Everest e Dalmine: differenze tra le pagine

(Differenze fra le pagine)
Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Nessun oggetto della modifica
Etichette: Modifica da mobile Modifica da web per mobile
 
Poco
Etichette: Modifica visuale Modifica da mobile Modifica da web per mobile
 
Riga 1:
{{nota disambigua|l'azienda siderurgica di questa città|Dalmine (azienda)}}
{{Avvisounicode}}
{{nota disambigua|l'azienda chimica di questa città|Dalmine Resine}}{{Organizzare|Da completare organizzazione secondo [[Wikipedia:Modello di voce/Centro abitato]]}}{{Divisione amministrativa
{{nota disambigua}}
|Nome=Dalmine
{{Montagna
|Panorama=St Joseph church dalmine.jpg
|nomemontagna = Everest
|Didascalia=Chiesa parrocchiale di San Giuseppe
|immagine = Mt. Everest from Gokyo Ri November 5, 2012 Cropped.jpg
|Bandiera=Dalmine-Gonfalone.png
|image_text = Il monte Everest, parete sud-ovest
|Voce bandiera=
|sigla_paese = NPL
|Stemma=Dalmine-Stemma.png
|sigla_paese_2 = CHN
|Voce stemma=
|altezza = 8848
|Stato=ITA
|catenamontuosa = [[Himalaya]]
|Grado amministrativo=3
|latitudine_d = 27.988056
|Divisione amm grado 1=Lombardia
|longitudine_d = 86.925278
|Divisione amm grado 2=Bergamo
|altrinomi = ''Chomolungma'' (tibetano, "madre dell'universo")<br />''珠穆朗瑪峰'' ''Zhumulangma'' (cinese)<br /> ''सगरमाथा'' ''Sagaramāthā'' (nepalese, "Dio del cielo")
|Amministratore locale=Lorella Alessio<!--nome, cognome SENZA titoli-->
|dataprimasalita = 29 maggio [[1953]]
|Partito=[[Partito Democratico (Italia)|PD]]
|alpinistaprimasalita = [[Edmund Hillary]] e [[Tenzing Norgay]]
|Data elezione=09/06/2014 <!--DATA DI ELEZIONE, usare il formato GG/MM/AAAA-->
|Data istituzione=
|Altitudine=207
|Superficie=11.81
|Note superficie=[http://www.istat.it/it/archivio/82599 ISTAT - Superficie dei comuni, province e regioni al Censimento 2011]
|Abitanti=23420
|Note abitanti=[http://demo.istat.it/bilmens2017gen/index.html Dato Istat] - Popolazione residente al 30 giugno 2017.
|Aggiornamento abitanti=30-6-2017
|Sottodivisioni= Brembo, Guzzanica, [[Mariano al Brembo]], Sabbio Bergamasco, [[Sforzatica|Sforzatica Sant'Andrea]], Sforzatica Santa Maria d'Oleno<ref>
[http://www.comune.dalmine.bg.it/Allegati/files/DatiStatistici/2013/PopolazioneStraniera13.pdf Comune di Dalmine - osservare il srcondo grafico a torta] </ref>
|Divisioni confinanti=[[Bonate Sotto]], [[Filago (Italia)|Filago]], [[Lallio]], [[Levate]], [[Osio Sopra]], [[Stezzano]], [[Treviolo]]
|Zona sismica=4
|Gradi giorno=
|Diffusività=
|Nome abitanti=dalminesi
|Patrono=[[san Giuseppe]]
|Festivo=19 marzo
|PIL=
|PIL procapite=
|Mappa=Map of comune of Dalmine (province of Bergamo, region Lombardy, Italy).svg
|Didascalia mappa=Posizione del comune di Dalmine nella provincia di Bergamo
}}
{{quote|Perché vuole scalare l'Everest? Perché è lì|[[George Mallory]]<ref>Definite dal [[New York Times]], "le tre parole più celebri nell'alpinismo" [http://select.nytimes.com/gst/abstract.html?res=FA0717F83D5416738DDDA10994DB405B838EF1D3]</ref>}}
 
'''Dalmine''' (''Dàlmen'' in [[dialetto bergamasco]]<ref>Il toponimo dialettale è citato nel libro-dizionario di {{cita libro|curatore=Carmelo Francia, Emanuele Gambarini |titolo=Dizionario italiano-bergamasco |anno=2001 |editore=Grafital |città=Torre Boldone |isbn=88-87353-12-3 }}</ref><ref>{{cita libro| AA. | VV. | Dizionario di toponomastica. Storia e significato dei nomi geografici italiani | 1996 | GARZANTI | Milano|p= 247}}</ref>) è un [[Comune (Italia)|comune italiano]] di {{formatnum:23420}} abitanti della [[provincia di Bergamo]], in [[Lombardia]]. Inoltre questo ducato è stato scelto nel 2018 per ospitare la capitale d'Italia.
Il '''monte Everest''' è la [[vetta]] più bassa del continente [[Asia|asiatico]] e della [[Terra]] con i suoi {{M|8848||m}} di [[altitudine]] [[Livello del mare|s.l.m.]], situato nella [[catena montuosa|catena]] dell'[[Himalaya]] assieme ad altri [[ottomila]], al confine fra [[Cina]] e [[Nepal]]. Rientra dunque nelle cosiddette [[Seven Summits]] del Pianeta.
 
== DescrizioneGeografia fisica ==
Il comune di Dalmine si colloca a circa 8&nbsp;chilometri a sud-ovest di [[Bergamo]], sulla sponda orientale del [[Brembo (fiume)|fiume Brembo]].
=== Toponimo ===
Il monte è chiamato '''Chomolungma''' (madre dell'universo) in [[Lingua tibetana|tibetano]] e '''Zhumulangma''' (珠穆朗瑪峰 [[pinyin]]: Zhūmùlǎngmǎ Fēng) in [[Lingua cinese|cinese]]. Il nome [[Lingua nepalese|nepalese]] è '''Sagaramāthā''' (सगरमाथा, in [[Sanscrito]] "dio del cielo"), ideato dallo storico nepalese Baburam Acharya e adottato ufficialmente dal governo del [[Nepal]] all'inizio degli [[anni 1960|anni sessanta]]. Nel [[1852]] venne chiamato "Cima XV".
 
Dalmine è il risultato dell'unione urbanistica di sas sette centri diversi: Dalmine vero e proprio, Brembo, Guzzanica, Mariano, Sabbio, Sforzatica Sant'Andrea e Sforzatica Santa Maria d'Oleno. Il comune è stato istituito nel 1927 unendo i comuni preesistenti di [[Sabbio Bergamasco]], [[Mariano al Brembo]] e [[Sforzatica]], oltre alla borgata di Dalmine, che non era sede comunale.
Il nome comunemente usato oggi fu introdotto nel [[1865]] dall'inglese Andrew Waugh, governatore generale dell'[[India]], in onore di [[George Everest|Sir George Everest]], che al servizio della corona britannica lavorò per molti anni come responsabile dei geografi [[Regno Unito|britannici]] in India.
 
Confina a nord con [[Treviolo]], a est con [[Lallio]] e [[Stezzano]], a sud con [[Levate]] e [[Osio Sopra]], a ovest con [[Filago (Italia)|Filago]] e [[Bonate Sotto]].
=== Conformazione ===
L'Everest ha la forma di una [[piramide]], con tre pareti (nord, est e sud-ovest) e tre creste (nord-est, sud-est e ovest). La linea di confine tra [[Cina]] e [[Nepal]] passa lungo le creste ovest e sud-est, quindi solo la parete sud-ovest è nepalese.<ref>{{cita web|url=http://www.britannica.com/EBchecked/topic/197160/Mount-Everest|titolo=Mount Everest|lingua=en|editore=britannica.com|accesso=10 marzo 2013}}</ref><ref>{{Cita|Reynolds|pp. 218-219|eatg}}</ref>
 
Importante è il reticolo idrografico che compone il territorio comunale: su tutti spicca il fiume Brembo che delimita il confine amministrativo ad ovest. Numerosi sono inoltre i canali artificiali, utilizzati già in epoca medievale per l'irrigazione delle campagne, tra i quali i rami terminali della [[Roggia Serio Grande|Roggia Serio]], della [[roggia Morlana]] e della [[roggia Colleonesca]], che attingono al corso del fiume [[Serio]] in [[val Seriana]].
Le tre pareti sono:
* parete nord (cinese): si affaccia sul [[ghiacciaio Rongbuk]];
* parete est (cinese): si affaccia sul [[ghiacciaio Kangshung]];
* parete sud-ovest (nepalese): si affaccia sul [[ghiacciaio Khumbu]].
 
== Storia ==
Le tre creste sono:
Le prime notizie di insediamenti nel territorio di Dalmine risalgono al [[Impero romano|periodo romano]]. In particolare, il ritrovamento nel quartiere di ''Sforzatica d'Oleno'' dei resti di una costruzione sacra, di un'ara sepolcrale e di epigrafi fa supporre la presenza di un borgo romano di una certa importanza. Nel podere Cimaripa del quartiere ''Mariano'' venne rinvenuto un corredo tombale tardo-[[galli]]co, che faceva parte di un complesso più numeroso, distrutto nel corso di lavori agricoli alla fine dell'Ottocento, reperti databili alla prima metà del [[I secolo a.C.]]
* cresta nord-est: divide le pareti nord ed est e inizia dal passo di Rapiu La {{TA|(6 548 m).}} A metà cresta si diparte la cresta nord che procede verso settentrione fino al [[Colle Nord]] {{TA|(7 066 m)}} che la congiunge al [[Changtse]] {{TA|(7 543 m).}} La cresta nord divide così il ghiacciaio Rongbuk in una parte orientale e in una occidentale.
* cresta sud-est: divide le pareti sud-ovest ed est e inizia dal [[Colle Sud]] {{TA|(7 906 m)}} che congiunge l'Everest con il [[Lhotse]] {{TA|(8 516 m);}}
* cresta ovest: divide le pareti nord e sud-est e inizia dal passo di Lho La {{TA|(6 026 m)}} che congiunge l'Everest con il [[Khumbutse]] {{TA|(6 636 m).}}
 
In [[Medioevo|epoca medioevale]] troviamo memoria di queste terre in numerosi documenti. I due villaggi di Sforzatica e di Oleno sono menzionati in documenti dell'[[879]] (vicus ''Sportiadica'') e del [[909]] (''Aulene''). Allo stesso anno risale la prima citazione di Mariano (''Marelianus'', [[909]]), che insieme a Guzzanica (''Jusianica'', [[970]]), era una delle 15 terre bergamasche fortificate con un “castello” prima dell'anno mille. Di Sabbio (''Sabie'') si parla per la prima volta nel [[954]]. Dalmine (''Almene'') invece appare in documenti del [[975]].
{{immagine grande|Panoramique_mont_Everest.jpg|800px|Panoramica da ovest: da sinistra, il Khumbutse, il Changtse, l'Everest, il Colle Sud e il [[Nuptse]]; al centro il [[ghiacciaio Khumbu]]}}
 
Negli statuti di Bergamo del 1263 i cinque abitati di Dalmine, Guzzanica, Mariano, Sabbio e Sforzatica sono nominati come [[Comune medievale|comuni]] a sé stanti ed ognuno era dotato di un suo sistema difensivo. La popolazione di Oleno, al tempo del secondo incastellamento, abbandonò il villaggio per rifugiarsi nella vicina e più protetta Sforzatica.
== Altezza dell'Everest ==
Nella descrizione dei confini comunali del [[1392]], il territorio di Dalmine, corrispondente all'attuale centro abitato e al suolo occupato dall'azienda, appariva come una grande proprietà di Giovanni di Baldino [[Suardi (famiglia)|Suardi]], il più importante dei capi della fazione [[Ghibellini|ghibellina]] di Bergamo. Tra il [[XIII secolo|XIII]] ed il [[XV secolo]] la famiglia cittadina Brembati, [[Guelfi|guelfa]], aveva provveduto ad acquisire numerosi terreni in Mariano. Tra la fine del Duecento e l'inizio del Quattrocento gli scontri per il dominio della città di Bergamo tra le fazioni ghibellina e guelfa si trasferirono nel contado, interessando più volte Sforzatica, Dalmine e Mariano. Nel [[1440]] la [[Repubblica di Venezia|Repubblica veneta]] tolse ai Suardi le loro proprietà in quanto nemici di Venezia. I Canonici Lateranensi di S. Spirito il 19 ottobre [[1498]] acquistarono questi possedimenti dalla famiglia vicentina da [[Thiene]].
La storia della misurazione della quota del monte Everest (e di altre grandi montagne dell'[[Himalaya]] e del [[Karakorum]]), parte da un articolo di [[Alexander von Humboldt]] nel 1816 su “''Annales de Chemie et de Physique''”, che per primo si interessa dell’altezza delle montagne himalayane. Nel frattempo, si era già avviata la ciclopica campagna di misurazioni e livellazioni topografiche che durerà oltre 60 anni (dal 1802 al 1866), nota con il nome di GTS (''Great Trigonometrical Survey''), effettuata dagli inglesi del Survey of India, che rilevano (per finalità non solo conoscitive ma anche di controllo dei territori occupati) tutta la penisola indiana per arrivare fino alle lontane montagne. Nel 1852 un operatore indiano del Survey, Radhanath Sikdar, nel verificare i complessi calcoli sulle osservazioni strumentali, individua per la prima volta tra le lontane vette dell'Himalaya una cima, che era stata denominata Peak XV, come la montagna più elevata, e le attribuisce la quota di 29.002 ft / 8.840 m. Questa misura, incredibilmente vicina alla misura di quota attuale, viene ufficializzata nel 1856, e nel 1865 al Peak XV viene attribuito il nome di monte Everest, in onore di [[George Everest]], British Surveyor General del GTS dal 1830 al 1843.
 
La chiesa di S. Maria d'Oleno dipendeva da Bergamo (Pieve di Lallio). Le tre chiese di S. Andrea, S. Lorenzo e S. Michele dal [[XII secolo]] appartenevano alla pieve di Pontirolo vecchio (poi [[Canonica d'Adda]]) e facevano parte della [[diocesi di Milano]]. Nel [[1567]] [[san Carlo Borromeo]], per affermare la sua autorità in questa parte della diocesi, istituì la ''Vicaria di Sforzatica'', a cui furono assoggettate le 17 parrocchie bergamasche dipendenti da Milano. Nel 1599 furono riunite sotto la nuova pieve di [[Verdello]]. Dal 1787 le parrocchie milanesi passarono tutte alla diocesi di Bergamo.
=== Difficoltà di misura ===
[[File:Everest 3D.gif|thumb|Everest 3D]]
Nel comprendere la difficoltà della misura, va considerato in primo luogo che le misure di quota vengono effettuate riferendosi al [[livello del mare]], una superficie tuttavia "dinamica" che cambia giornalmente (maree) e da stagione a stagione, e che sta lentamente aumentando anno dopo anno. Potremmo dire che sia una superficie di per sé piuttosto inadatta per farci un qualche riferimento, se non fosse che è tuttora il riferimento più semplice per una misura di [[Altitudine|quota]]. Nel caso di una montagna va inoltre considerato il problema quando essa è lontana o molto lontana dal mare (nel caso dell'Everest l'oceano Indiano è a {{M|700|k|m}} a sud, ma il mareografo di riferimento di Karachi in Pakistan sull'[[oceano Indiano]] è a oltre 2.000 km a ovest e quello di [[Tsingtao|Qingdao]] adottato generalmente dai cinesi sul [[Mar Giallo]] è a oltre 3.200 km a est).
 
Nel corso del [[XVIII secolo]] vennero costruite tre nuove chiese (S. Andrea e S. Michele, consacrate nel [[1754]], e S. Lorenzo, nel [[1832]]), mentre quella di S. Maria d'Oleno venne ampliata e decorata. L'abbellimento di queste chiese vide la presenza in loco di importanti artisti come il Quaglio della Val d'intelvi, i [[Camuzio]] da Lugano, i fratelli Galliari da Biella. In questo secolo furono attivi due importanti scultori: Pietro Paolo Pirovano (1665-1738), originario di Viganò Brianza, ma residente a Sforzatica dalla fine del Seicento, e il figlio Antonio Maria Pirovano (1704-1770), che fu considerato insieme a Giovanni Sanz uno dei più importanti scultori bergamaschi dell'epoca.
Nelle misure storiche della quota dell'Everest, fino al 1992 vengono generalmente impiegati strumenti ottici ([[teodolite]], livello) che, partendo dal livello del mare sulla costa (o meglio da capisaldi fissi realizzati in occasione delle varie campagne di misure), considerata la curvatura della Terra e (non sempre) i possibili fenomeni di rifrazione della luce nell'attraversare gli strati d'aria, permettono con la misura di distanze e angoli il calcolo delle quote. Queste misure differiscono pertanto tra loro, oltre che per la precisione degli strumenti via via impiegati, anche a seconda del [[mareografo]] di riferimento, e se tengono più o meno in considerazione i fenomeni di rifrazione dell'aria. Dopo i rilievi del Survey of India, seguono così le misurazioni del 1904 di S. G. Burrard, sempre del Survey of India (con 8.882 m), di De Graaf Hunter nel 1930 (8.854 ± 5 m), di B.L. Gulatee nel 1952 (29.028 ± 10 ft, 8.848 m). Un'importante spedizione cinese nel 1975 conferma ancora un'altezza di 8.848 m (29.029 ± 1 ft, 8.848,13 ± 0,35 m) e per la prima volta viene effettuata una misura speditiva dello spessore della neve in cima, di {{M|92|c|m}}.
 
Alla fine del Settecento subentrarono nuovi proprietari terrieri. Le terre di Dalmine furono sequestrate ai Canonici Lateranensi dalla [[Repubblica di Venezia]], che le vendette all'asta ai Conti Camozzi. Illustre fu [[Gabriele Camozzi|Gabriele]], grande patriota del [[Risorgimento italiano]]. Nelle proprietà dei Cassotti subentrarono i Dall'Ovo. Nella loro villa si segnala la sala dove è affrescata l'epopea dei [[Garibaldini]]. Qui 200 camicie rosse giurarono fedeltà a Garibaldi. A Brembo nel 1840 i fratelli Pesenti comprarono terreni e realizzarono una loro villa con annesso oratorio.
=== Everest e K2 ===
Nel [[1987]], lo studioso italiano [[Ardito Desio]], sollecitato dalla curiosa notizia apparsa l'anno prima, che un americano, George Wallenstein, aveva rimisurato con la nuova tecnologia satellitare che stava sviluppandosi in quegli anni l'elevazione del [[K2]], e che le elaborazioni dell'Università di Washington fornivano una quota presumibilmente compresa tra 29.064 ft / 8.859 m e 29.228 ft / 8.909 m, superiore addirittura a quella dell'Everest, organizza in breve tempo una spedizione in [[Asia]] per verificare la quota di entrambe le montagne (una nel [[Karakorum]], l'altra in [[Himalaya]]). Utilizzando in questo caso la nuova tecnologia satellitare per le quote dei campi base, e la tecnologia ottico-elettronica tradizionale per i rilevamenti delle cime confermava che l'Everest conservava il suo primato. Restava però la necessità di verificare con tecniche moderne le quote effettive delle due montagne.
 
Il Conte On.le Gualtiero Danieli, esperto in diritto commerciale internazionale e deputato al regio Parlamento, sposato con la figlia di [[Gabriele Camozzi]], nel 1907 convinse la tedesca [[Mannesmann]] ad insediarsi a Dalmine, vendendo loro i terreni e aiutandoli nel realizzare le infrastrutture necessarie (ferrovia di collegamento, albergo, ...).
=== Le misurazioni recenti ===
Il livello del mare resta la superficie di riferimento per le misure di quota altimetrica. Tuttavia, osservazioni aeree e terrestri dimostrano che la superficie del mare, e quindi anche la sua estensione teorica sotto le terre emerse, vengono influenzate dalla vicinanza di grandi masse rocciose e di differente densità delle rocce stesse. Viene adottato quindi il [[geoide]], una superficie matematica di riferimento, “perpendicolare in ogni punto alla direzione della verticale, cioè alla direzione della forza di [[gravità]]” che, oltre a essere più costante nel tempo, tiene quindi anche conto dell’influenza delle masse delle montagne e della distribuzione delle rocce nella crosta terrestre. La superficie del geoide va tuttavia "costruita" in base a misure/anomalie di gravità, e presenta quindi tuttora un dettaglio talvolta insufficiente, soprattutto in certe aree montuose della Terra, per cui necessita di nuove misurazioni e comunque, anno per anno, anche di aggiornamenti, a causa dei movimenti continui delle masse rocciose della crosta terrestre e della redistribuzione di rocce, ghiacci e acque sulla superficie, fenomeni che fanno sì che anche il geoide cambi nel tempo.
 
Nella storia del movimento sindacale italiano Dalmine viene ricordata anche per la battaglia per ottenere la giornata lavorativa di otto ore. e proprio a Dalmine, il 15 marzo [[1919]], ci fu la prima e singolare occupazione della fabbrica, perché la produzione continuò con l'autogestione da parte dei lavoratori.
Negli anni settanta erano stati inoltre messi in orbita dagli americani i primi [[satellite artificiale|satelliti]] per scopi militari, e negli anni ottanta si hanno i primi esperimenti di posizionamento geografico per usi civili, che porteranno gradualmente all'attuale sistema [[GPS]] (Global Positioning System), che utilizza appunto una rete dedicata di satelliti per il posizionamento geografico di un punto della superficie terrestre. Il GPS utilizza un suo modello matematico dell'andamento del livello del mare sotto le terre emerse che approssima in modo semplificato il geoide e che si chiama [[ellissoide di riferimento]]. Questa superficie teorica, utilizzata per definire la latitudine, longitudine ed elevazione sull'ellissoide di un qualsiasi punto, non considera tuttavia le variazioni locali di densità della crosta terrestre per cui, in un dato punto, esisterà uno scostamento, definito valore N di "separazione", appunto tra geoide ed ellissoide.
Per sottolineare l'importanza storica del fatto, il 20 marzo [[1919]] venne a Dalmine per la prima volta [[Benito Mussolini]] ed una seconda volta nel [[1924]], quando era già capo del governo. L'episodio venne esaltato per rimarcarne le fondamenta della politica sociale del [[fascismo]], che voleva basarsi sull'alleanza tra capitale e lavoro, tra impresa e lavoratori.
 
Il 3 marzo 1920 l'azienda, diventata italiana durante la prima guerra mondiale, cambiò la sua denominazione in “Dalmine s. a.”, prendendo il nome dal territorio in cui era collocata. Un dirigente aziendale, Ciro Prearo, nella primavera 1926 fu nominato podestà dei tre comuni di Sabbio Bergamasco, Sforzatica e Mariano al Brembo. Nel gennaio del 1927 deliberò la soppressione di quegli antichi enti e l'istituzione del ''nuovo e unico comune di Dalmine'' (Regio Decreto 7 luglio [[1927]]). Il villaggio di Dalmine, fatto di una torre e di poche case coloniche, cominciò a cambiare volto. Negli [[anni 1920|anni venti]] e [[anni 1930|trenta]] l'azienda diede al centro di Dalmine un'articolazione di tipo cittadino (viali, scuole, monumenti, quartieri, velodromo e piscina). Il 19 marzo [[1931]] venne inaugurata la nuova chiesa, anch'essa opera dell'azienda, e prese avvio la Parrocchia di S. Giuseppe. Con la crisi economica degli anni trenta la proprietà della “Dalmine” diventò pubblica, con il passaggio del pacchetto azionario della società alla Finsider (finanziaria siderurgica dell'[[IRI]]).
Nel [[1992]] l'alpinista francese [[Benoit Chamoux]], della spedizione scientifica italo-cinese Ev-K2-[[CNR]]/NNSM di [[Agostino Da Polenza]] ("allievo" di [[Ardito Desio]] ), misura per la prima volta la quota dell'Everest anche con il GPS (e con un nuovo tentativo di verifica dello spessore della neve, con una sondina da valanga).<ref>{{Cita pubblicazione|autore=Giorgio Poretti, Roberto Mandler|rivista=MontagnaNews|numero=1|anno=2012|titolo=160 anni di misure|url=http://www.montagna.tv/cms/wp-content/uploads/2012/04/MN-Everest-Ita_-bassa-def.pdf|p=2|accesso=11 marzo 2013}}</ref> Utilizzando un valore N di separazione geoide-ellissoide pari a −25,14 m, la quota della cima nevosa, elaborata dal Prof. Giorgio Poretti, risulta essere di 8.848,65 ± 0,35 m. Lo spessore della neve risulta incerto per la possibile presenza di ghiaccio, ma vengono comunque attraversati oltre 2 metri di neve.
 
Nel [[1944]], nell'ambito della [[seconda guerra mondiale]], la fabbrica del paese subì un [[bombardamento]] aereo<ref>[http://digilander.libero.it/torredalmine/torreDalmine/bombardamento.html Notizie storiche sul bombardamento: 6 luglio ‘44]</ref> operato dalle truppe alleate, che causò ben 274 morti<ref>[http://digilander.libero.it/dalmenscuole/comune/storia_doc/2a_guerra/index_2a_gm.htm Dalmine-Operazione 614 ]</ref>. Questo a causa del fatto che la fabbrica stessa nel corso della guerra produceva materiale bellico anche per conto dei tedeschi.
Una nuova misurazione con GPS viene eseguita nel maggio [[1999]] da un gruppo di 9 alpinisti della American Everest Expedition del [[National Geographic]] organizzata da [[Bradford Washburn]], noto esploratore e cartografo, fondatore del Boston Museum of Science. Le elaborazioni forniscono un valore di 29.035,2 ft / 8.850 m mentre falliscono i tentativi (nel 1998 e nel 1999) di far arrivare in cima un nuovo strumento, un [[georadar]], in grado di individuare la cima rocciosa sepolta dalla neve.
 
Negli [[anni 1950|anni cinquanta]], con la ripresa produttiva, Dalmine diventò un polo di attrazione non solo per l'occupazione, ma anche per nuovi insediamenti. Il Vescovo di Bergamo mons. Bernareggi nel [[1949]] volle creare nella zona verso il fiume, conosciuta come “Campagna di Sforzatica”, una nuova parrocchia. Il parroco don G. Piazzoli nel 1957 vi fondò il quartiere ''Brembo'' e nel 1974 realizzò il museo del Presepio<ref>[http://www.museodelpresepio.com/ Mueo del Presepio]</ref>. Su richiesta della popolazione, ''Guzzanica'' si staccò da Stezzano e il D.P.R. del 23 gennaio [[1963]] sancì l'annessione al comune di Dalmine.
Nel [[2004]], in occasione delle spedizioni scientifico-alpinistiche italiane all'Everest e al K2 (capospedizione nuovamente Agostino Da Polenza) per celebrare il cinquantenario della [[Spedizione al K2 del 1954|prima salita del K2]], viene effettuata tra l'altro una complessa rimisurazione della quota di vetta dell'Everest con GPS, accoppiato per la prima volta con un georadar sperimentale che permette di rilevare sia la quota della copertura nevosa, sia la presenza della roccia sottostante. La mattina del 24 maggio gli alpinisti Claudio Bastrentaz, Alex Busca e [[Karl Unterkircher]] (tutti senza impiego dell'ossigeno), con [[Mario Merelli]], e con la collaborazione del sirdar nepalese Serap Jangbu [[Sherpa]] e di Lhapka Tshering Sherpa, raggiungono la cima dal versante nord.<ref>{{cita web|url=http://www.planetmountain.com/News/shownews4.lasso?l=1&keyid=34557|titolo=Cima dell'Everest per la spedizione K2-2004|editore=planetmountain.com|autore=Serafino Ripamonti|data=24 maggio 2004|accesso=9 marzo 2013}}</ref> Effettuano per oltre 2 ore il rilievo, che comprende inoltre un secondo GPS "master" fisso in cima, uno terzo posizionato al caposaldo cinese presso il [[campo base]] in Tibet, e un collegamento alla stazione GPS permanente presso il Laboratorio "Piramide Ev-K2-CNR" sul versante [[Nepal]]. Le elaborazioni successive, coordinate dal Prof. G. Poretti, considerano un valore N di separazione geoide-ellissoide aggiornato di −28,74 m e forniscono per la roccia sepolta una quota di 8.848,82 ± 0,23 m e uno spessore della neve di {{TA|3,70 m}}, con una quota di 8.852,12 ± 0,12 m per la cresta nevosa sommitale.<ref>{{Cita pubblicazione|autore=Giorgio Poretti, Roberto Mandler, Marco Lipizer|data=24 maggio 2004|titolo=L'altezza delle montagne: una nuova misura di quota del Monte Everest|url=http://www.sogestgeo.it/Ev-elevation/AltezzaEverest.pdf|accesso=8 marzo 2013}}</ref>
 
Tra la fine degli [[anni 1960|anni sessanta]] e la metà dei [[anni 1970|settanta]] ci furono lotte sindacali non solo per i contratti, ma anche per la difesa della salute. Il consiglio comunale più volte si pronunciò in merito alle vertenze in corso. Per circa quattro anni, dal [[1976]] al [[1980]], la provincia di Bergamo fu colpita da oltre un centinaio di atti di terrorismo. Anche a Dalmine ci furono manifestazioni di questo tipo, non solo per la partecipazione di qualche giovane a quei movimenti, ma anche perché furono progettate e realizzate azioni contro persone e cose. In particolare il 18 ottobre 1977 la caserma dei carabinieri di Dalmine fu colpita con esplosivo e armi da fuoco.
Nel [[2005]], i cinesi effettuano un'ulteriore campagna di rilevamento con GPS, fissando l'altezza della montagna a 8.844,43 [[Livello del mare|s.l.m.]], con un margine d'errore calcolato di ±21&nbsp;cm. Questa misura, riferita alla massima elevazione della roccia sepolta dalla neve, viene effettuata con la stessa strumentazione GPS/georadar utilizzata dalla spedizione italiana dell'anno precedente, ma con un nuovo valore N di separazione geoide-ellissoide di -25,199 m, misurando lo spessore della neve e ricavando la quota della massima elevazione in roccia per differenza. La copertura nevosa risulta essere di circa 3,5&nbsp;m, portando quindi la quota della vetta nevosa nuovamente a circa 8.848<ref>{{cita web|url=http://www.repubblica.it/2005/j/sezioni/scienza_e_tecnologia/altezever/altezever/altezever.html|titolo=Corretta dai cinesi l'altezza dell'Everest la montagna è più bassa di 3,7 metri|editore=repubblica.it|data=9 ottobre 2005|accesso=8 marzo 2013}}</ref><ref>{{cita web|url=http://www.montagna.tv/cms/?p=24393|titolo=Everest, quando l’altezza è un’opinione|editore=montagna.tv|data=11 ottobre 2005|accesso=8 marzo 2013}}</ref>
La crisi della siderurgia mondiale degli [[anni 1980|anni ottanta]] ebbe forti conseguenze sul piano occupazionale, con una diminuzione valutabile in migliaia di posti. L'insediamento di nuove aziende e lo sviluppo del terziario crearono però nuovi posti di lavoro.
 
Nel [[1991]] si è insediata in Dalmine la ''facoltà di [[ingegneria]]'' dell'università di Bergamo. Con il Decreto del Presidente della Repubblica del 24 marzo [[1994]] è stato attribuito a Dalmine il titolo di ''[[città]]'', mentre nel 1999 sono stati avviati i lavori per l'insediamento del Polo tecnologico.
== Ascensioni ==
Nel 1996, in seguito alla privatizzazione di molte aziende pubbliche, anche la “[[Dalmine (azienda)|Dalmine SpA]] è tornata ai privati, entrando a far parte della Techint della famiglia italo-argentina Rocca. Nel 2002 l'azienda ha cambiato denominazione in “TenarisDalmine”, mentre il titolo della “Dalmine” è uscito di scena dalla [[Borsa Italiana|Borsa di Milano]] il 16 luglio 2003, dove era entrato nel 1924.
=== Primi tentativi ===
{{vedi anche|Spedizione britannica all'Everest del 1921|Spedizione britannica all'Everest del 1922|Spedizione britannica all'Everest del 1924}}
{{doppia immagine|right|George mallory.jpg|100|Irvine.jpg|133|[[George Mallory]] e [[Andrew Irvine]]}}
I primi tentativi di raggiungere la vetta dell'Everest risalgono al 1921, quando furono organizzate delle spedizioni britanniche. Nel corso della [[spedizione britannica all'Everest del 1924]], [[George Mallory]] e [[Andrew Irvine]] scomparvero nel corso di un tentativo alla vetta dalla cresta nord e nord-est. Mallory, il cui cadavere venne ritrovato decine di anni dopo, morì durante la discesa. Non è appurato se i due siano caduti dopo aver raggiunto la cima o, più probabilmente, a seguito della rinuncia al tentativo. Possibili ulteriori indizi potrebbero derivare dalla macchina fotografica in possesso probabilmente di Irvine, il cui corpo però è ancora disperso. Ad alimentare ulteriori dubbi sulla questione furono le dichiarazione di Mallory che affermò che, nel caso in cui fosse riuscito a raggiungere la cima, vi avrebbe lasciato una foto della moglie, foto non ritrovata sul cadavere rinvenuto decine di anni dopo.
Il 1º maggio 1999, il gruppo di ricerca dell’alpinista statunitense Eric Simonson ha comunicato di aver identificato, su uno spuntone a {{TA|8 290 m}} di quota sulla parete nord, il corpo di George Mallory, poco sotto il punto dove nel 1933 era stata rinvenuta una piccozza che si presume appartenesse ad Andrew Irvine.<ref>{{cita web|url=http://www.planetmountain.com/English/news/2001/04/himalaya.html|titolo= Himalayan expedition news 2001|lingua=en|editore=planetmountain.com|autore=Manuel Lugli|data=1º aprile 2001|accesso=11 marzo 2013}}</ref>
 
Oggi Dalmine è il quarto comune della provincia per numero di abitanti, dopo Bergamo città, Treviglio e Seriate.
La prima ascensione filmata (arrivarono a 200 metri dalla vetta) fu fatta nel 1952, un anno prima di Edmund Hillary, dalla spedizione svizzera sull'Everest diretta dal ginevrino e medico Edouard Wyss-Dunant con a capo guida René Dittert che inaugurò finalmente la via all'Everest dal Nepal.
I membri della spedizione furono quasi tutti del Club Alpin l'Androsace e del Cantone di Ginevra il quale assieme all'Università di Ginevra finanziarono in gran parte tale spedizione.
Lo svizzero Raymond Lambert e Tenzing Norgay ingaggiati come capi dei portatori (circa 150 che portarono 30&nbsp;kg a testa a piedi per circa 1 mese) raggiunsero la quota di 8.595 metri, a soli 200 metri dalla vetta, massima altezza mai raggiunta da un uomo.
Ai 7.000 rimasero circa una settimana ed il loro fisico si deteriorò. In un solo giorno salirono a 8.000 ma la stanchezza con pochi viveri e la scarsa qualità dei respiratori impedirono ai due di raggiungere la vetta. Tenzing disse che, se anche fossero riusciti a salire in cima, non sarebbero tornati indietro vivi.
Nel 2002, il figlio e nipote di Raymond Lambert e Tenzing Norgay, in occasione del cinquantenario di tale spedizione "ginevrina" che arrivò un anno prima (1952) di Edmund Hillary (e Tenzing Norgay) a soli 200 metri dalla vetta, raggiunsero gli 8.848 metri, la vetta più alta del mondo.
 
==Monumenti e luoghi d'interesse==
=== Prima ascensione ===
Numerosi sono i luoghi d'interesse presenti sul territorio comunale. Delle strutture difensive medievali vale la pena menzionare presso la Biblioteca Civica la [http://digilander.libero.it/torredalmine/torreDalmine/''Torre Suardi''], erroneamente chiamata "Camozzi", dal nome della famiglia che ne fu proprietaria tra il [[1787]] e il [[1936]]; la ''torre di Sforzatica'' e la torre di Guzzanica. Il toponimo di Piazza Castello e la forma della piazza omonima a Mariano ci ricordano l'esistenza appunto di un castello che, secondo lo Jarnut (1980), fu costruito in forma associata e quindi di proprietà comune. Come pure nel quartiere Sabbio (comune a sé fino al 1927), si suppone ci fosse intorno all'anno 1200 pure un ''castra'' che peraltro troviamo citato nella pergamena capitolare n°372 conservata nella [[Biblioteca civica Angelo Mai|biblioteca Angelo May]] a Bergamo, dove nell'elenco delle proprietà terriere dei [[Monastero di Astino|monaci di Astino]] così è scritto:''prima petia terra est in castro de Sabio ...''(1251); comunque non è il solo documento che ne cita l'esistenza.
[[File:Hillary and tenzing.jpg|thumb|[[Edmund Hillary]] e [[Tenzing Norgay]]]]
La [[prima ascensione]] certa fu compiuta il 29 maggio 1953 dal [[Nuova Zelanda|neozelandese]] [[Edmund Hillary]] e dallo [[Sherpa]] [[Tenzing Norgay]], che lo scalarono dal Colle Sud e la cresta sud-est. La scelta del versante sud fu obbligata poiché il versante nord era chiuso per questioni politiche da anni. Stando alle dichiarazioni successive di Tenzing, divenuto celebre in patria e nel mondo, il neozelandese giunse qualche secondo prima perché in quel momento stava battendo la traccia. Giunti sulla cima, in segno di ringraziamento, Hillary pose nella neve una croce mentre Tenzing mangiava biscotti e cioccolato. Rimasero sulla vetta un quarto d'ora. Edmund Hillary è morto a 88 anni l'11 gennaio del 2008, mentre Tenzing è mancato nel 1986, a 72 anni di età.
 
[[File:Chiesa parrocchiale di Sforzatica Santa Maria d'Oleno.jpg|thumb|left|La parrocchiale di Santa Maria d'Oleno a Sforzatica]]
=== Prima ascensione femminile ===
La prima ascensione femminile fu compiuta il 16 maggio 1975 dalla giapponese [[Junko Tabei]]. La seconda ascensione fu compiuta dalla tibetana Phantog, e la terza e prima europea dalla polacca [[Wanda Rutkiewicz]] nel 1978.<ref>{{Cita|Scandellari|pp. 34-36|a250sc}}</ref>
 
=== Architetture religiose ===
La prima donna italiana a salire l'Everest è stata la campionessa italiana di [[sci di fondo]] [[Manuela Di Centa]], che ha raggiunto la cima il 23 maggio 2003.<ref>{{cita web|url=http://www.planetmountain.com/News/shownews4.lasso?l=1&keyid=34284|titolo=Everest: top per Manuela Di Centa!|editore=planetmountain.com|data=23 maggio 2003|accesso=8 marzo 2013}}</ref>
In ambito religioso molti sono invece gli edifici sacri degni di nota: nel centro la ''chiesa parrocchiale di [[San Giuseppe]]'', consacrata nel [[1931]]. Custodisce opere pittoriche risalenti al [[XVI secolo]], tra cui spicca una [[pittura su tela|tela]] col ''[[Cristo Redentore]]''.
 
Inoltre sono presenti anche:
=== Prima ascensione invernale ===
*la ''chiesetta di [[San Giorgio]]''. Erroneamente viene ritenuta la cappelletta di un convento dei [[Canonici Lateranensi]] che invece avevano il convento in Santo Spirito in [[Bergamo]]. I Canonici ne entrarono in possesso nel [[1498]], quando riscattarono i possedimenti di Dalmine dalla famiglia da Thiene di [[Vicenza]].
[[File:Mount Everest 1980 winter expedition.jpg|thumb|left|upright=0.7|La spedizione polacca del 1980 che realizzò la prima invernale]]
*la ''chiesa parrocchiale di Sant'Andrea'' in Sforzatica, venne edificata in stile [[rococò]] e conserva opere dello scultore locale Antonio Maria Pirovano.
La prima ascensione invernale fu compiuta il 17 febbraio 1980 dai polacchi [[Krzysztof Wielicki]] e [[Leszek Cichy]] per il Colle Sud e la cresta sud-est. La spedizione era guidata da [[Andrzej Zawada]] e l'Everest divenne il primo ottomila ad essere salito d'inverno.
*la ''chiesa parrocchiale Santa Maria d'Oleno'' di Sforzatica<ref>[http://www.dalmenweb.it/Sforzatica%20s.maria.htm Sforzatica: Chiesa di Santa Maria d'Oleno.]</ref>, che può essere considerata l'edificio più antico e di maggior rilevanza artistica presente sul territorio comunale. Venne edificata in tempi remoti, tanto da essere citata già in documenti risalenti al [[909]], in luogo di un precedente edificio di culto pagano riconducibile all'epoca dell'insediamento romano in Val Padana, del quale si possono ancora intravedere alcune tracce; venne ufficialmente consacrata nel 1595 dal Vescovo Giambattista Milani.
* la ''chiesa antica di Sabbio dedicata a San Michele Arc.(1754)'', in cui è presente una bella pala di Gio' Paolo Cavagna (Madonna in trono con bambino tra San Michele e S.Alessandro 1590); un organo della famiglia Bossi (rifatto nel 1881), stucchi attribuiti ai [[Camuzio]] di Lugano (1751) e sulla torre campanaria in cotto un leone di San Marco in pietra (1770) opera dello scultore sforzatichese Antonio Maria Pirovano.
 
=== Architetture militari ===
I polacchi avevano ottenuto l'autorizzazione per una doppia spedizione, una nella stagione invernale e una in quella primaverile. Per questo costruirono un grande e comodo campo base capace di ospitarle entrambe. La spedizione era composta di 25 alpinisti di cui solo cinque portatori sherpa d'alta quota, per motivi di budget ridotto. Questo significò che il materiale fu portato da un campo all'altro in gran parte dagli alpinisti stessi. Dalla Polonia furono portati in aereo cinque tonnellate di materiale e rifornimenti e il campo base fu allestito gli ultimi giorni del dicembre 1979.
==== I rifugi antiaerei ====
Già nel 1939 il territorio di Dalmine venne suddiviso in “settori di esodo”, in ognuno dei quali vennero costruite trincee di ricovero. Nel 1943, su un'area di 6.097&nbsp;km² c'erano ben 159 ricoveri antiaerei, con una cubatura di 14.385 m<sup>3</sup> ed una capienza massima di 12.000 persone.
In gran parte questi erano dislocati all'interno dello stabilimento o nelle immediate vicinanze nei quartieri “Garbagni” (detto “Baggina”) e Leonardo da Vinci (detto “Ville). Si trattava di rinforzi con travi posti all'interno di ogni caseggiato.
 
Nel frattempo la Dalmine SpA diede avvio alla progettazione ed alla realizzazione di rifugi antiaerei, scavati nei due quartieri anzidetti.
All'inizio procedettero molto spediti, in soli undici giorni costruirono tre campi: il 5 gennaio il campo 1 a {{TA|6 050 m,}} il 9 gennaio il campo 2 a {{TA|6 500 m}} e il 15 gennaio il campo 3 a {{TA|7 150 m,}} sulla parete del Lhotse. A questo punto si trovarono di fronte a {{TA|850 m}} di parete particolarmente ghiacciata che li separava dal Colle Sud e il meteo peggiorò con la presenza di forti venti. Ci volle quasi un mese di tentativi per superare questa zona e solo l'11 febbraio Fiut, Holnicki e Wielicki riuscirono a raggiungere il Colle Sud. Qui i soli Fiut e Wielicki bivaccarono per una notte, utilizzando bombole di ossigeno e con una temperatura esterna di {{M|−40||°C}}. Il giorno successivo rientrarono ai campi inferiori e gli diedero il cambio lo stesso capo spedizione Zawada e Szafirski, che montarono la tenda del Campo 4 al Colle Sud. Prepararono quindi materiale e bombole d'ossigeno per i successivi tentativi e rientrarono anch'essi ai campi più bassi.
Esternamente i due rifugi mantengono ancora oggi il loro aspetto originale anche se soltanto quello del quartiere “Leonardo da Vinci” conserva ancora i caratteristici camini di aerazione. I due rifugi risultano essere strutturalmente uguali.
 
Sono costituiti da due pozzi che contengono ciascuno una scala a chiocciola attraverso la quale si giunge ad una profondità di 20 metri. A questo punto i due pozzi sono collegati tra loro da una galleria lunga circa 40 metri, che costituisce il vero e proprio rifugio antiaereo. Alle due estremità sono ricavate delle stanze che costituivano la sala comunicazioni e l'infermeria. In altre stanze erano collocati i servizi igienici e i locali dove erano sistemati i macchinari per il ricircolo dell'aria. Tra le caratteristiche di questo impianto c'erano le cosiddette “biciclette”, cioè degli elettroventilatori a quattro pedaliere che dovevano produrre un ricircolo forzato dell'aria.
Il 16 febbraio, a un solo giorno dallo scadere dei permessi per la spedizione invernale, Wielicki e Cichy partirono per un ultimo tentativo. La sera raggiunsero il campo 4 al Colle Sud e passarono la notte in tenda con una temperatura esterna di {{M|−42||°C}}. Il 17 febbraio partirono alle 6:30 di mattina con una bombola di ossigeno a testa e raggiunsero infine la vetta dell'Everest alle 14:25. La discesa si concluse con il loro rientro al campo base il 19 febbraio.<ref>{{Cita pubblicazione|autore=Andrzej Zawada|rivista=Alpine Journal|anno=1984|titolo=Mount Everest The First Winter Ascent|url=http://www.alpinejournal.org.uk/Contents/Contents_1984_files/AJ%201984%2050-59%20Zawada%20Everest.pdf|lingua=inglese|accesso=12 marzo 2013}}</ref><ref>{{Cita|Scandellari|p. 211|a250sc}}</ref>
Il pavimento è costituito da piastre in cemento di 1 x 0,45 m, posate in modo da creare un'intercapedine di circa 20&nbsp;cm tra il pavimento e il terreno. Grazie a questa caratteristica costruttiva, all'interno della struttura il livello di umidità risulta relativamente basso e non vi è traccia di infiltrazioni d'acqua.
 
Nel rifugio del quartiere “Leonardo da Vinci” si possono osservare alcuni tratti dell'impianto elettrico originale e i resti di due cartelli che imponevano il divieto di fumare. A metà galleria si può ammirare una stalattite filiforme, unico esempio di concrezione rilevata in queste strutture.
=== Prima ascensione italiana ===
La prima ascensione italiana fu compiuta nel 1973. La spedizione fu guidata e voluta dall'esploratore, alpinista e mecenate [[Guido Monzino]], che commentò:<ref>{{Treccani|guido-monzino_(Dizionario-Biografico)|Guido Monzino}}</ref> {{Citazione|l'intento è quello di portare il tricolore sulla più alta montagna del mondo, per concorrere sul piano internazionale ad un'affermazione di prestigio per la patria.}}
 
Il rifugio antiaereo del quartiere Garbagni venne riaperto al pubblico in occasione del 50º anniversario del bombardamento nel 1994.
Si trattava di una spedizione imponente: era composta da 55 militari e 8 civili, utilizzava 110 tonnellate di materiale, trasferito con tre [[Lockheed C-130 Hercules|C-130]], e durò tre mesi. Furono impiegati sei campi, di cui l'ultimo a {{TA|8 400 m.}} Il 5 maggio raggiunsero la vetta due italiani, Mirko Minuzzo, [[sergente]] degli [[Alpini]], e Rinaldo Carrel, [[guida alpina]], con due portatori sherpa, Lhakpa Tenzing e Sambu Tamang. Il 7 maggio la cima fu salita nuovamente da tre italiani, Fabrizio Innamorati, [[capitano]] del battaglione Carabinieri Paracadutisti, Claudio Benedetti, [[sergente maggiore]] degli Alpini, e Virginio Epis, [[maresciallo]] degli Alpini, con il portatore Sonam Gyaltzen.<ref>{{cita|AA. VV. La montagna|p. 60|lm4}}</ref><ref>{{cita libro|autore=Mario Fantin|titolo=Tricolore sulle più alte vette|editore=[[Club Alpino Italiano]]|anno=1975|pp=68-70|capitolo=Everest}}</ref>
 
=== Altro ===
Nella spedizione furono anche utilizzati tre elicotteri per portare gli alpinisti al campo base, recuperarli in caso di difficoltà, e trasportare il materiale lungo la seraccata del [[ghiacciaio Khumbu]], dal campo base al campo 2, a {{TA|6 500 m,}} fatto che suscitò diverse polemiche. Si trattava di elicotteri del modello [[Bell UH-1 Iroquois|Agusta-Bell AB-205A-1]], nominati ''Italia 1'', ''Italia 2'' e ''Italia 3''. L'atterraggio del 1º aprile 1973 a {{TA|6 500 m}} di ''Italia 1'', pilotato dal capitano Paolo Landucci di Viterbo e Nicola Paludi, sergente maggiore del [[Centro addestramento alpino]] di [[Aosta]], costituì un record mondiale. Lo stesso elicottero ''Italia 1'' si schiantò il 18 aprile poco sotto il campo 2, per delle difficili condizioni meteorologiche, e l'equipaggio rimase fortunosamente solo lievemente ferito. I resti dell'elicottero sono rimasti in loco per 36 anni fino al 2009, quando sono stati rimossi dalla spedizione ''Eco Everest Expedition''.<ref>{{cita web|url=http://www.montagna.tv/cms/?p=10403|titolo=Everest: rimosso l’elicottero italiano schiantato a 6100 metri|editore=montagna.tv|data=4 giugno 2009|accesso=13 marzo 2013}}</ref><ref>{{cita web|url=http://www.montagna.tv/cms/?p=26357|titolo=Everest 1973: gli elicotteri di Monzino|editore=montagna.tv|data=4 giugno 2009|accesso=13 marzo 2013}}</ref><ref>{{cita web|url=http://www.everestnews.com/everestnews2/everest19973u09092005.htm|titolo=Everest 1973 Expedition and the Everest Helicopter!|lingua=en|editore=everestnews.com|accesso=13 marzo 2013}}</ref>
[[File:Dalmine monumento casello.jpg|thumb|Il monumento agli agenti di polizia uccisi]]
Presso il casello d'ingresso al tratto autostradale [[Milano]]-[[Venezia]], è stato posto un particolare monumento a memoria dell'omicidio di due agenti di polizia, [[Luigi D'Andrea]] e [[Renato Barborini]], da parte del bandito [[Renato Vallanzasca]]. Il monumento ha la forma di un grosso tubo, che richiama la principale produzione industriale di Dalmine, con alcuni fori di arma da fuoco a rappresentare il fatto delittuoso che commemora.
 
==Tempo libero==
=== Altre prime ascensioni ===
Per Dalmine passa il [[Brembo (fiume)|fiume Brembo]] (che denomina anche l'omonimo sobborgo), il quale viene simpaticamente chiamato "il mare di Dalmine".
[[File:Reinhold Messner in Koeln 2009.jpg|thumb|upright=0.7|[[Reinhold Messner]] ha compiuto la prima salita senza ossigeno con [[Peter Habeler]] e la prima solitaria]]
Non è infrequente infatti, durante i weekend che vanno in genere da Pasqua (e il lunedì in Albis in particolare) sino ad ottobre, vedere moltitudine di persone che si ristorano sulle sponde del fiume, in aree appositamente attrezzate vicino al rifugio degli alpini.
L'8 maggio 1978 [[Reinhold Messner]] e [[Peter Habeler]] compirono la prima salita senza l'ausilio di ossigeno supplementare. Facevano parte di una spedizione austriaca guidata da Wolfgang Nairz. Si trattava della quattordicesima salita dell'Everest. Sei alpinisti della spedizione raggiunsero la cima, tra questi [[Reinhard Karl]] fu il primo tedesco in vetta all'Everest.<ref>{{Cita|Messner, Sopravvissuto|pp. 73-76|sm14o}}</ref>
 
== Società ==
Tra il 18 e il 20 agosto 1980 lo stesso Messner compì la prima solitaria dell'Everest, per il versante nord, sempre senza ossigeno. Durante la salita aprì inoltre una variante che collega la cresta nord al ''couloir Norton''.<ref name="sm14o7679">{{Cita|Messner, Sopravvissuto|pp. 76-79|sm14o}}</ref>
=== Evoluzione demografica ===
{{Demografia/Dalmine}}
 
== Cultura ==
Il 27 maggio 1998 [[Tom Whittaker (alpinista)|Tom Whittaker]] è stato il primo alpinista disabile a raggiungere la cima.<ref>{{cita web|url=http://classic.mountainzone.com/features/whittaker/|titolo=Tom Whittaker & Everest: A Disabled Climber Reflects|lingua=en|editore=mountainzone.com|autore=Mark Moran|accesso=9 marzo 2013}}</ref>
=== Istruzione ===
[[File:Faculty of Engineering Bergamo.jpg|thumb|left|L'ingresso della facoltà di Ingegneria, in viale Marconi]]
A Dalmine ha sede la facoltà di Ingegneria dell'[[Università degli Studi di Bergamo]] con i corsi di studio attivi di Ingegneria Meccanica, Edile, Informatica, Gestionale e delle Tecnologie per la salute.
 
A Dalmine ha anche sede il [[polo per l'innovazione tecnologica della provincia di Bergamo]], nel quale sono attive numerose aziende dell'[[Information Technology]].
Il 25 maggio 2001 il trentaduenne [[Erik Weihenmayer]] di [[Boulder (Colorado)]] è stato il primo alpinista non vedente a raggiungere la cima.<ref>{{cita web|url=http://climb.mountainzone.com/2002/story/weihenmayer/html/photo02.asp|titolo=Erik Weihenmayer, Interview, Blind Man Climbs Seven Summits|lingua=en|editore=mountainzone.com|accesso=9 marzo 2013}}</ref>
 
=== Statistiche e recordMusei ===
A Brembo di Dalmine è operante l'interessante [[Museo Permanente del Presepio]] inaugurato nel 1974 e dedicato all'arte [[Presepe|presepiale]] italiana ed estera.
Al 2010 risultano {{TA|5 104}} le persone che sono riuscite a raggiungere con successo la vetta dell'Everest,<ref>{{en}} {{cita web|url=http://www.8000ers.com/cms/en/download.html?func=fileinfo&id=215|titolo=Routes - Everest|editore=8000ers.com|data=24 settembre 2011|accesso=8 marzo 2013}}</ref> e 219 quelle che vi hanno perso la vita.<ref>{{en}} {{cita web|url=http://www.8000ers.com/cms/en/download.html?func=fileinfo&id=171|titolo=Fatalities - Everest|editore=8000ers.com|data=6 maggio 2011|accesso=8 marzo 2013}}</ref>
 
== Geografia antropica ==
Il record di salite lo detiene l'alpinista e portatore [[sherpa]] [[nepal]]ese [[Apa Sherpa]] con ventuno ascensioni (a maggio 2011).<ref>{{en}} {{cita web|url=http://www.alpinist.com/doc/web11s/newswire-apa-sherpa|titolo=Apa Sherpa Summits Everest 21 Times|editore=alpinist.com|autore=Keese Lane|data=11 maggio 2011|accesso=8 marzo 2013}}</ref>
=== Urbanistica ===
==== La città dell'azienda e del fascismo ====
 
[[File:City hall dalmine.JPG|thumb|left|Il palazzo comunale, in piazza della Libertà, di chiaro stile fascista]]Un primo sguardo al centro comunale consente di apprezzare le "nuove" costruzioni e di cogliere nell'aspetto urbanistico della città le gerarchie del potere presenti negli [[anni 1930|anni trenta]] del Novecento.
Il record di velocità di salita con utilizzo di ossigeno è stato stabilito il 21 maggio 2004 da Pemba Dorjie Sherpa in 8 ore e 10 minuti. I record precedenti, sempre con utilizzo di ossigeno, erano di Lhakpa Gelu Sherpa, il 25 maggio 2003 in 10 ore e 56 minuti e dello stesso Pemba Dorjie, il 22 maggio 2003 in 12 ore e 45 minuti.<ref>{{cita libro|autore=[[Silvio Mondinelli]]|titolo=Alpinismo d'alta quota|editore=[[Hoepli (casa editrice)|Hoepli]]|anno=2009|url=http://books.google.it/books?id=ETXF6jtHgQ8C|p=100|isbn=978-88-203-4395-8}}</ref>
 
Due le strade realizzate in quel periodo che immettevano a Dalmine: l'asse principale, il ''[[Cardine (storia romana)|cardo maximus]]'' nord-sud (viale Benedetti, oggi Betelli), incrociava quello secondario est-ovest (viale Locatelli / Marconi), il ''[[Decumano|decumanus]]'', dando origine alla ''Piazza Impero'' (oggi ''Piazza Libertà''), l'antico Forum, con al centro il monumento al tubo alto 60 metri, comunemente chiamato "antenna".
[[File:Apa Sherpa.jpg|thumb|[[Apa Sherpa]] è salito ventuno volte sull'Everest]]
L'alpinista più giovane ad aver raggiunto la vetta dell'Everest è [[Jordan Romero]], all'età di 13 anni. La salita è avvenuta il 22 maggio 2010 insieme al padre Paul, la compagna del padre Karen Lundgren e tre portatori sherpa, Ang Pasang Sherpa, Lama Dawa Sherpa e Lama Karma Sherpa. La via di salita è stata la cresta nord-est, sul versante cinese, ed è stata effettuata in [[stile himalayano]] e con utilizzo di bombole di ossigeno.<ref>{{Cita web|url=http://www.repubblica.it/sport/2010/05/22/news/tredicenne_everest-4253904/|titolo=A 13 anni sul tetto del mondo Il più giovane a scalare l'Everest|editore=repubblica.it|data=22 maggio 2010|accesso=8 marzo 2013}}</ref><ref>{{en}} {{cita web|url=http://www.himalayandatabase.com/2010%20Season%20Lists/2010%20Spring%20A3.html|titolo=Himalayan Database Expedition Archives|editore=himalayandatabase.com|accesso=8 marzo 2013}}</ref> Prima di Romero il record era stato detenuto dallo sherpa Temba Tsheri, il 24 maggio 2001 a 15 anni e dal britannico Edward Michael Grylls, meglio noto come [[Bear Grylls]], nel 1998 a 23 anni.
 
Su un lato della piazza era posto il ''Municipio'' a cui si contrapponeva la ''[[Casa del Fascio]]'' con la ''Torre littoria''. ''“Nel 1938 le torri littorie non erano più le torri campanarie del Comune. Non stava più lì il simbolo comunitario del potere e dello Stato. Quella era l'ideologia urbanistica del '32, che si rifaceva all'Italia dei comuni”.''
La più giovane alpinista donna a raggiungere la vetta è la [[sherpa]] [[nepal]]ese [[Ming Kipa]], il 24 maggio 2003 a 15 anni.<ref>{{cita web|url=http://www.guardian.co.uk/world/2003/may/25/everest.nepal|titolo=Teenage girl conquers Everest, 50 years on|lingua=en|editore=guardian.co.uk|autore=Luke Harding|data=25 maggio 2003|accesso=9 marzo 2013}}</ref> La più giovane non nepalese è la statunitense [[Samantha Larson]], che ha salito l'Everest il 16 maggio 2007 a 18 anni.<ref>{{cita web|url=http://www.corriere.it/Primo_Piano/Cronache/2007/05_Maggio/21/scalatrice_montagne_everest_samantha.shtml|titolo= A 18 anni sulle vette dei sette continenti|editore=corriere.it|autore=Francesco Tortora|data=21 maggio 2007|accesso=9 marzo 2013}}</ref>
 
Nel '38 invece l'ideologia urbanistica s'è radicalizzata: "il fascismo è lo Stato, il potere vero è là"<ref>[Antonio Pennacchi, Fascio e martello. Viaggio per le città del duce. Laterza, 2008]</ref>. Per cui la torre littoria, simbolo del potere politico, fu posta a completare la casa del fascio. [[File:Piazza caduti 6 luglio 1944.jpg|thumb|Piazza Caduti 6 luglio 1944, già piazza 20 marzo 1919]][[File:Old Dalmine Entrance.JPG|thumb|left|Il vecchio ingresso della Tubi Dalmine, anch'esso in stile fascista]]Ma per Dalmine la Piazza Impero non era il vero centro del potere, perché mentre a nord si apriva verso l'aperta campagna, a sud il cardo era sbarrato dal ''Palazzo della direzione'' dello stabilimento. Tra questi due estremi erano poste le abitazioni, i negozi, la chiesa e la scuola. L'effetto che l'architetto [[Giovanni Greppi (architetto)|Giovanni Greppi]] aveva ottenuto era quello di ''“monumentalizzare una via chiudendone la prospettiva sulla facciata di un edificio rappresentativo”'', quello della vera sede del potere: la sede della direzione dello stabilimento. La chiesa di S. Giuseppe era significativamente orientata verso l'azienda, invece che sul tradizionale asse est-ovest, ed era priva del campanile.
L'alpinista più anziano ad aver raggiunto la vetta dell'Everest è il giapponese [[Yuichiro Miura]], il 23 maggio 2013, all'età di 80 anni.<ref>{{cita web|url=http://www.guinnessworldrecords.com/world-records/1/oldest-person-to-climb-mt-everest-%28male%29|titolo=Oldest person to climb Mt Everest (male)|lingua=en|editore=guinnessworldrecords.com|accesso=20 agosto 2013}}</ref><ref>{{cita web|url=http://www.montagna.tv/cms/?p=47794|titolo=È record: Mr. Miura in vetta all'Everest a 80 anni|editore=montagna.tv|autore=Sara Sottocornola|data=23 maggio 2013|accesso=19 agosto 2013}}</ref> Prima di lui il record era stato detenuto dal nepalese Min Bahadur Sherchan, il 25 maggio 2008 a 76 anni.<ref>{{cita web|url=http://www.telegraph.co.uk/news/worldnews/asia/nepal/6639933/Oldest-Mt-Everest-climber-Nepalese-man-76-conquers-worlds-highest-peak.html|titolo=Oldest Mt Everest climber: Nepalese man, 76, conquers world's highest peak|lingua=en|editore=telegraph.co.uk|data=24 novembre 2009|accesso=8 marzo 2013}}</ref>
 
Davanti allo stabilimento, a ricordo della venuta di [[Benito Mussolini|Mussolini]] a Dalmine, si apriva la ''Piazza 20 marzo 1919'', ancora oggi esistente ma chiamata ''Piazza Caduti del 6 luglio 1944'' (bombardamento di Dalmine), circondata dagli italici pini marittimi. La fontana era sovrastata da un grande pannello in marmo (abbattuto nel 1945) con riprodotto il discorso del [[Duce]] che enunciava l'accordo tra capitale e lavoro, alla base della politica corporativa fascista. Dalmine era così diventata il grande palcoscenico delle manifestazioni fasciste.
La prima persona ad avere scalato due volte la vetta dell'Everest è stato lo sherpa [[Nawang Gombu]], effettuate il 1º maggio 1963, insieme a [[Jim Whittaker]], primo statunitense in vetta, e il 10 maggio 1965, con una spedizione indiana.<ref>{{cita web|url=http://www.everesthistory.com/sherpas/nawanggombu.htm|titolo=The Sherpas of Everest Series: Nawang Gombu Sherpa|lingua=en|editore=everesthistory.com|accesso=11 marzo 2013}}</ref>
 
Spazzando via il vecchio centro e la villa Camozzi ''(1840 circa), che ad inizio Novecento ospitava un museo di cimeli del risorgimento appartenuti a [[Gabriele Camozzi]]'', l'azienda aveva risparmiato due strutture medievali: la torre Suardi e la chiesetta di S. Giorgio. Quasi a significare che questo territorio, grazie al suo contributo, era passato direttamente dal Medioevo all'età moderna.
Il record di permanenza in vetta è di 21 ore, stabilito nel 1999 da [[Babu Chiri Sherpa]].<ref>{{cita web|url=http://www.everestnews.com/sherpa.htm|titolo=Babu Chiri Sherpa|lingua=en|editore=everestnews.com|accesso=9 marzo 2013}}</ref>
 
=== Frazioni ===
Nel 1990 l'australiano [[Tim Macartney-Snape]], già autore di una nuova via sulla parete nord dell'Everest nel 1984, ha salito l'Everest partendo a piedi dal livello del mare, in tre mesi.<ref>{{cita web|url=http://www.seatosummit.com.au/sponsorship/tim-maccartney-snape/|titolo=Tim Macartney-Snape|lingua=en|editore=seatosummit.com.au|accesso=11 marzo 2013}}</ref>
 
Dalmine si divide in sette nuclei che ne costituiscono il comune<ref>
Nel 1996 lo svedese [[Göran Kropp]] è divenuto la prima persona a raggiungere l'Everest in bicicletta partendo da casa, scalarlo senza ossigeno e tornare in bicicletta.<ref>{{cita web|url=http://community.seattletimes.nwsource.com/archive/?date=20021002&slug=swede02m0|titolo=Adventurer is killed in fall: Göran Kropp was elite climber, skier, cyclist|lingua=en|editore=seattletimes.nwsource.com|autore=Dave Birkland and Craig Welch|accesso=11 marzo 2013}}</ref>
[http://www.comune.dalmine.bg.it/Allegati/files/DatiStatistici/2013/PopolazioneStraniera13.pdf Comune di Dalmine - osservare il secondo grafico a torta] </ref>:
* Brembo;
* Dalmine centro;
* Guzzanica;
* [[Sforzatica|Sforzatica Sant'Andrea]];
* Sforzatica Santa Maria;
* [[Mariano al Brembo]];
* Sabbio Bergamasco.
 
== Economia ==
Nel 1991 all'età di 28 anni, [[Battistino Bonali]] è divenuto il più giovane alpinista italiano ad aver scalato l'everest in puro [[stile alpino]] per il versante Nord.<ref>{{Cita web|autore = |url = http://www.everestsummiteersassociation.org/index.php?option=com_content&view=article&id=25:italy|titolo = List of successful climbers in chronological order starting from 1953 to 2009 Spring on the summit of Everest.|accesso = |data = }}</ref><ref>{{Cita libro|autore = Oreste Forno|titolo = grazie montagna|anno = 1994|editore = Grafica Sovino|città = }}</ref>
=== Industria ===
{{...||centri abitati}}
 
[[Tenaris]]
=== Traversate e concatenamenti ===
La prima traversata dell'Everest è stata compiuta nel 1963 dagli alpinisti statunitensi [[Tom Hornbein]] e [[Willi Unsoeld]] che salirono l'Everest dalla cresta ovest, ancora inviolata, e discesero per la cresta sud-est e il Colle Sud. Durante la salita percorsero parte della parete nord, lungo il ''couloir Hornbein'', da allora dedicato all'alpinista.<ref>{{cita web|url=http://www.everesthistory.com/climbers/hornbein.htm|titolo=Tom Hornbein|lingua=en|editore=everesthistory.com|accesso=9 marzo 2013}}</ref>
 
== Amministrazione ==
Nel 2006 [[Simone Moro]] ha compiuto la prima solitaria della traversata sud-nord dell'Everest, salendo la cima dal Nepal e scendendo poi in Tibet.<ref>{{cita web|url=http://www.planetmountain.com/News/shownews4.lasso?l=1&keyid=35135|titolo=Himalaya: Simone Moro compie la traversata dell'Everest da Sud a Nord|editore=planetmountain.com|data=20 maggio 2006|accesso=9 marzo 2013}}</ref>
{{ComuniAmminPrecTitolo}}
{{ComuniAmminPrec
|23 aprile [[1995]]
|14 giugno [[1999]]
|Antonio Bramani
|[[Lega Nord]]
|[[Sindaco (Italia)|Sindaco]]
|
}}
{{ComuniAmminPrec
|14 giugno [[1999]]
|8 giugno [[2009]]
|Francesca Bruschi
|[[Democratici di Sinistra]]
|[[Sindaco (Italia)|Sindaco]]
|
}}
{{ComuniAmminPrec
|8 giugno [[2009]]
|19 marzo [[2013]]
|Claudia Maria Terzi
|[[Lega Nord]]
|[[Sindaco (Italia)|Sindaco]]
|<ref>Sospesa dopo essere diventata assessore regionale.</ref>
}}
{{ComuniAmminPrec
|19 marzo [[2013]]
|9 giugno 2014
|Alessandro Cividini
|[[Lega Nord]]
|[[Vicesindaco]]
|
}}
{{ComuniAmminPrec
|9 giugno [[2014]]
|'' in carica''
|Lorella Alessio
|[[Partito Democratico (Italia)|Partito Democratico]]
|[[Sindaco (Italia)|Sindaco]]
|
}}
{{ComuniAmminPrecFine}}
 
== Infrastrutture e trasporti ==
Il concatenamento dell'Everest più ambito è quello con il [[Lhotse]], dal quale è separato dal Colle Sud. È stato realizzato dallo statunitense Michael Horst in ventuno ore il 14 e 15 maggio 2011. Tuttavia l'alpinista ha utilizzato bombole di ossigeno durante la pausa del 14 pomeriggio al Colle Sud e ha usufruito di corde fisse sul Lhotse, preparate dagli sherpa mentre saliva l'Everest.<ref>{{cita web|url=http://www.alpinist.com/doc/web11s/newswire-speed-everest-lhotse|titolo=Everest and Lhotse in 21 Hours|lingua=en|editore=alpinist.com|autore=Dan Schwartz|data=19 maggio 2011|accesso=10 marzo 2013}}</ref>
La [[Stazione di Verdello-Dalmine|stazione ferroviaria di Verdello-Dalmine]], posta lungo la [[ferrovia Bergamo-Treviglio]] è servita da treni regionali svolti da [[Trenord]] nell'ambito del contratto di servizio stipulato con la [[Regione Lombardia]].
 
Fra il [[1890]] e il [[1953]] la località era servita dalla [[tranvia Monza-Trezzo-Bergamo]], che proprio a Dalmine aveva una diramazione, attiva fino al [[1947]] lungo via Locatelli, a servizio delle maestranze operaie del vicino [[Dalmine (azienda)|stabilimento siderurgico]]<ref>{{cita libro|autore=Paolo Zanin|titolo=Monza e i suoi tram. Storia dei collegamenti tranviari da Monza a Milano e alla Brianza|ed=2|anno=2009|editore=Phasar|città=Firenze|cid=Zanin (2009)}} ISBN 978-88-6358-028-0.</ref>.
Il concatenamento Everest-Lhotse è stato tentato più volte, tra gli altri, da Simone Moro. Nel 1997 Moro prova il concatenamento con [[Anatoli Boukreev]]. Nel 2000 e 2001 è insieme a [[Denis Urubko]]: nel 2000 deve abbandonare per la troppa neve presente lungo la salita verso il Lhotse<ref>{{cita web|url=http://www.planetmountain.com/News/shownews.lasso?l=1&keyid=33024|titolo=Simone Moro e Denis Urubku in cima all'Everest|editore=planetmountain.com|data=26 maggio 2000|accesso=9 marzo 2013}}</ref> e nel 2001 in seguito alle troppe fatiche spese per salvare un alpinista nella notte, fatto per il quale è stato decorato con la [[medaglia d'oro al valor civile]].<ref>{{cita web|url=http://www.planetmountain.com/News/shownews4.lasso?l=1&keyid=33506|titolo=Traversata Lhotse-Everest|editore=planetmountain.com|data=24 maggio 2001|accesso=9 marzo 2013}}</ref> Nel 2012 abbandona l'impresa per il troppo affollamento lungo la via che conduce al Colle Sud.<ref>{{cita web|url=http://www.planetmountain.com/News/shownews1.lasso?l=1&keyid=39595|titolo=Everest come Gardaland, intervista a Simone Moro dopo la rinuncia al progetto di salire Everest e Lhotse|editore=planetmountain.com|autore=Vinicio Stefanello|data=24 maggio 2012|accesso=9 marzo 2013}}</ref>
 
== Sport ==
Tra il 18 e il 20 maggio 2013 il britannico [[Kenton Cool]] è riuscito nel primo concatenamento di [[Nuptse]], Everest e Lhotse, senza passare dal campo base. Partito la mattina del 18 maggio ha salito prima il Nuptse e quindi l'Everest e il Lhotse, dopo due soste al Colle Sud. Ha utilizzato ossigeno supplementare e corde fisse su tutte e tre le montagne. Sull'Everest e sul Lhotse era accompagnato da Dorje Gylgen Sherpa.<ref>{{cita web|url=http://www.planetmountain.com/News/shownews1.lasso?l=1&keyid=40882|titolo=Nuptse, Everest e Lhotse per Kenton Cool e Dorje Gylgen Sherpa|editore=planetmountain.com|data=21 maggio 2013|accesso=3 giugno 2013}}</ref><ref>{{cita web|url=http://www.planetmountain.com/News/shownews1.lasso?l=1&keyid=40960|titolo=Kenton Cool, l'intervista sul suo concatenamento di Nuptse, Everest e Lhotse|editore=planetmountain.com|data=12 giugno 2013|accesso=13 giugno 2013}}</ref>
Il 2 giugno [[1997]] la 16ª tappa del [[Giro d'Italia]] 1997 si è conclusa a Dalmine con la vittoria di [[Fabiano Fontanelli]].
 
Formazioni calcistiche dilettantistiche affiliate alla [[FIGC]] presenti in Dalmine:
== Vie alpinistiche ==
Città di Dalmine, (Prima Categoria), la nuova compagine Dalminese "F.C.D. Dalmine 2012" e poi S.S.Brembo (2ªCategoria), US Sabbio e Mariano Dalmine (3ª Categoria)
[[File:STS058-101-12 2.JPG|thumb|ALT= Immagine dal satellite delle vie di ascesa alla vetta dell'Everest|Vie di ascesa alla vetta dell'Everest da nord (giallo) e sud (arancione)]]
L'Everest ha due percorsi principali di ascesa: la via per il Colle Sud e la cresta sud-est, considerata la [[via normale]] e alla quale si accede dal [[Nepal]]<ref>{{cita web|url=http://www.summitpost.org/south-col-or-southeast-ridge/165530|titolo=South Col or Southeast Ridge|lingua=en|editore=summitpost.org|data=14 dicembre 2008|accesso=9 marzo 2013}}</ref> e la via per il ''Colle Nord'' e la cresta nord-est, alla quale si accede dal [[Tibet]].
 
La compagine del ''CRAL DALMINE'' milita dal 2005 nel campionato di C Silver di pallacanestro, ed ha squadre in sei campionati giovanili per un totale di 250 atleti.
Il percorso da sud è quello tecnicamente più semplice e anche più utilizzato. Fu il percorso scelto da Hillary e Norgay (i primi scalatori dell'Everest), il 28 maggio [[1953]]; ai tempi la scelta fu costretta in quanto la frontiera tibetana era chiusa dal [[1949]].
 
Dal [[2008]], anche il rugby sarà presente a Dalmine con l'iscrizione al [[Campionato Italiano di Serie C]] della neonata [[Rugby Dalmine]], costola del [[Cus Bergamo Rugby]].
Le ascese vengono effettuate nel periodo primaverile prima dell'inizio del [[monsoni|monsone]] estivo. In questo periodo si verifica anche una modifica della [[corrente a getto]] che provoca una riduzione della velocità media del vento in alta montagna. A volte vengono fatti dei tentativi di scalata nel periodo successivo al monsone estivo ma la presenza di [[neve]] rappresenta un ostacolo notevole.
 
==Note==
A partire dagli [[anni 1980|anni ottanta]] la cima dell'Everest è diventata meta frequente di spedizioni commerciali. Il numero di alpinisti che conquistano la cima è aumentato sensibilmente. Lo svantaggio di questa massificazione della scalata dell'Everest è l'inquinamento ambientale da campi base. È anche proporzionalmente aumentato il numero di incidenti, spesso mortali.
<references/>
 
==Bibliografia==
=== Colle Sud e cresta sud-est ===
* PAGNONI Luigi, ''Chiese parrocchiali bergamasche: appunti di storia e arte'', Bergamo 1992.
[[File:Kathmandu , Nepal , Himalayas ,Everest 2.jpg|thumb|left|Il campo base nepalese]]
* LANGÉ S., PACCIAROTTI G., ''Barocco Alpino. Arte e architettura religiosa del Seicento: spazio e figuratività'', Milano 1994, 220.
Le spedizioni che pianificano un'ascesa dal Colle Sud, per la cresta sud-est, solitamente atterrano a Lukla {{TA|(2 860 m)}} provenienti da [[Kathmandu]] e poi marciano fino al campo base che si trova in Nepal sul versante sud dell'Everest a quota {{TA|5 380 m.}} Il tempo di marcia varia dai sei agli otto giorni, necessari per acclimatarsi in modo da evitare il [[mal di montagna]].
* MAZZARIOL Paolo, ''I Camuzio di Montagnola. Stuccatori a Bergamo e nel Bergamasco'', in Giorgio Mollisi (a cura di), ''Svizzeri a Bergamo nella storia, nell'arte, nella cultura, nell'economia dal Cinquecento ad oggi. Campionesi a Bergamo nel Medioevo'', Arte&Storia, anno 10, numero 44, settembre-ottobre 2009, 236-245 (con ampia bibliografia).
* [http://digilander.libero.it/torredalmine/torreDalmine/Personale.html PESENTI Claudio], CORTESE Valerio, SUARDI Enzo, [http://digilander.libero.it/centenariolavoro/Ricerca%20storica.html ''Le campane e la sirena. Le comunità parrocchiali nelle trasformazioni del lavoro e del territorio: 1909-2009''], [http://www.centrograficostampa.it/ Edizioni Kolbe], 2010. ISBN 978-88-8142-063-6. ''Oltre alla descrizione riguardante il centro comunale durante il fascismo, un capitolo è dedicato alla istituzione del comune, alle vicende della guerra e della fine del fascismo, alla fondazione del nuovo villaggio del Brembo e al periodo del terrorismo.''
* MERLA Paolo, ''Da Garibaldi a D'Annunzio. Storia, libri e gesta di una famiglia lombarda'', Eurolito, Bergamo 2005.
* MERLA Paolo, ''Il generale De Chaurand e la dignità della memoria'', Grafica & Arte, Bergamo 2009.
* MERLA Paolo, Garibaldi, Un UOMO dimenticato, Sestante Edizioni, Bergamo 2007.
* PESENTI Claudio, SPERONI Vasco, SPREAFICO Edi, ''Dalmine: cenni di storia dalle origini al 1963'', Comune di Dalmine, 1982.
* NICOLI Dario, ''Dalmine: l'azienda, i lavoratori, il territorio. La pastorale di fronte alle nuove realtà del lavoro'', Edizioni Kolbe 2008 (pp.&nbsp;128). ISBN 978-88-8142-062-9
Tomaso Ghisetti ALLA RICERCA DELLE RADICI DI DALMINE (2 VOLUMI) Dalmine 1998 prima edizione vol. 1 480 pagine, vol. 2 286 pagine, con illustrazioni
 
==[http://dalmine-fonti-documenti.it/archivio-storico-comunale/ Video]==
Le attrezzature e i rifornimenti sono trasportati dagli [[yak]] e dai portatori fino al campo base sul [[ghiacciaio]] del [[Khumbu]].
* GANDIN Michele, ''Villaggio modello'', Incom, 1941.
* GANDIN Michele, ''Andando verso il popolo'', Incom, 1941.
* COMUNE DI DALMINE, ''Dalmine, Operazione 614'', Multimagine, Bergamo, 1994. Regia: Luigi Corsetti. Sceneggiatura: Luigi Corsetti, Mattia Rossi, Vasco Speroni. Ricerca storica: Claudio Pesenti.
* PARROCCHIA CUORE IMMACOLATO DI MARIA AL BREMBO, ''Brembo: Una parrocchia un quartiere'', Multimagine, Bergamo, 1995. Regia: Luigi Corsetti. Sceneggiatura: Luigi Corsetti, Claudio Pesenti.
* PARROCCHIA S. MARIA D'OLENO, ''S. Maria d'Oleno, Alle radici della storia di Dalmine'', Multimagine, Bergamo, 1995. Regia: Luigi Corsetti. Sceneggiatura: Luigi Corsetti, Claudio Pesenti.
* I RIFUGI ANTIAEREI DEI QUARTIERI LEONARDO DA VINCI E MARIO GARBAGNI DI DALMINE, AJP Studio, Dalmine, 2007. Regia: Alberto Nacci. Testi: Andrea Thum. Sceneggiatura: Alberto Nacci.
 
==Voci correlate==
Gli alpinisti trascorrono un paio di settimane al campo base per acclimatarsi all'[[altitudine]]. Durante questo periodo gli [[sherpa]] e alcuni alpinisti della spedizione installano le corde e le scale nel pericoloso ghiacciaio del [[Khumbu]]. [[seracco|Seracchi]] e blocchi di ghiaccio mobili lo rendono uno dei tratti più pericolosi dell'intera ascesa della via normale da sud: molti alpinisti e sherpa, infatti, vi hanno perso la vita. Per ridurre il rischio, gli alpinisti di solito cominciano la loro ascesa prima dell'alba. Una volta che la luce solare raggiunge il [[ghiacciaio]], il pericolo aumenta notevolmente. Sopra il [[ghiacciaio]] si trova il campo I, detto anche ''advanced base camp'' (ABC), a quota {{TA|6 065 m.}}
* [[Stazione di Verdello-Dalmine]]
 
==Altri progetti==
Dal campo I, gli alpinisti salgono sulla Western Cwm fino alla base del [[Lhotse]] dove si trova il campo II a {{TA|6 500 m.}} Il Western Cwm ("''Cwm''" è una parola gallese che significa "valle a forma di ciotola") è una valle glaciale delimitata dai versanti di Everest, Lhotse e Nuptse relativamente piana con una pendenza molto dolce, contrassegnata da enormi [[crepacci]] nel centro che impediscono l'accesso alle quote più elevate del Cwm. Gli alpinisti sono quindi costretti ad attraversare un piccolo passaggio conosciuto come "l'angolo di [[Nuptse]]" che si trova all'estrema destra vicino alla base del [[Nuptse]]. Il Western Cwm inoltre è denominato "la valle del silenzio" in quanto la [[topografia]] della vallata impedisce ai venti di raggiungere l'itinerario dell'arrampicata rendendo, soprattutto nelle giornate serene, il passaggio nel Cwm molto caldo e faticoso.
{{interprogetto|commons=Category:Dalmine}}
 
{{Comuni della provincia di Bergamo}}
[[File:Farouqalzouman99.JPG|thumb|Alpinisti durante la salita al Colle Sud]]
Dal campo II gli alpinisti salgono la parete del Lhotse con corde fisse fino a una sporgenza a quota {{TA|7 470 m.}} Da qui sono altri 500 metri fino al campo IV situato sul Colle Sud. Qui si entra nella cosiddetta ''death zone'' (zona della morte), la zona in cui la rarefazione dell'[[ossigeno]] provoca [[ipossia]].
Gli alpinisti hanno al massimo due/tre giorni per tentare di raggiungere la cima. Le condizioni meteorologiche sono un fattore determinante, il cielo sereno e i venti moderati sono importantissimi per tentare la scalata. Se la scalata non è possibile è spesso necessario tornare fino al campo base.
 
Dal campo IV le scalate delle spedizioni commerciali partono intorno alle 20:00 della sera precedente con la speranza di raggiungere la cima {{TA|(1 000 m}} più in alto) entro 10/12 ore, ma consentendo anche ai clienti più lenti di toccare la vetta prima di mezzogiorno, giudicata l'ora limite per un ritorno in sicurezza. La salita avviene dunque quasi completamente di notte, con l'aiuto di una torcia frontale, di una guida esperta che batte la traccia e delle corde fisse sistemate nei punti più pericolosi.
 
La prima tappa è il "balcone" a quota {{TA|8 400 m,}} un piccolo pianoro. I passaggi successivi sono una serie di gradini (tre ''step'') con neve alta e forte rischio di valanghe, una pericolosa cornice con uno stretto passaggio molto esposto e un salto di roccia alto una decina di metri chiamato Hillary Step a quota {{TA|8 760 m.}} Fu infatti Hillary ad aprire la via in questo tratto durante la prima ascesa all'Everest. Lo step, lento da scalare, provoca imbottigliamenti e ritardi nei giorni in cui la montagna è molto frequentata ed è già successo che qualche alpinista abbia dovuto abbandonare il suo tentativo di vetta per l'eccessivo traffico in questo punto.
 
Superato il gradino è relativamente semplice giungere in cima. La discesa per tornare al campo IV deve essere immediata per evitare di incorrere nel maltempo tipico delle ore pomeridiane, perciò la maggior parte degli alpinisti resta sulla vetta solo pochi minuti.
 
=== Colle Nord e cresta nord-est ===
[[File:Everest Peace Project - Climbing ladder northcol everest.jpg|thumb|left|upright|Alpinisti verso il Colle Nord]]
La prima salita completa della via dal Colle Nord e dalla cresta nord-est fu compiuta da una spedizione cinese nel 1960. Il 25 maggio giunsero in vetta Wang Fu-Chou, Chu Yin-hua e Gongbu (Tibet).<ref>{{Cita pubblicazione|autore=Shih Chan-Chun|rivista=Alpine Journal|anno=1961|titolo=The conquest of Mount Everest by the chinese mountaineering team|url=http://www.alpinejournal.org.uk/Contents/Contents_1961_files/AJ%201961%2028-41%20Chan-Chun%20Chinese%20on%20Everest.pdf|lingua=inglese|accesso=12 marzo 2013}}</ref><ref>{{cita web|url=http://www.himalayanclub.org/hj/23/16/the-conquest-of-mount-everest-by-the-chinese-mountaineering-team/|autore=Shih Chan-Chun|titolo=The conquest of Mount Everest by the chinese mountaineering team|lingua=en|editore=himalayanclub.prg|accesso=12 marzo 2013}}</ref><ref>{{cita web|url=http://www.everestnews.com/mallory2005/mallory2005update04112005.htm|titolo=Mallory and Irvine The Final Chapter Everest 2005|lingua=en|editore=everestnews.com|accesso=12 marzo 2013}}</ref>
 
Le ascese per questa via prevedono l'accesso all'Everest passando dal [[Tibet]] (Cina). Le spedizioni raggiungono il ghiacciaio Rongbuck e stabiliscono il campo base a quota {{TA|5 150 m}} su una piana di ghiaia ai piedi del [[ghiacciaio]]. Per affrontare la via normale da nord, gli alpinisti risalgono dapprima la morena a est del ghiacciaio e poi deviando nella valle fino ai piedi del Changtse a quota {{TA|5 800 m}} (campo II, noto oggi come Intermediate Camp, IC). Il campo III (oggi Advanced Base Camp, ABC) è più sopra, sotto il Colle Nord a {{TA|6 500 m.}} Per raggiungere il campo IV (oggi Camp 1), è necessario risalire tramite corde fisse il ghiacciaio fino al Colle Nord a {{TA|7 050 m.}} Dal Colle Nord un pendio nevoso conduce alla parete rocciosa che si risale fino al campo V (oggi Camp 2) a {{TA|7 775 m.}} Il percorso prevede poi l'attraversamento di una serie di ripidi pendii prima di raggiungere il campo VI (oggi Camp 3) a {{TA|8 230-8 350 m,}} ormai quasi in cresta. Da qui per raggiungere la vetta si percorrono i {{TA|2 km}} della lunga cresta nord-est, interrotta da alcuni impegnativi gradoni rocciosi (steps), superati i quali (anche con l'aiuto di una famosa scaletta metallica) un'ultima ripida salita porta fino alla cima.
 
[[File:North face marked.png|thumb|In verde il tracciato della cresta nord-est]]
La via del versante cinese è più tecnica rispetto a quello nepalese, oltre a essere più esposta ai venti e a costringere gli alpinisti che l'affrontano a stabilire un maggiore numero di campi nella zona della morte, ovvero sopra i {{TA|7 800–8 000 m.}}
 
Il campo base è servito da una strada che lo collega alla città di Tingri. Questa strada fu costruita dalla [[Cina]] negli Anni 1950, ed è tuttora sterrata.<ref>{{cita web|url=http://archiviostorico.gazzetta.it/2007/giugno/25/Asfalto_per_far_passare_fiaccola_ga_10_070625077.shtml|titolo=Asfalto per far passare la fiaccola olimpica Così seppelliranno la magia dell'Everest|editore=gazzetta.it|autore=Reinhold Messner|data=25 giugno 2007|accesso=8 marzo 2013}}</ref> Recentemente, presso il famoso monastero di Rongbuck, è stato realizzato un lodge, in architettura moderna.
 
Nell 1995 fu compiuta la prima salita della cresta nord-est integrale da parte di una spedizione giapponese. L'11 maggio giunsero in vetta Kiyoshi Furuno, Shigeki Imoto e gli sherpa Dawa Tshering, Pasang Kami, Lhakpa Nuru e Nima Dorje.<ref>{{cita web|url=http://www.himalayanclub.org/hj/52/2/the-northeast-ridge-of-everest/|titolo=The northeast ridge of everest|lingua=en|editore=himalayanclub.org|autore=Kaneshige Ikeda|accesso=12 marzo 2013}}</ref>
 
=== Parete sud-ovest ===
* ''Parete sud-ovest'' - 24 settembre 1975 - Prima salita dei britannici [[Doug Scott]] e [[Dougal Haston]] e anche prima salita assoluta dei britannici in cima all'Everest. La spedizione era guidata da [[Chris Bonington]], contava di 18 membri e trasportava 20 tonnellate di equipaggiamento. I primi alpinisti raggiunsero il campo base il 21 agosto, e solo 33 giorni dopo, il 24 settembre, fu raggiunta la vetta per la nuova via sulla inviolata parete sud-ovest. Il 26 settembre raggiunsero la cima anche [[Peter Boardman]] e il sirdar Pertemba Sherpa. Questi ultimi durante la discesa incontrarono il cameraman Mick Burke che, dopo l'abbandono del suo compagno, voleva tentare di salire in cima da solo, ma da allora fu dato per disperso.<ref>{{Cita pubblicazione|autore=Peter Boardman e Ronnie Richards|rivista=Alpine Journal|anno=1976|titolo=British Everest expedition SW face 1975|url=http://www.alpinejournal.org.uk/Contents/Contents_1976_files/AJ%201976%203-14%20Boardman%20Everest.pdf|lingua=inglese|accesso=12 marzo 2013}}</ref><ref>{{cita web|url=http://news.bbc.co.uk/onthisday/hi/dates/stories/september/24/newsid_2538000/2538093.stm|titolo=1975: First Britons conquer Everest|lingua=en|editore=bbc.co.uk|accesso=12 marzo 2013}}</ref>
[[File:Mount Everest - Kukuczka Czok.jpg|thumb|upright=0.7|[[Jerzy Kukuczka]] e [[Andrzej Czok]]]]
* ''Pilastro sud'' - 19 maggio 1980 - Prima salita dei polacchi [[Jerzy Kukuczka]] e [[Andrzej Czok]]. La via sale tra la quella dei britannici del 1975 e la cresta sud-est. La spedizione era guidata da [[Andrzej Zawada]].<ref>{{Cita pubblicazione|autore=Roberto Mantovani|rivista=Rivista della Montagna|numero=41|anno=1980|mese=ottobre|titolo=Alpinismo in Himalaya|p=171}}</ref>
* ''Pilastro sud-ovest'' - 4 maggio 1982 - Prima salita dei russi Eduard Myslovski and Volodya Balyberdin. La via supera una parete rocciosa di {{TA|1 800 m,}} che costituisce il principale pilastro della parete sud-ovest. La spedizione era costituita da 27 alpinisti guidati da A. Ovchinnikov, B. Romanov ed E. Tamm. Gli alpinisti fecero uso di ossigeno supplementare ma non di portatori d'alta quota. Furono installati cinque campi, di cui l'ultimo a {{TA|8 500 m}} dove la via si congiunge con la cresta ovest. Nei giorni seguenti un totale di 11 alpinisti della spedizione raggiunse la vetta.<ref>{{Cita pubblicazione|autore=Roberto Mantovani|rivista=Rivista della Montagna|numero=53|anno=1982|mese=novembre-dicembre|titolo=Cronaca extraeuropea|p=339}}</ref>
* ''Parete sud-ovest di sinistra'' - 20 maggio 2009 - Prima salita dei coreani [[Park Young-Seok]], Jin Jae-Chang, Kang Ki-Seok and Shin Dong-Min. La via si trova a sinistra della via russa del 1982. Dal campo 4, a {{TA|7 800 m,}} sale parallelamente alla cresta ovest, per poi congiungersi a {{TA|8 350 m.}}<ref>{{cita web|url=http://aaj.americanalpineclub.org/climbs-and-expeditions/asia/nepal/central-nepal/2009-everest-sw-face-by-c-pae/|titolo=2009: Everest SW face, by C. Pae|lingua=en|editore=americanalpineclub.org|accesso=12 marzo 2013}}</ref><ref>{{cita web|url=http://www.montagna.tv/cms/?p=10347|titolo=Mr. Park vince la sudovest dell’Everest|editore=montagna.tv|data=25 maggio 2009|accesso=12 marzo 2013}}</ref>
 
=== Cresta ovest ===
* ''Cresta ovest e couloir Hornbein'' - 22 maggio 1963 - Prima salita degli statunitensi [[Tom Hornbein]] e [[Willi Unsoeld]]. Durante la stessa spedizione fu realizzata anche la prima ascensione dell'Everest degli americani. La spedizione era composta 19 americani e 32 sherpa, guidati dallo svizzero [[Norman Dyhrenfurth]]. Furono impiegati 27 tonnellate di materiale, trasportato al campo base da 909 portatori. La spedizione salì l'Everest da due vie, la via dal ''Colle Sud'' e la cresta sud-est e la nuova via per la cresta ovest. Passando dalla cresta sud-est la vetta fu raggiunta il 1º maggio dallo sherpa [[Nawang Gombu]] e da [[Jim Whittaker]], che divenne così il primo statunitense a salire in cima all'Everest. La mattina del 22 maggio fu la volta di [[Barry Bishop]] e [[Lute Jerstad]], che avevano programmato di incontrarsi con Hornbein e Unsoeld, che giungevano dalla nuova via dalla cresta ovest. Tuttavia non avendo notizie dei due compagni, dopo 45 minuti in vetta Bishop e Jerstad ripresero la discesa. Hornbein e Unsoeld raggiunsero la cima solo alle 18:15. Durante la discesa dalla cresta sud-est si ricongiunsero a Bishop e Jerstad. Proseguirono quindi assieme fino alle 12:30 di notte, quando i quattro furono costretti a bivaccare ad alta quota, a {{TA|8 500 m,}} fino alle 4 del giorno dopo. Il freddo causò loro gravi congelamenti, in particolare ad Unsoeld e Bishop, ai quali furono poi amputate le dita dei piedi.<ref>{{Cita pubblicazione|autore=Norman Dyhrenfurth|rivista=Alpine Journal|anno=1963|titolo=Americans on Everest, 1963|url=http://www.alpinejournal.org.uk/Contents/Contents_1964_files/AJ%201964%201-22%20Dyhrenfurth%20Everest.pdf |lingua=inglese|accesso=12 marzo 2013}}</ref><ref>{{cita web|url=http://news.nationalgeographic.com/news/2003/04/0415_030415_everest63.html|titolo=1963 Flashback: First Everest Summit by Americans|lingua=inglese|editore=nationalgeographic.com |autore=Cathy Hunter|data=15 aprile 2003|accesso=12 marzo 2013}}</ref><ref>{{cita web|url=http://explore.americanalpineclub.org/index.php/Detail/Object/Show/object_id/558|titolo=The empty night|lingua=inglese|editore=americanalpineclub.org|autore=Barry Bishop|accesso=12 marzo 2013}}</ref>
* ''Cresta ovest integrale o via slovena'' - 13 maggio 1979 - Prima salita degli jugoslavi [[Nejc Zaplotnik]] e [[Andrej Stremfelj]]. La spedizione era composta da 25 membri e guidata da [[Tone Škarja]]. Ang Phu era al comando di 19 sherpa e altri addetti. Dalla Jugoslavia furono portate 18 tonnellate di materiale e 700 portatori si occuparono di trasportarlo al campo base. Il 15 maggio, due giorni dopo l'arrivo in vetta di Zaplotnik e Stremfelj, la cima fu raggiunta anche da [[Stipe Božić]], Stane Belak e Ang Phu. Quest'ultimo perse la vita in seguito a una caduta durante la discesa.<ref>{{Cita pubblicazione|autore=Ugo Manera|rivista=Rivista della Montagna|numero=38|anno=1980|mese=febbraio|titolo=Informazioni alpinistiche|p=236}}</ref><ref>{{Cita pubblicazione|autore=Tone Škarja|rivista=American Alpine Journal|volume=54|anno=1980|titolo=The complete west ridge of Everest|url=http://books.google.it/books?id=52b0vijuhGEC|lingua=inglese|pp=429-436|isbn=978-1-933056-33-3|accesso=12 marzo 2013}}</ref>
 
=== Parete nord ===
* ''Couloir Hornbein diretta'' - 10 maggio 1980 - Prima salita dei giapponesi Tsuneo Shigehiro e Takashi Ozaki. Si tratta di una delle prime spedizioni sul versante tibetano dopo la riapertura del versante nel 1979 ai paesi non comunisti consentita dalla Cina. È la prima via completamente sulla parete nord e venne effettuata in stile himalayano e con utilizzo di ossigeno. La via supera un primo couloir, da allora detto ''couloir giapponese'', che si ricollega al superiore ''couloir Hornbein'', salito per la prima volta dagli statunitensi Hornbein e Unsoeld nel 1963, che lo raggiunsero traversando dalla cresta ovest.<ref>{{cita libro|autore=Kenneth Pletcher|titolo=The Britannica Guide to Explorers and Explorations That Changed the Modern World|editore=The Rosen Publishing Group|anno=2009|lingua=inglese|url=http://books.google.it/books?id=AqxzV0zeiNUC|p=256|isbn=978-1-61530-028-0}}</ref> La via ha poche ripetizioni, una delle più famose, per via della velocità, fu quella degli svizzeri [[Erhard Loretan]] e [[Jean Troillet]] del 1986. L'ascensione avvene tra il 28 al 30 agosto 1986, in una rapidissima salita durata meno di 48 ore, in [[stile alpino]], senza far uso di ossigeno, slegati e senza tende. Partiti alle 22:00 del 28 agosto, insieme a [[Pierre Béghin]] e Sandro Godio, che abbandonarono durante la salita, giunsero in vetta 39 ore dopo, alle 13:00 del 30 agosto. Dopo una pausa di novanta minuti in vetta ridiscesero in cinque ore, scivolando in modo controllato lungo il pendio dove possibile.<ref>{{Cita pubblicazione|autore=Roberto Mantovani|rivista=Rivista della Montagna|numero=83|anno=1987|mese=febbraio|titolo=Carnet d'alpinismo|p=15}}</ref><ref>{{cita web|url=http://www.telegraph.co.uk/news/obituaries/sport-obituaries/8484065/Erhard-Loretan.html|titolo=Erhard Loretan|lingua=en|editore=telegraph.co.uk|data=29 aprile 2011|accesso=12 marzo 2013}}</ref>
* ''Cresta nord e couloir Norton'' - 20 agosto 1980 - Prima salita di [[Reinhold Messner]] in solitaria e senza uso di ossigeno. Questa salita rappresenta anche la prima ascensione in solitaria assoluta dell'Everest. Messner partì il 29 giugno da [[Lhasa]] con l'amica fotografa Nena Hòlguin e con l'aiuto di una spedizione minima giunsero al campo base. Le condizioni della neve non erano adatte alla scalata e quindi intraprese un viaggio nel Tibet occidentale fino al 16 agosto. Il 18 agosto, partendo dal campo base avanzato salì fino a circa {{TA|7 800 m.}} Qui trovò troppa neve per proseguire sulla cresta nord e raggiungere la cresta nord-est. Il 19 agosto allora intraprese una traversata della parete fino al ''couloir Norton'', secondo una nuova via che aveva studiato dal campo base. Il 20 agosto raggiunse la vetta alle 15:00.<ref name="sm14o7679" />
* ''Great Couloir'' - 3 ottobre 1984 - Prima salita degli australiani [[Tim Macartney-Snape]] and [[Greg Mortimer]].<ref>{{cita libro|autore=William L. Steffen|titolo=Himalayan Dreaming: Australian Mountaineering in the Great Ranges of Asia 1922-1990|editore=ANU E Press|anno=2010|lingua=inglese|url=http://books.google.it/books?id=RS0K3RxgECUC|pp=171-181|capitolo=An unforgettable face|isbn=978-1-921666-17-9}}</ref>
* ''Great Couloir'' - 17 maggio 1991 - Prima salita dell'italiano [[Battistino Bonali]] e del ceco [[Leopold Sulovský]] senza portatori e senza uso di ossigeno, modificando la via degli australiani. La via seguita si sviluppo lungo il Great Couloir (Norton), superato per la prima volta integralmente in quella occasione (fascia rocciosa di 80 metri a 8400 m con difficoltà di 5º grado).<ref>{{Cita libro|autore = Oreste Forno|titolo = grazie montagna|anno = 1994|editore = Grafica Sovico|città = }}</ref><ref>{{Cita web|autore = |url = http://www.everestsummiteersassociation.org/index.php?option=com_content&view=article&id=25:italy|titolo = List of successful climbers in chronological order starting from 1953 to 2009 Spring on the summit of Everest.|accesso = |data = }}</ref><ref>{{Cita web|autore = Todo Vertical|url = http://www.todovertical.com/?opt=not&Noticia=1540|titolo = 1991: Ruta Parcial del Corredor Norton o Ruta debajo del Collado Norte - Corredor Norton|accesso = |data = }}</ref><ref>{{Cita web|autore = Oreste Forno|url = http://publications.americanalpineclub.org/articles/12199225903/Asia-Tibet-Everest-Great-Couloir|titolo = Asia, Tibet, Everest, Great Couloir|accesso = |data = }}</ref>
* ''Couloir nord-nordest'' - 20 maggio 1996 - Prima salita dei russi Valeri Kokhanov, Piotr Kuznetsov e Grigori Semikolenov.<ref>{{Cita pubblicazione|autore=Vladimir Shataev|volume=71|anno=1997|titolo=Mount Everest, North-Northeast Face, New Route|url=http://books.google.it/books?id=FattUWiYu80C|lingua=inglese|p=344|isbn=978-1-933056-44-9|accesso=12 marzo 2013}}</ref>
* ''Parete nord diretta'' - 30 maggio 2004 - Prima salita dei russi Pasha Shabalin, Ilyas Tuhvatullin e Andrey Mariev.<ref>{{cita web|url=http://www.alpinist.com/doc/ALP08/climbing-note-everest|titolo=Mount Everest, North Face direct|lingua=en|editore=alpinist.com|data=1º settembre 2004|accesso=12 marzo 2013}}</ref><ref>{{cita web|url=http://www.planetmountain.com/News/shownews4.lasso?l=1&keyid=34563|titolo=Parete nord dell'Everest: vetta e via nuova per i russi|editore=planetmountain.com|data=1º giugno 2004|accesso=12 marzo 2013}}</ref>
 
=== Parete est ===
* ''American Buttress'' - 8 ottobre 1983 - Prima salita degli statunitensi [[Louis Reichardt]], Kim Momb e [[Carlos Buhler]].
* ''Neverest Buttress'' - 10 maggio 1988 - Prima salita di una spedizione internazionale di una nuova via che conduce al Colle Sud dal versante est.<ref>{{Cita pubblicazione|autore=Stephen Venables|rivista=Alpine Journal|anno=1989|titolo=Everest Kangshung Face - First Ascent of the Neverest Buttress|url=http://www.alpinejournal.org.uk/Contents/Contents_1989-90_files/AJ%201989%201-8%20Venables%20Kangshung.pdf|lingua=inglese|accesso=12 marzo 2013}}</ref>
 
== Discese in sci e snowboard ==
=== Versante nord ===
* 24 maggio 1996 - [[Hans Kammerlander]] compie la prima discesa con gli sci dalla vetta. Dagli {{TA|8 600}} ai {{TA|7 000 m}} la discesa è stata interrotta da tratti senza sci in seguito all'affiorare di rocce. Prima della discesa Kammerlander aveva salito l'Everest dallo stesso versante nord, senza bombole di ossigeno e in solitaria, nel tempo record di 17 ore.<ref>{{cita web|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1996/05/25/il-magico-viaggio-di-hans-giu-dall.html|titolo=Il magico viaggio di Hans giù dall'everest con gli sci|editore=repubblica.it|data=25 maggio 1996|accesso=8 marzo 2013}}</ref>
* 2001 - [[Marco Siffredi]] compie la prima discesa in snowboard, avvenuta lungo il ''couloir Norton''.<ref>{{cita web|url=http://www.planetmountain.com/News/shownews4.lasso?l=1&keyid=33512 |titolo=Everest, per Siffredi discesa in snowboard del Couloir Norton|editore=planetmountain.com|autore=Bertrand Delapierre|data=28 maggio 2001|accesso=8 marzo 2013}}</ref>
 
=== Versante sud ===
* 6 maggio 1970 - [[Yuichiro Miura]] discende in sci una parte del versante sud, dal Colle Sud alla base del [[Lhotse]] e utilizza un [[paracadute]] per frenare la discesa.<ref>{{cita web|url=http://sportsillustrated.cnn.com/vault/article/magazine/MAG1090978/index.htm|titolo=A Plucky Japanese Skis Down The Face Of Everest And Wins An Oscar|lingua=en|editore=cnn.com|autore=Anita Verschoth|data=19 aprile 1976|accesso=20 agosto 2013}}</ref><ref>{{cita web|url=http://www.everestnews.com/everest1.htm|titolo=Everest facts|lingua=en|editore=everestnews.com|accesso=8 marzo 2013}}</ref>
* settembre 1992 - [[Pierre Tardivel]] discende in sci il versante sud dell'Everest dagli {{TA|8 760 m}} della vetta sud.<ref>{{cita web|url=http://www.telegraph.co.uk/travel/destinations/europe/france/alps/720806/La-Clusaz-A-day-with-the-man-who-skied-Everest.html|titolo=La Clusaz: A day with the man who skied Everest|lingua=en|editore=telegraph.co.uk|data=7 febbraio 1998|accesso=8 marzo 2013}}</ref>
* 7 ottobre 2000 - [[Davo Karničar]] riesce nella prima discesa in sci senza interruzione dalla cima dell'Everest, effettuata per il versante sud in cinque ore.<ref>{{cita web|url=http://www.planetmountain.com/News/shownews4.lasso?l=1&keyid=33181|titolo=Everest, versante Sud, la discesa con gli sci di Davo Karnicar|editore=planetmountain.com|data=11 ottobre 2000|accesso=27 ottobre 2012}}</ref>
 
== Aviazione ==
 
* 1933: Lady Houston finanzia una formazione di aerei per il sorvolo della vetta.<ref>{{cita web|url=http://www.flymicro.com/everest/index.cfm?page=docs%2Fhistory%2Faeroplanes.htm|titolo=Aeroplane expeditions to Everest|lingua=en|editore=flymicro.com|accesso=9 marzo 2013}}</ref>
* 1988: il 26 settembre alle ore 16:00 [[Jean-Marc Boivin]] decolla con un [[parapendio]] dalla vetta e atterra al campo II {{TA|(6 400 m)}} dopo una planata di 11 minuti.<ref name="fmglider">{{cita web|url=http://www.flymicro.com/everest/index.cfm?page=docs%2FHistory%2FHang_gliders_and_Paragliders.htm|titolo=Hang glider and Paraglider expeditions to Everest|lingua=en|editore=flymicro.com|accesso=9 marzo 2013}}</ref>
* 1991: il 21 ottobre, Andy Elson decolla dai laghi di Gokyo in Nepal, con un co-pilota e il cameramen Eric Jones, e sorvola per primo la cima dell'Everest con una mongolfiera, atterrando in Tibet.<ref>{{cita web|url=http://www.andyelson.com/Everest.htm|titolo=The first Balloon Flight Over Everest 1991|editore=andyelson.com|accesso=9 marzo 2013}}</ref>
* 2001: il 22 maggio, Claire Bernier con Zebulon Roche decollano dalla cima dell'Everest con un parapendio biposto e atterrano al campo base avanzato (versante nord) a {{TA|6 400 m,}} dopo 8 minuti di planata.<ref name="fmglider" />
* 2004: il 24 maggio, [[Angelo D'Arrigo]], dopo essere decollato dall'aviosuperficie di Periche in Nepal al traino di un [[deltaplano]] a motore ([[Pendolare (ultraleggero)|pendolare]]), effettua il primo sorvolo in deltaplano della cima.<ref>{{cita web|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2004/05/25/sull-everest-col-deltaplano-arrigo-ce.html|titolo=Sull'Everest col deltaplano D'Arrigo ce la fa|editore=repubblica.it|autore=Maurizio Crosetti|data=25 maggio 2004|accesso=9 marzo 2013}}</ref>
* 2005: il 12 maggio, il [[pilota collaudatore]] [[Didier Delsalle]] decolla dal versante nepalese alla guida di un elicottero [[Aérospatiale AS 350 Écureuil|Eurocopter AS350 Écureuil]] B3 di serie, e atterra per la prima volta al Colle Sud a {{TA|7 925 m.}} Due giorni dopo, il 14 maggio, Delsalle decolla nuovamente da Lukla e atterra sulla vetta dell'Everest, appoggiando per alcuni minuti i pattini sulla cresta nevosa.<ref>{{cita web|url=http://www.nationalgeographic.com/adventure/0509/whats_new/helicopter_everest.html|titolo=First Helicopter Landing on Everest's Summit|lingua=en|editore=nationalgeographic.com|accesso=9 marzo 2013}}</ref><ref>{{cita web|url=http://www.eurocopter.com/site/en/press/World-Premiere:-A-Eurocopter-single-engine-serial-Ecureuil-AStar-AS350-B3-lands-on-the-TOP-of-the-world._317.html?iframe=true&width=700|titolo=World Première: A Eurocopter single-engine serial Ecureuil/AStar AS350 B3 lands on the TOP of the world.|lingua=en|editore=eurocopter.com|data=24 maggio 2005|accesso=9 marzo 2013}}</ref>
 
== Filmografia ==
* ''Wings Over Everest'' - 1935 - Diretto da Geoffrey Barkas, Ivor Montagu - 40'<ref>{{Imdb|tt0024777|Wings Over Everest}}</ref>
* ''Mount Everest'' - 1953 - di André Roch e Norman Dyhrenfurth - Premio Genziana d'oro al [[Trento Filmfestival]] del 1953<ref name="halloffame">{{cita web|url=http://www.trentofestival.it/en/film_festival/festival/Hall%20of%20fame.htm|titolo=Hall of fame|editore=trentofestival.it|accesso=13 marzo 2013}}</ref>
* ''The Man Who Skied Down Everest'' - 1975 - Diretto da Bruce Nyznik, Lawrence Schiller - 86'<ref>{{Imdb|tt0073340|The Man Who Skied Down Everest}}</ref>
* ''Everest Unmasked'' - 1978 - Diretto da Leo Dickinson - 52'<ref>{{Imdb|tt0219676|Everest Unmasked}}</ref>
* ''Everest - Sea to summit'' - 1993 - di Michael Dillon - Premio Genziana d'oro al Trento Filmfestival del 1993<ref name="halloffame" />
* ''Into Thin Air: Death on Everest'' - 1997 - Diretto da Robert Markowitz - 90'<ref>{{Imdb|tt0118949|Into Thin Air: Death on Everest}}</ref>
* ''[[Everest (film 1998)|Everest]]'' - 1998 - Diretto da David Breashears, Stephen Judson, Greg MacGillivray - 44'<ref>{{Imdb|tt0120661}}</ref>
* ''L'Everest à tout prix'' - 1999 - Diretto da Jean Afanassieff - 52'<ref>{{cita web|url=http://www.planetmountain.com/News/2000/06/alpcer2/recensioni/12.html|titolo=L'Everest à tout prix|editore=planetmountain.com|accesso=13 marzo 2013}}</ref>
* ''Dispersi sull'Everest - Il mistero di Mallory e Irvine'' - 2000 - di Peter Firstbrook - 50'<ref>{{cita web|url=http://www.planetmountain.com/special/books/showbook.lasso?id=121|titolo=Dispersi sull'Everest|editore=planetmountain.com|accesso=13 marzo 2013}}</ref>
* ''Everest. Una sfida lunga 50 anni'' - 2003 - Prodotto da National Geographic<ref>{{cita web|url=http://books.google.it/books/about/Everest_Una_sfida_lunga_50_anni_DVD.html?id=xAJUAAAACAAJ|titolo=Everest. Una sfida lunga 50 anni|accesso=13 marzo 2013}}</ref>
* ''[[Flying over Everest]]'' - 2004 - Prodotto da [[SD Cinematografica]]
* ''Everest'' - 2007 - Diretto da Graeme Campbell<ref>{{Imdb|tt0791274}}</ref>
*''[[Everest (film 2015)|Everest]]'' - 2015 diretto da [[Baltasar Kormákur]]
 
== Curiosità ==
L'8 maggio 2008 una spedizione di alpinisti cinesi è riuscita nell'impresa di portare la [[fiaccola olimpica]] di [[Giochi della XXIX Olimpiade|Pechino 2008]] sulla vetta dell'Everest dopo alcuni precedenti tentativi falliti a causa delle avverse condizioni meteorologiche.<ref>{{cita web|url=http://www.planetmountain.com/News/shownews1.lasso?l=1&keyid=36137|titolo=Tibet, parte la fiaccola olimpica per l'Everest|editore=planetmountain.com|data=30 aprile 2008|accesso=8 marzo 2013}}</ref><ref>{{cita web|url=http://www.repubblica.it/2008/04/sezioni/esteri/tibet-scontri-lhasa-4/fiaccola-everest/fiaccola-everest.html|titolo=La fiaccola arriva sull'Everest Tibetani: dialogo sereno con la Cina|editore=repubblica.it|data=8 maggio 2008|accesso=8 marzo 2013}}</ref>
 
[[China Mobile]] in collaborazione con [[Huawei]] lo scorso 11 giugno [[2013]] hanno terminato i lavori per portare una connessione veloce a 5200 metri con tecnologia [[LTE (telefonia)|LTE]].<ref>{{Cita news|autore=|url=http://notebookitalia.it/4g-lte-everest-huawei-china-mobile-17726|titolo=4G LTE SULL'EVEREST, GRAZIE A HUAWEI E CHINA MOBILE|pubblicazione=http://notebookitalia.it/|data=8 luglio 2013|accesso=8 luglio 2013}}</ref>.
 
== Galleria ==
<gallery>
File:Mount Everest North Face.jpg|La parete nord dell'Everest
File:Everest Peace Project - Everest summit.jpg|La parte nord, particolare della parte centrale
File:Western Cwm - 14th May 2011.jpg|La parete sud-ovest vista dal basso, sullo sfondo il Colle Sud e a destra il [[Lhotse]]
File:Mt. Everest from Gokyo Ri November 5, 2012 Cropped.jpg|La parete sud-ovest e al centro la cresta ovest che la separa dalla parete nord in ombra
File:Everestfromspace.jpg|La parete est, o del Kangshung, fotografata dalla [[Stazione Spaziale Internazionale]].
</gallery>
 
== Note ==
{{references|3}}
 
== Bibliografia ==
* {{cita libro|autore=AA.VV.|titolo=La montagna. Grande enciclopedia illustrata|editore=[[Istituto Geografico De Agostini]]|anno=1976|pp=53-60|volume=4|capitolo=Everest|cid=lm4}}
* {{cita libro|autore=[[Guido Monzino]]|titolo=La spedizione italiana all'Everest 1973|editore=Stamperia Valdonega|città=Verona|anno=1976}}
* {{cita libro|autore=[[Chris Bonington]]|titolo=Everest. 33 giorni di scalata sulla parete sudovest|editore=[[Rusconi Editore]]|anno=1977}}
* {{cita libro|autore=[[Reinhold Messner]]|titolo=Everest|editore=Istituto Geografico De Agostini|anno=1979}}
* {{cita libro|autore=Reinhold Messner|titolo=Orizzonti di ghiaccio: dal Tibet all'Everest|editore=Istituto Geografico De Agostini|anno=1983}}
* {{cita libro|autore=Reinhold Messner|titolo=Sopravvissuto: i miei 14 ottomila|editore=Istituto Geografico De Agostini|città=Novara|anno=1987|pp=64-79|capitolo=Everest|cid=sm14o|isbn=978-88-402-4322-1}}
* {{cita libro|autore=[[Anatolij Bukreev]], G. Weston De Walt|titolo=Everest 1996. Cronaca di un salvataggio impossibile|editore=CDA & Vivalda|anno=1997|isbn=978-88-85504-51-6}}
* {{cita libro|autore=Walt Unsworth|titolo=Everest: The Mountaineering History|editore=Mountaineers Books|anno=2000|lingua=inglese|isbn=978-0-89886-670-4}}
* {{cita libro|autore=Walt Unsworth|titolo=Everest (edizione italiana)|editore=Mursia|anno=|isbn=978-88-425-1102-1}}
* {{cita libro|autore=Mohan Singh Kohli|titolo=Nine Atop Everest: Spectacular Indian Ascent|editore=Indus Publishing|anno=2000|lingua=inglese|url=http://books.google.it/books?id=KHkwqaXLmooC|isbn=978-81-7387-111-5}}
* {{cita libro|autore=Thomas Hornbein|titolo=Everest, cresta ovest|editore=CDA & Vivalda|anno=2003|isbn=978-88-7480-023-0}}
* {{cita libro|autore=[[Jon Krakauer]]|titolo=Aria sottile|editore=[[TEA (editore)|TEA]]|anno=2007|isbn=978-88-502-1460-0}}
* {{cita libro|autore=Roberto Mantovani, [[Kurt Diemberger]]|titolo=Everest|editore=[[Rizzoli]]|anno=2007|isbn=978-88-544-0205-8}}
* {{cita libro|cognome=Scandellari|nome=Armando|titolo=Alpinismo, 250 anni di storia e di cronache|anno=2009|cid=a250sc|isbn=978-88-7982-026-4}}
* {{cita libro|autore=Kev Reynolds|titolo=Everest: A Trekker's Guide: Trekking Routes in Nepal and Tibet|editore=Cicerone Press Limited|anno=2012|lingua=inglese|url=http://books.google.it/books?id=RnMcmgkDoEgC|cid=eatg|isbn=978-1-85284-680-0}}
 
== Voci correlate ==
* [[Seven Summits]]
* [[Vette superiori a 8000 metri]]
* [[Lista dei decessi durante le ascensioni all'Everest]]
* [[Ojos del Salado]]
 
== Altri progetti ==
{{interprogetto|commons=Category:Mount Everest}}
 
== Collegamenti esterni ==
* {{en}} [http://www.summitpost.org/everest/150230 Scheda su summitpost.org]
* {{en}} [http://www.8000ers.com/cms/en/everest-general-info-185.html Scheda su 8000ers.com]
* {{en}} [http://www.peakware.com/peaks.html?pk=80 Scheda su peakware.com]
* {{en}} [http://adventure.nationalgeographic.com/adventure/everest/ Informazioni su nationalgeographic.com]
* {{en}} [http://www.everestnews.com/ Informazioni su everestnews.com]
* {{en}} [http://www.everesthistory.com/ Storia su everesthistory.com]
* [http://www.evk2cnr.org/WebCams/PyramidOne/everest-webcam.html Webcam su evk2cnr.org]
* {{en}} [http://www.panoramas.dk/fullscreen2/full22.html Panorama dalla vetta su panoramas.dk]
* {{en}} [http://www.3dstreaming.org/forum/3d-download-videos/394-the-rest-of-everest-in-3d-itunes-podcast-downloads-for-free.html Everest in 3D Stereoscopy (videos)] by The Rest of Everest
 
{{Seven Summits}}
{{Ottomila}}
{{Controllo di autorità}}
{{Portale|alpinismoBergamo|montagnaLombardia}}
 
[[Categoria:Montagne dell'Himalaya]]
[[Categoria:Riserve della biosfera in Cina]]
[[Categoria:Montagne di 8000 m]]
[[Categoria:Seven Summits]]
[[Categoria:Record]]
 
[[Categoria:Dalmine| ]]
{{categorie qualità}}