Lettera agli Ebrei e Paul von Jankó: differenze tra le pagine

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Studi e invenzione
 
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{{Bio
{{Avvisounicode}}
|Nome = Paul von
{{Testi cristiani delle origini
|Cognome = Jankó
|immagine=P46.jpg
|Sesso = M
|legenda=Frammento del [[Papiro 46]]
|LuogoNascita = Tata
|titolo=Lettera agli Ebrei
|LuogoNascitaLink = Tata (Ungheria)
|datazione=[[50]]-[[95]]
|GiornoMeseNascita = 2 giugno
|attribuzione=anonimo del [[I secolo]]
|AnnoNascita = 1856
|luogo=
|LuogoMorte = Costantinopoli
|fonti=
|GiornoMeseMorte = 17 marzo
|manoscritti=[[Papiro 46|<math>\mathfrak{p}</math><sup>46</sup>]] (200)
|AnnoMorte = 1919
|destinatari=
|Epoca = 1800
|tema=
|Attività = musicista
|Attività2 = ingegnere
|Nazionalità = ungherese
}}
La '''''Lettera agli Ebrei''''' è un'opera inclusa nel [[Nuovo Testamento]], in cui il profilo e la missione di [[Gesù]] sono delineati tramite il confronto con la figura del [[sommo sacerdote]] nell'[[Antico Testamento]].
 
==Biografia==
Il suo genere letterario è molto discusso. Ben più che una lettera o un'omelia il testo risulta piuttosto essere un " trattato per i cristiani di origine ebraica ed etnica ora ellenizzati"<ref name="Marcheselli">Cesare Marcheselli-Casale, ''Lettera agli Ebrei'', Paoline 2005.</ref>.
[[File:Janko piano.JPG|thumb|Piano Janko]]
Si avvicinò alla [[musica]] frequentando il [[Conservatorio]] di [[Vienna]], e fece studi universitari presso la facoltà di [[matematica]].
 
Approfondì la tematica del [[Temperamento (musica)|temperamento]] nel suo libro intitolato ''Über mehr als zwölfstufige gleichschwebende Temperaturen''.
Il testo, anonimo, è stata accostato al nome di [[Paolo di Tarso]] sin dai tempi più antichi, ma la critica antica e moderna ha escluso quasi concordemente questa attribuzione.
 
Divenne celebre, quando nel [[1882]], ideò una nuova tastiera costituita da 6 fila di tasti brevi e stretti, formanti una unica scala cromatica. La tastiera realizzata da Jankó aveva ottave più compatte di quelle del pianoforte, un'organizzazione isomorfa dei tasti, ed era in grado di produrre alcuni effetti speciali nuovi (''glissando cromatici'').
== Trasmissione ==
Il testo della Lettera agli Ebrei ci è stato trasmesso inserito nell'[[Lettere di Paolo|epistolario paolino]]. Nei testimoni più antichi, il papiro [[P46]] (ca 200) e i codici unciali [[Codex Vaticanus|B]] (IV secolo), [[Codex Sinaiticus|S]] (secoli IV-V) e [[Codex Alexandrinus|A]] (secolo V), essa è collocata subito dopo la [[Lettera ai Romani]]. Nel codice B è annotata a margine una più antica collocazione fra [[Galati]] ed [[Efesini]], testimoniata anche nella [[versioni copte della Bibbia|versione copta]] (Saidica di Atanasio).
L'attuale collocazione al termine dell'epistolario paolino è quella adottata in tutti i manoscritti delle versioni latine (sia la [[Vetus Latina]] che la [[Vulgata]]) oltre che nella [[Peshitta]] (versione siriaca della Bibbia). Essa è testimoniata anche da [[Epifanio di Salamina]]: "Filemone è la tredicesima lettera seguita da Ebrei che è la quattordicesima" <ref>''Adversus Haereses'' in Migne, ''Patrologiae graecae cursus completus'' 41, 810-811</ref>.
 
Nel [[1886]] il musicista-inventore descrisse le caratteristiche del suo pianoforte nella pubblicazione ''Eine neue Klaviatur'' e organizzò una lunga serie di concerti europei per portare alla ribalta le sue innovazioni
== Composizione ==
<ref>"Dizionario di musica", di A.Della Corte e G.M.Gatti, Paravia, 1956,pag.310</ref>.
===Autore===
L'autore è una persona con una vasta cultura [[giudaismo|giudaico]]-[[ellenismo|ellenistica]], che dimostra una profonda conoscenza dell'[[Antico Testamento]], di cui si avvale prevalentemente nella versione dei [[Septuaginta|Settanta]]<ref name="Marcheselli"/>. Probabilmente l'autore si rivolge a una comunità di Ebrei ellenistici cristiani; dato che la lettera era nota a [[Clemente di Roma]] pochi anni dopo la sua composizione, è possibile che tale comunità fosse a Roma, come suggerito dall'augurio «vi salutano quelli d'Italia» in ''Ebrei'' {{passo biblico|Eb|13,24}}.<ref>Perrin, ''The New Testament: An Introduction'', p. 138.</ref>.
 
Nonostante il tocco della tastiera fosse piuttosto rigido, l'invenzione ha incontrato un certo entusiasmo, in particolare dall'americano [[Alfred Dolge]]. A [[New York]] nel [[1891]] fu fondato un ''Paul von Janko Conservatory''
==== L'ipotesi paolina====
e una ''Janko Society'' fu fondata a [[Vienna]] nel [[1905]]. Un certo numero di pianisti in [[Austria]], in [[Germania]] e negli [[Stati Uniti d'America|Stati Uniti]] realizzarono tastiere Janko e Paul Perzina produsse una doppia reversibile tastiera: standard su un lato, Janko sull'altro.
Al testo, che non presenta il nome del mittente e del destinatario, è stato tradizionalmente accostato il nome di [[Paolo di Tarso]]. Questa attribuzione è però discussa già nell'antichità, per esempio da [[Origene]] (prima metà del [[III secolo]]) e [[Tertulliano]] (prima metà del III secolo). [[Eusebio di Cesarea]], pur annoverando Ebrei fra le 14 lettere paoline, la cui canonicità era generalmente indiscussa, accenna a resistenze della chiesa di Roma, dovute alla inverosimiglianza dell'attribuzione paolina <ref>Storia ecclesiastica, III,5.</ref>.
 
==Note==
Le difficoltà più grandi nell'attribuire la lettera agli Ebrei a Paolo riguardano le differenze stilistiche e contenutistiche con le altre lettere. Lo stile elegante di questo scritto è diverso da quello delle lettere paoline; diverso appare anche l'utilizzo delle parole, delle quali 140 non ricorrono negli scritti di Paolo. I contenuti dottrinari della lettera, benché di chiara ispirazione paolina, presentano inoltre caratteristiche proprie, inusuali per la [[teologia]] dello scrittore di [[Tarso (Asia Minore)|Tarso]].
 
==== Altre ipotesi ====
[[Clemente d'Alessandria]] pensò come autore all'evangelista [[Luca evangelista|Luca]], imitato da [[Origene]], che propose anche il nome di [[Clemente di Roma]],<ref>Eusebio di Cesarea, ''Storia ecclesiastica'' VI, 14,13; 25,12-14</ref> mentre [[Tertulliano]] <ref>Tertulliano, ''De pudicitia'' 20</ref> l'attribuisce a [[Barnaba]] ed [[Eusebio di Cesarea]] ad un certo Gaio;<ref>Eusebio di Cesarea, IV, 20,3.</ref> [[Martin Lutero]]<ref>Martin Lutero, ''Werke'' XLIV, 709</ref> propose [[Apollo (Nuovo Testamento)|Apollo]], [[Giudaismo|giudeo]] di [[Alessandria d'Egitto]] di cui si parla negli ''[[Atti degli Apostoli]]'',<ref>''Atti degli apostoli'' {{Passo biblico|At|18,24}}.</ref> mentre [[Adolf von Harnack]] suggerì [[Priscilla]].<ref>Adolf von Harnack, ''Geschichte der altchristlichen Literatur'', Leipzig 1893–1904, e ''Zeitschrift fur die Neutestamentliche Wissenschaft und die Kunde der aelteren Kirche'', Berlin 1900, I, 16–41: ma l'autore della lettera scrive di sé al maschile (11,32): «ἐπιλείψει με γὰρ διηγούμενον ὁ χρόνος»</ref> Furono avanzati anche i nomi di [[Sila (apostolo)|Silvano]], [[Timoteo vescovo|Timoteo]], [[Aristione]], [[Filippo (diacono)|Filippo]] e persino di [[Maria (madre di Gesù)|Maria]].
 
=== Lingua e stile ===
La lettera è scritta in [[lingua greca|greco]]. Lo stile è sereno, regolare e molto curato<ref name="Manzi">Franco Manzi, ''Lettera agli Ebrei'', 2001.</ref>: l'opera presenta pregi di eleganza stilistica e ricercatezza letteraria<ref name="Schierse">Franz J. Schierse, ''Lettera agli ebrei'', 1968.</ref>.
 
Nella lettera si alternano parti dedicate al culto ad altre nelle quali i lettori sono incoraggiati a resistere anche nelle difficoltà<ref name="Theissen">Gerd Theissen, ''Il Nuovo Testamento'', Carocci, 2002.</ref>.
Lo scritto, nonostante il nome con cui è noto, non è in realtà una lettera: il suo genere è piuttosto quello del discorso di esortazione. Probabilmente è un'opera di carattere [[omelia|ommiletico]] proclamata a voce a una comunità cristiana e poi inviata ad altre chiese<ref name="Manzi"/>.
 
=== Data di composizione ===
[[Clemente di Roma]] attinge ampiamente a questa lettera nella sua ''[[Prima lettera di Clemente|Lettera ai Corinzi]]'': il testo era quindi già noto a Roma nell'ultimo quarto del [[I secolo]]<ref name="Marcheselli"/>.
Sulla data di composizione sono state avanzate tre ipotesi: la fase conclusiva del regno di [[Claudio]] (morto nel [[54]]), gli ultimi anni del dominio di [[Nerone]] (morto nel [[68]]) e il regno di [[Domiziano]] ([[81]]-[[96]]). L'ipotesi più probabile è la seconda: la liturgia del tempio è infatti descritta come ancora in atto, anche se ormai prossima alla scomparsa<ref name="Manzi"/>. In generale, la nostalgia dei destinatari per il culto mosaico fa infatti pensare a una datazione precedente alla distruzione del [[Tempio di Erode]], quindi non oltre il [[69]]<ref>Secondo Bruce, la lettera è probabilmente stata scritta prima, o non molto dopo, la persecuzione a Roma nel [[65]], cfr. Frederick Fyvie Bruce, ''The Epistle to the Hebrews'', 1990.</ref>; poiché i riferimenti nella lettera al tempio sono prevalentemente simbolici è comunque possibile proporre anche una datazione successiva al [[70]]<ref name="Marcheselli"/>.
 
=== Destinatari ===
Non è facile individuare i destinatari della lettera. Il titolo con il quale conosciamo la lettera è infatti successivo alla composizione del testo<ref>Il titolo "agli Ebrei" non appartiene originariamente a questo scritto ed è stato aggiunto per motivi ignoti, cfr. Franco Manzi, ''Lettera agli Ebrei'', 2001.</ref>: l'autore cita gli ebrei in modo indiretto ("stirpe di Abramo", "tribù di Giuda"), senza però implicare che siano i destinatari. Questi ultimi sono invece i membri di una comunità precisa ({{passo biblico|Eb|13,23}}), che conosce Timoteo. Il riferimento all'Italia ({{passo biblico|Eb|13,24}}) fa propendere per una comunità romana.
 
Sono state avanzate anche altre soluzioni. Tra le possibili località proposte ci sono [[Gerusalemme]] (la lettera sarebbe stata scritta da Cesarea nel [[57]]-[[59]] durante la prigionia di Paolo in quella città oppure da Roma nel [[66]] o dopo il [[70]]), la [[Samaria]], [[Cesarea]], [[Antiochia di Siria]], [[Colossi]], [[Efeso]], [[Cipro]], [[Alessandria d'Egitto]]<ref name="Bruce">Frederick Fyvie Bruce, ''The Epistle to the Hebrews'', 1990.</ref>.
 
I destinatari della lettera sono stati tradizionalmente identificati con un gruppo di giudeo-cristiani: in realtà, oggi si ritiene che la lettera sia indirizzata piuttosto a cristiani pervenuti già da tempo alla fede, forse dei gentili<ref name="Schierse"/>. dei quali si vuole rinsaldare la vocazione<ref name="Manzi"/>.
 
== La lettera e il canone ==
Nella chiesa antica l'inserimento della ''Lettera agli Ebrei'' nel [[canone del Nuovo Testamento]] incontrò alcune resistenze <ref name="Schierse"/>: non appare contenuta, ad esempio, nel [[Canone muratoriano]] ([[II secolo]]).
La lettera, comunque, fu accettata e apprezzata da molti [[Padri della Chiesa]]. Molti suoi versetti furono utilizzati nelle controversie cristologiche fra le due grandi scuole antiochena e alessandrina a riprova dell'autorevolezza di cui la lettera godeva.
 
Nuovi dubbi emersero al tempo della [[Riforma protestante|Riforma]], tanto che [[Lutero]] spostò Ebrei, [[Apocalisse]], la [[Lettera di Giacomo]] e quella di [[Lettera di Giuda|Giuda]] in fondo alla Bibbia in lingua tedesca. Di fatto, però, Ebrei restò nel [[canone della Bibbia]] protestante e Lutero stesso ne esaltò la cristologia.
 
== Struttura e contenuto ==
La lettera presenta Gesù come il vero sacerdote che ha espiato i peccati<ref name="Stefani">Piero Stefani, ''La Bibbia'', Il Mulino, 2004.</ref> e affronta i temi dell'avvento del [[Regno di Dio]], della debolezza della volontà e dell'ostilità del mondo<ref name="Schierse"/>. La lettera, in particolare, è il solo scritto del Nuovo Testamento che si avvale in modo dettagliato della liturgia giudaica della riconciliazione ([[Yom Kippur]]) per presentare il sacerdozio di Cristo<ref name="Marcheselli"/>.
 
La ''Lettera agli Ebrei'' può essere divisa in due parti, una prima parte {{Passo biblico|Eb|1,1-10,18}} di contenuto prettamente dogmatico ed una seconda {{Passo biblico|Eb|10,19-13,17}} di carattere prevalentemente pratico-moralistico.
 
=== Prima parte ===
La prima parte è incentrata sulla figura di [[Gesù Cristo]], re dell'[[universo]], anche in relazione ad altri personaggi [[Bibbia|biblici]] dell'[[Antico Testamento]]. L'intento dell'autore sembra essere quello di dare una nuova interpretazione del vero significato della legge [[Mosè|mosaica]] e dimostrarne il carattere [[Simbolo|simbolico]] e transitorio, sottolineando, al tempo stesso, l'importanza della nuova alleanza rispetto all'antica. Viene in tal modo fornita una visione dottrinaria del significato [[messia]]nico del sacrificio di Cristo e dell'unicità ed universalità del suo sacerdozio.
 
=== Seconda parte ===
Nella seconda parte, l'autore si sofferma sui pericoli derivanti dall'[[apostasia]] ed esorta i destinatari della lettera alla perseveranza nella [[fede]]. Una riflessione sulla [[parusia]] precede quindi la presentazione di esempi di fede dell'Antico Testamento, da [[Abramo]] a [[Raab (Bibbia)|Raab]] e un nuovo approfondimento sulla figura di Gesù.
 
==L'accusa di antigiudaismo==
Alcune frasi della Lettera agli Ebrei hanno dato adito a un certo antigiudaismo ecclesiastico, alla convinzione cioè che l'[[Antico Testamento]] sia ormai morto e che il [[giudaismo]] sia stato sostituito dal [[cristianesimo]]. Confrontando, per esempio, l'Antica Alleanza con la Nuova si afferma: "ciò che diventa antico e invecchia è prossimo a scomparire" (Eb 8,13). La rilettura del testo dopo il [[concilio Vaticano II]], alla luce cioè della Dichiarazione [[Nostra Aetate]] sulle relazioni della Chiesa con le religioni non cristiane, ha fatto scoprire nel testo un equilibrio di valutazione non sufficientemente notato in precedenza. La "lettera", infatti, si guarda bene dall'affermare l'esistenza di due religioni contrapposte, anche se provenienti dalla stessa radice. La religione è una sola, anche se occorre distinguere fra "un giudaismo cristiano e un giudaismo non cristiano, un cristianesimo che ha realizzato in pieno il giudaismo (giudeocristianesimo) e un giudaismo che non ha ancora preso contatto con il cristianesimo"<ref>G. Deiana, cit. p.732.</ref>.
 
== Note ==
<references/>
 
== Bibliografia ==
*K.W.Marschner, ''Das J.Klaviatur'', 1905
 
==Voci correlate==
* H. W. Attridge, ''La Lettera agli Ebrei. Commento storico esegetico'' (= ''Letture Bibliche'' 12), Città del Vaticano, Libreria Editrice Vaticana, 1999, 723 pp.
*[[Tastiera Jankó]]
* Frederick Fyvie Bruce, ''The Epistle to the Hebrews'', 1990.
* Fulvio Di Giovambattista, ''Il giorno dell'Espiazione nella Lettera agli Ebrei'' (= ''Tesi Gregoriana; Serie Teologica'' 61), Roma, Pontificia Università Gregoriana, 2000, 223 pp.
* C. R. Koester, ''Hebrews: A New Translation with Introduction and Commentary'', Doubleday, New York, 2001 (= ''The Anchor Bible'' 36), XXIII+604pp.
* Franco Manzi, ''Lettera agli Ebrei'', 2001.
* Cesare Marcheselli-Casale, ''Lettera agli Ebrei'', 2005.
* I. Molinaro, ''“Ha parlato nel Figlio”. Progettualità di Dio e risposta del Cristo nella lettera agli Ebrei'' (= ''Studium Biblicum Franciscanum. Analecta'' 55), Jerusalem, Franciscan Printing Press, 2001, 360 pp.
* Franz J. Schierse, ''Lettera agli ebrei'', 1968.
* A. Strobel, ''La lettera agli Ebrei'' (= ''Nuovo Testamento. Seconda Serie'' 9/2), Brescia, Paideia, 1997, 270 pp.
* A. Vanhoye, ''La Lettre aux Hébreux. Jésus-Christ, médiateur d'une nouvelle alliance'' (= ''Jésus et Jésus-Christ'', 84), Paris, Desclée, 2002, 239 pp.; traduzione: ''Gesù Cristo. Il mediatore nella Lettera agli Ebrei'' (= ''Commenti e Studi Biblici'' s.n.), Assisi, Cittadella, 2007, 272 pp.
 
== Voci correlate ==
* [[Papiro 46]], un papiro del III secolo contenente la lettera.
 
== Altri progetti ==
{{Interprogetto|etichetta=''Lettera agli Ebrei''|q_preposizione=dalla o sulla|commons=Category:Epistle to the Hebrews|commons_preposizione=sulla}}
 
== Collegamenti esterni ==
* [http://www.labibbia.org/pls/bibbiaol/GestBibbia.Ricerca?Libro=Ebrei&Capitolo=1 Testo della lettera agli Ebrei] basato sulla versione CEI del 1974.
* {{cita web|url=http://books.google.it/books?id=zSxhATKVx6YC&pg=PA11&lpg=PA11&dq=codice+claromontano+D2&source=bl&ots=cL_pRuqO1E&sig=0WFUH7hibdE0N609ZSPjtfQimcE&hl=it&sa=X&ei=pX6IT-HyAsmeOuKIoNEJ&ved=0CCkQ6AEwAQ#v=onepage&q=codice%20claromontano%20D2&f=false|titolo=Commento di Cesare Marcheselli}}
 
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