Partito Socialista Democratico Italiano e Estanislao del Campo: differenze tra le pagine

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{{Bio
{{Avvisounicode}}
|Nome = Estanislao
{{Partito politico
|Cognome = del Campo
|colore = coral
|Sesso = M
|nome = Partito Socialista Democratico Italiano
|LuogoNascita = Buenos Aires
|logo = [[Immagine:PSDI.png|center|150px]]
|GiornoMeseNascita = 7 febbraio
|leader = [[Giuseppe Saragat]], [[Giuseppe Romita]], [[Gian Matteo Matteotti]], [[Mario Tanassi]], [[Mauro Ferri]], [[Pietro Longo]], [[Franco Nicolazzi]],Enrico Ferri, [[Carlo Vizzini]]
|AnnoNascita = 1834
|segretario = [[Alberto Simonini]], [[Ludovico D'Aragona]], [[Ezio Vigorelli]], [[Flavio Orlandi]], [[Antonio Cariglia]],Enrico Ferri, [[Gianfranco Schietroma]], [[Giorgio Carta]], Mimmo Magistro, Renato D'Andria
|LuogoMorte = Buenos Aires
|presidente =
|GiornoMeseMorte = 6 novembre
|vicesegretario =
|AnnoMorte = 1880
|vicepresidente =
|Epoca = 1800
|coordinatore =
|portavoceAttività = poeta
|Nazionalità = argentino
|stato = ITA
|Immagine = EstanislaoDelCampo.JPG
|fondazione = [[11 gennaio]] [[1947]]
|dissoluzione =
|sede = Largo Toniolo, 16 - [[Roma]]
|partito =
|ideologia = [[Socialdemocrazia]], [[Atlantismo]]<ref>http://www.affarinternazionali.it/articolo.asp?ID=1072</ref>
|internazionale = [[Internazionale Socialista]] <br><small>(fino al [[1998]])</small>
|collocazione = [[Centro-sinistra]]
|coalizione = [[Centrismo]] <small>([[1947]]-[[1962]])</small><br>[[Centro-sinistra "organico"]] <small>([[1963]]-[[1979]])</small><br>[[Pentapartito]] <small>([[1980]]-[[1991]])</small><br>Quadripartito<small>([[1991]]-[[1993]])</small><br>[[L'Unione]] <small>([[2004]]-[[2008]])</small>
|partito europeo = [[Partito del Socialismo Europeo]] <br><small>(fino al [[1998]])</small>
|gruppo parlamentare europeo =
|seggi1 = {{Partito politico/seggi|33|574|coral}} <small>([[1948]])</small>
|seggi2 = {{Partito politico/seggi|14|343|coral}} <small>([[1963]])</small>
|seggi3 = {{Partito politico/seggi|4|81|coral}} <small>([[1979]])</small>
|seggi4 =
|testata =
|giovanile =
|iscritti =
|anno iscritti =
|colori =
|sito = [http://www.partitosocialistademocraticoitaliano.it/ Partito Socialista Democratico Italiano]
}}
 
== Biografia ==
Il '''Partito Socialista Democratico Italiano''' (abbreviato in '''PSDI''') è un [[partito politico]] [[italia]]no [[socialdemocrazia|socialdemocratico]] di [[centro-sinistra]]. Fu fondato l'[[11 gennaio]] [[1947]] con la denominazione, in rievocazione dell'antecedente esperienza prefascista, di '''Partito Socialista dei Lavoratori Italiani''', in seguito alla ''Scissione di [[Palazzo Barberini]]'' della corrente di [[Giuseppe Saragat]] in uscita dal [[Partito Socialista Italiano|Partito Socialista Italiano di Unità Proletaria]].
 
Nacque a [[Buenos Aires]] in una famiglia benestante seguace del ''Partido Unitario'' di tendenze filogovernative pronta a schierarsi per difendere i diritti della loro città.
Entrato in una lunga fase di agonia dopo lo scoppio dello scandalo di [[Tangentopoli]] fra il [[1992]] ed il [[1994]], scomparve nel [[1998]] per aderire ai [[Socialisti Democratici Italiani]]. Nel [[2004]] viene rifondato, in continuità giuridica con l'esperienza precedente, senza tuttavia riottenere una significativa consistenza politica.
 
Combatté nella battaglia di ''Cepeda'' e del ''Pavón'' raggiungendo il grado di [[capitano]] nel [[1861]] e di [[colonnello]] nel [[1874]]. Inoltre fu eletto segretario della Camera dei deputati di Buenos Aires e deputato nazionale.
== Storia ==
=== Prodromi ===
{{vedi anche|Partito Socialista Riformista Italiano}}
Fin da quando il [[Partito Socialista Italiano]] cominciò a divenire un'importante e consistente formazione politica agli inizi del [[XX secolo|Novecento]], al suo interno cominciarono a delinearsi due distinte correnti, una più [[estrema sinistra|estremista]], [[rivoluzione|rivoluzionaria]] e [[Massimalismo (politica)|massimalista]], e all'opposto un'altra più [[moderatismo|moderata]], [[parlamentarismo|parlamentarista]] e [[riformismo|riformista]]. Le due fazioni si alternarono più volte alla guida del partito, finché nel [[1912]] si giunse al punto di rottura sul tema dell'atteggiamento verso la [[Guerra italo-turca]], dagli uni vista come un esempio di aggressione [[imperialismo|imperialista]], e dagli altri come un'occasione per procurare nuove terre ed occasioni d'impiego per i [[contadino|contadini]] e i lavoratori in generale: i [[pacifismo|pacifisti]] prevalsero, e fu così che il gruppo facente capo a [[Leonida Bissolati]] e a [[Ivanoe Bonomi]] fu espulso e formò il [[Partito Socialista Riformista Italiano]], dando vita alla prima esperienza [[socialdemocrazia|socialdemocratica]] in [[Italia]], le cui fortune non superarono però la [[prima guerra mondiale]], anche se durante il conflitto il nuovo partito fu cooptato in varie compagini [[governo italiano|governative]].
 
[[Giornale|Giornalista]] e [[letteratura|letterato]] colto, inizialmente attratto dal movimento [[Romanticismo|romantico]], per una pura casualità fornitagli dalla rappresentazione del [[Faust]] di [[Charles Gounod]], si gettò a capofitto nella scrittura di un'[[opera letteraria]] divenuta un capolavoro del cosiddetto "criollismo": il [[poema|poemetto]] ''Fausto'' ([[1866]]), che narra i racconti svolti dal [[gaucho]] Anastasio el Pollo all'amico Laguna, riguardanti le vicende del Faust di Gounod.<ref name ="M">"Le Muse", De Agostini, Novara, 1964, Vol.III, pag.28</ref>
{{vedi anche|Partito Socialista Unitario}}
La seconda crisi all'interno del movimento proletario italiano avvenne nel quadro delle forti tensioni del [[Primo dopoguerra]], quando in [[Italia]] si profilava sempre più forte la minaccia [[fascismo|fascista]]. Il PSI, nonostante avesse perso nel [[1921]] la sua componente più estremista che aveva creato il [[Partito Comunista]], non seppe trovare al suo interno l'unità e la compattezza necessarie nell'affrontare l'ondata nera che calava sul paese. La frangia più moderata guidata da [[Giacomo Matteotti]] e [[Filippo Turati]] sosteneva la creazione di un'alleanza governativa moderata che sapesse ergersi a freno rispetto all'[[estrema destra]], ma tale intendimento non fu accettato dalla dirigenza massimalista che il [[1º ottobre]] [[1922]] espulse i dissidenti, i quali andarono a formare il [[Partito Socialista Unitario]]. Il nuovo soggetto politico seppe invero raccogliere il maggior consenso nello schieramento progressista, seppur nel difficilissimo quadro delle sempre maggiori violenze fasciste, e nelle controverse [[elezioni politiche italiane del 1924|elezioni del 1924]] riuscì a porsi come il primo partito della [[Sinistra (politica)|Sinistra]], davanti sia al [[Partito Socialista Italiano|PSI]] che al [[Partito Comunista Italiano|PCI]]. Sciolto come tutti i partiti democratici in seguito all'instaurazione della [[dittatura]] nel [[1926]], assunse in clandestinità il nome di ''Partito Socialista dei Lavoratori Italiani'', per poi addivenire alla riunificazione con la casa madre socialista a [[Parigi]] nel [[1930]].
 
Il poemetto si distinse per la pregevole caratterizzazione psicologia dei due protagonisti, uomini semplici ma non stolti, per il modo in cui credono alla storia fantasiosa, per il loro linguaggio fresco, campagnolo, [[metafora|metaforico]] ed espressivo, per il tentativo, peraltro riuscito, di presentare in modo colto e profondo la sensibilità popolare.
=== La rinascita del PSLI ===
[[File:UgoGuidoMondolfo.jpg|thumb|left|150px|Ugo Guido Mondolfo, leader della corrente ''Critica sociale'']]
Conclusasi la [[seconda guerra mondiale]], il fascismo fu spazzato via e in [[Italia]] si restaurarono le istituzioni democratiche. Il XXIV Congresso socialista, celebrato a [[Firenze]] dal 11 al 17 aprile [[1946]], vide accendersi lo scontro fra la maggioranza allora guidata da [[Pietro Nenni]] e la minoranza di [[Giuseppe Saragat]], che comprendeva i simpatizzanti di ''Critica sociale'' di [[Ugo Guido Mondolfo]] ed ''Iniziativa socialista'' di [[Mario Zagari]] che sostenevano una linea politica più autonoma del Partito rispetto al [[Partito Comunista Italiano|PCI]]. La linea politica di Nenni, che riteneva indispensabile l'attiva collaborazione col PCI venne confermata da un nuovo patto di unità d'azione [[Partito Comunista Italiano|PCI]]-[[Partito Socialista Italiano di Unità Proletaria#Precedenti della denominazione|PSIUP]] stretto il [[25 ottobre]] [[1946]].
 
Il Fausto viene considerato uno dei risultati più significativi della lirica gauchesca e quindi di quel capitolo della letteratura argentina [[Ottocento|ottocentesca]] più originale.<ref name ="M"/>
Il gruppo di Saragat trovò diretta conferma alle loro tesi dai risultati delle elezioni amministrative del 10 novembre dello stesso anno. In quell'occasione il Partito Comunista superò per la prima volta i socialisti, divenendo la prima forza della sinistra italiana: mentre Nenni, tralasciando la riduzione del numero dei votanti socialisti, sottolineava la crescita elettorale globale della sinistra interpretandola come una vittoria, Saragat in un'intervista sostenne invece che la dirigenza del partito paralizzava l'azione socialista, con l'effetto ultimo che avrebbe portato lo stesso alla dissoluzione<ref>Vedi ''Spencer Di Scala'' (cap 4)</ref>.
 
L'autore pubblicò un altro poemetto, intitolato ''Gobierno gaucho'', nel quale un [[contadino]] sotto l'effetto del [[vino]] si illude di essere un leader [[politico]] e legifera con una straordinaria sapienza e un gusto sardonico.
Il conseguente XXV congresso straordinario socialista, tenutosi a Roma dal 9 al 13 gennaio 1947, e voluto fortemente da Nenni per analizzare la situazione di attrito tra le componenti di maggioranza e minoranza con l'obiettivo di riunire le diverse posizioni, fallì però il suo scopo primario.
L'[[11 gennaio]] [[1947]] con la scissione dal PSIUP dell'ala [[Riformismo|democratico-riformista]] guidata da [[Giuseppe Saragat]], al termine di una concitata riunione presso [[Palazzo Barberini]] in [[Roma]], venne infatti fondato il [[Partito Socialista dei Lavoratori Italiani]] ''(PSLI)''.
 
Un'altra sua fatica letteraria fu il poema ''America''.
La scissione costa al PSIUP la trasmigrazione di 50 parlamentari socialisti nel nuovo partito e di una folta schiera di dirigenti ed intellettuali fra cui Treves, D'Aragona e Modigliani. Il PSIUP guidato da Nenni, per evitare che questo possa diventare la denominazione del nuovo partito di ispirazione socialista fondato da Saragat, decide di riprendere il vecchio nome di [[Partito Socialista Italiano]].
 
Nel mese di dicembre dello stesso anno, socialdemocratici e [[Partito Repubblicano Italiano|repubblicani]], tramite un rimpasto governativo, entrano nel [[Governo De Gasperi IV|IV Governo De Gasperi]]. Varato il [[31 maggio]] [[1947]] in una coalizione centrista a guida DC che includeva anche [[Partito Liberale Italiano (1943-1994)|PLI]], in questo governo Saragat ottiene il titolo di Vicepresidente del Consiglio dei ministri: il PSI ed il PCI, presenti nel [[Governo De Gasperi III|precedente governo]] finirono esclusi, andando all'opposizione per la prima volta dalla costituzione della [[Repubblica Italiana]].
 
Nel [[1948]] si tengono elezioni politiche decisive per il futuro del Paese. Il PSLI si presenta dunque alle elezioni del 18 aprile come forza indipendente "autenticamente socialista e democratica", schierata su un terreno di sinistra riformista ed autonomista rispetto alla scena politica italiana, ma aperta anche al contributo di altre forze laico-riformiste di centro e di centrosinistra. L'apertura del partito ai laico-riformisti nonché naturalmente a qualunque spezzone socialista e di sinistra che avversasse il [[Partito Comunista Italiano|PCI]] e l'[[Unione Sovietica]], ebbe successo e tra gli altri aderì alla proposta anche il gruppo fuoriuscito dal [[Partito Socialista Italiano (1892-1994)|PSI]] guidato da [[Ivan Matteo Lombardo]] e comprendente, tra gli altri, intellettuali quali [[Ignazio Silone]], [[Piero Calamandrei]] e [[Franco Venturi]]. Tale operazione portò così alla costituzione della lista ''[[Unità Socialista]]'', che con il suo 7,1% di voti alla Camera dei deputati e il 4,2% al Senato contribuì ad impedire in [[Italia]] la vittoria del Fronte Popolare, costituito dall'alleanza fra PCI e PSI mirante alla formazione di un governo delle sinistre in grado di avviare le riforme di struttura. L'ottimo piazzamento del PSLI situato al terzo posto dopo [[Democrazia Cristiana|DC]] e [[Fronte Democratico Popolare]] nei risultati elettorali per la Camera dei deputati, consentì ai socialdemocratici di costituire in Parlamento un gruppo consistente formato da trentatré deputati, mentre al [[Senato della Repubblica|Senato]] la situazione fu ancor più rosea, dato che con il contributo dei senatori [[secessione dell'Aventino|aventiniani]] di diritto provenienti dall'esperienza del PSU, alla Camera alta si riuscì a comporre una pattuglia socialdemocratica di ben ventitré membri.
 
Il 23 maggio 1948 nel conseguente [[Governo De Gasperi V|V Governo De Gasperi]] entrarono a farne parte due ministri socialdemocratici: Saragat come Vicepresidente del Consiglio e Ministro della Marina mercantile e Lombardo al ministero dell'industria.
 
=== Il centrismo ===
[[Immagine:targapalazzobarberini.jpg|thumb|Targa commemorativa della Scissione di [[Palazzo Barberini]]]]
La vittoria della DC e il buon risultato di Unità Socialista favorì così la collocazione dell'Italia nell'area occidentale e permise la costituzione di governi fondati sull'alleanza dei partiti dai liberali ai riformisti ([[Partito Liberale Italiano (1943-1994)|PLI]], [[Democrazia Cristiana|DC]], [[Partito Repubblicano Italiano|PRI]] e PSLI, poi PSDI).
 
Nell'arco di due anni però, tra il [[1948]] e il [[1950]], il PSLI tenne quattro congressi nei quali vi fu una continua uscita di militanti e dirigenti tra cui [[Giuseppe Faravelli]], [[Ugo Guido Mondolfo]], [[Mario Zagari]].
 
Questi confluiscono, con [[Giuseppe Romita]] ed altri piccoli gruppi laico-socialisti, nel [[Partito Socialista Unitario]] (PSU), che tenne il suo primo congresso nel [[dicembre]] [[1949]]. In quel tempo il PSLI contava ufficialmente 80.000 iscritti e il PSU circa 170.000, ma in realtà le continue fuoriuscite nonché le pressioni del PSI, che con l'aiuto del [[Partito Comunista Italiano|PCI]] e sotto la direzione di [[Rodolfo Morandi]] riorganizzava la sua presenza sociale, ridussero gli iscritti complessivamente al di sotto dei 50.000.
 
Dopo breve tempo però, nel PSU si fecero sentire le sue simpatie nei confronti del PSLI di Saragat e così al II Congresso del PSU venne trattata la tematica dell'unificazione PSU-PSLI. Su tale proposito si scontrarono due correnti: una guidata da Romita favorevole all'unificazione, la seconda guidata dalla sinistra di Mondolfo e [[Tristano Codignola|Codignola]] contrari. Prevalse la prima e il [[1º maggio]] [[1951]] i due partiti si unificarono dando vita al ''Partito Socialista - Sezione Italiana dell'Internazionale Socialista'' (PS-SIIS). Il simbolo era il classico sole nascente, ma con l'unione del libro dell'Internazionale, ovviamente rosso-arancioni. Questo nome fu però contestato dalla corrente più a destra, poiché ricordava troppo l'internazionalismo di stampo stalinista: quando l'unificazione venne sancita il [[7 gennaio]] [[1952]] nel VII Congresso del partito, questo assunse dunque la denominazione di ''Partito Socialista Democratico Italiano'' (PSDI) ed elesse [[leader di partito|segretario]] [[Giuseppe Saragat]].
 
Nelle elezioni del [[1953]] intanto il PSDI scese al 4,5%. Tuttavia l'esistenza del sindacato [[Unione Italiana del Lavoro|UIL]], a forte carattere socialdemocratico, e l'azione di governo consentirono di portare avanti anche in Italia gli ideali della [[socialdemocrazia]]. Il PSDI si identificava nel suo leader indiscusso, nonché fondatore [[Giuseppe Saragat]].
 
Gli anni del centrismo andarono dal [[1948]]-[[1960]] e la coalizione di governo fu comunque sempre guidata dalla [[Democrazia Cristiana|DC]], partito di "''centro che guarda a sinistra''" come disse lo stesso [[Alcide De Gasperi]], ruolo primario ebbe anche il PSDI, mentre [[Partito Liberale Italiano|PLI]] e [[Partito Repubblicano Italiano|PRI]] furono penalizzati a causa degli scarsi risultati elettorali. Gli anni del "centrismo" furono segnati dalla ricostruzione e da una maggioranza politicamente forte in cui l'azione politica era accompagnata da una forte ripresa economica e benessere sociale. Gli anni del centrismi furono quelli della ''ricostruzione'', che negli anni sessanta porterà poi al cosiddetto ''boom economico''.
 
=== Il centro-sinistra ===
A partire dagli inizi degli anni sessanta, la [[Democrazia Cristiana]] (guidata da [[Amintore Fanfani]] ed [[Aldo Moro]]), stava maturando l'apertura verso il [[Partito Socialista Italiano]] di [[Pietro Nenni]], il quale proprio allora stava affrancando il suo partito dal patto di unità d'azione che fino a quel momento aveva unito socialisti e comunisti. Il Partito Socialista Democratico Italiano dunque (da sempre alleato leale della DC), dopo un iniziale periodo di titubanza, approva la svolta di centro-sinistra accelerandone il processo e conducendo un formidabile lavoro di mediazione tra [[Partito Socialista Italiano|socialisti]] e [[Democrazia Cristiana|democristiani]], per mezzo del suo fondatore e leader indiscusso [[Giuseppe Saragat]].
 
L'apertura ai socialisti causò la fuoriuscita dalla compagine governativa del [[Partito Liberale Italiano|PLI]], ma diede inizio ad una forte fase riformatrice nel Paese e migliorò anche la performance elettorale del partito socialdemocratico, che raggiunge il 6% alle elezioni politiche. L'esperienza governativa nel [[centro-sinistra]] nel frattempo, facilita il nuovo incontro tra socialdemocratici e socialisti e così il [[30 ottobre]] [[1966]], il PSDI si riunificò con il PSI, dando vita al [[Partito Socialista Unificato|PSI-PSDI Unificati]]. In contrasto con il progetto unitario, il deputato PSDI [[Giuseppe De Grazia]] fondò il movimento ''Socialdemocrazia''<ref>[http://www.adnkronos.com/Archivio/AdnAgenzia/1992/02/10/Altro/PSDI-UN-SIMBOLO-2_152700.php Psdi, un simbolo]</ref>, poi scomparso dalla vita politica nazionale.
 
Il [[5 luglio]] [[1969]] però - in seguito a scarsi risultati elettorali - nel
partito unificato (che aveva nell'ottobre 1968 aveva assunto il nome di PSI) le strade della componente socialista e di quella socialdemocratica si dividono nuovamente: la prima mantenne la sigla PSI, mentre la seconda ricostituì un soggetto socialdemocratico chiamato ''Partito Socialista Unitario'' (PSU), che il [[10 febbraio]] [[1971]] riprese la denominazione di ''Partito Socialista Democratico Italiano'' (PSDI).
 
Nel frattempo, a metà degli anni settanta, [[Francesco De Martino]] mise per la prima volta - dopo oltre un decennio - in discussione la compatibilità politica tra socialisti e democristiani. In questa fase, se da un lato il PSDI rese più forti i suoi legami con la DC, dall'altro incoraggiò la corrente degli "autonomisti" di [[Bettino Craxi]] a mettere in discussione la segreteria di De Martino; quando questi venne eletto alla segreteria del PSI, ribadì la disponibilità dei socialisti ad entrare in nuovi esecutivi di centro-sinistra e riprese i contatti con i fratelli socialdemocratici del PSDI, chiudendo nuovamente le prospettive politiche dei socialdemocratici.
 
=== Gli anni della presidenza Saragat ===
[[Immagine:Giuseppe Saragat.jpg|thumb|150px|left|Giuseppe Saragat, capo indiscusso del PSDI]]
[[Immagine:Mario Tanassi.jpg|thumb|130px|right|Ritratto di Mario Tanassi]]
Il [[1964]] si apre amaramente per i socialisti a causa di una nuova scissione. L'[[11 gennaio]] la corrente di sinistra guidata da [[Tullio Vecchietti]], [[Lelio Basso]] e [[Emilio Lussu]], fuoriscita dal PSI perché contraria alla formazione di un governo di centro-sinistra formato dal [[Partito Socialista Italiano (1892-1994)|PSI]] e dal [[PSDI]] insieme alla [[Democrazia Cristiana|DC]], rifonda il [[Partito Socialista Italiano di Unità Proletaria]] (PSIUP).
Il [[28 dicembre]] [[1964]], dopo le dimissioni anticipate del [[Presidente della Repubblica]] [[Antonio Segni]] (DC), colto il [[7 agosto]] da un ictus cerebrale, una vasta coalizione di parlamentari di sinistra su indicazione di [[Giorgio Amendola]] (PCI) e di [[Ugo La Malfa]] (PRI) vota [[Giuseppe Saragat]] nuovo [[Capo dello Stato]] che, con i voti dei Grandi elettori di [[Partito Comunista Italiano|PCI]], [[Partito Socialista Italiano (1892-1994)|PSI]], PSDI, [[Partito Repubblicano Italiano|PRI]] e buona parte della [[Democrazia Cristiana|DC]] - che aveva visto “bruciato” il suo candidato ufficiale [[Giovanni Leone]] - diviene al 21º scrutinio con 646 preferenze su 927 votanti, il primo [[socialista]] a insediarsi al [[Palazzo del Quirinale|Quirinale]].
Colonne portanti della presidenza Saragat furono i valori della [[Resistenza italiana|Resistenza]] e la volontà di attivarsi sempre per la costituzione di governi allargati all'intero centro-sinistra. Gli anni del presidente socialdemocratico, anni difficili per via del mutamento sociale in atto, furono caratterizzati dall'inizio del [[Anni di piombo|terrorismo]], dalle drammatiche [[Alluvione di Firenze|alluvioni]] di [[Firenze]], [[Venezia]] e [[Grosseto]] del [[1966]] e dalla aspra [[Il Sessantotto|contestazione del '68]]. Nel 1971 il democristiano [[Giovanni Leone]] succede a Giuseppe Saragat - al quale non sarebbe dispiaciuta una rielezione - nella carica di Presidente della Repubblica. {{Citazione necessaria|Pochi altri uomini politici, tra i quali è d'obbligo annoverare [[Palmiro Togliatti]] e [[Giovanni Spadolini]], seppero coniugare l'azione politica con l'impegno culturale come Saragat.}}
 
[[Mario Tanassi]], più volte ministro della Difesa, nel 1975 era alla guida del PSDI quando fu travolto, insieme a [[Mariano Rumor]] (Dc) e [[Luigi Gui]] (Dc), dal primo grande scandalo della politica italiana, venendo posto in stato d'accusa per corruzione dalla commissione inquirente. La Corte Costituzionale nel 1979 condannò Tanassi a 28 mesi di carcere, per tangenti ricevute dalla società americana [[Lockheed]] per facilitare la vendita dei C-130 all'Aeronautica militare italiana.
 
A causa dello scandalo [[P2]], [[Pietro Longo]], nei cui elenchi degli iscritti fu trovato il suo nome associato alla tessera con il numero 926, fu costretto a dimettersi prima dal suo incarico di governo (13 luglio 1984) e poi dalla guida del PSDI nel 1985.
 
La fine degli anni ottanta vede il coinvolgimento di due segretari del PSDI, Vizzini e Nicolazzi, in scandali giudiziari. L'ex ministro delle Poste [[Carlo Vizzini]], dopo alcuni avvisi di garanzia - che non porteranno però a nessuna condanna - lascia per diversi anni la scena politica. Contemporaneamente il cosiddetto scandalo delle "carceri d'oro" travolse invece il segretario [[Franco Nicolazzi]], che proprio in quegli anni aveva tentato di caratterizzare la propria segreteria sottraendo il partito socialdemocratico al suo ruolo subalterno rispetto alla Democrazia Cristiana e richiamando, sia pure vagamente, ad una posizione alternativa riformista e compiutamente di sinistra.
 
=== Il pentapartito ===
Durante gli anni successivi, la maggioranza di governo si estese al [[Partito Liberale Italiano|PLI]], rappresentante tradizionale della borghesia moderata e per questo escluso dai precedenti "governi riformatori"; iniziò così la fase del cosiddetto "[[Pentapartito]]".
 
Nel corso degli anni incominciarono però a riscontrarsi nel PSDI i primi dissapori: il [[15 febbraio]] [[1989]] una "miniscissione", capeggiata da [[Pietro Longo]] e [[Pier Luigi Romita]], porta infatti alla costituzione del movimento di [[Unità e Democrazia Socialista]] (UDS). Questo movimento aveva come obiettivo esplicito facilitare il riavvicinamento tra PSDI e PSI, riavvicinamento che avrebbe dovuto inserirsi nel più ampio progetto del leader socialista [[Bettino Craxi]] di creare in Italia una grande famiglia ispirata al riformismo socialdemocratico europeo, comprendente anche i nuovi riformisti del neonato [[Partito Democratico della Sinistra|PDS]]. Questo obiettivo di Longo e Romita si risolse però in un fallimento e il [[13 ottobre]] 1989 l'UDS finì per confluire nel PSI.
 
=== La parabola discendente ===
In seguito alle inchieste di "Tangentopoli", che vedono implicati diversi esponenti di primo piano, il PSDI vide diminuire drasticamente il proprio consenso elettorale. L'ex segretario nazionale [[Pietro Longo]] venne arrestato il [[30 aprile]] del [[1992]] per aver ricevuto una tangente di un miliardo e mezzo di lire dalla ditta milanese Icomec in relazione all'appalto di costruzione della centrale idroelettrica di [[Edolo]], in provincia di [[Brescia]], nel periodo in cui egli ricopriva anche l'incarico di consigliere di amministrazione dell'[[ENEL]], e viene successivamente condannato per concussione a quattro anni e sei mesi di reclusione. L'[[11 giugno]] del [[1992]] [[Lamberto Mancini]], assessore della [[Provincia di Roma]] ed ex Presidente della stessa Provincia, venne sorpreso dal Carabinieri nell'atto di intascare una tangente di 28 milioni di lire, ed arrestato in flagranza di reato. Nello stesso anno [[Antonio Cariglia]] viene accusato di aver violato le regole del finanziamento pubblico ai partiti. Di lui si occuperanno per diversi anni le procure di Foggia, Milano e Roma, dopo oltre dieci anni di attese processuali, l'ex segretario del PSDI viene infine assolto dall'accusa.
 
Tra il [[1992]] e il [[1994]] il Partito Socialista Democratico Italiano, condivise la sorte degli altri partiti della coalizione "[[Pentapartito]]" ([[Democrazia Cristiana|DC]], [[Partito Socialista Italiano|PSI]], [[Partito Liberale Italiano|PLI]] e [[Partito Repubblicano Italiano|PRI]]) di governo, vivendo un progressivo tracollo elettorale che portò allo scardinarsi dell'apparato del partito ed al moltiplicarsi di fenomeni scissionisti.
 
Alle [[elezioni politiche del 1994]] arrivò un PSDI praticamente ridotto a brandelli, che scelse di non presentare una propria lista autonoma.
Alcuni esponenti del partito scelsero di candidarsi autonomamente sotto diversi simboli:
* una parte consistente diede vita ad una lista (insieme con una parte craxiana e ribelle del [[Partito Socialista Italiano|PSI]]) denominata ''Socialdemocrazia per le Libertà'' che presentò candidati autonomi dagli schieramenti principali in alcuni collegi<ref>{{cita libro|url=http://books.google.it/books?id=k2lBBPgap5sC&pg=PA122&dq=%22Socialdemocrazia+per+le+Libert%C3%A0%22&hl=it&sa=X&ei=ykfEUMLUOMiK4gSGtIDwAQ&ved=0CDAQ6AEwAA#v=onepage&q=%22Socialdemocrazia%20per%20le%20Libert%C3%A0%22&f=false|titolo=I simboli della discordia|editore=Giuffrè|anno=2012|autore=Maestri Gabriele}}</ref> uninominali soprattutto in [[Molise]], [[Puglia]], [[Campania]], [[Calabria]] e [[Sicilia]]. Tra questi si candidò anche il segretario del PSDI [[Enrico Ferri (politico)|Enrico Ferri]]<ref>{{cn|Enrico Ferri nel collegio di [[Carrara]] raccolse il 23,7% e non viene eletto.}}</ref> e [[Franco Piro]] e [[Margherita Boniver]] della [[Federazione dei Socialisti]]. La lista nella quota proporzionale della Camera ottenne soltanto lo 0,46% dei voti<ref>{{cita web|url=http://www.europe-politique.eu/elections-italie-1994.htm|titolo=Elections Italie 1994|editore=europe-politique.eu|lingua=fr|accesso=9 dicembre 2012}}</ref> e non fu più ripresentata, nemmeno alle [[elezioni europee del 1994|elezioni europee dello stesso anno]].<ref>{{cita news|url=http://archiviostorico.corriere.it/1994/maggio/05/ecco_liste_per_europee_co_0_9405058787.shtml|titolo=Ecco le liste per le europee|editore=[[Corriere della sera]]|accesso=9 dicembre 2012}}</ref><ref>I risultati della lista elettorale ''Socialdemocrazia per le Libertà'' furono esigui: nella quota proporzionale della Camera, infatti, la lista ottenne soltanto lo 0,46% dei voti; nella quota maggioritaria, dove si presentò al di fuori dei principali schieramenti ([[Progressisti]], [[Patto per l'Italia]], [[Polo delle Libertà]]), non ottenne risultati significativi.</ref>
* alcuni esponenti aderirono alla coalizione centrista del [[Patto per l'Italia]] facendo riferimento all'area riformista di [[Giuliano Amato]] (tra questi [[Gian Franco Schietroma]] candidato nel collegio di Frosinone).
* pochi altri scesero di schierarsi a sinistra con i [[Progressisti]] (tra questi venne eletta alla Camera in un collegio della [[Basilicata]] [[Magda Cornacchione Milella]]).
 
Ciò che rimase del PSDI continuò a cercare di rimanere in vita e così, alle [[elezioni europee del 1994]], il partito si ripresentò raccogliendo lo 0,7% a livello nazionale e riuscendo ad eleggere il segretario [[Enrico Ferri (politico)|Enrico Ferri]] al Parlamento europeo. Successivamente però proprio il segretario Ferri si candida alla presidenza della provincia di [[Massa-Carrara]] schierando l'ormai decimato PSDI con il centro-destra di [[Silvio Berlusconi]] (al quale aderiva anche [[Alleanza Nazionale]]). Ciò comportò ulteriori fratture dentro il partito, che portarono a scissioni di interi gruppi dirigenti verso i partiti moderati della coalizione di centro-sinistra. A ciò si aggiunse un richiamo ufficiale da parte dell'[[Internazionale Socialista]] e del [[Partito del Socialismo Europeo]] al quale il PSDI e lo stesso Ferri aderivano. Anche per questo motivo il [[10 dicembre]] 1994 Enrico Ferri insieme con [[Luigi Preti]], fonda nel PSDI la corrente di Socialdemocrazia Liberale Europea (SOLE)<ref>[http://www.adnkronos.com/Archivio/AdnAgenzia/1995/01/11/Politica/SOLE-DOMANI-PRIMA-RIUNIONE-UFFICIALE-COMITATO-COORDINAMENTO_192900.php SO.L.E.: DOMANI PRIMA RIUNIONE UFFICIALE COMITATO COORDINAMENTO]</ref><ref>[http://www.adnkronos.com/Archivio/AdnAgenzia/1994/12/10/Politica/PSDI-FERRI-TIENE-A-BATTESIMO-IL-SOLE_142900.php PSDI: FERRI TIENE A BATTESIMO IL SO.L.E]</ref><ref>[http://www.adnkronos.com/Archivio/AdnAgenzia/1994/12/10/Politica/PSDI-CONCLUSA-ASSEMBLEA-NASCE-IL-SOLE_184400.php PSDI: CONCLUSA ASSEMBLEA, NASCE IL ''SOLE'']</ref><ref>La ''Socialdemocrazia Liberale Europea'' (SOLE) fu una corrente nata il [[10 dicembre]] [[1994]] dell'ala destra del PSDI, favorevole ad un'alleanza col [[centrodestra]] di [[Silvio Berlusconi]]. I propulsori del movimento furono [[Enrico Ferri (politico)|Enrico Ferri]] e [[Luigi Preti]] che spinsero il movimento a stringere un'intesa col [[Centro Cristiano Democratico|CCD]]. Alle elezioni amministrative del 1995, il Sole si schierò col Polo delle Libertà. Alle successive [[elezioni politiche del 1996]] Luigi Preti, in contrasto con Enrico Ferri, preferì una federazione con [[Forza Italia]] a quella col CCD. La divergenza di opinioni portò alla nascita il [[17 febbraio]] [[1996]] del Movimento per la Rinascita Socialdemocratica che si è sempre presentato come federato in [[Forza Italia]]. [http://www.adnkronos.com/Archivio/AdnAgenzia/1996/02/17/Politica/PARTITI-ARRIVA-UN-NUOVO-CESPUGLIO-RINASCITA-SOCIALDEMOCRATICA_172600.php Partiti: arriva un nuovo cespuglio, Rinascita Socialdemocratica].</ref>.
 
Nel [[gennaio]] [[1995]], però, un regolare congresso mise in minoranza la corrente di Ferri e Preti, nominando segretario del partito [[Gian Franco Schietroma]]: la corrente di Ferri e Preti (SOLE) esce così dal PSDI divenendo partito autonomo. Il SOLE si avvicina così all'area di centro-destra, stringendo una collaborazione privilegiata prima con il [[Centro Cristiano Democratico]] e poi con [[Forza Italia]]. In realtà però, dopo poco tempo, molti e lo stesso E. Ferri lasceranno la CDL, avvicinandosi al centro-sinistra. Un altro gruppo invece si unirà ad un gruppo di ex-craxiani guidati da [[Enrico Manca]] e [[Fabrizio Cicchitto]] fondando il Partito Socialista Riformista, che avrà però vita breve. I seguaci di Manca aderiranno poi a [[La Margherita]], mentre i seguaci di [[Fabrizio Cicchitto]] confluiranno invece in [[Forza Italia]]. La maggior parte dei vecchi socialdemocratici tuttavia, in seguito alla scomparsa del [[Patto per l'Italia]] (dove erano confluiti in massima parte fin dal 1993) aderirono all'[[Unione Democratica (1996)|Unione democratica]] (successivamente confluito ne [[i Democratici]]) oppure a [[Rinnovamento Italiano]], se non addirittura al [[Partito Popolare Italiano (1994)|Partito popolare italiano]], che assorbì parte dell'elettorato ex-psdi. Nel 2001 infine i Democratici, Rinnovamento Italiano e Ppi si fusero in un nuovo partito politico centrista e moderatamente riformista: [[La Margherita]].
 
La lunga storia di un PSDI che oramai esisteva solo in teoria si trascinava stancamente fino a quando, sotto la guida di [[Gian Franco Schietroma]], dà vita - insieme ai [[Socialisti Italiani]], ad una parte del [[Partito Socialista (1996)|Partito Socialista]] e della [[Federazione Laburista]] - al nuovo partito dei [[Socialisti Democratici Italiani]] (SDI). Ciò avvenne l'8 febbraio del 1998 quando il segretario del PSDI [[Gian Franco Schietroma]], senza un mandato esplicito del Consiglio Nazionale, volle dar vita, insieme ai socialisti del SI, a un nuovo partito politico denominato [[Socialisti Democratici Italiani|SDI]], che poi aderì alla coalizione di centrosinistra.
 
In seguito a questa scelta, i socialdemocratici rimasti fedeli ad una visione autonomista, legittimati dal mancato pronunciamento dell'organo politico del PSDI, decisero di riprendere nome e simbolo celebrando nel gennaio 2004 quello che verrà definito, come segno di continuità, il venticinquesimo congresso del partito fondato da Giuseppe Saragat, eleggendo [[Giorgio Carta]] come segretario nazionale.
 
===La diaspora socialdemocratica===
Già dal 1989 erano iniziate in seno al PSDI i primi fenomeni di scissione e le prime fratture, tale fenomeno divenne però insostenibile a partire dal 1993. Da allora infatti il PSDI non fu più presente unitariamente su tutto il territorio nazionale e ciò favorì il distacco dal partito di interi gruppi e di numerosi dirigenti sia locali che nazionali. Così, in uno scenario in cui i "nuovi partiti" erano ideologicamente trasversali, numerosi ex-socialdemocratici hanno portato la loro cultura di matrice sostanzialmente [[centrismo|centrista]] e [[riformismo|laico-riformista]] in altri soggetti politici. Oggi elementi di cultura socialdemocratica, oltre ad essere rappresentati dallo stesso [[PSDI]], sono presenti nei seguenti partiti:
* ''[[La Margherita]]'' (DL) (sciolta nel 2007 per confluire nel Partito Democratico), dove sono confluiti attraverso i partiti fondatori ''[[Rinnovamento Italiano]]'' ed ''[[i Democratici]]''. DL è parte stabile della coalizione di [[centro-sinistra]]. Alcuni ex-psdi ed ex-psi (soprattutto del Nord Italia) hanno fondato l'associazione politico-culturale ''Socialisti democratici per il Partito Democratico'', a forte carattere piemontese;
* ''[[Socialisti Democratici Italiani]]'' (che ora si riconosce sotto il simbolo del Partito Socialista), aderente al centro-sinistra;
* ''[[Forza Italia]]'' (confluita nel Popolo delle Libertà nel 2008 in occasione delle elezioni politiche) ed '''[[Unione dei democratici cristiani e dei democratici di centro|UDC]]''', dove sono confluiti soprattutto grazie al movimento ''[[Socialdemocrazia Liberale Europea]]'' (molti ex-psdi di Forza Italia aderiscono ai ''Circoli d'Iniziativa Riformista'');
* Il ''Movimento della Rinascita Socialdemocratica'', poi ''Rinascita Socialdemocratica'', poi ''Partito dei Socialdemocratici'' di [[Luigi Preti]].
 
=== La riorganizzazione ===
Alla fine del [[2003]], dopo un periodo di oblio dovuto allo sfaldamento dei ranghi nazionali, diversi esponenti socialdemocratici - alcuni dei quali inizialmente confluiti nei [[Socialisti Democratici Italiani]] - si riorganizzarono sotto le insegne dello storico Partito Socialista Democratico Italiano. Nel mese di gennaio [[2004]], dopo aver ripreso su scala nazionale l'organizzazione del tesseramento rimasto operativo grazie all'apporto delle federazioni territoriali, venne celebrato il XXIV Congresso Nazionale, conclusosi con l'elezione a Segretario di [[Giorgio Carta]] e del Presidente onorario, [[Antonio Cariglia]]. In occasione della competizione elettorale per le [[Elezioni europee del 2004|Europee 2004]], la continuità giuridica del Partito Socialista Democratico Italiano (PSDI) guidato da Carta è sancita dalla Suprema Corte di Cassazione - Ufficio Elettorale Nazionale per il Parlamento Europeo con la sentenza del 01/05/2004.
 
Nel biennio 2004/2005, il partito ritornò ad essere presente con diversi suoi rappresentanti eletti lungo tutto il territorio della penisola, partecipando nel 2005 anche alle elezioni primarie dell'[[l'Unione|Unione]] sostenendo la candidatura di [[Romano Prodi]] a leader della coalizione.
In occasione delle [[elezioni politiche italiane del 2006|elezioni politiche del 2006]], per la competizione della [[Camera dei deputati|Camera]] presentò propri candidati nelle liste del[[l'Ulivo]] (il segretario [[Giorgio Carta]] fu candidato in [[Basilicata]]).
 
Al [[Senato della Repubblica|Senato]], invece, dove non era presente la lista de L'Ulivo il PSDI, in virtù dell'accordo politico-organizzativo sottoscritto da [[Piero Fassino]] per i [[Democratici di Sinistra]] e da [[Giorgio Carta]] per il partito socialdemocratico, presentò soltanto in 10 regioni il proprio simbolo, stringendo in tale occasione una collaborazione con il Nuovo Partito d'Azione, che schierò nelle liste del PSDI alcuni suoi candidati.
 
=== Le elezioni politiche del 2006 e la crisi del 2007 ===
Nelle liste del[[l'Ulivo]] alla Camera il segretario nazionale [[Giorgio Carta]], risultato il primo dei non eletti in [[Basilicata]], è stato eletto per il cosiddetto "ripescaggio". Iscritto dapprima al Gruppo Parlamentare de L'Ulivo, in seguito alla scelta della costituzione del [[Partito Democratico]] nell'agosto 2007 ha comunicato la volontà di continuare a rappresentare il PSDI iscrivendosi al Gruppo Misto.
 
Al Senato le liste del PSDI alleate col [[centro-sinistra]] presenti in 10 regioni non riescono in nessuna a superare lo sbarramento del 3% (a livello nazionale il dato è dello 0,2%). Il dato più alto è in Calabria ed in Puglia con lo 0,8%.
 
In seguito alle dimissioni improvvise del segretario nazionale Giorgio Carta rimesse il [[25 novembre]] 2006, la Direzione Nazionale del [[14 dicembre]] elegge segretario Renato D'Andria. L'elezione viene però fatta oggetto di contestazione dal gruppo rimasto legato a Carta e che si proclama maggioritario. D'Andria procede invece a farsi confermare segretario con un congresso celebrato a [[Fiuggi]] (26-27-28 gennaio [[2007]]). Vengono dunque chiamati i tribunali a chiarire su quale sia il PSDI legittimo. In ogni caso a Carta restano fedeli i 2/3 dei membri della Direzione Nazionale. Intanto il [[1º marzo]] la fazione estromessa da D'Andria si riorganizza come "Associazione Politico Culturale Socialdemocratici Europei". Il [[13 aprile]] il Tribunale di Roma sospende cautelativamente l'elezione di D'Andria e tutte le sue decisioni da segretario (tra cui diverse espulsioni eccellenti dal partito). Il 18 e il [[21 maggio]] lo stesso tribunale respinge un reclamo di D'Andria. Il Partito Socialista Democratico Italiano, sotto la guida del vice Segretario Vicario Mimmo Magistro, riprende la sua attività organizzativa ed il [[19 maggio]] la ritrovata Direzione Nazionale respinge all'unanimità le dimissioni di Carta, il quale guiderà il partito fino al XVII Congresso nazionale di Bellaria (RN). Il [[15 giugno]] D'Andria fonda infine il Partito dei Riformatori Democratici, perdendo in data [[19 luglio]] l'ennesimo ricorso contro il PSDI.
Il XVII Congresso nazionale nell'ottobre 2007 ripristina la pace all'interno del PSDI con la proclamazione all'unanimità di Mimmo Magistro Segretario, di Alberto Tomassini Presidente del partito e di [[Giorgio Carta]] Presidente onorario.
 
In data 22 giugno 2011, il Tribunale di Roma, sezione terza civile, giudice Antonella Dell'Orfano, ha stabilito con una sentenza definitiva la illegittimità della sospensione di Renato d'Andria dalla carica di segretario politico del partito socialdemocratico (PSDI).
Il Tribunale di Roma ha poi stabilito che l'elezione a segretario nazionale del Renato d'Andria era legittima e valida. Il Tribunale ha accertato che Domenico Magistro non poteva nemmeno proporre l'azione giudiziaria contro Renato d'Andria per mancanza del requisito essenziale dell'iscrizione al PSDI, dal momento che il primo fu dichiarato espulso dal Collegio dei Probiviri in data 6 marzo 2007<ref>Cfr. Tribunale di Roma, Sezione terza civile, Sentenza n. 13540/2011 - [http://psditalia.files.wordpress.com/2011/11/sentenza.pdf Il testo della sentenza]</ref>.
 
=== Le elezioni politiche 2008 ===
Dopo la caduta del [[Governo Prodi II]], il PSDI assiste alla fine del[[l'Unione]] e, non trovando accordi per un'alleanza con il [[Partito Democratico]] decide di aderire alla neonata [[Costituente di Centro]] assieme all'[[Unione dei Democratici Cristiani e di Centro|UDC]] e alla [[Rosa per l'Italia]]. Successivamente l'accordo sfuma e il partito dichiara il suo impegno elettorale esclusivamente per le elezioni amministrative locali; per le [[Elezioni politiche italiane del 2008|elezioni politiche nazionali]] ai suoi iscritti viene indicata come forma di protesta, contro quella che viene definita un'[[oligarchia]] politica escludente alcuni partiti storici italiani, di votare scheda bianca o annullare la scheda apponendovi il nome di "Saragat"<ref>[http://www.socialdemocraticieuropei.it/dblog/articolo.asp?articolo=320 DOCUMENTO APPROVATO ALL’UNIANIMITA’ DALLA DIREZIONE NAZIONALE IL 29 MARZO 2008 - SocialDemocraticiEuropei.it<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>.
 
== Segretari ==
*[[Giuseppe Saragat]] (gennaio 1947)
*[[Alberto Simonini]] (febbraio 1948)
*[[Ugo Guido Mondolfo]] (maggio 1949)
*[[Ludovico D'Aragona]] (giugno 1949)
*Giuseppe Saragat (novembre 1949)
*[[Ezio Vigorelli]] (gennaio 1952)
*[[Giuseppe Romita]] (maggio 1952)
*Giuseppe Saragat (ottobre 1952)
*[[Gian Matteo Matteotti]] (febbraio 1954)
*Giuseppe Saragat (aprile 1957)
*[[Mario Tanassi]] (gennaio 1964)
*''Unificazione socialista'' (ottobre 1966)
*[[Mauro Ferri]] (luglio 1969)
*Mario Tanassi (febbraio 1972)
*[[Flavio Orlandi]] (giugno 1972)
*Mario Tanassi (giugno 1975)
*Giuseppe Saragat (marzo 1976)
*[[Pier Luigi Romita]] (ottobre 1976)
*[[Pietro Longo]] (ottobre 1978)
*[[Franco Nicolazzi]] (ottobre 1985)
*[[Antonio Cariglia]] (marzo 1988)
*[[Carlo Vizzini]] (maggio 1992)
*[[Enrico Ferri (politico)|Enrico Ferri]] (aprile 1993)
*[[Gian Franco Schietroma]] (gennaio 1995)
*partecipazione alla fondazione dello SDI (gennaio 1998)
*[[Giorgio Carta]] (gennaio 2004)
*[[Mimmo Magistro]] (aprile 2007)
*[[Renato d'Andria]] (giugno 2011)
 
== Congressi nazionali ==
*I Congresso - Napoli, 1-5 febbraio 1948
*II Congresso - Milano, 23-26 gennaio 1949
*III Congresso - Roma, 16-19 giugno 1949
*IV Congresso (straordinario) - Napoli, 4-8 gennaio 1950
*V Congresso (straordinario) - Roma, 10-13 giugno 1950
*VI Congresso - Roma, 31 marzo - 2 aprile 1951
*VII Congresso - Bologna, 3-6 gennaio 1952
*VIII Congresso - Genova, 4-7 ottobre 1952
*IX Congresso - Roma, 6-9 giugno 1954
*X Congresso - Milano, 31 gennaio - 8 febbraio 1956
*XI Congresso - Milano, 16-18 ottobre 1957
*XII Congresso - Roma, novembre-dicembre 1959
*XIII Congresso - Roma, 22-25 novembre 1962
*XIV Congresso - Roma, 8-11 gennaio 1966
*XV Congresso - Roma, 6-9 febbraio 1971
*XVI Congresso - Genova, 2-6 aprile 1974
*XVII Congresso - Firenze, 11-15 marzo 1976
*XVIII Congresso - Roma, 16-20 gennaio 1980
*XIX Congresso - Milano, 24-30 marzo 1982
*XX Congresso - Roma, 30 aprile - 2 maggio 1984
*XXI Congresso - Roma, 10-14 gennaio 1987
*XXII Congresso - Rimini, 8-12 marzo 1989
*XXIII Congresso - Rimini, 13-16 maggio 1991
*XXIV Congresso - Bologna, 28-29 gennaio 1995
*XXV Congresso - Roma, 9-10-11 gennaio 2004
*XXVI Congresso - Roma, 9-10-11 dicembre 2005
*XXVII Congresso - Bellaria (RN), 5-6-7 ottobre 2007
 
==Risultati elettorali==
{| {{prettytable}}
|- bgcolor="EFEFEF"
|colspan=2; width=50%|
!width=20%|Voti
!width=15%|%
!width=15%|Seggi
|-
!rowspan=2; align=left|[[Elezioni politiche italiane del 1948|Politiche 1948]] <small>(lista [[Unità Socialista]])
!align=left|<small>Camera
|align=center|1.858.116
|align=center|7,07
|align=center|33
|-
!align=left|<small>Senato
|align=center|1.219.287<ref name="PRI">Dato complessivo sia delle candidature proprie, sia della metà di quelle presentate in alcune regioni assieme al [[Partito Repubblicano Italiano|PRI]].</ref>
|align=center|5,04<ref name="PRI" />
|align=center|10<ref name="Appointed">Cui si aggiunsero 13 senatori aventiniani di diritto, per un totale di 23.</ref>
|-
!rowspan=2; align=left|[[Elezioni politiche italiane del 1953|Politiche 1953]]
!align=left|<small>Camera
|align=center|1.222.957
|align=center|4,51
|align=center|14
|-
!align=left|<small>Senato
|align=center|1.046.301
|align=center|4,31
|align=center|4
|-
!rowspan=2; align=left|[[Elezioni politiche italiane del 1958|Politiche 1958]]
!align=left|<small>Camera
|align=center|1.345.447
|align=center|4,55
|align=center|22
|-
!align=left|<small>Senato
|align=center|1.136.803
|align=center|4,35
|align=center|5
|-
!rowspan=2; align=left|[[Elezioni politiche italiane del 1963|Politiche 1963]]
!align=left|<small>Camera
|align=center|1.876.271
|align=center|6,10
|align=center|33
|-
!align=left|<small>Senato
|align=center|1.743.837
|align=center|6,35
|align=center|14
|-
!colspan=2; align=left|[[Elezioni politiche italiane del 1968|Politiche 1968]]
|align=center|''col [[Partito Socialista Italiano|PSI]]''
|align=center|''col [[Partito Socialista Italiano|PSI]]''
|align=center|''col [[Partito Socialista Italiano|PSI]]''
|-
!rowspan=2; align=left|[[Elezioni politiche italiane del 1972|Politiche 1972]]
!align=left|<small>Camera
|align=center|1.718.142
|align=center|5,14
|align=center|29
|-
!align=left|<small>Senato
|align=center|1.614.273
|align=center|5,36
|align=center|11
|-
!rowspan=2; align=left|[[Elezioni politiche italiane del 1976|Politiche 1976]]
!align=left|<small>Camera
|align=center|1.239.492
|align=center|3,38
|align=center|29
|-
!align=left|<small>Senato
|align=center|974.940
|align=center|3,10
|align=center|6
|-
!rowspan=2; align=left|[[Elezioni politiche italiane del 1979|Politiche 1979]]
!align=left|<small>Camera
|align=center|1.407.535
|align=center|3,84
|align=center|29
|-
!align=left|<small>Senato
|align=center|1.320.729
|align=center|4,22
|align=center|9
|- bgcolor=lightblue
!colspan=2; align=left|[[Elezioni europee del 1979|Europee 1979]]
|align=center|1.514.272
|align=center|4,32
|align=center|4
|-
!rowspan=2; align=left|[[Elezioni politiche italiane del 1983|Politiche 1983]]
!align=left|<small>Camera
|align=center|1.508.234
|align=center|4,09
|align=center|23
|-
!align=left|<small>Senato
|align=center|1.184.936
|align=center|3,81
|align=center|8
|- bgcolor=lightblue
!colspan=2; align=left|[[Elezioni europee del 1984|Europee 1984]]
|align=center|1.225.462
|align=center|3,49
|align=center|3
|-
!rowspan=2; align=left|[[Elezioni politiche italiane del 1987|Politiche 1987]]
!align=left|<small>Camera
|align=center|1.140.209
|align=center|2,96
|align=center|17
|-
!align=left|<small>Senato
|align=center|822.593<ref name="Ottantasette">Il dato non comprende i suffragi di alcune regioni in cui il PSDI si presentò assieme a [[Partito Socialista Italiano|PSI]] e [[Partito Radicale (Italia)|PR]], comprende invece la candidatura presentata coi [[Federazione dei Verdi|Verdi]].</ref>
|align=center|2,54<ref name="Ottantasette" />
|align=center|6<ref name="Ottantasette" />
|- bgcolor=lightblue
!colspan=2; align=left|[[Elezioni europee del 1989|Europee 1989]]
|align=center|945.383
|align=center|2,72
|align=center|2
|-
!rowspan=2; align=left|[[Elezioni politiche italiane del 1992|Politiche 1992]]
!align=left|<small>Camera
|align=center|1.066.672
|align=center|2,72
|align=center|16
|-
!align=left|<small>Senato
|align=center|853.895<ref name="Novantadue">Il dato comprende i suffragi delle liste comuni PSDI-Lega Nuova presentate in alcune regioni del Nord.</ref>
|align=center|2,56<ref name="Novantadue" />
|align=center|3
|-
!rowspan=2; align=left|[[Elezioni politiche italiane del 1994|Politiche 1994]] <small>(lista [[Socialdemocrazia]])
!align=left|<small>Camera
|align=center|179.495
|align=center|0,46
|align=center|-
|-
!align=left|<small>Senato
|align=center|66.589
|align=center|0,20
|align=center|-
|- bgcolor=lightblue
!colspan=2; align=left|[[Elezioni europee del 1994|Europee 1994]]
|align=center|227.439
|align=center|0,69
|align=center|1
|-
!rowspan=2; align=left|[[Elezioni politiche italiane del 2006|Politiche 2006]]
!align=left|<small>Camera
|align=center|''nell'[[L'Ulivo|Ulivo]]''
|align=center|''nell'[[L'Ulivo|Ulivo]]''
|align=center|1
|-
!align=left|<small>Senato
|align=center|57.343
|align=center|0,17
|align=center|-
|-
|}
 
== Note ==
<references/>
 
== BibliografiaAltri progetti ==
{{interprogetto}}
* Francesco Malgeri, ''La stagione del centrismo: politica e società nell'Italia del secondo dopoguerra (1945-1960)'',Rubbettino Editore, 2002, ISBN 88-498-0335-4
* Spencer Di Scala, ''Renewing Italian Socialism: Nenni to Craxi'', Oxford University Press, 1988, ISBN 0-19-505235-8
* Antonio G. Casanova, ''La lezione di Palazzo Barberini'', Edizioni Scientifiche Italiane, 1987
* Felice La Rocca, ''La presidenza Saragat: sette anni difficili'', il Mulino, 1971, ISSN 0027-3120
 
== Voci correlate ==
*[[Socialdemocrazia]]
*[[Lista dei partiti socialdemocratici]]
*[[Giuseppe Saragat]]
*[[Palazzo Barberini]]
 
== Collegamenti esterni ==
*[http://www.cervantesvirtual.com/FichaObra.html?Ref=3822 Fausto. Riedizione del Fausto].
*[http://www.socialdemocraticieuropei.it Laboratorio dei Socialdecratici Europei]
*[http://www.tebeosfera.com/Documento/Articulo/Argentina/OskiFausto.htm Oski, illustratore del ''Fausto criollo''].
*[http://democraziasocialista.it www.SoleNascente.it]
{{Controllo di autorità}}
 
{{Portale|biografie}}
{{Partiti politici italiani}}
{{Portale|Italia|politica|socialismo|storia}}
 
[[Categoria:Partiti politici italiani]]
[[Categoria:Partiti socialdemocratici]]
[[Categoria:Partiti socialisti]]
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[[ca:Partit Socialista Democràtic Italià]]
[[cs:Partito Socialista Democratico Italiano]]
[[de:Partito Socialista Democratico Italiano]]
[[en:Italian Democratic Socialist Party]]
[[es:Partido Socialista Democrático Italiano]]
[[fr:Parti social-démocrate italien]]
[[ja:イタリア民主社会党]]
[[nl:Sociaaldemocratische Partij van Italië]]
[[pl:Włoska Demokratyczna Socjalistyczna Partia]]
[[sv:Italienska demokratiska socialistpartiet]]