Omicidio di Marta Russo e Paul von Jankó: differenze tra le pagine

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Studi e invenzione
 
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{{Bio
[[File:Stele marta russo.jpg|thumb|240px|Targa in ricordo di Marta Russo all'Università La Sapienza di Roma]]
|Nome = Paul von
|Cognome = Jankó
|Sesso = M
|LuogoNascita = Tata
|LuogoNascitaLink = Tata (Ungheria)
|GiornoMeseNascita = 2 giugno
|AnnoNascita = 1856
|LuogoMorte = Costantinopoli
|GiornoMeseMorte = 17 marzo
|AnnoMorte = 1919
|Epoca = 1800
|Attività = musicista
|Attività2 = ingegnere
|Nazionalità = ungherese
}}
 
==Biografia==
L''''omicidio colposo di Marta Russo''' ([[Roma]], [[13 aprile]] [[1975]] – Roma, [[14 maggio]] [[1997]]), studentessa di [[giurisprudenza]] all'[[Sapienza Università di Roma|Università La Sapienza]] di [[Roma]], avvenne all'interno della Città universitaria il 9 maggio [[1997]], quando la ragazza, che era ventiduenne, fu ferita a morte da un colpo di pistola, morendo cinque giorni dopo in ospedale.
[[File:Janko piano.JPG|thumb|Piano Janko]]
Si avvicinò alla [[musica]] frequentando il [[Conservatorio]] di [[Vienna]], e fece studi universitari presso la facoltà di [[matematica]].
 
Approfondì la tematica del [[Temperamento (musica)|temperamento]] nel suo libro intitolato ''Über mehr als zwölfstufige gleichschwebende Temperaturen''.
L'omicidio fu al centro di un complesso caso giudiziario, oggetto di [[processo mediatico|grande copertura mediatica]] alla fine degli [[anni 1990|anni novanta]], sia per il luogo in cui era stato perpetrato, sia per la difficoltà delle prime indagini, che non riuscirono comunque a delineare un movente; è ricordato anche per l'intervento di personalità politiche nel caso (tra cui [[Romano Prodi]] e [[Giovanni Maria Flick]]), in particolare a causa dell'atteggiamento dei due [[pubblico ministero|pubblici ministeri]], ritenuto da molti eccessivamente [[inquisizione|inquisitorio]]<ref>[http://archiviostorico.corriere.it/1999/aprile/28/stato_processo_polizia_usati_metodi_co_10_9904281843.shtml ''«È stato un processo di polizia, usati metodi da Inquisizione»'']</ref><ref>Marco Catino, ''Sociologia di un delitto'', [https://books.google.it/books?id=hOQDAQAAIAAJ&q=inquisitorio+marta+russo&dq=inquisitorio+marta+russo&hl=it&sa=X&ei=LgyMVfyUM4W6ygPgg6aABw&ved=0CCUQ6AEwAQ], Sossella, 2001</ref><ref>[http://www.webalice.it/guido.vitiello/processo%20ai%20pm.htm ''Video-shock: chiesto il processo per i pm'']</ref><ref>[[Davide Giacalone]], ''L'Italia come bugia'', Rubbettino, 2003, pag. 218</ref><ref name=grandi>Andrea Accorsi, Massimo Centini, ''I grandi delitti italiani risolti o irrisolti'', «Marta Russo»</ref> e che diede anche luogo a un procedimento per [[abuso d'ufficio]] e [[violenza privata]], poi archiviato.<ref name=magi/>
 
Divenne celebre, quando nel [[1882]], ideò una nuova tastiera costituita da 6 fila di tasti brevi e stretti, formanti una unica scala cromatica. La tastiera realizzata da Jankó aveva ottave più compatte di quelle del pianoforte, un'organizzazione isomorfa dei tasti, ed era in grado di produrre alcuni effetti speciali nuovi (''glissando cromatici'').
Dopo due sentenze di condanna, l'annullamento in [[Corte Suprema di Cassazione|Cassazione]] (con la corte che giudicò inconsistenti le accuse) e una nuova condanna in appello, nel [[2003]] furono condannati in via definitiva, sulla base di due testimonianze molto contestate emerse in primo grado<ref name=imposimato/> (quelle di un'impiegata dell'ateneo e di una dottoranda, figlia del deputato e docente [[Nicolò Lipari]]<ref>[http://archiviostorico.unita.it/cgi-bin/highlightPdf.cgi?t=ebook&file=/golpdf/uni_1997_07.pdf/03INT01A.pdf&query=Umberto%20de%20Giovannangeli ''Anche la Lipari vide Ferraro nell’aula VI. L’assistente: «Allora mi suicido...»''], l'Unità, pag. 13, 3 luglio 1997</ref>), e di alcuni rilievi scientifici non univoci e talvolta dubbi<ref name=peri/><ref name=imposimato/>, due assistenti universitari di [[filosofia del diritto]]: [[Giovanni Scattone]], per [[omicidio colposo (ordinamento penale italiano)|omicidio colposo]] aggravato, e [[Salvatore Ferraro (1967)|Salvatore Ferraro]] per [[favoreggiamento personale|favoreggiamento]], i quali si sono sempre professati innocenti. Nella prima sentenza si specifica che Scattone avrebbe esploso un colpo per errore, maneggiando una pistola per motivi ignoti, ma con tutta probabilità senza sapere di avere in mano una pistola carica, e Ferraro lo avrebbe coperto, tacendo e portando via l'arma.<ref name=prima>[http://archiviostorico.corriere.it/1999/settembre/14/Scattone_non_sapeva_che_pistola_co_0_9909147654.shtml ''"Scattone non sapeva che la pistola con cui sparò era carica"'']</ref> Il terzo indagato, Francesco Liparota, all'epoca usciere e laureando in legge, venne assolto dall'accusa di favoreggiamento dalla Corte di Cassazione lo stesso anno, tramite [[annullamento senza rinvio]]. Altri indagati accusati di favoreggiamento, come il professor [[Bruno Romano]], furono assolti con formula piena in primo grado.
 
Nel [[1886]] il musicista-inventore descrisse le caratteristiche del suo pianoforte nella pubblicazione ''Eine neue Klaviatur'' e organizzò una lunga serie di concerti europei per portare alla ribalta le sue innovazioni
== Dinamica del delitto ==
<ref>"Dizionario di musica", di A.Della Corte e G.M.Gatti, Paravia, 1956,pag.310</ref>.
La mattina del 9 maggio [[1997]], alle ore 11:42 circa, Marta Russo, studentessa di giurisprudenza ed ex campionessa regionale di [[scherma]]<ref name=stud/>, fu raggiunta alla testa da un [[proiettile]] [[calibro 22]], non scamiciato e composto da solo piombo<ref name=imposimato/>, mentre, insieme all'amica Jolanda Ricci, percorreva un vialetto all'interno della Città Universitaria, tra le facoltà di Scienze Statistiche, Scienze Politiche e Giurisprudenza. Il proiettile penetrò alla nuca, dietro l'orecchio sinistro, spezzandosi in undici frammenti che causarono danni cerebrali irreversibili. I testimoni parlarono di un colpo attutito, come sparato da un'arma col silenziatore, secondo alcuni una [[carabina]], secondo altri una [[pistola]], come verrà detto nel processo. La ragazza fu trasportata al vicino [[Policlinico Umberto I]], dove arrivò in coma; il 13 maggio i medici constatarono la [[morte cerebrale]]<ref>[http://cinquantamila.corriere.it/storyTellerThread.php?threadId=MRRAppuntiSullaMorteDiMartaRusso ''Appunti sulla morte di Marta Russo'', Corriere della sera]</ref> e il 14 maggio venne staccata la spina ai macchinari che la tenevano in vita. I genitori e la sorella decisero di donarne gli organi.<ref>[http://archiviostorico.corriere.it/2004/aprile/15/Legata_quell_ostaggio_dal_cuore_co_10_040415017.shtml ''«Legata a quell'ostaggio dal cuore di Marta»'']</ref>
 
Nonostante il tocco della tastiera fosse piuttosto rigido, l'invenzione ha incontrato un certo entusiasmo, in particolare dall'americano [[Alfred Dolge]]. A [[New York]] nel [[1891]] fu fondato un ''Paul von Janko Conservatory''
Ai funerali, presso la stessa Sapienza, parteciparono anche il premier [[Romano Prodi]], il futuro sindaco di Roma [[Walter Veltroni]], il Presidente della Camera [[Luciano Violante]] ed il Ministro dell'Istruzione e dell'Università [[Luigi Berlinguer]].<ref name=cron/> La salma di Marta Russo riposa nel [[Cimitero del Verano]] di [[Roma]].<ref>[http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2007/01/30/una-nuova-tomba-per-marta-russo.html ''Una nuova tomba per Marta Russo'']</ref>
e una ''Janko Society'' fu fondata a [[Vienna]] nel [[1905]]. Un certo numero di pianisti in [[Austria]], in [[Germania]] e negli [[Stati Uniti d'America|Stati Uniti]] realizzarono tastiere Janko e Paul Perzina produsse una doppia reversibile tastiera: standard su un lato, Janko sull'altro.
 
== Le indagini Note==
<references/>
A causa della complessità della scena del [[delitto]], per ricostruire la dinamica degli eventi si dovette ricreare virtualmente il [[cortile]] dell'[[università]] con una [[videocamera]] [[laser]] tridimensionale unica in [[Italia]], in possesso della Facoltà di Architettura dell'[[Università degli studi di Ferrara]] e in uso ai tecnici del [[NubLab]]<ref>''Laboratorio di modellazione e rilievo in tre dimensioni''.</ref> / [[DIAPREM]]<ref>''Development of Integrated Automatic Procedure for Restoration of Monuments''.</ref>. Gli scanner 3D, utilizzati abitualmente per rilevare l'architettura storica in funzione del restauro, permisero in questo caso di realizzare un modello estremamente preciso e completo come base per le perizie<ref>[[La Repubblica]] [http://www.repubblica.it/speciale/universita/architettura/curiosita.html ''Effetti speciali in aula targati Hollywood'']</ref>. Questa ricostruzione è stata tuttavia criticata da alcuni esperti di armi, come, alcuni anni dopo, l'ex magistrato Edoardo Mori; egli afferma che le perizie non potevano sostenere con certezza che il colpo partì da una precisa stanza (l'aula 6, piuttosto che il bagno di cui si parlò da subito da parte di alcuni periti, poi licenziati), scrivendo anche che a causa degli errori forensi, a suo dire commessi, si focalizzò l'attenzione sul luogo sbagliato come punto di partenza del colpo. A seconda della posizione della testa della vittima, si potevano infatti ricostruire diverse traiettorie.<ref>[http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1997/05/10/cecchino-spara-all-universita.html?rss ''Cecchino spara all'Università'']</ref><ref>[http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1998/11/29/un-laser-per-la-verita-su-marta.html ''Un laser per la verità su Marta'']</ref><ref name=mori/>
 
===La pista terroristica e della criminalità organizzata===
Subito dopo l'omicidio, la particolarità del luogo dove era avvenuto, la coincidenza con gli anniversari delle morti di [[Aldo Moro]] (9 maggio [[1978]]) e di [[Giorgiana Masi]]<ref>[http://archiviostorico.corriere.it/1997/maggio/10/Agguato_all_universita_ragazza_coma_co_0_9705105067.shtml ''Agguato all'università, studentessa in coma'']</ref> (studentessa vittima di proiettile vagante durante una manifestazione a Roma, il 12 maggio [[1977]]) e di altre persone legate in qualche modo al clima politico degli anni '70 ([[Peppino Impastato]] e [[Ulrike Meinhof]], 9 maggio 1978 e 9 maggio [[1976]]), contemporaneamente alla clamorosa vittoria della [[destra (politica)|destra]] nelle elezioni delle rappresentanze studentesche tenute il giorno precedente all'omicidio, ma anche nel mese di aprile<ref>Il candidato di Alleanza Universitaria-[[Alleanza Nazionale|AN]] si impose tra il sospetto di brogli (vedi: [http://archiviostorico.corriere.it/1997/aprile/23/Sapienza_schede_sospette_co_10_970423293.shtml ''Sapienza, schede sospette''], [http://archiviostorico.corriere.it/1997/aprile/24/Universita_bis_della_Destra_co_10_970424397.shtml ''Università, bis della destra'']</ref>, resero plausibile la tesi dell'agguato terroristico a sfondo politico, ipotesi abbandonata perché né Marta Russo né l'amica Jolanda Ricci, erano iscritte a partiti o movimenti politici, se si escludeva la teoria dello scambio di persona.<ref name=stud>[http://archiviostorico.corriere.it/1997/maggio/10/Killer_all_universita_studentessa_coma_co_0_9705104844.shtml ''Killer all'università, studentessa in coma'']</ref>
 
C'erano state comunque minacce ventilate di [[terrorismo]] nei giorni precedenti e seguenti, anche con informative di [[SISMI]] e [[SISDE]]<ref>[http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1997/05/12/separatismo-nuovo-colore-del-terrorismo.html ''Separatismo nuovo colore del terrorismo?'']</ref>, dal [[terrorismo rosso]] (risultato poi presente in alcuni ambienti della Sapienza) e [[terrorismo nero|nero]] al [[indipendentismo|separatismo]]<ref>Lo stesso giorno ci fu il cosiddetto "assalto al [[basilica di San Marco|campanile di San Marco]]" di [[Venezia]] da parte del gruppo denominato ''[[Serenissimi]]''.</ref> fino al [[terrorismo islamista]], che cominciava una campagna di attentati nel mondo e aveva nel mirino Roma e il [[Giubileo del 2000]].<ref name=zero/><ref>[http://archiviostorico.corriere.it/1997/maggio/18/capo_dell_antiterrorismo_Usa_Italia_co_0_97051812106.shtml ''Il capo dell'antiterrorismo USA: "L'Italia deve fare di più"'']</ref><ref>[http://archiviostorico.corriere.it/1997/maggio/28/Giubileo_pericolo_terroristi_islamici_co_0_9705289725.shtml ''Giubileo, pericolo terroristi islamici'']</ref> Per questi motivi, numerosi docenti, spesso con incarichi politici, hanno la scorta e le guardie di sicurezza e da tempo il commissariato più vicino è situato proprio all'interno della città universitaria. Una pista seguita da subito fu quella della criminalità organizzata, ma senza successo.<ref name=ndran/>
 
====La nuova strategia della tensione====
L'ipotesi di una nuova [[strategia della tensione in Italia|strategia della tensione]] fu ventilata da alcuni a ridosso dell'omicidio, parlando di un atto senza movente nello stile tipico dei terroristi di [[estrema destra]] e dei [[Storia dei servizi segreti italiani|servizi segreti deviati]] nel periodo [[1969]]-[[1984]], di cui addossare la colpa, eventualmente, ad attivisti di [[estrema sinistra]], ma questa pista fu presto abbandonata.<ref>[http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1999/01/13/il-killer-di-marta-sparo-col-silenziatore.html ''Il killer di Marta sparò col silenziatore'']</ref>
 
====L'ipotesi dello scambio di persona====
Le indagini iniziali furono ad ampio spettro e scandagliarono il passato di Marta, dei suoi familiari, dell'amica Jolanda e di altri testimoni, come alcuni dipendenti che si stavano recando a prendere la paga mensile. Nel vialetto erano presenti, oltre alla vittima e all'amica, alcuni dipendenti dell'università e delle suddette imprese, alcuni studenti e qualche docente.<ref name=valentini/>
 
=====L'amica Jolanda=====
Si indagò anche sul passato del padre di Jolanda, Renato Ricci, funzionario del [[Ministero della Giustizia]], responsabile degli appalti nel Dipartimento per l'Amministrazione penitenziaria (Dap) e già vicedirettore del [[carcere di Rebibbia]].<ref name=":0" /> Il padre di Jolanda aveva dichiarato di aver ricevuto alcune telefonate anonime,<ref>{{Cita news|autore = Flavio Haver|titolo = ''Donati gli organi di Marta. Il padre di Jolanda: "Colpirmi? Potevano farlo senza problemi"''|pubblicazione = Corriere della Sera|data = 13 maggio 1997|urlarchivio = http://archiviostorico.corriere.it/1997/maggio/14/Donati_gli_organi_Marta_co_0_9705145835.shtml}}</ref> con minacce dirette proprio alla ragazza.<ref name=valentini>{{Cita web|autore = Enrico Ratto|url = http://www.pedro.it/webs/alternews/segnalazioni/martaRusso.htm|titolo = Caso Marta Russo: Intervista a Giovanni Valentini|accesso = 15 ottobre 2014|data = |citazione = Giovanni Valentini è editorialista della "Repubblica", ha diretto "L’Europeo" e poi "L’Espresso". È autore del libro "Il mistero della Sapienza - il caso Marta Russo" (Baldini & Castoldi).}}</ref> La Procura di Roma non fece inizialmente menzione del fatto che Renato Ricci era stato tra gli indiziati principali dei pestaggi avvenuti il 12 luglio [[1972]] nel carcere di cui era vicedirettore.<ref>{{Cita news|autore = Anonimo|titolo = Per il massacro di Rebibbia incriminati il direttore e i vice direttori|pubblicazione = [[Lotta Continua (quotidiano)|Lotta Continua]]|data = 29 luglio 1972|urlarchivio = http://www.fabrizioscottoni.it/archivio/OCR-PDF-compressi/LC1_1972_07_29.pdf|citazione = Il direttore del carcere di Rebibbia, il gendarme dottor Giovanni Castellano, i suoi due vicedirettori, Vincenzo Barbera e Renato Ricci, (che avevano presenziato di persona al pestaggio dei detenuti per accertarsi che le botte andassero a segno), alcuni sottufficiali e numerose guardie carcerarie, sono stati indiziati del reato di lesioni per aver sottoposto più di 45 detenuti al massacro di botte e di manganellate della notte del 12 luglio scorso. Ieri un avvocato ha sporto denuncia al magistrato perché il detenuto da lui difeso è in fin di vita in conseguenza delle botte ricevute quella notte.}}</ref><ref name=":0">{{Cita news|autore = Flavio Haver|titolo = "Colpita per errore, il bersaglio era l'amica"|pubblicazione = Corriere della Sera|data = 13 maggio 1997|urlarchivio = http://archiviostorico.corriere.it/1997/maggio/13/Colpita_per_errore_bersaglio_era_co_0_9705136520.shtml}}</ref>
 
Venne ipotizzata una [[vendetta]] trasversale, un avvertimento della criminalità organizzata ([[mafia]], [['ndrangheta]], [[banda della Magliana]], ecc.)<ref name=":0"/>, rancori personali o un'azione dimostrativa del [[terrorismo rosso]], che avesse per obiettivo Jolanda Ricci in quanto figlia di Renato, e non Marta Russo, colpita per errore data la vicinanza e la somiglianza da lontana (entrambe le ragazze avevano i capelli tinti di biondo e un vestito simile).<ref name=":0"/> La pista, ventilata anche dallo stesso Renato Ricci<ref name=":0"/>, venne subito abbandonata.<ref name=psic>{{Cita pubblicazione|autore = Cinzia Palopodi|titolo = Psicologia della Testimonianza: Il caso Marta Russo|rivista = Tesi di Specializzazione Triennale in Scienze Criminologiche|url = http://www.misteriditalia.it/altri-misteri/marta%20russo/10TESI(Psicologiadellatestimonianza).pdf|accesso = 15 ottobre 2014|p = 6|editore = Istituto MEME}}</ref>
[[File:Sapienzia Roma2.jpg|thumb|270px|Le finestre del primo piano dell'edificio dell'Istituto di Filosofia del Diritto, da dove secondo le perizie più accreditate partì il colpo, viste dalla piazza del Rettorato]]
 
=====La figlia di un testimone sotto protezione=====
Nel 1999 la figlia di un [[collaboratore di giustizia]] messinese minacciato da boss dell'[[usura]] legati a [[Cosa Nostra]], frequentante l'università La Sapienza sotto falso nome, affermò di essere stata nel mirino di killer mafiosi che avrebbero rintracciato la famiglia, nonostante il programma di protezione testimoni. La ragazza sostenne che poteva essere lei l'obiettivo per vendetta contro il padre testimone, data una certa somiglianza e i capelli biondi, e non Marta Russo o Jolanda Ricci.<ref name=psic/> Si sarebbe trattato di scambio di persona da parte dei sicari, come avvenuto in altri casi<ref>Questa opinione è stata condivisa, nel 2011, da un ergastolano per fatti di mafia, Pasquale De Feo; cfr: [https://urladalsilenzio.wordpress.com/2012/01/01/8339/ Diario di Pasquale De Feo - Urla dal silenzio]</ref>; i pm titolari dell'inchiesta tuttavia non ritennero verosimile l'ipotesi, lasciando cadere questa presunta pista perché la ragazza non si trovava in quella zona dell'università, sebbene gli investigatori della [[Direzione nazionale antimafia|Procura Nazionale Antimafia]] non la ritenessero totalmente "incompatibile". La giovane si era rivolta ai pm romani poco dopo l'omicidio, per non essere presa in particolare considerazione, poiché nel periodo di Messina avrebbe potuto essere un bersaglio più semplice; si rivolse allora ai giudici antimafia nel 1999, e asserì che era solita passare in quel vialetto, al contrario di quanto affermato dalla procura, e che poteva essere quindi l'obiettivo di un killer appostato quel giorno nel bagno disabili di statistica, anche se quel giorno non vi passò. I giudici passarono però, per competenza, la denuncia alla procura romana che archiviò nuovamente.<ref>[http://www.repubblica.it/online/fatti/marta/mafia/mafia.html ''Nel caso Marta Russo spunta una pista mafiosa'']</ref><ref>[http://archiviostorico.corriere.it/1999/febbraio/23/Volevano_colpire_non_Marta_Russo_co_0_9902232244.shtml Flavio Haver, ''"Volevano colpire me, non Marta Russo"'']</ref><ref>[http://www.zonedombra.com/component/content/article/38-contro-informazione/113-marta-russo-ipotesi-altrenative.html ''Marta Russo: le ipotesi alternative'']</ref><ref>[http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1999/02/23/magistrati-non-passo-mai-nel-vialetto.html ''I magistrati: "Non passò mai nel vialetto"'']</ref>
 
====Presenza delle Nuove BR alla Sapienza====
A fine ottobre 2003, poco prima della sentenza definitiva, uno dei condannati, Giovanni Scattone, rivelò alla Stampa la presenza (già nota da qualche mese alla procura<ref name=sostiene/>) sul luogo e nel giorno del delitto di un dipendente di un'impresa di pulizie<ref name=sostiene/> (nelle stanze usate dagli addetti di aziende di pulizia furono ritrovati bossoli e armi modificate), la ''Team Service'' prima e la ''Smeraldo'' poi<ref>[http://archiviostorico.corriere.it/2003/ottobre/27/secondo_covo_delle_nuove_vicino_co_10_031027009.shtml ''«Il secondo covo delle nuove Br vicino al metrò»'']</ref>, risultato poi appartenente alle [[Nuove Brigate Rosse]] (gruppo ispirato alle [[Brigate Rosse]] storiche), [[Paolo Broccatelli]]<ref name=sostiene>[http://cerca.unita.it/ARCHIVE/xml/105000/100274.xml?key=Maria+Zegarelli&first=2101&orderby=1&f=fir ''Sostiene Scattone: ci sono i brigatisti dietro il caso Marta Russo. Condannato da tre Corti, torna a parlare l'ex assistente di filosofia. Dice: Broccatelli lavorava alla Sapienza come addetto alle pulizie e quel giorno era in servizio'']</ref>, studente di Statistica con pochi esami alla laurea; lavorava assieme alla sorella<ref name=nipr/> (la quale non era a conoscenza delle sue attività<ref>[http://cerca.unita.it/ARCHIVE/xml/105000/100082.xml?key=Maura+Gualco&first=151&orderby=1&f=fir ''La sorella: «Se fossevero lo ripudierei»'']</ref>) anche nella pulizia dei locali dove si trovava il bagno disabili. Egli fu arrestato quell'anno e poi condannato per [[associazione sovversiva]] a 9 anni di reclusione, durante il processo per l'[[omicidio di Massimo D'Antona]] (1999), ucciso con una pistola con silenziatore; D'Antona era docente alla Sapienza e i brigatisti, tra cui Broccatelli (considerato dagli inquirenti elemento di spicco della nuova colonna romana<ref name=casamassima/>) avevano seguito a lungo le sue lezioni e i suoi spostamenti, preparando il delitto.<ref name=casamassima>Pino Casamassima, ''Il libro nero delle Brigate Rosse'', [https://books.google.it/books?id=bPLNu8brGQUC&pg=PT237&dq=libro+nero+brigate+rosse+paolo+broccatelli&hl=it&sa=X&ved=0CCoQ6AEwAGoVChMI_Iqf4fioxwIVRdEUCh25WQX2#v=onepage&q=libro%20nero%20brigate%20rosse%20paolo%20broccatelli&f=false estratto]</ref> Questa accusa, rivolta a Broccatelli (che non ha comunque mai sporto querela per [[diffamazione]]) o in genere alla formazione terroristica, venne però criticata anche da alcuni innocentisti come incongrua o [[calunnia|calunniosa]]<ref>{{cita web|url=http://archiviostorico.corriere.it/2003/ottobre/31/giudice_croce_accuse_Scattone_alle_co_0_031031119.shtml|titolo=Il giudice in croce e le accuse di Scattone alle Br|editore=''[[Il Corriere della Sera]]''|autore=[[Paolo Mieli]]|data=31 ottobre 2003|accesso=23 febbraio 2013}}</ref>, sebbene Scattone si sia rimasto convinto della possibilità<ref>[http://www.misteriditalia.it/altri-misteri/marta%20russo/11Assassinosconosciuo.pdf Giovanni Scattone, ''Assassino sconosciuto''], da L'Europeo</ref>, in quanto un errore così clamoroso (magari causato dall'imperizia del killer improvvisato, dall'arma montata in maniera artigianale o dal fatto di essere stato disturbato dalla presenza di qualche studente), cosa avvenuta nella storia del [[terrorismo italiano]], non sarebbe stato certo rivendicato dalle BR, né avrebbero emesso un qualche comunicato (anche per non svelare la loro presenza nell'ateneo) e sarebbe rimasto senza movente.<ref name=broccatelli>[http://archiviostorico.corriere.it/2003/ottobre/27/morte_Marta_Russo_uomo_delle_co_0_031027007.shtml ''La morte di Marta Russo, l'uomo delle pulizie e i dubbi di Scattone''<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref><ref>Rita Di Giovacchino, ''Il libro nero della Prima Repubblica'', Fazi, pag. 214 e segg.</ref><ref>[http://www.dirittodicritica.com/2011/05/06/marta-russo-scattone-ferraro-19681/ Andrea Fabio Torsello, ''Marta Russo, Scattone e Ferraro condannati in sede civile. L’inchiesta, le ipotesi, la sentenza'']</ref><ref name=gregoretti2>[http://www.marcogregoretti.it/misteri/9-maggio-1997-marta-russo-22-anni-viene-uccisa-mentre-passeggia-con-unamica-alluniversita-di-roma-il-mio-articolo-sul-numero-otto-di-quarto-grado-magazine-in-edicola-fino-a-martedi-7-luglio/ Marco Gregoretti, ''9 maggio 1997. Marta Russo, 22 anni, venne uccisa mentre passeggiava con un’amica all’Università di Roma'', Quarto Grado Magazine]</ref>
 
Già in passato le [[Brigate Rosse]] avevano ucciso all'interno dell'Università, nel caso di [[Vittorio Bachelet]] ([[1980]]) giurista cattolico e vicepresidente del [[Consiglio superiore della magistratura|CSM]], colpito perché aveva invitato i magistrati a non farsi intidimire.<ref name=comitato2/>
Sebbene i titolari dell'inchiesta sulle Nuove BR (tra cui lo stesso Italo Ormanni che si occupò del caso Marta Russo) ritengono che Broccatelli si trovasse a quell'ora nell'aula di informatica (fu però impossibile verificarlo, dato che dall'aula furono sottratti, senza commettere effrazione, alcuni dischetti ed il registro delle presenze<ref name=nipr/>), mentre doveva dedicarsi al "ripasso bagni" la mattina e la sera<ref>[http://archiviostorico.corriere.it/2003/ottobre/27/secondo_covo_delle_nuove_vicino_co_10_031027009.shtml ''«Il secondo covo delle nuove Br vicino al metrò»'']</ref>, uno studente di 22 anni il giorno successivo all'omicidio raccontò alla redazione del ''[[Il Giornale|Giornale]]'' di essere entrato nel bagno disabili di Statistica dove avrebbe scorto ''«un ragazzo con una sacca rossa che fingeva di guardarsi allo specchio, come se avesse voluto aspettare che io me ne andassi»''. Dopo essere uscito udì un rumore, non collegandolo però subito ad uno sparo silenziato. Non risulta che alcun membro della cellula sia mai stato interrogato in merito all'omicidio di Marta Russo, né che le armi calibro 22 in loro possesso siano state confrontate.<ref name=nipr/> Si accertò comunque che il bagno di Statistica si poteva chiudere da dentro incastrando la maniglia della porta con la “cipolla” della doccia; le chiavi erano state rubate tempo prima e chiunque avrebbe potuto entrare nei locali.<ref name=caso/> Uno dei testimoni al processo raccontò di avere chiuso la finestra del bagno poco prima dello sparo, e poi sarebbe uscito; un testimone oculare del delitto, Andrea Ditta, spiegò di aver visto invece la finestra socchiusa subito dopo il colpo.
 
Un possibile obiettivo diretto delle BR - ipotesi avanzata anni prima di scoprire la cellula neo-brigatista, già subito dopo l'omicidio - fu individuato infatti nel professor Cesare Marongiu Buonaiuti (come affermato, in seguito, anche dallo stesso Scattone<ref name=broccatelli/>), storico del cristianesimo moderno e titolare della cattedra di [[Storia della Chiesa]] alla facoltà di [[Scienze politiche]], il quale passava in automobile a passo d'uomo nel vialetto quando il proiettile colpì Marta Russo.<ref name=pizz>[http://archiviostorico.corriere.it/1997/giugno/16/Uccisa_Marta_sono_andati_festeggiare_co_0_97061617198.shtml ''Uccisa Marta sono andati a festeggiare'']</ref> Marongiu (deceduto poi per cause naturali nel 2003), dopo aver visto Marta accasciarsi a terra, scese subito per sincerarsi delle sue condizioni, ed era convinto di averla urtata con la vettura.<ref name=nipr/> Il docente fu tra i primi soccorritori della studentessa, ma disse di non credere che lui fosse il bersaglio, in quanto avrebbero potuto colpirlo in precedenza con più facilità, oltre a non aver mai ricevuto minacce.<ref>[http://archiviostorico.corriere.it/1997/giugno/12/Gridava_Hanno_sparato_co_10_9706127372.shtml ''«Gridava: "Hanno sparato"»'']</ref>
Il professor Marongiu aveva partecipato anche ad un convegno nel quale era ospite Gianni Bonvicini, politologo e direttore dell'[[Istituto affari internazionali]]; Bonvicini e l'Istituto quattro anni dopo furono due degli obiettivi dei [[Nuclei Iniziativa Proletaria Rivoluzionaria]] nell'attentato fallito di via Brunetti<ref>[http://archiviostorico.corriere.it/2001/aprile/11/bomba_innescata_con_telefonino_co_0_0104114401.shtml ''La bomba innescata con un telefonino'']</ref>; dalle carte sequestrate ad alcuni neo-brigatisti risultatono i legami ideologici e operativi con i NIPR.<ref name=nipr>[http://www.libbra.it/ancestralia/ancestralia4.htm ''Giallo Marta Russo: atto terroristico?'']</ref>
 
=====La ditta di pulizie e l'aula 6=====
Aveva destato particolare scalpore il ritrovamento, nella notte di domenica 11 maggio 1997, di alcune cartucce in un locale dell'Istituto di [[Fisiologia]] utilizzato proprio dagli inservienti delle pulizie.<ref name=":0" /> Interrogati e perquisiti (per verificare che qualcuno non avesse motivi per sparare a qualcuno, per contrasti di lavoro o di denaro), risultarono estranei alla vicenda.<ref name=":0" /> Nel detto bagno di [[Statistica]] vengono trovati residui di presunta polvere da sparo e una pistola arrugginita, mentre nel bagno del Rettorato un testimone affermò di aver trovato la scheda tecnica di una pistola.<ref name=caso/><ref>[http://www.dirittodicritica.com/2012/05/09/marta-russo-testimonianza-37965/ ''Caso Marta Russo, la testimonianza: “Nel bagno del Rettorato la scheda tecnica di una pistola”'']</ref>
 
La Polizia effettuò numerose perquisizioni presso gli uffici e i locali della ditta di pulizie ''Pul.Tra'', rinvenendo “bossoli e parti di armi”.<ref name=caso/> La vecchia pistola arrugginita non aveva invece sparato negli ultimi anni, e venne trovata in un'intercapedine del detto bagno; probabilmente era lì dagli anni '70, e venne per ciò confrontata con il proiettile che a suo tempo aveva ucciso Giorgiana Masi.<ref>[http://carta.ilmessaggero.it/hermes/19980423/01_NAZIONALE/9/D.htm ''L’arma del delitto potrebbe confermare che ad uccidere la ragazza fu l’autonomo Fabrizio Nanni. Giorgiana Masi, si cerca la pistola'']</ref>
 
A casa di uno dei dipendenti vengono trovati tre fucili, una carabina ad aria compressa, pistole giocattolo e una rivoltella a salve modificate per accogliere anche proiettili calibro 22, buste e confezioni di proiettili. Negli armadietti vengono ritrovati anche silenziatori rudimentali artigianali. Viene fatta richiesta di intercettazioni, ''"ritenendo estremamente probabile coinvolgimento medesimi in episodio criminoso"'', secondo il dirigente della Squadra Mobile di Roma, Nicolò D’Angelo. Un verbale della questura afferma: ''“anche in precedenza all’evento delittuoso, e probabilmente dallo stesso punto di fuoco sono stati sparati dei colpi... Alcune persone rintracciate sono sicuramente solite 'divertirsi' a sparare"''.<ref name=caso/>
 
Il 21 maggio, sul davanzale dell’Aula Assistenti della Istituto di [[filosofia del diritto]], la Polizia Scientifica ritrova una particella di “ferro-bario-antimonio”, indirizzando gli inquirenti ad abbandonare le precedenti indagini sulla ditta di pulizie e su altre persone. La sentenza di annullamento della Cassazione del 2001 definirà questo fatto come ''"un errore"''.<ref name=caso/>
 
=====I residui del soffitto del bagno sul proiettile=====
Il proiettile recava tuttavia fibre di [[lana di vetro]] come se la canna dell'arma, mentre sparava, fosse stata appoggiata in un un luogo con questi residui, mentre le finestre erano invece intatte, e le fibre erano compatibili con quelle del controsoffitto del bagno disabili di [[Statistica]], rinvenute anche sul pavimento del locale, inizialmente indicato dai testimoni come luogo dello sparo, e non con l'aula 6 di Filosofia del diritto, che non ha controsoffitti di questo tipo.<ref>[http://www.repubblica.it/online/cronaca/martrus/ultima/ultima.html ''Marta Russo, l'appello bis, si cerca l'ultima verità'']</ref> Secondo l'accusa erano invece residui di un silenziatore.<ref>[http://archiviostorico.corriere.it/2000/novembre/14/Marta_Russo_nuovo_test_accusa_co_0_0011148528.shtml ''Marta Russo, nuovo test accusa Ferraro'']</ref>
 
===Il colpo esploso "per errore"===
Oltre all'ipotesi dello scambio di persona, si parlò di colpo di pistola partito per sbaglio a qualcuno, nel pulire o maneggiare un'arma. Uno dei poliziotti che indagavano avrebbe però commentato, prima ancora di avere qualsiasi conferma e molto prima che venissero fatti i nomi di Scattone e Ferraro: ''"Secondo noi sono stati due assistenti che cazzeggiavano con una pistola"''.<ref name=caso/>
 
La finestra, dalla quale era stato esploso il colpo secondo la scientifica era negli uffici al secondo piano della Facoltà di [[Giurisprudenza]]. Gli inquirenti cominciarono a raccogliere testimonianze ma nessuna delle persone nelle stanze superiori venne collegata al terrorismo. I difensori paventeranno perfino l'impistaggio o il depistaggio, per coprire un possibile colpo partito per caso o per imprudenza a un "agente" o "[[poliziotto]] in borghese", oppure a una [[guardia di sicurezza privata]] o altri, magari presenti sul luogo a causa dell'incremento di sicurezza dovuto alla citata minaccia terroristica.<ref name=comitato2/>
 
===Ipotesi minoritarie===
Nel 2001 si verificò un caso simile a Roma, in via Trastevere, quando una religiosa, suor Piera Lucia Sonnetti, venne colpita al collo da un proiettile calibro 22, forse sparato da un'arma silenziata, che penetrò nei polmoni; la donna sopravvisse, ma il colpevole non venne mai individuato<ref>[http://ricerca.gelocal.it/lanuovasardegna/archivio/lanuovasardegna/2001/04/30/SA304.html ''Suora colpita come Marta Russo Roma, sparo in viale Trastevere. La donna in ospedale: non è grave'']</ref>; si ipotizzò un errore o, da parte degli innocentisti sul caso Scattone-Ferraro, la possibile presenza di un [[cecchino]] [[assassino seriale|seriale]] a Roma<ref>[http://murderpedia.org/male.S/s/scattone-giovanni.htm ''Scattone, Giovanni'' - articoli sull'omicidio raccolti su ''Murderpedia'']</ref> (spesso coinvolgente anche la lunga catena di omicidi con armi da fuoco irrisolti<ref>[http://www.iltempo.it/roma-capitale/cronaca/2013/05/30/la-lunga-scia-di-omicidi-ancora-irrisolti-1.1143279 ''La lunga scia di omicidi ancora irrisolti'']</ref> o varie [[teorie del complotto]]<ref>[http://archiviostorico.corriere.it/2005/ottobre/15/Marta_Russo_non_complotto_co_10_051015029.shtml ''«Marta Russo, non ci fu complotto»'']</ref>), idea peraltro proposta già nel 1997, ma che non ha mai trovato riscontri effettivi.<ref>[http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2001/04/30/uno-sparo-trastevere-ferita-una-suora-giallo.html ''Uno sparo a Trastevere ferita una suora, è giallo'']</ref><ref>[http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2001/05/03/la-vendetta-di-un-balordo-dietro-il.html ''La vendetta di un balordo dietro il giallo di Trastevere'']</ref><ref>[http://archivio.lastampa.it/articolo?id=a3bc64a018b4a95373f3d3b8f4f3c7bb25877d50 ''Il chirurgo: la suora colpita da un cecchino. Il pm la interroga in ospedale, un uomo convocato in caserma'']</ref><ref>[http://criminologia.advcom.it/martarusso2.htm ''«Mi hanno distrutto, lascio l'Italia». Il caso Marta Russo: una condanna definitiva'']</ref><ref>[http://www.webalice.it/guido.vitiello/I%20misteri%20del%20delitto.htm Giovanni Valentini, ''I misteri del delitto di Marta - Controinchiesta'' (Prima puntata)]</ref>
 
Si parlò anche di motivi personali o di scandali legati al mondo universitario e dell'ateneo romano (riemersi in anni seguenti) <ref>[http://archiviostorico.corriere.it/2003/luglio/19/Alla_Sapienza_scatta_anche_indagine_co_10_030719009.shtml ''Alla Sapienza scatta anche l'indagine interna'']</ref>, nel caso in cui la vittima avesse visto o sentito cose "scomode" e volesse denunciarle, ma non ci furono prove in questo senso.<ref name=gregoretti2/>
 
===Scattone e Ferraro===
Vennero iscritti nel registro degli indagati circa 40 dipendenti e frequentanti l'Università, e venne indiziato all'inizio un bibliotecario di [[Lettere e filosofia|Lettere]], Salvatore "Rino" Zingale (trovato in possesso di armi e munizioni e accusato di girare armato<ref name=caso/>), poi scagionato dopo pochi giorni poiché provvisto di un alibi verificato; viene condannato, con patteggiamento, a un anno di reclusione con la condizionale, per il reato di falso.<ref name=crono>[http://www.caffeeuropa.it/attualita/38Russo-Lettipervoi.html ''Cronologia del caso Marta Russo'']</ref><ref name=parente/>
[[File:Giovanni Scattone.jpg|thumb|220px|Giovanni Scattone nel 2003]]
Furono ascoltati, tra gli altri, una studentessa fuoricorso, Giuliana Olzai, 44 anni (interrogata anche per il suo background famigliare, per sua stessa ammissione è infatti sorella di «due pregiudicati sardi» coinvolti anche nel sequestro di Dante Belardinelli<ref>Bernardino Olzai, morto in uno scontro a fuoco con la polizia durante il sequestro presso Roma, e Diego Olzai</ref> nel [[1989]]<ref>[http://www.radiozai.net/articlerz.php?sid=79221 ''Una morte avvolta nel mistero'']</ref>), il professor [[Nicolò Lipari]], ex parlamentare [[democristiano]], e soprattutto sua figlia Maria Chiara Lipari, dottoranda, che fece, dopo aver riferito i ricordi in maniera frammentaria, definita "subliminale" e parlando di "atmosfera strana" nell'aula<ref>[http://www.webalice.it/guido.vitiello/memorie.htm Alberto Beretta Anguissola, ''Le memorie troppo volontarie di Maria Chiara Lipari'']</ref>, i nomi del professor [[Bruno Romano]], direttore dell'istituto e noto filosofo, che fu arrestato (ai domiciliari) per [[favoreggiamento]] e poi presto scagionato (Romano venne difeso dagli avvocati [[Giulia Bongiorno]] e [[Franco Coppi]]), di Gabriella Alletto, 45 anni, impiegata dell'istituto, di Francesco Liparota, 35 anni, all'epoca usciere della facoltà ma laureato in legge e in procinto di divenire [[avvocato]] libero professionista<ref name=liparota2>[http://archiviostorico.corriere.it/2003/dicembre/17/Volevo_suicidarmi_ora_torno_vivere_co_10_031217015.shtml ''«Volevo suicidarmi, ora torno a vivere»'']</ref>, e in seguito di due assistenti universitari, Giovanni Scattone, 29 anni, assistente volontario<ref>[http://www.repubblica.it/online/fatti/marta/augias/augias.htm Corrado Augias, ''Indizi, veleni e misteri di un delitto senza movente'']</ref> (cioè senza stipendio fisso) del professor Romano presso la facoltà di Lettere e [[Filosofia]] e ricercatore di "teoria generale del [[diritto]] e [[filosofia della politica]]"<ref>[http://giovanniscattone.blogspot.it/p/curriculum.html ''Giovanni Scattone - Curriculum'']</ref>, e Salvatore Ferraro, 30 anni, già [[dottore di ricerca]] in [[Giurisprudenza]] e assistente del professor Gaetano Carcaterra assieme a Scattone stesso<ref name=valentini/>, i quali tenevano alcuni corsi di [[filosofia del diritto]]<ref>{{cita web|url=http://archiviostorico.corriere.it/1998/luglio/16/Marta_Russo_scontro_tra_professori_co_0_980716592.shtml|titolo=Marta Russo, scontro tra i professori|editore=''[[Il Corriere della Sera]]''|autore=Haver Flavio|data=16 luglio 1998|accesso=25 febbraio 2013}}</ref><ref name=cron>{{cita web|url=http://www.repubblica.it/online/fatti/martarusso/crono/crono.html|titolo=Marta Russo, un caso lungo due anni|editore=''[[La Repubblica]]''|autore=Redazione|data=1º giugno 1999|accesso=25 febbraio 2013}}</ref>. La Lipari fa anche il nome di Massimo Mancini, che possiede delle pistole (che risulteranno incompatibili) come presente nella stanza, ma gli inquirenti verificano il suo alibi e lo trovano inattaccabile.<ref>[http://archiviostorico.corriere.it/1997/giugno/15/trappola_assassino_Marta_co_0_97061517008.shtml ''In trappola l'assassino di Marta'']</ref>
 
Una ventina di studenti testimoniarono che il "[[delitto]] perfetto", su cui avrebbero tenuto anche un seminario, era ricorrente nei discorsi dei due assistenti universitari<ref name=perf>{{cita web|url=http://archiviostorico.corriere.it/1997/settembre/05/Provavano_delitto_perfetto_co_0_97090511201.shtml|titolo="Provavano il delitto perfetto"|editore=''[[Il Corriere della Sera]]''|autore=Di Gianvito Lavinia|data=5 settembre 1997|accesso=23 febbraio 2013}}</ref>.
[[File:Salvatore Ferraro radicale 2.jpg|thumb|left|200px|Salvatore Ferraro nel 2015]]
Riguardo alle lezioni tenute dai due sospetti, i giornalisti ipotizzarono anche delle fantasiose connessioni tra il "[[Oltreuomo|Superuomo]]" di [[Nietzsche]] (tesi portata avanti durante il processo di primo grado dal pm Ormanni) e la figura di [[Rodion Romanovič Raskol'nikov|Raskolnikov]], il protagonista immaginario di ''[[Delitto e castigo]]'' di [[Dostoevskij]], che realizza un delitto quasi perfetto e che reputa a fin di bene, ma poi confessa tutto al giudice Porfirij Petrovič, spinto dal rimorso, o con i film di [[Alfred Hitchcock|Hitchcock]] ''[[Delitto perfetto]]'' e ''[[Delitto per delitto]]''; seppur considerata una pista poco consistente, gli inquirenti insistevano che i due avessero voluto "inscenare" o "simulare" un delitto senza movente, ma che la situazione fosse degenerata per colpevole imprudenza, circostanza sempre negata con determinazione da Scattone e Ferraro e poi caduta nel corso delle indagini e del primo processo.<ref name="conviction">Kennedy, Frances. [http://www.independent.co.uk/arts-entertainment/it-was-the-perfect-crime-so-who-made-the-fatal-error-1098843.html "It was the perfect crime. So who made the fatal error?"], ''[[The Independent]]'', 1999-06-08. Retrieved on 2009-07-08.</ref> In realtà i due non tennero mai un seminario universitario sul tema citato: il professor Carcaterra andò al processo a smentire, precisando che era lui a decidere il titolo e il contenuto dei seminari.<ref name=valentini/> Alle fantasiose ricostruzioni giornalistiche collaborarono anche scrittori come [[Niccolò Ammaniti]].<ref name=perf/>
Qualcun altro ipotizzò che lo sparatore avesse preso esempio da una scena del film ''[[Schindler's list]]'', andato in onda la sera prima, in cui si vede il [[nazista]] [[Amon Göth]] (interpretato da [[Ralph Fiennes]]) sparare a casaccio sugli [[ebrei]], pur non risultando che i due indagati avessero simpatie per l'[[estrema destra]] o la passione delle armi.<ref name=zero/>
 
Un investigatore si spinse addirittura a paragonare Scattone e Ferraro ai "[[compagni di merende]]" del caso del [[Mostro di Firenze]], coniando il nome "compagni di [[pizzeria]]" e citando molestie, mai avvenute, da parte dei due assistenti alle studentesse.<ref name=pizz/> Inoltre verranno anche utilizzati, durante il processo, scritti personali - come racconti di genere [[poliziesco]] o ''[[noir]]'', nonché testi di canzoni e poesie, o gli appunti e il diario - di Ferraro, onde dimostrarne la presunta "personalità criminale", secondo il teorema accusatorio.<ref name=grandi/> Alle stesso modo, per Scattone l'accusa tentò di usare come argomento un articolo dal titolo ''[[James Rachels|J. Rachels]] sull'uccidere e il lasciar morire'' (1995), che in realtà non aveva nulla a che fare con gli omicidi, ma era una pubblicazione scientifica sul tema dell'[[eutanasia]], tratta dalla rivista specialistica ''Bioetica''.<ref>Raccolta di volumi de ''[[L'Espresso]]'' - Volume 43, Edizioni 26-30 - Pagina 68</ref>
 
Si giunse all'incriminazione di Scattone e di Ferraro, che si proclamarono sempre innocenti, ma che fornirono [[Alibi (diritto)|alibi]] non confermati<ref>{{cita web|url=http://archiviostorico.corriere.it/1997/luglio/15/Nuovo_alibi_per_Scattone_altra_co_0_9707151015.shtml|titolo=Nuovo alibi per Scattone, un'altra donna nel mistero|editore=''[[Il Corriere della Sera]]''|autore=Brogi Paolo|data=15 luglio 1997|accesso=23 febbraio 2013}}</ref> e talvolta smentiti; Scattone dirà di essere stato in diversi luoghi, dove in effetti fu visto, ma ciò non escluse una veloce partecipazione al delitto, secondo gli inquirenti: prima avrebbe incontrato il professor Lecaldano, poi andò a ritirare un certificato per gli esami del corso di Lettere a cui era iscritto come studente e infine vide, alcune studentesse, lo studente La Porta e l'assistente Fiorini; gli ultimi due confermarono.<ref>[http://www.webalice.it/guido.vitiello/Quegli%20alibi%20cosi%20normali.htm Giovanni Valentini, ''Quegli alibi così normali'']</ref> Salvatore Ferraro disse di essere stato con Marianna Marcucci, che confermò ma venne indagata per favoreggiamento a causa un'incongruenza con i tabulati telefonici, e si rifiutò poi di testimoniare in aula.<ref>[http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1999/03/20/processo-marta-pm-all-attacco-ferraro-smentito.html ''Processo Marta, pm all'attacco. Ferraro smentito dai tabulati'']</ref> Assieme a Scattone e Ferraro venne rinviato a giudizio anche Francesco Liparota per favoreggiamento; tutti e tre vennero arrestati, i primi due per concorso in [[omicidio volontario]]; Liparota sarà poi scarcerato dopo pochi giorni.<ref>{{cita web|url=http://archiviostorico.corriere.it/1998/aprile/25/Testimone_flop_per_alibi_Scattone_co_0_9804252208.shtml|titolo="Testimone flop" per l' alibi di Scattone|editore=''[[Il Corriere della Sera]]''|autore=Haver Flavio|data=25 aprile 1998|accesso=23 febbraio 2013}}</ref>.
 
====Le perizie Torre, Falso e Zernar====
Sul davanzale erano state ritrovate particelle di [[bario]] e [[antimonio]], [[metalli pesanti]] compatibili con la [[polvere da sparo]] e i proiettili, e di [[ferro]], ma non fu possibile stabilire se effettivamente fossero residui di sparo.<ref>[http://www.robertabruzzone.com/Internet-e-Social-Media/lomicidio-di-marta-russo-nella-ricostruzione-di-roberta-bruzzone-i-parte.html ''L'omicidio di Marta Russo nella ricostruzione di Roberta Bruzzone (I parte)'']</ref>
 
Tuttavia, secondo gli altri periti nominati successivamente dalla Corte, le tracce (una "particella") che gli inquirenti avevano creduto di identificare come "univocamente" attribuibile allo sparo avrebbe potuto, con alta probabilità, ''«non avere nessun rapporto col colpo»'' che uccise Marta Russo, ''«sia per la presenza in essa di antimonio sia per la preponderante presenza di ferro, che la renderebbe compatibile soltanto con un colpo esploso da un’arma arrugginita (e non è, come si è visto, il caso in oggetto)»''. I proiettili prodotti dalla ditta inglese Eley, come quello trovato nel capo della vittima, non contengono antimonio nell’innesco e rilasciano invece [[piombo]], [[bario]] e [[Calcio (elemento chimico)|calcio]], oltre a tracce di [[fosforo]].<ref name=zero>[http://www.dirittodicritica.com/2010/12/13/yara-scazzi-marta-russo-indagini/ ''Yara, Sarah Scazzi, Marta Russo: quando le inchieste ripartono da zero'']</ref> Anche alcuni esperti di [[Scotland Yard]] concordarono.<ref>[http://www.webalice.it/guido.vitiello/foglio%2071201.htm Altre mostruosità - Dice il pg della Cassazione che il processo Marta Russo non è degno di uno Stato di diritto (l’Anm tace)'', Il Foglio, 7 dicembre 2001]</ref> La particella non era sferica, mentre quelle di uno sparo lo è.<ref name=imposimato/> Secondo questi periti la particella aveva quindi ''«un’origine diversa dallo sparo (proviene cioè da inquinamento ambientale)»'', essendoci particelle analoghe su altre finestre degli edifici circostanti.<ref>[http://www.webalice.it/guido.vitiello/ragioni.htm ''Le ragioni del nostro impegno'', Comitato per la Difesa di Giovanni Scattone e Salvatore Ferraro]</ref> Secondo i periti, il prof. Carlo Torre, Paolo Romanini e Pietro Benedetti, erano compatibili con il percorso fatto dal proiettile le traiettorie dalle finestre uno, tre, quattro, sei (l'aula "incriminata"), sette e otto dell'istituto di Filosofia del diritto. Ma ''«solo la sette e la otto»'', al pianterreno, hanno ''«una più accentuata probabilità».''<ref name=liparota/>
 
Ad occuparsi dei rilievi sulla presunta particella fu anche il perito [[Ezio Zernar]], condannato definitivamente nel 2014 a due anni di reclusione per falsificazione di prove<ref>[http://corrieredelveneto.corriere.it/veneto/notizie/cronaca/2014/6-novembre-2014/unabomber-cassazione-conferma-condannato-2-anni-poliziotto-zernar-230484378578.shtml ''Unabomber, la Cassazione conferma: condannato a due anni il poliziotto Zernar'']</ref>, avvenuta nel suo laboratorio, nel caso di [[Unabomber#Elvo Zornitta|Elvo Zornitta]].<ref>Un ingegnere di Pordenone accusato ingiustamente di essere il bombarolo soprannominato "[[Unabomber]] italiano".</ref><ref name=comitato>Comitato per la Difesa di Giovanni Scattone e Salvatore Ferraro, ''Le cosiddette piste alternative'', pag. 20</ref> Zernar, dopo che il perito Giacomo Falso aveva trovato i residui sulla finestra dell'aula 6, trovò comunque analoghe particelle sulla finestra del professor Costantino.<ref name=comitato/>
 
Nella borsa di Ferraro, sempre a opera di Zernar<ref name=peri>[http://archiviostorico.corriere.it/2001/gennaio/16/Marta_Russo_perizia_non_chiarisce_co_10_0101162775.shtml ''Marta Russo, la perizia non chiarisce i dubbi'']</ref>, furono ritrovati altri residui, secondo l'accusa sempre resti di polvere da sparo, secondo altri polvere metallica derivata da particelle di [[pastiglie freno]] dei veicoli, diffuse nell'aria di Roma.<ref name=mori/> L'arma del delitto non verrà mai ritrovata.<ref name=mori/>
 
A parte la particella presunta nella borsa e quella variamente interpretata sulla finestra, non venne ritrovata alcuna traccia di polvere da sparo nei luoghi frequentati da Scattone o sui vestiti, né alcun tipo di arma o di bossolo sarà mai ritrovato a casa loro.<ref name=caso/>
 
Queste perizie verranno scavalcate in primo grado e sostituite con una perizia più collimante con le tesi dell'accusa in appello, ad opera del professor Domenico Compagnini.<ref>[http://archiviostorico.corriere.it/2001/gennaio/05/Marta_Russo_perizia_balistica_non_co_10_0101052919.shtml ''Marta Russo, la perizia balistica non dà certezze'']</ref>
 
====Critiche alle prime indagini====
Il metodo di raccolta delle testimonianze fece subito discutere: ''«E questi fino alle 5 di mattina hanno voluto assolutamente che dal subconscio... dall'ano proprio del cervello mi venisse in mente qualche faccia, qualche immagine... E in parte sono anche riuscita a recuperare qualche sensazione... Quest'ultimo interrogatorio è stato due ore e mezzo con un certo Procuratore... è stato anche a tratti violento... questo diceva sputtano lei, sputtano suo padre... per intimidirti, per costringerti... dicevano "mors tua vita mea"... mi dicevano sì, però allora ti incolpiamo a te, per cui dillo»'' (intercettazione telefonica di Maria Chiara Lipari, 23 maggio 1997).<ref>[http://www.webalice.it/guido.vitiello/Lipari,%20la%20fatica%20di%20ricordare.htm ''Lipari, la fatica di ricordare'']</ref> E ancora: ''«Sto proprio uscendo di capoccia... Mi sembra tutto brutto, tutto negativo, sono veramente confusa... Ho guidato come una pazza a rischio veramente di schiantarmi, per i nervi che ho addosso... A me mi sembra che mi crolli il mondo addosso... Non so a che filo appendermi per riprendere un equilibrio... Ma devo essere furba, devo tentare di uscine vincitrice... Tento di controllare anche i comportamenti degli altri, non mi fido di nessuno, manco dei miei... cioè ci ho questo veramente delirio»'' e parla di Ferraro come "quel calabrese", poiché ''«avrebbe proprio gli amici con le armi in casa in Calabria proprio sotto il cuscino»''.<ref>[http://www.piergiorgiostrata.net/wp-content/uploads/2014/09/Le-false-memorie.pdf Piergiorgio Strata, ''Le false memorie''], pag. 14</ref>
 
Anche Liparota riferì di aver ricevuto indebite pressioni, ma nonostante le presunte minacce e il carcere, ritratterà subito una presunta confessione, difendendo gli altri accusati.<ref name=liparota>[http://www.repubblica.it/online/fatti/marta/liparota/liparota.html ''Marta Russo, sull'aula 6 si sbriciolano le prove'']</ref> Lo stesso Salvatore Ferraro rifiuta di accusare Scattone per far cadere l'accusa nei suoi confronti<ref>[http://ricerca.gelocal.it/iltirreno/archivio/iltirreno/1999/06/09/LA270.html ''Ferraro: «Mi offrirono di accusare Scattone»'']</ref>, riferendo poi di essere stato insultato e maltrattato dai poliziotti (avrà una denuncia per calunnia, poi caduta).<ref name=bobi>[http://archiviostorico.corriere.it/1998/settembre/08/Processo_Marta_giallo_delle_bobine_co_0_98090810757.shtml ''Processo Marta, il giallo delle bobine'']</ref>
 
Le prove dalla borsa di Ferraro vennero raccolte dalla polizia scientifica, secondo i critici, senza nemmeno usare i guanti.<ref name=storie>[http://members.xoom.virgilio.it/andrebra/Speciali/specialemau/specialemau.html ''Strane Storie: osservazioni in merito ad un delitto'']</ref> Fu però l'interrogatorio dell'altra testimone chiave, Gabriella Alletto, che scatenò feroci polemiche, anche a livello politico.<ref name=pm/>
 
== Sentenze ==
=== Primo e secondo grado ===
Nel processo di primo grado emersero collegamenti con soggetti legati alla [['ndrangheta]] riguardante la provenienza della pistola, poi caduti in dibattimento. Molto criticata fu anche l'affermazione dell'accusa secondo cui "il movente è l'assenza di movente".<ref name=ndran>{{cita web|url=http://archiviostorico.corriere.it/1998/settembre/15/Scattone_aveva_mano_una_pistola_co_0_9809159648.shtml|titolo=" Scattone aveva in mano una pistola "|editore=''[[Il Corriere della Sera]]''|autore=Haver Flavio|data=15 settembre 1998|accesso=23 febbraio 2013}}</ref>
 
====Il caso Alletto====
La condotta dei pubblici ministeri nel corso dell'interrogatorio preliminare della testimone Gabriella Alletto (al quale partecipò come testimone anche il cognato carabiniere della donna<ref name=parente/>), al limite della minaccia verso la donna che ebbe una crisi nervosa, fu definita "gravissima" dall'allora Presidente del Consiglio [[Romano Prodi]]<ref name=pm>[http://www.repubblica.it/online/fatti/marta/polemiche/polemiche.html la Repubblica/fatti: Marta Russo, i due pm rischiano la sostituzione<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>, e ci furono critiche da parlamentari e dal Ministro della Giustizia [[Giovanni Maria Flick]], che aprì un'inchiesta ministeriale<ref name=pm/>, i seguito alla quale vennero rinviati a giudizio dalla procura di [[Perugia]] per [[abuso d'ufficio]] e [[violenza privata]], ma in seguito prosciolti. L'interrogatorio apparve troppo pressante nei confronti di una persona che non era indagata per l'omicidio.<ref name=magi/>
 
La Alletto venne interrogata circa 13 volte e lungamente per circa 3 giorni. I pm affermarono - nei fatti - che l'impiegata doveva dire che Scattone e Ferraro erano nella stanza, altrimenti sarebbe stata lei sola ad essere accusata di omicidio: ''«Cioè, non ha capito che lei è messa male, è messa peggio de quello che ha sparato. (...) I casi sono due: o lei è responsabile di omicidio, o lei è responsabile di favoreggiamento personale. Non si sbaglia, non si scappa!. Per omicidio lei va certamente in carcere e non esce più»''<ref name=pm/> e all'affermazione della testimone ''"finirà che me ammazzo... a me me prenderanno pe’ scema, pe’ fissata a me"'', il procuratore [[Italo Ormanni]] (che in passato si occupò di vari casi celebri, come [[delitto di via Carlo Poma|via Poma]], tutti rimasti irrisolti tranne uno, [[delitto dell'Olgiata|l'Olgiata]], grazie alla confessione dopo molti anni del colpevole) rispose ''«No, la prenderanno... la prenderemo per omicida! (...) La prenderemo per omicida!»''; il processo per favoreggiamento nei suoi confronti sarà poi archiviato.<ref name=pm/> Il pm Carlo Lasperanza disse invece che ''«suo cognato l'ho ripescato io, che nessuno lo voleva, lo voleva prendere: sono disposto a fargli un encomio scritto a suo cognato, per quest'opera che sta facendo, quindi ne avrà anche un vantaggio personale»''.<ref>[http://www.misteriditalia.it/altri-misteri/marta%20russo/alletto/index.php ''Il caso Marta Russo - Interrogatorio di Gabriella Alletto'']</ref>
 
Nel videotape dell'11 giugno 1997, con l'audio originale fornito da [[Radio Radicale]], la Alletto ripeteva, per quasi quattro ore, infatti: ''«Non sono mai entrata in quell'aula... Io nun ce stavo là dentro, te lo giuro sulla testa dei miei figli… Non ci sono proprio entrata, ma come te lo devo dì? Fino allo sfinimento…»''.<ref name=caso>[http://www.dirittodicritica.com/2012/05/09/marta-russo-giovanni-scattone-37953/ ''Le ombre del caso Marta Russo'']</ref> Parti delle registrazioni, in cui afferma col cognato di non essere mai stata nell'aula, verranno trovate tagliate o manomesse.<ref name=bobi/>
Parlando da sola col cognato Gino Di Mauro, la Alletto ribadisce poi che era in un'altra aula:{{quote|A: Io non ce stavo là dentro Gi'… te lo giuro sulla testa dei miei figli, ha sbagliato la Lipari…<br>DM: E tu dove stavi?<br>A: Stavo nella quattro…<br>DM: Con chi stavi?<br>A: Da sola… a fare un fax, che la Lipari lo può di'… io ci ho anche le prove che ho fatto il fax…|Intercettazione nell'interrogatorio dell'11 giugno 1997, ore 15:47<ref>[http://www.webalice.it/guido.vitiello/videoalletto.htm Stralci dell'interrogatorio]</ref>}}
 
In aula la dottoressa Cappelli dichiarerà che il 12 giugno la Alletto le disse: ''«Mi hanno messa in mezzo…io in quella stanza non c’ero, però non mi conviene dire che non c’ero […] loro si immaginavano la scena, ma avevano bisogno di un testimone attendibile, di una persona affidabile»''.<ref name=caso/>
 
In un'altra intercettazione (12 giugno 1997, ore 8.25), dice: ''«Mi hanno infilato dentro come una stronza…non mi conviene dire che non c’ero… loro si immaginano la scena ma vogliono un teste, una persona affidabile,… a me mi fanno veramente vacillà la testa»''.<ref name=caso/> Aggiungendo poi, come riportato anche da testimoni: {{quote|Non li vidi sparare, non c'ero... Mi stanno convincendo che ero lì dentro... mi stanno convincendo che hanno sparato da lì...|Gabriella Alletto, secondo la testimonianza di Laura Cappelli<ref name=verit>[http://www.repubblica.it/online/fatti/marta/cappelli/cappelli.html ''Vacilla la verità di Gabriella Alletto'']</ref><ref>[http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1998/11/10/non-li-vidi-sparare-non-ero.html ''Non li vidi sparare, non c'ero'']</ref>}} I colleghi riferiscono che la donna parlava anche della minaccia fattale di toglierle immediatamente la [[patria potestà]] sui figli<ref name=pres/>, che fu minacciata di 24 anni di prigione sicuri (come nella registrazione), e che lei diceva che ''"I nomi non me li hanno fatti"'', poi ripeteva il contrario.<ref>[http://www.cercanotizie.com/Delitto-alla-Sapienza-la-bibliotecaria-racconta-le-confidenze-della-upertete-Cao-Marta-unaltra-ombra-ullAlletto-Unamica-non-era-nellaula-ei/ ''Delitto alla Sapienza, la bibliotecaria racconta le confidenze della superteste. Caso Marta, un’altra ombra sull’Alletto Un’amica: non era nell’aula sei'']</ref>
Un ulteriore scambio di battute col cognato fece pensare che non avesse assistito, ma che gli fosse stato fatto il nome di Ferraro. Di Mauro, per "aiutarla a ricordare", le mostrò uno schizzo della piantina dell'aula, con le varie persone che sarebbero state presenti secondo Carlo Lasperanza (che si basava sui ricordi frammentari della Lipari): lei stessa, Liparota, Ferraro e un altro.<ref name=caso/>
{{quote|DM: Non si sa il nome.<br>A.: Bisognerebbe sapere chi è quell'altro oltre a Ferraro...|Interrogatorio dell'11 giugno 1997}}
Il nome di Ferraro come colui che sparò venne poi escluso poiché egli è [[mancinismo|mancino]], mentre secondo alcuni esperti lo sparatore era [[destrimane|destrorso]] (un mancino invece avrebbe avuto difficoltà a sparare da quel punto).<ref name=caso/>
 
Il 14 giugno, dopo tutti i suddetti interrogatori (le viene contestata anche la sua presunta assunzione irregolare come dipendente alla Sapienza, la donna era entrata difatti come invalida civile al 35 %, nel [[1988]]<ref name=caso/>), cambia improvvisamente versione accusando i sospettati.<ref name=caso/><ref>{{cita|Beretta Anguissola-Figà Talamanca|p. 21}}</ref>
 
La testimone Serenella Armellini riferì ancora che la mattina del 14 giugno la Alletto, subito prima di recarsi in Questura dove cambierà versione, e dove sarà interrogata da membri della [[DIGOS]] senza la presenza dell'avvocato difensore e per nove ore (in assenza di verbale scritto), le disse: ''"Bisogna fare come dicono loro"'', riferendosi agli inquirenti.<ref name=pm/><ref>[http://archiviostorico.corriere.it/1998/dicembre/16/Marta_colpo_scena_Alletto_Non_co_0_98121612284.shtml ''Marta, è colpo di scena. Alletto: "Non parlo più"'']</ref>
 
Il 15 settembre [[1998]] ripeté in tribunale: ''"Ero nell'aula 6, Scattone aveva una pistola, poi ho visto un bagliore e sentito un tonfo"''<ref name=pm/>, rendendo quindi una contestata dichiarazione, sempre al processo, sulla presenza dei due accusati nella stanza (sulla base della precedente "confessione", ritenuta dai critici "forzata", ma che la donna, pur non volendone più parlare, non ritrattò mai): {{quote|Scattone aveva in mano una pistola nera, ho visto un bagliore e ho sentito un "tonfo". Ferraro si è messo le mani nei capelli, dentro c'era pure Liparota... Scattone, invece, con la mano sinistra spostava le doghe della tenda e con la destra ritraeva la pistola... Era il gelo assoluto. Non hanno detto nulla, poi è entrata la Lipari... Era un'arma nera, lunga venticinque - trenta centimetri. Scattone l'ha messa nella borsa che era sulla scrivania ed è uscito bisbigliando qualcosa, forse un saluto, alla Lipari che era appena entrata. Ferraro ha preso la borsa e l'ha portata via uscendo insieme con Liparota. Giurai il falso sui miei figli, dovevo proteggermi (...) il ricordo non è più chiaro anche perché ho cercato di mandare via quei tremendi giorni. (...) Ho dovuto fare uno sforzo per ricordare, non volevo essere coinvolta, non volevo coinvolgere i miei figli e la mia famiglia (...) Non volevo, ma l'ho dovuto fare. L'ho fatto per amore e perché non voglio che succeda più ad altri (...) In ufficio sono stata coinvolta in un lavaggio del cervello, le persone che dovevano aiutarmi, che dovevano dirmi "Gabriella, puoi fare qualcosa", non mi hanno aiutato. Il professor Bruno Romano ha avuto un atteggiamento non buono e mi dispiace dirlo.|Testimonianza di Gabriella Alletto in tribunale<ref name=ndran/>}}
 
=====Testimoni a favore dei due imputati=====
Liparota avrebbe riferito anche lui una versione simile il giorno dell'arresto, prima di negare e ritrattare tutto, ascrivendo però il racconto alle fortissime pressioni dei pm che volevano una conferma esatta della loro ricostruzione, conferma chiesta pressantemente anche alla Alletto e quindi tentando di scagionare Scattone e Ferraro:{{quote|Il 9 maggio del 1997 era per me una giornata normalissima. Agli inquirenti che mi interrogarono dissi subito che non potevo escludere di essere stato nell'aula 6. In quella stanza io entravo in continuazione, lo facevo quasi tutti i giorni perché faceva parte del mio lavoro... Ho subito interrogatori pressanti, ero sorvegliato durante le pause, non ero libero di andare a mangiare. In questo clima, crescevano le mie angosce e le mie preoccupazioni. Psicologicamente ero a pezzi... Il pm Lasperanza mi raggiunse in Questura e mi disse: "guardi, i giochi sono fatti, l'Alletto ha parlato, sappiamo che lei non ha sparato, ma deve confermarci tutto altrimenti va in galera"... In quel momento stavo impazzendo. Alcuni poliziotti ridevano. Ero in crisi e leggendo l'ordinanza fui preso da non pochi dubbi circa le mie psicofacoltà di quel momento. In quei giorni stavo male e mi curavo prendendo dei farmaci e pensai forse che avevo assistito alla scena senza essermene accorto. Un poliziotto mi descrisse il carcere e disse quello che mi sarebbe toccato da detenuto... Decisi di confermare quanto raccontato dalla Alletto variando qualche piccolo particolare per essere più attendibile. Inventai di sana pianta la storia delle minacce fatte da Ferraro. Un poliziotto mi consigliò di segnare su un foglietto queste accuse che poi avrei dovuto riferire al gip. Il foglio mi fu sequestrato a Regina Coeli... Sono certo che io non ho mai vissuto la scena raccontata dalla signora Alletto, mai, e che la mattina del 9 maggio non sono mai stato, contemporaneamente alla signora Alletto, al dottor Ferraro e al dottor Scattone, nell'aula 6, e tanto meno alla dottoressa Lipari.|Testimonianza di Francesco Liparota<ref name=liparota/>}}
La mattina dopo Liparota difatti ritrattò subito ''"quelle falsità"'', ma venne, a suo dire, spaventato da una guardia penitenziaria, che gli disse che sarebbe stato trasferito in cella con altri detenuti. ''«Davanti al gip tentai più volte di dire la verità, ma il giudice non mi stava a sentire. Il 16 giugno uscii dal carcere. A casa confessai ai miei che avevo raccontato solo falsità e che avrei ritrattato tutto»''.<ref name=liparota/>
 
I pm rispondono accusando i dipendenti dell'Istituto di "[[omertà]]". Olzai, Lipari e Alletto affermano la presenza di Scattone e Ferraro nell'edificio, mentre Liparota e molti altri la negano.<ref name=pres>[http://ricerca.gelocal.it/lanuovasardegna/archivio/lanuovasardegna/1999/02/11/PA602.html ''Il drammatico confronto: «Vi ho visto, dovete confessare» Quelle pressioni sulla Alletto e l'inchiesta di Flick sui Pm'']</ref>
 
Stefano La Porta, studente e amico degli imputati nonché testimone chiamato dall'accusa, ribaltò anch'egli la testimonianza in favore di Giovanni Scattone, e venne incriminato per [[falsa testimonianza]] per aver confermato la versione dell'assistente universitario (cioè che Scattone era arrivato solo in tarda mattinata, quasi a mezzogiorno, all'Istituto, per poi accorgersi più tardi del trambusto provocato dal delitto<ref name=augias>[http://www.repubblica.it/online/fatti/marta/augias/augias.html Corrado Augias, ''Indizi, veleni e misteri, un delitto senza movente'']</ref>). La Porta verrà però prosciolto dall'accusa. Egli disse in aula: {{quote|La mattina del 9 maggio, a Legge, ho visto arrivare Scattone alle 12.15 nella stanza del catalogo. Era allegro e gioviale. Ha fatto una telefonata. Poi gli ho chiesto per l'esame del 16. In realtà avrei voluto parlarne con Ferraro, ma quella mattina non c'era. Scattone mi ha risposto con uno schema di domanda di logica su un biglietto. Quel foglietto, restato in una tasca dei miei pantaloni, è finito in lavatrice. Ma sopra si leggono ancora alcune parole. Lo conservo a casa.|Testimonianza di Stefano La Porta<ref>[http://archiviostorico.corriere.it/1998/giugno/02/Marta_indagato_teste_dell_accusa_co_0_98060211870.shtml ''Marta, indagato teste dell'accusa'']</ref>}}
Questa deposizione è contrastante con quella di Giuliana Olzai, teste dell'accusa che riferì, il 9 luglio, di aver visto e incontrato Scattone mentre usciva via velocemente poco dopo lo sparo, pressappoco alla stessa ora, con atteggiamento preoccupato e sospetto.<ref name=augias/> La Olzai descrive inoltre l'abbigliamento di Scattone e Ferraro come diverso da quello descritto da tutti gli altri testimoni, ma modifica la sua deposizione dopo un colloquio con gli inquirenti.<ref name=storie/>
 
=====Incongruenze nella testimonianza della Alletto=====
Oltre alla forzatura e alla presunta manipolazione della testimonianza di Gabriella Alletto, rimasta comunque unico caposaldo dell'accusa, furono rilevate alcune incongruenze nel contenuto della testimonianza stessa:
* durante il processo, rifiuterà il confronto con le tre colleghe che smentiscono la sua versione dei fatti, affermando le perplessità della Alletto stessa, e la sua assenza dall'aula 6 allora del delitto<ref name=caso/>
* la divergenza con il fatto (stabilito da varie perizie) che, per sparare da quella posizione, Scattone avrebbe dovuto sporgersi abbastanza o sporgere comunque il braccio dalla finestra in maniera significativa, cosa che, secondo la Alletto stessa, non avrebbe invece fatto. Un colpo effettuato "per caso" e senza rimbalzo del proiettile, data la lontananza della finestra e il posizionamento di due condizionatori d'aria sulla parte sinistra<ref>[http://notizie.tiscali.it/media/11/05/marta_russo.jpg_415368877.jpg Fotografia della finestra, in alto a sinistra]</ref> (della persona che si affacci al davanzale) a ostruire in parte la visuale, sarebbe stato assai improbabile nel modo descritto, senza sporgersi affatto dalla finestra<ref>Rita Di Giovacchino, ''Il libro nero della Prima Repubblica'', Fazi, pag. 215</ref>, mentre sarebbe stato possibile dalla finestra del bagno disabili<ref name=imposimato/>; è stato anche detto che un simile tiro sarebbe stato difficile anche per un tiratore esperto (Giovanni Scattone aveva prestato servizio militare nei [[Carabinieri]]<ref>[http://www.repubblica.it/online/cronaca/martarusso/motivazioni/motivazioni.html ''Marta Russo: "Scattone sparò consapevolmente"'']</ref> ma, a parte questo, non era un esperto nell'uso delle armi; infatti non fu possibile dimostrare alcune indiscrezioni che lo volevano frequentatore di poligoni di tiro).<ref name=mori>[http://www.earmi.it/varie/scienze%20forensi.html Edoardo Mori, ''Drammatica situazione delle scienze forensi in Italia'']</ref> Secondo la perizia Romanini, anche sporgendosi la possibilità, per un cecchino capace di colpire con precisione un bersaglio mobile, era di circa il 30 %<ref name=imposimato/>; non essendo Scattone un cecchino, anche se si fosse sporto dalla finestra, avrebbe avuto una possibilità bassissima di colpire la vittima, in particolare senza la volontà di farlo come affermato nelle sentenze<ref name=imposimato/>;
* un testimone dello sparo non vide nessuno dalle finestre dell'aula 6, che erano presumibilmente chiuse<ref name=verit/>
 
Al processo le fu anche chiesto: ''"se i colpevoli sono Scattone e Ferraro, e Lei sapeva quindi che l’uomo in precedenza fermato era innocente, perché non si è fatta viva per scagionarlo?"'' e la Alletto rispose: ''“Mica è un mio parente”'' e ''«Ma io non conoscevo gli spostamenti di Zingale quel giorno»'' (se avesse visto Scattone sparare non avrebbe avuto bisogno degli spostamenti del bibliotecario, venne fatto notare); questa dichiarazione (la teste affermò di non aver capito la domanda) fu usata dalla difesa per tentare di indebolirne la testimonianza.<ref name=parente>[http://archiviostorico.corriere.it/1998/settembre/18/Alletto_sono_comportata_madre_famiglia_co_0_98091812824.shtml ''Alletto: mi sono comportata da madre di famiglia'']</ref>
 
=====La polemica politica=====
Dopo l'intervento di Prodi, ci furono interrogazioni parlamentari. La Alletto denunciò poi per [[diffamazione]] il deputato di [[Forza Italia (1994)|Forza Italia]] [[Marco Taradash]] e ottenne il suo [[rinvio a giudizio]]<ref>{{cita web|url=http://archiviostorico.corriere.it/1999/febbraio/13/Oggi_vinto_dopo_co_10_9902134020.shtml|titolo=Gabriella Alletto ottiene il rinvio a giudizio di Taradash|editore=''[[Il Corriere della Sera]]''|autore=Brogi Paolo|data=13 febbraio 1999|accesso=23 febbraio 2013}}</ref>.
 
Il deputato aveva denunciato una "montatura giudiziaria" e affermato che «a me sembrano testimonianze costruite a tavolino in cambio delle quali almeno due hanno avuto la garanzia dell'impunità» e che la Alletto aveva subito un condizionamento simile all'[[ipnosi]] da parte di due agenti dei [[servizi segreti]]; viene fatto il nome di Aurelio Mattei, criminologo e funzionario del [[SISDE]], collaboratore di uno dei periti dell'accusa, Francesco Bruno.<ref>[http://ricerca.gelocal.it/lanuovasardegna/archivio/lanuovasardegna/2001/09/08/VB802.html ''IL RUOLO DEI SERVIZI SEGRETI Ecco gli omicidi irrisolti in cui compare sempre uno 007'']</ref>
 
Venne dai difensori fatta anche l'ipotesi di un [[falsi ricordi|falso ricordo]], di una confusione con un altro giorno, e con un altro oggetto somigliante a una pistola.<ref name=comitato2>Comitato per la Difesa di Giovanni Scattone e Salvatore Ferraro, ''Le cosiddette piste alternative''</ref><ref>[http://archiviostorico.corriere.it/1997/dicembre/16/Alletto_ipnotizzata_perche_accusasse_co_0_97121615487.shtml ''"Alletto ipnotizzata perché accusasse"'']</ref><ref>[http://www1.adnkronos.com/Archivio/AdnAgenzia/1999/02/12/Cronaca/ALLETTO-TARADASH-RINVIATO-A-GIUDIZIO_163700.php ''Alletto: Taradash rinviato a giudizio'']</ref>
 
Il COPASIR ([[Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica]], che si occupa del controllo politico sull'attività dei [[servizi segreti]]) dichiarò illegittimo l'uso del SISDE nel caso.<ref name=tavola/>
 
====Condanna dei due imputati (omicidio colposo)====
I pm chiesero la condanna di Scattone e Ferraro a 18 anni di reclusione per concorso in omicidio volontario causato da dolo eventuale (ma con la concessione delle attenuanti generiche), e per detenzione illegale di arma da fuoco, e, per favoreggiamento, cinque anni e 9 mesi per Liparota e quattro per Romano, accusato di omertà e pressioni sulla Alletto (ma che verrà invece assolto con formula piena, senza spiegare così i motivi della presunta reticenza della testimone).<ref name=prima/><ref>[http://www.repubblica.it/online/fatti/martarusso/martarusso/martarusso.html ''Marta Russo: chiesti 18 anni per Scattone e Ferraro'']</ref>
 
Durante il processo, al padre di una testimone (l'assistente Simona Sagnotti) vengono sequestrati alcuni beni di cui era intestatario fittizio, in quanto erano proprietà di Enrico Nicoletti, persona legata alla [[banda della Magliana]], in particolare a [[Enrico De Pedis]].<ref name=crono/> Per la procura la testimonianza della Sagnotti (contro la Alletto) non è valida per conflitto di interesse.<ref>[http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1999/05/26/quella-teste-odia-la-procura.html ''«Quella teste odia la procura»'']</ref>
 
Il dibattimento di primo grado, che ebbe tra i giudici anche [[Giancarlo De Cataldo]]<ref>[http://unpopperuno.com/2007/10/11/poetic-justice-il-caso-marta-russo-dieci-anni-dopo/ Guido Vitiello, ''Poetic Justice. Il caso Marta Russo, dieci anni dopo'']</ref>, si concluse, dopo lunghe udienze e incidenti probatori, con la condanna di Giovanni Scattone per [[omicidio colposo]] con aggravante della [[colpa cosciente]] (escludendo quindi il [[dolo (diritto)|dolo]]<ref>{{cita web|url=http://archiviostorico.corriere.it/2001/febbraio/09/Marta_Russo_scontro_sulla_sentenza_co_0_0102097036.shtml|titolo= Marta Russo, scontro sulla sentenza|editore=''[[Il Corriere della Sera]]''|autore=Haver Flavio|data=9 febbraio 2001|accesso=23 febbraio 2013}}</ref>) a 7 anni, e di Salvatore Ferraro per [[favoreggiamento personale]] e possesso illegale di armi da fuoco a 4 anni, e con la legittimazione dell'operato dei pubblici ministeri nel corso dell'interrogatorio della Alletto, poi ripetuta dalla procura di [[Perugia]].<ref name=magi>[http://www.repubblica.it/online/cronaca/martarusso/martarusso/martarusso.html ''Marta Russo, prosciolti i magistrati romani'']</ref>
 
Ferraro venne invece prosciolto dall'accusa più grave di concorso in omicidio, e lo stesso pm Ormanni rinunciò ad impugnare questa decisione. Il giudice De Cataldo respingerà poi le accuse di aver voluto condannare i due assistenti per non abbassare la credibilità della procura nel periodo delle indagini sulle Nuove BR.<ref>Giancarlo De Cataldo, ''In giustizia'', 2011, [https://books.google.it/books?id=SpE2JzymZaoC&pg=PT63&dq=beretta+anguissola+scattone&hl=it&sa=X&ei=uOVZVZDZBsqnsAHt1oCwAQ&ved=0CCQQ6AEwAQ#v=onepage&q=beretta%20anguissola%20scattone&f=false estratto]</ref>
 
Venne accettata dalla procura e dalla corte la ricostruzione secondo la quale Scattone e Ferraro avessero portato in aula una pistola, per motivi rimasti ignoti, credendo fosse scarica o con la sicura inserita<ref name=prima/>, e a Scattone sarebbe partito accidentalmente un colpo, mentre la maneggiava; oppure Scattone avrebbe sparato volontariamente (anche se venne escluso il [[dolo eventuale]]), per motivi sconosciuti, forse per fare uno scherzo o per dimostrare (secondo i pm) la detta possibilità del delitto perfetto<ref name=perf/>, ma non voleva colpire nessuno, bensì solo sparare in aria o al muro<ref name=perf/>; non avrebbe però calcolato la deviazione a destra della mano dello sparatore<ref name=perf/>, colpendo accidentalmente Marta Russo; da qui la reazione concitata che sarebbe avvenuta in seguito in Ferraro e Liparota. I due assistenti negarono sempre anche questa accusa, affermando di non avere mai avuto una pistola.<ref name="conviction"/> Il tribunale assolse invece Francesco Liparota (accusa di concorso in omicidio), Marianna Marcucci, Maurizio Basciu, Gabriella Alletto, Bruno Romano e la segretaria Maria Urilli (tutti per favoreggiamento). I pm opposero ricorso solo per Scattone, Ferraro e Liparota, per le accuse riportate nella condanna dei primi due e per favoreggiamento per il terzo, chiedendo però pene più pesanti per Scattone e Ferraro.<ref name=prima/>
 
====La campagna innocentista====
Dopo la sentenza, Scattone e Ferraro, nel frattempo scarcerati verso la fine del [[1999]] e posti agli arresti domiciliari (in seguito in libertà per scadenza dei termini della custodia), furono illecitamente invitati in esclusiva a [[Porta a Porta]] dietro compenso di 130 milioni di lire ciascuno. [[Agostino Saccà]], al tempo direttore di [[RaiUno]], fu indagato in concorso con altri per «mancata esecuzione dolosa di un provvedimento del giudice» che aveva vietato tali pagamenti; i compensi, che Scattone e Ferraro intendevano utilizzare per coprire parte delle ingenti spese legali, furono sequestrati per un periodo.<ref>{{cita web|url=http://archiviostorico.corriere.it/1999/dicembre/12/Sacca_direttore_Rai_indagato_per_co_0_99121210318.shtml|titolo=Saccà, direttore di RaiUno indagato per i milioni dati a Scattone e Ferraro|editore=''[[Il Corriere della Sera]]''|autore=Haver Flavio|data=12 dicembre 1999|accesso=23 febbraio 2013}}</ref>. Anche il direttore del [[Tg1]] [[Giulio Borrelli]], realizzò alcune interviste retribuite a Scattone e Ferraro.<ref>[http://www1.adnkronos.com/Archivio/AdnAgenzia/1999/06/02/Cronaca/MARTA-RUSSO-TG1---SGARBI-LOGICA-E-COSTITUZIONE-CON-BORELLI_140200.php ''MARTA RUSSO: TG1 - SGARBI, LOGICA E COSTITUZIONE CON BORELLI'']</ref>
 
Fu comunque un [[processo mediatico]], con l'opinione pubblica divisa innocenti e colpevolisti, come se ne sarebbero visti altri in seguito, con risonanza anche internazionale e politica; ci si domandò nei dibattiti e da parte di giuristi, anche in seguito, se le pene erano basse per reale convincimento dei giudici della non dolosità, oppure perché si era consci (pur non volendo ammetterlo) che Scattone e Ferraro erano un [[capro espiatorio]], e venne fatto un paragone con altri fatti, come il caso dell'[[Assassinio di John Fitzgerald Kennedy|omicidio Kennedy]] (con [[Lee Harvey Oswald]] e la cosiddetta "pallottola magica"), il [[Enzo Tortora|caso Tortora]] (con tredici [[pentiti]] e testimoni che accusavano il presentatore, poi rivelatosi innocente) e quelli [[affare Dreyfus|di Dreyfus]] e [[Adriano Sofri]].<ref>[http://www.xos.it/capri_espiatori_massa.pdf Osvaldo Duilio Rossi, ''Capri espiatori di massa'', 2011, pag. 2-3]</ref><ref name=tavola/>
 
Già prima della sentenza di primo grado, circa 375 tra intellettuali, cittadini comuni, giornalisti, avvocati e politici provenienti da tutti gli schieramenti e partiti firmarono una petizione per un esposto<ref>[http://www.webalice.it/guido.vitiello/esposto.htm Testo dell'esposto]</ref> al [[Consiglio Superiore della Magistratura]], e in seguito al Presidente [[Carlo Azeglio Ciampi]]<ref>[http://www.webalice.it/guido.vitiello/appellociampi.htm ''Al Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, Presidente del Consiglio Superiore della Magistratura'']</ref>, contro i pubblici ministeri Ormanni e Lasperanza (difesi dal procuratore capo Salvatore Vecchione) e in favore degli imputati, citando anche i dubbi espressi da [[Romano Prodi]] e [[Giovanni Maria Flick]].<ref name=parte>[http://www1.adnkronos.com/Archivio/AdnAgenzia/1999/07/08/Cronaca/MARTA-RUSSO-B-ANGUISSOLANO-A-COLORITURE-DI-PARTE-NEL-COMITATO_203900.php ''MARTA RUSSO: B. ANGUISSOLA,NO A COLORITURE DI PARTE NEL COMITATO'']</ref> Intervenne anche l'ex direttore del più importante quotidiano italiano (il [[Corriere della sera]]), [[Paolo Mieli]], che affermò: {{quote|Giovanni Scattone e Salvatore Ferraro sono manifestamente innocenti.<ref name=tavola>[http://www.webalice.it/guido.vitiello/tavolarotonda.htm ''Tavola rotonda sul tema: "Informazione e giustizia: un rapporto difficile"'']</ref>}} Si costituì un Comitato per la difesa di Giovanni Scattone e Salvatore Ferraro (non legata agli avvocati ufficiali Siniscalchi, Rossi e Petreilli), per iniziativa del [[francesistica|francesista]] [[Alberto Beretta Anguissola]] (autore di numerosi interventi pubblici in favore degli imputati<ref>ad esempio, l'articolo [http://www.webalice.it/guido.vitiello/Psicanalisi%20della%20giustizia.htm ''Psicanalisi della giustizia'']</ref>); al comitato e alla campagna innocentista aderirono, in vario modo, [[Alessandro Figà Talamanca]], [[Giovanni Valentini (giornalista)|Giovanni Valentini]], [[Guido Vitiello]], [[Antonino Lo Presti]], [[Alfredo Mantovano]]<ref>[http://www1.adnkronos.com/Archivio/AdnAgenzia/1998/09/18/Politica/MARTA-RUSSO-MANTOVANO-METODI-DA-STRISCIA-LA-NOTIZIA_184700.php MARTA RUSSO: MANTOVANO, METODI DA 'STRISCIA LA NOTIZIA']</ref>, [[Alberto Simeone]]<ref name=parte/>, l'ex Rettore della Sapienza [[Giorgio Tecce]], lo scrittore [[Vincenzo Cerami]]<ref>[http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1997/08/10/cerami-ma-contano-solo-fatti.html ''Cerami: ma contano solo i fatti'']</ref>, lo storico [[Giovanni Sabbatucci]], il giornalista [[Giuseppe D'Avanzo]], [[Marco Taradash]], [[Daniele Capezzone]], [[Alfredo Biondi]], [[Guido Calvi]], [[Filippo Mancuso]], [[Enzo Fragalà]], [[Gustavo Selva]], [[Ettore Bucciero]], [[Carlo Giovanardi]]<ref name=unita/>, [[Emanuele Macaluso]]<ref name=unita/> (che definì "un tipo di tortura" l'interrogatorio della Alletto), [[Maurizio Pieroni]]<ref name=unita>[http://archiviostorico.unita.it/cgi-bin/highlightPdf.cgi?t=ebook&file=/golpdf/uni_1998_09.pdf/19INT01A.pdf&query=cristiana%20pulcinelli Articoli in pdf de l'Unità]</ref>, [[Carlo Taormina]] e altri 148 cittadini; nell'esposto vennero citati: l'intercettazione ambientale del colloquio Lasperanza, Ormanni e la testimone Gabriella Alletto, l'intercettazione ambientale del colloquio tra Francesco Liparota e suo padre Antonio, ''«l'omessa ed incompleta verbalizzazione dei colloqui tra l'autorità giudiziaria e le persone informate sui fatti»'', la nomina irregolare o in forma insolita dei difensori d'ufficio dell'Alletto, l'uso in giudizio delle perizie psicologiche di Scattone e Ferraro (proibito dal [[codice di procedura penale]]), ''«l'incongrua richiesta della trasmissione degli atti»'' e la ''«tardiva verifica degli alibi»''.<ref>[http://www.webalice.it/guido.vitiello/adesioni.htm Adesioni al Comitato pro Scattone e Ferraro]</ref><ref>[http://www1.adnkronos.com/Archivio/AdnAgenzia/1999/07/07/Cronaca/MARTA-RUSSO-DA-SCATTONE-E-FERRARO-ESPOSTO-CONTRO-I-PM_155100.php ''MARTA RUSSO: DA SCATTONE E FERRARO ESPOSTO CONTRO I PM'']</ref>. Lo scopo del Comitato era di sostenere moralmente ed economicamente i due assistenti universitari, nonché di favorire un giusto processo e un'eventuale assoluzione.<ref>[http://archiviostorico.corriere.it/1999/febbraio/12/inchiesta_troppo_poliziesca_condotta_con_co_0_990212566.shtml ''Un'inchiesta troppo poliziesca condotta con metodi da inquisizione'']</ref><ref>[http://www.webalice.it/guido.vitiello/ Comitato per la difesa di Scattone e Ferraro]</ref>
 
Espresse dubbi anche il magistrato [[Ferdinando Imposimato]].<ref name=imposimato>F. Imposimato, ''L'errore giudiziario: aspetti giuridici e casi pratici'', caso 20: Marta Russo, pp. 159-162</ref>
Il professor Sabbatucci, innocentista da subito, disse che {{quote|Non solo manca la certezza che lo sparo sia partito da quella finestra (e questo già lo si sapeva), ma c'è qualche buon motivo in più per pensare che lo sparo non sia partito da lì; e che dunque tutto l'improbabile scenario costruito dall'accusa (due giovani studiosi incensurati si procurano, non si sa come, una pistola, mai ritrovata, e la usano per sparare a casaccio da una finestra colpendo a morte la povera studentessa: il tutto in un luogo aperto al pubblico e alla presenza di testimoni che li conoscono bene) sia fondato praticamente sul nulla.|Giovanni Sabbatucci}} mentre, per il giudice Imposimato, la stampa ha cessato di essere colpevolista solo dopo il video della Alletto, mentre già prima sarebbe stato possibile dare una valutazione di innocenza; gli imputati, secondo il magistrato e avvocato, sono stati, quindi, gravemente danneggiati dalla stampa, e nessuno ha dovuto pagare un prezzo o un risarcimento per questo, come in altri casi simili, a differenza di quanto avviene in altri Paesi (ad esempio, negli [[Stati Uniti]], anticipare sugli organi di stampa, in maniera netta, un verdetto di un tribunale può portare anche all'incriminazione per oltraggio alla corte).<ref name=tavola/>
 
Inoltre, se colpevoli di omicidio, sarebbe bastata l'ammissione di aver provocato un incidente per caso per ottenere un'assoluzione o una pena irrisoria (questa fu un'altra obiezione). La decisione di non confessare nulla (a Ferraro sarebbe bastato confermare l'accusa contro il collega), pur rischiando teoricamente anche l'[[ergastolo]], aumentò la convinzione degli innocentisti sull'estraneità di Scattone e Ferraro.<ref>[http://www.quotidianogiovanionline.it/Approfondimento/Esploso/3862/Il-delitto-di-Marta-Russo-Seconda-parte Andrea Montemurro, ''Il delitto di Marta Russo'' (Seconda parte)]</ref>
 
====L'appello e la seconda condanna per tre imputati====
Nel processo di appello, nonostante la difesa degli innocentisti, fu però confermata la sentenza di primo grado, con un lieve aumento della pena (8 e 6 anni) perché Scattone fu accusato anche di [[detenzione abusiva di armi|detenzione illegale]] di [[arma da fuoco]]. Francesco Liparota, assolto in primo grado, fu condannato anch'egli per [[favoreggiamento]], a 4 anni.<ref>{{cita web|url=http://archiviostorico.corriere.it/2001/maggio/05/Ecco_perche_Scattone_sparo_co_10_0105054850.shtml|titolo="Ecco perché Scattone sparò "|editore=''[[Il Corriere della Sera]]''|autore=Haver Flavio|data=5 maggio 2001|accesso=23 febbraio 2013}}</ref>
 
===Annullamento della Cassazione e nuovo appello===
Il 6 dicembre 2001, la Corte di Cassazione, su richiesta anche del Procuratore Generale Vincenzo Geraci (che definì "basi di sabbia" la testimonianza Alletto, e ritenendo inconsistente e inattendibile anche quella della Lipari), annullò la sentenza di appello definendo illogiche e contradditorie molte prove, e la sentenza viziata da un ''«verdetto contraddittorio»'', rinviando tutto ad un nuovo processo d'appello.<ref name=haver2>{{cita web|url=http://archiviostorico.corriere.it/2002/ottobre/19/Delitto_Marta_Russo_stato_diavolo_co_0_0210191023.shtml|titolo=Delitto Marta Russo «È stato il diavolo a premere il grilletto»|editore=''[[Il Corriere della Sera]]''|autore=Haver Flavio|data=19 ottobre 2002|accesso=23 febbraio 2013}}</ref><ref>[http://www.radio1.rai.it/dl/radio1/archivio/puntate/20011207_puntata_18316-radio1.html ''Marta Russo: riparte la caccia all'assassino'']</ref>
 
Il giudice accolse le motivazioni dei difensori - criticando le prove e le modalità delle indagini - che parlavano di ''«illogicità»'', ''«inadeguatezza»'', ''«nullità della perizia balistica del prof. Compagnini»'', e della ''«critica infondata ed immotivata cui è stata sottoposta la perizia collegiale disposta in primo grado»'' ed effettuata dal prof. Torre, assieme a Romanini e Benedetti, e affermando, al di là della dichiarazione di innocenza, che le pene erano eccessive per un delitto giudicato colposo.<ref name=cassa1>[http://cinquantamila.corriere.it/storyTellerThread.php?threadId=MRRLaSentenzaDellaCassazionedocumen ''Marta Russo: La sentenza della Cassazione (documento del 6/12/2001)'']</ref> Per la Cassazione era discutibile che ''«la Corte abbia ritenuto di dare rilevanza alle sei particelle che intersecano solo la finestra dell'aula 6, pretermettendo di considerare le altre sei particelle compatibili esclusivamente con la finestra del bagno disabili e soprattutto le altre quindici traiettorie che intersecano entrambe le finestre»''.<ref name=cassa1/>
 
Gli accertamenti delle perizie di secondo grado vengono giudicati ''«ultrasofisticati»'' ma inutili perché non hanno condotto a risultati certi e perché ''«la prova generica non ha alcun valore decisivo in questo processo che si impernia sulle chiamate in correità e in reità»''.<ref>[http://cerca.unita.it/ARCHIVE/xml/65000/63431.xml?key=Maura+Gualco&first=321&orderby=1&f=fir ''Comincia martedì, a cinque anni dall'omicidio. La mamma della ragazza uccisa all'Univeristà La Sapienza di Roma: «Speriamo che finisca presto» Marta Russo, il processo riparte dai testimoni'']</ref>
 
Il secondo processo di appello, con il sostituto Procuratore Antonio Marini che avrebbe voluto una condanna più severa<ref name=haver2/>, però, confermò le condanne ribadendo l'impianto precedente e non tenendo conto della sentenza contraria della Cassazione, se non per l'entità della condanna irrogata; infatti la corte d'appello di Roma emise pene più miti: sei anni per Scattone, quattro per Ferraro, due per Liparota.<ref>{{cita web|url=http://archiviostorico.corriere.it/2003/maggio/05/Condanna_piu_severa_Scattone_co_10_030505020.shtml|titolo=«Condanna più severa a Scattone»|editore=''[[Il Corriere della Sera]]''|autore=Haver Flavio|data=5 maggio 2003|accesso=23 febbraio 2013}}</ref>
 
=== Conferma della condanna di Scattone e Ferraro e assoluzione di Liparota (2003) ===
Il 15 dicembre [[2003]] la V Sezione Penale della [[Corte di Cassazione]], nell'assolvere l'usciere Francesco Liparota<ref>{{cita web|url=http://archiviostorico.corriere.it/2004/luglio/23/Liparota_era_terrorizzato_Cassazione_non_co_9_040723056.shtml|titolo=«Liparota era terrorizzato» La Cassazione: non è punibile|editore=''[[Il Corriere della Sera]]''|autore=Redazione|data=23 luglio 2004|accesso=24 febbraio 2013}}</ref>, condannò in via definitiva Giovanni Scattone a 5 anni e quattro mesi, e Salvatore Ferraro a 4 anni e due mesi<ref>{{cita web|url=http://archiviostorico.corriere.it/2004/aprile/03/Marta_Russo_libero_Scattone_Voglio_co_9_040403055.shtml|titolo=Marta Russo, libero Scattone «Voglio un lavoro e dei figli»|editore=''[[Il Corriere della Sera]]''|autore=Di Gianvito Lavinia|data=3 aprile 2004|accesso=23 febbraio 2013}}</ref>, eliminando però a entrambi il reato di detenzione illegale di arma, e costituendo così una nuova incongruenza, dato che non avevano mai avuto nessuna arma regolarmente detenuta. La Cassazione decide anche di non comminare pene accessorie, cancellando l'interdizione all'insegnamento per Scattone.<ref>[http://cerca.unita.it/ARCHIVE/xml/110000/105497.xml?key=ricercatore&first=231&orderby=0 ''«Scattone e Ferraro, colpevoli per sempre». Caso Marta Russo, la Cassazione conferma le condanne dei due ricercatori ma riduce le pene. Assolto Liparota'']</ref>
 
Liparota venne assolto, tramite [[annullamento senza rinvio]] della condanna, perché ''«non punibile al momento del fatto»'', in quanto preda di una crisi nervosa poco dopo lo sparo e poiché il suo favoreggiamento - secondo la sentenza - fu frutto solo delle minacce ricevute dagli altri due e della sua personalità e psicologia fragili e suggestionabili. Egli stesso però negò, anche dopo l'assoluzione, di avere ricevuto minacce dagli assistenti universitari, dicendo che fu ''«un processo-farsa, niente di tutto questo è mai stato vero»''.<ref name=liparota2/> Dalla sua assoluzione, Francesco Liparota svolge attività di avvocato nello studio del fratello Fabio.<ref>[http://www.liparota.it/pages/ita/content/professionisti___avvocati.php Studio Legale Liparota - ''I professionisti'']</ref>
 
Scattone, che avrebbe potuto scontare la maggioranza della pena ai domiciliari, rifiutò di confessare il delitto e preferì andare in carcere per finire di scontare gli anni rimanenti (rimarrà a [[carcere di Rebibbia|Rebibbia]] per un altro anno). Ferraro sconterà il resto della pena ai domiciliari.<ref>[http://cinquantamila.corriere.it/storyTellerThread.php?threadId=SCATTONE+Giovanni Giovanni Scattone - Biografia]</ref> Il pg Antonio Marini dichiara che ''«volevamo che i giudici scrivessero soltanto tre parole: "sono stati loro", cioè che fosse riconosciuta la responsabilità di Scattone e Ferraro, e questo è avvenuto. Non ci interessava il resto»''.<ref>[http://www.repubblica.it/2003/l/sezioni/cronaca/marta/marta/marta.html ''Marta Russo, Scattone e Ferraro condannati anche in Cassazione'']</ref> La famiglia di Marta Russo si disse soddisfatta della conclusione, accettando la tesi dell'omicidio colposo ad opera dei due condannati.
 
===Richieste di revisione del processo e ricorso alla Corte Europea===
Sia Salvatore Ferraro<ref>[http://cerca.unita.it/ARCHIVE/xml/210000/206565.xml?key=Federica+Fantozzi&first=1281&orderby=1&f=fir&dbt=arc ''Salvatore Ferraro ora lavora in Parlamento. Condannato per la morte di Marta Russo, ha scontato la pena. Collabora con Capezzone alla commissione Attività produttive'']</ref> sia Giovanni Scattone annunciarono la volontà di chiedere la revisione del processo<ref>[http://archivio.panorama.it/archivio/Scattone-e-Ferraro-pene-ridotte-ma-confermate ''Scattone e Ferraro: pene ridotte ma confermate'']</ref>, cosa ribadita da Scattone nel [[2011]]<ref>[http://magazine.excite.it/risarcimento-marta-russo-stabilito-un-un-milione-N73584.html ''Marta Russo, stabilito il risarcimento di un milione di euro'']</ref>: ''«Ho la coscienza pulita, perché sono innocente e con l’omicidio di Marta Russo io non c’entro.'' <small>[I genitori di Marta]</small> ''sono sempre stati colpevolisti e questo per me è un grande dolore»''.<ref>[http://qn.quotidiano.net/cronaca/2011/11/26/626805-scattone_coscienza_pulita_sono_innocente.shtml ''Scattone: "Ho la coscienza pulita, sono innocente"'']</ref> I legali dei due imputati avevano presentato già nel [[1999]] due ricorsi separati alla [[Corte Europea per i Diritti dell'Uomo]] per varie presunte violazioni (carcerazione preventiva lunga e senza prove certe, niente contradditorio con i testimoni, ecc.), tuttora pendente.<ref>[http://archiviostorico.corriere.it/1999/dicembre/27/Ferraro_Scattone_seconda_vita_attesa_co_10_9912279079.shtml ''Ferraro e Scattone, la seconda vita in attesa dell'appello'']</ref><ref>[http://www.webalice.it/guido.vitiello/Ricorso%20Scattone.htm Testo del ricorso di Scattone]</ref>
 
=== Procedimenti correlati ===
Nel luglio [[2005]] Giovanni Scattone accusò il giornalista [[Paolo Occhipinti]] e la [[Rcs MediaGroup|RCS]] (la società che controlla il ''[[Corriere della sera]]'') di violazione del diritto della personalità per un articolo pubblicato sul settimanale ''[[Oggi (rivista)|Oggi]]'', che l'ex assistente universitario riteneva diffamazione ai suoi danni, ma perse la causa di risarcimento, con addebito a suo carico delle spese processuali.<ref>{{cita web|url=http://archiviostorico.corriere.it/2005/luglio/28/Negato_risarcimento_Giovanni_Scattone_co_10_050728031.shtml|titolo=Negato risarcimento a Giovanni Scattone|editore=''[[Il Corriere della Sera]]''|autore=Redazione online|data=28 luglio 2005|accesso=24 febbraio 2013}}</ref>
 
Nell'ottobre [[2005]] l'[[investigatore privato]] e [[criminologo]]<ref>[http://www.blitzquotidiano.it/opinioni/nicotri-opinioni/meredith-kercher-uccisa-solo-da-guede-2145715/ ''Meredith Kercher “uccisa solo da Guede”: Carmelo Lavorino, criminologo, convinto'']</ref> Carmelo Lavorino (ma non il deputato Marco Taradash, prosciolto) fu condannato a un anno e mezzo di [[reclusione]] ([[sospensione condizionale della pena|pena sospesa]]) per [[calunnia]] nei confronti degli investigatori dell'accusa e di Gabriella Alletto<ref>{{cita web|url=http://archiviostorico.corriere.it/2005/ottobre/15/Marta_Russo_non_complotto__co_10_051015029.shtml|titolo=«Marta Russo, non ci fu complotto»|editore=''[[Il Corriere della Sera]]''|autore=Di Gianvito Lavinia|data=15 ottobre 2005|accesso=24 febbraio 2013}}</ref>.
 
I pm, inoltre, querelarono per diffamazione alcuni giornalisti e opinionisti innocentisti (come [[Giovanni Valentini (giornalista)|Giovanni Valentini]]) o accusarono di favoreggiamento molti testimoni favorevoli agli imputati; quasi tutti saranno però prosciolti in istruttoria.<ref name=tavola/>
 
Nel [[2010]], il deputato [[Daniele Capezzone]], che aveva seguito il caso - definendolo "caso di giustizia [[Situazione kafkiana|kafkiana]] (cioè italiana)"<ref>[http://old.radicali.it/view.php?id=42980 ''Scattone. Capezzone: spero che finisca accanimento contro di lui'']</ref> -, fu condannato in via definitiva per diffamazione a mezzo stampa, per aver definito "letteralmente teppistico" il comportamento di alcuni magistrati romani nel caso Marta Russo, in particolare quello del pm Carlo Lasperanza, dichiarazione resa nel [[2002]] quando era ancora segretario [[Radicali Italiani|radicale]].<ref>{{Cita news|autore=|url=http://www.adnkronos.com/IGN/News/Cronaca/Cassazione-condannato-Capezzone-diede-dei-teppisti-alle-toghe_10239088.html|titolo=Cassazione: condannato Capezzone, diede dei 'teppisti' alle toghe|pubblicazione=[[Adnkronos]] |giorno=12|mese=02|anno=2010|accesso=13 febbraio 2010}}</ref><ref>{{Cita news|url=http://www.repubblica.it/politica/2010/02/12/news/capezzone_condannato-2271230/|titolo=Definì 'teppista' un magistrato Capezzone condannato in Cassazione|pubblicazione=[[La Repubblica]] |giorno=12|mese=02|anno=2010|accesso=13 febbraio 2010}}</ref>
 
Nel maggio [[2011]] la XIII Sezione del Tribunale Civile di Roma, presieduta dal giudice Roberto Parziale, condannò Giovanni Scattone e Salvatore Ferraro al risarcimento di un milione di euro ai familiari di Marta Russo - i genitori, Donato e Aureliana, e la sorella Tiziana - e al pagamento delle spese giudiziarie, stabilendo inoltre che La Sapienza non può essere ritenuta responsabile della morte della ragazza. Il solo Ferraro - pur non essendo stato dichiarato come colui che impugnava l'arma<ref>[http://notizie.radicali.it/articolo/2012-12-06/editoriale/condannati-preventivi-una-galleria-degli-orrori ''"Condannati preventivi": una galleria degli orrori'']</ref> - fu condannato a versare all'università 28 mila euro come risarcimento dei danni di immagine.<ref>{{cita web|url=http://www.corriere.it/cronache/11_maggio_05/marta-russo-risarcimento_0fe5484a-7760-11e0-a006-4d571262b3cd.shtml|titolo=Morte di Marta Russo, Scattone e Ferraro dovranno risarcire la famiglia|editore=''[[Il Corriere della Sera]]''|autore=Redazione online|data=5 maggio 2011|accesso=24 febbraio 2013}}</ref>
 
Scattone chiede poi pubblicamente a Gabriella Alletto di ritrattare la testimonianza, vista la prescrizione di un eventuale calunnia. Nell'aprile [[2013]] la Corte di Cassazione confermò il risarcimento delle spese del giudizio e della detenzione carceraria per € 300.468 a carico di Ferraro e a favore dello Stato italiano, motivando la sentenza con le circostanze che «il soggetto non si trova in stato di indigenza» (essendo avvocato penalista) e che «l’adempimento non comporta uno squilibrio del suo bilancio tale da precludere il suo recupero e il reinserimento sociale»<ref>[http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/04/19/marta-russo-cassazione-conferma-oltre-300mila-euro-di-spese/568738/ Fonte: Il Fatto Quotidiano, 18.04.2013, "Marta Russo, Cassazione conferma oltre 300mila euro di spese"]</ref>.
 
== Commemorazioni ==
Il 26 maggio [[2001]] la seconda edizione del torneo di scherma «Trofeo Marta Russo» è diventato internazionale. Dal [[2004]] ha cambiato denominazione in «Una stella per Marta».
 
Nel [[2001]] fu dedicato a Marta Russo un parco nel quartiere [[Labaro]] in Roma, adiacente a via Gemona del Friuli.<ref>[[Corriere della Sera]] articolo del 29 dicembre 2001 [http://archiviostorico.corriere.it/2001/dicembre/29/parco_per_Marta_Russo_una_co_10_01122910101.shtml]</ref>
 
Dal 14 maggio [[2003]] si svolge il premio «Marta Russo. La Donazione degli organi: gesto d'amore a favore della vita», rivolto agli studenti degli istituti di scuola media superiore di Roma e provincia, promosso dall'Associazione Marta Russo e dalla Provincia di Roma.
 
Il 5 maggio [[2010]] l'Istituto Comprensivo ''Via Italo Torsiello'' di Roma, frazione di [[Trigoria]], fu intitolato a Marta Russo con una [[cerimonia]] alla quale parteciparono i genitori della ragazza.
 
== Fine pena di Scattone e Ferraro e successive polemiche ==
Nel settembre 2003 Salvatore Ferraro fu ingaggiato come consulente per la sceneggiatura di un film su un ''[[serial killer]]''<ref>{{cita web|url=http://archiviostorico.corriere.it/2003/settembre/24/Ferraro_cinema_Esperto_per_serial_co_10_030924005.shtml|titolo=Ferraro si dà al cinema. «Esperto» per un serial killer|editore=''[[Il Corriere della Sera]]''|autore=Haver Flavio|data=24 settembre 2003|accesso=23 febbraio 2013}}</ref>. Ha scritto anche alcuni spettacoli teatrali.<ref>[http://www.errorigiudiziari.com/io-killer-innocente-di-marta-russo-ora-metto-in-scena-la-cattiva-giustizia/ ''Io, killer innocente di Marta Russo ora metto in scena la cattiva giustizia'']</ref> Nel 2005 finì di scontare la pena ai domiciliari. Ferraro è inoltre divenuto un militante del [[Partito Radicale (Italia)|Partito Radicale]], tra i responsabili dell'[[Radicalismo in Italia#Il Detenuto Ignoto|Associazione "Il Detenuto Ignoto"]] (da lui fondata con Irene Testa), e ha lavorato anche come collaboratore della Camera dei deputati dal 2006 al 2008, durante il [[governo Prodi II]], assunto da [[Daniele Capezzone]] che era allora deputato della [[Rosa nel Pugno]] e Presidente della Commissione Attività Produttive.<ref>[http://old.radicali.it/view.php?id=49241 ''Adesioni al digiuno di dialogo con la Commissione giustizia della Camera per l'Amnistia'']</ref><ref>[http://www.corriere.it/Primo_Piano/Cronache/2006/10_Ottobre/22/ferraro.shtml ''Un lavoro alla Camera, polemica su Ferraro'']</ref>
 
Nel 2011, scontata la pena, prima in carcere (fino al 2004) poi ai [[affidamento in prova|servizi sociali]] fino al 2006, e non interdetto dai pubblici uffici in quanto ritenuto responsabile di delitto colposo e non volontario, Giovanni Scattone ottenne una supplenza in storia e filosofia presso il [[Liceo scientifico statale Camillo Cavour|liceo scientifico Cavour]] di Roma, dove aveva studiato Marta Russo, generando pareri contrastanti tra insegnanti, genitori e studenti riguardo la sua riammissione all'insegnamento.<ref>[http://roma.repubblica.it/cronaca/2011/11/25/news/scattone_nella_scuola_di_marta_russo_la_preside_devo_obbedire_alla_legge-25578084/?ref=HREC1-7 Fonte: La Repubblica, 26.11.2011, "Scattone nella scuola di Marta Russo. La madre: «Non dovrebbe educare i giovani»"]</ref><ref>[http://www.ansa.it/web/notizie/videostory/primopiano/2011/11/29/visualizza_new.html_12161927.html Fonte: Ansa,29.11.2011,"La mamma di un'allieva di Scattone",]</ref><ref>{{cita web|url=http://archiviostorico.corriere.it/2011/novembre/26/UNO_SBAGLIO_CHE_RINNOVA_DOLORE_co_10_111126003.shtml|titolo=UNO SBAGLIO CHE RINNOVA IL DOLORE|editore=''[[Il Corriere della Sera]]''|autore=Fregonara Gianna|data=26 novembre 2011|accesso=24 febbraio 2013}}</ref> Dopo un periodo di polemiche accese, Scattone decise di abbandonare l'incarico, nonostante fosse la sua principale fonte di sostentamento nonché di pagamento dei risarcimenti civili e processuali.<ref>{{cita web|url=http://archiviostorico.corriere.it/2011/dicembre/01/Scattone_Rinuncio_alla_cattedra_co_10_111201008.shtml|titolo=Scattone: «Rinuncio alla cattedra»|editore=''[[Il Corriere della Sera]]''|autore=Fregonara Gianna|data=26 novembre 2011|accesso=24 febbraio 2013}}</ref> Tornò poi a insegnare filosofia nel liceo ''Primo Levi''<ref>[http://www.repubblica.it/2005/j/sezioni/cronaca/scatto/scatto/scatto.html Scattone dal carcere alla cattedra insegna storia e filosofia al liceo], ''La Repubblica'', 6 ottobre 2005.</ref>, e in anni successivi come [[insegnante]] supplente di [[discipline umanistiche|materie umanistiche]] in altri licei.<ref>[http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/09/30/marta-russo-scattone-fara-il-professore-di-liceo-supplente-di-storia-fino-a-giugno/1138377/ ''Marta Russo, Scattone farà il professore di liceo: supplente di storia fino a giugno'']</ref><ref>[http://www.ilgiornale.it/news/scattone-lotta-studentescacritica-prof-assassinoma-alunni.html ''Scattone, Lotta Studentesca critica il prof: "Un assassino" Ma i genitori degli studenti si oppongono: "Un ottimo insegnante"'']</ref>
 
==Cultura==
===Cinema e televisione===
* La miniserie televisiva ''Morte di una ragazza perbene'' (1999) si ispirò vagamente all'omicidio di Marta Russo.<ref>[http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1998/08/13/si-ispira-al-caso-marta-russo-morte.html ''Si ispira al caso Marta Russo Morte di una ragazza perbene il film tv che Luigi Perelli sta girando a Belgrado'']</ref>
* ''Al di là di ogni ragionevole dubbio'' di Franco ed Enrico Carrozzino (2001), documentario su Salvatore Ferraro
* ''Delitti: L'enigma di Marta Russo'' (2011) [[docu-fiction]] di [[History Channel]]
===Letteratura===
* [[Aldo Nove]], ''Marta Russo'', racconto contenuto nel volume ''[[Superwoobinda]]'' (1998)
* Diego Paszkowski, ''Tesi su un omicidio'', postfazione di [[Giancarlo De Cataldo]], Fanucci, 2004 - romanzo ispirato alla storia di Marta Russo ma ambientato in [[Argentina]]
 
== Note ==
{{references|3}}
 
== Bibliografia ==
* {{cita libro | autore=[[Giovanni Valentini (giornalista)|Giovanni Valentini]] | titolo=Il mistero della Sapienza. Il caso Marta Russo | anno=1999 | editore=Baldini e Castoldi|cid=Valentini }}
* [[Piergiorgio Strata]], ''Parere pro veritate sul processo Marta Russo'', 1999, [http://www.piergiorgiostrata.net/wp-content/uploads/2014/09/Parere_MARTA_RUSSO.pdf testo]
* {{cita libro |autore1= [[Alberto Beretta Anguissola]]|autore2=[[Alessandro Figà Talamanca]] |altri = prefazione di [[Giovanni Sabbatucci]] |titolo=La prenderemo per omicida. Caso Marta Russo: il dramma di Gabriella Alletto | anno=2001 | editore=Koinè| cid=Beretta Anguissola-Figà Talamanca}}
* {{cita libro | Marco | Catino | Sociologia di un delitto. Media, giustizia e opinione pubblica nel caso Marta Russo | 2001 | Luca Sossella | Roma }}
* {{cita libro | autore=[[Salvatore Ferraro (1967)|Salvatore Ferraro]] | titolo=Il dito contro. Memoriale del processo per l'assassinio di Marta Russo | anno=2001 |editore=Avagliano|altri=prefazione di [[Vittorio Feltri]]}}
* [[Davide Giacalone]], ''L'Italia come bugia'', Rubbettino, 2003
* {{cita libro | Rita | Di Giovacchino | Il libro nero della Prima Repubblica | 2005 | Fazi }}
* Cinzia Palopodi, ''Psicologia della testimonianza: il caso Marta Russo'', Istituto Meme, 2007, [http://www.misteriditalia.it/altri-misteri/marta%20russo/10TESI%28Psicologiadellatestimonianza%29.pdf testo]
* {{cita libro | Sabina |Marchesi | I processi del secolo. Enigmi, retroscena, orrori e verità in trenta casi giudiziari italiani da Gino Girolimoni a Marta Russo| 2008 |Olimpia}}
* {{cita libro |autore1= [[Massimo Picozzi]]|autore2=[[Carlo Lucarelli]] | titolo=La nera. Storia fotografica di grandi delitti italiani dal 1946 a oggi| anno=2008 | editore=Mondadori }}
* {{cita libro | Nino | Luca | Parentopoli. Quando l'università è affare di famiglia | 2009 | Marsilio}}
* {{cita libro |autore= [[Ferdinando Imposimato]] | titolo=L'errore giudiziario: aspetti giuridici e casi pratici | anno=2009 | editore=Giuffrè}}
* {{cita libro |autore= [[Annalisa Chirico]] | titolo=Condannati preventivi. Le manette facili di uno Stato fuorilegge | anno=2012| editore=Rubbettino}}
* [[Gennaro Francione]], Paolo Franceschetti e [[Ferdinando Imposimato]], ''Temi Desnuda (Vademecum per creare una giustizia giusta)'', Roma, Herald, 2015
 
==Altri progetti==
{{Interprogetto|commons=Category:Death of Marta Russo|etichetta=Omicidio di Marta Russo}}
 
==Bibliografia==
*K.W.Marschner, ''Das J.Klaviatur'', 1905
==Voci correlate==
*[[ProcessoTastiera mediaticoJankó]]
*[[Giorgiana Masi]]
*[[Paolo Broccatelli]]
*[[Giovanni Scattone]]
*[[Salvatore Ferraro (1967)|Salvatore Ferraro]]
*[[Università La Sapienza]]
 
== Collegamenti esterni ==
*[http://www.martarusso.org/ Associazione Marta Russo]
*[http://www.federscherma.it/62-news-importate/news-secondarie/24980-una-stella-per-marta-sabato-a-roma-la-14esima-edizione-dell-evento-di-scherma Una stella per Marta - Federazione Italiana Scherma]
*[http://www.webalice.it/guido.vitiello/ Comitato per la Difesa di Giovanni Scattone e Salvatore Ferraro]
*[http://www.misteriditalia.it/altri-misteri/marta%20russo/ Misteri d'Italia: Il caso Marta Russo]
===Articoli e approfondimenti===
*[http://giovanniscattone.blogspot.it/2012/03/lopinione-del-professor-sabbatucci.html ''L'opinione del prof. Sabbatucci'', riportata sul blog di Giovanni Scattone] - articolo dello storico [[Giovanni Sabbatucci]]
*[http://www.misteriditalia.it/altri-misteri/marta%20russo/11Assassinosconosciuo.pdf ''Assassino sconosciuto''] - la versione di Giovanni Scattone (uno dei due condannati in via definitiva), da ''L'Europeo'', n. 3, 2007 (riportata in Misteri d'Italia)
*[http://www.webalice.it/guido.vitiello/letterascattone.htm Lettera di Giovanni Scattone ai giudici della Cassazione]
*[http://www.eius.it/giurisprudenza/2004/116.asp Sentenza definitiva della Cassazione del 2003]
 
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