Squadrismo e Giochi paralimpici: differenze tra le pagine

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{{Competizione sportiva
'''Squadrismo''' è il termine con cui si indica un fenomeno caratteristico del [[fascismo]] [[italia]]no, consistente nella militanza all'interno di squadre d'azione fasciste fra il [[1919]] e il [[1924]].
| nome = Giochi paralimpici estivi
[[Immagine:Manifestazione sqadrista a Roma.jpg|thumb|350px|Manifestazione a Roma delle squadre d'azione]]
| logo = IPC logo (2004).svg
| dimensioni logo = <!-- default 100 -->
| altri nomi = Paralimpiadi estive
| sport = Multisport
| tipologia =
| categoria =
| confederazione = [[Comitato Paralimpico Internazionale|CPO]]
| organizzatore = [[Comitato Paralimpico Internazionale|CPO]]
| direttore =
| motto = ''Spirit in Motion''<br />(Spirito in movimento)
| titolo = Campione paralimpico
| cadenza = Quadriennale
| apertura = Luglio / settembre
| chiusura = Agosto / settembre
| sito = [http://www.paralympic.org paralympic.org]
| fondazione = 1960
| soppressione =
| numero edizioni = 15
| ultima edizione = XV Giochi paralimpici estivi
| prossima edizione = XVI Giochi paralimpici estivi
| trofeo = {{simbolo|Gold medal-2008PG.svg|40}}&nbsp;{{simbolo|Silver medal-2008PG.svg|40}}&nbsp;{{simbolo|Bronze medal-2008PG.svg|40}}
| nome trofeo = Medaglie paralimpiche
}}
 
I '''Giochi paralimpici''' sono l'equivalente dei [[Giochi olimpici]] per atleti con disabilità fisiche. Pensati come Olimpiadi parallele, prendono il nome proprio dalla fusione del prefisso ''para'' con la parola ''Olimpiade'' e i suoi derivati.
==Storia==
La prima edizione riconosciuta come tale si disputò nel [[1960]] in [[Italia]]<ref>[http://www.comitatoparalimpico.it/ilcip.aspx?ID=11 Cip - Il Cip<!-- Titolo generato automaticamente -->] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20150128133114/http://www.comitatoparalimpico.it/ilcip.aspx?ID=11 |data=28 gennaio 2015 }}</ref>.
===Premessa===
Nel [[1917]], già prima del termine della [[Grande Guerra]], il governo italiano creò l'[[Opera Nazionale Combattenti]] con l'intento di aiutare i reduci che tornavano dal fronte, disoccupati e senza prospettive di lavoro, ad acquistare terra da coltivare. Il tentativo però fallì e gli [[interventismo|interventisti]], insieme ai reduci che cominciavano ad affluire sul territorio nazionale, si organizzarono in maniera più o meno spontanea<ref>[[Mario Piazzesi]] ''Diario di uno squadrista toscano''</ref> per reagire alle iniziative dei socialisti, su posizioni [[Interventismo#I_neutralisti|neutraliste]] nei confronti della guerra e perciò ritenuti "[[Disfattismo|disfattisti]]".<ref>Renzo De Felice, ''Mussolini il rivoluzionario'' pag. 420: "Il 16 ottobre (1918) venne organizzata a Roma una riunione dei rappresentanti delle maggiori organizzazioni interventiste... (nella quale) venne proposto di 'ricercare i disfattisti ovunque si nascondano, ricorrendo ad azioni energiche e dirette sia contro di essi sia contro gli uffici sia contro i negozi dove si potranno nascondere'. Il giorno dopo una delegazione del Fascio parlamentare si recò da Orlando e gli chiese energici provvedimenti contro i 'disfattisti' e in particolare contro i socialisti"</ref>
 
In [[Italia]] sono tuttora chiamati anche '''Paraolimpiadi''', che fu il termine usato ufficialmente fino al [[2004]]. "Norme per la promozione della pratica dello sport da parte delle persone disabili" designa la [[Federazione Italiana Sport Disabili]] come ''Comitato italiano paraolimpico'' (CIP) e usa termini quali ''attività paraolimpica'' e ''Paraolimpiadi''. Anche il successivo decreto di attuazione<ref>[http://www.fisd.it/file/decreto%20CIP.pdf Decreto di attuazione pubblicato sulla G.U. il 5 maggio 2004]</ref>, pubblicato il 5 maggio [[2004]] sulla [[Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana|Gazzetta Ufficiale]], mantiene la stessa terminologia. Con il decreto di approvazione dello statuto del CIP del 17 dicembre [[2004]] anche la normativa italiana recepisce la denominazione ''[[Comitato Italiano Paralimpico]]''.
Con la [[Mobilitazione|smobilitazione]] seguita alla guerra il numero dei reduci aumentò in maniera esorbitante, dando luogo ad una fascia sociale estranea da quelle classiche ([[padronato]], [[classe media]] e [[proletariato]]), e legata agli ideali [[nazionalismo|nazionalisti]] ed [[irredentismo|irredentisti]] per i quali era stata al fronte, sostanzialmente incapace di rientrare nei ranghi della società borghese.
 
===Le primeStoria formazioni===
[[File:Paralympics logo 1988-94.svg|thumb|upright=0.6|Primo logo paralimpico, usato dal 1988 al 1994]]
Questi primi reduci andarono a formare, insieme ai [[Futurismo|futuristi]] ed al [[Fascio di difesa nazionale]], squadre organizzate che si attivarono in modo fattivo per combattere contro i socialisti, che in quel momento si trovavano in forte ascesa.<ref>Giordano Bruno Guerri, "Fascisti", Oscar Mondadori (Le scie), 1995 Milano pagg. 76-77.</ref> In particolare si trattava di soldati lasciati allo sbando senza lavoro ed appartenenti alle unità di èlite (come gli [[Arditi]]), cui lo Stato non concedeva alcun riconoscimento per il ruolo ricoperto in guerra al momento del ritorno alla vita civile.
Il medico britannico [[Ludwig Guttmann]] organizzò una competizione sportiva nel [[1948]] per veterani della [[seconda guerra mondiale]] con danni alla [[colonna vertebrale]]; nel [[1952]] anche atleti [[Paesi Bassi|olandesi]] parteciparono ai giochi, dandogli un carattere internazionale. La competizione prendeva il nome da [[Stoke Mandeville]], la cittadina del [[Buckinghamshire]] che ospitava annualmente tali gare. Nel [[1958]] il medico [[italia]]no [[Antonio Maglio]], direttore del centro paraplegici dell'[[Istituto Nazionale per l'Assicurazione contro gli infortuni sul lavoro]] propose a Guttmann di disputare l'edizione del [[1960]] a [[Roma]], che nello stesso anno avrebbe ospitato la [[Giochi della XVII Olimpiade|XVII Olimpiade]]. I "X Giochi internazionali per paraplegici" di Roma, ovvero la nona edizione internazionale dei Giochi di Stoke Mandeville, vennero posteriormente riconosciuti come [[I Giochi paralimpici estivi]] nel [[1984]], quando il [[Comitato Olimpico Internazionale]] approvò la denominazione "Giochi paralimpici".
Furono soprattutto Arditi ed ufficiali e sottufficiali dell'esercito, per loro natura, a divenire i più forti sostenitori di ciò che andavano sostenendo Mussolini e D'Annunzio, trovando in questi due capi naturali il riferimento ideale per incanalare la loro ansia di lotta in una direzione politica precisa e, per loro, appagante.
 
I contatti tra Guttmann e la delegazione [[giappone]]se presente a Roma in rappresentanza del Comitato Organizzatore della [[Giochi della XVIII Olimpiade|XVIII Olimpiade]] di [[Tokyo]] [[1964]] fecero sì che [[Tokyo]] ospitasse i Giochi internazionali di Stoke Mandeville del 1964, successivamente riconosciuti come [[II Giochi paralimpici estivi]]. Idealmente l'abbinamento avrebbe dovuto proseguire nel [[1968]] a [[Città del Messico]], ma nel [[1966]] il progetto naufragò a causa del mancato sostegno del governo [[Messico|messicano]]. Fu allora [[Israele]] ad offrirsi di ospitare l'[[III Giochi paralimpici estivi|edizione del 1968]], come parte delle celebrazioni per il ventesimo anniversario della nascita dello stato. I Giochi di Stoke Mandeville furono di nuovo ospitati nello stesso paese dei Giochi Olimpici nel [[IV Giochi paralimpici estivi|1972 in Germania]] e nel [[V Giochi Paralimpici estivi|1976 in Canada]].
Le azioni squadriste - di solito violente, ma talvolta goliardiche<ref>Cfr. le descrizioni delle varie imprese squadristiche a sfondo sarcastico lasciate da Mario Piazzesi in op. cit. e da Bruno Frullini in ''Squadrismo fiorentino'', Vallecchi 1933. Asvero Gravelli definisce gli accenti e i canti fascisti "note goliardiche, becere ed ilari" (A. Gravelli, op. cit., p. 142). "Non è questa la sede per rilevare quanto i rituali collettivi della goliardia possano essere stati travasati nello squadrismo di inizio ventennio; nondimeno, il sospetto di un'osmosi non è distante". Cfr. ''Per chi suona la campana? Note su Addio giovinezza! (1927)'' di Francesco Pitassio su http://www.muspe.unibo.it/period/fotogen/num045/13PITASSIO.htm</ref><ref>Attilio Tamaro, ''Venti anni di storia'', Editrice Tiber, Roma, 1953, pp. 153:"(La violenza squadrista) Ideava azioni che dovevano rendere ridicoli gli avversari più in vista, come il taglio della barba o la colorazione della faccia o l'improvviso apparire di una squadra a un loro banchetto o il trafugamento delle bandiere rosse. Una volta a Venezia, catturata una fanfara socialista, la costrinsero a suonare gli inni fascisti."</ref> e, soprattutto, dimostrative - avevano lo scopo dichiarato di impedire la realizzazione in [[Italia]] di una [[rivoluzione]] comunista: inizialmente infatti queste aggressioni si configurarono come risposta alle violente azioni di socialisti ed anarchici, effettuate con un'escalation costante che culminò con il [[biennio rosso]] ([[1919]]-[[1920]]).
 
Le [[I Giochi paralimpici invernali|prime Paralimpiadi invernali]] furono tenute in [[Svezia]] nel [[1976]]. I giochi sono ormai abbinati sistematicamente ai [[Giochi olimpici]] veri e propri dal 19 giugno [[2001]] quando fu siglato un accordo tra il Comitato Olimpico Internazionale (CIO) ed il [[Comitato Paralimpico Internazionale]] (IPC), il quale garantisce che la città candidata ad ospitare le Olimpiadi deve organizzare sia i Giochi olimpici sia i Giochi paralimpici.
A riguardo lo stesso [[Alcide De Gasperi]] commentò le azioni squadriste dicendo:
{{quote|Noi non condividiamo il parere di coloro i quali intendono condannare ogni azione fascista sotto la generica condanna della violenza. Ci sono delle azioni in cui la violenza, anche se assume l'apparenza di aggressione, è in realtà una violenza difensiva, cioè legittima.|[[Alcide De Gasperi]] il [[7 aprile]] [[1921]]<ref>Giordano Bruno Guerri, "Fascisti", Oscar Mondadori (Le scie), 1995 Milano pag. 77.</ref>}}
e [[Gaetano Salvemini]] alcuni anni dopo disse:
{{quote|Gli stessi atti di violenza che i fascisti commisero durante i primi mesi della loro controffensiva possono essere riguardati con una certa indulgenza. Dato che polizia e magistratura erano incapaci di difendere i cittadini dallo strapotere capriccioso e tracotante delle organizzazioni sindacali, questi stessi cittadini potevano ben cercare di difendersi per mezzo di metodi illegali.|[[Gaetano Salvemini]] nel [[1928]]<ref>Giordano Bruno Guerri, "Fascisti", Oscar Mondadori (Le scie), 1995 Milano pagg. 76-77.</ref>}}
 
Dal 1992 al 2004 il logo dell'IPC era costituito da tre [[taegeuk|pa]] coi tre colori più utilizzati nelle bandiere dei Paesi del Mondo cioè il rosso, blu e verde e simboleggiavano i tre aspetti più significativi dell'essere umano: mente, corpo e spirito. Durante il meeting del Comitato Esecutivo tenutosi ad Atene nell'aprile 2003, è stato scelto un nuovo logo paralimpico, in cui si trovano tre ''agitos'' dal latino agito, ovvero ''io mi muovo'' in blu, rosso e verde come nel precedente. È un simbolo in movimento attorno a un punto centrale, il che enfatizza il ruolo dell'IPC come raggruppatore degli atleti da ogni parte del mondo.
===La nascita dei Fasci italiani di combattimento===
Il [[23 marzo]] [[1919]] [[Mussolini]] fondò a [[Milano]] i [[Fasci italiani di combattimento]], nei quali andarono a confluire in breve tempo la maggioranza delle squadre formatesi autonomamente sul territorio nazionale. Ciononostante, a causa del basso numero di adesioni, almeno per tutto il [[1919]] l'iscrizione coincideva spesso con l'attività di squadrista.<ref> Sven Reichardt, ''Camicie nere, camicie brune'', 2003, Società Editrice Il Mulino, Bologna, 2009, pag.148</ref> Solo nella [[Venezia Giulia]] l'adesione ai Fasci italiani di combattimento assunse subito caratteri di massa, mentre nel resto del territorio nazionale l'espansione dello squadrismo fu limitata alle sole città del nord Italia. Ciò fu dovuto principalmente alla vicinanza della Venezia Giulia stessa al confine orientale che, sottoposto a rivendicazioni territoriali e politiche ([[irredentismo]]), convogliò sui Fasci di combattimento le simpatie dei nazionalisti. A questi si aggiunsero inoltre numerosi legionari dannunziani reduci dell'[[Impresa di Fiume]], che ne costituirono il nerbo iniziale.
 
Gli ultimi Giochi paralimpici estivi si sono tenuti a [[Rio de Janeiro]] nel 2016, mentre gli ultimi Giochi paralimpici invernali si sono tenuti in [[Corea del Nord]] nel 2018.
Lo squadrismo, fin dai primi anni, fu diviso in due tronconi fondamentali:
 
== Note ==
* quello urbano: di stampo milanese, mussoliniano, intellettuale, [[sindacalismo nazionale|sindacalista]] e futurista
<references/>
* quello rurale: provinciale, 'duro' ed egemonizzato dai ras.<ref>Renzo de Felice ''Mussolini il fascista'', I, Torino, Einaudi, 1966''</ref>
 
== Voci correlate ==
Grazie a questa commistione di forze diverse tra loro, ma accomunate da un unico filo conduttore, fermentò una caratteristica nuova per la politica italiana (solitamente divisa tra diverse forze partitiche): una fusione di pulsioni innovative, progressiste e rivoluzionarie (futuristi e sindacalisti rivoluzionari e nazionali) con un radicato sentimento nazionale, estremizzato dalle trincee della Grande Guerra e capace di rinnovamento politico e sociale.<ref>Renzo de Felice ''Mussolini il fascista'', I, Torino, Einaudi, 1966''</ref>
* [[Giochi paralimpici invernali]]
E' questo il momento in cui Marinetti cominciò a vagheggiare un cartello di nazionalrivoluzionari che comprendesse anche gli anarchici, considerati alfieri di "un'azione distruttiva".<ref>A. Lyttelton ''Cause e caratteristiche della violenza fascista'', in ''Bologna '20'', Bologna, Cappelli, 1982</ref>
* [[Sport paralimpici]]
* [[Giochi olimpici]]
* [[Giochi olimpici silenziosi]]
* [[Giochi olimpici speciali]]
* [[Categorie degli sport per disabili]]
* [[Medagliere complessivo dei Giochi paralimpici]]
 
== Altri progetti ==
In questa situazione che, con volontà forse non lucida ma reale, andava creando uno schieramento progressista imperniato sul combattentismo rivoluzionario che investisse altri settori ''anti-sistema'' della società, usciva fondamentalmente di scena il [[Partito Socialista Italiano|partito socialista]]. Esso infatti si mantenne sostanzialmente estraneo a questo disegno, sebbene molte volte Mussolini stesso tentò di riavvicinare il suo vecchio partito (principalmente nel '19<ref>F.J. Demers ''Le origini del fascismo a Cremona'', Roma-Bari, Laterza, 1979</ref> e nel '21<ref>Renzo de Felice ''Mussolini il fascista'', I, Torino, Einaudi, 1966''</ref>), realizzandosi la maggiore e divergente differenza tra il fronte nazionalrivoluzionario (fascisti, nazionalisti, futuristi, sindacalisti rivoluzionari, interventisti, fiumani, reduci ed arditi) ed i socialisti fondamentalmente nel [[nazionalismo]]. Questa già di per se bastante e, oltretutto, sostenuta anche dall'impolitico atteggiamento socialista di dileggio nei confronti dei valori nazionali e di dissacrazione della guerra vittoriosa.
{{interprogetto|commons=Category:Paralympic Games|q|preposizione=sui|etichetta=giochi paralimpici}}
 
{{quote|"Fu questa svalutazione del fenomeno combattentistico il primo errore e forse il più fatale"|[[Pietro Nenni]] ''[[Storia di quattro anni (1919-1922)]]'', Roma, Einaudi, [[1946]]}}
 
Altra caratteristica dello squadrismo, anticipata dai futuristi nelle loro manifestazioni interventiste, fu la capacità di far ricorso alla piazza mobilitando rapidamente minoranze attive ed aggressive, capaci di utilizzare la violenza in maniera talmente non conforme per l'epoca, tanto che fu capace di scompaginare il partito socialista, basato su un'organizzazione minuziosa e ramificata attraverso una rete fittissima di leghe, camere del lavoro, cooperative, sindacati, enti locali, etc.<ref>Luca Leonello Rimbotti ''Fascismo di sinistra'', Settimo Sigillo, Roma, 1989''</ref>
 
====Lo squadrismo urbano====
[[Immagine:Squadra d'azione Disperata di Firenze.jpg|thumb|300px|Squadra d'azione "Disperata" di [[Firenze]]]]
I primi atti squadristici avvennero inizialmente a Milano nel [[1919]], ma anche [[Mantova]], [[Brescia]] e [[Padova]]. A parte il caso della [[Venezia Giulia]], dove era forte la presenza dei [[Impresa di Fiume|legionari fiumani]], nei primi tempi lo squadrismo rimase collocato in un ambito ristretto, rimanendo appannaggio principalmente di futuristi, sindacalisti rivoluzionari e reduci di esercito e corpi speciali in congedo (in particolare gli [[Arditi]]), ma non mancavano elementi di ogni classe sociale<ref>[[Mario Piazzesi]], ''op. cit.''</ref> tra cui predominavano gli studenti universitari.
 
La giovane età della gran parte degli squadristi ha fatto pensare ad alcuni autori che la [[rivoluzione fascista]] sia stata la prima "[[rivoluzione generazionale]]" della storia, contrariamente a quelle che l'avevano preceduta, di norma legate a logiche di [[Classe (sociale)|classe]] ed a meccanismi economici.
 
Il primo nucleo di squadristi fu composto da alcune centinaia di uomini, che sostanzialmente costituirono la guardia personale di Mussolini, il quale tempo dopo ebbe a dire a riguardo:
 
{{quote|Nel complesso erano alcune centinaia di uomini, suddivisi in gruppi agli ordini di ufficiali, e ovviamente ubbidivano tutti a me. Io ero una specie di capo di questo piccolo esercito|[[Benito Mussolini]] sul [[Popolo d'Italia]] del [[13 aprile]] [[1920]]<ref>Sven Reichardt, ''Camicie nere, camicie brune'', 2003, Società Editrice Il Mulino, Bologna, 2009, pag.233</ref>}}
Nel [[1920]] in tutte le principali città cominciarono ad essere formate squadre d'azione armate ed alle dipendenze del [[Fasci Italiani di Combattimento|Fascio di combattimento]] locale.
 
====Lo squadrismo agrario====
[[Immagine:Bologna 1921 Manifestazione dei Fasci italiani di Combattimento.jpg |thumb|300px|Manifestazione dei [[Fasci italiani di combattimento]] [[Bologna]] [[1921]]]]
Sebbene il fascismo urbano fosse avanguardia intellettuale e sociale, quello agrario fu quello più autentico e genuino, costituito nelle province neo-redente, in cui vennero realizzate le prime squadre d'azione.<ref>Roberto Farinacci ''Storia della rivoluzione fascista'', Settecolori, Vibo Valentia, 1979</ref> La prima di queste venne infatti formata a [[Trieste]] il [[20 maggio]] [[1920]]<ref>Roberto Farinacci ''Storia della rivoluzione fascista'', Settecolori, Vibo Valentia, 1979</ref> e furono queste squadre delle città provinciali e di campagna quelle grazie alle quali il fascismo irruppe, a partire dalla fine del 1920, in tutta la [[Valle Padana]] ed oltre.
 
A partire dal [[1921]] il fascismo riuscì a costituire delle roccaforti importanti, concentrate soprattutto nella [[pianura padana]] (come [[Bologna]] e [[Ferrara]]), dalle quali si estesero anche ai centri secondari più vicini.
 
In questa fase la maggior parte degli squadristi era composta da giovani studenti nazionalisti, reduci di guerra (perlopiù [[arditi]] e legionari fiumani) e componenti delle vecchie formazioni paramilitari, che avevano già contrastato i [[Partito Socialista Italiano|socialisti]] durante il cosiddetto [[Biennio rosso]].<ref>Sven Reichardt, ''Camicie nere, camicie brune'', 2003, Società Editrice Il Mulino, Bologna, 2009, pag.161</ref>
 
Le azioni squadriste contro i socialisti, soprattutto nelle campagne, attirarono l'interesse dei piccoli proprietari terrieri e dei latifondisti che, non essendo riusciti a costituire una propria organizzazione politica, finanziarono quella dei Fasci Italiani di Combattimento.<ref>Sven Reichardt, ''Camicie nere, camicie brune'', 2003, Società Editrice Il Mulino, Bologna, 2009, pag.171</ref> Non di rado gli stessi figli dei proprietari terrieri e dei mezzadri militarono attivamente nelle squadre d'azione.
 
Lo sviluppo del fenomeno squadrista nelle campagne diventa vigoroso quando, impostosi come valida risposta alla sinistra agli occhi dei proprietari terrieri, questi cominciarono a finanziare generosamente le squadre fasciste, addirittura con forme di vera e propria autotassazione interna tra gli agrari maggiormente preoccupati dallo sviluppo delle leghe contadine e bracciantili rosse.<ref>''"I Fasci di combattimento schierati contro leghe rosse e leghe bianche sollecitarono i finanziamenti privati, giustificati coi benefici arrecati dall'intervento repressivo delle squadre d'azione. Si istituì una tassazione parallela, col versamento regolare di somme commisurate all'estensione delle tenute"'', pag. 69, Mimmo Franzinelli, ''Squadristi'', 2003, Mondadori: ''"Nel 1921, mentre gli industriali puntavano non tanto sul fascismo quanto su Giolitti, gli agrari delle regioni settentrionali e i grandi proprietari di quelle centrali aderivano o appoggiavano in modo più univoco il fascismo"'', pag. 17, Giampiero Carocci, ''Storia del fascismo'', 1994, Newton</ref>
 
Allo stesso tempo, avviene un duplice rapporto tra l'apparato statale ed il movimento fascista: da una parte prefetti e questori collaborarono sempre più strettamente con le azioni degli squadristi<ref>Mimmo Franzinelli, ''Squadristi'', 2003, Mondadori, pagg. 87-119</ref>, dall'altra in molte città e zone del territorio nazionale i fascisti subirono repressioni e scontri sanguinosi soprattutto con le guardie regie.<ref>Mimmo Franzinelli ''Squadristi'', op. cit.</ref>
 
====I piccoli proprietari terrieri, i mezzadri e le Leghe rosse====
Nei primi due decenni del secolo si svilupparono due importanti dinamiche nel mondo agricolo.
Nel [[1901]] a [[Bologna]] avvenne la costituzione di [[Federterra]], legata al Partito Socialista prima ed al [[Partito Comunista d'Italia]] poi. In essa confluirono la maggior parte delle leghe contadine e finirà per monopolizzare il mercato del lavoro nel decennio successivo con l'obiettivo di "proletarizzare" i mezzadri, anziché aiutarli a diventare proprietari dei terreni che lavoravano.<ref>Sven Reichardt, ''Camicie nere, camicie brune'', 2003, Società Editrice Il Mulino, Bologna, 2009, pagg.173-174</ref>
Tra il [[1911]] ed il [[1921]], d'altra parte, il numero dei piccoli proprietari terrieri era notevolmente aumentato, quasi fino a raddoppiare<ref>Sven Reichardt, ''Camicie nere, camicie brune'', 2003, Società Editrice Il Mulino, Bologna, 2009, pag.173:"Dal 1911 al 1921 l'aliquota dei piccoli proprietari di terra fra gli occupati in agricoltura salì dal 18,3% al 32,4%"</ref>, avendo spesso acquistato le terre dai grandi proprietari terrieri.
 
La rottura tra mezzadri e leghe socialiste avvenne per sfiancamento dei primi: da una parte i continui ed usuranti scioperi proclamati da queste ultime (culminati nel [[1920]]), che spesso causavano la perdita del raccolto; dall'altra parte dai boicottaggi (ad esempio la mutilazione del bestiame) e dalla violenza esercitata per obbligarli a rispettare le decisioni delle leghe stesse.<ref>G. Sabbatucci e V. Vidotto, Storia contemporanea Il Novecento, 2003, Editori Laterza, Bari, Febbraio 2008, pag. 78:"Questo sistema, nato quasi spontaneamente sull'onda delle lotte dei braccianti, non era privo di aspetti autoritari (chi si sottraeva alla disciplina della lega veniva "boicottato", in pratica bandito dalla comunità) e celava al suo interno non pchi motivi di debolezza."</ref> Federterra organizzò anche tribunali speciali, che disponevano misure di isolamento nei confronti dei proprietari più riottosi, tra le quali vi era il divieto di vendere o acquistare presso le cooperative rosse. Ciò provocava il collasso delle aziende agricole, dato il carattere monopolista delle cooperative stesse.<ref>Sven Reichardt, ''Camicie nere, camicie brune'', 2003, Società Editrice Il Mulino, Bologna, 2009, pag. 174:"Speciali tribunali di Federterra decidevano forme di boicotaggio che portavano al quasi totale isolamento di quanti erano colpiti dal provvedimento; costoro non riuscivano più ad acquistare alimenti o indumenti negli spacci delle cooperative socialiste, o a vendere alimenti o indumenti negli spacci delle cooperative socialiste, o a vendere alle cooperative i propri prodotti. In taluni casi gli fu persino negata l'assistenza medica."</ref>
Un esempio di questa violenza avvenne il [[18 settembre]] [[1920]], quando il coltivatore cattolico Arcangelo Solferini fu ucciso per non aver aderito alle disposizioni delle leghe rosse.<ref>Mimmo Franzinelli, Squadristi, Edizioni Mondadori (Oscar Storia), Cles (Tn), 2004, pag. 295</ref>
 
Il potere socialista crebbe enormemente fino al [[1920]], quando la maggior parte delle amministrazioni comunali e provinciali dell'Emilia e della Romagna furono conquistate dal [[Partito Socialista Italiano]]. Da quel momento le organizzazioni sindacali socialiste ottennero il monopolio della gestione del lavoro, mentre le cooperative socialiste furono in grado di imporre i prezzi delle derrate alimentari, gestire direttamente le imposte comunali (su immobili, attività produttive e famiglie) e concedere in affitto ai propri affiliati i terreni municipali.<ref>Sven Reichardt, ''Camicie nere, camicie brune'', 2003, Società Editrice Il Mulino, Bologna, 2009, pag. 174:"Potevano disporre del ricavato di imposte localmente stabilite sugli immobili, sulle attività produttive e a carico delle famiglie, potevano concedere in affitto i terreni comunali, esercitare la sorveglianza sulle attività produttive, e avevano competenza in materia di piani regolatori e di assistenza sociale."</ref>
 
===Il periodo "rivoluzionario"===
Tra il 1919 ed il 1922 (con strascichi che dureranno fino almeno al 1924), l'Italia fu scossa da una [[guerra civile]] - {{citazione necessaria|che costerà quasi 2000 morti}} - e che vedrà tre fazioni principali, dai contorni non sempre netti:
 
* Il [[Partito Socialista Italiano]], intenzionato ad emulare l'esempio [[soviet|sovietico]] ed a portare la [[rivoluzione bolscevica]] in Italia. Da esso si staccò in seguito la componente massimalista, che diede vita al [[Partito Comunista d'Italia]];
 
* I vari movimenti nazionalrivoluzionari, di cui facevano parte sindacalisti rivoluzionari, interventisti, futuristi, fascisti, nazionalisti, legionari fiumani, reduci di guerra ed arditi. Questi, a partire dal [[1919]], confluirono nei [[Fasci italiani di combattimento]] e nello squadrismo, decisi da una parte a frustrare le intenzioni dei [[socialisti]], dall'altra a proporre una loro propria [[rivoluzione nazionale]] dei lavoratori e dei [[trinceristi]]. Dai Fasci venne formato nel [[1922]] il [[Partito Nazionale Fascista]];
 
* Il Governo italiano ([[Governo Orlando]], [[Governo Nitti I]], [[Governo Nitti II]], [[Governo Giolitti V]], [[Governo Bonomi I]], [[Governo Facta I]], [[Governo Facta II]]) e più in generale le istituzioni, generalmente deboli e prive di una capacità di reazione organica, spesso pronte a chiudere un occhio sulle violenze di entrambe le parti. Esse lasciarono spesso mano libera allo squadrismo, interpretato come il "male minore", pur reagendo in molti episodi con mano dura anche ad esso. [[Giovanni Giolitti]] in particolare tenne nei confronti del movimento fascista un atteggiamento benevolo, volto ad utilizzarlo per contrastare i socialisti<ref>Renzo De Felice, Breve storia del fascismo, Oscar Storia Mondadori, Cles (Tn), 2009, pag. 12: (Il movimento fascista fu )"...aiutato da contingenze favorevoli: l'atteggiamento di Giolitti nei confronti del fascismo e la vera e propria esplosione del fascismo agrario. A Mussolini era sin troppo chiaro come quello assegnato da Giolitti al movimento fosse un valore strumentale..."</ref>, in quanto intenzionato a "costituzionalizzarlo" dopo essere arrivato al potere, ritenendo di esaurirne le potenzialità (a causa della perdita degli appoggi di coloro che temevano un'eventuale rivoluzione bolscevica) una volta venuti meno i loro avversari.<ref>[[Renzo De Felice]], Breve storia del fascismo, Oscar Storia Mondadori, Cles (Tn), 2009, pag. 15-16: (L'accesso al potere di Mussolini)"Tale intendimento doveva tenere conto della necessità da più parti rilevata-da Giolitti per primo al "Corriere della Sera" di Albertini,...- di "costituzionalizzare" il fascismo: necessità dettata in gran parte dalla crisi che aveva colpito le organizzazioni di sinistra. Una crisi che non rappresentava comunque per il fascismo un fattore del tutto positivo: se la piccola e media borghesia si erano appellate ad esso contro la sinistra, una volta esaurita la "minaccia rossa", il fascismo appariva meno "seducente" e quindi meno meritevole di sovvenzioni."</ref>.
 
A questi si aggiungevano i raggruppamenti armati cattolici e del [[Partito Repubblicano Italiano]].
 
Lo squadrismo fascista contrastò apertamente le iniziative politiche dei marxisti, considerate da fascisti e nazionalisti provocatorie ed offensive nei confronti della patria e dei reduci della guerra<ref>Sven Reichardt, ''Camicie nere, camicie brune'', 2003, Società Editrice Il Mulino, Bologna, 2009, pag. 342:"La disumanizzazione dell'avversario e la metaforica guerresca dei fascisti furono giustificate con il fatto che la sinistra scorgesse il proprio modello non nella propria nazione, ma in Russia. I fascisti vi colsero un empio vilipendio della nazione: la dissacrazione dei valori nazionali."</ref>, come l'erezione di monumenti di carattere antimilitarista, {{citazione necessaria|la contestazione ai simboli del patriottismo italiano (monumenti, bandiere, targhe etc.)}}, l'esaltazione di imboscati e disertori. Uno di costoro, [[Francesco Misiano]], fu eletto in Parlamento, suscitando la violentissima reazione degli squadristi di [[Roberto Farinacci]], che lo prelevarono, e dopo averlo imbrattato di vernice e lo costrinsero a percorrere Via del Corso in Roma fra due ali di camicie nere che lo insultarono e lo sputacchiarono. Per questo episodio venne anche coniata una stornellata beffarda, che recitava "Misiano, Misiano, ne hai fatta di carriera! Da disertore a deputato-sputacchiera" <ref>Savona e Straniero, ''Canti dell'Italia fascista'', Garzanti, 1978</ref>. Come risulta dai canzonieri dell'epoca, Misiano era uno dei personaggi più odiati dai fascisti. <ref>Mario Piazzesi, in ''Diario di uno squadrista toscano'', cita dei manifesti socialisti dove un candidato alle elezioni menava vanto di essere stato disertore e condannato: “Nello Tarchiani, tramviere, condannato per diserzione all’ergastolo dal Tribunale Militare”</ref>, ma anche e soprattutto le aggressioni fisiche - e talvolta mortali<ref>Pierluigi Romeo di Colloredo, ''La Battaglia del Solstizio'', Italia, 2008. A causa del ripetersi di simili episodi fu anche proibito agli ufficiali di mostrarsi in uniforme durante la libera uscita.</ref> - a reduci, decorati ed ufficiali dell'Esercito<ref>''"In ogni località dove erano alloggiate guarnigioni di Arditi, l'ordine pubblico era periodicamente turbato da aggressioni a cittadini e a esponenti di sinistra [...] La violenza non era da una parte sola, poiché laddove un Ardito, o anche un ufficiale dell'esercito, si trovava da solo in quartieri popolari o in borgate rosse veniva insultato e svillaneggiato, nonché percosso se accennava a una reazione: l'antimilitarismo delle sinistre incolpava i graduati dei lutti bellici. Di simili episodi, abbastanza frequenti nei grandi centri urbani, beneficiò indirettamente il fascismo in termini di popolarità e di adesioni fra gli ufficiali."'', pagg. 18-19, Mimmo Franzinelli, ''Squadristi'', 2003, Mondadori</ref> (i fascisti giustificheranno le loro prime azioni proprio come rappresaglia a queste azioni<ref>"le manifestazioni socialiste contro la guerra impedirono perfino l’esposizione di [[Bandiera italiana|tricolori]] (visti dai socialisti come una provocazione) nel primo anniversario della vittoria, e che gli insulti e gli sputi per i reduci che uscivano in libera uscita in divisa erano all’ordine del giorno" in Marco Cimmino, ''Il primo dopoguerra''; B. Villabruna, ''Il combattentismo'' cit. in A.V. Savona – M.L. Straniero: ''Canti dell’Italia fascista'', Garzanti, 1979; [[Asvero Gravelli]], ''I canti della Rivoluzione'', Nuova Europa, Roma 1929</ref>).
 
Successivamente, con l'incancrenirsi della lotta, entrarono in gioco altre componenti:
 
* il padronato, tanto agricolo quanto industriale, che vedeva nelle squadre d'azione un mezzo per stornare il rischio di una [[rivoluzione bolscevica]] in Italia;
* il mito della ''[[Vittoria mutilata]]'', secondo il quale l'[[Italia]], per colpa di governi inetti e dello spirito antinazionale della propaganda socialista, rinunciava dopo la vittoria sugli [[Imperi Centrali]] a ciò che si riteneva le spettasse di diritto: [[Dalmazia]], [[Fiume]] e compensi coloniali.<ref>[[Nicola Tranfaglia]], ''La prima guerra mondiale e il fascismo'' - TEA, 1995</ref>
 
Grave errore tattico (se non strategico) del partito socialista fu l'aver trascurato i sentimenti e le richieste dei combattenti, aliendosene la simpatia.<ref>Sven Reichardt, ''Camicie nere, camicie brune'', 2003, Società Editrice Il Mulino, Bologna, 2009, pag.179: "Soprattutto i socialisti, dopo la fine della guerra, avevano guardato con odio e disprezzo ai circa 154 mila ufficiali in congedo dell'esercito, i quali erano spesso andati in guerra direttamente dalla scuola o dall'università</ref>
 
In breve le "Squadre d'azione" (o "squadracce", come furono spregiativamente chiamate dagli avversari) si riunirono all'interno del movimento fascista, anche se molte mantennero una loro particolare e semianarchica autonomia, fino a ben oltre la [[Marcia su Roma]] e la cosiddetta "normalizzazione" all'interno della [[MVSN]].
 
Con il consolidarsi del movimento fascista, l'azione delle Squadre iniziò ad assumere un carattere sistematico, in ordine non solo agli obbiettivi sopra citati, ma ad una vera e propria contro-rivoluzione ai danni tanto dei sempre meno determinati tentativi rivoluzionari (ma anche solo riformisti) socialisti e bolscevichi, quanto dello Stato liberale (quando esso non si allineava alle posizioni fasciste o si mostrava troppo "tiepido"). Infatti, successivamente al refluire del "tentativo velleitario"<ref>Cfr. Lelio Basso, lezione citata nonché Renzo De Felice, ''Mussolini il rivoluzionario'', cit. et. alia</ref> dei socialisti e dei sindacalisti della tarda estate-autunno 1920, iniziò a prendere piede all'interno dello squadrismo anche quel fenomeno detto "squadrismo agrario" o "fascismo agrario" le cui componenti furono finanziate dal ceto agrario e dai piccoli proprietari - per l'appunto - e che furono dirette ad un'offensiva volta al sistematico smantellamento del sistema sindacale, di aggregazione, protezione e mutua assistenza dei movimenti non fascisti di massa (popolari, socialisti, poi anche comunisti).
 
===Principali azioni===
[[Immagine:Bologna 1921 Sede della Lega dei Braccianti devastata da una azione squadrista.jpg|thumb|300px|Sede della Lega dei Braccianti devastata da una azione squadrista a [[Bologna]] nel [[1921]]]]
La prima azione compiuta dagli squadristi fu l'assalto al giornale socialista "[[Avanti]]" il [[15 aprile]] [[1919]] che seguì gli scontri avvenuti poco prima tra fascisti, supportati da ex ufficiali ed arditi, e attivisti di sinistra in via Mercanti<ref>[[Silvio Bertoldi]], articolo "Nelle cantine del covo bombe a mano e olio di ricino", su Storia illustrata n° 224, Luglio 1976 pag. 43: "Il 15 aprile, giorno dello sciopero generale, c'era stato il primo grande scontro tra gli uomini di Mussolini e i dimostranti di sinistra che dall'Arena scendevano verso via Mercanti."</ref>, poche settimane dopo la fondazione - in [[piazza San Sepolcro]] a [[Milano]] - dei [[Fasci di combattimento]] ([[23 marzo]] [[1919]]).
Intervistato pochi giorni dopo dal Giornale d'Italia, Mussolini dichiarò:
{{quote|Tutto quello che avvenne all'Avanti! fu spontaneo, movimento di folla, movimento di folla, movimento di combattenti e di popolo stufi del ricatto leninista. Si era fatta un'atmosfera irrespirabile. Milano vuol lavorare. Vuole vivere. La ripresa formidabile dell'attività economica era aduggiata da questo stato d'animo di aspettazione e di paura specialmente visibile in quella parte di borghesia che passa i pomeriggi ai caffè invece che alle officine. Tutto ciò doveva finire. Doveva scoppiare. E' stato uno scoppio climaterico, temporalesco. A furia di soffiare l'uragano si è scatenato. Il primo episodio della guerrra civile ci è stato. Doveva esserci in questa città dalle fiere impetuosissime passioni. Noi dei fasci non abbiamo preparato l'attacco al giornale socialista, ma accettiamo tutta la responsabilità morale dell'episodio.|[[Benito Mussolini]] intervistato al Giornale d'Italia<ref>Mario Fusti Carofiglio, Vita di Mussolini e storia del fascismo, Società editrice torinese, Torino, 1950, pag. 38</ref>.}}
 
Il [[1 dicembre]] [[1919]] avvennero contestazioni e spintonamenti da parte di studenti e militanti del partito nazionalista contro i [[deputato|deputati]] [[socialismo|socialisti]] che al mattino avevano abbandonato la [[Parlamento|Camera]] quando era entrato il [[re]] al grido di :"Viva il socialismo! Viva la repubblica socialista". Questi fatti portarono alla proclamazione di uno sciopero di solidarietà nelle maggiori [[città]] italiane. A Torino un corteo di operai provoca scontri con degli studenti che cusano la morte del diciannovenne [[Pierino Delpiano]]. A Milano dei tumulti provocati dai manifestanti causano la morte del carabiniere Luigi Cordola. A Bologna muore l'anarchico Amleto Vellani.
 
Il [[13 luglio]] [[1920]], a [[Trieste]] in seguito all'assassinio del militante fascista [[Giovanni Nini]] da parte di uno slavo<ref>Attilio Tamaro, ''Venti anni di storia'', Editrice Tiber, Roma, 1953, pp. 79:"Mentre si svolgeva l'imponente comizio e Francesco Giunta, segretario del fascio, parlava, uno slavo uccise un fascista, che s'era intromesso per salvare un ufficiale da quello aggredito</ref> durante un comizio del segretario cittadino [[Francesco Giunta]] le squadre d'azione raggiunsero protestando il [[Narodni dom]] (Casa del Popolo) sloveno. In seguito al lancio di alcune bombe dall'edificio che uccidono il tenente Luigi Casciana, il Narodni dom fu incendiato. Secondo alcune fonti il rapido propagarsi dell'incendio con numerosi scoppi fu favorito dal fatto che gli slavi celavano all'interno del Narodni un arsenale di esplosivi ed armi.<ref>Si veda una ricostruzione più dettagliata in M.Kacin Wohinz, ''L'incendio del Narodni Dom a Trieste'' in ''Vivere al confine. Sloveni e italiani negli anni 1918-1941'', GMD, Gorizia 2005, pp. 79 ss.</ref>.
 
Il [[21 novembre]] [[1920]] a Bologna le squadre fasciste furono coinvolte nella [[Strage di Palazzo d'Accursio]], durante l'insediamento del neosindaco socialista Gnudi. L'esposizione della bandiera rossa fu considerata dai fascisti una provocazione oltraggiosa, e chiesero al prefetto di vietarla<ref name=lupo/>. Non avendo ottenuto soddisfazione, fecero circolare la minacciosa voce che avrebbero agito, mettendo in guardia la popolazione dal partecipare alle manifestazioni per l'insediamento della nuova giunta<ref name=lupo/>. Il 21 novembre, quindi, nonostante la numerosa folla che si era radunata per acclamare la giunta, un gruppo di squadristi si fece strada verso il Palazzo d'Accursio a colpi di pistola<ref name=lupo/><ref>Non è chiaro chi abbia aperto il fuoco per primo: secondo Jonathan Dunnage (''The Italian police and the rise of Fascism: a case study of the Province of Bologna. 1897-1925'', Greenwood Pub. Inc., 1997, p. 105) è probabile che siano stati i fascisti e che i socialisti abbiano risposto al fuoco</ref>. Si frapposero i [[Carabinieri]] e le Guardie Regie<ref>Sempre Dunnage (ibidem) - pur escludendo una qualche forma di premeditazione e accordo fra squadristi e forze di polizia - fa notare come i Carabinieri all'esterno del palazzo e le Guardie Regie all'interno praticamente si schierassero dalla parte dei fascisti. All'interno in particolare si accese uno scontro a fuoco fra Guardie Regie e Guardie Rosse, mentre sia i Carabinieri che i Regi spararono anche sulla folla</ref>, mentre dalle finestre del palazzo i [[socialismo|socialisti]] lì presenti risposero lanciando bombe a mano<ref name=lupo/> le cui deflagrazioni provocarono la morte di dieci socialisti<ref>Mimmo Franzinelli, ''Squadristi'', Oscar Mondadori, Cles (Tn), 2009, pag. 299:"..le "Guardie rosse" gettano bombe dalla casa municipale: 10 morti (tutti di parte socialista: Antonio Amadesi, Attilio Bonetti, Gilberto Cantieri, Enrico Comastri, Vittorio Fava, Livio Fazzini, Marino Lenzi, Ettore Masetti, Leonilda Orlandi, Carolina Zacchi), una sessantina i feriti.</ref>. All'interno del palazzo veniva invece ucciso, a colpi di pistola, il mutilato di guerra [[Giulio Giordani]], eletto consigliere comunale dai nazional-fascisti<ref name=lupo>Salvatore Lupo, ''Il fascismo: la politica in un regime totalitario'', p. 66, Donzelli, 2005</ref>. L'episodio è considerato l'inizio della reazione squadrista in Val Padana<ref>''Almanacco della Repubblica'' a cura di Mario Ridolfi, Bruno Mondadori, 2003, p. 48</ref>.
 
Gennaio-febbraio [[1921]]
Si scatena l'offensiva fascista in tutta Italia: le azioni squadriste trovano appoggio e protezione negli organi separati dello stato. Vengono distrutte le sedi delle organizzazioni [[operaio|operaie]] e uccisi militanti dei partiti [[democrazia|democratici]].
 
Il [[27 febbraio]] [[1921]] un gruppo di anarchici aggredì<ref>Mimmo Franzinelli, ''Squadristi'', Oscar Mondadori, Cles (Tn), 2009, pag. 48:"Un gruppo di anarchici assale in piazza Antinori un corte formatosi dopo l'inaugurazione del vessillo dei Fasci di avanguardia...</ref> in piazza Antinori a [[Firenze]], un corteo di liberali che si stavano recando ad una manifestazione patriottica. L'aggressione, nel corso della quale avvenne anche il lancio di una bomba, provocò circa venti feriti di cui alcuni gravi e due morti, il carabiniere Antonio Petrucci e lo studente Carlo Menabuoni (morirà in ospedale il [[14 marzo]]). Nel pomeriggio una squadra fascista uccise nel suo studio il sindacalista comunista [[Spartaco Lavagnini]]. Nella stessa serata lo squadrista [[Giovanni Berta]] fu ucciso e scaraventato nell'Arno.
 
Il [[1 marzo]] [[1921]] nel corso dei cosiddetti [[Fatti di Empoli]] furono uccisi diversi carabinieri e marinai dai comunisti. I fascisti appoggiati anche dall'esercito rioccuparono la città.
 
Il [[21 luglio]] [[1921]] avvennero i [[Fatti di Sarzana]] in cui persero la vita 18 squadristi toscani.
 
Il [[3 agosto]] [[1921]] Viene firmato un patto di pacificazione tra fascisti e socialisti, ma le violenze da ambo le parti continuano.
 
Nel primo semestre del [[1921]] si registrano 726 distruzioni operate dalle squadre fasciste: 17 [[giornale|giornali]] e [[tipografia|tipografie]], 59 [[casa del Popolo|case del popolo]], 119 [[camera del lavoro|camere del lavoro]], 107 [[cooperativa|cooperative]], 83 [[lega|leghe]] contadine, 8 [[società]] mutue, 141 sezioni socialiste, 100 circoli di [[cultura]], 10 [[biblioteca|biblioteche]], 28 [[sindacato|sindacati]] operai, 53 circoli operai ricreativi, una [[università popolare]].
 
===Lo sciopero legalitario===
[[Immagine:Agosto 1922 sciopero legalitario Aldo Finzi sul tram.jpg|thumb|250px|I fascisti ripristinano il servizio pubblico, [[Aldo Finzi]] alla guida di un tram a [[Milano]]]]
Il [[31 luglio]] [[1922]] le organizzazioni di sinistra tramite l'[[Alleanza del lavoro]] proclamarono lo [[Sciopero]] generale a tempo indeterminato in opposizione al fascismo. L'evento ebbe come unico risultato quello di spaventare la borghesia cittadina che temeva un ritorno agli scioperi degli anni precedenti<ref>Giordano Bruno Guerri, ''Fascisti'', Arnoldo Mondadori Editore Le Scie, Milano, 1995, pag.89</ref>.
 
Il segretario del [[PNF]] [[Michele Bianchi]] lanciò un ultimatum al Governo:
{{quote|...se fra 48 ore non sarà stato capace di schiacciare lo sciopero, allora scenderemo in ballo noi e lo sciopero finirà. Siamo con lo Stato e per lo Stato quando esso è capace di farsi valere, ma quando lo Stato è incapace, allora per necessità logica di cose dobbiamo noi sostituirci allo Stato|[[Michele Bianchi]]<ref>Attilio Tamaro, ''Venti anni di storia'', Editrice Tiber, Roma, 1953, pag.231</ref>}}
 
I fascisti reagirono immediatamente allo sciopero in tutto il paese. Gli iscritti ai sindacati fascisti non aderirono allo sciopero mantenendo in funzione tutti i servizi pubblici e non interrompendo la produzione in numerose industrie.
In molte città amministrate dai socialisti i fascisti, spesso appoggiati dalle camicie azzurre nazionaliste occuparono i Comuni. Duri scontri avvennero a [[Genova]], [[Alessandria]], [[Bari]] e [[Livorno]]. A Milano, il [[3 agosto]] dopo la presa di [[Palazzo Marino]] sede dell'amministrazione comunale, [[Gabriele D'Annunzio]] arringò le camicie nere da uno dei balconi.
Lo sciopero fallì definitivamente dopo due giorni<ref>Giordano Bruno Guerri, ''Fascisti'', Arnoldo Mondadori Editore Le Scie, Milano, 1995, pag.89</ref>: solo a [[Parma]] i socialisti, unitamente ai comunisti e ai popolari, riuscirono a respingere i fascisti.
 
Il giornale socialista "La Giustizia" commentò amaramente:
{{quote|Bisogna avere il coraggio di confessarlo: lo sciopero generale proclamato ed ordinato dall'Alleanza del lavoro è stato la nostra Caporetto. Usciamo da questa prova clamorosamente battuti...L'Alleanza del lavoro ha commesso l'errore di non fissare a priori la durata dello sciopero, dato il suo carattere dimostrativo e il fine legalitario che si prefiggeva.|Articolo pubblicato sul giornale socialista "La Giustizia"<ref>Attilio Tamaro, ''Venti anni di storia'', Editrice Tiber, Roma, 1953, pag.234</ref>}}
 
===La marcia su Roma===
{{vedi anche|Marcia su Roma}}
 
==Lo squadrismo e Mussolini==
[[Immagine:Squadristi.jpg|thumb|Squadristi]]
 
Lo squadrismo e [[Mussolini]] tuttavia non ebbero un rapporto idilliaco: Mussolini tollerava poco le intemperanze degli squadristi, che mettevano a rischio la sua autorità all'interno del fascismo e la sua strategia di trattativa con le istituzioni<ref>Renzo de Felice, ''Mussolini il Rivoluzionario'', Einaudi - 2005 </ref>. Infatti molti dei [[ras]] erano rapidamente ascesi a posizioni di potere personale che potevano mettere in forse il primato di [[Mussolini]]. Personaggi come [[Italo Balbo]] (ras di [[Ferrara]]), [[Roberto Farinacci]] (ras di [[Cremona]]), [[Giuseppe Caradonna]] (ras pugliese) rappresentavano l'ala dura del [[fascismo]], poco disposta al compromesso con le forze dell'[[Italia]] liberale, e piuttosto propensi a spingere a fondo sugli aspetti rivoluzionari<ref>Cfr. Mario Piazzesi, ''Diario di uno squadrista toscano'', Bonacci, Roma, 1980</ref>. Dopo la fondazione del [[Partito Nazionale Fascista]] e prima della [[Marcia su Roma]], molti squadristi, delusi dall'atteggiamento ritenuto troppo poco rivoluzionario del [[Duce]], arrivarono a cantare (sull'aria di [[Bombacè]]):
 
''"Chi ha tradito tradirà:''
 
''se con noi non marcerà''
 
''anche a Mussolini''
 
''botte in quantità"''<ref>G. Galli, ''I partiti politici in Italia'' - vol. 1, UTET, Torino, 1994, e G. B. Guerri, ''Fascisti'', Mondatori, Milano 1995 secondo il quale nel 1921 Cremona venne fatta tappezzare da Farinacci con manifesti recanti questo stornello</ref>
 
In questa ottica diversi autori - a partire dal De Felice - ritengono che dietro molte delle scelte più radicali di Mussolini (la [[Marcia su Roma]], il discorso in cui politicamente rivendicava a sè le responsabilità di alcuni squadristi per l'omicidio [[Giacomo Matteotti|Matteotti]], le [[leggi eccezionali del fascismo]]) vi fossero pressioni, addirittura minacce fisiche, da parte dei [[ras]] più importanti<ref>Renzo de Felice, ''Mussolini il Rivoluzionario'', Einaudi - 2005 </ref>.
 
Con la "normalizzazione" le squadre fasciste tendono ad essere assorbite nell'establishment e nella [[Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale|Milizia]], mentre i suoi esponenti vengono o accantonati ed emarginati, oppure coinvolti nel potere e neutralizzati. Fa eccezione [[Roberto Farinacci]], il cui potere - istituzionalmente nullo - continuò a reggersi fino all'ultimo sulle squadre nel suo "[[feudo]]" cremonese<ref>Giuseppe Pardini. ''Roberto Farinacci ovvero della Rivoluzione Fascista'', Le Lettere, 2007</ref>.
{{citazione necessaria|Anche se per diversi anni dopo le ''leggi fascistissime'' si verificheranno episodi di violenza squadrista, questi andarono via via scemando nel corso degli anni.}} Lo squadrismo in qualche maniera risorge con la [[Repubblica Sociale Italiana|Repubblica Sociale]], quando i vecchi squadristi messi in disparte durante il regime, trovarono l'occasione di tentare la riscossa.
 
Tuttavia, numerosi storici <ref>Cfr. Lelio Basso, lezione tenuta il 30 gennaio 1961 in Savona-Straniero, ''Canti dell'Italia fascista'', Garzanti, 1978, nonché Paolo Spriano, ''L’occupazione delle fabbriche – settembre 1920'', Einaudi, 1964</ref> rilevano come, al di là di qualche aggressione anche clamorosa, fino al fallimento delle iniziative socialiste (moti per il carovita del luglio 1919, occupazione delle fabbriche del settembre 1920), Mussolini abbia addirittura corteggiato i vertici dei rivoluzionari di sinistra per cercare un possibile accordo e procedere uniti; tuttavia la discriminante "nazionale" (accesa viepiù dai fatti di Fiume) rese impossibile ogni accordo e, man mano che diminuiva la forza delle azioni socialiste e bolsceviche, crebbe anche la reazione fascista.
 
==Le squadre d'azione==
===L'organizzazione===
[[Immagine:Spedizione punitiva a Roma presso una sede sindacale socialista.jpg|thumb|300px|[[Roma]], devastazione di una sede sindacale con falò sulla strada delle carte e suppellettili ivi rinvenute]]
Le squadre normalmente si originavano raccogliendosi attorno ad un ''[[Ras]]'' (così erano chiamato il capo della squadra), che spesso emergeva grazie al proprio carisma, alla spregiudicatezza, alle propria violenza; di solito si trattava di un ex combattente decorato della [[Grande Guerra]]<ref>Mimmo Franzinelli, ''Squadristi'', Oscar Mondadori, Cles (Tn), 2009, pag. 48:"I comandanti erano nella quasi totalità decorati al valore militare; fra di essi spiccavano nobili decaduti... e rampolli di possidenti terrieri...</ref>. I più importanti furono [[Dino Grandi]], [[Roberto Farinacci]] e [[Italo Balbo]]. La presenza di ex [[arditi]] con il loro culto del capo<ref>[[Giorgio Rochat]]: ''Gli arditi della Grande Guerra''</ref> rendeva le squadre estremamente disciplinate verso il ''Ras''. Dagli [[arditi]] inoltre vengono anche mediate le tecniche d'assalto, e la tattica della "[[spedizione punitiva]]". Termine mutuato dalla celebre (ma sfortunata) [[Strafexpedition|azione austroungarica]] sul fronte degli [[Altopiani]] nel [[1916]], indicava un concentramento di uomini contro un solo obiettivo, di norma una sede [[socialista]] o sindacale (più raramente di altri movimenti rivali, come i [[Partito Popolare Italiano (1919-1926)|popolari]], i [[repubblicani]] o perfino contro altri [[fascisti]] "eretici"). L'azione era condotta con metodi spettacolari, tesi non solo a impaurire l'avversario, ma anche a scoraggiare eventuali suoi sostenitori più tiepidi, nonché a suscitare simpatia nell'ampia "area grigia" che non si intendeva schierare né con l'una né con l'altra parte.
 
Gli squadristi si avvicinavano a bordo di camions aperti (generalemente i [[BL 18]] in dotazione all'[[Esercito]]), cantando a inni e mostrando le armi e i [[manganello|manganelli]], quindi assalivano praticando sistematica devastazione: le sedi o le case degli avversari venivano devastate, le suppellettili e le pubblicazioni propagandistiche bruciate sulla pubblica piazza, gli esponenti o i militanti delle fazioni avverse bastonati ("manganellati") e costretti a bere [[olio di ricino]]. In diversi casi queste azioni portavano alla morte delle vittime, per le percosse o - in certi casi - per [[intossicazione]] da [[ricino]]. Meno frequenti (ma niente affatto rari) erano gli scontri a fuoco o addirittura l'uso di armi da guerra illegalmente detenute.
 
Lo squadrista maneggiava le [[armi da fuoco]] la [[bomba a mano]] ed il [[pugnale]] per la [[lotta corpo a corpo]] e non aveva remore a combattere.
L'esperienza delle trincee ed il legame di cameratismo, insieme soprattutto alla superiorità numerica e di armamento erano un ''atout'' delle squadre sugli avversari, che venivano attaccati sparsi e spesso disarmati. Le fazioni più estreme di comunisti e anarchici opposero una forte resistenza e si organizzarono negli [[Arditi del popolo]], riuscendo a fronteggiare i fascisti.
 
La violenza fisica era caratterizzata da aggressioni, ferimenti e utilizzo di [[olio di ricino]], un potente purgante, di cui si obbligavano all'assunzione i numerosi avversari. Furono inoltre compiute dalle squadre numerosissime azioni di distruzione, incendio, occupazione, espropriazione di fatto, di cose e beni appartenenti a quei soggetti. L'uso della violenza era mutuato dalla precedente esperienza di combattente della Grande guerra, così come la struttura fortemente gerarchicizzata<ref>Sven Reichardt, ''Camicie nere, camicie brune'', 2003, Società Editrice Il Mulino, Bologna, 2009, pag.302:"Specialmente per i componenti delle milizie fasciste l'evento carico di violenza della guerra rappresentò un pilastro fondamentale del loro habitat mentale, che si ripercosse nel profondo significato da loro attribuito alla violenza, alla disponibilità al sacrificio e all'eroismo, all'autoritarismo militare e al cameratismo"</ref>. Gli avversari politici, quando erano troppo pochi per affrontare le squadre a viso aperto, si contrapponevano facendo azioni di guerriglia, che scatenavano reazioni molto dure da parte dei fascisti.<ref>Mimmo Franzinelli, ''Squadristi'', Oscar Mondadori, Cles (Tn), 2009, pag. 50:"Gli avversari degli squadristi, incapaci di reggere lo scontro frontale e di prevalere in campo aperto, contrapposero alla spedizione collettiva il metodo guerrigliero dell'imboscata, comportamento giudicato vile dai fascisti, che in simili casi reagivano con irruenza ingigantita dall'indignazione</ref>. Questi ultimi erano però spesso i primi ad aggredire avversari da soli o disarmati, in superiorità anche di 10 contro 1. Se gli aggrediti riuscivano in qualche modo ad organizzare una difesa, venivano anche arrestati.
 
Lo squadrismo geograficamente fu un fenomeno principalmente legato al settentrione italiano, con grande importanza anche in Toscana e in Puglia. A causa del passaggio di molti esponenti dei movimenti [[massimalisti]] ([[Sindacalismo rivoluzionario|sindacalisti rivoluzionari]], [[socialisti]], [[anarchici]] e [[repubblicani]]) al fascismo, proprio le roccaforti storiche delle sinistre furono quelle che videro - assieme a [[Milano]] - la massima fioritura dello squadrismo.
 
Fu proprio [[Dino Grandi]], dopo il [[congresso]] del [[1921]], a vantare il merito della loro ammissione in seno al partito, dopo la quale si consentì a molti squadristi di iniziare a costituire l'ossatura della [[Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale]].
 
===Simbologia===
[[Immagine:Gagliadetto fascista di Trieste motto dannunziano Quis contra nos.jpg|thumb|300px|Uno dei primi gagliadetti fascisti. Questo di [[Trieste]] riporta il motto dannunziano ''"Quis contra nos?"'']]
Le squadre d'azione solitamente si riunivano in bar al di fuori della sede del Fascio dove costituivano il loro punto di raccolta. Qui erano anche raccolti i trofei sottratti agli avversari, in particolare le bandiere rosse simbolo dei socialisti, spregiativamente chiamate "stracci", che venivano esposte al pubblico. Allo stesso modo si comportavano i comunisti, infatti molte delle risse che scoppiavano avvenivano solitamente nei pressi dei locali frequentati dall'una o dall'altra parte.
L'abituale e costante frequentazione di particolari bar creava un grande spirito di coesione e di "cameratismo" tra gli avventori. Perquisizioni effettuate dalla polizia nei locali degli squadristi rinvennero numerosi manganelli e anche qualche [[rivoltella]], questo armamento serviva all'abbisogna sia per difendere il locale da probabili assalti degli avversari sia di scorta durante le spedizioni punitive.
 
Le squadre avevano come simbolo un gagliardetto nero, con sopra un [[motto]] o il nome. Questo era affidato ad un portabandiera e la sua difesa era cosiderata come il massimo dovere. In seguito il gagliardetto veniva portato in corte e lungo la strada salutato dagli squadristi e dalla popolazione a costo di qualche scapaggione a chi non lo facesse. Simbolo degli squadristi era il teschio mutuato dagli arditi.
 
Poco a poco a partire dalle squadre d'azione del ferrarese si diffuse anche l'uso di indossare la camicia nera. [[Italo Balbo]] si vantò in seguito di aver guidato a [[Ferrara]] la prima spedizione in cui tutti gli squadristi indossavano la camicia nera. Diversamente da quello che spesso si è pensato la camicia nera non era stata mutuata dagli [[Arditi]] della [[Grande Guerra]], ma era in realtà la divisa da lavoro degli operai emiliani e romagnoli.
 
Grande importanza assunse il culto dei martiri fascisti tanto da dare vita a riti ben precisi. Nelle cerimonie funebri dei caduti fascisti si usava disporre numerose bandiere tricolori e cercare la partecipazione di associazioni di arma e di reduci di guerra. Alla cerimonia intervenivano anche moltissimi fascisti di altre città portando appresso i propri gagliardetti di squadra. Nel corso di una cerimonia funebre Mussolini pronunciò:
{{quote|Non sei una vittima, sei un martire. La tua memoria rimarrà incisa per sempre nel profondo dei nostri cuori e tu ci sarai di sprone, di monito, d'insegnamento|[[Benito Mussolini]] nell'orazione funebre del fascista Franco Baldini ucciso dai comunisti}}
I riti si concludevano con il "''Presente''" quando veniva pronunciato il nome del caduto.
 
L'alto numero di morti riportato dai fascisti rispetto alle altre organizzazioni nazionaliste conferiva loro una maggiore legittimità morale nello schieramento antisocialista.
 
Un momento di grande passione nazionale al quale parteciparono gli squadristi fu la translazione della salma del [[Milite Ignoto]] il [[4 novembre]] [[1921]], in alcune città le manifestazioni in onore del milite ignoto furono promosse dai locali Fasci e in alcune città come Grosseto causarono scontri con i repubblicani<ref>Sven Reichardt, ''Camicie nere, camicie brune'', 2003, Società Editrice Il Mulino, Bologna, 2009, pag.305:"In alcune città di provincia le cerimonia in onore del milite ignoto promosse dai fascisti locali provocarono contrasti fra le parti politiche, come per esempio a Grosseto dove si verificarono scontri tra fascisti e repubblicani"</ref>. A questa celebrazione non aderirono solamente i socialisti e i comunisti.
 
===Nomi di Squadre d'Azione fasciste più ricorrenti===
[[Immagine:Gastone Bartolini.jpg|thumb|right|150px|Il sedicenne Gastone Bartolini, [[Impresa di Fiume|ex legionario fiumano]] e squadrista caduto a [[Fatti di Sarzana|Sarzana]].]]
I nomi delle varie squadre era decise direttamente dagli appartenenti alla stessa. Ricorrono spesso nomi legati alla storia nazionale come [[Giuseppe Garibaldi]], ma anche a vicende recenti come l'[[Impresa di Fiume]] con intitolazioni alla città di [[Fiume (Croazia)|Fiume]] e a [[Gabriele D'Annunzio]] o più spesso avevano nomi goliardici di norma truci o spavaldi, il più frequente dei quali sembra essere "La Disperata". Solo inseguito ai primi caduti si intitolarono le squadre ai caduti fascisti come Gastone Bartolini, caduto a [[Sarzana]] dopo uno [[Fatti di Sarzana|scontro a fuoco tra squadristi e carabinieri]] noto come i "[[Fatti di Sarzana]]".
 
* [[La Disperata]]
* Giovinezza
* [[Arditi della morte]]
* Ardita
* [[Filippo Corridoni]]
* Me ne frego
* [[Asso di bastoni]]
* La Ramazza
* Gastone Bartolini
 
==Lo squadrismo nella mitologia del regime fascista==
 
Alla figura dello squadrista furono intitolate due cacciatorpediniere in servizio nella [[Regia Marina]] di classe [[Classe Soldati (cacciatorpediniere)|Soldati]], il ''Camicia Nera'' (varato nel [[1938]], rinominato ''Artigliere'' nel [[1943]] e poi ceduto all'[[URSS]] come riparazione di guerra) e lo ''Squadrista'' (varato nel [[1942]], rinominato ''Corsaro'' nel [[1943]] e affondato l'anno successivo).
 
Nel decennale della [[Marcia su Roma]] fu girato un lungometraggio di [[Giovacchino Forzano]], intitolato ''Camicia Nera'', nel quale accanto a nomi importanti dell'allora industria cinematografica italiana, recitavano anche semplici popolani dei luoghi in cui furono effettuate le riprese<ref>''Il Morandini'', Zanichelli editore</ref>.
 
==Esponenti più noti dello Squadrismo==
 
* [[Leandro Arpinati]]
* [[Italo Balbo]]
* [[Arconovaldo Bonaccorsi]]
* [[Giuseppe Bottai]]
* [[Giuseppe Caradonna|Peppino Caradonna]]
* [[Auro d'Alba]]
* [[Ines Donati]]
* [[Amerigo Dumini]]
* [[Roberto Farinacci]]
* [[Luigi Freddi]]
* [[Asvero Gravelli]]
* [[Aurelio Padovani]]
* [[Ulisse Igliori]]
* [[Renato Ricci]]
* [[Cesare Forni]]
* [[Rino Daus]]
 
==Principali inni e canti dello squadrismo==
*[[Giovinezza (inno)|Giovinezza]]
*[[Fiamme Nere]]
*[[Stornelli]] sull'aria del "[[Sor Capanna]]" e di [[Bombacè]]
*[[All'Armi!]]
 
==Bibliografia==
 
Saggi
 
* [[Manlio Cancogni]], ''Storia dello squadrismo'', Milano, Longanesi, [[1959]].
* [[Giorgio Alberto Chiurco]], ''Storia della rivoluzione fascista'', Vallecchi, [[1929]].
* [[Renzo De Felice]], ''Mussolini il Rivoluzionario'', Einaudi, [[2005]].
* Renzo De Felice, ''Le interpretazioni del fascismo'', Laterza, [[2005]].
* {{cita libro|cognome=Franzinelli |nome=Mimmo |wkautore=Mimmo Franzinelli |titolo=Squadristi |anno=[[2003]]|editore=[[Mondadori]] |città=[[Milano]]}}
* Bruno Frullini, ''Squadrismo fiorentino'', Vallecchi, [[1933]].
* [[Asvero Gravelli]], ''I canti della Rivoluzione'', Nuova Europa, [[1926]].
* [[ Emilio Lussu]], ''Marcia su Roma e dintorni'', Milano, Mondadori, [[1968]].
* [[Mario Piazzesi]], ''Diario di uno squadrista toscano'', Bonacci, [[1981]].
* Giuseppe Pardini, ''Roberto Farinacci ovvero della Rivoluzione Fascista'', Le Lettere, [[2007]].
* [[Sven Reichardt]], ''Camicie nere, camicie brune'', 2003, Società Editrice Il Mulino, Bologna, 2009,
 
Periodici e giornali
 
*[[Il Popolo d'Italia]] - Annate 1917, 1918, 1919, 1920, 1921, 1922, 1923, 1924
*[[Cremona Nuova]] - Annate 1922, 1923, 1924
 
Filmografia
 
* ''Camicia Nera'', lungometraggio di [[Giovacchino Forzano]]. Con Camillo Pilotto, Carlo Ninchi, Enrico. Genere Drammatico, b/n 73 minuti. - 1933
 
==Voci correlate==
* [[Movimenti rivoluzionari nell'Italia del Primo Novecento]]
* [[Marcia su Roma]]
* [[Camicia Nera]]
* [[Fatti di Empoli]]
* [[Fatti di Sarzana]]
* [[Difesa di Parma del 1922]]
* [[Giovanni Berta]]
* [[Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale]]
 
==Collegamenti==
* "Littorio.com": elenco delle Squadre Fasciste, uniformologia, fotografie e gagliardetti [http://www.littorio.com]
 
== Note ==
<references />
 
== Collegamenti esterni ==
{{Portale|fascismo|storia}}
* {{Thesaurus BNCF}}
* {{cita web|http://www.paralympic.org/|Sito ufficiale del Comitato Paralimpico Internazionale (IPC)|lingua=en}}
* {{cita web|http://www.comitatoparalimpico.it|Sito ufficiale del Comitato Italiano Paralimpico (CIP)}}
 
{{Giochi paralimpici}}
[[Categoria:Fascismo]]
{{Manifestazioni multisportive}}
{{Controllo di autorità}}
{{portale|sport per disabili}}
 
[[Categoria:Giochi paralimpici| ]]
[[en:Squadrismo]]
[[es:Squadrismo]]
[[fr:Squadrismo]]