Villa Imperiale (Genova) e Grimaldi (Italia): differenze tra le pagine

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{{nota disambigua|l'altra località italiana frazione di [[Ventimiglia]] in [[provincia di Imperia]]|Grimaldi (Ventimiglia)}}
{{Edificio civile
{{Divisione amministrativa
|nome edificio = Villa Imperiale
|Nome=Grimaldi
|immagine = Genova_-_Parco_di_Villa_Imperiale.jpg
|Panorama=Panorama_Grimaldi.jpg
|didascalia = Il parco di Villa Imperiale
|Didascalia=
|paese = ITA
|Bandiera=Grimaldi (Italia)-Gonfalone.png
|divamm1 = [[Liguria]]
|Voce bandiera=
|città = Genova
|Stemma=Grimaldi (Italia)-Stemma.png
|indirizzo =
|Voce stemma=
|stato = <!-- di default è "in uso" -->
|Stato=ITA
|periodo costruzione =
|Grado amministrativo=3
|inaugurazione = [[1502]]
|Divisione amm grado 1=Calabria
|demolito =
|Divisione amm grado 2=Cosenza
|distrutto =
|Amministratore locale=Carlo Ferraro
|ricostruito =
|stile Partito= [[Rinascimentalelista civica]]
|Data elezione=27-5-2014
|uso = biblioteca comunale
|Data istituzione=
|altezza =
|Altitudine=
|altezza antenna/guglia =
|Superficie=24.71
|altezza tetto =
|Note superficie=
|altezza ultimo piano =
|Abitanti=1667
|piani =
|Note abitanti=[http://demo.istat.it/bilmens2017gen/index.html Dato Istat] - Popolazione residente al 30 aprile 2017.
|area calpestabile =
|Aggiornamento abitanti=30-4-2017
|ascensori =
|Sottodivisioni=
|costo =
|Divisioni confinanti=[[Aiello Calabro]], [[Altilia]], [[Domanico]], [[Lago (Italia)|Lago]], [[Malito]], [[Martirano (Italia)|Martirano]] (CZ)
|architetto =
|Zona sismica=1
|ingegnere =
|Gradi giorno=
|appaltatore = Lorenzo Cattaneo
|Diffusività=
|costruttore =
|Nome abitanti=grimaldesi
|proprietario = Comune di Genova
|Patrono=[[Pietro apostolo|S.S.Pietro]] e [[Paolo di Tarso|Paolo]]
|proprietario storico = [[Imperiale (famiglia)|Famiglia Imperiale]]
|Festivo=29 giugno
|PIL=
|PIL procapite=
|Mappa=Map of comune of Grimaldi (province of Cosenza, region Calabria, Italy).svg
|Didascalia mappa=Posizione del comune di Grimaldi all'interno della provincia di Cosenza
}}
'''Villa Imperiale''' è una delle più antiche e prestigiose [[ville genovesi|ville con parco genovesi]] [[rinascimento|rinascimentali]].
 
'''Grimaldi''' è un comune di 1.667 abitanti della [[provincia di Cosenza]], uno dei centri della Valle del [[Savuto (fiume)|Savuto]], [[fiume]] che attraversa il suo territorio.
Situata nel popolare quartiere di [[San Fruttuoso (Genova)|San Fruttuoso]], nella parte a levante del [[centro storico di Genova|centro storico]], è di proprietà del Comune ed è adibita, assieme al parco circostante, a struttura pubblica e giardino.
 
== Geografia fisica ==
Grimaldi si trova a 29&nbsp;km da Cosenza e sorge a 650 m sul livello del mare. Il territorio si estende dalle montagne di [[Monte Santa Lucerna|Santa Lucerna]] (a nord, 1256 m slm) alla Valle del fiume Savuto (a sud, 150 m slm).
 
== Storia ==
È probabile che Grimaldi debba le sue origini alla devastazione vissuta dal territorio antico di Pandosia, dopo l'anno 475 d.C.. Il primo insediamento nella zona potrebbe essere stato un piccolo casale (frazione) di nome Santa Caterina, intorno all'anno 872 quando gran parte della Calabria stava sperimentando le lotte tra Longobardi, Bizantini e Saraceni. Altri casali furono San Pietro e Santo Stefano. Secondo alcuni studiosi, il nome Grimaldi deriva da Grimoaldo I, duca di Benevento e re dei Longobardi. Il nome era originariamente applicato a tutto il territorio. Così, mentre non vi è alcuna certezza che siano stati i Longobardi a fondare la città, non c'è dubbio che fossero presenti e integrati con la popolazione, ben prima della loro sconfitta, all'inizio dell'XI secolo d.C.
[[File:Paolo Monti - Servizio fotografico (Genova, 1963) - BEIC 6339303.jpg|thumb|left|La villa. Foto di [[Paolo Monti]], 1963]]
[[File:Paolo Monti - Servizio fotografico (Genova, 1963) - BEIC 6340554.jpg|thumb|Foto di [[Paolo Monti]], 1963]]
 
La città attuale potrebbe essere stata fondata tra il 1027 e 1034, durante l'invasione normanna, quando a causa di calamità naturali e pestilenze il popolo si trasferì alle pendici del monte Santa Lucerna. Durante il periodo angioino, aragonese e spagnolo del Regno di Napoli, Grimaldi si trovava isolato, i principali percorsi da Cosenza ad Aiello avvenivano lungo il fiume Savuto, allora navigabile. Nel 1369 Giovanna I di Napoli inviò una delegazione alla vicina Tinisi per dividere i territori di Grimaldo e Mendicino dal territorio di Aiello. Da questo momento, fino al 1510, ci fu una serie di controversie e battaglie tra il Casale di Grimaldo e il conte di Ajello, Francesco Siscar, che aveva intenzione di occupare Grimaldi. Nel 1481, Paolo Siscar, conte di Cirella, divenne il signore di Grimaldo, ma i grimaldesi evitarono gli obblighi feudali pagando 1000 ducati.
Prima che si imponesse a Genova lo stile dell'architetto [[Galeazzo Alessi]], che avrebbe improntato gran parte delle ville di [[Albaro]], per lungo tempo Villa Imperiale fu un modello ineguagliato di dimora, costituita da un volume longitudinale completato da eleganti logge d'angolo.
 
Nel 1638, l'originale Grimaldo fu distrutta da un terremoto, e la città fu ricostruita in una zona conosciuta come "Chiata".
A far edificare la magione, nei primi anni del [[XVI secolo|Cinquecento]], fu Lorenzo Cattaneo, appartenente ad un'importante famiglia imparentata con la nobiltà [[firenze|fiorentina]], il quale intendeva - secondo gli usi in voga nel [[Rinascimento]] - costituire una propria residenza che fosse in linea con le necessità di rappresentanza della famiglia. Fu sede, al tempo della [[Repubblica di Genova]], di ricevimenti e banchetti per imperatori, sovrani e nobili qui accolti dal [[doge (Repubblica di Genova)|doge]] prima dell'ingresso ufficiale in città.
 
== Società ==
Il palazzo fu inaugurato, di fatto, nel [[1502]], da re [[Luigi XII di Francia]], giunto in visita a Genova. Si racconta che la carrozza del sovrano, accompagnata da un lungo corteo con la nobiltà locale, sfilasse con magnificenza - e salutata dalla folla festante - sotto la volta dell'atrio portificato del palazzo, decorato con peducci scolpiti in pietra nera (che da allora recano lo stemma con il giglio di [[Francia]]) e arricchito nell'impiantito e nei finimenti da pesanti lastre di [[ardesia]].
=== Evoluzione demografica ===
{{Demografia/Grimaldi}}
 
== Amministrazione ==
Nel [[XVII secolo]] il palazzo passò in proprietà alla famiglia Salvago e poi alla [[Imperiale (famiglia)|famiglia Imperiale]] - di cui l'edificio conserva ancora il nome - che la tenne fino agli [[anni 1920|anni venti]] del [[XX secolo|Novecento]]. Fu infine acquisita dal Comune.
{{...|centri abitati}}
 
== Note ==
Villa Imperiale ha, sia pure di riflesso, un importante significato storico per i genovesi. Lungo le mura che la circondano dal lato di ponente sale una stretta [[creuza]] che conduce alla vicina Villa Migone, al tempo residenza del cardinale [[Pietro Boetto]], in cui la sera del 24 aprile [[1945]] il generale Gunter Meinhold, comandante in capo delle truppe tedesche di stanza a Genova, firmò l'[[Remo Scappini#Testo della resa|atto di resa]] nelle mani dello stesso Boetto e del comandante partigiano [[Remo Scappini]], che pose fine alla [[seconda guerra mondiale]] nel capoluogo ligure.
<references/>
Nel 2007 il presidente della Repubblica [[Giorgio Napolitano]] ha reso omaggio a Genova, medaglia d'oro per la resistenza partigiana, visitando in occasione del 25 aprile Villa Migone.
 
== Altri progetti ==
La zona è stata fino agli [[anni 1980|anni ottanta]] fortemente industrializzata e poi convertita al settore terziario. Negli [[anni 1990|anni novanta]] la struttura aveva subito un pesante degrado, con un cedimento strutturale del tetto del palazzo che comportò la chiusura e il trasferimento delle due biblioteche. Il palazzo è stato in seguito completamente ristrutturato, restaurato e restituito all'antico splendore.
 
Ospita un [[centro sociale]] per anziani, è la sede della biblioteca comunale "Lercari" e, in passato, della Biblioteca Internazionale per ragazzi "[[Edmondo De Amicis]]" (trasferita ai [[Magazzini del Cotone]] nel [[Porto Antico]]); vi ha sede anche una scuola materna intitolata a [[Gianni Rodari]]. D'estate vi si tengono rappresentazioni teatrali nell'ambito del Festival "Ridere d'agosto, ma anche prima" organizzato dal Teatro Garage di Genova.
 
A Genova esiste un'altra villa, quasi omonima e anch'essa del [[XVI secolo]] - [[Villa Imperiale Casanova]], poi sede del Centro di ricerche siderurgiche - situata in [[Valpolcevera]], in corso Perrone, alla periferia nord-occidentale di Campi.
 
==Descrizione ==
 
Le decorazioni esterne originali tendono a conferire alla struttura un carattere ben definito che bene si sposa con gli interni finemente decorati e affrescati con maestrìa dal pittore [[Luca Cambiaso]] che nel salone principale rappresentò con estremo vigore visionario la ''[[ratto delle Sabine|Storia delle Sabine]]''. L'affresco che copre completamente la grande volta fu dipinto attorno al 1565 quando Cambiaso era all'apice della sua carriera, considerato il più celebre decoratore delle residenze genovesi. Il tema è tratto dalla [[Ab Urbe condita libri|Storia di Roma]], narrata da [[Tito Livio]]. L'episodio scelto per il riquadro centrale è il ''[[Ratto delle Sabine]]'': [[Romolo]], dal suo trono, raffigurato a sinistra, si leva in piedi per dare il segnale convenuto che da luogo allo scatenarsi dei romani sulle figlie dei sabini. La storia è completata da altri sei riquadri che narrano il seguito della storia: ''L'incontro di [[Tarpeia|Tarpea]] con [[Tito Tazio]]'', durante il quale la vergine [[vestale]], figlia del comandante della [[Campidoglio|cittadella romana]], fu corrotta con l'oro dal re [[Sabini|sabino]]. Segue ''L'uccisione di Tarpea,'' che tradisce i romani permettendo ai sabini di assaltare la cittadella. Quindi le donne sabine, frapponendosi fra i padri e i mariti, ossia sabini e romani, pongono fine alla guerra e faririscono l'alleanza fra i due popoli. Completano la storia la ''Salita al cielo di Romolo'' e l'''Incoronazione di [[Numa Pompilio]],'' secondo re di Roma, di origine sabina. Negli angoli, completano la decorazione ''Allegorie delle Arti e delle Scienze'', rappresentate con illusionismo prospettico, alternate con cariatidi dipinte. A differenza delle precedenti realizzazioni del Cambiaso, qui nessuna parte è realizzata a stuccomentre anche le cornici e le finte architetture sono dipinte. L'opera ebbe da subito una notevole fama, e fu definita dal [[Anton Raphael Mengs|Mengs]] "quanto di più raffaellesco esiste in Genova"<ref>{{Cita libro|autore=G.Bruzzo, S.Odorizzi|titolo=Villa Imperiale Cattaneo}}</ref>.
 
Il giardino della villa è disposto a più livelli su geometriche terrazze situate a mezza costa rispetto al rilievo su cui il parco si sviluppa. Fu completato a metà del Cinquecento con un ninfeo e arricchito da rampe con balaustre e lunghi corridoi con pergolato. La successiva sistemazione con prato ''all'inglese'' e boschi di [[leccio]], [[cedrus|cedro]] e [[cipresso]] è più recente e risale al [[XIX secolo]].
 
<gallery caption="La villa nelle foto di [[Paolo Monti]], 1963">
Paolo Monti - Servizio fotografico (Genova, 1963) - BEIC 6339353.jpg|Il giardino
Paolo Monti - Servizio fotografico (Genova, 1963) - BEIC 6339354.jpg|Dettaglio delle decorazioni scultoree
Paolo Monti - Servizio fotografico (Genova, 1963) - BEIC 6339304.jpg|Dettaglio
Paolo Monti - Servizio fotografico (Genova, 1963) - BEIC 6340555.jpg|Loggia
</gallery>
 
==Il santuario e la leggenda dell'''Albero d'oro''==
[[Immagine:Genova-DSCF7506.JPG|thumb|upright=1.4|Il [[santuario della Madonna del Monte (Genova)|Santuario della Madonna del Monte]], soprastante Villa Imperiale]]
Villa Imperiale è ancor oggi una delle naturali vie d'accesso al vicino [[Santuario della Madonna del Monte (Genova)|Santuario della Madonna del Monte]]. In tempi ancora recenti molti pellegrini che salivano al santuario sceglievano questa strada per raggiungere il [[maria, madre di Gesù|luogo di culto mariano]]. La sua entrata è posta in via dell'Albero d'Oro, a Terralba (un tempo probabilmente ''terra d'alba'', ''terra di levante'').
 
Narra una leggenda che in tempi remoti il proprietario del terreno in cui sorge la villa avesse perso ai dadi i vari appezzamenti di cui disponeva. Per poter effettuare un'''ultima giocata'' - che si rivelerà poi risolutrice al fine della riconquista del terreno perduto - dovette impegnare l'ultimo albero che gli era rimasto, che da allora diventò nella fantasia popolare ''l'albero d'oro''.
Da sottolineare che il suddetto albero era di Alloro da cui anche l'assonanza con "oro".
L'albero, che si trovava all'inizio di via dell'albero d'oro, strada che collega l'ingresso principale della villa con piazza Terralba, è stato abbattuto a metà degli anni '80, poiché vecchio e malato, e sostituito con un albero più giovane.
 
==Bibliografia==
* ''I frutti dell'albero d'oro - Villa Imperiale di Terralba - Studi e restauri 1999-2004'', a cura di Rita Pizzone, Paola Parodi, Stefano Vassallo. Ministero per i Beni e le Attività Culturali, Soprintendenza per i Beni Architettonici ed il Paesaggio della Liguria, Genova 2005.
* ''Genova e non solo - Restauri di monumenti e paesaggi'', a cura di Maurizio Galletti e Luce Tondi. Soprintendenza per i Beni Architettonici e per il Paesaggio della Liguria. San Giorgio Editrice, Genova 2004.
 
==Voci correlate==
*[[Ville di Genova]]
 
==Altri progetti==
{{interprogetto}}
 
{{Comuni della provincia di Cosenza}}
==Collegamenti esterni==
{{Controllo di autorità}}
*{{cita web|http://www.foto.genova.it/23villaimperiale/z23villaimperiale.htm|Approfondimento}}
{{Portale|Calabria}}
*{{cita web|url=http://ww1.zenazone.it/index.php?app=zenazone&mod=structures_details&zone_id=45&structure_id=327&typology_id=42&&zenazoneID=9795f13d964db8f29f5021880e2cc00f|titolo=Galleria di immagini}}
 
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[[Categoria:Architetture rinascimentali di Genova]]