Carl Gustav Jung e Partners (film 1913 Nestor): differenze tra le pagine

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{{BioFilm
|titolo italiano = Partners
|Nome = Carl Gustav
|titolo alfabetico = Partners
|Cognome = Jung
|titolo originale = Partners
|Sesso = M
|immagine =
|LuogoNascita = Kesswil
|didascalia =
|GiornoMeseNascita = 26 luglio
|lingua originale = inglese
|AnnoNascita = 1875
|paese = [[Stati Uniti d'America|USA]]
|LuogoMorte = Küsnacht
|anno uscita = [[1913]]
|GiornoMeseMorte = 6 giugno
|durata = 300 metri (1 rullo)
|AnnoMorte = 1961
|tipo colore = B/N
|Attività = psichiatra
|Epocafilm muto = 1900
|aspect ratio = 1.33 : 1
|Attività2 = psicoanalista
|genere = Drammatico
|Nazionalità = svizzero
|genere 2 = Western
|Immagine =
|regista =
|soggetto =
|sceneggiatore =
|produttore = [[David Horsley]]
|produttore esecutivo =
|casa produzione =[[Nestor Film Company]]
|attori =
*[[Marshall Neilan]]: Jack Carson
|fotografo =
|cortometraggio= sì
}}
La sua tecnica e teoria di derivazione psicoanalitica è chiamata "[[psicologia analitica]]".
 
'''''Partners''''' è un [[cortometraggio|cortometraggio muto]] del [[1913]] prodotto dalla Nestor. Il nome del regista non viene riportato nei credit.
Inizialmente vicino alle concezioni di [[Sigmund Freud]] se ne allontanò definitivamente nel [[1913]], dopo un processo di differenziazione concettuale culminato con la pubblicazione, nel [[1912]], di ''La libido: simboli e trasformazioni''. In questo libro egli esponeva il suo orientamento, ampliando la ricerca analitica dalla storia personale del singolo alla [[storia]] della collettività umana. L'[[inconscio]] non è più solo quello individuale, prodotto dalla [[rimozione]], ma nell'individuo esiste anche un [[inconscio collettivo]] che si esprime negli [[archetipi]].
 
== Trama ==
In [[Italia]] l'orientamento junghiano della psicoanalisi è stato introdotto da [[Ernst Bernhard]].
{{...|film}}
 
trama in inglese tratta da ''Moving Picture World synopsis'' su [http://www.imdb.com/title/tt1431131/plotsummary?ref_=tt_ov_pl IMDb]
== Biografia ==
[[File:Jung-child.jpg|thumb|right|220px|Carl Gustav Jung a 6 anni]]
=== Formazione ===
Nacque nel [[1875]] da Paul Achilles Jung ([[1842]]-[[1896]]), un [[Teologia|teologo]] oltre che [[Pastore (religione)|pastore]] [[protestantesimo|protestante]], e da Emilie Preiswerk ([[1848]]-[[1923]]) a [[Kesswil]], nel [[cantoni della Svizzera|cantone]] [[Svizzera|svizzero]] di [[Canton Turgovia|Turgovia]] dopo pochi mesi la famiglia si trasferisce a [[Sciaffusa]] e nel [[1879]] a Klein Hüningen (un paese ora inglobato nella periferia di [[Basilea]]) dove il padre diventa rettore della [[pieve]] esercitando in seguito anche la funzione di [[cappellano]] nel [[manicomio]] della città.
 
==Produzione==
È un bambino solitario, sarà figlio unico per nove anni fino alla nascita della sorella Johanna Gertrud, detta "Trudi" ([[1884]]-[[1935]]). Il suo amico d'infanzia [[Albert Oeri]] ([[1875]]-[[1950]]) ricorda il primo incontro con Carl, quando entrambi erano molto piccoli: lo descrive come "un mostro di asocialità", concentrato sui propri giochi e tutto il contrario di quello che aveva conosciuto all'asilo del paese, dove i bambini giocavano, si picchiavano e comunque stavano sempre insieme. I due resteranno legati da amicizia per tutta la vita.<ref name=AJ>Aniela Jaffé (a cura di), ''C.G. Jung. Immagine e parola'', Roma 2003, ISBN 88-88232-87-7</ref>
Il film fu prodotto dalla [[Nestor Film Company]].
 
==Distribuzione==
Durante il liceo ebbe tra gli insegnanti [[Jacob Burckhardt]] che gli parlò di [[Johann Jakob Bachofen]], mentre le sue letture spaziavano da letteratura a filosofia, da teoria della religione allo spiritualismo ([[Eduard Mörike|Mörike]], [[Goethe]], soprattutto il ''Faust'' e le conversazioni con Johann Peter Eckermann, [[Kant]], [[Emanuel Swedenborg|Swedenborg]], [[Schopenhauer]] ecc.) Il libro che lo colpì di più ''[[Così parlò Zarathustra (Nietzsche)|Così parlò Zarathustra]]'' di [[Friedrich Nietzsche]]<ref>di cui scrisse nei ''Ricordi'' (1962, p. 139): «''Come per il ''Faust'' di Goethe, si trattò di un'esperienza terribile''».</ref>.
Distribuito dall'[[Universal Film Manufacturing Company]], il film - un cortometraggio di una bobina - uscì nelle sale cinematografiche USA il 15 giugno 1913.
 
==Voci correlate==
Nel [[1895]] si iscrisse alla [[facoltà di medicina]] dell'[[Università di Basilea]] e nel [[1900]] si laureò in medicina con la tesi ''Psicologia e patologia dei cosiddetti fenomeni occulti'' una trattazione sui [[Medium|fenomeni medianici]] della cugina, Hélène Preiswerk detta "Helly" ([[1880]]-[[1911]]), che pubblicò nel [[1902]].
*[[Filmografia della Nestor Film Company]]
 
==Collegamenti esterni==
Nel dicembre [[1900]] cominciò a lavorare all'istituto [[Psichiatria|psichiatrico]] di [[Zurigo]], il ''Burghölzli'', diretto da [[Eugen Bleuler]].
* {{Collegamenti esterni}}
Nell'inverno 1902-[[1903|3]] Jung fu a [[Parigi]] per frequentare le lezioni di [[Pierre Janet]]. Nel [[1903]] sposò Emma Rauschenbach ([[1882]]-[[1955]]), che rimase con lui fino alla morte. Nel [[1905]] fu promosso ai vertici del ''Burgholzli'' e divenne libero docente all'[[Università di Zurigo]], dove rimase fino al [[1913]]. Tra il [[1904]] e il [[1907]] pubblicò vari studi sul test di associazione verbale e nel [[1907]] il libro ''Psicologia della dementia praecox''.
 
{{Portale|cinema}}
La personalità scientifica di Jung si manifesta con il concetto di "[[Complesso (psicologia)|complesso]]". Esso è un insieme strutturato di rappresentazioni, consce e meno consce, dotate di una forte carica affettiva. La [[psiche]] umana è un insieme indeterminato ed indeterminabile di complessi, tra i quali è da considerarsi lo stesso Io, il complesso che ha l'appannaggio della coscienza ed è in relazione con tutti gli altri. Quando questa relazione si indebolisce o si spezza, gli altri complessi si fanno autonomi, inconsci, e si arrogano la possibilità di dirigere l'azione, con un processo di dissociazione che è all'origine del disagio psichico.
 
[[Categoria:Cortometraggi muti statunitensi]]
=== L'incontro con Sigmund Freud ===
[[Categoria:Cortometraggi drammatici]]
Nel [[1906]] aderì alla [[psicoanalisi]] e iniziò la corrispondenza con [[Sigmund Freud|Freud]], che incontrò personalmente per la prima volta a [[Vienna]] nel [[1907]]. In seguito lo incontrò nuovamente in [[Svizzera]] a [[Zurigo]], dove scrissero un libro assieme.
[[Categoria:Cortometraggi western]]
 
Nel [[1909]] Jung, assieme a [[Sigmund Freud|Freud]] e [[Sándor Ferenczi|Ferenczi]], si recò alla Clark University di [[Worcester]], nel [[Massachusetts]], dove ricevette la [[laurea honoris causa]] in legge. Nel [[1910]] fu eletto presidente della Associazione psicoanalitica internazionale e direttore dello "Jahrbuch", la rivista ufficiale della società. In questo periodo, iniziò ad essere descritto come il "delfino" della psicoanalisi, il possibile successore di [[Sigmund Freud|Freud]] alla guida del movimento psicoanalitico.
 
Nel [[1909]] si ebbero però le prime avvisaglie della separazione che in seguito sarà all'origine dell'articolarsi dei due principali orientamenti storici della psicoanalisi, intesa sia come terapia che come via per la conoscenza della psiche.
Nel [[1909]] infatti la Clark University invitò sia [[Sigmund Freud|Freud]] sia il suo più importante collaboratore, Jung, a tenere un ciclo di conferenze negli [[Stati Uniti d'America|Stati Uniti]].
 
Durante il lungo viaggio in [[nave]] i due pionieri della psicoanalisi analizzarono reciprocamente i loro rispettivi sogni.
In questa psicoanalisi sull'oceano dove i due fungevano entrambi da psicoanalisti e da pazienti, Freud manifestò, a detta di Jung, un atteggiamento di reticenza su alcuni particolari della sua vita privata che invece sarebbero serviti a Jung per una più attenta interpretazione. Ad aggravare questa situazione però fu il fatto che Freud su questo punto fu molto chiaro: il motivo della sua reticenza era che non poteva permettersi la libertà di mettere a repentaglio la sua autorità.
Fu proprio in quel momento invece che Jung cominciò a mettere in discussione la propria stima per [[Sigmund Freud|Freud]] che sino ad allora aveva avuto.
[[File:Jung 1910.jpg|thumb|right|260px|Carl Gustav Jung]]
[[File:Hall Freud Jung in front of Clark 1909.jpg|thumb|right|300px|Foto di gruppo alla [[Clark University]] (1909). <br />Da sinistra in basso: [[Sigmund Freud]], [[Stanley Hall]], '''Carl Gustav Jung'''. <br />Fila in alto da sinistra: [[Abraham Brill]], [[Ernest Jones]], [[Sandor Ferenczi]] ]]
=== La separazione da Freud e il nuovo orientamento della psicoanalisi ===
Nel [[1912]] Jung pubblicò il suo testo fondamentale ''Trasformazioni e simboli della libido'', dove erano presenti i primi disaccordi teorici con Freud assieme al primo abbozzo di una concezione finalistica della psiche. I disaccordi continuarono nelle conferenze sulla psicoanalisi (''Fordham lectures'') tenute da Jung lo stesso anno a [[New York]].
L'aspetto centrale delle differenze teoriche risiedeva in un diverso modo di concepire la [[libido]]: mentre per Freud il "motore primo" dello psichismo risiedeva nella pulsionalità sessuale, Jung proponeva di riarticolare ed estendere il costrutto teorico di Libido, rendendolo così comprensivo anche di altri aspetti pulsionali costitutivi "dell'energia psichica".
 
La "sessualità" passa così dall'essere costrutto unico e centrale nella metapsicologia freudiana, a costrutto importante ma non esclusivo della vita psichica in quella junghiana. La libido è l'energia psichica in generale, motore di ogni manifestazione umana, compresa la sessualità. Essa va aldilà di una semplice matrice istintuale proprio perché non è interpretabile solo in termini causali. Le sue "trasformazioni", necessarie a spiegare l'infinita varietà di modi in cui si dà l'uomo, sono dovute alla presenza di un particolare apparato di conversione dell'energia, la funzione simbolica.
 
Il termine "simbolo" è poi inteso secondo una concezione del tutto opposta a quella di Freud, il quale aveva assimilato il concetto di simbolo a quello di [[segno]], sulla base dell'elemento comune del rinvio. Ma mentre il segno compone in modo puramente convenzionale qualcosa con qualcos'altro (''[[aliquid stat pro aliquo]]''), il simbolo è un caso particolare del segno in cui, pur rimanendo l'elemento genericamente semiotico del rinvio, questo rinvio non è diretto ad una realtà determinata da una convenzione, ma alla ricomposizione di un intero, come vuole l'etimologia della parola. Ecco qui un'altra differenza con Freud: se egli interpretava le fantasie inconsce alla stregua di meri segni di pulsioni, inaccettabili per la coscienza, per Jung esse sono, se interpretate adeguatamente dall'io, simboli di nuove realizzazioni psichiche. Solo così si rende conto del carattere costitutivamente aperto al nuovo della psiche, invece di ancorare quest'ultima al passato in un'inarrestabile [[coazione a ripetere]].
La [[funzione trascendente]] è capace di superare le opposizioni di cui la psiche è costituita proprio attraverso la produzione di simboli. Essa opera affinché possa avere luogo l'individuazione, cioè quel processo sintetico che coinvolge gli opposti che costituiscono l'uomo, e nel quale l'individuo si riconosce nella sua autonomia dagli stereotipi culturali. L'adattamento trova la sua ideale prosecuzione in questo processo, diviso in un momento di distinzione degli opposti (da cui si fa un "passo indietro") e in uno di integrazione di questi ultimi.
 
Il conflitto tra Freud e Jung crebbe al quarto congresso dell'Associazione Psicoanalitica, svoltosi a [[Monaco di Baviera|Monaco]] nell'agosto del [[1913]] contro le posizioni psicoanalitiche espresse da Janet durante la sessione dedicata alla psicoanalisi. Nell'ottobre successivo si ebbe la rottura ufficiale, Jung si dimise dalla carica di direttore dello "Jahrbuch". Ad aprile [[1914]] si dimise da presidente dell'Associazione e uscì definitivamente dal movimento psicoanalitico.
 
La psicoanalisi, quale creatura i cui meriti di gestazione erano ascritti al solo Freud, per la cui nascita aveva pagato con l'isolamento e l'ostracismo da parte del mondo accademico ufficiale, questa psicoanalisi quale nuova via della conoscenza, per Jung era divenuta più importante dello stesso padre che l'aveva generata. Era nata dal lavoro di Freud, ma adesso si trattava di farla crescere.
 
L'aspetto che li differenziava di più era la concezione dell'[[inconscio]]. Freud affermava che l'inconscio alla nascita era un contenitore vuoto e durante la vita si riempiva delle cose che la coscienza riteneva "inutili" o dannose per l'[[io (psicologia)|Io]], attraverso la [[rimozione]]. Al contrario, Jung asseriva che la coscienza nasceva dall'[[inconscio]], che aveva quindi già una sua autonomia. Inoltre, secondo Jung, la psicoanalisi di Freud era schematica e teneva poco conto della persona nel suo contesto vitale. Invece Jung dava importanza alla persona ed al suo contesto, così diede via alla sua "[[psicologia analitica]]" che voleva essere non solo uno strumento per guarire da patologie psichiche ma anche una concezione del mondo, o ancor meglio uno strumento per adattare la propria [[anima]] alla vita e poterne cogliere tutte le potenzialità di espressione e specificità individuale. Egli chiamò questo percorso "[[individuazione]]".
 
Al concetto di individuazione si lega la nozione di archetipo. Jung ipotizza che alla trasformazione della libido e ai suoi simboli sia sottesa una pluralità indeterminata di "immagini primordiali", collettiva e immutabile, intese come una sorta di kantiane "forme a priori" che concorrono, come serbatoio originario dell'immaginazione, alla formazione dei simboli.
La [[funzione trascendente]] proietta l'individuo al di fuori di sé, sul piano di un pensiero inconscio collettivo. Se la coscienza riesce a sviluppare un atteggiamento positivo nei confronti dei prodotti di questa facoltà, i simboli, l'individuo può liberarsi del suo disagio riaffrontandolo da un punto di vista diverso, "trascendentale". Inoltre egli, nel differenziarsi da queste matrici collettive di senso e dagli istinti primordiali, può integrare i valori universali custoditi dalla cultura, trovando una modalità personale di attuarli.
 
=== Gli inizi di Jung analista in proprio ===
Alla fine del [[1913]], Jung, che aveva già quattro figli (Agathe Regina, Anna Margaretha, Franz Karl e Marianne detta "Nannerl") e aspettava da Emma la quinta e ultima figlia (Emma Helene detta "Lil"), incontrò Toni Wolff ([[1888]]-[[1953]]), che da paziente si trasformò in analista e amante dello stesso in un triangolo emozionale che non escludeva la moglie, la quale reagì secondo quel che si sarebbe aspettato da una rappresentante alto-borghese della dignità familiare: fingendo di ignorare.
 
Una volta staccatosi da Freud, Jung cominciò ad attrarre attorno a sé un proprio gruppo di pazienti, studenti e analisti, tra i quali vanno ricordati Franz Beda Riklin ([[1878]]-[[1938]]), Maria Moltzer ([[1874]]-[[1944]]), Hans Trüb (cognato di Toni Wolff), Emilii Medtner ([[1872]]-[[1936])), Linda Fierz-David ([[1891]]-[[1955]]) e Edith Rockfeller McCormick ([[1872]]-[[1932]]) che con la sua ricchezza quasi smisurata aiutò il già (per via della moglie) ricco Jung a sviluppare ulteriormente una scuola analitica, fondando il "Psychologischer Club" di Zurigo (nato nel [[1913]] e ancora attivo).
 
Altre persone che aiutarono in qualche modo lo sviluppo del pensiero junghiano negli anni [[1913]]-[[1920]] furono il pastore Adolf Keller (la cui moglie Tina rimase amica con Emma anche dopo la rottura tra lui e Jung), Alphons Maeder ([[1882]]-[[1971]]), Oskar Pfister ([[1873]]-[[1956]], che rimase più fedele a Freud) e Hans Schmid-Guisan ([[1881]]-[[1932]]) che seppure viveva a [[Basilea]] fu sempre a stretto contatto con Jung (tanto che la figlia, Marie-Jeanne Schmid, fece poi da segretaria<ref>l'elenco delle segretarie include la sorella Trudi, brevemente la figlia Marianne, poi Marie-Jeanne Schmid e Aniela Jaffé ([[1903]]-[[1991]])</ref> a quest'ultimo dal [[1932]] al [[1952]]).
 
=== I tipi psicologici ===
Un altro concetto fondamentale, il ''tipo'', viene introdotto da Jung con la pubblicazione di ''[[Tipi psicologici]]''. L'oggetto dell'opera è una classificazione degli individui secondo "tipologie psicologiche", che prendono le mosse dalle caratteristiche del loro adattamento. Essi si articolano attorno alla fondamentale polarità "[[Introversione e estroversione|Introverso/Estroverso]]", ed alla conseguente distinzione di due individui tipici fondamentali. Individuati dall'opposto orientamento generale della loro libido primaria (intro-versa o estro-versa) riprendono, in individui diversi, il ritmo sistole/diastole tematizzato da Goethe.
 
Per spiegare le rilevanti differenze individuali all'interno dei gruppi, Jung incrocia l'iniziale modello bipolare con una ulteriore quadripartizione in "funzioni" psichiche (il pensiero, il sentimento, la sensazione e l'intuizione).
 
L'appartenenza ad uno di questi quattro sottogruppi è motivata dalla funzione che nel corso dell'adattamento viene privilegiata, e a cui l'individuo, a partire dall'infanzia, affida le sue principali speranze di riuscita. La combinazione tra questi due "assi" (quello [[Introversione e estroversione|Introversione/Estroversione]] e quello delle 4 funzioni) dà luogo agli otto tipi psicologici individuali. Ciò che preme a Jung non è però presentare un'ennesima classificazione delle personalità, ma relativizzarne l'esperienza fenomenologica. È l'orientamento della coscienza dunque, il suo intenzionarsi, che viene classificato, e non un banale coacervo di caratteristiche individuali.
 
Questa teoria assume rilievo nel processo di individuazione, nel quale è necessario che l'Io sia consapevole dell'atteggiamento psicologico che si è reso dominante o esclusivo. Solo superando la propria unilaterale adesione ad un modo di rappresentare la realtà e aprendosi agli altri modi, l'individuo può davvero affermare la sua autonomia da modelli collettivi accettati inconsapevolmente (che siano gli archetipi dell'inconscio collettivo o le "modalità di funzionamento" della facoltà di rappresentare, considerata nella sua formalità).
 
La "scelta" del tipo psicologico a cui l'individuo appartiene corrisponde, infatti, più ad esigenze collettive che individuali. Mostrare il valore delle opzioni trascurate dallo sviluppo è il compito dell'individuazione, allo studio e alla pratica della quale d'ora in poi la psicologia analitica si consacrerà. Diventa così possibile il confronto con le funzioni arrestatesi ad uno stadio arcaico dello sviluppo, integrandole in un'individualità dinamicamente matura.
 
=== Il carisma di psicoterapeuta ===
Benché tra gli studi e i viaggi (non escluso il servizi militare svizzero periodico), Jung non avesse molto tempo per la pratica analitica, andarono a consultarsi e curarsi presso di lui molte persone, soprattutto donne, tra cui Herbert Oczeret ([[1884]]-[[1948]]), Aline Valangin ([[1889]]-[[1986]]), [[Sabina Spielrein]], [[Hermann Hesse]], [[Ermanno Wolf-Ferrari]], Beatrice Moses Hinkle ([[1874]]-[[1953]]), M. K. Bradby (poi divulgatrice del suo pensiero), Montague David e Edith Eder, Eugen e Erika Schlegel, Constance Long, Mary Bell, Helen Shaw, Adela Wharton, Mary Esther Harding ([[1888]]-[[1971]]), Kristine Mann ([[1873]]-[[1945]]) e Helton Godwin Baynes detto "Peter" ([[1882]]-[[1943]]). Mentre si spargeva il suo carisma, qualcuno era critico e non sopportava quel che ai proprio occhi sembrava un vuoto culto della personalità.
 
Comunque, Jung aveva ormai quasi 50 anni e riuscì, come aveva in mente da tempo, a costruire una casa (detta "Turm", torre) nel villaggio di [[Bollingen]], affacciata sul lago. Lo aiutò nei disegni il giovane architetto Walther Niehus, fratello di Kurt, che aveva sposato la figlia Agathe e che a sua volta sposerà la figlia Marianne. Durante la lenta costruzione, Jung organizzò nel [[1925]] una spedizione in Africa, con George Beckwith ([[1896]]-[[1931]]), Peter Baynes (marito di Hilda, già paziente di Jung e poi di Baynes, quindi suicida) e Ruth Bailey, una nobildonna inglese incontrata durante il viaggio in nave e che vivrà con Jung dalla morte della moglie Emma ([[1955]], come fu lei a chiederle) in poi (ossia fino al [[1961]], anno di morte di Jung stesso).
 
La spedizione "Bugishu", verso il [[Kenya]] e l'[[Uganda]] attraverso il [[Monte Elgon]], filmata da Baynes con una cinepresa, portò Jung a contatto con riti e miti delle popolazioni indigene, ma soprattutto con il proprio inconscio.
 
=== Archetipi ===
La psiche è composta oltre che dalla parte inconscia, individuale e collettiva, anche dalla parte conscia. La dinamica tra la parte conscia e quella inconscia è considerata da Jung come ciò che permette all'individuo di affrontare un lungo percorso per realizzare la propria personalità in un processo che egli denomina "individuazione". In questo percorso l'individuo incontra e si scontra con delle organizzazione archetipe (inconsce) della propria personalità: solo affrontandole egli potrà dilatare maggiormente la propria coscienza. Esse sono "la Persona", "l'Ombra", "l'Animus o l'Anima" e "il sé".
 
La ''Persona'' (dalla parola latina che indica la maschera teatrale) può essere considerata come l'aspetto pubblico che ogni persona mostra di sé, come un individuo appare nella società, nel rispetto di regole e convenzioni. Rispecchia ciò che ognuno di noi vuol rendere noto agli altri, ma non coincide necessariamente con ciò che realmente si è.
 
L'''Ombra'' rappresenta la parte della psiche più sgradevole e negativa, coincide con gli impulsi istintuali che l'individuo tende a reprimere. Impersona tutto ciò che l'individuo rifiuta di riconoscere e che nello stesso tempo influisce sul suo comportamento esprimendosi con tratti sgradevoli del carattere o con tendenze incompatibili con la parte conscia del soggetto.
 
''Animus'' e ''Anima'' rappresentano rispettivamente l'immagine maschile presente nella donna e l'immagine femminile presente nell'uomo. Si manifesta in sogni e fantasie ed è proiettata sulle persone del sesso opposto, più frequentemente nell'esperienza dell'innamoramento. L'immagine dell'anima o dell'animus ha una funzione compensatoria con la Persona, è la sua parte inconscia e offre possibilità creative nel percorso di individuazione.
 
Il ''Sé'' è il punto culminante del percorso di realizzazione della propria personalità, nel quale si portano ad un'unificazione tutti gli aspetti consci ed inconsci del soggetto.
 
=== La "querelle" su Jung e il nazismo ===
Nel [[1930]] Jung fu nominato presidente onorario della Associazione tedesca di psicoterapia. Con l'avvento del [[nazismo]] questa Associazione, cui aderivano parecchi psicoterapeuti [[ebraismo|ebrei]], fu sciolta e ne fu creata un'altra, a carattere internazionale, con Jung presidente.
 
Nel [[1934]] Jung fu criticato per la sua adesione ad un'organizzazione di origine nazista, oltre che per la sua funzione di redattore capo della rivista ''Zentralblatt fur Psychotherapie'', un periodico di analoga matrice nazista. Jung e i suoi difensori, in questa ''querelle'' sulla presunta adesione di Jung al [[nazismo]], replicarono sostenendo che la sua presenza in questi organismi avrebbe permesso di salvaguardare l'attività degli psicoterapeuti tedeschi [[ebraismo|ebrei]].
 
In questa stessa epoca [[Adolf Hitler|Hitler]] prendeva il potere in [[Germania]] e, sfortunatamente per Jung, il caso volle che il redattore tedesco della rivista, il cui nome compariva accostato a quello di Jung, risultava essere il professor Göring, cugino del più famoso [[Hermann Göring]], delfino di [[Adolf Hitler]].
 
In questo periodo di presidenza Jung scrisse l'articolo "Wotan", apparso sulla ''Neue Schwezer Rundschau'', che in seguito diverrà il primo capitolo dell'opera ''Aspetti del dramma contemporaneo''.
 
I sostenitori di Jung in questa ''querelle'' sostennero che Jung non accettò questo incarico a cuor leggero, ma nella speranza di salvare il salvabile, tant'è che, quando si accorse di non poter fare nulla, nel [[1939]] rassegnò le dimissioni sia dalla carica di presidente della "Società medica internazionale di psicoterapia" sia da redattore della rivista. In questo stesso periodo le autorità hitleriane avevano già preso misure contro Jung: gli era stato negato l'accesso in territorio tedesco, le sue opere vennero bruciate o mandate al macero in tutti i paesi d'Europa nei quali era possibile, ed il suo nome figurò nella famigerata lista "Otto", vicino a quella di Freud e di molti altri (come testimoniato da alcuni conoscenti, Jung temeva di poter essere "liquidato" dalle [[Schutzstaffel|SS]] in caso di invasione della [[Svizzera]] durante la seconda guerra mondiale, proprio per via delle sue note posizioni critiche antinaziste).
 
La relazione tra Jung e il nazismo continuò, anche dopo la guerra, ad essere oggetto di polemiche e dibattiti. Sia nella sua autobiografia ("Ricordi, Sogni, Riflessioni") che nella raccolta di testimonianze sulla sua vita ''Jung parla'', appaiono numerosi spunti critici rispetto al fenomeno nazista, che in alcuni suoi scritti e passaggi Jung analizzò - con molta preoccupazione - da un punto di vista psicologico-analitico collettivo.
 
Jung, comunque, consapevole com'era delle falsità di tale accuse, non diede mai troppo peso alla questione. Ma per avere un quadro più ampio è utile riferirsi allo stralcio di un'intervista del [[1949]]:
 
{{quote|Chiunque abbia letto uno qualsiasi dei miei libri non può avere dubbi sul fatto che io non sono mai stato filonazista e tanto meno antisemita; non c'è citazione, traduzione o manipolazione tendenziosa di ciò che ho scritto che possa modificare la sostanza del mio punto di vista, che è lì stampato, per chiunque voglia conoscerlo. Quasi tutti questi brani sono stati in qualche misura manomessi, per malizia o per ignoranza. Prendiamo la falsificazione più importante, quella sul ''Saturday'' dell'11 giugno: "''L'ebreo, che è una specie di nomade, non ha mai creato una forma propria di civiltà, e probabilmente non lo farà mai. L'inconscio ariano dispone di un potenziale più elevato di quello ebraico''". Guarda caso, se lette nel loro contesto queste frasi acquistano un significato esattamente contrario a quello attribuito a esse da questi "ricercatori". Sono state prese da un articolo intitolato "''Situazione attuale della psicoterapia''".
 
Perché si possa giudicare il senso di queste frasi controverse, le leggerò per intero il paragrafo in cui ricorrono: "''In virtù della loro civiltà, più del doppio antica della nostra, essi presentano una consapevolezza molto maggiore rispetto alle debolezze umane e ai lati dell'Ombra, e perciò sono sotto questo aspetto molto meno vulnerabili. Grazie all'esperienza ereditata dalla loro antichissima civiltà essi sono capaci di vivere, con piena coscienza, in benevola, amichevole e tollerante prossimità dei loro difetti, mentre noi siamo ancora troppo giovani per non nutrire qualche "illusione" su noi stessi… L'ebreo, quale appartenente a una razza che dispone di una civiltà di circa tremila anni, possiede, come il cinese colto, un più ampio spettro di consapevolezza psichica rispetto a noi. L'ebreo, che è una specie di nomade, non ha mai creato una forma propria di civiltà, e probabilmente non lo farà mai, poiché tutti gli istinti e i suoi talenti presuppongono, per potersi sviluppare, un popolo che li ospiti, dotato di un grado più o meno elevato di civiltà. La razza ebraica nel suo insieme possiede perciò – per l'esperienza che me ne sono fatta – un inconscio che si può paragonare solo con alcune riserve a quello ariano. Eccezion fatta per alcuni individui creativi, possiamo dire che l'ebreo medio è già molto più consapevole e raffinato per covare ancora in sé le tensioni di un futuro non nato. L'inconscio ariano dispone di un potenziale più elevato di quello ebraico, il che costituisce al tempo stesso il vantaggio e lo svantaggio di una giovane età che non si è ancora completamente distaccata dall'elemento barbaro''<ref>''Jung parla'', pag. 255-256</ref>}}
 
=== La torre ===
Risale al [[1923]] la costruzione della famosa e per certi aspetti misteriosa Torre di Jung. In quell'anno Jung si avvicinava ai cinquant'anni e trovava non più soddisfacente testimoniare con la sola scrittura l'avventura della [[psicoanalisi]] e del processo individuativo che in lui si realizzava, ma voleva cercare un altro modo di simbolizzarlo che gli desse un'impressione più concreta della semplice scrittura.
Così dopo la morte di sua madre Jung comprò un terreno a Bollingen, al di là del lago di [[Zurigo]]. Qui realizzò il progetto di un'abitazione dove trascorreva le vacanze ed i fine settimana. Complessivamente risiedeva a Bollingen ben sei mesi l'anno.
All'inizio era solo un edificio circolare a forma di torre, ma negli anni seguenti vi aggiunse tre nuove sezioni, ampliando così la casa.
L'espandersi della torre andò sempre parallelo con la sua crescita psichica nella totalità della sua vicenda.
L'edificio originale era basso e nascosto fra le due torri, ma all'età di ottant'anni, dopo la morte della moglie Emma nel [[1955]], si sentì di aggiungere un altro piano.
Da allora la casa di Bollingen, senza [[elettricità]] e senza acqua corrente, con il suo silenzio, diventò il ritiro spirituale di Jung.
 
Da questa residenza prenderà il nome la fondazione che promuoverà la pubblicazione di tutta l'opera junghiana in [[Stati Uniti d'America|America]].
 
L'edificio è ben visibile ancora oggi, anche se l'accesso è consentito attraverso il passaggio in una proprietà privata. Nell'ala dell'edificio affacciato sul lago, e protetta dalle mura in sasso che circondano il nucleo centrale della torre, si può ancora vedere la pietra scolpita da Jung. Un'immagine della pietra è visibile all'interno della biografia ''Ricordi, sogni e riflessioni''.
 
=== La fama ===
Verso la metà degli [[anni 1920|anni venti]] colleghi e pazienti smisero si rivolgersi a lui con "Dottore" e venne chiamato "Professore". Nello stesso tempo i suoi viaggi e l'arrivo anche di curiosi dall'estero, portavano la sua fama a estendersi a livello internazionale. Nel [[1928]] per esempio, dall'Inghilterra giunse [[Barbara Hannah]] ([[1891]]-[[1986]]), nel [[1930]] dall'Austria [[Wolfgang Ernst Pauli]] ([[1900]]-[[1958]]), dalla Germania [[Carl Alfred Meier]] ([[1905]]-[[1995]]), dall'Ungheria [[Jolande Jacobi]] ([[1890]]-[[1973]]), dagli Stati Uniti Catherine "Katy" Rush Cabot (che con il longevo Joseph Lewis Henderson ([[1903]]-[[2007]]) sono tra i pochissimi ad aver trascritto parole ed eventi di ogni loro seduta con Jung). Si formò attorno a lui un gruppo di amici, dalla giovane [[Marie-Louise von Franz]] ([[1915]]-[[1999]]), al [[sinologia|sinologo]] [[Richard Wilhelm]] ([[1873]]-[[1930]], che lo introdusse all'uso del ''[[Libro dei Mutamenti]]'' e lo affascinò con la sua traduzione del classico [[Taoismo|taoista]] ''Il segreto del fiore d'oro''), dall'indologo [[Heinrich Zimmer]] ([[1890]]-[[1943]]) al conte [[Hermann Graf Keyserling]] (che aveva per amante [[Victoria Ocampo]], poi ritornata in Argentina, e introdusse Jung a diversi aristocratici, quali [[Maria Alice di Sassonia]] o Victor e Margaret Lüttichau), da [[Christiana Morgan]] (nata Drummond Councilman, [[1897]]-[[1967]]) al suo amante [[Henry Murray]] ([[1893]]-[[1988]]), poi entrambi analisti di primo piano di [[Università Harvard|Harvard]].
 
Si rivolsero a lui scrittori come [[Hugh Walpole]] (del quale ammirava ''The Prelude to Adventure''), [[H. G. Wells]] (che lo trasformò in un personaggio del suo ''The World of William Clissold''), [[Francis Scott Fitzgerald|F.S. Fitzgerald]] (per la moglie Zelda) e studiosi come Carola Welcker (moglie di [[Sigfried Giedion]]) che gli rimproverò di non aver capito l'arte contemporanea<ref>Lei gli criticava l'articolo ''Psychologie und Dichtung'' (1930), accusando Jung di non capire [[Pablo Picasso|Picasso]] o l<nowiki>'</nowiki>''Ulysses'' di [[James Joyce|Joyce]]. In effetti, a parte [[Goethe]], il cui ''Faust'' conosceva in profondità, il rapporto di Jung con la letteratura non era molto attento: i romanzi lo annoiavano e dei suoi contemporanei leggeva solo, per rilassarsi, [[Agatha Christie]] e [[Georges Simenon]].</ref> e persino, dopo la guerra, agenti segreti come [[Allen Welsh Dulles]] o Mary Rüfenacht Bancroft ([[1903]]-[[1997]]).
 
=== Un viaggio di Jung nell'aldilà ===
Nel [[1944]] pubblicò ''Psicologia e alchimia'' ma in quello stesso anno ebbe un incidente, una frattura e un successivo infarto. In coma visse un'[[esperienze ai confini della morte|esperienza di pre-morte]] che descriverà nel suo testo autobiografico ''Ricordi, sogni e riflessioni''.
 
Intervenne anche con scritti in omaggio di suoi allievi, come Toni Wolff, Linda Fierz-David ([[1891]]-[[1955]]), Jolande Jacobi, Frances G. Wickes, H.G. Baynes, Gerhard Adler, Hedwig von Roques, [[Marie-Louise von Franz]] e [[Erich Neumann (psicologo)|Erich Neumann]]. Altri allievi, più distanti, furono Hans Schär, William Purcell Witcutt, Victor White, Gerhard Frei, Hans Trüb, [[Philip Wylie]], Ira Progoff, Gustav Bally ([[1893]]-[[1966]]), Hans Bänziger. Altri letterati e studiosi che a lui si riferirono sono [[John Boynton Priestley]], [[Philip Toynbee]], [[Károly Kerényi]].
 
Nel [[1952]] pubblicò gli importanti scritti sulla teoria della [[sincronicità]].
 
Jung a partire dagli [[anni 1940|anni quaranta]] si occupò anche di un fenomeno nuovo, che si intensificava sempre di più, soprattutto dalla fine della [[seconda guerra mondiale]]. Si trattava dei cosiddetti "oggetti volanti non identificati", in sigla [[UFO]]. Jung, che leggeva tutto ciò che veniva pubblicato in relazione a questi fenomeni, si occupò più volte del tema nei suoi scritti e tre anni prima di morire, nel [[1958]], pubblicò un saggio dal titolo ''Un mito moderno. Le cose che si vedono in cielo'', che può esser visto come una puntuale interpretazione psicologica del fenomeno, ma anche come una ricapitolazione essenziale delle sue principali idee sulla psiche, e insieme come un messaggio - uno degli ultimi - in cui trovano posto le speranze e i timori che egli nutriva sul futuro dell'umanità.
 
Per Jung la coscienza del nostro tempo è lacerata, frammentata da un contrasto politico, sociale, filosofico e religioso di eccezionali dimensioni. L'Io si è troppo allontanato dalle sue radici inconsce; le "meraviglie" della scienza e della tecnica sembrano volgersi in forze distruttive. I dischi volanti rappresentano visioni, oggettivazioni fantastiche di un inconscio troppo duramente represso. Tra le varie ipotesi è dunque "un archetipo a provocare una determinata visione".
 
Jung considera con distacco e una certa ironia l'esistenza degli [[UFO]] come fenomeno fisico, sebbene nell'ultima parte del suo saggio egli sembri disposto a dare maggior credito alla loro effettiva realtà, per introdurre cautamente l'ipotesi che esista una [[sincronicità]] tra inconscio e fenomeno reale.<ref>Augusto Romano, [http://www.arpajung.it/sorgenti/mandala_nello_spazio.htm ''Un mandala nello spazio''], saggio introduttivo a C.G. Jung, ''Un mito moderno. Le cose che si vedono in cielo'', Bollati Boringhieri, Torino 2004</ref>
 
=== Una vita per la psicoanalisi ===
Nel [[1953]] morì Toni Wolff. Al funerale si recò solo Emma, perché Carl Gustav non se la sentì. Non si evitò quello della moglie, due anni dopo. Morì lui stesso il [[6 giugno]] [[1961]], dopo una breve malattia, nella sua casa sul lago.
 
=== Precursori ===
Fra i vari precursori di Jung figurano soprattutto [[Platone]], ma anche il neoplatonico [[Plotino]], [[Johann Wolfgang von Goethe]], [[Johann Heinrich Jung-Stilling]], [[Carl Gustav Carus]], [[Emanuel Swedenborg]], [[Johann Jakob Bachofen]], [[Herbert Silberer]] o [[Pierre Janet]]. Importanti furono anche le letture giovanili di [[Immanuel Kant]], [[Friedrich Nietzsche]] (soprattutto ''[[Così parlò Zarathustra (Nietzsche)|Così parlò Zarathustra]]''), [[Friedrich Schelling]], [[Cesare Lombroso]], [[Arthur Schopenhauer]] e [[Jacob Burckhardt]].
 
Da ragazzo aveva letto anche letteratura di autori quali [[Friedrich Gerstäcker]] e [[Friedrich Theodor Vischer]].
 
Spesso poi si dimentica il fatto che avesse finito il liceo in età prematura e poi fatto studi di [[medicina]], e che nella famiglia materna vi erano diversi appassionati di [[spiritualismo]] e [[occultismo]]. Altri, spingendo dalla parte dei suoi studi [[esoterismo|esoterici]] sull'[[alchimia]] e il [[simbolismo]] parlano di influenze antiche e sapienziali, anche dall'oriente (certamente il libro ''I Ching'').
 
Diverse testimonianze raccontano di come conoscesse bene il latino e amasse leggere le sue opere classiche e medioevali<ref>per esempio Deirdre Bair, ''Jung'', p. 663 nota 87.</ref>
 
Qualcuno ha fatto un paragone con il [[trascendentalismo]] di [[Ralph Waldo Emerson]], specialmente con l'idea di ''Over-Soul'' (dalla prima serie di ''Essays''), e con la conferenza ''Demonology'' ([[1839]], della serie ''Human Life''), ma non si sa se Jung l'avesse letto<ref>Claire Douglas, ''Introduction to Jung'', Cambridge University Press, 2001</ref>.
 
=== Citazioni ===
{{quote|L'alchimia è, come il folclore, un grandioso affresco proiettivo di processi di pensiero inconsci. A causa di questa fenomenologia mi sono sottoposto allo sforzo di leggere da cima a fondo l'intera letteratura classica dell'alchimia<ref name=AJ/>}}
 
{{quote|Quel che viene dopo la morte è qualcosa di uno splendore talmente indicibile, che la nostra immaginazione e la nostra sensibilità non potrebbero concepire nemmeno approssimativamente...Prima o poi, i morti diventeranno un tutt'uno con noi; ma , nella realtà attuale, sappiamo poco o nulla di quel modo d'essere. Cosa sapremo di questa terra, dopo la morte? La dissoluzione della nostra forma temporanea nell'eternità non comporta una perdita di significato: piuttosto, ci sentiremo tutti membri di un unico corpo.}}
 
== Note ==
<references/>
 
== Bibliografia ==
=== Libri di Jung ===
* ''I fenomeni occulti - 1902'' (1902), Bollati Boringhieri (ISBN 88-339-0242-0)
* ''La teoria freudiana dell'isteria'' (1908)
* ''L'analisi dei sogni'' (1909)
* ''A proposito di una critica della psicoanalisi'' (1910)
* ''Psicoanalisi'' (1912)
* ''Saggio di esposizione della teoria psicoanalitica'' (1913)
* ''Aspetti generali della psicoanalisi'' (1913)
* ''La [[libido]]: simboli e trasformazioni'' (1912), Newton Compton (ISBN 88-7983-247-6)
* ''L'inconscio'' (1914-1917), Mondadori (ISBN 88-04-39192-8)
* ''Sulla psicoanalisi'' (1916)
* ''Dizionario di psicologia clinica. 1921'' (1921), Bollati Boringhieri (ISBN 88-339-0231-5)
* ''La donna in Europa'' (1927)
* ''Energetica psichica. 1928'' (1928), Bollati Boringhieri (ISBN 88-339-0241-2)
* ''Paracelso'' (1929)
* ''Analisi dei sogni. Seminario tenuto nel 1928-30'' (1928-1930), Bollati Boringhieri (ISBN 88-339-5704-7)
* ''Sigmund Freud come fenomeno storico-culturale'' (1932)
* ''Psicologia e Alchimia'' (1935, [[Eranos]] Jarbuch), Bollati Boringhieri, 1981
* ''Wotan'' (1936)
* ''Lo Yoga e l'Occidente'' (1936)
* ''Il mondo sognante dell'India'' (1939)
* ''Quel che l'India può insegnarci'' (1939)
* ''Sigmund Freud: necrologio'' (1939)
* ''Paracelso come medico'' (1941)
* ''Il fanciullo e la core: due archetipi. 1940-1941'' (1940-1941), Bollati Boringhieri (ISBN 88-339-0246-3)
* ''Paracelso come fenomeno spirituale'' (1942)
* ''Psicologia e educazione. 1926-1946'' (1942-1946), Bollati Boringhieri (ISBN 88-339-0240-4)
* ''Psicologia del transfert'' (1946)
* ''Il problema dell'Ombra'' (1946)
* ''I fondamenti psicologici della credenza negli spiriti'' (1920/1948)
* ''Saggio d'interpretazione psicologica del dogma della Trinità'' (1942/ 1948)
* ''Psicologia e poesia. 1922-50'' (1922-1950), Bollati Boringhieri (ISBN 88-339-0237-4)
* ''La [[sincronicità]]'' (1952), Bollati Boringhieri (ISBN 88-339-0243-9)
* ''Risposta a Giobbe. 1952'' (1952), Bollati Boringhieri (ISBN 88-339-0679-5)
* ''Risposta a Martin Buber'' (1952)
* ''Il simbolo della trasformazione nella messa'' (1942/1954)
* ''Gli aspetti psicologici dell'archetipo della Madre'' (1938/1954)
* ''Mysterium coniunctionis'' (1955-1956)
* ''Presente e futuro. 1957'' (1957), Bollati Boringhieri (ISBN 88-339-0678-7)
* ''La schizofrenia. 1958'' (1958), Bollati Boringhieri (ISBN 88-339-0232-3)
* ''Un mito moderno. Le cose che si vedono in cielo'' (1958), Bollati Boringhieri (ISBN 88-339-1547-6)
* ''La psiche infantile. 1909-61'' (1909-1961), Bollati Boringhieri (ISBN 88-339-0849-6)
* ''Bene e male nella psicologia analitica. 1943-61'' (1943-1961), Bollati Boringhieri (ISBN 88-339-0769-4)
* ''Coscienza, inconscio e individuazione'', Bollati Boringhieri (ISBN 88-339-0033-9)
* ''L'Io e l'inconscio'', Bollati Boringhieri (ISBN 88-339-0028-2)
* ''L'albero filosofico'', Bollati Boringhieri (ISBN 88-339-0132-7)
* ''Analisi dei sogni'', Bollati Boringhieri (ISBN 88-339-0233-1)
* ''Tipi psicologici'', Newton Compton (ISBN 88-7983-019-8)
* ''La psicologia dell'inconscio'', Newton Compton (ISBN 88-7983-276-X)
* ''[[Ricordi, sogni, riflessioni]]'', Rizzoli (ISBN 88-17-11279-8)
* ''L'uomo e i suoi simboli'', Tea (ISBN 88-7819-243-0)
* ''Opere'' (19 volumi in 24 tomi), Bollati Boringhieri, 1981-2007
* ''La saggezza orientale'', Bollati Boringhieri (ISBN 978-88-339-0058-2)
* ''Il libro rosso. Liber novus'', a cura di Sonu Shamdasani, trad. it. di Maria Anna Massimello, Giulio Schiavoni e Giovanni Sorge, Bollati Boringhieri, 2010 (ISBN 978-88-339-2094-8)
 
=== Libri su Jung ===
* [[Giorgio Antonelli]], ''La profonda misura dell'anima. Relazioni di Jung con lo gnosticismo'', Liguori, Napoli 1990 (ISBN 88-86044-17-8)
* {{en}}[[Deirdre Bair]], ''Jung. A Biography'', Little Brown and Co., Boston 2003
* [[Vincent Brome]], ''Vita di Jung'', Bollati Boringhieri, Torino 1994 (ISBN 88-339-0884-4)
* [[Aldo Carotenuto]], ''Jung e la cultura del 20º secolo'', Bompiani, Milano 1990 (ISBN 88-452-4621-3)
* [[Aniela Jaffé]] (a cura di), ''Ricordi, sogni, riflessioni di C. G. Jung'', Rizzoli, Milano 1978 (ISBN 88-17-11279-8)
* John Kerr, ''Un metodo molto pericoloso: la storia di Jung, Freud e Sabina Spielrein'', Frassinelli, Milano 1996 (ISBN 88-7684-304-3)
* [[Cesare Musatti]] ''I rapporti personali Freud-Jung attraverso il carteggio''
* [[Romano Màdera]], ''Carl Gustav Jung. Biografia e teoria'', Bruno Mondadori, Milano 1998 (ISBN 88-424-9801-7)
* [[Silvia Montefoschi]], ''C. G. Jung un pensiero in divenire'', Garzanti, Milano 1985 (ISBN 88-11-47239-3)
* [[Richard Noll]], ''Jung, il profeta ariano: origini di un movimento carismatico'', Oscar Mondadori, Milano 2001 (ISBN 88-04-48622-8). (Traduzione di "The Jung Cult: Origins of a Charismatic Movement" (1999)). Recensione [http://www.swif.uniba.it/lei/rassegna/000108f.htm]
* Richard Noll, ''The Cult of Jung'', Macmillan (in [[Lingua italiana|it]]. "Il profeta ariano"). Intervista sul libro (1997) [http://www.beatrice.com/interviews/noll/]
* [[Gerhard Wehr]], ''Jung'' (1975), Rizzoli, Milano 1983 (ISBN 88-17-85883-8)
* [[Colin Wilson]], ''Il signore del profondo: Jung e il ventesimo secolo'' (traduzione di "Lord of the Underworld", 1984), Atanor, Roma 1986 (ISBN 88-7169-123-7)
 
== Filmografia su Jung ==
Film che trattano della figura di Jung:
* ''Freud (Mini serie)'' (1984), di [[Moira Armstrong]], interpretato da [[Michael Pennington]]
* ''Cattiva'' (1991), di [[Carlo Lizzani]], interpretato da [[Julian Sands]]
* ''[[Prendimi l'anima]]'' (2002), di [[Roberto Faenza]], interpretato da [[Iain Glen]]
* ''Lapis Movie'' (2005) sul tema dell'individuazione junghiana, di [[Associazione Culturale C.G.Jung di Fidenza]]
 
== Voci correlate ==
* [[Psicologia analitica]]
* [[Glossario di psicologia analitica]]
* [[Storia della psicoanalisi]]
* [[Archetipo]]
* [[Eranos]]
* [[Ombra (psicologia analitica)|Ombra]]
* [[Sizigia]]
* [[Socionica]]
* [[Enantiodromia]]
* [[Introversione e estroversione]]
* [[Funzione trascendente]]
* [[Animus]]
* [[Individuazione]]
 
=== Junghiani e junghismo ===
* [[James Hillman]]
* [[Marie-Louise Von Franz]]
* [[Michael Fordham]]
* [[Charles Boudouin]]
* [[Jules Angst]]
* [[Erich Neumann]]
* [[Ernst Bernhard]]
* [[Silvia Montefoschi]]
* [[Sabina Spielrein]]
* [[Mario Trevi (psicanalista)|Mario Trevi]]
* [[Dora Kalff]]
* [[Aldo Carotenuto]]
 
=== Influenza del pensiero di Jung in letteratura ===
* [[Herman Hesse]]
* [[Cesare Pavese]]
* [[Northrop Frye]]
 
== Altri progetti ==
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== Collegamenti esterni ==
* [http://www.italialibri.net/appendice/0600-1.html ''Dentro di noi abbiamo un'ombra''], C.G.Jung sul rapporto tra '''psicoanalisi e confessione'''.
* {{en}} [http://www.skepdic.com/jung.html Synchronicity], articolo critico sulla nozione di sincronicità e sul rapporto di Jung con il paranormale, dallo [[Skeptic's Dictionary]]
* {{es}} [http://www.fundacion-jung.com.ar/cronologia/cronologia1.htm Cronologia biografica di C.G.Jung, con molte foto]
* [http://www.alleanzacattolica.org/idis_dpf/voci/j_carl_gustav_jung.htm Carl Gustav Jung] dal Dizionario del Pensiero Forte
*[http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2010/11/07/appunti-di-viaggio-verso-abisso.html Appunti di viaggio verso l'abisso], di A.Gnoli in repubblica.it, sul ''Libro rosso''
 
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