Libia italiana e Huautla (Messico): differenze tra le pagine

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{{S|centri abitati del Messico}}
{{Stato Storico
{{Divisione amministrativa
|nomeCorrente = Libia
|Nome = Huautla
|nomeCompleto =
|nomeUfficialeNome ufficiale =
|portalePanorama =
|Didascalia =
|linkStemma = Coat of Arms of the Kigdom of Italy (1870).svg
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|linkBandiera = Flag of Italy (1861-1946) crowned.svg
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|Grado amministrativo = 2
|paginaStemma = Stemma del Regno d'Italia
|Divisione amm grado 1 = Hidalgo
|paginaBandiera = Bandiera italiana
|Voce divisione amm grado 1 = Hidalgo (stato)
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|Capoluogo = Huautla
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|lingua = [[lingua italiana|italiano]]
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|capitale principale = [[Tripoli]] (111.124 ab./1938)
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|titolo capi di stato = [[Elenco dei Re d'Italia|Re d'Italia]]
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|titolo capi di governo= [[Elenco dei presidenti del Consiglio del Regno d'Italia#Presidenti del Consiglio dei Ministri del Regno d'Italia|Presidente del Consiglio]]
|Note superficie =
|elenco capi di governo = [[Elenco dei presidenti del Consiglio del Regno d'Italia]]
|Acque interne =
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|Abitanti = 22521
|inizio = [[1912]]
|Note abitanti =
|primo capo di stato =
|Aggiornamento abitanti = 2005
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|evento iniziale = [[Guerra italo-turca]]
|Sottosottodivisioni =
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|stato successivo = {{Bandiera|GBR}} {{Bandiera|FRA}}[[Libia]]
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|evento finale = [[Seconda guerra mondiale]]
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|area geografica = [[Nordafrica]]
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|territorio originale =
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|province = 4 + 1 territorio militare
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|superficie massima = 1.759.840
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|popolazione = 876.563
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|periodo popolazione = 1938
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|moneta = [[lira italiana]]
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|religioni preminenti = [[Islamismo]], [[Cattolicesimo]]
|religione di stato = [[Cattolicesimo]]
|altre religioni = [[Ebraismo]]
|classi sociali =
}}
'''Huautla''' è un [[Comuni del Messico|comune]] del [[Messico]], situato nello stato di [[Hidalgo (stato)|Hidalgo]].
La '''Libia italiana''' fu una colonia del [[Regno d'Italia (1861-1946)|Regno d'Italia]] nell'[[Africa]] settentrionale, durata ufficialmente dal [[1912]] al [[1947]].
 
== Collegamenti esterni ==
==La conquista==
* {{Cita web|http://www.hidalgo.gob.mx/|lingua=es|Sito web istituzionale dello stato di Hidalgo}}
 
{{Comuni di Hidalgo}}
Il primo ministro italiano [[Giovanni Giolitti]], nonostante avesse poca simpatia per le imprese coloniali, inizió la conquista della [[Libia]] il 4 ottobre 1911 inviando a [[Tripoli]] contro l'[[Impero Ottomano]] 1732 marinai al comando del capitano Umberto Cagni. Oltre 100.000 soldati italiani riuscirono ad ottenere dalla [[Turchia]] la Libia nel [[Trattato di Losanna]] del 18 ottobre 1912, ma solo la Tripolitania fu effettivamente controllata dal Regio esercito italiano. Nell'interno della Libia (principalmente nel [[Fezzan]]) le guerriglie indigene continuarono per anni con i turco-arabi di Enver pascia e di Aziz Bey.
{{Portale|Messico}}
 
[[Categoria:Comuni di Hidalgo]]
L'ascesa al potere del [[Fascismo]] determinó un'inasprirsi della politica italiana nei confronti dei ribelli libici. Infatti dal 1921 al 1925 il governatore della Tripolitania Giuseppe Volpi diede il via a nuove campagne militari e conquistó Misurata, la Gefara, il Gebel Nefusa e Garian.
 
A stroncare in [[Cirenaica]] la dura resistenza dei [[Senussi]] provvidero i generali Bongiovanni e Mombelli. Poi furono [[Emilio De Bono]] in Tripolitania ed [[Attilio Teruzzi]] in Cirenaica ad ampliare il territorio sotto controllo italiano.
 
Il governatore [[Pietro Badoglio]] tra il 1930 ed il 1931 occupó tutto il Fezzan e l'oasi di Cufra, grazie al generale [[Rodolfo Graziani]] che usó metodi brutali come l'istituzione di campi di concentramento in cui furono rinchiuse decine di migliaia di civili, compresi donne e bambini, colpevoli soltanto di aver fornito supporto morale e logistico ai patrioti. La morte del capo della guerriglia libica [[Omar al-Mukhtar]], nel settembre 1931, rapresentó la totale pacificazione della Libia.
 
Al principio degli anni trenta [[Mussolini]] ordinó l'inizio di una vasta emigrazione di coloni italiani verso le aree coltivabili della colonia e cercó l'integrazione della locale popolazione araba e berbera, costituendo anche truppe coloniali.
[[Immagine:Italobalbo.jpg|thumb|right|200px|[[Italo Balbo]], il "creatore" della Libia nel 1934]]
 
==La creazione della Libia==
 
Nel 1934 venne proclamato il ''Governatorato Generale della Libia'' (coll'unione della [[Tripolitania]] e della [[Cirenaica]]) e successivamente i cittadini africani potettero godere dello status di "cittadini italiani libici" con tutti i diritti che ne conseguirono. Mussolini dopo il 1934 inizió una politica favorevole agli Arabi libici, chiamandoli "[[Mussulmani]] Italiani della Quarta Sponda d'Italia" e costruendo villaggi (con moschee, scuole ed ospedali) per loro.
 
Il primo governatore fu [[Italo Balbo]], a cui si deve la creazione della Libia attuale sul modello di quella dell'imperatore romano [[Settimio Severo]] (nato in Libia). Balbo divise nel 1937 la Libia italiana in quattro provincie (nel 1939 annesse al [[Regno d'Italia]]) ed un territorio sahariano:
*[[Provincia di Tripoli]], capoluogo [[Tripoli]].
*[[Provincia di Bengasi]], capoluogo [[Bengasi]].
*[[Provincia di Derna]], capoluogo [[Derna]].
*[[Provincia di Misurata]], capoluogo [[Misurata]].
*[[Territorio Militare del Sud]], capoluogo [[Hun (Libia)|Houn]] (sede di un comando militare che aveva il compito di governare il Sahara libico).
 
==La Colonizzazione==
 
Il [[Regno d'Italia]] dopo la [[prima guerra mondiale]] avviò una colonizzazione che ebbe il culmine, sotto l'impulso di [[Mussolini]], soprattutto verso la metà degli [[anni 1930|anni trenta]] con un afflusso di coloni provenienti in particolare da [[Veneto]], [[Sicilia]], [[Calabria]] e [[Basilicata]]. Nel 1939 gli italiani erano il 13% della popolazione, concentrati nella costa intorno a [[Tripoli]] e [[Bengasi]] (dove erano rispettivamente il 37% ed il 31% della popolazione).
 
Con gli Italiani si ebbe un incremento del [[cattolicesimo]] in Libia, grazie anche alla creazione di numerose chiese e missioni. Il [[Vicariato apostolico di Tripoli]] del vescovo Camillo Vittorino Facchinetti nel 1940 soprassedeva a circa un quarto del totale della popolazione della Libia italiana (includendo i coloni italiani).
[[Immagine:Theatre sabratha libya.jpeg|300px|thumb|right|Rovine del teatro romano di [[Sabratha]], vicino Tripoli, ristrutturato durante il Fascismo]]
 
In Libia gli italiani costruirono in meno di trent'anni (1912-1940) una notevole infrastruttura (strade, ponti, ferrovie, ospedali, porti, edifici, ecc..) e l'economia libica rifiorí ad un livello simile a quello goduto ai tempi dell'[[Impero romano]]. Numerosi contadini italiani fecero rinverdire terreni semidesertici, specie nell' area di [[Cirene]].
 
Anche l'archeologia fiorí: cittá romane scomparse (come [[Leptis Magna]] e [[Sabratha]]) furono riscoperte ed indicate come simbolo del diritto italiano a possedere la Libia già romana. Negli anni trenta la Libia italiana arrivó ad essere considerata la nuova "America" per l'[[emigrazione italiana]].[http://books.google.com/books?id=GJCdvEq-AMwC&pg=RA1-PA128&lpg=RA1-PA128&dq=libia+italiana&source=web&ots=jJwQGuI7Qb&sig=bFaRhzuIFfzWG725SFa5W5JjnWw&hl=it&sa=X&oi=book_result&resnum=9&ct=result#PRA1-PA129,M1]
 
Nel 1938 il governatore [[Italo Balbo]] portó 20,000 coloni italiani in Libia e fondó per loro 26 nuovi villaggi, principalmente in [[Cirenaica]].<ref>Smeaton Munro, Ion. Trough Fascism to World Power: A History of the Revolution in Italy''.</ref>
 
Inoltre Balbo cercó di assimilare i mussulmani libici con una politica amichevole e fondó nel 1939 10 villaggi per gli [[Arabi]] ed i [[Berberi]] libici: "El Fager" (Alba), "Nahima" (Deliziosa), "Azizia" (Profumata), "Nahiba" (Risorta), "Mansura" (Vittoriosa), "Chadra" (Verde), "Zahara" (Fiorita), "Gedina" (Nuova), "Mamhura" (Fiorente), "El Beida" (La Bianca).
Tutti questi villaggi avevano la loro moschea, scuola, centro sociale (con ginnasio e cinema) ed un piccolo ospedale, rappresentando una novitá assoluta per il mondo arabo del [[Nord Africa]].
[[Immagine:ProgettoImperoItaliano.jpg|thumb|300px|right|Dopo l' eventuale vittoria contro gli Alleati, la Libia doveva essere parte del progetto fascista di una [[Grande Italia]] nella sua sezione costiera (arancione), mentre l'interno sahariano doveva fare parte dell' [[Impero Italiano]] (verde)]]
 
All'inizio della [[seconda guerra mondiale]] vi erano circa 120.000 Italiani in Libia, ma Balbo aveva in progetto di raggiungere il mezzo milione di coloni italiani negli anni sessanta.<ref>Chapin Metz, Hellen. ''Libya: A Country Study''.</ref> Del resto [[Tripoli]] aveva giá nel 1939 una popolazione di 111.124 abitanti, dei quali 41.304 (37%) erano italiani. Italo Balbo nel 1940 aveva costruito 400 km di nuove ferrovie e 4.000 km di nuove strade (la piu nota era la [[Via Balbia]] col suo nome, che andava lungo la costa da Tripoli a [[Tobruk]]).
 
Il 9 di gennaio del 1939 la colonia della Libia fu incorporata nel territorio metropolitano del [[Regno d'Italia]] e conseguentemente considerata parte della [[Grande Italia]], col nome di ''Quarta Sponda''.
 
===Italiani della Libia===
 
Gli Italiani della Libia erano poche migliaia quando [[Mussolini]] salí al potere e riuscí a sconfiggere la guerriglia araba, ma dopo la nomina di Italo Balbo a governatore nel 1934 il loro numero si incrementó continuamente fino ad essere quasi 120.000 nel 1940.
 
La [[seconda guerra mondiale]] devastó la Libia italiana e costrinse i coloni italiani a lasciare in massa le loro proprietá, specialmente nella seconda metá degli anni quaranta.
 
Attualmente gli italiani in Libia sono 22.530, quasi lo stesso numero del [[1962]], in prevalenza operai specializzati delle industrie petrolifere arrivati a fine [[anni 1990|anni novanta]].
 
Ecco gli italiani in Libia secondo diverse stime e censimenti:
 
{| class="wikitable"
! ANNO !! ITALIANI !! PERC. !! AB. LIBIA !! FONTE
|-
| 1936 || 112.600 || 13,26% || 848.600 || ''Enciclopedia Geografica Mondiale K-Z, De Agostini,1996''
|-
| 1939 || 108.419 || 12,37% || 876.563 || ''Guida Breve d'Italia Vol.III, C.T.I., 1939''
|-
| 1962 || 35.000|| 2,1% || 1.681.739 || ''Enciclopedia Motta, Vol.VIII, Motta Editore, 1969''
|-
| 1982 || 1.500 || 0,05% || 2.856.000 ||''Atlante Geografico Universale, Fabbri Editori, 1988''
|-
| 2004 || 22.530 || 0,4% || 5.631.585 ||[http://www.tlfq.ulaval.ca/axl/afrique/libye.htm ''L'Aménagement Linguistique dans le Monde'']
|}
 
Le stime precedenti, soprattutto per quanto concerne il dato riferito al 2004, riguardano i parlanti l'italiano e non i cittadini italiani. Secondo i dati in possesso del Governo italiano e verificabili presso gli Uffici diplomatici e consolari della Repubblica in Libia, gli italiani in Libia negli anni 2000 sono meno di 1.000, poiché la manodopera delle imprese italiane non è ormai più italiana, bensì asiatica. Anche la stima sui parlanti è piuttosto generosa: in linea di massima, parlano italiano le generazioni dei più anziani nelle due grandi città ([[Tripoli]] e [[Bengasi]]), rimasti in poche decine di vecchi coloni.
 
==La fine della Colonia==
 
Nel Trattato di Pace del 1947 l' Italia ha dovuto rinunciare a tutte le sue colonie, compresa la Libia. Vi fu comunque nel 1946 un vano tentativo di mantenere la [[Tripolitania]] come colonia italiana (assegnando la Cirenaica alla [[Gran Bretagna]] ed il [[Fezzan]] alla [[Francia]]).
 
Per gli Italiani della Libia inizió nel secondo dopoguerra un difficile periodo, contrassegnato dalla loro emigrazione. Anche la Libia italiana fu ridimensionata, perdendo la nuova Libia indipendente la [[Striscia di Aozou]] (ottenuta da Mussolini nel 1935 e ridata alla colonia francese del [[Chad]]).
 
Nel [[1962]] gli Italiani in Libia erano ancora circa 35.000. Ma dopo il colpo di stato del colonnello [[Gheddafi]] del 1969, circa 20.000 italiani furono costretti a cedere improvvisamente i propri beni e le proprie attività economiche il [[7 ottobre]] [[1970]] (ancora oggi le varie associazioni di profughi e rimpatriati si battono per ottenere un risarcimento dallo Stato italiano).
 
Dopo la nazionalizzazione delle imprese italiane, rimase in Libia solo un ristretto numero di italiani. Nel [[1986]], dopo la crisi politica tra [[Stati Uniti d'America|Stati Uniti]] e Libia, il numero degli italiani si ridusse ancora di più, raggiungendo il minimo storico di 1.500 persone, cioè meno dello 0,1% della popolazione. Negli ultimi anni, dopo il riavvicinamento tra l'Occidente e la Libia e la fine dell'[[embargo]] economico, alcuni italiani del'epoca coloniale sono ritornati in Libia. Attualmente sono solo alcune decine di vecchi pensionati.
 
==Personaggi italiani==
 
I personaggi italiani nativi della [[Libia]], distinti per città di nascita sono:
 
====Tripoli====
[[Immagine:Claudio Gentile Juventus 1979.jpg|thumb|right|200px|[[Claudio Gentile]], uno dei migliori difensori di tutti i tempi della [[Nazionale italiana di calcio]]]]
 
* [[Franco Califano]] ([[1938]]), cantante
* [[Emanuele Caracciolo]] ([[1912]]-[[1944]]), regista cinematografico
* [[Nicola Conte (ufficiale)|Nicola Conte]] ([[1920]]-[[1976]]), ufficiale di marina
* [[Claudio Gentile]] ([[1953]]), calciatore e allenatore
* [[Victor Magiar]] ([[1957]]), scrittore
* [[Miriam Meghnagi]], cantante e poetessa
* [[Herbert Pagani]] ([[1944]]-[[1988]]), cantante
* [[Valentino Parlato]] ([[1931]]), giornalista, fondatore del ''[[Il Manifesto]]''
* [[Gianni Pilo]] ([[1939]]), autore ed editore di narrativa fantastica
* [[Rossana Podestà]] ([[1934]]), attrice cinematografica
* [[Valeria Rossi]] ([[1973]]) , cantante
* [[Valter Vecellio]] ([[1954]]), giornalista e politico [[Radicalismo|radicale]]
* [[Adriano Visconti]] ([[1905]]-[[1945]]), asso dell'aviazione
* [[Nicolò D'Alessandro]] ([[1944]]), artista poliedrico e scrittore
 
====Bengasi====
* [[Maurizio Seymandi]] ([[1939]]), conduttore televisivo
* [[Gabriele de Paolis]] ([[1924]]-[[1984]]), generale dell'esercito
 
====Beda Littoria (Derna)====
* [[Luigi Di Giamberardino]] ([[1937]]), Neurobiologo, Direttore di Ricerca Emerito (INSERM, Francia)
 
====Homs====
* [[Mario Schifano]] ([[1934]]-[[1998]]), pittore
 
==Note==
<references />
 
==Bibliografia==
 
* Antonicelli, Franco. ''Trent'anni di storia italiana 1915 - 1945. Mondadori''. Torino, 1961.
* Chapin Metz, Hellen. ''Libya: A Country Study''. Washington: GPO for the [[Library of Congress]], 1987.
* Del Boca, Angelo. ''Gli italiani in Libia. Vol. 1: Tripoli bel suol d'Amore''. Milano, Mondadori, 1997.
* Del Boca, Angelo. ''Gli italiani in Libia. Vol. 2''. Milano, Mondadori, 1997.
* Maravigna, Pietro. ''Come abbiamo perduto la guerra in Africa. Le nostre prime colonie in Africa. Il conflitto mondiale e le operazioni in Africa Orientale e in Libia. Testimonianze e ricordi''. Tipografia L'Airone. Roma, 1949.
* Sarti, Roland. ''The Ax Within: Italian Fascism in Action''. Modern Viewpoints. New York, 1974.
* Smeaton Munro, Ion. ''Trough Fascism to World Power: A History of the Revolution in Italy''. Ayer Publishing. Manchester (New Hampshire), 1971. ISBN 0836959124
* Taylor, Blaine. ''Fascist Eagle: Italy's Air Marshal Italo Balbo''. Montana: Pictorial Histories Publishing Company, 1996. ISBN 1-57510-012-6
 
==Voci correlate==
 
*[[Impero coloniale italiano]]
*[[Italo Balbo]]
*[[Grande Italia]]
*[[I rapporti italo-libici nel secondo dopoguerra]]
*[[Via Balbia]]
*[[Provincia di Tripoli]]
*[[Provincia di Bengasi]]
*[[Provincia di Derna]]
*[[Provincia di Misurata]]
*[[Territorio Militare del Sud]]
 
==Collegamenti esterni==
* [http://www.airl.it/ Associazione Italiani Rimpatriati dalla Libia]
* [http://www.airl.it/photo.php Fotografie della Libia italiana]
 
{{colonialismo italiano}}
 
[[Categoria:Storia d'Italia]]
[[Categoria:Libia]]
[[Categoria:Storia della Libia]]
[[Categoria:Territori coloniali italiani]]
[[Categoria:Colonialismo italiano in Africa]]
 
[[en:Italian Libya]]
[[es:Libia italiana]]
[[fi:Italian Libya]]
[[id:Libya Italia]]
[[zh:意属利比亚]]