Flash (Queen) e Borsano: differenze tra le pagine

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{{nd}}{{Divisione amministrativa
{{Album|Tipo album=Singolo
|Nome=Borsano
|Titolo = Flash
|Nome Artista ufficiale= [[Queen]]
|Panorama=20080106BorsanoParrocchia3.jpg
|Data = [[:Categoria:Singoli del 1980|24 novembre 1980]]
|Didascalia=Piazza Gallarini e chiesa parrocchiale
|Copertina =
|Stemma=
|Dimensione copertina =
|Stato=ITA
|Album = [[Flash Gordon (album)|Flash Gordon]]
|Grado amministrativo=4
|Etichetta = [[EMI]] <small>([[Regno Unito|UK]])</small><br/>[[Elektra Records]] <small>([[Stati Uniti d'America|USA]])</small>
|Tipo=quartiere
|Produttore =
|Divisione amm grado 1=Lombardia
|Durata = 2 [[minuto|min]] : 46 [[secondo|sec]]
|Divisione amm grado 2=Varese
|Formati =
|Divisione amm grado 3=Busto Arsizio
|Genere Musicale = [[Rock]]
|Altitudine=
|Registrato = 1980
|Superficie=
|Note =#1 ([[Austria]])<br/>#3 ([[Germania]])<br/>#10 ([[Irlanda]], UK)<br/>#13 ([[Australia]])<br/>#18 ([[Olanda]])<br/>#19 ([[Canada]])<br/>#42 ([[USA]])<br/>#73 ([[Giappone]])
|Note superficie=
|Numero dischi di platino =
|Abitanti=6.562
|Numero dischi d'oro =
|Note abitanti=
|singolo precedente = [[Need Your Loving Tonight]] / [[Rock It]]<br/>([[:Categoria:Singoli del 1980|1980]])
|Aggiornamento abitanti=2010
|singolo successivo = [[Under Pressure]] / [[Soul Brother]]<br/>([[:Categoria:Singoli del 1981|1981]])
|Codice catastale=B059
|Nome abitanti=borsanesi
|Patrono=[[San Pietro|Santi Pietro]] e [[san Paolo|Paolo]]
|Festivo=
}}
'''Borsano''' (''Bursàn'' in [[dialetto bustocco]]) è un quartiere di 6.562 abitanti<ref>{{cita web|url=http://www.chiesacattolica.it/pls/cci_new_v3/cciv4_edit_info.edit_parret?id_p=4000890&cod_reg=&cod_dioc=|titolo=Annuario Parrocchie|accesso=4 settembre 2015}}</ref> del [[comune]] di [[Busto Arsizio]] in [[provincia di Varese]]. Fino al [[1928]] è sempre stato comune autonomo, a parte nel periodo tra il [[1869]] e il [[1912]].
'''''Flash''''' è un brano dei [[Queen]] del [[1980]] scritto da [[Brian May]]. È tratto dall'album ''[[Flash Gordon]]'', colonna sonora del film ''[[Flash Gordon (film)|Flash Gordon]]'' di [[Dino de Laurentiis]].
 
== Toponomastica ==
Flash insieme a ''The Hero'' è l'unica canzone vera e propria dell'album ed è inclusa nel ''[[Greatest Hits (Queen)|Greatest Hits]]''.
Il suffisso ''-ano'' (in latino ''-anum'') del nome "Borsano" potrebbe essere uno degli indizi dell'origine romana. La presenza romana è suffragata da alcuni autorevoli indizi.<ref>{{cita|Rimoldi, 1993|p. 3}}</ref>
 
Col nome di Borsano viene chiamata anche una della frazioni del comune di [[Calestano]], in [[provincia di Parma]]. Secondo un volume di Salavolti e Soragna,<ref>{{cita|Salavolti-Soragna, 1903|p.64}}</ref> da tale luogo sarebbe nato il nome della famiglia Borsani o Borzani. Tuttavia, studi più recenti affermano il contrario. Martino Giovanni Maria Borsani (1406-1499), parente del vescovo di Parma Bertrando da Borsano (famiglia milanese ma originaria di Borsano di Busto Arsizio), esercitò l'attività di notaio a Calestano nel cui territorio acquistò dei terreni e costruì una villa chiamata ''Villa Borsana''; intorno a questa crebbe il borgo di Borsano.<ref>Per questa ipotesi, si veda l'articolo "Borsano sull'Appennino parmense" scritto da Mario Colombo e pubblicato sull'Almanacco della Famiglia Bustocca del 2005, nrl quale si cita come fonte il manoscritto "Borsano, De Borsani, Borsani. Una famiglia nella storia (dal 1300 al 1900)" scritto da Maurizio Borsani, discendete di Martino Borsani, e disponibile su supporto informatico alla biblioteca comunale di Busto Arsizio.</ref>
Secondo alcuni la parte in cui Freddie Mercury canta "He'll save with a mighty hand every man every woman every child with a mighty flash" è da considerarsi uno dei capitoli più esaltanti della storia della musica{{citazione necessaria}}.
 
== Storia ==
{{Queen}}
[[File:20091226VillaRasini03.JPG|thumb|left|Presepe di Villa Rasini]]
{{Rock}}
[[File:Porta Capuana, Borsano, Busto Arsizio.jpg|thumb|left|Porta Capuana]]
[[File:1900 PiazzaToselli.jpg|thumb|left|Piazza Toselli nel 1900]]
Anticamente il suo territorio era suddiviso nei tre comuni censuari di Borsano (comune dominante), Custode e Rasino.<ref name=siusa>{{cita web|url=http://siusa.archivi.beniculturali.it/cgi-bin/pagina.pl?TipoPag=prodente&Chiave=15223&RicFrmRicSemplice=busto%20arsizio&RicSez=produttori&RicVM=ricercasemplice&RicLin=en|titolo=Sistema Informativo Unificato per le Soprintendenze Archivistiche|accesso=1º dicembre 2009}}</ref>
 
Nel [[Medioevo]] Borsano (''Brossianum'') faceva parte della [[pieve di Dairago]].<ref>{{Cita|Giulini, 1856|p. 315}}</ref> Dal punto di vista amministrativo, apparteneva al [[Burgaria|Contado della Burgaria]], uno dei quattro contadi in cui era diviso il [[Ducato di Milano]]), e con questa fu incluso nel [[feudo]] che l'imperatore [[Federico Barbarossa]] attribuì il 9 giugno [[1164]] a [[Rainaldo di Dassel]], [[arcivescovo]] di [[Colonia (Germania)|Colonia]] e arcicancelliere del [[Sacro Romano Impero]]. Fu proprio qui, nelle campagne tra [[Busto Arsizio]] e Borsano<ref>{{Cita|Muratori, 1868|p. 150}}</ref><ref>{{Cita|Ferrario, 1987|p. 11}}</ref><ref>{{Cita|Agnoletto, 1992|p. 38}}</ref> (oppure, secondo altre fonti, tra Borsano e [[Legnano]]<ref>{{cita web|url=http://www.arsbellica.it/pagine/medievale/Legnano/Legnano.html|titolo=Ars Bellica - Le grandi battaglie della storia - La battaglia di Legnano|accesso=18 agosto 2011}}</ref>), che si combatterono le prime fasi della celebre [[battaglia di Legnano]] tra il temuto imperatore tedesco e i Comuni lombardi.<ref>{{cita web|url=http://www3.varesenews.it/altomilanese/articolo.php?id=156023|titolo=Sul Carroccio la campana della Martinella in battaglia non c'era|accesso=3 dicembre 2009}}</ref><ref>{{cita web|url=http://www.laprovinciadivarese.it/stories/busto%20e%20valle%20olona/96036_la_battaglia_di_legnano_macch_era_borsano/|titolo=La battaglia di Legnano? Macché era Borsano|accesso=17 settembre 2017}}</ref>
[[Categoria:Singoli dei Queen]]
[[Categoria:Singoli del 1980]]
 
Nel [[1670]], l'arcidiacono della chiesa metropolitana della città di [[Milano]], [[Giovanni Rasini]], acquistò Borsano per la cifra di circa 10&nbsp;000 lire.<ref>8712 lire furono versate alla Camera per ricompensare i fratelli marchesi Lossetti per la retrovendita di oltre 130 fuochi (nuclei familiari), e 1452 come oblazione alla Camera. (Cfr. {{cita|Università Cattolica, 2003|p. 241}})</ref> Borsano fu dunque per decenni feudo dei [[principe|principi]] Rasini.<ref name=siusa/> Fu proprio per volontà del principe Carlo Rasini che, tra il [[1717]] e il [[1719]], accanto alla sua villa, fu costruita la chiesa dedicata al frate francescano portoghese [[Sant'Antonio di Padova]], restaurata nel [[2007]].<ref name=S.Donato>{{cita web|url=http://www3.varesenews.it/busto/articolo.php?id=74420|titolo=Torna a vivere l'Oratorio di Sant'Antonio da Padova|accesso=26 novembre 2009}}</ref>
[[en:Flash (song)]]
 
[[es:Flash (canción)]]
Il [[Catasto Teresiano]], coi suoi rilievi del [[1722]], permette di ottenere un dettagliato prospetto del territorio. Il paese confinava a nord con l'allora comune autonomo di Sacconago, a nord-est con [[Cascina Brughetto (Busto Arsizio)|Brughetto]] (comune autonomo fino al [[1730]], quando venne annesso a Sacconago) e [[Castellanza]], ad est col borgo di [[Legnano]], a sud con [[Dairago]] e ad ovest con l'ex-comune autonomo di Bienate (successivamente annesso a [[Magnago]]). La chiesa parrocchiale occupava il limite meridionale dell'abitato.<ref>{{Cita|Rimoldi, 1993|p. 26}}</ref>
[[fr:Flash (chanson)]]
 
[[hu:Flash’s Theme]]
Nel [[1853]], Borsano, comune con una popolazione di 1&nbsp;093 abitanti, fu inserito nel distretto XI di [[Cuggiono]]. Nel [[1861]], quando venne instaurato il Regno d'Italia, il comune aveva una popolazione di 1&nbsp;150 abitanti.<ref name=siusa/> Borsano fu comune autonomo fino al [[1869]], anno in cui fu aggregato al comune di [[Sacconago]]. Il 12 dicembre [[1912]] il comune di Borsano fu ricostituito e rimase autonomo fino al [[1928]], quando fu definitivamente unito a Busto Arsizio. Al censimento del [[1931]], la popolazione residente era di 2&nbsp;413 abitanti.<ref>{{Cita|Magni-Paciarotti, 1977|p. 33}}</ref> Due anni dopo, i residenti erano ascesi a 2&nbsp;011.<ref name=siusa/>
[[ja:フラッシュのテーマ]]
 
[[nl:Flash (Queen)]]
A partire dal secondo dopoguerra, due figure storiche del quartiere si sono avvicendate alla guida della parrocchia: don Ferdinando Oleari, parroco dal [[1951]] al [[1976]] e don Enrico Merlo, parroco dal [[1976]] al [[2006]].<ref>{{cita web|url=http://www3.varesenews.it/busto/articolo.php?id=89252|titolo=Borsano ricorda don Enrico Merlo|accesso=4 gennaio 2013}}</ref> Al primo è stato dedicato il parco tra il cimitero e viale Boccaccio, al secondo il giardino della casa parrocchiale. Don Mauro Magugliani è stato parroco di Borsano dal [[2006]] al [[2016]], mentre l'attuale parroco è don Francesco Ferrante.<ref>{{Cita news|url=http://www.varesenews.it/2016/09/se-ne-va-don-mauro-magugliani-arriva-don-francesco-ferrante/551274/|titolo=Se ne va don Mauro Magugliani, arriva don Francesco Ferrante - VareseNews|pubblicazione=VareseNews|data=16 settembre 2016|accesso=8 marzo 2017}}</ref>
[[ru:Flash (песня)]]
 
Negli [[Anni 1950|anni cinquanta]] e [[Anni 1960|sessanta]] fu costruito, nella zona settentrionale del territorio, il quartiere "Giuliani e Dalmati", così denominato in quanto destinato all'accoglienza da parte di Busto Arsizio dei circa duecento [[Esodo giuliano dalmata|italiani esuli]] delle terre dell'[[Istria]], della [[Venezia Giulia]] e della [[Dalmazia]] nel [[Secondo dopoguerra italiano|secondo dopoguerra]].<ref>{{cita web|url=http://www3.varesenews.it/busto/articolo.php?id=118586|titolo=Villaggio Giuliani e Dalmati: da ghetto a casa di tutti|accesso=4 gennaio 2013}}</ref> Molte famiglie di profughi vennero ad abitare questa zona di Borsano, che si configura come un quartiere semi indipendente, dotato di negozi, servizi e scuole (elementari Rossi e medie Parini). In onore ai luoghi di provenienza dei profughi vennero intitolate strade e vie ai luoghi simbolo delle terre cedute. Vi sono anche alcune statue erette a San Biagio,<ref>{{cita web|url=http://www.varesenews.it/2014/01/giornata-del-ricordo-a-borsano-il-centro-delle-celebrazioni/42578/|titolo=Giornata del ricordo, a Borsano il centro delle celebrazioni|accesso=1º giugno 2015}}</ref> caro alla cultura Giuliano Dalmata. Ad oggi nel "villaggio" vive ancora un buon numero di famiglie di origine istriana, giuliana e dalmata, testimonianza forte in città di questo periodo storico. Nello stesso quartiere si sono aggiunte più tardi le ondate migratorie di rientro dalla [[Libia]],<ref>{{cita web|url=http://www.varesenews.it/2011/02/giornata-del-ricordo-borsano-al-centro-degli-eventi/127071/|titolo=Giornata del ricordo, Borsano al centro degli eventi|accesso=1º giugno 2015}}</ref> e, più recentemente, dall'Europa orientale,<ref>{{cita web|url=http://www.laprovinciadivarese.it/stories/Cronaca/266242_busto_borsano_ricorda_la_tragedia_delle_foibe/|titolo=Busto, Borsano ricorda la tragedia delle foibe|accesso=1º giugno 2015}}</ref> caratterizzando ancora di più il villaggio come multiculturale e con abitanti profondamente legati alla madre patria. Particolarmente vivo rimane il ricordo del dramma dei [[massacri delle foibe]], ed ogni anno vengono organizzati convegni e testimonianze a tal tema.
 
== Monumenti e luoghi d'interesse ==
[[File:20091226ExMarconi02.JPG|thumb|Sede delle ex-scuole Marconi]]
[[File:Ex-municipio Borsano.jpg|thumb|left|Sede dell'ex-municipio di Borsano prima del restauro]]
Anche se è attualmente un quartiere di Busto Arsizio, Borsano è stato per secoli un comune autonomo. Pur essendo un paese di modeste dimensioni, era per molti versi autosufficiente. Il palazzo che per anni è stato la sede del municipio, successivamente della scuola materna, ed era in stato di abbandono da decenni, ha subito un recupero edilizio ed è ora diventato la "Casa della Salute", cioè un poliambulatorio gestito anche dalla Croce Rossa Italiana.<ref>{{cita web|url=http://www.comune.bustoarsizio.va.it/comunicati-stampa/2516-la-casa-della-salute-di-borsano|titolo=La Casa della Salute di Borsano|accesso=22 novembre 2012|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20130630214838/http://www.comune.bustoarsizio.va.it/comunicati-stampa/2516-la-casa-della-salute-di-borsano|dataarchivio=30 giugno 2013}}</ref> Grazie alla ristrutturazione, l'edificio è ora dotato di tecnologie per il risparmio energetico tali per cui è catalogato come di classe A.<ref>{{cita web|url=http://www3.varesenews.it/busto/articolo.php?id=246120|titolo=Una Casa in classe A per la salute dei borsanesi|accesso=22 novembre 2012}}</ref> Adiacente a tale edificio, si trova la sede delle ex scuole Marconi, scuola elementare storica di Borsano, ad oggi adibita in parte ad uffici comunali, in parte a sezione distaccata di altri plessi scolastici.
 
Sono parecchi gli edifici d'interesse storico, architettonico o artistico di Borsano anche se alcune delle opere più significative di tale patrimonio, come la chiesa parrocchiale ottocentesca e quella trecentesca di Santa Maria dei Restagni, sono state demolite durante il secolo scorso. Precedentemente era andato perduto un altro dei gioielli di Borsano: l'elegante ed esteso giardino all'italiana di villa Rasini, la residenza dei nobili feudatari di Borsano.
 
Nonostante questo, il recente restauro di Sant'Antonio da Padova, la piccola chiesa settecentesca voluta dal conte Carlo Rasini, è segno della volontà di recupero di parte del valore architettonico e artistico che un tempo Borsano poteva vantare. Attraverso l'interesse del "Gruppo Ricerche Storiche" di Borsano è stato possibile riscoprire una tela raffigurante Cristo Risorto di [[Giovan Battista Crespi]], detto il Cerano, per poi esporla nel [[2005]] alla mostra monografica dedicatagli da Palazzo Reale, a Milano.<ref>{{cita web|url=http://www3.varesenews.it/arte/articolo.php?id=47496|titolo=A Borsano il Cristo risorto del Cerano|accesso=30 dicembre 2009}}</ref>
 
Per quanto riguarda invece le aree naturali, il [[Parco Alto Milanese]], a cavallo tra i territori delle odierne città di [[Busto Arsizio]], [[Castellanza]] e [[Legnano]], giunge sino alle primissime case dell'abitato.
 
=== Architetture religiose ===
[[File:20091226Sant'Antonio04.JPG|thumb|Chiesa di Sant'Antonio da Padova, particolare]]
Gli edifici più degni di nota di Borsano per la loro storia, la loro architettura e le opere d'arte che conservano sono senz'altro le due chiese, quella parrocchiale e quella di sant'Antonio da Padova. Questo è segno del fatto che la comunità borsanese ha avuto come centro vitale nei secoli la casa di [[Dio]]. La vita religiosa, infatti, a partire dal [[Medioevo]] e fino a pochi decenni fa, è stato l'asse portante della comunità borsanese.<ref name=RimoldiBorsano123>{{cita|Rimoldi, 1993|p. 123}}</ref> Un esempio concreto e piuttosto recente di questo fatto proviene dalle relazioni inviate alla Curia dai parroci don Antonio Gallarini ([[1900]]) e don Enrico Ballabio ([[1919]]). Nella prima si attesta che solo tre uomini non si erano comunicati nella [[Pasqua]] precedente. Nella seconda il bilancio è di sette uomini e una donna.<ref name=RimoldiBorsano123/> La vita quotidiana era impregnata dalla fede e la giornata era scandita dai rintocchi delle campane. Le feste della comunità erano le feste religiose e tutti paesani si radunavano per pregare nella chiesa parrocchiale e in quella di Santa Maria dei Restagni, demolita negli anni cinquanta.
 
Un altro segno del fervore religioso borsanese sono le confraternite, una forma di associazionismo sovrafamiliare che aveva talvolta risvolti di carattere assistenziale. Le due principali confraternite di Borsano erano quella del Santo Rosario (la cui esistenza è documentata a partire dal [[1570]])<ref>{{cita|Rimoldi, 1993|p. 143}}</ref> e quella del Santissimo Sacramento. Le adesioni di massa sono documentate fino agli inizi del Novecento.<ref>{{cita|Rimoldi, 1993|p. 145}}</ref>
 
Tra gli edifici esistenti, oltre alla chiesa parrocchiale e a quella dedicata a Sant'Antonio da Padova, vanno ricordati il cimitero e l'oratorio, fondato nel [[1911]].<ref>{{cita web|url=http://www3.varesenews.it/busto/articolo.php?id=182243|titolo=L'oratorio di Borsano in festa|accesso=28 giugno 2011}}</ref>
 
==== Chiesa dei Santi Apostoli Pietro e Paolo ====
{{vedi anche|Chiesa dei Santi Apostoli Pietro e Paolo (Borsano)}}
[[Immagine:20091226MuroChiesaVecchia02.JPG|thumb|Chiesa parrocchiale di Borsano]]
La chiesa parrocchiale di Borsano si trova in piazza don Antonio Gallarini e fu costruita a partire dal [[1939]] su un terreno adiacente a quello dove sorgeva l'edificio ottocentesco, benedetto nel [[1825]] e demolito nel [[1943]]. Quest'ultimo, sostituiva la vecchia chiesa cinquecentesca, demolita nel [[1817]]. La nuova chiesa fu consacrata il 17 ottobre [[1942]] dal cardinal [[Ildefonso Schuster]], in piena guerra mondiale.
 
Il progretto è dell'ingegner Garavaglia e dell'architetto Ascani. La facciata tripartita preannuncia le tre navate interiori. L'altare principale è opera dell'architetto Ascani. L'organo, proveniente dalla demolita chiesa ottocentesca, fu costruito da Antonio De Simoni Carrera nel [[1885]] e restaurato nel [[1992]] dalla famiglia V. Mascioni di [[Cuvio]].<ref>{{cita web|url=http://www3.varesenews.it/busto/articolo.php?id=102229|titolo=Antichi organi suonano d'estate|accesso=1º dicembre 2009}}</ref>
 
La ''via crucis'' e la controfacciata, rispettivamente del [[1987]] e del [[1993]], sono opere dell'artista locale Serena Moroni. Le nuove vetrate della navata sono di don Gaetano Banfi, mentre quelle del presbiterio e del rosone della facciata sono di Paolo Rivetta.
 
L'imponente campanile a pianta quadrata posto sul retro della chiesa fu innalzato nel [[1958]] su progetto dell'architetto Ascani in modo da sostituire quello della chiesa ottocentesca, demolito solo nel [[1953]].<ref>{{cita web|url=http://www.campanariambrosiani.org/censimento/?p=2&c=36|titolo=Busto Arsizio - Borsano|accesso=27 settembre 2011}}</ref> Il concerto è composto da nove campane; si tratta del [[Campane dell'arcidiocesi di Milano#Record|record ambrosiano]] per un concerto manuale.<ref>{{cita web|url=http://www.campanariambrosiani.org/censimento/index.php?p=2&c=36|titolo=Fondazione Campanari Ambrosiani|accesso=21 gennaio 2013}}</ref>
 
==== Chiesa di Sant'Antonio da Padova ====
[[File:20080106BorsanoSAntonio.jpg|thumb|left|Chiesa di Sant'Antonio da Padova]]
Nel territorio del quartiere è presente anche una seconda chiesa, intitolata a [[Sant'Antonio da Padova]], il celebre [[francescano]] [[Portogallo|portoghese]]. L'edificio, che è il più notevole di Borsano sia sotto l'aspetto storico sia sotto quello architettonico, fu fatto costruire dal conte Carlo Rasini tra il [[1717]] e il [[1719]], nelle adiacenze della sua residenza. La chiesa era infatti una sorta di cappella domestica: attraverso una finestrella posta sopra l'altare era possibile per i conti seguire la Santa Messa direttamente dalle stanze della loro abitazione di Borsano.<ref>{{Cita|Spada, 2004|p.51}}</ref>
 
Nel [[1728]], Carlo Rasini volle erigere nella chiesa un nuovo altare, dedicato a san [[Liborio]], vescovo di [[Le Mans]] e protettore contro le [[calcolosi]]. Ancora agli inizi del secolo scorso, nella chiesa di Sant'Antonio da Padova si celebrava la Santa Messa in Aurora, in adempimento dei voleri dei Rasini. Quest'edificio raccoglieva la gente anche per acquistare le uova dei bachi da seta che poi venivano allevati nelle case delle famiglie borsanesi. E qui si portavano anche i bozzoli.<ref>{{cita web|url=http://www.laprovinciadivarese.it/stories/Cronaca/271898/|titolo=Busto, una storia dimenticata tra santi e bachi da seta|accesso=4 gennaio 2013}}</ref>
 
Attraverso il restauro del [[2007]],<ref name=S.Donato/> sono emersi alcuni pregevoli affreschi sulle pareti. I dipinti possono essere assegnati al pittore Giovanni Stefano Doneda Montalti junior. Nell'olio su tela dietro l'altare sono raffigurati sant'Antonio, l'Angelo Custode con il Bambino Gesù e, più in alto, la Madonna. Il soggetto dell'affresco della parete di sinistra dietro all'altare è il miracolo della mula.<ref>La figura sull'estremità destra è verosimilmente identificabile con quella del committente, il conte Carlo Rasini (Cfr.{{Cita|Rimoldi, 1995|p.1811}})</ref> L'affresco sulla parete di destra dietro all'altare rappresenta il miracolo del piede risanato.<ref>Tale miracolo fu praticato ad un tal Leonardo di Padova che in confessione aveva riferito a Sant'Antonio di aver percosso con un calcio la propria madre in modo talmente violento da farla cadere a terra. Dopo aver udito le parole di Antonio secondo il quale "il piede che colpisce la madre o il padre, meriterebbe di essere tagliato all'istante", Leonardo tornò a casa e si recise il piede. Venuto a sapere dell'accaduto, Sant'Antonio riattaccò il piede a Leonardo passandovi sopra le sue mani (cfr. {{cita web|url=http://www.santantonio.org/portale/santantonio/miracoli/santo/mirac4.asp|titolo=Il piede riattaccato|accesso=28 dicembre 2009|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20100305160226/http://www.santantonio.org/portale/santantonio/miracoli/santo/mirac4.asp|dataarchivio=5 marzo 2010}}).</ref>
 
Sulla facciata della chiesa era presente un pannello dedicato al santo. Già negli [[Anni 1960|anni sessanta]] i colori erano quasi scomparsi e nel [[1985]] il Club Folclore e Sport decise di incaricare al pittore bustocco Gigi Magugliani la realizzazione di un nuovo dipinto, che fu poi collocato al posto del precedente.<ref>{{cita web|url=http://www.informazioneonline.it/LAY009/L00908.aspx?arg=1010&id=8488|titolo=Borsano: il quadro di Sant'Antonio torna alla sua comunità|accesso=4 gennaio 2013|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160304191540/http://www.informazioneonline.it/LAY009/L00908.aspx?arg=1010&id=8488|dataarchivio=4 marzo 2016}}</ref> Il pannello fu rimosso durante i successivi restauri e divenne impossibile tornare a collocarlo nella stessa posizione. Nel [[2012]], dopo il restauro commissionato dal Club borsanese a Giulia Lucarelli e a Silvio Combi, il quadro è stato collocato all'interno di una struttura in acciaio e vetro a vista, progettata dagli architetti Elena Colombo e Davide Candiani e posta all'incrocio tra via Novara e via 24 maggio, in un'aiuola concessa da Agesp, l'ex-municipalizzata bustocca.
 
==== Chiesa di Santa Maria dei Restagni (demolita) ====
[[File:20091226TargaRestagni.JPG|thumb|Targa in memoria della chiesa demolita di Santa Maria dei Restagni]]
Un altro luogo di culto, trecentesco, era ubicato sulla via per [[Villa Cortese]]: si tratta della chiesa campestre di Santa Maria dei Restagni, adiacente alla quale fu costruito, secoli più tardi, il cimitero. Presentava dipinti di immagini sacre sulle pareti.<ref>{{cita|Rimoldi, 1995|p. 137}}</ref> Sul campanile era posta una sola campana, che chiamava i fedeli alle sacre funzioni.
 
La chiesa di Santa Maria dei Restagni fu fatta demolire dall'allora parroco di Borsano don Ferdinando Oleari nel [[1954]] a motivo delle precarie condizioni statiche.<ref>{{cita web|url=http://www.comune.bustoarsizio.va.it/dbdelib/2009/1/184025.pdf|titolo=Verbale di deliberazione della Giunta Comunale n.259|accesso=1º dicembre 2009|urlmorto=sì}}</ref> Nel terreno sulla quale sorgeva è stato creato un parco, dedicato nel giugno [[2009]] proprio all'ex-parroco don Ferdinando Oleari. Al centro del parco, sul retro di una delle immagini della Madonna dell'Aiuto ubicate in vari punti della città, è stata collocata una targa che ricorda la presenza della chiesa.
 
==== Cimitero ====
[[File:20081224CimiteroBorsano.JPG|thumb|left|Cimitero di Borsano]]
Il cimitero di Borsano è uno dei tre cimiteri della città di Busto Arsizio, in particolare è il più ridotto in quanto a dimensioni.<ref>{{cita web|url=http://www.comune.bustoarsizio.va.it/permessi-di-costruire/doc_download/2279-elenco-elaborati|titolo=Piano Regolatore Cimiteriale Comunale|accesso=10 gennaio 2013|urlmorto=sì}}</ref> Fu probabilmente costruito in seguito all'editto napoleonico del [[1804]], che vietava le sepolture nei centri abitati.<ref>{{cita|Rimoldi, 1995|p. 136}}</ref> In precedenza, parroci, sacerdoti e famiglie importanti venivano seppelliti nella navata della chiesa parrocchiale. Gli altri abitanti di Borsano erano sepolti nel cimitero adiacente.
 
Il nuovo cimitero venne costruito nelle vicinanze della chiesa parrocchiale, in prossimità della chiesa campestre di Santa Maria dei Restagni, demolita nel [[1954]]. A seguito dell'ampliamento del [[1928]] la superficie quasi rappoppiò. Il cimitero fu ulteriormente ampliato verso est, ma non verso nord, per controversie legate alle distanze minime dalle abitazioni. Sempre per questa ragione, un'area verrà dismessa a breve.
 
Ai lati dell'ingresso del cimitero, sul lato interno della recinzione, si trovano le pietre tombali di Ermenegilda ("Gilda") Rossi (maestra a Borsano dal [[1858]], la cui targa riporta la seguente dicitura: "con 40 anni di insegnamento diffuse con cura sapiente e affetto materno il triplice amore a Dio alla Famiglia e alla Patria") e di Giuseppe Usuelli (nato a Menzago o [[Vanzago]] nel [[1826]] circa e morto a Borsano nel [[1894]], il quale nominò sue eredi universali le Stelline, le orfanelle di [[Milano]], che ogni anno, alla ricorrenza dei defunti, gli portano un mazzo di fiori).
 
Nel giugno [[2008]], il largo davanti all'entrata principale, fu dedicato a don Alessandro Bossi, ex-parroco, imprenditore e scrittore.
 
=== Architetture civili ===
[[File:Villa Rasini.jpg|thumb|upright=1.4|Villa Rasini]]
Tra gli edifici degni di nota, non troviamo solo le chiese e il cimitero, ma due edifici civili: una nobile residenza, la villa rinascimentale dei conti Rasini (del cui complesso fa parte anche la chiesa di Sant'Antonio da Padova) e una residenza contadina, la cascina Burattana, situata a nord del quartiere.
 
==== Villa Rasini ====
Situata nel centro del quartiere, sulla via dedicata a [[Simon da Borsano|cardinal Simone]], vescovo d'origine borsanese, la dimora della nobile famiglia dei Rasini fu realizzata verso la fine del [[XVII secolo]]<ref>{{cita|Rimoldi, 1993|p. 93}}</ref> ristrutturando una preesistente casa colonica.<ref>{{cita web|url=http://www3.varesenews.it/busto/due-luoghi-del-cuore-anche-per-busto-arsizio-25791.html|titolo=Due "Luoghi del Cuore" anche per Busto Arsizio|accesso=4 gennaio 2013}}</ref> L'interno era un tempo abbellito da notevoli affreschi, mentre sul lato posteriore esisteva un enorme giardino all'italiana, diviso in quattro parti da due vie ortogonali e abbellito da statue mitologiche. Degni di nota sono anche i parapetti in [[ferro battuto]] dei balconi, ancora esistenti.
 
==== Cascina Burattana ====
Questa cascina, che costituisce una delle ultime realtà del patrimonio agricolo dell'intera città di Busto Arsizio, è un'abitazione plurifamiliare contadina situata da quattro secoli a nord del quartiere di Borsano.<ref name="metteincircololeenergie.org">{{cita web|url=http://www.metteincircololeenergie.org/CascinaBurattana-web.pdf|titolo=Metti in circolo le energie|accesso=16 dicembre 2009|urlmorto=sì}}</ref> Si trova a poche centinaia di metri dalla cascina Borghetto ed era attorniata da vasti campi coltivati a vite. Originariamente di proprietà di un certo Turati Cristoforo, fu venduta nel XIX secolo ai fratelli Bonomi e successivamente alla famiglia nobiliare Durini di Gorla Minore. Negli [[Anni 1990|anni novanta]] del secolo scorso è stata acquistata, insieme ai suoi terreni, dal comune di Busto Arsizio.<ref>{{cita web|url=http://www.cascinaburattana.it/CB01/?page_id=2|titolo=Cascina Burattana|accesso=16 dicembre 2009}}</ref> Avrebbe dovuto essere restaurata grazie ad uno dei progetti che fanno riferimento all'Expo 2015<ref>{{cita web|url=http://www3.varesenews.it/busto/articolo.php?id=154956|titolo=L'Expo salverà la cascina Burattana|accesso=16 dicembre 2009}}</ref> mentre rimane in stato di degrado.
 
== Società ==
=== Lingue e dialetti ===
La lingua parlata nel quartiere è l'[[Lingua italiana|italiano]], anche se è relativamente diffuso anche il dialetto borsanese, più simile al [[dialetto bustocco]] che al dialetto dairaghese.<ref>{{cita web|url=http://archiviostorico.comune.gorlamaggiore.va.it/lib/exe/fetch.php?media=localita_diverse:borsano_a.pdf|titolo=Le origini|accesso=16 marzo 2016}}</ref>
 
== Cultura ==
=== Musica ===
Nel [[1919]] nacque il corpo musicale Santa Cecilia di Borsano,<ref name="santacecilia">{{cita web|url = http://xoomer.virgilio.it/probusto/mem/opuscolomem2003smaria.pdf|titolo = Opuscolo Pro Busto 2003|accesso = 1º dicembre 2009}}</ref> in onore della [[Santa Cecilia|santa]] patrona dei musicisti.
 
== Persone legate a Borsano ==
*[[Simon da Borsano|Simone da Borsano]] o Simone Borsani (circa [[1310]] - [[Nizza]], [[1381]]), [[Arcivescovo]] di [[Arcidiocesi di Milano|Milano]] (dal [[1370]] al [[1376]]), [[cardinale]] (nominato nel [[Concistoro]] del 20 dicembre [[1375]] da [[Papa Gregorio XI]]). In precedenza era canonista all'università di Padova. Il cardinale Simone morì nel [[1381]] a [[Nizza]] mentre era in viaggio per [[Avignone]] per cercare di annullare lo scisma iniziatosi con l'elezione al soglio pontificio di [[Urbano VI]]. Era figlio di Ambrogio da Brossano, medico personale dell'arcivescovo di Milano [[Giovanni Visconti (arcivescovo)|Giovanni Visconti]].<ref>{{cita web|url=http://www.treccani.it/enciclopedia/simone-da-brossano_(Dizionario-Biografico)/|titolo=Simone da Brossano (Treccani)|accesso=14 novembre 2016}}</ref>
* Bertrando (o Beltramo) da Borsano, [[diocesi di Parma|vescovo di Parma]] nel [[1378]], nominato da [[papa Urbano VI]] come ringraziamento allo zio Simone per l'aiuto dato alla sua nomina e in seguito [[diocesi di Como|vescovo di Como]] nel [[1380]], alla morte di [[Enrico da Sessa]]. Nominò come propri vicari Luchino da Borsano e Matteo da Borsano, mentre Andriolo da Borsano agì come procuratore.<ref name=archivio>{{Cita|AA.VV., 1997|p. 104}}</ref> A Parma consacrò la cappella di Sant'Antonio, fatta edificare nell'anno [[1379]] da Antonio Solaro, senatore di [[Galeazzo Visconti]] e concesse quaranta giorni di indulgenza a quanti visitassero tale altare a debite condizioni.<ref>{{cita web|url=http://www.parmaelasuastoria.it/ita/Borani-Borzagna.aspx?idMostra=38&idNode=231|titolo=Beltrando Borsano|accesso=24 novembre 2016}}</ref>
* Luchino da Borsano, [[diocesi di Como|vescovo di Como]] nel [[1396]], alla morte di Bertrando. Confermò Matteo da Borsano come vicario, e si avvalse di Jacopo da Borsano, figlio di Andriolo, come procuratore.<ref name=archivio/> Diede l'avvio alla costruzione del [[duomo di Como]], che costituisce l'ultima cattedrale gotica costruita in Italia, nel [[1396]], dieci anni dopo la fondazione del [[duomo di Milano]].
* [[Francescuolo da Borsano]], genero e divulgatore delle opere di [[Francesco Petrarca]]. [[Giovanni Boccaccio]] descrisse Francescuolo con le seguenti parole: "''praegrandis hominis forma, placida facies, composita verba, mites mores''".<ref>In una lettera conservata a Parigi (cfr. {{Cita|Giulini, 1856|p. 517}}).</ref>
* Ambrosio Borsano (1629 - post 1694), ingegnere militare e cartografo del [[Seicento]], attivo soprattutto in [[Catalogna]].<ref>{{Cita|Buisseret, 1992|p. 150}}</ref><ref>{{Cita|Escayol, 2013}}</ref>
* Angelo da Borsano, sacerdote copista e miniatore.<ref>{{Cita|Monica Perdalli, 2002|p. 193}}</ref>
* Mario Colombo (morto nel 1917), combattente durante la [[Prima guerra mondiale]] come soldato fanteria, fu decorato di [[Medaglia d'Argento al Valor Militare]] con la seguente motivazione: "Giunto primo sulla trincea nemica, ritto in piedi, incitava i compagni a seguirlo, dimostrando così grande sprezzo del pericolo e mirabile coraggio. Flondar, 25 maggio 1917."
* Vittorio Cucchetti ([[1894]]-[[1920]]), combattente durante la Prima guerra mondiale come soldato semplice di fanteria, fu decorato di Medaglia d'Argento al Valor Militare con la seguente motivazione: "Ferito in cinque parti del corpo, restava al posto di combattimento fino all'ultima fase dello scontro: Rio Ušnik, 15-16 maggio [[1916]]."
* Carlo Morlacchi ([[1891]]-[[1917]]), combattente durante la Prima guerra mondiale come caporale di fanteria, fu decorato di Medaglia d'Argento al Valor Militare con la seguente motivazione: "Comandante di una squadra, durante un violento bombardamento nemico, noncurante del pericolo, incorava i propri dipendenti e sostituiva una vedetta messa fuori combattimento, finché cadde egli stesso mortalmente ferito. Monte Cucco, 18 maggio 1917."
 
== Economia ==
[[File:20081224CascinaBurattana(3).JPG|thumb|Cascina Burattana]]
L'agricoltura rimase l'attività predominante a Borsano fino almeno al [[XIX secolo]].<ref name=Rimoldi1993p170>{{cita|Rimoldi, 1993|p. 170}}</ref>
 
Una delle ultime realtà del patrimonio agricolo borsanese è la Cascina Burattana, angolo verde situato da quattro secoli a nord del quartiere<ref name="metteincircololeenergie.org"/> nel quale vivono ancora sette persone. I contadini che lavoravano nei campi circostanti la cascina e nel resto del territorio borsanese arrotondavano il loro reddito piantando i ''moroni'', ovvero i gelsi, alberi molto comuni ed enormemente apprezzati perché le loro foglie servivano per allevare i [[baco da seta|bachi da seta]]. Nel [[1722]] Borsano contava 2&nbsp;631 gelsi,<ref name=Rimoldi1993p170/> mentre al giorno d'oggi sono quasi del tutto scomparsi.
 
Nell'Ottocento, dopo la rivoluzione industriale, i borsanesi trovano lavoro nelle aziende tessili e meccaniche di Busto Arsizio e dintorni, oltreché nella locale Tessitura Baffa.
 
Durante il mese di giugno del [[2011]] ha avuto luogo, proprio nella cascina Burattana, la cerimonia di piantumazione dei gelsi, un primo passo verso la rinascita di questo luogo simbolo dell'agricoltura borsanese.<ref>{{cita web|url=http://www.informazioneonline.it/LAY009/L00908.aspx?arg=1021&id=858|titolo=Piantumazione dei gelsi|accesso=11 novembre 2012|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160304192207/http://www.informazioneonline.it/LAY009/L00908.aspx?arg=1021&id=858|dataarchivio=4 marzo 2016}}</ref>
 
== Note ==
<references/>
 
== Bibliografia ==
* {{cita libro|autore=Giorgio Giulini|titolo=Memorie spettanti alla storia, al governo ed alla descrizione della città e campagna di Milano nei secoli bassi|editore=Fratelli Colombo|anno=1856|cid=Giulini, 1856}}
* {{cita libro|autore=Lodovico Antonio Muratori|titolo=Annali d'Italia: dal principio dell'era volgare sino all'anno MDCCXLIX, Volume 4|editore=Giachetti|anno=1868|cid=Muratori, 1868}}
* {{cita libro|autore=Salavolti-Soragna|titolo=Cenni storici sugli antichi pievati e castelli della diocesi parmense|città=Parma|editore=Tipografia società operaia|anno=1903|cid=Salavolti-Soragna, 1903}}
* {{cita libro|autore=Magni-Pacciarotti|titolo=Busto Arsizio - Ambiente storia società|editore=Freeman editrice|città=Busto Arsizio|anno=1977|cid=Magni-Paciarotti, 1977}}
* {{cita libro|autore=Ferrario|titolo=Notizie storico statistiche (ristampa anastatica, Busto Arsizio, 1864)|editore=Atesa|città=Busto Arsizio|anno=1987|cid=Ferrario, 1987}}
* {{cita libro|autore=David Buisseret|titolo=Monarchs, ministers, and maps: the emergence of cartography as a tool of government in early modern Europe|editore=University of Chicago Press|città=Chicago|anno=1992|cid=Buisseret, 1992}}
* {{cita libro|autore=Giovanni Rimoldi|titolo=Borsano. Il millennio di una comunità|editore=Industrial Foto|città=Busto Arsizio|anno=1993|cid=Rimoldi, 1993}}
* {{cita libro|autore=Giovanni Rimoldi|titolo=La colomba e il giglio|editore=New Industrial Foto|città=Busto Arsizio|anno=1995|cid=Rimoldi, 1995}}
* {{cita libro|autore=AA.VV.|titolo=Archivio storico lombardo|editore=Società storica lombarda|anno=1997|cid=AA.VV., 1997}}
* {{cita libro|autore=Garavaglia|titolo=Museo del Tessile e della Tradizione Industriale di Busto Arsizio|editore=Freeman editrice|città=Busto Arsizio|anno=1997|cid=Garavaglia, 1997}}
* {{cita libro|autore=Monica Predalli|titolo=Novo, grande, coverto e ferrato: gli inventari di biblioteca e la cultura a Milano nel Quattrocento|editore=Vita e Pensiero|anno=2002|cid=Monica Predalli, 2002}}
* {{cita libro|autore=Marti Escayol, MA; Espino López, A.|titolo=Catalunya abans de la Guerra de Successió. Ambrosi Borsano i la creació d'un nova frontera militar, 1659-1700|editore=Afers|anno=2013|cid=Escayol, 2013}}
* {{cita libro|autore=Università Cattolica|titolo=Annali di storia moderna e contemporanea. Volume 9|editore=Vita e Pensiero|anno=2003|cid=Università Cattolica, 2003}}
* {{cita libro|autore=Augusto Spada|titolo=Conoscere la città di/Getting to know the city of Busto Arsizio|editore=Freeman editrice|città=Busto Arsizio|anno=2004|cid=Spada, 2004}}
* {{Cita libro| cognome= D'Ilario| nome= Giorgio |coautori = Egidio Gianazza, Augusto Marinoni, Marco Turri| titolo= Profilo storico della città di Legnano| editore= Edizioni Landoni| città= | anno= 1984|cid=D'Ilario, 1984}}
* {{Cita libro| cognome= Agnoletto | nome= Attilio | titolo= San Giorgio su Legnano - storia, società, ambiente |editore= Edizioni Landoni| città= | anno= 1992 |capitolo = La battaglia di Legnano è avvenuta nel territorio sangiorgese? (capitolo scritto da [[Augusto Marinoni]])|cid=Agnoletto, 1992}}
 
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