Agostino d'Ippona e Discussioni utente:82.54.41.234: differenze tra le pagine

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{{nota disambigua||[[Sant'Agostino (disambigua)]]|Sant'Agostino}}
{{Nota disambigua|titolo=[[Augustinus (pittore)]]|descrizione= il pittore giottesco attivo a Forlì nel tardo Trecento}}
{{quote
|Ci hai fatti per Te, Signore, e il nostro cuore è inquieto finché non riposa in Te.
|''[[Confessioni]]'', I, 1
|''Fecisti nos ad te et inquietum est cor nostrum, donec requiescat in te''.
|lingua=la
}}
 
{{Santo
|nome= Sant'Agostino d'Ippona
|immagine=Antonello da Messina 009.jpg
|didascalia=Agostino in un dipinto di [[Antonello da Messina]]
|note=<center>Vescovo e Dottore della Chiesa</center>
|nato=[[Tagaste]], oggi [[Souk Ahras]] ([[Numidia]], oggi [[Algeria]]), [[13 novembre]] [[354]]
|morto=[[Ippona]], oggi [[Annaba]] ([[Numidia]], oggi Algeria), [[28 agosto]] [[430]]
|venerato da= Tutte le Chiese cristiane che ammettono il culto dei santi
|canonizzazione=
|santuario principale=
|ricorrenza=[[28 agosto]]
|attributi=
|secolo=IV
|patrono di= vedi [[#Patronati|elenco]]
}}
{{Bio
|Nome = Agostino d'Ippona
|Cognome =
|PreData = [[lingua latina|latino]]: ''Aurelius''<ref>Il nome "Aurelio" gli fu dato, per errore, nel [[Medioevo]].</ref> ''Augustinus Hipponensis''
|Sesso = M
|LuogoNascita = Tagaste
|GiornoMeseNascita = 13 novembre
|AnnoNascita = 354
|LuogoMorte = Ippona
|GiornoMeseMorte = 28 agosto
|AnnoMorte = 430
|Epoca = 300
|Epoca2 = 400
|Attività = filosofo
|Attività2 = vescovo
|Attività3 = teologo
|Nazionalità = romano
|PostNazionalità = . [[Padre della Chiesa|Padre]], [[dottore della Chiesa|dottore]] e [[santo]] della [[Chiesa cattolica]], è conosciuto semplicemente come '''sant'Agostino''', detto anche ''Doctor Gratiae'' ("Dottore della Grazia"). Secondo [[Antonio Livi]], [[filosofo]], [[editore]] e [[saggista]] italiano di orientamento [[cattolico]], è stato «il massimo pensatore cristiano del primo millennio e certamente anche uno dei più grandi geni dell'umanità in assoluto»<ref>Citazione tratta da Antonio Livi, ''Storia Sociale della Filosofia'', Vol I, pag.242, Roma, Società Editrice Dante Alighieri, 2004, ISBN 88-534-0267-9</ref>
}}
Le ''[[Confessioni (Sant'Agostino)|Confessioni]]'' sono la sua opera più celebre.
 
{{Senza senso}} [[Utente:Equoreo|Equoreo]] ([[Discussioni utente:Equoreo|msg]]) 14:44, 22 mar 2018 (CET)
== Biografia e sintesi del pensiero ==
{{vedi anche|Pensiero di Agostino d'Ippona}}
<div style="font-size:90%; float:right; width:380px; border:1px; border-style:solid; padding:15px; margin-top:1px; margin-left:15px; margin-right:5px;margin-bottom:15px; text-align:left; background-color=white;">'''''<span style="color:black"><center><big><br />[[Sinossi|Compendio]] della [[pensiero di Agostino d'Ippona|dottrina agostiniana]]</big></center></span><br />
Per comprendere la dottrina di Agostino non si può prescindere dal suo vissuto esistenziale: trovandosi a sperimentare un insanabile dissidio tra la ragione e il sentimento, lo spirito e la carne, il [[pensiero greco|pensiero pagano]] e la [[fede cristiana]], la sua filosofia consistette nel tentativo grandioso di riconciliarli e tenerli uniti. Fu proprio l'insoddisfazione per quelle dottrine che predicavano una rigida separazione tra [[bene (etica)|bene]] e [[male]], luce e tenebre, a spingerlo ad abbandonare il [[manicheismo]], e a subire l'influsso dello [[stoicismo]] e soprattutto del [[neoplatonismo]], i quali viceversa riconducevano il [[dualismo]] in [[Uno (filosofia)|unità]].<ref>Oggi infatti gli studiosi concordano sul fatto che la filosofia agostiniana è sostanzialmente di stampo [[neoplatonismo|neoplatonico]]. Gli studi del prof. [[Giovanni Reale|Reale]] ad esempio hanno contribuito a rimuovere le interpretazioni medievali del pensiero di Agostino, riconducendolo entro la cornice di un autentico neoplatonismo.</ref>
 
Recependo il pensiero di [[Platone]] filtrato attraverso quello di [[Plotino]], Agostino rielaborò così la dottrina delle [[idee]], o quella [[emanazionismo|emanatistica]] dell'[[Uno (filosofia)|Uno]], sulla base della concezione [[trinità (cristianesimo)|trinitaria]] del [[Dio]] cristiano, che è insieme Sapienza, Potenza, e Volontà d'amore. Essendo Dio principio unico e assoluto dell'[[Essere]], non può esistere un principio a Lui contrapposto, per cui il male è soltanto "assenza", privazione del Bene, imputabile unicamente alla disobbedienza umana. A causa del [[peccato originale]] nessun uomo è degno della salvezza, ma Dio può scegliere in anticipo chi salvare, tramite il ricorso alla [[Grazia (teologia)|grazia]], che sola consente alla nostra [[anima]] di ricevere l'[[illuminazione (Cristianesimo)|illuminazione]]. Ciò non toglie comunque che noi possediamo un [[libero arbitrio]].<ref>«Nessuna altra cosa può rendere la mente compagna del desiderio disordinato se non la propria volontà e il libero arbitrio» (Agostino, ''[http://www.augustinus.it/italiano/libero_arbitrio/index2.htm Il libero arbitrio]'', libro I, 11, 21).
</ref>
 
A differenza della [[filosofia greca]], però, dove la lotta tra [[bene (etica)|bene]] e [[male]] non prevedeva un esito [[escatologia|escatologico]], Agostino ebbe presente come questa lotta si svolge soprattutto nella [[storia]]. Ciò condusse a una riabilitazione della dimensione terrena rispetto al giudizio negativo che ne aveva dato il platonismo: ora anche il mondo e gli enti corporei hanno valore e significato, in quanto frutti dell'amore di Dio. Si tratta di un Dio vivo e [[Persona]]le, che sceglie di entrare nella storia umana, e il cui amore infinito (''[[agape (sentimento)|àgape]]'') è la risposta all'ansia di [[conoscenza]], tipica dell'[[eros (filosofia)|''eros'']] greco, che l'uomo prova per Lui.
</div>
 
La vita di Agostino è stata tramandata con grande dettaglio nella sua opera ''[[Confessioni (Sant'Agostino)|Confessioni]]'', sua storia morale, nelle sue ''Ritrattazioni'', che descrivono l'evoluzione del [[pensiero di Sant'Agostino d'Ippona|suo pensiero]], e nella ''Vita di Agostino'', scritta dal suo amico [[Possidio]], che narra l'apostolato del santo.
 
=== Dalla nascita alla conversione (354-387) ===
Agostino, di etnia [[Berberi|berbera]],<ref>[[Henri-Irénée Marrou]], ''Crise de notre temps et réflexion chrétienne de [[1930]] à [[1975]]'', Beauchesne, [[1978]], p. 177; [[Étienne Gilson]], ''Le philosophe et la théologie ([[1960]])'', Vrin, [[2005]], p. 175; ''Encyclopedia Americana'', Scholastic Library Publishing, [[2005]], volume 3, p. 569; [[Guy Bedouelle]], ''L'Histoire de l'Eglise'', Rouergues, [[2004]], p. 34; [[Norman Cantor]], ''The Civilization of the Middle Ages'', Harper Perennial, [[1994]], p. 74; [[François Mauriac]], ''Bloc-notes, [[1952]]-[[1957]]'', Flammarion, [[1958]], p. 320; [[Claude Lepelley]], ''Saint Augustin et le rayonnement de sa pensée'' dans ''Histoire du Christianisme'', Seuil, [[2007]]. p. 122; ''[[Grand Larousse encyclopédique]]'', Librairie Larousse, [[1960]], tomo 1, p. 144.</ref> ma di cultura totalmente ellenistico-romana, nacque a [[Tagaste]] il [[13 novembre]] [[354]]. Tagaste, attualmente [[Souk Ahras]] in [[Algeria]], posta a circa 100&nbsp;km a sud-ovest di [[Ippona]], era a quei tempi una piccola città libera della [[Numidia]] proconsolare recentemente convertita al [[Donatismo]]. Anche se molto rispettabile, la sua famiglia non era ricca, e suo padre, Patrizio, uno dei ''curiales'' (consiglieri municipali) della città, era un [[Paganesimo|pagano]]; alla lunga però, per influenza di [[Santa Monica|Monica]] sua moglie, e madre di Agostino, Patrizio giunse alla conversione.
 
==== Infanzia e adolescenza ====
Agostino recepì dai suoi genitori due opposte visioni del mondo, da lui spesso vissute in conflitto tra loro. Sarà tuttavia la madre, venerata tutt'oggi come santa dalla Chiesa cattolica, ad esercitare un grande ruolo nell'educazione e nella vita del figlio. Agostino ricevette da lei un'istruzione cristiana e fu iscritto fra i [[catecumeno|catecumeni]]. Una volta, quando era molto malato, chiese il [[battesimo]], ma, essendo presto svanito ogni pericolo, decise di differire il momento della ricezione del sacramento, adeguandosi, così, ad una diffusa usanza di quel periodo. La sua associazione con "uomini di preghiera" lasciò tre grandi concetti profondamente incisi nella sua anima: l'esistenza di una Divina Provvidenza, l'esistenza di una vita futura con terribili punizioni e, soprattutto, Cristo il Salvatore.
 
{{quote|Fin dalla mia più tenera infanzia, io avevo succhiato col latte di mia madre il nome del mio Salvatore, Tuo Figlio; lo conservai nei recessi del mio cuore; e tutti coloro che si sono presentati a me senza quel Nome Divino, sebbene potesse essere elegante, ben scritto, ed anche pieno di verità, non mi portarono via.|''Confessioni'', I, IV}}
 
Africano di nascita e, quindi, probabilmente, di madrelingua [[Lingua berbera|berbera]], apprese e utilizzò il [[lingua punica|punico]] ed il [[lingua latina|latino]], mentre ebbe difficoltà con il [[Lingua greca|greco]], l'altra grande lingua, insieme al latino, della cultura dell'epoca. Patrizio, orgoglioso del successo del proprio figlio nelle scuole di Tagaste e [[Madaura]], decise di mandarlo a [[Cartagine]] per prepararlo alla carriera forense, ma ci vollero molti mesi per raccogliere il denaro necessario, ed Agostino passò il suo sedicesimo anno a Tagaste, in un ozio in cui si scatenò una grande crisi intellettuale e morale. Egli stesso avrebbe in seguito narrato come, dominato da una profonda inquietudine, venisse risucchiato in un vortice di passioni, e provasse quasi attrazione per il [[peccato]], come avvenne ad esempio in occasione del celebre ''furto delle pere'', che Agostino organizzò insieme ad alcuni coetanei:
{{quote|Ma io, sciagurato, cosa amai in te, o furto mio, o delitto notturno dei miei sedici anni? Non eri bello se eri un furto; anzi, sei "qualcosa" per cui possa rivolgerti la parola?<ref>Emerge qui velatamente il [[pensiero di Sant'Agostino d'Ippona|pensiero di Agostino]] sulla natura del [[male]], concepito come un semplice non-essere: il furto, opera malvagia, è privo di consistenza. «Qualcosa» erano le pere, ma non da esse egli era attratto, bensì dal desiderio di rubare fine a se stesso.</ref> Belli erano i frutti che rubammo... ma non quelli bramò la mia anima miserabile, poiché ne avevo in abbondanza di migliori. Eppure colsi proprio quelli al solo scopo di commettere un furto.|''Confessioni'', II, 6, 12}}
 
==== "Crisi" cartaginese ====
[[File:Sainte Monique.jpg|thumb|150px|Agostino e la madre Monica]]
All'inizio della crisi pregava, ma senza il sincero desiderio di essere ascoltato e, quando giunse a Cartagine, verso la fine del [[370]], ogni cosa che gli capitava lo portava a deviare sempre di più dall'antico corso della sua vita: le molte seduzioni della grande città che era ancora per metà pagana, la licenziosità degli altri studenti, i teatri, l'ebbrezza del suo successo letterario ed uno smisurato desiderio di essere sempre il primo, anche nel peccato. In questa città, appassionandosi di filosofia, iniziò a studiare la maggior parte dei testi principali della cultura ellenistico-latina. Dotato di un forte senso critico e animato da un desiderio bramoso di verità, passò gli anni della sua gioventù nella ricerca insaziabile del senso della vita. Non molto tempo dopo essere giunto a Cartagine, però, Agostino fu costretto a confessare a Monica di avere una relazione con una donna, che gli aveva dato un figlio, [[Adeodato (figlio di Agostino)|Adeodato]] ([[372]]), e con la quale visse in [[concubinato]] per quindici anni. Si separarono nel [[386]], quando ella lo lasciò a [[Milano]] per recarsi in Numidia con la promessa che sarebbe tornata. Agostino non ne riporta il nome in alcun testo.
 
Esistono pareri contrastanti nella valutazione di questa crisi. Alcuni, come [[Theodor Mommsen]], la evidenziano, altri come [[Loofs]] (''Realencyklopädie'' III edizione, II, 268) rimproveravano a Mommsen questa conclusione o si dimostrano clementi verso Agostino, quando affermavano che, a quei tempi, la Chiesa permetteva il concubinato. Agostino mantenne comunque una certa dignità e, fin dall'età di diciannove anni, ebbe un genuino desiderio di infrangere le catene: nel [[373]], la lettura dell'''Hortensius'' di [[Marco Tullio Cicerone]] provocò un cambiamento di direzione della sua vita. Si inbevve dell'amore per la saggezza che Cicerone così eloquentemente encomiava e, da quel momento, Agostino considerò la [[retorica]] soltanto una professione, che esercitava in qualità di professore. Il suo cuore si era completamente volto alla filosofia.
 
==== Approdo al [[Manicheismo]] ====
Nel [[373]] la sua ansia per la ricerca dell'assoluto lo fece approdare al [[Manicheismo]], di cui, insieme al suo amico Onorato, divenne uno dei massimi esponenti e divulgatori. Agostino stesso narra che fu attratto dalle promesse di una filosofia libera dai vincoli della fede; dalle vanterie dei manichei che affermavano di aver scoperto delle contraddizioni nelle [[Testi Sacri|Sacre Scritture]]; e, soprattutto, dalla speranza di trovare nella loro dottrina una spiegazione scientifica della natura e dei suoi fenomeni più misteriosi. La mente indagatrice di Agostino era entusiasta per le scienze naturali ed i Manichei dichiaravano che la natura non aveva segreti per [[Fausto di Milevi]], il loro dottore. Tuttavia, tale adesione non fu scevra da dubbi che lo attanagliavano: essendo torturato dal problema dell'origine del [[male]], Agostino, nell'attesa di risolverlo, diede credito all'esistenza di un conflitto tra due principi. C'era, inoltre, un fascino molto potente nell'irresponsabilità morale che risultava da una dottrina che negava la libertà ed attribuiva la commissione di crimini ad un principio esterno. Una volta unitosi a questo gruppo, Agostino gli si dedicò con tutto l'ardore del suo carattere; ne lesse tutti i libri, adottò e difese tutte le sue idee. Il suo attivissimo proselitismo convinse anche i suoi amici [[Sant'Alipio|Alipio]] e Romaniano, i suoi [[Mecenatismo|mecenati]] di Tagaste, gli amici di suo padre che stavano sostenendo le spese dei suoi studi.
 
Fu durante questo periodo manicheo che le facoltà letterarie di Agostino giunsero al loro pieno sviluppo, quando era ancora un semplice studente di Cartagine.
 
==== Insegnamento ====
Al termine dei suoi studi sarebbe dovuto entrare nel ''forum litigiosum'', ma preferì la carriera letteraria. Possidio narra che tornò a Tagaste per "insegnare la grammatica". Il giovane professore incantò i suoi alunni, uno dei quali, Alipio, appena più giovane del suo maestro, per non lasciarlo dopo averlo seguito tra i Manichei, fu in seguito battezzato insieme a lui a [[Milano]], per poi, probabilmente, diventare vescovo di Tagaste, la sua città natale.
 
Monica era profondamente dispiaciuta per l'[[eresia]] di Agostino e non l'avrebbe neanche ricevuto in casa o fatto sedere alla sua tavola, se non fosse stata consigliata da un vescovo che dichiarò che "il figlio di così tante lacrime e preghiere non poteva perire". Poco tempo dopo Agostino tornò a Cartagine, dove continuò ad insegnare retorica. I suoi talenti gli furono anche di maggiore vantaggio su questo palcoscenico più grande e, attraverso un'infaticabile ricerca delle arti liberali il suo intelletto raggiunse la piena maturità. Qui vinse un torneo di poesia ed il [[proconsole]] Vindiciano gli conferì pubblicamente la ''corona agonistica''.
 
Fu in questo momento di ebbrezza letteraria, quando aveva appena completato il suo primo lavoro sull'[[estetica]] (ora perso) che Agostino cominciò a ripudiare il Manicheismo. Anche quando era nel suo massimo entusiasmo, tuttavia, gli insegnamenti di [[Mani (teologo)|Mani]] erano stati lontani dal calmare la sua inquietudine. Nonostante fosse stato accusato di essere diventato un prete della "[[setta]]", non fu mai iniziato o enumerato fra gli "eletti", ma rimase un "uditore", il grado più basso nella gerarchia. Egli stesso fornì le ragioni del suo disincanto: prima di tutto l'inclinazione della filosofia manichea - "Distruggono tutto e non costruiscono nulla" -; poi la loro immoralità in contrasto con la loro apparente virtù; quindi la debolezza delle loro argomentazioni nella controversia con i "cattolici", ai cui precetti basati sulle Scritture la loro unica replica era: "Le Sacre Scritture sono state falsificate". Ma la ragione principale fu che tra loro non trovò la scienza (intesa nel senso moderno della parola), quella conoscenza della natura e delle sue leggi che gli avevano promesso. Quando li interrogava sui movimenti delle stelle, nessuno di loro era in grado di rispondergli. "Attendi Fausto", gli dicevano, "lui ti spiegherà tutto". Finalmente, nel [[383]], [[Fausto di Mileve]], il celebre vescovo manicheo, giunse a Cartagine. Agostino gli fece visita e lo interrogò, ma scoprì nelle sue risposte solo volgare retorica, assolutamente estranea a qualsiasi cultura scientifica. L'incantesimo si ruppe e, anche se Agostino non abbandonò immediatamente il gruppo, la sua mente iniziò a rifiutare le dottrine manichee.
[[File:Francisco de Zurbarán 032.jpg|140px|thumb|[[Sant'Ambrogio|Ambrogio]], arcivescovo di Milano]]
 
==== Incontro con [[Sant'Ambrogio|Ambrogio]] ====
Nel [[383]] Agostino, all'età di 29 anni, cedette all'irresistibile attrazione che l'Italia aveva per lui; a causa della riluttanza della madre a separarsi da lui, dovette ricorrere ad un sotterfugio ed imbarcarsi con la copertura della notte. Non appena giunto a [[Roma]], dove continuò a frequentare la comunità manichea, si ammalò gravemente. Quando guarì aprì una scuola di retorica ma, disgustato dai trucchi dei suoi alunni, che lo defraudavano spudoratamente delle loro tasse d'istruzione, fece domanda per un posto vacante come professore a [[Milano]]. Il ''[[praefectus urbi]]'' [[Quinto Aurelio Simmaco]] lo aiutò ad ottenere il posto con l'intento di contrastare la fama del vescovo [[Sant'Ambrogio|Ambrogio]].<ref>''Servitium. Quaderni di spiritualità'' XXIV (1990), pp. 31-42.</ref>
Dopo aver fatto visita al vescovo, però, si sentì attratto dai suoi discorsi e iniziò a seguire regolarmente le sue predicazioni.
 
==== Neoplatonismo e Cristianesimo ====
Agostino tuttavia fu travagliato da tre ulteriori anni di dubbi, durante i quali la sua mente passò attraverso varie fasi. In un primo tempo si volse verso la [[Accademia platonica|filosofia degli Accademici]], attratto dal loro [[scetticismo filosofico|scetticismo]] [[Pessimismo|pessimistico]], deluso com'era dal manicheismo e diffidando ormai di ogni forma di credenza religiosa. Lo tormentava più di tutti il problema del [[male]]: se Dio esiste ed è onnipotente, perché non riesce ad annientarlo?
 
{{quote|Tali pensieri volgevo nel mio petto infelice, gravato da preoccupazioni tormentosissime, perché temevo la [[morte (Bibbia)|morte]] e non avevo trovato la verità. Pure rimaneva ferma stabilmente nel mio cuore la [[fede]] cattolica nel «[[Cristo]] tuo, Signore e Salvatore nostro»<ref>Citazione della [[seconda lettera di Pietro|seconda epistola]] di [[San Pietro]], II, 20.</ref>, una fede ancora informe sotto molti aspetti, e fluttuante al di fuori della dottrina, eppure il mio animo non l'abbandonava.|''[[Confessioni (Sant'Agostino)|Confessioni]]'', VII,5}}
 
Ma fu poi decisivo l'incontro con la filosofia [[neoplatonismo|neo-platonica]], dalla quale rimase entusiasmato. Aveva a mala pena letto le opere di [[Platone]] e di [[Plotino]], quando gli si accese nuovamente la speranza di trovare la verità. Ancora una volta cominciò a sognare che lui ed i suoi amici potessero condurre una vita dedicata alla ricerca di essa, una vita priva di tutte le aspirazioni volgari come onori, ricchezza, o piacere, e con il celibato come regola.<ref>''Confessioni'', VI.</ref> Ma era solo un sogno; le sue passioni lo rendevano ancora schiavo.
 
{{Nota
|allineamento = destra
|larghezza = 350px
|titolo = Dal [[dubbio]] alla [[Verità]]
|contenuto = Il passaggio attraverso la fase del [[dubbio]] non fu per Agostino un semplice incidente di percorso, ma fu determinante per fargli trovare la via della [[fede]]. Secondo Agostino infatti, solo chi dubita è animato da un desiderio sincero di trovare la verità, a differenza di colui che non si pone nessuna domanda. È la consapevolezza della propria ignoranza che spinge a indagare il mistero; eppure non si cercherebbe la verità se non si fosse certi almeno inconsciamente della sua esistenza. Un tema, questo, di lontana ascendenza [[Socrate|socratica]] e [[Platone|platonica]], ma Agostino lo inserisce nell'ottica cristiana del Dio-Persona: è Dio stesso che fa nascere nell'uomo il desiderio della verità. Un Dio [[inconscio]] e nascosto che vuole farsi conoscere dall'uomo. Solo l'intervento della Sua [[grazia (teologia)|grazia]] permette alla [[ragione]] umana di trascendere i suoi limiti, illuminandola. Ed è così che avviene l'[[intuizione]]: essa è un ''[[intelligo ut credam|comprendere]]'', e al tempo stesso un ''[[credo ut intelligam|credere]]'', che non avrebbe senso dubitare se non ci fosse una [[Verità]] che appunto al dubbio si sottrae; e che non si cercherebbe Dio se non Lo si fosse già trovato.<ref>Esprimendo un concetto che sarà ripreso da [[Blaise Pascal|Pascal]], Agostino scriveva che «l'intelletto cerca Colui che ha già trovato» (''De Trinitate'', 15, 2, 2).</ref>
}}
Monica intanto, che aveva raggiunto suo figlio a Milano, lo convinse a fidanzarsi, ma la sua promessa sposa era troppo giovane, ed anche se Agostino salutò la madre di Adeodato, il suo posto fu presto preso da un'altra. Dovette così attraversare un ultimo periodo di lotta e di angoscia, durante il quale la sua volontà di convertirsi non riusciva a prevalere del tutto sull'idea dei piaceri a cui avrebbe dovuto rinunciare. Finché, anche grazie ai preziosi contributi del vescovo Ambrogio, intuì come la [[verità]], tema centrale del suo itinerario filosofico, non sia un semplice fatto in sé da dominare, quale egli la percepiva nei tribunali dell'impero romano, ma che da essa si viene dominati, perché è qualcosa di assoluto, totale e universale. Comprendendo come la verità non sia un oggetto ma un Soggetto, cioè un'entità viva e Personale, proprio come viene presentata nei Vangeli<ref>«Io sono la Via, la Verità e la Vita», vangelo di Giovanni 14,6.</ref>, ebbe la certezza che Gesù fosse l'unica via per giungervi, e che alla Verità l'uomo aderisce innanzitutto con il suo modo di vivere. Fu un colloquio con Simpliciano, futuro successore di Ambrogio, che raccontò ad Agostino la storia della conversione del celebre retore neo-platonico Vittorino,<ref>''Confessioni'', VIII, I II.</ref> a preparare la strada per la conversione. Questa avvenne all'età di 33 anni, in un giardino di Milano, dove Agostino sentì la voce di una bimba che canterellava ''tolle lege'', ossia «prendi e leggi», invito che egli riferì alla [[Bibbia]], che a quel punto aprì a caso cadendo su un passaggio di [[Paolo di Tarso]] (settembre [[386]]).
 
Alcuni giorni più tardi, Agostino, mentre era malato, sfruttando le vacanze autunnali, si dimise dal suo lavoro di insegnante, andò con Monica, Adeodato, ed i suoi amici a Cassisiacum, residenza di campagna di [[Verecondo]].<ref>Località che corrisponderebbe all'attuale [[Cassago Brianza]], secondo F. Meda, ''Controversia sul Rus Cassiciacum'', in «Miscellanea Agostiniana», vol. II, pagg. 49-59, Roma 1931. Dello stesso avviso Rinaldo Beretta, ''Dov'era Cassiciaco che ospitò S.Agostino?'', Carate 1928, che si contrappone alla tesi di Carlo Massimo Rota, ''La villeggiatura di S. Agostino'', Varese 1928, dove Cassiciacum è identificata invece con [[Casciago]].</ref> Lì si dedicò alla ricerca della vera filosofia che, per lui, ormai era inseparabile dal Cristianesimo.
 
=== Dalla conversione all'episcopato (386-396) ===
[[File:AugustineBaptism.jpg|200px|thumb|Agostino riceve il [[battesimo]] dalle mani di [[Sant'Ambrogio|Ambrogio]]]]
Agostino, gradualmente, conobbe la dottrina cristiana e, nella sua mente, iniziarono a fondersi la filosofia platonica ed i [[dogma|dogmi]] rivelati. La solitudine di Cassiciacum gli permise di realizzare un sogno a lungo inseguito: nei suoi libri ''Contra academicos'', Agostino descrisse la serenità ideale di questa esistenza, animata solamente dalla passione per la verità. Inoltre completò l'istruzione dei suoi giovani amici, ora con letture in comune, ora con conferenze filosofiche alle quali, qualche volta, invitava anche Monica, ed i cui racconti, trascritti da un segretario, furono la base dei "Dialoghi". Licenzio avrebbe ricordato in seguito nelle sue ''Lettere'' le mattinate e le serate di filosofia durante le quali Agostino era solito intraprendere disquisizioni che si elevavano molto al di sopra dei luoghi comuni. I temi favoriti di queste conferenze erano la verità, la certezza (''Contra academicos''), la vera felicità nella filosofia (''De beata vita''), l'ordine provvidenziale del mondo e la sua perfezione matematica (''De Musica''), il problema del male (''De ordine'') ed infine Dio e l'anima (''Soliloquia'', ''De immortalitate animae'').
 
Verso l'inizio della [[quaresima]] del [[387]], Agostino si recò a Milano dove, con Adeodato ed Alipio, prese posto fra i ''competentes'' per essere battezzato da Ambrogio nella [[Veglia pasquale]].<ref>La tradizione che vuole che in quell'occasione fu cantato il ''[[Te Deum]]'' alternativamente dal vescovo e dal neofita è infondata.</ref> Fu a questo punto che Agostino, Alipio, ed [[Evodio]] decisero di ritirarsi nella solitudine dell'Africa. Agostino rimase a Milano fino all'autunno, continuando i suoi lavori (''De immortalitate animae'' e ''De musica''). Poi, mentre era in procinto di imbarcarsi ad [[Ostia (città antica)|Ostia]], Monica morì. Agostino, allora, rimase per molti mesi a [[Roma]] occupandosi principalmente della confutazione del Manicheismo. Tornò in [[Africa (provincia)|Africa]] solo dopo la morte dell'usurpatore [[Magno Massimo]] (agosto [[388]]) e, dopo un breve soggiorno a Cartagine, ritornò a Tagaste.
 
Subito dopo il suo arrivo, decise di iniziare a seguire il suo ideale di vita perfetta, dedicata a quel Dio che era giunto ad amare in età adulta:
 
{{quote|Tardi ti ho amato, Bellezza così antica e tanto nuova, tardi ti ho amato. Sì, perché tu eri dentro di me ed io fuori: lì ti cercavo. Deforme, mi gettavo sulle belle sembianze delle tue creature. Eri con me, ma io non ero con te. Mi tenevano lontano da te le tue creature, inesistenti se non esistessero in te. Mi chiamasti, e il tuo grido sfondò la mia sordità; balenasti, e il tuo splendore dissipò la mia cecità; diffondesti la tua fragranza, respirai ed ora anelo verso di te; ti gustai ed ora ho fame e sete di te; mi toccasti, e arsi dal desiderio della tua pace.|''Confessioni'' X, 27.36}}
 
Cominciò vendendo tutti i suoi beni e dando gli incassi ai poveri. Poi lui ed i suoi amici si ritirarono nel suo appezzamento di terreno, che già era stato alienato, per condurre una vita comune in povertà, in preghiera, e nello studio della letteratura sacra. Il libro ''De diversis quaestionibus octoginta tribus'' è il frutto delle riunioni tenute durante questo ritiro, nel quale scrisse anche il ''De Genesi contra Manicheos'', il ''De magistro'' ed il ''De vera religione''.
 
Agostino non pensava di diventare [[sacerdote]] e, per paura dell'[[vescovo|episcopato]], scappava anche dalle città nelle quali era necessaria un'elezione. Un giorno, essendo stato chiamato ad Ippona da un amico, stava pregando in una chiesa quando un gruppo di persone improvvisamente lo circondarono, lo consolarono ed implorarono Valerio, il vescovo, di elevarlo al sacerdozio; nonostante i suoi timori, Agostino fu ordinato nel [[391]]. Il novello sacerdote considerò la sua ordinazione come una ragione in più per riprendere la vita religiosa a Tagaste e Valerio approvò così entusiasticamente che gli mise a disposizione delle proprietà della chiesa, autorizzandolo a fondare un [[monastero]].
 
Il suo ministero sacerdotale durato cinque anni fu molto fruttifero: Valerio lo autorizzò a predicare nonostante l'uso africano che riservava quel ministero ai soli vescovi; combatté l'eresia, specialmente quella manichea ed il suo successo fu notevole. Fortunato, uno dei loro grandi dottori, che Agostino aveva sfidato in pubblico, fu così umiliato dalla sconfitta che fuggì da Ippona. Egli abolì anche l'uso di tenere banchetti nelle cappelle dei [[Martirio (religione)|martiri]]. L'[[8 ottobre]] [[393]] prese parte al [[Concilio Plenario d'Africa]] presieduto da [[Aurelio di Cartagine|Aurelio]], vescovo di Cartagine, dove, dietro richiesta dei vescovi, fu obbligato a comporre una dissertazione che, nella sua forma completa, in seguito, divenne il trattato ''De fide et symbolo''.
 
=== Vescovo di Ippona (395-430) ===
[[File:Saint Augustine Portrait.jpg|thumb|220px|Agostino in un affresco di [[Sandro Botticelli]]]]
Indebolito dall'età ormai avanzata, Valerio, vescovo di Ippona, ottenne da Aurelio, [[Primate (ecclesiastico)|Primate d'Africa]], che Agostino fosse associato alla sua sede in qualità di coadiutore. Pertanto Agostino si dovette rassegnare alla consacrazione dalle mani di Megalio, Primate di Numidia. Aveva quarantadue anni, ed avrebbe occupato la sede di Ippona per i successivi 34. Il nuovo vescovo comprese bene come combinare l'esercizio dei suoi doveri pastorali con l'austerità della vita religiosa e, sebbene avesse lasciato il suo monastero, la sua residenza episcopale divenne un monastero dove visse una vita di comunità con il suo [[clero]], che osservava una religiosa povertà. La casa episcopale di Ippona divenne un vero vivaio per i nuovi fondatori di monasteri che presto si diffusero in tutta l'Africa e per i vescovi che occupavano le sedi vicine. Possidio<ref>''Vita Sancti Augustini'', XXII.</ref> elencò dieci amici e [[Discepolo|discepoli]] del santo che furono elevati all'episcopato. In questo modo Agostino si guadagnò il titolo di patriarca dei religiosi e rinnovatore della vita ecclesiastica in Africa.
 
Le sue attività dottrinali, l'influenza delle quali era destinata a durare molto a lungo, furono molteplici: predicava frequentemente, a volte per cinque giorni consecutivi; scrisse lettere che trasmisero a tutto il mondo conosciuto la sua soluzione per i problemi dell'epoca; lasciò la sua impronta su tutti i [[Concilio Africano|concili africani]] ai quali partecipò, per esempio quelli di Cartagine del [[398]], [[401]], [[407]], [[419]] e di [[Mileve]] del [[416]] e [[418]]; infine, lottò infaticabilmente contro tutte le eresie.
 
==== Controversia manichea ed il "problema del male" ====
 
Dopo che Agostino divenne vescovo, lo zelo che, fin dai tempi del suo battesimo, manifestava nel portare i suoi ex correligionari all'interno della Chiesa, assunse una forma più paterna senza però perdere il suo antico ardore. Fra gli eventi più memorabili che avvennero durante questa controversia è da ricordare la grande vittoria del [[404]] su Felice, un "eletto" e grande dottore manicheo. Questi stava predicando ad Ippona e Agostino lo invitò ad una disputa pubblica, al termine della quale Felice si dichiarò vinto, si convertì e, insieme ad Agostino, sottoscrisse gli atti della disputa.
 
Nelle sue opere Agostino confutò successivamente: [[Mani (manicheismo)|Mani]] ([[397]]), [[Fausto di Mileve]] ([[400]]), Secondino ([[405]]) e (intorno al [[415]]) i Priscillianisti, di cui gli aveva parlato [[Paolo Orosio]]. Queste opere contengono le sue opinioni sul "problema del male", opinioni basate sull'ottimismo derivante dall'idea che ogni opera di Dio è buona e che l'unica fonte del male è la libertà delle creature.<ref>''De civitate Dei'', XIX, c. XIII, n. 2.</ref> Agostino difese il libero arbitrio, anche nell'uomo, con tale ardore che i suoi lavori contro i Manichei sono una ricca fonte di argomentazioni per questo problema.
 
Agostino operò una prima distinzione fra il male fisico del corpo e il male morale dell'anima, legato al peccato. In questo modo superò una convinzione diffusa nel periodo precedente, che concepiva la malattia e il dolore come una conseguenza e una sorta di punizione divina delle azioni umane. Agostino escluse questa possibilità poiché "Dio è Amore", ed un'eventuale espiazione dei peccati si colloca in una vita ultraterrena. Dolore, fame, malattia e peccato hanno però la stessa origine metafisica, ontologica, sono mancanza di essere, nell'anima e nel corpo, così come teorizzava la filosofia classica. Il male non è concepibile da parte di Dio, mentre lo è da parte dell'uomo, che può attuarlo poiché è creato libero, "a immagine e somiglianza di Dio", come afferma la Genesi. In questo senso l'uomo può fare il male, mentre Dio no. Ciò non significa che l'uomo è più libero, o che la divinità cristiana non è onnipotente, ma che l'uomo, errando, può commettere atti che lo rendono imperfetto e infelice. Non commettere il male non è un limite, ma un segno di perfezione.
 
Agostino, come [[Socrate]], sostenne l'intellettualismo etico, ossia che il male si manifesta per ignoranza, ed esclude nuovamente il male dalla natura divina perché questa è onnisciente. In altre parole, Dio non può fare il male per un motivo ontologico, perché il male è mancanza di essere, mentre lui è "Essenza", che non ha nulla fuori di sé, e per uno gnoseologico-etico, per il quale chi ha la conoscenza ed è veramente libero non commette atti legati all'ignoranza del proprio bene, e che negano la propria libertà. L'uomo è libero al punto di negare la propria libertà innata, compiendo il male; la fonte dell'essere e della conoscenza sono la medesima, e da entrambe deriva l'esclusione di una deviazione etica in un essere perfetto.<ref>Sant'Agostino, ''Confessioni'', VII, 12-20.</ref>
 
==== La controversia donatista e la teoria della Chiesa ====
[[File:Filippino lippi, sant'agostino.JPG|thumb|Ritratto dipinto da [[Filippino Lippi]]]]
Lo [[Donatismo|scisma donatista]] fu l'ultimo episodio delle controversie [[Montanismo|montaniste]] e [[Novaziano#I novazianisti|novazianiste]] che agitavano la Chiesa dal II secolo. Mentre l'oriente stava investigando sotto vari aspetti il problema divino e [[Cristologia|cristologico]] della "Parola", l'occidente, indubbiamente a causa della sua vocazione più pratica, si poneva il problema morale del peccato in tutte le sue forme. Il problema principale era la santità della Chiesa; il peccatore avrebbe potuto essere perdonato e rimanere al suo interno? In Africa la questione riguardava in particolar modo la santità della gerarchia. I vescovi di Numidia che, nel [[312]], avevano rifiutato di accettare come valida la consacrazione di Ceciliano alla sede di Cartagine da parte di un traditore, avevano dato il via ad uno [[scisma]] che aveva posto queste gravi questioni: i poteri gerarchici dipendono dalla dignità morale del presbitero? Come può l'indegnità dei suoi ministri essere compatibile con la santità della Chiesa?
 
Essendo stato identificato con un movimento politico, forse con un movimento nazionale contro la dominazione romana, al tempo dell'arrivo di Agostino ad Ippona, lo scisma aveva raggiunto proporzioni immense. Comunque, al suo interno è facile scoprire una tendenza di vendetta antisociale che gli imperatori dovevano combattere con leggi severe. La setta nota come "Soldati di Cristo", e chiamata dai cattolici "[[Circoncellioni]]" ("briganti", "vagabondi"), associata agli scismatici, fu caratterizzata da fanatica distruttività, causando una severa legislazione da parte degli imperatori.
 
La storia delle lotte di Agostino con i Donatisti è anche quella del suo cambio di opinione sull'utilizzo di misure rigide contro gli eretici. Anche la Chiesa d'Africa, dei cui concili era stato l'anima, lo seguì in questo cambio. Agostino, inizialmente, tentò di ritrovare l'unità attraverso conferenze e controversie amichevoli. Nei concili africani ispirò varie misure conciliatrici, spedì [[Ambasciatore|ambasciatori]] presso i Donatisti per invitarli a rientrare nella Chiesa o, almeno, esortarli ad inviare deputati ad una conferenza ([[403]]). I Donatisti accolsero questi inviti dapprima col silenzio, poi con insulti ed infine con tale violenza che Possidio, vescovo di [[Calamet]] e amico di Agostino, sfuggì alla morte per puro caso, il vescovo di [[Bagaïa]] fu lasciato ricoperto di orribili ferite e la vita del vescovo di Ippona subì vari attentati.<ref>Epistola LXXXVIII, a Gennaro vescovo donatista.</ref> Questa violenza dei Circoncellioni richiese una dura repressione, ed Agostino, apprendendo delle molte conversioni che ne seguirono, da allora approvò l'impiego di leggi rigide, pur non volendo mai che l'eresia fosse punibile con la morte.<ref>''Vos rogamus ne occidatis'' Epistola c, al proconsole Donato.</ref>
 
Nonostante ciò, i vescovi erano ancora favorevoli ad una conferenza con gli scismatici e, nel [[410]], un editto promulgato dall'imperatore [[Onorio (imperatore romano)|Onorio]] pose fine al rifiuto dei Donatisti. Nel giugno [[411]], alla presenza di 286 vescovi cattolici e 279 vescovi donatisti, fu organizzata a Cartagine una [[Concilio di Cartagine|solenne conferenza]]. I portavoce dei Donatisti erano [[Petiliano di Costantina]], [[Primiano di Cartagine]] ed [[Emerito di Cesarea]], gli oratori cattolici [[Aurelio di Cartagine]] ed Agostino. Alla questione storica in discussione, il vescovo di Ippona provò l'innocenza di Ceciliano e del suo consacratore Felice, sostenendo, nel dibattito dogmatico, la tesi cattolica che la Chiesa, finché esiste sulla terra, può, senza perdere la sua santità, tollerare i peccatori al suo interno nell'interesse della loro conversione. A nome dell'imperatore il proconsole [[Marcellino di Cartagine|Marcellino]] sanzionò la vittoria dei cattolici su tutti i punti in discussione.
 
==== Controversia pelagiana ====
{{Nota
|allineamento = destra
|larghezza = 350px
|titolo = La questione della [[volontà]]
|contenuto = La disputa con [[Pelagio]] riguardava essenzialmente la natura della [[volontà]]. Contro di lui Agostino sosteneva che la volontà umana è stata irrimediabilmente corrotta dal [[peccato originale]], che ha inficiato per sempre la nostra [[libertà]]. Quest'ultima consiste nella capacità, oramai andata perduta, di dare realizzazione ai nostri propositi, e va distinta perciò dal [[libero arbitrio]], che è invece la facoltà razionale di scegliere, in linea teorica, tra il [[bene (etica)|bene]] e il [[male]]. L'uomo, che è dotato di libero arbitrio, vorrebbe per natura tendere al bene, ma è incapace di perseguirlo, perché nel momento concreto della scelta la sua volontà si ritrova dilaniata: una condizione di duplicità che Agostino esemplifica nell'espressione «vorrei volere».<ref>Si tratta di un concetto che rievoca le parole di [[Paolo di Tarso]]: «C'è in me il desiderio del bene, ma non la capacità di attuarlo; io infatti non compio il bene che voglio, ma il male che non voglio. Ora, se faccio quello che non voglio, non sono più io a farlo, ma il peccato che abita in me» (Paolo, ''[[Lettera ai Romani]]'', VII, 18-20).</ref> Solo Dio con la sua [[grazia (teologia)|grazia]] può redimere l'uomo, non solo illuminando i suoi eletti su cosa è bene, ma anche infondendo loro la volontà effettiva di perseguirlo, volontà che altrimenti sarebbe facile preda dell'incostanza e delle tentazioni malvagie. Solo in questo modo l'uomo potrà ritrovare la sua libertà.
}}
La fine della controversia donatista coincise pressappoco con l'inizio di una nuova disputa teologica che impegnò Agostino fino alla sua morte. L'Africa, dove Pelagio ed il suo discepolo [[Celestio]] si erano rifugiati dopo il [[sacco di Roma (410)|sacco di Roma]] da parte di [[Alarico]], era diventato il principale centro di diffusione del [[Pelagianesimo|movimento pelagiano]]. Già nel [[412]] un concilio tenuto a Cartagine aveva condannato i Pelagiani per le loro opinioni sulla dottrina del [[peccato originale]], ma, grazie all'attivismo di Agostino, la condanna dei Pelagiani, che avevano avuto il sopravvento in un sinodo tenuto a [[Lod (Israele)|Diospolis]] in [[Palestina]], fu reiterata dai successivi concili tenuti a Cartagine e a Mileve e confermata da [[papa Innocenzo I]] nel [[417]]. Un secondo periodo di attivismo pelagiano si sviluppò a Roma; [[papa Zosimo]] fu inizialmente convinto da Celestio ma, dopo essere stato convinto da Agostino, nel [[418]] pronunciò una solenne condanna contro i Pelagiani. In seguito la disputa fu proseguita per iscritto contro [[Giuliano di Eclano]], che aveva assunto la guida del gruppo ed attaccava violentemente Agostino.
 
Verso il [[426]] nacque il movimento dei [[Semipelagianesimo|Semipelagiani]], i cui primi membri furono i monaci di [[Hadrumetum]], in Africa, seguiti da quelli di [[Marsiglia]] guidati da [[Giovanni Cassiano]], abate di San Vittore. Essi cercarono di mediare tra Agostino e Pelagio sostenendo che la grazia dovesse essere concessa solo a coloro che la meritano e negata agli altri. Informato delle loro opinioni da [[Prospero d'Aquitania]], il santo scrisse il ''De praedestinatione sanctorum'', nel quale spiegava che qualsiasi desiderio di salvezza era dovuto alla "[[Grazia di Dio]]" che, perciò, controllava completamente la nostra [[predestinazione]].
 
==== Controversia [[arianesimo|ariana]] e ultimi anni ====
[[File:Lombardia Pavia1 tango7174.jpg|160px|thumb|Tomba nella [[Basilica di San Pietro in Ciel d'Oro]] a Pavia.]]
 
Nel 426, all'età di 72 anni, desiderando risparmiare alla sua città il tumulto di un'elezione episcopale dopo la sua morte, Agostino spinse sia il [[clero]] che il popolo ad acclamare come suo [[vescovo ausiliare|ausiliare]] e successore il [[diacono]] Eraclio.
 
In quegli anni l'Africa fu sconvolta dalla rivolta del ''[[comes]]'' [[Bonifacio (comes)|Bonifacio]] ([[427]]); i [[Visigoti]] inviati dall'imperatrice [[Galla Placidia]] per contrastare Bonifacio ed i [[Vandali]] che questi aveva chiamato in suo aiuto erano tutti [[Arianesimo|Ariani]] e, al seguito delle truppe imperiali, entrò ad Ippona Massimino, un vescovo ariano. Agostino difese la propria fede in una conferenza pubblica ([[428]]) e con vari scritti. Essendo profondamente addolorato per la devastazione dell'Africa, lavorò per una riconciliazione tra il ''comes'' Bonifacio e l'imperatrice; la pace fu ristabilita, ma non con [[Genserico]], il re vandalo. Bonifacio, cacciato da Cartagine, cercò rifugio ad Ippona, dove molti vescovi si erano già rifugiati per cercare protezione in questa città ben fortificata, ma i Vandali lo assediarono per ben diciotto mesi. Cercando di controllare la sua angoscia, Agostino continuò a confutare Giuliano di Eclano, ma, all'inizio dell'assedio, fu colpito da una malattia fatale e, dopo tre mesi, il [[28 agosto]] [[430]], morì all'età di 76 anni.
 
Nel 718 il feretro fu fatto trasportare dalla [[Sardegna]] a [[Pavia]], ad opera del re longobardo [[Liutprando]].<br />
Da allora le sue spoglie sono custodite nella [[basilica di San Pietro in Ciel d'Oro]].
 
== Le opere ==
[[File:Simone Martini 003.jpg|thumb|250px|Agostino in un dipinto di [[Simone Martini]]]]
Agostino fu un autore molto prolifico, notevole per la varietà dei soggetti che produsse, come scritti autobiografici, filosofici, apologetici, dogmatici, polemici, morali, esegetici, raccolte di lettere, di sermoni e di opere in poesia (scritte in [[metrica]] non classica, bensì accentuativa, per facilitare la memorizzazione da parte delle persone incolte). Bardenhewer ne lodava la straordinaria varietà di espressione ed il dono di descrivere gli avvenimenti interiori, di dipingere i vari stati dell'anima e gli avvenimenti del mondo spirituale. In generale, il suo stile è nobile e casto; ma, diceva lo stesso autore, "nei suoi sermoni e negli altri scritti destinati al popolo, intenzionalmente, il tono scendeva ad un livello popolare".
 
=== Autobiografia e corrispondenza ===
* Le ''[[Confessioni (Sant'Agostino)|Confessioni]]'', scritte intorno al 400, sono la storia della sua maturazione religiosa. Il nocciolo del pensiero agostiniano presente nelle ''Confessioni'' sta nel concetto che l'uomo è incapace di orientarsi da solo: esclusivamente con l'illuminazione di Dio, a cui deve obbedire in ogni circostanza, l'uomo riuscirà a trovare l'orientamento nella sua vita. La parola "confessioni" viene intesa in senso biblico (''confiteri''), non come ammissione di colpa o racconto, ma come preghiera di un'anima che ammira l'azione di Dio nel proprio interno.
* Le ''Retractationes'', o "Ritrattazioni" (composte verso la fine della sua vita, tra il 426 e il 428), sono una revisione, un riesame dei propri lavori ripercorsi in ordine cronologico, spiegando l'occasione della loro genesi e l'idea dominante di ognuno. Rappresentano una guida di inestimabile valore per comprendere l'evoluzione del [[pensiero di Agostino d'Ippona|pensiero di Agostino]].
* Le ''Epistolae'', o "Lettere", che nella raccolta benedettina ammontano a 270 (53 dei corrispondenti di Agostino), sono utili per la conoscenza della sua vita, della sua influenza e della sua dottrina.
 
=== Scritti filosofici ===
Queste opere, in gran parte composte nella villa di Cassisiacum, dalla conversione al battesimo (388-387), continuano l'autobiografia di Agostino iniziando il lettore alle ricerche ed alle esitazioni platoniche della sua mente. Sono saggi letterari, la cui semplicità rappresenta il culmine dell'arte e dell'eleganza. In nessun'altra opera lo stile di Agostino è così castigato e la sua lingua così pura. La loro forma dialogica dimostra che erano di ispirazione platonica e ciceroniana. le principali sono:
 
* ''Contra Academicos'' o "Contro gli Accademici", l'opera filosofica più importante;
* ''De Beatâ Vitâ'' o "La Vita Beata";
* ''De Ordine'' o "L'Ordine";
* ''Soliloquia'' o "Soliloqui", in due libri;
* ''De Immortalitate animae'' o "L'immortalità dell'Anima";
* ''De Magistro'' o "Il Maestro", un dialogo tra Agostino e suo figlio Adeodato;
* ''De Musica'' o "La Musica", in sei libri.
 
=== Scritti apologetici ===
Le sue opere apologetiche rendono Agostino il grande teorico della fede, e delle sue relazioni con la ragione. «Lui è il primo dei Padri» - affermava [[Adolf von Harnack]] (''Dogmengeschichte'', III 97) - «che sentì il bisogno di costringere la sua fede a ragionare».
 
* ''[[La città di Dio]]'' (''De civitate Dei contra Paganos'', "La città di Dio contro i Pagani"), in 22 libri, fu iniziato nel [[413]] e terminato nel [[426]]; esso rappresentava la risposta di Agostino ai pagani che attribuivano la caduta di Roma ([[410]]) all'abolizione del Paganesimo. Considerando il problema della [[Divina Provvidenza]] applicato all'[[Impero romano]], egli allargò l'orizzonte e creò la prima [[filosofia della storia]], abbracciando con uno sguardo i destini del mondo raggruppati intorno alla religione cristiana. ''La città di Dio'' è considerata il più importante lavoro del vescovo di Ippona. Mentre le ''Confessioni'' sono teologia vissuta nell'anima e rappresentano la storia dell'azione di Dio sugli individui, ''La città di Dio'' è teologia incastonata nella storia dell'umanità che spiega l'azione di Dio nel mondo; l'opera costituisce una vera e propria [[apologia]] del [[Cristianesimo]] messo a confronto con la civiltà [[paganesimo|pagana]], oltre a fornire riflessioni sulla "grandezza e l'immortalità dell'anima". In essa Agostino cerca di dimostrare che la decadenza della cosiddetta ''città degli uomini'' (contrapposta a quella di Dio e da lui identificata proprio con l'[[Impero romano d'Occidente]]) non poteva essere imputata in alcun modo alla religione cristiana, essendo il frutto di un processo storico [[teleologia|teleologicamente]] preordinato da Dio.
{{vedi anche|sezione=s|[[Pensiero di sant'Agostino d'Ippona#La visione escatologica della storia|La visione escatologica della storia nel pensiero di Agostino]]}}
* ''De vera religione'' o "La vera religione" fu composto a Tagaste tra il [[389]] ed il [[391]];
* ''De utilitate credendi'' o "L'utilità di credere", del 391;
* ''De fide rerum quae non videntur'' o "La fede nelle cose che non si vedono", del 400;
* ''Lettera 120 a Consenzio''.
 
=== Controversie ===
==== Contro i Manichei ====
* ''De moribus Ecclesiae catholicae et de moribus Manichaeorum'' o " I costumi della Chiesa e i costumi dei Manichei", scritto a Roma nel [[368]];
* "De duabus animabus contra Manichaeos" o "Le due anime contro i Manichei", scritto prima del [[392]];
* ''Acta seu disputatio contra Fortunatum manichaeum'' o "Atti della disputa contro il manicheo Fortunato", del 392;
* ''Contra Felicem manichaeum'' o "Contro il manicheo Felice", del [[404]]
* ''De libero arbitrio'' o "Il libero arbitrio", opera importante per la trattazione dell'origine del male;
* ''Contra Adimantum manichaei discipulum'' o "Contro Adimanto, discepolo manicheo";
* ''Contra epistolam Manichaei quam vocant Fundamenti'' o "Contro la lettera di Mani che chiamano della Fondazione";
* ''Contra Faustum manichaeum'' o "Contro il manicheo Fausto";
* ''Contra Secundinum manichaeum'' o "Contro il manicheo Secondino";
* ''De Genesi contra Manichaeos'' o "La Genesi contro i Manichei";
* ''De natura boni contra Manichaeos'' o "La natura del bene contro i Manichei";
 
==== Contro i Donatisti ====
* ''Psalmus contra partem Donati'' o "Un Salmo contro una parte di Donato", scritto intorno al [[395]], è semplicemente un canto ritmato per uso popolare, il più antico esempio del genere;
* ''Contra epistolam Parmeniani'' o "Contro la lettera di Parmeniano", scritto nel 400;
* ''De baptismo contra Donatistas'' o "Il battesimo contro i Donatisti", scritto intorno al 400, una delle opere più importanti scritte durante questa controversia;
* ''Contra litteras Petiliani'' o "Contro le lettere di Petiliano";
* ''Contra Cresconium grammaticum Donatistam'' o "Contro il grammatico donatista Cresconio";
* ''Breviculus collationis cum Donatistas'' o "Sommario della conferenza coi Donatisti";
* ''Contra Gaudentium Donatistarum episcopum'' o "Contro Gaudenzio vescovo dei Donatisti";
* ''De gestis cum Emerito Donatistarum episcopo'' o "Gli atti del confronto con Emerito vescovo dei Donatisti";
* ''Epistola ad Catholicos contra Donatistas'' o "Lettera ai Cattolici contro i Donatisti";
* ''Post collationem ad Donatistas'' o "Ai Donatisti dopo la conferenza".
* ''De unico baptismo contra Petilianum'' o "Il battesimo unico contro Petiliano";
* Un buon numero di ''epistolae'' sull'argomento.
 
==== Contro i [[Pelagiani]] ====
* ''De peccatorum meritis et remissione et de baptismo parvolorum'' o "Il castigo e il perdono dei peccati e il battesimo dei piccoli", scritto nel [[412]], tratta del merito e del perdono;
* ''De Spiritu et litterâ'' o "Lo Spirito e la lettera", scritto nel 412;
* ''De perfectione iustitiae hominis'' o "La perfezione della giustizia dell'uomo", scritto nel [[415]] ed importante per la comprensione del pensiero pelagiano;
* ''De gestis Pelagii'' o "Le gesta di Pelagio", scritto nel [[417]], narra la storia del Concilio di Diospolis, di cui riproduce gli atti;
* ''De gratia Christi et de peccato originale contra Pelagium'' o "La grazia di Cristo ed il peccato originale contro Pelagio", scritto nel [[418]];
* ''De nuptiis et concupiscentiâ'' o "Le nozze e la concupiscenza", scritto nel [[419]];
* ''Contra duas epistolas Pelagianorum'' o "Contro due lettere dei Pelagiani";
* ''De natura et gratia contra Pelagium'' o "La natura e la grazia contro Pelagio";
* ''Contra Iulianum haeresis pelagianae'' o "Contro Giuliano dell'eresia pelagiana", ultimo della serie, interrotta dalla morte del santo.
 
==== Contro i Semipelagiani ====
* ''De correptione et gratiaâ'' o "La correzione e la grazia", scritto nel [[427]];
* ''De praedestinatione sanctorum'' o "La predestinazione dei santi", scritto nel [[428]];
* ''De dono perseverantiae'' o "Il dono della perseveranza", scritto nel [[429]].
 
==== Contro gli Ariani ====
* ''Contra sermonem Arianorum'' o "Contro il sermone degli Ariani", del [[418]];
* ''Collatio cum Maximino Arianorum episcopo'' o "Conferenza con Massimino vescovo degli Ariani";
* ''Contra Maximinum haereticum episcopum Arianorum'' o "Contro Massimino vescovo eretico degli Ariani".
 
==== Altre eresie ====
* ''De haeresibus'' o "Le eresie";
* ''Contra Priscillanistas et Origenistas'' o "Contro i Priscillanisti e gli Origenisti".
 
=== Scritti esegetici ===
I più notevoli dei suoi lavori biblici illustrano o una teoria dell'esegesi (generalmente approvata) che si diletta nel trovare interpretazioni mistiche ed allegoriche, o lo stile della predicazione che si fonda su quei punti di vista. La sua produzione strettamente esegetica è ben lontana, tuttavia, dall'eguagliare il valore scientifico di quella di [[Sofronio Eusebio Girolamo|Girolamo]]: la sua conoscenza delle lingue bibliche era insufficiente. Comprendeva il greco con qualche difficoltà e, per quanto riguarda l'ebraico, tutto ciò che si può desumere dagli studi di Schanz e Rottmanner è che aveva familiarità con il punico, una lingua simile all'ebraico. Inoltre, le due grandi qualità del suo genio, la prodigiosa sottigliezza e l'ardente sensibilità, lo portarono a destreggiarsi tra interpretazioni che a volte erano più ingegnose che realistiche. Tra le sue opere vanno ricordate:
 
* ''De doctrina christiana'' o "La dottrina cristiana", iniziato nel [[397]] e terminato nel 426, fu il primo vero trattato esegetico della storia, poiché Girolamo scrisse piuttosto come controversialista; esso si occupa della predicazione, dell'interpretazione della Bibbia e dei rapporti fra retorica classica e retorica cristiana.
* ''De Genesi ad litteram'' o "La Genesi alla lettera", composto tra il [[401]] ed il [[415]];
* ''Enarrationes in Psalmos'' o "Commenti ai Salmi", un capolavoro di eloquenza popolare;
* ''De sermone Domini in monte'' o "Il discorso del Signore sulla montagna", scritto durante il suo ministero sacerdotale;
* ''De consensu evangelistarum'' o "Il consenso degli evangelisti", scritto nel 400;
* ''In evangelium Ioannis'' o "Nel vangelo di Giovanni", scritto nel [[416]] e, generalmente, considerato una delle opere migliori di Agostino;
* ''Expositio Epistolae ad Galatos'' o "Esposizione della Lettera ai Galati";
* ''Annotationes in Iob'' o "Annotazioni in Giobbe";
* ''De Genesi ad litteram imperfectus'' o "La Genesi alla lettera incompiuta";
* ''Epistolae ad Romanos inchoata expositio'' o "Inizio dell'esposizione della Lettera ai Romani";
* ''Expositio quarundam propositionum ex Epistola ad Romanos'' o "Esposizione di alcune frasi dalla Lettera ai Romani";
* ''In Epistolam Ioannis ad Parthos'' o "Nella Lettera di Giovanni ai Parti";
* ''Locutiones in Heptateuchum'' o "Locuzioni nell'Ettateuco".
 
==== ''De doctrina cristiana'' ====
Da quando Agostino fu ordinato sacerdote cominciò seriamente ad interessarsi all'esegesi delle Sacre Scritture.
Questa opera, redatta in quattro libri, raccoglie la sua esperienza di commentatore biblico: i primi tre libri trattano della comprensione dei contenuti (''res'') e delle parole (''signa''), il quarto discorre della corretta esposizione dei contenuti (''proferre'').
 
[[File:Vittore Carpaccio 031.jpg|250px|thumb|right|''[[Sant'Agostino nello studio (Carpaccio)|Sant'Agostino nello studio]]'' (dipinto di [[Vittore Carpaccio]]).]]
Il commentatore dei testi sacri, in questo caso della Bibbia, deve ponderare bene le proprie ipotesi e obbligatoriamente confrontarle con i ''germina caritas'' cristiani che sono presenti in ogni parte della Sacra Scrittura: questi valori portanti sono l'amore per Dio e l'amore per il prossimo.
Inoltre il lettore deve prestare molta attenzione alla comprensione delle parole che possono essere sconosciute, spiegabili attraverso il confronto con le lingue greco-ebraiche, oppure ambigue, e possono essere veramente comprese ricorrendo al testo originale o in alternativa consultando altre traduzioni a disposizione.
 
Agostino dimostra qui uno spirito filologico di sensibilità molto elevata, elabora concetti di scientificità basilari per l'approccio alla comprensione di un testo.
Per quanto riguarda il ''proferre'', l'autore ammette, a differenza di altri autori cristiani, l'uso della retorica classica purché miri alla creazione di una nuova retorica cristiana, che per essere tale deve essere esercitata da uomini meritevoli e integerrimi, ricordando il pensiero di Catone (un buon cittadino è un ottimo oratore).
 
All'interno del componimento si trovano molte riflessioni interessanti, come la differenza tra ''frui'' ("godere") e ''uti'' ("usare"), all'interno del pensiero che vede l'uomo bearsi di ogni cosa che provoca diletto ed usa tutto ciò che è necessario per raggiungere tale piacere.
Nel sistema del godimento creato da Agostino Dio, naturalmente, occupa il posto massimo dunque l'uomo per raggiungere tale letizia deve impiegare i mezzi che possiede, ossia l'anima e il corpo.
L'altra riflessione che emerge è di carattere linguistico-culturale e consiste nella differenza tra ''res'' (la cosa in sé) e ''signum'' (ciò che rimanda ad altro). La parola è sicuramente un segno, afferma Agostino, per tanto la teoria platonica di un linguaggio naturale viene sostituita da quella di un linguaggio convenzionale, ossia frutto di un accordo comune tra gli uomini.
Il filosofo chiude l'opera esprimendo la sua idea di nuova retorica cristiana: un'opera non deve essere giudicata attraverso canoni prefissati (cioè quelli della retorica classica) ma, più propriamente in base a ciò che realmente contiene.
 
=== Opere dogmatiche e morali ===
* ''De Trinitate'' o "La Trinità", in 15 libri, scritto dal 400 al 416, è l'opera più complessa e profonda di Agostino. Gli ultimi libri sulle analogie che il mistero della Trinità ha con la nostra anima sono molto discussi;
{{vedi anche|sezione=s|[[Pensiero di sant'Agostino d'Ippona#Il problema trinitario|Il problema trinitario nel pensiero di Agostino]]}}
* ''Enchiridion de fide, spe et charitate'' o "Manuale sulla fede, sulla speranza e sull'amore", scritto nel [[421]] su richiesta di un pio romano, Laurenzio, è una sintesi della teologia di Agostino, ridotta alle tre virtù teologiche. Padre Faure ne ha elaborato un dotto commentario, mentre Harnack un'analisi particolareggiata (Storia dei dogmi, III, 205 221);
* ''[[De diversis quaestionibus ad Simplicianum]]'' o "Diverse domande a Simpliciano", scritto nel [[397]], dove Agostino torna sul tema della grazia salvatrice, ritenuta un dono gratuito che non dipende da meriti ma esclusivamente «da Dio che usa misericordia»,<ref>''Ad Simplicianum'' I, 2, 13.</ref> secondo una prospettiva echeggiante la predicazione di [[Paolo di Tarso|Paolo]];
* ''Quaestiones Evangeliorum'' o "Domande sui Vangeli";
* ''Quaestiones in Heptateuchum'' o "Domande sull'Ettateuco";
* ''Quaestiones septemdecim in Evangelium secundum Matthaeum'' o "Diciassette domande sul Vangelo secondo Matteo";
* ''De diversis quaestionibus octoginta tribus'' o "Ottantatré diverse questioni";
* ''De octo Dulcitii quaestionibus'' o "Le otto domande di Dulcizio";
* ''De octo quaestionibus ex Veteri Testamento'' o "Otto domande sull'Antico Testamento";
* ''De bono coniugali'' o "Il bene del matrimonio";
* ''De bono viduitatis'' o "Il bene della vedovanza";
* ''De coniugiis adulterinis'' o "Le unioni adulterine";
* ''De continentia'' o "La continenza";
* ''De cura pro mortuis gerenda'' o "La cura che dev'essere riservata ai morti";
* ''De mendacio'' o "La menzogna";
* ''De patientia'' o "La pazienza";
* ''De quantitate animae'' o "La grandezza dell'anima";
* ''De utilitate ieiunii'' o "L'utilità del digiuno";
* ''De sancta virginitate'' o "La santa verginità".
 
=== [[Pastorali]] e predicazioni ===
Oltre alle [[Omelia|omelie]] sulle Scritture, i [[Benedettini]] hanno raccolto 363 [[Sermone|sermoni]] di provata autenticità; la loro brevità suggerisce che sono stenografici, spesso revisionati da Agostino stesso. Se il Dottore che era in lui predominava sull'oratore, aveva meno colore, meno opulenza, meno attualità e meno fascino orientale di [[Giovanni Crisostomo]], ma, d'altra parte, dimostrava una logica più nervosa, paragoni più arditi, maggiore elevazione e maggiore profondità di pensiero e, a volte, nei suoi scoppi d'emozione e nelle sue cadute nella forma dialogica, raggiungeva il potere irresistibile dell'oratore greco. Tra queste opere:
 
* ''De catechizandis rudibus'' o "I novelli catechizzandi", scritto nel 400, in cui viene spiegata la teoria della predicazione e dell'istruzione religiosa delle persone;
* ''De disciplina christiana'' o "La disciplina cristiana", in 4 libri;
* ''Sermo ad Caesariensis Ecclesiae plebem'' o "Discorso al popolo della Chiesa di Cesarea";
* ''Sermones'' o "Sermoni", caratterizzati dalla chiarezza d'esposizione e dall'efficacia della nuova retorica teorizzata nel ''De doctrina christiana''.
 
=== Altre opere ===
* ''Adversus Judaeos'' o "Contro i Giudei", in questa opera Agostino attacca gli [[Ebrei]], accusati di avversare la nuova fede cristiana; le disgrazie patite dagli Ebrei attraverso la [[diaspora]] e le loro sciagure rappresentavano quindi, per Agostino, la testimonianza della «validità della religione cristiana e dunque la giustezza della nuova interpretazione delle Sacre Scritture». Agostino avanzava verso i Giudei l'accusa gravissima di aver crocifisso ed ucciso Cristo: «... i Giudei lo tengono prigioniero, i Giudei lo insultano, i Giudei lo legano, lo incoronano di spine, lo disonorano con gli sputi, lo flagellano, lo coprono di ingiurie, lo appendono alla Croce, lo trapassano con una lancia, alla fine lo seppelliscono». In quest'opera, Agostino, tracciava anche una netta divisione tra cristiani ed ebrei: una cesura dettata dall'esigenza dello Spirito con riferimento alla comune discendenza da [[Abramo (patriarca)|Abramo]]. Per gli ebrei era un'origine carnale, non originata dalla Fede, così come per i cristiani, in Dio: «È la stirpe dei giudei che trae origine dalla sua carne, - scrive Agostino - non la stirpe dei cristiani: noi discendiamo da altre genti e tuttavia imitando la sua virtù, siamo divenuti figli di Abramo. [...] Noi siamo dunque fatti discendenti di Abramo per grazia di Dio. Dio non fece suoi eredi i discendenti carnali di Abramo. Anzi questi li ha diseredati per adottare quegli altri».
* ''Contra adversarium Legis et Prophetarum'' o "Contro l'avversario della Legge e dei Profeti";
* ''Contra mendacium'' o "Contro la menzogna";
* ''De agone Christiano" o "Il combattimento cristiano";
* ''De anima et eius origine contra Vincentium Victorem'' o "L'anima e la sua origine contro Vincenzo Vittore";
* ''De divinatione demonum'' o "La divinazione dei demoni";
* ''De excidio urbis Romae'' o "La rovina della città di Roma";
* ''De fide et operibus'' o "La fede e le opere";
* ''De fide et symbolo'' o "La fede e il simbolo";
* ''De Gratia et libero arbitrio'' o "La Grazia ed il libero arbitrio";
* ''De opera monachorum'' o "L'opera dei monaci";
* ''De Scriptura Sacra speculum'' o "Specchio della Sacra Scrittura";
* ''De symbolo ad Catechumenos'' o "Il simbolo ai Catecumeni";
* ''Regula ad servos Dei'' o "Regola ai servi di Dio".
 
== Culto ==
Agostino fu venerato come santo dalla Chiesa cristiana da tempo immemorabile.
 
Nel [[1268]] fu annoverato fra i primi quattro [[dottore della Chiesa|dottori della Chiesa]].
 
In occasione del XV centario della morte [[papa Pio XI]] ne commemorò la figura nell'[[enciclica]] ''[[Ad Salutem Humani]]'' del [[20 aprile]] [[1930]].
 
Sant'Agostino è santo [[patrono]] delle seguenti città:
 
* [[Agosta]] ([[provincia di Roma|RM]])
* [[Piombino]] ([[provincia di Livorno|LI]])
* [[Tarbes]] ([[Francia]], [[dipartimento francese|dipartimento]] degli [[Alti Pirenei]])
* [[Sant'Agostino (Italia)|Sant'Agostino]] ([[provincia di Ferrara|FE]])
* [[Carpineto Romano]] (RM)
* [[Cassago Brianza]] ([[provincia di Lecco|LC]])
* [[Cava Manara]] (PV)
* [[Pomezia|Campo Ascolano]] (frazione di Pomezia, RM)
* [[Coli]] (PC)
* [[Ostia (Roma)|Ostia]] (quartiere di Roma)
* [[Roncoferraro|Governolo di Roncoferraro]] (frazione di Roncoferraro, [[provincia di Mantova|MN]])
* [[Riccia]] ([[provincia di Campobasso|CB]])
* [[Villafontana]] ([[provincia di Verona|VR]])
 
È santo [[compatrono]] di [[Pavia]] (a partire dal 16 settembre 2007, dal decreto stipulato il 28 agosto 2007)
 
== Ordini religiosi ispirati ad Agostino ==
Ad Agostino si rifanno numerose forme di vita religiosa, tra i quali l'[[Ordine di Sant'Agostino]] (OSA), chiamato degli [[Agostiniani]]: diffusi in tutto il mondo, insieme agli [[Ordine degli Agostiniani Scalzi|Agostiniani scalzi]] (OAD) e agli [[Ordine degli Agostiniani Recolletti|Agostiniani Recolletti]] (OAR), costituiscono nella Chiesa cattolica la principale eredità spirituale del santo di Ippona, alla cui [[Regola di Sant'Agostino|Regola di vita]] si ispirano anche numerose altre congregazioni, come ad esempio i [[Domenicani]], oltre ai Canonici Regolari di Sant'Agostino.
 
A lui si deve la nascita delle varie regole del monachesimo, come la ''[[Protocenobio di San Sebastiano|Regula Magistri]]'' e la [[Regola benedettina|Regola di San Benedetto]]. [[Cesario d'Arles]], infatti, si ispirò ai suoi scritti sia per le sue prediche che per la fondazione di alcuni ordini monastici.
 
Anche alcune Chiese scismatiche africane, fenomeni a metà tra le cosiddette "Piccole Chiese" ed il [[sincretismo]] (in particolare quelle fornite di [[successione apostolica]]), sorte nel corso del [[XIX secolo|XIX]] e del [[XX secolo]], si sono auto-definite ''Agostiniste'', in considerazione dell'origine africana del santo.
 
== Opere d'arte dedicate ad Agostino ==
=== Pittura ===
* ''[[Sant'Agostino (Masaccio)|Sant'Agostino]]'' di [[Masaccio]], [[Staatliche Museen]], [[Berlino]]
* ''[[Sant'Agostino nello studio (Botticelli Uffizi)|Sant'Agostino nello studio]]'' di [[Sandro Botticelli]], [[Uffizi]] ([[Firenze]])
* ''[[Sant'Agostino nello studio (Botticelli Ognissanti)|Sant'Agostino nello studio]]'' di [[Sandro Botticelli]], [[chiesa di Ognissanti (Firenze)]]
* ''[[Sant'Agostino nello studio (Ghirlandaio)|Sant'Agostino nello studio]]'' di [[Domenico Ghirlandaio]], [[chiesa di Ognissanti (Firenze)]]
* ''[[Sant'Agostino (Piero della Francesca)|Sant'Agostino]]'' di [[Piero della Francesca]]
 
=== Scultura ===
* ''[[Sant'Agostino (Brunelleschi)|Sant'Agostino]]'' di [[Filippo Brunelleschi]], [[cattedrale di San Zeno]] ([[Pistoia]])
 
=== Film e fiction ===
* ''[[Agostino d'Ippona (film)|Agostino d'Ippona]]'', film-tv, regia di [[Roberto Rossellini]] (Italia 1972), con Dary Berkany e Virginio Gazzolo.<br />Questo film esiste anche in DVD edito da Is. Luce nel 2005, con una durata di 115 minuti.
 
* ''[[Sant'Agostino (miniserie televisiva)|Sant'Agostino]]'', miniserie televisiva, regia di [[Christian Duguay]] (Italia 2009), con Alessandro Preziosi, Monica Guerritore, Franco Nero, Katy Louise Saunders, Serena Rossi. Prodotto da [[RAI]] Fiction con [[Alessandro Preziosi]] e [[Franco Nero]] nella parte del protagonista.<br />La sceneggiatura, in parte di fantasia, si fonda su dati storici, o quanto meno realistici: ad esempio, non c'è documentazione del fatto che Agostino abbia ottenuto la liberazione di prigionieri dal re dei [[Vandali]], ma l'avvenimento in sé non è improbabile, dato che altri vescovi, in simili occasioni, l'avevano fatto, com'è il caso di [[San Mercuriale]], vescovo di [[Forlì]], che aveva ottenuto, pochi anni prima, la liberazione dei suoi concittadini prigionieri dei [[Visigoti]].
 
=== Opere teatrali ===
* [[Maura Del Serra]], ''[[Scintilla d'Africa]]'', cinque scene, con uno scritto di Marco Beck, Pistoia, Editrice Petite Plaisance, [[2005]], 96 pp.
 
=== Musica ===
* Marco Bargagna, ''Agostino d'Ippona'', Italia 2001, [[Oratorio (musica)|Oratorio]] per Soli, Coro e Orchestra - 2CD - Interpreti: Maria Billeri, Soprano, Giancarlo Ceccarini, Baritono, Salvatore Ciulla, Voce recitante. Dir. Stafano Barandoni. Testi tratti dagli scritti di Agostino, dalla Vita di Agostino di [[Possidio]] e dai libri liturgici
* Corrado Cicciarelli, Aldino Leoni, ''Il Sacco di Sant'Agostino'', Italia 1994 (I edizione, esecuzione prima in San Pietro in Ciel d'Oro) e 2009 (II edizione) Oratorio (musicassetta e libretto edizioni Joker, 1994) - Interpreti: Corrado Cicciarelli, Aldino Leoni, Mario Martinengo, Andrea Negruzzo, Giorgio Penotti (Gruppo dell'Incanto).
 
=== Romanzi filosofici ===
* [[Jostein Gaarder]], ''[[Vita brevis]]'', 2000
* [[Filippo Puglisi]], ''[[Il cono d'ombra]]'', (Premio Campofranco [[1989]]) Idea, [[1988]].
 
== Note ==
{{references|2}}
 
== Bibliografia ==
* [[Catholic Encyclopedia]], Volume II. [[New York]] [[1907]], Robert Appleton Company. [[Nihil obstat]], 1907. Remy Lafort, S.T.D., Censor. [[Imprimatur]] +[[Cardinale]] [[John Murphy Farley]], [[Arcidiocesi di New York|Arcivescovo di New York]]
* Rinaldo Beretta, ''Il Rus Cassiciacum di S.Agostino'', tipografia Moscatelli, Carate Brianza 1947.
* A. Pincherle, ''Vita di Sant’Agostino'', Laterza, Roma-Bari 1988.
* Gaetano Lettieri, ''Il senso della storia in Agostino d'Ippona. Il «Saeculum» e la gloria nel De civitate dei'', Borla editore, 1988 ISBN 88-263-0467-X
* Vincent Serralda, ''Le Berbère...lumière de l'Occident'', Nouvelles Editions Latines, 1989 ISBN 2-7233-0239-3
* [[Norman Cantor]], ''The Civilization of the Middle Ages, A Completely Revised and Expanded Edition of Medieval History p74'', Harper Perennial, 1994 ISBN 0-06-092553-1
* [[Gabriel Camps]], ''Les Berbères'', Editions de France, 1995 ISBN 978-2-87772-221-6
* [[Etienne Gilson]], ''Filosofia e Incarnazione secondo sant'Agostino'', Casa editrice Leonardo da Vinci, Roma 1999
* Patricia Hampl, ''The Confessions by St Augustine (preface)'', Vintage, 1998 ISBN 0-375-70021-8
* Marcus Dods, ''The City of God by St Augustine (preface)'', Modern Lib edition, 2000 ISBN 0-679-78319-9
* G. Lettieri, ''L'altro Agostino. Ermeneutica e retorica della grazia dalla crisi alla metamorfosi del De doctrina christiana'', Morcelliana, 2002.
* Giorgio Santi, ''Agostino d'Ippona filosofo'', Roma, Lateran university press, 2003 ISBN 88-465-0269-8
* Virgilio Pacioni, ''Agostino d'Ippona. Prospettiva storica e attualità di una filosofia'', Mursia editore, 2004 ISBN 88-425-3306-8
* René Pottier, ''Saint Augustin le Berbère''. Fernand Lanore, 2006 ISBN 2-85157-282-2
* [[Peter Brown]], ''Augustine of Hippo'', Berkeley: University of California Press, 1967 ISBN 0-520-00186-9 (trad. ital. ''Agostino d'Ippona'', Torino, Einaudi, 1971. Nuova ed. ampliata, 2005)
* Christoph Horn, ''Augustinus'', München, Beck, 1995 (Trad. ital. ''Sant'Agostino'', Il Mulino, Bologna 2005)
* Antonio Casamassa, "Agostino" in AA.VV., ''Enciclopedia Biografica Universale'', Roma, Ist. Enc. Ital., 2006, pp.&nbsp;144–166
* [[Gilbert Meynier]], ''L'Algérie des origines p73'', La Découverte, 2007 ISBN 2-7071-5088-6
 
== Voci correlate ==
 
* [[Pensiero di Sant'Agostino d'Ippona]]
* [[Dottori della Chiesa]]
* [[Letteratura cristiana]]
* [[Linguistica agostiniana]]
* [[Padri della Chiesa]]
* [[Regola agostiniana]]
* [[Ordine di Sant'Agostino]]
* [[Beato Clemente]]
* [[Santa Monica]]
* [[Sant'Ambrogio|Ambrogio di Milano]]
 
== Altri progetti ==
{{interprogetto|commons=Category:Augustinus|q=Aurelio Agostino d'Ippona|s=Autore:Agostino d'Ippona}}
 
== Collegamenti esterni ==
{{santiebeati|24250}}
* [http://www.sant-agostino.it Vita, scritti, pensiero, santità, attualità e raccolta integrale delle opere]. {{lingue|it|en|es|fr|de}}
* [http://www.augustinus.it/italiano/index.htm Opera completa in italiano]
* [http://www.cassiciaco.it/ Associazione Storico Culturale Sant.Agostino] {{lingue|it|en}}: Opera Omnia, opere di commentatori e informazioni di carattere storico
* [http://www.ora-et-labora.net/agostino_regola_testo.html Testo della ''"Regola di Sant'Agostino"'']
* [http://www.intratext.com/Catalogo/Autori/AUT31.HTM Opere di Sant'Agostino]: testi con concordanze e liste di frequenza.
* [http://www.documentacatholicaomnia.eu/20_40_0354-0430-_Augustinus,_Sanctus.html Opera Omnia Multilingua dal Migne Patrologia Latina con indici analitici].
* Catechesi di [[papa]] [[Benedetto XVI]] su Sant'Agostino, in occasione delle udienze generali del [http://www.vatican.va/holy_father/benedict_xvi/audiences/2008/documents/hf_ben-xvi_aud_20080109_it.html {{nowrap|&nbsp;9 gennaio}}] [http://www.vatican.va/holy_father/benedict_xvi/audiences/2008/documents/hf_ben-xvi_aud_20080116_it.html {{nowrap|&nbsp;16 gennaio}}] [http://www.vatican.va/holy_father/benedict_xvi/audiences/2008/documents/hf_ben-xvi_aud_20080130_it.html {{nowrap|&nbsp;30 gennaio}}] [http://www.vatican.va/holy_father/benedict_xvi/audiences/2008/documents/hf_ben-xvi_aud_20080220_it.html {{nowrap|&nbsp;20 febbraio}}] [http://www.vatican.va/holy_father/benedict_xvi/audiences/2008/documents/hf_ben-xvi_aud_20080227_it.html {{nowrap|&nbsp;27 febbraio}}] &nbsp;del [[2008]]
* [http://www.josteingaarder.netsons.org/index.php?option=com_content&view=article&catid=37%3Ala-filosofia&id=97%3Aagostino-d-ippona&Itemid=56 Pensiero di S.Agostino]
 
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