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{{Infobox conflitto
{{test}} --[[Utente:Phantomas|Phantomas]] ([[Discussioni utente:Phantomas|msg]]) 13:11, 27 gen 2016 (CET)
| Tipo = guerra
| Nome del conflitto = Guerra fredda
| Immagine = Soviet Tanks near Checkpoint Charlie - Flickr - The Central Intelligence Agency (crop).jpg
| Didascalia = Carri armati sovietici [[T-54/55|T-55]] nei pressi del [[Checkpoint Charlie]] a Berlino il 28 ottobre 1961 fronteggiano i mezzi corazzati americani, nel momento più critico della [[Crisi di Berlino del 1961]]
| Parte di =
| Casus =   Organizzazione del potere mondiale dopo la [[seconda guerra mondiale]]
| Data = [[1947]]-[[1991]]
| Luogo = [[Europa]], [[Africa]], [[Asia]] e [[America Latina]]
| Esito =   [[Dissoluzione dell'Unione Sovietica]], caduta del [[blocco orientale]] e fine della [[Impero sovietico|sfera di influenza dell'URSS]],
<br />[[riunificazione della Germania]]
| Schieramento1 = {{bandiera|Unione Sovietica 1923-1955}} [[Unione Sovietica]]<br />{{simbolo|Warsaw Pact Logo.svg}} [[Patto di Varsavia]]<br />e stati ideologicamente vicini al [[Blocco orientale]]
| Schieramento2 = {{Bandiera|USA}} [[Stati Uniti d'America]]<br />{{bandiera|NATO}} [[NATO]]<br />e stati ideologicamente vicini al [[Blocco occidentale]]
| Comandante1 = {{simbolo|PCUS Emblema.svg}} [[Segretario generale del PCUS]]
| Comandante2 = {{Bandiera|USA}} [[Presidente degli Stati Uniti d'America|Presidente degli USA]]
}}
{{Guerra fredda navigazione}}
Con l'espressione '''guerra fredda''' si indica la contrapposizione [[politica]], [[ideologia|ideologica]] e militare che venne a crearsi intorno al [[1947]] (non tutti gli studiosi concordano), tra le due potenze principali emerse vincitrici dalla [[seconda guerra mondiale]]: gli [[Stati Uniti d'America]] e l'[[Unione Sovietica]]. Ben presto si giunse alla divisione dell'[[Europa]] in sfere di influenza e alla formazione di blocchi internazionali ostili, denominati comunemente come ''[[Blocco occidentale|Occidente]]'' (gli Stati Uniti, gli alleati della [[NATO]] e i Paesi amici) ed ''[[Blocco orientale|Oriente]]'', o "blocco comunista" (l'Unione Sovietica, gli alleati del [[Patto di Varsavia]] e i Paesi amici), oltre a tutti i [[Movimento dei paesi non allineati|Paesi non allineati]] del resto del mondo.
 
Questa suddivisione influenzò fortemente per decenni l'[[opinione pubblica]] mondiale ed ebbe il suo concreto emblema nella divisione della [[Germania]] in [[Germania ovest]] e [[Germania est]], della città di [[Berlino]] tramite l'[[muro di Berlino|omonimo muro]] e nella figura retorica della cosiddetta "[[cortina di ferro]]", coniata per la prima volta da [[Winston Churchill]] nel 1946, volta a definire la netta distinzione territoriale e ideologica che si stava venendo a creare tra i due blocchi socio-economici dominanti<ref>{{cita web|url=http://www.treccani.it/enciclopedia/cortina-di-ferro/|titolo=Cortina di ferro|editore=Treccani|accesso=30 aprile 2018}}</ref>. Si trattava sostanzialmente della contrapposizione tra due grandi [[ideologia|ideologie]] politico-economiche: la [[democrazia]]-[[capitalismo|capitalista]] da una parte e il [[totalitarismo]]-[[comunismo|comunista]] dall'altro, estraneo all'internazionalismo del mercato. La tensione che ne risultò, durata circa mezzo secolo, pur non concretizzandosi mai in un [[Guerra|conflitto militare]] diretto (da cui il termine "fredda" usato per descrivere un'ostilità che non sembrava più risolvibile attraverso una guerra frontale tra le due superpotenze, dato il pericolo per la sopravvivenza dell'umanità rappresentato da un eventuale ricorso alle armi nucleari)<ref>{{cita web|url=http://www.treccani.it/enciclopedia/guerra-fredda/|titolo=Guerra fredda|editore=Treccani|accesso=30 aprile 2018}}</ref>, si sviluppò nel corso degli anni incentrandosi sulla competizione in vari campi ([[Corsa agli armamenti|militare]], [[Corsa allo spazio|spaziale]], [[Tecnologia|tecnologico]], [[ideologia|ideologico]], [[Psicologia|psicologico]], [[sport]]ivo) contribuendo almeno in parte allo sviluppo ed evoluzione della società stessa con l'avvento della [[terza rivoluzione industriale]].
 
L'espressione era stata usata già nel 1945 da [[George Orwell]]<ref>''You and the Atom Bomb'', in ''Tribune'', 19 ottobre 1945</ref> che, riflettendo sulla [[bomba atomica]], preconizzava uno scenario in cui le due grandi potenze, non potendo affrontarsi direttamente (per il rischio di [[distruzione mutua assicurata]]), avrebbero finito per dominare e opprimere tutti gli altri. Nel [[1947]] fu ripresa dal consigliere presidenziale [[Bernard Baruch]] e dal giornalista [[Walter Lippmann]] per descrivere l'emergere delle tensioni tra i due [[alleati della seconda guerra mondiale]].<ref name = "Halliday">Fred Halliday, "Cold War" ''The Oxford Companion to the Politics of the World'', 2e. Joel Krieger, ed. Oxford University Press Inc. 2001.</ref>
 
Le fasi più critiche e potenzialmente pericolose della guerra fredda furono due: la prima, compresa fra gli [[Anni 1950|anni cinquanta]] e [[Anni 1960|sessanta]], e la seconda, circoscritta alla prima metà degli [[Anni 1980|anni ottanta]]. La fine della guerra fredda viene convenzionalmente fatta coincidere con la caduta del [[muro di Berlino]] (9 novembre [[1989]]) e la successiva [[dissoluzione dell'Unione Sovietica]] (26 dicembre [[1991]]).
 
==Origini del termine==
 
Alla fine della [[seconda guerra mondiale]], lo scrittore inglese [[George Orwell]] usò il termine "guerra fredda" nel suo saggio "''You and the Atomic Bomb''", pubblicato il 19 ottobre 1945 sul quotidiano britannico ''[[Tribune]]''. Descrivendo un mondo che vive all'ombra della minaccia della [[guerra nucleare]], Orwell utilizzando le previsioni di [[James Burnham]] su un mondo polarizzato, scrisse:
 
{{citazione|Guardando il mondo nel suo insieme, la deriva per molti decenni non è stata verso l'anarchia, ma verso la reimposizione della schiavitù ... La teoria di James Burnham è stata molto discussa, ma poche persone hanno ancora considerato le sue implicazioni ideologiche - cioè, la tipo di visione del mondo, il tipo di convinzioni e la struttura sociale che probabilmente prevalerebbero in uno stato che era allo stesso tempo invincibile e in uno stato permanente di "guerra frkjhbjbedda" con i suoi vicini.<ref>Orwell, "[http://orwell.ru/library/articles/ABomb/english/e_abomb You and the Atomic Bomb]", ''Tribune'' 19 October 1945</ref>}}
 
Sul ''[[The Observer]]'' del 10 marzo 1946, Orwell scrisse, "dopo la conferenza di Mosca dello scorso dicembre, la Russia iniziò una guerra fredda contro la [[Gran Bretagna]] e l'[[Impero britannico]]."
 
Il primo uso del termine per descrivere lo specifico scontro geopolitico del dopoguerra tra l'Unione Sovietica e gli Stati Uniti fu in occasione di un discorso di [[Bernard Baruch]], un influente consigliere dei presidenti democratici, tenuto il 16 aprile 1947. un estratto del discorso, scritto dal giornalista Herbert Bayard jlbljbSwope,<ref>{{Cita news|nome=William|cognome=Safire|url=https://www.nytimes.com/2006/10/01/opinion/01iht-edsafire.2988871.html|titolo=Islamofascism Anyone?|opera=The New York Times|data=1º ottobre 2006}}</ref> afferma: "Non lasciamoci ingannare: siamo oggi nel bel mezzo di una guerra fredda".<ref>{{Cita web|autore1=History.com Staff|titolo=This Day on History – April 16, 1947: Bernard Baruch coins the term “Cold War”|url=http://www.history.com/this-day-in-history/bernard-baruch-coins-the-term-cold-war|editore=A+E Networks|accesso=23 agosto 2016|data=2009}}</ref> L'editorialista del giornalbjjgke [[Walter Lippmann]] diede al termine una portata più ampia grazie al suo libro ''The Cold War'' (guerra fredda in [[lingua inglese]]). Quando nel 1nmm nk 947 gli venne chiesta l'origine del termine, Lippmann la ricondusse a un termine francese degli anni 1930, ''la guerre froide''.<ref>Strobe Talbott, ''The Great Experiment: The Story of Ancient Empires, Modern States, and the Quest for a Global Nation'' (2009) p.441 n.3; Lippmann's own book is {{Cita libro|url=https://books.google.com/?id=Ydc3AAAAIAAJ&q=walter+lippmann+cold+war&dq=walter+lippmann+cold+war|au mmj,bvtore=Lippmann, Walter|titolo=The Cold War|editore=Harper|anno=1947}}</ref>
 
==Fine della seconda guerra mondiale==
===Conferenze di guerra in Europa postbellica===
{{Vedi anche|Conferenza di Teheran|Conferenza di Jalta}}
 
[[File:Yalta Conference (Churchill, Roosevelt, Stalin) (B&W).jpg|thumb|left|I "Tre Grandi" alla [[Conferenza di Yalta]]: [[Winston Churchill]], [[Franklin Roosevelt]] e [[Joseph Stalin]].]]
 
Al termine della seconda guerra mondiale, gli Alleati non si trovavano d'accordo su come dovessero essere segnati i confini dell'Europa appena liberata dai nazisti.<ref name="Gaddis13-23">{{cita|Gaddis, 2005|pp. 13–23}}.</ref> Ciascuno dei vincitori possedeva idee diverse riguardo a come gestire e mantenere la sicurezza post-bellica.<ref name="Gaddis13-23"/> Alcuni studiosi sostengono che tutti gli stati Alleati occidentali desideravano arrivare ad una situazione in cui si fossero stabiliti governi democratici il ​​più ampiamente possibile, permettendo così ad essi stessi di risolvere pacificamente le differenze attraverso organizzazioni internazionali.<ref>{{cita|Gaddis, 1990|p. 156}}.</ref> Altri osservano che le potenze atlantiche erano comunque divise nella loro visione del nuovo mondo postbellico. Gli obiettivi di Roosevelt, e cioè la vittoria militare in Europa e in Asia, il raggiungimento della supremazia economica americana globale sull'impero britannico e la creazione di un'organizzazione mondiale per la pace, apparivano maggiormente globali e ambiziosi rispetto a quelli di Churchill, che si concentrava principalmente centrati sul controllo del Mediterraneo, assicurando così la sopravvivenza dell'[[Impero britannico]] e l'indipendenza dei paesi dell'Europa centrale e orientale in modo che fungessero da cuscinetto tra i sovietici e il Regno Unito.<ref Name=Plokhy>{{cita|Plokhy, 2010}}</ref>
 
L'Unione Sovietica tentò di dominare gli affari interni dei paesi che la circondavano.<ref name="Gaddis13-23" /><ref>{{cita|Gaddis, 1990|p. 176}}.</ref> Durante la guerra, Stalin aveva creato centri di addestramento speciali per i comunisti dei diversi paesi, in modo che potessero formare forze segrete di polizia fedeli a Mosca non appena l'Armata Rossa fosse arrivata. Gli agenti sovietici assunsero il controllo dei media, in particolare della radio e rapidamente esautorarono tutte le istituzioni civili indipendenti, dai gruppi giovanili alle scuole, alle chiese e ai partiti politici rivali.<ref>Max Frankel, "Stalin's Shadow," [https://www.nytimes.com/2012/11/25/books/review/iron-curtain-by-anne-applebaum.html?pagewanted=all&_r=0 ''New York Times'' 21 Nov 2012] reviewing Anne Applebaum, ''Iron Curtain: The Crushing of Eastern Europe, 1944–1956'' (2012), See Introduction, text after note 26, and ch. 3, 7–9</ref> Stalin cercò, tuttavia, anche la pace con la Gran Bretagna e gli Stati Uniti, sperando di concentrarsi sulla ricostruzione interna e sulla crescita economica.<ref>Heller, p. 27.</ref>
 
[[File:Map-Germany-1945.svg|thumb|[[Zone di occupazione della Germania]] nel dopoguerra.]]
 
Secondo l'opinione americana, Stalin appariva come un potenziale alleato nel raggiungere gli obiettivi, mentre per i britannici il leader sovietico sembrava la più grande minaccia per l'adempimento dei loro programmi. Con i sovietici che occupavano già la maggior parte dell'Europa centrale e orientale, Stalin si trovava in vantaggio.
 
Le differenze tra Roosevelt e Churchill portarono a diversi accordi separati con i sovietici. Nell'ottobre del 1944, Churchill si recò a Mosca e propose l'accordo sulle percentuali su cui dividere i Balcani nelle rispettive sfere d'influenza, tra cui il predominio di Stalin sulla [[Romania]] e sulla Bulgaria, mentre i britannici avrebbero avuto carta bianca sulla Grecia. Alla [[conferenza di Yalta]] del febbraio 1945, Roosevelt firmò un accordo separato con Stalin riguardante l'Asia e rifiutò di sostenere Churchill sulle questioni relative alla Polonia.<ref Name=Plokhy/> Alla fine, Roosevelt approvò anche l'accordo percentuale sull'europa dell'est,<ref>[https://books.google.com/books?id=MTPzJRV9hhgC&pg=PA116&lpg=PA116&dq=He+said+that+the+Americans+would+be+shocked+if+they+saw+how+crudely+he+had+put+it.+Marshal+Stalin+was+a+realist.&source=bl&ots=1ZHXcm0tml&sig=M5q5ushbQrzAuEETlhlRJKALYp0&hl=en&sa=X&ved=0ahUKEwiJhOK639DWAhXJq1QKHZAwDggQ6AEIJjAA#v=snippet&q=%22a%20decision%20of%20great%20importance%22&f=false David Carlton, Churchill and the Soviet Union (Manchester University Press, 2000) p. 114-116]</ref><ref>[https://books.google.com/books?id=VCX-CwAAQBAJ&q=percentages+agreement#v=snippet&q=percentages%20agreement&f=false Allan Todd, ''History for the IB Diploma Paper 3: The Soviet Union and Post-Soviet Russia'' (Cambridge University Press, 2016), p.105-111]</ref> ma apparentemente non vi era ancora un solido consenso sul quadro postbellico in Europa.<ref name="Gaddis21">{{cita|Gaddis, 2005|p. 21}}.</ref>
 
Alla [[Seconda Conferenza del Quebec]], una conferenza militare di alto livello tenutasi a [[Quebec City]] tra il 12 e il 16 settembre 1944, Churchill e Roosevelt raggiunsero un accordo su una serie di questioni, tra cui un piano per la Germania, basato sull'originale proposta di [[Henry Morgenthau Jr.]]. Il memorandum elaborato da Churchill prevedeva "l'eliminazione delle industrie belliche nella [[Regione della Ruhr]] e in quella del fiume [[Saar (fiume)|Saar]] ... in attesa di convertire la Germania in un paese principalmente agricolo e pastorale nel suo carattere". Tuttavia, non includeva un piano per dividere il paese in diversi stati indipendenti ([[Piano Morgenthau]]).
 
== Gli inizi della guerra fredda (1947-1953) ==
{{Vedi anche|Guerra fredda (1947-1953) e sue origini}}
=== ''Containment'' e Dottrina Truman ===
{{Vedi anche|Containment|Dottrina Truman}}
{{doppia immagine
| sinistra
| Cold war europe military alliances map en.png
| 200
| Cold war europe economic alliances map en.png
| 200
| Alleanze militari in Europa
| Alleanze economiche in Europa
}}
 
Nel 1947, il presidente americano [[Harry Truman]] si sentì oltraggiato dalla resistenza dell'Unione Sovietica alle richieste statunitense relative all'[[Iran]], alla [[Turchia]] e alla [[Grecia]], nonché dal rifiuto al [[piano Baruch]] sulle [[armi nucleari]].<ref>{{cita|Hahn, 1993|p. 6}}.</ref><ref>{{cita|Higgs, 2006|p. 137}}.</ref> Nel febbraio 1947, il governo britannico annunciò che non poteva più permettersi di finanziare il [[Regno di Grecia]] nella sua [[guerra civile greca|guerra civile]] contro gli insorti [[comunismo|comunisti]].<ref>{{Cita pubblicazione|cognome=Iatrides|nome=John O.|data=1º ottobre 1996|titolo=The British Labour Government and the Greek Civil War: The Imperialism of 'Non-Intervention' (review)|url=https://muse.jhu.edu/article/21755|rivista=Journal of Modern Greek Studies|volume=14|numero=2|pp=373–376|doi=10.1353/mgs.1996.0020|issn=1086-3265}}.</ref>
 
In risposta a questo annuncio, il governo degli Stati Uniti adotta il ''[[containment]]'',<ref name="Gaddis28">{{cita|Gaddis, 2005|pp. 28–29}}.</ref> il cui scopo era fermare la diffusione del comunismo. Truman pronunciò un discorso in cui chiedeva l'assegnazione di 400 milioni di [[dollaro statunitense|dollari]] per intervenire nella guerra e svelava la "[[dottrina Truman]]" che inquadrava il conflitto come una contesa tra popoli liberi e [[totalitarismo|regimi totalitari]].<ref name="Gaddis28" /> I politici statunitensi accusarono l'Unione Sovietica di cospirare contro i realisti greci nel tentativo di [[teoria del domino|espandere l'influenza sovietica]], nonostante che Stalin avesse dichiarato che il Partito Comunista avrebbe cooperarato con il governo greco appoggiato dall'Inghilterra.<ref>{{Cita libro|url=https://books.google.com/books?id=jJoqDQAAQBAJ&pg=PA376&dq=gerolymatos+andre.+yale&hl=en&sa=X&ved=0ahUKEwjcyfjx2ebXAhXrkeAKHV4vAMYQ6AEIJjAA#v=onepage&q=Communists%20acquieced&f=false|titolo=An International Civil War: Greece, 1943-1949|cognome=Gerolymatos|nome=André|data=3 gennaio 2017|editore=Yale University Press|isbn=978-0-300-18060-2|lingua=en}}, pg. 195-204</ref> Gli insorti furono, infatti, aiutati dalla [[Repubblica Socialista Federale Jugoslava]] di [[Josip Broz Tito]] contro il volere di Stalin.<ref name = "Lafeber 1993">{{cita|LaFeber, 1993|pp. 194–197}}.</ref><ref>{{cita|Gaddis, 2005|p. 38}}.</ref>
 
L'enunciazione della dottrina Truman segnò, negli Stati Uniti, l'inizio di una intesa ''bipartisan'' tra [[Partito Repubblicano (Stati Uniti d'America)|democratici]] e [[Partito Democratico (Stati Uniti d'America)|repubblicani]], per quanto riguarda la difesa nazionale e la politica estera che andò a indebolirsi solamente durante e dopo la [[guerra del Vietnam]], ma che comunque persistette anche in seguito.<ref>{{cita|Hahn, 1993|p. 6}}.</ref><ref>{{cita|Higgs, 2006|p. 137}}.</ref> I partiti moderati e conservatori europei, così come i socialdemocratici, fornirono un sostegno praticamente incondizionato all'alleanza occidentale,<ref>{{cita|Moschonas|Elliott, 2002|p. 21}}.</ref> mentre i comunisti europei ed americani, finanziati dal [[KGB]] e coinvolti nelle sue operazioni di spionaggio,<ref>{{Cita libro|cognome=Andrew|nome=Christopher |wkautore=Christopher Andrew (historian)|autore2=Mitrokhin, Vasili |titolo=The Sword and the Shield: The Mitrokhin Archive and the Secret History of the KGB|editore=[[Basic Books]]|anno=2000|p=276|wkautore2=Mitrokhin, Vasili }}.</ref> aderirono alla linea di Mosca nonostante fosse apparso un dissenso dopo il 1956. Ulteriori critiche alla politica di consenso arrivarono dagli [[Opposizione alla guerra del Vietnam|attivisti contro la guerra contro il Vietnam]], dalla [[campagna per il disarmo nucleare]] e dal [[movimento anti-nucleare]].<ref>{{cita|Crocker|Hampson|Aall, 2007|p. 55}}.</ref>
 
===Piano Marshall e colpo di stato cecoslovacco===
{{Vedi anche|Piano Marshall|Blocco occidentale|Colpo di Stato in Cecoslovacchia del 1948}}
[[File:Marshall Plan.png|thumb|Mappa dell'Europa nell'epoca della Guerra Fredda in cui sono mostrate le nazioni che hanno ricevuto aiuti dal [[Piano Marshall]]. Le colonne rosse indicano il totale dei finanziamenti ricevuti per ciascuna nazione.]]
 
All'inizio del 1947, Francia, Gran Bretagna e Stati Uniti tentarono senza successo di raggiungere un accordo con l'Unione Sovietica riguardo ad un piano che prevedeva una Germania economicamente autosufficiente, compresa una contabilità dettagliata degli impianti industriali, dei beni e delle infrastrutture già rimosse dai sovietici.<ref name="miller16">{{cita|Miller, 2000|p. 16}}.</ref> Nel giugno 1947, in accordo con la Dottrina Truman, gli Stati Uniti promulgarono il [[Piano Marshall]], un programma di assistenza economica per tutti i paesi europei disposti a partecipare, inclusa l'Unione Sovietica.<ref name="miller16"/> Nell'ambito del piano, firmato dal presidente Harry Truman il 3 aprile 1948, il governo degli Stati Uniti donò ai paesi dell'Europa occidentale oltre 13 miliardi di dollari del tempo (equivalenti a 189,39 miliardi di dollari del 2016) per ricostruire la propria economia distrutta dagli esiti del secondo conflitto mondiale. Successivamente, il programma portò alla creazione dell'[[Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico]].
 
L'obiettivo del piano fu quello di ricostruire i sistemi democratici ed economici dell'Europa e contrastare le possibili minacce agli equilibri di potere del vecchio continente.<ref>{{cita|Gaddis, 1990|p. 186}}.</ref> Il piano, inoltre, affermava che la prosperità europea dipendeva dalla ripresa economica tedesca.<ref>{{Cita news|url=http://www.time.com/time/magazine/article/0,9171,887417,00.html|titolo=Pas de Pagaille!|opera=[[Time (magazine)|Time]]|data=28 luglio 1947|accesso=28 maggio 2008}}.</ref> Un mese dopo, Truman firmò il [[National Security Act del 1947]] creando così il [[Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti d'America]], la ''[[Central Intelligence Agency]]'' (CIA) e il ''[[National Security Council]]'' (NSC). Queste diventarono i principali enti per la politica statunitense nella Guerra Fredda.<ref name="Karabell" >{{cita|Karabell, 1999|p. 916}}.</ref>
 
[[File:Marshallplanhilfe.gif|thumb|left|Ricostruzione di [[Berlino Ovest]] grazie agli aiuti portati dal Piano Marshall]]
 
Stalin riteneva che l'integrazione economica con l'Occidente avrebbe permesso ai paesi del [[blocco orientale]] di sfuggire al controllo sovietico e che gli Stati Uniti stavano cercando di conquistare un riallineamento europeo verso di loro.<ref name="Gaddis32">{{cita|Gaddis, 2005|p. 32}}.</ref> A fronte di ciò, Stalin impedì alle nazioni facente parti del blocco orientale di ricevere aiuti dal piano Marshall.<ref name="Gaddis32" /> L'alternativa dell'Unione Sovietica al Piano Marshall divenne nota come [[Piano Molotov]] (successivamente istituzionalizzato nel gennaio 1949 come [[Consiglio di mutua assistenza economica]]).<ref name="Gaddis32" /> Stalin si dimostrò anche timoroso a proposito di una Germania ricostituita, preferendo che non gli venisse data la possibilità di riarmarsi o di rappresentare alcun tipo di minaccia per l'Unione Sovietica.<ref>{{cita|Gaddis, 2005|pp. 105–106}}.</ref>
 
Agli inizi del 1948, in seguito a rapporti che raccontavano di rafforzamenti di "elementi reazionari", gli agenti sovietici compirono un [[colpo di Stato in Cecoslovacchia del 1948|colpo di stato in Cecoslovacchia]], l'unico stato del blocco orientale a cui i sovietici avevano permesso di mantenere un [[ordinamento giuridico|ordinamento]] [[democrazia|democratico]].<ref name="wettig86">{{cita|Wettig, 2008|p. 86}}.</ref><ref>{{cita|Patterson, 1997|p. 132}}.</ref> La brutalità di tale intervento scioccò le potenze occidentali più di ogni altro evento accaduto fino a quel punto scatenando la diffusa paura dell'imminente scoppio di una guerra e questo spazzò via le ultime opposizioni al Piano Marshall da parte del [[Congresso degli Stati Uniti]].<ref name="miller19">{{cita|Miller, 2000|p. 19}}.</ref>
 
Le politiche perpetrate secondo la Dottrina Truman e il Piano Marshall, portarono aiuti economici e militari per miliardi di dollari ai paesi dell'Europa occidentale, alla Grecia e alla Turchia. Con l'assistenza degli Stati Uniti, l'esercito greco vinse la guerra civile.<ref name="Karabell" /> Sotto la guida di [[Alcide De Gasperi]], il partito italiano della [[Democrazia Cristiana]] sconfisse la potente alleanza [[partito comunista italiano|comunista]]-[[partito socialista italiano|socialista]] nelle [[Elezioni politiche italiane del 1948|elezioni del 1948]].<ref>{{cita|Gaddis, 2005|p. 162}}.</ref> Allo stesso tempo, aumentarono le attività di ''[[intelligence]]'' e di [[spionaggio]], le defezioni ed emigrazioni dal blocco orientale e le espulsioni diplomatiche.<ref>{{cita|Cowley, 1996|p. 157}}.</ref>
 
===Cominform e la rottura Tito-Stalin===
{{Vedi anche|Cominform|Conflitto sovietico-jugoslavo}}
 
Nel settembre 1947, i sovietici crearono il ''[[Cominform]]'', il cui scopo era quello di rafforzare l'ortodossia all'interno del movimento comunista internazionale e rafforzare il controllo politico sui [[Stato satellite|paesi satelliti]] sovietici attraverso il coordinamento dei partiti comunisti nel blocco orientale.<ref name="Gaddis32" /> ''Cominform'' dovette affrontare una battuta d'arresto imbarazzante nel giugno successivo, quando la [[Conflitto sovietico-jugoslavo|rottura tra Stalin e Tito]] obbligò l'espulsione della [[Jugoslavia]], che rimase comunque un paese a matrice comunista ma adottò una posizione [[Movimento dei paesi non allineati|non allineata]].<ref>{{cita|Carabott|Sfikas, 2004|p. 66}}.</ref>
 
===Blocco di Berlino e ponte aereo===
{{Vedi anche|Blocco di Berlino}}
[[File:C-47s at Tempelhof Airport Berlin 1948.jpg|thumb|[[Douglas C-47 Dakota/Skytrain|C-47]] all'[[Aeroporto di Berlino-Tempelhof]] durante il Blocco di Berlino.]]
 
Il 1º gennaio 1947, gli Stati Uniti e la Gran Bretagna unirono le loro zone di occupazione della Germania occidentale in un'unica "Bizonia" (in seguito "Trizonia" con l'aggiunta della zona francese avvenuta nell'aprile 1949).<ref name="miller13">{{cita|Miller, 2000|p. 13}}.</ref> Come parte della ricostruzione economica della Germania, all'inizio del 1948, i rappresentanti di un certo numero di governi dell'Europa occidentale e degli Stati Uniti annunciarono un accordo per la fusione delle aree della Germania occidentale in un sistema governativo federale.<ref name="miller18">{{cita|Miller, 2000|p. 18}}.</ref>. Inoltre, in accordo con il Piano Marshall, iniziarono a reindustrializzare e ricostituire l'economia tedesca. Venne introdotta una nuova moneta, il [[marco tedesco]], in sostituzione della vecchia valuta del ''[[Reichsmark]]'' che i sovietici avevano svalutato.<ref name="miller31">{{cita|Miller, 2000|p. 31}}.</ref>
 
Poco dopo, Stalin istituì il [[Blocco di Berlino]] (durato dal 24 giugno 1948 al 12 maggio 1949), una delle prime grandi crisi che hanno caratterizzato la Guerra Fredda, con cui venne impedito che cibo, materiali e rifornimenti arrivassero a [[Berlino Ovest]].<ref>{{cita|Gaddis, 2005|p. 33}}.</ref> Gli Stati Uniti, la Gran Bretagna, la Francia, il [[Canada]], l'[[Australia]], la [[Nuova Zelanda]] e molti altri paesi dettero vita all'imponente "[[ponte aereo per Berlino]]" con permisero la fornitura di beni ai cittadini di Berlino Ovest.<ref>{{cita|Miller, 2000|pp. 65–70}}.</ref>
 
I sovietici organizzarono una campagna di pubbliche relazioni contro il cambiamento di politica. Ancora una volta i comunisti di [[Berlino Est]] tentarono di interrompere le elezioni municipali della città (come avevano fatto nelle elezioni del 1946)<ref name="miller13"/>, che comunque si svolsero il 5 dicembre 1948 con un'affluenza dell'86,3% e una vittoria schiacciante per i partiti non comunisti.<ref>[[Henry Ashby Turner|Turner, Henry Ashby]], ''The Two Germanies Since 1945: East and West'', Yale University Press, 1987, {{ISBN|0-300-03865-8}}, page 29</ref> I risultati elettorali divisero effettivamente la città in est e ovest. 300.000 berlinesi dimostrarono a favore del proseguimento del ponte aereo internazionale.<ref>Fritsch-Bournazel, Renata, ''Confronting the German Question: Germans on the East-West Divide'', Berg Publishers, 1990, {{ISBN|0-85496-684-6}}, page 143</ref> Nel maggio del 1949, Stalin fece ritirare il blocco.<ref name="Gaddis 2005, p. 34">{{cita|Gaddis, 2005|p. 34}}.</ref><ref>{{cita|Miller, 2000|pp. 180–81}}.</ref>
 
Nel 1952, il leader sovietico propose a più riprese un piano per unificare la Germania dell'Est e dell'Ovest sotto un unico governo scelto tramite elezioni controllate dalle [[Nazioni Unite]] a patto che la nuova Germania così costituita rimanesse fuori dalle alleanze militari dei paesi occidentali. Le potenze di quest'ultimi, tuttavia, si opposero a tale proposta.<ref>Van Dijk, Rudd. [http://www.wilsoncenter.org/sites/default/files/ACFB54.pdf The 1952 Stalin Note Debate: Myth or Missed Opportunity for German Reunification?] Woodrow Wilson International Center for Scholars. Cold War International History Project, Working Paper 14, May 1996.</ref>
 
===Inizio della NATO e della ''Radio Free Europe''===
{{Vedi anche|NATO|Radio Free Europe|Mass media nel blocco orientale}}
[[File:Truman signing North Atlantic Treaty.jpg|thumb|left|Il Presidente Truman firma il [[Trattato Nord Atlantico]] nello [[Studio Ovale]].]]
 
Gran Bretagna, Francia, Stati Uniti, Canada e altri otto paesi dell'Europa occidentale firmarono, nell'aprile del 1949, il [[Trattato Nord Atlantico]], dando così vita all'[[Organizzazione del Trattato dell'Atlantico del Nord]] (NATO).<ref name="Gaddis 2005, p. 34"/> Nell'agosto dello stesso anno, venne fatto detonare il [[RDS-1|primo ordigno nucleare sovietico]] presso la località di [[Semipalatinsk]], nella [[Repubblica Socialista Sovietica Kazaka]].<ref name="Lafeber 1993" /> A seguito dei rifiuti sovietici di partecipare a uno sforzo di ricostruzione tedesco promosso dai paesi dell'Europa occidentale nel 1948,<ref name="miller18"/><ref name="turner23">{{cita|Turner|1987|p. 23}}.</ref> Stati Uniti, Gran Bretagna e Francia guidarono l'insediamento della Germania occidentale dalle tre zone occidentali di occupazione nell'aprile 1949.<ref>Heike Bungert, "A New Perspective on French-American Relations during the Occupation of Germany, 1945–1948: Behind-the-Scenes Diplomatic Bargaining and the Zonal Merger." ''Diplomatic History'' (1994) 18#3 pp: 333–352.</ref> L'Unione Sovietica proclamò la sua zona di occupazione in Germania, nella Repubblica Democratica Tedesca, quell'ottobre.<ref name = "Byrd">{{cita libro |autore=Peter Byrd |curatore=Iain McLean, Alistair McMillan |collana=The concise Oxford dictionary of politics |titolo=Cold War (intero capitolo) |url=https://books.google.com/?id=xLbEHQAACAAJ |accesso=16 giugno 2008|anno=2003|editore=Oxford University Press |isbn=0-19-280276-3 |lingua=en}}</ref>
 
I [[Mass media nel blocco orientale|media nel blocco orientale]] erano un organo dello stato, completamente dipendente e asserviti al partito comunista. Le emittenti radiotelevisive erano di proprietà statale, mentre la stampa solitamente apparteneva ad organizzazioni politiche, in gran parte delle quali facevano capo al partito comunista locale.<ref name="oneil15">{{Cita libro|cognome=O'Neil|nome=Patrick|titolo=Post-communism and the Media in Eastern Europe|editore=Routledge|anno=1997|isbn=0-7146-4765-9|pp=15–25}}</ref> La propaganda sovietica utilizzava la [[Marxismo|filosofia marxista]] per attaccare il [[capitalismo]], sostenendo che lo sfruttamento del lavoro e l'imperialismo erano inerenti al sistema.<ref>James Wood, p. 111</ref>
 
Oltre alle trasmissioni della ''[[British Broadcasting Corporation]]'' (BBC) e della ''[[Voice of America]]''<ref>{{cita|Puddington, 2003|p. 131}}.</ref>, un importante sforzo di propaganda iniziato nel 1949 fu la ''[[Radio Free Europe/Radio Liberty]]'', nata con l'intenzione di provocare la pacifica scomparsa del sistema comunista nel blocco orientale.<ref name="Puddington9" /> ''Radio Free Europe'' tentò di raggiungere questi obiettivi servendo come stazione radio locale sostitutiva, un'alternativa alla stampa di regime controllata e dominata dal partito.<ref name="Puddington9">{{cita|Puddington, 2003|p. 9}}.</ref> ''Radio Free Europe'' era un prodotto di alcuni dei più importanti strateghi statunitensi della Guerra Fredda, specialmente di coloro che ritenevano che tale conflitto si sarebbe dovuto combattere tramite mezzi politici piuttosto che militari, come [[George Frost Kennan]].<ref name="Puddington7">{{cita|Puddington, 2003|p. 7}}.</ref>
 
I politici americani, tra cui Kennan e [[John Foster Dulles]], riconobbero che la guerra fredda era essenzialmente una guerra di idee.<ref name=Puddington7 /> Gli Stati Uniti, agendo attraverso la CIA, finanziarono una lunga lista di progetti per contrastare l'attrattiva che rappresentava il comunismo tra gli intellettuali in Europa e nel [[paesi in via di sviluppo|mondo in via di sviluppo]].<ref>{{cita|Puddington, 2003|p. 10}}.</ref> La CIA intraprese segretamente anche una campagna di propaganda domestica chiamata ''[[Crusade for Freedom]]''.<ref>{{Cita libro|cognome=Cummings|nome=Richard H.|titolo=Radio Free Europe's "Crusade for freedom": Rallying Americans behind Cold War Broadcasting, 1950–1960|anno=2010|editore=McFarland & Co|città=Jefferson, N.C.|isbn=978-0-7864-4410-6|url=https://books.google.com/books?id=BO78hXsRebkC}}.</ref>
 
Nei primi [[anni 1950]], gli Stati Uniti lavorarono per favorire il riarmo della Germania occidentale e, nel 1955, ottennero la piena adesione alla NATO.<ref name="Byrd" /> Nel maggio del 1953, [[Lavrentij Pavlovič Berija|Berija]], che a quel tempo ricopriva una carica governativa, aveva fatto una proposta infruttuosa per consentire la riunificazione di una Germania neutrale al fine di impedire l'incorporazione della Germania occidentale nella NATO.<ref>{{cita|Gaddis, 2005|p. 105}}.</ref>
 
===Guerra civile cinese e SEATO===
{{Vedi anche|Guerra civile cinese|Southeast Asia Treaty Organization}}
[[File:Mao, Bulganin, Stalin, Ulbricht Tsedenbal.jpeg|thumb|[[Mao Zedong]] e [[Joseph Stalin]] a Mosca nel dicembre 1949.]]
 
Nel 1949, l'[[Esercito Popolare di Liberazione]] di [[Mao Zedong]] sconfigge il [[Kuomintang|Partito Nazionalista Cinese]] di [[Chiang Kai-shek]], appoggiato dagli Stati Uniti. Prontamente l'Unione Sovietica stipulò un'alleanza con la neonata [[Repubblica popolare cinese]].<ref>{{cita|Gaddis, 2005|p. 39}}.</ref> Chiang e il suo governo dovettero fuggire sull'isola di [[Taiwan]]. Di fronte alla rivoluzione comunista in Cina e alla [[Programma atomico sovietico|fine del monopolio statunitense sulle armi atomiche]], l'amministrazione Truman dovette estendere la politica del contenimento.<ref name="Lafeber 1993" /> Nel [[NSC-68]], un documento segreto del 1950,<ref name="Gaddis 2005, p. 164">{{cita|Gaddis, 2005|p. 164}}.</ref> il Consiglio di sicurezza nazionale propose di rafforzare i sistemi di alleanza filo-occidentali e quadruplicare la spesa nella difesa.<ref name="Lafeber 1993" />
 
I funzionari degli Stati Uniti si trasferirono successivamente per espandere il ''[[containment]]'' in Asia, Africa e America Latina, al fine di contrastare i movimenti nazionalisti rivoluzionari, spesso guidati da partiti comunisti finanziati dall'Unione Sovietica, combattendo contro il ripristino degli [[colonialismo|imperi coloniali]] europei nel Sud-Est asiatico e altrove.<ref name="Gaddis 2005, p. 212">{{cita|Gaddis, 2005|p. 212}}.</ref> Agli inizi degli [[anni 1950]], gli Stati Uniti hanno formalizzarono una serie di alleanze con [[Giappone]], [[Australia]], [[Nuova Zelanda]], [[Thailandia]] e [[Filippine]] (in particolare il patto [[ANZUS]] del 1951 e il [[Southeast Asia Treaty Organization|SEATO]] del 1954), garantendo così agli statunitensi un certo numero di basi militari per un lungo periodo.<ref name="Byrd" />
 
===Guerra di Corea===
{{Vedi anche|Guerra di Corea}}
[[File:KoreanWar recover Seoul.jpg|thumb|Marines statunitensi impegnati in combattimenti di strada durante la liberazione di [[Seul]] nel settembre 1950.]]
 
Uno degli impatti più significativi del ''[[containment]]'' fu lo scoppio della [[guerra di Corea]]. Nel giugno 1950, l'[[Chosŏn inmin'gun|esercito popolare nordcoreano]] di [[Kim Il-sung]] invase la [[Corea del Sud]].<ref name="Stokesbury1990">{{Cita libro|titolo=A Short History of the Korean War|cognome=Stokesbury |nome=James L|anno=1990|editore=Harper Perennial |città=New York|isbn=0-688-09513-5|p=14}}</ref> Stalin approvò l'azione e inviò consiglieri per pianificare l'invasione.<ref>{{cita|Weathersby, 1993|pp. 28, 30}}.</ref> Con sorpresa di Stalin,<ref name="Lafeber 1993" /> il [[Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite]] appoggiò la difesa della Corea del Sud, nonostante che i sovietici avessero boicottato le riunioni come protesta per il seggio permanente al Consiglio assegnato a Taiwan e non alla Cina comunista<ref>{{Harvnb|Malkasian|2001|p=16}}</ref> Nel frattempo, su mandato delle Nazioni Unite, si creò una forza internazionale costituita dalla Corea del Sud, Stati Uniti, [[Regno Unito]], [[Turchia]], [[Canada]], [[Colombia]], [[Australia]], [[Francia]], [[Sud Africa]], [[Filippine]], [[Paesi Bassi]], [[Belgio]], [[Nuova Zelanda]] e altri paesi per fermare l'invasione.<ref>[[T. R. Fehrenbach|Fehrenbach, T. R.]], ''This Kind of War: The Classic Korean War History'', Brasseys, 2001, {{ISBN|1-57488-334-8}}, page 305</ref>
 
[[File:IncheonLandingMcArthur.jpg|thumb|left|Il generale [[Douglas MacArthur]], comandante della forza internazionale, osserva il bombardamento navale di [[Incheon]] dalla ''[[USS Mount McKinley]]'', 15 settembre 1950.]]
 
Tra gli altri effetti, la guerra di Corea stimolò la NATO a sviluppare una struttura militare.<ref>{{cita|Isby & Kamps, 1985|pp. 13–14}}.</ref> L'opinione pubblica nei paesi coinvolti, come la Gran Bretagna, era divisa tra coloro che erano a favore e contrari alla guerra. Molti temevano un'''escalation'' in una guerra generale contro la Cina comunista e persino lo sfociare in una [[guerra nucleare]]. La forte opposizione alla guerra mise spesso messo a dura prova le relazioni anglo-americane. Per questi motivi, i funzionari britannici cercarono una rapida conclusione del conflitto, sperando di arrivare all'unione della Corea sotto gli auspici delle Nazioni Unite e il ritiro di tutte le forze straniere.<ref>{{Cita libro|cognome=Cotton|nome=James|titolo=The Korean war in history|editore=Manchester University Press ND|anno=1989|p=100|cid=|isbn=0-7190-2984-8}}</ref>
 
Sebbene i cinesi e i nordcoreani fossero stremati dalla guerra e fossero pronti a metterlo fine al conflitto già nel tardo 1952, Stalin insistette perché continuassero a combattere. Così l'[[Armistizio di Panmunjeom|Armistizio]] venne concluso solamente nel luglio del 1953, dopo la morte del leader sovietico.<ref name = "Byrd" /> Il leader nordcoreano Kim Il Sung mise in piedi una dittatura [[totalitarismo|totalitaria]] altamente centralizzata, attribuendo a se stesso un potere illimitato e dando origine ad un formidabile [[culto della personalità]].<ref>[[Don Oberdorfer|Oberdorfer, Don]], ''The Two Koreas: A Contemporary History'', Basic Books, 2001, {{ISBN|0-465-05162-6}}, page&nbsp;10–11</ref><ref>[[No Kum-sok|No, Kum-Sok]] and J. Roger Osterholm, ''A MiG-15 to Freedom: Memoir of the Wartime North Korean Defector who First Delivered the Secret Fighter Jet to the Americans in 1953'', McFarland, 1996, {{ISBN|0-7864-0210-5}}</ref> In Corea del Sud [[Syngman Rhee]] deteneva il potere di un regime molto meno brutale ma profondamente [[corruzione|corrotto]] e [[autoritarismo|autoritario]].<ref>{{Cita libro|cognome=Hastings |nome=Max |wkautore= Max Hastings|titolo=The Korean War |editore=Simon & Schuster |anno=1988 |città=New York |pp=89–90 |url=https://books.google.com/books?id=wvOMegzEi3AC |isbn=0-671-66834-X}}</ref>
 
==Crisi e escalation (1953-62)==
{{Vedi anche|Guerra fredda (1953-1962)}}
 
===Krusciov, Eisenhower e destalinizzazione===
 
[[File:1959_NATO_and_WP_troop_strengths_in_Europe.svg|thumb|Forze militari NATO e del Patto di Varsavia in Europa nel 1959.]]
 
Nel 1953, i mutamenti nella leadership politica di entrambe le parti modificarono la dinamica della Guerra Fredda.<ref name=autogenerated1>Karabell, p. 916</ref> [[Dwight Eisenhower]] venne eletto [[presidente degli Stati Uniti]] in gennaio. Durante gli ultimi 18 mesi dell'amministrazione Truman, il budget messo a disposizione della difesa era quadruplicato e Eisenhower si era impegnato nel ridurre le spese militari di un terzo seppur continuando a combattere efficacemente la Guerra Fredda.<ref name="Lafeber 1993" />
 
Dopo la morte di Joseph Stalin, [[Nikita Krusciov]] divenne il leader sovietico in seguito alla deposizione e l'esecuzione di [[Lavrentij Pavlovič Berija|Lavrentij Berija]] e l'allontanamento dei rivali [[Georgy Malenkov]] e [[Vyacheslav Molotov]]. Il 25 febbraio 1956, Krusciov scioccò i delegati al [[XX Congresso del Partito Comunista dell'Unione Sovietica]] elencando e denunciando i crimini di Stalin.<ref>{{cita|Gaddis, 2005|p. 107}}.</ref> Come parte di una campagna di [[destalinizzazione]] dichiarò che l'unico modo per riformare e allontanarsi dalle politiche di Stalin sarebbe stato quello di riconoscere gli errori commessi in passato.<ref name = "Karabell" />
 
Il 18 novembre 1956, mentre si rivolgeva agli ambasciatori occidentali ad un ricevimento presso l'ambasciata polacca a Mosca, Krusciov disse la famosa frase "Che vi piaccia o meno, la storia è dalla nostra parte. Vi seppelliremo" scioccando i presenti.<ref>"[http://www.time.com/time/magazine/article/0,9171,867329,00.html We Will Bury You!]", ''[[Time (magazine)|Time magazine]]'', 26 November 1956. Retrieved 26 June 2008.</ref> In seguito affermò che non aveva parlato di guerra nucleare, ma piuttosto della vittoria, storicamente determinata, del comunismo sul capitalismo.<ref>{{cita|Gaddis, 2005|p. 84}}.</ref> Nel 1961, Krusciov dichiarò che anche se in quel momento l'Unione Sovietica era in ritardo rispetto all'Occidente, entro un decennio la sua carenza di alloggi sarebbe colmata, i beni di consumo sarebbero stati abbondanti e nel giro di due decenni la "costruzione di una società comunista" URSS sarebbe stata completata per la maggior parte.<ref>{{cita|Tompson, 1997|pp. 237–239}}.</ref>
 
Il segretario di stato di Eisenhower, [[John Foster Dulles]], dette impulso ad un "''[[New look]]''" per la strategia di contenimento, chiedendo una maggiore fiducia nelle armi nucleari contro i nemici statunitensi in tempo di guerra.<ref name="Karabell" /> Dulles enunciò anche la dottrina della "rappresaglia massiccia", minacciando una severa risposta da parte degli Stati Uniti a qualsiasi aggressione sovietica. Possedere una superiorità nucleare permise, ad esempio, ad Eisenhower di far fronte alle minacce sovietiche riguardo ad un possibile intervento in Medio Oriente durante la [[crisi di Suez]] del 1956.<ref name="Lafeber 1993" /> I piani statunitensi della fine degli [[anni 1950]] per una eventuale guerra nucleare includevano la "distruzione sistematica" dei 1200 maggiori centri urbani appartenenti al Blocco Orientale e alla Cina, tra cui Mosca, Berlino Est e Pechino, con le loro popolazioni civili annoverate tra gli obiettivi primari.<ref>Eric Bradner (23 December 2015). [http://www.cnn.com/2015/12/23/politics/cold-war-u-s-nuclear-target-list/ Newly released documents reveal U.S. Cold War nuclear target list]. ''CNN.'' Retrieved 27 December 2015. See also: [http://nsarchive.gwu.edu/nukevault/ebb538-Cold-War-Nuclear-Target-List-Declassified-First-Ever/ U.S. Cold War Nuclear Target Lists Declassified for First Time]. [[National Security Archive]]. 22 December 2015.</ref>
 
===Patto di Varsavia e rivoluzione ungherese===
{{Vedi anche|Patto di Varsavia|Rivoluzione ungherese del 1956}}
[[File:Soviet empire 1960.png|thumb|La massima estensione territoriale dei paesi del mondo sotto l'influenza sovietica, dopo la rivoluzione cubana del 1959 e prima della spaccatura cino-sovietica ufficiale del 1961.]]
 
Mentre la morte di Stalin, avvenuta nel 1953, contribuì ad allentare leggermente le tensioni, la situazione in Europa permaneva in una sorta di difficile tregua armata.<ref name="Palmowski">{{cita|Palmowski|year=2004}}</ref> I sovietici, che avevano già creato una rete di trattati di assistenza reciproca nel blocco orientale nel 1949,<ref>Feldbrugge, p. 818</ref> nel 1955 dettero vita ad un'alleanza formale al suo interno: il [[Patto di Varsavia]].<ref name="Byrd" />
 
Poco dopo che Krusciov ebbe rimosso il leader Stalinista [[ungheria|ungherese]] [[Mátyás Rákosi]] scoppiò la [[rivoluzione ungherese del 1956]].<ref>{{Cita news|url=http://news.bbc.co.uk/onthisday/hi/dates/stories/november/4/newsid_2739000/2739039.stm|titolo=Soviet troops overrun Hungary|editore=BBC News|data=4 novembre 1956|accesso=11 giugno 2008}}</ref> In seguito alla rivolta popolare,<ref>Video: [http://files.osa.ceu.hu/holdings/selection/rip/4/av/1956-44.html Revolt in Hungary] {{webarchive |url=https://web.archive.org/web/20071117094223/http://files.osa.ceu.hu/holdings/selection/rip/4/av/1956-44.html |date=17 November 2007 }} Narrator: [[Walter Cronkite]], producer: CBS (1956) – Fonds 306, Audiovisual Materials Relating to the 1956 Hungarian Revolution, OSA Archivum, Budapest, Hungary ID number: HU OSA 306-0-1:40</ref> il nuovo regime sciolse formalmente [[Államvédelmi Hatóság|la polizia segreta]], dichiarando l'intenzione di ritirarsi dal Patto di Varsavia ed impegnandosi a ristabilire elezioni libere. In risposta alla rivoluzione l'[[Sovetskaja Armija|esercito sovietico]] iniziò l'invasione del paese ribelle;<ref name=troops>UN General Assembly ''Special Committee on the Problem of Hungary'' (1957) {{Cita web|url= http://mek.oszk.hu/01200/01274/01274.pdf |titolo=Chapter IV. E (Logistical deployment of new Soviet troops), para 181 (p. 56) }}&nbsp;{{small|(1.47&nbsp;MB)}}</ref> migliaia di ungheresi vennero arrestati, imprigionati e deportati in Unione Sovietica<ref>{{Cita web|titolo=Report by Soviet Deputy Interior Minister M. N. Holodkov to Interior Minister N. P. Dudorov (15 November 1956) |opera=The 1956 Hungarian Revolution, A History in Documents |editore=George Washington University: The National Security Archive |data=4 novembre 2002 |url=http://www.gwu.edu/~nsarchiv/NSAEBB/NSAEBB76/doc8.pdf |formato=PDF |accesso=2 settembre 2006}}</ref> e circa 200.000 ungheresi dovettero fuggire dal paese natale ormai sprofondato nel caos.<ref name="Cseresneyes">{{Cita pubblicazione|cognome=Cseresnyés|nome=Ferenc |titolo=The '56 Exodus to Austria|rivista=The Hungarian Quarterly|volume=XL|numero=154 |pp=86–101|editore=Society of the Hungarian Quarterly |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20041127172402/http://www.hungarianquarterly.com/no154/086.html |url=http://www.hungarianquarterly.com/no154/086.html |dataarchivio=27 novembre 2004 |data=Summer 1999 |accesso=9 ottobre 2006|cid=harv}}</ref> Il leader ungherese [[Imre Nagy]] venne giustiziato, insieme ad altri ribelli, in seguito a processi segreti.<ref name="BBCJune16">[http://news.bbc.co.uk/onthisday/hi/dates/stories/june/16/ "On This Day June 16, 1989: Hungary reburies fallen hero Imre Nagy"] British Broadcasting Corporation (BBC) reports on Nagy reburial with full honors. Retrieved 13 October 2006.</ref> Dal 1957 al 1961, Krusciov, apertamente e ripetutamente, minacciò l'occidente con l'annientamento nucleare. Egli, infatti, sosteneva che le capacità missilistiche sovietiche fossero di gran lunga superiori a quelle statunitensi ed in grado di spazzare via qualsiasi città americana o europea. Tuttavia, Krusciov respinse la convinzione di Stalin riguardo all'inevitabilità della guerra e dichiarò che il suo nuovo obiettivo fosse quello di stabilire una "pacifica convivenza".<ref>{{cita|Gaddis, 2005|p. 70}}</ref> Questa formulazione modificò la posizione sovietica dell'era di Stalin, dove il [[Prospettiva del conflitto|conflitto di classe]] internazionale significava che i due fronti opposti si trovassero in una inevitabile rotta di collisione in cui il comunismo avrebbe trionfato in seguito ad una guerra globale; la visione di desso invece prevedeva che la pace avrebbe permesso al capitalismo di crollare da solo,<ref>{{cita|Perlmutter|1997|p. 145}}</ref> oltre che a dare ai sovietici il tempo di potenziare le proprie capacità militari.<ref>{{cita|Njolstad, 2004|p. 136}}</ref> Tale teoria rimase valida per decenni, fino a quando il "nuovo pensiero" di [[Michail Gorbačëv]] immaginò una coesistenza pacifica come fine a se stessa piuttosto che una forma di lotta di classe.<ref name="Cseresneyes"/>
 
[[File:Szétlőtt_harckocsi_a_Móricz_Zsigmond_körtéren.jpg|left|thumb|Un [[carro armato]] sovietico distrutto a Budapest durante la [[rivoluzione ungherese del 1956]].]]
 
Gli eventi accaduti in Ungheria portarono ad una frattura ideologica all'interno dei partiti comunisti di tutto il mondo, in particolare nell'Europa occidentale, suscitando un forte calo dell'adesione, dato che molti paesi occidentali e comunisti si sentirono disillusi riguardo alla brutale risposta sovietica.<ref name=Lendvai196>{{Cita libro|cognome=Lendvai|nome=Paul|wkautore=Paul Lendvai|titolo=One Day that Shook the Communist World: The 1956 Hungarian Uprising and Its Legacy|editore=Princeton University Press|anno=2008|p=196|isbn=0-691-13282-8}}</ref> I partiti comunisti in occidente non si ripresero mai da ciò, alcuni di loro riconobbero subito questa spaccatura, come il politico jugoslavo [[Milovan Đilas]] che poco dopo lo schiacciamento della rivoluzione disse che "la ferita che la rivoluzione ungherese ha inflitto al comunismo non potrà mai essere completamente guarita".<ref name=Lendvai196/>
 
Sul fronte statunitense, le dichiarazioni si concentravano sulla forza americana all'estero e sul successo del capitalismo liberale.<ref>Joshel, p. 128</ref> Tuttavia, verso la fine degli anni 1960, la "battaglia per le menti degli uomini" tra i due sistemi di organizzazione sociale di cui Kennedy parlò nel 1961 era in gran parte superata, con le tensioni che ormai si concentravano principalmente su obiettivi geopolitici contrastanti piuttosto che sulle diverse ideologie.<ref>Rycroft, p. 7</ref>
 
===Ultimatum di Berlino e integrazione europea===
{{Vedi anche|Integrazione europea|Crisi di Berlino del 1961}}
 
Nel novembre del 1958, Krusciov compì un infruttuoso tentativo di trasformare tutta Berlino in una "città libera" indipendente e demilitarizzata, dando agli Stati Uniti, alla Gran Bretagna e alla Francia un ultimatum di sei mesi affinché ritirassero le loro truppe dai settori che occupavano ancora a Berlino Ovest, o avrebbe trasferito il controllo dei diritti di accesso occidentali ai tedeschi dell'est. Krusciov in precedenza spiegò a Mao Zedong che "Berlino è il testicolo dell'Occidente, ogni volta che voglio far urlare l'Occidente, stringo Berlino".<ref>{{cita|Gaddis, 2005|p. 71}}</ref> La NATO rigettò formalmente l'ultimatum a metà dicembre e Krusciov lo ritirò in cambio di una conferenza a [[Ginevra]] sulla questione tedesca.<ref>Glees, pp. 126–27</ref>
 
Più in generale, un segno distintivo degli anni 1950 fu l'inizio dell'[[integrazione europea]], un processo strettamente correlato alla Guerra Fredda che Truman ed Eisenhower promossero sia politicamente, sia economicamente e militarmente, ma che le amministrazioni successive considerarono ambivalente, temendo che si sarebbe venuta a forgiare un'Europa indipendente che avrebbe potuto comportare una disunità nel blocco occidentale.<ref>Cameron, p. 156</ref>
 
===Concorrenza nel terzo mondo===
{{Vedi anche|Operazione Ajax|Colpo di Stato in Guatemala del 1954|Crisi del Congo}}
{{...}}
 
===Scissione cino-sovietica===
{{Vedi anche|Crisi sino-sovietica}}
[[File:Sino-Soviet split 1980.svg|thumb|upright=1.4|La mappa mostra le relazioni tra gli stati comunisti dopo la [[crisi sino-sovietica]] :
{{legenda|#dd0000|Unione sovietica e stati comunisti alleati}}
{{legenda|#FCC200|Cina e paesi comunisti alleati}}
{{legenda|#000000|Stati comunisti neutrali ([[Corea del Nord]] e [[Repubblica Socialista Federale di Jugoslavia|Yugoslavia]])}}
{{legenda|#e0e0e0|Stati non comunisti}}]]
 
Il periodo successivo al 1956 fu segnato da avvenimenti negativi per l'Unione Sovietica, in particolare la rottura dell'alleanza con la [[Cina]], dando inizio alla [[crisi sino-sovietica]]. [[Mao Zedong]] aveva difeso Stalin quando Krusciov lo aveva attaccato dopo la sua morte nel 1956, e trattò il nuovo Primo Segretario del [[PCUS]] come un carrierista superficiale, accusandolo di aver perso il suo spirito rivoluzionario.<ref name="Gaddis142" /> Da parte sua, Krusciov, turbato dall'atteggiamento di Mao nei confronti della guerra nucleare, si riferiva al leader cinese come un "pazzo su di un trono".<ref>{{Cita libro|cognome=Kempe|nome=Frederick|wkautore=Frederick Kempe |titolo=Berlin 1961|anno=2011|editore=Penguin Group (USA)|isbn=0-399-15729-8|p=42}}</ref>
 
Tuttavia, Krusciov compì diversi disperati tentativi per ricostituire l'alleanza con i cinesi, ma Mao non la considerò mai una priorità e di conseguenza negò ogni proposta.<ref name="Gaddis142">{{cita|Gaddis, 2005|p. 142}}</ref> Lo scontro tra la Cina e l'Unione Sovietica si diffuse in una guerra di propaganda intra-comunista.<ref>Lüthi, pp. 273–276</ref> Più avanti, i sovietici si concentrarono su un'aspra rivalità con la Cina di Mao per la leadership del movimento comunista globale.<ref>{{cita|Gaddis, 2005|pp. 140–142}}</ref>
 
===Corsa allo spazio===
{{Vedi anche|Corsa allo spazio}}
[[File:Buzz_salutes_the_U.S._Flag.jpg|thumb|left|L'[[astronauta]] [[Buzz Aldrin]] sulla [[Luna]] nel 1969 con la missione [[Apollo 11]].]]
 
Sul fronte degli armamenti nucleari, gli Stati Uniti e l'Unione Sovietica perseguirono il riarmo nucleare e svilupparono armi a lungo raggio con cui poter colpire il territorio avversario.<ref name = "Byrd" /> Nell'agosto del 1957, i sovietici lanciarono con successo il primo [[missile balistico intercontinentale]] (ICBM) al mondo<ref>Lackey, p. 49</ref> e in ottobre lanciarono il primo [[satellite artificiale]], lo [[Sputnik 1]].<ref>{{Cita news|url=http://news.bbc.co.uk/onthisday/hi/dates/stories/october/4/newsid_2685000/2685115.stm|titolo=Sputnik satellite blasts into space|editore=BBC News|data=4 ottobre 1957|accesso=11 giugno 2008}}</ref> Il lancio dello Sputnik inaugurò la [[corsa allo spazio]] che ebbe il suo culmine con gli sbarchi sulla [[Luna]] nel corso del [[programma Apollo]]. In seguito, l'astronauta [[Frank Borman]], parlò di questa corsa come "solo una battaglia nella Guerra Fredda".<ref>{{Cita web|titolo=To Boldly Go|autore=Klesius, Michael|opera=Air & Space|url=http://www.airspacemag.com/space-exploration/To-Boldly-Go.html|accesso=7 gennaio 2009|data=19 dicembre 2008}}</ref>
 
===Rivoluzione cubana e l'invasione della Baia dei Porci===
{{Vedi anche|Rivoluzione cubana|Invasione della Baia dei porci}}
[[File:CheyFidel.jpg|thumb|upright|[[Che Guevara]] (a sinistra) e [[Fidel Castro]] (a destra) nel 1961.]]
 
Sull'isola di [[Cuba]], il "[[Movimento del 26 luglio]]" conquistò il potere nel gennaio 1959, facendo cadere il presidente [[Fulgencio Batista]], il cui impopolare regime non aveva ricevuto aiuti dall'amministrazione Eisenhower.<ref>{{Cita libro|cognome=Blumberg |nome=Arnold |titolo=Great Leaders, Great Tyrants?: Contemporary Views of World Rulers Who Made History |editore=Greenwood Press |anno=1995 |città=Westport, Connecticut |url=https://books.google.com/books?id=nofUu5tvJ18C |isbn=978-0-313-28751-0 |pp=23–24}}</ref>
 
Dopo l'esautorazione di Batista le relazioni diplomatiche tra Cuba e gli Stati Uniti continuarono per qualche tempo ma il presidente Eisenhower lasciò deliberatamente la capitale statunitense per evitare di incontrare il giovane leader rivoluzionario cubano [[Fidel Castro]] durante il viaggio di quest'ultimo a [[Washington]] avvenuto in aprile, lasciando il vice presidente [[Richard Nixon]] a condurre l'incontro al suo posto.<ref>{{Cita libro|cognome=Lechuga Hevia |nome=Carlos |titolo=Cuba and the Missile Crisis |editore=Ocean Press |anno=2001 |città=Melbourne, Australia |p=142 |url=https://books.google.com/books?id=aKLrYxcDg2wC |isbn=978-1-876175-34-4}}</ref> Cuba iniziò a negoziare acquisti di armi dal blocco orientale nel marzo 1960.<ref>{{cita|Dominguez|1989|p. 22}}</ref>
 
Nel gennaio del 1961, appena prima di lasciare la presidenza, Eisenhower interruppe formalmente le relazioni con il governo cubano. Nell'aprile seguente, l'amministrazione del neoeletto presidente americano [[John Kennedy]] organizzò una [[invasione della Baia dei porci|fallita invasione dell'isola]] cubana organizzata dalla [[CIA]]. Un fallimento che umiliò pubblicamente gli Stati Uniti.<ref name="Smith 1998, 95">{{Cita libro|cognome=Smith |nome=Joseph |titolo=The Cold War 1945–1991 |editore=Blackwell |anno=1998 |città=Oxford |p=95 |url=https://books.google.com/books?id=FnnF9NKMJdkC |isbn=978-0-631-19138-4}}</ref> Castro rispose abbracciando pubblicamente il [[marxismo-leninismo]] e l'Unione Sovietica si impegnò a fornire un ulteriore sostegno.<ref name="Smith 1998, 95"/>
 
===Crisi di Berlino del 1961===
{{Vedi anche|Crisi di Berlino del 1961|Muro di Berlino}}
 
[[File:US Army tanks face off against Soviet tanks, Berlin 1961.jpg|left|thumb|[[carro armato|Carri armati]] sovietici e statunitensi si fronteggiano al ''[[Checkpoint Charlie]]'', durante la [[crisi di Berlino del 1961]].]]
 
La [[crisi di Berlino del 1961]] fu l'ultimo grave incidente accaduto durante la guerra fredda riguardante la situazione di Berlino e della Germania dopo la seconda guerra mondiale. Agli inizi degli anni 1950, l'approccio sovietico alla limitazione del movimento di emigrazione fu emulato dalla maggior parte del resto del blocco orientale.<ref name="dowty114">{{cita|Dowty, 1989|p. 114}}.</ref> Tuttavia, centinaia di migliaia di tedeschi dell'est emigrarono annualmente nella [[Germania Ovest]] attraverso una "scappatoia" nel sistema che esisteva tra Berlino Est e Ovest, dove le quattro potenze occupanti regolavano il movimento.<ref name="harrison99">{{cita|Harrison, 2003|p. 99}}.</ref>
 
L'emigrazione provocò una massiccia "fuga di cervelli" dalla Germania dell'Est alla Germania Ovest relativa a giovani professionisti istruiti, così che quasi il 20% della popolazione della Germania orientale risultava emigrata nella parte occidentale nel 1961.<ref name="dowty122">{{cita|Dowty, 1989|p. 122}}.</ref> A giugno, l'Unione Sovietica emise un nuovo ''[[ultimatum]]'' che chiedeva il ritiro delle [[Alleati della seconda guerra mondiale|forze alleate]] da Berlino Ovest.<ref>{{cita|Gaddis, 2005|p. 114}}.</ref> La richiesta venne respinta e, il 13 agosto, la Germania dell'Est fece erigere una barriera di filo spinato che successivamente venne estesa con l'edificazione del [[Muro di Berlino]], chiudendo efficacemente la via di fuga.<ref name="pearson75">{{cita|Pearson, 1998|p. 75}}.</ref>
 
===La crisi dei missili cubani e la cacciata di Krusciov===
{{Vedi anche|Operazione Mongoose|Crisi dei missili di Cuba}}
[[File:Cuban missiles.jpg|thumb|Fotografia aerea di un sito missilistico sovietico a Cuba, scattata da un [[aereo spia]] statunitense, il 1º novembre 1962.]]
 
Anche dopo il fallimento dell'invasione della baia dei Porci, Kennedy e la sua amministrazione continuarono a cercare modi per rovesciare il governo cubano ed estromettere Castro. Significative speranze furono riposte in un programma segreto chiamato ''[[Operazione Mongoose]]'', ideato sotto l'amministrazione Kennedy nel 1961.
 
Nel febbraio 1962, Krusciov venne a conoscenza dei piani statunitensi relativi a Cuba: un "progetto cubano", approvato dalla [[CIA]] e che prevedeva il rovesciamento del governo cubano in ottobre, forse con il coinvolgimento dell'esercito americano, e ancora un'altra operazione ordinata da Kennedy per assassinare Castro.<ref name="Zubok 1994, 158-159">Zubok, Vladislav M. (1994). "Unwrapping the Enigma: What Was Behind the Soviet Challenge in the 1960s?". In Diane B. Kunz (Ed.), ''[https://books.google.com/books?id=SiVTA31wrzEC The Diplomacy of the Crucial Decade: American Foreign Relations During the 1960s]''. New York: Columbia University Press. p.&nbsp;158–159. {{ISBN|978-0-231-08177-1}}.</ref> Come risposta vennero intrapresi i preparativi per installare dei [[missile nucleare|missili nucleari]] sovietici nell'isola di Cuba.<ref name="Zubok 1994, 158-159"/>
 
Allarmato, Kennedy prese in considerazione varie possibilità e alla fine rispose all'[[crisi dei missili di Cuba|installazione di missili nucleari a Cuba]] con un [[blocco navale]] e presentò un ''ultimatum'' ai sovietici. Krusciov decise di ritirarsi dalla possibilità di uno scontro e fece rimuovere i missili dispiegati in cambio dell'impegno statunitense a non invadere nuovamente l'isola caraibica.<ref>{{Cita libro|cognome=Jones |nome=Howard |titolo=Crucible of Power: A History of American Foreign Relations from 1945 |editore=Rowman & Littlefield |anno=2009 |città=Lanham |p=122 |url=https://books.google.com/books?id=WwEu5Yv9KiUC |isbn=978-0-7425-6454-1}}</ref> Successivamente Castro ammise che "avrei accettato l'uso delle armi nucleari ... abbiamo dato per scontato che sarebbe comunque diventata una guerra nucleare e che stavamo per scomparire."<ref>James G. Blight (2002), ''Cuba on the Brink: Castro, the Missile Crisis, and the Soviet Collapse'', Rowman & Littlefield,, p. 252.</ref>
 
La [[crisi dei missili di Cuba]] (ottobre-novembre 1962) portò il mondo più vicino alla guerra nucleare che mai.<ref>{{cita|Gaddis, 2005|p. 82}}</ref> Le conseguenze della crisi rallentarono la corsa agli armamenti nucleari favorendo, all'opposto, ad un disarmo nucleare e al miglioramento delle relazioni tra le due superpotenze,<ref name="Palmowski" /> sebbene il primo accordo sul controllo degli armamenti della Guerra Fredda, il [[Trattato Antartico]], fosse entrato in vigore già nel 1961.<ref>National Research Council Committee on Antarctic Policy and Science, p. 33</ref>
 
Nel 1964, Krusciov venne destituito dalla sua carica al [[Cremlino]].<ref name="Gaddis119" /> Accusato di sgarbatezza e incompetenza; fu anche accusato di aver rovinato l'agricoltura sovietica e di aver portato il mondo sull'orlo della guerra nucleare.<ref name="Gaddis119" /> Krusciov era diventato un imbarazzo internazionale quando autorizzò la costruzione del Muro di Berlino, un'umiliazione pubblica per il marxismo-leninismo.<ref name="Gaddis119">{{cita|Gaddis, 2005|pp. 119–120}}</ref>
 
==Confronto attraverso la distensione (1962-1979)==
{{Vedi anche|Guerra fredda (1953-1962)}}
[[File:1973 NATO and WP troop strengths in Europe.svg|thumb|Consistenza delle truppe NATO e del Patto di Varsavia in Europa nel 1973.]]
[[File:F-4B VF-151 CV-41 TU-95.jpg|left|thumb|Un [[McDonnell Douglas F-4 Phantom II|F-4 Phantom II]] della [[Marina degli Stati Uniti]] intercetta un aereo sovietico [[Tupolev Tu-95]] nei primi anni '70.]]
 
Nel corso degli anni [[1960]] e [[1970]], i partecipanti alla guerra fredda dovettero faticare per adattarsi a un nuovo e più complicato modello di relazioni internazionali in cui il mondo non era più diviso in due blocchi chiaramente opposti.<ref name = "Karabell" /> Infatti, l'Europa occidentale e il [[Giappone]] si ripresero rapidamente dalla distruzioni della seconda guerra mondiale arrivando ad una crescita economica caratterizzata da un [[PIL pro capite]] che si avvicinava a quello degli Stati Uniti, mentre le economie del blocco orientale ristagnavano.<ref name="Karabell" /><ref name="hardt16">{{cita|Hardt|Kaufman|1995|p. 16}}</ref>
 
A seguito della [[crisi petrolifera del 1973]], insieme con la crescente influenza delle organizzazioni del Terzo mondo come l'[[Organizzazione dei Paesi esportatori di petrolio|OPEC]] e il [[Movimento dei paesi non allineati]], i paesi meno potenti avevano più spazio per affermare la loro indipendenza e spesso si mostravano resistenti alla pressione delle due superpotenze.<ref name="Gaddis 2005, p. 212"/> Nel frattempo, Mosca dovette rivolgere la sua attenzione verso gli affari interni per affrontare i profondi problemi economici che attanagliavano l'Unione Sovietica.<ref name = "Karabell" /> Durante questo periodo, i leader sovietici, come [[Leonid Brezhnev]] e [[Alexei Kosygin]] abbracciarono la nozione di [[Distensione (politica)|distensione]].<ref name = "Karabell" />
 
===Ritiro francese dalla NATO===
 
L'unità della NATO è stata rotta all'inizio della sua storia, con una crisi che si è verificata durante la presidenza francese di [[Charles de Gaulle]] (dal 1958 in poi). De Gaulle protestò per ruolo predominante degli Stati Uniti nell'organizzazione e per ciò che percepiva come una relazione speciale tra Stati Uniti e Regno Unito. In un ''memorandum'', datato 17 settembre 1958, inviato al presidente Dwight D. Eisenhower e al primo ministro [[Harold Macmillan]], sostenne la creazione di una direzione a tre che avrebbe messo la Francia su un piano di parità con gli altri due stati anglofoni. Inoltre, così auspicava, di espandere la copertura della NATO alle aree geografiche di interesse per la Francia, in particolare l'[[Algeria francese]], dove la Francia stava combattendo contro un'insurrezione e aveva chiesto l'assistenza della NATO.<ref name=deGuaulle>{{Cita libro|cognome=Menon |nome=Anand |wkautore= Anand Menon |titolo=France, NATO, and the limits of independence, 1981–97: the politics of ambivalence |editore=Palgrave Macmillan|anno=2000 |p=11 |cid=|isbn=0-312-22931-3}}</ref>
 
Considerando insufficiente la risposta ricevuta, de Gaulle dette inizio allo sviluppo di un [[Force de frappe|deterrente nucleare francese indipendente]] e nel 1966 ritirò il paese dalle strutture militari della NATO ed espulse le truppe NATO dal suolo francese.<ref>Crawley p.431</ref>
 
===Invasione della Cecoslovacchia===
{{Vedi anche|Primavera di Praga}}
[[File:10 Soviet Invasion of Czechoslovakia - Flickr - The Central Intelligence Agency.jpg|thumb|L'invasione della Cecoslovacchia del 1968 fu una delle più grandi operazioni militari avvenute sul suolo europeo dalla seconda guerra mondiale]]
 
Nel 1968, in [[Cecoslovacchia]] si assistette ad un periodo di liberalizzazione politica, noto come [[Primavera di Praga]], che includeva un "programma d'azione" di liberalizzazioni che descriveva l'aumento della [[libertà di stampa]], della [[libertà di parola]] e della [[libertà di movimento]], insieme a un'enfasi economica sui beni di consumo, la possibilità di avere un governo pluripartitico, una limitazione al potere della polizia segreta<ref>Ello (ed.), Paul (April 1968). Control Committee of the Communist Party of Czechoslovakia, "Action Plan of the Communist Party of Czechoslovakia (Prague, April 1968)" in ''Dubcek's Blueprint for Freedom: His original documents leading to the invasion of Czechoslovakia.'' William Kimber & Co. 1968, pp 32, 54</ref><ref>{{Cita web|cognome=Von Geldern |nome=James |cognome2=Siegelbaum |nome2=Lewis|editore=Soviethistory.org|titolo=The Soviet-led Intervention in Czechoslovakia|url=http://soviethistory.org/index.php?action=L2&SubjectID=1968czechoslovakia&Year=1968|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20090817200255/http://soviethistory.org/index.php?action=L2&SubjectID=1968czechoslovakia&Year=1968|dataarchivio=17 agosto 2009|accesso=7 marzo 2008 }}</ref> e un potenziale ritiro dal Patto di Varsavia.<ref name="Gaddis 2005, p. 150">{{cita|Gaddis, 2005|p. 150}}</ref>
 
[[File:Leonid Brezhnev and Richard Nixon talks in 1973.png|left|thumb|[[Leonid Brezhnev]] e [[Richard Nixon]] a Washington nel 1973; l'incontro fu un evento di spicco nella distensione tra Unione Sovietica e Stati Uniti.]]
 
In risposta alla Primavera di Praga, il 20 agosto 1968, l'esercito sovietico, insieme alla maggior parte dei loro alleati del Patto di Varsavia, [[invasione della Cecoslvacchia|invase la Cecoslovacchia]].<ref>{{Cita news|url=http://news.bbc.co.uk/onthisday/hi/dates/stories/august/21/newsid_2781000/2781867.stm|titolo=Russia brings winter to Prague Spring|editore=BBC News|data=21 agosto 1968|accesso=10 giugno 2008}}</ref> A tale evento seguì un'ondata di [[emigrazione]] che coinvolse alla fine circa 300.000 cechi e slovacchi che dovettero abbandonare il paese.<ref>{{Cita web|cognome=Čulík|nome=Jan|wkautore=Jan Čulík |titolo=Den, kdy tanky zlikvidovaly české sny Pražského jara|url=http://www.britskelisty.cz/9808/19980821h.html|editore=Britské Listy|accesso=23 gennaio 2008}}</ref> L'invasione scatenò intense proteste da parte della [[Jugoslavia]], della [[Romania]], della [[Cina]] e dei partiti comunisti dell'Europa occidentale.<ref name="Gaddis 2005, p. 154">{{cita|Gaddis, 2005|p. 154}}</ref>
 
===Dottrina Brežnev===
{{Vedi anche|Dottrina Brežnev}}
 
Nel settembre 1968, durante un discorso al quinto congresso del [[Partito Operaio Unificato Polacco]], un mese dopo l'invasione della Cecoslovacchia, Brežnev anticipò la cosiddetta [[dottrina Brežnev]], nella quale rivendicava il diritto di violare la sovranità di qualsiasi paese che tentasse di sostituire il marxismo-Leninismo con il capitalismo. Durante il discorso, Brežnev dichiarò:<ref name="Gaddis 2005, p. 150"/>
 
{{citazione|Quando le forze ostili al socialismo cercano di trasformare lo sviluppo di qualche paese socialista verso il capitalismo, diventa non solo un problema del paese interessato, ma un problema e una preoccupazione comuni a tutti i paesi socialisti.}}
 
La dottrina trovò le sue origini nei fallimenti del marxismo-leninismo in stati come la [[Polonia]], l'[[Ungheria]] e la [[Germania dell'Est]], che stavano affrontando un declino del tenore di vita in contrasto con la prosperità della Germania occidentale e del resto dell'Europa occidentale.<ref>{{cita|Gaddis, 2005|p. 153}}.</ref>
 
===Escalation nel terzo mondo===
{{...}}
 
===Il riavvicinamento sino-americano===
{{Vedi anche|Visita di Nixon in Cina del 1972}}
[[File:President Nixon meets with China's Communist Party Leader, Mao Tse- Tung, 02-29-1972 - NARA - 194759.tif|thumb|[[Mao Zedong]] e [[Richard Nixon]], durante la visita di quest'ultimo in Cina.]]
 
Come conseguenza della [[crisi sino-sovietica]], nel 1969 le tensioni lungo il confine tra Cina e Russia raggiunsero il loro apice e il presidente degli Stati Uniti [[Richard Nixon]] decise di usare questo conflitto per spostare gli equilibri di potere verso l'Occidente.<ref>[[Robert Dallek|Dallek, Robert]] (2007), p. 144.</ref> I cinesi avevano cercato di migliorare i rapporti con gli statunitensi al fine di ottenere vantaggi anche sui sovietici.
 
Nel febbraio del 1972, Nixon annunciò uno straordinario riavvicinamento con la Cina<ref>{{cita|Gaddis, 2005|pp. 149–152}}.</ref> viaggiando a [[Pechino]] e incontrandosi con [[Mao Zedong]] e [[Zhou Enlai]]. Nello stesso tempo, l'Unione Sovietica aveva raggiunto una netta parità nucleare con gli Stati Uniti; nel frattempo, la guerra del Vietnam indeboliva l'influenza dell'America nel Terzo mondo e raffreddava le relazioni con l'Europa occidentale.<ref>Buchanan, pp. 168–169</ref> Anche se il conflitto indiretto tra i poteri della Guerra Fredda continuò tra la fine degli anni 1960 e l'inizio degli anni 1970, le tensioni cominciarono ad attenuarsi.<ref name="Palmowski" />
 
===Nixon, Brezhnev e distensione===
{{Vedi anche|Accordi SALT|Accordi di Helsinki|Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa}}
 
[[File:Carter_Brezhnev_sign_SALT_II.jpg|left|thumb|[[Leonid Breznev]] e [[Jimmy Carter]] firmano il trattato [[SALT II]], il 18 giugno 1979, a [[Vienna]].]]
 
Dopo la sua visita in Cina, Nixon incontrò i leader sovietici, tra cui Breznev a Mosca.<ref name="bbc-nb">{{Cita news|url=http://news.bbc.co.uk/onthisday/hi/dates/stories/may/22/newsid_4373000/4373149.stm|titolo=President Nixon arrives in Moscow|editore=BBC News|data=22 maggio 1972|accesso=10 giugno 2008}}</ref> Questi colloqui furono incentrati sulla limitazione delle armi strategiche e portarono a due importanti trattati sul controllo degli armamenti: [[SALT I]], il primo patto di limitazione globale firmato dalle due superpotenze, e il [[Trattato anti missili balistici]] che vietava lo sviluppo di sistemi progettati per intercettare i missili in arrivo. Questi miravano a limitare lo sviluppo di costosi missili anti-balistici e missili nucleari.<ref name="Karabell" />
 
Nixon e Breznev proclamarono una nuova era di "coesistenza pacifica" e stabilirono la nuova e rivoluzionaria politica di distensione (o cooperazione) tra le due superpotenze. Nel frattempo, Breznev tentò di migliorare l'economia sovietica, che si trovava in una situazione di declino, in parte a causa delle pesanti spese militari. Tra il 1972 e il 1974, le due parti concordarono anche di rafforzare i loro legami economici.<ref name="Lafeber 1993" /> Come risultato dei loro incontri, la distensione avrebbe sostituito l'ostilità della guerra fredda e i due paesi avrebbero vissuto reciprocamente in pace.<ref>Robert S. Litwak, ''Détente and the Nixon doctrine: American foreign policy and the pursuit of stability, 1969–1976'' (Cambridge UP, 1986).</ref>
 
Nel frattempo, questi sviluppi coincisero con l'"''[[Ostpolitik]]''" del cancelliere della Germania dell'Ovest [[Willy Brandt]].<ref name="Gaddis 2005, p. 154"/> Altri accordi vennero conclusi per stabilizzare la situazione in Europa, culminando negli [[accordi di Helsinki]] firmati alla [[Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa]] del 1975.<ref>{{cita|Gaddis, 2005|p. 188}}</ref>
 
===Deterioramento delle relazione alla fine degli anni '70===
 
Negli anni [[1970]], il [[KGB]], guidato da [[Yuri Andropov]], continuò a perseguitare illustre personalità sovietiche come [[Aleksandr Solzhenitsyn]] e [[Andrei Sakharov]], che criticavano duramente la leadership sovietica.<ref>{{cita|Gaddis, 2005|p. 186}}</ref> Il conflitto indiretto tra le superpotenze continuò in nel clima di distensione nel Terzo mondo, in particolare durante le crisi politiche in Medio Oriente, [[Cile]], [[Etiopia]] e [[Angola]].<ref>{{cita|Gaddis, 2005|p. 178}}</ref>
 
Sebbene il presidente [[Jimmy Carter]] avesse tentato di istituire un ulteriore limite alla corsa agli armamenti, grazie all'accordo [[SALT II]] del 1979,<ref>{{Cita news|url=http://news.bbc.co.uk/onthisday/hi/dates/stories/june/18/newsid_4508000/4508409.stm|titolo=Leaders agree arms reduction treaty|editore=BBC News|data=18 giugno 2008|accesso=10 giugno 2008}}</ref> i suoi sforzi vennero indeboliti da alcuni eventi accaduti quell'anno, tra cui la [[rivoluzione iraniana]] e la [[rivoluzione del Nicaragua]], che avevano spodestato i rispettivi regimi, e la sua rappresaglia contro l'[[Guerra in Afghanistan (1979-1989)|intervento sovietico in Afghanistan]] iniziato a dicembre.<ref name="Lafeber 1993" />
 
=="Seconda Guerra Fredda" (1979-85)==
 
Con il termine "seconda guerra fredda" ci si riferisce all'intenso periodo che va dalla fine degli anni 1970 e gli inizi degli anni 1980 caratterizzato da un risveglio delle tensioni e dei conflitti tra le maggiori potenze, con entrambe le parti che divennero sempre più militariste.<ref name=autogenerated2>{{cita|Halliday, 2001|p. 2e}}</ref> Lo storico John Patrick Diggins disse: "[[Ronald Reagan|Reagan]] fece di tutto per combattere la seconda guerra fredda, sostenendo le contro-insurrezioni nel terzo mondo".<ref>{{Cita libro|autore=John P. Diggins|wkautore=John Patrick Diggins|titolo=Ronald Reagan: Fate, Freedom, And the Making of History|url=https://books.google.com/books?id=N-bQtjYcy0AC&pg=PA267|anno=2007|editore=W. W. Norton |p=267|isbn=978-0-393-06022-5}}</ref> Il suo collega [[Michael Cox (professore)|Michael Cox]] ha invece osservata che: "L'intensità di questa seconda guerra fredda è stata grande quanto fu breve la sua durata breve."<ref>{{Cita libro|autore=Michael Cox|wkautore=Michael Cox (academic)|titolo=Beyond the Cold War: Superpowers at the Crossroads|url=https://books.google.com/books?id=cUsOYWpQZbAC&pg=PR18|anno=1990|editore=University Press of America|p=18|isbn=978-0-8191-7865-7}}</ref>
 
=== Guerra sovietica in Afghanistan ===
{{Vedi anche|Guerra civile in Afghanistan|Guerra in Afghanistan (1979-1989)}}
 
[[File:Reagan sitting with people from the Afghanistan-Pakistan region in February 1983.jpg|thumb|Il presidente Reagan rende pubblico il suo sostegno incontrando i leader dei ''[[mujaheddin]]'' afgani alla Casa Bianca nel 1983.]]
 
Nell'aprile 1978, il [[Partito Democratico Popolare dell'Afghanistan]] (PDPA) prese il potere in [[Afghanistan]] durante la [[Rivoluzione di Saur]]. In pochi mesi, gli oppositori del governo comunista lanciarono una rivolta nell'Afghanistan orientale che si espanse rapidamente in una [[Guerra civile in Afghanistan|guerra civile]] condotta dai guerriglieri ''[[mujaheddin]]'' contro le forze governative su scala nazionale.<ref name="hussain"/> Gli insorti avevano ricevuto l'addestramento militare e armi nel vicino [[Pakistan]] e in Cina,<ref>{{cita|Starr, 2004|pp. 157–158}}</ref><ref name=Warren>{{cita|Warren|1992}}</ref> mentre l'Unione Sovietica inviò migliaia di consiglieri militari per sostenere il governo PDPA.<ref name="hussain">{{cita|Hussain, 2005|pp. 108–109}}</ref> Nel frattempo, il crescente attrito tra le fazioni concorrenti del PDPA, il dominante ''[[Khalq]]'' e il più moderato ''[[Parcham]]'', portarono al licenziamento dei membri del gabinetto di Parchami e all'arresto degli ufficiali militari con il pretesto di un colpo di stato da lui organizzato. Verso la metà del 1979, gli Stati Uniti avviarono un programma segreto per assistere i ''mujaheddin''.<ref>{{cita|Meher, 2004|pp. 68–69, 94}}</ref>
 
Nel settembre 1979, il presidente [[Nur Mohammad Taraki]] venne assassinato in un colpo di stato avvenuto all'interno del PDPA e orchestrato dal suo collega ''Khalq'', [[Hafizullah Amin]], che assunse così la presidenza. Diffidato dai sovietici, Amin fu assassinato dalle forze speciali sovietiche nel dicembre 1979. Un governo organizzato dai sovietici, guidato da [[Babrak Karmal]] di ''Parcham'' ma inclusivo di entrambe le fazioni, riempì il vuoto governativo. Le truppe sovietiche furono schierate per stabilizzare l'Afghanistan sotto Karmal in quantità più consistenti, sebbene il governo sovietico non si aspettasse che la maggior parte dei combattimenti sarebbero stati effettuati in quel territorio. Di conseguenza, tuttavia, i sovietici furono ora direttamente coinvolti in quella che era stata una guerra interna dell'Afghanistan.<ref>{{cita|Kalinovsky, 2011|pp. 25–28}}</ref>
 
Carter rispose all'intervento sovietico ritirando il trattato SALT II dal [[Senato degli Stati Uniti d'America|Senato]], imponendo [[embargo|embarghi]] sulle spedizioni di grano e sulla tecnologia verso l'Unione Sovietica e chiedendo un aumento significativo delle spese militari. Inoltre, annunciò che gli Stati Uniti avrebbero boicottato le [[Giochi della XXII Olimpiade|Olimpiadi estive del 1980 a Mosca]]. Egli descrisse l'incursione dei sovietici come "la più grave minaccia alla pace dalla seconda guerra mondiale".<ref>{{cita|Gaddis, 2005|p. 211}}</ref>
 
===Reagan e Thatcher===
{{Vedi anche|Dottrina Reagan|Thatcherismo}}
 
[[File:Reagan-Thatcher cabinet talks.jpg|thumb|Il ministero di Thatcher incontra il gabinetto di Reagan alla Casa Bianca, nel 1981.]]
[[File:Cold War Map 1980.svg|thumb|left|La mappa mondiale delle alleanze militari nel 1980]]
 
Nel gennaio del 1977, quattro anni prima di diventare presidente, [[Ronald Reagan]] dichiarò apertamente, in una conversazione con [[Richard Allen]], le sue aspettative base in relazione alla Guerra Fredda con queste parole: "La mia idea della politica americana nei confronti dell'Unione Sovietica è semplice, e alcuni direbbero semplicistica", affermò, "È questa: vinceremo e loro perderanno. Cosa ne pensi?"<ref>{{Cita web|cognome=Allen |nome=Richard V.|wkautore= Richard V. Allen |url=http://www.hoover.org/publications/hoover-digest/article/7398 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20110501052925/http://www.hoover.org/publications/hoover-digest/article/7398 |dataarchivio=1º maggio 2011 |titolo=The Man Who Won the Cold War |editore=Hoover.org |accesso=3 novembre 2011}}</ref> Nel 1980, Ronald Reagan sconfisse [[Jimmy Carter]] nelle [[Elezioni presidenziali negli Stati Uniti d'America del 1980|elezioni presidenziali del 1980]], promettendo di aumentare le spese militari e di affrontare i sovietici ovunque.<ref>{{cita|Gaddis, 2005|p. 189}}</ref> Sia Reagan, sia il nuovo [[primo ministro britannico]] [[Margaret Thatcher]] accusarono l'Unione Sovietica e la sua ideologia; Reagan la etichettò come un "[[impero del male]]" e predisse che il comunismo sarebbe finito nel "mucchio di cenere della storia", mentre Thatcher descrisse i sovietici come "inclini al dominio del mondo".<ref name="Gaddis 2005, p. 197">{{cita|Gaddis, 2005|p. 197}}</ref><ref>https://www.rt.com/op-edge/thatcher-ussr-cold-war-gorbachev-528/</ref>
 
All'inizio del 1985, la posizione anticomunista di Reagan si era sviluppata in una posizione nota come la nuova [[dottrina Reagan]], che, oltre al ''containment'', prevedeva un diritto aggiuntivo di sovvertire i governi comunisti esistenti.<ref name="Graebner, Burns & Siracusa 2008, 76">Graebner, Norman A., Richard Dean Burns & Joseph M. Siracusa (2008). ''[https://books.google.com/books?id=r71u_AgE7iYC Reagan, Bush, Gorbachev: Revisiting the End of the Cold War].'' Westport, Connecticut: Greenwood Press. p. 76. {{ISBN|978-0-313-35241-6}}.</ref> Oltre a continuare la politica di Carter a sostegno degli oppositori islamici dell'Unione Sovietica, la CIA cercò anche di indebolire l'URSS stessa promuovendo l'islamismo nei paesi a maggioranza islamica dell'Asia centrale.<ref name="Singh 1995, 130">Singh, Bilveer (1995). "Jemaah Islamiyah". In Wilson John & Swati Parashar (Eds.) ''[https://books.google.com/books?id=cAE-bxSXayMC Terrorism in Southeast Asia: Implications for South Asia]''. Singapore and Delhi: ORF-Pearson-Longman. p. 130. {{ISBN|978-81-297-0998-1}}.</ref> Inoltre, la CIA incoraggiò l'ISI pakistana anti-comunista ad addestrare i musulmani di tutto il mondo a partecipare alla ''[[jihad]]'' contro l'Unione Sovietica.<ref name="Singh 1995, 130"/>
 
===Movimento polacco di solidarietà e legge marziale===
{{Vedi anche|Solidarność|Legge marziale in Polonia}}
 
[[Papa Giovanni Paolo II]] fornì un'anima morale per l'[[anticomunismo]]; una visita nella sua nativa [[Polonia]] avvenuta nel 1979 stimolò una risurrezione religiosa e nazionalista incentrata sul movimento di ''[[Solidarnosc]]'', che galvanizzò l'opposizione ma che potrebbe aver favorito il suo [[Attentato a Giovanni Paolo II|tentato assassinio]] avvenuto due anni dopo.<ref>Henze, p. 171</ref> Nel dicembre 1981, il polacco Wojciech Jaruzelski reagì alla crisi imponendo un periodo di legge marziale. Reagan impose sanzioni economiche alla Polonia in risposta.<ref name="Gaddis219" /> Mikhail Suslov, il principale ideologo del Cremlino, consigliò ai leader sovietici di non intervenire se la Polonia cadesse sotto il controllo di Solidarnosc, per timore che potesse portare a pesanti sanzioni economiche, rappresentando una catastrofe per l'economia sovietica.<ref name="Gaddis219">{{cita|Gaddis, 2005|pp. 219–222}}</ref>
 
===Questioni militari ed economiche sovietiche e statunitensi===
{{Vedi anche|Strategic Defense Initiative|RSD-10|MGM-31 Pershing}}
[[File:US and USSR nuclear stockpiles.svg|thumb|Scorte di armi nucleari statunitensi e sovietiche e russe tra il 1945-2006.]]
 
Mosca aveva messo in piedi un esercito che richiedeva fino al 25% del [[prodotto nazionale lordo]] dell'Unione Sovietica a scapito dei [[beni di consumo]] e degli investimenti nei settori civili.<ref name="LaFeber 2002, p. 332">{{cita|LaFeber, 2002|p. 332}}</ref> La spesa sovietica per la corsa agli armamenti e per altri impegni relativi alla guerra fredda causò e aggravò molti problemi strutturali profondi nella società<ref>{{Cita libro|cognome1=Towle |nome1=Philip |titolo=The Oxford History of Modern War |p=159}}</ref> comportando almeno un decennio di [[stagnazione|stagnazione economica]] durante gli ultimi anni di Brezhnev.
 
Gli investimenti sovietici nel settore della difesa non vennero guidati dalla necessità militare, ma in gran parte dagli interessi delle massicce burocrazie statali e di partito che dipendevano dal settore per garantire il proprio potere e i propri privilegi.<ref>{{cita|LaFeber, 2002|p. 335}}</ref> Le forze armate sovietiche divennero le più grandi al mondo in termini di numero e tipi di armi che possedevano, per il numero di truppe nelle loro file e per le dimensioni della loro base militare-industriale.<ref name="Odom">{{cita|Odom, 2000|p. 1}}</ref> Tuttavia, i vantaggi quantitativi detenuti dall'esercito sovietico nascondevano spesso aree in cui il blocco orientale era drammaticamente in ritardo rispetto all'Occidente.<ref>{{cita|LaFeber, 2002|p. 340}}</ref> Ad esempio, la [[Guerra del Golfo Persico]] ha dimostrato come l'armatura, i sistemi di controllo antincendio e il raggio di tiro del più importante [[carro armato]] sovietico, il [[T-72]], fossero drasticamente inferiori rispetto all'[[M1 Abrams]] statunitense, eppure l'URSS schierò un numero di T-72 quasi tre volte maggiore rispetto a quanto fecero gli americani con l'M1.<ref>{{Cita news|url=http://articles.chicagotribune.com/1992-02-07/news/9201120109_1_soviet-report-reconnaissance-strike-military-force|titolo=Desert Storm Filled Soviet Military With Awe|opera=tribunedigital-chicagotribune|accesso=15 ottobre 2017|lingua=en}}</ref>
 
[[File:SDIO Delta Star.jpg|thumb|left|upright|Il veicolo di lancio Delta 183 decolla trasportando il sensore sperimentale dello ''[[Strategic Defense Initiative]]''.]]
 
All'inizio degli [[anni 1980]], l'Unione Sovietica aveva costruito un arsenale militare e un esercito che superava quello degli Stati Uniti. Subito dopo l'invasione sovietica dell'Afghanistan, il presidente Carter iniziò a rafforzare massicciamente l'esercito degli statunitense. Questo incremento venne accelerato dall'amministrazione Reagan che portò le spese militari dal 5,3% del PIL nel 1981 al 6,5% nel 1986,<ref>{{Cita libro|curatore-cognome1=Carliner|curatore-nome1=Geoffrey |curatore-cognome2=Alesina |curatore-nome2=Alberto |titolo=Politics and Economics in the Eighties |editore=University of Chicago Press |anno=1991 |p=6 |isbn=0-226-01281-6}}</ref> il più grande potenziamento relativo alla difesa che si sia mai registrato in tempo di pace nella storia degli Stati Uniti.<ref>{{Cita news|opera=The Boston Globe|editore=Boston.com|accesso=28 maggio 2014|data=29 marzo 2006|titolo=Caspar W. Weinberger, 88; Architect of Massive Pentagon Buildup|url=http://www.boston.com/news/globe/obituaries/articles/2006/03/29/caspar_w_weinberger_88_architect_of_massive_pentagon_buildup/|autore=[[Mark Feeney|Feeney, Mark]]}}</ref>
 
Nei primi [[anni 1980]] le tensioni continuarono ad intensificarsi quando Reagan rianimò il programma [[B-1 Lancer]] precedentemente cancellato dall'amministrazione Carter, mise in produzione l'[[LGM-118 Peacekeeper]],<ref>{{Cita web|url=https://fas.org/nuke/guide/usa/icbm/lgm-118.htm|titolo=LGM-118A Peacekeeper|accesso=10 aprile 2007|data=15 agosto 2000|editore=Federation of American Scientists}}</ref> fece installare missili da crociera statunitensi in Europa e annunciò la sperimentazione di una [[Strategic Defense Initiative|iniziativa di difesa strategica]] (''Strategic Defense Initiative''), soprannominata "''Star Wars''" dai media, un programma di difesa per abbattere i missili nemici a metà volo.<ref name="ShieldSpace?">Lakoff, p. 263</ref>
 
Conseguentemente all'accumulo di tensioni tra l'Unione Sovietica e gli Stati Uniti e lo spiegamento di [[missile balistico|missili balistici]] [[RSD-10]] sovietici puntati sull'Europa occidentale, la NATO decise, con l'impulso della presidenza Carter, di schierare ''[[MGM-31 Pershing]]'' e missili da crociera in Europa, in particolare in Germania Ovest.<ref>{{cita|Gaddis, 2005|p. 202}}</ref> Questo spiegamento avrebbe posto i missili in condizione di raggiungere la città di Mosca in soli 10 minuti.<ref>Garthoff, p. 88</ref>
 
Nonostante il rafforzamento militare voluto da Reagan, l'Unione Sovietica non reagì aumentando a sua volta l'esercito,<ref>{{Cita news|url= https://www.theatlantic.com/past/politics/foreign/reagrus.htm|titolo=Reagan and the Russians|data=February 1994|opera=The Atlantic|autore=[[Richard Ned Lebow|Lebow, Richard Ned]] and [[Janice Gross Stein]]|accesso=28 maggio 2010}}</ref> poiché le già enormi spese militari insieme ad un'inefficiente [[economia pianificata]] e all'agricoltura collettivizzata, rappresentavano già un pesante onere per l'economia sovietica.<ref name="Gaidar, Yegor"/> Allo stesso tempo, l'[[Arabia Saudita]] aumentò la produzione di petrolio,<ref>{{Cita web|url=http://www.iet.ru/files/persona/gaidar/un_en.htm|titolo=Public Expectations and Trust towards the Government: Post-Revolution Stabilization and its Discontents|accesso=15 marzo 2008|autore=Gaidar, Yegor|wkautore=Yegor Gaidar |editore=The Institute for the Economy in Transition}}</ref> così come fecero anche le altre nazioni non OPEC.<ref name="EIA">"[http://www.eia.doe.gov/emeu/international/contents.html Official Energy Statistics of the US Government]", EIA&nbsp;— International Energy Data and Analysis. Retrieved on 4 July 2008.</ref> Ciò comportò ad una saturazione di petrolio che colpì l'Unione Sovietica che faceva delle esportazioni di greggio una delle sue più importanti fonti di reddito.<ref name="LaFeber 2002, p. 332"/><ref name="Gaidar, Yegor"/> Tutti questi eventi portarono gradualmente l'economia sovietica ad una fase di [[stagnazione]].<ref name="Gaidar, Yegor">Gaidar 2007 pp. 190–205</ref>
 
[[File:KAL007.svg|thumb|La mappa della rotta del ''[[Volo Korean Air Lines 007]]'' abbattuto dalle forze aeree sovietiche.]]
 
Il 1 ° settembre 1983, l'Unione Sovietica abbatté il ''[[Volo Korean Air Lines 007]]'', un volo civile operato con un [[Boeing 747]] con 269 persone a bordo, incluso il membro del Congresso [[Larry McDonald]]. Questo avvenne quando il velivolo violò lo spazio aereo sovietico, appena oltre la costa occidentale dell'[[isola di Sakhalin]] vicino all'[[Moneron|Isola di Moneron]]. Il presidente Reagan definì l'abbattimento come un "massacro" e procedette ad aumentare lo spiegamento militare, misure che rimasero in vigore fino ai successivi accordi tra lo stesso Reagan e [[Mikhail Gorbaciov]].<ref name="DoernerFive">{{Cita news|url=http://www.time.com/time/magazine/article/0,9171,926169-5,00.html|titolo=Atrocity in the skies|opera=Time|data=12 settembre 1983|accesso=8 giugno 2008 |nome1=Strobe |cognome1=Talbott |nome2=Jerry |cognome2=Hannifin |nome3=Ed |cognome3=Magnuson |nome4=William R. |cognome4=Doerner |nome5=Joseph J. |cognome5=Kane}}</ref> L'esercitazione ''[[Able Archer 83]]'', condotta nel novembre 1983, una simulazione realistica, coordinata dalla NATO, che pevedeva l'ipotesi di una escalation globale che avrebbe portato alla guerra atomica, fu forse il momento più pericoloso della guerra fredda dai tempi della crisi missilistica cubana, poiché alcuni membri del [[Politburo del Comitato centrale del PCUS|Politburo]] temevano che fosse una cortina fumogena che mascherava la preparazione per un autentico [[primo colpo nucleare]].<ref>{{cita|Gaddis, 2005|p. 228}}</ref>
 
La preoccupazione dell'opinione pubblica interna statunitense su possibili interventi in conflitti stranieri persistette dalla fine della [[guerra del Vietnam]].<ref name="LaFeber323">{{cita|LaFeber, 2002|p. 323}}</ref> L'amministrazione Reagan enfatizzò il ricorso a strategie [[Controguerriglia|contro-insurrezionali]] rapide e a basso costo per intervenire in conflitti stranieri.<ref name="LaFeber323"/> Nel 1983, l'amministrazione Reagan intervenne nella pluripartimentale [[Guerra civile in Libano|guerra civile libanese]], [[Operazione Urgent Fury|invase Grenada]], [[Operazione El Dorado Canyon|bombardò la Libia]] e appoggiò i ''[[Contras]]'' centroamericani, paramilitari anticomunisti che cercavano di rovesciare il governo [[Fronte Sandinista di Liberazione Nazionale|sandinista]] allineato ai ''soviet'' in [[Nicaragua]].<ref name="Reagan">{{Cita libro|autore=Reagan, Ronald|curatore=[[Eric Foner|Foner, Eric]] |curatore2=[[John A. Garraty|Garraty, John Arthur]]|titolo=The Reader's companion to American history|url=https://books.google.com/?id=KrWDw-_devcC|accesso=16 giugno 2008|anno=1991|editore=Houghton Mifflin Books|isbn=0-395-51372-3}}</ref> Mentre gli interventi di Reagan contro Grenada e Libia si rivelarono popolari negli Stati Uniti, il suo appoggio ai ribelli ''Contra'' fu oggetto di diverse controversie.<ref name="Gaddis 2005, p. 212"/> Anche l'appoggio dell'amministrazione Reagan al governo militare del Guatemala, durante la [[Guerra civile in Guatemala|durante la guerra civile guatemalteca]], in particolare il regime di [[Efraín Ríos Montt]], è stato criticato.<ref>[https://www.nytimes.com/roomfordebate/2013/05/19/what-guilt-does-the-us-bear-in-guatemala What Guilt Does the U.S. Bear in Guatemala?] ''[[The New York Times]]'', 19 May 2013. Retrieved 23 April 2017.</ref>
 
Nel frattempo, i sovietici avevano sostenuto costi elevati per i propri interventi all'estero. Sebbene nel 1979 Breznev fosse convinto che la guerra sovietica in Afghanistan sarebbe stata breve, i guerriglieri musulmani, aiutati da Stati Uniti, Cina, Gran Bretagna, Arabia Saudita e Pakistan,<ref name=Warren/> intrapresero una fiera resistenza contro l'invasione.<ref name="LaFeber314">{{cita|LaFeber, 2002|p. 314}}</ref> Il Cremlino inviò circa 100.000 soldati per sostenere il suo regime fantoccio, portando molti osservatori esterni a nominare la guerra come "il Vietnam dei soviet".<ref name="LaFeber314" /> Tuttavia, il pantano di Mosca in Afghanistan si rivelò ancora più disastroso per i sovietici di quanto non fosse stato il Vietnam per gli americani, perché il conflitto coincideva con un periodo di decadenza interna e crisi interna del sistema sovietico.
 
Un alto funzionario del [[Dipartimento di Stato degli Stati Uniti]] aveva predetto, fin dal 1980, un risultato del genere sostenendo che l'invasione fosse in parte risultata da una "crisi interna all'interno del sistema sovietico ... Può darsi che la legge termodinamica dell'[[entropia]] abbia ... raggiunto il sistema sovietico, che ora sembra spendere più energia semplicemente mantenendo il suo equilibrio che non migliorando se stesso. Potremmo vedere un periodo di movimento straniero in un momento di decadenza interna".<ref name="Dobrynin">{{cita|Dobrynin, 2001|pp. 438–439}}</ref><ref>{{cita|Maynes, 1980|pp. 1–2}}</ref>
 
==Anni finali (1985-91)==
===Le riforme di Gorbachev===
{{Vedi anche|Mikhail Gorbachev|Perestroika|Glasnost}}
[[File:Reagan and Gorbachev signing.jpg|thumb|left|[[Michail Gorbačëv]] e [[Ronald Reagan]] firmano il [[Trattato INF]] alla [[Casa Bianca]], 8 dicembre 1987]]
 
Quando, nel 1985, [[Mikhail Gorbachev]] divenne [[Segretario Generale del PCUS]],<ref name="Gaddis 2005, p. 197"/> l'economia dell'Unione Sovietica si trovava in una fase stagnante complice anche il forte calo di introiti in valuta estera dovuto al vistoso calo dei prezzi del petrolio che si era avuto negli ultimi anni.<ref name="LaFeber331" /> Questi problemi spinsero Gorbachev a studiare misure adeguate per rivitalizzare la sua nazione.<ref name="LaFeber331">{{cita|LaFeber, 2002|pp. 331–333}}.</ref>
 
Complice un inizio inefficace, il Segretario arrivò alla conclusione che fossero necessari cambiamenti strutturali profondi e, dunque, nel giugno 1987, annunciò un'agenda di riforme economiche che prese il nome di ''[[perestroika]]'', o ristrutturazione .<ref name="Gaddis231">{{cita|Gaddis, 2005|pp. 231–233}}.</ref> La ''perestroika'' attuò il rallentamento del sistema delle quote di produzione, permise la proprietà privata alle imprese e spianò la strada agli investimenti stranieri. Queste misure ebbero lo scopo di reindirizzare le risorse del paese dai costosi impegni militari relativi alla guerra fredda a zone più produttive nel settore civile.<ref name="Gaddis231" />
 
Nonostante lo scetticismo iniziale riscontrabile in Occidente, il nuovo leader sovietico si rivelò intenzionato ad invertire il deterioramento della condizione economica dell'Unione Sovietica piuttosto che continuare con la corsa agli armamenti.<ref name="Palmowski" /><ref name="LaFeber2002">{{cita|LaFeber, 2002|pp. 300–340}}.</ref> In parte anche per contrastare l'opposizione di partito alle sue riforme, Gorbachev introdusse simultaneamente la ''[[glasnost]]'', o apertura, con cui venne aumentata la [[libertà di stampa]] e la trasparenza delle istituzioni statali.<ref>{{cita|Gibbs, 1999|p. 7}}.</ref> Con la ''glasnost'' si intendeva ridurre la corruzione dei vertici del [[Partito comunista]] e moderare l'[[Abuso di potere (diritto)|abuso di potere]] che caratterizzava il [[Comitato centrale]].<ref>{{cita|Gibbs, 1999|p. 33}}.</ref> ''Glasnost'' permise anche un maggiore contatto tra i cittadini sovietici e il mondo occidentale, in particolare con gli Stati Uniti, contribuendo ad una accelerazione nella distensione tra i due paesi.<ref>{{cita|Gibbs, 1999|p. 61}}.</ref>
 
=== Miglioramento nelle relazioni ===
{{Vedi anche|Vertice di Reykjavík|Trattato INF|START I|Trattato sullo stato finale della Germania}}
[[File:Bush Gorba P15623-25A.jpg|thumb|L'inizio degli anni '90 ha portato un disgelo nei rapporti tra le superpotenze.]]
 
In risposta alle concessioni militari e politiche del Cremlino, Reagan accettò di riprendere i colloqui relativi alle questioni economiche e il ridimensionamento della corsa agli armamenti.<ref name="Gaddis229">{{cita|Gaddis, 2005|pp. 229–230}}.</ref> Il [[Vertice di Ginevra (1985)|primo ''summit'']] si tenne nel novembre 1985 a [[Ginevra]], in [[Svizzera]].<ref name="Gaddis229" /> Ad un certo punto i due capi di stato, accompagnati solo da un interprete, concordarono in linea di principio di ridurre il proprio arsenale nucleare del 50%.<ref>[http://news.bbc.co.uk/onthisday/hi/dates/stories/november/21/newsid_2549000/2549897.stm 1985: "Superpowers aim for 'safer world'"], BBC News, 21 November 1985. Retrieved on 4 July 2008.</ref> Un secondo ''summit'', tenutosi nell'ottobre del 1986, [[Reykjavík]], in [[Islanda]]. I colloqui progredirono positivamente fino a quando l'attenzione non si spostò sulla proposta di eliminare lo ''[[Strategic Defense Initiative]]'' da parte di Gorbachev a cui Reagan rispose con un netto rifiuto.<ref>{{Cita news|url=https://query.nytimes.com/gst/fullpage.html?res=940DE0DA1F3BF93AA15756C0A96E948260|titolo=Toward the Summit; Previous Reagan-Gorbachev Summits|opera=The New York Times|accesso=21 giugno 2008|data=29 maggio 1988}}.</ref> I negoziati quindi fallirono, ma il terzo vertice tenutosi nel 1987 portò ad una svolta con la firma del [[Trattato INF]] che eliminò tutti i missili balistici e da crociera lanciati da terra con armi nucleari con gittate tra i 500 e i 5.500 chilometri e le loro relative infrastrutture.<ref name="fas">{{Cita web|url=https://fas.org/nuke/control/inf/index.html|titolo=Intermediate-Range Nuclear Forces|accesso=21 giugno 2008|editore=Federation of American Scientists}}.</ref>
 
[[File:ReaganBerlinWall.jpg|thumb|left|Il discorso "''[[Tear down this wall!]]''" di Reagan che tenne davanti alla [[Porta di Brandeburgo]], il 12 giugno 1987.]]
 
Le tensioni tra Est e Ovest si placarono rapidamente tra la metà e la fine degli anni 1980. Culmine della pacificazione fu il vertice finale tenutosi a Mosca del 1989, quando Gorbaciov e [[George H. W. Bush]] firmarono il trattato di controllo degli armamenti [[START I]].<ref>{{cita|Gaddis, 2005|p. 255}}.</ref> Nel corso dell'anno successivo divenne chiaro ai sovietici che i sussidi per il petrolio e il gas, insieme al costo per il mantenimento di ingenti truppe, rappresentavano un sostanziale dissanguamento economico.<ref name="Shearman76"/> Inoltre, il vantaggio in termini di sicurezza di una zona cuscinetto venne riconosciuto come irrilevante e così i rappresentanti dell'Unione Sovietica [[Dottrina Sinatra|dichiararono ufficialmente]] che non sarebbero più intervenuti negli affari interni degli stati alleati dell'Europa centrale e orientale.<ref name="Gaddis248">{{cita|Gaddis, 2005|p. 248}}.</ref>
 
Nel 1989, le forze sovietiche [[Ritiro sovietico dall'Afghanistan|si ritirarono dall'Afghanistan]]<ref name="Gaddis 2005, pp. 235–236">{{cita|Gaddis, 2005|pp. 235–236}}.</ref> e l'anno successivo Gorbaciov acconsentì alla [[riunificazione tedesca]].<ref name="Shearman76">{{cita|Shearman, 1995|p. 76}}.</ref> Quando il muro di Berlino crollò, cominciò a prendere forma il concetto di "casa comune europea" di Gorbaciov.<ref>{{Cita web|url=http://www.ena.lu/?doc=11160 |titolo=Address given by Mikhail Gorbachev to the Council of Europe |editore=Centre Virtuel de la Connaissance sur l'Europe |data=6 luglio 1989 |accesso=11 febbraio 2007 |urlmorto=yes |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20070927220033/http://www.ena.lu/?doc=11160 |dataarchivio=27 settembre 2007 }}.</ref>
 
Il 3 dicembre 1989, Gorbaciov e il successore di Reagan, [[George H. W. Bush]], in occasione del [[vertice di Malta]] dichiararono la fine Guerra Fredda.<ref name="cwover">[http://news.bbc.co.uk/onthisday/hi/dates/stories/december/3/newsid_4119000/4119950.stm Malta summit ends Cold War], BBC News, 3 December 1989. Retrieved 11 June 2008.</ref> Un anno dopo, i due ex rivali furono alleati della [[guerra del Golfo]] contro l'[[Iraq]] (agosto 1990-febbraio 1991).<ref>Goodby, p. 26</ref>
 
===L'Europa dell'Est si separa===
{{Vedi anche|Rivoluzioni del 1989}}
[[File:Romanian Revolution 1989 1.jpg|thumb|La [[rivoluzione romena del 1989]] fu l'unica rivoluzione violenta in Europa che portò alla fine del dominio comunista.]]
 
Nel 1989, il sistema di alleanza dell'Unione Sovietica era sull'orlo del collasso e, privato del sostegno militare, i leader comunisti degli Stati del Patto di Varsavia accusavano una perdita di potere.<ref name="Gaddis 2005, pp. 235–236"/> Organizzazioni popolari, come il movimento [[Repubblica Popolare di Polonia|polacco]] ''[[Solidarnosc]]'', guadagnarono rapidamente un solido consenso tra la popolazione. Nel 1989, i governi comunisti di Polonia e [[Repubblica Popolare d'Ungheria|Ungheria]] furono i primi a negoziare l'organizzazione di elezioni libere. In [[Cecoslovacchia]] e nella [[Germania dell'Est]], le proteste di massa misero in in difficoltà i dirigenti comunisti. Anche i regimi di [[Repubblica Popolare di Bulgaria|Bulgaria]] e [[Repubblica Socialista di Romania|Romania]] si sgretolarono, in quest'ultimo caso a seguito di [[Rivoluzione romena del 1989|una violenta insurrezione]]. Gli assetti cambiarono tanto che il [[Segretario di Stato degli Stati Uniti d'America|segretario di stato americano]] [[James Baker]] affermò che il governo statunitense non si sarebbe opposto all'intervento sovietico in Romania, per conto dell'opposizione, per evitare spargimenti di sangue.<ref>Garthoff, Raymond L. "The Great Transition: American-Soviet Relations and the End of the Cold War" (Washington: Brookings Institution, 1994).</ref>
 
Questi sconvolgimenti politici ebbero il loro culmine con la demolizione del [[muro di Berlino]], evento accaduto nel novembre 1989 che simboleggiò il crollo dei governi comunisti europei e la fine della [[cortina di ferro]]. L'ondata rivoluzionaria del 1989 attraversò l'Europa centrale e orientale e rovesciò pacificamente tutti gli stati comunisti che seguivano il modello sovietico: Germania dell'Est, Polonia, Ungheria, Cecoslovacchia e Bulgaria;<ref>{{cita|Lefeber, Fitzmaurice, Vierdag, 1991|p. 221}}.</ref> La Romania fu l'unico paese del blocco orientale a rovesciare violentemente il suo regime comunista arrivando a [[pena di morte|condannare a morte]] il suo capo di stato.<ref>{{cita|Gaddis, 2005|p. 247}}.</ref>
 
=== Le repubbliche sovietiche si separano ===
{{Vedi anche|Economia dell'Unione Sovietica|Catena baltica}}
[[File:BaltskýŘetěz.jpg|thumb|left|La catena umana in [[Lituania]] in occasione della [[Catena baltica|Via Baltica]], 23 agosto 1989]]
 
Nella stessa Unione Sovietica, la ''glasnost'' contribuì ad indebolire i legami che tenevano insieme l'Unione<ref name="Gaddis248" /> tanto che nel febbraio 1990, con la dissoluzione dell'URSS incombente, il [[PCUS|Partito Comunista]] fu costretto a cedere il suo monopolio di 73 anni sul potere statale.<ref>{{cita|Sakwa, 1999|p. 460}}.</ref> Allo stesso tempo, la libertà di stampa e di dissenso vennero permesse la "questione delle nazionalità", sempre più radicata, portò le repubbliche componenti dell'Unione a dichiarare la propria autonomia da Mosca, con gli [[Stati baltici]] che si ritirano interamente dall'Unione.<ref>{{cita|Gaddis, 2005|p. 253}}.</ref>
 
===Dissoluzione sovietica===
[[File:RIAN_archive_848095_Signing_the_Agreement_to_eliminate_the_USSR_and_establish_the_Commonwealth_of_Independent_States.jpg|thumb|I leader delle repubbliche sovietiche firmano gli accordi di Belovezha che dissolvono l'URSS e istituiscono la [[Comunità degli Stati Indipendenti]], 1991.]]
{{Vedi anche|Storia dell'Unione Sovietica (1985-1991)|Putsch di agosto|Dissoluzione dell'Unione Sovietica|Comunità degli Stati Indipendenti}}
 
L'atteggiamento permissivo di Gorbaciov verso l'Europa centrale e orientale non si estese inizialmente al territorio sovietico; persino Bush, che si sforzò di mantenere relazioni amichevoli, condannò le uccisioni del gennaio 1991 avvenute in [[Lettonia]] e [[Lituania]], avvertendo (in forma privata) che le relazioni economiche sarebbero state congelate se le violenze fossero continuate.<ref>Goldgeier, p. 27.</ref> L'Unione Sovietica venne, infine, fatalmente indebolita da un [[Putsch di agosto|fallito colpo di stato]] e da un numero crescente di [[Repubbliche dell'Unione Sovietica|repubbliche sovietiche]] che minacciavano di ritirarsi dall'Unione. La "[[Comunità degli Stati Indipendenti]]", istituita il 21 dicembre 1991, viene vista come un'entità successore all'Unione Sovietica ma, secondo i dirigenti russi, il suo scopo era quello di "consentire un divorzio civile" tra le repubbliche sovietiche ed è paragonabile a una dissoluzione di una confederazione.<ref>[http://rferl.org/featuresarticle/2006/12/14b6b499-9eb2-4dee-b96c-784ec918969a.html Soviet Leaders Recall 'Inevitable' Breakup Of Soviet Union], [[Radio Free Europe/Radio Liberty]], 8 December 2006. Retrieved 20 May 2008.</ref> L'Unione Sovietica fu ufficialmente dichiarata sciolta il 26 dicembre 1991.<ref>{{cita|Gaddis, 2005|pp. 256–257.}}</ref>
 
== La corsa agli armamenti e la corsa allo spazio ==
{{Vedi anche|Corsa agli armamenti|corsa allo spazio}}
[[File:Cold War Map 1959.svg|thumb|upright=1.4|I due schieramenti nel [[1959]].
{{legend|#0000b0|Paesi facenti parte della [[NATO]]}}
{{legend|#96b3f6|Altri alleati degli [[USA]]}}
{{legend|#90c090|Paesi colonie}}
{{legend|#b00000|Paesi facenti parte del [[Patto di Varsavia]]}}
{{legend|#f4a091|Altri alleati dell'[[URSS]]}}
{{legend|#b9b9b9|[[Movimento dei paesi non allineati|Paesi neutrali (non allineati)]]}}]]
 
Nel conflitto strategico tra [[Stati Uniti d'America]] e [[Unione Sovietica]] uno degli elementi principali fu la supremazia tecnologica come il miglioramento e il rafforzamento di [[armi di distruzione di massa]] [[Arma nucleare|nucleari]] d'inaudita potenza ([[bomba H]]) o [[Corsa allo spazio|il progresso in campo spaziale]].
 
La guerra fredda si concretizzò di fatto nelle preoccupazioni riguardanti le [[Arma nucleare|armi nucleari]]; entrambe le parti auspicavano che la loro semplice esistenza fosse un deterrente sufficiente a impedire la guerra vera e propria.
Non era certo da escludere che la [[guerra nucleare]] globale potesse scaturire da conflitti su piccola scala, e ognuno di questi aumentava le preoccupazioni che ciò potesse verificarsi. Questa tensione influì significativamente non solo sulle relazioni internazionali, ma anche sulla vita delle persone in tutto il mondo.
 
Durante tutta la guerra fredda gli arsenali nucleari delle due [[superpotenza|superpotenze]] vennero costantemente aggiornati e ingranditi fino ad arrivare agli ultimi anni del conflitto (1979-1989), nei quali vennero negoziati gli [[accordi SALT]], che portarono a sostanziali riduzioni del numero di ordigni strategici.
[[File:Castle Romeo.jpg|thumb|left|upright=0.8|[[Bomba nucleare]] statunitense esplosa durante un [[Test nucleare|test]] a [[Atollo di Bikini|Bikini]], [[1954]]. L'[[guerra nucleare|incubo nucleare]] fu una costante durante tutta la Guerra Fredda]]
[[File:USVietPeace.JPG|thumb|left|upright=0.8|Soldato statunitense interrogato da un [[Quân Đội Nhân Dân Việt Nam|ufficiale nordvietnamita]], [[1973]]]]
Ma la contrapposizione tra una corsa al riarmo apparentemente irrefrenabile e continui tentativi di controllo degli armamenti negoziati tra USA ed URSS o nell'ambito dell'[[Organizzazione delle Nazioni Unite]] (ONU) fu costante.
 
Furono necessarie molte attenzioni e una buona dose di diplomazia per sedare sul nascere alcuni conflitti armati, al fine di prevenire una "guerra calda" che avrebbe rischiato di estendersi e intensificarsi.
 
Solo in alcune occasioni la tensione tra i due schieramenti prese la forma di conflitti armati, come la [[guerra di Corea]], le guerre in [[Africa]], la [[guerra del Vietnam]], l'[[Guerra in Afghanistan (1979-1989)|invasione sovietica dell'Afghanistan]] e gli scontri in [[America Centrale]]. Gran parte della guerra fredda si svolse invece attraverso conflitti indiretti, contro "nazioni surrogate"; in tali conflitti, le potenze maggiori operavano in buona parte armando o sovvenzionando i surrogati.
 
Altri conflitti erano ancor più sotterranei, perpetrati attraverso atti di spionaggio, con spie e traditori che lavoravano sotto copertura da entrambe le parti; in molti casi l'attività comportava reiterate uccisioni di individui delle rispettive compagini perpetrate dai vari servizi segreti.
 
La guerra tra agenti, nello spionaggio reciproco di obiettivi civili e militari potrebbe aver causato la maggior parte delle vittime della guerra fredda. Gli agenti venivano inviati sia dall'Est che dall'Ovest, e le spie venivano anche reclutate sul posto o costrette al servizio. Quando scoperte, a seconda della convenienza politica o pratica del momento, venivano uccise immediatamente o arrestate e successivamente scambiate con altri agenti, oltre a poter essere lasciate libere di agire, anche se sotto controllo, sia per poter individuare altri componenti che necessariamente costituivano la serie di contatti esistente della rete spionistica avversaria, sia per fornire false informazioni create ad hoc.
[[File:Sanctuary - Berlin Wall.JPG|thumb|Su questo graffito del [[muro di Berlino]] ci sono [[Leonid Brežnev|Brežnev]] ed [[Erich Honecker|Honecker]] che si baciano. La frase in alto in [[Alfabeto cirillico|cirillico]] dice: ''"Signore! Aiutami a sopravvivere a questo amore letale"''.]]
Gli aerei spia e altri apparecchi da ricognizione venivano invece subito abbattuti al momento dell'individuazione.
 
Tali aspetti della guerra fredda, debolmente percepiti anche dai media, hanno avuto scarso impatto sull'opinione pubblica delle rispettive potenze. Va notato che [[URSS]] e [[USA]] non ruppero mai le [[diplomazia|relazioni diplomatiche]] nel corso della guerra fredda e che anzi queste furono intense e quasi mai apertamente conflittuali. Ad esempio il 30 agosto [[1963]] entrò in funzione la 'linea rossa', ovvero il primo collegamento telefonico tra [[Mosca (Russia)|Mosca]] e [[Washington]].
 
Il punto caldo del conflitto in ambito [[Europa|europeo]] fu la [[Germania]], e in particolare [[Berlino]]. Uno dei simboli più vividi della guerra fredda fu proprio il [[Muro di Berlino]], che separava [[Berlino Ovest]] (controllata dalla [[Germania Ovest]], assieme agli alleati di [[Francia]], [[Regno Unito]] e [[Stati Uniti d'America|Stati Uniti]]) dalla [[Germania Est]], che la circondava completamente. Ad un tentativo di disimpegno iniziale intorno al 1950 con il ritiro di circa 30.000 uomini dalla [[Germania]], gli [[USA]] e la [[NATO]] fecero seguire delle esercitazioni annuali, denominate [[Reforger]] (REturn FORces to GERmany), per mantenere una elevata capacità di risposta in caso di attacco convenzionale delle forze del [[Patto di Varsavia]] (alleanza militare tra gli alleati di Berlino Est).
 
Il 1º aprile 1954, l'URSS chiese ai capi di Governo di [[Francia]], [[Stati Uniti]] e [[Regno Unito]] (con telegrammi separati) di “prendere in esame l'entrata dell'Unione Sovietica nel Trattato dell'Atlantico del Nord“, seguita alla proposta russa alle [[Nazioni Unite]] di un patto per il disarmo nucleare e per la riduzione delle armi di distruzione di massa.
 
La Russia propone un ''General European Treaty'', alternativo alla NATO, di cui non era firmataria, poiché alla conferenza di Berlino i portavoce di [[Francia]], [[USA]] e [[Regno Unito]] ribadirono che ''la NATO è un patto difensivo'', non diretto contro alcun Paese o gruppo di Paesi, ignorando in questo modo la minaccia sempre attuale di un attacco da parte della Germania<ref>«The Soviet groups proceed from the fact the NATO establishes a closed group of countries and ignores the problem of a fresh German aggression.[..] The NATO cannot but be regarded as an aggressive pact directed against the Soviet Union»</ref>. La proposta suggeriva la creazione di un Esercito di Difesa Europeo, sotto l'egida delle forze armate di sei Paesi (Francia, Italia, Belgio, Paesi Bassi, Lussemburgo, Germania Ovest), incorporando soprattutto la Germania Ovest nella Comunità di Difesa Europea anche per prevenire il pericolo di un riarmo e la rinascita del militarismo tedesco, che i vincitori della guerra si erano impegnati a contrastare (USA, UK, Russia e Francia).
 
La Russia riteneva che la [[NATO]] -di cui non era firmataria ma dal quale era anche esclusa - fosse un patto anti-russo a carattere aggressivo, e chiedeva di entrarne a far parte<ref>«The NATO could lose its aggressive character, that is, if all the big powers which belonged the anti-Hitler coalition, became its partecipants.[..] The Soviet Government states its readiness to join with the interested governments in examining the matter of having the Soviet Union partecipate in the Noth Atlantic Threaty»</ref>. La Russia auspicava che la [[NATO]] assumesse un carattere di alleanza difensiva, non offensiva, con l'attenzione rivolta a prevenire la rinascita di qualsiasi gruppo armato in Germania, aperta agli altri Paesi europei per realizzare in questo modo il sistema di sicurezza collettivo nel continente, in accordo con lo [[Statuto delle Nazioni Unite]], e muovendo dal presupposto che le due guerre mondiali erano state precedute e favorite da alleanze militari contrapposte tra Paesi che divisero l'Europa in due gruppi nemici.
 
Dopo una discussione accesa e con esiti negativi a [[Berlino]], la risposta fu secca: ‘la richiesta è per sua natura surreale e non merita una discussione': secondo il documento russo, la principale divergenza a Berlino era dovuta alla partecipazione degli USA ad un ''General European Treaty'', chiesta dal governo USA e sostenuta con forza dagli alleati Francia e Regno Unito, a cui ora la Russia dava il suo nulla-osta.
 
== Studi ==
[[File:HA-SC-98-06983-Crew of M24 along Naktong River front-Korean war-17 Aug 1950.JPEG|thumb|Equipaggio USA di un [[M24 Chaffee|M-24]] sul fronte del Fiume Naktong durante la [[Guerra di Corea|guerra in Corea]], 17 agosto [[1950]]]]
Negli studi occidentali sulla [[Guerra Fredda]] vengono solitamente individuati tre distinti periodi. Per più di un decennio dopo la fine della [[seconda guerra mondiale]], pochi storici americani videro qualche ragione per sfidare l'interpretazione ufficiale statunitense sull'inizio della guerra fredda: ovvero che il deterioramento fosse il risultato diretto della violazione, da parte di [[Stalin]], degli [[Conferenza di Jalta|accordi di Jalta]], dell'imposizione di governi dominati dai sovietici su un'Europa Orientale riluttante e di un aggressivo espansionismo sovietico.
 
[[File:Afghanistan – KGB special squad descent.jpg|thumb|left|Squadra speciale del [[KGB]] durante l'[[Guerra in Afghanistan (1979-1989)|invasione sovietica in Afghanistan]], [[1982]]-[[1983]] circa]]
[[File:Ahfaz farmers1.jpg|thumb|left|[[Contadino|Contadini]] [[cinesi]] durante la [[Rivoluzione Culturale]], [[1970]]]]
Ad ogni modo, storici successivi, in particolar modo William Appleman Williams nel suo ''La tragedia della diplomazia americana'' ([[1959]]) e Walter LaFeber in 'America, Russia and the Cold War, 1945-2006 (1966) (10th ed. 2006), dettagliarono una preoccupazione preponderante: l'impegno [[statunitense]] a mantenere una "porta aperta" per il commercio americano nei mercati mondiali. Alcuni [[storici]] hanno sostenuto che le provocazioni e le ambizioni imperiali statunitensi furono da condannare parimenti, se non maggiormente. Secondo Zbigniew Brzezinski<ref>‘La Grande Scacchiera – Il Mondo e la Politica nell'Era della Supremazia Americana</ref>, la Guerra Fredda sarebbe stata l'immediata e ininterrotta continuazione della II guerra mondiale con la Russia, unica superpotenza rimasta in campo nello scacchiere mondiale a poter contendere con gli Stati Uniti l'egemonia militare ed economica planetaria.
 
Negli ultimi anni della guerra fredda ci furono tentativi di forgiare una sintesi post-revisionista da parte degli storici. Dalla fine della guerra fredda, la scuola post-revisionista è quella dominante. Prominenti storici post-revisionisti includono [[John Lewis Gaddis]] e [[Robert Grogin]]. Essi, piuttosto che attribuire l'inizio della guerra fredda a una delle due superpotenze, si concentrano sulla mutua errata percezione, sulla mutua reattività e sulla responsabilità condivisa tra le superpotenze. Prendendo a prestito dalla scuola realista delle relazioni internazionali, i post-revisionisti essenzialmente accettano le politiche statunitensi in Europa, come l'aiuto alla [[Grecia]] nel [[1947]] e il [[Piano Marshall]], sebbene non con pari enfasi accolgano gli analoghi interventi economici sovietici.
 
[[File:Aldrin Apollo 11.jpg|thumb|[[Buzz Aldrin]] passeggia sulla Luna, 20 luglio [[1969]]]]
Secondo questa sintesi, le "attività comuniste" non furono la radice delle difficoltà dell'Europa Occidentale, ma piuttosto furono gli effetti deleteri della guerra sulle strutture economiche, politiche e sociali dell'[[Europa]]. In aggiunta, il [[Piano Marshall]] ricostruì un sistema economico occidentale funzionante, che contrastò il fascino elettorale della sinistra radicale. Per l'Europa l'aiuto economico pose fine alla carenza di denaro e stimolò l'investimento privato nella ricostruzione del dopoguerra. Per gli USA il piano li risparmiò da una [[crisi di sovrapproduzione]] e mantenne sostenuta la domanda per le esportazioni americane.
 
L'alleanza della [[NATO]] sarebbe servita per integrare l'Europa occidentale in un sistema di patti di mutua difesa, fornendo quindi una salvaguardia contro la sovversione o la neutralità all'interno del blocco. Rigettando l'assunto che il [[comunismo]] fosse un monolito internazionale con disegni aggressivi sul "mondo libero", la scuola post-revisionista ciononostante accetta le politiche statunitensi in Europa come una reazione necessaria per affrontare l'instabilità europea, la quale minacciava di alterare drasticamente l'equilibrio del potere in maniera favorevole all'URSS e di devastare il sistema politico ed economico occidentale.
 
Molti osservatori di varie fedi politiche pensano oggi che gli Stati Uniti agirono in modi che né la loro costituzione né il sentimento nazionale potrebbero supportare<ref>[http://www.corriere.it/cronache/14_ottobre_28/cia-guerra-sporca-quei-mille-nazisti-arruolati-contro-sovietici-4938b5be-5e6b-11e4-9933-2a5a253459da.shtml ''CIA, la guerra sporca e quei mille nazisti arruolati contro i sovietici'']. Corriere della sera. Storia. 28 ottobre 2014.</ref> (come combattere guerre non dichiarate senza l'esplicito supporto del Congresso). I capi degli Stati Uniti, sia politici che militari, citano comunemente la minaccia percepita alla loro sicurezza come giustificazione per le loro azioni. In molte zone del mondo, la popolazione locale sentì di essere manipolata ed abusata da entrambe le potenze. Gran parte dell'[[anti-americanismo]] di nazioni come l'[[Afghanistan]] viene attribuito ad azioni portate avanti dagli Stati Uniti stessi. Durante il conflitto con l'Unione Sovietica, gli USA sovvenzionarono e armarono i [[Mujaheddin]], nella loro lotta per respingere l'occupazione sovietica, ma si tirarono fuori e li abbandonarono al loro destino una volta che l'URSS si era ritirata dalla regione.
 
== Dopo la fine della guerra fredda ==
Il 28 giugno 1991 viene dichiarato sciolto il [[Comecon]] ed il 1º luglio il [[Patto di Varsavia]]; questi due eventi sanciscono quantomeno simbolicamente la fine dell'influenza della Russia sovietica nell'Europa orientale e quindi la fine della guerra fredda comunemente intesa.
 
Nonostante la guerra fredda si sia conclusa con la caduta dell'[[Unione Sovietica]], non ha avuto fine, tuttavia, il rapporto di strisciante sfiducia fra il blocco occidentale e la [[Russia|Federazione Russa]], che, pur in una situazione di integrazione economica sempre più marcata, ha registrato, durante gli [[anni 2000]], alcuni episodi di vera e propria contrapposizione, in particolar modo tra USA e Russia.
 
La [[guerra in Iraq]], portata avanti nel [[2003]] da USA, [[Regno Unito]] e altri alleati (fra cui l'Italia) è stata vivamente osteggiata dalla [[Federazione Russa]].
 
Attorno agli anni [[2006]] e [[2007]] i rapporti tra USA e Russia sono diventati ancor più tesi per questioni riguardanti lo [[Scudo spaziale]] e il [[Trattato sulle Forze Armate Convenzionali in Europa]].
 
La proposta statunitense di installare basi di difesa missilistica a terra in [[Polonia]] e [[Repubblica Ceca]], nonché la prospettata creazione di basi militari in [[Romania]] e [[Bulgaria]] ha visto una forte opposizione russa, la quale denunciò i piani statunitensi come la violazione del Trattato sulle Forze Armate Convenzionali in Europa. La situazione è culminata il 26 aprile [[2007]], quando il presidente russo [[Vladimir Putin]] annunciò l'intenzione di porre una moratoria al Trattato fino a che tutti i paesi non lo avessero ratificato e avessero iniziato ad implementarlo. Nel dicembre 2007 la [[Duma]] votò favorevolmente alla sospensione del trattato. Verso agosto 2007 la Russia per la prima volta dallo scioglimento dell'Unione Sovietica ripristinò su Europa, Pacifico e Atlantico voli strategici permanenti di aerei militari a lungo raggio.
 
Nell'agosto [[2008]], a causa della [[Guerra in Ossezia del Sud (2008)|guerra nell'Ossezia del Sud]], i rapporti tra la [[Russia]] e il mondo occidentale, in particolar modo gli [[Stati Uniti]], diventarono ancora più tesi. Il 20 agosto [[2008]] la firma dell'accordo sullo scudo antimissile tra [[USA]] e [[Polonia]]<ref>[http://www.lastampa.it/_web/cmstp/tmplrubriche/giornalisti/grubrica.asp?ID_blog=69&ID_articolo=2259&ID_sezione=138&sezione=Anteprime%20dagli%20Usa Usa - Polonia, firmato l'accordo sullo scudo antimissile]</ref> crea ancora più tensione internazionale. Il giorno successivo [[Mosca (Russia)|Mosca]] annuncia l'intenzione di voler interrompere ogni collaborazione con la [[NATO]]<ref>[http://www.repubblica.it/2008/08/sezioni/esteri/ossezia-bombardamenti-3/sospesa-collaborazione-nato/sospesa-collaborazione-nato.html Russia: Stop alla collaborazione con la NATO]</ref>.
Malgrado gli eventi negativi, l'ascesa alla [[Casa Bianca]] del Presidente [[Barack Obama]] e l'avvento della sua nuova linea di politica estera ricominciò a rendere più amichevoli i contatti fra le due superpotenze.
 
Ma nel febbraio [[2014]] iniziò la crisi della [[Penisola di Crimea|Crimea]], dove gli abitanti, in maggioranza di etnia russa, si opposero al nuovo governo ucraino chiedendo l'indipendenza per poi potersi associare alla Federazione russa. Nei primi giorni di marzo la Russia inviò truppe regolari in aiuto dei filorussi, e pose il blocco al porto di [[Sebastopoli]] con la sua [[Voenno-Morskoj Flot Rossijskoj Federacii|Marina]]. L'11 marzo la Crimea si proclamò indipendente come [[Repubblica autonoma di Crimea]], e ciò venne confermato dal referendum del 16 marzo. Infine il 18 marzo essa venne annessa alla Russia, come distretto federale. Tuttavia l'Unione Europea e gli Stati Uniti dichiararono questa annessione illegittima, in quanto contraria alle leggi internazionali e alla sovranità ucraina.
Tale situazione conflittuale si è acuita in tempi recenti a causa della contrapposizione fra l'Ucraina e la Russia circa il destino dell'[[Oblast' di Donec'k]] che, con l'aiuto militare della Russia, si è reso parzialmente indipendente dall'autorità ucraina e avrebbe optato, tramite referendum, per l'unione con la Federazione russa.
 
== Cronologia degli eventi principali ==
{{Vedi anche|Cronologia della guerra fredda}}
 
== La guerra fredda e la cultura statunitense ==
[[File:Bundesarchiv Bild 183-1986-0813-460, Berlin, Parade von Kampfgruppen zum Mauerbau.jpg|left|thumb|Parata della [[Nationale Volksarmee]] a [[Berlino Est]] per il XXV anniversario della costruzione del [[muro di Berlino]], [[1986]], [[Bundesarchiv]]]]
Assieme alla [[guerra del Vietnam]], la Guerra fredda ha segnato profondamente la cultura e l'immaginario collettivo degli Stati Uniti e oltre.
Negli [[anni 1950|anni cinquanta]], la popolazione civile in America venne costretta a esercitazioni contro i ''raid'' aerei e incoraggiata a costruirsi dei [[rifugio antiatomico|rifugi antiatomici]] personali. Questo atteggiamento di paura raggiunse i livelli più alti durante la [[Crisi dei missili di Cuba|crisi missilistica di Cuba]], risolta ''in extremis'' da [[John Fitzgerald Kennedy|Kennedy]] (poi assassinato) e [[Nikita Chruščёv|Chruščëv]] (successivamente sostituito e ritiratosi a vita privata) e col passare degli anni svanì; comunque, la consapevolezza della guerra e delle sue potenziali conseguenze fu una costante. Le indicazioni per i rifugi nei grossi edifici, le proteste sul posizionamento di missili nucleari a corto raggio in [[Germania]], [[Cuba]] e [[Turchia]], lo spesso citato [[orologio dell'apocalisse|orologio dell'apocalisse nucleare]], le fotografie di cadaveri impigliati nel [[filo spinato]] del Muro di Berlino, così come film tipo ''[[A prova di errore (film 1964)|A prova di errore]]'', ''[[Wargames - Giochi di guerra]]'', ''[[Alba rossa (film 1984)|Alba rossa]]'' e ''[[The Day After - Il giorno dopo]]'' mantennero alta la consapevolezza.
 
[[File:Unholy three.png|thumb|Durante il [[maccartismo]] i servizi di [[Assistenza sanitaria|sanità pubblica]] ([[vaccinazione]], [[Salute mentale|assistenza psicologica]], [[fluorizzazione dell'acqua]]) vennero bollati come strumenti "comunisti" per il lavaggio del cervello.]]
La principale conseguenza diretta del particolare clima creatosi negli Stati Uniti con la guerra fredda, fu il [[maccartismo]], una serie di inchieste politico-giudiziarie svoltesi fra gli [[anni 1940|anni quaranta]] e [[anni 1950|cinquanta]], tese a colpire qualunque possibile "influenza comunista" negli apparati dello Stato, e persino nei comportamenti di singoli individui. Tali inchieste, condotte spesso anche in palese contrasto con i principi costituzionali e giuridici statunitensi, colpirono numerosi soggetti, in molti casi soltanto sulla base di un semplice sospetto.
 
Fra di essi vi furono anche famosi personaggi della cultura e dello spettacolo, tanto che la paura di incappare nelle maglie delle inchieste anticomuniste finì per condizionare anche le scelte artistiche di scrittori, registi e produttori cinematografici che, salvo eccezioni, dovettero sempre tenersi, in quegli anni, su una linea "[[politicamente corretto|politicamente corretta]]". Il maccartismo fu figlio del clima di tensione e paura creatosi a partire dai tardi anni quaranta, ma certamente, con i suoi processi accusatori e la sua caccia spesso immotivata al traditore, finì per essere al tempo stesso moltiplicatore di tale clima di paura, grazie anche alla risonanza che tali vicende avevano presso i [[mass media]].
 
La guerra fredda ispirò molte case cinematografiche e molti scrittori, risultando in un enorme numero di libri e film, alcuni più fantasiosi (come la serie dedicata a [[James Bond]]), altri più realistici e dettagliati; in particolare [[Tom Clancy]], e più tardi con ancora maggiore realismo tecnico e politico il britannico [[John Le Carré]], furono maestri nel descrivere vividamente gli agenti segreti e la guerra di spionaggio che avveniva sotto la superficie. Anche [[Rocky IV]] ebbe la sua valenza simbolica, circa la rappresentazione vittoriosa e buona degli [[Stati Uniti d'America|Stati Uniti]].
{{clear}}
 
== Note ==
<references/>
 
== Bibliografia ==
{{Div col|2}}
* Federico Romero ''Storia della guerra fredda. L'ultimo conflitto per l'Europa'', Torino, Einaudi, 2009, ISBN 978-88-06-18829-0
* {{en}} Beschloss Michael. ''Mayday: Eisenhower, Kennedy and the U-2 Affair'' 1986.
* {{en}}Brands, H. W. ''Cold Warriors. Eisenhower's Generation and American Foreign Policy'' (1988).
* {{cita libro|autore=John Lewis Gaddis|titolo=Strategies of Containment: A Critical Appraisal of Postwar American National Security Policy|anno=1982|lingua=en}}
* {{en}} Granville, Johanna. (Il primo Domino) [http://books.google.com/books?id=RkaWTipqnecC&printsec=frontcover&dq=%22johanna+granville%22&lr=&as_drrb_is=q&as_minm_is=0&as_miny_is=&as_maxm_is=0&as_maxy_is=&as_brr=0&as_pt=ALLTYPES ''The First Domino: International Decision Making During the Hungarian Crisis of 1956''], Texas A & M University Press, 2004. ISBN 1-58544-298-4.
* {{en}} LaFeber, Walter. ''America, Russia, and the Cold War, 1945–1992'' 7th ed. (1993)
* {{en}} Lewkowicz, Nicolas. ''The German Question and the International Order, 1943-48'' Palgrave Macmillan, Basingstoke/New York (2010) ISBN 978-0-230-24812-0
* {{en}} Lewkowicz, Nicolas. ''The German Question and the Origins of the Cold War'' IPOC, Milano (2008) ISBN 88-95145-27-5
* Luigi Lusenti - "State lasciando il settore americano", Comedit2000, Milano 2004
* {{en}} Miller, Roger Gene (2000), To Save a City: The Berlin Airlift, 1948-1949, Texas A&M University Press, ISBN 0-89096-967-1
* Peccia, T., 2014, "The Theory of the Globe Scrambled by Social Networks: A New Sphere of Influence 2.0", Jura Gentium - Rivista di Filosofia del Diritto Internazionale e della Politica Globale, Sezione "L'Afghanistan Contemporaneo", http://www.juragentium.org/topics/wlgo/en/peccia.htm
* {{en}} Sivachev, Nikolai and Nikolai Yakolev, ''Russia and the United States'' (1979), by [[Soviet historians]]
* {{en}} Ulam, Adam B. ''Expansion and Coexistence: Soviet Foreign Policy, 1917&nbsp;– 1973'', 2nd ed. (1974)
* {{en}} Westad, Odd Arne ''The Global Cold War: Third World Interventions and the Making of our Times'' (2006)
* {{Cita libro|cognome=Puddington|nome=Arch|titolo=Broadcasting Freedom: The Cold War Triumph of Radio Free Europe and Radio Liberty|editore=University Press of Kentucky|anno=2003|isbn=0-8131-9045-2|cid=Puddington, 2003}}
{{Div col end}}
 
== Voci correlate ==
{{Colonne}}
* [[Anni di piombo]]
* [[Arma nucleare]]
* [[Armi di distruzione di massa]]
* [[Blocco occidentale]]
* [[Blocco orientale]]
* [[Conflitti nei blocchi durante la guerra fredda]]
* [[Corsa agli armamenti]]
* [[Corsa allo spazio]]
* [[Cortina di ferro]]
* [[Crisi dei missili di Cuba]]
* [[Distruzione mutua assicurata]]
* [[Equilibrio del terrore]]
* [[Guerra del Vietnam]]
* [[Muro di Berlino]]
* [[NATO]]
* [[Operazione CHAOS]]
* [[Operazione Condor]]
* [[Patto di Varsavia]]
* [[Patto Atlantico]]
* [[Organizzazione del Trattato dell'Atlantico del Nord]]
* [[Paura rossa]]
{{Colonne spezza}}
* [[Piano Marshall]]
* [[Picnic paneuropeo]]
* [[Primavera di Praga]]
* [[Protesta di piazza Tienanmen]]
* [[Psicologia della pace]]
* [[Rivoluzione cubana]]
* [[Rivoluzione culturale cinese]]
* [[Rivoluzioni del 1989]]
* [[Seconda guerra mondiale]]
* [[Storia degli Stati Uniti d'America (1945-1964)]]
* [[Storia degli Stati Uniti d'America (1964-1980)]]
* [[Storia degli Stati Uniti d'America (1980-1988)]]
* [[Storia degli Stati Uniti d'America (1988-presente)]]
* [[Storia dell'Unione Sovietica (1922-1953)]]
* [[Storia dell'Unione Sovietica (1953-1985)]]
* [[Storia dell'Unione Sovietica (1985-1991)]]
* [[Strategia della tensione]]
{{Colonne fine}}
 
== Altri progetti ==
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== Collegamenti esterni ==
* [http://www.instoria.it/home/fallimento_yalta_I.htm "Dalla Grande Alleanza alla Guerra Fredda. Parte I - Il fallimento di Jalta"] in InStoria, rivista online di storia e informazione, n. 20 - agosto 2009.
* [http://www.lastoriasiamonoi.rai.it/puntate/cronologia-della-guerra-fredda/743/default.aspx Cronologia della Guerra fredda - Quaranta anni dietro la cortina di ferro] La Storia siamo noi
* {{Thesaurus BNCF}}
 
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{{PresidenzaL.B.Johnson}}
{{PresidenzaKennedy}}
 
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[[Categoria:Guerre che coinvolgono gli Stati Uniti d'America|Guerra fredda]]
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