Ducato di Spoleto e Discussioni utente:149.132.128.20: differenze tra le pagine

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{{IPcondiviso|Università degli Studi di Milano-Bicocca|3 maggio 2018}}
{{Stato storico
|nomeCorrente = Ducato di Spoleto
|nomeCompleto = Ducato di Spoleto
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|lingua = [[lingua latina|latino]], [[lingua longobarda|longobardo]] (almeno fino al [[VII secolo]])
|capitale principale = [[Spoleto]]
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|governo = [[monarchia assoluta]]
|titolo capi di stato = Duca
|elenco capi di stato = [[Duchi di Spoleto|elenco]]
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|inizio = [[570]]
|primo capo di stato = [[Faroaldo I]]
|stato precedente = [[File:Corona ferrea.png|20px]] [[Regno Longobardo]]
|evento iniziale =
|fine = [[1201]]
|ultimo capo di stato = [[Enrico di Urslingen]]
|stato successivo = {{PON pre 1808}}<br> [[File:Bandiera del Regno di Sicilia 4.svg|20px]] [[Regno di Sicilia]]
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|territorio originale = Spoleto, Rieti, L'Aquila, Sulmona, Norcia, Ascoli Piceno, Camerino
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}}
Il '''Ducato di [[Spoleto]]''' fu uno dei [[Ducati longobardi|ducati]] istituiti dai [[Longobardi]] in [[Italia]] e sopravvisse a lungo dopo la caduta del [[Regno longobardo]] ([[774]]), passando sotto il controllo dei [[Franchi]] prima e della nobiltà [[Stato pontificio|pontificia]] poi, fino al [[1198]]. Insieme al [[Ducato di Benevento]] costituiva la [[Langobardia Minor]]. Il ducato comprendeva inizialmente parti delle odierne [[regioni d'Italia|regioni]] di [[Abruzzo]], [[Lazio]], [[Marche]] e [[Umbria]]. In epoca successiva, con lo stesso nome ma in ambito territoriale già minore, venne annesso allo [[Stato Pontificio]], divenendone poi una [[provincia]].
 
La penetrazione longobarda nell'Italia centro-meridionale, tradizionalmente considerata coeva o immediatamente successiva alla conquista del Settentrione ([[Langobardia Maior]]) condotta da [[Alboino]] nel [[568]]-[[569]], è dalla storiografia moderna ritenuta leggermente successiva. La carenza di fonti sul periodo impedisce conclusioni certe, ma l'orientamento predominante colloca la conquista di [[Spoleto]] da parte di [[Faroaldo I]] e la conseguente fondazione del ducato nei primi anni del [[Periodo dei Duchi]] ([[574]]-[[584]])<ref>Jörg Jarnut, ''Storia dei Longobardi'', p.34.</ref>, forse nel [[576]]<ref name="Rovagnati114">Sergio Rovagnati, ''I Longobardi'', p. 114.</ref>.
 
==Territorio==
{{vedi anche|Langobardia Minor}}
I confini del ducato furono spesso instabili e mutarono ripetutamente durante la durata del [[Regno longobardo]]; il suo nucleo stabile, comunque, confinava ad est con il [[Mar Adriatico]], a sud con il [[Ducato di Benevento]] (anch'esso longobardo) e per il resto con l'[[Esarcato d'Italia]] bizantino: a ovest con il [[Patrimonio di san Pietro]], a nord con il [[Corridoio bizantino]] che univa Roma a [[Ravenna]] e a nord-est con la [[Pentapoli bizantina]]. Appare perciò evidente l'importanza strategico-militare della capitale [[Spoleto]], con i gastaldati di appartenenza e [[Spello]], [[Assisi]] e [[Terni]]. Il ducato era diviso in dieci [[gastaldato|gastaldati]]:
# [[Rieti]];
# Marsi ([[Avezzano]]);
# Forcona ([[L'Aquila]]);
# Valva ([[Sulmona]]);
# [[Penne (Italia)|Penne]];
# Spoleto;
# [[Nocera Umbra]];
# [[Norcia]];
# [[Ascoli Piceno]];
# [[Camerino]]<ref>[[Gregorio di Catino]], ''Regestum Farfense'', ''passim''.</ref>.
 
La sua popolazione complessivamente, secondo alcuni, si aggirava intorno ai centomila abitanti<ref>Ignazio Giorgi e Ugo Balzani (a cura di), ''Il regesto di Farfa compilato da Gregorio di Catino'', {{Citazione necessaria}}</ref>.
 
==Storia==
===Il ducato all'interno del Regno longobardo (570-774)===
====VI secolo====
Anche dopo il termine del [[Periodo dei Duchi]] e la restaurazione di un'autorità regia centrale con [[Autari]] ([[584]]), il ducato di Spoleto, retto da [[Faroaldo I]] fino al [[591]]<ref name="Rovagnati114" />, restò sostanzialmente indipendente<ref>Jarnut, p. 39.</ref>. Il duca, dopo aver restituito al [[papa Benedetto I]] le proprietà terriere spoletine usurpate al monastero di San Marco ''in Pomeriis'', ricevette in cambio il consenso papale per occupare con le sue milizie il territorio di [[Classe (Ravenna)|Classe]]<ref>John N.D. Kelly, ''Vite dei Papi'', p. 117.</ref>, il più importante porto marittimo dell'Adriatico, con la presenza del forte richiamo religioso di [[Sant'Apollinare in Classe]], basilica già consacrata nel [[547]].
 
Faroaldo, contrastato dall'Esarca di Ravenna, [[Smaragdo]], subì una grave sconfitta e venne sostituito da [[Ariulfo]] o Ariolfo (591-[[600]]<ref name="Rovagnati114" />), che proseguì l'espansione militare a danno dei [[Bizantini]]<ref>Jarnut, p. 41.</ref>, rafforzando l'autonomia del ducato che fu quindi in grado di eleggere autonomamente i propri duchi, anche prescindendo dalla volontà regia<ref>Jarnut, p. 49.</ref>.
 
Nella contesa per la supremazia del potere tra l'istituzione imperiale dell'Esarcato di Ravenna e il nuovo assetto territoriale determinato dall'occupazione longobarda si inserì il [[Stato pontificio|papato]], che seppe legittimarsi come forza mediatrice del conflitto grazie alla grande personalità di [[Gregorio Magno]] ([[590]]-[[604]]), pur bisognoso di protezione dei governi dominanti per realizzare le proprie finalità spirituali, non prive di interessi terreni, miranti all'accrescimento del [[Patrimonio di San Pietro]].
 
====VII secolo====
Nel [[VII secolo]] il ducato fu retto da [[Teudelapio]] (600-[[653]]) e [[Trasamondo I]] ([[663]]-[[700]] circa)<ref name="Rovagnati115">Rovagnati, p. 115.</ref>. Nel [[662]] il ducato appoggiò l'usurpazione di [[Grimoaldo]], [[duca di Benevento]], ai danni di [[Pertarito]] e [[Godeperto]]<ref>Jarnut, p. 57.</ref>. Con la conversione dei Longobardi al [[cattolicesimo]], dopo quella regale di [[Agilulfo]] e [[Teodolinda]], il ducato si aprì all'opera [[missionario|missionaria]] romana, dove tuttavia ebbe esiti scarsamente attestati<ref>Jarnut, p. 69.</ref>. Tuttavia, fu proprio all'interno del ducato di Spoleto che, intorno al [[680]], sorse il più grande monastero longobardo dell'Italia centrale: l'[[abbazia di Farfa]], in [[Sabina]]<ref>Jarnut, p. 127.</ref>.
 
====VIII secolo====
Alla morte di Trasamondo I il ducato passò al figlio [[Faroaldo II]]<ref>Paolo Diacono, ''Historia Langobardorum'', [[s:la:Historia Langobardorum - Liber VI|VI]], 30.</ref>. Durante il regno di [[Liutprando]], salito al trono nel [[712]], Faroaldo occupò il porto di [[Classe (Ravenna)|Classe]], ma il re, che perseguiva con determinazione una politica di accentramento e consolidamento del potere centrale rintuzzando la dura opposizione dei ducati della Langobardia Minor, gli ordinò di restituirlo ai [[Bizantini]] (712 o [[713]])<ref>Jarnut, p. 87.</ref>. Contro il duca insorse il figlio, [[Trasamondo II]], che gli impose il ritiro in un monastero e ne prese il posto<ref>Paolo Diacono, [[s:la:Historia Langobardorum - Liber VI|VI]], 44.</ref>, anche se è possibile che la deposizione di Faroaldo risalga al [[710]]<ref name="Rovagnati115" />, quindi prima dell'ascesa al trono di Liutprando. Una leggenda riporta che nel [[705]] Faroaldo II era divenuto protettore di [[san Tommaso di Farfa]]<ref>Grasselli-Tarallo, ''Guida ai monasteri D'Italia'', p. 355.</ref>, al quale avrebbe donato terreni e risorse per la ricostruzione dell'[[abbazia di Farfa]], distrutta dai Longobardi sul finire del secolo precedente; il duca stesso si sarebbe poi ritirato nel [[Abbazia di San Pietro in Valle|monastero di San Pietro in Valle]], dove sarebbe morto nel [[728]]<ref>''La storia'' Mondadori, p. 625.</ref>.
 
Nel [[717]] Liutprando, che aveva ripreso un'azione militare volta ad estendere il dominio longobardo in Italia, attaccò [[Ravenna]] e Trasamondo ne approfittò per occupare [[Narni]], ma quando, nel [[724]], il re attaccò [[papa Gregorio II]] a [[Roma]], trovò la resistenza dei duchi autonomisti della Langobardia Minor<ref>Jarnut, p. 88.</ref>; gli spoletini si opposero a Liutprando sul [[Ponte Salario]], contribuendo alla sconfitta del sovrano<ref>Paolo Diacono, [[s:la:Historia Langobardorum - Liber VI|VI]], 49.</ref>. Si creò così un'alleanza tra Spoleto, [[Ducato di Benevento|Benevento]] e il Papato, legati dal comune interesse a contrastare il rafforzamento di Liutprando, che quindi si alleò a sua volta con l'esarca [[Eutichio (esarca)|Eutichio]] al quale era accomunato, in quel frangente, dalla volontà di ricondurre sotto il potere legittimo i potentati indipendentisti dell'Italia centro-meridionale. Liutprando marciò quindi su Spoleto, l'occupò e ottenne la sottomissione di Trasamondo e di [[Romualdo II di Benevento]]<ref>Jarnut, p. 89.</ref>. Nel [[739]], Liutprando invase ancora il territorio romano; per la seconda volta il pontefice ricorse all'aiuto di Trasamondo. Il conflitto venne risolto definitivamente dal [[papa Zaccaria]] che nel [[742]] riuscì ad ottenere da Liutprando la restituzione di tutte le fortezze occupate<ref>O. Bertolini, ''Roma di fronte a Bisanzio e ai Longobardi'', p. 481.</ref>. Il ribelle Trasamondo venne deposto e rinchiuso in un monastero e Liutprando lo sostituì con il suo nipote, [[Agiprando]]<ref>Jarnut, p. 93.</ref>.
 
Nella seconda metà dell'[[VIII secolo]] la tradizionale autonomia politica del ducato venne contenuta dai successori di Liutprando, che alla sua morte ([[744]]) avevano lasciato il [[Regno longobardo]] all'apice della potenza e della coesione: gli ultimi re longobardi continuarono quindi a opporsi all' eccessiva frammentazione del particolarismo ducale<ref>Jarnut, p. 94.</ref>. Anche [[Rachis]], seppure sovrano debole rispetto al grande predecessore, fu in grado di imporre a Spoleto un duca a lui fedele: [[Lupo di Spoleto|Lupo]]<ref>Jarnut, p. 109.</ref>. Proprio questa fedeltà costò il ducato a Lupo, che nel [[751]] fu deposto dal nuovo re [[Astolfo (re longobardo)|Astolfo]] che assunse in proprio la reggenza del ducato<ref>Jarnut, p. 113.</ref>; alla morte di Astolfo venne acclamato [[Alboino di Spoleto|Alboino]], sostenuto dalla popolazione spoletina e da [[papa Stefano II]] che, rotta l'alleanza con i Longobardi, richiese l'intervento armato dei [[Franchi]]<ref name="Jarnut119">Jarnut, p. 119.</ref>.
 
Nel [[758]], per il suo comportamento filo-papale, Alboino venne attaccato e sconfitto dal nuovo re [[Desiderio (re)|Desiderio]], che in continuità con la politica accentratrice di Astolfo depose il duca Alboino, governando inizialmente anch'egli in prima persona il ducato per affidarlo in seguito prima a [[Gisulfo di Spoleto|Gisulfo]]<ref name="Jarnut119" /> ([[759]]<ref name="Rovagnati115" />) e poi a [[Teodicio]]<ref>P.M. Conti, ''Il ducato di Spoleto e la storia istituzionale dei Longobardi'',p. 315.</ref>.
 
Nel [[774]], dopo la definitiva sconfitta di Desiderio ad opera di [[Carlo Magno]], mentre si persero notizie di Teodicio, citato in quel periodo nel [[Regesto Farfense]] come protettore di quell'abbazia<ref>E. Saracco Previdi,''Tra Roa Farfa e Fermo'', p. 26.</ref>, gli spoletini si recarono a [[Roma]], attraverso il taglio simbolico dei capelli, fecero atto di sottomissione a [[papa Adriano I]]; con nomina pontificia, il duca [[Ildeprando]] prestò giuramento di fronte al pontefice Adriano I e fece del ducato, sostanzialmente, un feudo pontificio<ref>Jarnut, p. 125.</ref>; la tradizionale cerimonia longobarda del ''[[Gairethinx]]'', in occasione dell'elezione del duca, rimase definitivamente affidata alla storia. Il ducato ebbe notevole fortuna, dato che i Longobardi controllavano la [[Via Flaminia]], importante via di transito tra Roma e l'Esarcato, oltre a quella del Corridoio bizantino<ref>Conti, p. 41.</ref>.
 
===Il ducato dopo la caduta del regno (774-1198)===
Con il crollo del dominio longobardo dovuto alle campagne militari dei re franchi [[Pipino il Breve]] (755-756) e [[Carlo Magno]] (771-774), il ducato di Spoleto cadde sotto il dominio franco. Il papato, principale alleato dei Franchi, divenne importante nella vita del ducato, tendendo a nominare o comunque favorire duchi "francofili". Il primo di questi duchi franchi, dopo Ildeprando, duca e governatore papale con il quale finisce il dominio longobardo, fu [[Guinigiso I]], duca e marchese che resse il ducato dal [[774]] all'[[788]] e che «[...] rappresentava il potere imperiale nell'intera Italia centrale e per incarico di Carlo interveniva anche nella vita politica di Roma»<ref>H. Keller,"La Marca di Tuscia fino all'anno Mille", in Lucca e la Tuscia nell'alto Medioevo in Atti del V Congresso internazionale di studi sull'Alto Medioevo,p. 119 .</ref>.
 
Dall'[[880]] fu duca [[Guido II di Spoleto|Guido II]] (880-[[894]]), anche lui di stirpe franca, che nell'[[885]] sconfisse i [[Saraceni]] sul [[Garigliano]]<ref>Kelly, p. 198.</ref> e poi nell'[[889]] anche [[Berengario del Friuli]]. Guido fu quindi incoronato [[re d'Italia]] da [[papa Stefano V]] e poi [[sacro romano imperatore]] nell'[[891]] da [[papa Formoso]], associando al potere il figlio [[Lamberto II di Spoleto|Lamberto]]. Guido II morì nell'[[894]]. Anche Lamberto, associato al padre Guido sul trono d’Italia nell'[[891]], dopo tre anni venne incoronato imperatore da [[papa Formoso]]<ref>Successivamente Formoso, a morte già avvenuta, fu accusato di tradimento dalla famiglia di Lamberto e subì quel singolare processo ricordato dalla storia come "[[Sinodo del cadavere]]".</ref>. Confermato imperatore legittimo anche dal sinodo dei vescovi a [[Ravenna]], morì nell'[[898]] per una caduta da cavallo durante una battuta di caccia.
 
Agli inizi del [[X secolo]] fu duca di Spoleto [[Alberico I di Spoleto|Alberico I]], nobile longobardo che si inserì negli ambienti dell'aristocrazia romana e sposò [[Marozia]], figlia dell'alto funzionario pontificio [[Teofilatto]]. Marozia fu la figura femminile più influente nella politica del ''[[Regnum Italiae]]'' fino al [[932]] quando, sposatasi per la terza volta con il cognato [[Ugo di Provenza]], venne imprigionata nella fortezza di [[Castel Sant'Angelo]] dal suo stesso figlio [[Alberico II di Spoleto|Alberico II]], nuovo duca di Spoleto.
 
Nel [[1155]], dopo l'incendio della città di Spoleto ad opera del [[Federico Barbarossa|Barbarossa]], l'imperatore nel [[1177]] affidò il controllo del territorio ducale a [[Corrado di Urslingen]], che fu nominato duca di Spoleto e conte di [[Assisi]]. Alla famiglia del nuovo duca [[Costanza d'Altavilla]] affidò la tutela del neonato [[Federico II di Svevia|Federico II]]<ref>L. Bonazzi, ''Storia di Perugia'' (1875), p. 196.</ref>. Con l'elezione di [[papa Innocenzo III]] in tutta l'[[Umbria]] incominciò a delinearsi lentamente la trasformazione del primitivo ''[[Patrimonium Petri]]'', ingrandito dalle cospicue donazioni imperiali, verso la forma definitiva di [[Stato pontificio]]: «Le ''Recuperationes'' territoriali innocenziane operate nella [[marca d'Ancona]] e nel ducato di Spoleto, oltre che ad ampie concessioni amministrative come l'elezione dei consoli già sperimentate dal Barbarossa, furono improntate al legato pontificio insieme ad una politica di persuasione delle popolazioni, basata sul convincimento della supremazia morale della Chiesa nei confronti della tirannide imperiale<ref>Atti del IV Convegno di Studio ''Dal Patrimonio di San Pietro allo Stato Pontificio'', pp. 72-73.</ref>».
 
Dopo varie vicissitudini, che vedono i confini del ducato modificati e i suoi territori di volta in volta separati o uniti alla [[marca di Ancona]] e alla [[Romagna]], nel [[1198]] il ducato di Spoleto entra a far parte dello [[Stato pontificio]], a parte un breve ritorno agli imperiali, dal [[1222]] al [[1228]], con [[Bertoldo di Urslingen|Bertoldo]] e [[Rainaldo di Urslingen]]<ref>Bonazzi, p. 220.</ref>. Il ducato continuò per molto tempo, sebbene ridotto di territorio, ad esistere come entità amministrativa autonoma nello Stato della Chiesa: infatti [[Lucrezia Borgia]], con un ''[[breve pontificio]]'' del 15 agosto [[1499]], fu nominata governatrice del ducato di Spoleto<ref>Archivio di Stato di Spoleto, ''Reformationes'', anno [[1499]], {{Citazione necessaria|fol, 93 r-v.}}</ref>.
 
L'ultima persona che ha portato il titolo, ma solo nominale, di duca di Spoleto è stato [[Aimone di Savoia-Aosta (1900-1948)|Aimone di Savoia, quarto duca d'Aosta]] ([[1900]]-[[1948]]).
 
==Note==
{{references|2}}
 
==Bibliografia==
===Fonti primarie===
* [[Paolo Diacono]], ''[[Historia Langobardorum]]''
*{{cita libro|cognome=Gregorio di Catino |nome=|wkautore=Gregorio di Catino |curatore=Ignazio Giorgi e [[Ugo Balzani]] |titolo=Il regesto di Farfa compilato da Gregorio di Catino |annooriginale=1879 |anno=1914 |editore=Soc. romana di storia patria |città=Roma |capitolo=Regestum Farfense (1128)}}
 
===Letteratura storiografica===
*{{cita libro|cognome= AA.VV.|nome= |titolo=La storia|anno= 2007|editore= Mondadori|città= Novara|pagine=Vol. IV}}
*{{cita libro|cognome= Bertolini|nome= O.|titolo=Storia di Roma|anno= 1941|editore= |città= Bologna|pagine= V, IX.|capitolo= Roma di fronte a Bisanzio e ai Longobardi}}
*{{cita libro|cognome= Bognetti|nome= G.|titolo=L'età longobarda|anno= 1967|editore= |città= Milano|pagine= III, pp. 441 sgg.}}
*{{cita libro|cognome= Conti|nome= P.M.|titolo=Il Ducato di Spoleto e la storia istituzionale dei Longobardi|anno= 1982|editore= |città= Spoleto}}
* Lidia Capo. ''Commento'' a {{cita libro|cognome= Paolo Diacono|nome= |wkautore= Paolo Diacono|coautori= |curatore= Lidia Capo|altri= |titolo=[[Historia Langobardorum|Storia dei Longobardi]]|anno= 1992|mese= |editore= Lorenzo Valla/Mondadori|città= Milano|lingua= |id= ISBN 8804330104|doi = |pagine= |capitolo= |url_capitolo= |citazione = |cid= }}
*{{cita libro|cognome= Falce|nome= A.|titolo=La formazione della Marca Tuscia|anno= 1930|editore= |città= Firenze}}
*{{cita libro|curatore= Ignazio Giorgi; Ugo Balzani|titolo= Il regesto di Farfa compilato da Gregorio di Catino|annooriginale=1879 |anno=1914 |editore=Soc. romana di storia patria |città=Roma |pagine= Voll. I-V}}
*{{cita libro|cognome= Grasselli|nome= |coautori= Tarallo|titolo= Guida ai monasteri d'Italia|anno= 2007|editore= |città= Asti}}
*{{cita libro|cognome= Jarnut|nome= Jörg|wkautore= Jörg Jarnut|titolo=Storia dei Longobardi|anno= 2002|editore= Einaudi|città= Torino|id= ISBN 8846440854}}
*{{cita libro|cognome= Kelly|nome= John N.D.|titolo=Vite dei Papi|anno= 2000|editore= Piemme|città= Casale Monferrato}}
*{{cita libro|cognome= Rovagnati|nome= Sergio|titolo=I Longobardi|anno= 2002|editore= Xenia|città= Milano|id= ISBN 8872734843}}
*{{cita libro|cognome= Saracco Previdi|nome= E.|titolo=Tra Roma Farfa e Fermo|anno= 1990|editore= |città= Ascoli Piceno}}
 
===Atti===
*Atti del V Congresso internazionale di studi sull'Alto Medioevo, ''Ducato di Spoleto - periodo 774-1198''. Spoleto 1973.
*Atti del IV Convegno di studio ''Dal Patrimonio di San Pietro allo Stato Pontificio''. Ascoli Piceno 1990.
 
==Altri progetti==
{{Interprogetto|commons=Category:Duchy of Spoleto}}
 
== Voci correlate ==
*[[Ducati longobardi]]
*[[Duchi di Spoleto]]
*[[Langobardia Minor]]
*[[Longobardi]]
*[[Regno longobardo]]
*[[Spoleto]]
 
{{Ducati longobardi}}
{{Template:Stati italiani dal 774 al 1000}}
{{Template:Stati italiani dal 1000 al 1077}}
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{{portale|Longobardi|medioevo|storia}}
 
[[Categoria:Ducato di Spoleto| ]]