Lucie Hradecká e Virio Nicomaco Flaviano: differenze tra le pagine
(Differenze fra le pagine)
Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
m →Vittorie (17): Grafia corretta / Disambigua, replaced: Anna Tatishvili → Anna Tatišvili, Julia Goerges → Julia Görges using AWB |
m Bot: Aggiungo navbox |
||
Riga 1:
{{Bio
|Nome =
|Cognome =
|ForzaOrdinamento = Flaviano Nicomaco Virio
|PreData = {{latino|Virius Nicomachus Flavianus}}
|Sesso = M
|LuogoNascita =
|AnnoNascita = [[334]] circa
|LuogoMorte =
|GiornoMeseMorte = 6 settembre
|AnnoMorte = 394
|Epoca = 300
|Attività = grammatico
|Attività2 = storico
|Attività3 = politico
|Nazionalità = romano
}}
Pagano, collaborò con [[Flavio Eugenio|Eugenio]] nell'ultimo tentativo di restaurare l'antica [[religione romana]].
È indicato anche come "'''il Vecchio'''", per distinguerlo dal figlio, [[Nicomaco Flaviano il Giovane]].
== Biografia ==
=== Carriera
Figlio di un certo Venusto (tradizionalmente identificato con [[Volusio Venusto]]), Flaviano era discendente di una delle più prestigiose famiglie di Roma, e ricevette una ottima educazione. Fu [[questore (storia romana)|questore]], [[pretore (storia romana)|pretore]], [[Pontefice massimo (storia romana)|pontefice massimo]] e [[consolare]] per la [[Sicilia (provincia romana)|Sicilia]], per poi ritirarsi a vita privata nel [[365]]. L'imperatore [[Graziano]] lo nominò però [[vicarius|vicario]] della [[Africa (diocesi)|diocesi d'Africa]] nel [[376]]. Teneva questa carica quando ricevette l'editto contro il [[donatismo]],<ref>''Codex Theodosianus'', XVI.6.2.</ref> che era molto forte in Africa, ma il fatto che [[Sant'Agostino d'Ippona|Agostino]], in una lettera del [[405]],<ref>[[sant'Agostino|Agostino]], ''Epistulae'', lxxxvii.8.</ref> lo scambi per un donatista è un indizio che Flaviano si schierò in effetti con coloro che avrebbe dovuto perseguitare. Probabilmente per questo motivo fu rimosso dalla carica l'anno seguente, nel [[377]].
Nel [[388]] divenne ''quaestor intra palatium'' ("questore del palazzo", cioè della corte imperiale), più esattamente ''quaestor aulae divi Theodosii''<ref name=cil>{{CIL|6|1783}}.</ref>, avendo quindi il compito di formulare le leggi per l'imperatore Teodosio; la sua nomina nel [[390]] a [[prefetto del pretorio]] dell'[[Italia (provincia romana)|Italia]], [[Illiria|Illirico]] e [[Africa (provincia romana)|Africa]] lo rese uno dei più potenti funzionari civili dell'impero. Non è da escludere che la carriera di Flaviano, e in particolare il favore che godeva presso Teodosio, fosse dovuta alla volontà dell'imperatore di mantenere buoni rapporti con il partito pagano, forte nei circoli aristocratici e senatoriali, che era ostile alla politica dell'imperatore cristiano, e di cui Flaviano era uno dei massimi rappresentanti.
=== Usurpazione di Eugenio e tentativo di restaurazione pagana ===
[[File:Siliqua Eugenius- trier RIC 0106d.jpg|thumb|[[Flavio Eugenio]] raffigurato su di una moneta]]
Dopo la misteriosa morte di [[Valentiniano II]] nel [[392]], Teodosio divenne unico signore dell'impero. Il potente ''[[magister militum]]'' di occidente, [[Arbogaste]], sospettato di essere coinvolto nella morte del giovane imperatore, coagulò l'opposizione a Teodosio nella persona di [[Flavio Eugenio]], eletto ''[[augusto (titolo)|augustus]]'' col sostegno delle legioni e dell'aristocrazia senatoriale romana. Eugenio nominò Flaviano proprio prefetto del pretorio, oltre che [[console (storia romana)|console]] ''sine collega'' per il [[394]].
La politica di Eugenio, in realtà formulata da Arbogaste e Flaviano in quanto Eugenio era un cristiano, fu l'ultimo tentativo di riportare in auge l'antica religione romana e il complesso di valori ad essa collegata, entrambi messi in pericolo dall'avanzare della religione cristiana. La restaurazione del culto degli antichi dèi, sostenuta da Flaviano, fu ovviamente avversata dai cristiani: è noto un ''carmen adversus Flavianum'' o ''adversus paganos'' compilato da un anonimo cristiano contro Flaviano, che accusa il politico pagano di aver praticato i "ridicoli" ''[[Amburbalia]]'', ''[[Isia]]'', ''[[Megalesia]]'' e ''[[Floralia]]''.<ref>Lanciani, p. 169.</ref> Flaviano, infatti, praticò pubblicamente e ufficialmente una serie di cerimonie pagane che non si celebravano da parecchio tempo; iniziò con il ''lustrum'' o ''sacrificum amburbale'' di Roma, che era stato celebrato l'ultima volta all'epoca di [[Aureliano]], quando l'Urbe, sotto minaccia degli [[Alemanni|Alamanni]], venne difesa dall'erezione delle [[Mura aureliane]] e ancor più dall<nowiki>'</nowiki>''[[amburbium]]''; l'''Isaia'' prevedeva una processione funebre di Flaviano e dei suoi sostenitori, che — con il capo rasato, vestiti lunghi di lana non tinta e con cinocefali in mano — lamentavano la morte di [[Osiride]]; i ''Megalesia'' vennero celebrati in nome di [[Cibele]], con il battesimo del sangue dei fedeli e una processione della statua della dea; infine vennero i ''Floralia'', che per le danze sfrenate che li caratterizzavano erano ormai considerati indecenti. Anche le preparazioni militari per lo scontro con l'esercito di Teodosio vennero caratterizzate dall'antica religione: il ''[[labarum]]'' di [[Costantino I]] venne sostituito con l'effigie di [[Ercole|Ercole Invitto]], mentre statue di [[Giove (divinità)|Giove]] vennero poste sui passi alpini dai quali sarebbe dovuto passare l'esercito di Teodosio.<ref>Lanciani, p. 174.</ref>
Il sostegno degli ambienti pagani eruditi alla politica di Flaviano è sottolineato da due fatti: Flaviano è uno degli interlocutori raffigurati nei ''[[Saturnalia (Macrobio)|Saturnalia]]'' di [[Ambrogio Teodosio Macrobio]], scritti agli inizi del V secolo; d'altro canto mantenne rapporti strettissimi col suo amico e parente [[Quinto Aurelio Simmaco]], rapporti proseguiti dopo la fine di Flaviano, in quanto il figlio di Flaviano sposò la figlia di Simmaco.
Il tentativo di Flaviano ed Eugenio fallì con la sconfitta e morte dell'usurpatore nella [[battaglia del Frigido]] (6 settembre [[394]]), che decretò il trionfo di Teodosio I e della religione cristiana. Dopo la battaglia, imitando un gesto nella tradizione della nobiltà romana, Flaviano si suicidò. Negli anni seguenti la composizione del senato romano cambiò, e la componente pagano-tradizionalista, che fino ad allora aveva formato un partito da non sottovalutare, divenne irrilevante: tramontò così la speranza di portare avanti la politica per la quale Flaviano aveva speso la propria vita.
=== ''Damnatio memoriae'' e riabilitazione ===
I figli e successori di Teodosio, [[Flavio Onorio|Onorio]] e [[Arcadio]], promulgarono una legge nel maggio [[395]] con la quale perdonarono i sostenitori di Eugenio, ma, al contempo, condannarono Flaviano ad una forma ridotta di ''[[damnatio memoriae]]'' che prevedeva, tra le altre cose, la revoca del consolato per l'anno precedente.
Il provvedimento del maggio 395 richiedeva ai figli dei condannati di abiurare la fede pagana in cambio di quella cristiana.<ref>[[Sant'Ambrogio|Ambrogio da Milano]], ''De obitu Theodosii'', iv.</ref> Questa abiura permise ai discendenti di Flaviano di ricoprire importanti cariche nell'amministrazione imperiale: il figlio di Flaviano, anche lui chiamato [[Nicomaco Flaviano (prefetto del pretorio)|Nicomaco Flaviano]], divenne [[Prefetto del pretorio d'Italia]], Africa e Illirico nel [[431]]; il nipote di Flaviano, l'influente senatore [[Appio Nicomaco Dexter]], ricoprì ruoli pubblici.
Fu proprio Dexter che nel [[431]] fece riabilitare pubblicamente il nonno, col supporto dei circoli senatoriali. Venne innalzata una statua a Flaviano, la cui dedica<ref name=cil /> spiegava che Flaviano era stato sempre stimato dall'imperatore Teodosio, e che il provvedimento di ''damnatio'' era da imputare a persone invidiose, e non agli imperatori.
==
Flaviano faceva parte del circolo di [[Quinto Aurelio Simmaco]], che raccoglieva esponenti di grande cultura dell'aristocrazia pagana e senatoriale di Roma, e del quale faceva parte anche [[Vettio Agorio Pretestato]]. A questo circolo vanno ricondotte la pubblicazione di una nuova edizione dell'opera storica di [[Tito Livio]] e dell'''[[Eneide]]'' di [[Publio Virgilio Marone]].<ref>''Codex Vaticanus'' lat. 3225; ''[[Vergilius Vaticanus]]''.</ref>
Flaviano scrisse un'opera di storia intitolata ''Annales'', andata perduta, dedicata a Teodosio I. Tradusse diverse opere dal greco, tra cui la ''Vita di [[Apollonio di Tiana]]'' di [[Flavio Filostrato|Filostrato]]. Anche l'autore anonimo della ''[[Epitome de Caesaribus]]'' potrebbe appartenere al circolo di Flaviano, essendosi resa necessaria per l'impossibilità di diffondere gli ''Annales'' a seguito della ''damnatio memoriae''.
== Note ==
<references/>
== Bibliografia ==
* Honoré, Tony, ''Law in the Crisis of Empire 379-455 AD'', Oxford University Press, 1998, ISBN 0198260784, pp. 64–66.
* Lanciani, Rodolfo, ''Ancient Rome in the Light of Recent Discoveries'', Houghton, Mifflin and Company, Boston e New York, 1898.
== Collegamenti esterni ==
* O'Donnel, James J., [https://web.archive.org/web/20081223162508/http://ccat.sas.upenn.edu/jod/texts/flavianus.html "The career of Virius Nicomachus Flavianus"], ''Phoenix'' 32 (1978), pp. 129–143.
* {{CIL|6|1783}}
{{Box successione
|tipologia =
|precedente = [[Teodosio I|Imperatore Cesare Flavio Teodosio Augusto]] III,<br /> [[Flavio Eugenio|Imperatore Cesare Eugenio Augusto]],<br /> [[Flavio Abundanzio]]
|carica = [[Consoli imperiali romani (193-541)|Console romano]]
|periodo = [[394]]<br>con [[Arcadio|Imperatore Cesare Flavio Arcadio Augusto]] III <br>[[Flavio Onorio|Imperatore Cesare Flavio Onorio Augusto]] II
|successivo = [[Flavio Anicio Ermogeniano Olibrio]],<br /> [[Flavio Anicio Probino]]
}}
{{Navbox
|name = Grammatici romani
|state = collapsed
|title = Grammatici romani
|titlestyle = background:#64ABED;
|groupstyle = background:#ADD8E6;
|group1 =
|list1 = [[Elenio Acrone]] {{·}} [[Elio Festo Aftonio]] {{·}} [[Sulpicio Apollinare]] {{·}} [[Aquila Romano]] {{·}} [[Arusiano Messio]] {{·}} [[Quinto Asconio Pediano]] {{·}} [[Flavio Sosipatro Carisio]] {{·}} [[Censorino]] {{·}} [[Comminiano]] {{·}} [[Diomede Grammatico]] {{·}} [[Elio Donato]] {{·}} [[Sesto Pompeo Festo]] {{·}} [[Virio Nicomaco Flaviano]] {{·}} [[Flavio Capro]] {{·}} [[Aristio Fusco]] {{·}} [[Marco Antonio Gnifone]] {{·}} [[Lucio Crassicio Pansa]] {{·}} [[Terenziano Mauro]] {{·}} [[Publio Nigidio Figulo]] {{·}} [[Servio Mario Onorato]] {{·}} [[Lucio Orbilio Pupillo]] {{·}} [[Quinto Remmio Palemone]] {{·}} [[Pomponio Porfirione]] {{·}} [[Lucio Ateio Pretestato]] {{·}} [[Prisciano]] {{·}} [[Marco Valerio Probo]] {{·}} [[Marco Fabio Quintiliano]] {{·}} [[Valgio Rufo]] {{·}} [[Volcacio Sedigito]] {{·}} [[Servio Mario Onorato]] {{·}} [[Sevio Nicanore]] {{·}} [[Lucio Elio Stilone Preconino]] {{·}} [[Manlio Teodoro]] {{·}} [[Quinto Terenzio Scauro]] {{·}} [[Verrio Flacco]]
}}<noinclude>
[[Categoria:Template di navigazione - antica Roma]]
[[Categoria:Template di navigazione - letteratura]]</noinclude>
{{Grammatici romani}}
{{Controllo di autorità}}
{{Portale|Antica Roma|biografie}}
[[Categoria:
[[Categoria:Consulares Siciliae]]
[[Categoria:Nicomachi|Flaviano, Virio]]
[[Categoria:Prefetti del pretorio d'Italia]]
[[Categoria:Vicarii Africae]]
|