Museo archeologico nazionale di Napoli e Template:The Beatles: differenze tra le pagine

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[[Immagine:Museo Nazionale.jpg|thumb|right|250px|<center>Ingresso del Museo Archeologico Nazionale</center>]]
|name = The Beatles
Il '''Museo Archeologico Nazionale di Napoli (MANN)''' è ritenuto uno dei più importanti al mondo sia per la qualità che per la quantità delle opere che espone, principalmente quelle di epoca greco-romana.
|title = [[The Beatles]]
|state = collapsed
|above = '''[[John Lennon]]'''{{,}}'''[[Paul McCartney]]'''{{,}}'''[[George Harrison]]'''{{,}}'''[[Ringo Starr]]'''
 
|group1 = Album in studio
L'edificio che attualmente ospita il museo, la cui costruzione fu iniziata nel [[1585]], rappresenta anche una rilevante testimonianza architettonica: infatti è uno dei maggiori palazzi monumentali di [[Napoli]].
|list1 =
{{Navbox subgroup
|group1 = UK {{bandiera|GBR}}
|list1 = ''[[Please Please Me (album)|Please Please Me]]''{{,}}''[[With the Beatles]]''{{,}}''[[A Hard Day's Night (album The Beatles)|A Hard Day's Night]]''{{,}}''[[Beatles for Sale]]''{{,}}''[[Help! (album The Beatles)|Help!]]''{{,}}''[[Rubber Soul]]''{{,}}''[[Revolver (The Beatles)|Revolver]]''{{,}}''[[Sgt. Pepper's Lonely Hearts Club Band]]''{{,}}''[[The Beatles (album)|The Beatles (White Album)]]''{{,}}''[[Abbey Road (album)|Abbey Road]]''{{,}}''[[Let It Be (album The Beatles)|Let It Be]]''{{,}}''[[Let It Be... Naked]]''
 
|group2 = USA {{bandiera|USA}}
Il Museo è costituito da tre-quattro nuclei principali: la '''Collezione Farnese''' (costituita da reperti provenienti da Roma e dintorni); le '''collezioni pompeiane''' (reperti provenienti da [[Scavi archeologici di Pompei|Pompei]], [[Scavi archeologici di Ercolano|Ercolano]], [[Stabiae]] ed altri siti antichi dell'area vesuviana, facenti parte soprattutto delle collezioni [[Borbone di Napoli|borboniche]]); altri reperti facenti parte di '''collezioni minori''' acquisite o donate al museo (p.es. la collezione Borgia, la Santangelo, la Stevens, ecc.); infine '''reperti provenienti da scavi''' effettuati nell'area di competenza della Soprintendenza ai Beni Archeologici di Napoli e Caserta (sezione Preistorica, Cumana, Pithecusae, Neapolis, ecc.) di cui il Museo fa parte.
|list2 = ''[[Introducing... The Beatles]]''{{,}}''[[Meet the Beatles!]]''{{,}}''[[The Beatles' Second Album]]''{{,}}''[[Something New]]''{{,}}''[[The Beatles' Story]]''{{,}}''[[Beatles '65]]''{{,}}''[[The Early Beatles]]''{{,}}''[[Beatles VI]]''{{,}}''[[Help! (album The Beatles)|Help!]]''{{,}}''[[Rubber Soul]]''{{,}}''[[Yesterday and Today]]''{{,}}''[[Revolver (The Beatles)|Revolver]]''{{,}}''[[Sgt. Pepper's Lonely Hearts Club Band]]''{{,}}''[[Magical Mystery Tour (album)|Magical Mystery Tour]]''{{,}}''[[The Beatles (album)|The Beatles (White Album)]]''{{,}}''[[Abbey Road (album)|Abbey Road]]''{{,}}''[[Let It Be (album The Beatles)|Let It Be]]''
}}
 
|group2 = EP
Dopo i maggiori lavori di restauro e di ristrutturazione dell'edificio - che si sono protratti per alcuni decenni e sono oramai in via di completamento - si prosegue nel programma e nella realizzazione di una riorganizzazione globale delle collezioni secondo criteri espositivi nuovi. A causa di questi lavori, alcune raccolte rimangono escluse dalla visita; esse sono attualmente: gli Affreschi, la Statuaria Farnese, la Magna Grecia, l'Epigrafica.
|list2 = ''[[Twist and Shout (EP)|Twist and Shout]]''{{,}}''[[The Beatles' Hits]]''{{,}}''[[The Beatles (No. 1)]]''{{,}}''[[All My Loving (EP)|All My Loving]]''{{,}}''[[Long Tall Sally (EP)|Long Tall Sally]]''{{,}}''[[Extracts from the Film "A Hard Day's Night"]]''{{,}}''[[Extracts from the Album "A Hard Day's Night"]]''{{,}}''[[Beatles for Sale (EP)|Beatles for Sale]]''{{,}}''[[Beatles for Sale No. 2]]''{{,}}''[[The Beatles' Million Sellers]]''{{,}}''[[Yesterday (EP)|Yesterday]]''{{,}}''[[Nowhere Man (EP)|Nowhere Man]]''{{,}}''[[Magical Mystery Tour (album)|Magical Mystery Tour]]''{{,}}''[[Baby It's You (The Beatles)|Baby It's You]]''{{,}}''[[Free as a Bird (EP)|Free as a Bird]]''{{,}}''[[Real Love (The Beatles)|Real Love]]''
 
|group3 = Raccolte
|list3 = ''[[The Beatles in Italy]]''{{,}}''[[A Collection of Beatles Oldies (But Goldies!)]]''{{,}}''[[Hey Jude (album The Beatles)|Hey Jude]]''{{,}}''[[The Beatles' Christmas Album]]''{{,}}''[[Very Together]]''{{,}}''[[1962-1966|Red Album]]''{{,}}''[[1967-1970|Blue Album]]''{{,}}''[[Rock 'n' Roll Music]]''{{,}}''[[Love Songs (The Beatles)|Love Songs]]''{{,}}''[[Rarities (The Beatles)|Rarities]]''{{,}}''[[The Beatles' Ballads|Ballads]]''{{,}}''[[20 Greatest Hits]]''{{,}}''[[The Number Ones]]''{{,}}''[[Past Masters]]''{{,}}''[[The Beatles Anthology]]'' (''[[Anthology 1|1]]''{{,}}''[[Anthology 2|2]]''{{,}}''[[Anthology 3|3]]''){{,}}''[[The Beatles 1|1]]''{{,}}''[[LOVE]]''{{,}}''[[Tomorrow Never Knows (album)|Tomorrow Never Knows]]''{{,}}''[[I Saw Her Standing There (album)|I Saw Her Standing There]]''{{,}}''[[1+]]''
 
|group4 = Box set
|list4 = ''[[The Beatles Collection]]''{{,}}''[[The Beatles Box]]''{{,}}''[[The Beatles: The Collection]]''{{,}}''[[The Beatles Box Set]]''{{,}}''[[The Capitol Albums, Volume 1]]''{{,}}''[[The Capitol Albums, Volume 2]]''{{,}}''[[The Beatles Stereo Box Set]]''{{,}}''[[The Beatles in Mono]]''{{,}}''[[The U.S. Albums]]''{{,}}''[[The Japan Box]]''
 
|group5 = Album dal vivo
INFORMAZIONI ESSENZIALI (dati aggiornati a settembre 2007)
|list5 = ''[[The Beatles at the Hollywood Bowl]]''{{,}}''[[Live at the BBC (The Beatles)|Live at the BBC]]''{{,}}''[[On Air - Live at the BBC Volume 2]]''{{,}}''[[The Beatles Bootleg Recordings 1963]]''
* Il Museo è aperto tutti i giorni dalle ore 9.00 alle 19.30. Giorno di chiusura: martedì.
* Il prezzo del biglietto è di Eu. 6,50 (che viene aumentato a '''Eu. 9,00''' quando vi sono ospitate importanti mostre: il costo del biglietto non è divisibile). ''Per i cittadini della Comunità Europea'': l'ingresso è gratuito per i minori di 18 anni e gli anziani oltre i 65 anni (indispensabile mostrare un documento di identità); pagano metà tariffa i giovani la cui età sia compresa fra i 18 e i 25 anni non compiuti. ''Per tutti gli altri cittadini'', il costo del biglietto è quello pieno. Il Museo fa parte del circuito "artecard" (biglietto cumulativo per i siti ed i musei della regione Campania). Per il pagamento non vengono accettate carte di credito.
* Per le scolaresche che intendessero visitare il Museo dal 1° febbraio al 30 maggio, l'ingresso al museo è subordinato ad una prenotazione obbligatoria.
* Attualmente il Museo ospita la mostra '''"Ambre. Trasparenze dall'antico"'''<ref>[http://www.beniculturali.it/eventi/dettaglio.asp?nd=ec,ev&idevento=43870] [[la mostra sulle Ambre]]</ref> (26 marzo - '''prorogata''' fino al 8 ottobre 2007).
* Ogni anno, da ottobre a maggio, hanno luogo gli '''"Incontri di Archeologia"''' <ref> [http://www.archeona.arti.beniculturali.it/sanc_it/mann/eventi/incontri_12.html] [[gli "Incontri di Archeologia" al Museo (Eventi)]]</ref>, un ciclo di conferenze tenute da specialisti (sulle varie collezioni del Museo o sui siti o temi inerenti le località archeologiche delle province di Napoli e Caserta), destinate a docenti e ad un pubblico adulto di persone appassionate e/o colte. La partecipazione alle conferenze - che si tengono per la maggior parte in una sala del Museo - è gratuita ma necessita di una prenotazione da formalizzare presso il Servizio Educativo del MANN che ne cura l'organizzazione ed il calendario. [Quest'anno l'inizio degli "Incontri di Archeologia" slitterà probabilmente a dicembre].
* Nel Museo è permesso fare foto ma senza flash e riprese per uso personale. Riprese professionali e foto con cavalletto necessitano di un'autorizzazione specifica che va richiesta per iscritto.
* All'interno del Museo vi è un guardaroba, una libreria, un telefono pubblico; inoltre una piccola buvette (provvisoria) nel cortile orientale. Non vi sono nè uno sportello postale, nè uno sportello bancario.
* Il Museo non dispone di parcheggi per auto. I bus possono parcheggiare per strada lungo il terrapieno, fin tanto che c'è posto.
* È facile raggiungere il Museo con i mezzi pubblici: Metropolitana linea 1 (fermata Museo); Metropolitana linea 2 (fermata Piazza Cavour). Bus: da Piazza Garibaldi: 201, M4, M5; dal Porto Beverello (piazza Municipio): 201, C57, R1, R4; dai Ponti Rossi - Capodimonte: C63.
* '''[[NOVITÀ !]] Dal [[17 settembre]] [[2007]] sono state riaperte tre sale delle pitture pompeiane''', quelle relative a paesaggi e a ritratti.
 
|group6 = Bootleg
|list6 = ''[[Live! at the Star-Club in Hamburg, Germany; 1962]]''{{,}}''[[The Decca Tapes]]''{{,}}''[[The Black Album (The Beatles)|The Black Album]]''{{,}}''[[Kum Back]]''
 
|group7 = Colonne sonore
|list7 = ''[[Magical Mystery Tour (album)|Magical Mystery Tour]]''{{,}}''[[Reel Music]]''{{,}}''[[Yellow Submarine (album)|Yellow Submarine]]''
 
|group8 = Film
==Storia dell'edificio e dell'istituzione==
|list8 = ''[[Tutti per uno (film 1964)|Tutti per uno]]'' ''(A Hard Day's Night)''{{,}}''[[Aiuto!]]'' ''(Help!)''{{,}}''[[Magical Mystery Tour (film)|Magical Mystery Tour]]''{{,}}''[[Yellow Submarine (film)|Yellow Submarine]]''{{,}}''[[Let It Be - Un giorno con i Beatles]]''
 
|group9 = Altri componenti
===La Cavallerizza (1585-1611)===
|list9 = [[Stuart Sutcliffe]]{{,}}[[Pete Best]]
La costruzione dell'edificio fu iniziata nel [[1585]] come caserma di cavalleria; questa era situata subito al di fuori della cinta muraria di Napoli (che correva dove oggi si trovano i porticati antistanti la [[Galleria Principe di Napoli]]). La Cavallerizza era molto più piccola dell'attuale palazzo museale ed il suo ingresso principale si apriva sul lato occidentale, sull'attuale via S. Teresa, dove tuttora è visibile - seppure murato - caratterizzato da due tozze colonne in basalto a rocchi distanziati sovrapposti. I lavori tuttavia proseguirono a rilento anche per la mancanza di acqua.
 
|group10 = Collaboratori
===L'Università: i "Regi Studi" (1612-1776)===
|list10 = Musicali: [[Andy White]]{{,}}[[George Martin]]{{,}}[[Jimmy Nicol]]{{,}}[[Geoff Emerick]]{{,}}[[Eric Clapton]]{{,}}[[Billy Preston]]{{,}}[[Phil Spector]]<br />Non-musicali: [[Brian Epstein]]{{,}}[[Neil Aspinall]]{{,}}[[Alistair Taylor]]{{,}}[[Derek Taylor]]{{,}}[[Mal Evans]]{{,}}[[Allen Klein]]{{,}}[[Peter Brown (imprenditore)|Peter Brown]]{{,}}[[Freda Kelly]]
Nel [[1612]] il vicerè don [[Pedro Fernández de Castro]], [[conte]] di [[Lemos]] decise di trasferire nell'edificio incompiuto l'[[Università di Napoli]] ("Palazzo dei Regi Studi"), già a [[Chiesa di San Domenico Maggiore (Napoli)|S. Domenico Maggiore]]. I lavori di ristrutturazione furono affidati a [[Giulio Cesare Fontana]] e prevedevano nella pianta: un ampio atrio centrale che si apriva a sud (l'attuale ingresso principale), chiuso sul fondo da una grande aula absidata destinata alle solenni adunanze (la "Sala dei Concorsi")<ref>come mostra un'incisione dell'epoca, la "Sala dei Concorsi" presentava 5 ordini di sedili lignei interrotti al centro dalla cattedra (tipo pulpito); nella parete si aprivano 4 nicchie (tuttora esistenti dietro lo scalone principale) in ciascuna delle quali vi era una statua allegorica ("la Teologia" oggi all'Archivio di Stato; "il Diritto" e "l'Astronomia o Filosofia" oggi all'ingresso del chiostro della [[chiesa di Santa Maria la Nova]], sede della Provincia di Napoli; "la Medicina" dispersa); più in alto si aprivano due ordini di finestre preceduti da altrettanti ballatoi con balaustre, destinate ad accogliere personalità di governo ed altre di riguardo che volessero assistere alle adunanze.</ref> illuminata da alcuni finestroni, e al di sopra dell'atrio un ampio salone per la biblioteca; ai lati, simmetricamente, due cortili quadrangolari circondati da porticati sui quali si aprivano le diverse aule. L'aspetto esterno prevedeva: l'ingresso principale fiancheggiato da due colonne in marmo e due finestroni, stemmi al di sotto dei balconi, finestroni per la biblioteca, ed in cima un frontone; la facciata delle ali laterali - distinte dal solo piano terra - veniva caratterizzata da grandi finestre con timpani decorati agli apici da vasi e medaglioni contenenti dei busti, alternate a nicchie contenenti delle statue (come attestano diverse antiche stampe ed un famoso quadro di [[Codazzi]]).
 
|group11 = Voci correlate
Benché non fosse ancora completo, l'edificio fu inaugurato nel 1615; ma già l'anno dopo i lavori vennero interrotti per la partenza del Fontana da Napoli. Tra il [[1670]] e il [[1688]], a seguito di cedimenti e soprattutto dei gravi terremoti che colpirono la città, vennero chiuse le arcate dei porticati che davano sui cortili per sostenere maggiormente il corpo centrale, e murate anche le finestre dell'aula absidata. Con l'avvento dei [[Borboni]], re [[Carlo III di Spagna|Carlo]] incaricò già nel [[1735]] [[Giovanni Antonio Medrano]] a riparare i danni subiti dal palazzo; al Medrano si deve infatti la geniale soluzione della copertura del "Gran Salone" al primo piano, col sistema del doppio tetto: uno interno di travi e tiranti lignei al quale è sospesa la volta successivamente affrescata, ed un secondo ordine di capriate più alto che copre il tutto e costituisce il tetto vero e proprio. Nel [[1742]] l'architetto [[Ferdinando Sanfelice]] cominciava a costruire l'ala orientale del palazzo, ma i lavori vennero interrotti 17 anni dopo per la partenza del re Carlo per il trono di Spagna.
|list11 = [[Beatlemania]]{{,}}[[The Quarrymen|Quarrymen]]{{,}}[[Leggenda della morte di Paul McCartney|Paul Is Dead]]{{,}}''[[The Beatles: Rock Band]]''{{,}}[[Luoghi beatlesiani]]{{,}}[[Yōko Ono]]{{,}}[[Cavern Club]]{{,}}[[Apple Records]]{{,}}[[Apple Corps]]{{,}}[[Apple scruffs]]{{,}}[[Abbey Road Studios]]{{,}}''[[Backbeat - Tutti hanno bisogno di amore]]''{{,}}[[Bootleg dei Beatles]]{{,}}[[Linda McCartney|Linda Eastman]]{{,}}[[Lee Eastman]]{{,}}''[[Carnival of Light]]''{{,}}[[Soggiorno dei Beatles in India]]{{,}}[[Concerto dei Beatles sul tetto]]{{,}}''[[Rare and Unseen: The Beatles]]''{{,}}''[[Beatlesongs!]]''{{,}}''[[The Beatles Play the Residents and the Residents Play the Beatles]]''{{,}}[[The Rutles]]{{,}}''[[Etcetera (The Beatles)|Etcetera]]''{{,}}[[Tara Browne]]{{,}}[[Terry Doran]]{{,}}[[Dick James]]{{,}}''[[The First U.S. Visit]]''{{,}}[[Tony Sheridan]]{{,}}''[[My Bonnie/The Saints]]''{{,}}[[Astrid Kirchherr]]{{,}}[[Musica beat]]{{,}}[[British invasion]]{{,}}[[George Harrison e i Beatles]]{{,}}''[[Sessions (album)|Sessions]]''{{,}}''[[The Songs Lennon and McCartney Gave Away]]''{{,}}''[[Los Beatles]]''{{,}}''[[Por Siempre Beatles (Beatles Forever)]]''{{,}}''[[The Beatles: Eight Days a Week - The Touring Years]]''{{,}}''[[Requests]]''{{,}}''[[The Grey Album]]''{{,}}''[[McLemore Avenue]]''{{,}}[[I Beatles nella cultura di massa]]{{,}}''[[Leave My Kitten Alone]]''{{,}}''[[Due di noi - The Beatles]]''{{,}}''[[The Beatles: Sgt Pepper & Beyond]]''{{,}}''[[Sgt. Pepper's Lonely Hearts Club Band (film)|Sgt. Pepper's Lonely Hearts Club Band]]'' (film){{,}}[[Iain Macmillan]]
 
|below = [[Bootleg dei Beatles]]{{,}}[[Brani musicali dei Beatles]]{{,}}[[Discografia dei Beatles]]{{,}}[[Filmografia dei Beatles]]{{,}}[[Lennon-McCartney]]{{,}}[[Videoclip dei Beatles]]
===Il museo: il "Real Museo Borbonico" (1777-1859)===
}}<noinclude>
Succeduto sul trono di Napoli il figlio [[Ferdinando I delle Due Sicilie|Ferdinando IV]], dopo aver espulso nel [[1767]] i [[Gesuiti]] dal Regno di Napoli, nel [[1777]] spostava definitivamente l'Università dei Regi Studi nel loro ex convento "del Salvatore",<ref>ufficialmente lo spostamento dell'Università avvenne a causa delle aumentate esigenze di spazio; in realtà le vere ragioni non sono chiare (forse furono prettamente politiche; per esempio impedire il rientro dei Gesuiti?), perché se veramente mancava lo spazio, sarebbe bastato concludere la costruzione dell'edificio.</ref> e decideva quindi di trasferire nel liberato palazzo sia il "Museo Hercolanese" dalla [[Reggia di Portici]], che il "Museo Farnesiano" dalla [[Reggia di Capodimonte]], oltre alla Biblioteca, ed alle Scuole di Belle Arti. I lavori di ristrutturazione vennero affidati a [[Ferdinando Fuga]]: costui ridusse l'atrio di ingresso da tre ad una sola navata, quella centrale, murando tutte le arcate, e lo stesso venne fatto a tutto il porticato occidentale, mentre l'aula absidata "dei Concorsi" fu abolita ed in essa realizzato l'attuale scalone monumentale, seppure in piperno.
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Il progetto prevedeva una netta separazione tra i vari nuclei, con al pianterreno il Museo Hercolanese intorno al cortile occidentale, la Quadreria farnesiana invece intorno al cortile orientale, mentre gli ambienti sul piano ammezzato venivano destinati da un lato al bibliotecario ed al restauro, dall'altro alle Accademie ed allo "studio del nudo", e naturalmente il "Gran Salone" al primo piano alla biblioteca. Crescenti critiche all'operato del Fuga (oscurità del corridoio di accesso, cattiva esposizione dell'Accademia, costi eccessivi, ecc.) fecero sì che nel [[1780]] la prosecuzione dei lavori fosse affidata a [[Pompeo Schiantarelli]], che non tardò a ripristinare il vecchio atrio a tre navate riaprendo le sue arcate, a realizzare davanti al museo il terrapieno con i relativi scaloni in basalto e poi - progettando di soprelevare l'edificio - ad abbattere i tetti a spiovente sopra le ali laterali per sostituirli con delle terrazze. Lo Schiantarelli è una figura importante per i numerosi progetti di ampliamento del Museo, progetti purtroppo tutti abortiti per le più diverse ragioni.
</noinclude>
 
Mentre [[Pietro Bardellino]] nel [[1781]] realizzava ancora l'affresco sulla volta del "Gran Salone", i lavori venivano di lì a poco interrotti per la morte del Fuga, la mancanza di fondi, ed infine il terremoto nelle Calabrie ([[1783]]) che stornò le rimanenti risorse. Tra il [[1786]] ed il [[1788]] Ferdinando IV riesce - nonostante le vive proteste e l'opposizione del [[Papa Pio VI|papa]] - a trasferire da Roma a Napoli le ricche e importanti collezioni di antichità farnesiane, ereditate da sua nonna [[Elisabetta Farnese]]<ref>la "Quadreria" era già stata trasferita da [[Parma]] fra il [[1735]] e il [[1739]]</ref>. Ciò richiese un progetto di ampliamento del Museo. Il primo progetto dello Schiantarelli prevedeva di ampliare il Museo verso nord, acquistando il giardino del convento di [[Chiesa di Santa Teresa degli Scalzi|Santa Teresa]], e realizzando un'ampia galleria ad emiciclo; questo progetto fu cambiato in uno simile dove l'ampio emiciclo veniva sostituito con un altrettanto ampio corpo rettangolare con un unico cortile centrale, ovvero con due cortili simmetrici, in sostanza prevedendo un raddoppiamento del Museo verso nord. Tuttavia i costi eccessivi di questi progetti obbligarono lo Schiantarelli a ridimensionare il tutto in un terzo progetto. I lavori vennero ripresi nel [[1790]], ma l'anno dopo l'astronomo [[Giuseppe Casella]] propose di inserire nell'edificio un osservatorio astronomico, che obbligò a rielaborare nuovamente l'ultimo progetto: esso prevedeva la realizzazione di un'alta torre nell'angolo nord-est dell'edificio (dove oggi è esposto il Plastico di Pompei). Benché il re Ferdinando IV lo avesse approvato, i lavori iniziati vennero ben presto abbandonati poiché la zona non si prestava ad un osservatorio, essendo troppo infossata (difatti l'[[Osservatorio Astronomico di Capodimonte|Osservatorio Astronomico]] fu poi costruito nel [[1819]] sulla collina di Capodimonte). L'unico "strumento" che si riuscì a realizzare fu l'imponente [[meridiana]] sul pavimento del "Gran Salone" (che oggi viene appunto chiamato "Salone della Meridiana").
 
Mentre proseguivano i lavori per completare l'edificio, il re diede finalmente il ''nulla osta'' per l'acquisto del giardino dei Padri Teresiani; ma questi, ottenendo che gliene venisse lasciata una parte, obbligarono di fatto lo Schiantarelli a modificare per la quinta volta il progetto. Nel [[1793]], con il completamento del primo piano, raggiungendo oramai le due ali laterali la base del frontone del Gran Salone (cui facevano anche da contrafforte, rivelandosi in ciò provvidenziali per la sua tenuta e stabilità durante il terremoto del [[1805]]), si impose di ridefinire organicamente l'aspetto esterno del Museo: così vennero tolte tutte le decorazioni barocche del Fontana (i pinnacoli, i vasi, i tondi con i busti, e persino le nicchie con le statue), aggiungendosi soltanto delle doppie lesene agli angoli dell'edificio: così, con la perdita dei suoi elementi barocchi, il Museo acquisiva in pieno il suo aspetto attuale: quello di un palazzo in stile classico. Tra il 1793 ed il [[1798]], mentre si rivelava inconcludente ogni tentativo di realizzare i progetti di allargamento del Museo, le soprelevazioni appena realizzate causavano i primi dissesti statici: lo Schiantarelli cercò di correre ai ripari ma le sue soluzioni furono criticate anche di più; ridotto in miseria, egli semplicemente scomparve.
 
Nel [[1799]] la realizzazione di un nuovo progetto di ampliamento del Museo fu affidata all'architetto [[Francesco Maresca]]: il progetto - il più grandioso di tutti - prevedeva l'occupazione di tutta la proprietà dei Padri Teresiani, la distruzione di [[Chiostri di Santa Teresa degli Scalzi|due chiostri]] e persino l'intaccamento della chiesa. Pur essendo stato approvato dal Consiglio dei Ministri nel [[1802]], per la strenua opposizione dei conventuali esso non fu mai realizzato e neppure cominciato. Ciò non impedì che proseguissero i lavori di completamento dell'edificio esistente. Altri piccoli lavori a nord del Museo portarono inoltre nel [[1810]] alla scoperta di una delle importanti necropoli della greca [[Storia di Napoli|Neapolis]]: la necropoli di Santa Teresa. L'aspirazione a voler ingrandire il Museo venne drasticamente ridimensionata e scoraggiata dopo l'apertura della nuova strada di collegamento fra il Museo e la [[Reggia di Capodimonte]] (via Santa Teresa - Corso Amedeo di Savoia), in quanto che i suoli lungo di essa vennero ben presto ceduti ed occupati da privati cittadini che vi edificarono palazzi ed abitazioni. <br/>
Dopo la parentesi [[Gioacchino Murat|murattiana]], ritornando il re Ferdinando IV sul trono di Napoli (ora come "Ferdinando I Re delle Due Sicilie"), il [[22 febbraio]] [[1816]] egli decretava ufficialmente l'istituzione del "Real Museo Borbonico".<br/>
Nel [[1852]], con l'abbattimento dei granai di Napoli (le cd. "Fosse del Grano"), via Toledo veniva prolungata fino al Museo, aprendosi così l'attuale via Pessina. Con il successivo abbattimento delle mura cinquecentesche della città e della [[Porta di Costantinopoli]], il Museo entrava a pieno titolo a far parte del tessuto urbano della città.
 
===Il Museo Nazionale (1860-1956)===
Dopo l'[[Unità d'Italia]] - con la quale il Museo diventava proprietà dello Stato ed assumeva il nome di "Museo Nazionale" - nel [[1866]] l'architetto [[Giovanni Riegler]] proponeva al Comune uno splendido progetto che prevedeva un parco pubblico tra l'attuale [[Piazza Dante (Napoli)|Piazza Dante]] ed il Museo, quest'ultimo facente da quinta scenografica in fondo al parco; il bel progetto purtroppo non venne realizzato per interessi speculativi edilizi che, in fretta e furia destinarono quei suoli alla costruzione di nuove abitazioni (quelle che tuttora sussistono nell'area) prima che il progetto di Riegler potesse essere approvato. Allo scempio fu cercato di riparare realizzando fra il [[1870]] ed il [[1883]] un nuovo "raccordo" (rimasto sempre fittizio) fra il Museo e la città: la [[Galleria Principe di Napoli]].
 
Per i continui incrementi di libri, raccolte archeologiche ed opere d'arte, patendo tutti i settori ospitati nel Museo di insufficiente spazio, tra il [[1862]] e il [[1864]] si giunse alla determinazione di sloggiare le Accademie,<ref>l'Accademia di Scienze e Lettere; e l'Accademia di Belle Arti</ref> trovando loro altre sedi in città. <br/>
Nel [[1888]] il conte [[Eduardo Lucchesi Palli]] donava allo Stato la sua ricchissima e preziosa biblioteca drammatica ed archivio musicale, a condizione che essa non lasciasse Napoli e che non fosse smembrata; aggregata alla [[Biblioteca nazionale Vittorio Emanuele III|Biblioteca Nazionale]] (che allora occupava le attuali sale degli Affreschi e del Tempio di Iside), nel [[1892]] il ministro [[Boselli]] ordinava che le venissero destinate tre sale nell'attuale Museo (individuate nelle Sale 81-82-83). Il conte, a sue spese, curò non solo il trasferimento dei volumi, ma anche l'allestimento delle sale (donando gli scaffali "''in stile Rinascimento''") ed infine il loro decoro, facendo affrescare le volte da [[Paolo Vetri]] (in un cartiglio tuttora visibile vengono ricordati i principali accordi per la tenuta di questa biblioteca). Ma per la cronica mancanza di spazio, nel [[1925]] la Biblioteca Nazionale veniva anche essa trasferita - per decreto ministeriale - nel [[Palazzo Reale di Napoli|Palazzo Reale]], tra le più vive (ed inconcludenti) proteste degli eredi Lucchesi Palli.<br/>
 
Nel [[1920]], dopo 333 anni, venne terminata la costruzione dell'edificio museale, completando gli ultimi ambienti del secondo piano nella parte rimasta incompleta, quella orientale (oggi occupata dal Medagliere).
 
Nel [[1929]] si realizza finalmente un ingrandimento del Museo, il cd. "Braccio Nuovo"; invero, ben misera cosa se si considerano i grandiosi progetti di Schiantarelli e Maresca: difatti esso è consistito in una modesta galleria costruita a ridosso del muro di contenimento del giardino dei Padri Teresiani (nella quale verranno esposte iscrizioni ed epigrafi), soprelevata poi nel [[1932]] di un piano (destinato ad accogliere la nuovissima "Sezione di Tecnologia e di Meccanica Antica").
 
Già in cattivo stato, l'edificio del Museo (e le sue collezioni) viene gravemente danneggiato dal terremoto del [[23 luglio]] [[1930]], occasione che viene colta per rimetterlo a nuovo, tanto da riuscire a superare pressoché indenne gli urti degli 89 bombardamenti in zona fra il [[1942]] e il [[1943]], sicuramente anche grazie ad uno speciale segno dipinto sui suoi tetti che lo facevano individuare quale obiettivo da non colpire.
 
Nel dopoguerra il ripristino del Museo fu lungo e impegnativo, richiedendo non solo la risistemazione di tutti gli oggetti nelle sale (essendo quelli mobili tutti impacchettati ed incassati, mentre quelli inamovibili sepolti sotto montagne di sacchetti di sabbia), ma anche per il faticoso recupero delle opere più pregiate e preziose, portate in tempo a Roma in Vaticano, e parzialmente depredate dai [[Germania nazista|Tedeschi]] che - sulla via per Berlino - le nascosero in una salina ad Alt Aussee presso Salisburgo; così la riapertura del Museo fu possibile solo nei primi anni '50. Nonostante l'accurato riallestimento, già nel [[1957]] fu deciso di trasferire anche la Pinacoteca, stavolta nella [[Palazzo Reale di Capodimonte|Reggia di Capodimonte]], liberando così tutte le sale del primo piano disposte intorno al cortile occidentale: da questo momento il Museo diventa esclusivamente archeologico.
 
===Il Museo Archeologico Nazionale (1957-ad oggi)===
Liberate le sale dalla Pinacoteca, ci si affrettò ad allestirle, trasferendo in esse la collezione dei "Grandi Bronzi", collocati da tempo immemorabile al pianoterra in una galleria intorno al cortile occidentale. Per alcuni anni si lavorò alacremente per migliorare gli allestimenti di tutte le collezioni, volendosi che il Museo si presentasse perfettamente in ordine, decoroso e fruibile in occasione dell'[[XVII Olimpiade|Olimpiade]] del [[1960]], evento che avrebbe attirato molti visitatori; la qual cosa fu senz'altro realizzata. <br/>
Purtroppo pochi anni dopo l'edificio mostrò aggravarsi quei segni di dissesto che già lo avevano afflitto in passato, dissesti dovuti proprio al fatto che esso era privo di quelle sottofondazioni adeguate a sostenere un piano superiore che non era stato previsto nei progetti originari. Le gravi lesioni che interessarono soprattutto l'ala occidentale, rendendola inagibile, obbligarono a sgomberarla completamente da tutte le collezioni che l'occupavano. A partire dal [[1967]] furono intrapresi radicali lavori di consolidamento e di restauro architettonico dell'edificio, a cominciare dalla copertura del Salone della Meridiana, per poi passare nel [[1970]] all'ala occidentale. A conclusione di essi, nel [[1986]] è stato possibile ripristinare il porticato intorno al cortile occidentale, abbattendo i muri eretti nelle arcate da Ferdinando Fuga; le arcate, così liberate, sono state richiuse con enormi lastre di vetro trattenute da tiranti in acciaio, con lo scopo, da un lato, di preservare le opere antiche dalle intemperie, dall'altro garantire al tempo stesso la luminosità originaria del porticato. Con l'occasione si sono anche voluti rimettere a nudo le strutture più antiche del palazzo, i pilastri in piperno ed i muri in laterizi che avevano caratterizzato l'edificio della Cavallerizza ed i primissimi interventi edilizi di [[Giulio Cesare Fontana]], liberandoli dagli intonaci e stucchi che li ricoprivano<ref>la cosa strana e veramente paradossale è che i basamenti dei pilastri in piperno risultarono coperti da lastre in piperno, mentre i muri in laterizi erano stati nascosti da uno strato di intonaco che imitava una parete in laterizi.</ref>. I lavori di restauro intrapresi furono inoltre occasione per avviare un'approfondita indagine non solo architettonica ma anche archivistica sulla storia del Museo; indagine approdata nel [[1975]] ad una mostra storico-documentaria e due anni dopo ad una interessante pubblicazione (vedi bibliografia).<br/>
I grandi lavori intrapresi in quegli anni furono affiancati da altri forse meno appariscenti ma altrettanto importanti ed impegnativi, che riguardarono una revisione inventariale di tutti gli oggetti conservati nei depositi del Museo ed un grosso impegno di schedatura della maggior parte di essi.<br/>
Attualmente il Museo Archeologico è interessato da lavori di ingrandimento che interessano l'area settentrionale, e principalmente il cd. "Braccio Nuovo", edificio che - per i suoi difetti costruttivi intrinseci - non era stato più ripristinato dopo la [[II Guerra Mondiale]], risultando talmente degradato da non essere più utilizzabile in alcun modo. Per il suo recupero è stato indispensabile liberarlo dal terrapieno retrostante, il cui sbancamento ha permesso di recuperare oltre 100 tombe antiche facenti parte della già nota necropoli di Santa Teresa, tombe inspiegabilmente scampate al "''frugamento''" del 1810. Nell'ala del "Braccio Nuovo" - tuttora in ristrutturazione - una volta ripristinata, saranno previsti una nuova sala conferenze, il trasferimento della biblioteca della Soprintendenza Archeologica, ed un punto ristoro per i visitatori del Museo.
 
==Le sezioni e collezioni del Museo==
 
===Storia degli allestimenti===
====L'epoca Borbonica e l' Ottocento====
Non conosciamo più di tanto i criteri espositivi adottati dai [[Borboni]], perché se è pur vero che essi hanno curato la stesura dei primi inventari ([[Michele Arditi]], [[Francesco Maria Avellino]], il [[Principe di San Giorgio Spinelli]]), tuttavia mancano guide del Museo, le prime delle quali compaiono solo nell' '800 e non sempre sono chiare nell'indicare la collocazione dei pezzi. Probabilmente i criteri espositivi erano improntati principalmente su motivi estetici, o affastellando nelle sale la maggior parte degli oggetti disponibili per impressionare il visitatore, alla maniera delle ''[[Wunderkammer]]'' dei primi collezionisti. Sicuramente sarebbe importante ed utile chiarire maggiormente i criteri espositivi di epoca borbonica attingendo ai documenti originali o a testi dell'epoca disponibili.
 
====Il Novecento====
[[Immagine:Sommer%2C_Giorgio_%281834-1914%29_-_n._2460_-_Sala_dei_bronzi_-_Museo_di_Napoli.jpg|thumb|right|400px|<center>Sala dei Grandi Bronzi.<br/>[[Stereofotografia]] (databile fra il 1857 e il 1914) di [[Giorgio Sommer]]</center>]]
Una svolta sicura l'abbiamo agli inizi del XX secolo. [[Paolo Orsi]], direttore del Museo dal [[1900]] al [[1901]], propone un nuovo riordinamento delle collezioni del Museo in dieci grandi raccolte ordinate per classi (o tipi) di materiali. [[Ettore Pais]], suo successore lo realizza, esponendosi ad aspre critiche per il suo eccessivo modernismo e per i criteri adottati, giudicati rivoluzionari: ciò non impedì che sotto la sua direzione tutto venisse rimosso e risistemato nel giro di due anni. Pais allestì il patrimonio museale non solo suddividendolo per tipi di materiali, ma anche tenendo conto degli stili, degli elementi cronologici e/o topografici. Questo criterio espositivo, considerato assolutamente innovativo e rivoluzionario agli inizi del '900, ha perdurato per circa 80 anni, e seppure oggi non sia più considerato valido in quanto non consono ai nuovi criteri e concetti espositivi, tuttavia condiziona ancora pesantemente i tentativi di riallestimento del Museo.
 
====Oggi====
Pur riconoscendo una certa validità agli allestimenti del passato — testimoni del gusto, delle conoscenze, della metodologia di un'epoca — tuttavia oggi si privilegiano soprattutto il contesto e la provenienza originari degli oggetti esposti. In tal senso sono stati indirizzati gli sforzi intrapresi fin dagli anni settanta — e che proseguono tuttora, seppure fra difficoltà di ogni genere — di riallestimento globale del Museo.
 
Il nuovo indirizzo museografico è stato inaugurato con l'allestimento della sezione dedicata a tutti i ritrovamenti fatti nella Villa dei Papiri di Ercolano (apr. 1973). Sono seguite nel tempo altre sezioni, istituite ex novo, o completamente riallestite: la Collezione Egizia (dic. 1989), le Sculture Farnese dalle Terme di Caracalla (giu. 1991), il Tempio di Iside di Pompei (dic. 1992), le Gemme Farnese (giu. 1994), la Collezione Epigrafica (mar. 1995), la Sezione Preistorica (dic. 1995), la Sezione della Magna Grecia (lug. 1996), Pithecusae e la casa greca di Punta Chiarito (dic. 1997), i Vetri (mar. 1998), il Gabinetto Segreto (apr. 2000), i Mosaici (mag. 2000), Napoli Antica (dic. 2000), la Collezione Numismatica (giu. 2001), il Vasellame Bronzeo (mar. 2003). Sono tuttora in allestimento (ed in via di completamento): la Collezione degli Affreschi, e le Sculture della Collezione Farnese.
 
====In futuro====
Il riordino globale del Museo non prevede soltanto un riallestimento delle singole collezioni, ma anche una dislocazione più organica di esse all'interno dell'edificio. A grandi linee è previsto:
 
* al pianoterra, nelle gallerie e sale intorno al cortile orientale: la Collezione Farnese (realizzato parzialmente);
* al pianoterra, nelle gallerie e sale intorno al cortile occidentale: la statuaria proveniente da Pompei ed Ercolano, e quella proveniente dai siti archeologici dei Campi Flegrei (da realizzare completamente);
* al primo piano, nelle gallerie e sale intorno al cortile orientale: le Collezioni Pompeiane;
* al primo piano, nelle gallerie e sale intorno al cortile occidentale, nel percorso "esterno": Settore Topografico con un percorso cronologico che vede la sequenza di: Preistoria, Età Eneolitica, Età del Bronzo, Età del Ferro, i Greci nel napoletano: Cuma, Pithecusae, Neapolis, Villa dei Papiri (realizzato al 80 %);
* al primo piano, nelle gallerie e sale intorno al cortile occidentale, nel percorso "interno": Etruschi ed Italici in Campania, Magna Grecia (da realizzare completamente).
* Restano invariate le collezioni esposte nel seminterrato (Egizi ed Epigrafica) e quelle nei piani ammezzati (Mosaici, Gabinetto Segreto, Numismatica).
 
===Le collezioni e gli allestimenti===
====Le collezioni attuali e di recente apertura====
Secondo i criteri sopra esposti, le sezioni attualmente allestite (o previste a breve tempo) sono le seguenti<ref>[http://www.archeona.arti.beniculturali.it/sanc_it/mann/home.html] [[pianta dei diversi livelli e dislocazione delle sezioni nel Museo (cliccare: Collezioni)]]</ref>:
* ''Collezione Farnese'': le Sculture Farnese (in allestimento), le Sculture Farnese dalle Terme di Caracalla, la Galleria degli Imperatori, le Gemme farnesiane;
* ''Collezioni Pompeiane'': i Mosaici, il Gabinetto Segreto, gli Affreschi (in allestimento), il Tempio di Iside, Argenti, Avori e Ceramiche Invetriate, Vasellame Bronzeo, Vetri, Plastico di Pompei, Villa dei Papiri;
* ''Settore Topografico'': Preistoria, Cuma, Pithecusae, Napoli Antica;
* ''Altre Collezioni'': Egizi, Epigrafica (chiusa), Numismatica, Magna Grecia (chiusa).
 
[[Immagine:Sommer%2C_Giorgio_%281834-1914%29_-_Vasi_antichi_nel_Museo_archeologico_nazionale_di_Napoli_-_03.jpg|thumb|right|180px|<center>Collezione dei Vasi Dipinti.<br/>Vetrina del vecchio allestimento<br/>Foto (1857-1914) di [[Giorgio Sommer]]</center>]]
 
====I vecchi allestimenti e le collezioni abolite====
* ''Galleria dei Tirannicidi'' o ''Marmi Arcaici'': smantellata. I pezzi farnesiani sono confluiti nelle relative sezioni aperte al pubblico o di prossima apertura; tutti gli altri pezzi sono in deposito. Alcuni pezzi d'eccezione (p.es. Tirannicidi, Palestrita) sono temporaneamente esposti in altre sale o gallerie e possono essere spostati senza preavviso secondo le esigenze di spazio e di movimentazione del Museo.
* ''Galleria dei Grandi Maestri'': come sopra. Pezzi d'eccezione (p.es. Doriforo, Diomede, Orfeo ed Euridice, Nereidi, Athena Albani, Psiche, Venere di Capua): come sopra.
* ''Galleria dei Marmi Colorati'': come sopra. Pezzi d'eccezione (p.es. Artemide Efesia): come sopra.
* ''Galleria dei [[Carracci]]'': smantellata. Seppure riproponesse l'allestimento di alcune sculture farnesiane per come esse erano esposte in [[Palazzo Farnese (Roma)|Palazzo Farnese]] nella galleria che prende il nome dagli artisti che l'hanno affrescata, la sezione è stata smantellata qualche anno fa per far confluire le relative statue nella nuova sezione delle Sculture Farnese (in allestimento).
[[Immagine:Brogi%2C_Giacomo_%281822-1881%29_-_5113_-_Napoli%2C_Museo_nazionale._Omero._il_miglior_busto_di_questo_poeta_%28Ercolano%29.jpg|thumb|right|180px|<center>Collezione dei Ritratti Greci.<br/>Omero<br/>Foto di [[Giacomo Brogi]] (1822-1881)</center>]]
* ''Galleria dei Ritratti Greci'' o ''Busti Greci'': in deposito.
* ''Collezione dei Grandi Bronzi'': smantellata. La maggior parte delle statue sono confluite nella sezione dedicata alla [[Villa dei Papiri]]; tutte le altre statue bronzee da Pompei sono in deposito.
* ''Collezione dei Piccoli Bronzi'': smantellata. Alcuni bronzetti sono confluiti nella Villa dei Papiri; per il vasellame bronzeo da Pompei, è stata recentemente allestita una sala apposita; una piccolissima scelta di "piccoli bronzi" è attualmente esposta (solo temporaneamente!) nella sala degli Argenti, in attesa che le argenterie ritornino da un'esposizione all'estero; altre poche cose si possono trovare ai Mosaici-Fauno, e Numismatica. Tutti gli altri bronzetti sono in deposito.
* ''Collezione delle Armi Antiche'': smantellata. Le armi rinvenute nelle tombe cumane sono esposte nella sala dedicata a Cuma nella sezione Preistorica; le armi greche sono confluite nella sezione della Magna Grecia; le armi gladiatorie sono in deposito.
* ''Collezione dei Preziosi'' o ''degli Ori'': smantellata. Le argenterie costituiscono oggi la Collezione degli Argenti; i gioielli in oro sono suddivisi fra Magna Grecia, Numismatica, e Mosaici-Fauno; la Tazza Farnese è confluita nella Collezione delle Gemme. Altri pezzi sono in deposito.
[[Immagine:Pompei_pane.jpg|thumb|180px|<center>Collezione dei Commestibili.<br/>Forma di pane. Da Ercolano</center>]]
* ''Collezione dei Commestibili'': in deposito. Di recente (feb. 2005) erano state allestite splendidamente 4 sale denominate "Cibi e Sapori dell'area vesuviana": smantellate dopo un paio di anni con la motivazione che "si trattava di "un'esposizione temporanea"!!!
* ''Nature Morte'' : smantellata. Era una sezione costituita soprattutto da affreschi, in origine sistemata affianco ai Commestibili. Oggetto di una recente mostra itinerante ("Xenia Pompeiana"), al suo rientro nel 2001 fu collocata in una sala situata fra i Vetri ed il Plastico di Pompei, e purtroppo di nuovo smantellata progressivamente negli anni successivi.
* ''Collezione dei Vasi Dipinti'': smantellata. I vasi provenienti da città magnogreche sono confluite nella sezione della Magna Grecia. Altri rinvenuti nelle necropoli di Neapolis sono nella sezione di Napoli Antica. Tutti gli altri sono in deposito.
* ''Collezione Cumana'': in deposito.
* ''Collezione delle Terrecotte'': smantellata. Le terrecotte architettoniche provenienti da templi situati in città magnogreche sono confluite nella sezione della Magna Grecia. Poche altre sono esposte a Mosaici-Fauno e al Tempio di Iside. Tutte le altre sono in deposito.
* ''Collezione delle Terrecotte Votive'': smantellata. Le terrecotte e le statuette votive provenienti da santuari magnogreci sono confluite nella Collezione della Magna Grecia; altre rinvenute a Napoli sono nella sezione di Napoli Antica. Tutte le altre sono in deposito.
* ''Collezione Tecnologica'': smantellata. Alcune bilance e pesi sono nella Collezione Numismatica. Tutti gli altri pezzi sono in deposito.
 
 
==La collezione Farnese==
* Occupa al piano terra tutte le sale e gallerie (1-29) disposte intorno al cortile orientale (sul lato destro dell'atrio di ingresso). Al centro del cortile vi è inoltre uno splendido ''labrum'' in porfido rosso facente parte anche esso della Collezione Farnese.<br/>
 
===Le Sculture dalle Terme di Caracalla===
* Nelle Sale 11-16 vi sono le sculture di grandi dimensioni rinvenute nelle Terme di Caracalla a Roma, oltre ad alcune altre molto note, espostevi temporaneamente (Venere Callipige; Artemide Efesia). <br/>
Tra le numerose collezioni che ospita il Museo, di grande interesse vi è quella della statuaria, posta al pianterreno. Molto interessanti e spettacolari le statue della collezione [[Farnese (famiglia)|Farnese]], ritrovate alle [[Terme di Caracalla]] di [[Roma]]. In particolare la statua dell'[[Ercole Farnese]], straordinario ''pezzo di marmo'' che ispirò anche [[Michelangelo Buonarroti|Michelangelo]], e l'imponente [[Toro Farnese]] chiamato in epoca borbonica ''montagna di marmo'', un gruppo statuario enorme, il più grande giunto dall'antichità, che rappresenta il supplizio di [[Dirce]].<br/>
(voce da sviluppare ulteriormente)
 
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Image:Toro farnese.JPG|<center>Toro Farnese</center>
Image:Toro farnese detail.JPG|<center>Toro Farnese</center>
Image:Ercole_farnese.JPG|<center>Ercole Farnese</center>
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===Le altre Sculture farnesiane===
* Nelle Sale 1-8 (non ancora accessibili al pubblico in quanto in corso di allestimento; di prossima apertura) vi sono soprattutto statue a soggetto mitologico. <br/>
(voce da sviluppare)
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Image:Antinoo Farnese - Napoli, Museo Archeologico nazionale - foto di Giorgio Sommer (1834-1914).jpg|<center>[[Antinoo]] Farnese</center>
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===La Galleria degli Imperatori===
* Nella galleria Sala 29 vi è la collezione dei ritratti di imperatori romani.<br/>
(voce da sviluppare)
 
===Le Gemme===
* È raccolta nelle due piccole Sale 9-10 situate al piano terra, alle spalle della colossale statua chiamata Ercole Farnese. <br/>
Detta anche "Collezione Glittica", ....
(voce da sviluppare)
 
 
==Le collezioni Pompeiane==
===Mosaici===
* Si trova sul piano ammezzato, salendo lo scalone sul lato sinistro (Sale 57-61, 63-64).<br/>
Altra sezione molto importante - vero e proprio ''unicum'' nel suo genere - è quella della raccolta dei [[mosaico|mosaici]], provenienti soprattutto dagli [[scavi archeologici di Pompei|scavi archeologici]] di [[Pompei]]. Di eccezionale interesse il grande mosaico raffigurante la ''[[Battaglia di Isso]] di [[Alessandro Magno]] contro Dario''.<br/>
(voce da sviluppare ulteriormente)
 
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Image:Battle of Issus.jpg|<center>Battaglia di Isso</center>
Image:Meister der Alexanderschlacht 002.jpg|<center> Battaglia di Isso (particolare: Alessandro) </center>
Image:BattleofIssus333BC-mosaic-detail1.jpg|<center>Battaglia di Isso (particolare: Alessandro) </center>
Image:Napoli-museomosaico.jpg|<center>Ruota della fortuna
Image:Napoli-museomosaico2.jpg|<center>Catalogo di pesci
Image:Fishes.JPG|<center>Pesci</center>
Image:Fishes2.JPG|<center>Natura morta: Pesci</center>
Image:Cat mosaic.JPG|<center>Gatto in agguato</center>
Immagine:Mask.JPG|<center>Maschera tragica.<br/>Dalla Casa del Fauno</center>
Image:Cave canem.JPG|<center>[[Cave canem]]</center>
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===Gabinetto Segreto===
* Sale 62 e 65 - Si trova al piano ammezzato, salendo lo scalone sul lato sinistro, alla fine della sezione dei Mosaici.
 
====Storia====
[[Immagine:Museo Nazionale Napoli Gabinetto Segreto Relief From Pompeji.jpg|thumb|right|230px|<center>Rilievo marmoreo <br/>con scena di accoppiamento.<br/> Da una ''caupona'' pompeiana</center>]]
"''Gabinetto Segreto''" (G.S.) è il nome che i re [[Borboni]] hanno dato alle sale riservate (alle quali "''avessero unicamente ingresso le persone di matura età e di conosciuta morale''") in cui vennero raccolti i vari reperti a soggetto erotico o sessuale che man mano venivano alla luce negli scavi di [[Scavi archeologici di Pompei|Pompei]] ed [[Scavi archeologici di Ercolano|Ercolano]] o erano acquisiti in altro modo; nel corso dei secoli la collezione è stata chiamata anche "Gabinetto degli oggetti riservati" o "osceni" o "pornografici". Dopo i moti rivoluzionari del [[1848]] il G.S. divenne simbolo delle libertà civili e di espressione, quindi vieppiù censurato in quanto considerato politicamente pericoloso. Venne addirittura proposta la distruzione dei reperti (in quanto "''monumenti infami della gentilesca licenza''" e "''lascivissimi''") al fine di salvaguardare la buona reputazione della Casa Reale; ma l'allora direttore del Real Museo Borbonico riuscì ad ottenere che la collezione venisse chiusa ai visitatori e resa difficile la sua visita: difatti il portone di accesso venne fornito di ben tre serrature con altrettante chiavi diverse, in possesso rispettivamente del Direttore del Museo, del "Controloro", e del Real Maggiordomo Maggiore. Il culmine della censura la si ebbe nel [[1851]] quando, dopo che vi furono rinchiuse anche tutte le Veneri semplicemente perché nude, la collezione fu definitivamente sigillata ed infine anche murata affinché "''...se ne disperdesse per quanto era possibile la funesta memoria"''. Quando nel settembre [[1860]] [[Garibaldi]] arrivò a Napoli, egli diede subito l'ordine di rendere accessibile il G.S. "''giornalmente al pubblico''". Delle tre chiavi, non trovandosi quella in dotazione alla Casa Reale, Garibaldi non esitò - tra lo sconcerto generale - ad ordinare di "''scassinare le porte''" (il documento originale che verbalizza l'avvenimento è esposto in una vetrinetta all'ingresso della collezione). Nel corso dei decenni successivi, alla libertà ridata da Garibaldi subentrò progressivamente la censura del [[Regno d'Italia]], che vide il suo culmine durante il [[fascismo|ventennio fascista]], quando per visitare il G.S. occorreva il permesso del Ministro dell'Educazione Nazionale a Roma. La censura ha perdurato nel dopoguerra fino al [[1967]], allentandosi solo dopo il [[1971]] quando dal Ministero furono impartite le nuove regole per regolamentare le richieste di visita e l'accesso alla sezione. Completamente riallestita pochi anni or sono con criteri del tutto nuovi, la collezione è stata definitivamente aperta al pubblico nell'aprile del [[2000]] grazie all'intraprendenza ed al coraggio del soprintendente archeologo Stefano De Caro.<br/>
 
[[Immagine:Pan and Daphnis.jpg|thumb|right|160px|<center>Pan insegna <br/>al pastorello Dafni <br/>a suonare il flauto di pan.<br/>Dalla Collezione Farnese</center>]]
====Modalità di accesso====
Essendo le sale piuttosto piccole e ristrette, per accedervi è necessario fornirsi di una prenotazione (gratuita) da formalizzare, esclusivamente nel giorno di visita, all'ingresso del Museo presso il banco informazioni. Sebbene non sussista più alcun tipo di censura, tuttavia i minori di 14 anni possono visitare la sezione unicamente se accompagnati da persona adulta (genitore, congiunto, insegnante, ecc.) che così, implicitamente, si assume ogni responsabilità al riguardo.
 
====Il nuovo allestimento====
Nel nuovo allestimento si è curato di raggruppare e collocare i diversi oggetti secondo la loro provenienza e per contesti originari. <br/>
Il G.S. è costituito da un'antisala ['''A'''], e - varcato il cancello di ingresso - da un piccolo vestibolo ['''V'''], e quattro sale interne in sequenza, disposte a ferro di cavallo. Mentre gli oggetti esposti nell' [A] e nel [V] provengono da luoghi e regioni diverse, le quattro salette interne invece ripropongono i diversi àmbiti "pompeiani": ['''1'''] la casa pompeiana; ['''2'''] il giardino pompeiano; ['''3'''] il lupanare (= bordello); ['''4'''] la strada pompeiana.<br/>
 
====Gli oggetti esposti====
Il G.S. illustra ampiamente i diversi aspetti della "sessualità" antica: da quello religioso a quello culturale, dal caricaturale al commerciale, da quello magico a quello funerario, fino a quello riconducibile all'amore ed al piacere di coppia.
 
[[Immagine:Museo Nazionale Napoli Gabinetto Segreto Findings From Pompeji.jpg|thumb|right|200px|<center>Ex-voto anatomici in terracotta. <br/>Da un santuario sannitico a Cales</center>]]
=====Aspetto religioso=====
''L'aspetto religioso'' lo si ritrova in: [A] Splendido sarcofago romano con scena di [[baccanale]] in rilievo: vi figura al centro [[Dioniso]] ebbro, sostenuto da due [[Satiro (mitologia)|satirelli]], attorniato da [[menade|menadi]] danzanti o dormienti mentre altri satirelli e satirische sono intenti in giochi erotici e sullo sfondo si riconosce un recinto con santuario (collez. Farnese). Nel [V]: Coppa attica a figure rosse attribuita al ceramografo [[Epiktetos]] (VI a.C.) con [[baccante]] in procinto di accoppiarsi con un asino nel corso di un [[baccanale]]; [[Ex-voto anatomici]] in terracotta (peni, seni, uteri; di metà IV - II a.C.) rinvenuti in un santuario sannitico a [[Cales]]. In [2]: Statua del dio [[Priapo]], in forma di pilastro in alabastro giallo, priva di testa (I d.C.): è il dio della fertilità vegetale e il dio tutelare dei confini dei campi che usava punire i ladri di frutta con la penetrazione anale (vedi ''Carmina Priapea''). In [3], Statuette in bronzo del dio Priapo con il grembo ricolmo di frutti o intento ad eseguire una [[libagione]] sul proprio [[fallo]] simbolo di fertilità; Statuetta indiana in avorio rappresentante la dea indù della fecondità [[Lakshmi]], dalla sensuale e procace fisicità, rinvenuta a Pompei.
 
=====Aspetto culturale=====
[[Immagine:Napoli-museogabinettosegreto01.jpg|thumb|right|230px|<center>Satiro e baccante.<br/>Da Pompei</center>]]
''L'aspetto culturale'' lo si rileva soprattutto nei decori ed arredi (affreschi, statue, rilievi) a soggetto erotico - destinati a impreziosire gli interni delle case o i giardini delle ville - i cui protagonisti sono divinità ed eroi. [A]: Statua in marmo rappresentante [[Pan]] (dio della fecondità animale ed anche umana) intento ad insegnare al pastorello Dafni a suonare il [[flauto di pan]] (collez. Farnese). Nel [V], Piccola statuetta in bronzo di Satiro barbuto semidisteso, con grande fallo. In [1]: Affreschi: Accoppiamento di [[Leda]] con [[Zeus]] sotto forma di [[cigno]]; [[Apollo]] insidia la [[Ninfa (mitologia)|ninfa]] [[Dafne (mitologia)|Dafne]] che per sfuggirgli comincia a trasformarsi in albero di [[alloro]]; Diverse scene galanti che vedono giovani satiri intrattenersi amorevolmente o eroticamente con baccanti o ninfe; [[Ermafrodito]] che si svela, similmente a Venere Genitrice; Ermafrodito ignudo che si oppone agli assalti erotici di un satiro, ingaggiando una concitata zuffa erotica; Abbraccio erotico fra il [[Ciclope (mitologia)|ciclope]] [[Polifemo]] e la ninfa [[Galatea (ninfa)|Galatea]]; Le tre [[Grazie (mitologia)|Grazie]]. In [2]: Sostegno di tavolino in marmo, a forma di [[erma]] dionisiaca o satiresca; Splendido [[altorilievo]] in marmo bianco con Apollo e tre ninfe (ovvero [[Alcibiade]] con tre etere) che si intrattengono sopra un letto (collez. Farnese); Bel [[bassorilievo]] marmoreo con Ninfa che si difende dagli attacchi erotici di un Satiro, afferrandolo per la barba (da Ercolano; I d.C.); Grande affresco con trionfo di [[Venere (divinità)|Venere]] distesa in una conchiglia che galleggia sul mare, assistita dal figlio, il piccolo [[Eros (mitologia)|Eros]]; Deliziosa statuetta in marmo di Venere in bikini (sovradipinture in oro originarie!) intenta a slacciarsi un sandalo per potersi immergere in acqua. In [3], Splendida coppa in argento facente parte del ricco servizio trovato nella Casa del Menandro: mostra in rilievo Marte e Venere che si intrattengono eroticamente su di un letto, mentre [[Eros]] con le ali spiegate è dappresso e li osserva (I a.C.).
 
=====Aspetto caricaturale=====
''L'aspetto caricaturale'' lo si riconosce: nell' [A], Grande mosaico in tessere bianche e nere, rinvenuto a Roma al [[Celio]]: mostra [[pigmei]] intenti ad accoppiarsi su barchette sul Nilo (il mosaico copriva il pavimento di una sala [[Triclinio|triclinare]], per cui i letti dei commensali erano sistemati ciascuno davanti ad una barca, mentre l'ingresso alla sala si trovava in corrispondenza dell'ippopotamo). Nel [V], "[[Cratere (vaso)|Cratere]]" a figure rosse (vaso destinato alla mescita del vino durante i banchetti), con scene [[Teatro latino|fliaciche]] con soldati caricaturali dal ventre rigonfio e lungo fallo pendente (da [[Saticula]] - [[Sant'Agata dei Goti]]; 350 a.C.). In [1], negli affreschi che mostrano: Il dio [[Pan]] che, scoperta una donna addormentata, desiderando giacere con lei, scopre invece trattarsi di un Ermafrodito e tenta quindi di fuggire (è infecondo!), mentre quello lo trattiene per un braccio; Fuga da [[Troia]] di [[Enea]] che porta il vecchio padre [[Anchise]] sulle spalle e tiene per mano il figlioletto [[Ascanio]], rappresentati in forme canine con grandi falli flosci. In [2]: [[Pigmei]] intenti ad accoppiarsi per terra o su barche, in ambientazioni [[Nilo|nilotiche]], talora osservati da commensali, talora da ippopotami e coccodrilli, mentre un'ammucchiata a tre su di una barca rischia di finire in acqua per il pauroso oscillamento dovuto all'impeto passionale, e altrove un pigmeo viene divorato da un ippopotamo tra l'indifferenza erotica dei vicini; Gruppo scultoreo in marmo con il dio Pan che si accoppia faccia a faccia con una capra che tiene fermamente riversa sul dorso: rinvenuto ad Ercolano nella [[Villa dei Papiri]] è in assoluto il pezzo più censurato e nascosto in epoca borbonica (I a.C. - I d.C.). In [3] si possono ammirare oggetti vari e strani destinati alle tavole ed ai banchetti con lo scopo di allietare gli ospiti o far ridere i commensali: Brocche in terracotta a forma di nani deformi e caricaturali con grande pene prominente; Tazze in ceramica a forma di viso satiresco con lingua fallica mobile che emergeva dondolando una volta che essa veniva riempita con qualche bevanda; i cd. "Placentarii", statuette in bronzo che rappresentano disgustosi venditori ambulanti o servi inscheletriti con un gran pene flaccido pendente, che recano vassoi d'argento sui quali venivano offerti dolci squisiti (I d.C.); Piccole statuette in bronzo di personaggi resi in modo caricaturale (pigmei danzanti, un poeta o oratore seminudo, un guerriero-gallo) destinati semplicemente a decorare la tavola; Lucerna in ceramica con personaggio barbuto, seduto, con un enorme fallo, intento a leggere un rotolo di papiro: è stato riconosciuto da studiosi di ebraismo come la caricatura di un [[rabbino]]. In [4], un affresco trovato in un vicolo di Pompei, quale facciata di una bottega: mostra un asino che penetra un leone e viene dichiarato vincitore dalla [[Vittoria (divinità)|Vittoria alata]] che gli porge la corona e la palma della vittoria; oltre l'aspetto caricaturale, in questo affresco vi è celato probabilmente un messaggio allegorico, interpretabile: o nel senso che la pazienza (impersonata dall'asino) è superiore alla forza bruta (il leone), oppure in senso politico, che l'uomo ignorante della strada (l'asino) può metterlo a quel servizio al potente di turno.
 
=====Aspetto commerciale=====
[[Immagine:Napoli-museomosaico3.jpg|thumb|right|230px|<center>Scena erotica.<br/>Da un lupanare pompeiano</center>]]
''L'aspetto commerciale'' è ravvisabile soprattutto negli affreschi provenienti da "[[Lupanare|lupanari]]" (dal latino ''lupa'' = prostituta). Nei bordelli romani [3] si ritrovano affreschi pornografici di qualità artistica modesta (si tratta di una pittura popolare), che ritraggono scene di accoppiamenti - esclusivamente eterosessuali - nelle diverse posizioni. I Romani le distinguevano ed indicavano con il nome della dea dell'amore: ''Venus pendula'', ''Venus pendula conversa'', ''Venus pendula aversa'', ecc. Sull'affresco con scena di penetrazione anale vi sono tracce di una iscrizione dipinta: "''Lente impelle''", una richiesta della prostituta ai suoi clienti che invita a "Spingere piano"; su di un altro affresco figura un'iscrizione graffita: "''Sic Emiliu''" scritta da un cliente, tale Emilio, che ricorda a tutti "(di aver fatto) proprio così"; vi è anche un altorilievo in marmo con accoppiamento simile a quelli mostrati sugli affreschi, trovato in una osteria (''caupona'') pompeiana; infine sono esposte diverse lucerne tonde in ceramica, di epoca imperiale, con analoghe scene di accoppiamenti in rilievo sul disco: non essendo queste lucerne destinate ai bordelli, si tratta di un genere che si ritrova relativamente diffuso in tutti i siti e luoghi dove sono giunti i Romani.
 
=====Aspetto magico=====
[[Immagine:Brasero_de_Pompeya.jpg|thumb|right|230px|<center>Braciere con gambe a giovani Satiri.<br/>Dalla Casa di Giulia Felice, Pompei</center>]]
[[Immagine:Museo Nazionale Napoli Gabinetto Segreto Mercury.jpg|thumb|right|230px|<center>Mercurio con sacchetto di monete.<br/>Facciata di una bottega, da Pompei</center>]]
''L'aspetto magico'' della sessualità romana lo si riconosce soprattutto nell'uso del fallo (membro virile eretto) in funzione [[apotropaica]] e di amuleto. Oggetti emblematici di questa credenza sono soprattutto in [3]: i "tintinnabuli" in bronzo, che venivano sospesi a catenelle agli ingressi delle case o delle botteghe con la specifica funzione di preservarle e difenderle dal malocchio, dallo sguardo invidioso, dalla mala sorte. Il "''tintinnabulum''" classico è un pene eretto con un corpo di leone (simbolo di forza e potenza) e due ali aperte, provvisto (a discrezione) di altri falli: certamente quello tra le zampe posteriori, ma eventualmente anche una coda fallica, o un corno fallico, o delle zampe falliche, e così via; immancabili sono i numerosi campanelli associàtivi, pendenti da altre catenelle, destinati a scacciare col loro suono gli spiriti malvagi. Poiché anche il ridere scaccia gli spiriti malvagi, alcuni tintinnabuli possono assumere forme caricaturali: pezzo eccezionale - e forse unico al mondo - è quello in forma di [[gladiatore]] che combatte con pugnali contro il suo stesso pene eretto trasformato in una pantera aggressiva; divertente anche il pigmeo che cavalca un cavallo-fallo, lo incorona addirittura, ed intanto non si accorge che sta per essere penetrato dalla coda fallica. Forse una funzione apotropaica può essere ravvisata anche nelle tre lucerne in bronzo rappresentanti operai fabbri che, impugnando un martello, si danno colpi ben assestati sul proprio immenso fallo (la cui punta è il lucignolo), tanto da sobbalzare in una sorta di danza sincronizzata. Pezzo di gran pregio è il braciere (di I d.C.) proveniente dalla Casa di Giulia Felice a Pompei, i cui tre piedi sono in forma di giovani satiri che fanno un gesto apotropaico (la mano sinistra tesa in avanti), mentre il loro pene eretto ha la stessa funzione magica. Molto interessante è anche la piccola statuetta bronzea di [[Mercurio (divinità)|Mercurio]] - riconoscibile dal cappello alato - che ha sia la funzione di [[amuleto]] (i numerosi falli in testa che proteggono e neutralizzano il male da qualsiasi direzione esso provenga), sia quella di [[talismano]] (il dio stringe nella sua mano destra un sacco di monete, dunque attira la ricchezza ed ogni altro bene in casa); una figura simile l'abbiamo in [4] in un affresco, dove Mercurio col sacchetto di monete si presenta stavolta con le ali ai piedi ed il [[caduceo]], brandendo un unico smisurato fallo. In una vetrinetta in [3]: numerosi amuleti fallici (dai Romani chiamati "''fascinum''") destinati per lo più ai bambini, al collo dei quali essi venivano sospesi per tutelarli da incidenti e malattie; ma anche amuleti destinati agli adulti (p.es. gli orecchini fallici in argento). I ''fàscina'' sono in materiali diversi: osso lavorato ed avorio, bronzo, cristallo di rocca, ecc. Interessante il fallo in corallo, precursore dell'amuleto - tuttora diffusissimo nel [[Napoli|napoletano]] - del corno rosso. Molto frequente è il fallo eretto di traverso, in bronzo, tenuto ad una estremità dalla cd. "mano impudica", al quale è sospeso un pene infantile; oppure il piccolo pugno che fa il gesto detto del "le fiche". Sovente sugli amuleti in osso si riscontrano incisi degli occhi (talora stilizzati in cerchietti concentrici) che aumentano l'efficacia dell'amuleto in quanto, attirando maggiormente lo sguardo malevolo, fanno sì che esso colpisca l'oggetto e non la persona. In [4] sono esposti un paio di falli in [[Tufo (roccia)|tufo]] attaccati alle pareti, o insegne falliche, rinvenute all'esterno di alcune botteghe pompeiane: essi hanno la stessa funzione e scopo dei tintinnabuli; l'insegna più famosa reca l'iscrizione "''Hic habitat felicitas''" proveniente da una panetteria (''pistrinum''), che ci informa che lì tutto procede al meglio: naturalmente dal punto di vista dell'impresa e commerciale, non da quello sessuale! <br/>
 
=====Aspetto funerario=====
''L'aspetto funerario'' è dato nel [V] da Cippi fallici in travertino, segnacoli di tombe [[Civiltà etrusca|etrusche]] provenienti dalla zona di [[Chiusi]] e [[Perugia]], (II - I secolo a.C.): essi vengono comunemente spiegati come pietre tombali di personaggi di sesso maschile dei quali si voleva sottolineare in modo particolare la virilità o la forza generativa; in realtà i nomi etruschi incisi sull'asta sono sia di uomini che di donne (''Lanuel / Lania / Mainath / Arnth / Uplna'' ecc.), per cui forse essi andrebbero spiegati piuttosto con una speranza di rinascita (in quanto che la terra - in cui si discende con la morte - è un forte simbolo femminile per la sua fertilità, e non sarebbe possibile rinascere se venisse a mancare l'elemento maschile). Un altro pezzo legato al mondo funerario è naturalmente nell' [A] il già citato sarcofago romano della collezione Farnese (vedi sopra: Aspetto religioso).
 
=====Aspetto erotico-amoroso=====
''L'aspetto riconducibile all'amore ed al piacere di coppia'' lo si ritrova nei seguenti pezzi: nel [V], Bel piatto attico a figure rosse (metà V a.C.) con scena di [[sodomia]] eterosessuale tra un uomo ed una schiava (o prostituta: le donne libere o maritate non venivano mai rappresentate così!); Anforetta etrusca a figure nere con scena di sodomia maschile in un àmbito sportivo (le scene di [[omosessualità]] maschile compaiono unicamente in àmbiti di cultura greca o etrusca, non in quelli romani!); Grande "[[Cratere (vaso)|cratere]]" italico a figure rosse, con due giovani uomini banchettanti alla presenza di una ''etera'' (prostituta) che li alletta eroticamente sollevandosi la veste (seconda metà del IV a.C. - da [[Sant'Agata dei Goti]]); Notevole uno specchio etrusco in bronzo, con scena erotica graffita (collezione [[Borgia]] - IV a.C.). In [3]: Affresco dalla Casa di Cecilio Giocondo a Pompei, con scena erotica fra giovani coniugi: lui solleva la coperta, lei allunga la mano, e la piccola servetta che si allontana, scomparendo sullo sfondo come un fantasma, avendo capito che è ora di ritirarsi; Elegante letto (ricostruito nelle sue parti lignee) con elementi decorativi originali in bronzo (teste d'anatre, eroti, putti) e ageminature in rame e argento (scacchiera con "greche", tralci con fiori); Ampio bacino in bronzo con scena erotica in un tondo al suo interno (I a.C.): questo genere di oggetti, oltre ad essere destinati realmente ad abluzioni durante i banchetti o la toilette, potevano anche essere semplicemente esposti negli [[Atrio|atri]] delle case per impressionare gli avventizi o suggerire la ricchezza o la raffinatezza del proprietario; Tre tozzi Satiri barbuti e ignudi con fallo enorme, in ceramica (I d.C.): vengono comunemente designati come lucerne, ma si tratta probabilmente di [[dildo]]: difatti, mentre uno manca del foro del lucignolo, gli altri due che lo possiedono non mostrano tracce di bruciature; Due piccole statuette in terracotta di coppie di amanti che si baciano: gli uni stanti, gli altri distesi su di un letto con un cagnolino in braccio.
 
=====Oggetti diversi=====
Vi sono infine ''alcuni oggetti di carattere ed uso diverso'' non inquadrabili negli aspetti sopra trattati. Essi fanno parte della grande collezione d'arte del cardinale [[Stefano Borgia]], esposti nel [V] in una apposita vetrina dove sono raccolti tutti i pezzi di soggetto sessuale: da essi risalta nettamente il carattere settecentesco ed antiquario della collezione, e non sono infrequenti gli oggetti falsi e pseudo-antichi (p.es. i piccoli bronzetti; oppure il bassorilievo marmoreo con gallo priapico adorato dal pollaio); Unica nel suo genere è una lucerna a vernice nera con fallo alato in rilievo (assimilabile ad un tintinnabulum?); Di non facile interpretazione, infine, le piccole statuette in pietra tenera, rappresentanti un bambino (somigliante, per la sua testa rasata e la trecciolina ricadente di lato, al dio egizio [[Arpocrate]]), caratterizzato da un enorme fallo che egli abbraccia o depone allato (di età tolemaica).
 
===Affreschi===
* Si trovano al primo piano; vi si accede dal Salone della Meridiana, da una porta in fondo sulla sinistra. La collezione occupa le Sale 66-78. <br/>
* La collezione è attualmente chiusa al pubblico essendo in restauro sia gli affreschi che le sale in cui essi sono esposti. La riapertura è prevista per la primavera del 2008. Tuttavia dal [[17 settembre]] [[2007]] sono state riaperte alla visita le prime tre sale delle pitture pompeiane (Sale 75, 78, 77) così articolate: Sala LXXV pitture da [[larario|larari]]; Sala LXXVIII pittura popolare e ritratti; Sala LXXVII gli affreschi provenienti dalla Villa Arianna a [[Stabiae]]. <br/>
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Image:Fresco_Iphigeneia_MAN_Naples.jpg|<center>Sacrificio di Ifigenia</center>
Image:Achilles_weapons_MNA_Naples.jpg|<center>Teti da Vulcano</center>
Image:Museo Nazionale Napoli Perseus And Andromeda.jpg|<center>Perseo e Andromeda.<br/>Dalla Casa dei Dioscuri</center>
Image:Menade.jpg|<center>Menade</center>
Image:Pompeii-couple.jpg|<center> Paquio Proculo<br/>e sua moglie</center>
Image:Puh213r1.jpg|<center>La cosiddetta Saffo</center>
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===Argenti===
[[Immagine:Sommer%2C_Giorgio_%281834-1914%29_-_Napoli_-_n._7553_-_Museo_di_Napoli_-_Bicchieri_d%27argento.jpg|200px|right|thumb|<center>Coppe di argento. Da Pompei<br/>Foto di Giorgio Sommer</center>]]
* Si trovano al primo piano nella Sala 89, cui si accede dal Salone della Meridiana, passata la porta sulla sinistra, è la prima saletta. <br/>
* Attualmente il 90 % degli argenti è partita per una mostra itinerante, per cui restano solo pochi oggetti concentrati in un'unica vetrina. La sala - per non tenerla vuota - è stata allestita temporaneamente con quelli che un tempo venivano chiamati "Piccoli Bronzi", che comprendono: statuette da larari, statuette decorative, elementi di mobilio, lucerne, strumenti chirurgici, strumenti vari di misura e pesi, ecc. <br/>
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===Avori e Ceramiche invetriate===
* Si trovano al primo piano nella Sala 88, cui si accede dal Salone della Meridiana, passata la porta sulla sinistra, nella seconda saletta. <br/>
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===Vasellame Bronzeo===
* Si trova al primo piano nella Sala 87, cui si accede dal Salone della Meridiana, passata la porta sulla sinistra, nella terza sala. <br/>
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===Vetri===
* Si trovano al primo piano nelle Sale 85-86, cui si accede dal Salone della Meridiana, la quarta e quinta sala, passata la porta, sulla sinistra. <br/>
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Image:Museo_Nazionale_Napoli_pannello_002.jpg|Pannello in vetro-cammeo
Image:Museo_Nazionale_Napoli_vaso_blu_001.jpg|<center>Vaso blu</center>
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===Tempio di Iside===
* Le Sale 79-84 al primo piano, situate tra i Vetri, gli Affreschi e il Plastico di Pompei, raccolgono tutto quanto si è rinvenuto nell'area del Tempio di Iside a Pompei. <br/>
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Image:Napoli_MAN_-_Bes_-_da_Pompei_1040583_.JPG|<center>Bes</center>
Image:Roman_galers_fresco_from_Naples.jpg|Navi in uscita da un porto
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===Villa dei Papiri===
* Le Sale 114-117 al primo piano, salendo lo scalone sulla sinistra, raccolgono tutte le opere d'arte rinvenute nella villa (forse appartenuta ai Pisoni), tuttora sepolta a grande profondità ad Ercolano, ma indagata nel XVIII secolo col sistema dei cunicoli. Mancano i rotoli dei papiri conservati alla [[Biblioteca nazionale Vittorio Emanuele III|Biblioteca Nazionale di Napoli]] nell'apposita "Officina dei Papiri Ercolanesi", ma sono esposti due rotoli non ancora srotolati e foto di altri.<br/>
Nella zona relativa ad Ercolano, di rilievo notevole sono le statue in bronzo provenienti dalla [[Villa dei Papiri]], tuttora in fase di scavo. Rappresentano corridori, animali, danzatrici e busti di personaggi dell'antichità creando uno splendido affresco dell'epoca.<br/>
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Image:Athlete.JPG|<center>Hermes in riposo</center>
Image:Napoli Museo Nazionale 0803.JPG|<center>Peplophoroi<br/> cd. danzatrici</center>
Image:Danzatrice.JPG|<center>Giovane donna<br/>cd. danzatrice</center>
Image:Young man.JPG|<center>Giovane</center>
Image:Scipio_Africanus_the_Elder.png|<center>cd. Scipione</center>
Image:Old man.JPG|<center>cd. Scipione</center>
Image:Seneca.JPG|<center>Pseudo-Seneca</center>
Image:Seleuco I Nicatore.JPG|<center>Seleuco I Nicatore</center>
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===Plastico di Pompei===
* Si trova al primo piano in un apposito ampio salone, la Sala 96, situata fra i Vetri ed il Tempio di Iside. <br/>
Una intera sala è occupata da un grande plastico di Pompei, che ritrae la città in tutti i suoi piccoli particolari.<br/>
(voce da sviluppare ulteriormente)
 
 
==Le sezioni Topografiche==
* Si trovano al primo piano, e vi si accede dal Salone della Meridiana, da una porta situata in fondo ad esso sulla destra.
 
===Sezione Preistorica===
* È esposta nella prima sala della sezione Topografica, la Sala 127 e nei due piani ammezzati subito al di sopra, cui si accede dalla stessa sala. <br/>
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===Età del Bronzo e del Ferro===
* È esposta in parte nella Sala 127 (Preistoria) e poi in quella successiva (Sala 126). <br/>
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===Cuma===
* Si trova al primo piano nella Sala 126, subito dopo la Preistoria. <br/>
* È allestita e visitabile solo la prima sala della sezione (nella sezione Topografica), relativa all'epoca di fondazione della colonia e accenni all'epoca arcaica. Per l'epoca classica (quindi la ricca Collezione Cumana di vasi dipinti a figure nere e a figure rosse, rinvenuti nelle sue necropoli) non vi sono indicazioni sui possibili tempi di allestimento e di apertura al pubblico. <br/>
(voce da sviluppare)
 
===Pithecusae (Ischia)===
* Si trova al primo piano nelle Sale 124-125, successive a quella dedicata a Cuma. <br/>
La prima sala (125) è dedicata ai rinvenimenti fatti a Lacco Ameno e in altre località sull'isola di Ischia. La seconda sala (124) è interamente dedicata al rinvenimento della casa greca di Punta Chiarito di [[VI secolo a.C]], che è ricostruita in scala 1 : 1, mentre nelle vetrine e nella ricostruzione sono esposti tutti i reperti rinvenutivi.
(voce da sviluppare)
 
===Neapolis===
* Si trova al primo piano, nelle Sale 118-120, situate subito dopo la Villa dei Papiri.
(voce da sviluppare)
 
===Magna Grecia===
* La sezione è chiusa al pubblico in quanto in via di trasferimento nelle nuove Sale 137-143. Non vi sono indicazioni sui possibili tempi di allestimento e di riapertura al pubblico. <br/>
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===Etruschi e Italici in Campania===
* La sezione, non ancora allestita, occuperà le Sale 130-136.
 
 
==Altre collezioni e sezioni==
===Collezione Egizia===
* Si trova nel piano seminterrato cui si accede dal piano terra, a destra dello scalone principale, alla fine della galleria degli imperatori (Sale 18-23). <br/>
Tra le altre collezione conservate ha rilievo la collezione egiziana, terza per importanza in Italia dopo i [[Musei Vaticani]] ed il [[Museo delle antichità egizie di Torino|Museo egizio]] di [[Torino]]. <br/>
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Image:Naophorus_MAN_Napoli_Inv1068.jpg|<center>Naoforo Farnese</center>
Image:Naples_mummy.JPG|<center>Mummia</center>
 
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===Collezione Epigrafica===
* Si trova nel piano seminterrato, cui si accede dall'atrio di ingresso presso il banco delle informazioni (Sale 150-155). <br/>
* La collezione è attualmente chiusa al pubblico a causa dei lavori di collegamento fra Museo e Metropolitana, non ancora terminati. Non vi sono indicazioni sui possibili tempi di riapertura al pubblico. <br/>
(voce da sviluppare)
 
===Collezione Numismatica===
* Si trova sul piano ammezzato, salendo lo scalone, sul lato destro (Sale 51-56).
(voce da sviluppare)
 
===Salone della Meridiana===
* Si trova al primo piano, alla fine dello scalone monumentale, della rampa centrale. <br/>
Il museo ospita anche, in un enorme salone seicentesco, una [[meridiana]].<br/>
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==Note==
<references />
 
 
==Bibliografia==
* A. De Franciscis - ''Il Museo Nazionale di Napoli'' - Cava dei Tirreni, 1963
* AA. VV. - ''Da Palazzo degli Studi a Museo Archeologico. Mostra storico-documentaria del Museo Nazionale di Napoli'' - Napoli, 1977
* AA. VV. - ''La Collezione Egiziana del Museo Archeologico Nazionale di Napoli'' - Napoli, 1989
* S. De Caro (a cura di) - ''Il Museo Archeologico Nazionale di Napoli'' - Napoli, 1994
* C. Gasparri (a cura di) - ''Le Gemme Farnese'' - Napoli, 1994 (2006)
* N. Barrella - ''I grandi musei di Napoli'' - Roma, 1996
* A. Milanese - ''Il Museo Reale di Napoli al tempo di Giuseppe Bonaparte e di Gioacchino Murat'' in: "Rivista dell'Istituto Nazionale d'Archeologia e Storia dell'Arte", Serie III, Anno XIX-XX, 1996-1997, pagg. 345-405 - Roma 1998
* S. De Caro - ''Il Museo Archeologico Nazionale di Napoli'' (Guida alle collezioni) - Napoli, 1999
* M.R. Borriello, T. Giove (a cura di) - ''La Collezione Egiziana del Museo Archeologico di Napoli'' (Guida alla collezione) - Napoli, 2000
* M.R. Borriello, T. Giove (a cura di) - ''La Collezione Epigrafica del Museo Archeologico di Napoli'' (Guida alla collezione) - Napoli, 2000
* M.R. Borriello, T. Giove (a cura di) - ''La Collezione Preistorica del Museo Archeologico Nazionale di Napoli'' (Guida alla collezione) - Napoli, 2000
* S. Adamo Muscettola - ''La Villa dei Papiri a Ercolano'' (e nel Museo Archeologico Nazionale di Napoli) (Guida rapida) - Napoli, 2000
* S. De Caro (a cura di) - ''Il Gabinetto Segreto del Museo Archeologico Nazionale di Napoli'' (Guida alla collezione) o (Guida rapida) - Napoli, 2000
* D. Giampaola, F. Longobardo (a cura di) - ''Napoli greca e romana tra Museo Archeologico Nazionale e centro antico'' (Guida rapida) - Napoli, 2000
* R. Cantilena, T. Giove (a cura di) - ''La Collezione Numismatica per una storia monetaria del mezzogiorno'' (Guida alla collezione) - Napoli 2001
* S. De Caro - ''I Mosaici, la Casa del Fauno'' (Guida alla collezione) - Napoli, 2001
* S. De Caro - ''La Natura Morta nelle pitture e nei mosaici delle città vesuviane'' (Guide tematiche) - Napoli, 2001
* M.R. Borriello, P. Rubino - ''La Magna Grecia'' [nel Museo Archeologico Nazionale di Napoli] [Guida rapida] - Napoli, 2003
* C. Gasparri (a cura di) - ''Le Sculture Farnese'' (Guida rapida) - Napoli, 2003
* AA. VV. - ''Cibi e sapori dell'area vesuviana'' (Guida alla mostra) - Napoli, 2005
* S. De Caro - ''Il Santuario di Iside a Pompei e nel Museo Archeologico Nazionale'' (Guida rapida) - Napoli, 2006
* C. Gasparri (a cura di) - ''Le sculture Farnese. Storia e documenti'' - Napoli, 2007
 
== Altri progetti ==
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== Collegamenti esterni ==
* [http://www.archeona.arti.beniculturali.it/sanc_it/mann/home.html Museo Archeologico Nazionale di Napoli - sito ufficiale]
* [http://www.archeologia.beniculturali.it/pages/atlante/S54.html Il Museo nel sito del Ministero per i Beni e le Attività Culturali]
* [http://marcheo.sanc.remuna.org/ Il Museo nel sito ReMuNa, Rete dei Musei Napoletani]
 
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