Gabriele Basilico e Ati (semidio): differenze tra le pagine

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{{F|personaggi immaginari|arg2=mitologia romana|gennaio 2013}}
{{Bio
{{Personaggio
|Nome = Gabriele
|medium = mitologia
|Cognome = Basilico
|saga = ''[[Le metamorfosi (Ovidio)|Le Metamorfosi]]'' - Gesta di Perseo
|Sesso = M
|nome = Athis
|LuogoNascita = Milano
|nome italiano = Ati
|GiornoMeseNascita = 12 agosto
|AnnoNascitaepiteto = 1944
|immagine = Jean-Marc Nattier - Perseus, under the protection of Minerva, turns Phineus to stone by brandishing the head of Medusa.jpg
|LuogoMorte = Milano
|didascalia = [[Jean-Marc Nattier]], ''[[Perseo pietrifica Fineo]]'', con i cadaveri di Ati e Licabas in primo piano verso destra
|GiornoMeseMorte = 13 febbraio
|AnnoMorteautore = 2013
|prima apparizione =
|Epoca = 1900
|Epoca2sesso = 2000maschio
|luogo di nascita = India
|Attività = fotografo
|professione = arciere
|Nazionalità = italiano
|affiliazione = seguaci di [[Fineo (figlio di Belo)|Fineo]]
|Immagine =
}}
== Biografia e attività ==
Tra i maggiori fotografi internazionali<ref>[http://www.archimagazine.com/bbasili.htm archimagazine]</ref><ref>[http://www.fotologie.it/Basilico.html fotologie.it]</ref>, dopo gli studi in architettura iniziò la professione di fotografo dedicandosi alla fotografia di paesaggio e più in particolare alla fotografia di architettura.
 
'''Ati''' (latino ''Athis'') è un personaggio della mitologia classica. L'unica fonte pervenutaci in cui si parla di lui sono ''[[Le metamorfosi (Ovidio)|Le Metamorfosi]]'' di Ovidio.
Lavorava per lo più con banco ottico e pellicole in bianco e nero. Celebre il suo lavoro su [[Beirut]], fotografata dopo la guerra.
 
== Il mito ==
Esordisce alla fine degli anni Sessanta con fotografie di indagine sociale. Dopo la laurea in Architettura al Politecnico di Milano (1973), si dedica alla fotografia con continuità.
=== Le origini: un fanciullo guerriero ===
Data agli anni 1978-1980 la sua prima ricerca importante, Milano. Ritratti di fabbriche, presentata nel 1983 al PAC (Padiglione d’Arte Contemporanea) di Milano<ref>Gabriele Basilico, Milano. Ritratti di fabbriche, Sugarco, Milano 1982</ref>.
Secondo Ovidio, Ati era un semidio indiano, figlio di [[Limnee]], una [[Naiadi|Naiade]] del [[Gange]], che l'avrebbe generato nelle acque del fiume dopo l'accoppiamento con un mortale sconosciuto, di nobile lignaggio. Giovinetto eccezionalmente bello d'aspetto, aveva preso parte a varie battaglie fin da fanciullo, distinguendosi per valore: in particolare egli era dotato di una mira infallibile sia come lanciatore di aste sia come arciere. Ma Ati era noto anche per la sua dolcezza. Aveva lasciato la sua India per stabilirsi a Tiro, in [[Fenicia]] (esibendo l'abbigliamento proprio della popolazione locale, tra cui una [[clamide]] orlata d'oro, di cui andava molto orgoglioso, in bell'accostamento con il diadema della stirpe), e qui conobbe [[Licabas]], un guerriero assiro poco più grande di lui, col quale formò una coppia legata da un amore reciproco e autentico: dove andava l'uno, l'altro lo seguiva. A sedici anni, la fama che Ati si portava dietro era insomma quella di un eroe caratterizzato da [[kalokagathia]]; ma proprio allora commise l'errore che gli sarebbe stato fatale.
Il primo incarico internazionale è del 1984, quando viene invitato a partecipare, unico italiano, alla Mission Photographique de la DATAR, l’importante progetto di documentazione delle trasformazioni del paesaggio contemporaneo voluto dal governo francese. Da questo lavoro nascono il libro e la mostra Bord de mer<ref>Gabriele Basilico, Bord de mer , AR-GE Kunst, Bolzano 1990/Art&, Udine 1992</ref>.
 
=== La morte ===
Dopo qualche anno, nel 1990, riceve a Parigi il “Prix Mois de la Photo” per la mostra e il libro Porti di Mare.
[[Fineo (figlio di Belo)|Fineo]], re d'Etiopia insieme al fratello [[Cefeo (figlio di Belo)|Cefeo]], avrebbe dovuto sposare la figlia di questo, [[Andromeda (mitologia)|Andromeda]], ma non avendo fatto nulla per liberare la promessa sposa dal mostro marino che stava per ucciderla, era stato allontanato dal fratello, che assegnò Andromeda a [[Perseo]], il semidio figlio di Zeus suo salvatore. Non accettando questa decisione, Fineo meditò un piano per riprendersi la ragazza. Stando alla fonte greca più antica, egli tentò di rapire Andromeda con l'aiuto dell'amico [[Abaride]], un personaggio originario della zona del Caucaso: Perseo se ne accorse e convertì entrambi in pietra con la testa di Medusa. Ma secondo la versione più comune, ripresa da Ovidio, Fineo fece irruzione nella reggia con Abaride e molti altri uomini armati, provenienti in gran parte dall'Asia e dal Nordafrica, mentre era in corso il banchetto nuziale: la loro intenzione era quella di eliminare Perseo e i suoi compagni lì presenti; l'eroe greco all'inizio uccise con varie armi alcuni nemici, tra cui Ati e Licabas, per poi estrarre la testa di Medusa con la quale pietrificò quelli che erano ancora in vita. ''Le Metamorfosi'' ovidiane sono il solo testo menzionante Ati e Licabas tra i compagni di Fineo, tuttavia non spiegano come mai i due giovani, che malvagi certo non erano (a differenza di molti loro commilitoni), avessero deciso di sostenere la causa del mancato sposo. <ref> Nella traduzione cinquecentesca di [[Giovanni Andrea dell'Anguillara]], assai libera, ma che conobbe all'epoca molta fortuna, l'eroe giovinetto viene sorprendentemente presentato come [[paggio]] personale di Fineo, mentre mancano i versi che attestano Ati quale semidio. </ref>.
Nel 1991 con un importante progetto sulla città di Beirut, devastata da una guerra civile durata quindici anni, la sua notorietà si sposta a un livello ancora più decisamente internazionale<ref>Basilico Beyrouth/Basilico Beirut,La Chambre Claire, Paris/Art&, Udine, 1994</ref>.
Un primo bilancio sul suo lavoro è oggetto della retrospettiva alla Fondazione Galleria Gottardo di Lugano nel 1994 e del volume L'esperienza dei luoghi. Fotografie 1978-1993<ref>L'esperienza dei luoghi. Fotografe di Gabriele Basilico 1978-1993, Fondazione Galleria Gottardo, Lugano 1994/Art&, Udine 1995</ref>.
 
Lo scontro tra i due gruppi armati era appena iniziato, quando il sedicenne indiano estrasse il suo arco portandosi quindi al centro della sala. Stava per scoccare il primo dardo verso alcuni compagni di Perseo, ma senza accorgersi che l'eroe greco si era intanto silenziosamente avvicinato a lui, con un piccolo ceppo tra le mani. Veloce quanto la luce, Perseo colpì con esso il suo nemico presso la tempia. Il bellissimo volto di Ati venne così per metà deformato (ma gli occhi non subirono danni), il suo cranio fratturato, sangue copioso uscì dal punto in cui egli era stato percosso, ricoprendo la guancia: e dopo qualche secondo il giovane indiano cadde moribondo ai piedi di Perseo. Mentre Ati esalava l'ultimo respiro, Licabas, che aveva visto tutto, giurò di vendicarlo: prese l'arco del compagno e scoccò una freccia in direzione di Perseo, che nel frattempo si era allontanato; ma troppo scosso per l'accaduto fallì. Anziché mirare un altro dardo contro Perseo, oppure fuggire, l'assiro, preso improvvisamente dal desiderio di seguire Ati nell'oltretomba, rimase immobile, aspettando la reazione di Perseo, che non ebbe pertanto alcuna difficoltà nel trafiggerlo al petto con la spada. Licabas si gettò sul corpo di Ati, morendo con un sorriso sulle labbra per essersi ricongiunto con l'amato, mentre Perseo corse ad affrontare altri nemici, e, dopo averne uccisi un gran numero <ref> A differenza di quanto narrato nella versione più antica, il testo ovidiano menziona Abaride tra coloro che Perseo uccise in duello, prima dunque di estrarre il capo mozzo della Gorgone </ref> , pietrificò con la testa di Medusa i superstiti, tra cui lo stesso Fineo.
Invitato alla [[Biennale_di_Venezia|Biennale di Venezia]] del 1996 con la mostra Sezioni del paesaggio italiano/Italy. Cross Sections of a Country, in collaborazione con Stefano Boeri, riceve il premio “Osella d'oro” per la fotografia di architettura contemporanea<ref>Gabriele Basilico, Stefano Boeri, Italy. Cross Sections of a Country/Sezioni del paesaggio italiano, Scalo, Zurich 1998/Art&, Udine 1998</ref>.
Nel 1999 pubblica Interrupted City e Cityscapes, con oltre trecento immagini sulle città realizzate a partire dalla metà degli anni Ottanta, da cui seleziona una serie di fotografie per le esposizioni allo Stedelijk Museum di Amsterdam, al CPF (Centro Portugues de Fotografia) di Porto, al MART (Museo d’Arte Moderna di Trento e Rovereto) di Trento, e al MAMBA (Museo de Arte Moderno) di Buenos Aires.
Nel 2000 svolge un lavoro sull’area metropolitana di Berlino su invito del DAAD (Deutscher Akademischer Austausch Dienst) ed espone Milano, Berlin, Valencia all’ IVAM (Istituto Valenciano de Arte Moderno) di Valencia. Riceve inoltre il premio “I.N.U.” (Istituto Nazionale di Urbanistica) per il suo contributo alla documentazione dello spazio urbano contemporaneo.
 
== Interpretazione dell'episodio ==
Nel 2002 la GAM, [[Galleria_civica_d'arte_moderna_e_contemporanea]] di Torino gli dedica una retrospettiva, e nell’ambito di Photo España con il volume Berlin vince il premio per il miglior libro fotografico dell’anno<ref>Gabriele Basilico. Berlin, Baldini & Castoldi,Milano 2001/Actes Sud, Arles 2002/Thames & Hudson, London 2002</ref>.
Nell'episodio ovidiano di Perseo e Fineo sono più i versi dedicati ad Ati e al suo compagno che non quelli con la descrizione della metamorfosi del re etiope. Fonti letterarie greche andate perdute dovevano evidentemente raccontare sia le gesta eroiche di Ati negli anni della fanciullezza sia il motivo che lo spinse a farsi seguace di Fineo.
Nel 2003 partecipa alla V Biennale di Architettura e di Design di Sao Paulo con una mostra in collaborazione con Alvaro Siza, successivamente esposta alla Triennale di Milano e al PAN di Napoli.
 
Il tenero amore-amicizia di Ati e Licabas, oltre a stridere fortemente con la volgarità dei loro commilitoni e di Fineo, ricorda quello caratterizzante molte altre coppie maschili mitologiche, [[Eurialo e Niso]], [[Cidone e Clizio]], ma soprattutto [[Achille]] e [[Patroclo]]: Ati infatti è semidio come Achille (entrambi hanno per madre una ninfa), e come lui è più forte rispetto al compagno pur essendo più giovane. Ma se Achille e Patroclo nell'Iliade sono presentati soprattutto come guerrieri, il poema ovidiano mette principalmente in rilievo l'intensa passione che lega i due seguaci di Fineo, in quella "de-eroizzazione" che secondo [[Charles Segal]] caratterizzerebbe l'opera nel suo complesso: con una doppia morte descritta in versi essenzialmente più tragici che epici.
Nel 2005 pubblica il libro Scattered City, raccolta di centosessanta immagini inedite di città d’Europa. Nel 2006 espone alla Fundação Calouste Gulbenkian di Lisboa e riceve un incarico di lavoro dal Nouveau Musée National de Monaco. In collaborazione con Amos Gitai realizza inoltre una video proiezione sulla città di Beirut.
Nel 2006 pubblica il volume Photo Books 1978-2005, che raccoglie e illustra tutti i suoi libri personali e molti dei più importanti libri collettivi a cui ha preso parte<ref>Gabriele Basilico. Photo Books 1978-2005, Edizioni Corraini, Mantova 2006</ref>. Lo stesso anno, in occasione di una grande retrospettiva alla Maison Européenne de la Photographie di Parigi pubblica la monografia Appunti di un Viaggio/Carnet de travail 1969/2006.
Nel 2007 espone al Palazzo della Ragione di Mantova, all’Ara Pacis di Roma, alla Fondazione Ragghianti di Lucca, alla Pinacoteca Provinciale di Bari.
 
== Ati nella cultura moderna ==
È anche invitato alla Cinquantaduesima Esposizione d’Arte della Biennale di Venezia dove presenta fotografie della serie Beirut 1991.
La figura del semidio indiano, guerriero formidabile nonostante la giovanissima età, ha ispirato molti artisti e scrittori postclassici. Nel dipinto di [[Jean-Marc Nattier]] ''Perseo pietrifica Fineo e i suoi compagni con la testa di Medusa'' non solo c'è posto per Ati e Licabas nonostante non siano oggetto della metamorfosi, ma addirittura essi appaiono in primo piano, verso destra, già morti, quasi fossero i protagonisti dell'opera <ref> Come osserva, tra gli altri, Mark Ledbury nel suo contributo ''Obscure, Capricious and Bizarre: Neoclassical Painting and the Choice of Subject'', in ''Painting and Narrative in France, from Poussin to Gauguin'', a cura di Peter D. Cooke e Nina Lübbren, Routeledge, Londra 2017. </ref>, con una raffigurazione di Ati fedelissima ai versi ovidiani (l'eroe indiano prono sul pavimento, la ferita sulla tempia, la guancia insanguinata), mentre la pietrificazione di Fineo e dei suoi seguaci ancora vivi è relegata sullo sfondo. Inoltre è da ricordare la sinfonia n. 6. di [[Carl Ditters von Dittersdorf]], rievocante lo scontro tra Perseo e Fineo: l'assalto di Ati e la sua morte costituiscono l' "Allegro assai" che fa da secondo movimento alla composizione.
Sempre nel 2007 realizza una grande campagna fotografica sulla Silicon Valley su incarico del [[SFMOMA|SFMoMA]] (San Francisco Museum of Modern Art) di San Francisco, dove espone nel 2008, pubblicando il volume Gabriele Basilico-Silicon Valley<ref>Gabriele Basilico. Silicon Valley, Skira, Milano 2008</ref>. Inoltre riceve dalla Fondazione Astroc di Madrid il “Premio Internazionale per la Fotografia di Architettura” ed espone in quella sede. La mostra è accompagnata dal volume Intercity.
Nel 2008 realizza una ricerca sulla città di Roma, presentata al Palazzo delle Esposizioni con il libro Roma 2007. Lo stesso anno presenta una ricerca sulla trasformazione della città di Mosca vista dalle sette “Torri staliniane”, svolta in collaborazione con Umberto Zanetti, alla Cité de l’Architecture/Palais de Chaillot di Parigi. Il volume che raccoglie il lavoro si intitola Mosca verticale<ref>Gabriele Basilico, Mosca Verticale, Federico Motta Editore, Milano 2008</ref>.
 
== Note ==
La sua ricerca va sempre più allargandosi alle grandi metropoli del mondo e nel 2010-2011 lavora su Istanbul, Shanghai, Rio de Janeiro, pubblicando nel 2010 Istanbul 05.10, nel 2011 Da Istanbul a Shangai, sempre nel 2011 Basilico. Rio de Janeiro 2011.
<references />
Nel 2012 partecipa alla [[Mostra_internazionale_di_architettura_di_Venezia|XIII Mostra Internazionale di Architettura della Biennale di Venezia]] con il progetto Common Pavilions, ideato da Adele Re Rebaudengo e realizzato in collaborazione con Diener & Diener Architekten, Basilea. Il libro Common Pavilions viene pubblicato nel 2013.
 
== Bibliografia ==
Basilico ha sempre intrecciato il suo instancabile lavoro fotografico sulla morfologia e le trasformazioni della città e del paesaggio contemporaneo con attività seminariali, lezioni, conferenze, riflessioni condotte anche attraverso la parola scritta. Il suo pensiero è stato raccolto e sintetizzato nel 2007 nel volume Gabriele Basilico. Architettura, città, visioni, a cura di Andrea Lissoni, mentre nel 2012 ha pubblicato Leggere le fotografie in dodici lezioni<ref>Gabriele Basilico, Architetture, città, visioni, Bruno Mondadori, Milano 2007. A cura di Andrea Lissoni. Gabriele Basilico, Leggere le fotografie in dodici lezioni, Abitare-Rizzoli, Milano 2012</ref>.
* [[Ovidio]], ''[[Le metamorfosi (Ovidio)|Metamorfosi]]'', V.
 
== Voci correlate ==
''"Con le sue immagini, dalla controllata, consapevole tensione metafisica, egli ha efficacemente collaborato a presentare in questi ultimi anni il gusto ''post modern'', rilevando visivamente alcune dimenticate architetture industriali e di periferia, rivalutate come reperti archeologici e fissate con un chiaroscuro intenso ed una prospettiva sfuggente e basculata, nello stile sofisticato anni ’30"''<ref>Italo Zannier, ''Storia della fotografia italiana'', Ed. Laterza, Bari 1986 - pag. 383. ISBN 88-420-2778-2</ref>.
* [[Kalokagathia]]
* [[Fineo (figlio di Belo)]]
* [[Eurialo e Niso]]
* [[Cidone e Clizio]]
* [[Achille]]
* [[Patroclo]]
* [[Achille e Patroclo]]
* [[Perseo]]
 
{{MitologiaLGBT}}
== L'opera ==
{{Portale|letteratura|mitologia}}
Le trasformazioni del paesaggio contemporaneo, la forma e l’identità delle città e delle metropoli, sono stati gli ambiti di ricerca privilegiati di Gabriele Basilico. Su questi temi ha pubblicato oltre sessanta libri personali<ref>Gabriele Basilico, Dancing, Silvana Editoriale, Cinisello Balsamo 2013</ref>. Tra le molte città metodicamente affrontate vi sono Amburgo, Barcelona, Bari, Beirut, Berlino, Bilbao, Francoforte, Genova, Graz, Istanbul, Lisboa, Liverpool, Losanna, Madrid, Montecarlo, Mosca, Napoli, Nizza, Palermo, Parigi, Roma, Rio de Janeiro, Rotterdam, San Francisco, San Sebastian, Shangai, Torino, Trieste, Valencia, Zurigo. Ha partecipato a innumerevoli progetti di committenza pubblica su incarico di importanti istituzioni ed è stato insignito di molti premi<ref>François Hers, Bernard Latarjet, Paysages Photographies. En France Ies années quatre-vingt, Editions Hazan, Paris 1989</ref>. Le sue fotografie fanno parte di prestigiose collezioni pubbliche e private italiane e internazionali.
 
[[Categoria:Semidei della mitologia classica]]
All’interno della sua vasta opera di riflessione sulle trasformazioni dei territori urbanizzati nel passaggio dall’era industriale a quella postindustriale, il tema della città come complesso e raffinato prodotto dell’economia e della storia occupa un posto centrale. Guidato da una passione sincera e da una viva ammirazione per le architetture e tutti i manufatti che nel tempo hanno dato forma alle città, egli ha scelto il rigore dello stile documentario per raccontarne il costante processo di stratificazione e ibridazione che le modella<ref>Gabriele Basilico fotografie 1978-2002, Galleria d’Arte Moderna, Torino 2002</ref>, in un lavoro di indagine del rapporto tra l’uomo e lo spazio costruito durato quasi quarant’anni. Con metodi diversi ma sempre fedeli allo stile descrittivo, ha creato una ininterrotta narrazione dei luoghi, indagando le singole città e al tempo stesso ponendole in relazione tra loro, restituendo la straordinaria articolazione degli scenari urbani nei quali vive l’uomo contemporaneo<ref>Gabriele Basilico speaks with Roberta Valtorta, La Fabrica Editorial, Madrid 2011</ref>.
 
La città di Basilico non è mai fatta di “immagini rubate”, come è nello stile dei reporter, non è quella affollata di [[William_Klein|William Klein]], che egli pure ha ammirato all’inizio della sua carriera così come Bill Brandt, non è quella raccontata dal fotografo italiano che ha considerato il suo primo maestro, [[Gianni_Berengo_Gardin|Gianni Berengo Gardin]]. Egli ha adottato invece quel modo analitico che segna la grande fotografia documentaria del Novecento, e che troviamo in Eugène Atget, Charles Marville, nella Neue Sachlichkeit, in Albert Renger Patzsch, in August Sander. Un modo che è alla base dello sguardo aperto e democratico di [[Walker_Evans|Walker Evans]], suo maestro, e caratterizza la metodicità concettuale di Bernd e Hilla Becher oppure l’indagine di [[Lewis_Baltz|Lewis Baltz]]. Un modo sul quale hanno avuto influenza la fissità delle città disabitate di [[Giorgio_De_Chirico|Giorgio De Chirico]] e l’attenzione alle volumetrie urbane delle periferie dipinte da [[Mario_Sironi|Mario Sironi]], oppure il disegno dello spazio prospettico di Canaletto o Bellotto, tutti pittori che amava<ref>Gabriele Basilico, Milano. Ritratti di fabbriche, Federico Motta Editore, Milano 2009</ref>.
 
Ha costruito così un metodo compatto e coerente, irrobustito da quel tornare e ritornare sui luoghi, quel continuo guardare e riguardare il paesaggio antropizzato che ha orientato quella vasta area della fotografia contemporanea che ha come vocazione l’osservazione del mondo in trasformazione.
 
== Gabriele Basilico nei musei ==
* [[Museo nazionale delle arti del XXI secolo]] sez. d’arte figurativa, di [[Roma]]
 
==Note==
<references/>
 
==Bibliografia==
*Gabriele Basilico, ''Dancing'', Silvana Editoriale, Cinisello Balsamo 2013.
*François Hers, Bernard Latarjet, Paysages Photographies. ''En France Ies années quatre-vingt'', Editions Hazan, Paris 1989.
*''Gabriele Basilico. Fotografie 1978-2002'', Galleria d’Arte Moderna, Torino 2002.
*''Gabriele Basilico speaks with Roberta Valtorta'', La Fabrica Editorial, Madrid 2011.
*Gabriele Basilico, ''Basilico Berlin'', Thames & Hudson Ltd, aprile 2002
*Id, ''Beirut 1991'', [[Baldini Castoldi Dalai editore]], ottobre 2003
*Id, ''Gabriele Basilico. Workbook 1969-2006'', Dewi Lewis Publishing, aprile 2006
*Id, ''Architetture, città, visioni. Riflessioni sulla fotografia'', a cura di Andrea Lissoni, Bruno Mondadori, 2007
*Id, ''Cityscapes'', Baldini Castoldi Dalai ed., ottobre 2008
*Id, ''Stalin's City Today'', Thames & Hudson Ltd, aprile 2009
 
==Collegamenti esterni==
*[http://www.fotologie.it/Basilico.html Biografia su Fotologie.it]
*[http://www.studiolacitta.it/LaCitta/Artisti/GabrieleBasilicoExhibitions.php Mostre personali e collettive]
*[http://www.artnet.com/Galleries/Artists_detail.asp?G=&gid=1023&which=&aid=2065&ViewArtistBy=online&rta=http://www.artnet.com Galleria di foto su Artnet.com]
* http://barbarainwonderlart.com/2014/07/15/scatti-dartista-gabriele-basilico/
{{Portale|biografie}}
[[Categoria:Fotografi legati a Milano]]