Amantissimus humani generis e Claudio Francesco Beaumont: differenze tra le pagine

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{{Bio
{{Documento papale
|Nome = Claudio Francesco
|nome=Pio IX
|Cognome = Beaumont
|titolo_documento= Amantissimus humani generis
|Sesso = M
|tipologia = enciclica
|LuogoNascita = Torino
|nome_Pontefice=[[Papa Pio IX]]
|GiornoMeseNascita = 4 luglio
|stemma=C o a Pio IX.svg
|AnnoNascita = 1694
|anno=8 aprile [[1862]]
|LuogoMorte = Torino
|anno_pontificato= XVI
|GiornoMeseMorte = 21 giugno
|titolo_italiano= Amatissimo del genere umano
|AnnoMorte = 1766
|argomenti= Unità della chiesa nella diversità dei riti
|Epoca = 1700
|num_pag=
|Attività = pittore
|n_doc_Papa= XXII
|Nazionalità = italiano
|n_doc=
|doc_precedente= [[Nullis Certe Verbis]]
|doc_successivo= [[Quanto conficiamur]]
}}
[[File:Allégorie de la Peinture-Claudio Francesco Beaumont mg 8207.jpg|thumb|''Allegoria della Pittura'', [[Brest (Francia)#Museo delle belle arti|Musée des Beaux-Arts]] di [[Brest (Francia)|Brest]].]]
'''''Amantissimus humani generis''''' è una enciclica di [[Papa Pio IX]], datata 8 aprile [[1862]] e scritta ai Vescovi cattolici di rito orientale.
[[File:C.BeaumontS.FilippoChieri.jpg|thumb|''San [[Francesco di Sales]] prega la Vergine'' - Dipinto nella prima cappella di destra della [[Chiesa di San Filippo (Chieri)|Chiesa di san Filippo Neri a Chieri (TO)]].]]
==Biografia==
 
=== Formazione giovanile a Torino ===
Il Pontefice annuncia la nascita della sezione di [[Congregazione per l'Evangelizzazione dei Popoli|Propaganda Fide]] principalmente occupata delle Chiese Orientali; insiste sul principio dell’unità della Chiesa, raccolta sotto il Papa, [[Vicario di Cristo]], e della varietà dei riti liturgici. In forza di questo principio (unità nella varietà), confuta la tesi secondo cui un cristiano ortodosso convertito al cattolicesimo deve abbandonare il suo rito per abbracciare forzatamente il rito latino.
Non si conosce quasi nulla della sua prima giovinezza, se non la formazione presso i [[gesuiti]], comprendente anche studi di [[architettura]].
 
=== Esperienza a Bologna ===
== Bibliografia ==
Nel 1716 si reca a [[Bologna]] dove si interessa ai dipinti esistenti nelle chiese e alle opere di [[Carlo Cignani|Carlo]] [[Carlo Cignani|Cignani e]] degli altri esponenti della locale Accademia, erede delle proposte degli "[[Accademia degli Incamminati|Incamminati]]" e di [[Annibale Carracci]].
* G. Martina, ''Pio IX (1851-1866)'', Roma 1986
 
=== VociPrimo correlatesoggiorno romano ===
A dicembre dello stesso anno è a [[Roma]] dove frequenta la scuola di [[Francesco Trevisani]], maestro che avrà grande influenza sulla sua opera pittorica.
*[[Papa Pio IX]]
*[[Enciclica]]
*[[Elenco delle encicliche]]
*[[Congregazione per le Chiese Orientali]]
 
=== Rientro a Torino ===
== Collegamenti esterni ==
Nel 1719 rientra a [[Torino di Sangro|Torino]] dove gode probabilmente già di grande considerazione, tanto che gli vengono richiesti interventi pittorici a [[Palazzo Reale di Torino|Palazzo Reale]], impreziosendone i soffitti con un ''Carro dell'Aurora'' e una ''Venere sul cocchio''. In questi dipinti appare chiara l'influenza del maestro [[Francesco Trevisani]] e dei pittori francesi che risiedevano e operavano a Roma e dove erano esponenti della [[Académie de France à Rome]]; tra i nomi di maggiore spicco ricordiamo [[François Lemoyne]], [[François Boucher]], [[Charles-Joseph Natoire]], da lui conosciuti durante il soggiorno romano.
* [http://www.totustuustools.net/magistero/p9amanth.htm Testo dell’enciclica in italiano]
 
=== Secondo soggiorno romano ===
Dal 1723 al 1731 soggiorna di nuovo a Roma dove, nel 1725 diventa membro dell'[[Accademia nazionale di San Luca|Accademia di San Luca]], rimanendo in contatto con la corte Sabauda per la quale realizza numerosi dipinti, trasportati in seguito a Torino e collocati in varie sedi.
 
In quegli anni ([[1723]]-[[1727]]), realizza un ''Ratto d'Elena'' destinato al [[castello di Rivoli]] (ora perduto), una ''Storia di Alessandro'' e una ''Storia d'Annibale'', mentre agli anni [[1728]] e [[1729]] risalgono le due tele ''Beata Margherita di Savoia'' e ''San Carlo che comunica gli appestati'' per la [[Basilica di Superga]].
 
=== Pittore di corte a Torino ===
Una volta ottenuto il ruolo di [[pittore di corte]] a Torino nel [[1731]] (lo sarà fino alla morte), Beaumont dipinge influenzato anche dalla [[pittura napoletana|scuola napoletana]] e dalla scuola genovese. Realizza quindi gli affreschi al gabinetto di lavoro e al gabinetto di toeletta della regina ([[1733]]), caratterizzati da composizioni e gamme armoniose.
 
Nel 1736 viene nominato cavaliere dell'[[ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro]], a conferma dell'alta stima acquisita alla corte sabauda.
 
Nel 1737 dipinge la volta del gabinetto cinese di Palazzo Reale (''Giudizio di Paride'').
 
=== Il viaggio a Venezia e e gli influssi sulla pittura di Beaumont ===
Nello stesso 1737 viene inviato a Venezia per l'acquisto di quadri e incontra [[Sebastiano Ricci]] e [[Giovan Battista Pittoni]], artisti già attivi a [[Palazzo Reale di Torino]], dai quali trae stilemi presenti nelle sue opere successive.
[[File:Galleria Beaumont-Armeria Reale Torino, vista da sud.jpg|thumb|Galleria Beaumont (dal cognome del pittore che ne ha decorato le volte) vista da sud; ospita l'[[Armeria Reale]] e fa parte del [[Palazzo Reale di Torino]].]]
Si può constatare questa influenza "veneta" nell'importante lavoro della Grande Galleria, oggi [[Armeria Reale]], conosciuta anche come "Galleria del Beaumont", aperta al pubblico nel [[1837]] come Museo d'Armi. Nella complessa storia del Palazzo e della sua costruzione, che comprende numerosi ampliamenti e ristrutturazioni, la Galleria è dovuta all'avvio di [[Filippo Juvarra]] cui segue la supervisione di [[Benedetto Alfieri]] (nel [[1735]] lo Juvarra aveva lasciato Torino per [[Madrid]]) mentre si deve al Beaumont la decorazione pittorica delle volte (1738-1743) con le ''Storie di Enea''. Qui la tecnica è quella della [[pittura a olio]].<ref>Allegra Alacevich, cap. 23 del vol. 12 de ''La Storia dell'Arte'' - Mondadori Electa, Milano 2006 </ref>.<ref>{{Cita libro|autore = Paolo Venturoli|titolo = La galleria Beaumont, percorso di visita|anno = 2005|editore = Umberto Allemandi|città = Torino}}</ref>
 
=== Intensa attività artistica nella capitale sabauda ===
Negli anni successivi, Beaumont si occupa di varie [[Pala d'altare|pale d'altare]], di 34 bozzetti come cartonista per i cicli storici sotto forma di [[arazzo]], per i quali prende accordi con il maestro arazziere [[Demignot]], che ne cura la tessitura.
 
Dal [[1738]] assume l'incarico di direttore della [[scuola di pittura di Torino]], avente sede nel palazzo dell'Università degli Studi. Esegue poi le [[decorazione|decorazioni]] murali alla sala del caffè ([[1739]]).
 
Negli anni che seguono il pittore dipinge per molte chiese del Piemonte, un esempio è il quadro rappresentante la Madonna con il Bambino e i Santi Pietro e Paolo, collocato nella Chiesa parrocchiale di Gassino Torinese consacrata proprio ai Santi Pietro e Paolo<ref>{{Cita web|url=http://www.parrocchiagassino.it/2016/12/15/claudio-francesco-beaumont-il-restauro-del-quadro/|titolo=Parrocchia di Gassino » Claudio Francesco Beaumont – il restauro del quadro|autore=Indirizzo: Via San Pietro|accesso=2017-03-20}}</ref><nowiki/>. Nel 1740 completa una pala d'altare per il monastero della Visitazione di Pinerolo, la ''Beata Chantal e s. Francesco di Sales''.
 
Nel [[1755]] gli viene commissionata un'ancona raffigurante la ''Madonna del Carmine e il beato Amedeo di Savoia'', collocata nell'abside della [[chiesa del Carmine (Torino)|chiesa del Carmine]] di [[Torino]] nel [[1760]].
 
=== Ultimi anni ===
Poco altro si conosce della sua produzione successiva che è stata giudicata da molti cruda e caratterizzata da colori disarmonici.
 
Venne sepolto a Torino nella [[chiesa di Santa Teresa (Torino)|chiesa di Santa Teresa]].
 
== Riconoscimenti ==
=== Toponomastica ===
La città di Torino gli ha dedicato una via nella zona dei quartieri [[Cenisia]] e [[Cit Turin]].
=== Onorificenze ===
{{Onorificenze
|immagine = Cavaliere SSML BAR.svg
|nome_onorificenza = Cavaliere dell'Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro
|collegamento_onorificenza = ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro
|motivazione =
|data = 1737
}}
==Note==
<references/>
 
== Bibliografia ==
* Facchin, Laura, ''Fortuna critica e collezionistica di Claudio Francesco Beaumont e dei suoi allievi'' / Bollettino della Società piemontese di archeologia e belle arti (2000) pp. 181-193
* Arabella Cifani, Franco Monetti, ''Contributi documentari per il pittore torinese Claudio Francesco Maria Beaumont (1694-1766)'', in: "Storia dell'arte", Nº. 116-117 (n.s. 16-17), 2007, pp.. 203-248.
==Altri progetti==
{{interprogetto}}
 
==Collegamenti esterni==
{{Documenti della Chiesa Cattolica}}
* {{Treccani|claudio-francesco-beaumont (Dizionario-Biografico)}}
 
{{Controllo di autorità}}
[[Categoria:Encicliche]]
{{Portale|biografie|pittura}}
[[Categoria:Encicliche di Pio IX]]