Elemento (filosofia) e Borsano: differenze tra le pagine

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{{nd}}{{Divisione amministrativa
La parola greca per '''elemento''' (''stoicheion''), significa letteralmente principio, inizio, componente minimo.
|Nome=Borsano
|Nome ufficiale=
|Panorama=20080106BorsanoParrocchia3.jpg
|Didascalia=Piazza Gallarini e chiesa parrocchiale
|Stemma=
|Stato=ITA
|Grado amministrativo=4
|Tipo=quartiere
|Divisione amm grado 1=Lombardia
|Divisione amm grado 2=Varese
|Divisione amm grado 3=Busto Arsizio
|Altitudine=
|Superficie=
|Note superficie=
|Abitanti=6.562
|Note abitanti=
|Aggiornamento abitanti=2010
|Codice catastale=B059
|Nome abitanti=borsanesi
|Patrono=[[San Pietro|Santi Pietro]] e [[san Paolo|Paolo]]
|Festivo=
}}
'''Borsano''' (''Bursàn'' in [[dialetto bustocco]]) è un quartiere di 6.562 abitanti<ref>{{cita web|url=http://www.chiesacattolica.it/pls/cci_new_v3/cciv4_edit_info.edit_parret?id_p=4000890&cod_reg=&cod_dioc=|titolo=Annuario Parrocchie|accesso=4 settembre 2015}}</ref> del [[comune]] di [[Busto Arsizio]] in [[provincia di Varese]]. Fino al [[1928]] è sempre stato comune autonomo, a parte nel periodo tra il [[1869]] e il [[1912]].
 
== Toponomastica ==
==Storia del concetto==
Il suffisso ''-ano'' (in latino ''-anum'') del nome "Borsano" potrebbe essere uno degli indizi dell'origine romana. La presenza romana è suffragata da alcuni autorevoli indizi.<ref>{{cita|Rimoldi, 1993|p. 3}}</ref>
Nella [[ellenismo|tradizione ellenica]] gli elementi sono quattro: il '''fuoco''' ([[Immagine:Alchemy fire symbol.svg|20px]]), la '''terra''' ([[Immagine:Alchemy earth symbol.svg|20px]]), l''''aria''' ([[Immagine:Alchemy air symbol.svg|20px]]), e l''''acqua''' ([[Immagine:Alchemy water symbol.svg|20px]]).
Rappresentano nella [[filosofia greca]], nella [[scienza]] e nella [[medicina]] i regni del [[cosmo]], in cui tutte le cose esistono e consistono.
 
Col nome di Borsano viene chiamata anche una della frazioni del comune di [[Calestano]], in [[provincia di Parma]]. Secondo un volume di Salavolti e Soragna,<ref>{{cita|Salavolti-Soragna, 1903|p.64}}</ref> da tale luogo sarebbe nato il nome della famiglia Borsani o Borzani. Tuttavia, studi più recenti affermano il contrario. Martino Giovanni Maria Borsani (1406-1499), parente del vescovo di Parma Bertrando da Borsano (famiglia milanese ma originaria di Borsano di Busto Arsizio), esercitò l'attività di notaio a Calestano nel cui territorio acquistò dei terreni e costruì una villa chiamata ''Villa Borsana''; intorno a questa crebbe il borgo di Borsano.<ref>Per questa ipotesi, si veda l'articolo "Borsano sull'Appennino parmense" scritto da Mario Colombo e pubblicato sull'Almanacco della Famiglia Bustocca del 2005, nrl quale si cita come fonte il manoscritto "Borsano, De Borsani, Borsani. Una famiglia nella storia (dal 1300 al 1900)" scritto da Maurizio Borsani, discendete di Martino Borsani, e disponibile su supporto informatico alla biblioteca comunale di Busto Arsizio.</ref>
===Empedocle===
Platone sembra essere il primo che si riferisce ai quattro elementi con il termine ''stoicheion'<ref>[http://www.perseus.tufts.edu/cgi-bin/ptext?lookup=Plat.+Tim.+48b ''Timaeus'' 48b-c]</ref> riferendosi alla loro origine presocratica ritrovandoli elencati dal filosofo ionico [[Empedocle]] (ca. 450 a.C.) che li chiama ''rizoma'' (radici) di tutte le cose, immutabili ed eterne, descrivendoli [[fuoco]] ([[Zeus]]), [[aria]] ([[Era]]), [[terra]] ([[Edoneo]]) e [[acqua]] ([[Nesti]]). L'unione di tali radici determina la nascita delle cose e la loro separazione, la morte. Si tratta perciò di apparenti nascite e apparenti morti, dal momento che l'[[Essere]] (le radici) non si crea e non si distrugge, ma è soltanto in continua trasformazione.
 
== Storia ==
L'aggregazione e la disgregazione delle radici sono determinate dalle due forze cosmiche e divine Amore e Discordia (o Odio), secondo un processo ciclico eterno. In una prima fase, tutti gli elementi e le due forze cosmiche sono riunite in un Tutto omogeneo, nello [[Sfero]], il regno dove predomina l'Amore. Ad un certo punto, sotto l'azione della Discordia, inizia una progressiva separazione delle radici. L'azione della Discordia, non è ancora distruttiva, dal momento che le si oppone la forza dell'Amore, in un equilibrio variabile che determina la nascita e la morte delle cose, e con esse quindi il nostro mondo. Quando poi la Discordia prende il sopravvento sull'Amore, e ne annulla l'influenza, si giunge al Caos, dove regna la Discordia e dove è la dissoluzione di tutta la materia. A tal punto il ciclo continua grazie ad un nuovo intervento dell'Amore che riporta il mondo alla condizione intermedia in cui le due forze cosmiche si trovano in nuovo equilibrio che dà nuovamente vita al mondo. Infine, quando l'Amore si impone ancora totalmente sulla Discordia si ritorna alla condizione iniziale dello Sfero. Da qui il ciclo ricomincia.
[[File:20091226VillaRasini03.JPG|thumb|left|Presepe di Villa Rasini]]
[[File:Porta Capuana, Borsano, Busto Arsizio.jpg|thumb|left|Porta Capuana]]
[[File:1900 PiazzaToselli.jpg|thumb|left|Piazza Toselli nel 1900]]
Anticamente il suo territorio era suddiviso nei tre comuni censuari di Borsano (comune dominante), Custode e Rasino.<ref name=siusa>{{cita web|url=http://siusa.archivi.beniculturali.it/cgi-bin/pagina.pl?TipoPag=prodente&Chiave=15223&RicFrmRicSemplice=busto%20arsizio&RicSez=produttori&RicVM=ricercasemplice&RicLin=en|titolo=Sistema Informativo Unificato per le Soprintendenze Archivistiche|accesso=1º dicembre 2009}}</ref>
 
Nel [[Medioevo]] Borsano (''Brossianum'') faceva parte della [[pieve di Dairago]].<ref>{{Cita|Giulini, 1856|p. 315}}</ref> Dal punto di vista amministrativo, apparteneva al [[Burgaria|Contado della Burgaria]], uno dei quattro contadi in cui era diviso il [[Ducato di Milano]]), e con questa fu incluso nel [[feudo]] che l'imperatore [[Federico Barbarossa]] attribuì il 9 giugno [[1164]] a [[Rainaldo di Dassel]], [[arcivescovo]] di [[Colonia (Germania)|Colonia]] e arcicancelliere del [[Sacro Romano Impero]]. Fu proprio qui, nelle campagne tra [[Busto Arsizio]] e Borsano<ref>{{Cita|Muratori, 1868|p. 150}}</ref><ref>{{Cita|Ferrario, 1987|p. 11}}</ref><ref>{{Cita|Agnoletto, 1992|p. 38}}</ref> (oppure, secondo altre fonti, tra Borsano e [[Legnano]]<ref>{{cita web|url=http://www.arsbellica.it/pagine/medievale/Legnano/Legnano.html|titolo=Ars Bellica - Le grandi battaglie della storia - La battaglia di Legnano|accesso=18 agosto 2011}}</ref>), che si combatterono le prime fasi della celebre [[battaglia di Legnano]] tra il temuto imperatore tedesco e i Comuni lombardi.<ref>{{cita web|url=http://www3.varesenews.it/altomilanese/articolo.php?id=156023|titolo=Sul Carroccio la campana della Martinella in battaglia non c'era|accesso=3 dicembre 2009}}</ref><ref>{{cita web|url=http://www.laprovinciadivarese.it/stories/busto%20e%20valle%20olona/96036_la_battaglia_di_legnano_macch_era_borsano/|titolo=La battaglia di Legnano? Macché era Borsano|accesso=17 settembre 2017}}</ref>
Il processo che porta alla formazione del mondo è quindi una progressiva aggregazione delle radici. Tale unione, lungi dall'avere un benché minimo carattere [[finalismo|finalistico]], è assolutamente casuale. E tale casualità si evidenzia a proposito degli esseri viventi. All'inizio infatti le radici si uniscono a formare arti e membra separati, che solo in seguito si uniranno, sempre casualmente tra di loro. Nascono così mostri di ogni specie (come ad esempio il [[Minotauro]]), che, dice Empedocle quasi anticipando [[Charles Darwin]], sono scomparsi solo perché una selezione naturale favorisce alcune forme di vita rispetto ad altre, meglio organizzate e perciò più adatte alla sopravvivenza.
 
Nel [[1670]], l'arcidiacono della chiesa metropolitana della città di [[Milano]], [[Giovanni Rasini]], acquistò Borsano per la cifra di circa 10&nbsp;000 lire.<ref>8712 lire furono versate alla Camera per ricompensare i fratelli marchesi Lossetti per la retrovendita di oltre 130 fuochi (nuclei familiari), e 1452 come oblazione alla Camera. (Cfr. {{cita|Università Cattolica, 2003|p. 241}})</ref> Borsano fu dunque per decenni feudo dei [[principe|principi]] Rasini.<ref name=siusa/> Fu proprio per volontà del principe Carlo Rasini che, tra il [[1717]] e il [[1719]], accanto alla sua villa, fu costruita la chiesa dedicata al frate francescano portoghese [[Sant'Antonio di Padova]], restaurata nel [[2007]].<ref name=S.Donato>{{cita web|url=http://www3.varesenews.it/busto/articolo.php?id=74420|titolo=Torna a vivere l'Oratorio di Sant'Antonio da Padova|accesso=26 novembre 2009}}</ref>
Le quattro radici sono anche alla base della [[gnoseologia]] di Empedocle.
Egli infatti sostenne che i processi della percezione sensibile (essere modificati dagli oggetti esterni) e della conoscenza razionale fossero possibili solo in quanto esisteva una identità di struttura fisica e metafisica tra il soggetto conoscente, ossia l’uomo, e l’oggetto conosciuto, ossia gli enti della natura.
Sia l’uomo che gli enti erano formati da analoghe mescolanze quantitative delle quattro radici ed erano mossi dalle medesime forze attrattive e repulsive. Questa omogeneità rendeva possibile il processo della conoscenza umana, che si basava dunque sul criterio del simile, tesi esattamente opposta a quella di [[Anassagora]]: l’uomo conosceva le cose perché esse erano simili a lui. Infatti così affermò Empedocle: «noi conosciamo la terra con la terra, l’acqua con l’acqua, il fuoco con il fuoco, l’amore con l’amore e l’odio con l’odio».
 
Il [[Catasto Teresiano]], coi suoi rilievi del [[1722]], permette di ottenere un dettagliato prospetto del territorio. Il paese confinava a nord con l'allora comune autonomo di Sacconago, a nord-est con [[Cascina Brughetto (Busto Arsizio)|Brughetto]] (comune autonomo fino al [[1730]], quando venne annesso a Sacconago) e [[Castellanza]], ad est col borgo di [[Legnano]], a sud con [[Dairago]] e ad ovest con l'ex-comune autonomo di Bienate (successivamente annesso a [[Magnago]]). La chiesa parrocchiale occupava il limite meridionale dell'abitato.<ref>{{Cita|Rimoldi, 1993|p. 26}}</ref>
 
Nel [[1853]], Borsano, comune con una popolazione di 1&nbsp;093 abitanti, fu inserito nel distretto XI di [[Cuggiono]]. Nel [[1861]], quando venne instaurato il Regno d'Italia, il comune aveva una popolazione di 1&nbsp;150 abitanti.<ref name=siusa/> Borsano fu comune autonomo fino al [[1869]], anno in cui fu aggregato al comune di [[Sacconago]]. Il 12 dicembre [[1912]] il comune di Borsano fu ricostituito e rimase autonomo fino al [[1928]], quando fu definitivamente unito a Busto Arsizio. Al censimento del [[1931]], la popolazione residente era di 2&nbsp;413 abitanti.<ref>{{Cita|Magni-Paciarotti, 1977|p. 33}}</ref> Due anni dopo, i residenti erano ascesi a 2&nbsp;011.<ref name=siusa/>
A questi quattro elementi Aristotele ve ne aggiungerà un quinto (la ''quintessenza'' medioevale) che egli chiamerà [[etere]] che costituisce la materia delle sfere celesti.
 
A partire dal secondo dopoguerra, due figure storiche del quartiere si sono avvicendate alla guida della parrocchia: don Ferdinando Oleari, parroco dal [[1951]] al [[1976]] e don Enrico Merlo, parroco dal [[1976]] al [[2006]].<ref>{{cita web|url=http://www3.varesenews.it/busto/articolo.php?id=89252|titolo=Borsano ricorda don Enrico Merlo|accesso=4 gennaio 2013}}</ref> Al primo è stato dedicato il parco tra il cimitero e viale Boccaccio, al secondo il giardino della casa parrocchiale. Don Mauro Magugliani è stato parroco di Borsano dal [[2006]] al [[2016]], mentre l'attuale parroco è don Francesco Ferrante.<ref>{{Cita news|url=http://www.varesenews.it/2016/09/se-ne-va-don-mauro-magugliani-arriva-don-francesco-ferrante/551274/|titolo=Se ne va don Mauro Magugliani, arriva don Francesco Ferrante - VareseNews|pubblicazione=VareseNews|data=16 settembre 2016|accesso=8 marzo 2017}}</ref>
===La quintessenza===
L' ''etere''' (in [[lingua greca|greco antico]] αἰθήρ, confluito in [[Lingua latina|latino]] come ''aether''), sinonimo di ''quintessenza'' (dal [[Lingua latina|latino medievale]] ''quinta essentia'', a sua volta variazione del greco ''pémpton stoichêion'', [[cinque|quinto]] elemento), era un [[elemento (filosofia)|elemento]] che secondo [[Aristotele]] si andava a sommare agli altri quattro già noti: il fuoco, l'acqua, la terra, l'aria.
Secondo gli [[alchimia|alchimisti]], l'etere sarebbe il composto principale della [[pietra filosofale]].
 
Negli [[Anni 1950|anni cinquanta]] e [[Anni 1960|sessanta]] fu costruito, nella zona settentrionale del territorio, il quartiere "Giuliani e Dalmati", così denominato in quanto destinato all'accoglienza da parte di Busto Arsizio dei circa duecento [[Esodo giuliano dalmata|italiani esuli]] delle terre dell'[[Istria]], della [[Venezia Giulia]] e della [[Dalmazia]] nel [[Secondo dopoguerra italiano|secondo dopoguerra]].<ref>{{cita web|url=http://www3.varesenews.it/busto/articolo.php?id=118586|titolo=Villaggio Giuliani e Dalmati: da ghetto a casa di tutti|accesso=4 gennaio 2013}}</ref> Molte famiglie di profughi vennero ad abitare questa zona di Borsano, che si configura come un quartiere semi indipendente, dotato di negozi, servizi e scuole (elementari Rossi e medie Parini). In onore ai luoghi di provenienza dei profughi vennero intitolate strade e vie ai luoghi simbolo delle terre cedute. Vi sono anche alcune statue erette a San Biagio,<ref>{{cita web|url=http://www.varesenews.it/2014/01/giornata-del-ricordo-a-borsano-il-centro-delle-celebrazioni/42578/|titolo=Giornata del ricordo, a Borsano il centro delle celebrazioni|accesso=1º giugno 2015}}</ref> caro alla cultura Giuliano Dalmata. Ad oggi nel "villaggio" vive ancora un buon numero di famiglie di origine istriana, giuliana e dalmata, testimonianza forte in città di questo periodo storico. Nello stesso quartiere si sono aggiunte più tardi le ondate migratorie di rientro dalla [[Libia]],<ref>{{cita web|url=http://www.varesenews.it/2011/02/giornata-del-ricordo-borsano-al-centro-degli-eventi/127071/|titolo=Giornata del ricordo, Borsano al centro degli eventi|accesso=1º giugno 2015}}</ref> e, più recentemente, dall'Europa orientale,<ref>{{cita web|url=http://www.laprovinciadivarese.it/stories/Cronaca/266242_busto_borsano_ricorda_la_tragedia_delle_foibe/|titolo=Busto, Borsano ricorda la tragedia delle foibe|accesso=1º giugno 2015}}</ref> caratterizzando ancora di più il villaggio come multiculturale e con abitanti profondamente legati alla madre patria. Particolarmente vivo rimane il ricordo del dramma dei [[massacri delle foibe]], ed ogni anno vengono organizzati convegni e testimonianze a tal tema.
La storia dell'etere inizia con [[Aristotele]], secondo il quale era l'essenza del mondo celeste, diversa dalle [[quattro]] essenze (o elementi) di cui si riteneva composto il mondo terrestre: [[terra]], [[aria]], [[fuoco]] e [[acqua]]. Aristotele credeva che l'etere fosse eterno, immutabile, senza peso e trasparente. Proprio per l'eternità e l'immutabilità dell'etere, il cosmo era un luogo immutabile, in contrapposizione alla [[Terra]], luogo di cambiamento.
 
== Monumenti e luoghi d'interesse ==
Lo stesso concetto venne espresso alcuni secoli più tardi da [[Luca Pacioli]], neoplatonico del [[XVI secolo]], che coinvolge anche le strutture [[matematica|matematiche]] e [[geometria|geometriche]]: secondo il Pacioli, infatti, il [[cielo]], il quinto elemento, aveva la forma di un [[dodecaedro]], struttura perfetta secondo lo studioso.
[[File:20091226ExMarconi02.JPG|thumb|Sede delle ex-scuole Marconi]]
[[File:Ex-municipio Borsano.jpg|thumb|left|Sede dell'ex-municipio di Borsano prima del restauro]]
Anche se è attualmente un quartiere di Busto Arsizio, Borsano è stato per secoli un comune autonomo. Pur essendo un paese di modeste dimensioni, era per molti versi autosufficiente. Il palazzo che per anni è stato la sede del municipio, successivamente della scuola materna, ed era in stato di abbandono da decenni, ha subito un recupero edilizio ed è ora diventato la "Casa della Salute", cioè un poliambulatorio gestito anche dalla Croce Rossa Italiana.<ref>{{cita web|url=http://www.comune.bustoarsizio.va.it/comunicati-stampa/2516-la-casa-della-salute-di-borsano|titolo=La Casa della Salute di Borsano|accesso=22 novembre 2012|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20130630214838/http://www.comune.bustoarsizio.va.it/comunicati-stampa/2516-la-casa-della-salute-di-borsano|dataarchivio=30 giugno 2013}}</ref> Grazie alla ristrutturazione, l'edificio è ora dotato di tecnologie per il risparmio energetico tali per cui è catalogato come di classe A.<ref>{{cita web|url=http://www3.varesenews.it/busto/articolo.php?id=246120|titolo=Una Casa in classe A per la salute dei borsanesi|accesso=22 novembre 2012}}</ref> Adiacente a tale edificio, si trova la sede delle ex scuole Marconi, scuola elementare storica di Borsano, ad oggi adibita in parte ad uffici comunali, in parte a sezione distaccata di altri plessi scolastici.
 
Sono parecchi gli edifici d'interesse storico, architettonico o artistico di Borsano anche se alcune delle opere più significative di tale patrimonio, come la chiesa parrocchiale ottocentesca e quella trecentesca di Santa Maria dei Restagni, sono state demolite durante il secolo scorso. Precedentemente era andato perduto un altro dei gioielli di Borsano: l'elegante ed esteso giardino all'italiana di villa Rasini, la residenza dei nobili feudatari di Borsano.
{{quote|Successivamente gli alchimisti medievali indicarono con l'etere o quintessenza la forza vitale dei corpi, una sorta di elisir di lunga vita:
Quella cosa che muta i metalli in oro possiede altre virtù straordinarie: come, ad esempio, conservare la salute umana integra sino alla morte e di non lasciar passare la morte (se non dopo due o trecento anni). Anzi, '''chi la sapesse usare potrebbe rendersi immortale'''. Questo lapis non è certamente nient'altro che seme di vita, gheriglio e quintessenza dell'intero universo, da cui gli animali, le piante, i metalli e gli stessi elementi traggono sostanza|[[Comenius|Jan Amos Komensky]], da ''Labirinto del mondo e paradiso del cuore'' del [[1631]]}}
 
Nonostante questo, il recente restauro di Sant'Antonio da Padova, la piccola chiesa settecentesca voluta dal conte Carlo Rasini, è segno della volontà di recupero di parte del valore architettonico e artistico che un tempo Borsano poteva vantare. Attraverso l'interesse del "Gruppo Ricerche Storiche" di Borsano è stato possibile riscoprire una tela raffigurante Cristo Risorto di [[Giovan Battista Crespi]], detto il Cerano, per poi esporla nel [[2005]] alla mostra monografica dedicatagli da Palazzo Reale, a Milano.<ref>{{cita web|url=http://www3.varesenews.it/arte/articolo.php?id=47496|titolo=A Borsano il Cristo risorto del Cerano|accesso=30 dicembre 2009}}</ref>
Tra i [[XIV secolo|secoli XIV]] e [[XVIII secolo|XVIII]] i chimici supposero che la quintessenza non fosse altro se non un elisir ottenuto dalla quinta distillazione degli elementi; da questa ultima accezione la quintessenza ha anche assunto un significato più ampio di caratteristica fondamentale di una sostanza o, più in generale, di una branca del sapere.
 
Per quanto riguarda invece le aree naturali, il [[Parco Alto Milanese]], a cavallo tra i territori delle odierne città di [[Busto Arsizio]], [[Castellanza]] e [[Legnano]], giunge sino alle primissime case dell'abitato.
==Pensiero orientale==
Nel pensiero orientale gli elementi originari sono cinque che vengono di solito rappresentati come ai vertici di un pentagramma. Essi sono:
 
=== Architetture religiose ===
*Γαια, ''gaia'', terra
[[File:20091226Sant'Antonio04.JPG|thumb|Chiesa di Sant'Antonio da Padova, particolare]]
*ύδωρ, ''hydor'', acqua
Gli edifici più degni di nota di Borsano per la loro storia, la loro architettura e le opere d'arte che conservano sono senz'altro le due chiese, quella parrocchiale e quella di sant'Antonio da Padova. Questo è segno del fatto che la comunità borsanese ha avuto come centro vitale nei secoli la casa di [[Dio]]. La vita religiosa, infatti, a partire dal [[Medioevo]] e fino a pochi decenni fa, è stato l'asse portante della comunità borsanese.<ref name=RimoldiBorsano123>{{cita|Rimoldi, 1993|p. 123}}</ref> Un esempio concreto e piuttosto recente di questo fatto proviene dalle relazioni inviate alla Curia dai parroci don Antonio Gallarini ([[1900]]) e don Enrico Ballabio ([[1919]]). Nella prima si attesta che solo tre uomini non si erano comunicati nella [[Pasqua]] precedente. Nella seconda il bilancio è di sette uomini e una donna.<ref name=RimoldiBorsano123/> La vita quotidiana era impregnata dalla fede e la giornata era scandita dai rintocchi delle campane. Le feste della comunità erano le feste religiose e tutti paesani si radunavano per pregare nella chiesa parrocchiale e in quella di Santa Maria dei Restagni, demolita negli anni cinquanta.
*άήρ, ''aer'', aria
*έιλή, ''heile'', calore (fuoco)
*ίδέα, ''idea'' od ίερόν, ''hieron'' "cosa divina"
 
Un altro segno del fervore religioso borsanese sono le confraternite, una forma di associazionismo sovrafamiliare che aveva talvolta risvolti di carattere assistenziale. Le due principali confraternite di Borsano erano quella del Santo Rosario (la cui esistenza è documentata a partire dal [[1570]])<ref>{{cita|Rimoldi, 1993|p. 143}}</ref> e quella del Santissimo Sacramento. Le adesioni di massa sono documentate fino agli inizi del Novecento.<ref>{{cita|Rimoldi, 1993|p. 145}}</ref>
Il sistema giapponese e hindu usa tutti i cinque elementi, tranne il quinto, che diventa ''vuoto'' e ''etere''.
 
Tra gli edifici esistenti, oltre alla chiesa parrocchiale e a quella dedicata a Sant'Antonio da Padova, vanno ricordati il cimitero e l'oratorio, fondato nel [[1911]].<ref>{{cita web|url=http://www3.varesenews.it/busto/articolo.php?id=182243|titolo=L'oratorio di Borsano in festa|accesso=28 giugno 2011}}</ref>
=== Pensiero hinduista ===
Il ''pancha mahabhuta'', o "cinque grandi elementi", nell'Hinduismo sono:
 
==== Chiesa dei Santi Apostoli Pietro e Paolo ====
*''khsiti'' o ''bhumi'' (terra)
{{vedi anche|Chiesa dei Santi Apostoli Pietro e Paolo (Borsano)}}
*''ap'' o ''jala'' (acqua)
[[Immagine:20091226MuroChiesaVecchia02.JPG|thumb|Chiesa parrocchiale di Borsano]]
*''agni'' o ''tejas'' (fuoco)
La chiesa parrocchiale di Borsano si trova in piazza don Antonio Gallarini e fu costruita a partire dal [[1939]] su un terreno adiacente a quello dove sorgeva l'edificio ottocentesco, benedetto nel [[1825]] e demolito nel [[1943]]. Quest'ultimo, sostituiva la vecchia chiesa cinquecentesca, demolita nel [[1817]]. La nuova chiesa fu consacrata il 17 ottobre [[1942]] dal cardinal [[Ildefonso Schuster]], in piena guerra mondiale.
*''marut'' o ''pavan'' (aria o vento)
*''byom'' o ''akasha'' (etere).
 
Il progretto è dell'ingegner Garavaglia e dell'architetto Ascani. La facciata tripartita preannuncia le tre navate interiori. L'altare principale è opera dell'architetto Ascani. L'organo, proveniente dalla demolita chiesa ottocentesca, fu costruito da Antonio De Simoni Carrera nel [[1885]] e restaurato nel [[1992]] dalla famiglia V. Mascioni di [[Cuvio]].<ref>{{cita web|url=http://www3.varesenews.it/busto/articolo.php?id=102229|titolo=Antichi organi suonano d'estate|accesso=1º dicembre 2009}}</ref>
Gli hindu credono che dio usò l'akasha per creare i restanti quattro elementi, e che la conoscenza dell'uomo sia nell'[[archivio akashiko]].
 
La ''via crucis'' e la controfacciata, rispettivamente del [[1987]] e del [[1993]], sono opere dell'artista locale Serena Moroni. Le nuove vetrate della navata sono di don Gaetano Banfi, mentre quelle del presbiterio e del rosone della facciata sono di Paolo Rivetta.
=== Pensiero del buddhismo antico ===
Nella letteratura [[Lingua pali|Pali]], i '''mahabhuta''' ("grandi elementi") o '''catudhatu''' ("quattro elementi") sono terra, acqua, fuoco e aria. Nel primo [[buddhismo]], erano alla base per la comprensione della sofferenza, e per la liberazione dell'uomo dalla sofferenza.
 
L'imponente campanile a pianta quadrata posto sul retro della chiesa fu innalzato nel [[1958]] su progetto dell'architetto Ascani in modo da sostituire quello della chiesa ottocentesca, demolito solo nel [[1953]].<ref>{{cita web|url=http://www.campanariambrosiani.org/censimento/?p=2&c=36|titolo=Busto Arsizio - Borsano|accesso=27 settembre 2011}}</ref> Il concerto è composto da nove campane; si tratta del [[Campane dell'arcidiocesi di Milano#Record|record ambrosiano]] per un concerto manuale.<ref>{{cita web|url=http://www.campanariambrosiani.org/censimento/index.php?p=2&c=36|titolo=Fondazione Campanari Ambrosiani|accesso=21 gennaio 2013}}</ref>
Gli insegnamenti del [[Buddha]] riguardanti i quattro elementi li raggruppano come base delle reali sensazione, più che un pensieri filosofici. Gli elementi erano quindi intensi come "caratteristiche" o "proprietà" di varie sensazioni:
 
==== Chiesa di Sant'Antonio da Padova ====
* la ''coesione'' era una proprietà dell'acqua.
[[File:20080106BorsanoSAntonio.jpg|thumb|left|Chiesa di Sant'Antonio da Padova]]
* la ''solidità'' e l'''inerzia'' erano proprietà della terra.
Nel territorio del quartiere è presente anche una seconda chiesa, intitolata a [[Sant'Antonio da Padova]], il celebre [[francescano]] [[Portogallo|portoghese]]. L'edificio, che è il più notevole di Borsano sia sotto l'aspetto storico sia sotto quello architettonico, fu fatto costruire dal conte Carlo Rasini tra il [[1717]] e il [[1719]], nelle adiacenze della sua residenza. La chiesa era infatti una sorta di cappella domestica: attraverso una finestrella posta sopra l'altare era possibile per i conti seguire la Santa Messa direttamente dalle stanze della loro abitazione di Borsano.<ref>{{Cita|Spada, 2004|p.51}}</ref>
* l'''espansione'' e la ''vibrazione'' erano proprietà dell'aria.
* il ''calore'' era una proprietà del fuoco.
 
Nel [[1728]], Carlo Rasini volle erigere nella chiesa un nuovo altare, dedicato a san [[Liborio]], vescovo di [[Le Mans]] e protettore contro le [[calcolosi]]. Ancora agli inizi del secolo scorso, nella chiesa di Sant'Antonio da Padova si celebrava la Santa Messa in Aurora, in adempimento dei voleri dei Rasini. Quest'edificio raccoglieva la gente anche per acquistare le uova dei bachi da seta che poi venivano allevati nelle case delle famiglie borsanesi. E qui si portavano anche i bozzoli.<ref>{{cita web|url=http://www.laprovinciadivarese.it/stories/Cronaca/271898/|titolo=Busto, una storia dimenticata tra santi e bachi da seta|accesso=4 gennaio 2013}}</ref>
I suoi insegnamenti dicono che ogni cosa è composta da otto tipi di 'kalapas', il cui gruppo principale è composto dai quattro elementi, mentre il gruppo secondario è composto da colore, odore, gusto e alimento, derivati dai primi quattro elementi.
 
Attraverso il restauro del [[2007]],<ref name=S.Donato/> sono emersi alcuni pregevoli affreschi sulle pareti. I dipinti possono essere assegnati al pittore Giovanni Stefano Doneda Montalti junior. Nell'olio su tela dietro l'altare sono raffigurati sant'Antonio, l'Angelo Custode con il Bambino Gesù e, più in alto, la Madonna. Il soggetto dell'affresco della parete di sinistra dietro all'altare è il miracolo della mula.<ref>La figura sull'estremità destra è verosimilmente identificabile con quella del committente, il conte Carlo Rasini (Cfr.{{Cita|Rimoldi, 1995|p.1811}})</ref> L'affresco sulla parete di destra dietro all'altare rappresenta il miracolo del piede risanato.<ref>Tale miracolo fu praticato ad un tal Leonardo di Padova che in confessione aveva riferito a Sant'Antonio di aver percosso con un calcio la propria madre in modo talmente violento da farla cadere a terra. Dopo aver udito le parole di Antonio secondo il quale "il piede che colpisce la madre o il padre, meriterebbe di essere tagliato all'istante", Leonardo tornò a casa e si recise il piede. Venuto a sapere dell'accaduto, Sant'Antonio riattaccò il piede a Leonardo passandovi sopra le sue mani (cfr. {{cita web|url=http://www.santantonio.org/portale/santantonio/miracoli/santo/mirac4.asp|titolo=Il piede riattaccato|accesso=28 dicembre 2009|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20100305160226/http://www.santantonio.org/portale/santantonio/miracoli/santo/mirac4.asp|dataarchivio=5 marzo 2010}}).</ref>
Gli insegnamenti del Buddha precedono quelli dei quattro elementi nella filosofia greca. Questo può essere spiegato perché furono inviati 60 [[arhat]] nel mondo conosciuto al tempo per diffondere i suoi insegnamenti.
 
Sulla facciata della chiesa era presente un pannello dedicato al santo. Già negli [[Anni 1960|anni sessanta]] i colori erano quasi scomparsi e nel [[1985]] il Club Folclore e Sport decise di incaricare al pittore bustocco Gigi Magugliani la realizzazione di un nuovo dipinto, che fu poi collocato al posto del precedente.<ref>{{cita web|url=http://www.informazioneonline.it/LAY009/L00908.aspx?arg=1010&id=8488|titolo=Borsano: il quadro di Sant'Antonio torna alla sua comunità|accesso=4 gennaio 2013|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160304191540/http://www.informazioneonline.it/LAY009/L00908.aspx?arg=1010&id=8488|dataarchivio=4 marzo 2016}}</ref> Il pannello fu rimosso durante i successivi restauri e divenne impossibile tornare a collocarlo nella stessa posizione. Nel [[2012]], dopo il restauro commissionato dal Club borsanese a Giulia Lucarelli e a Silvio Combi, il quadro è stato collocato all'interno di una struttura in acciaio e vetro a vista, progettata dagli architetti Elena Colombo e Davide Candiani e posta all'incrocio tra via Novara e via 24 maggio, in un'aiuola concessa da Agesp, l'ex-municipalizzata bustocca.
=== Pensiero giapponese ===
Il persiero tradizione giapponese usa cinque elementi chiamati 五大 (go dai, letteralmente "cinque grandi"). Gli elementi sono:
 
==== Chiesa di Santa Maria dei Restagni (demolita) ====
*''terra'', che rappresenta le cose solide
[[File:20091226TargaRestagni.JPG|thumb|Targa in memoria della chiesa demolita di Santa Maria dei Restagni]]
*''acqua'', che rappresenta le cose liquide
Un altro luogo di culto, trecentesco, era ubicato sulla via per [[Villa Cortese]]: si tratta della chiesa campestre di Santa Maria dei Restagni, adiacente alla quale fu costruito, secoli più tardi, il cimitero. Presentava dipinti di immagini sacre sulle pareti.<ref>{{cita|Rimoldi, 1995|p. 137}}</ref> Sul campanile era posta una sola campana, che chiamava i fedeli alle sacre funzioni.
*''fuoco'', che rappresenta le cose distrutte
*''aria'', che rappresenta le cose mobili
*''vuoto'', che rappresenta le cose che non sono nella vita quotidiana.
 
La chiesa di Santa Maria dei Restagni fu fatta demolire dall'allora parroco di Borsano don Ferdinando Oleari nel [[1954]] a motivo delle precarie condizioni statiche.<ref>{{cita web|url=http://www.comune.bustoarsizio.va.it/dbdelib/2009/1/184025.pdf|titolo=Verbale di deliberazione della Giunta Comunale n.259|accesso=1º dicembre 2009|urlmorto=sì}}</ref> Nel terreno sulla quale sorgeva è stato creato un parco, dedicato nel giugno [[2009]] proprio all'ex-parroco don Ferdinando Oleari. Al centro del parco, sul retro di una delle immagini della Madonna dell'Aiuto ubicate in vari punti della città, è stata collocata una targa che ricorda la presenza della chiesa.
=== Pensiero cinese ===
Alcuni ritengono che anche la Filosofia Tradizionale Cinese contengano degli elementi come quelli della filosofia Graca Classica. In realtà il termine Wuxing viene reso erroneamente come Cinque Elementi nella lingua italiana come bene ci spiega Anne Cheng:
 
==== Cimitero ====
{{quote
[[File:20081224CimiteroBorsano.JPG|thumb|left|Cimitero di Borsano]]
|La traduzione convenzionalmente adottata di wuxing con "Cinque Elementi" presenta innanzitutto l'incoveniente di non rendere conto dell'aspetto dinamico della parola xing 行 ("camminare", "andare", "agire"). Inoltre non vi è qui nulla in comune con i quattro elementi o radici costitutivi dell'universo - fuoco, acqua, terra, aria - individuati da Empedocle nel V secolo a.C., ma sembrano essere originariamente concepiti in una prospettiva essenzialmente funzionale, più come processi che come sostanze.<ref>Anne Cheng, Storia del pensiero cinese, Vol I, Dalle origini allo studio del mistero, Einaudi, pag.257</ref>
Il cimitero di Borsano è uno dei tre cimiteri della città di Busto Arsizio, in particolare è il più ridotto in quanto a dimensioni.<ref>{{cita web|url=http://www.comune.bustoarsizio.va.it/permessi-di-costruire/doc_download/2279-elenco-elaborati|titolo=Piano Regolatore Cimiteriale Comunale|accesso=10 gennaio 2013|urlmorto=sì}}</ref> Fu probabilmente costruito in seguito all'editto napoleonico del [[1804]], che vietava le sepolture nei centri abitati.<ref>{{cita|Rimoldi, 1995|p. 136}}</ref> In precedenza, parroci, sacerdoti e famiglie importanti venivano seppelliti nella navata della chiesa parrocchiale. Gli altri abitanti di Borsano erano sepolti nel cimitero adiacente.
|[[Anne Cheng]], ''Storia del pensiero cinese''}}
 
Il nuovo cimitero venne costruito nelle vicinanze della chiesa parrocchiale, in prossimità della chiesa campestre di Santa Maria dei Restagni, demolita nel [[1954]]. A seguito dell'ampliamento del [[1928]] la superficie quasi rappoppiò. Il cimitero fu ulteriormente ampliato verso est, ma non verso nord, per controversie legate alle distanze minime dalle abitazioni. Sempre per questa ragione, un'area verrà dismessa a breve.
L'origine di queste ''cinque forze attive o facoltà dinamiche''<ref>Averna V. Leonardo,'' La Filosofia Cinese, Da Confucio a Mao Tse-tung'', Biblioteca Universale Rizzoli, 2000, ISBN 88-17-25899-7</ref> si perde nella preistoria cinese ed è difficilmente ricostruibile.
La prima descrizione delle caratteristiche dei Wuxing la troviamo nello [[Shujing]] (Classico della Storia):
{{quote
|L'acqua consiste nel bagnare e nello scorrere in basso; il fuoco consiste nel bruciare e nell'andare in alto; il legno consiste nell'essere curvo o diritto; il metallo consiste nel piegarsi e nel modificarsi; la terra consiste nel provvedere alla semina e al raccolto. Ciò che bagna e scorre in basso produce il salato, ciò che brucia e va in alto produce l'amaro; ciò che è curvo o diritto produce l'acido; ciò che si piega e si modifica produce l'acre; ciò che provvede alla semina e al raccolto produce il dolce. <ref>Averna V. Leonardo,'' La Filosofia Cinese, Da Confucio a Mao Tse-tung'', Biblioteca Universale Rizzoli, 2000, ISBN 88-17-25899-7, pag.120</ref>
|[[Shu-ching]], ''Il grande progetto''}}
Questi Cinque Agenti sono in relazione tra di loro e danno vita a molte altre serie di cinque combinazioni complementari ai Wuxing stessi:i punti cardinali ed il centro, le note musicali, i colori, i cereali, le sensazioni, ecc.
Sempre nello [[Shijing]], nella sezione detta "Grande Norma" si fanno seguire ai Wuxing ''Cinque Funzioni'':
{{quote
|Poi è quella delle Cinque Funzioni. La prima è il comportamento personale; la seconda è la parola; la terza la visione; la quarta l'udito; la quinta il pensiero. Il comportamento personale deve essere decoroso, la parola ordinata; la visione chiara; l'udito distinto; il pensiero profondo. il decoro dà solennità, e l'ordine dà regolarità, la chiarezza dà intelligenza, la distinzione dà deliberazione; la profondità dà saggezza.<ref>Fung Yu-lan,'' Storia dela filosofia cinese, confucianesimo, taoismo, buddismo'', Mondadori, 1990, Cles, ISBN 88-04-32696-4, pag.105</ref>
|[[Shu-ching]], ''La grande norma''}}
I cinque pianeti maggioni del nostro sistema sono associati e prendono il modo degli elementi: Venere è ''oro'', Giove è ''legno'', Mercurio è ''acqua'', Marte è ''fuoco'' e Saturno è ''terra''. In aggiunta, la luna rappresenta lo ''Yin'' e il sole lo ''Yang''.
 
Ai lati dell'ingresso del cimitero, sul lato interno della recinzione, si trovano le pietre tombali di Ermenegilda ("Gilda") Rossi (maestra a Borsano dal [[1858]], la cui targa riporta la seguente dicitura: "con 40 anni di insegnamento diffuse con cura sapiente e affetto materno il triplice amore a Dio alla Famiglia e alla Patria") e di Giuseppe Usuelli (nato a Menzago o [[Vanzago]] nel [[1826]] circa e morto a Borsano nel [[1894]], il quale nominò sue eredi universali le Stelline, le orfanelle di [[Milano]], che ogni anno, alla ricorrenza dei defunti, gli portano un mazzo di fiori).
Lo Yin, Yang e i cinque elementi sono temi ricorrenti dello [[I Ching]], in più antico testo classico cinese, che descrive la cosmologia e filosofia cinese.
[[Immagine:CircleOfElements3Cycles.svg|right|thumb|220px| Rappresentazione dei due cicli]]
La dottrina delle cinque fasi descrive due cicli di equilibro, uno generativo e creativo (生, shēng), e l'altro dominante e distruttivo (克, kè).
 
Nel giugno [[2008]], il largo davanti all'entrata principale, fu dedicato a don Alessandro Bossi, ex-parroco, imprenditore e scrittore.
'''Generativo'''
*il ''legno'' alimenta il ''fuoco''
*il ''fuoco'' crea la ''terra'' (cenere)
*la ''terra'' genera il ''metallo''
*il ''metallo'' raccoglie l'''acqua''
*l'''acqua'' nutre il ''legno''
 
=== Architetture civili ===
'''Distruttivo'''
[[File:Villa Rasini.jpg|thumb|upright=1.4|Villa Rasini]]
*il ''legno'' divide la ''terra''
Tra gli edifici degni di nota, non troviamo solo le chiese e il cimitero, ma due edifici civili: una nobile residenza, la villa rinascimentale dei conti Rasini (del cui complesso fa parte anche la chiesa di Sant'Antonio da Padova) e una residenza contadina, la cascina Burattana, situata a nord del quartiere.
*la ''terra'' assorbe l'''acqua''
*l'''acqua'' spegne il ''fuoco''
*il ''fuoco'' scoglie il ''metallo''
*il ''metallo'' abbatte il ''legno''
 
==== Villa Rasini ====
Situata nel centro del quartiere, sulla via dedicata a [[Simon da Borsano|cardinal Simone]], vescovo d'origine borsanese, la dimora della nobile famiglia dei Rasini fu realizzata verso la fine del [[XVII secolo]]<ref>{{cita|Rimoldi, 1993|p. 93}}</ref> ristrutturando una preesistente casa colonica.<ref>{{cita web|url=http://www3.varesenews.it/busto/due-luoghi-del-cuore-anche-per-busto-arsizio-25791.html|titolo=Due "Luoghi del Cuore" anche per Busto Arsizio|accesso=4 gennaio 2013}}</ref> L'interno era un tempo abbellito da notevoli affreschi, mentre sul lato posteriore esisteva un enorme giardino all'italiana, diviso in quattro parti da due vie ortogonali e abbellito da statue mitologiche. Degni di nota sono anche i parapetti in [[ferro battuto]] dei balconi, ancora esistenti.
 
==== Cascina Burattana ====
Questa cascina, che costituisce una delle ultime realtà del patrimonio agricolo dell'intera città di Busto Arsizio, è un'abitazione plurifamiliare contadina situata da quattro secoli a nord del quartiere di Borsano.<ref name="metteincircololeenergie.org">{{cita web|url=http://www.metteincircololeenergie.org/CascinaBurattana-web.pdf|titolo=Metti in circolo le energie|accesso=16 dicembre 2009|urlmorto=sì}}</ref> Si trova a poche centinaia di metri dalla cascina Borghetto ed era attorniata da vasti campi coltivati a vite. Originariamente di proprietà di un certo Turati Cristoforo, fu venduta nel XIX secolo ai fratelli Bonomi e successivamente alla famiglia nobiliare Durini di Gorla Minore. Negli [[Anni 1990|anni novanta]] del secolo scorso è stata acquistata, insieme ai suoi terreni, dal comune di Busto Arsizio.<ref>{{cita web|url=http://www.cascinaburattana.it/CB01/?page_id=2|titolo=Cascina Burattana|accesso=16 dicembre 2009}}</ref> Avrebbe dovuto essere restaurata grazie ad uno dei progetti che fanno riferimento all'Expo 2015<ref>{{cita web|url=http://www3.varesenews.it/busto/articolo.php?id=154956|titolo=L'Expo salverà la cascina Burattana|accesso=16 dicembre 2009}}</ref> mentre rimane in stato di degrado.
 
== Società ==
=== Lingue e dialetti ===
La lingua parlata nel quartiere è l'[[Lingua italiana|italiano]], anche se è relativamente diffuso anche il dialetto borsanese, più simile al [[dialetto bustocco]] che al dialetto dairaghese.<ref>{{cita web|url=http://archiviostorico.comune.gorlamaggiore.va.it/lib/exe/fetch.php?media=localita_diverse:borsano_a.pdf|titolo=Le origini|accesso=16 marzo 2016}}</ref>
 
== Cultura ==
=== Musica ===
Nel [[1919]] nacque il corpo musicale Santa Cecilia di Borsano,<ref name="santacecilia">{{cita web|url = http://xoomer.virgilio.it/probusto/mem/opuscolomem2003smaria.pdf|titolo = Opuscolo Pro Busto 2003|accesso = 1º dicembre 2009}}</ref> in onore della [[Santa Cecilia|santa]] patrona dei musicisti.
 
== Persone legate a Borsano ==
*[[Simon da Borsano|Simone da Borsano]] o Simone Borsani (circa [[1310]] - [[Nizza]], [[1381]]), [[Arcivescovo]] di [[Arcidiocesi di Milano|Milano]] (dal [[1370]] al [[1376]]), [[cardinale]] (nominato nel [[Concistoro]] del 20 dicembre [[1375]] da [[Papa Gregorio XI]]). In precedenza era canonista all'università di Padova. Il cardinale Simone morì nel [[1381]] a [[Nizza]] mentre era in viaggio per [[Avignone]] per cercare di annullare lo scisma iniziatosi con l'elezione al soglio pontificio di [[Urbano VI]]. Era figlio di Ambrogio da Brossano, medico personale dell'arcivescovo di Milano [[Giovanni Visconti (arcivescovo)|Giovanni Visconti]].<ref>{{cita web|url=http://www.treccani.it/enciclopedia/simone-da-brossano_(Dizionario-Biografico)/|titolo=Simone da Brossano (Treccani)|accesso=14 novembre 2016}}</ref>
* Bertrando (o Beltramo) da Borsano, [[diocesi di Parma|vescovo di Parma]] nel [[1378]], nominato da [[papa Urbano VI]] come ringraziamento allo zio Simone per l'aiuto dato alla sua nomina e in seguito [[diocesi di Como|vescovo di Como]] nel [[1380]], alla morte di [[Enrico da Sessa]]. Nominò come propri vicari Luchino da Borsano e Matteo da Borsano, mentre Andriolo da Borsano agì come procuratore.<ref name=archivio>{{Cita|AA.VV., 1997|p. 104}}</ref> A Parma consacrò la cappella di Sant'Antonio, fatta edificare nell'anno [[1379]] da Antonio Solaro, senatore di [[Galeazzo Visconti]] e concesse quaranta giorni di indulgenza a quanti visitassero tale altare a debite condizioni.<ref>{{cita web|url=http://www.parmaelasuastoria.it/ita/Borani-Borzagna.aspx?idMostra=38&idNode=231|titolo=Beltrando Borsano|accesso=24 novembre 2016}}</ref>
* Luchino da Borsano, [[diocesi di Como|vescovo di Como]] nel [[1396]], alla morte di Bertrando. Confermò Matteo da Borsano come vicario, e si avvalse di Jacopo da Borsano, figlio di Andriolo, come procuratore.<ref name=archivio/> Diede l'avvio alla costruzione del [[duomo di Como]], che costituisce l'ultima cattedrale gotica costruita in Italia, nel [[1396]], dieci anni dopo la fondazione del [[duomo di Milano]].
* [[Francescuolo da Borsano]], genero e divulgatore delle opere di [[Francesco Petrarca]]. [[Giovanni Boccaccio]] descrisse Francescuolo con le seguenti parole: "''praegrandis hominis forma, placida facies, composita verba, mites mores''".<ref>In una lettera conservata a Parigi (cfr. {{Cita|Giulini, 1856|p. 517}}).</ref>
* Ambrosio Borsano (1629 - post 1694), ingegnere militare e cartografo del [[Seicento]], attivo soprattutto in [[Catalogna]].<ref>{{Cita|Buisseret, 1992|p. 150}}</ref><ref>{{Cita|Escayol, 2013}}</ref>
* Angelo da Borsano, sacerdote copista e miniatore.<ref>{{Cita|Monica Perdalli, 2002|p. 193}}</ref>
* Mario Colombo (morto nel 1917), combattente durante la [[Prima guerra mondiale]] come soldato fanteria, fu decorato di [[Medaglia d'Argento al Valor Militare]] con la seguente motivazione: "Giunto primo sulla trincea nemica, ritto in piedi, incitava i compagni a seguirlo, dimostrando così grande sprezzo del pericolo e mirabile coraggio. Flondar, 25 maggio 1917."
* Vittorio Cucchetti ([[1894]]-[[1920]]), combattente durante la Prima guerra mondiale come soldato semplice di fanteria, fu decorato di Medaglia d'Argento al Valor Militare con la seguente motivazione: "Ferito in cinque parti del corpo, restava al posto di combattimento fino all'ultima fase dello scontro: Rio Ušnik, 15-16 maggio [[1916]]."
* Carlo Morlacchi ([[1891]]-[[1917]]), combattente durante la Prima guerra mondiale come caporale di fanteria, fu decorato di Medaglia d'Argento al Valor Militare con la seguente motivazione: "Comandante di una squadra, durante un violento bombardamento nemico, noncurante del pericolo, incorava i propri dipendenti e sostituiva una vedetta messa fuori combattimento, finché cadde egli stesso mortalmente ferito. Monte Cucco, 18 maggio 1917."
 
== Economia ==
[[File:20081224CascinaBurattana(3).JPG|thumb|Cascina Burattana]]
L'agricoltura rimase l'attività predominante a Borsano fino almeno al [[XIX secolo]].<ref name=Rimoldi1993p170>{{cita|Rimoldi, 1993|p. 170}}</ref>
 
Una delle ultime realtà del patrimonio agricolo borsanese è la Cascina Burattana, angolo verde situato da quattro secoli a nord del quartiere<ref name="metteincircololeenergie.org"/> nel quale vivono ancora sette persone. I contadini che lavoravano nei campi circostanti la cascina e nel resto del territorio borsanese arrotondavano il loro reddito piantando i ''moroni'', ovvero i gelsi, alberi molto comuni ed enormemente apprezzati perché le loro foglie servivano per allevare i [[baco da seta|bachi da seta]]. Nel [[1722]] Borsano contava 2&nbsp;631 gelsi,<ref name=Rimoldi1993p170/> mentre al giorno d'oggi sono quasi del tutto scomparsi.
 
Nell'Ottocento, dopo la rivoluzione industriale, i borsanesi trovano lavoro nelle aziende tessili e meccaniche di Busto Arsizio e dintorni, oltreché nella locale Tessitura Baffa.
 
Durante il mese di giugno del [[2011]] ha avuto luogo, proprio nella cascina Burattana, la cerimonia di piantumazione dei gelsi, un primo passo verso la rinascita di questo luogo simbolo dell'agricoltura borsanese.<ref>{{cita web|url=http://www.informazioneonline.it/LAY009/L00908.aspx?arg=1021&id=858|titolo=Piantumazione dei gelsi|accesso=11 novembre 2012|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160304192207/http://www.informazioneonline.it/LAY009/L00908.aspx?arg=1021&id=858|dataarchivio=4 marzo 2016}}</ref>
 
== Note ==
<references />
 
==Altri progettiBibliografia ==
* {{cita libro|autore=Giorgio Giulini|titolo=Memorie spettanti alla storia, al governo ed alla descrizione della città e campagna di Milano nei secoli bassi|editore=Fratelli Colombo|anno=1856|cid=Giulini, 1856}}
{{Interprogetto|commons=Category:Four elements}}
* {{cita libro|autore=Lodovico Antonio Muratori|titolo=Annali d'Italia: dal principio dell'era volgare sino all'anno MDCCXLIX, Volume 4|editore=Giachetti|anno=1868|cid=Muratori, 1868}}
* {{cita libro|autore=Salavolti-Soragna|titolo=Cenni storici sugli antichi pievati e castelli della diocesi parmense|città=Parma|editore=Tipografia società operaia|anno=1903|cid=Salavolti-Soragna, 1903}}
* {{cita libro|autore=Magni-Pacciarotti|titolo=Busto Arsizio - Ambiente storia società|editore=Freeman editrice|città=Busto Arsizio|anno=1977|cid=Magni-Paciarotti, 1977}}
* {{cita libro|autore=Ferrario|titolo=Notizie storico statistiche (ristampa anastatica, Busto Arsizio, 1864)|editore=Atesa|città=Busto Arsizio|anno=1987|cid=Ferrario, 1987}}
* {{cita libro|autore=David Buisseret|titolo=Monarchs, ministers, and maps: the emergence of cartography as a tool of government in early modern Europe|editore=University of Chicago Press|città=Chicago|anno=1992|cid=Buisseret, 1992}}
* {{cita libro|autore=Giovanni Rimoldi|titolo=Borsano. Il millennio di una comunità|editore=Industrial Foto|città=Busto Arsizio|anno=1993|cid=Rimoldi, 1993}}
* {{cita libro|autore=Giovanni Rimoldi|titolo=La colomba e il giglio|editore=New Industrial Foto|città=Busto Arsizio|anno=1995|cid=Rimoldi, 1995}}
* {{cita libro|autore=AA.VV.|titolo=Archivio storico lombardo|editore=Società storica lombarda|anno=1997|cid=AA.VV., 1997}}
* {{cita libro|autore=Garavaglia|titolo=Museo del Tessile e della Tradizione Industriale di Busto Arsizio|editore=Freeman editrice|città=Busto Arsizio|anno=1997|cid=Garavaglia, 1997}}
* {{cita libro|autore=Monica Predalli|titolo=Novo, grande, coverto e ferrato: gli inventari di biblioteca e la cultura a Milano nel Quattrocento|editore=Vita e Pensiero|anno=2002|cid=Monica Predalli, 2002}}
* {{cita libro|autore=Marti Escayol, MA; Espino López, A.|titolo=Catalunya abans de la Guerra de Successió. Ambrosi Borsano i la creació d'un nova frontera militar, 1659-1700|editore=Afers|anno=2013|cid=Escayol, 2013}}
* {{cita libro|autore=Università Cattolica|titolo=Annali di storia moderna e contemporanea. Volume 9|editore=Vita e Pensiero|anno=2003|cid=Università Cattolica, 2003}}
* {{cita libro|autore=Augusto Spada|titolo=Conoscere la città di/Getting to know the city of Busto Arsizio|editore=Freeman editrice|città=Busto Arsizio|anno=2004|cid=Spada, 2004}}
* {{Cita libro| cognome= D'Ilario| nome= Giorgio |coautori = Egidio Gianazza, Augusto Marinoni, Marco Turri| titolo= Profilo storico della città di Legnano| editore= Edizioni Landoni| città= | anno= 1984|cid=D'Ilario, 1984}}
* {{Cita libro| cognome= Agnoletto | nome= Attilio | titolo= San Giorgio su Legnano - storia, società, ambiente |editore= Edizioni Landoni| città= | anno= 1992 |capitolo = La battaglia di Legnano è avvenuta nel territorio sangiorgese? (capitolo scritto da [[Augusto Marinoni]])|cid=Agnoletto, 1992}}
 
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