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{{nota disambigua|il [[documentario]]|Il duomo di Milano}}
{{Edificio religioso
|NomeEdificio = Basilica Cattedrale Metropolitana<br />di [[Natività della Beata Vergine Maria|Santa Maria Nascente]]<br />''Duomo di Milano''
|DedicatoA = [[Natività della Beata Vergine Maria|Santa Maria Nascente]]
|Immagine = Milan Cathedral 2013-09-18.jpg
|Didascalia =
|Larghezza =
|SiglaStato = ITA
|Regione = {{IT-LOM}}
|Città = {{simbolo|CoA Città di Milano.svg}} [[Milano]]
|Religione = [[Chiesa cattolica|Cristiana cattolica]] di [[rito ambrosiano]]
|AnnoConsacr = [[1418]] e [[1577]]
|StileArchitett = [[Architettura gotica|Gotico]], [[Architettura neoclassica|Neoclassico]], [[Architettura neogotica|Neogotico]]
|InizioCostr = [[1386]]
|FineCostr = [[1932]]<ref>[http://museo.duomomilano.it/it/infopage/la-facciata/98c6dda0-5165-4425-99da-8a9390ab0dea/ La Facciata - Museo del Duomo<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>
|Inaugurazione = [[1965]]
|Website = [http://www.duomomilano.it/ Sito ufficiale]
}}
[[File:Brogi, Giacomo (1822-1881) - n. 3818 - Milano - La cattedrale.jpg|thumb|upright=1.3|Il duomo in una foto storica di [[Giacomo Brogi]]]]
[[File:Artgate Fondazione Cariplo - Bisi Luigi, Interno del Duomo di Milano.jpg|miniatura|[[Luigi Bisi]], Interno del Duomo di Milano]]
La '''Basilica Cattedrale Metropolitana della Natività della Beata Vergine Maria''', meglio conosciuta come '''Duomo di Milano''' (''Dòmm de Milan'' in [[dialetto milanese]], [[Alfabeto fonetico internazionale|IPA]]: {{IPA|[ˈdɔm de miˈlãː]}}), è la [[cattedrale]] dell'[[arcidiocesi di Milano]]. Simbolo del [[Milano|capoluogo lombardo]], e situato nell'[[piazza del Duomo (Milano)|omonima piazza]] al centro della metropoli, è dedicato a [[Natività della Beata Vergine Maria|Santa Maria Nascente]]. Per superficie è la sesta chiesa cristiana nel mondo.<ref>{{cita web|url=http://www.travel365.it/chiese-piu-grandi-del-mondo.htm#|titolo=Le 10 Chiese più grandi del Mondo - Classifica Ufficiale 2017|accesso=12 agosto 2017}}</ref> È sede della parrocchia di Santa Tecla nel Duomo di Milano.<ref>{{cita web|url=http://www.duomomilano.it/it/infopage/parrocchia-di-santa-tecla-nel-duomo-di-milano/9d1beb2c-b43e-4759-b4a2-14548db6b761/|titolo=Parrocchia di Santa Tecla nel Duomo di Milano|sito=duomomilano.it|accesso=13 marzo 2015}}</ref>
== Storia ==
[[File:Milano Duomo Interno 1.jpg|thumb|Lapide all'interno del Duomo che commemora l'inizio della costruzione nel 1386]]
[[File:Museo del duomo (Galeazzo Maria Sforza, Giovanni Antonio Amadeo).jpg|thumb|[[Giovanni Antonio Amadeo]], ''Galeazzo Maria Sforza con l'atto di donazione delle cave di Candoglia'', [[Grande Museo del Duomo di Milano|Museo del Duomo di Milano]]]]
=== Una nuova cacca ===
Nel luogo in cui sorge il Duomo un tempo si trovavano l'antica [[Basilica vetus|cattedrale di Santa Maria Maggiore]], cattedrale invernale, e la [[basilica maior|basilica di Santa Tecla]], cattedrale estiva. Dopo il crollo del campanile, l'arcivescovo [[Antonio de' Saluzzi]], sostenuto dalla popolazione, promosse la ricostruzione di una nuova e più grande cattedrale (12 maggio [[1386]]), che sorgesse sul luogo del più antico cuore religioso della città<ref name=DVC20>Pierluigi De Vecchi ed [[Elda Cerchiari Necchi]], ''I tempi dell'arte'', volume 2, Bompiani, Milano 1999, pag. 20.</ref>. Per il nuovo edificio si iniziò ad abbattere entrambe le chiese precedenti: Santa Maria Maggiore venne demolita per prima, Santa Tecla in un secondo momento, nel [[1461]]-[[1462]] (parzialmente ricostruita nel [[1489]] e definitivamente abbattuta nel [[1548]])<ref name="TCI">AA. VV., ''Milano'', Touring Club Italiano, Milano 1998, ISBN 88-365-1249-6.</ref>.
La nuova chiesa, a giudicare dai resti archeologici emersi dagli scavi nella sacrestia, doveva prevedere originariamente un edificio in [[mattoni]] secondo le tecniche del gotico lombardo. Nel gennaio [[1387]] si gettarono le fondazioni dei piloni, opere colossali che erano state già progettate su disegno l'anno precedente. Durante il 1387 si continuarono gli scavi delle fondazioni e si continuarono i piloni. Ciò che fu fatto prima del 1386 venne tutto disfatto o quasi. Nel corso dell'anno il [[Duca di Milano]] [[Gian Galeazzo Visconti]], assunse il controllo dei lavori, imponendo un progetto più ambizioso<ref name=DVC20/>. Il materiale scelto per la nuova costruzione divenne allora il [[marmo di Candoglia]] e le forme architettoniche quelle del [[tardo gotico]] di ispirazione renano-boema. Il desiderio di Gian Galeazzo era infatti quello di dare alla città un grandioso edificio al passo con le più aggiornate tendenze europee, che simboleggiasse le ambizioni del suo Stato, che, nei suoi piani, sarebbe dovuto diventare il centro di una monarchia nazionale italiana come era successo in [[Francia]] e in [[Inghilterra]], inserendosi così tra le grandi potenze del continente. Gian Galeazzo mise a disposizione le cave e accordò forti sovvenzioni ed esenzioni fiscali: ogni blocco destinato al Duomo era marchiato ''AUF'' (''[[Ad usum fabricae]]''), e per questo esente da qualsiasi tributo di passaggio.
Come testimonia il ricco archivio conservatosi fino ai giorni nostri, il primo ingegnere capo fu [[Simone d'Orsenigo]], affiancato da altri maestri lombardi, che nel [[1388]] iniziarono i muri perimetrali. Nel [[1389]]-[[1390]] il francese [[Nicolas de Bonaventure]] venne incaricato di disegnare i finestroni<ref name=TCI/>.
A dirigere il cantiere vennero chiamati architetti francesi e tedeschi, come [[Jean Mignot]], [[Maestro di Boucicaut|Jacques Coene]] o [[Enrico di Gmünd]], i quali però restavano in carica per pochissimo tempo, incontrando una scoperta ostilità da parte delle maestranze lombarde, abituate a una diversa pratica di lavoro. La fabbrica andò quindi avanti in un clima di tensione, con numerose revisioni, che nonostante tutto diedero origine a un'opera di inconfondibile originalità, sia nel panorama italiano che europeo<ref name=DVC20/>.
Inizialmente le fondazioni erano state preparate per un edificio a tre [[navate]], con cappelle laterali quadrate, i cui muri divisori potessero fare anche da contrafforti. Si decise poi di fare a meno delle cappelle, portando il numero delle navate a cinque e il 19 luglio [[1391]] venne deliberato l'ingrossamento dei quattro [[pilastro|pilastri]] centrali. Tuttavia c'era una crescente preoccupazione per la stabilità dell'intera struttura, per via di insufficienti masse inerziali da contrapporre all'azione delle spinte. Così nel settembre dello stesso anno venne interrogato il matematico piacentino [[Gabriele Stornaloco]] per definire la sezione trasversale e l'alzato, attraverso una precisa diagrammazione geometrica e cosmologica (lo Stornaloco era anche un astronomo e cosmografo). Il 1º maggio [[1392]] si scelse la forma delle navate progressivamente decrescenti per un'altezza massima di 76 [[Braccio (unità di misura)|braccia]]<ref name=TCI />.
=== Costruzione del corpo basilicale ===
[[File:3210 - Milano, Duomo - Filippo Abbiati - S. Carlo entra a Milano (1670-80) - Foto Giovanni Dall'Orto, 6-Dec-2007.jpg|thumb|[[Filippo Abbiati]], ''San Carlo entra a Milano'' (1670-80)]]
Nel [[1393]] fu scolpito il primo capitello dei pilastri, su disegno di [[Giovannino de' Grassi]], il quale curò un nuovo disegno per i finestroni e fu ingegnere generale fino alla morte nel [[1398]]. La presenza dei capitelli sui pilastri lo differenzia nettamente dal gotico d'oltralpe, dove le nervature dei pilastri proseguono nelle arcate dando maggiore slancio verticale alla costruzione. Nel 1400 prese il suo posto [[Filippino degli Organi]], che curò la realizzazione dei finestroni absidali. Dal [[1407]] al [[1448]] egli fu responsabile capo della costruzione, che portò a termine la parte absidale e il [[piedicroce]], chiuso provvisoriamente dalla facciata ricomposta di Santa Maria Maggiore<ref name=TCI />. Nel [[1418]] fu consacrato l'altare maggiore da [[papa Martino V]]<ref name=TCI />.
Dal [[1452]] al [[1481]] fu a capo del cantiere [[Giovanni Solari]], che per i primi due anni fu affiancato anche dal [[Filarete]], architetto toscano chiamato dal Duca [[Francesco Sforza]]. Seguirono [[Guiniforte Solari]], figlio di Giovanni, e [[Giovanni Antonio Amadeo]], che con [[Gian Giacomo Dolcebuono]] costruì il [[tiburio]] nel [[1490]]. Alla morte dell'Amadeo ([[1522]]) i successivi maestri fecero varie proposte "gotiche", tra le quali quella di [[Vincenzo Seregni]] di affiancare la facciata con due torri ([[1537]] circa), non realizzata<ref name=TCI />.
Nel [[1567]] l'arcivescovo [[Carlo Borromeo]] impose una ripresa solerte dei lavori, mettendo a capo della Fabbrica [[Pellegrino Tibaldi]], che ridisegnò il [[presbiterio]], il quale venne solennemente riconsacrato nel [[1577]], anche se la chiesa non era ancora terminata<ref name=TCI />.
=== Questione della facciata ===
[[File:Dal Re, Marc'Antonio (1697-1766) - Vedute di Milano - 09 - Il Duomo - ca. 1745.jpg|thumb|Il Duomo nel [[1745]] circa]]
[[File:Progetto Duomo di Milano Pellegrino Tibaldi - Clean.png|thumb|left|Progetto del Tibaldi.]]
Per quanto riguarda la facciata [[Pellegrino Tibaldi]] disegnò un progetto nel [[1580]], basato su un basamento a due piani animato da colonne corinzie giganti e con un'[[edicola]] in corrispondenza della navata centrale, affiancata da [[obelisco|obelischi]]. La morte di Carlo Borromeo nel [[1584]] significò l'allontanamento del suo protetto che lasciò la città, mentre il cantiere veniva preso in mano dal suo rivale [[Martino Bassi]], che inviò a [[Papa Gregorio XIV|Gregorio XIV]], papa milanese, un nuovo progetto di facciata<ref name=TCI />.
Nel XVII secolo la direzione dei lavori vide la presenza dei migliori architetti cittadini, quali [[Lelio Buzzi]], [[Francesco Maria Richini]] (fino al [[1638]]), [[Carlo Buzzi (architetto)|Carlo Buzzi]] (fino al [[1658]]) e i [[Gerolamo Quadrio|Quadrio]]. Nel frattempo nel [[1628]] era stato fatto il portale centrale e nel [[1638]] i lavori della facciata andavano avanti, con l'obiettivo di creare un effetto a edicole ispirato a [[Chiesa di Santa Susanna alle Terme di Diocleziano|Santa Susanna]] di [[Roma]]<ref name=TCI />. A tal fine pervennero nel [[XVIII secolo]] i disegni di [[Luigi Vanvitelli]] ([[1745]]) e [[Bernardo Antonio Vittone]] ([[1746]])<ref name=TCI />.
Tra il [[1765]] e il [[1769]] [[Francesco Croce]] completò il coronamento del tiburio e la [[guglia]] maggiore, sulla quale fu innalzata cinque anni dopo la ''[[Madonnina|Madunina]]'' di rame dorato<ref name=scheda-cnr>{{cita web|http://www.icvbc.cnr.it/bivi/schede/Lombardia/Duomo/duomomilano.htm|Il Duomo di Milano|autore=Ernesto Brivio (CNR)|accesso=3 maggio 2007}}</ref>, destinata a diventare il simbolo della città. Lo schema della facciata di Buzzi venne ripreso a fine secolo da [[Luigi Cagnola]], [[Carlo Felice Soave]]<ref>{{DSS|I27638|Carlo Felice Soave}}</ref> e [[Leopoldo Pollack]]. Quest'ultimo diede inizio alla costruzione del balcone e della finestra centrale.
Nel [[1805]], su istanza diretta di [[Napoleone Bonaparte|Napoleone]], [[Giuseppe Zanoia]] avviò i lavori per il completamento della facciata, in previsione dell'[[Incoronazione di Napoleone Re d'Italia]], che avvenne il 6 maggio [[1805]]. Il progetto venne finalmente concluso nel [[1813]] da [[Carlo Amati]]<ref name=TCI />. Proseguì per tutto l'Ottocento l'aggiunta di statue e l'erezione delle guglie, ad opera di vari architetti (Pestagalli, Vandoni, Cesa Bianchi), su ispirazione delle guglie quattrocentesche. Tra gli scultori che vi lavorarono nei primi anni dell'Ottocento, si può ricordare [[Luigi Acquisti]].
=== Manutenzione e restauri ===
[[File:3207 - Milano - Duomo - Effetti bombe su portale principale - Foto Giovanni Dall'Orto, 22-Feb-2008.jpg|thumb|Portone principale: un dettaglio del danno del bombardamento]]
[[File:Duomo (Milan) after allied bombing 1943 02.jpg|thumb|Fianco destro dopo i bombardamenti del 1943]]
Nel [[1866]] venne demolito il basso campanile che si trovava sulla navata e le campane vennero trasferite nel tiburio, tra le doppie volte. Per tutto il [[XIX secolo]] furono completate le guglie e le decorazioni architettoniche, fino al [[1892]]<ref name=TCI />. Per tutto il secolo si susseguirono inoltre lavori di restauro, volti a sostituire i materiali danneggiati dal tempo.
Nel corso della [[seconda guerra mondiale]] la [[Madonnina]] venne coperta da stracci, onde evitare che i riflessi di luce sulla sua superficie dorata da poco rifatta potessero venire usati come punto di riferimento per i bombardieri alleati in volo sulla città, mentre le vetrate furono preventivamente rimosse e sostituite da rotoli di tela. Pur non essendo stato centrato da bombe a elevato potenziale, anche il duomo venne danneggiato durante i bombardamenti aerei e il suo portone centrale bronzeo mostra ancor oggi alcune "ferite" da parte di spezzoni di bombe esplose nelle vicinanze. Nel [[Dopoguerra|secondo dopoguerra]], a seguito dei danni subiti dai bombardamenti aerei, il Duomo fu restaurato in gran parte, successivamente le restanti porte di legno furono sostituite con altre di [[bronzo]], opera degli scultori [[Arrigo Minerbi]], [[Giannino Castiglioni]] e [[Luciano Minguzzi]].
I quattro piloni centrali che sostengono il [[tiburio]] vennero costruiti in [[serizzo]] con solo la parte esterna in [[marmo]]. Le due parti, interna ed esterna, erano tenute insieme da calce e mattoni rotti. Questa mancanza di uniformità diminuiva sensibilmente la loro capacità di sostegno. Inoltre, il tiburio e la guglia della Madonnina vennero costruite su archi a tutto tondo, posizionati sopra gli archi ogivali. Questi archi sollecitavano i piloni in maniera non uniforme, spingendole verso l'esterno. Nel corso del [[XIX secolo]], nel timore che potessero crollare, vi furono numerosi interventi di restauro, i quali, più che risolvere i problemi, ne occultarono i segni. Verso la metà del [[XX secolo]], a causa dell'aumento del traffico (con conseguenti continue vibrazioni) e all'abbassamento della [[falda freatica]] (che portò i piloni a sprofondare leggermente), la situazione statica del Duomo divenne critica.
Nel [[1969]], per evitare crolli (pezzi di marmo, anche di grosse dimensioni, si erano già staccati, piombando nelle navate), la zona circostante il Duomo venne chiusa al traffico e si ordinò il rallentamento dei treni della [[Linea M1 (metropolitana di Milano)|linea 1 della metropolitana]]. Il restauro statico dei piloni iniziò nel [[1981]] e venne concluso nel [[1986]] in occasione del seicentenario della costruzione<ref name=TCI />. Ancora oggi la manutenzione della cattedrale è affidata alla [[Veneranda Fabbrica del Duomo di Milano]] i cui interventi sono continui tanto da far nascere l'espressione [[Dialetto milanese|milanese]] ''Longh cumè la fabbrica del Domm'', per intendere qualcosa di interminabile<ref>AA.VV., ''Lombardia'', Touring Club Editore, Milano 2001.</ref>.
=== Architetti, ingegneri e consulenti della fabbrica ===
{{div col}}
* [[Simone da Orsenigo]], Generale ingegnere dal 1387 al 1391;
* [[Giacomo da Campione]], ingegnere dal 1388 al 1398
* [[Marco da Campione]], ingegnere dal 1388 al 1390;
* [[Nicola da Bonaventis]] di Francia, ingegnere dal 1389 al 1390;
* [[Giovanni Annex]] da Friburgo, ingegnere nel 1391;
* [[Marco da Carona]], ingegnere dal 1391 al 1405;
* [[Giovannino de' Grassi]], ingegnere dal 1391 al 1398;
* [[Ulrico Fussingen]] da Ulm, ingegnere nel 1394;
* [[Jean Mignot]] da Parigi, ingegnere dal 1399 al 1400;
* [[Filippino degli Organi]], ingegnere dal 1400 al 1448;
* [[Filarete|Antonio di Pietro Averulino, detto il Filarete]], ingegnere dal 1452 al 1454;
* [[Giovanni Solari]], ingegnere dal 1451 al 1463;
* [[Guiniforte Solari]] da Carona, ingegnere dal 1459 al 1480;
* [[Giovanni Antonio Amadeo]], architetto dal 1490 al 1522;
* [[Leonardo da Vinci]], consulente per il tiburio dal 1487 al 1488;
* [[Luca Fancelli]], consulente per il tiburio dal 1487 al 1491;
* [[Bramante]], consulente per il tiburio nel 1490;
* [[Gian Giacomo Dolcebuono]], ingegnere dal 1490 al 1503;
* [[Andrea Fusina]], architetto dal 1506 al 1527;
* [[Cristoforo Solari]], architetto dal 1501;
* [[Bernardo Zenale]] da Treviglio, ingegnere dal 1520 al 1527;
* [[Giulio Romano]], consulente per la porta in Compito;
* [[Vincenzo Seregni]], architetto dal 1547 al 1567;
* [[Pellegrino Tibaldi]], architetto dal 1567 al 1585;
* [[Martino Bassi]] da Seregno, architetto dal 1587 al 1591;
* [[Fabio Mangone]], ingegnere dal 1617 al 1629;
* [[Francesco Maria Richini]], architetto dal 1631 al 1638;
* [[Carlo Buzzi (architetto)|Carlo Buzzi]], dal 1638 al 1658;
* [[Gian Lorenzo Bernini]], consulente per la facciata nel 1656;
* [[Gerolamo Quadrio]], dal 1658 al 1679;
* [[Andrea Biffi]], dal 1679 al 1686;
* [[Gianbattista Quadrio]], dal 1686 al 1723;
* [[Antonio Quadrio]], 1723 al 1743;
* [[Bartolomeo Bolla]], dal 1743 al 1761;
* [[Luigi Vanvitelli]], consulente per la facciata dal 1745 al 1751;
* [[Francesco Croce]], dal 1760 al 1773;
* [[Carlo Felice Soave]], dal 1795 al 1803;
* [[Giovanni Antonio Antolini]], dal 1801 al 1802;
* [[Leopoldo Pollack]], dal 1806 al 1836;
* [[Giuseppe Zanoia]], nel 1806;
* [[Carlo Amati]], dal 1806 al 1813;
* [[Piero Pestagalli]], dal 1813 al 1853.<ref>Giacomo Bascapè, Paolo Mezzanotte, ''Il Duomo di Milano'', p. 101, op. cit.</ref>
{{div col end}}
== Contesto urbanistico ==
[[File:MI - 1832 - Stanfield, William - The Duomo at Milan, Italy - 1832.jpg|thumb|left|Il Duomo con in primo piano "la cassina", ovvero il complesso degli edifici della fabbrica del duomo contenenti tutti i laboratori del cantiere, incisione del [[1832]]]]
{{citazione|''Il Duomo, simbolo per eccellenza di [[Milano]], è la prima cosa che cerchi quando ti alzi al mattino e l'ultima su cui lo sguardo si posa la sera. Si dice che il Duomo di Milano venga solo dopo [[Basilica di San Pietro in Vaticano|San Pietro in Vaticano]]. Non riesco a capire come possa essere secondo a qualsiasi altra opera eseguita dalla mano dell'uomo''|''[[Mark Twain]]''}}
Anticamente il Duomo era circondato dal fitto tessuto urbanistico medievale che, come attorno ad altre grandi cattedrali francesi e tedesche, creava vedute improvvise e maestose del mastodontico edificio, il quale sembrava una montagna di marmo emergente da una trama di minuti edifici di mattoni. L'antico aspetto della zona è testimoniata oggi da vedute antiche e da una serie di fotografie della metà dell'Ottocento. Con l'apertura della piazza di [[Giuseppe Mengoni]] tra il [[1865]] e il [[1873]], la facciata del Duomo poté diventare un grandioso sfondo scenografico, ma, come non mancarono di far notare le numerose polemiche, banale<ref name=DVC21>De Vecchi-Cerchiari, cit., pag. 21.</ref>.
Il fianco sinistro resta visibile quasi soltanto di scorcio, a causa della vicinanza degli edifici circostanti, mentre l'imbocco di via Vittorio Emanuele II permette di osservare l'articolarsi dei volumi dell'[[abside]], del [[transetto]] e del [[tiburio]], fino alla guglia maggiore della ''Madonnina''. Altri interessanti scorci sono visibili da [[Piazza Fontana]], dallo squarcio del [[Verziere]], dalla piazzetta del [[Palazzo Reale (Milano)|Palazzo Reale]] o dalla terrazza del primo piano dell'[[Palazzo della Ragione (Milano)|Arengario]]<ref name=TCI />.
== Architettura ==
[[File:Brogi, Giacomo (1822-1881) - n. 3827a - Milano - Interno della cattedrale 2.jpg|thumb|Interno della basilica in una stampa del XIX secolo]]
Lo stile del Duomo, essendo frutto di lavori secolari, non risponde a un preciso movimento, ma segue piuttosto un'idea di "gotico" mastodontico e fantasmagorico via via reinterpretato. Nonostante ciò, e nonostante le contraddizioni stilistiche nell'architettura, il Duomo si presenta come un organismo unitario. La gigantesca macchina di pietra infatti affascina e attrae l'immaginazione popolare, in virtù anche della sua ambiguità<ref>TCI, ''Milano'', cit., pag. 154.</ref>, fatta di ripensamenti, di discontinuità e, talvolta, di ripieghi. Anche il concetto di "autenticità" gotica, quando si pensa a come in realtà gran parte delle strutture visibili risalga al periodo [[neogotico]], per non parlare delle frequenti sostituzioni, è in realtà una storpiatura della stessa essenza del monumento, che va visto invece come un organismo architettonico sempre in continua e necessaria ricostruzione<ref name=TCI />.
Il duomo ha una pianta a [[croce latina]], con [[Aula (chiesa)|piedicroce]] a cinque [[navate]] e [[transetto]] a tre, con un profondo [[presbiterio]] circondato da [[deambulatorio]] con [[abside]] poligonale. All'incrocio dei bracci si alza, come di consueto, il [[tiburio]]. L'insieme ha un notevole slancio verticale, caratteristica più transalpina che italiana, ma questo viene in parte attenuato dalla dilatazione in orizzontale dello spazio e dalla scarsa differenza di altezza tra le navate, tipico del [[gotico italiano|gotico lombardo]]<ref name=DVC20/>.
La struttura portante è composta dai [[pilastro|pilastri]] e dai muri perimetrali rinforzati da contrafforti all'altezza degli stessi piloni. Questa è una caratteristica che differenzia il duomo milanese dalle cattedrali transalpine, limitando, rispetto al [[architettura gotica|gotico]] tradizionale, l'apertura dei finestroni (lunghi e stretti) e dando all'insieme (a eccezione dell'abside) una forma prevalentemente "chiusa", dove la parete è innanzitutto un elemento di forte demarcazione, sottolineata anche dall'alto [[zoccolo (architettura)|zoccolo]] di tradizione lombarda. Viene così a mancare lo slancio libero verso l'alto<ref name=DVC20/>. Ciò è evidente anche se si considera che [[guglia|guglie]] e [[pinnacolo|pinnacoli]] non hanno funzione portante, infatti vennero sporadicamente aggiunti nel corso dei secoli, fino al completamento del coronamento nel XIX secolo<ref name=DVC20/>.
[[File:DSC08088 - Milano - Sul tetto del Duomo - Foto Giovanni Dall'Orto - 18-jul-2003.jpg|thumb|left|Contrafforti, archi rampanti e pinnacoli]]
I [[contrafforte|contrafforti]] hanno forma di triangoli e servono per contenere le spinte laterali degli archi. Il basamento è in muratura, come pure le parti interne delle pareti e degli altri elementi, mentre nei pilastri è stata usata un'anima di [[serizzo]]; anche le [[vela (architettura)|vele]] delle [[volta (architettura)|volte]] sono in mattoni. Il paramento a vista, che ha anche un ruolo portante, non solo di rivestimento, è invece in [[marmo di Candoglia]] bianco rosato con venature grigie: la cava, fin dall'epoca di [[Gian Galeazzo Visconti]], è ancora di proprietà della Fabbrica del Duomo<ref name=TCI />.
Le pareti esterne sono animate da una fitta massa di semipilastri polistili che sono coronati in alto, al di sotto delle terrazze, da un ricamo di archi polilobati sormontati da cuspidi. Le finestre ad arco acuto sono piuttosto strette, poiché come si è detto le pareti hanno funzione portante<ref name=TCI />.
[[File:864MilanoDuomo.JPG|thumb|La zona absidale]]
La copertura a terrazze (pure in marmo) è un ''unicum'' nell'[[architettura gotica]], ed è sorretta da un doppio ordine incrociato di volte minori. In corrispondenza dei pilastri si leva una "foresta" di [[pinnacolo|pinnacoli]], collegati tra di loro da [[arco rampante|archi rampanti]]. In questo caso i pinnacoli non hanno funzione strutturale, infatti risalgono quasi tutti alla prima metà del XIX secolo. Nei disegni antichi e nel grande modello del [[1519]] di [[Bernardo Zenale]] ([[Grande Museo del Duomo di Milano]]) si vede una cresta centrale che doveva evidenziare ancora maggiormente la forma triangolare, sia lungo la navata che il transetto, raccordandosi al [[tiburio]], e che venne esclusa dal progetto nel [[1836]]<ref name=TCI />.
=== Architettura esterna ===
La parte completata per prima è quella absidale, traforata da grandi finestroni, dove compare lo stemma di [[Gian Galeazzo Visconti]]. Le statue, i contrafforti, i doccioni e le guglie risalgono in genere dall'epoca del suo successore, [[Filippo Maria Visconti]], fino al XIX secolo. La quattrocentesca guglia ''Carelli'' fu la prima ad essere costruita<ref name=TCI />.
A partire dall'abside, che è del XIV secolo, i fianchi via via sono posteriori avvicinandosi alla facciata, fino al XVII secolo. I contrafforti esterni sono coronati da guglie e legati al basamento da più fasce orizzontali. In alto si trova una cornice ad archetti polilobi su peducci con figure antropomorfe e zoomorfe. Tra i contrafforti, in alto, si trovano le finestre che illuminano le navate<ref name=TCI />.
L'abside è poligonale e inquadrata dai corpi delle due sagrestie, che sono coronate dalla guglie più antiche. Illuminano l'abside tre enormi finestroni con nervature in marmo che disegnano, nell'ogiva, i [[rosone|rosoni]] (di [[Filippino degli Organi|Filippo degli Organi]], inizio del XV secolo). Il finestrone centrale, con la manta dei Visconti, è dedicato all'Incarnazione di Cristo<ref name=TCI />.
=== Facciata ===
[[File:Milan Cathedral x.jpg|thumb|upright=1.4|La facciata.]]
[[File:3200 - Milano - Duomo - Finestrone della facciata - Foto Giovanni Dall'Orto, 5-Dec-2007.jpg|thumb|left|Finestrone seicentesco]]
La facciata testimonia di per sé la complessa vicenda edilizia del complesso del Duomo, con la sedimentazione di secoli di architettura e scultura italiana.
Cinque campiture fanno intuire la presenza delle navate, con sei contrafforti (doppi alle estremità e attorno al portale centrale) sormontati da guglie<ref name=TCI />.
La costruzione della facciata cominciò nel 1590, sotto la direzione dell'architetto Pellegrini, in stile tardomanierista, continuando poi nella prima metà del Seicento sotto la direzioni del Richini e di Carlo Buzzi. Risalgono a quel periodo i cinque portali e parte delle finestre soprastanti, con il coronamento a timpano spezzato. La decorazione a bassorilievo dei portali venne scolpita ai tempi dell'arcivescovo Federico Borromeo su disegni del [[Il Cerano|Cerano]]. I basamenti dei contrafforti centrali sono decorati da rilievi seicenteschi, con [[telamone (architettura)|telamoni]] disegnati da Carlo Buzzi. I rilievi sui basamenti dei contrafforti laterali sono invece del XVIII e XIX secolo. A partire dalla metà del Seicento infatti lavori procedettero a rilento a causa dell'acceso dibattito sulla scelta del progetto da adottare. La conclusione, in stile neogotico, avvenne a partire dal 1805 su ordine di Napoleone. A tale epoca appartengono i tre finestroni [[neogotici]], realizzati su progetto del Soave e poi dell'Amati.<ref name=TCI />. Le statue di ''Apostoli'' e ''Profeti'' sulle mensole sono tutte ottocentesche. Del primo decennio dell'Ottocento sono le due statue neoclassiche che ornano la balaustra del finestrone centrale, la ''Legge mosaica'' dell'Acquisti e la ''Legge di Cristo'' di [[Camillo Pacetti]]. Alcuni studiosi sostengono che questa statua sia stata fra le principali fonti di ispirazione per la realizzazione della newyorkese ''[[Statua della Libertà]]''<ref>[http://milano.corriere.it/milano/notizie/cronaca/09_settembre_28/statua-liberta-copiata-1601816542628.shtml Armando Torno, Corriere della Sera del 28 settembre 2009]</ref>.
L'ultimo atto di completamento è costituito dalle porte in [[bronzo]], novecentesche. È del 1906 quella centrale, dalle leggere linee neogotiche, mentre le altre quattro furono realizzate nel dopoguerra.
Si va dal Tardo [[Rinascimento]] del [[Pellegrino Tibaldi|Tibaldi]], al [[Barocco]] di [[Francesco Maria Richini]], al neogotico napoleonico dell'[[Luigi Acquisti|Acquisti]]. Nel [[1886]] la 'Grande Fabbrica' indisse un concorso internazionale per un integrale rifacimento della facciata in stile gotico e nell'ottobre del [[1888]] la giuria scelse [[Giuseppe Brentano]] come vincitore, un giovane allievo di Boito. Il progetto, concepito a modello delle cattedrali francesi, è ancora visibile nella navata destra del Duomo. Pur essendo già ordinati i marmi e predisposti i lavori, anche a causa della prematura morte del Brentano la realizzazione del progetto venne congelata. In seguito, le forti polemiche che insorsero al momento dello smantellamento dei portali barocchi finirono per bloccarlo del tutto. L'unica parte del progetto realizzata, il portale bronzeo di [[Lodovico Pogliaghi]], fu adattato con un'aggiunta alla cornice seicentesca.
== Decorazione ==
[[File:025MilanoDuomo.JPG|thumb|Fiancata nord]]
La caratteristica distintiva del Duomo di Milano, oltre alla forma di compromesso tra verticalità gotica e orizzontalità di tradizione lombarda, è la straordinaria abbondanza di sculture<ref name=DVC20/>. A quello che è un incomparabile campionario di statuaria dal XIV al XX secolo si dedicarono maestri di diversa provenienza, soprattutto all'inizio, con esempi che vanno dai [[maestri campionesi]] ai modi secchi di [[Giovannino de' Grassi]], per poi passare allo stile morbido e cosmopolita dei maestri boemi, renani e dello stesso [[Michelino da Besozzo]], fino agli esempi di scultura rinascimentale, barocca e neoclassica, con anche qualche opera [[art déco]] degli anni venti e trenta del Novecento<ref name=TCI />.
L'altro grandioso ciclo decorativo riguarda le vetrate. Il duomo contiene, con le sue cinquantacinque vetrate monumentali, una straordinaria testimonianza della storia dell'arte vetraria dall'inizio del Quattrocento alla fine del Novecento. Alla loro produzione collaborarono, nel corso dei secoli, maestri vetrai di scuola italiana, fiamminga e tedesca, spesso in collaborazione con importanti pittori che fornirono i cartoni per le vetrate, quali [[Giuseppe Arcimboldo]], Pellegrino Tibaldi e altri.
{{vedi anche|Vetrate del Duomo di Milano}}
=== Decorazione della facciata ===
[[File:2492 - Milano - Duomo - Lunetta portone principale - Foto Giovanni Dall'Orto, 22-Feb-2008.jpg|thumb|Portale centrale, ''Creazione di Eva'']]
[[File:4515 - Milano - Duomo - Portone centrale - Fons amoris - Foto Giovanni Dall'Orto - 8-Mar-2007.jpg|thumb|upright|Decorazione delle paraste del portale centrale]]
====''Porta dell'Editto di Costantino''====
Sulla facciata, partendo dal basamento esterno di sinistra i rilievi ritraggono:
* ''Morte di [[Assalonne]]''
* ''[[Sansone]] toglie le porte di Gaza''
* ''Sansone sbrana il leone''
* ''Sacrificio di [[Caino]]''
* ''Sacrificio di [[Abele]]''<ref name=TCI />
Il timpano del portale sinistro è decorato dai rilievi di ''Ester ad Assuero'' su disegno di [[Il Cerano|Giovanni Battista Crespi detto il Cerano]], mentre la ''Porta dell'[[Editto di Milano|Editto di Costantino]]'' risale al [[1948]] ed è opera di [[Arrigo Minerbi]]. Fu iniziata dallo scultore nel 1937 ma inaugurata solo nel dopoguerra. Il Minerbi infatti era stato allontanato a causa delle leggi razziali, essendo di famiglia ebrea. La porta è composta da dodici formelle rettangolari, oltre al fastigio superiore in mezzo al quale campeggia la figura di [[Costantino I]]. In basso sono ritratti i sei vescovi di Milano precedenti l'editto di Costantino, fra i quali si riconoscono Sant'[[Anatalone]] e San [[Calimero di Milano|Calimero]]. Salendo, si vedono torture e persecuzioni subite dai martiri cristiani prima dell'editto. Al centro sono quindi le tavole dell'editto, promulgato a Milano nel 313 d.C., e al di sopra la liberazione dei cristiani e la loro esultanza. In cima, l'apoteosi di Costantino.
====''Porta di Sant'Ambrogio''====
Il secondo basamento ha rilievi di:
* ''Sacrificio di Noè''
* ''David con la testa di Golia''
* ''Torre di Babele''<ref name=TCI />
Il fregio al di sopra del portale mostra ''Sisara e Giaele'', sempre disegnato dal Cerano e la porta in bronzo con rilievi sulla ''Vita di Sant'Ambrogio'' è di [[Giannino Castiglioni]] ([[1950]]).
====''Porta di Maria''====
Il terzo basamento ha:
* ''Serpente di bronzo''
* ''Letto di Salomone''
* ''Figure simboliche''<ref name=TCI />
Il portale centrale ha le [[parasta|paraste]] riccamente decorate da motivi con fiori, frutta e animali, e un timpano con la ''Creazione di Eva'', su disegno del [[Il Cerano|Cerano]]. La porta bronzea è di [[Ludovico Pogliaghi]] e presenta ''Storie della vita di Maria'' tra rilievi floreali<ref name=TCI />. Fu la prima ad essere realizzata, e fu inaugurata nel 1906. Essa era stata eseguita come parte del progetto di rifacimento della facciata progettato da Brentano. Quando il progetto fu abbandonato, fu adattata all'antico portale seicentesco con l'aggiunta del fastigio superiore, traforato, con ''L'incoronazione di Maria fra cori angelici''. La porta rappresenta, sul battente di destra, gli episodi dolorosi, con al centro la ''Pietà'', mentre a sinistra gli episodi gaudiosi, con al centro l<nowiki>'</nowiki>''Assunzione''. L'episodio dell'annunciazione riporta ancora i segni di danni bellici provocati nel 1943 da un bombardamento aereo sulla città.
====''Porta della battaglia di Legnano''====
Nel quarto basamento il fregio marmoreo a coronamento del portale ritrae ''Giuditta che taglia la testa a Oloferne'', disegnato dal [[Il Cerano|Cerano]], mentre il portale bronzeo del [[1950]] fu iniziato da [[Franco Lombardi (scultore)|Franco Lombardi]] e terminato da [[Virginio Pessina]], con pannelli raffiguranti la ''Storia di Milano dalla distruzione del Barbarossa alla vittoria di Legnano''.
Il rilievi del quinto basamento ritraggono:
* ''Torre davidica''
* ''Mosè fa scaturire le acque''
* ''Sogno di Giacobbe''<ref name=TCI />
====''Porta della Storia del Duomo''====
[[File:Window - Duomo - Milan 2014 (5).jpg|thumb|Il centro del rosone dell'abside, con la "''razza"'' viscontea, la ''Trinità'' e l<nowiki>'</nowiki>''Annunciazione'']]
Il fregio del portale mostra ''Salomone e la regina di Saba'' di [[Gaspare Vismara]], su disegno del [[Il Cerano|Cerano]]. La porta bronzea con ''Episodi della storia del Duomo'' è di [[Luciano Minguzzi]] ([[1965]])<ref name=TCI />.
Il sesto basamento, esterno a destra, ha rilievi di
* ''Roveto ardente''
* ''Cacciata dal Paradiso terrestre''
* ''Grappolo della Terra Promessa''
* ''Mosè salvato dalle acque''
* ''Raffaele e Tobiolo.''<ref name=TCI />
Più in alto spiccano particolarmente le grandi statue relative all'[[Antico Testamento]] di [[Luigi Acquisti]].
=== Statue esterne ===
[[File:IMG 3738 - Duomo di Milano - Statue di Davide e Golia, e San Giovanni Battista - Foto di Giovanni Dall'Orto - 16-jan-2007.jpg|thumb|''Davide con la testa di Golia'' e ''San Giovanni Battista'']]
[[File:IMG 3732 - Duomo di Milano - Statua di santo - Foto di Giovanni Dall'Orto - 16-jan-2007.jpg|thumb|''Santo Martire'']]
Tutto l'esterno è decorato da un ricchissimo corredo scultoreo. Sulle mensole degli sguanci delle finestre si trovano statue e busti, sui contrafforti statue coperte da baldacchini marmorei (in basso) e 96 "giganti" (in alto), sui quali svettano i doccioni figurati come esseri mostruosi. Altre statue si trovano sulle guglie, sia a coronamento che nelle nicchie. Il complesso delle sculture è una straordinaria galleria dell'arte a Milano tra il XIV e il [[neoclassicismo]], alla realizzazione della quale parteciparono maestri lombardi, tedeschi, boemi, francesi (fra cui i borgognoni), toscani, veneti e campionesi<ref name=TCI />.
Le statue più importanti sono<ref name=TCI />:
* Dal fianco destro, secondo contrafforte in basso ''Sant'Ambrogio'' di [[Carlo Simonetta]] ([[1649]]).
* Sul terzo contrafforte in alto ''David'' di [[Gian Andrea Biffi]] ([[1597]]) e al centro ''Figura virile'' di [[Cristoforo Solari]].
* Sul settimo, in alto, ''Vescovo'', attribuito ad [[Angelo Marini]]
* Nel transetto destro, negli sguanci tra la X e la XIV finestra si trovano una serie di mezze figure di ''Sante'', della fine del Trecento.
* Sull'ottavo contrafforte, in alto, ''Costantino'' di [[Angelo Marini]] e al centro una notevole ''Maddalena'' di [[Andrea Fusina]]
* Sulla tredicesima finestra ''Santa Caterina d'Alessandria'' (in alto) e ''San Paolo'' (in basso) entrambe della scuola del [[Agostino Busti|Bambaia]]
* Sul quindicesimo contrafforte, in alto, ''San Pietro Martire'' della scuola di [[Jacopino da Tradate]], e al centro ''Santo Stefano'' di [[Walter Monich]].
* Sul diciassettesimo, sul capocroce destro, in alto ''Davide e Abigaele'' di [[Biagio Vairone]]
* Sul diciannovesimo contrafforte, sull'abside, al centro, ''San Giovanni Battista'' di [[Francesco Briosco]] ([[1514]]) e a destra ''David'' pure di [[Biagio Vairone]]
* Negli sguanci del finestrone mediano in basso ''Isachab'' e ''Joachim'' di scuola del Bambaia, al centro due ''Serafini'' di [[Pieter Monich]] ([[1403]]) e in alto due ''Angeli'' attribuiti a [[Matteo Raverti]] e [[Niccolò da Venezia]] ([[1403]]). Al centro del rosone si trova la "''razza"'', stemma di [[Gian Galeazzo Visconti]], affiancata ai lati dalle figure dell<nowiki>'</nowiki>''Annunciazione'', disegnate da [[Isacco Imbonate]] e [[Paolino da Montorfano]] ([[1402]])
* Sul contrafforte venti al centro ''Giuda maccabeo'' del Fusina ([[1420]]) e in alto ''Nudo virile'' di [[Jacopino da Tradate]] ([[1404]]), la ''Suonatrice di corno'' di [[Giorgio Solari]] ([[1404]]) e il notevole ''Gigante'' di [[Matteo Raverti]] ([[1404]])
* Sulla ventunesima finestra, in alto, le statue quattrocentesche di ''Adamo, Abele, Caino'' ed ''Eva''.
* Sul ventunesimo contrafforte in basso ''Tobia'', attribuito alla fine del XV-inizio del XVI secolo.
* Nel capocroce sinistro, sulla ventiduesima finestra, ''Sibilla cumana'' del XVI secolo.
* Sul ventiduesimo contrafforte, al di sotto della guglia Carelli, un ''Profeta'' in alto (XVI secolo) e ''Salomone'' al centro ([[1508]])
* Sulla ventitreesima finestra un quattrocentesco ''Adamo'' in alto e un cinquecentesco ''Costantino'' in basso
* Sulla venticinquesima finestra, nel transetto sinistro, un ''San Rocco'' (XVI secolo), ''San Galdino'', ''Alessandro V'', quest'ultima della scuola di [[Jacopino da Tradate]], e un ''San Francesco d'Assisi'' ([[1438]])
* Sulla ventiseiesima finestra alcune mezze figure di ''Sante'' di scuola borgognona e una ''Santa Redegonda'' attribuita a [[Niccolò da Venezia]] ([[1399]]).
* Sulla ventiseiesima ''San Bernardino'' della seconda metà del XVI secolo.
* Sul ventisettesimo contrafforte una ''Santa Rosalia'' di [[Carlo Francesco Mellone]] ([[1695]])
* Sulla ventinovesima finestra le quattrocentesche statue della ''Maddalena'', ''Santo monaco'' e ''San Nazario''.
* Sulla trentesima ''San Bartolomeo'' della scuola di [[Jacopino da Tradate]] e mezze figure di ''Sante'' del XIV e XV secolo.
* Sulla trentunesima, in basso, ''Apostolo con libro'', della bottega di [[Cristoforo Solari]] (seconda metà del XV secolo)
* Sul fianco sinistro del piedicroce, trentatreesima finestra, ''San Rocco'' della prima metà del XVI secolo
* Sulla trentacinquesima ''San Sebastiano'' della metà del XV secolo
* Sul trentasettesimo contrafforte, in alto, ''Giuditta'' attribuita ad [[Antonio Rizzo (architetto)|Antonio Rizzo]]
* Sulla trentottesima finestra un ''Profeta'' della fine del XVI secolo.
=== Architettura interna ===
[[File:Fotothek df tg 0000071 Architektur ^ Geometrie ^ Grundriss ^ Mailänder Dom.jpg|thumb|left|Schema della pianta e delle volte del Duomo di Milano]]
[[File:Interior of the Duomo (80).jpg|thumb|Interno]]
L'interno è diviso in cinque navate, e il transetto in tre. Il [[presbiterio]] è profondo e cinto da un [[deambulatorio]], a fianco del quale si aprono le due sagrestie. La navata centrale è ampia il doppio di quelle laterali, che sono di altezza leggermente decrescente, in modo da permettere l'apertura di piccole finestre ad arco acuto nel [[cleristorio]], sopra gli archi delle volte, che illuminano l'interno in maniera diffusa e tenue. Manca il [[triforio]]<ref name=TCI />.
I cinquantadue pilastri polistili dividono le navate e sorreggono le volte a [[costolone|costoloni]] dipinte con un traforo gotico. Questa decorazione fu iniziata dall'abside (metà del XV secolo), proseguita nel [[tiburio]] ([[1501]]) e ancora nel XVII, fino alle integrazioni e i rifacimenti di [[Achille Alberti]] e [[Alessandro Sanquirico]] (dal [[1823]]). Dal [[1964]] non è stata più reintegrata<ref name=TCI />.
Molto originali sono i capitelli monumentali a nicchie e cuspidi con statue, che decorano i pilastri lungo la navata centrale, il transetto e l'abside. Alcuni capitelli sono a doppio registro, con statue di santi nelle nicchie sormontate da statue di profeti nelle cuspidi. Gli altri pilastri hanno decorazioni a motivi vegetali<ref name=TCI />.
Il pavimento, su disegno originale di [[Pellegrino Tibaldi]], fu iniziato nel [[1584]] e terminato, con variazioni, solo tra il [[1914]] e il [[1940]]. Si tratta di un complesso intreccio di marmi chiari e scuri, tra i quali il nero Varenna, il bianco e rosa di Candoglia, il rosso d'Arzo (in origine, oggi quasi completamente sostituito dal rosso di Verona). Tibaldi definì anche gli altari laterali, i mausolei, il coro e il presbiterio (risistemato nel [[1986]]), sulle richieste del cardinale Borromeo. L'interno oggi ha un aspetto che risente soprattutto di quest'epoca, legata al periodo della [[Controriforma]]. Nel XVIII secolo alcuni monumenti vennero trasferiti nelle campate verso la facciata, da poco completate<ref name=TCI />.
{{clear|both}}
<gallery>
File:Interior of the Duomo (128).jpg|Le navate
File:Duomo di Milano (27176084114).jpg|Le volte
File:Duomo di Milano (27787851285).jpg|Le volte
File:Ceiling - Duomo - Milan 2014.jpg|Particolare delle volte
File:Milano by night (20512336444).jpg|La selva di pilastri
File:Interior of the Duomo (167).jpg|Il pavimento
</gallery>
=== Decorazione interna ===
==== Quadroni di San Carlo ====
[[File:米兰大教堂 - panoramio.jpg|thumb|left|I [[Quadroni di San Carlo]].]]
Nel mese di novembre, periodo dedicato a [[Carlo Borromeo|san Carlo Borromeo]], (celebrato il 4 novembre) nel Duomo vengono esposti i cosiddetti "[[Quadroni di San Carlo]]", un ciclo di cinquantasei grandi tele che celebrano la vita e i miracoli del santo compatrono di Milano. Realizzate nel corso del Seicento, costituiscono il più importante ciclo pittorico del barocco lombardo.
Il primo ciclo, fu commissionato tra il 1602 e il 1604 dalla Fabbrica del Duomo, a soli 18 anni dalla la morte del santo, ad alcuni dei più affermati pittori della Milano del tempo: [[il Cerano]] (4 dipinti), [[Paolo Camillo Landriani|il Duchino]] (7), [[Fiammenghini|il Fiammenghino]] (5), Carlo Buzzi (2), Carlo Francesco Procaccini (1), e altri. Questo ciclo comprende le 28 tele più grandi (6 metri per 4,75), che narrano i ''Fatti della vita del beato Carlo''. Ad esso si aggiunse il secondo ciclo, i ''Miracoli di San Carlo'', di altrettanti dipinti riguardanti i suoi miracoli e guarigioni. Questi quadri sono più piccoli rispetto alla prima serie e misurano approssimativamente 2,4x4,4 metri. Furono realizzati tra il dicembre del 1609 e il novembre 1610, quando san Carlo venne canonizzato. Agli esecutori del primo ciclo si aggiunse [[Giulio Cesare Procaccini]], autore, con il Cerano, delle tele più apprezzate dalla critica.
Oltre a questa serie di teleri, in epoca barocca vennero dipinte altre due grandi cicli: il ciclo del ''Ritrovamento della vera croce'', che veniva esposto in occasione della festa del Sacro Chiodo, e il ciclo del ''SS. Sacramento'', narrante prodigi e miracoli del SS. Sacramento. Cessata con la seconda guerra mondiale la consuetudine delle loro esposizioni, sono attualmente collocati presso il [[Museo diocesano (Milano)|museo diocesano]] in [[Basilica di Sant'Eustorgio|Sant'Eustorgio]].
{{vedi anche|Quadroni di San Carlo}}
[[File:6849 - Milano - Duomo - Estremità meridiana solare - Foto di Giovanni Dall'Orto - 29-jan-2007.jpg|thumb|left|Estremità della meridiana con il segno del capricorno]]
==== Controfacciata ====
Il portale mediano, in controfacciata, venne disegnato da [[Fabio Mangone]] agli inizi del XVII secolo, ma realizzato solo nel [[1820]]. Il coronamento presenta le statue di ''sant'Ambrogio'' e ''san Carlo'', rispettivamente di [[Pompeo Marchesi]] e di Gaetano Monti. Sull'attico una lapide ricorda le due consacrazioni, del [[1418]] e del [[1577]]. Le vetrate dei finestroni classicheggianti del primo livello sono del XIX secolo, realizzate dai fratelli Bertini, con ''san Carlo'', ''sant'Ambrogio'' e ''san Michele'', mentre è di Mauro Conconi ''santa Tecla''. Quelle dei finestrini neogotici sono degli anni cinquanta del XX secolo, realizzate dall'ungherese Hajnal, recuperando i vivi colori della tradizione medioevale<ref name=TCI />. Rappresentano, ai lati, la ''Chiesa'' e la ''Sinagoga'', mentre al centro la ''Trinità'' con un'insolita iconografia. L'''Assunta'' nella vetrata centrale fu realizzata su cartoni di [[Luigi Sabatelli]].
==== Meridiana ====
In vicinanza dell'ingresso del Duomo si trova la meridiana col simbolo del [[capricorno (astrologia)|capricorno]], composta da una striscia d'[[Ottone (lega)|ottone]] incassata nel pavimento che attraversa la navata e che risale per tre metri sulla parete di sinistra (a nord). Sulla parete rivolta a sud, a una altezza di quasi 24 metri dal pavimento, è praticato un foro attraverso il quale, al mezzogiorno solare, un raggio di luce si proietta sulla striscia del pavimento. Per evitare che in alcuni giorni dell'anno il foro d'ingresso della luce finisca in ombra, sul lato sud della chiesa manca l'archetto marmoreo. Ai lati della linea metallica sono installate delle lastre di marmo indicanti i [[segno zodiacale|segni zodiacali]] con le date di ingresso del sole.
Lo strumento fu realizzato nel [[1786]] dagli astronomi di [[Osservatorio astronomico di Brera|Brera]], restaurato più volte e modificato nel [[1827]] in seguito al rifacimento del pavimento del Duomo<ref name=TCI />.
==== Navata esterna destra ====
=====Monumenti funerari=====
[[File:IMG 5463 - Milano - Duomo - Tomba Ariberto d'Intimiano - Foto Giovanni Dall'Orto 17-feb-2007.jpg|thumb|Tomba di Ariberto da Intimiano]]
Nella prima [[campata]] della navata esterna destra si trova il sarcofago dell'arcivescovo [[Ariberto da Intimiano]] (m. [[1045]]), che resse le sorti del Comune di Milano dal 1018 al 1045 riunendo su di sé il potere temporale e vescovile sulla città. L'avello, in semplice pietra grezza di serizzo senza ornamenti, è sormontato da una copia del famoso crocifisso in lamina di rame dorato, oggi nel [[Museo del Duomo (Milano)|Museo del Duomo]], donato originariamente da Ariberto al [[monastero di San Dionigi]]<ref name=TCI />. La croce, pregevole opera protoromanica, reca un'immagine iconica del Cristo di gusto ancora bizantino. Sulla sommità della croce, nei due tondi, sono le personificazioni del Sole e della Luna. Al termine dei bracci trilobati della croce, sono le figure di Maria e di Giovanni, mentre ai piedi del Cristo è un'immagine dello stesso Ariberto che reca in dono il convento di San Dionigi. La croce era ritenuta dalla tradizione quella recata sul [[Carroccio]] durante la [[battaglia di Legnano]] del 1176 contro l'imperatore [[Federico Barbarossa]].
A sinistra, un piccolo marmo seicentesco riporta un'iscrizione che ricorda{{Citazione|El principio dil Domo di Milano fu nel anno [[1386]].}}
La vetrata è decorata da ''Storie di San Giovanni evangelista'', tratte dalla ''[[Legenda Aurea]]'' di [[Jacopo da Varazze]], qui ricomposte e restaurate negli anni sessanta. La vetrata fu commissionata dal Collegio dei Notai a [[Cristoforo de' Mottis]] che la realizzò nel periodo[[1473]]-[[1477]]<ref name=TCI />. È una delle più belle vetrate del pieno rinascimento conservate in duomo. Il gusto umanista che pervade gli episodi della vita del santo si manifesta negli eleganti costumi quattrocenteschi e nelle splendide architetture di gusto classico rese con rigorosa prospettiva<ref>[http://www.treccani.it/enciclopedia/de-mottis_(Dizionario-Biografico)/ De Mottis,Dizionario Biografico degli Italiani, Treccani.it]</ref>.
[[File:Milano, Duomo, Vetrata del Vecchio Testamento, navata destra, XV secolo 02.JPG|thumb|[[Vetrate del Duomo di Milano|Vetrata del Vecchio Testamento]], XV secolo ]]
Nella seconda campata seguono il sarcofago dell'arcivescovo [[Ottone Visconti]], considerato il fondatore della Signoria dei [[Visconti]], che ebbe inizio con la [[battaglia di Desio]] del [[1277]] in cui l'arcivescovo sconfisse la potente famiglia dei [[Della Torre|Torriani]]. Successivamente nello stesso sepolcro fu tumulato anche [[Giovanni Visconti (arcivescovo)|Giovanni Visconti]], discendente di Ottone, arcivescovo di Milano dal 1342 al 1354. Il monumento è opera di un maestro campionese del primo [[XIV secolo]] elevato su due colonne in marmo rosso di [[Verona]] e proveniente dall'antica [[basilica maior|basilica di Santa Tecla]].
La vetrata è decorata con ''Storie del Vecchio Testamento'' di maestri lombardi e fiamminghi databili verso la metà del XVI secolo, e vetri raffiguranti la ''passione di Cristo'' ispirati alle incisioni di [[Albrecht Dürer]]. Provengono dai grandi finestroni absidali, rifatti nel corso dell'Ottocento<ref name=TCI />.
Nella terza campata si trova l'elenco degli [[arcivescovi di Milano]] e una vetrata con altre ''Storie del Vecchio Testamento'', di maestri lombardi ([[Giuseppe Arcimboldo|Arcimboldi]]), renani e fiamminghi (metà del XVI secolo)<ref name=TCI />.
La quarta campata presenta il ''sarcofago di Marco Carelli'', un mecenate che alla fine del [[XIV secolo]] donò trentacinquemila [[ducato (moneta)|ducati]] alla Fabbrica del Duomo per accelerare i lavori di costruzione. Il monumento, disegnato da [[Filippino degli Organi]] nel [[1406]], è un capolavoro della scultura tardogotica. Sul coperchio è rappresentato il defunto in posizione giacente secondo la consuetudine dell'epoca, mentre sui fianchi sono otto statue rappresentanti gli evangelisti e i dottori della Chiesa, scolpite da [[Jacopino da Tradate]] entro eleganti edicole suddivise da pinnacoli<ref name=TCI />.
La quarta vetrata raccoglie episodi tratti dal ''Vecchio Testamento'', realizzata da maestranze lombarde nel XVI secolo.
La quinta mostra una lapide con il progetto tardottocentesco di [[Giuseppe Brentano]] per la facciata, mai realizzato per l'opposizione incontrata alla demolizione della presente facciata che il progetto rappresentato avrebbe dovuto sostituire.
Segue a sinistra il sepolcro rinascimentale di Gian Andrea Vimercati, morto nel [[1548]], decorato da una ''Pietà'' e due busti del [[Agostino Busti|Bambaia]] (prima metà del XVI secolo).
La quinta vetrata "foppesca" (anche se non è opera diretta di [[Vincenzo Foppa]]), è decorata da ''Storie del Nuovo Testamento'' ([[1470]]-[[1475]]) di maestri lombardi che si ispirarono alle opere del famoso pittore con influssi della [[scuola ferrarese]]. Sviluppa, a partire dall'''Annunciazione'' in basso fino alla ''Crocifissione'' sulla sommità, la ''Storia della vita di Cristo'', ed è considerata una più belle e meglio conservate vetrate rinascimentali del Duomo<ref name=TCI />. In essa è particolarmente evidente la tecnica a ''[[Grisaille]]'', con la quale gli antichi esecutori trasferivano sul vetro i l disegno che i pittori realizzavano sui cartoni che fungevano da modello.
=====Altari del Pellegrini=====
Alla sesta campata vi è un altare detto ''di sant'Agata'' composto da colonne composite e [[frontone]], opera di [[Pellegrino Tibaldi]], dove si trova la pala di [[Federico Zuccari]] con ''San Pietro visita in carcere sant'Agata'' ([[1597]]).
La sesta vetrata è tra le poche di epoca rinascimentale ad essersi conservata integralmente. Narra le ''Storie di [[Eligio di Noyon|sant'Eligio]]'', patrono degli orefici. Fu infatti ordinata dal Collegio degli Orafi a [[Niccolò da Varallo]], che la eseguì tra il [[1480]] e il [[1489]])<ref name=TCI />. Ciascun episodio reca in basso il titolo in latino. Le raffigurazioni sono caratterizzate da toni semplici e familiari, molti dei quali mostrano scene di vita quotidiana del XV secolo<ref name="cnr">[http://www.icvbc.cnr.it/bivi/regioni/lombardia/milano.htm#Duomo Istituto per la Conservazione e la Valorizzazione dei Beni Culturali, scheda Duomo di Milano, icvbc.cnr.it]</ref>.
Nella settima campata si trova l'''Altare del Sacro Cuore'', pure disegnato dal [[Pellegrino Tibaldi|Pellegrini]], con una pala marmorea di [[Edoardo Rubino]], collocata nel [[1957]]. La vetrata, disegnata nel [[1958]] da [[János Hajnal]], ricorda i beati cardinali ''Schuster e Ferrari'', entrambi arcivescovi di Milano<ref name=TCI />.
L'ottava campata presenta l'''Altare della Madonna'', pure disegnato dal [[Pellegrino Tibaldi|Pellegrini]], con la pala marmorea della ''Virgo Potens'', opera di autore forse renano del [[1393]], detta ''di Jacomolo'', dal nome del donatore. La vetrata con ''Storie di sant'Agnese e santa Tecla'' è opera di Pompeo e Guido Bertini del [[1897]]-[[1905]]<ref name=TCI />. Sotto la mensa di questo altare si trova il corpo del beato cardinale [[Alfredo Ildefonso Schuster]], arcivescovo di Milano dal [[1929]] al [[1954]].
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File:Interior of the Duomo (143).jpg|Tomba di [[Ottone Visconti]], 1354
File:6922 - Milano - Duomo - Elenco vescovi di Milano - Foto di Giovanni Dall'Orto - 8-Mar-2007.jpg|Elenco degli arcivescovi di Milano
File:Duomo di Milano. La tomba di Marco Carelli.JPG|[[Jacopino da Tradate]],Tomba di Marco Carelli (1394)
File:Interior of the Duomo (177).jpg|''Virgo Potens'', [[1393]]
File:IMG 4541 - Milano - Duomo - Tomba di Andrea, Filippo e Nicola Vimercate (1548) - Foto Giovanni Dall'Orto 28-jan-2007.jpg| [[Agostino Busti]] detto "il Bambaia", tomba di Gian Andrea Vimercati
File:Interior of the Duomo (170).jpg|Pellegrino Tibaldi, ''Altare del Sacro Cuore''
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==== Navata esterna sinistra ====
[[File:3108 - Milano, Duomo - Federico Barocci (1633) - Ambrogio impone penitenza a Teodosio - Foto Giovanni Dall'Orto - 29-Jan-2007.jpg|thumb|Federico Barocci, ''Ambrogio impone penitenza a Teodosio'' (1633)]]
Nella prima campata della navata esterna sinistra si trovano la meridiana e la vetrata con le ''Storie di David'' di [[Aldo Carpi]] ([[1939]])<ref name=TCI />.
La seconda campata ospita il battistero, opera del Pellegrini, che è composto da un tempietto a base quadrata, sorretto da quattro colonne corinzie, con trabeazione e [[timpano (architettura)|timpani]] sui quattro lati. Al centro si trova la vasca, composta da una sarcofago romano in [[porfido]]. Alla parete si trovano due lastre marmoree in rosso di Verona, con rilievi di ''Apostoli'', opera probabilmente dei [[maestri campionesi]] della fine del XII secolo, proveniente da Santa Maria Maggiore. La vetrata è stata ricomposta con frammenti del XVI secolo e illustra ''Avvenimenti del Nuovo Testamento'', facenti parte del ciclo della Passione di Cristo, proveniente dalla vetrata absidale dedicata al Nuovo Testamento rifatta nell'Ottocento<ref name=TCI />.
Nella terza campata si trova il monumento agli arcivescovi [[Giovanni Arcimboldi|Giovanni]], [[Guidantonio Arcimboldi|Guidantonio]] e [[Giovannangelo Arcimboldi]], attribuito a [[Galeazzo Alessi]] o a [[Cristoforo Lombardo]] ([[1599]]). La vetrata ritrae la ''Battaglia tra san Michele Arcangelo e il diavolo'' ed è di [[Giovanni Domenico Buffa]] ([[1939]])<ref name=TCI />. Unica fra tutte le grandi vetrate, ritrae un unico episodio lungo i suoi 17 metri d'altezza. È caratterizzata da toni di acceso espressionismo, con i quali è descritta con grande veemenza e audacia l'assalto con cui gli Arcangeli, rappresentati in alto sotto la guida di Michele su di un destriero di un bianco abbagliante, precipitano i demoni tra le fiamme dell'inferno.
Nella quarta campata è interessante la vetrata con le ''Storie dei [[Santi Quattro Coronati]]'', opera manierista eseguita su disegno di [[Pellegrino Tibaldi]] nel [[1567]]<ref name=TCI />. Sono tuttora conservati presso la [[Pinacoteca Ambrosiana]] i cartoni di mano del Pellegrini, che [[Corrado Mochis]] traspose su vetro. Nella posa teatrale delle vigorose figure che animano gli episodi della vita dei santi, si manifesta chiaramente la derivazione romana dello stile del Tibaldi, e in particolare l'ascendenza michelangiolesca delle possenti rappresentazioni. Sono riportati, dal basso, il ''Miracolo degli scalpelli'', il ''Battesimo in carcere dei quattro scultori convertiti'', ''I quattro santi al lavoro'', il ''Giudizio dei quattro santi'', il ''Martirio davanti all'imperatore Diocleziano''.
La quinta conserva il rifacimento del [[1832]] dell'edicola della ''Tarchetta'' dell'[[Giovanni Antonio Amadeo|Amadeo]], i cui frammenti originali sono oggi al [[Castello Sforzesco]]. La vetrata cinquecentesca è dedicata alle ''Glorie della Vergine''. Fu realizzata da [[Pietro Angelo Sesini]] e Corrado de' Mochis su cartoni di [[Giovanni da Monte]], allievo di [[Tiziano]]. Uno degli episodi reca ancora la firma dell'artista (G.M.F., Giovanni da Monte fecit). Come altre vetrate manieriste eseguite durante l'episcopato di Carlo Borromeo, dilata gli episodi rappresentati su più antelli, accrescendone la monumentalità. Chiara è la derivazione da Tiziano in molte scene, quali celebre ''[[Assunta (Tiziano)|Assunta dei Frari]]''. Sono raffigurati, dal basso, la ''Pentecoste'', il ''Transito'' e l<nowiki>'</nowiki>''Assunzione'' ([[1565]]-[[1566]])<ref name=TCI />.
===== Altare del Crocifisso di san Carlo =====
Come nella navata destra, anche le ultime tre campate della navata sinistra sono occupate da tre altari tardomanieristi disegnati da [[Pellegrino Tibaldi]], dell'epoca di san Carlo.
Nella sesta campata si trova l'''Altare del Crocifisso di san Carlo'', che racchiude il celebre crocifisso ligneo che [[Carlo Borromeo]] portò in processione durante la [[peste di San Carlo|peste del 1576]], come è ricordato dall'iscrizione: {{Citazione|Crucem hanc S.Carolus grassante lue per urbe circumtulit MDLXXVI}} Completano la decorazione dell'altare due statue ottocentesche di sante nelle nicchie fra le colonne di marmo nero, mentre la statuaria a coronamento del timpano è cinquecentesca. Sotto tale altare riposano ora le spoglie del Cardinale [[Carlo Maria Martini]], come da sua richiesta a Monsignor Manganini (Arciprete del Duomo)<ref>[http://www.adnkronos.com/IGN/News/Cronaca/Card-Martini-arciprete-Duomo-abbiamo-scelto-insieme-la-sepoltura-qui_313652595723.html Card. Martini: arciprete Duomo, abbiamo scelto insieme la sepoltura qui]</ref>.
La vetrata è decorata con le ''Storie di [[Flavia Giulia Elena|Sant'Elena]]'', di [[Rainoldo da Umbria]] e del [[Valerio Perfundavalle|Perfundavalle]] ([[1574]]), narranti il ritrovamento della Croce<ref name=TCI />. La vetrata è divisa in soli tre grandi episodi, che narrano la storia della madre di Costantino, la quale, secondo la tradizione, avrebbe rinvenuto la Croce di Cristo durante un pellegrinaggio a Gerusalemme. Il primo episodio in basso mostra ''Sant'Elena libera i prigionieri''; Segue più in alto la scena del ''Ritrovamento della Croce'', e in cima il ''Miracolo compiuto dalla santa Croce''.
===== Altare di san Giuseppe =====
Nella settima campata l'altare e la vetrata sono dedicati a san Giuseppe. Entro la cornice di due cariatidi, è la pala cinquecentesca dello ''Sposalizio della Vergine'' di [[Enea Salmeggia]] detto il Talpino, pittore milanese allievo del Peterzano. Sui fianchi, le statue di ''Aronne'' e ''Davide'' di [[Francesco Somaini (1795-1855)|Francesco Somaini]] databili dopo il [[1830]]. Sono invece del periodo tardomanierista le statue dei ''Profeti'' che sormontano il timpano, così come la vetrata con le ''Storie di San Giuseppe'' di [[Valerio Perfundavalle]] da Lovanio autore sia dei cartoni che della trasposizione su vetro<ref name=TCI />. Voluta da san Carlo, è suddivisa in quattro scene: raffigura dal basso l'''Annunciazione'', visibile fra le statue, la ''Visitazione'', la ''Natività'' e la ''Fuga in Egitto''. Si tratta dell'ultima delle vetrate di epoca manierista conservate in Duomo, realizzata nel [[1576]]. Sotto la mensa di questo altare si trova il corpo del di [[San Mona]], arcivescovo di Milano del III secolo, mentre nella pavimentazione antistante l'altare si trova la tomba del cardinale [[Giuseppe Pozzobonelli]], arcivescovo di Milano dal [[1743]] al [[1783]].
===== Altare di sant'Ambrogio =====
L'ultima campata ospita l'''Altare di sant'Ambrogio'', pure del [[Pellegrino Tibaldi|Pellegrini]], con la pala di ''Sant'Ambrogio che impone la penitenza a Teodosio'' del pittore urbinate [[Federico Barocci]] ([[1603]]). Essa mostra l'imperatore [[Teodosio I|Teodosio]] inginocchiato di fronte a [[Sant'Ambrogio]], lo scettro e la corona deposti a terra. Si riferisce alla penitenza che il vescovo di Milano, allora capitale dell'impero, impose all'imperatore per aver ordinato un massacro tra la popolazione di Tessalonica. L'episodio, frequentemente rappresentato, era inteso come metafora della subordinazione del potere imperiale a quello papale. Sopra il timpano spezzato dell'altare, retto da colonne in marmo policromo con capitelli in bronzo, sono statue di ''Vescovi''. Sulla vetrata rifatta nell'Ottocento si trovano le ''Storie di sant'Ambrogio'' di [[Pompeo Bertini]]<ref name=TCI />. La vetrata è caratterizzata, rispetto alle precedenti di epoca rinascimentale, dall'uso di colori più spenti e da tonalità più chiare, fra le quali spicca in ogno episodio il rosso della tonaca di Ambrogio. Tutte le scene mostrano, sia nei costumi che nelle architetture sullo sfondo, una particolare attenzione nella ricostruzione storica degli eventi ambientati nella Milano tardoimperiale e una rigorosa costruzione prospettica.
Sotto la mensa di questo altare si trova il corpo di [[Dionigi di Milano|San Dionigi]], arcivescovo di Milano del IV secolo.
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File:3347 - Milano - Duomo - Pellegrino Tibaldi - Altare di S. Giuseppe - Foto Giovanni Dall'Orto 15-Dec-2007.jpg|Pellegrino Tibaldi, Enea Salmeggia, ''Altare di San Giuseppe''
File:IMG 4621 Milano - Duomo - Altare neoclassico - Foto di Giovanni Dall'Orto - 28-jan-2007.jpg|''Edicola "della Tarchetta"''
File:Milano, Duomo, Vetrata delle Glorie della Vergine, di Giovanni da Monte, navata sinistra, XVI secolo 10.JPG|''Vetrata delle Glorie della Vergine'', [[Giovanni da Monte]], XVI secolo
File:Duomo nave izquierda 04.JPG|Maestri campionesi, ''Apostoli'', XII secolo
File:3797 - Milano - Duomo - Fonte battesimale in vasca romana - Foto Giovanni Dall'Orto - 9-July.-2007.jpg|Vasca romana del battistero
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==== Braccio sud del transetto ====
===== Monumento funebre del Medeghino =====
[[File:Gian Giacomo Medici grave in Milan Duomo.jpg|thumb|Leone Leoni, [[monumento funebre a Gian Giacomo Medici]] detto il Medeghino]]
Notevole nel transetto destro è il [[monumento funebre a Gian Giacomo Medici]] detto il Medeghino, opera di [[Leone Leoni]] del [[1560]]-[[1563]]. Fu commissionata da [[Papa Pio IV]] Medici, fratello del condottiero. È composto da una quinta di [[marmo di Carrara]], con un basamento dove poggiano due colonne tuscaniche in breccia rossa d'[[Arzo (Mendrisio)|Arzo]], che reggono una [[trabeazione]] in modo da creare un'edicola. Sotto di essa si trova la statua bronzea del Medeghino, con la gamba claudicante coperta dal mantello. L'opera, che rappresenta un'interpretazione dello stile di [[Michelangelo]], doveva essere corredata dal sarcofago nella parte superiore, che non venne realizzato in osservanza anticipata delle norme del [[Concilio di Trento]] in materia di sepolture nelle chiese. Ai lati si trovano altre due statue bronzee: a destra ''Allegoria della Pace'' con bassorilievo del ''Ticino'', a sinistra la ''Milizia'' con bassorilievo dell<nowiki>'</nowiki>''Adda''. I due fiumi ricordano due celebri battaglie vinte dal condottiero. La parte superiore è decorata da due epigrafi dedicate al Medeghino e a suo fratello Gabriele. Il fastigio centrale ha un bassorilievo della ''Natività'', coronato da uno [[stemma dei Medici]] retto da due putti. Altre due colonne di marmo venato più alte reggono le statue bronzee della ''Prudenza'' (destra) e della ''Fama'' (sinistra)<ref>Brivio, Ernesto (a cura di), Guida del duomo di Milano, p. 86, op. cit.</ref>.
La vetrata è opera di [[Giovanni Battista Bertini]] ([[1849]]) e presenta ''Storie dei santi Gervasio e Protasio''<ref name=TCI />.
Interessante l'adiacente altare cinquecentesco in marmi policromi antichi, con due ordini di nicchie e colonnine, fatto costruire da [[papa Pio IV]], come dono per il nipote Carlo Borromeo. Si dice che il santo vi celebrasse settimanalmente una messa in onore dei suoi familiari. Lo stemma dei [[Borromeo]], ''"Humilitas"'', è infatti posto sulla sommità dell'altare. Esso è composto da preziosi marmi orientali e pietre dure, quali calcedonio, serpentino e lapislazzuli. Le statuette dorate che lo ornavano sono state trasferite al Museo del Duomo<ref name="brivio">Brivio, Ernesto (a cura di), Guida del duomo di Milano, op. cit.</ref>.
La vetrata con le ''Storie di san Giacomo Maggiore'' è opera di [[Corrado Mochis]] del [[1554]]-[[1564]]<ref name=TCI />.
[[File:Milano katedra kaplica 2.jpg|miniatura|sinistra|L'altare di San Giovanni Buono]]
===== Cappella di san Giovanni il Buono =====
{{vedi anche|Cappella di San Giovanni Bono}}
A conclusione della navata mediana si trova l'abside della seconda metà del Seicento, dove si apre la ''cappella di San Giovanni Bono'', così noto nella tradizione locale. Fu Carlo Borromeo a volere la traslazione in questo luogo delle reliquie del santo, al posto del portale gotico precedentemente esistente. Il santo di origine ligure fu contemporaneamente arcivescovo di Milano e di Genova nel VII secolo. È ricordato per aver riportato a Milano la sede vescovile, che a motivo dell'invasione longobarda era stata spostata a Genova. Il suo corpo si trova oggi tumulato all'interno dell'altare a lui dedicato, entro una teca di cristallo. L'aspetto attuale della cappella risale alla prima metà del Settecento quando fu realizzata l'elaborata decorazione che la caratterizza. La statua al centro dell'altare, che ritrae san Giovanni Buono che schiaccia il demonio sotto i suoi piedi, fu realizzata da [[Elia Vincenzo Buzzi]] nel [[1763]]. La monumentale edicola marmorea che contiene la statua del santo fu eretta in modo da costituire un pendant simmetrico rispetto al precedente altare della Madonna dell'albero situato nel capocroce del transetto settentrionale. Ai lati sono posti i gruppi marmorei, pure del Buzzi, che richiamano il tema della vittoria sul demonio. A destra è ''San Michele Arcangelo che abbatte Lucifero'', a sinistra l'''Angelo custode'' che, sempre calpestando il demone, indica la retta via al fanciullo. Al centro del timpano è riportato il versetto del vangelo di Giovanni tratto dalla parabola del buon pastore: {{Citazione|Ego sum pastor bonus| Giovanni, 10.10}}
Coronano l'altare barocco statue di santi e due angeli reggenti il cappello, antico ornamento arcivescovile. Completano la decorazione una serie di altorilievi in marmo di Carrara, che rappresentano ''Episodi della vita del santo'' alternati a busti delle ''Virtù cardinali'', realizzati da vari scultori a cavallo tra Seicento e Settecento ([[Giuseppe Rusnati]], [[Giovan Battista Vismara|Giovan Battista]] e [[Isidoro Vismara]], [[Carlo Simonetta]] e altri). Fra i temi rappresentati, la nascita, l'incontro con la regina Teodolinda, la cacciata degli Ariani, il viaggio a Roma. I rilievi sugli spicchi della volta, della stessa epoca, rappresentano gli ''Arcivescovi in Gloria fra gli Angeli'', mentre nel sottarco è il Cristo benedicente. Le tre vetrate dipinte, con ''Storie di san Giovanni Bono'' furono realizzate dal Bertini a metà dell'Ottocento ([[1839]]-[[1842]])<ref name=TCI />.
La navata di sinistra del transetto invece ha un'uscita laterale divisa in tre varchi: quello centrale porta al passaggio sotterraneo per l'Arcivescovado, fatto per [[Carlo Borromeo]]. Qui la vetrata, con ''Storie di santa Caterina d'Alessandria'' venne disegnata da [[Biagio Arcimboldi|Biagio]] e [[Giuseppe Arcimboldo]] e realizzata da [[Corrado Mochis]] ([[1556]]). Questa navata custodisce tre importanti opere del periodo manierista: l'Altare della Presentazione della Vergine, del [[Bambaia]], l'Altare di sant'Agnese, di [[Martino Bassi]], e il San Bartolomeo di [[Marco d'Agrate]].
[[File:Bambaia, Presentazione di Maria al Tempio, Duomo di Milano, transetto destro 05.JPG|miniatura|sinistra|[[Bambaia]], Presentazione di Maria al Tempio (1543)]]
===== Altare della Presentazione della Vergine =====
L'altare della ''Presentazione della Vergine'', sulla destra, mantiene l'aspetto datogli nel [[1543]] quando fu commissionato ad [[Agostino Busti]], detto il Bambaia, dal Canonico Vimercati. A fianco dell'altare si trovava il monumento funerario del Vimercati, pure del Bambaja, oggi trasferito nella navata destra della chiesa. Esso ha la forma di un tempio classico, interamente composto da marmo bianco, retto da colonne in marmo policromo. Al centro ospita il rilievo con la ''Presentazione di Maria''. La scena è concepita come se si trattasse dell'interno del tempio di cui le colonne e il frontone dell'altare costituiscono la parte esterna. Maria bambina è ritratta in basso al centro, nell'atto di salire la scala in cima alla quale il sacerdote circondato dai fedeli è pronto ad accoglierla a braccia aperte. Ai lati della scala si trovano, sulla sinistra i genitori Anna e Gioacchino, e a sinistra un gruppo di fedeli che reca offerte. I personaggi sono caratterizzati da una rappresentazione fortemente realistica ed espressiva, evidente nei volti dalle vivaci espressioni. Nella rappresentazione prospettica dell'interno del tempio è evidente l'ispirazione al finto abside edificato da [[Bramante]] in [[Chiesa di Santa Maria presso San Satiro|San Satiro]], a breve distanza dal Duomo. Il Bambaja è autore anche delle statue che coronano l'altare, con la Vergine, San Paolo, San Giovanni Battista e due sante, e del ''San Martino'' nella nicchia laterale. Sono invece di [[Cristoforo Lombardo]] ''Santa Caterina'' nella nicchia destra e i rilievi alle basi delle colonne, molto ammalorati, con la ''Nascita'' e lo ''Sposalizio della Vergine''. Il [[paliotto]] con la ''Nascita della Vergine'' è opera ottocentesca di [[Antonio Tantardini]].
La vetrata soprastante con ''Storie di san Martino'' e la ''Presentazione della Vergine'' è del tardo Cinquecento ed è di vari artisti. A metà della vetrata spiccano i ''Profeti'' attribuiti a [[Michelino da Besozzo]], che sono fra gli antelli più antichi conservati in Duomo<ref name="brivio" />.
[[File:San Bartolomeo Flayed, Duomo, Milano (1562).jpg|thumb|upright|Marco d'Agrate, ''[[Bartolomeo apostolo|San Bartolomeo]] scorticato'']]
Di fronte al Mausoleo Medici vi è la statua forse più celebre di tutto il Duomo: il ''[[Bartolomeo apostolo|San Bartolomeo]] Scorticato'' ([[1562]]), opera di [[Marco d'Agrate]], dove il santo mostra la pelle gettata come una stola sulle spalle<ref name=TCI />. Reca sul basamento la scritta {{Citazione|Non me Praxiteles sed Marcus finxit Agratis| Non mi scolpì Prassitele ma Marco d'Agrate}}
Il successivo Altare di sant'Agnese, completato da [[Martino Bassi]], è decorato dalla pala marmorea del ''Martirio di sant'Agnese'', di [[Carlo Beretta]] ([[1754]])<ref name=TCI />.
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File:Interior of the Duomo (06).jpg|''Martirio di sant'Agnese'', di [[Carlo Beretta]] ([[1754]]
File:Milano, Duomo, Vetrata di santa Caterina, navata destra, XVI secolo 06.JPG|Antello della vetrata di santa Caterina, XVI secolo
File:Duomo di Milano. L'altare di san Carlo Borromeo.JPG|''Altare di San Carlo'', donato da Pio IV
File:Bambaia, Presentazione di Maria al Tempio, Duomo di Milano, transetto destro 06.JPG|[[Bambaia]], ''altare della Presentazione della Vergine''
File:3049 San Giovanni Bono Duomo di Milano.jpg|Il corpo di San Giovanni Bono, Arcivescovo di Milano
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==== Braccio nord del transetto ====
[[File:Lombardia Milano3 tango7174.jpg|thumb|F.M. Richini, Cappella della Madonna dell'Albero, vetrate di G. Battista Bertini (1842-1847)]]
[[File:IMG 6848 - Duomo - Menorah Trivulzio - Foto Giovanni Dall'Orto 3-Mar-2007.jpg|thumb|[[Candelabro Trivulzio]], XII secolo]]
Nella navata destra del braccio nord del transetto si trova un altare disegnato dal Tibaldi, dedicato alla santa cui era dedicata la chiesa abbattuata per far posto al Duomo, [[Tecla di Iconio|santa Tecla]]. L'altare in marmo policromo, caratterizzato dalle cariatidi angeliche che reggono il timpano spezzato, è del tardo Cinquecento, così come le statue sovrastanti, mentre sono ottocenteschi i due santi ai lati dell'altare. Al centro è la pala marmorea con il martirio di ''Santa Tecla tra i leoni'', opera tardobarocca scolpita da [[Carlo Beretta]] nel [[1754]], e un [[paliotto]] del [[1853]] di [[Antonio Tantardini]].
Il secondo altare, dell'inizio del XVI secolo, è dedicato a [[santa Prassede]], rappresentata insieme a san Carlo ai piedi del ''Crocifisso e santi'' nella pala marmorea di [[Marcantonio Prestinari]] ([[1605]]). La soprastante vetrata di epoca rinascimentale, decorata con le ''Storie di san Giovanni Damasceno'', è fra le più pregevoli conservate in duomo. Fu commissionata dal collegio degli speziali nel [[1479]] a [[Nicolò da Varallo]]. Gli antelli con la vita del santo mostrano una galleria di felici ritratti di personaggi, rappresentativi del periodo umanista in cui furono disegnati, ed inseriti in equilibrate architetture classiche rappresentate con rigore prospettico<ref name=TCI />.
Dal muro di fondo una porticina dà accesso alla scala dei Principi, che in antico era riservata all'ingresso dei personaggi più illustri, mentre oggi porta all'ascensore per le terrazze. La vetrata con ''Storie di san Carlo'' è del [[1910]]<ref name=TCI />.
=====Cappella della Madonna dell'Albero=====
Nella navata mediana è chiusa da un'absidiola che contiene la cappella della Madonna dell'Albero, disegnata da [[Francesco Maria Richini]] ([[1614]]) e realizzata con alcune modifiche da [[Fabio Mangone]] e [[Tolomeo Rinaldi]]. Fino all'epoca di Carlo Borromeo l'abside era occupato dal grande portale detto "Compedo". L'arcivescovo ne ordinò la chiusura, per evitare che venisse utilizzato per attraversare la cattedrale da nord a sud, in particolare dai frequentatori del vicino mercato del verziere, che utilizzavano questa porta e l'altra di fronte, sull'abside sud, quale scorciatoi in alternativa al giro esterno del duomo. I bassorilievi che decoravano il portale murato, che costituiscono un'eccezionale testimonianza della scuola lombarda della fase di transizione fra rinascimento e manierismo, furono reimpiegati per decorare la facciata interna dell'arcone che incornicia la cappella della Madonna dell'Albero: da sinistra ''Natività della Vergine'', ''Presentazione al Tempio'' di scuola del Bambaia, ''Presepe'' di [[Cristoforo Solari]], ''Cristo fra i dottori'' di [[Angelo Marini]] e ''Nozze di Cana'' di [[Marco d'Agrate]], alternati a busti di profeti. La volta è fittamente coperta di brulicanti rilievi barocchi di [[Gian Andrea Biffi]], [[Giovanni Pietro Lasagna]] e del [[Prestinari]] ([[1615]]-[[1630]]). L'altare è decorato da una ''Madonna col Bambino'' di [[Elia Vincenzo Buzzi]] ([[1768]]). Le tre vetrate con ''Storie della Vergine'' furono interamente rifatte nell'Ottocento ad opera di [[Giovanni Battista Bertini (pittore)|Giovanni Battista Bertini]] ([[1842]]-[[1847]])<ref name=TCI />.
Davanti alla cappella si trovano le lapidi funerarie di vari arcivescovi, tra i quali [[Federico Borromeo]] e il [[candelabro Trivulzio]], una maestosa opera bronzea donata dall'arciprete G. A. [[Trivulzio (famiglia)|Trivulzio]] nel [[1562]]: si tratta di un capolavoro della scultura gotica, realizzato nella maggior parte nel XII secolo e attribuito a [[Nicolas de Verdun]] o ad artisti renani operanti a cavallo fra Tre e Quattrocento. Il piede poggia su animali chimerici e lungo il corpo corrono viticci e spirali che inquadrano ''scene del Vecchio Testamento'', ''Arti liberali'', ''Fiumi'' e un<nowiki>'</nowiki>''Adorazione dei Magi''<ref name=TCI />.
Nella navata di sinistra si trova l'''Altare di santa Caterina'', l'unico altare gotico della cattedrale in gran parte originale. È decorato dalle statue di ''San Girolamo'' e ''Sant'Agostino'', attribuite a [[Cristoforo Solari]] (inizio del XVI secolo), e le statuette della fine del XIV secolo riferibili a [[Giovannino de' Grassi]]<ref name=TCI />.
La vetrata sulla sinistra dell'abside nord, si presenta suddivisa in due parti orizzontalmente: la parte superiore racconta ''Storie di santa Caterina da Siena'', ideate e condotte da [[Corrado Mochis]]. Benché datata [[1562]], mostra affinità con le vetrate quattrocentesche narranti la vita dei santi. Tutti gli episodi sono infatti racchiusi in un unico antello ciascuno, per lo più in scene di interno caratterizzate da una prospettiva rigida. Mostra invece uno stile più libero e aggiornato la parte inferiore, con episodi della ''Vita della Madonna'', disegnati da [[Giovanni da Monte]] nello stesso periodo ([[1562]]-[[1567]])<ref name=TCI />. Di gusto tipicamente manierista appaiono il rosone sommitale e i trilobi che concludono la vetrata, decorati con fantasie di putti, grottesche e ghirlande di frutta intrecciate.
A sinistra si trova il ''monumento funebre dell'arcivescovo [[Filippo Archinto]]'', predecessore di Carlo Borromeo, il cui severo busto domina l'edicola progettata da [[Baldassarre da Lazzate]] ([[1559]] circa). La vetrata dedicata agli ''Apostoli'' fu realizzata su cartoni del pittore cremasco [[Carlo Urbino]] del periodo manierista ([[1567]])<ref name=TCI />. A differenza delle altre vetrate, i suoi antelli non sono decorati con narrazioni di episodi evangelici o agiografici, bensì mostrano a figura intera i ''dodici apostoli'', oltre a raffigurazioni di altri santi in basso. Al culmine, è l'''Incoronazione della Vergine''. Le monumentali figure, rappresentate per lo più entro nicchie, rappresentano un capolavoro della maturità dell'artista, attivo in numerose chiese milanesi. Spiccano in particolare per la ricchezza cromatica e la definizione plastica, merito anche della sapiente trasposizione su vetro del de' Mochis<ref name="cnr" />.
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File:3389 - Milano - Duomo - Transetto sin - Altare di S. Tecla - Foto Giovanni Dall'Orto, 6-Dec-2007.jpg|[[Carlo Beretta]], Altare di Santa Tecla,1754
File:IMG 6862 - Duomo di Milano - Transetto sinistro - Foto di Giovanni Dall'Orto - 21-Feb-2007.jpg|Cappella della Madonna dell'Albero
File:Milano, Duomo, Vetrata di San Giuseppe di Valerio Perfundavalle da Lovanio, navata sinistra, XVI secolo 11.JPG|Vetrata di San Giuseppe di Valerio Perfundavalle da Lovanio, XVI secolo
File:Duomo di Milano - Tomba di Filippo Archinto + 1558 - Foto di Giovanni Dall'Orto - 29-1-2007.jpg|Baldassarre da Lazzate, Tomba di Filippo Archinto
File:3356 - Duomo di Milano - Altare di S. Caterina - Foto di Giovanni Dall'Orto 6-Dec-2007.jpg|Altare di Santa Caterina
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==== Tiburio ====
Al centro della chiesa si apre il [[tiburio]] di [[Giovanni Antonio Amadeo]], alto 68 metri e con una base di forma ottagonale, sostenuta da quattro arcate a sesto acuto e [[pennacchio (architettura)|pennacchi]]. La volta vera e propria è retta dalle [[lunette]] a sesto acuto e da quattro archi a tutto sesto, non visibili, nascosti dagli archi acuti<ref name=TCI />.
Gli affreschi a tondo nei pennacchi con i ''Dottori della Chiesa'' sono opera di scuola lombarda del [[1560]]-[[1580]] circa. Il profilo delle arcate ospita 60 statue di ''Profeti'' e ''Sibille'' sono in stile [[tardogotico]] della seconda metà del Quattrocento e sono influenzate dall'arte borgognona e renana, che sembrano anticipare il [[Rinascimento lombardo]]. Le vetrate nelle finestre sono del [[1958]] e raffigurano gli eventi del ''[[Concilio Vaticano II]]''<ref name=TCI />.
===== Campane =====
Il duomo possiede tre campane che suonano altrettante note: Mi bemolle<sub href="Gian Galeazzo Visconti">3</sub> calante, Si<sub href="Gian Galeazzo Visconti">2</sub> e un La bemolle<sub href="Gian Galeazzo Visconti">2</sub> molto calante; assieme costituiscono il concerto campanario più pesante della diocesi lombarda (e anche dell'intera provincia metropolitana), con 14995 chilogrammi di peso complessivo di bronzo.
*La campana maggiore, dedicata alla Beata Vergine Maria, venne fusa da Giovanni Battista Busca nel 1582 e benedetta da san Carlo Borromeo e ha un diametro di 2,13 m.
*La campana mezzana, dedicata a sant'Ambrogio, venne eseguita nel 1577 da Dionisio Busca ed ha un diametro di 1,76 m.
*La campana minore, dedicata a san Barnaba, ritenuto l'Apostolo evangelizzatore di Milano, venne fusa da Gerolamo Busca nel 1515 ed ha un diametro di 1,28 m.
Queste tre campane sono situate nell'intercapedine del tiburio tra la volta interna e le pareti esterne. Non sono visibili dall'esterno.<br />Le campane, originariamente a slancio e posizionate su un campanile posto sulla terrazza sopra la navata maggiore, demolito nel 1868, oggi per problemi statici sono fisse e suonano mediante il movimento del battaglio.
Sulla terrazza del tiburio, dietro una guglia, è collocata una quarta campana dedicata a santa Tecla, fusa nel 1553 da Antonio Busca (la nota emessa è un Si<sub href="Gian Galeazzo Visconti">4</sub>).
==== Presbiterio ====
[[File:Interior of the Duomo (131).jpg|thumb|left|Il presbiterio.]]
[[File:Milan - Duomo - Interieur - Nef.jpg|thumb|upright=1.4|Il presbiterio con i due pulpiti]]
Il complesso del [[presbiterio]] corrisponde all'area racchiusa dai dieci piloni absidali, e circondata dal deambulatorio. Il suo aspetto attuale risale all'ultima metà del Cinquecento. La sua sistemazione e le decorazioni che oggi vediamo furono commissionate da Carlo Borromeo e operate dal suo architetto prediletto, [[Pellegrino Tibaldi]], secondo i dettami del [[Concilio di Trento]]. Ulteriori trasformazioni furono operate negli anni ottanta del novecento, a seguito del restauro statico dei piloni del tiburio.
Oggi il presbiterio è diviso in due parti, con diverse funzionalità<ref name=TCI />.
Il presbiterio festivo ha accesso da una gradinata semicircolare e occupa una parte della navata centrale e il vecchio coro senatorio (dove si riunivano le magistrature civili e quelle delle confraternite), con vari piani ripavimentati di recente sulla decorazione del [[Pellegrino Tibaldi|Pellegrini]].
Nel punto più elevato si trova l'altare maggiore, proveniente dalla [[basilica vetus|basilica di Santa Maria Maggiore]], e consacrato da [[Papa Martino V]] il giorno 16 ottobre del [[1418]], che segnò l'inizio ufficiale dell'officiatura della nuova cattedrale. L'attuale posizione sopraelevata venne decisa da Carlo Borromeo. Risale all'epoca della ricostruzione di Milano dopo le distruzioni del Barbarossa, attorno alla fine del XII secolo. La decorazione romanica, di estrema semplicità, è costituita da dieci lastre di marmo alternate ad altrettanti pilastrini ottagonali, che reggono la grande mensa rettangolare. Al centro dell'altare è collocato un rilievo trovato nel lato interno delle lastre che lo compongono, che faceva parte di un sarcofago romano-pagano del III secolo d.C., già riutilizzato come sepoltura di un martire cristiano, come testimonia una croce sul fondo e un cartiglio. Esso raffigura un romano togato reggente un cartiglio, all'interno di un'edicola.
La [[cattedra]] e l'[[ambone]], dello scultore [[Mario Rudelli]], sono del [[1985]] e sono accompagnati da due pulpiti cinquecenteschi, progettati dal [[Pellegrino Tibaldi|Pellegrini]]. Di forma circolare, circondano i due pilastri che reggono il tiburio. Entrambe sono sorretti da quattro monumentali cariatidi in bronzo, che reggono i parapetti realizzati da lastre di rame sbalzato e dorato, come pure i baldacchini che ne coronano le sommità. Il sinistro fu terminato nel 1585. È dedicato al ''Nuovo Testamento'' e retto dai simboli degli ''Evangelisti''. Il destro, terminato nel 1602, presenta rilievi del ''Vecchio Testamento'' e quattro cariatidi con i ''Dottori della Chiesa''. Sono opera di [[Giovanni Andrea Pellizzoni]] e bronzi di [[Francesco Brambilla il Giovane]] ([[1585]]-[[1599]])<ref name=TCI />.
[[File:Milano, Duomo, Presbiterio di Pellegrino Tibaldi, XVI secolo 04.jpg|thumb|left|Il ciborio di Pellegrino Tibaldi, con san Carlo e sant'Ambrogio]]
Al centro dell'area presbiteriale sorge il ''Tempietto'' o [[ciborio]] del [[Pellegrino Tibaldi|Pellegrini]], che racchiude al suo interno il tabernacolo cilindrico a torre, dono del [[1591]] di [[Papa Pio IV]] Medici al nipote Carlo Borromeo.<ref>{{cita news|url=http://www.duomomilano.it/it/event/2015/04/13/il-ciborio-ritorno-alla-maravigliosa-bellezza/d8ffdeb9-dfb9-4067-8b76-8896a8aaefb6/|titolo=Il ciborio. Ritorno alla “maravigliosa bellezza”|sito=duomomilano.it|accesso=5 aprile 2015}}</ref> Il tempietto ha la forma di un piccolo tempio classico circolare, retto da otto colonne corinzie, la cui cupola è adornata da statue di angeli e coronata dal Salvatore. Esso ripete nella forma il tabernacolo interno, cilindrico, retto da quattro angeli e interamente modellato con episodi della vita di Cristo. Ai due lati del ciborio sono le due imponenti statue in argento di san Carlo e sant'Ambrogio, capolavoro di scultura ed oreficeria barocca. La statua di san Carlo, risalente al 1610, fu modellata dallo scultore Andrea Biffi e cesellata dall'orafo Verova. La pianeta è finemente decorata con venti ovali che narrano gli episodi della vita del santo. La Mitra è ornata con perle e pietre preziose donate dai fedeli. La statua di sant'Ambrogio, Successiva di quasi un secolo (1698), presenta maggiore enfasi ed espressività. L'intera superficie è fittamente cesellata e decorata con diamanti e pietre dure.
Il ciborio segna anche il confine con la Cappella Feriale, l'altra sezione del presbiterio. Si tratta di uno spazio separato e raccolto realizzato nel [[1986]] nel vecchio presbiterio e nel coro, dove poter raccogliere i fedeli durante le liturgie della settimana<ref name=TCI />.
Anche il coro che ligneo delimita questa zona risale al Cinquecento e fu voluto da san Carlo. È composto da un doppio ordine di stalli intagliati, quello superiore per i canonici, quello inferiore per il Capitolo. Furono intagliati da Giacomo, Giampaolo e Giovanni [[Taurini]], [[Paolo de' Gazzi]] e [[Virgilio de' Conti]] su disegni forniti da [[Pellegrino Tibaldi|Pellegrini]], nel [[1567]]-[[1614]]. I rilievi raccontano 71 ''Episodi della vita di sant'Ambrogio'' con altrettante ''figure di martiri'' nell'ordine superiore, ''Storie di arcivescovi milanesi'' in quello inferiore<ref name=TCI />.
===== Sacro Chiodo =====
Sospeso sopra l'altare maggiore, attaccato alla [[chiave di volta]], si trova la reliquia più preziosa del Duomo, il chiodo della [[Vera Croce]] ([[Sacro Chiodo]]), che secondo la tradizione era stato rinvenuto da [[Flavia Giulia Elena|sant'Elena]] e usato come morso del cavallo di [[Costantino I]]<ref name=TCI />.
Il Sacro Chiodo è oggi conservato in una nicchia contenuta in una copia della serraglia in rame dorato con il rilievo del ''Padreterno'' (oggi nel Museo del Duomo). Anche se sospeso molto in alto, una luce rossa lo rende visibile da tutta la cattedrale. Il chiodo è prelevato dall'[[arcivescovo]] e mostrato ai fedeli ogni 3 maggio, festa dell'"Invenzione della santa Croce" (cioè del ritrovamento della Croce), ora viene portato in processione il 14 settembre, festa dell'Esaltazione della santa Croce. Per prelevare il chiodo dalla sua custodia viene utilizzata la seicentesca ''nivola'', un curioso ascensore oggi meccanizzato, da cui prende il nome la celebrazione del [[rito della Nivola]]. Dei quattro chiodi della Vera Croce, altri due si trovano, secondo la tradizione, nella [[Corona ferrea]] a [[Monza]] e alla [[basilica di Santa Croce in Gerusalemme]] a [[Roma]]. Il quarto chiodo che avrebbe tenuto la scritta "[[INRI]]", dalla tradizione più dubbia, si troverebbe nella [[concattedrale dei Santi Alberto e Marziale|cattedrale di Colle Val d'Elsa]] in [[provincia di Siena]]<ref name=TCI />.
===== Organi =====
{{vedi anche|Organo del Duomo di Milano}}
[[File:MilanoDuomoOrgano.jpg|thumb|Corpi meridionali dell'organo del duomo di Milano ([[1395]]-[[1986]])]]
Si può dire che l'[[Organo (strumento musicale)|organo]] del duomo fu una dotazione importante fin dalla nascita della costruzione. Il primo organo fu commissionato già nel [[1395]] a Martino degli Stremidi ed era funzionante nel [[1397]]. Seguirono continue modifiche, aggiunte e ripristini. Un punto d'arrivo è l'opera di Gian Giacomo [[Antegnati]] che tra il [[1533]] e il [[1577]] costruì l'organo nord, con 12 registri e 50 tasti, che fu trasportato nella posizione attuale nel [[1579]]. Nel [[1583]] venne commissionato a [[Cristoforo Valvassori]] l'organo sud ([[1584]]-[[1590]]), in sostituzione di quello più antico. Le ante di quest'ultimo hanno grandi dipinti: a sinistra con ''Storie della Vergine e dell'Antico Testamento'' di [[Giuseppe Meda]] ([[1565]]-[[1581]]); a destra la ''Natività'' e il ''Passaggio del Mar Rosso'' di [[Ambrogio Figino]] e ''Storie del Vecchio e Nuovo Testamento'' di [[Camillo Procaccini]] ([[1592]]-[[1602]]). Gli intagli dorati delle casse sono di [[Giovan Battista Mangone]], [[Sante Corbetta]], Giacomo, Giampaolo e Giovanni [[Taurini]]<ref name=TCI />.
I due grandi organi nord e sud furono continuamente rimaneggiati, passando tra l'altro dalla trasmissione meccanica a quella pneumatica fino a quella attuale, elettrica. Sono dotati di otto grandi ante (quattro verso il presbiterio e quattro verso il tornacoro) che possono aprirsi o chiudersi per modulare il volume, riverbero ed echi. Nell'elenco degli organisti titolari vi è anche il figlio di [[Johann Sebastian Bach]], [[Johann Christian Bach]]. Nel corso del XIX secolo anche i [[Serassi]] parteciparono alla ristrutturazione dell'organo. Nel [[1937]] furono aggiunti altri quattro corpi, in modo che tutti quanti fossero comandati dalla stessa consolle. Il risultato acustico fu tuttavia deludente, al punto che tutto il complesso degli organi fu risistemato in occasione della ristrutturazione del presbiterio negli anni [[1985]]-[[1986]]. Oggi i quattro organi aggiunti sono posti accanto ai due più antichi, in nuove casse lignee semplici e lineari. La consolle attuale è stata posta sotto la cassa cinquecentesca di destra (sud). L'ultima ristrutturazione (quella del [[1986]]) fu eseguita dalla ditta [[Tamburini]]<ref name=TCI />.
L'organo del Duomo di Milano ad oggi conta circa 16.000 canne, ed è uno dei maggiori organi del mondo. Accanto a questo grande organo, ne è stato aggiunto un secondo, di piccole dimensioni, posto sulla parte sinistra, accanto al luogo dove prende posto il coro, proprio per essere vicino ai cantori quando serve un accompagnamento meno imponente di quello costituito dall'organo principale<ref name=TCI />.
==== Cripta ====
[[File:Cripta duomo di milano 01.JPG|thumb|La cripta.]]
[[File:The-Crypt-of-Saint-Charles-Borromeo-in-Milan-Duomo.jpg|thumb|left|Lo "Scurolo di San Carlo"]]
Nel retrocoro, davanti alle sacrestie meridionali, si aprono le scale che scendono alla [[cripta]]. Al termine delle scale, oltre l'ingresso al Tesoro, si passa a un vestibolo rifatto da [[Pietro Pestagalli]] nel [[1820]], che da accesso allo ''[[scurolo di san Carlo]]'', e alla cripta, un ambiente circolare disegnato dal [[Pellegrino Tibaldi|Pellegrini]] con un [[peribolo]] attorno all'altare. Il piccolo ambiente veniva utilizzato durante il periodo invernale dai canonici, al posto del soprastante coro, per la temperatura più mite. Per questo motivo era anche detto coro iemale o invernale. La cappella circolare è occupata al centro dall'altare, circondato da otto colonne in marmo rosso che sorreggono la volta interamente coperta da una fittissima e raffinata decorazione a stucco e affresco. Addossati alle pareti sono gli stalli lignei del coro, di semplice fattura. Una serie di finestre ovali si affaccia sul deambulatorio soprastante.
Dalla parte opposta rispetto al coro invernale è il cosiddetto ''scurolo di san Carlo'', una cappella a base ottagonale schiacciata, progettata da [[Francesco Maria Richini]] nel [[1606]]. Tutta la fascia superiore e il soffitto sono decorati da lamine d'[[argento]] con scene della vita di san Carlo, fatte eseguire dal Cardinal [[Alfonso Litta]] verso il 1670<ref>Giacomo Bascapè, Paolo Mezzanotte, ''Il Duomo di Milano'', Milano, Bramante editirice, 1965.</ref>. Il corpo del santo è custodito in un'urna di argento cesellato, con le pareti di [[Quarzo ialino|cristallo di rocca]] donata da [[Filippo IV di Spagna]]<ref name=TCI />. [[Il Cerano]] fornì i disegni degli angeli e delle figure che ornano il sarcofago, capolavoro dell'oreficeria barocca. [[Carlo Borromeo|San Carlo]] giace in abito pontificale, con una croce in tomaline e diamanti donata da [[Maria Teresa d'Austria]]. La maschera d'argento fu modellata sull'originale maschera di cera presa dopo la sua morte.
[[File:Interior of the Duomo (16).jpg|thumb|left|[[Jacopino da Tradate]], ''Monumento a Papa Martino V'', 1424]]
==== Deambulatorio ====
===== Retrocoro con le ''Storie di Maria'' =====
Il deambulatorio è la galleria che corre sul retro del coro, illuminata dai tre immensi finestroni absidali. Il suo lato interno è costituito dal retrocoro marmoreo del [[Pellegrino Tibaldi|Pellegrini]], di forma semicircolare, composto da due ordini sovrapposti uno sull'altro. L'ordine inferiore, ritenuto di [[Galeazzo Alessi]], è decorato da erme con sembianze angeliche, cherubini e teste di leoni di gusto manierista. In esso si aprono l'accesso alla cripta, e la corona di finestroni che le danno luce. L'ordine superiore è decorato da 32 cariatidi in forma di ''Angeli'' su disegno dello stesso [[Pellegrino Tibaldi|Pellegrini]] realizzati da [[Francesco Brambilla il Giovane]]. Ad essi sono intervallati e tabelle a rilievo, con diciassette ''Storie di Maria'' e dieci ''Simboli mariani'', scolpite all'epoca di [[Federico Borromeo]]<ref name=TCI />. La storia si dipana dal pulpito meridionale, e costituisce un importante ciclo di scultura barocca. Vi sono rappresentati la ''Natività di Maria'', la ''Presentazione al tempio'', l’''Annunciazione'', la ''Visitazione'', il ''Sogno di Giuseppe'', il ''Presepe'', la ''Circoncisione'', la ''Fuga in Egitto'', la ''Disputa con i dottori'', le ''Nozze di Cana'', la ''Crocefissione'', la ''Deposizione'', l'''Apparizione del Risorto alla madre'', il ''Transito della Vergine'', l’''Assunzione'', l’''Incoronazione di Maria''. Furono scolpiti dai più apprezzati autori milanesi del tempo, [[Gian Andrea Biffi]], Marcantonio Prestinari, Giovanni Pietro Lasagna, Giovanni Bellanda, Gaspare Vismara.
===== Monumenti a pontefici e cardinali =====
La prima campata contiene il ''Monumento a [[Papa Pio XI]]'' Ratti, arcivescovo di Milano nei sei mesi precedenti la sua elezione a Papa, di cui rappresenta un fedele ritratto. La statua, scolpita da [[Francesco Messina]] nel [[1969]], lo ritrae in solenni vesti pontificali con la tiara e le chiavi di San Pietro mentre impartisce la benedizione, riprendendo il monumento gotico di Martino V poco distante. Qui si trova l'accesso alla sagrestia meridionale<ref name=TCI />.
Il ''Monumento a [[papa Paolo VI]]'', risale al 1988, e commemora Giovanni Battista Montini, arcivescovo di Milano dal 1954 al 1963. Scolpito da [[Floriano Bodini]], reinterpreta il dinamismo e l'esuberanza del gotico e del manierismo prevalenti nella cattedrale in chiave contemporanea, con un particolare modellato del marmo di carrara che lo rende simile a cera plasmata.
Nella seconda campata si trova l'altare della ''Vergine dell'Aiuto'', con un affresco quattrocentesco ridipinto. La lapide sepolcrale di [[Niccolò Piccinino|Niccolò]] e [[Francesco Piccinino]], [[capitano di ventura|capitani di ventura]] di [[Filippo Maria Visconti]], è sormontata dal mensolone con la statua a figura intera del ''Monumento a [[Papa Martino V]]'', pregevole monumento di scultura tardogotica di [[Jacopino da Tradate]]. La cornice ed il mensolone, così come il ricco panneggio del papa, rappresentano un tipico esempio del gusto decorativo dell'ultima fase del gotico. Fu scolpito nel 1424 su commissione di Filippo Maria Visconti, per commemorare il papa che il 6 ottobre [[1418]] consacrò il Duomo<ref name="brivio" />.
Segue il ''[[cenotafio del cardinale Marino Caracciolo|Monumento al cardinale Marino Ascanio Caracciolo]]'', governatore di Milano morto nel [[1538]], opera manierista di Agostino Busti detto il [[Bambaia]]. Il cenotafio è caratterizzato dall'acceso contrasto fra il nero del Marmo di [[Varenna]], di cui è composta l'edicola, e il biancore delle statue che la ornano. La struttura architettonica, costituita da una semplice trabeazione retta da colonne tuscaniche, si presenta sobria e disadorna, a differenza delle precedenti opere del Bambaia che presentano una ricca decorazione. Il corredo statuario comprende, al centro il ''Redentore'' benedicente a figura intera, circondato da ''san Paolo'' e ''san Pietro''. Ai lati, ''san Girolamo'' in veste cardinalizia e ''sant'Ambrogio'' con la tradizionale frusta. Al centro della lunetta è il tondo dal quale emerge la ''Vergine con il bambino'', mentre ai lati sono due piccoli ''Angioletti''. L'opera scultorea di maggior pregio è tuttavia la statua giacente del defunto che sormonta il sarcofago. Il cardinale è rappresentato su di un triclinio dalle linee classiche, mentre sembra essersi appisolato durante la lettura del libro che tiene aperto sulle ginocchia. Il viso del governatore, segnato dalle rughe, appare immerso nel sonno e costituisce l'ultimo capolavoro del Bambaia<ref name=TCI />.
La terza campata ha una copia dell'antica lastra marmorea del ''Chrismon Sancti Ambrosii'' e un bassorilievo con ''Pietà e due angeli'' di un maestro renano del XIV secolo, oltre a uno stendardo della congregazione del Rosario, del tardo Cinquecento, con ricami e pitture<ref name=TCI />.
[[File:Milano katedra witraz 1.jpg|miniatura|La vetrata absidale della ''"razza"'' viscontea]]
Nella quarta campata il ''Monumento a san Carlo'' del [[1611]] commemora la consacrazione di [[Carlo Borromeo]] del 20 ottobre [[1577]], affiancata dalle erme del ''Tempo'' e dell<nowiki>'</nowiki>''Eternità'', in parte opera di [[Pietro Daverio]], e da due lastre marmoree con l'elenco dei santi dei quali sono conservate reliquie nel Duomo<ref name=TCI />.
La quinta campata presenta un ''Crocifisso con [[dalmatica]]'' duecentesco custodito sotto vetro e proveniente dal [[Castello Sforzesco]] nel [[1449]]<ref name=TCI />.
La sesta campata ha un ''Crocifisso con vergine e santi'', affrescato da un maestro lombardo all'inizio del XV secolo. Su un elaborato mensolone di gusto tardomanierista (opera di [[Francesco Brambilla il Vecchio]]), si trova il ''Monumento a [[papa Pio IV]]'' benedicente di [[Angelo Marini]] ([[1567]]). Il monumento commemora lo zio di san Carlo, Angelo Medici di Marignano, il cui stemma mediceo è retto da uno dei fantasiosi angeli che decorano la mensola. Un altro affresco lombardo coevo è il ''San Giovanni Battista e Madonna col Bambino''. Nella settima campata si trova il portale della sagrestia nord<ref name=TCI />.
=====Vetrate absidali=====
I tre immani finestroni absidali sono i più antichi ed i più ampi della cattedrale. Le due vetrate laterali, di 130 pannelli ciascuna, contengono ''Storie del Nuovo Testamento'' e ''Storie del Vecchio Testamento''. Furono integralmente rifatte in una arco di tempo che va dal [[1833]] al [[1865]] da [[Giovanni Battista Bertini]] e dai figli Pompeo e [[Giuseppe Bertini (pittore)|Giuseppe]], allora direttore dell'Accademia di Brera. La vetrata centrale, dedicata alla ''Visione dell'Apocalisse'' mantiene invece nella parte alta una cinquantina di pezzi del XV e XVI secolo<ref name=TCI />. Essa fu originariamente commissionata nel 1416 a Franceschino [[Zavattari]], Maffiolo da Cremona e Stefano da Pandino. Alla fine del Quattrocento vi intervennero anche [[Cristoforo de' Mottis]] e Niccolò da Varallo. È detto anche della "razza" o sole visconteo, dal gigantesco sole che vi campeggia nel mezzo, simbolo araldico, insieme al biscione, dei [[Visconti]] Duchi di Milano.
<gallery>
File:4369 - Milano, Duomo - Deambulatorio - An. sec. XV - Madonna con Bambino e S. Giovanni - Foto Giovanni Dall'Orto - 14-july-2007.jpg|Madonna con Bambino e San Giovanni, maestro lombardo all'inizio del XV secolo
File:4382 - Milano, Duomo - Deambulatorio - An. sec. XV - Crocifisso con vergine e santi - Foto Giovanni Dall'Orto - 14-July-2007.jpg|Crocefissione del XV secolo
File:4378 - Milano, Duomo - Deambulatorio - Angelo Marini - Pio IV (1567) - Foto Giovanni Dall'Orto - 14-July-2007.jpg|Monumento a Pio IV
File:Interior of the Duomo (18).jpg|Bambaja, Monumento a Marino Caracciolo, 1538
File:3255 - Milano - Duomo - Lapide riconsacrazione 20-10-1577 -1611- - Foto Giovanni Dall'Orto - 11-Febr-2007.jpg|Monumento a Carlo Borromeo
File:3452 - Milano - Duomo - Deambulatorio - Crocifisso del Castello - Foto Giovanni Dall'Orto - 14-July-2007.jpg|Il Crocifisso del Castello Sforzesco
</gallery>
=====Sagrestia meridionale=====
[[File:4206 - Milano, Duomo - Deambulatorio - Portale sagrestia sud (1389) - Foto Giovanni Dall'Orto, 6-Dec-2007.jpg|thumb|Hans von Fernach, portale della sagrestia meridionale (1391)]]
Il portale della sacrestia meridionale è un eccezionale capolavoro di scultura tardogotica, perfettamente conservato, realizzato dallo scalpellino tedesco [[Hans von Fernach]], o Giovanni di Fernach, alla fine del Trecento. Il vibrante brano di scultura si sviluppa al di sopra dell'architrave della porta, attribuito invece a [[Giovannino de' Grassi]], che lo decorò a formelle quadrilobate con ''Teste di Profeti'' come il portale della sagrestia settentrionale. La sobrietà decorativa del portale contrasta nettamente con il ridondante stile delle decorazioni soprastanti. L'opera è interamente dedicata alla celebrazione di Maria. Il coronamento ha la forma di un arco ogivale fiancheggiato da due pinnacoli, e terminante nella ''Crocifissione''. L'intera composizione presenta una fervida fantasia nell'ideazione e una raffinata ed esuberante ricchezza nella realizzazione. Alla base si trovano i rilievi delle ''Vergini sagge'' e delle ''Vergini folli'', le prime con le lampade accese e le seconde con le faci spente, secondo la [[Parabola delle dieci vergini]] molto frequante nell'iconografia medioevale. La stessa freschezza caratterizza le rappresentazione degli episodi della Vita di Maria negli intradossi nell'arco, alternati agli elaborati coronamenti. Da sinistra: l<nowiki>'</nowiki>''Annunciazione'', la ''Visitazione'', la ''Natività'', la ''Fuga in Egitto'' e la ''Strage degli innocenti''. Al primo livello della composizione una composta ''Pietà'' mostra una raffinata eleganza grafica nelle sinuose linee dei panneggi contrastante con la rigida fissità del corpo di Cristo. Al centro della lunetta una ''Madonna del Latte'' è affiancata da san Giovanni e Cristo inginocchiato. Nella cuspide, la ''Madonna della Misericordia'', è raffigurata con le braccia tese ad aprire l'ampio manto per accogliere il popolo dei fedeli<ref name=TCI />. L'estradosso della lunetta presenta la tradizionale decorazione gotica a grandi foglie arricciate, o "gattoni".
L'interno della sacrestia è rivestito da armadi seicenteschi. Sopra l'ingresso si trova un ''Martirio di santa Tecla'' di [[Aurelio Luini]] ([[1592]]). Il lavabo ha un dossale con cuspide, nella cui lunetta si trova un medaglione polilobato con ''Gesù e la samaritana'', di [[Giovannino de' Grassi]] ([[1396]]). A sinistra si trova una nicchia con un ''Cristo alla colonna'' di [[Cristoforo Solari]]<ref name=TCI />.
=====Sagrestia settentrionale=====
[[File:4362 - Milano, Duomo - Giacomo da Campione, Portale sagrestia Nord (1389) - Foto Giovanni Dall'Orto, 6-Dec-2007.jpg|thumb|left|Giacomo da Campione, Portale della sagrestia settentrionale (1389)]]
La sagrestia settentrionale rappresenta il punto esatto dal quale partì la costruzione della cattedrale, come testimonia la presenza di decorazioni in cotto, sostituite poi dal marmo in tutto il resto dell'edificio. Presenta nel portale la più antica opera di scultura del Duomo, opera di [[Maestri campionesi|Giacomo da Campione]] e [[Giovannino de' Grassi]] risalente al 1386. L'architrave e la strombatura della lunetta contengono eleganti formelle quadrilobate, da cui emergono le ''Teste di Profeti'', che con eleganti barbe e fantasiosi copricapi testimoniano il gusto elaborato del [[gotico internazionale]]. Nella lunetta il Cristo in trono è affiancato da una ''Madonna del latte'', ritratta nel gesto simbolico di donare il latte del proprio seno, e da san Giovanni Battista, che esibisce la sua testa sul vassoio. Nell'architrave soprastante, la colomba dello spirito santo è affiancata da quattro cariatidi dalle sembianze di angeli, che sorreggono una grande edicola con cuspidi sovrapposte, fiancheggiata da quattro pinnacoli. Nell'arco acuto al centro dell'edicola superiore si trova il rilievo con la ''Gloria di Cristo''. Cristo in trono, benedicente, è sorretto da un gruppo di cherubini all'interno della mandorla fiammeggiante, attorniato da angeli e santi. L'intera opera presenta resti della primitiva policromia<ref name=TCI />.
All'interno della sagrestia, il pavimento è di [[Marco Solari]] da [[Carona (Lugano)|Carona]] del [[1404]]-[[1407]]. Dietro gli armadi barocchi resta un frammento di un'arcata gotica in laterizio, che testimonia la primissima fase costruttiva del Duomo ([[1386]]-metà del [[1387]]). Uno dei fastigi degli armadi è dipinta dal [[Morazzone]] con ''San Carlo e due angeli'' ([[1618]])<ref name=TCI />.In una nicchia si trova la statua del ''Redentore'' di [[Antonio da Viggiù]], mentre la volta è affrescata da [[Camillo Procaccini]]<ref name=TCI />.
== Misure e dimensioni ==
[[File:Duomo Milano guglie di notte.JPG|thumb|upright=1.2|Le guglie di notte]]
{|class="wikitable"
! Parametro !! Misura
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|Lunghezza totale esterna|| 158,50 m<ref name=TCI />
|-----
|Lunghezza totale interna || 148,50 m
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|Larghezza esterna al transetto || 93 m<ref name=TCI />
|-----
|Larghezza della facciata || 67,90 m
|-----
|Larghezza interna del piedicroce a 5 navate || 57,60 m
|-----
|Larghezza esterna del piedicroce || 66 m<ref name=TCI />
|-----
|Altezza delle volte || 45 m
|-----
|Altezza del tiburio || 68 m
|-----
|Altezza dei pilastri interni || 24 m
|-----
|Altezza della massima facciata || 56,50 m
|-----
|Altezza della ''Madonnina'' dal suolo || 108,50 m<ref name=TCI />
|-----
|Altezza della statua della ''Madonnina'' || 4,16 m<ref>[http://www.duomomilano.it Duomomilano.it] (Duomo Monumento, Curiosità, "Finalmente la Madonnina").</ref>
|-----
|Diametro pilastri interni || 3,40 m
|-----
|Numero pilastri interni || 52
|-----
|Numero guglie || 135<ref>[http://www.duomomilano.it/it/infopage/le-guglie/245add9d-95ba-4664-b3b6-787a0be4623d/ Duomomilano.it]</ref>
|-----
|Numero statue || 3400<ref name=TCI />, di cui 2300 all'esterno<ref name=scheda-cnr/>
|-----
|Superficie interna || 11.700 m²<ref name=TCI />
|}
== Scavi ==
[[File:Baptisterium-Duomo Milano.JPG|miniatura|Scavi del battistero]]
Da una stretta scala nella facciata interna si può accedere al sotterraneo dove si trova il piano del calpestio del IV secolo, a circa quattro metri sotto il livello attuale della piazza. Qui si trovano i resti del [[battistero di San Giovanni alle Fonti]], edificato dal [[378]] e compiuto entro il [[397]], dentro il quale [[sant'Ambrogio]] battezzò il futuro [[sant'Agostino]], la notte di [[pasqua]] del [[387]]. Aveva un impianto ottagonale, per un diametro di 19,3 metri, con nicchie che si aprivano nelle pareti alternativamente semicircolari e rettangolari. Al centro si trova ancora il fonte ottagonale, il più antico che sia documentato, che però è in gran parte spogliato della decorazione marmorea originale<ref name=TCI />.
Altri resti sono pertinenti alle absidi della [[basilica maior|basilica di Santa Tecla]], cattedrale estiva anteriore alla metà del IV secolo, demolita nel [[1461]]-[[1462]]<ref name=TCI />.
== Salita ai terrazzi ==
[[File:Milan duomo76.jpg|thumb|I terrazzi]]
Attraverso l'ascensore contenuto nel contrafforte est del braccio nord del transetto si può accedere alle terrazze del Duomo, dalle quali si gode una straordinaria vista sul fitto ricamo di guglie, archi rampanti (dove sono nascosti gli scarichi della acque piovane), pinnacoli e statue, nonché sulla città<ref name=TCI />.
Vicino all'ascensore si trova la guglia Carelli, la più antica del Duomo, che risale al [[1397]]-[[1404]] e fu costruita grazie al lascito di [[Marco Carelli]]. È decorata da statuette della prima metà del XV secolo che ricordano i modi borgognoni. La parte terminale è stata rifatta mentre la statua sulla sommità, raffigurante ''Gian Galeazzo Visconti'' è una copia dell'originale di [[Giorgio Solari]], oggi conservata nel [[Museo del Duomo (Milano)|Museo del Duomo]]<ref>{{Cita web|url=http://www.lombardiabeniculturali.it/opere-arte/schede/w1020-00016/|titolo=scheda dal sito LombardiaBeniCulturali}}</ref>. Tra tutte le altre guglie solo sei risalgono al XV e XVI secolo e una decina sono del XVII e XVIII secolo<ref name=TCI />.
Il [[tiburio]] di [[Giovanni Antonio Amadeo]] ([[1490]]-24 settembre [[1500]]) è sormontato all'esterno da otto archi rovesci che sostengono la guglia maggiore, ultimata nel [[1769]] con una struttura marmorea, che è collegata a un'armatura di ferro del [[1844]]. Attorno al tiburio si trovano quattro gugliotti, di progetto dell'Amadeo, che vide realizzato solo quello di nord-est ([[1507]]-[[1518]]), arricchito da statuaria coeva oggi in gran parte sostituita da copie; alla base del gugliotto si conserva il bassorilievo commemorativo con l'effigie dell'Amadeo. Quello di nord-ovest venne ultimato da [[Paolo Cesa Bianchi]] nel [[1882]]-[[1887]], quello di sud-ovest da [[Pietro Pestagalli]] nel [[1844]]-[[1847]] e quello di sud-est, che fa anche da torre campanaria, da [[Giuseppe Vandoni]] nel [[1887]]-[[1892]]<ref name=TCI />.
Tra le statue sono singolari quelle nella parte sud della falconatura della facciata, risalenti al rifacimento del [[1911]]-[[1935]]: raffigurano gli ''Sport'' e sono un inconsueto esempio di statuaria degli anni Trenta<ref name=TCI />.
=== Madonnina ===
[[File:Madonnina1.jpg|thumb|La Madonnina]]
[[File:Duomo Madonnina.jpg|thumb|La guglia maggiore]]
{{vedi anche|Madonnina}}
Inaugurata il 30 dicembre [[1774]], la Madonnina del Duomo di [[Milano]] è il punto più alto della chiesa. La statua venne disegnata dallo scultore [[Giuseppe Perego (scultore)|Giuseppe Perego]] e fusa dall'orafo [[Giuseppe Bini]], per un'altezza di 4,16 metri. L'interno della statua conserva uno scheletro metallico, che degradatosi negli anni Sessanta del Novecento, è stato ricoverato nel [[Museo del Duomo (Milano)|museo]] e sostituito da un'ossatura in acciaio<ref name=TCI />.
== Tesoro ==
Nel Tesoro del Duomo, accessibile da una scala di fronte alla sagrestia meridionale, si trovano gli oggetti più preziosi accumulatisi nella lunga storia della cattedrale milanese. Vi si trovano<ref name=TCI />:
* La cappella argentea del IV secolo, inviata da [[papa Damaso I|papa San Damaso]] a [[sant'Ambrogio]] nel IV secolo, contenente le reliquie dei santi martiri e proveniente dalla [[basilica di San Nazaro in Brolo]];
* La copertina d'avorio di un [[evangeliario]], con storie di Cristo, di probabile fattura [[arte ravennate|ravennate]] (V secolo)
* Il [[dittico]] "romano" d'avorio con scene della [[Gesù nel Nuovo Testamento|vita di Cristo]] (IX secolo)
* La [[Situla del vescovo Gotofredo|situla d'avorio]] usata per l'incoronazione di [[Ottone II di Sassonia]] nel [[979]], decorata con archetti e rilievi della ''Vergine'' ed ''Evangelisti''.
* La coperta di evangeliario di [[Ariberto da Intimiano]], in oro a sbalzo e filigrana, con gemme e smalti, di probabile fattura lombarda (XI secolo)
* Il dittico "greco" d'avorio con scene evangeliche di manifattura bizantina (XI-XII secolo)
* La colomba eucaristica con smalti, del XII-XIII secolo.
* Il calice eburneo con rilievi delle ''Arti Liberali'', di manifattura francese del XIV secolo.
* Un reliquiario gotico di fattura umbra o toscana di fine del XV secolo, donato da [[Papa Paolo VI|Paolo VI]]
* Una [[Pace (liturgia)|pace]] in [[Quarzo ialino|cristallo di rocca]] del XV secolo.
* Una pace donata da [[papa Pio IV]] (XV secolo)
* La [[mitra (copricapo)|mitra]] d'oro detta di San Carlo
* Le statue in argento e pietre preziose di ''San Carlo'' ([[1610]]) e ''Sant'Ambrogio'' ([[1698]])
Le pareti sono decorate da arazzi, tra cui quello con l<nowiki>'</nowiki>''Adorazione dei Magi'', disegnato da [[Gaudenzio Ferrari]]<ref name=TCI />.
== Note ==
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== Bibliografia ==
* {{Cita libro
|titolo = Il duomo di Milano e i disegni per la sua facciata
|autore = [[Camillo Boito]]
|url = https://archive.org/details/ilduomodimilanoe00boit
|editore = Luigi Marchi
|città = Milano
|anno = 1889
|cid = Boito
}}
* {{cita libro|curatore=Fiorio, Maria Teresa|titolo=Le Chiese di Milano|anno=1985|edizione=2006|editore=Electa|città=Milano|isbn=88-370-3763-5}}
* {{cita libro|curatore=Brivio, Ernesto|titolo=Guida del duomo di Milano
|anno=1997 | editore=Veneranda Fabbrica del Duomo di Milano}}
* Giacomo Bascapè, Paolo Mezzanotte, ''Il Duomo di Milano'', Milano, Bramante editrice, 1965
* AA.VV., ''Milano'', Touring Club Italiano Editore, Milano 1998 (disponibile anche [http://books.google.it/books?id=nshyVnFbYbIC&printsec=frontcover#PPA150,M1 online] su [[Google Libri]]) ISBN 88-365-1249-6
* Carlo Romussi, ''Il Duomo di Milano tra arte e storia'', Meravigli edizioni, Milano, 2014
== Voci correlate ==
* [[Milano]]
* [[Architettura gotica]]
* [[Dedicazione del Duomo di Milano]]
* [[Veneranda Fabbrica del Duomo di Milano]]
* [[Gian Galeazzo Visconti]]
=== Arte gotica ===
* [[Gotico a Milano]]
* [[Gotico internazionale in Italia]]
=== Arte nel duomo ===
* [[Vetrate del Duomo di Milano]]
* [[Madonnina]]
* [[Museo del Duomo (Milano)]]
* [[Cappella musicale del Duomo di Milano]]
* [[Marmo di Candoglia]]
== Altri progetti ==
{{interprogetto|preposizione=sul}}
{{wikilibro|Milano ALL}}
==Collegamenti esterni==
*{{cita web|http://www.duomomilano.it/|Sito ufficiale}}
*[http://www.icvbc.cnr.it/bivi/regioni/lombardia/milano.htm#Duomo Dettagli del Duomo] sul sito dell'Istituto Conservazione e Valorizzazione Beni Culturali del [[Consiglio Nazionale delle Ricerche|CNR]]
*[http://www.disegniduomomilano.it Corpus dei disegni di architettura del Duomo di Milano] progetto di ricerca realizzato dal [[Politecnico di Milano]]
*[http://www.beweb.chiesacattolica.it/cattedrali/cattedrale/400/Chiesa+di+Santa+Maria+Nascente Chiesa di Santa Maria Nascente (Milano)] su BeWeB - Beni ecclesiastici in web
{{Box successione
|carica = Edificio più alto di Milano
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|periodo = 1892 - 1954
|precedente =
|successivo = [[Torre Breda]]
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{{Duomo di Milano}}
{{Storia dell'arte di Milano}}
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