Lengenbachite e Critica biblica: differenze tra le pagine
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[[File:Gutenberg Bible.jpg|upright=1.4|thumb|La [[Bibbia di Gutenberg]], la prima [[Bibbia]] stampata]]
L''''esegesi''' o '''critica biblica''' è lo studio e l'indagine [[Scienza|scientifica]] dei testi biblici. Si chiede quando e dove un particolare testo ha avuto origine; come, perché, da chi, per chi e in quali circostanze sia stato prodotto; quali fonti siano state usate nella sua composizione e il messaggio che doveva convogliare. Si interessa anche del testo stesso, studiando il significato delle parole e il modo in cui sono state usate, la sua conservazione, la sua storia e la sua integrità. L'esegesi biblica si appoggia ad un vasto campo di discipline, tra cui [[archeologia]], [[antropologia]], [[folklore]], [[linguistica]], studi delle tradizioni orali, studi storici e religiosi.
== Esegesi ed ermeneutica ==
Lo studio e l'indagine della Bibbia è considerata nel mondo accademico una scienza a tutti gli effetti.
Gli studi biblici generalmente sono distinti in due rami:
* l'esegesi biblica: studio delle [[Fonti primarie|fonti]],
* l'[[ermeneutica biblica]]: interpretazione dei testi.
Il modo in cui la Bibbia veniva letta e studiata nel Medioevo è chiarito dal celebre distico di [[Agostino di Dacia]]: “Littera gesta docet, quid credas allegoria,/ Moralis quid agas, quo tendas anagogia”. Il senso letterale spiega le informazioni storiche, linguistiche e geografiche e ne scioglie i punti oscuri, l’[[allegoria]] approfondisce quello in cui si crede, leggendo l’Antico testamento alla luce del Nuovo, il [[senso morale]] (o tropologico) indica come ci si debba comportare, quello anagogico è relativo alle realtà eterne, nascoste alla vista degli uomini<ref>Cfr. PAOLO CHIESA, La letteratura latina del medioevo. Un profilo storico, Roma 2017, p. 27.</ref> . La dottrina del quadruplice senso scritturale servì come norma per la predicazione e fu soprattutto la base per la costituzione della scienza sacra medievale<ref>Per l’accostamento tra esegesi scritturale e scienza si veda H. DE LUBAC, Esegesi medievale – I quattro sensi della scrittura, vol. 1, cur. Elio Guerriero, Milano, Jaca Book 1986, pp. 74-75.</ref>: gli esegeti che si accostavano al commento del testo Sacro ricorrevano ai quattro sensi, poiché tutta la dottrina poteva essere raccolta e sistematicamente spiegata mediante essi, ritenuti un dono di Dio. Tutto ciò può essere più semplicemente ridotto ai due sensi fondamentali, quello letterale, che è il punto di partenza necessario per l’intelaiatura degli altri sensi scritturali, e quello allegorico. Quest’ultimo nasce già alla fine del I e all’inizio del II secolo d. C. nel fervente clima culturale della città di [[Alessandria d’Egitto]] grazie a [[Filone]] e a [[Origene]]: a lui si deve l’aver inteso l’Antico testamento come prefigurazione del Nuovo<ref>BERYL SMALLEY, Lo studio della Bibbia nel Medioevo, cur. Gian Luca Potestà, Bologna 20083, pp. 67-68.</ref> : grazie al senso tipologico i cristiani sono in grado di rintracciare finalità messianiche negli scritti dell’Antico Testamento<ref>GUY LOBRICHON, L’esegesi biblica in Lo spazio letterario del Medioevo. 1. Il Medioevo latino, a cura di GUGLIELMO CAVALLO, CLAUDIO LEONARDI, ENRICO MENESTÒ, vol. I La produzione del testo, tomo II, Roma 1992, pp. 359-360. </ref> .
==
Sia l'esegesi dell'[[Antico Testamento]] che quella del [[Nuovo Testamento]] sono nate dal razionalismo del XVII e del XVIII secolo e si sono sviluppate nel contesto dell'approccio scientifico alle discipline umanistiche (specialmente la storia) creatosi nel XIX secolo. Gli studi dell'Antico e del Nuovo Testamento erano spesso indipendenti l'uno dall'altro, principalmente a causa della difficoltà per un singolo studioso di avere una conoscenza sufficiente delle molte lingue richieste o delle condizioni culturali dei vari periodi in cui i testi furono scritti.
=== Antico Testamento ===
[[File:Title page of the" Histoire critique du vieux testament" by Richard Simon.jpg|thumb|left|Prima pagina della ''Histoire critique du Vieux Testament'', di [[Richard Simon]], pubblicata nel [[1685]] da [[Reinier Leers]] a [[Rotterdam]], [[Paesi Bassi]]. Si tratta di una delle prime opere di esegesi biblica.]]
La moderna esegesi biblica nacque con i filosofi e i teologi del XVII secolo - [[Thomas Hobbes]], [[Baruch Spinoza]], [[Richard Simon]] ed altri - che iniziarono a fare domande sull'origine dei testi biblici, specialmente sul [[Pentateuco]] (i primi cinque libri dell'[[Antico Testamento]]: [[Genesi]], [[Libro dell'Esodo|Esodo]], [[Levitico]], [[Numeri (Bibbia)|Numeri]] e [[Deuteronomio]]). In particolare si chiesero chi avesse scritto questi libri: secondo la tradizione il loro autore sarebbe stato [[Mosè]], ma i critici trovarono contraddizioni e inconsistenze nel testo che ne rendevano improbabile la paternità mosaica. Nel XVIII secolo, [[Jean Astruc]], un medico francese, decise di confutare queste critiche: prendendo in prestito i metodi di [[critica testuale]] della letteratura greca e latina, scoprì quelli che considerò due distinti documenti nella Genesi, scritti da Mosè e poi condensati da autori successivi in un unico documento, generando quindi quelle incongruenze e contraddizioni notate da Hobbes e Spinoza.
I metodi di Astruc furono adottati dagli studiosi tedeschi che, nel corso del secolo successivo, li raffinarono e li utilizzarono per indagare la Bibbia. Entro la metà del secolo, il consenso voleva che il Pentateuco contenesse quattro fonti originali, differenti da quelle di Astruc, che non erano opera di Mosè, e che i libri di Giosuè, dei Giudici, di Samuele e dei Re erano un'unica storia di Israele nota come "Storia deuteronomica" in quanto collegata al Deuteronomio. L'esegesi biblica tedesca del XIX secolo raggiunse il suo apice con due libri di [[Julius Wellhausen]], ''Fonti del Pentateuco'' e il successivo e ancor più influente ''Prolegomeni alla Storia di Israele''. Wellhausen riassunse e distillò i risultati del precedente secolo di studi nella versione definitiva dell'[[ipotesi documentale]], affermando che il Pentateuco era formato da documenti distinti, fino a quattro diversi, nessuno dei quali composti prima del [[X secolo a.C.]], combinati da uno scriba nella loro forma presente al più tardi nel V secolo a.C.
Le ipotesi di Wellhausen ebbero una influenza immensa, ma furono altrettanto controverse, specie tra credenti cristiani ed ebrei, che giudicarono il loro orientamento eminentemente secolare come una sfida alla fede. Studi successivi corressero Wellhausen e ammorbidirono l'iniziale accoglienza ostile dei critici religiosi. [[Hermann Gunkel]] e [[Martin Noth]] svilupparono la [[storia della tradizione]], la teoria che i testi biblici, anche se composti dopo il X secolo, fossero basati su tradizioni orali precedenti e che quindi contenessero memorie accurate degli eventi descritti. L'[[archeologia biblica]] sviluppata da [[William Foxwell Albright]] sembrò dare sostegno alla stessa conclusione, confermando con prove archeologiche alcune storie della Bibbia, in particolare quelle risalenti all'età dei patriarchi, all'[[Esodo (racconto biblico)|esodo]], alla conquista di Canaan. Alla fine del XX secolo il Vaticano aveva ribaltato la sua iniziale condanna dell'esegesi biblica, giungendo sino a consigliarla agli studiosi cattolici.
A metà del XX secolo il consenso scientifico riteneva l'[[ipotesi documentale]] essenzialmente corretta e che, al contempo, la Bibbia contenesse tradizioni genuine riguardo [[Abramo]], [[Mosè]] e la storia israelita successiva. Tutto questo iniziò a cambiare negli [[anni 1960]], quando [[John Van Seters]], [[Thomas Thompson]] e [[William Dever]] misero in discussione, e demolirono, l'idea di Albright che l'archeologia avesse convalidato la Genesi e l'Esodo; ancora Van Seters, [[Roger Norman Whybray]], [[Rolf Rendtorff]] e altri misero in discussione e abbandonarono l'ipotesi documentale, proponendo al suo posto nuove teorie basate su modelli frammentari di composizione. Negli ultimi decenni del secolo i minimalisti biblici giunsero fino a proporre che la Bibbia fosse un prodotto interamente romanzesco databile agli ultimi pochi secoli prima di Cristo, senza il minimo valore storico; il minimalismo biblico resta una posizione minoritaria, ma la natura e il campo di interesse dell'esegesi delle fonti sono ancora una volta, all'inizio del XXI secolo, oggetto di dibattito accesso.
=== Nuovo Testamento ===
[[File:Albert Schweitzer, Etching by Arthur William Heintzelman.jpg|thumb|[[Albert Schweitzer]] (1875-1965), teologo, musicista, filosofo e medico. Il suo ''Ricerca del Gesù storico'' (1906) dimostrò che le "vite di Gesù" del XIX secolo erano riflessi dei contesti storici e sociali dei rispettivi autori.]]
Il precursore nel campo dell'esegesi del Nuovo Testamento è [[Hermann Samuel Reimarus]] (1694-1768), che vi applicò la metodologia degli studi filologici su testi greci e latini e si convinse che molto poco di quanto vi era raccontato poteva essere accettato come incontrovertibilmente vero. Le conclusioni di Reimarus trovarono riscontro nel razionalismo degli intellettuali del XVIII secolo, ma erano profondamente problematiche per i credenti suoi contemporanei. Nel XIX secolo studi importanti furono portati avanti da [[David Strauss]], [[Ernst Renan]], [[Wilhelm Boussset]], [[Johannes Weiss]], [[Albert Schweitzer]] e altri. tutti interessati ad investigare il «Gesù storico» all'interno delle narrazioni evangeliche.
[[Heinrich Julius Holtzmann]] fu importante in un altro campo di indagine: fu lui, infatti, a fondare la cronologia della composizione dei vari libri del Nuovo Testamento che formò la base dei successivi studi in questo campo, oltre che a formulare la [[teoria delle due fonti]], l'ipotesi che i vangeli secondo [[vangelo secondo Matteo|Matteo]] e [[vangelo secondo Luca|Luca]] si basavano sul [[vangelo secondo Marco]] e su di un ipotetico documento detto "[[Fonte Q]]". Entro la prima metà del XX secolo, una nuova generazione di studiosi, tra cui [[Karl Barth]] e [[Rudolf Bultmann]] in Germania e [[Roy Harrisville]] negli Stati Uniti, giunsero alla conclusione che la ricerca del [[Gesù storico]] fosse giunta ad un vicolo cieco; Barth e Bultmann accettarono il fatto che poco si potesse dire con certezza del Gesù storico, concentrandosi invece sul ''kerygma'', il "messaggio", del Nuovo Testamento. Le questioni che studiarono concernevano l'identificazione del messaggio centrale di Gesù e di come si ponesse in relazione all'ebraismo, e come quel messaggio si rivolgesse al mondo contemporaneo.
La scoperta dei [[Rotoli del Mar Morto]] nel 1948 ha rivitalizzato l'interesse nei possibili contributi che l'archeologia può offrire alla comprensione del Nuovo Testamento. [[Joachim Jeremias]] e [[Charles Harold Dodd]] hanno pubblicato studi linguistici che tentano di identificare strati all'interno dei vangeli riconducibili a Gesù, agli autori e alla Chiesa delle origini; [[Burton Mack]] e [[John Dominic Crossan]] hanno inserito Gesù nel sostrato culturale della Giudea del I secolo; gli studiosi del ''[[Jesus Seminar]]'' hanno studiato i singoli [[tropo (retorica)|tropi]] dei vangeli per giungere ad un consenso su cosa possa e non possa essere accettato come storico.
L'esegesi del Nuovo Testamento contemporanea continua a seguire la tendenza sintetizzatrice impostata durante la seconda metà del XX secolo. C'è ancora un forte interesse a recuperare il "[[Gesù storico]]", ma l'impostazione della ricerca è orientata alla giudaicità di Gesù (Bruce Chilton, Geza Vermes e altri) e alla sua formazione a partire dalle correnti politico-religiose della Palestina del I secolo (Marcus Borg).
== Metodi ==
=== Ecdotica ===
L'[[ecdotica]] o "critica testuale" è l'analisi del testo per identificare la sua provenienza o per ricostruire la sua storia. Si basa sul fatto che errori sono inevitabilmente introdotti nel testo mentre generazioni di scribi riproducono l'uno i manoscritti dell'altro. Gli errori tendono a formare "famiglie" di manoscritti: lo scriba A introduce errori che non sono presenti nel manoscritto dello scriba B, e col tempo le "famiglie" dei testi che discendono da A e B divergono sempre di più mano a mano che altri errori sono introdotti da scribi successivi. L'ecdotica studia le differenze tra queste famiglie per mettere insieme una buona ricostruzione dell'originale; più copie sono sopravvissute, maggiore è l'accuratezza con la quale si possono dedurre informazioni sul testo originale e sulle famiglie che ne discendono.
L'ecdotica è una disciplina rigorosamente obbiettiva che usa diverse metodi specialistici, tra cui l'eclettismo, la [[stemmatica]] e la [[cladistica]]; per scegliere tra diverse "[[lezione|lezioni]]" (varianti) nei manoscritti, sono stati introdotti diversi principi, tra cui il ''[[Lectio difficilior potior]]'', «la lezione più difficile è quella da preferire».<ref>[[Johann Jakob Griesbach]] (1745–1812) pubblicò diverse edizioni del Nuovo Testamento; in quella del 1796 elencò quindici regole esegetiche, tra cui una variante della regola di Bengel, ''Lectio difficilior potior'', «la lezione migliore è quella più difficile». Un'altra era ''Lectio brevior praeferenda'', «la lezione più breve è da preferire», che si basa sull'idea che gli scribi tendano ad aggiungere più che a rimuovere. {{cita web | url=http://www.bible-researcher.com/rules.html#Griesbach |titolo=Critical Rules of Johann Albrecht Bengel|editore=Bible-researcher.com}}</ref> Ciò nondimeno, rimangono forti elementi di soggettività, aree in cui lo studioso deve scegliere la propria lezione sulla base del suo giudizio o del buon senso; ad esempio, Amos 6.12 dice «Si ara forse con i buoi?», con la risposta che dovrebbe essere "sì" ma che dal contesto deve essere "no": allora la lezione che si dà normalmente è quella emendata «Si ara forse il mare con i buoi?». Tale emendamento si basa sul testo considerato corrotto, ma non di meno è una questione di scelta.<ref>[http://www.shef.ac.uk/bibs/DJACcurrres/Postmodern1/Methods.html David J. A. Clines, "Methods in Old Testament Study", sezione ''Textual Criticism'', in ''On the Way to the Postmodern: Old Testament Essays 1967–1998'', Volume 1 (JSOTSup, 292; Sheffield: Sheffield Academic Press, 1998), pp. 23–45]</ref>
=== Critica delle fonti ===
La [[critica delle fonti]] è la ricerca delle fonti originali dietro un certo testo biblico. Può essere fatta risalire al sacerdote francese del XVII secolo [[Richard Simon]], e il suo più influente prodotto è il ''[[Prolegomena zur Geschichte Israels]]'' di Julius Wellhausen (1878), la cui «profondità e chiarezza di espressione hanno lasciato il loro segno indelebile nei moderni studi biblici».<ref>[http://www.blackwellpublishing.com/content/BPL_Images/Content_store/Sample_chapter/9780631210719/perdue.pdf Antony F. Campbell, SJ, "Preparatory Issues in Approaching Biblical Texts", in ''The Hebrew Bible in Modern Study'', p. 6].</ref>
Un esempio di critica delle fonti è il [[problema dei sinottici]]. Gli studiosi hanno notato che i tre [[vangeli sinottici]] (''[[Vangelo secondo Luca]]'', ''[[Vangelo secondo Marco]]'' e ''[[Vangelo secondo Matteo]]'') sono molto simili, talvolta identici. La principale teoria che spiega le uguaglianze è la [[teoria delle due fonti]], la quale suggerisce che ''Marco'' sia stato il primo vangelo ad essere scritto, che sia probabilmente basato su di una combinazione di materiale orale e scritto precedente. ''Matteo'' e ''Luca'' sarebbero stati scritti successivamente e si sarebbero basati primariamente su due fonti differenti: ''Marco'' e una raccolta scritta di detti di Gesù, che gli studiosi chiamano ''[[fonte Q]]''. Quest'ultimo documento è andato perduto, ma almeno parte del suo materiale può essere ricostruito indirettamente, attraverso il materiale comune a ''Luca'' e ''Matteo'' ma mancante in ''Marco''. Oltre a ''Marco'' e ''Q'', gli autori di ''Luca'' e ''Matteo'' fecero uso di altre fonti, che sarebbero l'origine del materiale peculiare di ciascuno dei due.
=== Critica formale e storia della tradizione ===
La [[critica formale]] divide la Bibbia in sezioni ([[pericope|pericopi]] e storie) che sono analizzate e categorizzate per genere (prosa o versi, lettere, leggi, archivi giudiziari, inni di guerra, lamentazioni, eccetera); essa ricostruisce l'ambientazione in cui è stata composta e, principalmente, quella in cui è stata utilizzata.<ref>[http://bibledudes.com/biblical-studies/form.php Bibledudes.com]</ref>
La [[storia della tradizione]] è un aspetto specifico della critica formale che ha lo scopo di tracciare la via attraverso la quale la pericope è entrata nelle grandi unità del canone biblico, con particolare interesse per la transizione dalla [[tradizione orale]] alla forma scritta. La credenza nella priorità, stabilità, e persino nella possibilità di rilevare le tradizioni orali è ora talmente messa in discussione che la storia della tradizione è divenuta quasi inutile, ma la critica formale continua ad essere una metodologia percorribile negli studi biblici.<ref>[http://www.bookreviews.org/pdf/3815_3767.pdf Yair Hoffman, recensione di Marvin A. Sweeney and Ehud Ben Zvi (eds.), ''The Changing Face of Form-Criticism for the Twenty-First Century'', 2003]</ref>
=== Critica redazionale ===
La [[critica redazionale]] studia «la collezione, la disposizione, l'arrangiamento e la modifica delle fonti» ed è frequentemente utilizzata per ricostruire la comunità cui apparteneva l'autore del testo e i suoi scopi.<ref>[http://www-relg-studies.scu.edu/facstaff/murphy/courses/exegesis/redaction.htm Religious Studies Department, Santa Clara University.] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20060228065539/http://www-relg-studies.scu.edu/facstaff/murphy/courses/exegesis/redaction.htm |data=28 febbraio 2006 }}</ref> Si basa sulla comparazione delle differenze tra manoscritti e i loro significati teologici.<ref>{{cita web |url=http://www.abu.nb.ca/courses/NewTestament/Gospels/REDACCR.htm |titolo=Copia archiviata |accesso=7 aprile 2008 |urlmorto=sì |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20080105121203/http://www.abu.nb.ca/courses/NewTestament/Gospels/REDACCR.htm |dataarchivio=5 gennaio 2008 }}.</ref>
=== Critica canonica ===
Associata particolarmente con il nome di Brevard Childs, che ha prodotto un'ampia letteratura sull'argomento, la [[critica canonica]] è «un'indagine della forma finale di un testo nella sua totalità, come del processo che porta ad essa».<ref>[http://theologytoday.ptsem.edu/oct1985/v42-3-article3.htm Norman K. Gottwald, "Social Matrix and Canonical Shape", ''Theology Today'', October 1985.] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20100531012200/http://theologytoday.ptsem.edu/oct1985/v42-3-article3.htm |data=31 maggio 2010 }}</ref> Lì dove l'esegesi precedente indagava sull'origine, la struttura e la storia del testo, la critica canonica si occupa del significato del testo, sia per la comunità che lo utilizzò, sia nel contesto del più ampio canone di cui il testo forma una parte.<ref>[http://www.bibletexts.com/glossary/biblical-criticism.htm ''Harpers Biblical Dictionary'', 1985]</ref>
La esegesi canonica si distingue da quella scientifica, o accademica o storico-critica, perché pone l'attenzione primaria sul servizio che il testo ha reso alla comunità originaria o alle generazioni successive, e si basa sulla ''lectio divina'' che è una esegesi ''spirituale'', o ''allegorica'', quella cioè dei Padri.<ref>Enrico Dal Covolo, ''Il Vangelo e i Padri. Per una esegesi teologica''.</ref>
== Note ==
<references/>
==
* {{Cita pubblicazione
| autore=Barton, John
| titolo=Reading the Old Testament: Method in Biblical Study
| ISBN= 0-664-25724-0
| anno=1984
| città = Philadelphia
| editore = Westminster
}}
* {{Cita libro
| autore=Birch, Bruce C., Walter Brueggemann, Terence E. Fretheim, and David L. Petersen
| titolo=A Theological Introduction to the Old Testament
| ISBN= 0-687-01348-8
| anno=1999
}}
* {{Cita libro
| autore=Coggins, R. J., and J. L. Houlden, eds.
| titolo=Dictionary of Biblical Interpretation
| anno=1990
| isbn=0-334-00294-X
| città = London
| editore = SCM Press; Philadelphia: Trinity Press International
}}
* {{Cita libro
| autore= [[Bart D. Ehrman|Ehrman, Bart D.]]
| titolo=Misquoting Jesus: The Story Behind Who Changed the Bible and Why
| anno=2005
| isbn=0-06-073817-0
| editore=HarperSanFrancisco
}}
* {{Cita libro
| autore= Fee, Gordon e Douglas Stuart
| titolo=Come aprire le porte a una lettura informata della Bibbia
| anno=2009
| isbn=0-06-073817-0| editore=Patmos
}}
* {{Cita libro
| autore= Fuller, Reginald H.
| titolo=The Foundations of New Testament Christology
| anno=1965
| isbn=0-684-15532-X| editore=Scribners
}}
* {{Cita pubblicazione
| autore=Goldingay, John
| titolo=Approaches to Old Testament Interpretation.
| Rev. ed. Downers Grove, (IL), InterVarsity
|ISBN= 1-894667-18-2
| anno=1990
}}
* {{Cita pubblicazione
| autore=Hayes, John H., and Carl R. Holladay
| titolo=Biblical Exegesis: A Beginner's Handbook,
| Rev. ed. Atlanta, GA, John Knox
| ISBN= 0-8042-0031-9
| anno=1987
}}
* {{Cita pubblicazione
| autore=Knight, Douglas A., and Gene M. Tucker, eds.
| titolo=To Each Its Own Meaning: An Introduction to Biblical Criticisms and Their Applications
|Louisville, KY, Westminster/John Knox
|ISBN= 0-664-25784-4
| anno=1993
}}
* {{Cita pubblicazione
| autore=Morgan, Robert, and John Barton
| titolo=Biblical Interpretation
| New York, Oxford University,
| ISBN= 0-19-213257-1
| anno=1988
}}
* {{Cita libro
| autore=Rogerson, John
| titolo=[http://books.google.com/books?id=3BiHAAAACAAJ Old Testament Criticism in the Nineteenth Century]
| editore=SPCK
| ISBN= 0-281-04094-X
| anno=1984
}}
* {{Cita pubblicazione
| autore=Soulen, Richard N.
| titolo=Handbook of Biblical Criticism
| 2nd ed. Atlanta, Ga, John Knox
| ISBN= 0-664-22314-1
| anno=1981
}}
* {{Cita pubblicazione
| autore=Stuart, Douglas
| titolo=Old Testament Exegesis: A Primer for Students and Pastors
| 2nd ed., Philadelphia, Westminster
| ISBN= 0-664-24320-7
| anno=1984
}}
== Voci correlate ==
* [[Esegesi]]
* [[Ermeneutica]]
* [[Sensus plenior]]
== Collegamenti esterni ==
* {{cita web|http://it.encarta.msn.com/encyclopedia_761577889/Critica_biblica.html|La voce "Critica biblica" nell'Enciclopedia Encarta online}}
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