Origini del cristianesimo e Uff: differenze tra le pagine

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{{C|Questa voce è un coacervo di ricerche originali che traggono spunto da storici cristiani ed anticristiani mescolati insieme, non ci si capisce niente e non cita le fonti. Non un solo nome di storico autorevole appare qui|storia|settembre 2006|}}
==Sigle==
{{F|cristianesimo|agosto 2007}}
* [[Ulster Freedom Fighters]] – ''nom de guerre'' con cui l'organizzazione [[Ulster Defence Association]] rivendica le proprie azioni
{{voce principale|Storia del Cristianesimo}}
* [[Union des femmes de France]] (Unione delle donne di Francia) – una delle 3 società nazionali [[Francia|francesi]] di soccorso confluite nel 1940 nella attuale [[Croce Rossa francese]]
Le '''origini del Cristianesimo''' vanno individuate nella predicazione e negli atti di [[Gesù]], che agli occhi dei suoi seguaci e dei suoi discepoli rappresentò la realizzazione delle aspettative [[Messia|messianiche]] presenti nella tradizione del pensiero e degli scritti sacri della civiltà [[Ebrei|ebraica]].
* [[Union et fraternité française]] (Unione e fraternità francese) – partito politico francese fondato negli anni '50 da [[Pierre Poujade]]
 
* [[United Freedom Front]] – organizzazione [[Terrorismo|terroristica]] attiva negli [[Stati Uniti d'America|USA]] negli [[anni 1970]] e [[Anni 1980|1980]]
==Genesi del fenomeno==
* [[Universal Force Field]] ("campo di forze universale") – ''[[force field]]'' nella [[meccanica molecolare]]
L'assenza di scritti ebraici e greci sull'argomento non permettono una valida indagine storica critica che giustifichi altri punti di vista. Quelli posteriori all'epoca delle origini, corrispondente ai primi anni [[30]], ne riferiscono in maniera imprecisa o dispregiativa. Ciò che conosciamo del suo fondatore, Gesù detto il Cristo, della sua vita, dei suoi detti e dei suoi insegnamenti proviene quasi esclusivamente dai [[vangeli]] e dalle lettere del [[Nuovo Testamento]].
* [[Universidade Federal Fluminense]] (Università federale fluminense) – [[università]] pubblica federale con sede a [[Niterói]], nello stato di [[Rio de Janeiro (stato)|Rio de Janeiro]] ([[Brasile]])
 
All'inizio, a [[Gerusalemme]], i credenti cristiani continuavano a sentirsi parte dell'[[Ebraismo]] e, come raccontano i primi capitoli del libro degli ''[[Atti degli Apostoli]]'', si radunavano addirittura nel portico del [[Tempio di Gerusalemme|tempio]]. Le stesse missioni dell'apostolo [[San Paolo|Paolo]] nelle varie città dell'[[Asia minore]] e della [[Grecia]] avevano come primo obiettivo le riunioni nella [[sinagoga]] locale. Fu, probabilmente, proprio la violenta reazione [[farisei|farisaica]] e sacerdotale che spinse i credenti cristiani a dare inizio a comunità proprie e distinte. Notevole al riguardo è un testo dello ''[[Amida (preghiera)|Šemônê ‘esre]]'', che introduceva la celebrazione sinagogale e che proviene da un frammento della Genizah del Cairo: conserva chiara menzione dei cristiani (o "nazareni") nella dodicesima benedizione:
{{Quote|''Che per gli apostati non vi sia speranza; sradica prontamente ai nostri giorni il dominio dell’usurpazione, e periscano in un istante i Cristiani'' (nôserîm) ''e gli eretici'' (minim)'': siano cancellati dal libro della vita e non siano iscritti con i giusti. Benedetto sei tu, Signore, che schiacci gli arroganti.''<ref name="">In J. Maier, op. cit., p.63 con altri passi paralleli; R. Penna, op.cit., p.248. Una trattazione di questa preghiera in E. Schürer, ''Storia del popolo giudaico al tempo di Gesù Cristo,'' vol. II, Brescia, 1987, pp. 547-554.</ref>}}
Che i Giudei maledicessero i Cristiani nella preghiera, è testimoniato anche da [[Giustino]], [[San|Girolamo]] ed [[Epifanio]]. Giustino, in particolare, rinfaccia ai Giudei di maledire nelle sinagoghe coloro che si son fatti cristiani.
Gli ebrei convertiti non si autodefinivano cristiani: ciò è testimoniato dagli ''Atti degli Apostoli'', da cui si desume che il termine ''cristiani'' venne coniato solo qualche decennio dopo i fatti di Gesù e probabilmente in senso dispregiativo.
{{Quote|... essi parteciparono per un anno intero alle riunioni della chiesa e istruirono un gran numero di persone; ad Antiochia, per la prima volta, i discepoli furono chiamati cristiani.|''Atti'', 11.26}}
Prima di allora, veniva utilizzato il termine ''La Via'' per indicare i credenti cristiani.<ref name="">''Atti'', 24.14 dove San Paolo dice a Festo: ''...ma ti confesso questo, che adoro il Dio dei miei padri, secondo la Via che essi chiamano setta''.</ref>
Fino alla metà del [[I secolo]], neanche i [[Romani]] si resero conto della differenza e ritennero il [[Cristianesimo]] soltanto una setta estremista e litigiosa dei Giudei. Lo prova indirettamente l'espulsione dei Giudei da [[Roma]] con l'editto di [[Claudio]], fatto riportato sia da [[Svetonio]], che ritiene che l'agitatore giudeo sia un certo Cresto, (''Iudaeos impulsore Chresto assidue tumultuantis Roma expulit''), sia dal resoconto contenuto negli ''Atti'':
{{quote|...dopo questi fatti, Paolo lasciò [[Atene]] e si recò a [[Corinto]]. Qui trovò un giudeo chiamato Aquila, oriundo del [[Ponto]], arrivato poco prima dall'[[Italia]] con la moglie Priscilla, in seguito all'ordine di Claudio che allontanava da Roma tutti i Giudei.|''Atti'', 18.1-2}}
I Romani infatti, all'inizio, non perseguitarono i cristiani in quanto tali e non li ritennero pericolosi per lo Stato finché non si resero conto che il Cristianesimo era una religione diversa da quella ebraica (che godeva dello status di ''religio licita''). La stessa "persecuzione" di [[Nerone]] fu, infatti, locale e limitata a Roma. Nel [[64]], scoppiò il [[grande incendio di Roma]], del quale il medesimo imperatore fu accusato dall’opinione pubblica, come riferisce [[Tacito]]; questi narra che l'imperatore cercò in tutti i modi di favorire le vittime del disastro e di stornare da sé l’accusa che pendeva sul suo capo, con vari provvedimenti.
{{Quote|Tuttavia né con sforzo umano, né per le munificenze del principe o cerimonie propiziatorie agli dei perdeva credito l’infamante accusa secondo la quale si credeva che l’incendio fosse stato comandato|Tacito, ''[[Annales di Tacito|Annales]]''}}
I cristiani apparvero in breve un perfetto capro espiatorio. A questo punto, Tacito inserisce un esplicito riferimento a Cristo ed ai suoi seguaci:
{{Quote|Perciò, per far cessare tale diceria, Nerone si inventò dei colpevoli e sottomise a pene raffinatissime coloro che la plebaglia, detestandoli a causa delle loro nefandezze, denominava cristiani. Origine di questo nome era Cristo, il quale sotto l'impero di Tiberio era stato condannato al supplizio dal procuratore Ponzio Pilato; e, momentaneamente sopita, questa esiziale superstizione di nuovo si diffondeva, non solo per la Giudea, focolare di quel morbo, ma anche a Roma, dove da ogni parte confluisce e viene tenuto in onore tutto ciò che vi è di turpe e di vergognoso. Perciò, da principio vennero arrestati coloro che confessavano, quindi, dietro denuncia di questi, fu condannata una ingente moltitudine, non tanto per l’accusa dell'incendio, quanto per odio del genere umano. Inoltre, a quelli che andavano a morire si aggiungevano beffe: coperti di pelli ferine, perivano dilaniati dai cani, o venivano crocifissi oppure arsi vivi in guisa di torce, per servire da illuminazione notturna al calare della notte. Nerone aveva offerto i suoi giardini e celebrava giochi circensi, mescolato alla plebe in veste d’auriga o ritto sul cocchio. Perciò, benché si trattasse di rei, meritevoli di pene severissime, nasceva un senso di pietà, in quanto venivano uccisi non per il bene comune, ma per la ferocia di un solo uomo|Tacito, ''Annales'', XV.44}}
 
==Le radici ebraiche del Cristianesimo==
Il Cristianesimo è profondamente radicato nella religione degli Ebrei. Il gruppo nascente di seguaci, in virtù di quanto detto continuò a sentirsi in prosecuzione e non in opposizione alla religione comune; la coscienza di essere diversi maturò lentamente nel nuovo gruppo e si evidenziò solo nel corso del primo decennio di vita del movimento, in concomitanza con la [[persecuzione]] a [[Gerusalemme]] e la fondazione della nuova comunità di [[Antiochia]] di [[Siria]]. La conversione di [[San Paolo|Paolo di Tarso]], che di Antiochia fece la sua base per le missioni, accelerò la definizione della dottrina e chiarì l'orientamento universalistico della fede cristiana. Il tronco era ancora l'ebraismo, le sue scritture, la sua etica; ma l'attesa messianica non c'era più. dato che Gesù Cristo veniva predicato e riconosciuto come il [[Messia]] atteso da secoli. Il [[Concilio di Gerusalemme]] del [[50]] d.C. sancirà il riconoscimento della universalità della nuova fede e il distacco dall'osservanza dei rituali dell'Ebraismo.
 
La definizione delle caratteristiche peculiari che distinsero il Cristianesimo dall'Ebraismo non fu quindi immediata ma progressiva, anche perché lo stesso Giudaismo non si presentava come una struttura monolitica; di fronte ad alcuni "fondamentali" unitari come il [[monoteismo]], il ritualismo del [[Tempio]], le Scritture e la tradizione antica, si presentava frammentato in una serie di correnti religiose che conosciamo essenzialmente tramite [[Giuseppe Flavio]] e dai [[Vangeli]]: i [[Sadducei]],gli [[Erodiani]], i [[Farisei]], gli [[Zeloti]], i [[Samaritani]], gli [[Esseni]], i battisti e gli [[Gnosi|gnostici]]. L'ultimo gruppo presentava dottrine dualistiche derivanti da influenze iraniche e [[Orfismo|orfico]]-[[Pitagorici|pitagoriche]], acquisite probabilmente durante il periodo della deportazione babilonese ma soprattutto [[Platonismo|platoniche]]. I Battisti erano presenti già da tempo nelle zone del [[Giordano]] e [[Giovanni il Battista]] fu uno di questi; predicavano il ravvedimento e si caratterizzavano per dei riti di iniziazione tra cui le immersioni in acqua. I Sadducei erano essenzialmente l'elite aristocratica e sacerdotale, caratterizzati dalla fedeltà alla Torah e contrari alla tradizione (halakà),respingevano il concetto di resurrezione. I Farisei invece pur distinti in due grandi scuole, quella di [[Hillel]] e quella di [[Shammai]], erano quelli che avevano un costrutto giuridico-dogmatico complesso ed in evoluzione che influenzerà profondamente il giudaismo posteriore ed in misura minore anche il Cristianesimo. Infine gli [[Esseni]], comunità di appartati che si ritenevano gli unici e veri israeliti; osservanti rigidi del ritualismo prescritto, con un severo codice di vita e un'aspettativa escatologico-apocalittica. Un apocrifo, il ''Testamento dei Dodici Patriarchi'' sembra essere un loro scritto cristianizzato in seguito.<br>
È molto facile quindi comprendere come il Cristianesimo delle comunità di [[Palestina]] sviluppatosi in un ambiente così eterogeneo ne sia stato influenzato in varia misura.
 
==Le due anime del Cristianesimo delle origini: ''ecclesia ex circumcisione'' e ''ecclesia ex gentibus''==
===Le comunità giudeo-cristiane===
Le comunità della [[Palestina]], furono costituite principalmente da Giudei convertiti; dopo il [[70]] la loro importanza iniziò a declinare. Dopo la testimonianza degli ''[[Atti degli apostoli]]'' e delle ''[[Lettere di Paolo]]'' relativa al primo periodo e alla [[Chiesa di Gerusalemme]], approssimativamente, tra il 30 e il 60 d.C., le loro tracce si confondono. Si sa del loro attaccamento alle tradizioni ebraiche, come la celebrazione della [[Pasqua]] il 14 Nisan e delle feste prescritte ma, soprattutto, alla [[circoncisione]]. Sembra che i [[giudeo-cristiani]] accettassero come scritto sacro solo il [[Vangelo di Matteo]] (forse quella versione in ebraico di cui parla Papia) che è quello con la più marcata impronta semitica e, forse, anche la [[Lettera di Giacomo]]. Non è certo, ma sembra che il Vangelo (apocrifo) secondo gli Ebrei sia nato in tale ambiente. Erano diffusi tra loro anche il [[Vangelo di Tommaso]], e il [[protovangelo di Giacomo]]. Dalla [[Lettera di Barnaba]] desumiamo la loro venerazione per Giacomo, fratello del Signore, mentre dagli scritti pseudo-clementini, attribuiti ad ambienti giudeo cristiani, traspare una certa avversione per [[San Paolo]]. Da ambienti giudeo-cristiani derivano sicuramente alcune sette specifiche come gli [[Ebioniti]], gli [[Elcasaiti]] e i [[Nazarei]]. Di essi abbiamo notizia quasi esclusivamente dagli scritti dei [[Padri della chiesa]].
 
Gli [[Ebioniti]], secondo [[Sant'Ireneo]], [[Eusebio di Cesarea]], [[Epifanio]] e [[Origene]] erano giudei che avevano accolto Gesù come [[Messia]] ma non come Figlio di Dio bensì come il più grande profeta. La setta si era diffusa verso la fine del I secolo nel [[Vicino Oriente]]. Le loro dottrine prevedevano abluzioni rituali, esclusione del vino e la condanna dei sacrifici. Avevano una concezione [[dualismo|dualistica]] dei principi del bene e del male, e del secolo presente malvagio a cui si opporrà il secolo futuro di Cristo. Adottavano una versione rielaborata del Vangelo di Matteo e un’opera, i ''Viaggi di Pietro'', che fa parte dei cosiddetti scritti pseudo-clementini.
 
Gli [[Elcasaiti]], un'altra setta giudeo-cristiana, è nota per mezzo degli scritti di [[Origene]], [[Sant'Ippolito di Roma|Sant'Ippolito]] ed Epifanio. Affine agli Ebioniti nelle dottrine riguardanti Cristo la loro dottrina si fonda su un libro rivelato al loro fondatore Elxai nell’anno [[100]], nel quale compaiono due esseri celesti, uno maschile, detto figlio di Dio o Cristo, già venuto al mondo in ripetute incarnazioni e uno femminile chiamato Spirito Santo. La salvezza si ottiene mediante una fede totale nel libro; la remissione dei peccati si ottiene per mezzo di ripetuti battesimi. Erano presenti anche principi di [[magia]] e [[astrologia]].
 
I [[Nazarei]], setta giudeo-cristiana, avevano come testo sacro, secondo [[San Girolamo]], un ''Vangelo di Matteo'' in aramaico. Si ritiene oggi che si trattasse del [[Vangelo secondo gli Ebrei]].
 
Le notizie che possediamo sulle sette di derivazione giudeo-cristiana, anche se scarne fanno tuttavia intravedere una notevole analogia con l'[[Esseni|Essenismo]], soprattutto nelle loro dottrine dualistiche a carattere [[Gnosticismo|gnostico]], nel loro [[esoterismo]] e nel loro attaccamento alle tradizioni giudaiche.
 
===L’ultimo trentennio del I secolo.===
Dopo la caduta di [[Gerusalemme]], nel [[70]] d.C., il Giudaismo palestinese iniziò a riorganizzarsi,in questo guidato dalla componente [[Farisei|farisaica]]. Uno dei primi provvedimenti dopo la costituzione del nuovo sinedrio, non più a Gerusalemme ma a Jamnia, fu quello di espellere la componente giudeo-cristiana che fino ad allora non aveva cessato di ritenersi parte del Giudaismo. Erano già nati nel suo ambito alcuni scritti come il ''[[Vangelo di Matteo]]'', forse la ''[[Lettera di Giacomo]]'' e tanti altri minori come raccolte di loghia e fatti di Gesù. L'essere staccati bruscamente dal tronco dell'Ebraismo provocò un certo disorientamento nell’ambito delle comunità giudeo-cristiane e sotto l'impulso delle varie componenti (non dimentichiamo il massiccio ingresso di [[Farisei]] di cui parlano gli ''[[Atti degli Apostoli]]'' e senz'altro di altri convertiti come [[Esseni]], messianisti, dottori della legge ma anche semplici contadini e benestanti) adesso, si concretizzano idee che sarebbero state, nei secoli successivi, fonte di dispute dottrinali importanti per quanto riguarda la dottrina della [[trinità]] e della realtà dell’incarnazione.<br>
Nel tentativo di salvaguardare l’assoluto monoteismo del Giudaismo, espresso nel solenne postulato [[Deuteronomio|deuteronomico]] “Ascolta, Israele: il Signore, Iddio nostro, è l’unico Dio” (6:4) infatti, alcuni svilupparono una concezione [[Modalismo|modalistica]] della Trinità di Dio, intesa non come tre persone ma come tre modi di manifestarsi dell’unico Dio. Che agirebbe, a volte come Padre, a volte come Figlio e a volte come Spirito Santo. Tra i propugnatori di tali idee vi furono [[Noeto]] di Smirne e [[Prassea]]; il primo affermava che Cristo, essendo Dio, andava identificato col Padre, il quale quindi avrebbe sofferto sulla croce presentandosi in forma umana come Figlio e sarebbe poi risuscitato di nuovo come Sé stesso (patripassianesimo).
Una seconda posizione verteva su una concezione [[Adozionismo|Adozionistica]] della figura di Gesu’, semplice uomo di straordinarie virtu’, adottato come “Figlio di Dio”, e accreditato per mezzo di opere potenti come Messia. [[Cerinto]], (secondo Sant'Ireneo), riteneva che Gesù fosse figlio di Giuseppe e Maria; e che al suo battesimo il Cristo era sceso su di Lui in forma di colomba allo scopo di annunziare il Padre ignoto e compiere miracoli; e se ne era dipartito prima della crocifissione. Fu proprio questo a spingere [[San Giovanni]] a scrivere il suo [[Vangelo]], secondo quanto afferma [[Sant'Ireneo]]. È proprio in questo fine secolo che avviene il distacco sempre più marcato tra la componente giudeo-cristiano più ortodossa e le devianze settarie. Sembrano infatti dirette a questa componente, presente in tutta l'area mediorientale e dell'asia minore, la Lettera di Giuda e le due Lettere di Pietro con il loro tono rigoristico e di avvertimento circa "coloro che si sono infiltrati tra noi".
{{Quote|Perché si sono infiltrati fra di voi certi uomini (per i quali già da tempo è scritta questa condanna); empi che volgono in dissolutezza la grazia del nostro Dio e negano il nostro unico Padrone e Signore Gesù Cristo.|Giuda 4 }}
Tramite le scarne notizie di Egesippo (180 d.C.) e di San Gerolamo sembra che il Giudeo-Cristianesimo si sia diffuso oltre i confini della Palestina ed anche in Siria.
 
===Bibliografia===
*Earle F. Cairns, ''Christianity trough the Centuries'', Grand Rapids Michigan (USA), Zondervan Publishing House
*K.Heussi-G.Miegge, ''Sommario di storia del cristianesimo'', Torino, [[Claudiana]], 1960
*(G. Filoramo (a cura di), ''Storia delle religioni - Cristianesimo'', Roma, G. Laterza e Figli, 2005 (Biblioteca di ''La Repubblica'', ristampa)
*[[Pietro Tacchi Venturi]], ''Storia delle religioni'', Torino, UTET, 1939, Voll. I e II
*[[Gerd Theissen]], ''Gesù e il suo movimento', Torino, [[Claudiana]], 1979
*A.M. Hunter, ''L'Evangelo secondo Paolo'', Torino, [[Claudiana]], 1968
*Graham Stanton, ''New light on Jesus and the Gospels'', Harper Collins Publishers.Ltd, 1995
*Tom Wright, ''Che cosa veramente ha detto Paolo'', Torino, [[Claudiana]], 1999, ISBN 88-7016-304-0
*''Ebraismo'', Firenze, Gruppo editoriale Giunti, 1996
*Floyd E. Hamilton, ''The Basis of Christian Faith'', New York, Harpers Row Publ., 1964
*''Religioni e Miti'', ''s.v.'' «Cristianesimo», ''Dizionario enciclopedico'', Vol. I, Milano, Bompiani
*Birger Gerhardsson, "Le origini delle tradizioni evangeliche", in ''Studi di Teologia'' 5, Roma, ediz. IBE, 1980
*Tony Lane, ''Compendio del pensiero cristiano nei secoli'', Formigine (Mo), Ediz. V.D.B., 1994
*K.Mc Donnell-G.T. Montague, ''Iniziazione cristiana e battesimo nello Spirito Santo. Testimonianze dei primi otto secoli'', Roma, Ediz. Dehoniane, ISBN 88-396-0499-5
*E.F. Harrison, ''Introduction to the New Testament'', Grand Rapids-Michigan (USA), WMB Ferdmans Publ.Co., 1964
*AA.VV., ''Dopo Gesù -Il trionfo del Cristianesimo'', -cons. Prof. Mons. G. Ravasi, Milano, Selezione dal Reader's Digest, 1993 ISBN 88-7045-112-7
*[[Jacques Brosse]], ''I Maestri Spirituali'', Gremese ed., 1991, pag. 60, 92-1991 ISBN 88-7605-590-8
*[[Didaché]] in Andrea Tomasetto (a cura di), Alle origini del Cristianesimo, Torino, ISBN 8875470022
*E.SCHÜRER,''Storia del popolo giudaico al tempo di Gesù Cristo,'' vol.II,Brescia,1987,pp.547-554,
*J. MAIER, ''Gesù Cristo e il cristianesimo nella tradizione giudaica antica'', Brescia, 1994
*François Vouga, ''Il cristianesimo delle origini'', Torino, [[Claudiana]], 2001
 
==Altre ipotesi==
 
{{C|vedi pagina discussione|cristianesimo|agosto 2006|[[utente|anthos]]}}
 
===L'antico Egitto===
Se invece ci si inoltra in tempi più remoti il [[Cristianesimo]] condivide le stesse sorgenti dell'[[Ebraismo]] antico ovvero l'[[Antico Egitto|antica civiltà egizia]] o meglio e più precisamente stando all'ipotesi del fondatore della [[psicoanalisi]] e di origine ebraiche egli stesso [[Sigmund Freud]], si giungerebbe a ritroso al pensiero religioso [[monoteismo|monoteista]] del faraone [[Akhenaton]].<br>
Questa tesi è da [[Sigmund Freud|Freud]] esposta nel suo ultimo lavoro a cui dedicò gli ultimi anni della sua esistenza: "[[L'uomo Mosè e la religione monoteistica]]" del [[1934]]-[[1938]].<br>
 
====Dal faraone Akhenaton al monoteismo mosaico====
La tesi fondamentalmente si basa sull'assunto che [[Mosè]] faceva parte della classe dirigente egiziana e lui stesso era un egiziano. La vicenda di Mosè si svolge intorno all'anno [[1350 a.C.]] durante il regno di [[Amenofi IV]] che sarà anche l'ultimo esponente della [[XVIII dinastia]]. Fu proprio Amenofi IV che condusse la rivoluzione monoteista nell'[[antico Egitto]] abolendo il [[politeismo]]. Egli stesso cambiò il suo nome in [[Akhenaton]] essendo [[Aton]] il [[dio]] unico.<br>
Fu proprio perché una reazione volle imporre in [[Egitto]] una controriforma di segno politeistico che dà inizio a quella storia del nuovo popolo di Mosè, ovvero chi non volle sottomettersi alla restaurazione del [[politeismo]] e che quindi furono costretti dalla nuova situazione determinatasi a fuggire dall'[[Egitto]] in cerca di una nuova terra per il nuovo credo [[monoteismo|monoteista]], "terra promessa" che poi trovarono in [[Palestina]] ma che, come sappiamo dal racconto tramandatoci, all'egiziano Mosè non fu consentito di accedere a causa della sua non sufficiente fede (Libro dell'[[Esodo]]).<br>
 
====Dal monoteismo mosaico al monoteismo apocalittico e messianico====
Qui finisce l'esposizione di questa ipotesi storica ma questa antica vicenda svoltasi in terra d'Egitto intorno al 1350 a.C. costituirà il primo tassello che dopo le nuove vicende della sconfitta subita a seguito dello scontro con le popolazioni iraniche a cui seguirono il lungo esilio a [[Babilonia]] del 597-540 a.C. trasformerà infine il tradizionale monoteismo ebraico in un nuovo monoteismo questa volta tutto intriso di un carattere apocalittico e messianico quale secondo tassello di questa lunga storia che sfocerà infine dando origine al cristianesimo quale sua maturazione.
 
====Il rapporto con il messianismo====
Dato che ogni re degli ebrei era "unto del Signore", cioè Messia, cioè Cristo (tale titolo infatti era stato di [[Davide (Bibbia)|Davide]], [[Re Salomone|Salomone]] e di tutti i re successivi) storicamente il Cristianesimo nasce dal [[messianismo]] ebraico del primo secolo ossia dall'attesa della liberazione nazional-religiosa annunciata nelle profezie, resa spasmodica dal senso di imminenza che si era sviluppato all'epoca della dominazione romana.
Di qui le prime persecuzioni dei cristiani in quanto sobillatori dell'ordine costituito e non propugnatori di una particolare fede religiosa. Infatti erano chiamati i "messianisti", ovverosia quegli ebrei che avevano seguito il Cristo in questa sua ambizione e che, pertanto, non nutrivano una grande simpatia per il potere romano che aveva declassato Israele da "regno di Dio" (Malkut Yahweh) a semplice provincia di un grande impero pagano.
 
====Il libro di Enoch====
Il [[libro di Enoch]] è significativo come documento che può essere annoverato come un elemento di quell'humus di pensieri e concezioni che dettero vita al [[Cristianesimo]] una volta giunti al momento giusto di maturazione.<br>
Questo libro che non è nemmeno incluso nel canone dei libri che costituiscono il [[Vecchio Testamento]] o Bibbia è costituito a sua volta da più libri ed è stato scritto da più autori. Il più antico è di poco precedente l'epoca dei [[Maccabei]] e il più recente è del 64 a.C.<br>
Il contenuto di questa opera riguarda le visioni apocalittiche del patriarca [[Enoch]] e proprio per questo è molto importante per la comprensione di quel lato del [[Giudaismo]] che dette origine al Cristianesimo.<br>
I primi padri cristiani, per esempio [[Clemente di Alessandria]] e [[Tertulliano]] lo trattano come un libro canonico anche se, in disaccordo, [[San Gerolamo|Gerolamo]] e [[Agostino]] lo respingono.<br>
Poi cadde nell'oblio e andò disperso. Fu solo al principio del XIX secolo che furono trovati in [[Abissinia]] tre manoscritti in lingua etiopica e in seguito altri frammenti dell'opera furono ritrovati in greco e in [[lingua latina|latino]].<br>
Scritto originariamente parte in [[ebraico]] e in [[aramaico]] vedeva i suoi autori come membri del partito [[Hasidim]] (santo) o appartenenti ai [[Farisei]] loro diretti successori.<br>
I membri della fazione dei Hasidim si opposero energicamente all'ellenizzazione dell'ebraismo ed era forte soprattutto tra la popolazione rurale. Senza i Hasidim, sostengono alcuni storici, l'ebraismo forse sarebbe scomparso completamente ellenizzato.
 
===L'ipotesi dell'origine essena===
{{Vedi anche|Esseni}}
Notizie sulla setta ebraica che va considerata apocalittica e messianica già ci erano pervenute grazie soprattutto a [[Filone]] e [[Giuseppe Flavio]], tuttavia in tempi più recenti soprattutto dopo la scoperta effettuata a [[Qumran]] nel [[1947]], e subito dopo in altri siti non distanti da questa località che nell'insieme vengono denominati [[manoscritti non biblici di Qumran]] si ha a disposizione, per la prima volta nella storia, notizie dirette su questo ordine monastico ebraico.
Queste nuove circostanze ha cambiato il paesaggio delle conoscenze storiche in cui si trovano ad operare gli storici del Cristianesimo, infatti la fisionomia di questo gruppo religioso ha cominciato a delinearsi sempre più chiaramente così che alcuni autori sono potuti finalmente entrare più nello specifico in merito alle sorgenti di questa nuova visione del mondo e della vita che è il cristianesimo e che mostrerà di avere un grande avvenire nei due millenni seguenti.<br>
Tra gli studiosi di questa nuova documentazione infatti alcuni sono giunti alla conclusione di poter ritenere di avere finalmente individuato in una comunità di monaci ebraici estremamente rigida ma anche estremamente agguerrita non solo moralmente ma addirittura militarmente, gli [[Esseni]] appunto, le vere sorgenti del [[Cristianesimo]].<br>
Va da sé che una simile tesi ha sollevato ampie polemiche tra gli addetti ai lavori e anche tra coloro che per una ragione o per l'altra seguono questi studi con interesse. Infatti per quante prove abbiano portato i paladini di questa tesi all'apparenza così risolutiva di quello che invece ha avuto ed ancora porta con sé un alone di mistero, essi non sono riusciti a convincere l'insieme degli studiosi in materia, anche se la tesi appare alquanto suggestiva ed è stata comunque in positivo foriera di nuovi studi a livello internazionale e di ulteriori ricerche archeologiche.
 
====Giovanni il Battista====
Un'altra questione dibattuta riguarda la figura di [[Giovanni il Battista]] figura di primo piano nell'origine del cristianesimo quale Rabbi che ha preparato la strada al suo successore, il ''rabbi'' di Nazaret con il quale per altro era imparentato da parte di madre. Orbene si sostiene che ci sarebbero le prove che il Battista provenisse, si fosse formato o più semplicemente frequentasse ambienti essenici.<br>
Si sa ormai per certo che le origini del Cristianesimo affondano le loro radici in tempi molto più remoti del Battista che è stato contemporaneo di [[Gesù]] e anche quest'ultima tesi per quanto non trovi unanimità tra gli studiosi non si può trascurare come possibilità almeno sino a che ulteriori documenti la destituiscano da ogni fondamento.
 
===L'ipotesi delle origini iraniche del Cristianesimo===
Taluni hanno azzardato ipotesi di influenze provenienti dal pensiero religioso [[dualismo|dualista]] iranico o di un qualche coinvolgimento sia pure indiretto di elementi tipici della tradizione filosofica e mistica [[Pitagora|pitagorica]]. Per quanto riguarda la fonte di queste ipotesi è stata la cosiddetta "[[Scuola di storia delle religioni]]" ad attribuire a una influenza iranica le novità che sembrano introdursi nell'Ebraismo a partire dal VI secolo a.C. <br>
 
====L'esilio a Babilonia====
Gli inizi del modo in cui il pensiero religioso iranico abbia confluito seppur a lunga distanza ma comunque in maniera significativa tra le radici del Cristianesimo lo possiamo riconoscere con la deportazione degli ebrei a [[Babilonia]] quale fatto conclusivo di una vicenda iniziata con la conquista, il saccheggio e la distruzione del Regno meridionale di Giuda e della sua capitale, la città di [[Gerusalemme]], nel 597 a.C. da parte del re persiano [[Nabucodonosor]]. Questa invasione persiana trovò il suo acme di trionfo con la distruzione del Tempio della Città Santa nel 587 a.C. e la susseguente deportazione in massa del re e del solo ceto più elevato e più qualificato della popolazione, tra cui il profeta [[Ezechiele]], che verrà appunto deportato a Babilonia.<br>
 
====Due visioni antitetiche del Messia====
È di questo periodo il "[[Libro di Daniele|Libro del profeta Daniele]]" dove appare la tematica del "[[Figlio dell'Uomo]]" che secoli dopo verrà ripresa dall'apostolo di Gesù, [[Giovanni apostolo ed evangelista|Giovanni]] (Gv, 7,27,42) e il "[[Libro di Zaccaria]]" dove alcuni padri del nascente Cristianesimo individuano in quella visione del [[Messia]] che entra a Gerusalemme su un'asina una profezia su [[Gesù]] ma che esprimono già comunque due visioni antitetiche del messia che farà il dibattito non solo nell'ebraismo seguente ma che attraverserà le concezioni messianiche proprie del Cristianesimo.<br>
 
====L'assimilazione del dualismo iranico====
Durante questo lungo umiliante esilio dal quale fecero ritorno solo nel 540 a.C. essi assimilarono intelligentemente elementi del [[dualismo]] tipico del pensiero religioso degli oppressori. Questa assimilazione fu intelligente perché attivò il genio ebraico e così la loro umiliazione durante il lungo esilio fu foriera invece di nuova creatività dalla quale si svilupparono prepotentemente quelle tendenze ch'erano appena in nuce come sopite nell'antico ebraismo del periodo precedente l'esilio che aveva visto in particolare nel "Libro del profeta [[Isaia]]" (740/700 a.C.) l'apparizione della figura del [[Messia]] quale figura di redentore per la prima volta nella storia del pensiero ebraico.<br>
 
====La questione del Regno e la nuova letteratura apocalittica====
Fu proprio in questo periodo della storia dell'ebraismo che si accentuò l'attesa per la venuta del Messia insieme ad un ripensamento della "questione del Regno" sotto l'influenza del pensiero mazdeista. Queste nuove tendenze del nuovo pensiero ebraico nato dall'esperienza dell'esilio negli anni e nei secoli seguenti produssero una copiosa letteratura messianica e apocalittica, quest'ultima che si svilupperà soprattutto a partire dal II secolo a.C e che continuerà nella sua vena inesauribile ininterrottamente sino al II secolo d.C. e nella quale non si fa fatica a cogliere le principali radici del Cristianesimo che è appunto una religione messianica e apocalittica.<br>
Del resto in una situazione di esilio e prigionia come quella dagli ebrei patita a Babilonia era naturale che le spinte messianiche sopite nell'Ebraismo trovassero invece nuova propulsione e che il contatto con la concezione della vita tipica del pensiero iranico come netta contrapposizione tra il bene e il male perennemente in guerra sino al trionfo del [[bene]] sul [[male]] spinse il pensiero ebraico nella direzione apocalittica.<br>
Direzione apocalittica innescata dal [[dualismo iranico]] che trovò una delle sue espressioni anche nel pensiero della setta degli [[Esseni]] e che dopo varie vicende queste direzioni di pensiero nel loro insieme trovarono un punto di coagulo nel cristianesimo che diversamente da altri movimenti religiosi e di pensiero ebbe fortuna dal punto di vista storico e cioè un avvenire che perdura ancora dopo aver attraversato due millenni dando luogo a molte varianti sul tema quali suoi sviluppi e approfondimenti.<br>
Per una ulteriore documentazione su questo argomento si può consultare utilmente anche la voce sui rapporti tra [[Cristianesimo e Mitraismo]] e quella sullo [[Zoroastrismo]] detto anche [[Mazdeismo]].
 
===Le radici greche del cristianesimo===
====Le origini dell'ortodossia del cristianesimo====
All'inizio di quel vasto movimento che si rifaceva all'esperienza mistica del ''rabbi'' di Nazaret di nome Jeshuà si era venuta formando una letteratura ad uso delle varie comunità costituita da numerosi vangeli, insegnamenti cosiddetti segreti, miti e componimenti poetici i cui autori girava voce fossero o lo stesso Gesù o comunque i più noti e prestigiosi tra i suoi apostoli e discepoli. Ad un certo momento della storia del cristianesimo primitivo un evento costituisce uno spartiacque tra un prima e un dopo di questa storia che è solo ai suoi albori un atto che precede intorno al 180-200 d.C. l'altro grande spartiacque rappresentato dalla conversione al cristianesimo dell'imperatore Costantino e il configurarsi del cristianesimo trionfante da religione eversiva in religione di stato.<br>
Intendiamo riferirci al cosiddetto "canone": con questo atto ritenuto fondatorio trova collocazione da quel momento ciò che deve essere considerato cristianesimo e cosa invece deve essere ritenuto estraneo al cristianesimo.<br>
La casuale scoperta, nel [[1945]] a [[Nag-Hammadi]] di una serie di [[papiro|papiri]] contenenti 52 testi, fra i quali alcuni considerati di grande rilevanza storica e teologica, ha riportato d'attualità il dibattito sulla formazione dell'ortodossia e sulle ipotesi di revisione della dottrina come attualmente codificata..<br>
[[Elaine Pagels]], una ricercatrice facente parte dell'equipe internazionale di specialisti restauratori degli antichi papiri ritrovati a Nag-Hammadi oltre che docente di storia del cristianesimo delle origini all'università di Princeton in California, ha focalizzato su questa questione delle origini dell'ortodossia del cristianesimo le sue ricerche fin dagli anni '70 e con la sua ultima fatica nella decifrazione degli antichi manoscritti del cristianesimo delle origini, dedicato al vangelo di Giuda Tommaso detto Didimo ovvero il Gemello, è giunta alla conclusione che alla radice della formazione della ortodossia del cristianesimo, che poi ha dato origine a tutte le chiese cristiane da quelle maggiori come la chiesa cattolica, le chiese protestanti e la chiesa ortodossa fino alle chiese minori, vi siano due protagonisti ben definiti o meglio due comunità che stanno dietro ai loro nomi più famosi:<br>
- [[San Giovanni apostolo ed evangelista|Giovanni]] e le comunità cristiane dell'Asia Minore.<br>
- [[Giuda Tommaso]] e le comunità cristiane della Siria, il cui testo benché compilato intorno al 140 d.C. avrebbe una tradizione molto più antica e contemporanea a Marco, Matteo, Luca e Giovanni.<br>
Giovanni e Giuda Tommaso sarebbero due autori cristiani entrambi testimoni diretti della vicende che hanno visto coinvolto il maestro di Nazaret o "Gesù il Vivente" come viene chiamato nell'ambito di quest'ultima tradizione.<br>
Entrambi conoscono molto bene la precedente letteratura di impronta cristiana e in particolare i tre vangeli di Marco , Luca e Matteo che rileggono da un punto di vista più elevato.<br>
Hanno molto in comune questi due autori. Entrambi costituiscono i vertici della riflessione sulle vicende che stanno a fondamento del cristianesimo ma su un punto, a parere della ricercatrice Elaine Pagels, le loro prospettive di visione sembrano discostarsi: Giovanni sembra insistere molto oltre che sul fatto che Gesù è Dio stesso quale sua incarnazione anche sul fatto dell'unicità di Gesù; Giuda Tommaso invece sottolina in maniera manifesta come quella luce della conoscenza (gnosi) che come giustamente asserisce il più profondo dei discendenti del rabbi, Giovanni, era in principio e che in Gesù si è incarnata, Giuda Tommaso intende sottolineare molto più che in Giovanni o al contrario di Giovanni che questo logos che era in principio è presente non solo in Gesù ma in egual misura è presente in tutti gli uomini sicché l'eccezionalità di Gesù viene da Giuda Tommaso semplicemente messa tra parentesi.<br>
Queste posizioni supportate in particolare dalle due comunità che facevano perno su i due giganti del pensiero nuovo emerso dall'ebraismo entrarono presto in polemica e coinvolse altre chiese locali dino al momento in cui apparve chiaro il trionfo di Giovanni allorché entrò a pieno titolo nel "Canone" mentre il punto di vista di Giuda Tommaso e della sua comunità fu trattato da allora come eresia estranea al cristianesimo. L'impostazione teologica di Giuda Tommaso infatti non si prestava a spalleggiare alcuna autorità ecclesiastica con il rischio dell'anarchia intesa come caos e disordine, che la chiesa appena nata non poteva permettersi minacciata com'era ancora dalle violente persecuzioni.<br>
Sin qui la tesi suggestiva di Elaine Pagels.
=====Critiche alle tesi sulle origini dell'ortodossia del cristianesimo=====
La teorie della Pagels sono contestate da altri studiosi, fra cui il [[Luigi Moraldi]], che richiamano la mancanza di prove del fatto che il cosiddetto "Quinto Vangelo" o Vangelo di Didimo Toma sia effettivamente più antico dei [[vangeli sinottici]] e la presenza di conferme storiche sul condizionamento da parte della cultura ellenistica e del gruppo ereticale dei [[valentiniani]] sulla stesura del testo stesso.
 
==Bibliografia==
{{...}}
==Quadro storico==
{{Albero denominazioni cristiane}}
 
==Voci correlate==
 
;Sulle radici ebraiche
* [[Esseni]]
* [[Messianismo]]
* [[Messia]]
* [[Isaia]]
* [[Apocalisse]]
* [[Storicità di Gesù]]
 
;Sulle radici iraniche
* [[Persia]]
* [[Babilonia]]
* [[Impero Babilonese]]
* [[Cristianesimo e Mitraismo]]
 
;Sulle radici greche
 
==Collegamenti esterni==
*[http://www.christianismus.it/modules.php?name=News&new_topic=2 Approfondimento]
*[http://www.mchiarello.homepage.t-online.de/chiarello/APOSTOLICA.htm Cronologie utili]
*[http://www.master-unior.it/dispensa%20pdf/1%20fonti.pdf Le fonti per lo studio del cristianesimo antico]
 
==Note==
<references/>
 
{{Portale|cristianesimo}}
 
[[categoria:Storia del cristianesimo dal I al V secolo| ]]
 
[[ar:مسيحية مبكرة]]
[[ca:Església primitiva]]
[[de:Alte Kirche]]
[[en:Early Christianity]]
[[eo:Apero de kristanismo]]
[[es:Cristianismo primitivo]]
[[fi:Alkuseurakunta]]
[[fr:Christianisme ancien]]
[[id:Gereja perdana]]
[[ja:原始キリスト教]]
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[[ru:Раннее христианство]]
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[[sr:Рано хришћанство]]
[[sv:Fornkyrkan]]
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