Federico Lunardi e Alluvione del Piemonte del 2008: differenze tra le pagine

(Differenze fra le pagine)
Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
m apostrofo tipografico
 
Etichette: Modifica da mobile Modifica da web per mobile
 
Riga 1:
{{Incidente
{{Vescovo
| titolo = Alluvione di Villar Pellice del 2008
|nome = Federico Lunardi
| nazione = ITA
|chiesa = cattolica
| luogo = [[Villar Pellice]]
|arcivescovo = sì
| data = [[29 maggio]] [[2008]]
|immagine =
|didascalia immagine =
|ruolo didascalia =
|titolo ora = 10:25
| ora-fine =
|stemma = Archbishop CoA PioM.svg
| tipo = Frana detritica, alluvione
|motto = CRUCIS LUCE LUNA ARDET
| vittime = 4
|nato = 7 dicembre [[1880]]
| feriti = 3
|ordinato = 30 marzo [[1907]]
| sopravvissuti = 1
|arcconsacrato = 12 dicembre [[1936]]
|ruoliricoperti =
|deceduto = 11 novembre [[1954]]
}}
{{Bio
|Nome = Federico
|Cognome = Lunardi
|Sesso = M
|LuogoNascita = Livorno
|GiornoMeseNascita = 7 dicembre
|AnnoNascita = 1880
|LuogoMorte = Asunción
|GiornoMeseMorte = 11 novembre
|AnnoMorte = 1954
|NoteMorte = <ref>''da Terra Ameriga, n.41, 1980 e da conversazioni con Giulio Lunardi, nipote, del 30 novembre 2009. Altre fonti, come http://www.catholic-hierarchy.org/bishop/blun.html citano 9 novembre 1954 ''</ref>
|Epoca = 1900
|Attività = arcivescovo cattolico
|Attività2 = etnologo
|Attività3 = archeologo
|AttivitàAltre = , [[storico]], [[scrittore]] e [[collezionista]]
|Nazionalità = italiano
}}
 
Con '''alluvione di Villar Pellice del 2008''', o anche '''alluvione del Piemonte del 2008''', ci si riferisce ai tragici eventi climatici che caratterizzarono il [[Piemonte]] tra il [[28 maggio]] e il [[30 maggio]] [[2008]].
[[Nunzio apostolico]] della [[Santa Sede]], insieme all'adempimento della sua missione, divennero per lui importanti lo studio della [[storia]], della [[geografia]], dell'[[archeologia]], e soprattutto dell'[[etnologia]] dell'[[America Latina]], tanto da fargli comporre col tempo molte opere scientifiche che lo accreditarono come scrupoloso ricercatore.
 
== Il precedente del 1977 ==
Nel corso della sua carriera diplomatica, soggiornò a [[Cuba]], [[Cile]], [[Colombia]], [[Brasile]], [[Bolivia]], [[Honduras]], ed infine in [[Paraguay]], paesi dove spesso intraprese studi e ricerche che lo portarono a viaggiare in tutta l'America Latina, e lì rimase complessivamente trentotto anni, entrando in contatto con diverse culture.
La [[Val Pellice]] fu vittima di un altro terribile evento franoso tra il [[19 maggio]] e il [[20 maggio]] del [[1977]]. Una terribile massa di detriti precipitò dal bacino del Rio di Garin, l'attuale [[Rio Cassarot]], investendo l'intera borgata di Garin, ferendo 2 persone. In quegli stessi giorni nel [[Piemonte]] occidentale, nelle valli [[Val Chisone|Chisone]], [[Valle Germanasca|Germanasca]] e [[Val Pellice|Pellice]] si stavano consumando altre varie tragedie sempre per via dell'alluvione, tra cui il crollo del ponte tra [[Bibiana]] e [[Bricherasio]] che provocò la morte di sette persone precipitate con le loro auto.
 
== Gli eventi ==
Tre furono le aree archeologiche delle sue ricerche: in Colombia, nell'area di [[San Agustín (Colombia)|San Agustín]] (Massiccio Colombiano);
Il [[28 maggio]] [[2008]], in [[Piemonte]], specialmente nella fascia alpina in [[provincia di Torino]], iniziarono straordinarie precipitazioni che coinvolsero gran parte delle valli interessate causando molti problemi, quali allagamenti, mancanza di luce, black-out, smottamenti e danneggiamenti alle abitazioni.
in Bolivia, nell'area di [[Tiahuanaco]];
in Honduras, nell'area di [[Copán]].
 
I picchi di pioggia più alti furono registrati a Col Barant, che misurò all'incirca 312 mm (373 mm si considerano i tutti e tre i giorni) e a Praly, che registrò 219 mm (276 mm se si considerano tutti e tre i giorni).
Pioniere dell'Americanistica, nei quasi dieci anni di permanenza in Honduras raccolse materiali precolombiani che costituiranno in seguito parte delle sue collezioni, si dedicò in modo approfondito allo studio dei [[Maya]] arrivando ad affermare che le tracce più antiche di questa civiltà non erano da cercare nello [[Yucatán]] bensì in Honduras.
 
Il [[29 maggio]] avvenne il fatto più tragico dell'evento alluvionale: alle 10:25 circa una grossa massa di fango e detriti proveniente dal bacino del [[Rio Cassarot]] di circa 40 mila m³, precipitò in [[Val Pellice]], inondando in pochissimi secondi la borgata Garin di [[Villar Pellice]]. Molte abitazioni furono danneggiate e 2 completamente distrutte. La colata investi anche strade, campagne e quant'altro fino alla confluenza del [[Rio Cassarot]] con il [[Pellice]]. I soccorsi si attivarono subito dopo dal presidio ospedaliero civile di [[Pinerolo]] tramite elicotteri, ambulanze, carri dei vigili del fuoco e camionette della polizia e della guardia di finanza. Il loro aiuto fu coadiuvato da ruspe per la rimozione della terra e gli scavi durarono due giorni.
Durante i suoi viaggi prendeva nota di tutto quanto gli capitava di osservare sui suoi “libretti”, come lui chiamava gli appunti di viaggio, una vera miniera di notizie inedite.
 
Il [[30 maggio]] gli eventi volsero al termine anche se comunque la mattinata fu interessata da precipitazione forti anche se moderate. Infine il [[6 giugno]] si iniziarono a valutare i danni.
== Biografia ==
Nacque a Livorno nel [[1880]] da Iginia Montaiuti e Cesare, modesto artigiano con saldi principi cristiani e dopo avere frequentato le scuole tecniche, a sedici anni entrò nel [[seminario]] di Livorno. Nel [[1897]] si trasferì per gli studi a [[Roma]] dove nel [[1903]] conseguì le lauree in [[filosofia]], in [[teologia]] e in ''Utroque Iure''<ref>Si tratta di una laurea con studi di diritto romano, diritto civile e norme ecclesiastiche. Queste norme nel 1917, diventeranno, sotto il pontificato di [[Benedetto XV]] (1854-1922), il primo codice di [[Diritto Canonico]], poi aggiornato sotto il pontificato di [[Giovanni Paolo II]].</ref>. Dopo essere diventato parroco, segretario del [[vescovo]] di Livorno, professore al Seminario Diocesano, nel [[1916]] iniziò la sua carriera diplomatica come addetto alla [[Nunziatura apostolica]] dell'[[Avana]], dove rimase sino al [[1920]]. Dopo Cuba lo troviamo tre anni in Cile e poi in Colombia ([[1923]]-[[1931]]). In quel periodo visita ripetutamente San Agustín, zona di importanti ritrovamenti archeologici, svolgendo un lavoro di ricerca e studio che gli consentirà di scrivere alcune opere, in particolare: ''"El macizo colombiano", "La vida en las tumbas", "Costumbres mortuario del macizo colombiano", "Estatuas prehistoricas pintadas", "o Angasmayo"'' e ''"Fauna monumental preistorica del macizo colombiano".'' Tali studi sono stati editi dal [[1934]] al 1936 a [[Rio de Janeiro]], [[Santiago del Cile]] e [[Lima (Perù)|Lima]]. Lasciata la Colombia viene trasferito in Brasile (1931-1936) dove si dedica prevalentemente a studi etnologici. Ha conosciuto il popolo dei [[Bororo]], studiati poi da [[Claude Lévi-Strauss]], i Cayapó, i Carajá, anch'essi studiati da diversi antropologi. Il suo viaggio tra i Bororo avviene nel settembre 1936. In Brasile il Lunardi tocca l'apice della sua carriera ecclesiastica in quanto il 15 novembre 1936 viene nominato [[Nunzio Apostolico]] e [[Arcivescovo titolare]] di [[Side]]<ref>La carica di arcivescovo titolare è un titolo onorifico in quanto diversa da quella di vescovo (o arcivescovo) diocesano che risulta responsabile del governo della diocesi. Infatti Side, città dell'Anatolia meridionale (Asia Minore), fu fondata dai coloni greci e divenne sede vescovile a partire dal V secolo; nel IX-X secolo la città venne distrutta.</ref>. Inviato in Bolivia (1936-1938) svolge ricerche sulla misteriosa città di Tiahuanaco e raccoglie numerosi reperti, materiale archeologico che ora fa parte delle ''Collezioni Lunardi''.
Visitando le missioni sparse nelle località più remote dell'altopiano e della pianura boliviana viene in contatto con i Guarayo, i Chiquito, i Mojo, annotando le loro usanze civili e religiose con scrupolosità e amore della verità nei suoi “libretti”. Incontra anche i Sirionó ai quali, oltre che gli appunti, dedica un opuscolo ricco di informazioni. All'inizio del [[1939]] dalla Bolivia viene trasferito in Honduras, dove rimane sino al [[1948]], quasi un decennio. Percorrerà il paese in lungo e in largo e di frequente lo troviamo a Copán, il grande centro culturale maya, dove partecipa a riunioni, congressi e raccoglie materiale archeologico. Le sue pubblicazioni sull'Honduras sono numerose e alcune di notevole importanza, come ''Honduras Maya, Etnología Y Arqueología de Honduras'' stampata nel 1948 a [[Tegucigalpa]]. Dall'Honduras nel 1948 viene richiamato a Roma presso la segreteria di Stato ma già l'anno successivo lo troviamo ad Asunción, in Paraguay (1949-1954). Sono di questo periodo numerose sue serie fotografiche dedicate ai popoli Macà, Cainguá e Chulupí ed altri studi e ricerche come quelle sui Guaraní. L'11 novembre 1954, all'età di 74 anni, muore ad Asunción, in terra americana, dove aveva trascorso più di metà della vita. La salma fu poi traslata dalla famiglia nella sua Livorno, nel cimitero della Misericordia.
===''“Honduras Maya, Etnología Y Arquelogía de Honduras”''===
 
== Vittime ==
{{Quote|che l’Honduras era tutto Maya, mi è parso evidente perché i documenti scritti o i materiali incontrati me lo hanno detto e dimostrato. Io non ho fatto altro che trascrivere quello che mi hanno dettato|Federico Lunardi<ref>''Honduras Maya, Etnología Y Arquelogía de Honduras''</ref>}}
Per la frana della [[Val Pellice]] rimasero coinvolte in tutto 6 persone: 4 furono i morti, dei quali 3 nelle abitazioni crollate e 1 a seguito del ribaltamento da parte della colata di un'automobile e di un trattore; 3 persone rimasero ferite lievemente mentre 1 persone rimase illesa alla colata.
“''Honduras Maya, Etnología Y Arquelogía de Honduras''” del 1948 è certamente la sua opera più importante. In questo voluminoso libro il Lunardi affronta il problema dell'etnologia dell'Honduras e dell'origine Maya della sua civiltà. L'opera, nella prima parte ''(Etnologia)'' analizza il problema delle popolazioni dell'Honduras e delle loro origini. Nella seconda parte ''(Los fundamentos de la arquelogía maya)'' viene affrontato lo studio dei Maya come ce li hanno descritti le fonti (principalmente il vescovo [[Diego de Landa]]) in Yucatán e Honduras, studiando poi il patrimonio archeologico dei Maya in Honduras. Nella terza parte ''(Arquelogía de Honduras)'' studia sistematicamente il patrimonio culturale dei Maya che ancora oggi sopravvive nei riti e nella vita quotidiana degli abitanti del paese. Nella quarta ed ultima parte ''(Recapitolación)'' trae le conclusioni dei suoi studi: il centro di irradiazione della civiltà dei Maya è l'Honduras. Quest'opera rappresenta il primo vero studio dei problemi etnologici ed archeologici dell'Honduras documentando in modo efficiente ed abbondante le varie teorie esposte<ref>Il Lunardi, in alcuni casi, confronta alcuni materiali da lui ritrovati nella valle di Comayagua e in altre valli dell'Honduras con i materiali provenienti da zone certamente maya, trovando somiglianze, nel disegno, nella manifattura.</ref>
 
===IVoci “libretti”=correlate==
*[[Val Pellice]]
{{Portale|catastrofi|meteorologia|Piemonte}}
 
[[Categoria:Alluvioni e inondazioni]]
Durante i suoi viaggi Lunardi aveva l'abitudine di prendere nota di tutto quanto gli capitava di osservare. A tale proposito il nipote Ernesto Lunardi, nel primo numero della rivista periodica “''Terra Ameriga''” ci dice che in questi appunti “'' [. . .] pagina per pagina troviamo le notizie sugli scavi, sull'osservazioni dei monumenti in sito, sulla popolazione nelle sue costumanze, e poi la ricostruzione di città scomparse, particolari di resti archeologici, i dettagli sull'ambiente naturale, i richiami alle opere di studiosi, i confronti con altre tradizioni ed altre espressioni artistiche''”<ref>Ernesto Lunardi, ''“Primo Incontro”'' Terra Ameriga, A.I.S.A N.1 novembre-dicembre 1964, p. 5.</ref>.
__FORCETOC__
Si scorge anche una volontà di conoscenza, un interesse per l'umanità, un amore per la scienza che, attraverso la lettura comparata con le sue opere a stampa, ci aiutano a comprendere meglio l'uomo Lunardi.
 
==Opere==
Numerose sono le opere lasciate da Federico Lunardi. Fra esse segnaliamo:
 
*''La Madonna del perpetuo soccorso nell'arte bizantina'', Tip.Unione Ed, [[Roma]], 1916.
*''A primeira missa na América'', Edic del "Istituto Histórico e Geografico de [[Rio de Janeiro]]", Rio de Janeiro, 1928.
*''El Macizo Colombiano'', Inprensa National, Rio de Janeiro, 1934.
*''La vida en las tumbas, Arquelogía de San Agustín y otras regiones de Columbia'', Typ Do Jornal do Commercio Rodrigues & C, Rio de Janeiro, 1935.
*''O Agasmayo, limite official del imperio incaico'', Inprensa National, Rio de Janeiro, 1934.
*''Fauna monumental preistorica del Macizo Colombiano'', in Rev. Del Museo Nacional de [[Lima (Perù)|Lima]], Lima, 1936.
*''I Sirióno'', Palazzo Nonfinito, [[Firenze]], 1938.
*''Lempira, El Héroe de la Epopeya Nacional de Honduras'', Talleres Tipográficos Nacionales, [[Tegucigalpa]], 1943.
*''La Fundación de la Ciudad de Gracias a Dios y de las primeras villas y ciudades de Honduras'', Talleres Tipográficos Nacionales, Tegucigalpa, 1946.
*''De la Paz a Belém do Parà'', Tipografia Isa, De Vincente y Cìa, [[Buenos Aires]], 1946.
*''Honduras Maya, Etnología Y Arqueología de Honduras. (Estudios Mayas, Orientaciones)'', Secreteria privada de la Presidencia de la Republica, Tegucigalpa, 1948.
*''Tattica di guerra frecce incendiarie e gas asfissianti degli antichi Tupì-Guaranì'', Cenobio, [[Lugano]], 1957.
 
==Bibliografia==
*Aleotti Spotorno Silvia, ''L'attività scientifica di Federico Lunardi in Bolivia'' in Miscellanea di Storia delle esplorazioni, [[Genova]], Bozzi, vol. II, pp. 213-224.
*Cavallo Giacomo Walter, ''La metodologia delle indagini antropologiche di Federico Lunardi, il Nunzio dei Maya'' in Miscellanea di Storia delle esplorazioni, Genova, Bozzi, 2013, vol. XXXVIII, pp. 237-266.
*Cavallo Giacomo Walter, ''Nunzio dei Maya - Monsignor Federico Lunardi e la sua storia'', Liberodiscrivere edizioni, Genova, 2013.
*Fulvi Fulvio, ''I viaggi e gli scritti di Federico Lunardi'', Gruppo Editoriale Marcon, [[Città di Castello]], [[Perugia]], 1992.
*Fulvi Fulvio, ''Il contributo di Federico Lunardi alla conoscenza degli usi e costumi dei popoli dell'America Latina'' in Miscellanea di Storia delle esplorazioni, Genova, Bozzi, 1979, vol. IV, pp. 257-277.
*Fulvi Fulvio, “I contributi americanistici di Federico Lunardi”, ''Annali di ricerche e studi di Geografia'', Genova, gennaio-marzo 1971, pp. 15-24.
*Massajoli Pierleone, “La vita e i viaggi di Federico Lunardi”, ''L'Universo'', Firenze, Anno XLV, n. 6, novembre-dicembre 1965, pp. 1023-1038.
*Cavallo Giacomo Walter, ''Antropologia e Collezionismo: Federico Lunardi e gli studi Americanistici'', Unige, Laurea magistrale in Antropologia Culturale ed Etnologia, A.A. 2008/09 (tesi di laurea, relatrice la Prof. Luisa Faldini).
Il relatore delle seguenti tesi di laurea è il Prof. Francesco Surdich (Unige):
*Calabrò Giuseppina, ''Popolazioni e genti del Paraguay: età precoloniale, colonia oggi'', A.A. 1975/76.
*Gualco Giovanna, ''Ricerche di Mons. Federico Lunardi nella Mesoamerica'', A.A. 1975/76.
*Medica Marco, ''Impressioni di viaggio in Brasile dai libretti di Mons. Federico Lunardi'', A.A. 1982/83.
*Storace Paola, ''Ricerche sugli appunti inediti di Mons. Federico Lunardi relativi alla Colombia'', A.A. 1975/76.
*Uncini Ida, ''I manoscritti inediti di Mons. Federico Lunardi relativi alla Colombia'', A.A. 1986/87.
 
== Note ==
<references/>
 
{{Box successione
|tipologia=episcopale
|carica=[[Arcidiocesi di Side|Arcivescovo titolare di Side]]
|immagine=Archbishop CoA PioM.svg
|periodo=16 novembre [[1936]] - 9 novembre [[1954]]
|precedente=[[Enrico Sibilia]]
|successivo=[[Umberto Mozzoni]]
}}
{{Controllo di autorità}}
{{Portale|biografie}}