria José: [[Maria Pia di Savoia (1934)|Maria Pia]], [[Vittorio Emanuele di Savoia|Vittorio Emanuele]], [[Maria Gabriella di Savoia|Maria Gabriella]], [[Maria Beatrice di Savoia (1943)|Maria Beatrice]]. Vedi {{Cita|Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici del Piemonte, 2010|pp. 27-28}}</ref>
 
[[File:Vittorio Emanuele III e lo Zar Nicola II.jpg|thumb|left|Vittorio Emanuele III di Savoia e lo zar [[Nicola II di Russia|Nicola II]] a [[Racconigi]] nel [[1909]]. In seconda fila, alla sinistra di Nicola II, si riconosce il [[Presidente del Consiglio dei ministri della Repubblica Italiana|presidente del Consiglio]] [[Giovanni Giolitti]].]]
 
In base alle nuove esigenze della famiglia reale, vennero ammodernati molti locali del castello tra cui l'appartamento dei sovrani al secondo piano. Qui, nel [[1904]], nacque l'ultimo re d'Italia [[Umberto II d'Italia|Umberto II]] e una serie di importanti eventi si susseguirono: nel [[1909]] la residenza fu sede della visita dello [[zar]] [[Nicola II di Russia|Nicola II]],<ref>{{Cita news|url=http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,1/articleid,1203_01_1909_0294_0001_17830215/anews,true/|autore=autore|titolo=Il grande avvenimento odierno di politica estera|pubblicazione=La Stampa|data=23 ottobre 1909|accesso=10 febbraio 2014|p=1}}</ref> mentre nel [[1925]] si svolsero le nozze della principessa [[Mafalda di Savoia|Mafalda]].
 
Nel 1930 il principe Umberto ricevette in dono la residenza, in occasione delle sue nozze con la principessa Maria José del Belgio, celebratesi a Roma. Ad egli si deve il minuzioso reperimento presso le altre residenze sabaude di numerosi dipinti di famiglia, oggi conservati nelle varie gallerie e nei numerosi corridoi e una raccolta di documentazione sulla [[Sindone di Torino]].<ref>{{Cita|Ciliento e Macera, 1998}}</ref> Vennero inoltre ristrutturati alcuni blocchi di appartamenti del secondo piano, tra cui le sale da bagno dei principi di Piemonte e il salotto della musica, con soffitti e pareti decorati in stile [[Futurismo|futurista]] da [[Fiore Martelli]], allievo dell'illustre [[Gio Ponti|Giò Ponti]].<ref>{{Cita|Dal Pozzolo, 2010|p. 35}}</ref>
 
In seguito ai risultati del [[Referendum istituzionale del 1946|referendum istituzionale del 2 giugno 1946]], il castello venne chiuso e avocato allo [[Italia|Stato italiano]].<ref>{{Cita|Mola, 2008}}</ref><ref>{{cita web|url=http://www.monarchia.it/successione_dinastica.html|titolo=La successione dinastica in casa Savoia - le lettere di Re Umberto II|data=4 febbraio 2012|sito=monarchia.it}}</ref> Le principesse [[Iolanda Margherita di Savoia|Jolanda]], [[Giovanna di Savoia (1907-2000)|Giovanna]] e Maria e gli eredi della già scomparsa [[Mafalda Maria Elisabetta di Savoia|Mafalda]] intentarono una causa sull'illegittimità della donazione del [[1930]] a Umberto II.<ref>{{cita web|url=http://www.magnifico.beniculturali.it/pagine/CastelloRacconigi.html|titolo=Progetto magnifico: castello reale di Racconigi|data=4 febbraio 2012|sito=Progetto Magnifico|editore=Ministero per i Beni e le Attività Culturali}}</ref> Difatti la [[Corte di cassazione]] nel [[1972]] decretò che solo un quinto del palazzo fosse confiscabile<ref>{{Cita news|url=http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,12/articleid,0142_01_1972_0054_0012_5056196/|titolo=La tenuta di Racconigi ai Savoia|pubblicazione=La Stampa|data=5 marzo 1972|accesso=10 febbraio 2014|autore=Remo Lugli}}</ref>, cioè quello di proprietà di Umberto II, ma che allo Stato italiano doveva essere garantito il diritto di [[prelazione]], in caso di vendita a privato.<ref>{{Cita|Maria Gabriella di Savoia, Brancalini, 2001}}</ref>
Nel [[1980]], dopo trentaquattro anni di [[esilio]], Umberto II decise di vendere l'intera proprietà allo Stato, ponendo un'unica clausola: che la residenza e tutte le proprietà ad essa annesse, fossero correlati al tema della «conoscenza» e quindi, che ciò determinasse un utilizzo destinato ad attività culturali di tipo divulgativo.<ref>{{cita pubblicazione|autore=Renato Rizzo|titolo=Scippata l’eredità di Umberto II|rivista=La Stampa|data=15 marzo 1987|pp=1<sup>a</sup> pagina|url=http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/action,viewer/Itemid,3/page,0001/articleid,0971_01_1987_0063_0001_13334503/}}</ref>
 
=== Il 1994: la riapertura e la rinascita come polo museale ===
Riaperta nel [[1994]], la residenza è in gran parte visitabile ed è oggetto di costanti [[restauro|restauri]] di natura conservativa volti a preservare la struttura e a riportare agli antichi splendori i piani nobili dell'edificio. Il castello rappresenta una delle residenze sabaude meglio conservate, vantando un'apprezzabile dotazione di arredi, dipinti e suppellettili ed è costantemente sede di eventi ed attività culturali.<ref>{{Cita pubblicazione|titolo=Castello di Racconigi apre il secondo piano|data=10 giugno 2009|rivista=La Stampa|url=http://www3.lastampa.it/torino/sezioni/cultura/articolo/lstp/10401/}}</ref><ref>{{cita web|url=http://www.progettocantoregi.it/pagina.asp?pagina=109&titolo=Altre%20voci%20altre%20stanze.html|titolo=Progetto Cantoregi - L’inverno a Racconigi tra reale e fantastico|accesso=4 febbraio 2012}}</ref><ref>{{cita web|http://www.ilcastellodiracconigi.it/ita/attivita/iniziative/2010/re_galantuomo.htm|titolo=Vittorio Emanuele II il re galantuomo – l’infanzia e la giovinezza|accesso=4 febbraio 2012 |sito=ilcastellodiracconigi.it}}</ref>
 
== Interni ==
[[File:PLANIMETRIA_castelloRACCONIGI.jpg|thumb|right|Una planimetria esemplificativa del castello]]
 
Il castello custodisce ambienti realizzati nel Settecento, altri neoclassici, fino a comprendere sale di gusto [[déco]] risalenti alla prima metà del Novecento. Accuratamente restaurati, essi mantengono le decorazioni e gli allestimenti originali conservati nel corso dei secoli.
 
Tra di essi i più rilevanti sono, in ordine cronologico: il salone d'Ercole, la sala di Diana, l'appartamento cinese, la sala da pranzo, la sala da ricevimento, il celebre gabinetto etrusco, la biblioteca di Carlo Alberto, il gabinetto di Apollo,<ref group="N">Con dipinti di [[Carlo Bellosio]] e una specchiera con annesso camino in [[bronzo]] eseguito a [[Parigi]] su disegno di Pelagio Palagi. Vedi {{Cita|Chiesi, 1890|vol. 1, p. 164}}.</ref> e la cappella reale, dedicata alla [[Madonna della Neve]]. Al secondo piano nobile invece trovano luogo gli appartamenti rimodernati nei primi tre decenni del Novecento comprendenti: la camera da letto della regina [[Elena di Montenegro|Elena]], il bagno di [[Umberto II d'Italia|Umberto II]] e il salotto della Musica di [[Maria José del Belgio|Maria José]].
 
=== Il salone d'Ercole ===
Dedicato al [[Ercole|mito di Ercole]], questo ambiente è frutto dell'intervento del [[1757]] ad opera dell'architetto [[Giovanni Battista Borra]]. Il salone, in stile neoclassico, corrisponde all'antico cortile interno della struttura medievale precedente e fungeva come atrio per accogliere gli ospiti ma, data la capienza e l'ottima acustica, veniva utilizzato anche come sala da ballo, posizionando l'orchestra sulla «Loggia dei Musici», che sormonta le tre coppie di colonne [[stile ionico|ioniche]] e l'accesso all'attigua Sala di Diana. Nella porzione inferiore, le pareti ospitano sei [[nicchia|nicchie]] con frontone, che contengono altrettante sculture di Giuseppe Bolina rappresentanti le [[Dodici fatiche di Eracle|fatiche di Ercole]]; nel registro superiore sono presenti altri [[stucco|stucchi]] del Bolina e del Lombardi, che raffigurano scene di [[caccia]] con animali e armi. La volta della cupola, invece, è dipinta a [[trompe-l'œil]] e raffigura una realistica copertura a [[lacunari]].<ref>{{Cita|Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici del Piemonte, 2010|p. 15}}</ref>
 
=== La sala di Diana ===
Insieme al salone d'Ercole e all'Appartamento Cinese, rappresenta l'insieme dei rimaneggiamenti settecenteschi dell'architetto Giovanni Battista Borra. Utilizzata come atrio di ingresso alla residenza, la sala di Diana è caratterizzata dai quattro grandi medaglioni che raffigurano il mito della [[Diana|dea della caccia]]. Le ampie finestre consentono di ammirare lo scorcio sul vasto parco sul quale si affaccia la terrazza e lo scalone della facciata settentrionale. Tra i quattro grandi lampadari di [[Murano]] che pendono dal soffitto si può inoltre ammirare un bassorilievo raffigurante [[Apollo]] sul carro del Sole. Di notevole pregio infine sono i due caminetti marmorei, opera del celebre [[Guarino Guarini]].
 
=== L'appartamento cinese ===
Realizzate intorno alla metà del Settecento su volere di [[Luigi Vittorio di Savoia-Carignano|Ludovico Luigi Vittorio di Carignano]], le sale dell'Appartamento Cinese facevano parte di un più ampio spazio nominato foresteria reale,<ref name="Cita|Macera, 2006|p. 17"/> comprendente almeno altri sei ambienti<ref>{{Cita|Macera, 2006|p. 12}}</ref> di gusto orientaleggiante, secondo la diffusa moda dell'epoca. Le cinque sale rimaste sono caratterizzate dalle pregiate [[carta da parati|carte da parati]] dipinte a mano su carta di [[Riso (alimento)|riso]],<ref>{{Cita|Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici del Piemonte, 2010|p. 19}}</ref> acquistate a [[Londra]] dal principe Ludovico<ref>{{Cita|Macera, 2006|p. 13}}</ref> e perfettamente conservate grazie all'applicazione su appositi telai di legno.<ref group="N">L'applicazione su telai di legno opportunamente distanziati dalla superficie sottostante della parete ha consentito una corretta conservazione della carta da parati, preservandola dall'umidità.</ref> A completare le stanze sono gli arredi, i vasi [[cloisonné]], le antiche porcellane,<ref>{{Cita|Azienda Savoia Carignano, 1753}}</ref> i due paraventi con decorazioni cinesi del pittore [[Carlo Cussetti]] e una [[lettiga|portantina]] giapponese.<ref group="N">La portantina giapponese fu amato luogo di nascondiglio del principe Umberto II e delle sue sorelle in età infantile. Vedi {{Cita|Macera 2006}}</ref> Queste sale, dedicate ad ospiti di riguardo, ospitarono [[Vittorio Emanuele II]] e [[Umberto I di Savoia|Umberto I]] durante le loro brevi villeggiature, ma anche ospiti illustri come lo zar [[Nicola II di Russia|Nicola II]] giunto in visita a [[Racconigi]] nel 1909.<ref>{{Cita|L'Illustrazione Italiana, 1909}}</ref>
 
=== Il gabinetto etrusco ===
[[File:Joséphine de Lorraine, Princess of Carignan.jpg|thumb|upright|right|Un ritratto presente nel castello raffigurante Giuseppina di Lorena-Armagnac]]
 
Concepito come studio privato di [[Carlo Alberto di Savoia|Carlo Alberto]] è, insieme alla sala del ricevimento, al gabinetto di Apollo e alla biblioteca Albertina, il nucleo di ambienti nei quali il sovrano svolgeva le mansioni amministrative e politiche durante le reali villeggiature.
Il Gabinetto Etrusco, posto al secondo piano, è uno dei punti di maggior rilievo di questa residenza, con opere di [[Pelagio Palagi]] e dell'ebanista [[Gabriele Capello]] detto «il Moncalvo». Il fascino delle coeve scoperte [[archeologia|archeologiche]] è riproposto abbondantemente in tutto il ricco apparato decorativo dello studio, che riproduce [[stilema|stilemi]] tipici della [[pittura vascolare]] [[Pittura etrusca|etrusca]] e [[Pittura greca|greca]].
 
Realizzato negli anni trenta del [[XIX secolo]], esso comprende [[Pitture etrusche|pitture parietali]] scandite in ampi riquadri e un fregio continuo nel registro superiore. Il pavimento è realizzato a [[mosaico]], mentre sulla [[volta a vela]] sono riprodotti gli affreschi della ''Tomba del Barone'', situata nella [[Necropoli dei Monterozzi|necropoli etrusca dei Monterozzi]] (vicino [[Tarquinia]]), scoperta nel [[1827]].<ref>{{Cita|R. Perez, 1997|pp. 56-62}}</ref>
 
Le ante delle due porte d'accesso, le poltrone, il tavolo da centro e i basamenti lignei su cui poggiano i vasi etruschi riportano un complesso [[intarsio]] raffigurante i [[Dèi greci|dodici dèi]] dell'[[Olimpo (Grecia)|Olimpo]] ad opera dell'ebanista Gabriele Capello, su disegno di Pelagio Palagi.<ref group="N">L'architetto Pelagio Palagi fu anche un grande esperto di [[archeologia]], nonché appassionato collezionista. Vedi {{Cita|Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici del Piemonte, 2010|p. 23}}</ref>
Nel [[1851]], il tavolo da centro, un basamento a colonna e un pannello della porta destra furono presentati alla ''[[Great Exhibition del 1851|Great Exhibition]]'' tenutasi al [[Crystal Palace (Londra)|Crystal Palace]] di [[Londra]]; oltre al premio del settore «Arredamento», ricevettero una speciale menzione sul catalogo della mostra che li definì «oggetti degni di occupare un posto nel palazzo di ogni sovrano».<ref group="N">«[...] ''deserving a place in the palace of any sovereign.''» vedi {{Cita|The Crystal Palace exhibition illustrated Catalogue, 1851}}</ref><ref group="N">Inoltre, le suddette opere di ebanisteria valsero al Capello la Prize medail e il suo lavoro venne definito «uno dei massimi contributi dati all'artigianato continentale e all'ammobiliamento artistico». Vedi {{Cita|Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici del Piemonte, 2010|p. 24}}</ref>
 
=== La sala del ricevimento ===
[[File:Adelaide of Austria, wife of Victor Emmanuel II.jpg|thumb|upright|right|Uno dei dipinti presenti nella galleria dei ritratti raffigurante Maria Adelaide d'Austria, moglie di re Vittorio Emanuele II]]
 
È l'ambiente del castello più sontuoso, ove la profusione di dorature evocava il prestigio e la potenza del sovrano. Qui Carlo Alberto e i suoi successori ospitarono personaggi importanti quali ambasciatori, consiglieri e dignitari. Il soffitto, fittamente decorato da motivi neoclassici in [[foglia d'oro]], riporta il [[monogramma]] di Carlo Alberto, ripetuto anche negli arredi e sulle pareti [[damasco (tessuto)|damascate]]. I divani e le poltrone con leoni monopodi sono rivestiti del tipico [[blu Savoia]]; di notevole pregio sono infine il grande lampadario in [[cristallo di Boemia]] e la parure di candelabri neogotici accostati all'orologio da camino raffigurante la [[cattedrale di Reims]].<ref>{{Cita|Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici del Piemonte, 2010|pp. 21-22}}</ref>
 
=== Gli appartamenti del corridoio F anche detti dei principini ===
Accessibili dal primo tratto del corridoio F, oggi meglio noto come galleria dei ritratti, questi appartamenti furono rimodernati nei primi anni del Novecento. Si tratta di un'infilata di ambienti di dimensioni modeste, cinque dei quali è preceduto da un'anticamera con annessi servizi e una scala di collegamento con il piano [[ammezzato]] sovrastante<ref group="N">Le stanze poste nell'ammezzato sono collegate con il relativo appartamento sottostante mediante un ingegnoso sistema incrociato di scale. Questi locali oggi chiamati impropriamente alloggi delle balie sono stati oggetto di un attento restauro che ha permesso di aprirli al pubblico nel 2008. Vedi {{cita web|http://www.ilcastellodiracconigi.it/ita/info/comunicati/2008/stampa162.htm|Frammenti d’opera: cento costumi del Regio a Racconigi|4 febbraio 2012}}</ref>. E' stato sostenuto che avrebbero ospitato dopo il 1901 il principe ereditario Umberto con le sorelle [[Jolanda di Savoia (Italia)|Jolanda]], [[Mafalda di Savoia|Mafalda]], [[Giovanna di Savoia (1907-2000)|Giovanna]] e [[Maria Francesca di Savoia|Maria]]. Su queste basi le stanze sono state riallestite nel 2008 dalla Direzione del Castello, che, pur in mancanza di fonti archivistiche<ref group="N">Nel catalogo ufficiale della mostra tenutasi nel 2007-2008 dopo il restauro di tali stanze, non sono citate fonti archivistiche a sostegno del riallestimento e dell'attribuzione delle camere. Si fa, invece cenno alla tradizione orale, tramandatasi però nel corso di dieci decenni e quindi non troppo attendibile, e a un articolo di giornale apparso nel 1923, in occasione della malattia delle principesse Mafalda e Giovanna, in cui il cronista scrisse che le principesse durante la degenza risiedevano in alcune di quelle stanze. Il cronista non asserisce, tuttavia, che quello fosse il loro appartamento abituale</ref>, ha scelto di attribuire alle principesse Jolanda, Mafalda e Giovanna le prime tre camere e al principe Umberto l'appartamento d'angolo, più grande. L'allestimento non ha previsto di ricreare la camera della principessa [[Maria Francesca di Savoia|Maria]], anche se la principessa, nata a Roma nel 1914, ebbe comunque modo di soggiornare più volte a Racconigi<ref>A. Milan, S. Milan, N. Lovera, ''Il Castello Reale di Racconigi.Reggia estiva d'Italia. 1901-1914'', in fase di pubblicazione.
</ref>.
 
Ricerche recenti hanno permesso di formulare nuove ipotesi sull'effettiva localizzazione dell'appartamento dei piccoli principi sabaudi nei primi decenni del Novecento. Il loro appartamento era, infatti, stato allestito non al primo, ma al secondo piano, in prossimità delle stanze della regina Elena, più precisamente nel padiglione guariniano di levante (attuale appartamento detto di Umberto II). Si è anche potuto appurare che le stanze situate lungo la galleria dei Ritratti erano in realtà destinate ai membri della corte, tra cui la Dama e il Gentiluomo di corte della regina Elena. Ogni appartamento, comodamente disimpegnato, poteva comunicare tramite una stretta scala a pozzo con le stanze riservate al personale di servizio dei personaggi di corte, personale che negli elenchi del Ministero della Real Casa era definito "Livrea Privata".<ref>{{Cita pubblicazione|autore=|nome=Simone|cognome=Milan|titolo=Gli appartamenti reali del castello di Racconigi agli inizi del ‘900: nuove considerazioni sull’appartamento dei principini|rivista=Studi Piemontesi|volume=|numero=|lingua=en|accesso=2017-07-03|url=http://www.academia.edu/13197953/Gli_appartamenti_reali_del_castello_di_Racconigi_agli_inizi_del_900_nuove_considerazioni_sull_appartamento_dei_principini}}</ref>
 
Durante gli anni Trenta questi appartamenti ospitarono, invece, certamente, i figli di Umberto II e Maria José del Belgio, mentre nell'ammezzato sovrastante fu alloggiato il personale a loro addetto. Da tale fatto deriva probabilmente la consuetudine di definire tali stanze "appartamento dei principini".
 
=== La galleria dei Ritratti o corridoio F ===
Il lungo corridoio che dà l'accesso a vari appartamenti, per lo più destinati agli ospiti o a membri della corte, prende il nome dalla raccolta iconografica pazientemente allestita dal principe ereditario Umberto II a partire dagli [[anni 1920|anni venti]] del Novecento. Di grande valore storico ed artistico, i numerosi ritratti qui esposti costituiscono un percorso dinastico abbastanza completo, comprendendo anche dipinti di membri di altre casate nobili italiane ed europee.<ref group="N">Fra i ritratti di famiglia sono compresi anche quelli di altre nobili dinastie d'[[Italia]] e d'[[Europa]] che detenevano legami parentali con i Savoia, come: i Lorena, i [[Valois]], ecc. Vedi: {{Cita|Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici del Piemonte, 2010|p. 18}}</ref> Secondo alcune fonti l'ambiente sarebbe privo di decorazioni poiché questa manica avrebbe ospitato, su volere della [[regina Margherita]], i malati affetti dalla [[febbre tifoidea]] che colpì Racconigi verso la fine dell'Ottocento.<ref>{{Cita|Castronovo, 1977|p. 33}}</ref>
Per sanare i locali sarebbe stato necessario applicare alcuni strati di [[calce]] prima e dopo la degenza dei pazienti, a discapito delle decorazioni preesistenti. Tuttavia è da notarsi che ancora nel 1901 e nel 1902 alcuni restauratori furono pagati per il restauro delle pitture esistenti nella galleria e che, solo nel 1903, ne sarebbe stato deciso il cambio "della decorazione parietale a dipinto, con altra in stucco e riquadrature per applicare nelle medesime, ritratti di famiglia".<ref>{{Cita pubblicazione|autore=|nome=Simone|cognome=Milan|titolo=Gli appartamenti reali del castello di Racconigi agli inizi del ‘900: nuove considerazioni sull’appartamento dei principini|rivista=Studi Piemontesi|volume=|numero=|lingua=en|accesso=2017-07-03|url=http://www.academia.edu/13197953/Gli_appartamenti_reali_del_castello_di_Racconigi_agli_inizi_del_900_nuove_considerazioni_sull_appartamento_dei_principini}}</ref>
 
=== Gli appartamenti del secondo piano ===
Già occupato nell'Ottocento dal re Carlo Alberto e dalla regina Maria Teresa, dai duchi di Savoia (il futuro Vittorio Emanuele II e Maria Adelaide d'Asburgo), dai loro figli e dal cavaliere d'onore della regina Maria Teresa, il secondo piano nobile della residenza venne completamente ristrutturato a partire dai primi anni del Novecento. Il gusto déco di questo periodo caratterizzò fortemente gli ambienti, conferendogli una sobrietà ed un'eleganza più simile alla vita borghese, piuttosto che all'ostentato sfarzo tipico di una residenza reale.
 
==== La camera da letto di Maria José, già della regina Elena ====
La regina Elena scelse, per la propria camera da letto, un'impostazione moderna sottolineata dall'elegante letto matrimoniale a due piazze in stile déco da condividere con il marito, cosa inusuale fino ad allora in contesti analoghi. La stanza presenta, inoltre, un arredo laccato di bianco in stile edoardiano, realizzato dalla celebre azienda inglese Warings&Gillow, che pare ricordasse l'arredo nautico della camera da letto del panfilo reale che ospitò i futuri sovrani durante il loro viaggio di nozze all'[[isola di Montecristo]].<ref>{{Cita|Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici del Piemonte, 2010|p. 44-45}}</ref><ref>{{Cita web|http://italian.ruvr.ru/radio_broadcast/41920446/44256925.html|titolo=Vittorio Emanuele III|accesso=26 febbraio 2012|sito=Radio la voce della Russia}}</ref> In questa stanza, il 15 settembre [[1904]], Elena del Montenegro diede alla luce l'ultimo re d'Italia, [[Umberto II d'Italia|Umberto II]].
 
==== Il bagno di Umberto II ====
Realizzato nello spazio che precedentemente ospitava l'anticamera dell'appartamento di Vittorio Emanuele II, la sala da bagno fu realizzata nel 1930 su volere del principe Umberto II incaricando [[Fiore Martelli]], allievo presso l'[[ISIA (Monza)|ISIA]] di Monza, per la realizzazione delle carte da parati;<ref>{{Cita|L. Dal Pozzolo, 2010|p. 35}}</ref> del suo maestro [[Gio Ponti]], invece, sono gli arredi e i sanitari in stile déco.<ref group="N">Disegnati dall'architetto Gio Ponti per la [[Richard-Ginori]] nel 1923</ref> Come per la coeva sala da bagno della regina Elena, anche qui sono presenti le maggiori innovazioni tecnologiche dell'epoca come l'impianto di acqua corrente, il riscaldamento e il pavimento in [[linoleum]].<ref>{{Cita|Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici del Piemonte, 2010|p. 43}}</ref>
 
==== Il salotto della Musica di Maria José ====
L'appartamento della principessa Maria José è stato realizzato in corrispondenza delle stanze ottocentesche riservate alla dama di palazzo. Tra l'insieme dei locali spicca il salotto della Musica ove ella amava intrattenere i propri ospiti e ascoltare musica. Completato nell'estate del 1931, la stanza presenta un soffitto decorato da [[Fiore Martelli]] con motivi stilizzati raffigurante strumenti musicali. Fra gli arredi è da notare una poltrona Frau, un grammofono, il lampadario Venini in vetro di [[Murano]] e un dipinto della giovane principessa di Gregorio Calvi di Bergolo, facente parte della sua collezione privata che vanta anche la presenza di quadri di [[Felice Casorati (pittore)|Casorati]] e [[Gino Severini|Severini]], ammirabili nell'adiacente salotto.<ref>{{Cita|Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici del Piemonte, 2010|p. 47-49}}</ref><ref name="Cita|Macera, 2006">{{Cita|Macera, 2006}}</ref>
 
=== Le cucine dell'ala di levante ===
{{Citazione|Nelle cantine vi esiste la cucina, coi locali annessi; il vano della cucina è di lunghezza metri 15,50, la sua larghezza è di metri 10,50 con «potaggiere» e macchine fatti dal De Zana che venne espressamente da Vienna; nel lato di mezzodì vi sono le boscaie, le cantine e le carbonaie.|<ref>{{Cita|G. Casale, 1873}}</ref>}}
 
Realizzate contestualmente all'ampliamento di levante, queste caratteristiche cucine furono un vero e proprio esempio di modernità: provviste di una vasta gamma di stoviglie, stampi, attrezzi, [[lavabo|acquai]] in marmo, due grandi cucine a legna (le cosiddette «potaggiere»),<ref>{{Cita|Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici del Piemonte, 2010|p. 55}}</ref> col tempo furono dotate anche di altre cucine "economiche" e dell'ingegnoso girarrosto ad ingranaggi presente nel grande camino al centro della sala. Nel [[1903]], con l'avvento dell'energia elettrica, fu installata l'illuminazione e un nuovo sistema idraulico con un [[Scaldabagno|boiler]] per l'acqua calda. A coordinare gli uffici di bocca vi era un ispettore incaricato, che aveva il suo ufficio accanto al salone principale che ospita le cucine. Nelle sale attigue si può inoltre notare la ghiacciaia e la macelleria, caratterizzata dal rivestimento in marmo alle pareti e dal pavimento inclinato per facilitare lo scolo e le relative operazioni di lavaggio.<br />
Ulteriori locali dedicati alla provvisoneria, agli uffici di frutteria, someglieria, credenza, vassella e lingeria sono invece ubicati al pian terreno, negli ambienti precedentemente destinati all'antica cucina seicentesca; essi, da come suggeriscono i nomi, erano gli i locali preposti alla conservazione e gestione delle provviste alimentari, della frutta, dei vini, delle bevande e del ricco corredo di tovaglie e stoviglie.
 
== Esterni ==
=== Il parco ===
[[File:Grande lago e castello.jpg|thumb|left|Il lago all'interno del parco e, sullo sfondo, il castello. La facciata settentrionale è interna al cortile ed è rivolta verso il parco.]]
[[File:castello_RACCONIGI_completa.jpg|thumb|right|upright|Una planimetria dell'intero parco e delle strutture]]
[[File:map_margaria.jpg|thumb|Una planimetria esemplificativa della Margarìa]]
[[File:SerrerealiMargariaRacconigi.jpg|thumb|upright|Le Serre Reali presso la Margarìa al fondo del parco (estremità nordovest)]]
[[File:Reposoir della regina-margarie di racconigi.jpg|thumb|upright|right|Il Reposoir della Regina presso la Margarìa, opera dell'architetto [[Pelagio Palagi]]]]
 
Il castello si affaccia a nord verso un imponente [[parco alla francese]] di circa 170 [[ettaro|ettari]], delimitati da un muro di cinta lungo in totale 6&nbsp;km. Alla fine del Seicento il parco appariva secondo il rigore geometrico conferitogli dall'architetto francese [[André Le Nôtre]], medesimo autore dei giardini della [[Reggia di Versailles]].<ref name="Cita|Macera, 2006"/>
 
Circa un secolo dopo, su volere della principessa [[Giuseppina Teresa di Lorena-Armagnac|Giuseppina di Lorena-Armagnac]], il parco vide una trasformazione ad opera di Giacomo Pregliasco, che ne riprogettò una parte offrendo nuovi percorsi immersi in una natura rigogliosa ed apparentemente selvaggia.
Il completamento del parco in [[Romanticismo|stile romantico]], come appare oggi, lo si deve a Carlo Alberto, che nel 1836 affidò i lavori al paesaggista prussiano [[Xavier Kurten]]. Questi si dedicò alla risistemazione del lago, dei viali e dei corsi d'acqua e, con l'aggiunta di ponticelli, colline e nuovi filari d'alberi, ne fece un tipico parco del [[XIX secolo]].<ref>{{Cita|E. Thovez, 1909}}</ref>
 
Al Kurten successero nella direzione del parco i fratelli Roda: [[Marcellino Roda|Marcellino]] dal 1843 al 1859 e [[Pietro Giuseppe Roda|Pietro Giuseppe]] dal 1860 al 1870. Sotto la loro conduzione il parco reale acquistò fama a livello europeo per la vasta produzione di fiori rari e piante da frutto esotiche che i due fratelli coltivavano nei giardini a fiori e a frutta e nella nuova serra riscaldata voluta da Carlo Alberto.<ref>{{cita libro|autore=Mirella Macera|autore2=Monica Naretto|curatore=Vincenzo Cazzato|titolo="Roda Marcellino" in "Atlante del giardino italiano 1750-1940. Dizionario biografico di architetti, giardinieri, botanici, committenti, letterati e altri protagonisti" - Italia settentrionale|volume=Vol. I|editore=Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato|città=Roma|anno=2009|ISBN=978-88-240-1044-3|cid=M. Macera, M. Naretto, 2009|p=120}}</ref>
 
Tra l'Ottocento e il Novecento il parco fu utilizzato prevalentemente come riserva di caccia e tenuta agricola, tanto da riservarne alcune piccole porzioni a coltivazioni di [[mais]] e [[cereali]]. Tuttavia, dal [[secondo conflitto mondiale]] in avanti si verificò una certa carenza di manutenzione e un progressivo stato di abbandono.
 
Dalla riapertura del castello nel 1994 in poi, anche il parco è stato oggetto di una serie di attenti interventi di recupero, volti a riportarlo all'aspetto conferitogli da Kurten nell'Ottocento. Nuovamente visitabile, il parco offre una grande varietà di specie vegetali e di animali protetti, una rete di viali e sentieri dallo sviluppo complessivo di 25&nbsp;km, bacini d'acqua (tra cui il lago di 18 ettari di superficie), grandi aiuole fiorite e, come il castello, è abituale luogo di attività ed eventi culturali.
 
Nel 2010 il parco è stato scelto tra i primi dieci finalisti e poi decretato vincitore nel concorso ''I parchi più belli di Italia 2010'';<ref>{{cita web|url=http://www.ilparcopiubello.it/index.php/park/dettaglio/111|titolo=Il parco più bello d’Italia 2010|accesso=dicembre 2013|sito=ilparcopiùbello.it}}</ref><ref>{{cita web|url=http://www.ilcastellodiracconigi.it/ita/attivita/iniziative/2010/parchi_piubelli.htm|titolo=Racconigi finalista per "I parchi più belli d'Italia 2010"|accesso=4 febbraio 2012|sito=ilcastellodiracconigi.it}}</ref>
sempre nel medesimo anno il parco ha ospitato la Biennale di Scultura Internazionale nell'ambito dell'iniziativa ''Scultura Internazionale a Racconigi, 2010. Presente ed esperienza del passato''.<ref>{{cita web|url=http://www.ilcastellodiracconigi.it/ita/attivita/iniziative/2010/biennale.htm|titolo=A Racconigi la Biennale di Scultura Internazionale|accesso=4 febbraio 2012|sito=ilcastellodiracconigi.it}}</ref>
 
=== Flora e fauna ===
Il parco contiene oltre {{tutto attaccato|2 000}} alberi, alcuni dei quali raggiungono altezze superiori ai trenta metri. I più diffusi sono i [[Fraxinus|frassini]] e gli [[acero|aceri]] ma non mancano [[ippocastano|ippocastani]], [[quercia|querce]], [[Ulmus|olmi]], [[carpinus betulus|carpini]], [[Ailanthus|ailanti]], [[platanus|platani]], [[tiglio|tigli]] e [[cedrus|cedri]]. Sono pure presenti sporadici alberi da frutta quali il [[Malus domestica|melo]], il [[ciliegio]] e il [[Corylus avellana|nocciolo]].
Gli alberi più grandi presenti nel parco sono un [[platano orientale]] alto 42 metri, il cui fusto a sezione circolare possiede uno sviluppo di circa 6 metri e una [[zelkova]] alta 35 metri, di circa duecento anni. Quest'ultima specie botanica, con il suo fusto di 8,45 metri di circonferenza, è l'esemplare più grande del [[Piemonte]].<ref>{{cita web|url=http://www.regione.piemonte.it/sit/argomenti/pianifica/beniamb/dwd/alberi.pdf|titolo=Alberi monumentali|capitolo=Elenco degli alberi censiti|accesso=4 febbraio 2012|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20070221132201/http://www.regione.piemonte.it/sit/argomenti/pianifica/beniamb/dwd/alberi.pdf|dataarchivio=21 febbraio 2007|curatore=Carlo Ferrero|p=8|formato=pdf|urlmorto=sì}}</ref><ref>{{Cita|AA.VV., 2004}}</ref>
 
La parte più interna del parco è popolata di varie specie di uccelli: [[airone cinerino|aironi cinerini]], [[garzetta|garzette]], [[anatra|anatre]], [[nibbio bruno|nibbi bruni]], [[buteo buteo|poiane]] e [[picidae|picchi]]. Le ormai rinomate [[cicogna|cicogne]] di Racconigi, invece, nidificano soprattutto sulle cuspidi della ''Margarìa'' e sui comignoli del castello. Oltre agli uccelli è segnalata la presenza di [[scoiattolo|scoiattoli]] e persino di [[Meles meles|tassi]] e [[vulpes|volpi]].
 
=== I canali del parco ===
Come detto, il parco è attraversato da una rete di [[canale artificiale|canali]] che convergono consentendo il costante ricambio idrico del lago, altrimenti destinato all'evaporazione o all'[[palude|impaludamento]]. Tale sistema di canalizzazioni attinge l'acqua dal vicino torrente [[Maira (torrente)|Maira]] per mezzo del canale della Brunetta, che poi provvede a smistarla ai vari canali secondari che solcano il parco.<ref name="Cita|Macera, 2006" />
In riva al lago fu anche allestita una piccola [[darsena]], non più fruibile, per l'ormeggio di piccole barche per le gite sul lago e nei canali.
 
=== Edifici presenti nel parco ===
Nella seconda metà del Settecento l'architetto scenografo Giacomo Pregliasco,<ref>{{Cita|Macera, 2006|p. 4}}</ref> contestualmente alla risistemazione di parte del parco in stile romantico, realizzò piccole ma significative costruzioni come la ''Palazzina Svizzera'' presso l'ingresso orientale del castello<ref group="N">La ''Palazzina Svizzera'', ubicata su corso Umberto I, è in corrispondenza dell'accesso orientale del castello. Qui fece ingresso il corteo dello zar Nicola II, provenendo dalla stazione ferroviaria del paese, poiché lo Zar e la corte al suo seguito giunsero da [[San Pietroburgo]] con il proprio treno privato. Vedi {{Cita|L'Illustrazione Italiana, 1909}}</ref> e la ''Fagianaia'', per l'allevamento di [[Phasianidae|fagiani]] e [[columbidae|colombi]].
 
Altro edificio di spicco è il Tempietto dorico, volutamente incompleto per dare un effetto di rovina sopravvissuta fino ai nostri giorni, posto su una collinetta in riva al lago. Questo luogo tipicamente romantico era caro alla nonna di Carlo Alberto, [[Giuseppina Teresa di Lorena-Armagnac|Giuseppina di Lorena-Armagnac]] ed ospita la cosiddetta Grotta del Mago Merlino, ovvero un piccolo tunnel artificiale rivestito di intonaco impastato a pietre luccicanti e contestuali installazioni di [[stalattite|stalattiti]], [[stalagmite|stalagmiti]] provenienti dalle [[grotte di Bossea]], nelle valli del [[Mondovì|Monregalese]]. La grotta è dedicata alla leggendaria figura di [[Mago Merlino|Merlino]], il quale sarebbe stato sedotto da una donna, la [[Dama del Lago]], che gli avrebbe fatto perdere i propri poteri; la grotta aveva perciò la funzione simbolica di evocare la leggenda ai sovrani sabaudi, per preservarli da controproducenti passioni amorose.
{{Citazione|Fermati, o viaggiatore<br />
le ceneri del saggio Merlino<br />
che portano al cervo amore<br />
ci conducano a riflettere prudentemente.|Giuseppina di Lorena-Armagnac<ref>{{Cita|Macera, 2006|Vol. ''Un giardino per Josephine'', p. 1}}</ref>|Siste Viator<br />sapientis Merlini cineres incipiens<br />quo usque nos ducat cerus amor<br />prudens recogita|lingua=la}}
 
Degna di attenzione nel parco è pure la [[dacia (abitazione)|dacia]] russa, una precedente costruzione riadattata secondo i gusti dello zar Nicola II il quale, nei giorni in cui fu ospite a Racconigi, vi prese soggiorno con la sua corte. La struttura è sede della biblioteca del parco.
Di grande pregio è il complesso rurale cosiddetto della ''Margarìa'', cascina in stile [[neogotico]] progettata dal Palagi e precursore delle moderne aziende biologiche. Ubicata all'estremità nordoccidentale del parco, essa è caratterizzata dall'integrale rivestimento in mattoni e l'ampio [[portico]] interno. Nella torre di destra del prospetto principale della ''Margarìa'' è conservato il ''Reposoir della Regina'', contenente arredi in stile neogotico di [[Gabriele Capello]]. All'interno del complesso della ''Margarìa'' sorge anche l'elegante struttura delle Serre Reali, opera di [[Carlo Sada]], con un sistema di riscaldamento all'avanguardia per l'epoca.<ref>{{Cita|Macera e Bertana, 1986}}</ref>
{{clear}}
 
==Galleria d'immagini==
<gallery>
File:Castelloracconigifacciata.jpg|La facciata meridionale della residenza, originariamente disegnata dall'architetto [[Giovanni Battista Borra]] (1756) e, successivamente, dall'ingegner [[Ernesto Melano]] (metà XIX secolo)
File:Torre guariniana.jpg|Torre occidentale con copertura "a pagoda", opera di [[Guarino Guarini]] (XVII secolo)
File:Scalone verso il parco.jpg|Dettaglio della facciata settentrionale con lo scalone [[Guarino Guarini|guariniano]] che collega la reggia al parco (XVII secolo)
File:Facciatasudpronao.jpg|Dettaglio del [[protiro|pròtiro tetrastilo]], con lo scalone e le [[sfinge|sfingi]] (XVIII secolo)
File:Cicogna sulle serre.jpg|Un nido di cicogna su una cuspide delle Serre Reali, presso la cascina ''Margarìa''
</gallery>
 
== Note ==
=== Annotazioni ===
<references group="N"/>
 
=== Fonti ===
<references/>
 
== Bibliografia ==
* {{Cita libro|autore=|titolo="Azienda Savoia Carignano" (Cat. 38, mazzo 21, n. 11, Inventario di mobili esistenti nel Castello di Racconigi)|anno=1753|editore=|cid=Azienda Savoia Carignano, 1753|isbn={{NoISBN}}}}
* {{Cita libro|autore=|titolo=Collana "La rassegna nazionale", Vol. 16|editore=|anno=1900|cid=AA.VV., 1900|isbn={{NoISBN}}}} {{Chiarire|commento=La rassegna nazionale era una rivista, citare l'articolo consultato per la voce}}
* {{Cita libro|autore=|titolo=L'Illustrazione Italiana|editore=Editrice Emilio Treves|cid=L'Illustrazione Italiana|anno=1909|isbn={{NoISBN}}}} {{Chiarire|commento=L'Illustrazione italiana era una rivista, citare l'articolo consultato per la voce}}
* {{Cita libro|autore=|titolo=Alberi monumentali del Piemonte|editore=L'Artistica Savigliano|anno=2004|cid=AA.VV., 2004|isbn=978-88-7320-095-6}}
* {{cita libro|autore=Marziano Bernardi|titolo=Castelli del Piemonte|anno=1961|editore=Istituto Bancario San Paolo di Torino|città=Torino|cid=Bernardi, 1961|isbn={{NoISBN}}}}
* {{cita libro|autore=Beatrice Bolandrini|titolo=Artisti della "Val di Lugano" a Torino. Un primo repertorio dei ticinesi nell'Ottocento|curatore=Giorgio Mollisi|editore=Edizioni Ticino Management|città=Lugano|anno=2011|cid=Bolandrini, 2011|isbn={{NoISBN}}}}
* {{cita libro|autore=Giuseppe Casale|anno=1873|titolo=Guida del Real Castello e Parco di Racconigi|città=Savigliano|editore=Tipografia Racca e Bressa|cid=Casale, 1873|isbn={{NoISBN}}}}
* {{cita libro|autore=[[Goffredo Casalis]]|titolo=Dizionario geografico storico-statistico-commerciale degli stati di S.M. il re di Sardegna|anno=1833-1856|editore=G. Maspero librajo e Cassone, Marzorati, Vercellotti tipografi|cid=Casalis, 1839|isbn={{NoISBN}}}}
* {{cita libro|autore=[[Valerio Castronovo]]|titolo=Storia delle regioni dall'unità a oggi|anno=1977|editore=Giulio Einaudi Editore|città=Torino|cid=Castronovo, 1977|isbn={{NoISBN}}}}
* {{Cita libro|autore=Gustavo Chiesi|titolo=La patria; geografia dell'Italia|anno=1890|editore=unione tipografico-editrice|città=Torino|cid=Chiesi, 1890|isbn={{NoISBN}}}}
* {{Cita libro|autore=Bruno Ciliento|coautori=Mirella Macera|titolo=Il Castello di Racconigi. La collezione sindonica e la Cappella Reale.|editore=Celid|città=Torino|anno=1998|cid=Ciliento e Macera, 1998|isbn=978-88-7661-326-5}}
* {{cita libro|autore=Francesco Cognasso|anno=2002|titolo=I Savoia|editore=Editrice Corbaccio|città=Milano|cid=Cognasso, 2002|isbn=88-7972-135-6}}
* {{cita libro|titolo=Piemonte|serie=L'Italia|volume=18|editore=Touring Club Editore |città= Milano|anno= 2005|cid=Collana L'Italia, 2005|isbn={{NoISBN}}}}
* {{Cita libro|autore=Luca Dal Pozzolo|titolo=Racconigi. Cura e gestione di una dimora reale|anno=2010|editore=Allemandi|cid=L. Dal Pozzolo, 2010|isbn=978-88-422-1890-6}}
* {{cita libro|autore=Luigi De Bartolomeis|anno=1847|titolo=Notizie topografiche e statistiche sugli stati sardi|editore=tipografia Chirio e Mina|città=Torino|cid=De Bartolomeis, 1847|isbn={{NoISBN}}}}
* {{Cita libro|autore=Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici del Piemonte|titolo=Castello di Racconigi| editore=Edizioni "Le Terre dei Savoia"|anno=2010|cid=Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici del Piemonte, 2010|isbn={{NoISBN}}}}
* {{cita libro|autore=Mirella Macera|autore2=C. Bertana|titolo=Racconigi: il castello, il parco, il territorio|città=Torino|anno=1986|cid=Macera e Bertana, 1986|isbn={{NoISBN}}}}
* {{cita libro|curatore=Mirella Macera|titolo=Real parco di Racconigi. Il sistema delle acque|editore=Castello di Racconigi|anno=2006|cid=Macera, 2006|isbn={{NoISBN}}|OCLC=744783832}}
* {{cita libro|autore=|curatore=Mirella Macera|titolo=Catalogo della mostra "Piccoli principi, memorie e sogni in real villeggiatura"|editore=Castello di Racconigi|anno=2006|cid=Macera, 2006|isbn={{NoISBN}}}}
* {{cita libro|autore=|curatore=Mirella Macera|titolo=Un giardino per Josephine, paesaggi di una principessa del Settecento|editore=Castello di Racconigi|anno=2006|cid=Macera, 2006|isbn={{NoISBN}}}}
* {{cita libro|autore=Venanzio Malfatto|anno=1982|titolo=Asti antiche e nobili casate.|editore=AGA Editrice - Il Portichetto|città=Cuneo|cid=Malfatto, 1982|isbn={{NoISBN}}|OCLC=859655892}}
* {{cita libro|autore=R. Perez Martinez|titolo=Guida al Castello di Racconigi|editore=Gribaudo Editore|città=Cuneo|anno=1997|cid=R. Perez, 1997|isbn={{NoISBN}}}}
* Simone Milan, ''Gli appartamenti reali del castello di Racconigi agli inizi del '900: nuove considerazioni sull'appartamento dei principini'', in «Studi Piemontesi», XLIII (giugno 2014), pp. 91-98.
* {{cita libro|autore=Aldo A. Mola|titolo=Declino e crollo della monarchia in Italia|editore=Mondadori|città=Milano|anno=2008|cid=Mola, 2008|isbn=978-88-04-57988-5}}
* {{cita libro|autore=Maria Gabriella di Savoia, Romano Brancalini|titolo=Casa Savoia. Diario di una monarchia. 1861-1946: cronaca e storia nelle fotografie inedite della Fondazione Umberto II|editore=Mondadori|città= Milano|anno= 2001|cid=Maria Gabriella di Savoia, Brancalini, 2001|isbn=88-04-48653-8}}
* {{cita libro|autore=Giuseppe Sugana|anno=1871|titolo=Notizie storico-artistiche sui primari palazzi principeschi d'Italia|editore=Tipografia Cenniniana|città=Firenze|cid=Sugana, 1871|isbn={{NoISBN}}|OCLC=026372899}}
* {{Cita news|autore=Enrico Thovez|pubblicazione=[[La Stampa]]|titolo=Il parco del Castello di Racconigi|data=22 ottobre 1909|cid=E. Thovez, 1909}}
 
== Voci correlate ==
* [[Residenze sabaude in Piemonte]]
* [[Racconigi]]
* [[Savoia-Racconigi]]
* [[Savoia-Carignano]]
* [[Gabriele Capello]]
* [[Pelagio Pelagi]]
 
== Altri progetti ==
{{interprogetto|commons=Category:Castello Reale di Racconigi}}
 
== Collegamenti esterni ==
* [http://www.ilcastellodiracconigi.it/ Castello di Racconigi] Sito ufficiale del "Castello Reale di Racconigi".
* [http://www.sitiunesco.it/le-residenze-della-casa-reale-di-savoia.html/ Residenze Sabaude patrimonio UNESCO] Sito ufficiale "Associazione Beni Italiani Patrimonio Mondiale Unesco".
* [http://www.castelliaperti.it Castelliaperti.it] Sito ufficiale "Castelli aperti".
* {{CulturaItalia}}
 
{{Dimore sabaude}}
{{Patrimoni Unesco|Italia}}
{{Portale|architettura|Casa Savoia|Cuneo|patrimoni dell'umanità|Piemonte|storia}}
{{Voce di qualità|valutazione=Wikipedia:Vetrina/Segnalazioni/Castello Reale di Racconigi|arg=architettura|giorno=8|mese=2|anno=2014}}
 
[[Categoria:Architetture di Racconigi]]
[[Categoria:Castelli della provincia di Cuneo|Racconigi]]
[[Categoria:Giardini del Piemonte|Racconigi]]
[[Categoria:Patrimoni dell'umanità d'Italia|Castello di Racconigi]]
[[Categoria:Architetture neoclassiche del Piemonte]]
[[Categoria:Residenze sabaude in Piemonte|R]]
[[Categoria:Giardini alla francese]]
[[Categoria:Architetture di Guarino Guarini]]
[[Categoria:Musei statali italiani]]