L'Histoire d'un Pierrot e Discussioni utente:137.204.89.78: differenze tra le pagine

(Differenze fra le pagine)
Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Superninobot (discussione | contributi)
m aggiornamento codice template film
 
GnuBotmarcoo (discussione | contributi)
IP statico, +{{IPcondiviso}}
 
Riga 1:
{{IPcondiviso|Università di Bologna - Alma Mater Studiorum|3 maggio 2018}}
{{Film
|titolo italiano = L'Histoire d'un Pierrot
|immagine = Histoirepierrot bertini.jpg
|didascalia = Francesca Bertini veste i panni di Pierrot <br>nel film di Negroni del 1914
|titolo originale =
|lingua originale =
|titolo traslitterato =
|forza corsivo =
|paese = [[Italia]]
|titolo alfabetico = Histoire d'un Pierrot, l'
|anno uscita = [[1914]]
|durata = 1200 m. (circa 50 min.)
|tipo colore = B/N
|film muto = sì
|aspect ratio =
|genere = Drammatico
|regista = [[Baldassarre Negroni]]
|soggetto = da una pantomima di Fernand Beissier
|sceneggiatore = Tommaso Sillani
|produttore =
|produttore esecutivo =
|casa produzione = [[Celio Film]]
|casa distribuzione italiana =
|attori =
* [[Francesca Bertini]]: Pierrot
* [[Leda Gys]]: Louisette
* [[Elvira Radaelli]]: Fifine
* [[Emilio Ghione]]: Pochinet
* [[Amedeo Ciaffi]]: Julot
|fotografo = Giorgino Ricci
|montatore =
|musicista = Mario Costa
}}
 
'''''L'Histoire d'un Pierrot''''' è un film muto prodotto nel 1914 dalla romana ''Celio Film'', diretto dal regista Baldassarre Negroni.
 
==Trama==
Pierrot ama la sartina Louisette ma per timidezza non osa rivelarle i suoi sentimenti. Intanto lei è insidiata da Julot, ma ne respinge la corte. Incoraggiato dall'amico Pochinet, Pierrot infine prende coraggio e si dichiara. Louisette accetta di diventare sua moglie e poco tempo dopo i due aspettano un figlio. Ma Julot non si è rassegnato alla sconfitta e, approfittando della debolezza di Pierrot, lo induce sulla cattiva strada. Egli cade così nel vizio del gioco e del bere; poi inizia un'avventura con Fifine, conosciuta durante un ballo, e con lei fugge dopo aver rubato i soldi che Louisette aveva faticosamente risparmiato in vista della nascita del bambino.
 
Passano sei anni: Pierrot, rovinato ed in miseria, è tornato nella sua città, dove ora si trova ridotto a chiedere la carità per strada, ma tutti lo evitano. Solo Pochinet, che adesso gestisce un'osteria, gli è ancora amico e si adopera affinché egli possa ritornare con la moglie e rivedere il figlio che non ha mai conosciuto. Ma Louisette, che ha dovuto crescere da sola il bambino con difficoltà, non vuole più saperne di lui. Pochinet insiste e si rivolge al bambino spiegandogli chi è Pierrot. Sarà il bimbo a condurre per mano il pentito Pierrot sino a Louisette, che a quel punto lo perdonerà e lo accoglierà di nuovo in casa.
[[File:Histoirepierrot ghione+bertini.jpg|thumb|left|Amedeo Ciaffi e Francesca Bertini con il costume di Pierrot in una inquadratura del film di Negroni]][[File:Histoirepierrot ballo.jpg|thumb|left|upright=1.2|left|Scena della festa danzante]]
==Produzione==
''L'Histoire d'un Pierrot'', titolo francese di un film tutto italiano, è tratto da una pantomima di Fernand Beissier, musicata da Mario Costa. Si trattò di «uno dei primissimi tentativi di sonoro ai tempi del muto» in quanto il film veniva distribuito con uno spartito per pianoforte nel quale era indicato un sincronismo tra azione sullo schermo ed accompagnamento musicale<ref name=biane>Umberto Barbaro, articolo sul film in ''Bianco e nero'', n. 1, gennaio 1937.</ref>. Per la sua realizzazione si costituì appositamente la ''Italica Ars'' che ne affidò la produzione alla ''[[Celio Film]]''<ref name=prolo>Prolo, cit. in bibliografia, p.58 e 108.</ref>, società romana fondata nel 1912 da Negroni con altri soci, che ne curò anche la distribuzione. L' anno di produzione è il 1914 quando la ''Celio'' era già stata rilevata dalla ''[[Cines]]'', diventandone una filiale<ref>Bernardini, cit. in bibliografia, p.179</ref>.
 
Il film venne presentato a Roma in una "prima" svoltasi al teatro "Apollo" il 12 marzo 1914 con cui tale impianto diventò stabilmente una sala cinematografica<ref name=prolo/>. Successivamente fu distribuita a Milano, a Torino (21 marzo) ed in altre città, diventando una delle pellicole di maggior successo dell'anno 1914<ref>Bernardini, cit. in bibliografia, p.157.</ref>, anche se poi scomparve dalla circolazione quasi immediatamente dopo le prime visioni<ref>Martinelli, op. cit. in bibliografia.</ref>. Per lungo tempo il film fu ritenuto perduto, ma dopo decenni di oblio e di irreperibilità, una copia fu ritrovata e messa a disposizione da [[Goffredo Lombardo]], proprietario della società produttrice "[[Titanus]]" e figlio di [[Leda Gys]], una delle attrici che avevano interpretato il film<ref name=immagine>Articolo di Claudio Camerini in ''Immagine''. cit. in bibliografia.</ref>. Una seconda copia è conservata presso la [[Biblioteca del Congresso|Library of Congress]] a [[Washington]]<ref name=brunetta>Brunetta, cit. in bibliografia, p.24.</ref>
 
''L'Histoire d'un Pierrot'' rientrava nella prolifica serie di film dedicata alla [[Pierrot|"maschera"]]. A partire dal 1906, infatti, diverse case produttrici avevano realizzato pellicole con quel personaggio: due volte la "[[Cines]]" nel 1906 e nel 1908 (anno in cui anche la "Ambrosio" aveva prodotto un ''Buonasera Pierrot'') , la "Pineschi" nel 1907, e la "Vesuvio" nel 1909 con un ''Cuore di Pierrot''<ref name=immagine/>». Negli anni successivi altre due "dive", [[Stacia Napierkowska]] nel 1915 e [[Diana Karenne]] nel 1917, porteranno sullo schermo la figura della maschera, in una sorta di emulazione e volontà di confronto con l'attrice italiana.
 
==Accoglienza==
'''Giudizi contemporanei'''. Dagli articoli del tempo oggi disponibili si può constatare che i giudizi non furono entusiasti. Infatti sul ''Maggese cinematografico'' (periodico edito a [[Torino]], città in cui il film era stato presentato al [[Teatro Vittorio Alfieri (Torino)|teatro Alfieri]]) in un articolo di Enrico Bernsten pubblicato il 25 marzo 1914, pur descrivendo un «felicissimo esordio della nuova stagione cinematografica del teatro« . venne osservato che «''L'Histoire'' si regge principalmente per merito dei motivi melodici, ma a parer mio finisce per generare stanchezza per una certa monotonia d'ambiente».
[[File:Histoirepierrot ledagys.jpg|thumb|Leda Gys interpreta Louisette]]
Analogamente sulla milanese ''Illustrazione cinematografica'' (articolo di Alfredo Centofanti pubblicato il 20 gennaio 1914 come corrispondenza da Roma) si scrisse di «successo legato strettamente all'abilità musicale di Mario Costa, perché anche se nel film la forma è corretta, i quadri non peccano di soverchia originalità: il conte Negroni e Ricci non hanno fatto troppi sforzi di fantasia».
 
'''Commenti retrospettivi'''. Rievocandolo con una analisi retrospettiva circa 25 anni dopo, Umberto Barbaro ha definito ''L'Histoire d'un Pierrot'' «un film che, senza essere un'opera d'arte, documenta inoppugnabilmente non solo la maturità tecnica, ma anche l'aspirazione alla qualità, l'intelligenza, la tenacia e lo spirito di collaborazione che animò i primi artefici del cinema in Italia<ref name=biane/>». Invece Brunetta considera il film come il prodotto di una «visione non cinematografica, con un punto di vista statico e frontale che non muta né angolatura, né posizione e non si produce in alcun movimento<ref name=brunetta/>».
 
Ancora più recentemente, Camerini sottolinea come «l'eccezionalità della ''Histoire'' va rintracciata nell'insolita prova di un'attrice, Francesca Bertini, che accetta di rendersi irriconoscibile sotto il costume ed il trucco, alterando le fattezze ed il portamento che ne avevano accompagnato e sostenuto il successo divistico.<ref name=immagine/>»
 
==Note==
<references/>
 
==Bibliografia==
* ''Bianco e nero'', n. 1, gennaio 1937.
* Maria Adriana Prolo, ''Storia del cinema muto italiano'', Milano, Il Poligono, 1951, {{NoISBN}}
* Vittorio Martinelli, ''Il cinema muto italiano. Anno 1914'' (2 vol.). Roma, ERI e Edizioni Bianco e nero, 1993, {{NoISBN}}
* Aldo Bernardini, ''Cinema muto italiano. Arte, divismo, mercato 1910 - 1914''. Roma - Bari, Laterza, 1982, {{NoISBN}}
* ''Immagine. Note di storia del cinema'', n. 7, gennaio - marzo 1984.
* Gianpiero Brunetta, ''Storia del cinema italiano - il cinema muto (1895 . 1929)'', Roma, Editori Riuniti, 2ª ed. 1993, ISBN 88-359-3723-X
{{Portale|cinema}}