Consiglio di difesa croato e Wikipedia:Pagine da cancellare/Conta/2018 luglio 8: differenze tra le pagine

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[[Immagine:HVO Army T-55 Glamoc setup.jpg|thumb|Carro armato [[T-55]] del Consiglio di difesa croato]]
{{Conteggio cancellazioni/Concluse/Start|17:17, 17 lug 2018 (CEST)}}
[[Immagine:Hvo controlled.png|thumb|Territori controllati dal Consiglio di difesa croato e dall'esercito della [[Bosnia-Erzegovina]] durante la guerra in Bosnia]]
{{Conteggio cancellazioni/Concluse/Voce|i = 1 |voce = Maria Dominiani |turno = |tipo = consensuale |data = 2018 luglio 8 |durata = 16 giorni |multipla = }}
Il '''Consiglio di difesa croato''' (in [[lingua croata|croato]]: ''Hrvatsko vijeće obrane'', HVO) è stato l'esercito della [[Repubblica Croata dell'Herceg Bosna|Repubblica Croata di Bosnia-Erzegovina]], l'entità autonoma dei croati di [[Bosnia Erzegovina]].
{{Conteggio cancellazioni/Concluse/Voce|i = 2 |voce = Castelletto (Leno) |turno = |tipo = consensuale |data = 2018 luglio 8 |durata = 15 giorni |multipla = }}
 
{{Conteggio cancellazioni/Concluse/Voce|i = 3 |voce = Gianluca Arcopinto |turno = |tipo = consensuale |data = 2018 luglio 8 |durata = 15 giorni |multipla = }}
Dopo la proclamazione dell'indipendenza della [[Croazia]] e la dissoluzione della [[ex-Jugoslavia]] nel settembre del 1991 l'[[Esercito federale jugoslavo]] nel corso dell'operazione militari d'assedio di [[Ragusa (Croazia)|Dubrovnik]] distrusse il piccolo villaggio di Ravno, all'interno del territorio bosniaco ma abitato da croati e il [[19 settembre]] l'[[Armata Popolare Jugoslava|Esercito Federale]] spostò alcune truppe nei pressi della città di [[Mostar]], provocando le proteste delle autorità locali.
{{Conteggio cancellazioni/Concluse/Voce|i = 4 |voce = Bill Yancey |turno = |tipo = consensuale |data = 2018 luglio 8 |durata = 14 giorni |multipla = }}
 
{{Conteggio cancellazioni/Concluse/Voce|i = 5 |voce = Amore che |turno = |tipo = consensuale |data = 2018 luglio 8 |durata = 8 giorni |multipla = }}
I [[croati]] dell'[[Erzegovina]], allo scopo di proteggere i loro interessi nazionali e preoccupati dall'idea che i Serbi stessero per attuare il progetto della "Grande Serbia", occupando parte del territorio bosniaco, con l'aiuto del presidente croato [[Franjo Tuđman]] (il cui partito, [[HDZ]] mirava a sua volta ad attuare il progetto della "Grande Croazia"), il [[18 novembre]] [[1991]] proclamarono unilateralmente la nascita della Comunità croata dell'Herceg Bosna con [[Capitale (città)|capitale]] Mostar ed un'autonomia politica, culturale, economica e territoriale, all'interno del territorio della [[Bosnia e Erzegovina]].
{{Conteggio cancellazioni/Concluse/Voce|i = 6 |voce = Italian Crackdown |turno = |tipo = consensuale |data = 2018 luglio 8 |durata = 7 giorni |multipla = }}
 
{{Conteggio cancellazioni/Concluse/Voce|i = 7 |voce = Lingueo |turno = |tipo = semplificata |data = 2018 luglio 8 |durata = 7 giorni |multipla = }}
Il [[25 gennaio]] [[1992]] il Parlamento della [[Repubblica Socialista di Bosnia-Erzegovina|Bosnia-Erzegovina]] decise di organizzare un referendum sull'indipendenza della Repubblica, nonostante l'opposizione dei Serbo-bosniaci, con il [[Partito Democratico Serbo (Bosnia ed Erzegovina)|Partito Democratico Serbo]] di [[Radovan Karadžić]], Il partito che maggiormente rappresentava i Serbi di Bosnia che fece subito sapere che i suoi uomini si sarebbero opposti in qualsiasi modo all'indipendenza. Il referendum, tenutosi tra il [[29 febbraio]] e l'[[1 marzo]] successivi vide il 64% dei cittadini esprimersi a favore dell'indipendenza.
{{Conteggio cancellazioni/Concluse/Voce|i = 8 |voce = Pierre Rabischong |turno = |tipo = semplificata |data = 2018 luglio 8 |durata = 7 giorni |multipla = }}
 
{{Conteggio cancellazioni/Concluse/Voce|i = 9 |voce = Liceo Cantonale di Locarno |turno = |tipo = semplificata |data = 2018 luglio 8 |durata = 7 giorni |multipla = }}
I risultati del referendum acuirono la crisi, con l'[[Esercito Popolare Jugoslavo|Esercito Jugoslavo]] che nell'[[aprile]] [[1992]] occupò i punti strategici del territorio della Bosnia Erzegovina, e i vari gruppi etnici che si organizzarono in formazioni militari, tra cui il Consiglio di difesa croato che, formatosi l'[[8 aprile]] 1992, nei primi due mesi di combattimento fu l'unica forza a fronteggiare le milizie serbe di [[Ratko Mladić]].
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Il quartier generale del Consiglio di difesa croato era a Mostar e il comando era diviso in quattro zone operative: Sud-Est, Sud-Ovest (in Erzegovina), [[Cantone della Bosnia Centrale|Bosnia Centrale]] e [[Cantone della Posavina|Posavina]]. Le prime tre zone erano abbastanza vicine tra loro, mentre la Posavina era completamente isolata al Nord al [[Regione di Brod e della Posavina|confine croato]] sulla riva destra della [[Sava (fiume)|Sava]] e dipendeva totalmente dall'appoggio della Croazia.
 
Inizialmente i Bosniaci e i Croati combatterono alleati contro i Serbi, i quali erano dotati di armi più pesanti e controllavano gran parte del territorio rurale, con l'eccezione delle grandi città di Sarajevo e Mostar. Nel [[1993]], dopo il fallimento del piano che prevedeva la divisione del Paese in tre parti etnicamente pure, scoppiò un conflitto armato tra [[Bosgnacchi]], i bosniaci musulmani, e croati sulla spartizione del territorio nazionale, con i croati che il [[28 agosto]] 1993 proclamarono la [[Repubblica Croata dell'Herceg Bosna|Repubblica dell'Herceg Bosna]] con lo scopo di aggregare la regione di Mostar alla Croazia, nazione il cui primo articolo costituzionale afferma che "La Croazia è lo stato dei Croati", premessa che già nel 1991-1992 aveva spinto alla secessione le popolazioni Serbe residenti in Croazia nella regione delle Kraijne.
 
La Croazia stessa fu coinvolta sempre più direttamente nella guerra in Bosnia-Erzegovina con alcune fra le persone più vicine a Tuđjman che provenivano dalla regione dell'Erzegovina e sostenevano finanziariamente e militarmente i Croati di Bosnia. La città di Mostar, già precedentemente danneggiata ed assediata dai [[Serbi]], fu costretta alla resa dalle forze croato-bosniache e il suo centro storico venne bombardato dai Croati, che il [[9 novembre]] 1993 distrussero il famoso [[Stari Most]] il vecchio [[ponte]] del [[XVI secolo]] che unisce le due parti della città divise dalla [[Narenta]]. Il ponte precedentemente era stato danneggiato dai bombardamenti serbi già nel 1992 e sia i serbi che i croati vedevano nel ponte costruito per volere del [[sultano]] [[Impero ottomano|ottomano]] [[Solimano il Magnifico]] un simbolo della cultura islamica e quindi da distruggere in quanto tale.
 
I colloqui di pace si svolsero con la mediazione degli Stati Uniti e si conclusero nel [[marzo]] [[1994]] con gli [[accordi di Washington]] e la creazione di una [[Federazione Croato-Musulmana]] e un'alleanza tra [[Croazia]] e [[Bosnia-Erzegovina]] ratificata a [[Spalato]] il [[22 luglio]] [[1995]] tra i presidenti Tuđjman e [[Alija Izetbegović|Izetbegović]].
 
Nell'estate del 1995 le milizie del Consiglio di difesa croato furono protagonista della controffensiva croata nei territori della Bosnia Erzegovina ancora occupati dai serbi e prendendo anche parte all'[[Guerre jugoslave#Le operazioni Lampo e Tempesta|''Operacija Oluja'']] nei territori della [[Repubblica Serba di Krajina]], operazioni tuttora sotto i riflettori del Tribunale Internazionale dell'Aja per i crimini di guerra e i crimini contro l'umanità commessi dalle milizie paramilitari croato-bosniache unitamente alle forze armate della Croazia.
 
Con i successivi [[Accordo di Dayton|accordi di Dayton]] che misero fine definitivamente alla guerra in Bosnia, la milizia del Consiglio di difesa croato venne sciolta confluendo nell'esercito regolare bosniaco.
 
[[Categoria:Storia della Bosnia-Erzegovina]]
[[Categoria:Storia della Croazia]]
 
{{Portale|Croazia|Bosnia-Erzegovina}}
{{Portale|guerra|storia}}
 
[[bs:Hrvatsko vijeće odbrane]]
[[cs:Chorvatská rada obrany]]
[[de:Hrvatsko vijeće obrane]]
[[en:Croatian Defence Council]]
[[es:Consejo Croata de Defensa]]
[[fi:HVO]]
[[fr:Conseil de défense croate]]
[[hr:Hrvatsko vijeće obrane]]
[[ja:クロアチア防衛評議会]]
[[nl:Kroatische Defensieraad]]
[[pt:Conselho de Defesa da Croácia]]
[[ru:Хорватское вече обороны]]
[[sl:Hrvaški obrambni svet]]
[[sr:Хрватско вијеће обране]]
[[sv:Hrvatsko vijeće obrane]]