|
La '''cucina Valtellinese''' si intende la cucina di tutta la [[provincia di Sondrio]]<ref>il termine cucina valtellinese non comprende infatti solo la cucina propriamente della [[Valtellina]], ma di tutte le valli collaterali, della [[Valchiavenna]] e della [[Val di Lei]]</ref> ed è fortemente influenzata dal territorio alpino circostante e dagli scambi secolari con il resto della Lombardia. E' una cucina generalmente a base di carne, salumi, e derivati del latte, spesso accompagnati da cereali e verdure rustiche che tollerano i climi rigidi locali, come il [[grano saraceno]], [[Brassica oleracea sabauda|verza]] e [[patate]].
Per '''odonomastica storica di Milano''' si intende l'insieme dei nomi delle vie e piazze della città di Milano dal [[1786]], anno di introduzione della nomenclatura ufficiale delle vie fino al 1865, quando l'odonomastica fu riformata e resa uniforme in tutta Italia. Al giorno d'oggi molti nomi di piazze e vie rimangono uguali o comunque simili alla versione storica.
==Caratteristiche generali==
==Cenni storici==
[[File:Sciora Cengalo Badile.jpg|thumb|left|Il gruppo dei "pizzi del Ferro" in [[val Bregaglia]]]]
[[File:0827 - Milano - Palazzo Durini-Caproni - Vecchio numero civico - Foto Giovanni Dall'Orto 5-May-2007.jpg|thumb|Numerazione austriaca residua su [[palazzo Durini]]: oggi in via Durini 24, all'epoca nella ''contrada del Durino n. 432'']]
Come per il resto della Lombardia, le tradizioni culinarie della Valtellina e della Valchiavenna devono essere esaminate tenendo in considerazione la varietà del paesaggio e delle sue vicende storiche. Collegata rispetto al capoluogo lombardo solo tramite le strade del [[lago di Como]], la Valtellina commerciò per secoli tramite i suoi numerosi passi alpini anche con [[Tirolo]], [[Trentino]] e [[Svizzera]], subendone l'influenza, in particolare a partire dal XVI secolo, quando passò sotto il controllo della confederazione Elvetica. La cucina locale è quindi fortemente caratterizzata dal clima e dal territorio, così come dalla cultura dell'arco alpino: il clima rigido permette la coltivazione di pochi ortaggi, frutta e cereali rustici, come patate, verze, mele, granturco e [[grano saraceno]], quest'ultimo alla base di molte ricetti tipicamente locali. La morfologia montuosa del territorio e l'elevata diffusione di [[pascoli]] ha sviluppato una vocazione della valle all'allevamento, tipicamente bovino ma non solo, ed una ricca produzione di [[burro]] e [[formaggi]], mentre nei ripidi pendii delle valli sono diffusi da secoli i tipici terrazzamenti su cui si coltivano l'uva necessaria per i pregiati vini valtellinesi, che sfruttano e migliorano l'elevata insolazione del versante settentrionale della valle. Cucina semplice e "di sostanza", presenta tuttavia una certa varietà accompagnata tipicamente da sapori forti<ref>{{cita|Cucina Lombarda|p. 47}}</ref>.
==Piatti tipici==
Le prime notizie circa la toponomastica non ufficiale della città giungono da una pianta di tale Giovanni Francesco Kraus, che ricopiò nel [[1763]] una mappa del [[XVII secolo]] che a sua volta riproduceva una mappa di epoca comunale. Tale mappa suddivideva la città di sei [[sestieri di Milano|sestieri]], ogni sestiere era diviso in cinque contrade, che allora indicavano una semplice suddivisione ulteriore del sestiere, ma che nel tempo finirono per assumere il significato di via<ref>{{cita|Colombo|pg. 3}}</ref><ref name=COL6>{{cita|Colombo|pg. 6}}</ref>.
===Antipasti===
La toponomastica ufficiale di Milano nacque sotto gli austriaci per ordine di [[Giuseppe II]]: l'imperatore, per rendere più facile ed efficiente la riscossione delle tasse, ordinò che fossero poste delle targhe bianche di legno all'angolo di ogni incrocio di ogni via recanti in maiuscolo il nome con cui la via veniva tradizionalmente chiamata. Curiosamente invece, per la numerazione fu utilizzato un unico e complesso sistema progressivo, slegato dalle vie, che vedeva il numero 1 nel palazzo reale per poi salire seguendo una spirale antioraria (1 e 2 erano il palazzo Reale, 3 e 4 l'arcivescovado, 5 un palazzo nell'attuale [[piazza Fontana]] e così via)<ref>{{cita|Buzzi|p. XV}}</ref>.
[[File:Sciatt Caldi su Letto di Rucola (1).jpg|thumb|Sciatt serviti su un piatto di rucola]]
Sulle tavole valtellinesi gli antipasti più comuni, intesi come piccole pietanze da servire prima dell'inizio del pranzo vero e proprio, sono perlopiù costituiti dai numerosi salumi e formaggi locali, talvolta accompagnati da [[polenta]] o [[polenta taragna]].
Antipasto propriamente detto più celebre della cucina valtellinese sono probabilmente gli [[sciatt]]: questi consistono in una sorta di piccole frittelle rotonde ripiene di formaggio locale, tipicamente [[Valtellina Casera|casera]] o [[scimudin]], preparate con una pastella a base di farina di [[grano saraceno]], a cui viene aggiunta [[birra]] e talvolta [[grappa]], il tutto fritto in abbondante burro e servito su un letto di [[cicoria]]. Durante la frittura in burro, il formaggio contenuto all'interno si scioglierà, contrastando la croccantezza della pastella. La parola ''sciatt'', vuol dire rospo, e prende il nome dalla forma bitorzoluta che questi prendono quando gettati nel burro bollente, ed è curiosamente una delle poche parole comune a tutti i dialetti della [[lingua lombarda]]<ref>{{cita|Cucina Lombarda|p. 50}}</ref>.
Prima delle 1865 vi erano vari modi diversi per indicare le vie:
*''contrada'' era il nome comunemente usato per le vie della città: l'attuale via larga veniva ad esempio chiamata ''contrada Larga'', o via Orefici era ''contrada degli orefici''
*''corso'' era tipicamente riservato alle strade principali che conducevano ad una della porte della città come ancora in uso, mentre ''corsia'' era usato per una via principale all'interno della città, ad esempio l'attuale corso Vittorio Emanuele II era la ''corsia dei Servi''
*''terraggio'' era in alcuni casi usato per le vie parallele e immediatamente adiacenti alla fossa interna, ad esempio via campo lodigiano era ''terraggio di San Pietro in campo lodigiano''
*il termine ''stretta'' era utilizzato assieme a ''vicolo'' per le vie minori, ad esempio via Bagnera era ''stretta Bagnera''
*''strada'' poteva indicare le vie in cui scorrevano i navigli della fossa interna, come la ''Strada del Molino della Armi'' indicava l'attuale via Molino delle Armi, o avere un significato equivalente a ''stradone'', che indicava grandi vie tipicamente fuori dalle zone più edificate, come lo ''stradone di Santa Teresa'' nell'attuale via Moscova o lo ''stradone di S. Vittore'' (mappa del 1856), attuale via San Vittore.
*Con il termine ''borgo'' si indicavano tipicamente gruppi di case raccolta attorno ad una via fuori dalle parti più edificate della città, come il ''borgo di porta Vigentina'', attuale corso di porta Vigentina o come il ''borgo delle Grazie'' (mappa edl 1856), attuale Corso Magenta
Sempre a base di grano saraceno sono le [[manfrigole]], crespelle fatte con farina di grano saraceno impastate con [[latte]] e farcite con pane imbevuto sempre di latte. Una versione più ricca consiste nell'inserire nell'impasto scaglie di formaggi locali o di [[bresaola]]<ref>{{cita web|url=https://www.saporedivaltellina.it/ricetta-manfrigole/|titolo=Manfrigole|autore=Sapori di Valtellina|accesso=13-12-2017}}</ref>.
==Vie dedicate ai santi==
[[File:20161029 161005 Contrada di San Maurilio.jpg|thumb|Targa di epoca austriaca di via San Maurilio]]
===Primi piatti===
Le vie dedicate ai santi erano sicuramente le più comuni nell'antica toponomastica milanese: questo era dovuto al fatto che in assenza di una denominazione ufficiale, per secoli ci si riferì alla via secondo il nome di una delle più di trecento chiese un tempo presenti nell'attuale centro storico della città.
[[File:Esno4Wkmana_jul_2014_Cassnam_066.jpg|thumb|left|I tipici pizzoccheri valtellinesi]]
Piatto più celebre della [[Valtellina]] sono sicuramente i [[pizzoccheri]]: consistono in una [[pasta secca]] in forma di spesse tagliatelle preparati con farina di [[grano saraceno]] che danno il caratteristico colore scuro della pasta. I pizzoccheri vengono quindi bolliti in acqua assieme a [[Brassica oleracea sabauda|verza]] e [[patate]], dopodiché scolati e serviti assieme a queste ed irrorati con burro in cui si è soffritto aglio e salvia e formaggio sciolto, tipicamente [[Valtellina Casera|casera]] o [[bitto DOP|bitto]]. Originari di [[Teglio]], al giorno d'oggi sono il piatto simbolo della cucina Valtellinese<ref>{{cita|Cucina Lombarda|p. 48}}</ref>. Simili per preparazione sono i [[fugasciòn]], tagliatelle del tutto simili ai pizzoccheri a cui viene aggiunto l'uovo e servito con il [[cavolo]] al posto di patate e verze.
"Variante" dei classici pizzoccheri di grano saraceno sono i [[pizzoccheri della Valchiavenna]], chiamati anche "gnocchetti", per la forma più simile a degli [[gnocchi]] più che a delle tagliatelle, prevedono tuttavia la medesima preparazione con verze, patate, burro e formaggio fuso<ref>{{cita|Atlante dei prodotti tipici|p. 150}}</ref>. Preparati con la farina di [[castagne]] sono i [[taiadin]], delle tagliatelle che vengono condite con formaggi locali e cipolla rosolata<ref>{{cita|Sapori della Lombardia|p. 11}}</ref>.
Sebbene spesso seguiti da altri termini (le chiese dedicate allo stesso santo erano molteplici, per cui si ricorreva a suffissi vari dopo il nome del santo per distinguerle) non erano comunque rare le vie con la semplice denominazione del sante, tra le molte le come le attuali ''via San Giuseppe'',''via Santa Margherita'', ''via Sant<nowiki>'</nowiki>Orsola'' o ''via San Maurilio'', o le antiche ''contrada di Sant<nowiki>'</nowiki>Andrea'' (antico nome di [[via Montenapoleone]], da non confondersi con l'attuale via Sant'Andrea, anticamente ''Borgo di Sant<nowiki>'</nowiki>Andrea''), ''contrada di San Simone'' (oggi ''via Cesare Correnti'') o la ''contrada di San Sebastiano'' (oggi parte di ''via Torino''). Celebre è infine [[piazza della Scala]], nominato dalla demolita [[Chiesa di Santa Maria alla Scala|chiesa di Santa Maria della Scala]].
Piatto povero a base di riso un tempo più diffuso è il [[riso con polmone e rape]]: col polmone di vitello a lungo bollito si faceva un brodo leggero, dopodichè si aggiunge la rapa e si usa il composto per cuocere il riso, che alla fine viene leggermente mantecato con formaggio<ref>
==Vie dedicate ai mestieri==
{{cita|Cucina Lombarda|p. 49}}</ref>.
Il patronato delle vie alle varie corporazioni era, dopo la dedica ai santi, l'usanza più comune della città. Pare che nei secoli scorsi ogni mestiere in città avesse una sua via.
===Secondi piatti===
Tra le vie moderne dedicate ai mestieri si possono elencare la ''via Spadari'', ''via Armorari'', ''piazza dei Mercanti'', ''via Cappellari'', ''via dei Fabbri'' e ''via Orefici''. Tra le vie scomparse si possono invece elencare la ''contrada dei Falegnami'', ''contrada dei Vetraschi'' (lavoratori di pelli), ''contrada dei Magnani'' (stagnini), ''vicolo dei Facchini'', ''contrada dei Fustagnari'', ''contrada de Mercanti d<nowiki>'</nowiki>oro'', ''contrada dei Pennacchiari'', ''contrada dei Profumieri'' e la ''contrada dei Borsinari'', queste ultime due sorgevano sull'area dell'attuale [[piazza Duomo (Milano)|piazza Duomo]] e furono cancellate dalla ristrutturazione della piazza dopo l'[[Unità d'Italia]]<ref>{{cita|Sonzogno|pg. 32}}</ref>.
Sono molto comuni nella cucina valtellinese piatti comuni a tutto l'arco alpino, come la selvaggina (capriolo, cervo, cinghiale e lepre) accompagnata da polenta condita o con funghi.
Rigorosamente locali sono invece le [[costine al lavec]], delle costine marinate, rosolate e poi cotte nel vino in parti uguali<ref>per un chilo di costine, un litro di vino</ref> assieme ad aromi e spezie per lungo tempo nel caratteristico [[lavec]], una pentola in [[pietra ollare]] tipica della Valtellina usata specialmente per la cottura lunga di cibi<ref>{{cita web| url=https://www.saporedivaltellina.it/costine-al-lavecc/|titolo=Costine al lavecc|autore=Sapori di Valtellina|accesso=13-12-2017}}</ref>. Altra preparazione di carne simile al [[brasato al Barolo]] è il [[brasato di Sforzato]] o brasato alla chiavennasca, in cui un taglio adeguato di manzo viene prima rosolato e poi lasciato a cuocere per lungo tempo in una grande quantità di [[Sforzato di Valtellina]] con spezie, sedano, carote, cipolle e bacche di [[ginepro]].
==Vie dedicate a famiglie nobili milanesi o animale e piante==
[[File:20160416- Milano, via Morigi, targa vecchia denominazione austriaca.jpg|thumb|left|Targa recante la denominazione austriaca di via Morigi]]
Benchè possa sembrare strano l'accostamento, molte sono le vie in cui l'origine dal nome di una famiglia si confonde con quello di un animale o con una pianta.
Tra le vie che portano il nome di un animale riconducibile al cognome di una famiglia lì residente si possono citare ''via dell<nowiki>'</nowiki>Orso''<ref>{{cita|Buzzi|pg. 294}}</ref>, ''via Cornaggia'' (anticamente ''contrada delle Cornacchie'')<ref>{{cita|Buzzi|pg. 294}}</ref> o le antiche ''contrada del Gambero'' (oggi via Arcimboldi) dalla famiglia Gambari e ''contrada dei Ratti'' (oggi via Cesare Cantù)<ref>{{cita|Sonzogno|pg. 40}}</ref><ref name=SZ75>{{cita|Sonzogno|pg. 75}}</ref>.
Originari di [[Tirano]] sono i [[chiscioi]], delle frittelle di [[grano saraceno]] con all'interno formaggio fuso accompagnati di solito da verdura e salumi. Altro piatto che può essere mangiato come piatto unico sono i [[taroz]], una sorta di pasticcio di patate, fagiolini, formaggio e cipolla che vengono preparati separatamente e poi uniti in una terrina calda con burro<ref>{{cita|Sapori della Lombardia|p.
Tra le vie che portano il nome di una pianta riconducibile ad una famiglia lì residente si possono citare la ''via Andegari'', dalla nobile famiglia milanese o dal celtico Andegavium che indica il [[biancospino]] che cingeva la via, pianta con cui era usanza marcare le proprietà <ref>{{cita|Buzzi|pg. 12}}</ref>, ''via del Lauro''<ref>{{cita|Buzzi|pg. 216}}</ref><ref name=SZ75/> e ''via Moroni'', dove il "moron" è il [[gelso]] in [[dialetto milanese|milanese]]<ref name=COL10>{{cita|Colombo|pg. 10}}</ref>.
12}}</ref>.
===Contorni, salse e condimenti===
Tra le numerose vie riconducibili senza dubbi a nomi di nobili famiglie milanesi si hanno, tra le altre,''via Morigi'' (contrazione dell'antica ''contrada della torre dei Moriggi''), ''via Visconti'', ''via Bigli'', ''via Borromei'', ''piazza Belgioioso'', ''via Clerici'' e ''via Meravigli'' (un tempo corrotta in ''contrada delle Meraviglie'')<ref>{{cita|Sonzogno|pg. 39}}</ref>.
===Dolci===
Tipico della tradizione natalizia valtellinese è la [[bisciola]], un dolce dall'impasto simile al panettone a cui vengono aggiunti [[uvetta]], [[fichi]], [[nocciole]], [[noci]] e pinoli, che prende la forma di una grossa pagnotta di pane. Il dolce deriverebbe da un antico dolce della tradizione povera locale, il ''panun de natal'', realizzato con farina di segale, noci e fichi<ref>{{cita|Cucina Lombarda|p. 52}}</ref>.
Tecnicamente non della Valtellina, ma della collaterale [[Valchiavenna]], sono i [[biscottini di Prosto]] (''biscutin de Prost''), biscotti a base di farina bianca ed una grande quantità di burro e cotti due volte, dando la particolare consistenza croccante che però si scioglie al contatto col palato del prodotto<ref>{{cita web|url=http://www.ersaf.lombardia.it/servizi/buonalombardia/Prodotti_fase03.aspx?ID=136| titolo=Biscotin de Prost|autore=Regione Lombardia|accesso=12-12-2017}}</ref>.
Vie che invece non trovano alcun riscontro tra i cognomi della nobiltà milanese sono invece ''via Agnello'', così nominata per la presenza di un bassorilievo di un agnello ancora presente al n. 19 della via, e ''via Lupetta'' dal diminutivo della vecchia ''contrada della Lupa'', vecchio nome di un tratto dell'odierna via Torino, posta nelle immediate vicinanze<ref name=COL6/>. Non ai sarti della città, bensì dalle asine deriva la ''via della Asole'': dalla corruzione di "asol", termine [[dialetto milanese|dialettale milanese]] per indicare l'animale, secondo alcuni per via dell'insegna di un antico albergo presente nella via<ref>{{cita|Sonzogno|pg. 76}}</ref>. Vie da ascriversi solo a piante sono ''via Melone'', ''via Pioppette'', ''via Fiori Chiari'' e ''via Fiori Scuri''<ref name=COL10/>
Originari del paese di [[Grosio]] sono i [[curnat]], un dolce a metà tra un biscotto ed una piccola focaccia dolce a base di farina, zucchero e panna, che si mangiano inzuppati nel latte, all'occorrenza spolverati con cacao o cannella<ref>{{cita web| titolo=Curnat|url=https://www.saporedivaltellina.it/il-curnat/|accesso=13-12-2017|autore=Sapore di Valtellina}}</ref>.
==Vie nominate da luoghi di epoca romana==
Milano fu dal 286 al 402 d.C. capitale dell'[[Impero romano d'occidente]]: in quanto sede imperiale furono costruiti e risistemati una moltitudine di monumenti tipici delle città romane da cui presero il nome le vie in prossimità dell'esistenza di tali monumenti anche una volta che le loro tracce furono completamente cancellate.
==Prodotti tipici e tradizionali==
Tra le vie contemporanee possiamo elencare ''via Circo'', così chiamata in ricordo della presenza del [[circo romano di Milano]], in verità nominata così per contrazione dell'antica ''contrada della Maddalena al cerchio'', nominata da un convento che prendeva tale nome per essere sorta sulle rovine del circo. Dalla presenza di terme o bagni è invece possibile derivi il nome dell'antica ''stretta Bagnera'' ("baniaria")<ref name=LS8>{{cita|Sonzogno|pg. 8}}</ref>. Altre vie in ricordo dei monumenti si possono citare l'antico ''borgo di Viarenna'', corruzione di ''via Arena'' oggi ripristinato nominato dall'[[anfiteatro romano di Milano|anfiteatro]](o arena). Ad un'origine simile si deve il nome della ''via San Vittore al teatro'', in omaggio all'antico [[teatro romano di Milano|teatro romano]]<ref name=SN9>{{cita|Sonzogno|pg. 9}}</ref>. Si ha infine ''via Santa Maria alla Porta'', dalla chiesa così nominata per la presenza dell'antica porta Vercellina romana<ref>{{cita|Sonzogno|pg. 11}}</ref>.
===Salumi===
===Formaggi===
Per il territorio montuoso, l'abbondanza di pascoli e di allevamenti la provincia di Sondrio possiede una ricchissima varietà di formaggi.
I più celebri formaggi DOP del territorio sono sicuramente il [[Bitto DOP|Bitto]], formaggio a pasta cotta ottenuto da latte principalmente vaccino con piccole aggiunte di latte di capra, e il [[Valtellina Casera|Casera]], formaggio a pasta semicotta di vacca parzialmente scremato: entrambi possono subire un processo più o meno lungo di stagionatura e sono usati per il condimento dei pizzoccheri<ref>{{cita|Atlante dei prodotti tipici|p. 16}}</ref><ref>{{cita|Atlante dei prodotti tipici|p. 22}}</ref>.
Sempre da luoghi romani provenivano nomi oggi abbandonati, tra cui la ''contrada di San Giorgio al Palazzo'' (ultima parte dell'attuale via Torino) dall'antico [[Palazzo imperiale romano di Milano|palazzo Imperiale]], oggi mantenuto solo per l'[[chiesa di San Giorgio al Palazzo|omonima chiesa]]<ref name=SN9/>.
Prodotti agricoli tradizionali sono, tra gli altri, la [[Magnoca]], formaggio semigrasso di media stagionatura prodotto nella Valchiavenna<ref>{{cita|Atlante dei prodotti tipici|p. 96}}</ref>, il [[Magro di latteria]], formaggio magro a pasta semidura prodotto a Morbegno, ed il [[Magro di piatta]], prodotto nella [[Valdidentro]]<ref>{{cita|Atlante dei prodotti tipici|p. 97}}</ref>, il [[Semuda]] della Valmalenco a breve stagionatura e pasta molle <ref>{{cita|Atlante dei prodotti tipici|p. 103}}</ref> e lo [[Scimudin]], formaggio grasso a pasta molle originario di [[Bormio]]<ref>{{cita|Atlante dei prodotti tipici|p. 108}}</ref>.
==Vie nominate da corruzione di nomi latini==
Alcuni nomi delle vie della città proverrebbero dalla corruzione degli antichi nomi latini indicati per l'area: ''piazza Cordusio'' deve il suo nome alla presunta presenza in loco del palazzo del re dei Longobardi, da cui l'indicazione latina di "curte ducis"<ref>{{cita|Sonzogno|pg. 23-24}}</ref>. Tra i tanti toponimi dedicati alla presenza di orti e giardini nella città si può citare il ''Verziere'', dal latino "viridarium", sostantivo che indica un giorno o un bosco, che diventò nell'area milanese sinonimo di mercato della verdura, in quanto lì si teneva in origine tale mercato<ref>{{cita|Sonzogno|pg. 18}}</ref>.
Esiste infine un'incredibile varietà di formaggi non normata la cui produzione è effettuata artigianalmente nei moltissimi alpeggi sparsi per il territorio.
La corruzione di un antico nome latino è coinvolta in una delle ipotesi circa l'origine di ''piazza Vetra'': il nome potrebbe derivare dalla corruzione di "platea vetus" (via vecchia)<ref>{{cita|Mezzanotte|pg. 180}}</ref>. Nelle vicinanze si trovo invece il ''Carrobbio'', che deriverebbe dal latino "quadrivium" che indicava un luogo dove molte vie si incrociavano. In maniera simile l'antica ''contrada di San Paolo in Compito'', oggi semplicemente via San Paolo, deriverebbe dalla volgarizzazione del termine "compitus", ovvero "crocicchio" dove si incontravano quattro strade<ref name=SN9/>.
===Pane===
==Strade nominate da antichi luoghi naturali==
Pane caratteristico e diffuso in tutta la Valtellina è il [[pane di segale]], preparato con farina di [[segale]] a cui può essere aggiunta farina di [[grano tenero]] nella forma di ciambelle dal diametro esterno di circa 20 centimentri: ne esiste anche una versione più ricca con aggiunta di anice<ref>{{cita|Atlante dei prodotti tipici|p. 144}}</ref>. Altri tipi di pane locali sono il [[pan da cool]], preparato con farina 00 e [[colostro]] servito in piccoli filoncini tipico di [[Livigno]], il [[buscel di fich]], pane di farina di frumento, segale con fichi servito in filoncini di circa 20 cm tipico di [[Tirano]] <ref>{{cita|Atlante dei prodotti tipici|p. 135}}</ref>, e il [[carcent]], pane di frumento con rape bianche <ref>{{cita|Atlante dei prodotti tipici|p. 137}}</ref>.
Usanza non rara era indicare una via od una chiesa da spiazzi non edificati o dedicati al pascolo o alla coltivazione. ''Via Broletto'' ricorda per l'appunto la presenza del [[broletto]], ovvero l'arengario dove si tenevano le riunioni della magistratura consolare: questa parola derivata dal [[latino medievale]] indicava in origine uno spazio dedicato ad ortaglie o giardino. Su una vasta area chiamata ''brolium archiepiscopi'' (broglio dell'arcivescovo), in seguito ''brolium consulare'', si iniziarono a tenere le riunioni delle magistrature cittadine: su tale area corrispondente circa all'attuale [[palazzo Reale (Milano)|palazzo Reale]] fu costruito il primo "broletto" della città, per cui il termine broletto avrebbe indicato il palazzo e non più l'area. Limite estremo della vasta area del ''brolium archiepiscopi'' era invece l'attuale ''piazza di San Nazaro in Brolo''. Tra i luoghi riconducibili a spazi coltivati ed ortaglie si possono citare la ''via San Pietro all<nowiki>'</nowiki>orto'', il ''Verziere'' prima citato ed infine ''via Vigna''<ref>{{cita|Sonzogno|pg. 18}}</ref><ref name=LS22>{{cita|Sonzogno|pg. 22}}</ref>. Similmente ''via Brera'' deriverebbe da "braida", ovvero un appezzamento di terreno tenuto a prato, a sua volta derivato dal latino "proedium"<ref name=SZ21>{{cita|Sonzogno|pg. 21}}</ref>.
=== Vini ===
Tra i toponomi del passato possiamo citare la ''contrada di San Vito in Pasquirolo'', che deriverebbe dal latino "pasculum" a sua volta origine del termine "pasquée", equivalente milanese del [[campo (Venezia)|campo]] veneziano: del nome è rimasto traccia nella [[chiesa di San Vito in Pasquirolo]]. Del toponimo ''contrada della Passarella'', contrazione del milanese "passà l'era" (passata l'aia), rimane solo una galleria omonima, mentre similmente vi era il nome della [[chiesa di San Giovanni in Era]]. Si ricorda inoltre la scomparsa ''piazzetta delle Galline'' dove si usava far ruspare le galline<ref>{{cita|Sonzogno|pg. 17}}</ref>.
La Valtellina è una della maggiori zone vinicole della Lombardia, la cui particolare morfologia territoriale e climatica dona le particolari caratteristiche ai suoi vini: i ripidi pendii del territorio vengono sfruttati grazie alle opere di terrazzamento iniziate centinaia di anni fa; terrazzamenti che contribuiscono, assieme all'esposizione sul lato settentrionale della valle, a migliorare l'insolazione dei vigneti di montagna. Nascono quindi dei vini molto corposi che senza fatica e senza aggiunta di zucchero arrivano naturalmente anche ai 15 gradi di [[titolo alcolometrico]].
Vini DOCG della Valtellina sono:
Dall'antica idrografia milanese derivano la ''via Pantano'', il cui sbocco porta sul dove un tempo sorgevano le mura romane della città con relativo fossato che formavano all'epoca un territorio paludoso<ref name=LS22/>, mentre esisteva un tempo la ''contrada di Poslaghetto'', possibilmente derivato dalla radice latina "post" assieme al termine laghetto, da non confondere con l'attuale ''via Laghetto'' così nominata dalla piccola darsena utilizzata per lo scarico dei marmi del [[duomo di Milano]]<ref>{{cita|Sonzogno|pg. 23}}</ref>. Da uno dei numerosi torrenti che un tempo scorrevano per la città, il [[Nirone (torrente)|Nirone]] oggi deviato, deriverebbe ''via Nirone'', mentre dalle parti di [[piazza Vetra]] si aveva la ''contrada di San Michele alla Chiusa'' (oggi semplicemente ''via San Michele'') per la presenza di una chiusa che regolasse il flusso della [[Vettabbia]]<ref>{{cita|Sonzogno|pg. 7}}</ref>. Un'ipotesi alternativa a quella citata più in alto è quella di fare derivare il nome di ''piazza Vetra'' alla corruzione del nome "Vepra", nome che assumeva nel territorio milanese il fiume [[Olona]]<ref name=LS8/>.
*[[Valtellina superiore DOCG]], ottenuto da uve di Chiavennasca, varietà locale del [[Nebbiolo]], almeno al 90%. Possono essere indicate la varie sottozone:
:*[[Valtellina superiore Inferno]], sottozona che crea i vini più forti e corposi della DOCG, prende il nome dai terrazzamenti rocciosi che d'estate raggiungono temperature molto elevate
:*[[Valtellina superiore Sassella]]
:*[[Valtellina superiore Grumello]], sottozona che da forse i vini più equilibrati della DOCG
:*[[Valtellina superiore Valgella]], sottozona che da i vini più delicati ed armonici della DOCG
*[[Sforzato di Valtellina]] (nel dialetto locale ''Sfurzat''), particolare vino passito secco molto complesso e strutturato, si ottiene lasciando appassire le uve direttamente sulla pianta, aumentandone così il tenore zuccherino prima della vendemmia
Vino DOC della Vatellina è:
*[[Valtellina (vino)|Rosso di Valtellina]], ottenuto da almeno l'80% con uve di Nebbiolo, asciutto e corposo, è un vino "a tutto pasto".
Vino IGT della Valtellina è:
*[[Terrazze retiche di Sondrio]], rosso, bianco, rosato e passito.
=== Liquori e distillati ===
Più celebre è infine la ''corsia del Giardino'', antico nome dell'attuale via Manzoni, così nominata per il ricco giardino del palazzo dei [[Torriani]], rivali dei [[Visconti]] per il controllo della città<ref>{{cita|Sonzogno|pg. 43}}</ref>.
Come territorio a forte vocazione vinicola, nella Valtellina vi è una cospicua produzione di [[grappa]]: la [[Valchiavenna]], in particolare il paese di [[Campodolcino]], era sede di una fiorente arte di produttori di grappa che traeva ricchezza dai cospicui traffici di merci e persone che fino al XIX secolo interessava la valle, in quanto via privilegiata degli scambi dal nord verso la città di Milano. Con l'apertura del [[traforo del Sempione]] tuttavia i traffici si spostarono verso la nuova via, decretando la crisi della Valchiavenna, ormai impervia valle collaterale; i migliori produttori di grappa locali (i ''grapat de la Val di Giust'') tuttavia emigrarono nel resto del nord Italia, fondando alcune delle più prestigiose case di produzione di grappa: tra le famiglie produttrici di grappa in tutta Italia i Ghelfi, i Vener, i Levi e i Francoli si trasferirono dalla Valchiavenna all'attuale luogo.
==Strade nominate da luoghi particolari, storici o eventi della città==
[[File:20161029 160907 Targa Sant'Ambrogio alla Palla.jpg|thumb|right|Antica indicazione della contrada di Sant'Ambrogio alla Palla, oggi via San Maurilio]]
Nell'area attorno a [[piazza San Sepolcro]] sono presenti la ''via Moneta'' e la ''via Zecchia Vecchia'': la prima ricorda la presenza della primissima zecca della città, poi spostata di sede da [[Galeazzo Maria Sforza]] da cui il nome della "zecca vecchia", in contrasto con la zecca nuova di epoca austriaca situata nell'attuale via Manin<ref>{{cita|Buzzi|pg. 429}}</ref>. Il suffisso "moneta" dava anche il nome alla [[chiesa di San Mattia alla Moneta]]<ref>{{cita|Buzzi|pg. 267}}</ref>.
La produzione ad ogni modo non cessò completamente, specie nella Vatellina, tant'è che si possono trovare al giorno d'oggi moltissime distillerie.
L'antica presenza di uno slargo dove si sarebbe giocato al "gioco della palla" all'incrocio dell'attuale via Torino e via San Maurilio è una delle ipotesi dell'origine del nome della ''via della Palla'' e dell'antica ''contrada di Sant'Ambrogio alla Palla'', oggi parte di via San Maurilio. Altra ipotesi è che "Balla" (in [[dialetto milanese]] indicava sia la palla che le antiche [[consorterie]] comunali) fosse nient'altro che l'antica cooperativa dei facchini milanesi, chiamati in milanesi i "facchini della Balla", che avevano infatti come ritrovo tale incrocio: è tuttavia possibile che sia stato il luogo a dare tale soprannome ai facchini e non viceversa<ref>{{cita|Buzzi|p. 301}}</ref>.
Il più celebre amaro valtellinese è invece il [[Braulio]], amaro a base di erbe prodotto ancora negli stabilimenti originari di [[Bormio]], assieme al [[liquore di genziana]], prodotto a partire da vino bianco, alcool e radice di [[genziana]], e al [[Taneda]], amaro a base di [[achillea moschata]].
Tra i più antichi toponimi della città vi è ''via Caminadella'' (anticamente ''contrada di San Pietro in Caminadella''): anticamente le case provviste di un vero e proprio [[camino]] con cappa in muratura erano molto poche mentre la maggioranza erano semplicemente dotate di un'apertura posta sopra un braciere; da cui la presenza di un complesso di case dotate di camino doveva essere un'eventualità sufficientemente rara da dare il nome alla via. Probabilmente tale gruppo di case apparteneva ai [[Visconti]], futuri signori di Milano<ref>{{cita|Buzzi|pg. 74}}</ref>. Alla stessa maniera case con più di due piani, dette "solariate", erano un evento non così comune da lasciare traccia nella toponomastica nel nome di ''sant'Ambrogio in Solariolo'', antichissimo nome dell'attuale via Palla e per la chiesa di ''Santa Maria in Solariolo'', sulla quale fu edificata l'attuale [[chiesa di San Fedele (Milano)|chiesa di San Fedele]]<ref>{{cita|Sonzogno|pg. 16}}</ref>.
=Vecchi nomi delle vie di Milano=
All'epoca della presa di potere dei Visconti risale la ''via Case Rotte'' (anticamente ''contrada di San Giovanni Decollato alle Case Rotte''), così nominata dal palazzo dei [[Torriani]], rivali sconfitti dai Visconti, lasciato saccheggiare e distruggere dai nuovi signori della città. Allo stesso modo la ''corsia del Giardino'' (oggi via Manzoni) si riferiva all'ampio giardino dei Torriani, poi lasciato abbandonato in balia dei predoni<ref>{{cita|Sonzogno|pg. 53}}</ref>. Sempre dall'epoca medievale deriva il nome della ''via delle Ore'', per il fatto che qui fu installato il primo orologio della città presso il campanile della [[chiesa di San Gottardo in Corte]]<ref>{{cita|
Sonzogno|pg. 55}}</ref>.
==Altro==
Alla caratteristica della via, composta da caseggiato molto denso di abitazioni, deriverebbe il nome della ''via Borgospesso'', facente parte dell'insieme dei vecchi "borghi", anticamente indicanti gruppi di caseggiati fuori le mure (in questo caso quelle romane), di cui facevano parte ''via Borgonuovo'', assieme a ''via Gesù'' e ''via Santo Spirito'', in origine ''borgo del Gesù'' e ''borgo di Santo Spirito''<ref name=SZ21/><ref>{{cita|Buzzi|pg. 53}}</ref>. Alla stessa maniera il ''Malcantone'', parte oggi di via Unione, era così nominato per l'angustia del suo percorso<ref>{{cita|Sonzogno|pg. 20}}</ref>, e la ''contrada dei Tetti'' (oggi ''via San Carpoforo''), così indicata perchè sull'angusta si poteva vedere solo i tetti di case senza finestre: curiosamente la via in alcune mappe riportava la dicitura ''contrada delle Tette'', sfruttando l'ambiguità del nome milanese ("contrada de' tett" che può avere entrambi i significati), secondo alcuni così chiamata per la presenza nella via di [[casa chiusa|case chiuse]]<ref>{{cita|Sonzogno|pg. 74}}</ref><ref>{{cita|Buzzi|pg. 85}}</ref>.
==Vecchi nomi==
Sono presenti i nomi di vie facilmente identificabili con le strade moderne. Non sono al contrario presenti vie scomparse in zone il cui assetto urbanistico era radicalmente diverso da quello attuale, v. Contrada del Rebecchino nell'attuale area di Piazza Duomo.
==Bibliografia==
* {{cita web|url=http://www.buonalombardia.regione.lombardia.it/shared/ccurl/433/68/Nuovo%20Codice%20Cucina%20Lombarda.pdf| titolo=Per un codice della cucina lombarda|editore= Regione Lombardia|cid=Cucina Lombarda}}
*{{cita libro|titolo=Vicende di Milano rammentate dai nomi delle sue contrade|autore=Lorenzo Sonzogno|url=http://books.google.it/books?id=bJ5eAAAAcAAJ&printsec=frontcover&hl=it#v=onepage&q&f=false|anno=1835|città=Milano|cid=Sonzogno}}
* {{cita web|url=http://www.ersaf.lombardia.it/upload/ersaf/pubblicazioni/Atlanteprodottitipicietradizionali2014_13383_856.pdf|titolo=Atlante dei prodotti tipici e tradizionali|editore= Regione Lombardia|cid=Atlante dei prodotti tipici}}
*{{Cita pubblicazione
* {{cita web|url= http://www.ersaf.lombardia.it/upload/ersaf/pubblicazioni/ViaggiotraisaporidellaLombardia2016_13383_930.pdf |titolo=Viaggio tra i sapori della Lombardia|autore=Regione Lombardia|cid=Sapori della Lombardia}}
|titolo = I trentasei stendardi di Milano comunale |autore = Alessandro Colombo |rivista = Almanacco della Famiglia Meneghina
|città = Milano |anno = 1935 |url = http://www.milanocittadacque.it/immagini/presentazioni/F1_sestieri/i-sestieri-di-milano-comunale.pdf|cid=Colombo}}
*{{cita libro|autore=Paolo Mezzanotte, Giacomo Bascapè|titolo=Milano nell'arte e nella storia|anno=1968|città=Milano|cid=Mezzanotte}}
*{{cita libro|autore=Vittore Buzzi, Claudio Buzzi|titolo=Le vie di Milano: dizionario della toponomastica milanese|anno=2005|città=Milano|editore=Ulrico Hoepli|cid=Buzzi}}
|