Museo archeologico nazionale Gianfilippo Carettoni e No. 30 Commando: differenze tra le pagine

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{{Infobox unità militare
{{Museo
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|Nome = Museo archeologico nazionale<br />"G. Carettoni" di Cassino
|Categoria = misto
|Tipologia = [[Archeologia|Archeologico]]
|Nome =
|Immagine = Museo_cassino.jpg
|Immagine =
|Larghezza = <!-- per l'immagine -->
|Didascalia = Entrata del museo
|Nazione = {{UK}}
|Data di fondazione =
|Servizio = [[British Commandos]]
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|FondatoriTipo =
|Battaglie = [[Seconda guerra mondiale]]
|Località = [[Cassino]]
|Descrizione_struttura_di_comando =
|Indirizzo = Via Montecassino (km 0,800)
|Struttura_di_comando =
|Latitudine = 41.48339
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|Direttore = Silvano Tanzilli
|Descrizione_comandante_corrente =
|Visitatori = <!-- numero di visitatori, con fonte in nota -->
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|Anno visitatori = <!-- anno a cui si riferisce Visitatori, senza link; obbligatorio se c'è Visitatori -->
|Comandanti_degni_di_nota = [[Tenente comandante]] Quintin Theodore Petroe Molesworth Riley<ref name=kingscollege>{{Cita web|accesso=2 giugno 2010|editore=Liddell Hart Centre for Military Archives, [[King's College London]]|titolo=History of 30 Assault Unit 1942-1946|url=http://www.kcl.ac.uk/lhcma/summary/xh40-001.shtml}}</ref>
|Sito = [http://www.archeolz.arti.beniculturali.it/index.php?it/165/la-sede Museo archeologico nazionale G. Carettoni di Cassino]
|Descrizione_simbolo =
|Simbolo =
|Ref = Fonti indicate nel testo principale
}}
Il '''Museo Archeologico Nazionale Gianfilippo Carettoni di Cassino''', facente capo alla Soprintendenza per i beni archeologici del Lazio, è situato lungo la ss. 149 che dal centro urbano conduce a [[Montecassino]]. L'edificio è stato costruito a ridosso delle mura dell'antica ''Casinum''<ref>Il nome di Cassino è ricordato da Varrone nel ''De lingua latina'' (VII, 28-29): la radice « cas » di ''Casinum'' è da ricollegare all’osco « cascum » che significa « antico ». Lo stesso Varrone ricorda un personaggio delle Atellane « un vecchio, che gli Osci chiamano casnar », è probabile che il nome della città derivi anche da questo « casnar ».</ref>.
In ogni caso, questa analisi ci permette di stabilire la remota origine del centro, chiamato, appunto, « antico » e dunque dell'[[#Area archeologica|area archeologica]], in posizione sovrastante l'[[#Anfiteatro|anfiteatro]] e presso la cosiddetta [[#Porte di accesso, strada basolata e sostruzioni|Porta Campana]], venuta alla luce solo successivamente alla realizzazione del museo stesso.
 
Il '''No. 30 Commando''', dal 1943 noto come '''30 Assault Unit''', è stato un'unità dei [[British Commandos]] operante nella [[Seconda guerra mondiale]], inizialmente formata per raccogliere informazioni.
== Storia ==
La prima pietra per la costruzione della struttura che accoglie il [[museo archeologico]] è stata posta il 15 marzo del 1966 in occasione del diciottesimo anniversario della distruzione di [[Cassino]] avvenuta durante la [[seconda guerra mondiale]]<ref>{{cita|Quando le foto narrano la storia, 2002.}}</ref>.<br />
I lavori di edificazione subirono notevoli ritardi e furono ultimati solo verso la fine degli [[anni 1970|anni settanta]], l'inaugurazione del museo è avvenuta nel 1979.<br />
Il 2003 è un anno importante: il 12 dicembre il museo viene intitolato a Gianfilippo Carettoni, [[archeologo]] al quale si devono importanti e fondamentali studi su ''Casinum'', oltre a quelli realizzati alla fine del 700 da Don Flavio Della Marra e all'inizio del 900 da [[Luigi Pigorini]]<ref>{{cita|12 dicembre 2003: Intitolato a Gianfilippo Carettoni il Museo Archeologico Nazionale di Cassino, 2003.}}</ref>.<br />
Gianfilippo Carettoni ha legato il suo nome alla riscoperta e valorizzazione del [[#Teatro|teatro romano]] di Cassino: gli [[scavo (archeologia)|scavi]] da lui effettuati e gli studi pubblicati ne fanno un benemerito per la città laziale.
 
==Storia==
== Struttura del museo ==
Secondo alcuni resoconti, l'unità fu schierata per la prima volta durante il [[raid su Dieppe]] dell'agosto 1942, nel fallito tentativo di catturare una [[enigma (crittografia)|macchina Enigma]] e del materiale pertinente.<ref>Ogrodnik, Irene. [http://www.globalnews.ca/feature/6442694158/story.html "Breaking German codes real reason for 1942 Dieppe raid: historian."] {{webarchive |url=https://web.archive.org/web/20121024000000/http://www.globalnews.ca/feature/6442694158/story.html |date=24 October 2012 }} ''Global News,'' 9 August 2012. Retrieved: 13 August 2012.</ref>
Il museo si sviluppa su una superficie di 500 m² organizzata in tre sale e un [[#Lapidarium|lapidarium]] al piano inferiore. Già nel giardino è esposta una raccolta di frammenti architettonici, per lo più pertinenti a sepolcri, e di [[epigrafi]].
 
Nel settembre 1942 ne fu ufficialmente autorizzata la formazione, sotto l'egida del [[Naval Intelligence Division|Director of Naval Intelligence]]. Conosciuto inizialmente come '''Special Intelligence Unit''', comprendeva 33 elementi dei [[Royal Marines]], 34 del [[British Army]] e 36 della [[Royal Navy]]. Una delle personalità più rilevanti coinvolte era il ''Commander'' [[Ian Fleming]] (in seguito autore della serie di romanzi di [[James Bond]]). L'unità aveva la missione di precedere le forze alleate in avanzata, o di compiere infiltrazioni clandestine nel territorio nemico per terra, mare o aria, impadronendosi di informazioni preziose in forma di codici, documenti, equipaggiamenti o personale.<ref name=kingscollege/> Spesso lavoravano in stretto contatto con le sezioni ''Field Security'' dell'[[Intelligence Corps (Regno Unito)|Intelligence Corps]]. Elementi della ''Special Intelligence Unit'' erano presenti in tutti i teatri operativi e di solito agivano indipendentemente, raccogliendo informazioni dalle strutture conquistate.<ref name=kingscollege/>
===Ingresso===
All'entrata osserviamo materiali lapidei e reperti di [[epoca preistorica]] e risalenti alla [[protostoria]].<br />
Per i primi abbiamo un'[[altare|ara]] in [[calcare]] con epigrafe dedicatoria proveniente e un [[fusto (architettura)|fusto]] liscio di [[colonna]] in marmo policromo dal teatro di Cassino ascrivibile all'[[età augustea]].
 
L'unità prese parte agli sbarchi dell'[[Operazione Torch]] (novembre 1942), approdando ad ovest di [[Algeri]] a [[Sidi Fredj]] l'8 novembre.<ref name=hain33>Haining, p.33</ref> Erano stati muniti di carte dettagliate e fotografie della zona e della periferia della città che ospitava il comando della marina militare italiana. Entro 24 ore tutti gli ordini dii battaglia delle flotte tedesca e italiana, l'elenco dei codici usati in quel periodo ed altri documenti erano stati spediti a Londra.<ref name=hain33/>
====Vetrina a banco====
Mostra vasetti miniaturistici con datazione che va dal IX al VII secolo a. C., rinvenuti ad [[Aquino]], a Villa S. Lucia-S. Scolastica e a Pietra Panetta.<br />
Da Cassino, presso la Località Folcara, proviene un frammento di [[molare]] d'[[elefante]], databile al [[paleolitico]].
 
Rinominato '''30 Commando''' e conosciuto pure come '''Special Engineering Unit''',<ref name=kingscollege/> per la maggior parte del 1943 l'unità, o qualche sua parte, operò nelle [[Isole greche]], [[Norvegia]], [[Sicilia]] ([[Pantelleria]]) e [[Corsica]].<ref name=kingscollege/> 34 componenti operarono principalmente nelle campagne italiana e dei Balcani. Le sue missioni sono rimaste asseritamente soggette alla normativa sul segreto militare. Il membro più famoso fu forse [[Johnny Ramensky]], uno scassinatore lituano-scozzese.<ref name="NAS">{{cita web|titolo=Feature: Gentle Johnny|url=http://www.nas.gov.uk/about/061123.asp|editore=The National Archives of Scotland|accesso=15 settembre 2016}}</ref> Queste unità erano normalmente infiltrate oltre le linee nemiche con il paracadute.
===Prima sala (ottagona)===
[[File:Sala ottagona ed Eroe di Cassino.jpg|thumb|Panoramica della prima sala del Museo Archeologico Nazionale G. Carettoni di Cassino]]
La sala contiene materiale risalente alla preistoria e alla protostoria, oltre ai reperti di [[epoca romana]] provenienti dalla [[necropoli]] di Campo di Porro, e la statua dell'eroe, anch'essa di epoca romana.<br />
Ai due lati dell'entrata troviamo una colonnina marmorea scanalata e un fusto di colonnina in marmo bigio.
 
Nel novembre 1943 l'unità rientrò in Gran Bretagna per prepararsi all'invasione alleata della Francia. Fu rinominata '''30 Assault Unit''' (30AU) in dicembre,<ref name=kingscollege/> e riorganizzata nelle aliquote "A", "B" e "X" (evidentemente in analogia di fatto con le linee di servizio comune delle operazioni interforze). Un distaccamento, dal nome in codice ''Pikeforce,'' sbarcò a [[Juno Beach]].
====Prima vetrina====
Presenta i rinvenimenti provenienti dalla necropoli di Campo di Porro. La necropoli è stata individuata in località Campo di Porro, a pochi chilometri dalle mura di ''Casinum''. L'area sepolcrale è di età romana, collocabile dal I al II secolo a. C.<ref name="cita|Tanzilli, 2004">{{cita|Tanzilli, 2004.}}</ref><br />
Primo Ripiano: bronzo (monete; un [[ardiglione]]; chiodi; una pinzetta; un anello; aghi; una campanella, forse pendaglio; una lastrina); ferro (un coltello; chiodi; diversi elementi e strumenti); ceramica (un frammento; balsamari; una fuseruola); argento (una moneta); osso (uno [[spillone]]); vetro (balsamari); una gemma incisa con volto di [[Ercole]]; una castone di anello; brocchette in impasto.<br />
Secondo Ripiano: un'[[anfora]] frammentaria; diverse olle in impasto; coperchi di olla; una ciotola in terra sigillata italica; una coppa.<br />
Terzo Ripiano: sono esposti due scheletri di fanciullo rinvenuti nella tomba 9, entrambi collocabili al II-III secolo d. C.
 
{{clear}}
====Seconda vetrina====
Contiene i rinvenimenti dal sepolcreto di ''Casinum'': necropoli volsca dell'[[età del ferro]] che sarà poi utilizzata anche dai [[Civiltà romana|romani]], individuata da Gianfilippo Carettoni in una zona relativamente pianeggiante situata a ridosso dell'area archeologica<ref>{{cita libro|nome=Gianfilippo|cognome=Carettoni|titolo=Sepolcreto dell’età del Ferro scoperto a Cassino|collana=Bull. Paletn. It. 67-68|anno=1958-59|pp=166-204}}</ref>. Sono state recuperate sedici sepolture di cui cinque sono femminili, sette maschili, una di infante, le altre non sono definibili per la scarsezza del materiale. I resti dei corredi funerari rinvenuti permettono di datare il sepolcreto a un periodo compreso tra la fine dell' VIII e il VI secolo a. C. La vetrina contiene poi rinvenimenti da luoghi vicini a Cassino: Villa S. Lucia-S. Scolastica, S. Vittore del Lazio-Colle Radicosa, Aquino, S. Biagio Saracinisco-Ominimorti. Tali resti appartengono alle età della preistoria e della protostoria.<br />
Primo Ripiano: espone i corredi funerari delle tombe 1-2-3-4-5, sono [[fibule]] in bronzo; vaghi (perle) a forma di goccia in ambra; una borchietta (ornamento di velo o abito) in bronzo; lame di ferro; [[armille]] in bronzo; anelli in bronzo; un [[raschiatoio]] in selce; resti di vaso in impasto. È presentata anche un'anfora in impasto con decorazione incisa, proveniente da Villa S. Lucia-S. Scolastica.<br />
Secondo Ripiano: contiene i corredi delle tombe 6 e 7 del sepolcreto di ''Casinum''. Abbiamo: bronzo (fibule; armille; elementi di cintura; pendagli a bulla circolare; pendagli ad ancora; una catenella di anellini concatenati tra loro; una punta di lancia e un anellino); pendagli a bulla romboidale in ferro; vaghi di collana in pasta vitrea e vaghi di collana in ambra; una lama frammentaria di un coltello; una tazza carenata.<br />
Terzo Ripiano: contiene reperti rinvenuti a S. Vittore del Lazio-Colle Radicosa (materiale d'abitato dell'età del ferro, IX-VIII secolo a. C.); Aquino (industria litica, [[Paleolitico Superiore]]); Villa S. Lucia-S. Scolastica (frammenti di bacile bronzeo, VII secolo a. C.; lama di [[ossidiana]], [[età neolitica]]; materiale d'abitato dell'[[età del ferro]], IX-VIII secolo a. C.; industria litica, Paleolitico Superiore e [[Paleolitico Medio]]); S. Biagio Saracinisco-Ominimorti (materiale d'abitato dell'età del ferro, IX-VIII secolo a. C.).
 
====Vetrina aNote banco====
<references/>
Esibisce il calco del ''[[Lapis Satricanus]]''. Osserviamo, poi, la cosiddetta ''Arma Samnitium'', che appartiene al corredo dei metalli, recuperata a S. Biagio Saracinisco. Si tratta di una spada con fodero saldati insieme ad elementi di giavellotto di datazione ascrivibile al IV-III secolo a. C.
 
====Terza vetrina====
Presenta i resti rinvenuti presso il sepolcreto di ''Casinum''.<br />
Primo Ripiano: espone i resti dei corredi delle tombe 8-9-10-11, con fibule; fermatrecce; una brocchetta; elementi in bronzo; tazze con impasto bruno; una scodella; pendagli d'ambra; vaghi di pasta vitrea; una catenella; un'olla in impasto rossastro; frammenti di vaso in impasto.<br />
Secondo Ripiano: contiene i reperti dai corredi delle tombe 12-13-14-16 con fibule in bronzo; un elemento bronzeo, forse pendaglio; resti di scheletro; una lama di coltello in ferro; una scodella monoansata; un anello e due spirali in bronzo; un elemento di fibbia di cinturone; un'ascia in ferro; un'anforetta in impasto bruno scuro; frammenti di tazza; un piccolo pendaglio in osso.<br />
Terzo Ripiano: contiene i resti del corredo della tomba 15, con schegge di selci; un'ascia in ferro; una corta spada in ferro; piccoli anelli; un pendaglio in bronzo; fibule.
 
====Quarta vetrina====
[[File:Cinturone sannita.jpg|thumb|Cinturone sannita appartenente al corredo dei metalli proveniente da S. Biagio Saracinisco (V-IV secolo a. C.)]]
Primo Ripiano: espone il materiale proveniente da S. Biagio Saracinisco-Ominimorti, risalente ad un periodo di V-IV secolo a. C., con metalli (un cinturone sannita in bronzo; punte a giavellotto in ferro); reperti ceramici; una scodella; una coppa con piede. Osserviamo poi un rinvenimento proveniente dalla stipe di ''Mèfete'' di ''Aquinum'', tale stipe è una delle tante dedicata a questa divinità italica, legata alla presenza di acque terapeutiche, diffuse nell'Italia centro-meridionale. L'oggetto in questione è un frammento del labbro di un vaso di marmo con iscrizione destrorsa in [[lingua osca]] a ''Iunoni Puplunai'', Giunone Pupluma, databile al III secolo a. C.<br />
Secondo Ripiano: espone materiale proveniente dalla necropoli volsca di ''[[Satricum]]'', con olle; un ''[[kantharos]]''; anforette; scodelle a vernice nera; coppette; brocchette; un ''kylik'' a vernice nera; un ''[[pelike]]'' a vernice nera; una tazza a vernice nera.<br />
Terzo Ripiano: mostra materiale sporadico dal sepolcreto di ''Casinum'', con vasi e frammenti di vasi; diverso materiale bronzeo (una fibula, una punta di lancia, anelli, frammenti); schegge silicee; un'anforetta.
 
====Statua dell'eroe====
[[File:Statua Eroe.JPG|thumb|Statua rinvenuta nel teatro di ''Casinum'' (seconda metà del I secolo a. C.)]]
La statua è stata rinvenuta da Gianfilippo Carettoni durante gli scavi del teatro nel 1936, all'interno del pozzo grande della [[Spazio scenico|scena]]<ref>{{cita|Carettoni, 1939.}}</ref>. Nel 1938 l'eccezionale reperto venne portato al [[Museo Archeologico Nazionale di Napoli]]. Nel 2002 il calco dell'eroe è stato esposto presso il nostro Museo Archeologico<ref>{{cita|Tanzilli, 2002.}}</ref> e solo nell'aprile 2013 l'originale è rientrato a Cassino, in occasione dei [[Campionati Nazionali Universitari]]<ref>{{cita news|url=http://ciociaria.ogginotizie.it/234320-cassino-il-ritorno-della-039-atleta-eroe-applausi-hanno-accolto-la-statua/#.VCQdOv28Sg0|titolo=Cassino. Il ritorno dell'Atleta-Eroe: applausi hanno accolto la statua|accesso=26 settembre 2014|data=17 aprile 2013|pubblicazione=Ciociaria Oggi}}</ref>.<br />
La statua è databile alla fine della [[Repubblica romana]], alla seconda metà del I secolo a.C.<br />
È in [[marmo pentelico]], al momento dello scavo solo il torso era in ottimo stato, mentre gli altri frammenti furono trovati ad una certa distanza da esso sparsi all'interno e all'esterno della scena.<br />
Dopo la ricomposizione l'immagine rappresenta un uomo in [[nudità eroica]] in atteggiamento di riposo e distacco dall'impresa appena compiuta. L'atteggiamento è quello di un uomo nel pieno della sua virilità, dai tratti energici e risoluti evidenziati dalle profonde rughe, dagli occhi incassati nelle orbite e dalla bocca dal taglio fermo. La tipologia del volto, dalla fisionomia fortemente personalizzata, è ottenuta con un modellato che si distingue da quello del corpo, più morbido e sfumato, per i tratti decisi della caratterizzazione di ogni particolare della testa. L'intenzione di creare un ritratto personalizzato su di un corpo atletico di derivazione greca riporta al gusto neoattico tipico della fine della [[Repubblica romana]], periodo in cui numerosi esempi attestano il ricorso a modelli derivati dalle opere degli artisti greci. Probabilmente, nel caso dell'eroe, si tratta di un membro della famiglia della [[gens Ummidia]] che annovera importanti personaggi quali Gaio Ummidio Durmio Quadrato e sua figlia Ummidia Quadratilla.
 
===Seconda sala===
Sono esposti i materiali architettonici, scultorei e ceramici provenienti dall'area archeologica di Cassino, in più i reperti dalla necropoli di ''Casinum''<ref>{{cita|Bosso, 2007.}}</ref> e dalla necropoli di ''Aquinum''<ref>{{cita|Jadecola, 2008.}}</ref>.
 
====Materiali disposti in sala (da sinistra)====
*[[Capitelli ionici]]: due capitelli a quattro facce in stucco bianco, rinvenuti presso il [[#Mausoleo di Ummidia Quadratilla|mausoleo di Ummidia Quadratilla]] e databili alla seconda metà del II secolo a. C.<br />[[File:Capitelli in stucco.JPG|thumb|Capitelli rinvenuti presso il mausoleo di Ummidia Quadratilla (seconda metà del II secolo a. C.)]]
*Una lastra di rivestimento in calcare con decorazioni a girali: proveniente dalla necropoli di ''Casinum'', è databile alla seconda metà del I secolo a. C.
*Due are funerarie in calcare.
*Tre frammenti di cornici curvilinee: provengono dal teatro di ''Casinum'', sono in [[marmo lunense]] ed hanno modanature decorate con ''anthemion'', astragalo, motivo a squame, dentelli, ''kyma'' lesbio, databili all'[[età augustea]].
 
====Materiali disposti sul tavolo centrale====
*Un frammento di fusto di colonna, proveniente dal teatro di ''Casinum'', è in [[marmo pavonazzetto]] e databile all'età augustea.
*Una testa marmorea di [[Atena]]: di provenienza ignota, e databile al periodo che va dal I secolo a. C. al II secolo d. C.
*Un frammento di cornice curvilinea, proviene dal teatro di ''Casinum'', è in marmo lunense con modanature decorate, ed è databile all'età augustea.
*Tre capitelli provenienti da Cassino, databili all'[[età imperiale]]: il primo è stato rilavorato e reimpiegato come base di elemento angolare per la chiesa Madre di Cassino.
 
====Letto funerario dalla necropoli di ''Aquinum''====
[[File:Letto funerario in osso.jpg|thumb|Letto in osso rinvenuto dalla necropoli ''Aquinum'']]
La sala offre reperti dei corredi e il letto in osso provenienti dalla necropoli di ''Aquinum''<ref>{{cita|Jadecola, 2008}}</ref>.<br />
Dalla necropoli è emerso un consistente corredo e nella vetrina a banco è esposta una parte di questi materiali. Questi oggetti consentono di datare l'inizio della necropoli tra la fine del III e l'inizio del II secolo a. C., con una frequentazione ininterrotta fino all'inizio del I secolo a. C.<br />
Tra i rinvenimenti dalla necropoli c'è un letto in osso, che è stato scoperto sul lato di fondo della tomba 6 insieme ad altri elementi, è stata, infatti, ipotizzata la presenza di una cassettina con decorazioni in osso e metallo e, forse, un piccolo sgabello, sempre in osso, di cui sono stati trovati dei resti.
Il letto funerario, composto da 4 ''fulcra'', 2 sponde ricavate sui lati lunghi del manufatto e le gambe, risulta completo nella sua ricostruzione.<br />
Notiamo una struttura slanciata e una decorazione ad altorilievo dei cilindri delle gambe e bassorilievo dei ''fulcra''.<br />
Le gambe erano costituite da una struttura lignea con anima in ferro e decorata da elementi in osso modulari; la parte figurativa in altorilievo propone sul lato estremo figure femminili alate, sul lato interno erme con teste femminili e/o di [[putti]].<br />
I ''fulcra'' erano rivestiti sulle due facce laterali da lastrine sagomate e decorate in bassorilievo, nel ''culmen'' teste di cigno che portano nel becco un fagotto, nel campo centrale centauri accovacciati con [[pisside]] in una mano, nei medaglioni teste maschili di profilo.<br />
Le sponde erano decorate da elementi convessi, ricorrenti al centro, e da cornici laterali.<br />
Il letto era probabilmente ricoperto da una lamina d'oro (tracce di doratura e foglie sulla capigliatura, panneggi delle vesti e ala).
 
===Terza sala===
[[File:Veduta della sala 3 del Museo Archeologico Nazionale G. Carettoni di Cassino.JPG|thumb|Panoramica della terza sala]]
Vi sono raccolti materiali architettonici, scultorei, epigrafici e ceramici provenienti dal teatro e dall'area archeologica di Cassino, oltre che da località vicine<ref>{{cita|Bosso, 2007}}</ref>.
 
====Materiali disposti in sala (da sinistra)====
*Due frammenti di fusto liscio di colonna, in [[marmo africano]], dal teatro, di età augustea.
*Un'ara cilindrica in [[calcare]] decorata con ghirlande a rilievo sostenute da [[bucrani]], proviene da Via Panoramica sulla s. s. Montecassino ed è databile alla prima metà del I secolo a. C.
*Un coperchio di cinerario in calcare ''ad omphalos'', decorato con un tralcio d'edera, proviene da Cassino, località ignota, ed è databile al I secolo a. C.
*Un elemento di forma quadrangolare, proveniente dalla chiesa di S. Maria del Riparo di Cassino, e databile in età augustea.
*Un elemento di macina, proveniente dal teatro.
*Due frammenti in calcare di [[fregio]] d' [[ordine dorico]] a [[triglifi]] alternati a [[metopa|metope]], rinvenuti in contrada Foresta a Cervaro, databili al I secolo a. C.
 
====Materiali disposti sul tavolo centrale====
Sono esposti rinvenimenti provenienti dal teatro, databili all'età augustea: un frammento di torso in marmo bigio pertinente ad una statuetta rappresentante un cavallo nell'atto di impennarsi; un frammento di lastra marmorea in marmo bianco decorato a motivi floreali; frammenti di statua in marmo bianco; una base triangolare di candelabro in [[marmo pentelico]] (su ognuno dei lati c'è un oggetto dionisiaco); un frammento di fusto liscio di colonna in [[alabastro]] listato.
Da provenienza ignota e databili tra il I e il II secolo a. C. vi sono una porzione di rilievo funerario in marmo bianco, rappresentante il busto di due defunti.
Dall'area archeologica proviene una statua femminile con [[chitone]] in marmo bianco del II secolo d. C.
 
====Griglia====
Espone iscrizioni e reperti lapidei in marmo provenienti dal teatro e da zone limitrofe, databili dal II secolo a. C. al III secolo d. C.
 
====Prima vetrina====
Primo ripiano: mostra esemplari di testine marmoree e un frammento di mano scoperti nel teatro, sono databili tra la fine del I secolo a. C. e il II secolo d. C.<br />
Secondo ripiano: espone ceramiche provenienti dall'area archeologica. Abbiamo coppe, piatti e coperchi in ceramica a vernice nera databili tra il IV e il II secolo a. C. Seguono alcuni frammenti del III-II secolo a. C. Infine osserviamo alcuni esemplari di coppe e tazze in ceramica sigillata italica, in terra sigillata tardo italica e terra sigillata chiara africana, databili tra il I e il VII secolo d. C.<br />
Terzo ripiano: espone anfore e frammenti di anfore rinvenuti in area archeologica e databili tra il III secolo a. C. e il II secolo d. C.
 
====Vaso con segni zodiacali====
[[File:Manufatto con segni zodiacali.JPG|thumb|Manufatto in marmo bianco proveniente da ''Aquinum'' (II secolo d. C.)]]
Si tratta di un manufatto in marmo bianco, proveniente da ''Aquinum'' e databile al II secolo d. C. Le pareti sono lisce, la fascia centrale è decorata con la raffigurazione dei segni dello [[zodiaco]], nella sequenza canonica, tuttavia non è rappresentato il segno dei pesci. I segni zodiacali sono di dimensioni differenti e posti a distanze diverse l'uno dall'altro.
 
====Seconda vetrina====
Primo ripiano: mostra ceramica da mensa e da fuoco di uso quotidiano, gli esemplari provengono dall'area archeologica e sono databili tra il III secolo a. C. e il V secolo d. C. (un tegame; coppe; un frammento di bacino; boccalini e brocche per liquori; coperchi per pentole; balsamari usati per contenere profumi; frammenti di anfore, anse e frammenti di anse; fuseruole; fittili interpretati come lucerne, candelieri o tappi di anfore).<br />
Secondo ripiano: espone materiali provenienti dal sepolcreto di Cassino e dal Ninfeo Ponari, databili tra il III secolo a. C. e il II secolo d. C., con antefisse fittili e frammenti di antefissa; lastre fittili e frammenti di lastre fittili e in marmo rosso; un gocciolatoio; una maschera fittile; pesi da telaio; frammenti di pavimento e mosaico; frammenti di un mattone e di decorazione marmorea; un corno in bronzo con tracce di lamina in oro pertinente ad una statua; un frammento di alabastro; un piccolo animale in terracotta; testine; una mascherina.<br />
Terzo ripiano: sempre dal sepolcreto di Cassino e dall'area archeologica abbiamo fistulae acquarie fittili e plumbee, un frammento di tubatura fittile, mattoncini circolari per ''suspensurae''.
 
===Lapidarium===
[[File:- lapidarium.jpg|thumb|''Lapidarium'']]
Durante i lavori di costruzione del museo sono stati individuati resti di strutture murarie e ambienti che testimoniano una storia edilizia plurisecolare dell'area. Ad una prima fase, inquadrabile in età repubblicana, appartengono alcuni tratti di mura in ''[[opus quadratum]]'' di calcare travertinoso. Ad una seconda fase, riconducibile forse all'età tardo-repubblicana, appartengono le strutture in ''[[opus caementicium]]''<ref>{{cita|Valenti, 2007.}}</ref>.
Il ''Lapidarium'' è costituito da due ambienti nei quali sono esposti materiali lapidei molti dei quali contengono testi epigrafici. Si tratta per lo più di iscrizioni dedicatorie che menzionano nomi e cognomi di famiglie rinomate durante la repubblica e l'[[Impero romano]].
 
==Area archeologica==
L'area comprende i resti dell'antica ''Casinum'': il popolamento della città comincia in epoca preistorica ma abbiamo tracce precise soltanto a partire dalla protostoria. ''Casinum'' risulta essere popolata prima dai [[volsci]], poi dai [[sanniti]], e passa sotto il dominio romano a partire dal III secolo a. C.
L'area prevede un percorso attraverso il quale si osservano le mura megalitiche, la Porta Campana, le [[sostruzioni]], l'anfiteatro, il cosiddetto mausoleo di Ummidia Quadratilla, il teatro, il ninfeo, passando per più tratti su strada basolata.
 
===Mura megalitiche===
[[File:Mura megalitiche.jpg|thumb|Mura megalitiche di ''Casinum'']]
Le mura megalitiche sono costruzioni avvolte in un affascinante alone di mistero e ''Casinum'' ne possiede tre diverse cinte: le prime due muraglie sono identificabili come costruzioni preromane e databili al V-IV secolo a. C., il terzo anello è sicuramente più tardo.
Un ampio circuito murario racchiude l'antica città romana, si tratta di poderose mura in [[opera poligonale]] con un percorso di circa 4,5&nbsp;km. La cinta abbracciava un'area più vasta di quella effettivamente urbanizzata, andando a raggiungere la cima di Montecassino e lo sperone roccioso di [[Rocca Janula]].
Un'altra cinta di mura in opera poligonale circonda Montecassino, essa è raccordata, come già esposto, al circuito della città.
All'interno del circuito dell'[[acropoli]] sono visibili i resti di un terzo anello, che si trova al di sotto dell'abbazia, anch'esso in opera poligonale, con funzione di sostruzione degli edifici preesistenti<ref name= "BT2009">{{cita|Betori e Tanzilli, 2009.}}</ref>.
 
===Porte di accesso, strada basolata e sostruzioni===
[[File:Porte di accesso, strada basolata e sostruzioni.png|thumb|Strutture dell'antica ''Casinum'']]
L'ingresso alla città era assicurato da almeno due porte: provenendo da Roma si entrava nell'abitato attraverso la cosiddetta Porta Romana, che si apriva sul lato sud-ovest della cinta muraria in opera poligonale e, dopo aver attraversato longitudinalmente l'abitato, se ne usciva attraverso la cosiddetta Porta Campana, che si trovava sul lato nord-est. Di Porta Romana non resta traccia, cosa che invece abbiamo per la Porta Campana.<br />
La strada basolata era in calcare bianco, classificata come via Latina Nuova, proseguiva all'interno della città e usciva dalla porta Campana. Un tracciato esterno alle mura si collegava alla precedente, il lastricato è perfettamente conservato ed è delimitato ai lati da un basso marciapiede, i visibili solchi lasciati dalle ruote dei carri attestano un'intensa e prolungata frequentazione di questo accesso alla città.<br />
La strada lastricata extraurbana costeggia brevi tronconi delle mura e due grosse sostruzioni di terrazzamento al pendio. La prima sostruzione, molto restaurata, presenta una fronte lunga più di 15 m, con 14 nicchie e due bracci ortogonali che si interrano progressivamente nel pendio. Proseguendo lungo la strada si incontra la seconda imponente sostruzione, lunga 33,45 m. Anche questa è articolata in tre bracci: alle spalle di quello frontale c'è la solita sequenza di nicchie di scarico<ref>{{cita|Ghini e Valenti, 1995.}}</ref>.
 
===Anfiteatro===
[[File:Anfiteatro romano.jpg|thumb|Anfiteatro di ''Casinum'' (età giulio-claudia)]]
L'anfiteatro è situato all'esterno dell'area urbana di ''Casinum'', a ridosso delle mura poligonali. La scelta di questa posizione è dovuta, forse, all'assenza di altre aree edificabili all'interno della città o forse perché costruito in un terreno di proprietà della probabile finanziatrice dell'opera: la matrona Ummidia Quadratilla<ref>Due epigrafi legano l'anfiteatro al nome di Ummidia Quadratilla (''CIL X1'', 5183; [[Amedeo Maiuri]], ''Cassino. Iscrizione monumentale presso l'anfiteatro'', in ''«Notizie degli scavi di antichità. Atti della R. Accademia Nazionale dei Lincei»'', Roma, 1929, p. 29).</ref>. Tale posizione, comunque, consentiva sia agli abitanti di ''Casinum'' sia alla popolazione del contado una piena e comoda fruibilità del monumento. L'anfiteatro venne costruito vicino alla necropoli di ''Casinum'', nell'area dell'anfiteatro c'era, con tutta probabilità, un'appendice della suddetta necropoli che dovette essere eliminata proprio per la costruzione dell'edificio, forse per una scelta di natura politica.<br />
L'edificio ospitava circa 4000-4200 spettatori per un totale di 12 gradinate.<br />
La costruzione dell'anfiteatro sarebbe da collocare in un periodo precedente a quello riferibile a Ummidia Quadratilla, e ascrivibile alla tarda età augustea o comunque all'[[età giulio-claudia]].<br />
L'anfiteatro ha una pianta ellittica, nel suo asse maggiore misura m 85, nel suo asse minore m 69, nel punto di massima altezza raggiunge i m 18, è realizzato in ''[[opus reticulatum]]''.<br />
Il muro perimetrale, oltre che dai [[Fornice|fornici]], è interrotto nella sua linearità da una sequenza di blocchi parallelepipedi che servivano da appoggio ai pali di sostegno del ''[[velarium]]''.<br />
Alla sommità delle gradinate nella parte nord ovest, sull'asse minore dell'ellissi, ci sono tre piccoli ambienti a pianta rettangolare, tre palchi. Quello centrale è il ''tribunal'': una sorta di piccolo vano coperto a uso per le autorità<ref name="cita|Tanzilli, 2004"/>.
 
===Mausoleo di Ummidia Quadratilla===
{{vedi anche|Mausoleo di Ummidia Quadratilla}}
[[File:Mausoleo Ummidia Quadratilla.jpg|thumb|Mausoleo di Ummidia Quadratilla (metà del I secolo d. C.)]]
L’edificio noto come [[mausoleo]] di Ummidia Quadratilla è stato concepito in epoca romana alla metà del I secolo d. C. come mausoleo monumentale. Alla fine dell’XI secolo venne trasformato in chiesa dedicata a S. Nicola da Teodebaldo. Caduto in successivo abbandono, venne nuovamente ristrutturato per volere dell’abate Diodato alla fine del XVII secolo e dedicato al Crocifisso. I restauri seguenti hanno riportato alla luce le strutture del mausoleo, pesantemente danneggiato dai bombardamenti del secondo conflitto mondiale, azzerando quasi completamente le fasi medievali e tardo seicentesche della chiesa.<br />
L’edificio si trova all’interno dell’area urbana di ''Casinum'', immediatamente a ridosso della linea delle mura, appena a valle del teatro.<br />
La tomba è realizzata con una struttura in ''opus quadratum'' che è probabilmente contemporanea alla fodera esterna in ''[[opus latericium]]'' e opera mista caratterizzata da specchiature in reticolato di calcare fra ricorsi in mattoni.<br />
Ummidia Quadratilla Asconia Secunda apparteneva alla famiglia degli Ummidi Quadrati ed era figlia di Gaio Ummidio Durmio Quadrato.<br />
La tomba di Ummidia Quadratilla è organizzata su due livelli. Quello superiore, corrispondente al podio, è quasi scomparso del tutto, ne resta solo il [[tamburo (architettura)]] ottagonale in blocchi lapidei. Il livello inferiore corrisponde alla cella vera e propria, parzialmente ipogea, realizzata in opera quadrata di blocchi di calcare<ref>{{cita|Betori, Scaroina e Tanzilli, 2011.}}</ref>.
 
===Teatro===
[[File:Teatro romano di Casinum.jpg|thumb|Teatro romano di ''Casinum'' (età augustea)]]
Il teatro romano, noto fin dal XVIII secolo, venne scavato da Gianfilippo Carettoni a nome della Soprintendenza della Antichità della Campania rappresentata dal professore Amedeo Maiuri.<br />
Il teatro subì diverse distruzioni per i bombardamenti che colpirono Cassino durante la seconda guerra mondiale, e dopo la guerra fu anche depredato.<br />
Nel 1956 è iniziata la prima vera operazione di restauro, per mano dell'architetto Giulio Jacopi della Soprintendenza di Napoli, tale lavoro ha riguardato le strutture fuori terra sia nell'area della scena e nel coronamento, sia nelle sostruzioni della [[cavea]] e della gradinate, le quali vennero completamente ricostruite in stile.<br />
Successivamente, è stata realizzata una grande operazione di recupero del monumento, sono stati attuati espropri e abbattimenti delle costruzioni interessate, è stato costruito un parcheggio.
Nel biennio 2000/2001 ci sono stati nuovi interventi di restauro e scavi diretti dall'architetto Silvano Tanzilli, lavori che hanno interessato l'area dei portici post scaenam e la parte terminale est che concludeva il commesso teatrale, a ridosso della strada basolata<ref>{{cita|Restaurato il teatro romano di Cassino, 2001.}}</ref>.<br />
Le caratteristiche tecniche collocano la sua datazione in età augustea.<br />
La cavea era divisa da uno stretto passaggio/corridoio (''praecinctio'') in due settori distinti (''moeniana''), superiore (''summa cavea'') e inferiore (''ima cavea''). I gradini erano divisi, attraverso strette scale, a loro volta in 4 sezioni (''cunei)'', intagliate nei blocchi. Il meniano superiore era coronato da una galleria semi-anulare voltata (''crypta''), oggi in gran parte perduta.<br />
La scena ha una pianta rettangolare, nel muro di fondo (''frons scaenae''), ancora parzialmente conservato, si aprivano le classiche tre porte attraverso le quali entravano ed uscivano gli attori nel teatro antico: la ''regia'' al centro e le ''hospitalia'' ai lati.
La parte posteriore della scena era caratterizzata dalla fronte continua del muro con paramento in ''opus reticulatum'' e dalle brevi rampe di accesso alle tre porte inquadrate da semicolonne di calcare.
Dagli ultimi scavi sul teatro è emerso che esisteva sui tre lati della piazza retrostante la scena un portico a doppia campata, mentre sul lato ovest, a ridosso della scena, un portico ad una sola campata con pilastri e colonne, del quale si conservano lo stilobate e la canaletta esterna (visibile anche sul lato sud)<ref>{{cita|Tanzilli, 2001.}}</ref>.
 
===Ninfeo Ponari===
[[File:Ninfeo Ponari.jpg|thumb|Ninfeo Ponari di ''Casinum'' (I secolo a. C.)]]
Il Ninfeo Ponari si trova nella zona mediana dell'antica ''Casinum'', sulla fascia longitudinale a monte del sistema urbanistico dell'antica città e ne occupa uno dei quadranti settentrionali. In questa zona, caratterizzata da una certa pendenza, trovavano collocazione le principali ''[[domus]]'' della città romana.<br />
L'edificio è databile al I secolo a. C., ma le decorazioni arrivano fino al II secolo d. C.<br />
Il ninfeo risulta semi-incassato nel terreno e coperto da una [[volta a botte]] a sesto ribassato, presenta una pianta rettangolare, chiuso su tre lati e completamente aperto su quello frontale. Le tre pareti sono movimentate dalla presenza di nove nicchie (tre per ogni parete) a pianta rettangolare e copertura piana.<br />
L'edificio si apriva con una sorta di stretto atrio, da intendere come parte integrante dell'edificio stesso. Tale atrio è a pianta quasi quadrata, delimitato da pareti laterali scandite verticalmente in facciata da [[lesene]], completamente scoperto e arricchito, al centro, da una piccola vasca a pianta quadrata.<br />
Il pavimento è decorato con un mosaico a scaglie marmoree (''scutulatum'').<br />
Le pareti del ninfeo rivelano tracce dell'esistenza di due fasi decorative. La prima fase decorativa è detta a “mosaico rustico”, realizzata con tesserine di blu egiziano, frammentini di calcare, forme di vetro policromo e conchiglie di vario tipo (tellina, ''cardium'', ''murex brandaris'', ecc.). La seconda fase decorativa parietale è più tarda, testimonia una ristrutturazione del complesso in età imperiale e consiste in una decorazione a intonaco dipinto.<br />
Interessante è osservare gli ornamenti dell'atrio che precede il ninfeo, le pareti hanno la stessa successione delle due fasi descritte precedentemente.<br />
La pavimentazione dell'avancorpo, in mosaico monocromatico, è assai lontana dalla raffinatezza di quella dello spazio interno. Lo spazio centrale dell'ambiente è occupato da una vasca di compluvio foderata in marmo bianco venato, fiancheggiata sui lati lunghi da lastre di marmi mischi probabilmente di [[reimpiego]] e dalla disposizione irregolare. Il resto dello spazio è pavimentato in mosaico bianco a tessere medio-grandi in calcare<ref>{{cita|Betori, Tanzilli e Valenti, 2009.}}</ref>.
 
==Note==
{{references}}
 
==Bibliografia==
{{refbegin}}
;Museo
* {{Cita libro|cognome=Chappell|nome=Mike|titolo=Army Commandos 1940–45|anno=1996|editore=Osprey Publishing|città=London|isbn=1-85532-579-9}}
*{{cita pubblicazione|titolo=12 dicembre 2003: Intitolato a Gianfilippo Carettoni il Museo Archeologico Nazionale di Cassino|pubblicazione=Studi Cassinati|numero=4, anno 3°|anno=2003|pp=249-251|cid=12 dicembre 2003: Intitolato a Gianfilippo Carettoni il Museo Archeologico Nazionale di Cassino, 2003}}
* {{Cita libro|cognome=Haining|nome=Peter|titolo=The Mystery of Rommel's Gold: The Search for the Legendary Nazi Treasure|anno=2007|editore=Avana Books|città=|isbn=1-84486-053-1}}
*{{cita pubblicazione|titolo=Quando le foto narrano la storia. Posa della prima pietra del Museo Archeologico Nazionale di Cassino|pubblicazione=Studi Cassinati|numero=3 e 4, anno 2°|città=Cassino|editore=Edizioni Cassino|anno=2002|p=172|cid=Quando le foto narrano la storia, 2002}}
* {{Cita libro|cognome=Ladd|nome=James|titolo=The Royal Marines 1919–1980|anno=1980|editore=Jane's|città=London|isbn=978-0-7106-0011-0}}
*{{cita libro|nome=Raffaella|cognome=Bosso|titolo=Materiali lapidei di età romana nel Museo Archeologico Nazionale di Cassino|collana=Casinum Oppidum: Atti della giornata di studi su Cassino preromana e romana (Cassino, 8 ottobre 2004)|curatore=Eugenio Polito|città=Cassino|editore=Edizioni dell’Università degli studi|anno=2007|pp=123-142|ISBN=978-88-8317-040-9|cid=Bosso, 2007}}
* {{Cita libro|cognome=Moreman|nome=Timothy|titolo=British Commandos 1940–46|editore=Osprey Publishing|anno=2006|isbn=1-84176-986-X}}
*{{cita libro|nome=Alessandro|cognome=Cassatella|nome2=Silvano|cognome2=Tanzilli|titolo=L'atleta di Cassino|collana=Lo sport nell'Italia antica. Sport e ideale atletico (Catalogo della mostra itinerante tenuta nel 2002-2003)|curatore=Gabriella Cetorelli Selvio|città=Milano|editore=Electa|anno=2002|ISBN=88-370-2032-5}}
{{refend}}
*{{cita libro|nome=Giuseppina|cognome=Ghini|nome2=Massimiliano|cognome2=Valenti|titolo=Cassino. Museo e area archeologica|città=Roma|editore=Istituto poligrafico e zecca dello stato|annooriginale=1995|ISBN=978-88-240-3982-6}}
*{{cita pubblicazione|nome=Costantino|cognome=Jadecola|titolo=Il letto funerario in osso di Aquino|pubblicazione=Studi Cassinati|numero=2, anno 8°|anno=2008|pp=86-87|cid=Jadecola, 2008}}
*{{cita pubblicazione|nome=Silvano|cognome=Tanzilli|titolo=La statua dell’eroe torna a Cassino ma solo in… duplicato|pubblicazione=Studi Cassinati|numero=3 e 4, anno 2°|città=Cassino|editore=Edizioni Cassino|anno=2002|pp=168-171|cid=Tanzilli, 2002}}
*{{cita libro|nome=Massimiliano|cognome=Valenti|titolo=Il complesso monumentale sottostante il Museo Archeologico Nazionale "G. Carettoni": un prezioso palinsesto per la storia di Casinum|collana=Casinum Oppidum: Atti della giornata di studi su Cassino preromana e romana (Cassino, 8 ottobre 2004)|curatore=Eugenio Polito|città=Cassino|editore=Edizioni dell’Università degli studi|anno=2007|pp=73-84|ISBN=978-88-8317-040-9|cid=Valenti, 2007}}
 
;Area archeologica
*{{cita pubblicazione|titolo=Restaurato il teatro romano di Cassino (Notiziario Archeologico)|pubblicazione=Studi Cassinati|numero=1, anno 1°|città=Cassino|editore=Edizioni Cassino|anno=2001|pp=63-64|cid=Restaurato il teatro romano di Cassino, 2001}}
*{{cita libro|nome=Alessandro|cognome=Betori|nome2=Silvano|cognome2=Tanzilli|titolo=Cassino e Montecassino|collana=Le mura megalitiche. Il Lazio meridionale tra storia e mito|curatore=Alessandro Nicosia|wkcuratore=Alessandro Nicosia|curatore2=Maria Cristina Bettini|città=Roma|editore=Gangemi|anno=2009|pp=147-157|ISBN=978-88-492-1689-9|cid=Betori e Tanzilli, 2009}}
*{{cita pubblicazione|nome=Alessandro|cognome=Betori|nome2=Silvano|cognome2=Tanzilli|titolo=Casinum e i suoi monumenti|pubblicazione=Studi Cassinati|numero=4, anno 9°|data=ottobre-dicembre 2009|pp=243-252}}
*{{cita libro|nome=Alessandro|cognome=Betori|nome2=Silvano|cognome2=Tanzilli|nome3=Massimiliano|cognome3=Valenti|titolo=Il Ninfeo Ponari di Cassino: nuove acquisizioni e prospettive di valorizzazione|collana=Lazio e Sabina 5 (Atti del Convegno Quinto incontro di studio sul Lazio e la Sabina, Roma 3-5 dicembre 2007)|curatore=Giuseppina Ghini|città=Roma|editore=L’Erma|anno=2009|pp=483-498|ISBN=978-88-8265-561-7|cid=Betori, Tanzilli e Valenti, 2009}}
*{{cita libro|nome=Alessandro|cognome=Betori|nome2=Luigi|cognome2=Scaroina|nome3=Silvano|cognome3=Tanzilli|titolo=Cassino e Venafro: episodi di edilizia monumentale a confronto|collana=Lazio e Sabina 7 (Atti del Convegno Settimo incontro di studio sul Lazio e la Sabina, Roma 9-11 marzo 2010)|curatore=Giuseppina Ghini|città=Roma|editore=Edizioni Quasar|anno=2011|pp=511-517|ISBN=978-88-7140-455-4|cid=Betori, Scaroina e Tanzilli, 2011}}
*{{cita testo|nome=Gianfilippo|cognome=Carettoni|titolo=Il teatro romano di Cassino|opera=Notizie degli Scavi di Antichità|volume=vol. 15°|serie=serie 6°, fascicoli 4, 5 e 6|città=Roma|editore=Dott. Giovanni Bardi, Tipografo della Regia Accademia Nazionale dei Lincei|annooriginale=1939|pp=99-141|ISBN=no|cid=Carettoni, 1939}}
*{{cita libro|nome=Gianfilippo|cognome=Carettoni|titolo=Casinum|città=Roma|editore=Istituto di Studi Romani|anno=1940}}
*{{cita libro|nome=Giuseppina|cognome=Ghini|titolo=Il rinvenimento della Porta Campana|collana=Archeologia Laziale 10: Decimo incontro di studio del comitato per l’archeologia laziale|curatore=Stefania Quilici Gigli|città=Roma|editore=Consiglio Nazionale Ricerche|anno=1990|pp=266-270}}
*{{cita libro|nome=Giuseppina|cognome=Ghini|nome2=Massimiliano Valenti|titolo=Cassino. Museo e area archeologica|città=Roma|editore=Istituto poligrafico e zecca dello stato|anno=1995|cid= Ghini e Valenti, 1995}}
*{{cita pubblicazione|curatore=Emilio Pistilli|titolo=Gianfilippo Carettoni: il Giornale di scavo del teatro romano di Cassino; Gianfilippo Carettoni; Fardelli; Il teatro oggi (Dossier su Gianfilippo Carettoni e il teatro di "Casinum")|pubblicazione=Studi Cassinati|numero=3, anno 1°|città=Cassino|editore=Edizioni Cassino|anno=2001|pp=131-163}}
*{{cita pubblicazione|curatore=Fernando Sidonio|titolo=Ummidia Quadratilla|pubblicazione=Studi Cassinati|numero=2, anno 8°|città=Cassino|editore=Edizioni Cassino|anno=2008|pp=84-85}}
*{{cita libro|nome=Silvano|cognome=Tanzilli|titolo=Il teatro romano di Cassino|collana=Universitas Civium|curatore=Archeoclub d’Italia|città=Cassino|editore=Sede Latium Novum di Cassino|anno=2001|pp=25-28|cid=Tanzilli, 2001}}
*{{cita pubblicazione|nome=Silvano|cognome=Tanzilli|titolo=Il restauro del Ninfeo Ponari di Cassino|pubblicazione=Studi Cassinati|numero=1, anno 1°|città=Cassino|editore=Edizioni Cassino|anno=2001|pp=62-63}}
*{{cita libro|nome=Silvano|cognome=Tanzilli|titolo=L’anfiteatro romano di Cassino|collana=Lazio e Sabina 2 (Atti del Convegno “Secondo incontro di studi sul Lazio e la Sabina”, Roma 7-8 maggio 2003)|curatore=Giuseppina Ghini|città=Roma|editore=L’Erma|anno=2004|pp=97-102|ISBN=88-8016-631-X|cid=Tanzilli, 2004}}
*{{cita libro|nome=Silvano|cognome=Tanzilli|titolo=Urbanistica dell’antica Casinum|collana=Casinum Oppidum: Atti della giornata di studi su Cassino preromana e romana (Cassino, 8 ottobre 2004)|curatore=Eugenio Polito|città=Cassino|editore=Edizioni dell’Università degli studi|anno=2007|pp=95-99|ISBN=978-88-8317-040-9}}
*{{cita pubblicazione|nome=Silvano|cognome=Tanzilli|titolo=Cassino: la necropoli di Campo di Porro (Notiziario archeologico)|pubblicazione=Studi Cassinati|numero=3, anno 4°|anno=2004|pp=156-157|cid=Tanzilli, 2004}}
*{{cita libro|nome=Massimiliano|cognome=Valenti|titolo=Il Ninfeo Ponari di Cassino: analisi stilistica e cronologica delle decorazioni|collana=Archeologia classica|volume=vol. 44°|città=Roma|editore=L’Erma|anno=1992|pp=51-80}}
*{{cita pubblicazione|nome=Massimiliano|cognome=Valenti|titolo=Alcune considerazioni sul "giornale di scavo"|pubblicazione=Studi Cassinati|numero=3, anno 1°|città=Cassino|editore=Edizioni Cassino|anno=2001|pp=164-167}}
 
== Altri progetti ==
{{interprogetto|preposizione=sul}}
 
==Voci=Altre correlatefonti===
{{refbegin}}
*[[Cassino]]
* {{cita pubblicazione|cognome=Hugill |nome=J. A. C. |anno=1946 |titolo=The Hazard Mesh |città=London |editore=Hurst & Blackett |oclc=14636090}}
*[[Montecassino]]
* {{cita pubblicazione|cognome=Riley |nome=J. P. |anno=1989 |titolo=From Pole to Pole |editore=Bluntisham Books |isbn=1-871999-02-2}}
* {{cita pubblicazione|cognome=Dalzel-Job |nome=Patrick |anno=1991 |titolo=Arctic Snow to Dust of Normandy |città=Barnsley |editore=Pen and Sword Military Books |isbn=1-84415-238-3}}
* {{cita pubblicazione|cognome=Rankin |nome=Nicholas |anno=2011 |titolo=Ian Fleming's Commandos: The Story of the Legendary 30 Assault Unit |città=London |editore=Oxford University Press |isbn=978-0-19-978282-6}}
* {{cita libro|titolo=The Secret Navies |cognome=Hampshire |nome=A. Cecil |anno=1978 |editore=W. Kimber |città=London |isbn=0-71830-195-1}}
{{refend}}
 
==Collegamenti esterni==
* [http://30AU.co.uk 30 Commando Assault Unit - Ian Fleming's 'Red Indians' - Literary James Bond's Wartime Unit]
*{{cita web|http://www.archeolz.arti.beniculturali.it/index.php?it/165/la-sede|Museo archeologico nazionale G. Carettoni di Cassino - Soprintendenza per i beni archeologici del Lazio}}
*{{cita web|url=http://www.comune.cassino.fr.it/index.php?option=com_content&view=article&id=1147:museo-archeologico-nazionale-g-carettoni&catid=159:le-nostre-ricchezze&Itemid=542|titolo=Museo archeologico nazionale G. Carettoni di Cassino - Comune di Cassino}}
*{{cita web|http://www.museionline.info/tipologia/item/museo-archeologico-di-cassino.html|Museo archeologico nazionale G. Carettoni di Cassino - Portale dei musei italiani}}
{{Portale|archeologia|Lazio|Musei}}
 
[[Categoria:MuseiForze archeologiciarmate del Lazio|Cassinobritanniche]]
[[Categoria:MuseiIan della provincia di Frosinone|CassinoFleming]]
[[Categoria:Musei statali italiani]]
[[Categoria:Cassino]]
[[Categoria:Musei di Cassino]]