Rimuovo dubbio E dopo l'aggiornamento della carriera in nazionale --[[Utente:France$om|France$om]] ([[Discussioni utente:France$om|msg]]) 16:20, 22 gen 2010 (CET)
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| tipo = avviso
| immagine = [[Immagine:Morocco Africa Flickr Rosino December 2005 84514010.jpg|40px|Lavori in corso!]]
| testo = '''Questa è la Sandbox dell'utente [[Utente:Mentnafunangann|Mentnafunangann]]</span>
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[[File:1832 S.D.U.K. City Plan or Map of Pompeii, Italy - Geographicus - Pompeii-SDUK-1832.jpg|thumb|right|300px|Mappa degli scavi del 1832]]
La '''storia degli scavi di archeologici Pompei''' comincia nel [[1748]] sotto [[Carlo III di Spagna]]<ref name="Generale">{{cita web|url=http://www.pompeiisites.org/Sezione.jsp?titolo=Storia%20Degli%20Scavi%20Di%20Pompei&idSezione=207&idSezioneRif=210|titolo=Cenni sugli scavi|accesso=16-01-2012}}</ref> per protrarsi fino ai giorni nostri: questa colossale opera [[Archeologia|archeologica]], in oltre due secoli, ha permesso di riportare alla luce l'[[Scavi archeologici di Pompei|antica città]] di [[Pompei]], seppellita dall'[[Eruzione del Vesuvio del 79|eruzione del 79]] del [[Vesuvio]], insieme ad [[Ercolano]], [[Stabiae]] ed [[Oplontis]]<ref>{{cita web|url=http://www.pompeiisites.org/Sezione.jsp?titolo=L%27eruzione%20del%20Vesuvio&idSezione=209&idSezioneRif=210|titolo=L'eruzione del Vesuvio del 79|accesso=16-01-2012}}</ref>.
==Origini eROMA XVIII secolo==
[[File:Pompeii amphitheatre interior.jpg|thumb|left|300px|L'anfiteatro, uno dei primi edifici ad essere ritrovato]]
Già poco dopo l'[[eruzione]] l'[[Imperatore romano]] [[Alessandro Severo]] diede ordine di scavare nella zona dove sorgeva l'antica [[Pompei]], ma a causa della fitta colte di [[Cenere|ceneri]] e [[Lapillo|lapilli]], l'esperimento si esaurì poco dopo<ref name="Storia">{{cita web|url=http://www.pompei.it/categoria/storia-scavi-pompei.htm|titolo=La storia degli scavi archeologici di Pompei|accesso=16-01-2012}}</ref>. Tra il [[1594]] ed il [[1600]], a causa della costruzione di una [[Canale artificiale|canale]] che aveva il compito di portare [[acqua]] dal [[Sarno (fiume)|fiume Sarno]] fino a [[Torre Annunziata]], voluto dall'[[architetto]] [[Domenico Fontana]], furono rinvenute [[Moneta|monete]] e resti di [[Edificio|edifici]]: tuttavia non fu compreso che si trattava dell'antica [[città]] [[Storia romana|romana]] ed a seguito del [[terremoto]] del [[1631]] tutto fu nuovamente abbandonato<ref name="Storia"/>.
[[File:Sommer, Giorgio (1834-1914) - n. 1216 - Tempio d'Iside - Pompei.jpg|thumb|right|300px|Il tempio di Iside in una foto di fine '800]]
A seguito del ritrovamento dell'antica [[Ercolano]] e dei suoi reperti, la [[Borbone|dinastia borbonica]] voleva accrescere il suo patrimonio artistico con l'intento di dare maggiore prestigio alla [[casa reale]]<ref name="Generale"/>: fu così che il [[23 marzo]] [[1748]] l'ingegnere [[Rocque Joaquin de Alcubierre]], con l'aiuto dell'abate Giacomo Martorelli e degli ingegneri [[Karl Jakob Weber]] e Francisco la Vega, questi ultimi due con il compito di curare i giornali di scavo, aprì un primo [[cantiere]] nella zona di Civita, presso l'incrocio di una [[strada]] che da un lato portava nell'attuale [[Castellammare di Stabia]], dall'altro a [[Nola]]<ref name="1748-98">{{cita web|url=http://www.pompeiisites.org/Sezione.jsp?titolo=1748-1798&idSezione=748&idSezioneRif=525|titolo=Gli scavi dal 1748 al 1798|accesso=16-01-2012}}</ref>. Furono ritrovate monete, [[Statua|statue]], [[Affresco|affreschi]] e uno [[Scheletro (anatomia umana)|scheletro]], ma fu anche individuato una parte dell'[[Anfiteatro romano di Pompei|anfiteatro]] e la [[necropoli]] di Porta Ercolano: de Alcubierre credeva che si trattasse dell'antica [[Stabiae]]. Tuttavia la mancanza di ritrovamenti di oggetti di valori, fece spostare l'attenzione nuovamente su Ercolano ed il cantiere fu chiuso<ref name="1748-98"/>: durante di [[Scavo (archeologia)|scavi]] di questo primo periodo, dopo l'esplorazione e la raccolta di reperti, le costruzioni venivano nuovamente sepolte e le modalità d'indagine erano molto approssimative, tant'è che quando le [[pittura|pitture]] non venivano considerate adatte, le mura degli edifici che le contenevano venivano distrutte<ref name="1748-15">{{cita web|url=http://www.pompeiisites.org/Sezione.jsp?titolo=Gli%20scavi%20Borbonici%20dal%201748%20al%201815&idSezione=525&idSezioneRif=207|titolo=Il primo secolo di scavi|accesso=16-01-2012}}</ref>. Gli scavi a Pompei ripresero nel [[1754]], grazie anche all'entusiasmo prodotto dal ritrovamento della [[Villa dei Papiri]] ed Ercolano e riguardarono per lo più diverse zone già individuate negli anni precedenti come i ''Praedia di Iulia Felix'' e la Villa di Cicerone nei pressi di Porta Ercolano; nel [[1759]], con la creazione da parte di Carlo di Borbone, dell'[[Accademia Ercolanese]]<ref name="1748-15"/>, si iniziò a registrare e descrivere i vari ritrovamenti che venivano effettuati nella zona vesuviana. Nel [[1763]], grazie all'individuazione di un'[[epigrafe]] di Titus Suedius Clemens, dov'era nominata la ''Res Publica Pompeianorum'', si poterono associare i ritrovamenti archeologici a Pompei e non a Stabiae<ref name="1748-98"/>.
Ho ricambiato la pagina, per favore bloccatela fino a ufficializzazione, è stato già acquistato dalla Roma.
Con la salita al potere di [[Ferdinando I delle Due Sicilie]], ma soprattutto per volere della moglie [[Maria Carolina d'Asburgo-Lorena|Maria Carolina]], nel periodo compreso tra il [[1759]] e [[1799]], fu riportata alla luce parte della città, questa volta non più riseppellita ma rimasta a vista, grazie anche un sistema di scavo sistematico, voluto dal direttore Francisco la Vega, il quale preferiva che i reperti, soprattutto gli affreschi parietali, rimanessero alle mura e non asportati per essere trasporti al museo nella [[Reggia di Portici]]<ref>{{cita web|url=http://www.pompeiisites.org/Sezione.jsp?titolo=Le%20tecniche%20di%20scavo%20e%20di%20restauro&idSezione=751&idSezioneRif=749|titolo=Tecniche di scavo dal 1748 al 1798|accesso=16-01-2012}}</ref>: tra il [[1764]] ed il [[1766]] fu riportato alla luce parte della zona dei teatri, del [[Tempio di Iside (Pompei)|tempio di Iside]] e del Foro Triangolare; tra il [[1760]] ed il [[1772]] l'attenzione si spostò nella zona nord-occidentale della città, con le esplorazioni della Villa di [[Diomede]], della Casa del Chirurgo e della Via dei Sepolcri, dove furono rinvenuti, oltre a monete di [[oro]] ed [[argento]], anche diciotto corpi, morti a causa dell'eruzione<ref name="1748-98"/>. Durante gli scavi del [[XVIII secolo]] furono prodotti una grande quantità di documenti: la maggior parte erano delle semplici liste che riportavano tutti i reperti recuperati, mentre alcune opere di ordine descrittivo contribuirono a far conoscere Pompei ed Ercolano in tutta [[Europa]]<ref>{{cita web|url=http://www.pompeiisites.org/Sezione.jsp?titolo=La%20documentazione%20degli%20scavi&idSezione=749&idSezioneRif=748|titolo=Documenti degli scavi dal 1748 al 1798|accesso=16-01-2012}}</ref>.
Grazie {{unsigned|Pivotto}}
==XIX secolo==
[[File:Pompeji - Rekonstruktionarbeiten am Haus der Vettier.jpg|thumb|left|300px|Operai a lavoro nel XIX secolo]]
Nel [[1798]] Ferdinando IV voleva scacciare i [[Prima repubblica francese|Francesi]] da [[Roma]], ma dopo essere stato sconfitto, questi marciarono verso [[Napoli]] ed il re fu costretto a scappare: fu così fondata la [[Repubblica Napoletana (1799)|Repubblica Napoletana]]; in questo periodo, il [[generale]] [[Jean Étienne Championnet]], diede ordine di continuare l'opera di scavo a Pompei, concentrandosi soprattutto nell'area meridionale<ref name="1798-15">{{cita web|url=http://www.pompeiisites.org/Sezione.jsp?titolo=1798-1815&idSezione=752&idSezioneRif=525|titolo=Gli scavi dal 1798 al 1815|accesso=16-01-2012}}</ref>. L'anno seguente i Francesi abbandonarono Napoli ma Ferdinando IV tornerà però solo nel [[1802]]: in questo lasso di tempo, sia per problemi di ordine [[Politica|politico]], ma soprattutto [[Finanza|finanziario]], tutte le attività di scavo vennero sospese. Un nuovo impulso fu dato dall'arrivo di [[Giuseppe Bonaparte]] nel [[1806]], che insieme al ministro [[Antoine Christophe Saliceti]], gestiva un organico di circa cinquecento operai: inoltre con l'aiuto del direttore del museo di [[Portici]], [[Michele Arditi]], iniziarono i primi espropri di case dall'[[Scavi archeologici di Pompei|area archeologica]], per evitare che cittadini privati potessero effettuare scavi a loro spese impossessandosi dei reperti ritrovati, furono aumentati i sorveglianti, regolamentate le visite e si evitarono scavi isolati, concentrandosi su determinate zone, in particolare nei pressi di Porta Ercolano, dove fu scoperta la Casa di [[Gaio Sallustio Crispo|Sallustio]]<ref name="1798-15"/>. A seguito della partenza di Bonaparte per la [[Spagna]], nel [[1808]], il [[regno di Napoli]] fu affidato a [[Gioacchino Murat]], la cui moglie [[Carolina Bonaparte]] era una appassionata di archeologia: fu infatti la donna che prese il controllo delle indagini ed incoraggiava gli [[operaio|operai]], che nel frattempo erano saliti a 624, oltre a circa 1.500 [[Zappatore (militare)|zappatori]]<ref name="1748-15"/>, con continue ricompense economiche; ciò nonostante, la scelta di uomini estranei al sapere archeologico provocò non pochi malumori tra gli addetti, come ricordato all'architetto François Mazois:
[[File:Pompei02.JPG|thumb|right|300px|La basilica, riportata alla luce sotto Carolina Bonaparte]]
{{Quote|...questi uomini estranei alle arti nutrivano poco rispetto per i monumenti e si divertivano talvolta a rovinarli; si fu così obbligati a servirsi dei soldati solo per lo scavo delle mura e dell'Anfiteatro<ref>{{cita web|url=http://www.pompeiisites.org/Sezione.jsp?titolo=Le%20tecniche%20di%20scavo%20e%20restauro&idSezione=755&idSezioneRif=753|titolo=Tecniche degli scavi dal 1798 al 1815|accesso=16-01-2012}}</ref>.}}
Sotto la regina Carolina venne individuata la [[Mura (architettura)|cinta muraria]] della città e fu per lo più scavata la zona dei teatri e del [[Foro di Pompei|foro]], oltre a diverse ''insulae'' adiacenti alla zona di Porta Ercolano<ref name="1798-15"/>: a tale periodo risale la scoperta della Casa di Pensa e della Basilica. Sempre su ordine di Carolina furono pubblicate numerose guide che riportavano la planimetria delle scoperte di Pompei ed inviate poi in tutta Europa, facendo diventare il luogo tappa obbligata del [[Grand Tour]]<ref name="Storia"/>: grazie a queste pubblicazioni, Charles François Mazois, venuto a conoscenza degli scavi vesuviani, lavorò a Pompei tra il [[1809]] ed il [[1813]] editando poi ''Les ruines de Pompéi''<ref name="1748-15"/>, la maggiore opera di epoca borbonica riguardante gli scavi; divisa in quattro sezioni, la prima parte del testo descriveva la [[Strada|rete viaria]], [[Tomba|tombe]], [[Porta cittadina|porte]] e mura, la seconda [[Fontana|fontane]] e [[Casa|case]], la terza gli edifici pubblici e la quarta [[Teatro (architettura)|teatri]], [[Tempio|templi]] e l'[[urbanistica]]<ref>{{cita web|url=http://www.pompeiisites.org/Sezione.jsp?titolo=La%20documentazione%20degli%20scavi&idSezione=753&idSezioneRif=752|titolo=Documenti degli scavi dal 1798 al 1815|accesso=16-01-2012}}</ref>.
[[File:Battle of Issos MAN Napoli Inv10020 n01.jpg|thumb|left|350px|Mosaico di Alessandro Magno, ritrovato nella casa del Fauno]]
Il ritorno della dinastia borbonica segnò un nuovo periodo di stasi, soprattutto sotto Ferdinando I, il quale vendette nuovamente parte dei terreni espropriati a privati e ridusse il numero di operai a sole tredici unità: venne comunque recuperato l'intero foro<ref name="1815-60">{{cita web|url=http://www.pompeiisites.org/Sezione.jsp?titolo=1815-1860&idSezione=756&idSezioneRif=525|titolo=Gli scavi dal 1815 al 1860|accesso=16-01-2012}}</ref>. Con la salita al trono di [[Francesco I delle Due Sicilie|Francesco I]], tra il [[1820]] e [[1830]], si assistette ad una nuova ripresa degli scavi, in particolar modo nella zona di Via Mercurio e della regio IV, dove furono trovate numerose abitazioni di notevole interesse architettonico: nel [[1830]] venne scoperta la [[Casa del Fauno]], con il grosso mosaico dedicato ad [[Alessandro Magno]]. Con [[Ferdinando II delle Due Sicilie|Ferdinando II]] prima, e [[Francesco II delle Due Sicilie|Francesco II]] poi, l'interesse per l'[[Scavi archeologici di Pompei|area archeologica di Pompei]] andò nuovamente scemando ed i due utilizzarono il sito solo come una sorta di [[museo]] per i loro ospiti: fu visitato da [[Alexandre Dumas (padre)|Alexandre Dumas]] nel [[1835]], [[papa Pio IX]] nel [[1849]] e [[Massimiliano II di Baviera]] nel [[1851]]<ref name="1815-60"/>. Vengono riportate alle luce nel [[1845]] le aree circostanti di Via dell'Abbondanza e recuperate Via Stabiana, Via della Fortuna e Via di Nola; si assiste inoltre ad un primo parziale [[restauro]] delle strutture già esplorate, come quelle delle Terme del Foro e delle [[Terme Stabiane]]<ref>{{cita web|url=http://www.pompeiisites.org/Sezione.jsp?titolo=Le%20tecniche%20di%20scavo%20e%20restauro&idSezione=759&idSezioneRif=757|titolo=Le opere di restauro nell'800|accesso=16-01-2012}}</ref>. Altro evento importante fu nel [[1840]] la costruzione della [[Ferrovia Napoli-Salerno|linea ferroviaria da Napoli verso Nocera]], con la stazione nei pressi di Porta Marina, che permetteva un più facile raggiungimento del sito da parte di un maggior numero di persone<ref name="1815-60"/>. Oltre alle normali pubblicazioni, in questo periodo prende il via una nuova forma di documentazione, ossia quella [[Fotografia|fotografica]], anche se utilizzata per scopi turistici, piuttosto che di studio e restauro: risale al [[1851]] la prima serie completa di fotografie su Pompei, realizzate dall'architetto Alfred Nicolas Normand<ref name="Doc 1860-10">{{cita web|url=http://www.pompeiisites.org/Sezione.jsp?titolo=La%20documentazione%20degli%20scavi&idSezione=761&idSezioneRif=760|titolo=La documenzione degli scavi dal 1860 al 1910|accesso=16-01-2012}}</ref>. Dal [[1854]] cominciarono inoltre una serie di pubblicazioni intitolate ''Le case e i monumenti di Pompei disegnati e descritti'' con tavole a colori, che aumentarono notevolmente la fama di Pompei in Europa<ref>{{cita web|url=http://www.pompeiisites.org/Sezione.jsp?titolo=La%20documentazione%20degli%20scavi&idSezione=757&idSezioneRif=756|titolo=Documenti degli scavi dal 1815 al 1860|accesso=16-01-2012}}</ref>.
[[File:Via Stabbiana Pompeii.jpg|thumb|right|350px|Via Stabiana, esplorata subito dopo l'Unità d'Italia]]
Con l'[[Risorgimento|unità d'Italia]] ci fu un repentino cambiamento nelle opere di scavo: la direzione fu affidata a [[Giuseppe Fiorelli]], che potendo disporre anche di un maggior supporto economico, iniziò lo scavo integrale di diverse insulae e concluse quello di alcune già parzialmente esplorate, come nei pressi di Via Stabiana e delle porte Stabia e Marina<ref name="1860-10">{{cita web|url=http://www.pompeiisites.org/Sezione.jsp?titolo=1860-1910&idSezione=760&idSezioneRif=525|titolo=Gli scavi dal 1860 al 1910|accesso=16-01-2012}}</ref>; proprio a Fiorelli si deve la prima ordinata opera di scavo, con la divisione della città in ''insulae'' e ''regiones''<ref name="Tec 1860-10">{{cita web|url=http://www.pompeiisites.org/Sezione.jsp?titolo=Le%20tecniche%20di%20scavo%20e%20restauro&idSezione=763&idSezioneRif=761|titolo=Tecniche di scavo dal 1860 al 1910|accesso=16-01-2012}}</ref>. Nel [[1863]] fu introdotta la tecnica dei calchi, ossia si intuì che riempiendo con [[Gesso (materiale)|gesso]] le tracce lasciate dal decomposizione dei materiali organici, si poteva risalire a [[Persona (filosofia)|persone]], [[Plantæ|piante]] e oggetti della vita romana<ref name="Tec 1860-10"/>. Tra il [[1870]] ed il [[1885]] fu redatta la prima [[mappa]] dell'intera area pompeiana, opera di Giacomo Tascone, costantemente aggiornata ed al contempo fu creato il [[Plastico (architettura)|plastico]] 1:1000, oggi conservato al [[museo archeologico nazionale di Napoli]], che riproduceva l'intera area degli scavi<ref name="Doc 1860-10"/>. Nel [[1875]] il complesso delle rovine di Pompei passò nelle mani della Direzione Generale delle Antichità e Belle Arti del Regno, che affidò l'opera di esplorazione a Michele Ruggero, il quale proseguì la campagna di scavo lungo la Via di Nola, portando alla luce la Casa delle Nozze d'Argento, ricostruendo la sala corinzia e l'[[Atrio (architettura)|atrio]]<ref name="1860-10"/>: non fu l'unico esempio di ricostruzione, in quanto anche in altre strutture furono rifatti i tetti e ricostruite le mura, soprattutto per preservare gli affreschi che sempre più spesso venivano conservati al loro interno piuttosto che asportarti; furono inoltre rinvenute, nella parte sud della città, alcune case a terrazza. Sempre in questo periodo ci fu il ritrovamento della statua del [[Satiro]] e dell'affresco di [[Bacco]] ed il Vesuvio nella Casa del Centanario e delle [[Tavoletta cerata|tavolette cerate]], ossia dei documenti sulla [[contabilità]], nella Casa di Cecilio Giocondo, decifrate poi da [[Giulio De Petra]]<ref name="1860-10"/>. Nel [[1878]] furono operate le prime ricerche per l'individuazione della linea di [[costa]] prima dell'eruzione del [[Vesuvio]] del [[79]], mentre nel [[1884]], [[1888]] e [[1889]], all'interno del tempo Dorico, vennero realizzate delle ricerche in profondità per accertare la presenza di tracce pre-romane e per comprendere lo sviluppo urbanistico della città. Nell'[[Anni 1890|ultimo decennio]] del [[XIX secolo]] fu esplorata la zona settentrionale della città, che portò alla scoperta della [[Casa dei Vettii]], oltre allo scavo della cinta muraria compresa tra le torre IX e X<ref name="1860-10"/>.
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==XX e XXI secolo==
<div style="float:right; font-size:90%; width:420px; border:0px; padding:0px; margin-left:1em; margin-right:5px;margin-bottom:0px; text-align:left">
{{Nota
|titolo=Dati sugli scavi
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|contenuto=
'''Responsabili:'''
{{MultiCol}}
*[[1738]]-[[1780]] [[Rocque Joaquin de Alcubierre|Rocque de Alcubierre]]
*[[1780]]-[[1808]] [[Francisco la Vega]]
*[[1808]]-[[1814]] [[Pietro La Vega]]
*[[1814]]-[[1825]] [[Antonio Bonucci]]
*[[1825]]-[[1828]] [[Nicola d'Apuzzo]]
*[[1827]]-[[1837]] [[Carlo Bonucci]]
*[[1837]]-[[1848]] [[Pietro Bianchi]]
*[[1839]]-[[1859]] [[Francesco Maria Avellino|Francesco Avellino]]
*[[1849]]-[[1851]] [[Giuseppe Settembre]]
*[[1850]]-[[1863]] [[Sangiorgio Spinelli]]
*[[1860]]-[[1875]] [[Giuseppe Fiorelli]]
*[[1875]]-[[1893]] [[Michele Ruggero]]
*[[1893]]-[[1901]] [[Giulio De Petra]]
{{ColBreak}}
*[[1901]]-[[1905]] [[Ettore Pais]]
*[[1906]]-[[1910]] [[Giulio De Petra]]
*[[1905]]-[[1910]] [[Antonio Sogliano]]
*[[1911]]-[[1923]] [[Vittorio Spinazzola]]
*[[1924]]-[[1961]] [[Amedeo Maiuri]]
*[[1961]]-[[1976]] [[Alfonso De Franciscis]]
*[[1977]]-[[1981]] [[Fausto Zevi]]
*[[1981]]-[[1984]] [[Giuseppina Cerulli Irelli]]
*[[1984]]-[[1995]] [[Baldassare Conticello]]
*[[1995]]-[[2010]] [[Pietro Giovanni Guzzo]]
*[[2010]]-[[2012]] [[Giuseppe Proietti]]
*[[2012]]-oggi [[Jeanette Papadopulos]]
{{EndMultiCol}}
'''Dati visitatori<ref>{{cita web|url=http://www.pompeiisites.org/Sezione.jsp?titolo=dati%20visitatori&idSezione=176|titolo=Dati visitatori|accesso=16-01-2012}}</ref>:'''
{{MultiCol}}
*[[2000]]: 2.165.739
*[[2001]]: 2.255.365
*[[2002]]: 2.224.668
*[[2003]]: 2.112.412
*[[2004]]: 2.287.580
*[[2005]]: 2.370.940
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*[[2006]]: 2.569.872
*[[2007]]: 2.571.7niche di scavo dal 1748 al*[[2009]]: 2.087.559
*[[2010]]: 2.319.668
{{EndMultiCol}}
}}
</div>
L'inizio del [[XX secolo]] fu caratterizzato dalla decisione di poter lasciare effettuare a privati sessioni di scavo, per lo più al di fuori della antica città: questo provvedimento, molto discusso, provocò la perdita di notevoli reperti, ma permise al contempo di ottenere importanti informazioni su opere fondamentali dei pompeiani della città come ad esempio sul [[porto]], che fu individuato tra il [[1899]] e il [[1901]], nei pressi di un canale del fiume Sarno<ref name="1910-61">{{cita web|url=http://www.pompeiisites.org/Sezione.jsp?titolo=1910-1961&idSezione=764&idSezioneRif=525|titolo=Gli scavi dal 1910 al 1961|accesso=16-01-2012}}</ref>. Antonio Sigliano divenne direttore degli scavi nel [[1905]] e promosse un importante progetto di esplorazione, che purtroppo non riuscì a concludere: si trattava di una serie di sondaggi sotterranei, per conoscere la storia pre-romana di Pompei ed allo stesso tempo diverse esplorazioni di necropoli nei pressi delle porte Vesuvio, di Nola e di Ercolano, quest'ultime di origine [[Sanniti|sannitica]]. Nel [[1911]] Vittorio Spinazzola divenne il nuovo direttore degli scavi: sotto la sua dirigenza, le indagini aosì fondata la [[Repubblica Nap parte settentrionale a quella meridionale della città, zona poco esplorata; altro obiettivo del nuovo direttore era quello di unire l'Anfiteatro con il centro della città e di utilizzare metodi di scavi meno invasivi, in quanto convinto che molte case fossero dotate di un secondo piano, cosi come dimostrato da diverse pitture, ma che durante gli scavi venivano distrutti<ref name="1910-61"/>: l'intuizione di Spinazzola fu giusta e durante le esplorazioni nei pressi di Via dell'Abbondanza, la sua tesi venne confermata; in questo modo si venne a conoscenza che Pompei non era solo fatta di case residenziali, ma che aveva anche un ruolo produttivo e [[Commercio|commerciale]]: in tale periodo furono scoperte ''Lavanderia Stephani'' ed il ''Thermopolio'' di Asellina<ref name="1910-61"/>. Nel [[1924]] divenne direttore [[Amedeo Maiuri]], occupazione che mantenne per ben 37 anni: questo lungo arco di tempo fu uno dei più vivaci per la storia delle rovine. Venne completato lo scavo dell'anfiteatro e della palestra grande, si proseguì lo scavo lungo Via dell'Abbondanza, tra il [[1929]] ed il [[1930]] fu completato lo scavo di [[Villa dei Misteri]], già iniziato nel [[1909]], furono completamente ripristinate le antiche mura e si iniziarono indagini alla necropoli di Porta Nocera ed alle ville urbane sul lato meridionale della città; inoltre proprio il Maiuri condusse [[Stratigrafia (archeologia)|studi stratigrafici]] utile per la ricostruzione cronologica di Pompei<ref name="1910-61"/>. A partire dai primi anni del [[XX secolo]] si iniziò ad usare la fotografia come mezzo di studio, cosi come i disegni passarono da un modello artistico ad uno più tecnico<ref>{{cita web|url=http://www.pompeiisites.org/Sezione.jsp?titolo=La%20documentazione%20degli%20scavi&idSezione=765&idSezioneRif=764|titolo=La documenzione degli scavi dal 1910 al 1961|accesso=16-01-2012}}</ref>; le tecniche di scavo divennero più precise e tutti gli elementi asportati, come [[tetto|tetti]], [[Finestra|finestre]] e [[porta|porte]], rimossi per evitare crolli agli edifici, venivano poi riposizionati al loro posto una volta terminata l'esplorazione<ref>{{cita web|url=http://www.pompeiisites.org/Sezione.jsp?titolo=Le%20tecniche%20di%20scavo%20e%20restauro&idSezione=767&idSezioneRif=765|titolo=Tecniche di scavo dal 1910 al 1961|accesso=16-01-2012}}</ref>.
grazie Pivotto
Dal [[1967]], in concomitanza con l'assunzione degli scavi da parte di [[Alfonso De Franciscis]], le indagini subirono una brusca frenata<ref name="1961-97">{{cita web|url=http://www.pompeiisites.org/Sezione.jsp?titolo=1961-1997&idSezione=768&idSezioneRif=525|titolo=Gli scavi dal 1961 al 1970|accesso=16-01-2012}}</ref>: il patrimonio era diventato molto ampio e tutto il complesso aveva bisogno di continue opere di restauro; fu così che l'attenzione si focalizzò su un aspetto conservativo, mentre nuovi scavi riguardarono solo singoli edifici e non più intere aree, come la Casa di Giulio Polibio, esplorata tra il [[1964]] ed il [[1977]] e la Villa di Fabio Rufo<ref name="1961-97"/>. Un grave colpo fu dato dal [[terremoto dell'Irpinia]] del [[1980]] che provocò notevoli danni alle rovine, rendendo necessaria una totale opera di riassetto; le attività di risistemazione servirono di una grossa documentazione fotografica, iniziata nel [[1977]] e terminata pochi giorni prima del sisma, dove tutte le pitture e le decorazioni, vennero fotografate e catalogate<ref name="Doc 1961-97">{{cita web|url=http://www.pompeiisites.org/Sezione.jsp?titolo=La%20documentazione%20degli%20scavi&idSezione=769&idSezioneRif=768|titolo=La documentazione degli scavi dal 1961 al 1970|accesso=16-01-2012}}</ref>. Dal [[1987]] gli scavi proseguirono nella zona del regio IX, nei pressi di Via dell'Abbondanza<ref name="1961-97"/>; nel [[1995]] partì l'opera di documentazione di tutto il patrimonio architettonico, analizzando ogni singolo monumento<ref name="Doc 1961-97"/>. Nel [[1997]] l'area archeologica di Pompei, insieme a quella di [[Scavi archeologici di Ercolano|Ercolano]] ed [[Scavi archeologici di Oplonti|Oplonti]], entrò a far parte della [[lista dei patrimoni dell'umanità]] dell'[[Organizzazione delle Nazioni Unite per l'Educazione, la Scienza e la Cultura|UNESCO]]<ref>{{cita web|url=http://whc.unesco.org/en/list/829|titolo=Scheda dell'UNESCO|accesso=16-01-2012}}</ref>.
== Passaggio al Bayern Monaco ==
Anche l'inizio del [[Anni 2000|nuovo millennio]] è stato caratterizzato da scavi nel zona del IX regio, tuttavia a causa di mancanza sia di fondi economici<ref name="Generale"/>, sia di pochi restauri, alcune strutture hanno subito danni o crolli, soprattutto a seguito di avverse condizione [[meteo]]: la Schola Armatorum è crollata il [[6 novembre]] [[2010]], cosi come un muro del viridario della casa del Moralista<ref>{{cita web|url=http://www.archemail.it/notizie2010.htm|titolo=I crolli del 2010|accesso=16-01-2012}}</ref>, circa un [[Dicembre|mese dopo]]. Per far fronte all'emergenza l'[[Unione europea]] ha stazionato 105 milioni di euro affinché parta nel [[2012]] un restauro totale dell'intero sito<ref>{{cita web|url=http://www.archemail.it/notizie2011.htm|titolo=Il restauro di Pompei|accesso=16-01-2012}}</ref>.
Il Bayern Monaco ha comunicato l'acquisto di Mehdi Benatia attraverso il suo sito ufficiale: http://www.fcbayern.de/en/news/news/2014/benatia-set-to-join-fc-bayern.php{{non firmato|93.33.29.30}}
:tolta la protezione, evitiamo di farci bisboccia, grazie--[[Utente:Shivanarayana|Shivanarayana]] ([[Discussioni utente:Shivanarayana|msg]]) 12:13, 27 ago 2014 (CEST)
== Collegamenti esterni modificati ==
==Note==
<references/>
Gentili utenti,
==Bibliografia==
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==Altri progetti==
*Aggiunta di {{tl|collegamento interrotto}} su http://www.corrieredellosport.it/calcio/2013/11/16-341215/Gervinho+Benatia,+duello%3A+chi+%C3%A8+il+miglior+africano%3F
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==Collegamenti esterni==
*{{Lingue|it|en}} [http://www.pompeiisites.org/ Soprintendenza archeologica di Pompei - Sito ufficiale]
*[http://www.comune.pompei.na.it/ Comune di Pompei - Sito ufficiale]
*[http://www.scavidipompei.it/ Scavi di Pompei - La città sepolta]
Saluti.—[[:en:User:InternetArchiveBot|'''<span style="color:darkgrey;font-family:monospace">InternetArchiveBot</span>''']] <span style="color:green;font-family:Rockwell">([[:en:User talk:InternetArchiveBot|Segnala un errore]])</span> 06:41, 25 mar 2018 (CEST)
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