Somalia e San Giovanni (metropolitana di Roma): differenze tra le pagine

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{{Infobox stazione della metropolitana
{{Avvisounicode}}
| città = Roma
{{C|motivazioni in pagina di discussione|Africa|novembre 2009}}
| nome = San Giovanni
| nome originale =
| immagine = San Giovanni (banchina).JPEG
| didascalia = Banchina della stazione della linea A
| gestore = [[ATAC]]
| inaugurazione = 1980
| stato attuale = In uso
| linea = [[Linea A (metropolitana di Roma)|Linea A]]
| altre linee = [[Linea C (metropolitana di Roma)|Linea C]]
| localizzazione = Piazzale Appio
| tipologia = Interamente sotterranea; fermata della linea A e stazione della linea C. Entrambe le linee presentano due binari in canne parallele
| interscambio = [[Rete tranviaria di Roma|Tramvia urbana]]<br />Autolinee urbane
| vicinanza = [[Azienda Ospedaliera San Giovanni Addolorata|Ospedale San Giovanni]]<br />[[Basilica di San Giovanni in Laterano]]
}}
{{Metropolitana di Roma/Linea A}}
{{Metropolitana di Roma/Linea C}}
 
'''San Giovanni''' è una stazione di scambio della metropolitana di Roma tra [[Linea A (metropolitana di Roma)|linea A]] e [[Linea C (metropolitana di Roma)|linea C]]. La stazione della linea A fu inaugurata nel [[1980]], contestualmente all'attivazione della tratta tra [[Ottaviano (metropolitana di Roma)|Ottaviano]] e [[Cinecittà (metropolitana di Roma)|Cinecittà]]; la stazione della linea C è stata inaugurata il [[12 maggio]] [[2018]] e sarà capolinea della terza linea metropolitana fino all'attivazione della tratta tra San Giovanni e la stazione di [[Fori Imperiali/Colosseo|Fori Imperiali]].<ref name="sangiovannimetroc">{{Cita news|lingua=it|url=http://roma.repubblica.it/cronaca/2018/05/04/news/roma_aprira_il_12_maggio_la_stazione_della_metro_c_di_san_giovanni-195476676/|titolo=Roma, aprirà il 12 maggio la stazione della metro C di San Giovanni. "Avanti fino a Farnesina"|pubblicazione=Repubblica.it|data=2018-05-04|accesso=2018-05-04}}</ref>
{{Stato
 
|nomeCorrente = Somalia <br> الصومال
Entrambe le stazioni si trovano nel sottosuolo in corrispondenza di Piazzale Appio, all'inizio della [[Strada statale 7 Via Appia|via Appia Nuova]] e Largo Brindisi, in corrispondenza della [[basilica di San Giovanni in Laterano]] e di [[Porta San Giovanni (Roma)|porta San Giovanni]], da cui deriva il nome.
|nomeCompleto = Somalia
|nomeUfficiale = '''Soomaaliya'''<br />
|linkBandiera = Flag of Somalia.svg
|paginaBandiera = Bandiera somala
|linkStemma =Coat_of_arms_of_Somalia.png
|paginaStemma = Stemma della Somalia
|linkLocalizzazione = Somalia (orthographic projection)-Blue version.svg
|linkMappa = Somaliait.png
|motto = &nbsp;
|lingua = [[lingua somala|Somalo]], [[lingua araba|arabo]]<ref name="Charter">According to article 7 of [http://www.chr.up.ac.za/hr_docs/countries/docs/charterfeb04.pdf The Transitional Federal Charter of the Somali Republic]: ''The official languages of the Somali Republic shall be Somali (Maay and Maxaatiri) and Arabic. The second languages of the Transitional Federal Government shall be English and Italian.''</ref><ref name=2009factbook>{{cite web|url=https://www.cia.gov/library/publications/the-world-factbook/geos/so.html|title=Somalia|accessdate=2009-05-31|date=2009-05-14|work=[[World Factbook]]|publisher=[[Central Intelligence Agency]]}}</ref>
|altrelingue = [[Lingua italiana|Italiano]]
|capitale = [[Mogadiscio]]
|capitaleAbitanti = 2.450.000
|capitaleAbitantiAnno = &nbsp;
|governo = [[Repubblica federale]]
|presidente = [[Sheikh Sharif Sheikh Ahmed]]
|primoMinistro = [[Omar Abdirashid Ali Sharmarke]]
|indipendenza = Dal [[Regno Unito]] il [[26 giugno]] [[1960]], dall'[[Italia]] il [[1º luglio]] [[1960]]
|ingressoONU = [[20 settembre]] [[1961]]
|superficieTotale = 637.661
|superficieOrdine = 41
|superficieAcqua = 1,6
|popolazioneTotale = 10.700.000
|popolazioneAnno = 2005
|popolazioneOrdine = 88
|popolazioneDensita = 16
|continente = [[Africa]]
|orario = [[Tempo Coordinato Universale|UTC]] +3
|valuta = [[Scellino somalo]]
|energia = <!-- consumo di energia pro capite - non scrivere kW/ab. che viene scritto già dal template - (consumo annuo totale in kWh diviso gli abitanti/365gg/24h) -->
|tld = [[.so]]
|telefono = +252
|targa = SP
|inno = [[Soomaaliyeey Toosoow]]
|festa = &nbsp;
|note = ¹ Il [[lingua somala|somalo]] e l'[[lingua araba|arabo]] sono le lingue ufficiali, ma nell'amministrazione si usano tutt'ora anche l'[[Lingua italiana|italiano]], che era lingua ufficiale nelle università fino al 1991, e l'[[Lingua inglese|inglese]].
}} <!-- fine della tabella - per la compilazione vedi -> Aiuto:Stato -->
La '''Somalia''' [so-mà-lia] ([[lingua somala|somalo]]: ''Soomaaliya'', {{Arabo|الصومال|al-Sumāl}}) è uno [[Stato]] dell'[[Africa Orientale]] situata nel [[corno d'Africa]]. Confina col [[Gibuti]] a nord, con l'[[Etiopia]] a ovest e con il [[Kenya]] a sudovest; si affaccia a nord sul [[Golfo di Aden]] e a est sull'[[oceano Indiano]]. Il territorio è in gran parte arido e semi-arido, a eccezione del sud, più fertile.
 
== Storia ==
La stazione di San Giovanni fu costruita come parte della prima tratta (da [[Anagnina (metropolitana di Roma)|Anagnina]] a [[Ottaviano (metropolitana di Roma)|Ottaviano]]) della [[Linea A (metropolitana di Roma)|linea A]] della [[Metropolitana di Roma|metropolitana]]<ref>{{Cita|Formigari, Muscolino|p. 133}}</ref>, entrata in servizio il 16 febbraio [[1980]]<ref>{{Cita|Formigari, Muscolino|p. 142}}</ref>.
La Somalia orientale come stato indipendente nacque nel [[1960]], dall'unificazione di [[Somalia Italiana]] e della [[Somalia inglese|Somalia Britannica]]. Dopo l'indipendenza, il paese ha attraversato numerose difficoltà politiche e sociali e a partire dagli [[anni 1980|anni ottanta]] si trova in una condizione di [[guerra civile]] permanente.
 
In vista della costruzione della stazione San Giovanni della [[Linea C (metropolitana di Roma)|linea C]] della metropolitana, da martedì 7 luglio [[2007]] sono stati chiusi gli ingressi di Largo Brindisi e via Taranto della [[Linea A (metropolitana di Roma)|linea A]].
Attualmente la Somalia è composta da 6 Stati Autonomi e dalla Repubblica Autonoma Indipendente del [[Somaliland]] che sta cercando di staccarsi dalla Somalia (con la quale si era unita nel [[1960]] per formare la Grande Somalia) richiedendo un riconoscimento internazionale.
L'accesso alla stazione è comunque garantito dagli altri ingressi su [[Strada statale 7 Via Appia|via Appia Nuova]] e via Magna Grecia.
La chiusura si è resa necessaria per consentire la demolizione del sottopassaggio preesistente, che avrebbe interferito con la costruzione dell'atrio della nuova stazione della linea C.
 
La costruzione della stazione ha subito notevoli ritardi, dovuti principalmente alla prescrizione della Soprintendenza di adottare un andamento altimetrico diverso rispetto a quello individuato in sede di progetto definitivo, per evitare di distruggere lo strato archeologico superficiale sia a monte che a valle della nuova stazione<ref name="metrocspa">{{Cita web|http://metrocspa.it/stazione/san-giovanni/|Metro C SpA|2 Aprile 2017}}</ref>. Questo ha portato a dover realizzare una stazione più profonda per consentire il sottoattraversamento della vecchia stazione della linea A, effettuato con tecniche complesse come il congelamento del terreno mediante azoto liquido<ref>{{Cita news|url=http://roma.repubblica.it/cronaca/2015/07/14/foto/metro_c_un_piccola_ciminiera_nel_cantiere_della_metroa_san_giovanni-119048866/1/#1|titolo=Metro C, una 'ciminiera' nel cantiere a San Giovanni - Roma - Repubblica.it|pubblicazione=Roma - La Repubblica|data=14 luglio 2015|accesso=2 aprile 2017}}</ref>.
Gli Stati Autonomi all'interno della Somalia:
* [[Galmudug]]
* [[Maakhir]]
* [[Northland (Somalia)|Northland]]
* [[Oltregiuba|Jubaland]]
* [[Puntland]]
* [[Southwestern (Somalia)|Southwestern]]
* [[Somaliland]] (''de facto'' Repubblica indipendente)
 
Dal 31 gennaio [[2011]] fino a dicembre dello stesso anno (quattro mesi prima del previsto<ref>{{Cita web|http://www.romatoday.it/cronaca/metropolitana-a-chiusura-ore-21-da-31-gennaio-aprile-2012.html|Dal 31 gennaio Linea A chiusa dalle ore 21:30}}</ref>), per l'avanzamento dei lavori di sottoattraversamento della stazione esistente, il servizio sull'intera linea A veniva interrotto in orario serale.
=== Le origini ed il periodo coloniale ===
{{vedi anche|Somalia Italiana}}
[[File:Zayla.jpg|thumb|left|250px|Resti del [[Sultanato di Adal]] in [[Zeila]], Somalia.]]
La storia dell'attuale territorio della Somalia risale all'antichità, quando la regione fu conosciuta
attraverso gli [[Antico Egitto|antichi egizi]]. Fra il [[II secolo|II]] e il [[III secolo]] d.C. varie parti del territorio furono inglobate nel regno etiope di [[Axum]]. Poco tempo dopo, alcune tribù arabe si stanziarono non molto distante dalla costa del [[Golfo di Aden]] e lì formarono un sultanato che aveva come capitale il porto di [[Zeila]]. Allo stesso tempo il paese si islamizzò a causa degli sciiti provenienti dalla [[Persia]]. Nonostante ciò, gli abitanti mantennero le loro [[lingua (idioma)|lingue]] ancestrali al posto di adottare l'[[lingua araba|arabo]].
 
In seguito al rinvenimento di reperti archeologici risalenti all'[[Impero romano|età imperiale]] di particolare importanza, fra i quali vanghe, tubazioni per l'irrigazione dei campi e noccioli di [[Prunus persica|pesche]] (all'epoca una novità introdotta recentemente nel Mediterraneo), il direttore della Soprintendenza Francesco Prosperetti richiese una variante di progetto per includere un allestimento espositivo all'interno dei locali della stazione<ref>{{Cita web|url=http://www.beniculturali.it/mibac/export/MiBAC/sito-MiBAC/Contenuti/MibacUnif/Comunicati/visualizza_asset.html_141124996.html|titolo=Miglioramento Qualitativo Stazione Metro C San Giovanni|sito=www.beniculturali.it|accesso=2 aprile 2017}}</ref>. Questo ha portato ad ulteriori ritardi per la consegna della stazione<ref>{{Cita news|url=http://www.iltempo.it/roma-capitale/2016/10/19/news/roma-slitta-ancora-l-apertura-della-metro-c-a-san-giovanni-1022829/|titolo=Roma, slitta ancora l'apertura della Metro C a San Giovanni|accesso=2 aprile 2017}}</ref>.
A partire dal [[XIII secolo|tredicesimo secolo]], somali e pastori nomadi stabilitosi nel nord del [[Corno d'Africa]], cominciarono a emigrare in direzione dell'attuale regione della Somalia. Prima i [[Galla (popolazione)|Galla]], [[pastorizia|pastori]] e [[agricoltura|agricoltori]], avevano iniziato la loro migrazione dall'[[Ogaden]] e l'[[Abissinia]]. Tutti questi popoli si installarono definitivamente sul territorio. Alcuni popoli arabi provarono ad appropriarsi del territorio, fra questi i [[sultanato di Zanzibar|sultani di Zanzibar]] che giunsero ad impadronirsi delle coste. Molti somali si dispersero nel territorio, specialmente in prossimità dell'[[Abissinia]].
[[File:Sultan Mohamoud Ali Shire.jpeg|thumb|right|200px|Sultano [[Mohamoud Ali Shire]]: leader anti-imperialista della [[Warsangali Sultanato]], che fu esiliato dai britannici per il [[Seychelles]].]]
L'anno [[1884]] pose fine a un lungo periodo di pace. Con la [[Conferenza di Berlino]], iniziò una lunga lotta sanguinosa in cui tre stati si contendevano la Somalia. L'[[Italia]], la [[Impero Britannico|Gran Bretagna]] e la [[Francia]] si spartirono il suo territorio nel tardo [[XIX secolo]].
 
L'apertura della nuova stazione di San Giovanni della linea C è avvenuta il 12 maggio 2018.<ref name="sangiovannimetroc" />
I britannici stabilirono il Protettorato della [[Somalia Britannica]] nel [[1886]] dopo la ritirata dell'Egitto e il trattato con il clan Warsangeli. L'[[Egitto]] tentava di impedire l'espansione coloniale europea nell'Africa nordorientale. L'area meridionale, occupata dall'Italia nel [[1892]], divenne nota come [[Somalia Italiana]]. La parte più settentrionale del territorio fu data alla Francia, che stabilì la [[Somalia Francese]], costituita dai territori di Afars e Issas.La Guerra somala per la Resistenza Coloniale ([[1898]]-[[1920]]) fu guidata dal poeta, studioso e politico somalo [[Mohammed Abdullah Hassan]]. La guerra terminò con il bombardamento da parte della RAF del forte di [[Sayid]], che causò una grande perdita di militari e civili somali.
 
== Dintorni ==
Il [[2 ottobre]] [[1869]] il governo italiano, guidato dal presidente [[Luigi Federico Menabrea]], stipula un trattato segreto per comprare terreno sulle coste dell'Africa allo scopo di promuovere il colonialismo italiano. Nel [[1885]] viene stipulato il primo accordo tra il sultano di Zanzibar e l'Italia per ottenere un protettorato sulla Somalia; in realtà l'[[Italia]] aveva iniziato ad acquisire il controllo di varie parti della Somalia dal 1880 con alle spalle una controversa situazione internazionale, dove alcuni stati sostenevano questo genere di politica estera. Dal 1869 esistevano territori italiani privati, di società genovesi poi ceduti allo stato italiano, nella vicina Eritrea. Tutta l'area si trovava contesa tra Inghilterra, Italia e Francia.
[[File:San Giovanni (line C platform).jpg|thumb|Banchina della stazione della linea C]]
[[File:Taleh Castle.jpg|thumb|left|250px|[[Taleex]] è stata la capitale della [[Derviscio Stato]] di [[Mohammed Abdullah Hassan]].]]
* [[Palazzo del Laterano]]
Quando l'[[Egitto]] si ritirò dal [[Corno d'Africa]] nel corso del [[1884]], i diplomatici italiani fecero un accordo con la [[Gran Bretagna]] per l'occupazione del porto di Massaua che assieme ad Assab formò i cosiddetti possedimenti italiani nel [[Mar Rosso]], dal [[1890]] denominati Colonia Eritrea, e base per un progetto che doveva sfociare nel controllo dell'intero Corno d'Africa. I britannici stabilirono il Protettorato della [[Somalia Britannica]], futuro [[Somaliland]], nel [[1886]], dopo la ritirata egiziana e il trattato con il clan Warsangeli. L'area meridionale, occupata dall'Italia nel [[1892]], divenne conosciuta come [[Somalia Italiana]]. La parte più settentrionale del territorio fu data alla [[Francia]], che stabilì la Somalia Francese, costituita dai territori di Afars e Issas.
* [[Basilica di San Giovanni in Laterano]]
* [[Obelisco Lateranense]]
* [[Basilica di Santa Croce in Gerusalemme|Santa Croce in Gerusalemme]]
* [[Porta San Giovanni (Roma)|Porta San Giovanni]]
* [[Porta Asinaria]]
 
== Servizi ==
Agli inizi degli [[anni 1880]] questa zona era abitata da popolazioni etiopiche, dancale, somale e oromo autonome o sottoposte a diversi dominatori: gli egiziani lungo le coste del Mar Rosso, sultani (tra cui Harar, Obbia, Zanzibar), emiri e capi tribali, mentre l'Etiopia, era retta dal Negus Neghesti (Re dei Re) Giovanni IV, con la presenza di un secondo Negus (Re) nei territori del sud: Menelik.
La stazione dispone di:
* [[File:Feature ticket office inv 2.svg|24px|Biglietteria automatica]] Biglietteria automatica
 
== Interscambi ==
Il Regno d'Italia cominciò a penetrare nell'area somala negli anni Ottanta dell'Ottocento, fino alla creazione di una vera e propria colonia.
* [[File:Italian traffic signs - icona tram inv 2.svg|24px|Fermata tram]] Fermata tram (Porta S. Giovanni/Carlo Felice, [[Rete tranviaria di Roma|linea 3]])
Numerosi coloni italiani si radicarono nella Somalia italiana, specialmente nella capitale Mogadiscio dove gli Italo-somali erano 20.000 (su un totale di 50.000 abitanti) nel 1938. [1]. Negli anni trenta la Somalia ebbe un notevole sviluppo economico , centrato sull'esportazione di banane e prodotti agricoli grazie anche alla costruzione di strade carrozzabili ed alle moderne infrastrutture di cui fu dotato il porto di mogadiscio . La capitale Mogadiscio ebbe un notevole sviluppo urbano all'interno dell'A.O.I., inferiore solo a quello di Asmara; la città ,capoluogo della Colonia fu dotata infatti di strade asfaltate, fognature, uffici e palazzi ,scuole ed ospedali e fu perfino progettata una sede per l'università.
* [[File:Aiga bus inv.svg|24px|Fermata autobus]] Fermata autobus [[ATAC]]
Di questo periodo è la costruzione del villaggio-colonia agricola Duca degli Abruzzi ,noto per le sue moderne tecniche d'irrigazione e coltivazione. Nel [[1936]], dopo la guerra d'Etiopia, la Somalia Italiana entrò a far parte dell'Africa Orientale Italiana insieme all'Etiopia e all'Eritrea e le venne aggiunto l'Ogaden.
 
Nell'estate 1940 le truppe italiane occuparono la Somalia Britannica e parte del Kenia vicino all'Oltregiuba. Questi territori furono annessi alla Somalia italiana ingrandendola ed ottenendo -anche se per pochi mesi- l'unione territoriale di tutti i Somali nella "Grande Somalia".
 
Nel [[1941]], nel corso della [[Seconda guerra Mondiale]] fu occupata da truppe britanniche, che ne mantennero il controllo fino al [[novembre]] del [[1949]], quando le [[Nazioni Unite]] la diedero in Amministrazione fiduciaria alla Repubblica italiana ([[Amministrazione fiduciaria italiana della Somalia]]).
 
L'indipendenza delle colonie fu ottenuta nel [[1960]]: Somalia Italiana e Somalia Britannica divennero parte dell'attuale stato unendosi subito. Lo stato del [[Gibuti]], l'ex Somalia Francese, divenne indipendente nel [[1977]].
 
=== Dal 1960 al 1969: la guerra con L'Etiopia ===
Nel [[1964]] e nel [[1977]] la Somalia combatte due guerre contro l'[[Etiopia]] (governata da [[Cristianesimo|cristiani]]). Le guerre non erano tuttavia di matrice religiosa, ma territoriale.
Era infatti conteso il territorio che era popolato da somali ma rimasto all'Etiopia in seguito alla divisione delle terre colonizzate effettuata dalla Gran Bretagna nella seconda metà dell'Ottocento. Il territorio di [[Ogaden]] è rimasto poi all'Etiopia ed il governo somalo ha successivamente deciso di abbandonarne la rivendicazione.
 
=== Dal 1969 al 1991: la dittatura di Siad Barre ===
Nel [[1969]], un [[colpo di stato]] militare, ai danni del [[presidente della Repubblica]] [[Abdirashid Ali Shermarke]], portò al potere il generale [[Siad Barre]]. Fra la fine degli [[anni 1970|anni settanta]] e l'inizio degli [[anni 1980|anni ottanta]] iniziarono a formarsi organizzazioni di [[guerriglia]] ostili al [[regime]] di [[Barre]]. Ebbe così inizio un'epoca di [[guerra civile somala|guerra civile]] intermittente che, sebbene con diversi contendenti, perdura ancora oggi. Nel [[1991]] Barre fu estromesso; la lotta per il potere che ne seguì contrappose diversi gruppi tribali, in un nuovo crescendo di violenza accompagnato peraltro da una terribile [[carestia]]. Nello stesso anno, l'ex [[Somaliland]] annunciò la propria [[secessione]], un evento che diede origine a nuovi scontri.
 
=== Dal 1991 al 2004: il caos ed il fallimento della missione ONU ===
Il conflitto divenne sempre più confuso e violento, culminando nella [[Battaglia di Mogadiscio]], che aumentò l'ostilità della popolazione locale. Gli americani si ritirarono nei primi mesi del 1994, provocando il fallimento della missione [[UNOSOM]]. Nel [[1995]] l'[[Organizzazione delle Nazioni Unite|ONU]], incapace di far fronte alla situazione, ritirò le proprie forze (nella missione "Restore Hope", partecipava anche l'Italia).
Il periodo fu caratterizzato dalle violenze dei "[[Signori della guerra]]", i temibili capi-clan che sottomisero la popolazione e che costrinsero alla fuga, nel 1994, anche i caschi blu dell'ONU e i militari americani. Essi imperversarono per anni in gran parte del sud del Paese (la zona fertile ed agricola della Somalia).
 
Verso la fine degli [[anni 1990|anni novanta]] ci fu un momento di scambi diplomatici importante, che incluse un accordo fra ventisei fazioni ([[1997]]), la [[Conferenza di pace di Gibuti]] ([[2000]]), e la [[Conferenza di pace di Mbagathi]] ([[2002]]).
 
=== Dal 2004 al 2006: il governo di transizione, le Corti Islamiche e l'intervento dell'Etiopia ===
 
Nel [[2004]] il processo di pacificazione sembrava avviarsi alla conclusione; fu eletto dalla [[IGAD]] (l'organizzazione politico-commerciale formata dai paesi del Corno d'Africa) un [[parlamento]] federale e furono nominati un [[presidente]] ''ad interim'' ([[Abdullahi Yusuf Ahmed]]) e un governo, il Governo Federale di Transizione somalo (Tfg) (con [[Primo Ministro]] [[Mohamed Mohalim Gedi]]). Queste deboli istituzioni tuttavia non riuscirono a rendere effettivo il loro potere e a governare davvero il paese, anche a causa dell'opposizione dei "signori della guerra" di Mogadiscio, quasi tutti componenti del governo stesso.
 
Infatti né il Parlamento,né tanto meno il Governo sono stati eletti, bensì sono usciti da una trattativa durata due anni in Kenya tra i vari signori della guerra. Era la 14° conferenza di "pace" in cui, per esigenza di Ordine Nuovo, sono intervenuti sia gli USA, direttamente e tramite l'Etiopia, sia l'UE.
[[File:Flag_of_the_Islamic_Courts_Union.svg|thumb|right|220px|Bandiera della [[Unione delle Corti Islamiche]].]]
Proprio per questa non trascurabile presenza i vari signori si sono accordati per creare una parvenza di governo, e Mr. Yusuf, il più potente signore della guerra, è stato nominato Presidente. In ogni caso, aldilà della facciata concorde, nessun signore della guerra era disposto a lasciare il proprio feudo e consegnarlo ad un altro signore con cui era in guerra da 16 anni.
 
Nel febbraio del [[2006]], dopo 16 anni di guerra tra di loro, i "signori della guerra" iniziarono una guerra dichiaratamente contro [[Al qaeda]], ma nella sostanza contro tutto l'integralismo religioso islamico visto come una minaccia alla loro esistenza. Essi infatti uccisero autorità religiose o persone molto legate all'islam, affiliati ad Al Qaeda e non. Gran parte della popolazione, disperata e stanca, era negli anni divenuta integralista.
 
Una nuova crisi giunse nell'estate del [[2006]]; le milizie controllate dalle [[Corti islamiche]] (sostenute, secondo l'ONU, da [[Iran]], [[Libia]] e [[Arabia Saudita]]) scacciarono da Mogadiscio, con l'appoggio della popolazione civile, i signori della guerra e presero il controllo della parte centro-meridionale del Paese. Per contrastare la loro avanzata e impedire il rovesciamento del governo provvisorio somalo internazionalmente riconosciuto, l'esercito [[Etiopia|etiope]] entrò in soccorso dell'esercito governativo somalo, sostenuto anche da [[Uganda]], [[Yemen]] e [[Kenya]]. Il governo provvisorio si rifugiò a [[Baidoa]] (a circa 250 chilometri da Mogadiscio), perdendo il controllo della capitale.
 
Per ben due volte si tentò, vanamente, di trovare un accordo tra Corti islamiche e governo provvisorio, sotto la mediazione di [[IGAD]], [[Lega araba]] e [[Organizzazione delle Nazioni Unite|ONU]]. Il governo transitorio ha sempre avuto l'appoggio dell'Etiopia, allo scopo di essere difeso dagli eventuali attacchi della Unione delle Corti islamiche.
 
Il [[14 agosto]] [[2006]] [[Galmudug]] si auto-dichiarò uno Stato all'interno della Somalia.
[[File:Puntland map regions.png|thumb|left|220px|Mappa della regione della [[Puntland]] in Somalia nord-orientale.]]
Nella seconda metà del 2006 le Corti islamiche riuscirono a riportare una relativa pace nelle città e nelle regioni che governavano (Mogadiscio compresa): scesero i prezzi di molti beni di prima necessità, e riaprirono perfino, dopo undici anni, il porto e l’aeroporto. Ma tutto questo venne ottenuto grazie a esecuzioni sommarie e a gravi riduzioni delle libertà (come la chiusura dei cinema).
 
Il governo transitorio stabilì poi un'alleanza con l'amministrazione autonoma del [[Puntland]], allo scopo di contrastare l'avanzata delle milizie delle Corti islamiche verso le città di [[Baidoa]] e [[Galcayo]]. Le milizie dell'Unione costituirono una minaccia per la Repubblica autonoma del nord-ovest e per lo stesso Puntland (regioni non riconosciute dalla comunità internazionale, e tuttavia rispettate in Somalia, grazie ai loro governi stabili). Tali territori avevano inoltre infrastrutture pienamente operative (tra cui porti e aeroporti).
 
Così, nel dicembre 2006 il Consiglio di Sicurezza dell’[[Organizzazione delle Nazioni Unite|ONU]] approvò la risoluzione 1725, che diede il via libera formale (revocando l'embargo delle armi al governo federale) a una forza internazionale regionale con il compito di “monitorare e mantenere la sicurezza a Baidoa”, permettendo di fatto alle istituzioni transitorie di riarmarsi. Pochi giorni dopo si riacutizzarono gli scontri tra le milizie delle Corti islamiche e le truppe fedeli al governo provvisorio di [[Baidoa]] (sostenute militarmente dall'[[Etiopia]]). Sul finire dello stesso mese, le truppe etiopi, intervenute pesantemente a sostegno del governo di Baidoa, entrarono nella capitale somala dopo pochi ma violentissimi giorni di guerra, provocando migliaia di morti e suscitando la ferma disapprovazione di [[Unione Africana]], [[Lega Araba]] ed [[IGAD]].
 
===Dal 2007 ad oggi: la tragedia umanitaria<ref>Sintesi di diversi articoli pubblicanti nel corso dell'anno da www.peacereporter.net e da altre testate</ref>===
Il [[9 gennaio]] [[2007]] gli [[Stati Uniti d'America|Stati Uniti]] entrarono militarmente nel conflitto, a supporto dell'esercito etiope e con il sostegno del presidente e del governo somalo, causando la morte di numerosi civili ricevendo dure critiche dall'[[Unione Europea]] e dall'[[Organizzazione delle Nazioni Unite|ONU]]. Sono stati colpiti numerosi villaggi nel sud del paese, in cui (secondo i militari americani), si sarebbero rifugiati esponenti di Al qaeda. Pochi giorni dopo, i signori della guerra (tra cui Mohamed Qanyare Afrah, del clan dei [[murursade]], e Mussa Sudi Yalaow, a capo degli [[Abgal/daud]]) accettarono di disarmare le loro milizie e di entrare nel nuovo esercito nazionale. Nello stesso periodo, il parlamento sfiduciò il suo portavoce (Sharif Hassan Shek Aden), ritenuto troppo vicino alle Corti Islamiche.
 
Nei primi giorni del mese di marzo, sono giunte a Mogadiscio le truppe ugandesi della missione di pace dell’Unione africana (Amisom, African Mission to Somalia) incaricate dall'[[Unione Africana]] di controllare la capitale e contrastare il ritorno delle milizie islamiche. Nonostante fosse atteso per i mesi successivi l'arrivo nel Paese del resto dei "caschi verdi" (con truppe provenienti da [[Nigeria]], [[Ghana]], [[Malawi]] e [[Burundi]]), il solo contingente ugandese è rimasto per tutto il 2007 in territorio somalo.
 
Nonostante l'arrivo delle truppe ugandesi, gli scontri sono aumentati di intensità (anche contro gli stessi "caschi verdi"). La situazione a Mogadiscio è precipitata nel caos come non accadeva da anni, con il perdurare di violenti scontri tra truppe etiopi, governo di transizione e nuovamente i signori della guerra da un lato e milizie islamiche dall'altro.
 
Nel maggio 2007, l'[[Organizzazione delle Nazioni Unite|ONU]] ha annunciato che il governo somalo ha accettato di nominare la commissione di inchiesta che indagherà sui crimini dei guerra commessi nel corso degli scontri del mese di aprile tra le truppe governative appoggiate dall'esercito etiope ed i ribelli appoggiati da miliziani delle Corti islamiche.
[[File:Abdullahi Yusuf Ahmed 2.jpg|thumb|right|220px|[[Abdullahi Yusuf Ahmed]].]]
Alla fine di luglio 2007, il lieve miglioramento della situazione ha consentito il rientro di 125.000 sfollati. Tuttavia, i combattimenti non sono cessati, e la Conferenza di Pace e Riconciliazione pare non avere alcun effetto. Ancora da risolvere è la questione del [[Somaliland]], stato autoproclamatosi indipendente.
 
Nell'autunno del 2007 la situazione è drammaticamente precipitata. A Mogadiscio (in preda a caos, violenze ed epidemie) si è in piena catastrofe umanitaria, e gli sfollati hanno raggiunto quota un milione nel solo anno in corso. Le truppe etiopi continuano a imperversare ed a scontrarsi con i ribelli armati, mentre il contingente militare ugandese appare incapace di opporre la minima resistenza.
 
Nel gennaio 2008 il nuovo primo ministro [[Nur Hassan Hussein]] eletto a novembre 2007, dopo le dimissioni di Mohamed Mohalim Gedi, è giunto per la prima volta a Mogadiscio. Sempre nel gennaio 2008, sono giunti in Somalia 440 soldati del [[Burundi]] a rafforzare il contingente di pace dell'Unione Africana.
 
Nel giugno 2008 è stata concordata la firma di un accordo tra governo somalo, parte dell'opposizione ed Etiopia. Le fasi previste nell'accordo sono la fine degli scontri armati, l'ingresso delle forze internazionali ed il ritiro dei militari etiopi. Le fasi descritte saranno seguite ed implementate da due commissioni. Per pervenire a tale accordo, a differenza che nei precedenti tentativi, sono state coinvolte le realtà moderate collegate alle corti islamiche.
 
Il 29 dicembre 2008 il presidente [[Abdullahi Yusuf Ahmed]] ha rassegnato le sue dimissioni. Ha motivato questa decisione con l'impossibilità di portare la Somalia in una fase di pacificazione ed accordo tra le parti. Inoltre ha criticato duramente la comunità internazionale per il mancato sostegno economico, senza il quale non sarebbe stato possibile formare un esercito in grado di fronteggiare le [[corti islamiche]] e gli altri gruppi che si contendono il potere.
Aden Mohamed Nur, presidente del parlamento, ha assunto così a interim la funzione di presidente di uno stato che di fatto dal 1991 non esiste.
 
Il 31 gennaio 2009 il leader di una fazione moderata dell'Unione delle Corti Islamiche Sheikh Sharif Sheikh Ahmed è stato eletto capo del governo federale di transizione.[http://www.affarinternazionali.it/articolo.asp?ID=1084] Sharif, leader dell'Alleanza per la ri-liberazione della Somalia (ARS), ha sconfitto il primo ministro Nur Hassan Hussein appoggiato della comunità internazionale, e il generale Maslah Mohamed Siad, figlio dell'ultimo presidente della Somalia prima della guerra, Siad Barre.
 
== Geografia ==
[[File:Somalia sat.png|right|200 px|thumb|La Somalia dal satellite]]
{{main|Geografia della Somalia}}
La Somalia è situata sulla costa orientale dell'Africa a nord dell'[[Equatore]] fra il [[Golfo di Aden]] a nord; e l'[[Oceano Indiano]] a est. Con l'[[Etiopia]], l'[[Eritrea]] e il [[Gibuti]] è spesso considerata parte del [[Corno d'Africa]]. Confina con il [[Gibuti]] a nord-ovest, con l'[[Etiopia]] a ovest e con il [[Kenia]] a sudovest.
 
=== Morfologia ===
Il territorio della Somalia presenta una parte settentrionale montuosa che si abbassa gradualmente fino all'Oceano Indiano fino ad arrivare ad una pianura costiera.
 
==== Montagne ====
*Shimbiris, 2.547 m s.l.m.
*Surud Ad, 2.408 m s.l.m.
 
==== Isole ====
*[[Isole Giuba]]
 
=== Idrografia ===
Nonostante il corso dei fiumi sia di carattere torrentizio, ve ne esistono due principali: [[Giuba (fiume)|Giuba]] e [[Uebi Scebeli]].
 
=== Clima ===
La costa nord della Somalia è calda e umida; l'entroterra ha una temperatura media fra le più alte del mondo. A est, sull'oceano, il clima è più mite. In prossimità dell'[[Acrocoro Etiopico]], in [[Somaliland]], il clima è nettamente più mite compreso fra i 10 e i 30 [[Celsius|°C]].
 
== Popolazione ==
[[File:Somalia-demography.png|right|200 px|thumb|Crescita demografica della Somalia]]
La densità di popolazione della Somalia è di 14ab/km&sup2;.
 
La società è organizzata secondo il sistema delle tribù, spesso contrapposte le une alle altre ma al tempo stesso legate da un sentimento evidente di identità nazionale (o etnica). L'epoca post-coloniale ha tuttavia distrutto alcuni dei presupposti fondamentali della società tradizionale somala (per esempio il ruolo degli anziani come mediatori dei conflitti) ponendo numerosi problemi d'identita al popolo somalo, in bilico tra modernità ed il feudalesimo islamico.
 
Anche a causa della guerra civile, la Somalia è terra di emigrazione, sia verso l'[[Europa]] che verso il [[Sudafrica]]. Alla fine del [[2006]] si sono registrati fenomeni di intolleranza nei confronti della comunità somala a [[Città del Capo]].
 
=== Etnie ===
 
Da un punto di vista [[etnia|etnico]] il paese è molto omogeneo: ben il 95% della popolazione è costituita da [[Somali]]. Gruppi etnici minori sono i [[Bantu]], i [[Pigmei]], gli [[Arabi]], gli [[India]]ni, i [[Pakistan]]i e gli [[Europa|europei]].
 
=== Religione ===
Una omogeneità ancora maggiore si registra sul piano religioso, con una percentuale di musulmani pari a oltre il 99%. <br/>
La piccolissima [[Chiesa cattolica in Somalia|Chiesa cattolica somala]] è costituita dalla [[diocesi di Mogadiscio]] è ormai quasi scomparsa a causa delle persecuzioni dei fedeli e delle distruzioni delle chiese.<br/>
Nel Paese la [[libertà religiosa]] è repressa. L’ordinamento prevede, infatti, la pena di morte per [[apostasia]].
 
=== Lingue ===
Le lingue ufficiali sono il [[Lingua somala|somalo]], l'[[Lingua italiana|italiano]] e l'[[Lingua inglese|inglese]].
 
== Ordinamento dello stato ==
=== Suddivisioni storiche e amministrative ===
{{vedi anche|Regioni della Somalia}}
[[Immagine:Somalia-regions-states 2.PNG|250 px|destra]]
La Somalia è divisa in 18 regioni dette ''gobolka'' al singolare, al plurale ''gobollada''.
a sua volta ogni regione è suddivisa in province.
#[[Awdal]]
#[[Bakool]]
#[[Banaadir]]
#[[Bari (regione della Somalia)|Bari]]
#[[Bay (regione della Somalia)|Bay]]
#[[Galguduud]]
#[[Gedo]]
#[[Hiiraan]]
#[[Jubbada Dhexe]]
#[[Jubbada Hoose]]
#[[Mudug]]
#[[Nugaal]]
#[[Sanaag]]
#[[Shabeellaha Dhexe]]
#[[Shabeellaha Hoose]]
#[[Sool (regione della Somalia)|Sool]]
#[[Togdheer]]
#[[Woqooyi Galbeed]]
 
=== Città principali ===
{{Vedi anche|Città della Somalia}}
{| class="infobox" style="text-align:center; width:97%; margin-right:10px; font-size:90%"
|-
! align=center style="background:#f5f5f5;" colspan="2" rowspan="21"|Città della Repubblica di '''[[Somalia]]'''<br>[[File:Bakaara Market.jpg|border|205px|Mogadiscio]]<br>[[Mogadiscio]]<br>[[Image:BosasoCity.jpg|border|205px|Bosaso]]<br>[[Bosaso]]<br>[[Image:Kismayo.jpg|border|205px|[[Chisimaio|Kismayo]]]]<br>[[Chisimaio|Kismayo]]<br>[[Image:Rays Hotel in Borama.jpg|border|205px|Borama]]<br>[[Borama]]
! align=center style="background:#f5f5f5;" | Grado
! align=center style="background:#f5f5f5;" | Centro città
! align=center style="background:#f5f5f5;" | Divisione
! align=center style="background:#f5f5f5;" | Popolazione
! align=center style="background:#f5f5f5;" colspan="2" rowspan="21"|[[File:Hargeisacitycentre.jpg|border|205px|Hargeisa]]<br>[[Hargeisa]]<br>[[Image:Marka,Somalia.jpg|205px|Merca]]<br>[[Merca]]<br>[[File:Barawa.jpg|border|205px|Barawa]]<br>[[Barawa]]<br>[[File:Presidentialres.jpg|205px|Garowe]]<br>[[Garowe]]
|-
| align=center style="background:#f0f0f0;" | 1 ||align=left | '''[[Mogadiscio]]''' || [[Banaadir]] ||Ca.2,500,000||
|-
 
| align=center style="background:#f0f0f0;" | 2 ||align=left | '''[[Bosaso]]''' || [[Bari (regione della Somalia)|Bari]] ||Ca. 350,000 ||
|-
 
| align=center style="background:#f0f0f0;" | 3||align=left | '''[[Hargeisa]]''' || [[Woqooyi Galbeed|W.Galbeed]] || Ca. 1,800,000 ||
|-
 
|-
| align=center style="background:#f0f0f0;" | 4 ||align=left | '''[[Chisimaio|Kismayo]]''' || [[Jubbada Hoose]] ||Ca. 200,000||
|-
| align=center style="background:#f0f0f0;" | 5 ||align=left | '''[[Burao]]''' || [[Togdheer]] ||Ca. 150,000||
|-
| align=center style="background:#f0f0f0;" | 6 ||align=left | '''[[Belet Weyne]]''' || [[Hiiraan]] ||Ca. 150,000 ||
|-
| align=center style="background:#f0f0f0;" | 7 ||align=left | '''[[Gallacaio]]''' || [[Mudug]] ||Ca. 100,000||
|-
| align=center style="background:#f0f0f0;" | 8 ||align=left | '''[[Berbera]]''' || [[Woqooyi Galbeed|W.Galbeed]]|| Ca. 100,000||
|-
 
| align=center style="background:#f0f0f0;" | 9||align=left | '''[[Garowe]]''' || [[Nugaal]] || Ca. 86,000 ||
|-
 
| align=center style="background:#f0f0f0;" | 10 ||align=left | '''[[Borama]]''' || [[Awdal]] || Ca.300,000 ||
|-
 
| align=center style="background:#f0f0f0;" | 11 ||align=left | '''[[Baydabo|Baidoa]]''' || [[Bay (regione dela Somalia)|Bay]]|| Ca. 75,000 ||
|-
 
| align=center style="background:#f0f0f0;" | 12 ||align=left |'''[[Bardera]]''' || [[Gedo]] || Ca. 75,000 ||
|-
| align=center style="background:#f0f0f0;" | 13 ||align=left | '''[[Goldogob]]''' || [[Mudug]] || Ca. 40,000 ||
 
|-
| align=center style="background:#f0f0f0;" | 14 ||align=left | '''[[Ceerigaabo|Erigavo]]''' || [[Sanaag]] ||Ca. 40,000 ||
|-
 
| align=center style="background:#f0f0f0;" | 15 ||align=left | '''[[Merca]]''' || [[Shabeellaha Hoose]] || Ca. 40,000 ||
|-
|-
 
| align=center style="background:#f0f0f0;" | 16 ||align=left | '''[[Jawhar]]''' || [[Shabeellaha Hoose]] || Ca. 40,000 ||
|-
 
 
| align=center style="background:#f0f0f0;" | 17||align=left | '''[[Qardho]]''' || [[Bari (regione della Somalia)|Bari]] || Ca. 35,000 ||
|-
|}
 
== Politica ==
Il Paese dal 1986 è membro all'[[Autorità intergovernativa per lo sviluppo]], organizzazione politico-commerciale formata dai paesi del [[Corno d'Africa]].
 
La condizione di guerra civile del paese impedisce di definirne in modo chiaro la struttura politica: le ultime [[elezione|elezioni]] regolari si sono tenute infatti nel [[1984]]. Dopo la fuga di Barre (nel [[1991]]), la Somalia è caduta nell'[[anarchia]].
 
Dal 2004 è stato costituito il Governo Federale di Transizione somalo (Tfg), istituzione piuttosto debole ma riconosciuta dalla comunità internazionale. Tale governo è tuttora contrapposto alle [[Corti islamiche]], che controllano vaste zone del Paese.
 
All'interno della Somalia ci sono quattro Stati che si sono autodichiarati indipendenti, internazionalmente non ricosciuti, eccetto per il [[Somaliland]] visto che intrattiene dei contatti politici con il [[Regno Unito]], [[Ruanda]], [[Norvegia]], [[Etiopia]], [[Kenia]], l'[[Irlanda]] e l'Unione Europea (il [[17 gennaio]] [[2007]] ha inviato una delegazione per gli affari africani per discutere su una futura cooperazione tra UE e [[Somaliland]]). Il 29 e 30 gennaio 2007 il ministro degli esteri dell'Unione Africana cercherà di far riconoscere il paese internazionalmente.
 
Quelli che seguono sono gli Stati che si sono dichiarati indipendenti o autonomi all'interno della Somalia:
 
* [[Galmudug]] (Stato autonomo all'interno della Somalia dal [[2006]])
* [[Maakhir]] (Stato autonomo all'interno della Somalia dal [[2007]], ma non riconosciuto dal Governo federale di transizione)
* [[Northland (Somalia)|Northland]] (Stato autonomo all'interno della Somalia dal [[2008]], ma non riconosciuto dal Governo federale di transizione)
* [[Puntland]] (Stato autonomo all'interno della Somalia dal [[1998]])
* [[Southwestern (Somalia)|Southwestern]] (Stato autonomo all'interno della Somalia dal [[2002]] al [[2006]])
* [[Somaliland]] (Stato autoproclamatasi indipendente dalla Somalia dal [[1991]], ma non riconosciuto dal Governo federale di transizione)
 
=== Istruzione ===
[[File:Mogadishu university.jpg|thumb|right|220px|Il nuovo campus della [[Università di Mogadiscio]] a [[Mogadiscio]].]]
Formalmente, la scuola dell'obbligo dura fino a 14 anni. La povertà e l'insicurezza sociale impediscono la messa in atto concreta di questo obbligo, a eccezione di alcune zone urbane. Dal [[1969]] esiste un'università nazionale, l'[[Università nazionale somala]], che aveva come lingua ufficiale l'[[lingua italiana|italiano]], poi sostituito dal somalo. Gli studenti universitari oggi sono meno di 20.000.
 
== Economia ==
{{Quote|Nonostante l’apparente anarchia, il settore dei servizi della Somalia è sopravvissuto o cresce… Il mercato principale di Mogadiscio offre una grande quantità di prodotti: dai cibi ai nuovi modelli elettronici. Gli hotel continuano ad essere in funzione e la guardia nazionale assicura sicurezza.<ref name=CIA>https://www.cia.gov/library/publications/the-world-factbook/geos/so.html</ref>|[[CIA World Factbook]]}}
[[File:Laasqoray30.jpg|thumb|right|220px|Scatolette di tonno di marca ''Las Qhoray'' prodotte in [[Las Khorey]], Somalia.]]
La Somalia è uno dei paesi più poveri del mondo; in sostanza, essa dipende quasi totalmente dagli aiuti umanitari. Nel [[2001]] l'[[indice di sviluppo umano]] (ISU) calcolato dal [[National Human Deplovment Report]], è stato di 0,284; questo dato posiziona la Somalia tra le 5 nazioni meno sviluppate nel mondo. Tuttavia non ci sono stime aggiornate.
 
L'ISU ha comunque fatto registrare un lieve miglioramento negli ultimi anni. L'[[economia]] si basa soprattutto sull'allevamento nomade e sulla produzione agricola. Le rimesse degli emigranti che giungono in Somalia ogni anno vanno dai 300 ai 500 milioni di dollari.
 
Prodotto Nazionale Lordo: 600$ pro capite (159º posto della classifica mondiale).<br/>
Bilancia dei pagamenti: - 157 milioni di $.<br/>
Inflazione: 81,9%.<br/>
Disoccupazione: n.d.
Popolazione attiva:
*[[Settore primario]]: 65%
*[[Settore secondario]]: 10%
*[[Settore terziario]]: 25%<ref name=CIA> </ref>
 
=== Risorse ===
Produzione di energia elettrica: 70.000 kw.<br />
[[Pesca (attività)|Pesca]]: 15.500 tonnellate.<br />
[[Petrolio]]: non produttore, raffinazione 10.000 b/g.<br />
Allevamento: pecore 13,5 milioni, capre 12,5 milioni, bovini 5,3 milioni, cammelli 10 milioni.<br />
Minerali: [[sale]], [[stagno (metallo)|stagno]], [[zinco]], [[rame]], [[gesso]], [[uranio]], [[manganese]], [[ferro]].
 
=== Importazioni ===
[[Kenya]] 23%; [[Gibuti]] 17%; [[Bielorussia]] 10%; [[Arabia Saudita]] 8%; [[Brasile]] 7%; altri 35%.
 
=== Sanità ===
[[File:Edna-adan-maternity-hospital-hargeisa.jpg|thumb|right|220px|Il [[Edna Adan Maternity Hospital]] di Hargeisa, Somalia.]]
Il sistema sanitario pubblico è completamente distrutto; la maggior parte delle strutture esistenti sono operate da volontari di [[ONG]] straniere.
 
=== Trasporti ===
Il 50% circa dei somali hanno mantenuto il tradizionale stile di vita [[nomadismo|nomade]] e il [[dromedario]] come principale mezzo di trasporto. I trasporti su ruote non sono, di conseguenza, molto sviluppati. Complessivamente, la rete stradale conta circa 6.199 km; non esistono [[autostrada|autostrade]] né [[ferrovia|ferrovie]].
 
La compagnia aerea nazionale è la [[Mogadiscio International]].
 
=== Turismo ===
La permanente situazione di crisi politica ed economica nel paese ha impedito lo sviluppo del [[turismo]]. In prospettiva, il Paese dispone certamente di risorse che potrebbero essere valorizzate in questo senso (tra l'altro, le grandissime spiagge bianche sull'[[Oceano Indiano]], l'ambiente incontaminato delle [[Isole Giuba|Isole Bagiuni]] e le vaste distese di [[savana]]).
 
== Comunicazioni ==
La partecipazione dei somali a [[internet]] è in costante aumento, prevalentemente da parte dei somali espatriati all'estero. I siti internet somali, che fino a qualche anno fa erano una ventina, sono diventati parecchie centinaia, a dispetto della scomparsa della Somalia dalla scena internazionale.
 
La maggior parte dei siti somali sono in [[lingua somala]] ed [[lingua inglese|inglese]]. Sono centrali le sezioni dedicate alla letteratura e alla poesia somala. Anche la tradizione orale somala è molto presente in internet, in particolare grazie a [[Youtube]] o all'uso di file audio.
 
==== Siti d'informazione ====
 
Tra i siti di informazioni è importante tener presente quello dell’''Integrated Regional Information Network''<ref>http://www.irinnews.org Integrated Regional Information Network</ref> (IRIN) che contiene notizie, analisi e approfondimenti a cura dell’''UN Office for the Coordination of Humanitarian Affairs'' e fornisce dettagliate informazioni per paesi e regioni, su politica, economia, questioni sociali. Le pagine sulla Somalia sono molto aggiornate.
 
''All Africa''<ref>http://allafrica.com</ref> è tra i principali repertori di notizie sull’Africa per quantità e qualità. Dal sito è possibile consultare informazioni provenienti da oltre 300 fonti; la ricerca è divisa per argomento e paese.
 
La BBC dedica all’Africa<ref>http://news.bbc.co.uk/1/hi/world/africa/default.stm</ref> e alla Somalia<ref>http://news.bbc.co.uk/1/hi/world/africa/country_profiles/1072592.stm</ref> un accurato servizio d'informazione, sempre molto aggiornato.
 
Per ulteriori approfondimenti è possibile visitare il recente ''Somali Pressreview''<ref>http://www.somalipressreview.com</ref>, raccolta di notizie provenienti da fonti prevalentemente somale.
 
Per la libertà d’espressione in Somalia possono essere visitate le pagine dell’UNESCO<ref>http://portal.unesco.org/ci/en/ev.php-URL_ID=23856&URL_DO=DO_TOPIC&URL_SECTION=201.html</ref> e dell’''International Freedom of Expression Eschange''<ref>http://www.ifex.org/en/content/view/full/41</ref>.
''Reporter sans frontières'' pubblica un rapporto annuale sulla Somalia<ref>http://www.rsf.org/article.php3?id_article=25405&Valider=OK</ref>.
 
Rubrica Corno d'Africa "Gees" in Limesonline[http://temi.repubblica.it/limes/category/rubriche/cornodafrica]
 
=== Siti di enti governativi e organizzazioni non governative ===
 
L’''Index on Africa''<ref>http://www.afrika.no/index/index.html</ref>, creato dal ''Norvegian Council for Africa'' (NCA) e finanziato dal ministero degli Affari esteri norvegese è un ottimo repertorio che mette a disposizione dell’utente oltre 4.000 ''link''. La ricerca per paese permette una navigazione attraverso un’attenta scelta delle risorse e un’accurata suddivisione per categorie. Interessante la ricerca per paesi, argomenti e ''news''.
 
Eldis<ref>http://www.eldis.org</ref>, ospitato dallo ''Institute of Development Studies'' del Sussex, è il più importante repertorio internazionale che si occupa di sviluppo internazionale.
Eldis è finanziato dalle agenzie per la cooperazione svedese (Sida), norvegese (Norad), svizzera (SDC) e inglese (DFID). La ricerca per “profilo paese” e per “argomento” è estremamente precisa e affidabile. Eldis raccoglie oltre 18.000 documenti ''full text''. Le 24 ''Eldis resource guides'' offrono un accesso veloce a documenti, organizzazioni, temi di ricerca, discussioni. Da Eldis si accede anche alla ''British Library for Development Studies'' (BLDS). La sezione sulla Somalia raccoglie le seguenti sottocategorie: agricoltura, aiuto, educazione, ambiente, genere, ''governance'', salute, Hiv-AIDS, commercio.
 
== Ambiente ==
Solo lo 0,3% del territorio appartiene formalmente ad [[area naturale protetta|aree naturali protette]], ma non esiste un reale controllo ambientale. Alcune fonti sostengono che la Somalia sia utilizzata come discarica di rifiuti speciali estremamente pericolosi e altrettanto costosi da smaltire legalemente<ref>http://www.ariannaeditrice.it/articolo.php?id_articolo=21745</ref>.
 
== Letteratura e Arte ==
* [[Nuruddin Farah]]
* [[Mohamed Aden Sheikh]]
 
== Sport ==
Uno degli sport maggiormente diffusi è il calcio.
 
== Tradizioni ==
=== La Bandiera ===
[[File:Flag of Somalia.svg|thumb|right|220px|[[Bandiera della Somalia]]]]
Le cinque punte della stella rappresentano i territori abitati dai somali: l'ex Somalia italiana, quella britannica, quella francese (ora [[Gibuti]]), l'[[Ogaden]] e il Nord del [[Kenya]].
La bandiera della Somalia è stata adottata il 12 ottobre 1954. È costituita da un drappo azzurro con al centro una stella a cinque punte bianca. È stata disegnata da [[Mohammed Awale Liban]]. Dapprima era la bandiera della Somalia Britannica (attuale Somaliland), ma con l'unificazione con quella italiana la bandiera divenne nazionale.
 
Secondo Liban, la bandiera doveva essere simile a quella delle Nazioni Unite. L'ONU aiutò la Somalia guadagnare l'indipendenza dall'Italia, e quindi la bandiera è proprio in suo onore.
 
== Voci correlate ==
*[[Letteratura somala]]
*[[Abdirashid Ali Shermarke]]
*[[Fabio Liverani]]
*[[Zahra Bani]]
*[[Cristina Ali Farah]]
 
== Note ==
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== Bibliografia ==
* {{Cita libro|Vittorio|Formigari|La metropolitana a Roma|1983|Calosci|Cortona|autore2=[[Piero Muscolino]]|cid=Formigari, Muscolino}}
* Muhyidin Ahmed Abdi, Michele Lanna,Giovanna Palermo, Somalie. Dalla società pastorale al conflitto interclanico. Una lettura socio-giuridica, Edizioni Labrys, 2008.
* Mauri, Arnaldo,"Somalia". G. Dell'Amore, ''Africa Banking Systems'', Finafrica, Milano.
* Matteo Guglielmo, ''Somalia. Le ragioni storiche del conflitto''; Edizioni Altravista, Pavia, 2008.[http://www.libreriagriot.it/products-page/saggistica/guglielmo-matteo-somalia-le-ragioni-storiche-del-conflitto-edizioni-altravista-2008/]
* Rubrica Corno d'Africa "Gees" in Limesonline [http://temi.repubblica.it/limes/category/rubriche/cornodafrica]
 
== Collegamenti esterni ==
* [http://tfgsomalia.net/ Transitional Federal Government of the Somali Republic]
* [http://www.puntlandgovt.com/indexeng.php/ Puntland State of Somalia]
* [http://www.mygalmudug.com/ GalMudug State of Somalia - sito non ufficiale]
* [http://www.somalilandgov.com/ Republic of Somaliland]
 
===Info turistiche===
* [http://www.viaggiaresicuri.mae.aci.it/?somalia Scheda della Somalia dal sito Viaggiare Sicuri] - Sito curato dal Ministero degli Esteri Italiano e dall'[[ACI]]
 
== Altri progetti ==
{{interprogetto|commons=Category:Somalia}}
{{interprogetto|ncommons=PortaleCategory:SomaliaMetropolitana di Roma linea C - San Giovanni}}
 
{{Africa}}
{{Lingua italiana}}
 
{{Percorso linea metropolitana
{{Portale|Africa|Africa Orientale}}
|Nome = San Giovanni
|Linea = [[Linea A (metropolitana di Roma)|Linea A]]
|Colore = #f5821f
|Capolinea 1 = [[Battistini (metropolitana di Roma)|Battistini]]
|Stazione Precedente = [[Manzoni (metropolitana di Roma)|Manzoni]]
|Stazione Successiva = [[Re di Roma (metropolitana di Roma)|Re di Roma]]
|Capolinea 2 = [[Anagnina (metropolitana di Roma)|Anagnina]]
}}
{{Percorso linea metropolitana
|Nome = San Giovanni
|Linea = [[Linea C (metropolitana di Roma)|Linea C]]
|Colore = #008751
|Stazione Precedente = [[Lodi (metropolitana di Roma)|Lodi]]
|Capolinea 1 = [[Monte Compatri-Pantano]]
}}
 
{{Portale|Roma|trasporti}}
[[Categoria:Somalia| ]]
{{Link AdQ|ar}}
 
[[Categoria:Linea A (metropolitana di Roma)]]
[[ace:Somalia]]
[[Categoria:Linea C (metropolitana di Roma)]]
[[af:Somalië]]
[[Categoria:Roma Q. IX Appio-Latino]]
[[ak:Somalia]]
[[Categoria:Stazioni della metropolitana di Roma]]
[[als:Somalia]]
[[am:ሶማሊያ]]
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[[arz:الصومال]]
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