Jacques-René Hébert e CSI: Immortality: differenze tra le pagine

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{{FictionTV
{{Bio
|titolo italiano = CSI: Immortality
|Nome = Jacques-René
|titolo originale = CSI: Immortality
|Cognome = Hébert
|paese = Stati Uniti d'America
|ForzaOrdinamento = Hebert, Jacques-Rene
|anno prima visione = [[2015]]
|Sesso = M
|tipo fiction = film TV
|LuogoNascita = Alençon
|genere = Azione
|GiornoMeseNascita = 15 novembre
|genere 2 = Drammatico
|AnnoNascita = 1757
|genere 3 = Poliziesco
|LuogoMorte = Parigi
|genere 4 = Thriller
|GiornoMeseMorte = 24 marzo
|stagioni =
|AnnoMorte = 1794
|episodi =
|Attività = giornalista
|durata = 87 min
|Attività2 = rivoluzionario
|lingua originale = [[Lingua inglese|inglese]]
|Epoca = 1700
|aspect ratio = [[16:9]]
|Nazionalità = francese
|regista= [[Louis Shaw Milito]]
|PostNazionalità = . Fondatore nel [[1790]] del giornale ''[[Le Père Duchesne]]'' e rappresentante, dopo gli ''[[Enragés|arrabbiati]]'', dell'ala più radicale della [[Rivoluzione francese]], fu arrestato e giustiziato durante il [[Regime del Terrore]]
|sceneggiatore= [[Anthony E. Zuiker]]
|Immagine = Hebert-1.jpg
|attori =
|DimImmagine = 180
*[[Ted Danson]]: D.B. Russell
*[[Jorja Fox]]: Sara Sidle
*[[Eric Szmanda]]: Greg Sanders
*[[Robert David Hall]]: Dr. Albert Robbins
*[[Wallace Langham]]: David Hodges
*[[David Berman]]: David Phillips
*[[Elisabeth Harnois]]: Morgan Brody
*[[Jon Wellner]]: Henry Andrews
*[[William Petersen]]: Dr. Gil Grissom
*[[Marg Helgenberger]]: Catherine Willows
*[[Paul Guilfoyle (attore 1949)|Paul Guilfoyle]]: Cap. James "Jim" Brass
*[[Katie Stevens]]: Lindsay Willows
*[[Marc Vann]]: Conrad Ecklie
*[[Melinda Clarke]]: Heather Kessler
*[[Michael Beach]]: Agente Scinta
|doppiatori italiani =
*[[Mario Cordova]]: D.B. Russell
*[[Tiziana Avarista]]: Sara Sidle
*[[David Chevalier]]: Greg Sanders
*[[Bruno Alessandro]]: Dr. Albert Robbins
*[[Roberto Chevalier]]: David Hodges
*[[Luca Mannocci]]: David Phillips
*[[Chiara Gioncardi]]: Morgan Brody
*Fabrizio Picconi: Henry Andrews
*[[Francesco Pannofino]]: Dr. Gil Grissom
*[[Micaela Esdra]]: Catherine Willows
*[[Angelo Nicotra]]: Cap. James "Jim" Brass
*[[Gemma Donati (doppiatrice)|Gemma Donati]]: Lindsay Willows
*[[Stefano De Sando]]: Conrad Ecklie
*[[Cristina Boraschi]]: Heather Kessler
|produttore = [[Kim Cybulski]], [[Phil Conserva]]
|produttore esecutivo= [[Ann Donahue]], [[Carol Mendelsohn]], [[Don McGill]], [[Anthony E. Zuiker]], [[Jerry Bruckheimer]], [[William Petersen]], [[Cynthia Chvatal]], [[Louis Shaw Milito]]
|inizio prima visione = 27 settembre 2015
|rete TV = [[CBS]]
|inizio prima visione in italiano = 25 dicembre 2015
|rete TV italiana = [[Fox Crime (Italia)|Fox Crime]]
|opera originaria= ''[[CSI - Scena del crimine]]''
|immagine =
|didascalia =
}}
 
'''''CSI: Immortality''''' è un [[film per la televisione]] del [[2015]], finale della serie ''[[CSI - Scena del crimine]]''. È stato trasmesso dalla rete statunitense [[CBS]] il 27 settembre [[2015]].<ref name="tvline.com">Ausiello, Michael (10 agosto 2015). [http://tvline.com/2015/08/10/cbs-fall-spoilers-good-wife-big-bang-ncis/ "CBSpoiler-palooza: Major Scoop on ''Good Wife'', ''Big Bang'', ''NCIS'', ''Scorpion'' and 9 Other Returning Shows"]. TVLine. 10 agosto 2015.</ref> In [[Italia]] è andato in onda sul canale [[Televisione satellitare|satellitare]] [[Fox Crime (Italia)|Fox Crime]] il 25 dicembre 2015,<ref>{{cita web|url=http://www.foxcrime.it/2015/12/09/csi-immortality-natale-fox-crime/|titolo=Per Natale FoxCrime vi regala C.S.I. Immortality|autore=Stefano Balbo|editore=Fox Crime|data=9 dicembre 2015|accesso=19 dicembre 2015}}</ref> mentre in chiaro è stato trasmesso la prima volta il 30 gennaio 2017 su [[Italia 1]] col titolo ''Immortality''.
== Biografia ==
=== La giovinezza ===
Jacques-René fu il figlio di Jacques Hébert ([[1693]]-[[1766]]), e di Marguerite Bunaiche de La Houdrie ([[1724]]-[[1787]]). Suo padre, orafo di Alençon, era una « rispettabile » figura della città:<ref>« Uomo onestissimo e buon cattolico »: lettera dell'intendente di Alençon al segretario di Stato, conte de Saint-Florentin, in L. Duval, ''Hébert chez lui'', « La Révolution Française », XII, 1887, p. 968.</ref> proprietario di due case nel centro di Alençon e di una fattoria a [[Condé-sur-Sarthe]], era tesoriere della chiesa Saint-Léonard e aveva rivestito la carica di primo giudice-console, di [[scabino]] e di luogotenente della milizia borghese.<ref>L. Duval, cit., XII, pp. 967 e 979.</ref> Rimasto vedovo nel [[1751]], si era risposato nel [[1753]] con Marguerite Bunaiche de La Houdrie, una ventinovenne di origini nobili che gli diede quattro figli: Jacqueline, nata nel [[1755]] ma morta in tenera età, Jacques-René nel [[1757]], Mélanie nel [[1759]] e Marguerite nel [[1761]].<ref>L. Duval, cit., XII, pp. 978-979.</ref>
 
== Trama ==
Bambino « birichino e grazioso »,<ref>L. de la Sicotière, ''Histoire du collège d'Alençon'', 1842, p. 26.</ref> quando il padre morì nel 1766, fu mandato nel collegio di Alençon, da poco gestito, in luogo dei gesuiti, da preti secolari, in gran parte di scarse capacità.<ref>R. N. Desgenettes, ''Souvenirs de la fin du XVIIIe et du commencement du XIXe siècle'', 1835, I, pp. 1-2. René-Nicolas Dufriche, creato barone Desgenettes da Napoleone I, fu un medico che servì nella ''Grande Armée''.</ref> Il suo compagno di scuola [[René Nicolas Desgenettes|Desgenettes]] definì Hébert un allievo pigro, mentre un suo accanito nemico riconobbe che egli, dotato di « disposizioni abbastanza felici », ottenne « qualche successo nel corso degli studi ».<ref>P. Turbat, ''Vie privée et politique de J.-R. Hébert, auteur du père Duchesne'', 1794, p. 8. Il Turbat pubblicò anonimamente questo ''pamphlet'' subito dopo la morte di Hébert.</ref> Terminati gli studi nel [[1776]] e deciso a diventare avvocato, s'impiegò in uno studio legale di [[Boissey (Calvados)|Boissey]].<ref>G. Walter, ''Hébert et le Père Duchesne'', 1946, p. 14.</ref>
Quando un attentatore suicida fa esplodere il suo giubbotto nei pressi del casinò Eclipse, di proprietà di [[Catherine Willows]], l'agente speciale dell'FBI torna a Las Vegas per seguire le indagini. [[Gil Grissom]], che nel frattempo sta lavorando per preservare gli squali in acque internazionali, viene arrestato per violazione di domicilio al porto di San Diego e D.B. Russell offre a Sara Sidle la possibilità di collaborare nel caso del dinamitardo. Sara, che è in lizza per la carica di direttore del laboratorio della Scientifica di Las Vegas (in quanto a D.B Russell gli verrà offerto di lavorare a est in Quantico in Virginia), viene a sapere che l'ex confidente di Grissom, Lady Heather, è legata a questo crimine. Ecklie si adopera per far rilasciare Grissom dalla custodia cautelare e gli chiede di collaborare con lui insieme all'ex capo della squadra omicidi Jim Brass sul bombardamento al casinò. Mentre la squadra lavora per ripristinare la sicurezza per le strade di Las Vegas, Russell fa disporre una lapide alla memoria della collega Julie Finlay, ridotta in stato di coma irreversibile. Nel frattempo Catherine prende la decisione di lasciare l'F.B.I. per stare accanto alla figlia Lindsay, diventata agente della scientifica, accettando la carica di direttore del laboratorio, rifiutata da Sara, che si è riconciliata con il marito Gil Grissom; insieme lasceranno Las Vegas e partiranno dando di nuovo voce alla loro storia d'amore.
 
== Personaggi e interpreti ==
Dividendo con altri i favori di Mme Coffin, piacente vedova di un farmacista, si mise nei guai. La notte del 16 maggio 1776 Hébert affisse sui muri di Alençon più copie di un manifesto anonimo nel quale, imitando scherzosamente lo stile giudiziario, qualificava di assassino un suo rivale, il dottor Clouet, e lo condannava al bando. Riconosciutone autore, fu denunciato e dopo un lungo processo, nel [[1779]] fu condannato a mille lire di risarcimento a favore del diffamato dottore. La somma era notevole ed Hébert preferì non pagare e lasciare la città, sottraendosi così all'arresto.<ref>G. Walter, cit., pp. 14-18 e 323-326. Dettagli sull'<nowiki></nowiki>''affaire'' Hébert-Clouet anche in L. Duval, cit., XII, pp. 1077-1084 e XIII, p. 43. La lettera di addio alla madre è in D. Mayer, ''J.-R. Hébert, l'auteur du « Pére Duchesne », avant la Journée du 10 Août 1792'', 1888, pp. 14-15. Il risarcimento sarebbe stato pagato dalla madre nel 1784: cfr. G. Walter, cit., p. 326.</ref>
=== Personaggi Principali ===
* [[D.B. Russell]], interpretato da [[Ted Danson]], doppiato da [[Mario Cordova]].
* [[Sara Sidle]], interpretata da [[Jorja Fox]], doppiata da [[Tiziana Avarista]].
* [[Greg Sanders]], interpretato da [[Eric Szmanda]], doppiato da [[David Chevalier]].
* [[Albert Robbins|Dr. Albert Robbins]], interpretato da [[Robert David Hall]], doppiato da [[Bruno Alessandro]].
* [[David Hodges (personaggio)|David Hodges]], interpretato da [[Wallace Langham]], doppiato da [[Roberto Chevalier]].
* [[David Phillips|Dr. David Phillips]], interpretato da [[David Berman]], doppiato da [[Luca Mannocci]].
* [[Morgan Brody]], interpretata da [[Elisabeth Harnois]], doppiata da [[Chiara Gioncardi]].
* Henry Andrews, interpretato da [[Jon Wellner]], doppiato da Fabrizio Picconi.
 
=== AGuest ParigiStar ===
* [[Gil Grissom]], interpretato da [[William Petersen]], doppiato da [[Francesco Pannofino]].
[[File:Jacques Hebert.jpg|thumb|130px|Jacques Hébert]]
* [[Catherine Willows]], interpretata da [[Marg Helgenberger]], doppiata da [[Micaela Esdra]].
Dopo un breve soggiorno a [[Rouen]], nel [[1780]] Hébert arrivò a [[Parigi]]. Rimase presto senza denaro e furono anni di miseria, alleviata un poco dall'amico Desgenettes che nella capitale studiava medicina, da qualche lavoro saltuario - fece salassi per conto di un barbiere - dalla generosità di due graziose proprietarie di una salumeria e dal credito di un albergatore.<ref>R. N. Desgenettes, cit., p. 248.</ref> Finalmente, Dorfeuille e Gaillard, direttori del Théâtre des Variétés,<ref>Che allora si trovava al Palais Royal: [http://cesar.org.uk/cesar2/places/places.php?fct=edit&location_UOID=102341&offset=300].</ref> ai quali Hébért aveva proposto certe sue commedie, nel [[1786]] gli offrirono un impiego in teatro.<ref>P. Turbat, cit., p. 11.</ref>
* [[Jim Brass]], interpretato da [[Paul Guilfoyle (attore 1949)|Paul Guilfoyle]], doppiato da [[Angelo Nicotra]].
* Lindsay Willows, interpretata da [[Katie Stevens]], doppiata da [[Gemma Donati (doppiatrice)|Gemma Donati]].
* Sceriffo Conrad Ecklie, interpretato da [[Marc Vann]], doppiato da [[Stefano De Sando]].
* Lady Heather/Heather Kessler, interpretata da [[Melinda Clarke]], doppiata da [[Cristina Boraschi]].
* Agente Scinta, interpretato da [[Michael Beach]].
 
==Produzione==
Lavorò come magazziniere, poi come addetto ai biglietti e infine alla locazione, accompagnando dame e signori ai palchi loro assegnati.<ref>P. Turbat, cit., p. 11.</ref> Il 28 agosto [[1787]], dopo la morte della madre avvenuta il 28 gennaio, ricevette la sua parte di eredità, consistente in 500 lire.<ref>G. Walter, cit., p. 327.</ref> Se le sue condizioni economiche erano soddisfacenti, egli non doveva però amare il suo lavoro, perché dopo quasi due anni lo lasciò improvvisamente nel novembre del [[1788]].<ref>G. Walter, cit., p. 22.</ref>
===Concezione e sviluppo===
Il 13 maggio [[2015]] è stata annunciata la cancellazione dopo 15 stagioni di [[CSI - Scena del crimine]]. Per concludere la serie è stato ulteriormente annunciato un film TV che, essendo diviso in due parti, è trasmesso in qualità dei primi due episodi della sedicesima stagione.<ref name="deadline.com">Andreeva, Nellie (13 maggio 2015). [http://deadline.com/2015/05/csi-2-hour-finale-william-petersen-ted-danson-cast-csi-cyber-1201425873/ "''CSI'' 2-Hour Finale Set With William Petersen, Ted Danson To Join ''CSI: Cyber''"]. Deadline. 28 luglio 2015.</ref>
 
===Produzione===
Sull'episodio interverrà alla fine del 1793 [[Camille Desmoulins]], suo nemico politico, per sostenere che Hébert fu licenziato per aver rubato dei biglietti del teatro.<ref>''Le Vieux Cordélier'', n. 5, p. 76.</ref> Hébert rispose con un opuscolo, nel quale citava un'amichevole lettera del direttore Gaillard che gli dichiarava la sua stima e il dispiacere per la sua improvvisa partenza.<ref>''J.-R. Hébert, auteur du Pére Duchesne, à Camille Desmoulins et compagnie'', 1794, pp. 4-5.</ref> Turbat afferma, sulla scorta della testimonianza rilasciata da Mme Dubois nell'istruttoria del processo del 1794 contro Hébert, che egli avrebbe sottratto 3.000 lire dalle casse del teatro.<ref>P. Turbat, cit., p. 12.</ref> La testimonianza non fu però ammessa al processo.<ref>G. Walter, cit., p. 23.</ref>
Il film è stato girato in oltre 17 giorni,<ref>{{cita web|url=https://twitter.com/zuiker/status/631125128965812226|titolo=Anthony E. Zuiker on Twitter|editore=Twitter}}</ref> le riprese con il cast sono iniziate il 29 luglio [[2015]] e la post produzione è avvenuta il 21 agosto [[2015]].<ref>{{cita web|url=https://twitter.com/zuiker/status/634624591906803712|titolo=Anthony E. Zuiker on Twitter|editore=Twitter}}</ref> Il film è stato registrato in due episodi dai rispettivi titoli ''Immortality Part I'' e ''Immortality Part II''. I codici di produzione degli episodi sono 1601 e 1602.<ref>{{cita web|url=https://twitter.com/zuiker/status/626435152508399616|titolo=It begins... The first day of shooting the CSI finale. Stay tuned!|editore=Anthony E. Zuiker on Twitter}}</ref>
 
===Casting===
=== La Rivoluzione. Primi scritti ===
Nel cast del film è stato annunciato il ritorno dei due protagonisti storici, [[William Petersen]] e [[Marg Helgenberger]], che riprenderanno i rispettivi ruoli di [[Gil Grissom]] e [[Catherine Willows]].<ref name="deadline.com"/> Anche [[Ted Danson]], che è entrato a far parte del cast di CSI all'inizio della dodicesima stagione, riprenderà il suo ruolo.<ref name="deadline.com"/>
[[File:Jean-Sifrein Maury.png|thumb|left|140px|L'<nowiki></nowiki>''abbé'' Jean Maury]]
Privo, come tanti, del diritto di voto, alla convocazione degli [[Stati Generali]] dovette contentarsi di partecipare alle riunioni popolari che si tenevano giornalmente nei giardini del [[Palais Royal]] e per qualche tempo, nei giorni della [[presa della Bastiglia]], fece parte della [[guardia nazionale]].<ref>J.-R. Hébert, ''À Camille Desmoulins et compagnie'', cit., pp. 7-8.</ref> Sfrattato per morosità, fece la conoscenza del dottor Boisset, un suo conterraneo che viveva a pensione dalla vedova Dubois, editrice e libraia presso il boulevard du Temple, a condizione di fornirle periodicamente qualche suo scritto.<ref>P. Turbat, cit., p. 16.</ref>
 
Il 24 luglio [[2015]] è stato annunciato che [[George Eads]] e [[Elisabeth Shue]], interpreti di [[Nick Stokes]] e [[Julie Finlay]], non erano intenzionati ad apparire nel film, mentre [[Elisabeth Harnois]], [[Jorja Fox]], [[Eric Szmanda]], [[Robert David Hall]], [[Wallace Langham]], [[David Berman]] e [[Jon Wellner]] avrebbero ripreso i loro ruoli per l'ultima volta.<ref name="returning characters"/> Fu confermata anche la presenza dell'attore [[Paul Guilfoyle (attore 1949)|Paul Guilfoyle]], interprete di [[Jim Brass]] e della [[guest star]] [[Melinda Clarke]], che avrebbe ripreso il ruolo di Lady Heather, famosa amica e confidente di Grissom.<ref name="returning characters">Upadhyaya, Ruchinka (24 luglio 2015). [http://www.ibtimes.co.uk/csi-finale-will-feature-pivotal-death-find-out-which-original-character-will-return-two-hour-1512388 "''CSI'' finale will feature a 'pivotal death'; find out which original character will return in two-hour episode"]. ''[[International Business Times]]''.</ref>
Boisset gli mise a disposizione un suo appartamento a [[Belleville (Parigi)|Belleville]] e gli propose di scrivere per suo conto una brochure, ''[[La Lanterne magique|La Lanterna magica]]'', che del resto fu pubblicata anonima. Recensita favorevolmente l'11 febbraio [[1790]] dall'<nowiki></nowiki>''Observateur'' di [[Gabriel Feydel|Feydel]], in essa Hébert, che esalta la rivoluzione in corso, appare politicamente come un monarchico costituzionalista, pur essendo molto polemico nei confronti della nobiltà e del clero, che egli descrive come i cattivi geni della monarchia.<ref>G. Walter, cit., pp. 28-30.</ref>
 
Fa parte del cast anche [[Katie Stevens]], che interpreta la figlia di Catherine, Lindsay Willows, che nel frattempo è diventata un'agente della scientifica di livello 1.<ref>Abrams, Natalie (29 luglio 2015). [http://www.ew.com/article/2015/07/29/csi-katie-stevens-series-finale "''CSI'' casts ''Faking It'' star Katie Stevens for two-hour send-off"]. ''[[Entertainment Weekly]]''. 29 luglio 2015.</ref> Sono presenti anche due personaggi secondari storici, lo sceriffo Conrad Ecklie, interpretato da [[Marc Vann]], e l'agente Mitchell, interpretato da [[Larry Mitchell]].<ref>{{cita web|url=https://instagram.com/p/6DwAvqRWcJ/|titolo=Instagram|editore=Instagram}}</ref>
Subito dopo aver consegnato all'editore il suo lavoro, Hébert scomparve, portandosi via due materassi e della biancheria appartenente al dottor Boisset, che impegnò al Monte di Pietà. Il legittimo proprietario si accontenterà, qualche settimana dopo, di un parziale risarcimento in denaro.<ref>P. Turbat, cit., pp. 17-18.</ref> Può darsi che Hébert avesse giudicato insufficiente il compenso ricevuto per la sua prima fatica letteraria e si fosse risarcito a modo suo: è certo che egli si era scoperto scrittore e giornalista e già il 21 febbraio apparve il primo numero di un suo periodico, il ''Petit Carême de l'abbé Maury ou Sermons prêchés à l'Assemblée des enragés''.<ref>G. Walter, cit., p. 31.</ref>
 
== Ascolti ==
Sono degli opuscoli che, utilizzando il tipico linguaggio dei predicatori, prendono di mira l'[[Jean-Sifrein Maury|abate Maury]], il brillante oratore, difensore della monarchia e degli ordini privilegiati. Nello stesso tempo, Hébert mostra di stare dalla parte dei più poveri, di coloro che a mala pena « mangiano un pane nero guadagnato col sudore della loro fronte e impastato dalle loro lacrime », a fronte dei piaceri che i nobili si godono dall'infanzia fino all'estrema vecchiaia.<ref>J.-R. Hébert, ''Petit Carême de l'abbé Maury ou Sermons prêchés à l'Assemblée des enragés'', n. 1, p. 3.</ref>
Su [[CBS]] negli [[Stati Uniti d'America|Stati Uniti]] il film è stato visto da un totale di 12.22 milioni di telespettatori nella fascia d'età compresa tra i 18 e i 24 anni<ref>{{Cita news|lingua=en|url=http://tvbythenumbers.zap2it.com/1/sunday-final-ratings-bobs-burgers-adjusted-down-60-minutes-adjusted-up-sunday-night-football/473898/|titolo=Sunday Final Ratings: ‘Bob’s Burgers’ Adjusted Down, ’60 Minutes’ Adjusted Up + ‘Sunday Night Football’|pubblicazione=TV By The Numbers by zap2it.com|data=29 settembre 2015|accesso=6 febbraio 2017}}</ref>.
 
In Italia la trasmissione su [[Fox Crime (Italia)|Fox Crime]] è stata seguita da 334.893 abbonati [[Sky Italia|Sky]]<ref>{{Cita web|url=http://www.davidemaggio.it/archives/125118/ascolti-sky-venerdi-25-dicembre-2015-in-334-893-per-laddio-a-csi|titolo=ASCOLTI SKY {{!}} VENERDI 25 DICEMBRE 2015. IN 334.893 PER L'ADDIO A CSI|sito=DavideMaggio.it|accesso=6 febbraio 2017}}</ref>, mentre in chiaro su [[Italia 1]], gli ascolti sono ammontati a 1.450.000 con il 5.27 di share<ref>{{Cita web|url=http://www.davidemaggio.it/archives/142803/ascolti-tv-lunedi-30-gennaio-2017|titolo=ASCOLTI TV {{!}} LUNEDI 30 GENNAIO 2017. IN 5,2 MLN PER LA (NON) PARTENZA DELL'ISOLA DEI FAMOSI (18.5%). BENE I BASTARDI DI RAI1 (26.64%)|sito=DavideMaggio.it|accesso=6 febbraio 2017}}</ref>.
Il 4 aprile, nel decimo e ultimo numero dei suoi ''Sermons'', Hébert annunciò la prossima uscita di un nuovo opuscolo, la ''Vie privée de M. l'abbé Maury'', che vide la luce alla fine del mese. L'abate Maury è nato miracolosamente da una relazione della madre, Jacqueline la Pie, con la statua di san Guignolin,<ref>''Guignolin'', da ''guignol'', equivale a marionetta, pulcinella.</ref> mentre gli amori con [[Marie-Madeleine Guimard|Mlle Guimard]], la celebre ballerina, gli hanno procurato un priorato. In un opuscolo di poco successivo, ''Suite de la Vie privée de l'abbé Maury'', Hébert scherza sulle origini molto popolari dell'abate difensore dei privilegi di classe.<ref>G. Walter, cit., pp. 33-35.</ref>
 
Chiuso il ''Petit Carême'', Hébert pubblicò un nuovo periodico, ''Le Chien et le Chat''. L'idea era di mettere idealmente a confronto in ogni numero due politici di diverso schieramento: nel primo numero si confrontarono i fratelli Mirabeau, [[Honoré Gabriel Riqueti de Mirabeau|Honoré]] e [[André Boniface Louis Riqueti de Mirabeau|André]], nel secondo il deputato contadino [[Michel Gérard|Gérard]] venne opposto al nobile [[Jacques Antoine Marie de Cazalès|Cazalès]]. Cambiata formula, senza successo, con ''Le Gardien des Capucins'', Hébert nel quarto e ultimo numero del ''Le Chien et le Chat'' dipinse un entusiastico ritratto di [[Jean-Jacques Rousseau|Rousseau]].<ref>G. Walter, cit., pp. 35-36.</ref>
 
=== La nascita del ''Père Duchesne'' ===
[[File:Le père duchesne hébert 13.jpg|thumb|140px|''Père Duchesne'', n. 13]]
Non si sa quando apparve il primo numero del nuovo giornale di Hébert. Sta di fatto che a settembre circolavano a Parigi tre testate che si rifacevano al ''[[Le Père Duchesne|Père Duchesne]]'', una figura della commedia dell'arte perennemente in collera, pronto a denunciare vizi e abusi, e già erano stati pubblicati alcuni opuscoli con protagonista tale personaggio, nonché un giornale effimero, il ''Retour du Père Duchesne, premier poélier du monde''.<ref>G. Walter, cit., p. 45.</ref>
 
Le ''Lettres bougrement patriotiques du Pére Duchêne'' di [[Antoine Lemaire]], il ''Père Duchesne'' dell'<nowiki></nowiki>''abbé'' [[Jean-Charles Jumel]] e quello di Hébert si contesero la legittima paternità del titolo, e ciascuno mantenne il proprio. Quelli dei giornali di Jumel e di Hébert erano molto simili. Campeggiava una figura incisa con la pipa in bocca, e una didascalia perentoria: ''Je suis le véritable père Duchesne, foutre''.<ref>G. Walter, cit., pp. 47-49.</ref>
 
Nei suoi primi mesi di vita il ''Père Duchesne'' di Hébert si mostrò favorevole alla monarchia e in particolare a [[Luigi XVI di Francia|Luigi XVI]]: « Ah, ''foutre'', quel Re merita tutta la nostra riconoscenza », scrisse il 26 settembre 1790 e a novembre Luigi era ancora un « brave homme ». Nel febbraio del [[1791]], quando le zie del re [[Vittoria Luisa di Borbone-Francia|Vittoria]] e [[Adelaide di Borbone-Francia|Adelaide]] si trasferirono in Italia per quella che apparve subito come una fuga, il tono cominciò a cambiare: « quelle vecchie sempiterne » erano « l'anima di tutte le cospirazioni », e solo Luigi si mostrava ancora « degno » della famiglia reale,<ref>''Le Père Duchesne'', n. 35.</ref> avvertendo [[Maria Antonietta d'Asburgo-Lorena|Maria Antonietta]] che l'Assemblea Nazionale potrebbe anche decretare il suo divorzio dando « al nostro bravo re una brava compagna che pensi come lui e gioisca di essere la regina di un popolo libero ».<ref>''Le Père Duchesne'', n. 36.</ref>
 
Tutto cambiò con il tentativo di fuga della coppia reale, terminata a [[Varennes]] il 21 giugno [[1791]]. Luigi XVI passò da « buon re » a « un porco fottuto che non fa che ubriacarsi », ed Hébert si chiese che cosa mai bisognasse fare di « quel grosso maiale », proponendo di « ficcarlo » in una cella di detenzione dei pazzi, dal momento che non esistevano più i conventi dove un tempo si rinchiudevano « i re imbecilli e fannulloni ».<ref>''Le Père Duchesne'', n. 59.</ref>
 
Il 15 luglio l'Assemblea nazionale costituente proclamò inviolabile il re e sostenne, per salvare la monarchia, che non era fuggito ma si era tentato di rapirlo e condurlo all'estero. Nessuno credette a questa menzogna. Il 16 luglio Hébert si scatenò: « Quel coglione di Capeto regnerà ancora; malgrado la nazione, lo spergiuro sta prendendosi i suoi diritti. Dov'è dunque quella libertà di cui ci culliamo? No, vaffanculo, no, noi non siamo liberi, non siamo degni di esserlo perché a sangue freddo ce lo lasciamo mettere in culo in questo modo ».<ref>''Le Père Duchesne'', n. 64.</ref>
 
Il giorno dopo ci fu la strage al Campo di Marte, dove anche Hébert era andato a firmare la decadenza del re. A causa di quell'articolo, Hébert e l'editore Tremblay furono convocati dal giudice di pace Buob, un banchiere tedesco introdotto a corte, che li minacciò d'arresto,<ref>E. Biré, ''Le juge de paix Buob'', 1889, pp. 319-320.</ref> e per qualche tempo il ''Père Duchesne'' contenne l'abituale violenza verbale. Del resto, il 14 settembre re Luigi prestò giuramento sulla Costituzione e grandi feste celebrarono quella che sembrò una riconciliazione nazionale e la conclusione della stessa rivoluzione.<ref>F. Furet, D. Richet, ''La Rivoluzione francese'', p. 170.</ref>
 
=== Contro la monarchia ===
[[File:MarieAntoinette1788.jpg|thumb|left|140px|Maria Antonietta]]
Il 1° ottobre 1791 s'insediarono i neo-eletti deputati dell'Assemblea nazionale, che egli invitò a « diminuire il prezzo del pane, schiacciare tutte le sanguisughe del popolo, impiccare i finanzieri e tutti quei pederasti di mercanti di carne umana che speculano sulle sostanze dei cittadini e s'ingrassano del sangue degli infelici ».<ref>''Le Père Duchesne'', n. 83.</ref> Ma le maggiori preoccupazioni dell'Assemblea erano rivolte all'ordine interno, minacciato dai nostalgici del vecchio regime, compresi i nobili emigrati e i preti refrattari. Contro questi ultimi, il 29 novembre fu emesso il decreto che imponeva loro il giuramento pena severi provvedimenti.
 
L'invito, rivolto al re da [[Charles-Maurice de Talleyrand-Périgord|Talleyrand]], dal [[Louis Alexandre de La Rochefoucauld d'Enville|duca de La Rochefoucauld]] e da altri, di opporre il veto al decreto, provocò l'ira del ''Pére Duchesne'': « Mai ci si fotte più insolentemente del popolo », e quando il re oppose il veto nel febbraio [[1792]], Hébert si scagliò contro Luigi, « questo re tante volte spergiuro », il « Signor Veto, che se ne fotte del popolo e prende i ''calotins'' sotto la sua protezione ».<ref>''Le Père Duchesne'', n. 102. I ''calotins'', spregiativamente, sono i preti che portano la ''calotte'', lo zucchetto.</ref>
 
Intanto, in febbraio Hébert sposò Marguerite Françoise Goupil, nata nel [[1756]], che era entrata verso il 1782 nel convento delle ''Dames de la Conception'', in rue Saint-Honoré, uscendone all'inizio della Rivoluzione. Ufficialmente era figlia di un commerciante di biancheria, ma era forse la figlia naturale del visconte de Carrouges, un aristocratico normanno emigrato che le versava una rendita annuale di seicento lire. Hébert la conobbe frequentando la ''Société fraternelle des deux sexes'', un club sostenitore della Rivoluzione che si riuniva nel convento dei Giacobini. Si sposarono in chiesa e si stabilirono in un piccolo appartamento di rue Saint-Antoine.<ref>G. Walter, cit., pp. 63-68.</ref> La loro camera da letto era ornata da un quadro del Cristo in Emmaus. Hébert vi appose un appunto: « Il sanculotto Gesù mentre mangia con due discepoli nel castello di un ex-nobile ».<ref>R. N. Desgenettes, cit., II, p. 240.</ref> Dalla loro unione nascerà Virginie (7 febbraio 1793-13 luglio 1830).
 
I suoi attacchi contro i regnanti continuarono. Il 3 marzo accusò « la puttana austriaca » di aver cercato di comprarlo, offrendogli una pensione.<ref>''Le Père Duchesne'', n. 110.</ref> Ma lui, annunciò alla regina, non si sarebbe venduto: « Andate pure a farvi fottere dagli scellerati per addormentare il popolo; il ''Père Duchesne'' gli resterà fedele ».<ref>''Le Père Duchesne'', n. 115.</ref> Il giorno dopo fu nuovamente convocato dal giudice Buob, che lo accusò di incitare alla rivolta. Hébert respinse le accuse, e quanto al linguaggio grossolano dei suoi articoli, lo giustificò con la necessità di farsi ben comprendere dai lettori: quello non era il suo stile, e per questo non firmava mai gli articoli del giornale.<ref>Il processo verbale dell'interrogatorio è in Ch. Brunet, ''Le Père Duchesne d'Hébert'', 1859, pp. 53-56.</ref> Tradotto immediatamente al tribunale di polizia correzionale, fu prosciolto in poche ore.<ref>G. Walter, cit., pp. 79-82.</ref>
 
L'episodio giovò a rafforzare la sua fama di patriota. Membro del [[cordiglieri|club dei Cordiglieri]], da aprile a giugno ne assunse la presidenza, quando le armate straniere invasero la Francia per soffocare la rivoluzione, assecondando le segrete speranze della corte. Dalle pagine del suo giornale Hébert gridò alla vigilanza e alla vendetta: « Bisogna sterminare tutti i traditori [...] Si levi in piedi tutta la nazione! Tremate, vile canaglia della Corte! Tremate, perfidi Foglianti! Fremete, preti debosciati! [...] Legislatori, dite una parola e noi purgheremo la Francia da tutti gli escrementi del dispotismo e dell'aristocrazia! [...] Legate braccia e mani a Madame Veto se non volete che lei v'incateni! ».<ref>In G. Walter, cit., p. 85. Madame Veto è la regina.</ref>
 
[[File:LouisXVI-France1.jpg|thumb|140px|Luigi XVI]]
Nella notte del 9 agosto, durante la quale ci fu l'assalto alle Tuileries, Hébert fu delegato alla [[Comune di Parigi (1792)|Comune]] dalla sezione Bonne-Nouvelle. I novantatré rappresentanti convenuti furono i protagonisti della trasformazione del municipio in Comune insurrezionale. Tra le decisioni prese, vi fu l'arresto di due giudici di pace, il [[fogliante]] Bosquillon e il già noto Buob, che saranno tra le vittime dei [[massacri di settembre]]. In quelle sanguinose vendette Hébert non ebbe alcuna parte, anche se gli viene attribuita, con altri, una responsabilità morale per aver favorito, attraverso gli articoli del suo giornale, il generarsi di un clima che produsse quei massacri.<ref>G. Walter, cit., pp. 86-89.</ref>
 
Il 22 settembre fece parte della delegazione che annunciò alla famiglia reale, detenuta nella prigione del Temple, la decadenza dei loro poteri, e scrisse sul Père Duchesne dell'imperturbabilità di Luigi XVI, mentre la regina, « per nascondere il suo dolore, disse di avere le caldane ».<ref>''Le Père Duchesne'', n. 173.</ref> Il 29 settembre vi tornò per comunicare, a nome dei commissari della Comune, di separare Luigi dalla moglie e dalla sorella Élisabeth, trasferendolo nella torre del Temple: « Antonietta fu per svenire e s'appoggiò alla porta », e il re « parve turbato ».<ref>Rapporto di Hébert pubblicato ne ''La Révolution de 1792'', n. 14.</ref>
 
Il 22 dicembre 1792 Hébert fu nominato, con [[Pierre François Réal]], sostituto [[Procureur-syndic|procuratore]] della [[Comune di Parigi (1792)|Comune]].<ref>F. Braesch, ''La Commune du 10 août'', p. 303.</ref> Da settembre conduceva dalle colonne del ''Pére Duchesne'' una violenta battaglia per la condanna a morte di Luigi XVI e seguiva trepidando e imprecando il dibattito in seno alla Convenzione. Una settimana prima della sentenza scriveva: « Non ho più dubbi, cazzo, c'è un partito per salvare quell'ubriacone di Capeto. L'oro dell'Austria, della Spagna, della Russia, dell'Inghilterra ha fatto effetto »,<ref>''Le Père Duchesne'', n. 204.</ref> finché il 20 gennaio poté esprimere la propria « grande gioia » perché la Convenzione « sta per far provare la cravatta di Samson a quel cornuto di Capeto ».<ref>''Le Père Duchesne'', n. 210.</ref> Lo stesso giorno, in qualità di sostituto procuratore, accompagnò al Temple il presidente del Consiglio esecutivo provvisorio [[Dominique-Joseph Garat]] che notificò al re la sentenza di morte.<ref>''Procés de Louis XVI'', II, 1814, p. 147 e ss.</ref> Il giorno dopo vi fu l'esecuzione, a cui Hébert non assistette.<ref>G. Walter, cit., p. 99.</ref>
 
=== Contro i girondini ===
[[File:Die Gartenlaube (1874) b 351.jpg|thumb|left|140px|Madame Roland]]
Prima ancora dell'esecuzione del re, Hébert iniziò una campagna di stampa contro i girondini, allora dominatori della politica francese. Nel dicembre del 1792 denunciò l'esistenza di una « nuova corte che fa il bello e il cattivo tempo nella Convenzione e nei dipartimenti ». Si trattava di [[Jean-Marie Roland]] e di [[Madame Roland|sua moglie]], che governa la Francia, scriveva Hébert, come fosse « una [[Madame de Pompadour|Pompadour]] o una [[Madame Du Barry|Dubarry]] », mentre « [[Jacques Pierre Brissot|Brissot]] è il gran scudiero di questa nuova regina; [[Jean-Baptiste Louvet de Couvray|Louvet]] il ciambellano; [[François Buzot|Buzot]] il gran cancelliere; [[Claude Fauchet|Fauchet]] il confessore; [[Charles Jean Marie Barbaroux|Barbaroux]] il capitano delle guardie che [[Jean-Paul Marat|Marat]] chiama spioni; [[Pierre Victurnien Vergniaud|Vergniaud]] il gran maestro delle cerimonie; [[Élie Guadet|Guadet]] il coppiere; [[François Xavier Lanthenas|Lanthenas]] il maggiordomo ». Sdraiata sul sofà, « Madame Coco » discetta sulla guerra, la politica e le sussistenze, mentre certi giornalisti le allungano « le loro zampe adunche » per arraffare gli [[assegnati]] che « la sposa del virtuoso Roland distribuisce perché abbaino contro i giacobini e i sanculotti di Parigi ».<ref>''Le Père Duchesne'', n. 202. ''Virtuoso'' è ironico.</ref>
 
Al processo contro i girondini Hèbert dirà che Madame Roland cercò di corromperlo offrendogli, tramite Gonchon, un sanculotto suo amico passato ai girondini, 1.500 abbonamenti per il ''Père Duchesne'', e al suo rifiuto, [[Antoine Joseph Gorsas|Gorsas]], il redattore del ''Courrier des quatre-vingt-trois départements'' eletto alla Convenzione tra i girondini, anch'egli già amico, iniziò contro di lui una campagna di stampa, del resto ricambiata: « non si sa per quale porta Gorsas sia entrato alla Convenzione, ma si dice che sia per il salottino della vecchia giumenta del tenero Roland ». All'atteggiamento di Hébert non fu forse estranea la delusione di non essere riuscito, diversamente da Gorsas, a far parte della Convenzione.<ref>G. Walter, cit., pp. 103-104.</ref>
 
Così si possono spiegare gli attacchi che egli riservò anche a Marat, nuovo convenzionale: « La nazione non vuole essere governata né dai Brissottini né dai Maratisti. Gli uni la vogliono addormentare per sgozzarla, gli altri l'abbracciano teneramente, ma per soffocarla meglio »,<ref>''Le Père Duchesne'', n. 181.</ref> e se la prese anche con [[Maximilien de Robespierre|Robespierre]], reo di aver favorito il successo elettorale di Marat, scambiandolo per « un'aquila », mentre Marat non è che « un gufo ».<ref>''Le Père Duchesne'', n. 186.</ref> Quando però, alla fine d'ottobre, i girondini associarono Robespierre ai loro continui attacchi contro l'« Amico del popolo », Hébert cessò ogni polemica contro Marat e riservò alla Gironda tutta la sua forza delle sue invettive.
 
[[File:Isnard.jpg|thumb|140px|Maximin Isnard]]
Per mesi Hébert attaccò i capi girondini accusandoli di preparare la guerra civile attraverso i loro progetti federalisti,<ref>P. Turbat, cit., p. 26.</ref> e lamentandosi perché la massa del popolo rimaneva inerte: « non abbiamo dunque più sangue nelle vene, per vederci così traditi da un pugno di scellerati che morderanno la polvere quando vorremo dare il minimo segno di vita? ».<ref>''Le Père Duchesne'', n. 235.</ref> Il 24 maggio 1793 il ''Pére Duchesne'' denunciava « i complotti formati dai brissottini, girondini, rolandini, buzottini, pétionisti e tutta la fottuta sequela dei complici di Capeto e Dumouriez per far massacrare i bravi montagnardi, i giacobini, la Comune di Parigi, al fine di dare il colpo di grazia alla libertà e ristabilire la monarchia ». E incitava i sanculotti: « Svegliatevi, cazzo, sollevatevi! ».<ref>''Le Père Duchesne'', n. 239.</ref>
 
Quel giorno stesso Hébert fu condotto alla Convenzione e interrogato dalla [[Commissione dei Dodici]], che gli contestò di aver incitato il popolo all'insurrezione. Dopo sei o sette ore d'interrogatorio, fu rinchiuso nel carcere dell'Abbaye. Conosciuta la notizia del suo arresto, le sezioni si mobilitarono e una delegazione della Comune si recò a protestare alla Convenzione, chiedendo il suo rilascio. Il presidente di turno dell'Assemblea, il girondino [[Maximin Isnard|Isnard]], rispose con una frase minacciosa rimasta famosa, e che sollevò un diluvio di urla tra i deputati e il pubblico: « Se si arrivasse a portare offesa alla rappresentanza nazionale, io vi dichiaro in nome della Francia intera che Parigi sarebbe annientata e ben presto si cercherebbe invano sulle rive della Senna se essa sia mai esistita ».<ref>G. Walter, cit., pp. 115-123.</ref>
 
Mentre in carcere Hébert preparava il nuovo numero del ''Pére Duchesne'' e faceva uscire un resoconto della sua vicenda, invitando i sanculotti a chiedere la soppressione della Commissione dei Dodici, continuavano le manifestazioni e gli appelli alla Convenzione per la sua liberazione. Il 27 maggio il ministro degli Interni Garat, pur affermando che il linguaggio di Hébert era « indegno d'un uomo », riconobbe che la legge garantiva comunque la libertà di stampa.<ref>D.-J. Garat, ''Mémoires'', p. 119.</ref> La mozione, presentata dal deputato montagnardo [[Louis Legendre|Legendre]], che prevedeva la liberazione di Hébert e lo scioglimento della Commissione, fu approvata a grande maggioranza dalla Convenzione. Il giorno dopo, la Convenzione ristabilì la Commissione dei Dodici, ma non revocò la liberazione di Hébert.<ref>G. Walter, cit., pp. 125-129.</ref>
 
Hébert poté così presentarsi al Consiglio generale della Comune, dove ricevette grandi festeggiamenti da una folla numerosa che lo portò in trionfo. Molto emozionato, scoppiò in un pianto dirotto, poi ringraziò gli astanti e li sollecitò ancora una volta alla vigilanza. Alla fine del discorso, una donna cercò d'incoronarlo quale « martire della libertà », ma Hébert volle deporre la corona su un busto di [[Jean-Jacques Rousseau|Rousseau]] che si trovava nella sala. Un'altra corona fu posta su un busto di [[Marco Giunio Bruto|Bruto]].<ref>''Annales de la République française'', 31 maggio 1793.</ref>
 
Il giorno dopo si presentò al [[club dei Giacobini]], del quale era socio dal 4 gennaio.<ref>P. d'Estrée, ''Le Père Duchesne. Hébert et la commune de Paris (1792-1794''), p. 175.</ref> Accolto da un'ovazione, pronunciò un discorso nel quale denunciò la Commissione dei Dodici, voluta dai girondini, quale espressione di un potere dittatoriale: « è chiaro che ogni membro di quel comitato è fuori dalla legge, non è più un rappresentante del popolo, perché la legge che colpisce tutti coloro che aspirano al potere supremo, non fa eccezione per i delegati del popolo ».<ref>''Journal des Jacobins'', n. 423.</ref>
 
La liberazione di Hébert coincise con la fine politica dei girondini. il 31 maggio il Comitato del Vescovado (Comitè de l'Évêché), animato da [[Claude-Emmanuel Dobsen|Dobsen]] e [[Andrés María de Guzmán|Guzmán]], prese l'iniziativa dell'insurrezione, presentando alla Convenzione una petizione richiedente l'esclusione dall'Assemblea dei capi della Gironda, l'arresto dei sospetti, la creazione di un esercito rivoluzionario, il diritto di voto ai soli sanculotti, una tassa sui ricchi, il ribasso del prezzo del pane e la soppressione dei Dodici. Solo quest'ultima richiesta fu accolta, ma il 2 giugno migliaia di guardie nazionali comandate da [[François Hanriot|Hanriot]] circondarono la Convenzione e imposero l'arresto a domicilio di ventinove deputati girondini.<ref>R. Monnier, ''Journées de Mai-Juin 1793'', in ''Dictionnaire historique de la Révolution française'', 2006, pp. 699-700.</ref>
 
Il ''Père Duchesne'' trionfava, esprimendo la sua « grande gioia a riguardo della grande rivoluzione che ha abbattuto l'infame cricca dei Brissottini e dei Girondini che a loro volta vanno a ''siffler la linotte'' ».<ref>''Le Père Duchesne'', n. 242. ''Siffler la linotte'', lett. ''fischiare al fringuello'', nel linguaggio di Hébert sta per ''galeotto'' e più in generale indica il comportamento del malavitoso che si mette d'accordo con i suoi complici: cfr. [http://www.cnrtl.fr/lexicographie/siffler CNRTL, ''siffler''].</ref> Il [[Comitato di salute pubblica]] lo gratificò acquistando mille abbonamenti da destinare, insieme ad altri giornali, alla propaganda rivoluzionaria per i soldati dell'Armata del Nord, comandata dal generale [[Adam Philippe de Custine|Custine]], sul quale cominciavano a circolare sospetti di tradimento.<ref>G. Walter, cit., pp. 131-132.</ref>
 
[[François-Nicolas Vincent|Vincent]], segretario generale del Ministero della Guerra, si accordò con Hébert per far denunciare da [[Jean-Paul Marat|Marat]] la condotta di Custine. L'intesa con l'« Amico del popolo » fu raggiunta la mattina del 13 luglio,<ref>''Le Père Duchesne'', n. 325.</ref> ma nel pomeriggio Marat veniva ucciso da [[Carlotta Corday]]. Il 21 luglio Hébert, dalla tribuna dei giacobini, accusò di tradimento Custine, « questo serpente talmente insidioso che, se non gli tagliamo la testa, moriremo certamente per le sue ferite » e i deputati che lo sostenevano: « andiamo alla Convenzione, ricordiamo i loro attentati e dichiariamoci riuniti in permanenza finch'essa non ci accordi la loro destituzione ».<ref>''Journal des Jacobins'', n. 455.</ref>
 
Tutto il club acclamò la proposta di Hébert. Una delegazione, composta da Hébert, [[Jean-Baptiste Drouet|Drouet]] e [[François Desfieux|Desfieux]], si recò immediatamente al Comitato di salute pubblica, dove fu ricevuta da [[Georges Couthon|Couthon]], [[André Jeanbon Saint André|Jeanbon Saint-André]], [[Pierre-Louis Prieur|Prieur de la Marne]] e [[Jacques Alexis Thuriot|Thuriot]]. Con la sola opposizione del dantonista Thouriot, fu deliberato l'arresto di Custine, che da alcuni giorni si trovava a Parigi.<ref>G. Walter, cit., pp. 136-137.</ref> Il 28 agosto il generale ''Moustache'' salì sulla ghigliottina con « grande gioia » del ''Père Duchesne'', che aveva atteso con fremente impazienza la fine del processo: « Che dente da strappare, cazzo! Come la testa degli uomini ricchi e potenti si tiene sulle spalle! Quante smancerie per condannare il più traditore, il più scellerato degli uomini! ».<ref>''Le Père Duchesne'', n. 278.</ref>
 
=== Campagne contro la Regina e contro la Chiesa ===
 
La campagna che condusse contro [[Maria Antonietta d'Asburgo-Lorena|Maria Antonietta]] non fu completamente estranea alla condanna a morte della regina.
 
Con Chaumette e i suoi amici, fu anche uno dei principali animatori della politica di decristianizzazione. Nonostante fosse violentemente [[anticlericalismo|anticlericale]] e ostile al cattolicesimo, si difendeva contro l’accusa di ateismo, chiamando [[Gesù]] "il miglior Giacobino che ci sia mai stato in terra" e riscrivendo i vangeli a modo suo in ''[[Le Père Duchesne|le père Duchesne]]'': "quando il bravo sanculotto di nome Gesù apparve, predicò la benevolenza, la fratellanza, la libertà, l’uguaglianza, il disprezzo della ricchezza. Tutti i sacerdoti bugiardi (...) caddero nel disprezzo generale. È vero che gli scellerati si vendicarono proprio bene, d'accordo con i giudici e l'[[Ugo Capeto]] dell'epoca, facendo perdere il povero sanculotto Gesù." Hébert fa marcia indietro davanti a [[Maximilien de Robespierre]], quando quest'ultimo, il I frimaio del [[1793|II anno]], denunciò l'ateismo, pur decretando la [[libertà di culto]].
Nei primi mesi del [[1794]], Hébert sfruttò il malcontento popolare, nato dall'aumento generale dei prezzi.
 
=== Arresto, condanna ed esecuzione ===
Imprudentemente, non si accontentò di attaccare gli ''[[Indulgenti]]'', gli ex-membri del partito dei [[Cordiglieri]], chiamati così da Robespierre, tra cui vi erano [[Georges Jacques Danton]] e [[Camille Desmoulins]], ma se la prese anche con Robespierre, ormai troppo moderato ai suoi occhi: con il suo governo rivoluzionario, il cui eccessivo protrarsi escludeva, necessariamente e in antitesi con i principi di repubblica, diritti politici e dunque sovranità popolare. Il governo rivoluzionario decise infine di agire e fece arrestare, nella notte dal 13 al 14 marzo, il 24 ventoso del [[1794|II anno]], Hébert e i capi principali dei Cordiglieri. Furono tutti condannati a morte e ghigliottinati dieci giorni dopo, il 4 germinale del [[1794|II anno]].
 
Hébert venne inumato nel [[Cimitero della Madeleine]].
 
== Opere ==
=== Scritti vari ===
*''La Lanterne magique, ou Fléaux des aristocrates'', Berne [ma Parigi], [Dubois], 1790
*''Vie privée de l'abbé Maury'', Paris, J. Grand, 1790
*''Suite de la Vie privée de l'abbé Maury'', Paris, Chez les marchands de nouveautés, 1790
 
=== Periodici e giornali ===
*''Petit Carême de l'abbé Maury, ou Sermons prêchés à l'Assembée des enragés'', 10 numeri non datati pubblicati dal 21 febbraio al 4 aprile 1790, Paris, Laurens Jr [nn. 1-5], Grand [nn. 6-10]
*''Le Chien et le Chat'', 4 numeri (il terzo col titolo ''Le Gardien des Capucins, ou L'Apôtre de la Liberté'') non datati pubblicati da aprile a maggio 1790, Paris, Tremblay
 
== Note ==
{{<references}} />
 
== Bibliografia ==
*''Procès des conspirateurs Hébert, Ronsin, Vincent et complices: condamnés à la peine de mort par le Tribunal Révolutionnaire, le 4 germinal, l'an 2 de la République et exécutés le même jour: suivi du précis de la vie du père Duchesne'', Paris, Imprimerie du Tribunal révolutionnaire, 1794
*Antoine Agostini, ''La pensée politique de Jacques-René Hébert (1790-1794)'', Aix-en-Provence, Presses universitaires d'Aix-Marseille, 1999
*Edmond Biré, ''Le juge de paix Buob'', in « Revue de la Révolution », XIV, Paris, Bureaux de la Revue de la Révolution, 1889, pp. 317-335
*Frédéric Braesch, ''La Commune du 10 août 1792. Etude sur l'histoire de Paris du 20 juin au décembre 1792'', Paris, Hachette, 1911
*Charles Brunet, ''Le Père Duchesne d'Hébert, Notice historique et bibliographique sur ce journal, publié pendant les années 1790, 1791, 1793 et 1794: précédée de la vie d'Hébert, son auteur et suivie de l'indication de ses autres ouvrages'', Paris, Librairie de France, 1859
*Marc Crapez, ''Le social-chauvinisme: des Hébertistes à la droite révolutionnaire 1864-1900'', Paris, Septentrion, 1999 <small>ISBN 2-284-00469-5</small>
*René Nicolas Desgenettes, ''Souvenirs de la fin du XVIIIe et du commencement du XIXe siècle'', 2 voll., Paris, Firmin Didot frères, 1835-1836
*Paul d'Estrée, ''Le Père Duchesne. Hébert et la commune de Paris (1792-1794)'', Paris, Ambert, 1908
*Louis Duval, ''Hébert chez lui'', in « La Révolution Française », XII, 1887, pp. 961-981, 1077-1095; XIII, 1887, pp. 41-65
*Dominique-Joseph Garat, ''Mémoires sur la Révolution'', Paris, J. J. Smits, 1795
*Marina Grey, ''Hébert: le Père Duchesne, agent royaliste'', Paris, Perrin, 1983 <small>ISBN 2-262-00300-9</small>
*Antoine Hadengue, ''Les gardes rouges de l'an II: l'armée révolutionnaire et le parti hébertiste'', Paris, Tallandier, 1989
*Louis Jacob, ''Hébert le père Duchesne, chef des sans-culottes'', Paris, Gallimard 1960 <small>ISBN 2-07-023333-2</small>
*Daniel Mayer, ''J.-R. Hébert, l'auteur du « Pére Duchesne », avant la Journée du 10 Août 1792'', in « Mémoires de la Société historique, littéraire, artistique et scientifique du Cher », 1888, pp. 9-134
*Léon de la Sicotière, ''Histoire du Collège d'Alençon'', Caen, H. Le Roy, 1842
*Gustave Tridon, ''La Commune de Paris de 1793; les Hébertistes'', Bruxelles, J. H. Briard, 1871
*Gustave Tridon, ''Les Hébertistes; plainte contre une calomnie de l'histoire, Paris, Chez l'auteur, 1864
*Pierre Turbat, ''Vie privée et politique de J.-R. Hébert, auteur du Père Duchesne'', Paris, Franklin, 1794
*Gérard Walter, ''Hébert et le Père Duchesne'', Paris, J. B. Janin, 1946
*Gérard Walter, ''Procès instruit et jugé au tribunal révolutionnaire: contre Hébert et consorts'', Paris, Edhis, 1969 <small>ISBN 2-7152-2591-1</small>
 
==Voci correlate==
*[[Hébertisti]]
*[[Cordiglieri]]
*[[Club della rivoluzione francese]]
*[[Le Père Duchesne]]
 
==Altri progetti==
{{interprogetto|commons=Jacques Hebert}}
 
== Collegamenti esterni ==
* {{cita web|http://www.cbs.com/primetime/csi/|Sito ufficiale|lingua=en}}
*[http://gallica.bnf.fr/ark:/12148/bpt6k411009/f2.image P. Turbat, ''Vie privée et politique de J.-R. Hébert, auteur du Père Duchesne'', 1794]
* {{Imdb}}
*[http://gallica.bnf.fr/ark:/12148/bpt6k41103b/f3.image ''J.-R. Hébert, auteur du Père Duchesne, à Camille Desmoulins et compagnie'', 1794]
* {{Tv.com|serie|csi-crime-scene-investigation}}
*[http://gallica.bnf.fr/ark:/12148/bpt6k46768s D.-J. Garat, ''Mémoires'', 1795]
* {{cita web|http://www.foxcrime.it/c-s-i/|Scheda su Fox Crime.it}}
*[http://gallica.bnf.fr/document?O=N204743 Ch. Brunet, ''Le Père Duchesne d’Hébert, Notice historique et bibliographique sur ce journal'', 1859]
* {{dopp|telefilm|csi}}
*[http://gallica.bnf.fr/ark:/12148/bpt6k5545672d/f37.image D. Mayer, ''J.-R. Hébert, l'auteur du « Pére Duchesne », avant la Journée du 10 Août 1792'', 1888]
*[http://gallica.bnf.fr/ark:/12148/bpt6k10454785.image C. Desmoulins, ''Le Vieux Cordélier'', n. 5, 5 nevoso anno II]
*[http://books.google.it/books?id=7qYPAAAAQAAJ&printsec=frontcover&hl=it&source=gbs_ge_summary_r&cad=0#v=onepage&q&f=false P. d'Estrée, ''Le Père Duchesne. Hébert et la Commune de Paris (1792-1794)'', 1908]
 
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