#REDIRECT [[Ethel Lackie]]
{{Bio
|Nome = Piero
|Cognome = Colobini
|Sesso = M
|LuogoNascita = Gorizia
|GiornoMeseNascita = 14 febbraio
|AnnoNascita = 1914
|LuogoMorte = Mali Spadarit
|GiornoMeseMorte = 10 marzo
|AnnoMorte = 1941
|Attività = militare
|Nazionalità = italiano
|PostNazionalità = , [[ufficiale militare|ufficiale]] del 7° [[Reggimento]] [[Alpini]], Medaglia d'oro alla memoria
}}
Compì gli studi elementari e medi a Gorizia conseguendo il diploma di ragioniere presso l'Istituto Tecnico. Nel [[1936]] si iscrisse all'[[Università di Trieste]] nella facoltà di scienze economiche commerciali. All'inizio della [[Seconda guerra mondiale]] lasciò il suo posto di impiegato al Municipio di Gorizia e gli studi per accorrere alle armi.
Frequentò il corso allievi ufficiali a [[Bassano del Grappa]]; appena ottenuta la nomina a [[sottotenente]] degli [[Alpini]], venne trasferito sul [[fronte occidentale (seconda guerra mondiale)|fronte occidentale]] con il [[Battaglione]] Alpini ''Feltre'' del 7° [[Reggimento]] Alpini, [[divisione (militare)|Divisione]] ''Pusteria'', dove partecipò ad alcune importanti azioni.
Intervenuto l'[[armistizio]] con la [[Francia]], nell'ottobre [[1940]] fu inviato sul [[Campagna italiana di Grecia|fronte greco-albanese]], mentre era in corso l'operazione di ripiegamento e contenimento della pressione avversaria. Il [[13 febbraio]] [[1941]], grazie al proprio coraggio, si guadagnò una [[croce di guerra al valor militare]] sul campo assaltando e conquistando una postazione ben munita.
Cadde alla testa dei suoi Alpini una nebbiosa mattina di primavera sul monte Spadarit, a pochi metri dalla vetta, difesa da tre ordini di [[filo spinato|reticolati]] e da un avversario ben trincerato e deciso, riuscendo ad aprire ad altri la via della conquista.
Per questa azione venne decorato con la [[medaglia d'oro al valor militare]] alla memoria, con la seguente motivazione:
{{quote|Comandante di un plotone di fucilieri, malgrado le forti perdite, guidava il reparto all'attacco di una munita posizione con indomito spirito aggressivo. Giunto in prossimità delle posizioni nemiche, preparava i suoi uomini all'assalto finale ed invitandoli a serrarsi intorno a lui si slanciava avanti per un ultimo balzo. Davanti ai reticolati intatti, nell'ordinare ai suoi Alpini di svellerne i picchetti con le mani, dandone l'esempio, rimaneva gravemente ferito una prima volta. Si aggrappava allora ai reticolati e, continuando ad incitare i suoi uomini, lanciava invettive contro il nemico riparato nelle trincee, invitandolo a combattere all'aperto, finché ferito una seconda volta mortalmente, riusciva a gridare all'avversario che la vittoria era ormai dei suoi Alpini.}}
I suoi resti mortali furono inumati nel Sacrario del Cimitero Centrale di Gorizia il [[20 maggio]] [[1962]]. Porta il suo nome la sezione di Gorizia dell'[[Associazione Nazionale Alpini]].
[[Categoria:Medaglie d'oro al valor militare|Colobini]]
[[Categoria:Alpini]]
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