Aleksandra Fëdorovna Romanova e Discussioni utente:188.152.20.157: differenze tra le pagine

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{{W|biografie|agosto 2008}}
 
{{quote|Sono solo una donna che lotta per il suo sovrano, per il suo bambino, per i due esseri più cari al mondo. |Alessandra al marito in una lettera del 12/11/1916 <ref> Cit.in E. Radzinskij, ''L'ultimo zar. Vita e morte di Nicola II'' pag. 187</ref>}}
 
 
{{Monarca
| nome= Alessandra Fjodorovna
| titolo=[[Lista delle sovrane di Russia|Imperatrice consorte di Russia]]
| immagine= [[Immagine:Alexandra Fyodorovna LOC 01137u.jpg|200px|Alessandra Feodorovna]]
| legenda= Alessandra Fjodorovna
| nome completo= Alice Viktoria Helena Louise Beatrice d'Assia e del Reno
| regno=
| incoronazione= [[14 maggio]] [[1896]]
| consorte= [[Nicola II di Russia|Nicola II]]
| figli= [[Olga Nikolaevna Romanova|Olga]] <br> [[Tatiana Nikolaevna Romanova|Tatiana]] <br> [[Maria Nikolaevna Romanova|Maria]] <br> [[Anastasia Nikolaevna Romanova|Anastasia]] <br> [[Aleksej Nicolaevič Romanov|Aleksej]]
| casa reale= Casato di [[Assia-Darmstadt]]
| padre= [[Luigi IV d'Assia-Darmstadt]]
| madre= [[Alice d'Inghilterra]]
| data di nascita= [[6 giugno]] [[1872]]
| data di morte= [[17 luglio]] [[1918]]
| luogo di nascita=[[Darmstadt]], [[Germania]]
| luogo di morte= [[Ekaterinburg]], [[Russia]]
|data di sepoltura = [[17 luglio]] [[1998]]
|sepoltura = [[Cattedrale dei Santi Pietro e Paolo (San Pietroburgo)|Cattedrale dei Santi Pietro e Paolo]]
|}}
 
{{Bio
|Titolo = Imperatrice
|Nome = Alessandra
|Cognome = Fjodorovna di Russia
|PostCognome = ('''Alexandra Fjodorovna Romanova''', in [[Lingua russa|russo]] Императрица Александра Фёдоровна Романова), nata '''Principessa Alice Vittoria Elena Luisa Beatrice d'Assia e del Reno''' (in [[Lingua tedesca|tedesco]] Alix Viktoria Helena Luise Beatrice prinzessin von Hessen und bei Rhein)
|Sesso = F
|LuogoNascita = Darmstadt
|GiornoMeseNascita = 6 giugno
|AnnoNascita = 1872
|LuogoMorte = Ekaterinburg
|GiornoMeseMorte = 17 luglio
|AnnoMorte = 1918
|Categorie = [[Categoria:Assia-Darmstadt]]
|FineIncipit = fu la moglie di [[Nicola II di Russia|Nicola II]], l'ultimo [[zar]] di [[Russia]]
}}
Era una nipote della [[Vittoria del Regno Unito|regina Vittoria]] e ricevette il nome di Alexandra Feodorovna dopo la sua conversione alla [[Chiesa Ortodossa]], che l'ha canonizzata come ''Santa Alessandra Portatrice della Passione'' nel [[2000]].
 
Alessandra è stata l'ultima [[zarina]] di Russia. Essendo nipote della regina Vittoria, era portatrice sana di [[emofilia]], che passò al figlio [[Aleksej Nikolaevič Romanov|Alessio]]. La costante preoccupazione per la salute del figlio la portò ad affidarsi a vari santoni e presunti guaritori, tra i quali spicca il famoso [[Grigorij Efimovič Rasputin|Rasputin]].
 
==Infanzia==
Alessandra Feodorovna nacque il [[6 giugno]] [[1872]] a [[Darmstadt]], capitale del [[Granducato d'Assia]], uno dei tanti stati che componevano l'[[Impero tedesco]]. Era la sesta dei sette figli del granduca [[Luigi IV d'Assia-Darmstadt]] e della principessa [[Alice d'Inghilterra]], la seconda figlia della regina [[Vittoria del Regno Unito|Vittoria]] e di [[Alberto di Sassonia-Coburgo-Gotha|Alberto, principe consorte]]. Alice fu battezzata con rito [[Chiesa luterana|luterano]] il [[1 luglio|1° luglio]] [[1872]]; le furono dati come nomi quelli delle sorelle materne. I suoi padrini furono il [[Edoardo VII del Regno Unito|Principe di Galles]], la [[Alessandra di Danimarca|Principessa di Galles]], lo [[Alessandro III di Russia|Zarevich di Russia]], la [[Dagmar di Danimarca|Zarevna di Russia]], la [[Beatrice di Sassonia-Coburgo-Gotha|principessa Beatrice]], [[Augusta di Assia-Kassel|Augusta, duchessa di Cambridge]] e la principessa Anna di Prussia.
 
{{Assia-Darmstadt (1806-1918)}}
 
Nel dicembre [[1878]] la [[difterite]] giunse nel Granducato d'Assia. La stessa Alix, le sue sorelle [[Vittoria d'Assia e del Reno|Vittoria]], [[Irene d'Assia|Irene]] e [[Maria d'Assia e del Reno|May]] ed il fratello [[Ernesto Luigi d'Assia|Ernie]] si ammalarono. Mentre le sue sorelle ed il fratello guarirono, la piccola May non ce la fece, e morì all'età di quattro anni. Nel frattempo la madre di Alix, la Granduchessa di Assia, si ammalò mentre assisteva Ernie nel suo recupero dopo la difterite. Quando la piccola Alix aveva appena sei anni la principessa Alice morì, il [[14 dicembre]] [[1878]], anniversario della morte del padre avvenuta diciassette anni prima; fu così che la principessa Alix si affezionò molto alla nonna materna. Come conseguenza, Alix spese parte della sua infanzia nel Regno Unito e frequentemente soggiornava con i suoi parenti britannici al [[Castello di Balmoral]], in [[Scozia]], e ad [[Osborne House]], sull'[[isola di Wight]]. Quando era ancora una bimba piccola veniva chiamata Sunny, ma dopo la perdita della madre e della sorellina più giovane, [[Maria d'Assia e del Reno|May]], Alix divenne più chiusa ed introversa. Nel [[1892]], quando Alix aveva vent'anni, suo padre morì ed il fratello, [[Ernesto Luigi d'Assia|Ernesto Luigi]], succedette al padre nel titolo di Granduca d'Assia e del Reno.
 
==Matrimonio==
[[Immagine:Alix and Nicky formal in 1894.jpg|left|thumbnail|Nicola e Alessandra nel 1894, l'anno del fidanzamento e del matrimonio]]
 
Alix si sposò relativamente tardi per una donna del suo rango nell'epoca in cui viveva, avendo rifiutato una proposta dal principe [[Alberto Vittorio di Sassonia-Coburgo-Gotha|Alberto Vittorio, duca di Clarence]] (il primogenito del [[Edoardo VII del Regno Unito|Principe di Galles]]), nonostante la forte pressione della famiglia. Si dice che la regina Vittoria desiderasse che i suoi due nipoti si sposassero, ma, siccome amava molto Alix, accettò la sua decisione di non sposarlo; la Regina anzi si proclamò orgogliosa di Alix per essere stata in grado di tenerle testa, mentre molte altre persone non ne erano in grado, compreso il figlio, il Principe di Galles.
 
Alix, comunque, aveva già incontrato e si era innamorata dello [[Nicola II di Russia|zarevic di Russia]], la cui madre era la cognata dello zio di Alix, il [[Edoardo VII del Regno Unito|principe di Galles]] ed il cui zio [[Sergei Alexandrovich Romanov|granduca Sergio Alexandrovich]] era sposato con la sorella di Alix, [[Elizaveta Fëdorovna|Elisabetta]]. Loro erano anche secondi cugini dato che erano entrambi nipoti di [[Guglielmina di Baden]]. Nicola e Alix si incontrarono la prima volta nel [[1884]] e successivamente, nel [[1889]], quando Alix ritornò in Russia, si innamorarono.
 
«Il mio sogno è di sposare un giorno Alix H. Io l'ho amata per lungo tempo, ma più profondamente e intensamente dal 1889, quando lei trascorse sei settimane a Pietroburgo. Per lungo tempo mi sono opposto al sentimento che il mio più caro sogno diventasse realtà.» <ref> Massie, R, ''Nicholas and Alexandra'', p.49</ref>, scrisse Nicola nel suo diario; e Alix ricambiava il suo sentimento.
 
Inizialmente il padre di Nicola, lo [[Alessandro III di Russia|zar Alessandro III]], si oppose alla prospettiva del matrimonio <ref> Massie, R, ''Nicholas and Alexandra'', p.49</ref>. La società rifiutò apertamente la Principessa Alix, sicura nella consapevolezza che lo Zar e l'[[Dagmar di Danimarca|imperatrice Maria]], entrambi vigorosamente antigermanici, non avevano intenzione di permettere un'unione con lo Zarevic. Benché Alix fosse la sua figlioccia, è generalmente risaputo che Alessandro III ambiva ad un miglior matrimonio per il figlio, ad esempio con la [[Elena d'Orléans|principessa Elena]], l'alta e mora figlia di [[Luigi Filippo Alberto d'Orléans|Filippo d'Orléans, conte di Parigi]], pretendente al trono di Francia <ref> Massie, R, ''Nicholas and Alexandra'', p.49</ref>. Il legame con Elena non piaceva a Nicola. Egli scrisse nel suo diario, «Mamma fece alcune allusioni ad Elena, la figlia del Conte di Parigi. Io voglio andare in una direzione ed è evidente che Mamma vuole che io scelga l'altra.» <ref> Massie, R, ''Nicholas and Alexandra'', p.50</ref> Fortunatamente anche Elena resisteva alle pressioni; lei era [[Chiesa cattolica|cattolica]] e non desiderava abbandonare la propria fede per diventare [[Chiesa ortodossa russa|russa ortodossa]].
 
Lo Zar inviò quindi emissari alla [[Margherita di Prussia|principessa Margherita di Prussia]], figlia del kaiser [[Federico III di Germania|Federico III]] e sorella del kaiser [[Guglielmo II di Germania|Guglielmo II]]. Nicola dichiarò risolutamente che lui avrebbe di gran lunga preferito farsi monaco piuttosto che sposare la scialba e noiosa Margherita. Margherita, dal canto suo, affermò anch'essa che non voleva abbandonare la sua religione [[Protestantesimo|protestante]] per divenire russa ortodossa.
 
Fintantoché stava bene, Alessandro III ignorò le proteste del figlio; cominciò a cedere solo quando la sua salute iniziò a peggiorare nel [[1894]]. <ref> Massie, R, ''Nicholas and Alexandra'', p.50</ref> Alix era turbata dalla richiesta di rinunciare alla sua fede [[luterana]], dato che una zarina russa doveva essere ortodossa; ma venne persuasa ed alla fine divenne una fervente convertita.
 
Lei e Nicola si fidanzarono nell'aprile [[1894]]. Alessandro III morì il [[1 novembre|1° novembre]] 1894 e Nicola divenne zar di tutte le Russie all'età di ventisei anni. Il matrimonio non venne ritardato; Alessandra e Nicola si sposarono nella cappella del [[Palazzo d'Inverno (San Pietroburgo)|Palazzo d'Inverno di San Pietrobrugo]] il 14 – 26 novembre [[1894]]. Il matrimonio che iniziò quella notte rimase tale per tutto il resto delle loro vite; fu un matrimonio vittoriano, esternamente sereno e appropriato, ma basato su una amore fisico intensamente passionale. <ref> Massie, R, ''Nicholas and Alexandra'', p.45</ref>
 
La sorella maggiore [[Elizaveta Fëdorovna|Ella]] non era solo sorella di Alix, ma anche sua zia, per via di matrimonio. Inoltre, Alix, come il marito, era prima cugina del re di Gran Bretagna [[Giorgio V del Regno Unito|Giorgio V]]; Nicola era inoltre cugino di tre altri monarchi: [[Cristiano X di Danimarca]], [[Costantino I di Grecia]] e [[Haakon VII di Norvegia]].
 
Alix d'Assia accompagnò la famiglia imperiale nel loro ritorno a San Pietroburgo con il corpo dello Zar, e si dice che le persone salutarono la loro futura Imperatrice con sinistri bisbigli del tipo «Lei viene a noi dietro ad una bara.» <ref> King, G, ''The Last Empress'', p.76</ref>
 
==Incoronazione==
[[Immagine:RepinIE VenchNikolayaII GRM.jpg|thumb|right|325px|Incoronazione di Nicola II e della Granduchessa Alessandra Feodorovna. Olio su tela. 98,5 × 125,5 cm. Museo Statale Russo, San Pietroburgo]]
 
Alessandra Feodorovna divenne imperatrice di Russia il giorno del suo matrimonio, ma fu il [[14 maggio]] [[1896]] che avvenne l'incoronazione di Nicola ed Alessandra all'interno del [[Cremlino di Mosca|Cremlino]] a [[Mosca (città)|Mosca]]. Il giorno seguente una tragedia colpì le celebrazioni per l'incoronazione, quando la morte di parecchie migliaia di contadini divenne nota. Le vittime erano state calpestate a morte al [[campo di Khodynka]] a [[Mosca (città)|Mosca]], quando si era diffusa la notizia che non c'erano doni commemorativi dell'evento per ognuno. Prima che la polizia ed i cosacchi arrivassero, il prato assomigliava ad un campo di battaglia; nel pomeriggio gli ospedali della città furono congestionati dai feriti ed ognuno seppe ciò che era accaduto.
 
Nicola ed Alessandra erano storditi; Nicola dichiarò che non si sarebbe presentato al ballo dato quella sera dall'ambasciatore francese, il Marchese di Montebello, ma lo zio dello Zar gli raccomandò di parteciparvi per non offendere il francese. Alla fine, come sarebbe capitato molte altre volte durante il suo regno, Nicola si arrese e, lui ed Alessandra, si recarono al ballo. Sergius Witte commentò, «Noi ci aspettavamo che la festa venisse disdetta. Invece essa ebbe luogo come se nulla fosse accaduto ed il ballo venne aperto dalle Loro Maestà ballando una quadriglia.» <ref> Massie, R, ''Nicholas and Alexandra'', p.80</ref> Fu una serata dolorosa. «L'Imperatrice appariva sofferente, i suoi occhi arrossati dalle lacrime», l'ambasciatore britannico informò la regina Vittoria. <ref> Massie, R, ''Nicholas and Alexandra'', p.80</ref> Molti Russi ritennero che il disastro del campo di Khodynka fosse un presagio del fatto che il regno sarebbe stato infelice. Altri Russi, più sofisticati o più vendicativi, usarono la tragedia per sottolineare la spietatezza dell'autocrazia e la spregevole superficialità del giovane Zar e della sua «donna tedesca». <ref> Massie, R, ''Nicholas and Alexandra'', p.81</ref>
 
==L'imperatrice==
Alessandra non era popolare a corte e tra la gente russa. Quando appariva in pubblico era silenziosa, sembrava fredda, altezzosa ed indifferente. <ref> Massie, R, ''Nicholas and Alexandra'', p.186</ref> Lei si sentiva ferita dall'accoglienza poco entusiastica, e si dichiarò stanca della morale dissoluta e dell'etichetta della corte Russa. Alessandra venne definita smorta, provinciale, poco interessante ed altera. Un aneddoto chiarisce perfettamente la battaglia tra la Zarina Alessandra e la società. Ad un ballo, Alessandra notò una giovane donna la cui scollatura considerava troppo profonda. Alla dama venne inviato un messaggio con scritto, «Madam, Sua Maestà desidera farLe sapere che in Assia-Darmstadt, non si indossano i vestiti in questa maniera.» La donna replicò, «Veramente?» ed al contempo abbassò ulteriormente il davanti del proprio vestito. «Prego di riferire a Sua Maestà che in Russia noi indossiamo i nostri vestiti in questo modo.» <ref> King, G, ''The Last Empress'', p.93</ref>
 
Alessandra fece pochi tentativi di stringere contatti e alleanze con gli altri membri dell'ampia famiglia Romanov e generalmente partecipò al minor numero possibile di eventi di corte. Ella veniva sfavorevolmente comparata alla popolare [[Dagmar di Danimarca|imperatrice madre Maria Feodorovna]], figlia del re [[Cristiano IX di Danimarca]] e sorella minore della [[Alessandra di Danimarca|Principessa di Galles]]. <ref> King, G, ''The Last Empress'', p.93</ref> In Russia, l'imperatrice madre superava in rango l'imperatrice consorte, a differenza della maggior parte delle corti reali europee. La tendenziale cocciutaggine di Alessandra non le permise di fare dei tentativi di imparare dalla suocera più esperta, che avrebbe potuto aiutarla notevolmente. L'Imperatrice Madre aveva vissuto in Russia per diciassette anni prima di salire sul trono, Alessandra a malapena un mese tra il suo arrivo ed il matrimonio. Alessandra avrebbe fatto meglio a non criticare pubblicamente «Madre cara». La zia della Zarina, l'[[Vittoria di Sassonia-Coburgo-Gotha|imperatrice tedesca Federico]] (principessa reale Vittoria, imperatrice madre di Germania, così soprannominata dopo la morte del marito il kaiser Federico III), scrisse alla regina Vittoria che «Alix è molto imperiosa e insiste sempre per fare a modo suo; lei non cederà mai una briciola di potere se solo immagina che lo potrà esercitare...» <ref> King, G, ''The Last Empress'', p.93</ref>
 
Anche l'incapacità di Alessandra di generare un erede al trono russo nei suoi primi quattro tentativi fu una fonte di grande delusione.
 
Alessandra era ferocemente protettiva nei confronti del ruolo di suo marito come zar, e difendeva attivamente i suoi diritti di governatore autocratico; era infatti una fervente sostenitrice del diritto divino a governare e non riteneva necessario fare alcun tentativo di assicurarsi l'approvazione del popolo. Durante la Prima Guerra Mondiale, che portò ad una crescita del patriottismo, tutte le lamentele che i Russi avevano nei confronti dell'Imperatrice – la sua nascita tedesca, la sua freddezza, la sua devozione a Rasputin – si fusero in un unico, radicale torrente di odio. <ref> Massie, R, ''Nicholas and Alexandra'', p.186</ref>
 
==Alessandra ed i suoi figli==
Direttamente sopra al salottino malva nel Palazzo di Alessandro c'erano le nursery dei suoi figli. La mattina, Alessandra poteva sdraiarsi sul suo divano e, attraverso il soffitto, ascoltare il rumore di passi dei suoi figli ed il suono dei loro esercizi di piano. Un ascensore e delle scale private conducevano direttamente nelle stanze al piano superiore. <ref> Massie, R, ''Nicholas and Alexandra'', p.153</ref> Alessandra, per il popolo russo, era una tedesca dal cuore di ghiaccio, senza la capacità di vedere le necessità di coloro che la attorniavano, a meno che non fossero familiari. Questo era vero, in un certo qual modo, visto che Alessandra, come suo marito, teneva molto alla propria famiglia. L'Imperatrice, fin dalla sua infanzia, era tremendamente timida, un tratto caratteriale condiviso con la nonna, la [[Vittoria del Regno Unito|regina Vittoria]]. Odiava le apparizioni in pubblico e le trascurava, cercando di evitarle per quanto possibile. Alessandra preferiva ritirarsi in disparte, lasciando spazio alla suocera; e, in un certo qual modo, questo era anche un diritto di Maria Feodorovna. La timidezza ed il desiderio di solitudine ebbero un profondo impatto sui suoi cinque figli e sull'impero; Alessandra non fece mai uno sforzo per conquistare l'affetto del popolo russo.
 
[[Immagine:Family Tsar in 1913.jpg|thumb|right|330px|La famiglia imperiale russa nel 1913. Da sinistra a destra: la granduchessa Maria, la zarina Alessandra, le granduchesse Olga e Tatiana, lo zar Nicola II, e la granduchessa Anastasia. Lo zarevic Alessio è seduto davanti ai suoi genitori.]]
 
Circa un anno dopo il suo matrimonio con lo Zar, Alessandra diede alla luce il primo figlio della coppia: una ragazza, chiamata [[Olga Nikolaevna Romanova|Olga]], nata il [[15 novembre]] [[1895]]. Olga non poteva essere l'erede al trono a causa della legge paolina promulgata dallo zar [[Paolo I di Russia|Paolo I]]. Solamente un maschio avrebbe potuto concorrere alla successione al trono russo. Olga era molto amata dai suoi giovani genitori. Altre tre figlie femmine seguirono Olga: [[Tatiana Nikolaevna Romanova|Tatiana]] il [[10 giugno]] [[1897]], [[Maria Nikolaevna Romanova|Maria]] il [[26 giugno]] [[1899]] e [[Anastasia Nikolaevna Romanova|Anastasia]] il [[18 giugno]] [[1901]]. Passarono ancora tre anni prima che l'Imperatrice partorisse il tanto atteso erede. [[Aleksej Nikolaevič Romanov|Alexei Nikolaevich]] nacque a [[Peterhof (reggia)|Peterhof]] il [[12 agosto]] [[1904]]. Con grande costernazione dei genitori, Alessio era malato di [[emofilia]], un'incurabile patologia del sangue.
 
Con la figlia maggiore, Olga, Alessandra a volte aveva dei problemi. Probabilmente questo era dovuto al fatto che era la primogenita. Olga era molto simile al padre; timida e sottomessa, colpiva le persone per la sua gentilezza, la sua innocenza e la forza dei suoi sentimenti. Quando crebbe, Olga cominciò a leggere molto, sia prosa che poesia, spesso prendendo in prestito i libri dal tavolo della madre prima che l'Imperatrice stessa li avesse letti: «Dovresti aspettare la mamma, fino a quando io non abbia verificato che questo sia un libro che tu possa leggere.» <ref> Massie, R, ''Nicholas and Alexandra'', p.153</ref>
 
Alessandra capiva molto di più la seconda figlia, Tatiana. In pubblico e nella vita privata, Tatiana circondava la madre con immutata attenzione. Se bisognava chiedere un favore tutti i bambini imperiali convenivano che «Tatiana deve chiedere a Papa che lo conceda.» <ref> Massie, R, ''Nicholas and Alexandra'', p.154</ref> Durante gli ultimi mesi della famiglia, Tatiana aiutava sempre la madre a spostarsi, spingendola per la casa in una sedia a rotelle.
 
La terza figlia, Maria, amava parlare di matrimonio e di bambini. Lo Zar riteneva che sarebbe diventata una moglie eccellente. Maria era considerata l'angelo della famiglia.
 
Anastasia, la più giovane e la più famosa delle figlie, era la ''shvibzik'', il russo per monella. <ref> Vorres, I, ''The Last Grand Duchess'', p.108</ref> Si arrampicava sugli alberi e si rifiutava di scendere a meno che non le fosse specificamente ordinato dal padre. La zia e madrina, la granduchessa Olga Alexandrovna, ricordò una volta l'episodio in cui Anastasia continuava a far capricci fino a quando non le diede uno schiaffo. <ref> Vorres, I, ''The Last Grand Duchess'', p.109</ref>
 
Quando erano bambine, Alessandra vestiva le proprie figlie come gemelle, le due più grandi e le due più piccole indossando vestiti abbinati. <ref> Massie, R, ''Nicholas and Alexandra'', p.157</ref> Quando Olga e Tatiana diventarono più grandi, iniziarono a giocare un ruolo più serio nella vita pubblica. Benchè in privato si rivolgessero ai loro genitori come 'Mama' e 'Papa', in pubblico dovevano chiamarli 'Imperatrice' e 'Imperatore'. <ref> Massie, R, ''Nicholas and Alexandra'', p.157</ref> Nicola ed Alessandra avevano intenzione di far debuttare ufficialmente in società le due figlie più grandi nel [[1914]], quando Olga avrebbe avuto diciannove anni e Tatiana diciassette. Ma scoppiò la Prima Guerra Mondiale ed il progetto venne cancellato. Nel 1917 le quattro figlie di Nicola ed Alessandra erano sbocciate in giovani donne, i cui talenti e personalità, come decretò il destino, non furono mai rivelati. <ref> Massie, R, ''Nicholas and Alexandra'', p.158</ref>
Alessandra stravedeva per Alessio. Il precettore del bambino, [[Pierre Gilliard]], scrisse «Alessio era al centro di una famiglia unita, il ''focus'' di tutte le loro speranze e affetti. Le sue sorelle lo adoravano. era la gioia e l'orgoglio de suoi genitori. Quando stava bene il palazzo si trasformava. Chiunque e qualunque cosa in lui sembrava lavato nella luce solare.» <ref> Massie, R, ''Nicholas and Alexandra'', p.158</ref>
 
Dovendo vivere sapendo che gli aveva trasmesso l'emofilia, Alessandra era ossessionata dal pensiero di proteggere il figlio; lo teneva sott'occhio continuamente e consultava moltissimi mistici che rivendicavano la capacità di curarlo durante le sue crisi quasi fatali. Alessandra viziò il suo unico figlio maschio e lo lasciò fare a modo suo; sembrava che prestasse più attenzione a lui che a qualunque delle altre quattro figlie. Quando la malattia di Alessio venne infine annunciata pubblicamente nel [[1912]], Alessandra divenne un personaggio molto impopolare tra il popolo. Il suo passato tedesco, durante la [[Prima guerra mondiale|Grande Guerra]] poté solo far aumentare questo odio.
 
==Figli==
 
<table border=1 style="border-collapse: collapse;">
<tr bgcolor=cccccc><th>Nome<th>Nascita<th>Morte<th>
 
<tr><td> [[Olga Nikolaevna Romanova|Granduchessa Olga Nikolaevna]] <td>[[15 novembre]] [[1895]]<td>[[17 luglio]] [[1918]]
 
<tr><td>[[Tatiana Nikolaevna Romanova|Granduchessa Tatiana Nicholaevna]] <td>[[10 giugno]] [[1897]]<td>[[17 luglio]] [[1918]]
 
<tr><td> [[Maria Nikolaevna Romanova|Granduchessa Maria Nicholaevna]] <td>[[26 giugno]] [[1899]]<td>[[17 luglio]] [[1918]]
 
<tr><td> [[Anastasia Nikolaevna Romanova|Granduchessa Anastasia Nicholaevna]] <td>[[18 giugno]] [[1901]]<td>[[17 luglio]] [[1918]]
 
<tr><td> [[Aleksej Nicolaevič Romanov|Zarevic Alexei Nicholaevich]] <td>[[12 agosto]] [[1904]]<td>[[17 luglio]] [[1918]]
</td></tr></table>
 
==L'emofilia e Rasputin==
 
[[Immagine:AlixAlekszej1913.jpg|thumb|right|250px|Alessandra e lo zarevic Alessio nel 1913]]
 
Alessio nacque nel periodo cruciale della [[guerra russo-giapponese]], il [[12 agosto]] [[1904]]. Lo Zarevic era l'[[erede al trono]] di Russia, e Alessandra, partorendo un figlio maschio, aveva compiuto il suo più importante compito di Zarina. Inizialmente il ragazzo sembrava normale ed in salute, ma in poche settimane si notò che, quando cadeva o urtava qualcosa, i suoi lividi non guarivano, anzi peggioravano ed il suo sangue si coagulava molto lentamente. Si scoprì ben presto che Alessio soffriva di [[emofilia]], che poteva essergli stata trasmessa unicamente dal ramo della famiglia di Alessandra. <ref> Denton, C.S, ''Absolute Power'', p.574</ref> Generalmente, all'inizio del [[XX secolo]], l'emofilia era fatale; la malattia si sparse nelle case regnanti d'Europa attraverso le figlie della regina Vittoria, lei stessa portatrice della patologia. Alessandra perse un fratello, [[Federico d'Assia e del Reno|Federico]], a causa della malattia e così pure uno zio, [[Leopoldo di Sassonia-Coburgo-Gotha|principe Leopoldo, duca di Albany]]; sua sorella [[Irene d'Assia|principessa Irene d'Assia e del Reno]] era una portatrice del gene e, attraverso il suo matrimonio con il cugino [[Enrico di Prussia|principe Enrico di Prussia]], sparse l'emofilia in un ramo cadetto della famiglia reale prussiana. La [[Vittoria Eugenia di Battenberg|principessa Vittoria Eugenia di Battenberg]], un'altra nipote della regina Vittoria e prima cugina di Alessandra, fu una portatrice del gene dell'emofilia: sposò il re [[Alfonso XIII di Spagna]] e due dei suoi figli erano emofiliaci. Data l'incurabilità ed il pericolo di morte causato dalla malattia, sofferta solo dagli eredi maschi, si decise di mantenere segreta la condizione dello Zarevic al popolo russo. Come semplice portatrice del gene, Alessandra non era emofiliaca, ma molto probabilmente aveva una produzione inferiore al normale del fattore di coagulazione del sangue, avendo una sola copia del gene invece che due. Il suo stato di portatrice sana, in aggiunta alle sue preoccupazioni per il figlio, può oggi essere considerata come una ragione per la sua salute cagionevole.
 
Inizialmente Alessandra si rivolse a dottori russi per curare Alessio; i loro trattamenti generalmente fallivano visto che non esistevano rimedi conosciuti. Oppressa dalla consapevolezza che ogni caduta o taglio avrebbe potuto uccidere il figlio, Alessandra stessa si dedicò ancora più intensamente ad attività caritatevoli. Si rivolse a Dio per cercare conforto, familiarizzando con tutti i rituali ed i santi ortodossi e spendendo molte ore a pregare nella sua cappella privata. <ref> Denton, C.S, ''Absolute Power'', p.374</ref> Disperata, Alessandra si rivolse sempre più a mistici e santoni: uno di essi, [[Grigorij Efimovič Rasputin|Grigori Rasputin]], sembrava d'altronde avere successo.
 
Lo stile di vita dissoluto di Rasputin condusse più volte Nicola a cercare di tenerlo a distanza dalla propria famiglia. Perfino quando ad Alessandra venne riferito dal direttore della polizia nazionale che Rasputin, ubriaco, si era esibito in un noto ristorante moscovita dicendo alla folla che Nicola gli lasciava montare la moglie a suo piacere, lei diede la colpa a delle chiacchiere maliziose. «I santi sono sempre eccessivi.» scrisse. «Lui è odiato perché noi lo amiamo.» <ref> Denton, C.S, ''Absolute Power'', p.577</ref> Nicola non era sicuramente così cieco, ma anche lui si sentiva senza la forza di far qualcosa contro l'uomo che apparentemente salvava la vita al suo unico figlio. Un ministro di Nicola scrisse, «A lui non piaceva scacciare Rasputin, perché se Alessio fosse morto, agli occhi della madre, lo Zar sarebbe stato l'assassinio del suo proprio figlio.» <ref> Denton, C.S, ''Absolute Power'', p.577</ref>
 
Fin dall'inizio si potevano sentire pettegolezzi e risatine dietro le spalle di Rasputin. Benché alcuni rappresentanti di grado elevato del clero di San Pietroburgo accettassero Rasputin come un profeta vivente, altri lo classificavano rabbiosamente come un eretico ed un bugiardo. Storie e racconti dal suo villaggio natale in Siberia lo seguivano, come ad esempio quella che narrava come lui celebrasse matrimoni per i popolani in cambio della prima notte di nozze con la sposa. Nel suo appartamento di Pietroburgo, dove viveva con la figlia Maria, Rasputin veniva visitato da chiunque cercava la sua benedizione, una guarigione o un favore dalla Zarina. Le donne, incantate dalla sua grezza misticità di monaco, andavano da Rasputin per delle "benedizioni private" e veniva loro accordata udienza nella sua camera da letto, scherzosamente chiamata ''Holy of Holies''. Rasputin amava predicare un'unica dottrina teologica, e cioè che una persona avrebbe dovuto prima divenire famigliare con il peccato prima di poterlo affrontare. <ref> Denton, C. S, ''Absolute Power'', p.576</ref>
 
Nel [[1912]] Alessio venne colpito da una forte [[emorragia]] alla coscia che lo portò in punto di morte mentre era con la famiglia a Spala, in [[Polonia]]. Alessandra e Nicola fecero i turni al suo capezzale e tentarono invano di confortarlo nel suo intenso dolore. In un raro momento di pace, Alessio venne sentito sussurrare a sua madre, «Quando sarò morto, non mi farà più male niente, vero Mama?» <ref> Denton, C.S, ''Absolute Power'', p.575</ref> Ad Alessandra sembrava che Dio non rispondesse alle sue preghiere per il sollievo del figlio; credendo che Alessio sarebbe morto, Alessandra, disperata, inviò un telegramma a Grigori Rasputin. Egli spedì immediatamente una risposta, «Dio ha visto le tue lacrime e sentito le tue preghiere. Non essere addolorata. Il Piccolo non morirà. Non permettere che i dottori lo infastidiscano troppo.» <ref> Denton, C.S, ''Absolute Power'', p.575</ref> Il consiglio di Rasputin coincise proprio con dei segni di recupero di Alessio. Dal 1912 in avanti Alessandra cominciò a fidarsi sempre di più di Rasputin, e a credere alle sue abilità di alleviare le sofferenze dello Zarevic. Questa sua fiducia accrebbe il potere politico di Rasputin, che stava seriamente minando il governo Romanov durante la [[Prima Guerra Mondiale]].
 
La percepita interferenza di Rasputin in questioni politiche condusse in ultima istanza al suo assassinio nel dicembre [[1916]]. Tra i cospiratori c'era un nobiluomo, [[Feliks Feliksovič Jusupov|il principe Felix Yusupov]], marito della [[Irina Alexandrovna di Russia|principessa Irina di Russia]], figlia della [[Ksenija Aleksandrovna Romanova|granduchessa Xenia Alexandrovna]], ed un membro della famigia Romanov, il [[Dmitrij Pavlovič Romanov|granduca Dmitri Pavlovich]].
 
==La Prima Guerra Mondiale==
Lo scoppio della Prima Guerra Mondiale fu un punto di svolta per la Russia e per Alessandra. La guerra pose l'Impero Russo dei Romanov contro l'assai più forte Impero Tedesco della dinastia [[Hohenzollern]]. <ref> Cowles, V., ''The Last Tsar'', p.4</ref> Quando Alessandra seppe della mobilitazione russa, irruppe nello studio del marito, sbattendo la porta dietro di lei; l'amica di Alessandra, Anna Vyrubova, sedeva all'esterno, aspettando ed ascoltando le voci arrabbiate che provenivano dalla stanza che diventavano sempre più forti, di minuto in minuto. Quando le voci raggiunsero il culmine, la porta si aprì ed Alessandra corse fuori e si precipitò nella sua camera da letto. Anna la seguì e trovò la Zarina distesa sul letto che piangeva istericamente, «Guerra!» singhiozzò. «E io non ne sapevo nulla! Questo è la fine di tutto.» <ref> King, G, ''The Last Empress'', p.213</ref>
 
Il Granducato d'Assia e del Reno, governato da suo fratello, era parte dell'Impero Tedesco; era quindi anche il luogo di nascita di Alessandra; questo la rese ancora più impopolare tra il popolo russo, che la accusava di collaborare con i tedeschi. <ref> King, G., ''The Last Empress'', p.223</ref> Il kaiser tedesco, [[Guglielmo II di Germania|Guglielmo II]], era anche un primo cugino di Alessandra. Ironicamente, una delle poche cose che l'imperatrice Alessandra e la suocera imperatrice madre Maria avevano in comune era la loro profonda avversione per il Kaiser.
 
[[Immagine:Empress Alexandra Feodorovna -1901.jpg|thumb|right|225px|Ritratto dell'imperatrice Alessandra Feodorovna, eseguito da Alexander Sokolov, San Pietroburgo, Russia, [[1901]]]]
 
Quando lo Zar si recò sul fronte nel [[1915]] per prendere il controllo personale dell'esercito, diede ad Alessandra la carica di reggente nella capitale San Pietroburgo. Il cognato, granduca Alessandro Mikhailovich, riportò quanto segue: «Quando l'Imperatore andò in guerra, naturalmente sua moglie governò al posto suo.» <ref> King, G, ''The Last Empress'', p.244</ref> Nei due anni e mezzo che seguirono, il potere del governo russo si deteriorò con una rapidità stupefacente, che non ha paralleli nella storia moderna. <ref> King, G, ''The Last Empress'', p.244</ref> Alessandra non aveva esperienze di governo, e continuamente nominava e rinominava nuovi ed incompetenti ministri, il che impediva al Governo di essere stabile o efficiente. Il coinvolgimento della Zarina in politica era frutto della sua volontà. Scrisse allo Zar, «Lascia che ti aiuti, mio tesoro. Sicuramente c'è un modo in cui una donna può essere d'aiuto ed utile. Io desidero ardentemente renderti tutto più facile... Non vedo l'ora di ficcare il naso ovunque.» <ref> King, G, ''The Last Empress'', p.244</ref> Questo era particolarmente pericoloso in una guerra di logoramento, dato che né le truppe né la popolazione civile erano adeguatamente rifornite. Ella prestò molta attenzione ai consigli interessati di Rasputin, e la loro relazione fu ampiamente, benché falsamente, ritenuta a sfondo sessuale. È stato riportato che quando la Zarina incontrò Sir George Buchanan, l'ambasciatore britannico, lei gli disse, «Non ho pazienza con i ministri che gli impediscono di fare il suo dovere. La situazione richiede fermezza. L'Imperatore, sfortunatamente, è debole; ma io non lo sono, ed intendo essere ferma.» <ref> King, G, ''The Last Empress'', p.247</ref> Alessandra era al centro di pettegolezzi crescenti ed estremamente negativi, e molti la ritenevano una spia tedesca all'interno della corte russa.
 
==La rivoluzione==
La [[Prima Guerra Mondiale]] fu un peso che si rivelò insostenibile per il governo imperiale della Russia e per l'economia, entrambi pericolasamente deboli. I razionamenti e la fame divennero una situazione familiare per decine di milioni di russi a causa dei disagi causati dall'economia di guerra. Quindici milioni di persone vennero sottratti alla produzione agricola per essere mandati a combattere, e le infrastrutture di trasporto (principalmente le ferrovie) vennere convertite all'uso bellico, esacerbando il razionamento del cibo nelle città, dato che i prodotti agricoli disponibili non potevano essere portati nelle aree urbane. L'inflazione era galoppante e questo, combinato con la scarsità di alimentari ed i pochi risultati dei soldati russi nella guerra, generò una grande rabbia ed uno spirito di ribellione tra il popolo a [[San Pietroburgo]] e nelle altre città. <ref> Tames, R., ''Last of the Tsars'', p.52</ref>
 
La decisione dello Zar di prendere personalmente il comando militare, contrariamente a quanto consigliatogli, fu disastrosa, visto che venne direttamente incolpato per tutte le perdite. Il suo trasferimento al fronte, lasciando la Zarina a governare, aiutò a minare le sorti della dinastia Romanov. Le scarse performance dell'esercito portarono alla diffusione di voci secondo le quali la Zarina, di origine tedesca, prendeva parte ad una cospirazione per aiutare la Germania a vincere la guerra. Il rigido inverno del 1916 – 1917 devastò la Russia imperiale. I razionamenti del cibo e la [[carestia]] presero nella loro morsa le città. La cattiva gestione ed i fallimenti bellici rivoltarono i soldati contro lo Zar. L'umore delle truppe è probabilmente ben rappresento da una scena del film di [[Jean Renoir]], ''[[La grande illusione]]''. Emblematico è anche l'episodio in cui Alessandra inviò numerosi pacchi ai prigionieri di guerra russi: eccitati all'idea di ricevere della [[vodka]], li aprirono e vi trovarono delle bibbie, e prontamente si rivoltarono.
 
Nel marzo [[1917]] le condizioni erano ulteriormente peggiorate: i lavoratori delle acciaierie iniziarono a scioperare il [[7 marzo]], ed il giorno seguente, la [[Giornata Internazionale della Donna]], folle affamate iniziarono ad occupare le strade di San Pietroburgo per protestare contro la scarsità di cibo e la guerra. Dopo due giorni di sommossa, lo Zar ordinò all'esercitò di ripristinare l'ordine e l'11 marzo i militari spararono sulla folla. Quello stesso giorno la [[Duma]], l'organo legislativo elettivo, fece pressioni sullo Zar affinché prendesse posizione nel migliorare le condizioni di vita del popolo. Lo Zar rispose sciogliendo la Duma. <ref> Tames, R., ''Last of the Tsars'', p.53</ref>
 
Il [[12 marzo]] i soldati inviati a sedare i rivoltosi si ammutinarono e si unirono alla rivoluzione, fornendo così la scintilla che diede il via alla [[Rivoluzione di febbraio]] (come la seguente [[Rivoluzione d'ottobre]] del novembre 1917, le [[Rivoluzione russa|rivoluzioni russe del 1917]] prendono i loro nomi dal vecchio calendario in vigore all'epoca in Russia). Soldati e lavoratori costituirono il ''[[Soviet di Pietrogrado]]'', composto di 2&nbsp;500 deputati eletti mentre la [[Duma]] dichiarò il Governo provvisorio il [[13 marzo]]. [[Aleksandr Fëdorovič Kerenskij|Alexander Kerensky]] fu un attore chiave del nuovo regime. La Duma informò quindi lo Zar che quel giorno avrebbe dovuto abdicare.
 
Nel tentativo di porre fine alla rivolta nella capitale, Nicola tentò di giungere a San Pietroburgo in treno dal quartier generale dell'esercito a [[Mogilëv]]. Il tragitto era bloccato, così provò a percorrere un'altra strada; il suo treno venne bloccato a [[Pskov]] dove, dopo essere stato consigliato dai suoi generali, lui inizialmente abdicò al trono per sé stesso ed in seguito, dopo un consulto medico, per sé stesso e suo figlio lo [[zarevic]] [[Aleksej Nikolaevič Romanov|Alessio]]. <ref> Tames, R., ''Last of the Tsars'', p.55 </ref> Alessandra era ora in una posizione pericolosa, essendo la moglie dello Zar deposto, odiato dai Russi. Fu finalmente concesso a Nicola di far ritorno al Palazzo di Alessandro a [[Puškin (oblast' di Leningrado)|Tsarskoe Selo]] dove venne messo sotto arresto assieme alla sua famiglia. Nonostante il fatto che fosse cugino sia di Alessandra che di Nicola, re [[Giorgio V del Regno Unito|Giorgio V]] rifiutò di concedere loro la possibilità di emigrare nel [[Regno Unito]], visto che era allarmato dalla loro impopolarità nel suo paese e dalle possibili ripercussioni sul proprio trono. <ref> Tames, R., ''Last of the Tsars'', p.57</ref>
 
==La prigionia==
 
Il [[Governo Provvisorio Russo]], formatosi dopo la rivoluzione, tenne Nicola, Alessandra ed i loro figli confinati nella loro residenza principale, il Palazzo di Alessandro a [[Puškin (oblast' di Leningrado)|Tsarkoye Selo]], finché non vennero trasferiti a [[Tobol'sk|Tobolsk]], in [[Siberia]], nell'agosto [[1917]]. Questo trasferimento fu deciso dal governo [[Aleksandr Fëdorovič Kerenskij|Kerensky]] per allontanarli dalla capitale ed eventuali pericoli. Da Tobolsk, Alessandra riuscì ad inviare una lettera alla cognata, [[Ksenija Aleksandrovna Romanova|Xenia Alexandrovna]], in Crimea:
 
«Mia cara Xenia, i miei pensieri sono con te, quanto magicamente buono e bello dev'essere tutto, lì con te: tu sei come i fiori. Ma è tutto indescrivibilmente doloroso per la cara madre patria, che io non so nemmeno spiegarlo. Sono lieta per te che infine tu sia riuscita ad allontanarti con tutta la tua famiglia. Vorrei tanto vedere Olga in tutta la sua nuova grande felicità. Tutti sono in salute, ma io, durante le ultime 6 settimane, ho avuto dolori ai nervi e mal di denti. Molto tormentoso...
 
«Viviamo tranquillamente, ci siamo accomodati bene [a Tobolsk] benché sia lontano, molto lontano da tutti, ma Dio è misericordioso. Egli ci dà forza e consolazione...» <ref> Van der Kiste, J & Hall, C, ''Once A Grand Duchess: Xenia, Sister of Nicholas II'', p.121</ref>
 
[[Immagine:Lenin.jpg|thumbnail|Lenin, coluì che ordinò l'assassinio della famiglia imperiale, in una foto del [[1920]]]]
 
Alessandra e la sua famiglia rimasero a Tobolsk fin dopo la [[Rivoluzione d'ottobre|Rivoluzione Bolscevica]] del novembre [[1917]], ma vennero successivamente spostati a [[Ekaterinburg]], controllata dai bolscevichi, nel [[1918]]. Nicola venne deportato ad Ekaterinburg; Alessandra e la figlia Maria andarono con lui, giungendo a Casa Ipatev il [[30 aprile]] [[1918]]. Entrando nella nuova prigione, vennero obbligati ad aprire tutti i loro bagagli; Alessandra immediatamente si rifiutò e Nicola tentò di difenderla dicendo, «Finora ci è stato riservato un trattamento cortese e abbiamo avuto a che fare con gentiluomini ma ora...» <ref> King, G., ''The Last Empress'', p.344</ref> L'ex Zar venne immediatamente messo a tacere; le guardie lo informarono che non era più a [[Puškin (oblast' di Leningrado)|Tsarkoye Selo]] e che il suo rifiuto di osservare le loro richieste avrebbe portato al suo allontanamento dalla famiglia; una seconda offesa sarebbe stata punita più duramente. Temendo per la sicurezza del marito, Alessandra si arrese ed acconsentì alla perquisizione. Sull'intelaiatura della finestra di quella che sarebbe stata la sua ultima camera da letto, a Casa Ipatev, Alessandra incise una svastica, il suo simbolo di buona fortuna preferito, e scrisse la data del 17/30 aprile 1918. <ref> King, G., ''The Last Empress'', p.344</ref> In maggio il resto della famiglia arrivò ad Ekaterinburg; loro non avevano potuti raggiungerli prima a causa della malattia di Alessio ed Alessandra fu felice di vedere riunita la sua famiglia ancora una volta.
 
Settantacinque uomini prestavano servizio di guardia a Casa Ipatev; molti di essi erano operai delle locali fabbriche Zlokazovsy e Verky-Isetsk. Il comandante di Casa Ipatev, Alexander Avadeyev, venne descritto come un «vero bolscevico»; la maggioranza delle testimonianze lo ricorda come un gran bevitore, gretto e bruto. Se una richiesta di favori per la famiglia imperiale raggiungeva Avadeyev, lui dava sempre la solita risposta, «Che vadano al diavolo!!» Le guardie della casa spesso lo sentirono riferirsi allo Zar deposto come «Nicola il Succhia-sangue» e ad Alessandra come «La Cagna Tedesca». <ref> King, G., ''The Last Empress'', p.345</ref>
 
Per i [[Romanov]], la vita a Casa Ipatev era un incubo di incertezze e timori. La famiglia imperiale non sapeva mai se l'indomani sarebbe rimasta a Casa Ipatev o se sarebbe stata separata o uccisa. I privilegi loro accordati erano pochi; ogni pomeriggio, per un'ora circa, potevano fare esercizio fisico nel giardino sul retro sotto gli occhi attenti delle guardie. Alessio non era ancora in grado di camminare, ed il suo marinaio Nagorny doveva trasportarlo in braccio. Alessandra raramente si univa ai suoi famigliari in queste attività quotidiane. Spendeva invece la maggior parte del suo tempo seduta in una sedia a rotelle, leggendo la Bibbia o i lavori di [[Serafino di Sarov|san Seraphim]]. La sera i Romanov giocavano a carte o leggevano; ricevevano poca posta dal mondo esterno, e gli unici quotidiani che erano loro concessi erano datati. <ref> King, G., ''The Last Empress'', p.346</ref> Una delle guardie, Anatoly Yakimov, osservò la famiglia e ricordò:
 
{{quote|
Benché io non parlassi con loro quando li incontravo, comunque me ne sono fatto un'impressione che mi è entrata nell'anima. Lo Zar non era più giovane; aveva dei fili grigi nella sua barba... I suoi occhi erano gentili ed in generale aveva un'espressione gentile. Ho avuto l'impressione che fosse gentile, modesto, franco e loquace. A volte mi sembrava che volesse parlarmi. Sembrava che avesse voglia di parlare con chiunque di noi. La Zarina non era decisamente come lui. Il suo aspetto era severo. Aveva l'apparenza e le maniere di una donna altezzosa e grave. A volte parlavamo di loro tra di noi e tutti pensavamo che Nicola Alexandrovich fosse un uomo modesto ma che lei fosse completamente diversa e che sembrasse proprio una zarina. Sembrava più vecchia dello Zar. C'erano dei capelli grigi alle tempie ed il suo viso non era il viso di una giovane donna... <ref> King, G., ''The Last Empress'', p.348</ref> |}}
 
Attualmente si sa che [[Lenin]] in persona ordinò l'esecuzione della famiglia imperiale, benché i resoconti ufficiali del Soviet diano la responsabilità della decisione al Soviet regionale degli Urali. [[Lev Trotsky|Trotsky]], nel suo diario, chiarisce che l'assassinio avvenne sotto l'autorità di Lenin. Trotsky scrisse:
 
«La mia seguente visita a Mosca avvenne dopo la caduta di Ekaterinburg. Parlando con [[Jakov Michajlovič Sverdlov|Sverdlov]] gli chiesi, "Ah sì, e dov'è lo zar?" "È tutto a posto," rispose. "È stato fucilato." "E dov'è la sua famiglia?" "La sua famiglia con lui." "Tutti?" chiesi, apparentemente sorpreso. "Tutti," replicò Sverdlov. "Perché, che c'è?" Lui stava aspettando di vedere la mia reazione; ma non diedi risposta. "E chi ha preso la decisione?" chiesi. "Lo abbiamo deciso noi qui. Ilyich Lenin ha ritenuto che non dovessimo lasciare ai Bianchi uno stendardo vivente che scorazzi in giro, specialmente nelle difficili circostanze attuali."» <ref> King, G., ''The Last Empress'', p.358</ref>
 
Il [[4 luglio]] [[1918]], [[Jakov Michajlovič Jurovskij|Yakov Yurovsky]], il capo della Ceka di Ekaterinburg, venne nominato comandante di Casa Ipatev. Yurovsky era un bolscevico leale, un uomo su cui Mosca poteva contare per eseguire i suoi ordini riguardanti la famiglia imperiale. Yurovsky aumentò velocemente le misure di sicurezza; raccolse tutti i gioielli e gli oggetti di valore della famiglia imperiale e li pose in una scatola che sigillò e lasciò ai prigionieri. Alessandra tenne con sé solamente due braccialetti che lo zio Leopoldo, duca di Albany, le aveva regalato quando ancora era una bambina e che non riusciva a levare. Yurovsky non sapeva però che l'ex Zarina e le sue figlie portavano sulla loro persona, nascosti negli indumenti, diamanti, smeraldi, rubini e fili di perle. Questi vennero scoperti solamente dopo i loro omicidi. Yurovsky diede l'ordine di ucciderli il [[13 luglio]]. <ref> Massie, R., ''Nicholas and Alexandra'', p.539</ref>
 
La domenica, il 14 luglio 1918, due preti vennero a Casa Ipatev per celebrare la liturgia divina. Uno dei preti, Padre Storozhev, successivamente ricordò, «Io entrai per primo nel soggiorno, poi il diacono e Yurovsky. Allo stesso tempo Nicola ed Alessandra entrarono dalle porte che conducevano nelle stanze interne. Due delle figlie erano con lui. Non ebbi l'occasione di vedere esattamente quali. Mi sembra che Yurovsky chiese a Nicola Alexandrovich, "Bene, siete tutti qui?" e Nicola Alexandrovich rispose con determinazione, "Sì, ci siamo tutti." Davanti, oltre l'arco, Alessandra era già accomodata con due figlie e Alessio Nicolaievich. Era seduto in una sedia a rotelle ed indossava una giacca, mi sembrava, con il collo alla marinara. Era pallido, ma non così tanto come la volta del mio primo servizio. In generale sembrava più sano. Alessandra Feodorovna pure aveva un aspetto più sano. [...] Seguendo la liturgia del rito è d'uso, ad un certo punto, leggere la preghiera ''Who Resteth with the Saints.'' In quell'occasione, per una qualche ragione, il diacono, invece di leggere la preghiera iniziò a cantarla, ed io con lui, in qualche modo imbarazzato per il cambiamento del rituale. Avevamo appena iniziato a cantare quando sentii i memnri della famiglia Romanov, in piedi dietro di me, cadere sulle loro ginocchia...» <ref> King, G., ''The Last Empress'', p.361</ref>
 
==L'assassinio==
Martedì [[16 luglio]] [[1918]] l'alba era calda e polverosa ad Ekaterinburg. Il giorno trascorse normalmente per l'ex famiglia imperiale. Alle 16:00, Nicola e le figlie fecero la loro consueta passeggiata nel piccolo giardino. La sera Yurovsky mandò via lo sguattero di cucina quindicenne Leonid Sedinev, dicendo che lo zio desiderava vederlo. Alle 19:00, Yurovsky convocò tutti gli uomini della Ceka nella sua stanza e ordinò loro di prendere i revolver delle guardie che stavano all'esterno. Con dodici pesanti revolver militari di fronte a lui sul tavolo, disse, «Stasera fucileremo l'intera famiglia, tutti quanti.» Di sopra Nicola ed Alessandra trascorrevano il tempo giocando a carte; alle 22:30 si recarono a letto. <ref> Massie, R., ''Nicholas and Alexandra'', p,540</ref>
 
Gli ex Zar e Zarina e tutta la loro famiglia, incluso Alessio, gravemente ammalato, assieme a numerosi domestici, vennero fucilati nella cantina di Casa Ipatev alle prime ore del mattino del [[17 luglio]] [[1918]], da un distaccamento di [[Bolscevismo|bolscevichi]] guidati da [[Jakov Michajlovič Jurovskij|Yakov Yurovsky]]. <ref> Tames, R., ''Last of the Tsars'', p.63</ref>
 
Nicola chiese alle guardie, ed ottenne, tre sedie. Alcuni minuti dopo una squadra di soldati, ognuno di essi armato di un revolver, entrò nella stanza. Il loro capo Yurovsky esclamò disinvoltamente, «I vostri parenti hanno cercato di salvarvi. Hanno fallito ed ora dobbiamo spararvi.» Nicola si alzò dalla sua sedia ed ebbe solo il tempo di dire, «Cosa...?» prima che gli venisse sparato in testa. <ref> Denton, C.S., ''Absolute Power'', p.588</ref> Alessandra potè vedere l'omicidio del marito e di due servi prima che il commissario militare [[Peter Ermakov]] la uccidesse con un colpo di pistola al lato sinistro della testa, mentre stava facendosi il segno della croce. Ermakov, tra i fumi dell'alcool, pugnalò il suo cadavere e quello del marito, frantumando le loro gabbie toraciche. Alessandra giaceva accanto al marito Nicola in una pozza di sangue. <ref> King, G., ''The Last Empress'', p.364</ref>
 
==L'identificazione dei resti==
 
[[Immagine:Yekaterinburg cathedral on the blood 2007.jpg|thumb|right|250px|[[Ekaterinburg]], Cattedrale sul sangue, costruita sul luogo ove una volta sorgeva Casa Ipatev]]
 
Dopo l'esecuzione dei Romanov a Casa Ipatev, il corpo di Alessandra, assieme a quello di Nicola, dei figli e dei fedeli servitori che morirono con loro, venne spogliato ed i vestiti bruciati, seguendo le indicazioni di Yurovsky. Inizialmete i cadaveri vennero gettati nel pozzo di una miniera non utilizzata a [[Ganina Jama]], diciannove chilometri a nord di Ekaterinburg. Poco tempo dopo vennero recuperati, le facce fracassate ed i corpi smembrati e sfigurati con acido solforico, infine velocemente sepolti sotto un binario morto, ad eccezione dei cadaveri di due figli che vennero riscoperti solamente nel 2007. Nel 2007, i corpi mancanti erano quelli di una figlia (Maria o Anastasia) e di Alessio. <ref>[http://www.foxnews.com/story/0,2933,294360,00.html FOXNews.com - Remains of Czar Nicholas II's Son May Have Been Found - Science News | Science &amp; Technology | Technology News<!-- bot-generated title -->] su www.foxnews.com</ref> Nei primi [[anni 1990]], dopo la caduta dell'[[Unione Sovietica]], i corpi della maggior parte dei Romanov e dei loro fedeli domestici vennero localizzati, esumati e formalmente identificati. Un rapporto segreto di Yurovsky, che venne alla luce a fine [[anni 1970]], ma che non fu reso pubblico fino agli anni novanta, aiutò le autorità ad individuare i corpi. I primi risultati di un'analisi genetica sui resti di un ragazzo e una giovane donna, che si riteneva appartenessero al figlio ed erede di Nicola II, Alessio, ed alla figlia Maria, sono stati resi noti il [[22 gennaio]] [[2008]]. <ref> YEKATERINBURG, January 22, 2008 (RIA Novosti)</ref> Il più esperto medico legale della regione di Ekaterinburg ha detto «I test condotti ad Ekaterinburg e Mosca hanno permesso di estrarre il DNA dalle ossa e hanno dato esito positivo.» Ha riportato Nikolai Nevolin. «Una volta che l'analisi sarà completata in Russia, i suoi risultati saranno comparati con quelli di esperti stranieri.» <ref> YEKATERINBURG, January 22, 2008 (RIA Novosti)</ref> Nevolin ha annunciato che i risultati definitivi saranno pubblicati in aprile o maggio 2008. <ref> YEKATERINBURG, January 22, 2008 (RIA Novosti)</ref> Delle certezze riguardo i resti potranno così porre fine alla storia di Anna Anderson, che rivendica delle connessioni con i Romanov, visto che i resti saranno tutti identificati.
 
Le analisi del DNA hanno rappresentato un fattore chiave per identificare i corpi. Un campione di sangue del [[principe Filippo, duca di Edimburgo]] (nipote della sorella maggiore di Alessandra, [[Vittoria d'Assia e del Reno|principessa Vittoria d'Assia e del Reno]]) è stato impiegato per identificare Alessandra e le figlie, attraverso il [[DNA mitocondriale]]; essi appartengono tutti all'[[Aplogruppo]] H (mtDNA). Nicola è stato identificato grazie al DNA ottenuto, tra gli altri, dal fratello [[Giorgio Alexandrovich di Russia|granduca Giorgio Alexandrovich di Russia]]; Giorgio morì infatti di [[tubercolosi]] nei tardi [[anni 1890]] e venne sepolto nella fortezza dei Santi Pietro e Paolo a San Pietroburgo. <ref> Identificazione dei resti della famiglia Romanov con analisi del DNA eseguita da [[Peter Gill]], Central Research and Support Establishment, Forensic Science Service, Aldermaston, Reading, Berkshire, RG7 4PN, UK, [[Pavel L. Ivanov]], Engelhardt Institute of Molecular Biology, Russian Academy of Sciences, 117984, Moscow, Russia, [[Colin Kimpton]], [[Romelle Piercy]], [[Nicola Benson]], [[Gillian Tully]], [[Ian Evett]], [[Kevin Sullivan]], Forensic Science Service, Priory House, Gooch Street North, Birmingham B5 6QQ, UK, [[Erika Hagelberg]], University of Cambridge, Department of Biological Anthropology, Downing Street, Cambridge CB2 3DZ, UK - http://www.nature.com/ng/journal/v6/n2/abs/ng0294-130.html</ref> <ref> Van Der Kiste, J. & Hall, C., ''Once A Grand Duchess: Xenia, Sister of Nicholas II'', p.174</ref>
 
==Sepoltura e canonizzazione==
 
[[Immagine:Chrám svatého Petra a Pavla.jpg|thumbnail|Cattedrale dei Santi Pietro e Paolo]]
 
Alessandra, Nicola e tre figlie vennero risepolti nella cappella di Santa Caterina della [[Cattedrale dei Santi Pietro e Paolo (San Pietroburgo)|cattedrale dei Santi Pietro e Paolo]] all'interno dell'omonima fortezza di San Pietroburgo nel [[1998]], con una sfarzosa cerimonia, nell'ottantesimo anniversario della loro esecuzione.
 
Nel 2000 Alessandra venne [[Canonizzazione|canonizzata]] dalla [[Chiesa ortodossa russa]] assieme al marito Nicola II, ai figli ed altri, inclusa la sorella Elisabetta e la sua compagna suora, [[Varvara Jakovleva|Varvara]].
 
==Titoli nobiliari==
 
* ''Sua Altezza Granducale'' Principessa Alice d'Assia e del Reno (1872 – 1894)
* ''Sua Altezza Imperiale'' Granduchessa Alessandra Feodorovna di Russia (di cui fu insignita nel 1894 prima del suo matrimonio da Alessandro III)
* ''Sua Maestà Imperiale'' l'Imperatrice di Tutte le Russie (1894 – 1917)
* ''Sua Altezza Granducale'' Principessa Alessandra d'Assia e del Reno (1917 – 1918)
 
==Film==
 
*''[[The Fall of the Romanoffs]]'' (1917)
*''[[Tsar Nikolay II]]'' (1917)
*''[[The Legion of Death]]'' (1918)
*''[[Into Her Kingdom]]'' (1926)
*''[[Rasputins Liebesabenteuer]]'' (1928)
*''[[1914, die letzten Tage vor dem Weltbrand]]'' (1931)
*''[[Rasputin, Dämon der Frauen]]'' (1932)
*''[[Rasputin e l'imperatrice]]'' (Rasputin and the Empress) (1932)
*''[[Rasputin (film 1938)|Rasputin]]'' (La tragédie impériale) (1938)
*''[[Rasputin (film 1954)|Rasputin]]'' (Raspoutine) (1954)
*''[[L'ultimo zar]]'' (Les nuits de Raspoutine) (1960)
*''[[Rasputin (film 1966)|Rasputin]]'' (1966) Film TV
*''[[Rasputin: il monaco folle]]'' (Rasputin: The Mad Monk) (1966)
*''[[Addio Lara]]'' (J'ai tué Raspoutine) (1967)
*''[[Nicola e Alessandra]]'' (Nicholas and Alexandra (1971)
*''[[Fall of Eagles]]'' (1974) Serie TV
*''[[Edward the Seventh]]'' (1975) Serie TV
*''[[A Cárné összeesküvése]]'' (1977) Film TV
*''[[Agoniya]]'' (1981)
*''[[Anastasia: Il mistero di Anna]]'' (Anastasia: The Mystery of Anna) (1986) Film TV
*''[[Kon belyy]]'' (1993) Serie TV
*''[[L'assassino dello zar]]'' (Tsareubiytsa) (1993)
*''[[The Successor]]'' (1996)
*''[[Rasputin - Il demone nero]]'' (Rasputin) (1996) Film TV
*''[[Romanovy: Ventsenosnaya semya]]'' (2000)
*''[[Arca russa]]'' (usskiy kovcheg) (2002)
*''[[The Lost Prince]]'' (2003) Film TV
 
==Note==
<references/>
 
==Bibliografia==
* Denton, C.S., ''Absolute Power'', London, Arcturus Publishing Ltd, 2006
* Finestone, Jeffrey, ''The Last Courts of Europe'', London, J M Dent & Sons Ltd, 1981
* Hall, Coryne, '' Little mother of Russia'', Holmes & Meier Publishers, Inc, 2001. ISBN 0-8419-1421-4
* Hall, Coryne & Van Der Kiste, John, ''Once A Grand Duchess Xenia, Sister of Nicholas II'', Phoenix Mill, Sutton Publishing Ltd, 2002
* King, Greg, ''The Last Empress'', Citadel Press Book, 1994. ISBN 0-8065-1761-1
* Kurth, Peter, '' Tsar: The Lost World of Nicholas and Alexandra'', London, Little, Brown and Company (UK) Ltd, 1995
* Lyons, Marvin, ''Nicholas II The Last Tsar'', London, Routledge & Kegan Paul, 1974
* Massie, Robert, ''Nicholas and Alexandra'', London, Pan Books, 1967
* Massie, Robert, ''The Romanovs The Final Chapter'', New York, Ballantine Books, 1995
* Tames, Richard, ''Last of the Tsars'', London, Pan Books, 1972
* Vorres, Ian, ''The Last Grand Duchess'', London, Finedawn Publishers, 1985 (3rd edition)
 
== Voci correlate ==
*[[Canonizzazione dei Romanov]]
 
==Altri progetti==
{{Commons|Alexandra Fyodorovna of Hesse}}
 
==Collegamenti esterni==
* {{ru}} [http://gatchino.com/literatura/sokolov_n_a/ The Murder of Russia's Imperial Family], Nicolay Sokolov. Investigation of murder of the Romanov Imperial Family in 1918.
*[http://www.frozentears.org/ FrozenTears.org], A media library on the Last Imperial Family.
*[http://www.alexanderpalace.com/palace/ Alexander Palace Time Machine], Alexandra's home in Tsarskoe Selo.
*[http://www.alexanderpalace.org/2006alix/ Life and Tragedy of Alexandra Feodorovna], Sophie Buxhœveden.
*[http://www.alexanderpalace.org/realtsaritsa/ The Real Tsaritsa], Lily Dehn.
*[http://www.alexanderpalace.org/palace/alexandragurko.html The Religious Character of Alexandra Feodorovna], Vladimir Gurko.
*[http://www.bl.uk/eblj/2006articles/article4.html God in All Things], the Religious Beliefs of Russia's Last Empress by Janet Ashton.
*[http://www.alexanderpalace.org/palace/alexandraexile.html Letters of Alexandra in Exile], in English and Russian.
*[http://www.alexanderpalace.org/letterstsaritsa/ Letters of Tsaritsa to the Tsar], 1914–17.
*[http://www.alexanderpalace.org/wedding/ Marriage Ceremony of Nicholas and Alexandra].
*[http://www.alexanderpalace.org/jewels/ Jewels of the Romanovs].
*[http://www.nicholasandalexandra.com/ Nicholas and Alexandra Exhibition].
*[http://www.hemophilia.org/NHFWeb/MainPgs/MainNHF.aspx?menuid=180&contentid=45&rptname=bleeding Hemophilia A] (Factor VIII Deficiency)
*[http://www.kingandwilson.com/ The Romanovs in Film], a complete filmography.
*[http://www.firstworldwar.com/bio/alexandra.htm A short biography of the Alexandra]
*[[Margaretta Eagar]]
 
{{Box successione |
precedente= [[Dagmar di Danimarca|Maria Feodorovna]]|
carica= [[Lista delle sovrane di Russia|Zarina di Russia]]|
periodo= dal [[1894]] al [[1917]]|
successivo= nessuna, abolizione della [[monarchia]] e proclamazione del Governo provvisorio guidato da Principe [[Georgij L'vov|L'vov]]
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[[Categoria:Biografie]]
[[Categoria:Santi russi]]
 
 
[[bg:Александра Фьодоровна (Алиса)]]
[[ca:Alexandra de Hessen-Darmstadt]]
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[[th:จักรพรรดินีอเล็กซานดรา เฟโอโดรอฟนาแห่งรัสเซีย]]
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