Italia nella seconda guerra mondiale e Nati l'8 ottobre: differenze tra le pagine

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<noinclude>__NOTOC__{{Torna a|8 ottobre}}{{ListaBio|bio=788|data=7 ago 2018|progetto=biografie}}</noinclude>
[[File:ItalianMareNostrum.jpg|thumb|upright=1.4|Territori dell'area Mediterranea occupati dagli italiani tra il [[1940]] e il [[1942]] (racchiusi tra le linee verdi). La «''Grande Italia''» includeva molti di questi territori.]]
{{Lista persone per giorno
[[File:Impero italiano.svg|upright=1.4|thumb|Mappa che mostra tutti i territori occupati, in tempi diversi tra il [[1940]] e il [[1943]], dal [[Regio Esercito]], in Europa e in Africa nel corso della seconda guerra mondiale. L'occupazione dei territori jugoslavi, greci, tunisini ed egiziani avvenne in cooperazione con le forze tedesche della [[Wehrmacht]] che ebbero parte predominante nelle operazioni.]]
|titolo=Nati l'8 ottobre
[[File:Kingdom of Italy 1942 with provinces.svg|thumb|upright=1.4|Il Regno d'Italia tra il 1941 ed il 1943, con le [[Provincia di Spalato|province di Spalato]], [[Provincia di Cattaro|di Cattaro]] e [[Provincia di Lubiana|di Lubiana]].]]
|voci=788
 
|testo=
La '''storia militare d'Italia durante la seconda guerra mondiale''' fu controversa e tumultuosa e del tutto particolare come conseguenza dell'improvvisazione con cui il paese venne coinvolto nella guerra, dell'imperizia delle gerarchie politiche e militari, e della debolezza della struttura economica e sociale statale.
{{Div col}}
 
*[[Diane Pernet]], giornalista e fotografa statunitense
Le ambizioni imperiali del [[regime fascista]], che mirava a far rivivere i fasti dell'"Impero Romano" nel [[Mediterraneo]] (''[[Mare Nostrum#Uso in epoca fascista|Mare Nostrum]]''), crollarono ben presto per l'impreparazione dimostrata dalle regie forze armate e per la cattiva pianificazione politica e militare del conflitto che portarono alle sconfitte in Grecia e in Africa. L'Italia divenne in breve tempo un alleato minore della [[Germania nazista]], dipendente militarmente dal sostegno tedesco, finché nel 1943 il dittatore [[Benito Mussolini]] fu deposto e arrestato per ordine del Re [[Vittorio Emanuele III]]. Dopo l'[[armistizio di Cassibile]] lo stato italiano crollò: la parte settentrionale del paese venne occupata dai tedeschi che vi crearono uno stato collaborazionista dei nazisti; mentre il sud venne governato dalle forze monarchiche e liberali, che organizzarono un [[Esercito Cobelligerante Italiano]] che combatté accanto agli eserciti alleati. Nell'Italia settentrionale e centrale le forze della [[Resistenza italiana|Resistenza]], formate inizialmente da qualche decina di migliaio di partigiani, poi, con l'andare sfavorevole della guerra per l'Asse, quasi alla fine della guerra, da circa 350.000<ref>[[Gianni Oliva]], ''I vinti e i liberati: 8 settembre 1943-25 aprile 1945 : storia di due anni'', Mondadori, 1994.</ref> partigiani, prevalentemente appartenenti alle [[Brigate Garibaldi]] e alle [[Brigate Giustizia e Libertà]], operarono in autonomia un'efficace azione di [[guerriglia]] contro le truppe tedesche occupanti e le forze fasciste della [[Repubblica Sociale Italiana]].
*[[1220]] - [[Goffredo da Bussero]], presbitero e scrittore italiano
 
*[[1374]] - [[Margherita di Borgogna (1374-1441)|Margherita di Borgogna]] († [[1441]])
== La "non belligeranza" e l'intervento ==
*[[1438]] - [[Bernardo Pulci]], poeta italiano († [[1488]])
=== L'invasione tedesca della Polonia e lo scoppio della guerra ===
*[[1484]] - [[Antonio Pucci (cardinale)|Antonio Pucci]], cardinale italiano († [[1544]])
{{Vedi anche|Campagna di Polonia}}
*[[1515]] - [[Margaret Douglas]] († [[1578]])
Alle ore 4.45 del 1º settembre 1939 le forze armate tedesche [[campagna di Polonia|varcarono il confine polacco]], offrendo al mondo una dimostrazione pratica del ''[[Blitzkrieg]]'', la "guerra-lampo", basata sulla stretta collaborazione delle forze corazzate e dell'aviazione. Alla sera del primo giorno di guerra, l'aviazione polacca era stata pressoché distrutta a terra dalla [[Luftwaffe (Wehrmacht)|Luftwaffe]]. Il 3 settembre [[Gran Bretagna]] e [[Francia]] dichiararono guerra alla [[Terzo Reich|Germania]], ma i polacchi vennero lasciati soli a combattere contro un avversario più forte e la loro resistenza venne sopraffatta in poche settimane senza che si fosse verificata la sperata offensiva alleata sul fronte occidentale.
*[[1550]] - [[Antonio Zapata y Cisneros]], cardinale spagnolo († [[1635]])
 
*[[1553]] - [[Jacques-Auguste de Thou]], magistrato, storico e scrittore francese († [[1617]])
Alla dichiarazione di guerra [[Parigi]] e [[Londra]] non fecero seguire alcuna azione concreta che alleggerisse subito la pressione delle forze armate tedesche su [[Varsavia]]: le 110 divisioni francesi schierate lungo la ''[[linea Maginot]]'' neppure tentarono di attaccare le 23 divisioni tedesche rimaste a difendere il confine occidentale della Germania, consentendo ai tedeschi di concentrare il grosso delle proprie forze sul fronte orientale. Il 7 settembre la IV armata teutonica proveniente dalla [[Pomerania]] si riunì con la III giunta dalla [[Prussia orientale]] tagliando il [[corridoio di Danzica]] e lasciando la Polonia senza sbocco al mare. Il 17 settembre Varsavia venne accerchiata e capitolò dopo dieci giorni di incessanti bombardamenti. Il 17 settembre anche l'[[Armata Rossa]], da est, [[Invasione sovietica della Polonia|varcò il confine polacco]] occupando i territori orientali.
*[[1562]] - [[Cesare d'Este]], nobile († [[1628]])
 
*[[1585]] - [[Heinrich Schütz]], compositore e organista tedesco († [[1672]])
=== La "non belligeranza" ===
*[[1587]] - [[Thomas Howard, I conte di Berkshire]] († [[1669]])
Nel frattempo l'Italia, nonostante la firma del [[Patto d'Acciaio]], si era dichiarata "potenza non belligerante": la firma del trattato era avvenuta con l'assicurazione verbale data dal ministro degli esteri tedesco [[Joachim von Ribbentrop|von Ribbentrop]] al suo collega italiano, [[Galeazzo Ciano]], che la Germania non avrebbe iniziato la guerra prima di tre anni; inoltre, la mancata consultazione dell'Italia prima dell'invasione della Polonia e della firma del [[patto Molotov-Ribbentrop]], poteva essere considerata una violazione dell'obbligo di consultazione fra i due paesi contenuto nell'alleanza. L'Italia poté così dichiarare la propria ''non belligeranza'' senza venir meno ai patti sottoscritti.
*[[1615]] - [[Ermanno Augusto di Brandeburgo-Bayreuth]], nobile tedesco († [[1651]])
 
*[[1618]] - [[Claude Lamoral I di Ligne]], militare spagnolo († [[1679]])
Nel periodo della "non belligeranza", [[Adolf Hitler|Hitler]] colse l'importanza strategica di avere [[Roma]] dalla propria parte: un eventuale passaggio dell'Italia nel campo avversario, come nella [[Prima guerra mondiale]], avrebbe significato il ritorno allo schieramento del 1915-1918 e al blocco marittimo che, da solo, aveva piegato la Germania del Kaiser [[Guglielmo II di Germania|Guglielmo II]]. Perciò il [[Führer]] decise di cedere definitivamente sulla questione del Sud-Tirolo; alla fine del 1939 i sudtirolesi furono chiamati a optare per l'una o per l'altra nazione: sui 229.000 abitanti della [[Provincia autonoma di Bolzano|provincia di Bolzano]], 166.488 scelsero la Germania impegnandosi a lasciare l'Italia entro due anni; 22.712 optarono per l'Italia e 32.000 non si pronunciarono e restarono nello stato di allogeni.
*[[1619]] - [[Philipp von Zesen]], poeta e scrittore tedesco († [[1698]])
 
*[[1621]] - [[Massimiliano Enrico di Baviera]], arcivescovo cattolico tedesco († [[1688]])
=== Gli iniziali successi nazisti ===
*[[1657]] - [[Wigerus Vitringa]], pittore olandese († [[1725]])
Nell'aprile 1940 i tedeschi, per procurarsi delle basi sul [[Mare del Nord]] e per assicurarsi le vie di rifornimento del ferro svedese, invasero la [[Danimarca]] e la [[Norvegia]]: il 9 aprile iniziò l'[[Occupazione della Danimarca|attacco contro la Danimarca]] che, del tutto impreparata a un conflitto, si arrese e venne occupata in un solo giorno; in [[Campagna di Norvegia|Norvegia]], fallito un tentativo anglo-francese di contrastare la conquista tedesca, fu insediato il governo fantoccio del nazista norvegese [[Vidkun Quisling]]. Il 10 maggio 1940, alle ore 5.35, Hitler scatenò l'[[campagna di Francia|aggressione alla Francia]] sul fronte occidentale penetrando nei [[Invasione tedesca dei Paesi Bassi|Paesi Bassi]], in [[Occupazione del Lussemburgo nella seconda guerra mondiale|Lussemburgo]] e in [[Invasione tedesca del Belgio|Belgio]].
*[[1661]] - [[Michel Le Quien]], presbitero, teologo e storico francese († [[1733]])
 
*[[1671]] - [[José Carrillo de Albornoz, duca di Montemar]], condottiero spagnolo († [[1747]])
Aggirate le fortificazioni transalpine della [[linea Maginot]], all'incirca con una manovra simile a quella attuata durante la Grande Guerra, i tedeschi costrinsero gli alleati franco-britannici ad entrare in Belgio dove furono travolti dall'impeto delle divisioni corazzate naziste massicciamente appoggiate dalla Luftwaffe: i [[Paesi Bassi]] furono costretti alla resa il 14 maggio e il Belgio dodici giorni dopo. Dopo aver stretto nella sacca di [[Dunkerque]] il corpo di spedizione britannico e parte dell'esercito francese insieme ai resti di quello belga, i tedeschi passarono la Somme spezzando la [[Linea Weygand]] e si diressero verso Parigi e il sud.
*[[1674]] - [[Antonino Serafino Camarda]], vescovo cattolico italiano († [[1754]])
 
*[[1676]] - [[Benito Feijoo]], saggista e religioso spagnolo († [[1764]])
=== La dichiarazione di guerra e le prime operazioni ===
*[[1679]] - [[Francesco Baccari]], vescovo cattolico italiano († [[1736]])
{{Vedi anche|Battaglia delle Alpi Occidentali}}
*[[1681]] - [[Celestino Galiani]], arcivescovo cattolico italiano († [[1753]])
{{citazione|Combattenti di terra, di mare, e dell'aria! Camicie Nere della Rivoluzione e delle Legioni, uomini e donne d'Italia, dell'Impero e del Regno di Albania. Ascoltate! Un'ora segnata dal destino batte nel cielo della nostra patria. L'ora delle decisioni irrevocabili. La dichiarazione di guerra è già stata consegnata agli ambasciatori di [[Regno Unito|Gran Bretagna]] e di [[Francia]] [...] La parola d'ordine è una sola, categorica e impegnativa per tutti. Essa già trasvola ed accende i cuori dalle Alpi all'Oceano Indiano: vincere! E vinceremo, per dare finalmente un lungo periodo di pace con la giustizia all'Italia, all'Europa, al mondo.|Dall'annuncio della dichiarazione di guerra, 10 giugno [[1940]]}}
*[[1690]] - [[Jaime Casellas]], compositore spagnolo († [[1764]])
 
*[[1692]] - [[Antonio Palella]], compositore e clavicembalista italiano († [[1761]])
Di fronte agli straordinari ed inaspettati successi della Germania nazista tra l'aprile e il maggio del 1940, Mussolini ritenne che gli esiti della guerra fossero oramai decisi e, pensando di poter approfittare dei successi nazisti per ottenere immediati vantaggi territoriali, il 10 giugno annunciò in un discorso a [[piazza Venezia (Roma)|piazza Venezia]] in Roma la consegna della [[dichiarazione di guerra]] alla Francia ed alla Gran Bretagna, dando nel contempo ordine ai comandi di mantenere un contegno difensivo verso la [[Francia]].<ref>[https://books.google.it/books?id=qDxYIsLG_mkC&pg=PA46&lpg=PA46&dq=mussolini+1940++contegno+difensivo&source=bl&ots=ObchhX-a1X&sig=dx33D4_MutT6-v1xCuT-A2CJWL8&hl=it&sa=X&ei=v5YpVaWgGMesU6mwgOgC&ved=0CEMQ6AEwBw#v=onepage&q=mussolini%201940%20%20contegno%20difensivo&f=false ''Dalla guerra alla pace: Italia-Francia: 1940-1947'' di Enrica Costa Bona, Editore Franco Angeli Storia 1995, pag. 46]</ref>
*[[1712]] - [[Alison Cockburn]], poetessa scozzese († [[1794]])
 
*[[1730]] - [[Eugenio di Sassonia-Hildburghausen]] († [[1795]])
Alla contrarietà e alle rimostranze di alcuni importanti collaboratori e militari (fra cui [[Pietro Badoglio]], [[Dino Grandi]], [[Galeazzo Ciano]] e il generale [[Enrico Caviglia]]), Mussolini avrebbe risposto:
*[[1737]] - [[Sofia Carolina Maria di Brunswick-Wolfenbüttel]] († [[1817]])
 
*[[1741]] - [[José Cadalso]], scrittore e militare spagnolo († [[1782]])
{{citazione|Mi serve un pugno di morti per sedermi al tavolo delle trattative.<ref>Si veda Pietro Badoglio (''L’Italia nella seconda guerra mondiale'', Milano, Mondadori, 1946, p. 37) che riporta questa affermazione come ricevuta direttamente da Mussolini durante un loro colloquio avvenuto il 26 maggio 1940</ref>}}
*[[1747]] - [[Jean-François Reubell]], politico, diplomatico e avvocato francese († [[1807]])
 
*[[1749]] - [[Rosalie Levasseur]], soprano francese († [[1826]])
Con riserve di munizioni sufficienti per appena due mesi<ref>''Storia illustrata della seconda guerra mondiale'', Giunti, p. 59</ref>, con sole 19 divisioni in grado di combattere e nella speranza di ottenere facilmente una vittoria militare contro un paese ormai esausto, Mussollini fece ammassare le truppe italiane sul fronte occidentale per attaccare la Francia; il primo scontro militare fu quello della [[battaglia delle Alpi Occidentali]]. Con azioni puramente dimostrative, l'11 giugno la [[Regia Aeronautica]] bombardò [[Port Sudan]], [[Aden]] e la base navale inglese di Malta.<ref>[[Martin Gilbert]], ''La grande storia della seconda guerra mondiale'', Mondadori; pagina 107</ref>
*[[1750]] - [[Adam Afzelius]], botanico e zoologo svedese († [[1837]])
 
*[[1751]] - [[Gaetano d'Ancora]], archeologo, filologo e grecista italiano († [[1816]])
== La guerra "parallela" ==
*[[1753]] - [[Sofia Albertina di Svezia]], religiosa svedese († [[1829]])
I vertici del fascismo si illusero che la guerra sarebbe stata breve e che l'Italia sarebbe stata in grado di condurre una guerra "parallela" a quella della Germania in piena autonomia dall'alleato; questa fase va dal 1940 sino alla fine del 1941, ed è caratterizza da varie sconfitte, a fronte degli effimeri successi, e si conclude dopo gli insuccessi della [[campagna italiana di Grecia]] e del fallimento della [[occupazione italiana dell'Albania (1939-1943)|occupazione italiana dell'Albania]].<ref>[https://books.google.it/books?id=N80yFWA3LrQC&pg=PA121&lpg=PA121&dq=fascismo+La+guerra+%22parallela&source=bl&ots=kF_XjEVwlD&sig=-iyb-qgjdzx36s0iyNX8SFppLLY&hl=it&sa=X&ei=GsMqVaevM8azswHdhoKgCQ&ved=0CFgQ6AEwCw#v=onepage&q=guerra%20parallela&f=false ''Mussolini e il fascismo'' di Marco Palla Giunti Gruppo Editoriale, Firenze 1993 pag. 123.]</ref>
*[[1756]] - [[Giuseppe Thaon di Revel di Sant'Andrea]], generale italiano († [[1820]])
 
*[[1758]] - [[Francesco Carelli]], numismatico, archeologo e antiquario italiano († [[1832]])
=== La battaglia delle Alpi ===
*[[1760]]
{{Vedi anche|Battaglia delle Alpi Occidentali|Occupazione italiana della Francia meridionale}}
**[[Dionisio Alcalá Galiano]], militare, cartografo e esploratore spagnolo († [[1805]])
[[File:Battaglione alpini Val Dora sul colle della Pelouse giugno 1940.jpg|upright=1.4|thumb|Battaglione alpini Val Dora sul [[colle della Pelouse]] giugno [[1940]]]]
**[[Francesco Ansaldo Teloni]], vescovo cattolico italiano († [[1846]])
La frontiera italo-francese era stata fortificata da entrambe le parti tra la fine del [[XIX secolo]] e gli [[anni 1930|anni '30]] del [[XX secolo]]. Per gli alti comandi italiani un'offensiva francese su [[Torino]] era la minaccia più temuta; non pareva invece possibile un'offensiva italiana perché dopo le fortificazioni francesi bisognava attraversare alti rilievi montuosi prima di arrivare alla pianura e a obiettivi importanti, i piani dell'esercito italiano già dalla fine del [[XIX secolo]] prevedevano una guerra difensiva sulle Alpi.{{senza fonte}}
*[[1765]] - [[Harrison Gray Otis (politico)|Harrison Gray Otis]], imprenditore, avvocato e politico statunitense († [[1848]])
 
*[[1776]] - [[Luigi d'Assia-Philippsthal]], generale tedesco († [[1816]])
Gli italiani concentrarono alla frontiera 22 divisioni, 300.000 uomini e 3.000 cannoni, con grosse forze di riserva nella pianura padana. Nella notte fra il 12 e il 13 giugno i bombardieri italiani si diressero su Francia meridionale, [[Tunisia]] e [[Corsica]] e colpirono [[Saint-Raphaël (Varo)|Saint-Raphaël]], [[Hyères]], [[Biserta]], [[Calvi (Francia)|Calvi]], [[Bastia]] e la base navale di [[Tolone]]. Il 14 giugno le truppe tedesche entrarono a Parigi e il 17 il maresciallo [[Philippe Pétain|Pètain]] chiese la resa. Mussolini si era illuso di ottenere guadagni grandiosi (l'occupazione del territorio francese fino al [[Rodano (fiume)|Rodano]], la [[Corsica]], la [[Tunisia]], [[Gibuti]], addirittura la cessione della flotta, degli aerei, degli armamenti pesanti<ref>[[Giorgio Rochat]], ''Le guerre italiane 1935-1943. Dall'impero d'Etiopia alla disfatta'', Einaudi, p. 249</ref>) senza sparare un colpo, poi si rese conto che avrebbe ottenuto soltanto il terreno occupato dalle sue truppe e soltanto allora diede l'ordine di attaccare: tutto ciò ben dieci giorni dopo la dichiarazione di guerra.
*[[1778]] - [[Pietro Manni]], medico italiano († [[1839]])
 
*[[1783]] - [[Christian Molbech]], storico, critico letterario e filologo danese († [[1857]])
L'offensiva italiana, condotta fra il 21 e il 24 giugno, non diede i risultati previsti ed anzi la marina francese riuscì anche a bombardare Genova nello stesso mese; l'unica località di un certo rilievo ad essere occupata dalle truppe italiane fu [[Mentone]] sulla costa mediterranea. Il 23 giugno cominciarono le trattative a Roma per l'armistizio italo-francese, condotte separatamente da quelle della Germania. Le condizioni imposte furono: il territorio francese raggiunto dalle truppe italiane doveva essere smilitarizzato per tutta la durata dell'armistizio; le forze armate di terra, aria e mare francesi dovevano essere disarmate, fatta eccezione per quelle necessarie a mantenere l'ordine pubblico. Alle 19:15 del 24 giugno il generale [[Charles Huntziger]] e il maresciallo Badoglio, con la firma dell'[[armistizio di Villa Incisa]], posero fine al conflitto diretto con la Francia.
*[[1785]] - [[Arvid August Afzelius]], pastore protestante e poeta svedese († [[1871]])
 
*[[1788]]
L'armistizio previde l'occupazione da parte italiana di alcuni territori francesi di confine, la smilitarizzazione del confine franco-italiano e libico-tunisino per una profondità di 50 chilometri, nonché la smilitarizzazione della [[Somalia francese]] (odierno [[Gibuti]]), e la possibilità da parte italiana di usufruire del porto di [[Gibuti (città)|Gibuti]] e della [[ferrovia Addis Abeba-Gibuti]]. Le ostilità sulle Alpi cessarono alle 0:35 del 25 giugno. Durante la battaglia delle Alpi occidentali, gli italiani ebbero 631 morti (59 ufficiali e 572 soldati), 616 dispersi e 2.631 tra feriti e congelati; i francesi catturarono 1.141 prigionieri che restituirono immediatamente dopo l'armistizio di Villa Incisa.<ref>[[Giorgio Bocca]], ''Storia d'Italia nella guerra fascista 1940-1943'', Mondadori, p. 161</ref> I francesi ebbero 40 morti, 84 feriti e 150 dispersi<ref name="Jowett, Philip S. 2000, pg. 5">Philip S. Jowett, ''The Italian Army 1940-45 (1): Europe 1940-1943''. Osprey, Oxford - New York, 2000, pg. 5, ISBN 978-1-85532-864-8</ref>.
**[[Arthur Hill, III marchese del Downshire]], nobile e politico irlandese († [[1845]])
 
**[[Hyacinthe-Louis de Quélen]], arcivescovo cattolico francese († [[1839]])
=== La guerra nelle colonie ===
*[[1789]] - [[William Swainson]], ornitologo, entomologo e artista inglese († [[1855]])
{{Vedi anche|Campagna del Nord Africa|Campagna dell'Africa Orientale Italiana (1940-1942)}}
*[[1790]] - [[Waldemar Thrane]], direttore d'orchestra e compositore norvegese († [[1828]])
 
*[[1793]] - [[Carlo Tedaldi Fores]], scrittore italiano († [[1829]])
[[File:Bundesarchiv Bild 101I-784-0208-17A, Nordafrika, italienische Panzer.2.jpg|upright=1.4|thumb|left|[[Semovente 75/18]] durante la [[Campagna del Nord Africa]].]]
*[[1799]] - [[Philarète Chasles]], critico letterario, giornalista e traduttore francese († [[1873]])
L'entrata in scena dell'Italia nel secondo conflitto mondiale portò la guerra anche in [[Africa]] nelle colonie italiane della [[Libia italiana|Libia]] e dell'[[Africa Orientale Italiana|Africa Orientale]]. All'inizio delle ostilità il comando supremo delle truppe italiane in Libia era affidato al governatore generale [[Italo Balbo]]. In Libia si trovavano due armate: la Quinta, comandata dal generale [[Italo Gariboldi]], al confine con la Tunisia, composta da 8 divisioni, 500 cannoni, 2.200 autocarri e 90 carri leggeri da 3 tonnellate; al confine egiziano c'era la 10ª armata del generale Berti, con 5 divisioni, 1.600 pezzi d'artiglieria, 1.000 autocarri e 184 carri leggeri. In totale 220.000 uomini<ref>[[Giorgio Bocca]], ''Storia d'Italia nella guerra fascista 1940-1943'', Mondadori, p. 172</ref>.
*[[1802]] - [[Brigida Fava Ghisilieri]], politica italiana († [[1877]])
 
*[[1805]]
La 5ª squadra aerea, agli ordini del generale Porro, era costituita da 315 aerei da guerra. I francesi avevano 4 divisioni al confine tunisino, subito tolte dalla lotta dall'uscita di scena della Francia; le forze inglesi in Egitto ammontavano a circa 36.000/42.000 uomini<ref>[[Giorgio Bocca]], ''Storia d'Italia nella guerra fascista 1940-1943'', Mondadori, p. 174</ref>. A Balbo, abbattuto dalla contraerea italiana il 28 giugno, appena dieci giorni dopo l'entrata in guerra dell'Italia, succedette il maresciallo [[Rodolfo Graziani]]. Per qualche tempo in Africa settentrionale non vi furono battaglie, ma solo scaramucce e incursioni di mezzi blindati e camionette inglesi.
**[[Alfred Armand]], architetto e numismatico francese († [[1888]])
 
**[[Alessandro Calandrelli]], politico e militare italiano († [[1888]])
Questa fase terminò il 13 settembre 1940, quando Graziani attraversò il confine con l'Egitto con le forze della 10ª armata giungendo il 16 settembre a [[Sidi el Barrani]], circa 95&nbsp;km oltre il confine, e lì si fermò a lungo per preparare una nuova offensiva. Non ci fu vera battaglia: gli inglesi, che si erano ritirati senza quasi opporre resistenza, persero 50 uomini; gli italiani 120.<ref>[[Giorgio Bocca]], ''Storia d'Italia nella guerra fascista 1940-1943'', Mondadori, p. 185</ref><ref name="Enciclopedia dell'Aviazione vol 2" /> In Africa Orientale, nella prima metà di luglio, gli italiani attaccarono verso il Sudan, respingendo un attacco inglese contro la cittadina eritrea di [[Metemma]]<ref>Laura Marengo ''Impero addio'', Ed. Fratelli Melita Editori - La Spezia 1988, capitolo. Il provvisorio ritorno a Cassala, pag. 111 "1940, primi giorni di guerra. Il bollettino n.25 annuncia:"...Nell'Africa Orientale, le nostre truppe, respinto l'attacco su [[Metemma]], sono passate alla controffensiva occupando la posizione fortificata di [[Gallabat]], in territorio del [[Sudan Anglo-Egiziano]]. Più a nord, superata una tenace resistenza, è stata occupata Cassala."</ref> ed occupando Cassala (a 20&nbsp;km dalla frontiera con l'Eritrea e difesa dalla [[Sudan Defence Force]]), il piccolo forte britannico di [[Gallabat]] (circa 320&nbsp;km (200 miglia) a sud di Cassala), e i villaggi di Ghezzan, [[Kurmuk]] e Dumbode sul [[Nilo Azzurro]]<ref>Andrea Molinari, ''La conquista dell'Impero. 1935-1941 La guerra in Africa Orientale'', Hobby & Work, p. 114</ref>.
*[[1810]] - [[James Wilson Marshall]], statunitense († [[1885]])
 
*[[1811]]
Dopo i successi nel Sudan, le truppe italiane passarono all'offensiva sulla frontiera col [[Kenia]] per eliminare il saliente di Dolo, che si incuneava fra Etiopia e Somalia, riuscendo ad occupare Fort Harrington, [[Moyale]] e [[Mandera]], spingendosi verso l'interno per oltre 100 chilometri<ref>[[Arrigo Petacco]], ''La nostra guerra 1940-1945. L'avventura bellica tra bugie e verità'', Mondadori, p. 30</ref>. Alla fine di luglio le forze italiane raggiunsero Debel e [[Buna]]: quest'ultima località, a un centinaio di chilometri dal confine, segnò la punta massima della penetrazione italiana in Kenia. A oriente, il 3 agosto, iniziò la [[conquista italiana della Somalia britannica|conquista della Somalia britannica]]: le forze italiane, comandate dal generale [[Guglielmo Nasi]], portarono a compimento la campagna con l'occupazione di [[Berbera]], la città principale, il 19 agosto.
**[[George Bowyer, VII baronetto]], politico inglese († [[1883]])
 
**[[Moritz von Bethmann]], banchiere tedesco († [[1877]])
=== La campagna di Grecia ===
*[[1813]]
{{Vedi anche|Campagna italiana di Grecia}}
**[[Friedrich von Fürstenberg]], cardinale e arcivescovo cattolico austriaco († [[1892]])
[[File:Albania.jpg|thumb|upright=1.2|I soldati italiani durante l'inverno in Albania.]]
**[[Carl Amand Mangold]], compositore e direttore d'orchestra tedesco († [[1889]])
 
*[[1816]] - [[Giosuè Meli]], scultore italiano († [[1893]])
Nella spartizione delle [[sfera di influenza|zone di influenza]] concordata tra Berlino e Roma, l'Italia cercò una vittoria di prestigio e optò per la strategia della "guerra separata". Mussolini attaccò pertanto il solo alleato rimasto alla Gran Bretagna sul continente europeo: la Grecia. L'aggressione alla Grecia<ref>«Affermai cinque anni fa: spezzeremo le reni al Negus. Ora, con la stessa certezza assoluta, ripeto assoluta, vi dico che spezzeremo le reni alla Grecia in due o dodici mesi poco importa, la guerra è appena cominciata!» (Benito Mussolini, 19 novembre 1940)</ref> fu condotta con improvvisazione e poggiò sull'illusione di una rapida vittoria. Il 28 ottobre [[1940]], diciottesimo anniversario della [[marcia su Roma]], le truppe italiane dislocate in [[Albania]] varcarono il confine puntando sulla Macedonia e sull'Epiro.
*[[1821]]
 
**[[Giuseppe Augusto Cesana]], giornalista, imprenditore e scrittore italiano († [[1903]])
Tre divisioni del XXV Corpo d'Armata Ciamuria ([[51ª Divisione fanteria "Siena"]], [[23ª Divisione fanteria "Ferrara"]] e [[131ª Divisione corazzata "Centauro"]]), avevano il compito di condurre l'offensiva principale il cui scopo era la conquista dell'Epiro, mentre la [[3ª Divisione alpina "Julia"]] e il Raggruppamento del litorale dovevano condurre manovre avvolgenti rispettivamente da nord, in direzione di Métzovon, e da sud verso Prévedza e Arta.
**[[Giovanni Grioli]], presbitero e patriota italiano († [[1851]])
 
*[[1823]] - [[Ivan Sergeevič Aksakov]], giornalista e biografo russo († [[1886]])
L'avanzata fu lenta per le pessime strade e l'inclemenza del tempo e si arenò dopo pochi giorni senza raggiungere gli obiettivi prefissati. Tre giorni dopo l'inizio dell'offensiva italiana, il 1º novembre, scattò la controffensiva greca che costrinse rapidamente gli italiani ad arretrare con gravi perdite e a ripiegare a fatica in territorio albanese. Gli italiani si attestarono lungo una linea difensiva da trenta a sessanta kilometri all'interno della frontiera greco-albanese che, malgrado i continui attacchi greci, riuscirono a tenere fino all'intervento tedesco nei Balcani.<ref name="Enciclopedia dell'Aviazione vol 4">AA. VV., Enciclopedia dell'Aviazione, Novara, EDIPEM, 1978, Vol. 4, pp. 213-220. {{NoISBN}}</ref>
*[[1824]]
 
**[[Heinrich Leutemann]], pittore e illustratore tedesco († [[1905]])
=== La notte di Taranto ===
**[[Francesco Nobile]], politico italiano († [[1892]])
{{Vedi anche|Notte di Taranto}}
*[[1826]] - [[Emily Blackwell]], medico e educatrice statunitense († [[1910]])
La sera dell'11 novembre 1940, 21 aerosiluranti Swordfish, parte armati di siluri e parte di bombe e ordigni illuminanti, decollati in due ondate successive dalla portaerei ''Illustrious'', attaccarono nel porto di Taranto la flotta italiana riuscendo ad affondare in rada la corazzata ''Cavour'' e a danneggiare gravemente la ''Duilio'' e la nuovissima ''Littorio'' (tre delle cinque corazzate in servizio), insieme all'incrociatore pesante ''Trento'' e al cacciatorpediniere ''Libeccio''. Fu una clamorosa dimostrazione di inefficienza della marina italiana: la flotta inglese poté avvicinarsi senza essere contrastata; la forte difesa contraerea di Taranto (un centinaio di cannoni, duecento mitragliere, oltre cento palloni frenati), riuscì ad abbattere solo due degli aerei inglesi. Il danno fu limitato dai bassi fondali del porto che impedirono l'inabissamento delle corazzate, ma solo la ''Littorio'' e la ''Duilio'' poterono essere recuperate prima della fine della guerra dopo molti mesi di lavoro.<ref>[[Giorgio Rochat]], ''Le guerre italiane 1935-1943. Dall'impero d'Etiopia alla disfatta'', Einaudi; pagina 292</ref><ref name="Enciclopedia dell'Aviazione vol 8">AA. VV., Enciclopedia dell'Aviazione, Novara, EDIPEM, 1978, Vol. 8, pp. 106-107. {{NoISBN}}</ref>
*[[1827]]
 
**[[Camillo Cima]], drammaturgo, illustratore e pittore italiano († [[1908]])
=== Le sconfitte in Africa settentrionale ===
**[[Francisque Sarcey]], critico teatrale e giornalista francese († [[1899]])
{{Vedi anche|Operazione Compass}}
*[[1830]]
In Nord Africa, l'8 dicembre 1940, prevenendo di cinque giorni la nuova offensiva italiana prevista per il 13 di quel mese, scattò la controffensiva inglese iniziata come "ricognizione in forze" ma rapidamente trasformatisi in una grande offensiva. Con appena 35.000 uomini e 275 carri armati (contro i 150.000 uomini e {{cn|600 carri armati italiani}}), ma con un'abile strategia basata sulla guerra di movimento, il generale [[Richard O'Connor]] aggirò la linee italiane attaccandole alle spalle e proseguì l'avanzata fino al 9 febbraio 1941 costringendo gli italiani a ritirarsi di 400 chilometri e portando a termine l'occupazione della [[Cirenaica]]. Due sole divisioni britanniche annientarono 10 divisioni italiane facendo circa 130.000 prigionieri. Fra il 30 novembre 1940 e l'11 febbraio 1941, gli inglesi ebbero soltanto 438 morti, 1.200 feriti e 87 dispersi. Le perdite umane (morti, feriti e dispersi), subite dall'esercito italiano sono incerte, mentre quelle materiali furono di 1.100 cannoni e 390 carri armati.<ref name="Enciclopedia dell'Aviazione vol 3" />
**[[Ernesto Fontana]], vescovo cattolico italiano († [[1910]])
 
**[[Marcello Panissera di Veglio]], politico italiano († [[1886]])
== La guerra subalterna ==
*[[1831]] - [[Paul von Hatzfeldt]], politico e diplomatico tedesco († [[1901]])
La sconfitta nazista nella [[battaglia d'Inghilterra]] e le ripetute sconfitte del [[Regio Esercito]] indussero Mussolini ad abbandonare l'idea della guerra parallela, ed anzi a condurre una guerra subalterna rispetto alla [[Germania nazista]]: già nel 1940 il [[bombardamento di Taranto]] aveva dimostrato gravi carenze nell'organizzazione della difesa italiana, e la sconfitta della [[ Battaglia di Tobruch (1941)|battaglia di Tobruch]] nel 1941 aveva inflitto gravi perdite; nel 1942 era stata pianificata l'invasione dell'isola di [[Malta]] ([[operazione C3]]) progetto poi abbandonato a causa degli eventi nella [[campagna del Nordafrica]].
*[[1832]] - [[Antonio Franco (brigante)|Antonio Franco]], brigante italiano († [[1865]])
 
*[[1833]]
L'intervento tedesco nei Balcani e soprattutto nel Mediterraneo e nella Africa settentrionale permise la continuazione della guerra italiana. Sebbene fosse logico, in una guerra di coalizione, che l'alleato più forte venisse in aiuto di quello più debole, l'alleanza italo-tedesca fu sempre disuguale: Hitler e i suoi generali prendevano le loro decisioni senza consultare il socio italiano e le forze germaniche nel Mediterraneo aumentavano o diminuivano secondo le esigenze della guerra tedesca. Si parla quindi di "guerra subalterna" per il periodo che va dal 14 febbraio 1941 al 25 luglio [[1943]]<ref>[[Giorgio Rochat]], ''Appunti sulla direzione politico-militare della guerra fascista 1940-1943'', in "Belfagor", 1977, n.1</ref> perché totalmente dipendente dalle decisioni tedesche.
**[[Pietro Ellero]], giurista italiano († [[1933]])
 
**[[Edmund Clarence Stedman]], poeta, critico letterario e banchiere statunitense († [[1908]])
=== L'intervento dell'Africa Korps in Libia ===
**[[André Theuriet]], poeta francese († [[1907]])
{{Vedi anche|Afrika Korps}}
*[[1835]] - [[Christian Otto Mohr]], ingegnere tedesco († [[1918]])
[[File:Bundesarchiv Bild 101I-424-0258-32, Tripolis, Ankunft DAK, Rommel.jpg|thumb|upright=1.5|left|Rommel, la ''volpe del deserto'', incontra il generale italiano [[Italo Gariboldi]] a [[Tripoli]] nel febbraio 1941.]]
*[[1837]] - [[Giulio Monteverde]], scultore e politico italiano († [[1917]])
 
*[[1838]]
A seguito della sconfitta in Libia fra la fine del 1940 e l'inizio del 1941, il Maresciallo Graziani venne sostituito il 12 febbraio con il generale [[Italo Gariboldi]]. Il 14 febbraio sbarcarono in Libia le prime unità del corpo di spedizione tedesco noto come "[[Deutsches Afrikakorps|Afrika Korps]]", al comando del generale [[Erwin Rommel]], inviato in Africa da Adolf Hitler, preoccupato della situazione che si stava creando su quel fronte.<ref>AA.VV., ''Afrikakorps 1941-1943'', 1993, Osprey Publishing Ldt., pagina 20, ISBN 84-7838-981-4</ref>
**[[Montagu Lowry-Corry, I barone Rowton]], filantropo e politico inglese († [[1903]])
 
**[[John Hay]], politico, diplomatico e giornalista statunitense († [[1905]])
Il generale Rommel era formalmente un subordinato del comandante in capo del fronte del Nord Africa, il generale italiano Italo Gariboldi, ma con il diritto di appellarsi direttamente ad Hitler in caso di disaccordo; tale situazione continuò fino al 1943 per due ragioni: le truppe dell'Asse erano composte in massima parte da italiani ed egli non ebbe mai al suo comando più di cinque divisioni tedesche; inoltre i rifornimenti via mare erano trasportati da mercantili italiani. Rommel tuttavia, per reputazione e personalità, di fatto riuscì sempre ad imporre il suo punto di vista all'alleato ed, in caso di richieste o istruzioni, si rivolse sempre al Führer o all'[[Oberkommando der Wehrmacht]].<ref>[[David Fraser]], ''Rommel, l'ambiguità di un soldato'', Mondadori, 1993, pagina 216, ISBN 88-04-41844-3.</ref>
*[[1839]]
 
**[[Enrico Novaria]], patriota e militare italiano († [[1866]])
Lo sbarco in Libia delle divisioni tedesche dell'Afrika korps determinò un capovolgimento degli equilibri in campo tra le forze dell'Asse e i britannici. Il 24 marzo 1941 Rommel con le divisioni italiane e l'Afrika Korps partì all'offensiva e nel giro di tre settimane, con un'avanzata di quasi 1.000 chilometri, riconquistò la [[Cirenaica]]. Il 13 aprile gli italo-tedeschi raggiunsero [[Sollum]], sul confine con l'Egitto, dove Rommel si fermò per riorganizzare le sue forze. Nella veloce avanzata gli italo-tedeschi avevano lasciato indietro [[Tobruch]], con le cui difese esterne erano venuti in contatto il 10 aprile e che fu assediata su un perimetro di 35 kilometri.<ref name="Enciclopedia dell'Aviazione vol 3" /> Intanto l'Africa Orientale Italiana aveva cessato di esistere e le forze che in tal modo si erano rese disponibili vennero rapidamente dirottate dai britannici in Egitto. Il 14 maggio i britannici lanciarono una prima offensiva nel tentativo di sbloccare Tobruch, ma vennero respinti da un contrattacco tedesco che tuttavia lasciò in mani britanniche il [[Passo Halfaya]].<ref name="Enciclopedia dell'Aviazione vol 3" />
**[[Johannes Otzen]], architetto tedesco († [[1911]])
 
*[[1842]] - [[Ferdinand Humbert]], pittore francese († [[1934]])
All'inizio di giugno, rinforzati dall'arrivo dei primi aiuti americani, i britannici lanciarono una nuova offensiva, l'[[Operazione Battleaxe]], che partì il mattino del 15 giugno. La battaglia durò tre giorni lasciando sostanzialmente la situazione immutata. Dopo il fallimento di "Battleaxe", Churchill esonerò il generale [[Archibald Wavell]] e lo sostituì con il generale [[Claude Auchinleck]]. Dopo di ciò, le operazioni nel deserto libico conobbero un lungo periodo di stasi durato da luglio a novembre, in parte determinato dall'attacco tedesco all'Unione Sovietica che assorbì una grande quantità di uomini e mezzi. Il periodo di stasi fu utilizzato dagli opposti schieramenti per rinforzarsi; i britannici molto più degli italo-tedeschi: sostenuti dagli Stati Uniti grazie alla legge "Affitti e prestiti", approvata dal Congresso l'11 marzo 1941, riuscirono ad ammassare per l'inizio di novembre forze più che doppie di quelle avversarie.<ref name="Enciclopedia dell'Aviazione vol 3" />
*[[1843]] - [[Elise Ransonnet-Villez]], pittrice e incisore austriaca († [[1899]])
 
*[[1844]]
=== La battaglia di Capo Matapan ===
**[[Paul Lhérie]], tenore e baritono francese († [[1937]])
{{Vedi anche|Battaglia di Capo Matapan}}
**[[Giacomo Lumbroso]], archeologo, storico e glottologo italiano († [[1925]])
[[File:Bordata della Veneto a Gaudo.jpg|thumb|Bordata della ''[[Vittorio Veneto (nave da battaglia)|Vittorio Veneto]]'' contro gli incrociatori inglesi della Forza B durante lo [[Battaglia di Capo Matapan#Lo scontro di Gaudo|scontro di Gaudo]] ([[battaglia di Capo Matapan]]).]]
*[[1846]]
 
**[[George Henry Fox]], dermatologo statunitense († [[1937]])
Il decisivo intervento tedesco a favore dell'Italia modificò i rapporti tra i due alleati: Hitler pretendeva di far pesare le sue decisioni anche sui comandi italiani. Lamentando l'inattività delle forze navali italiane e la facilità con la quale i britannici operavano il traffico marittimo fra l'Africa settentrionale e la Grecia, dove la [[Wehrmacht]] si accingeva a intervenire, i tedeschi incominciarono a premere sui comandi italiani per indurre la marina italiana ad assumere una tattica più offensiva rifiutando le scuse avanzate da [[Supermarina]], come la penuria di nafta, e insinuando il dubbio che la marina italiana non osasse affrontare il nemico.
**[[Björn Jónsson]], politico islandese († [[1912]])
 
*[[1847]] - [[Giacinto Gaggia]], arcivescovo cattolico italiano († [[1933]])
Fu decisa quindi un'azione offensiva nel Mediterraneo orientale in caccia del traffico Alleato; l'intera operazione era affidata al fattore sorpresa, ma l'intercettazione e la decrittazione di alcune comunicazioni radio italiane misero i britannici in condizione di prevenire le mosse italiane, sospendere il traffico mercantile e predisporre l'uscita della squadra navale da Alessandria e di una seconda squadra dal Pireo. La squadra navale italiana, al comando dell'ammiraglio [[Angelo Iachino]] e composta dalla corazzata ''Vittorio Veneto'', da 6 incrociatori pesanti, 2 incrociatori leggeri e 14 cacciatorpediniere, prese il mare la sera del 26 marzo. La squadra britannica di Alessandria, al comando dell'ammiraglio [[Andrew Cunningham]], con tre corazzate, una portaerei e 9 cacciatorpediniere salpò la sera del 27 marzo contemporaneamente alla squadra del Pireo, forte di 4 incrociatori leggeri e 4 cacciatorpediniere e al comando dell'ammiraglio [[Henry Pridham-Wippell]]. La partenza delle navi britanniche sfuggì alla ricognizione italiana a causa delle cattive condizioni meteorologiche. Quella stessa notte fu portata a termine una coraggiosa azione dei mezzi d'assalto della marina italiana nella baia di [[Suda]], a [[Creta]], dove sei uomini, comandati dal tenente di vascello Faggioni, a bordo di barchini esplosivi penetrarono nella baia e riuscirono ad affondare l'incrociatore pesante ''York'' e una petroliera.
*[[1848]]
 
**[[Emilio Barbieri]], baritono italiano († [[1899]])
Il giorno seguente, 27 marzo, la squadra navale italiana fu individuata da un ricognitore britannico togliendo all'ammiraglio Iachino, la speranza di cogliere il nemico di sorpresa. Secondo le disposizioni di Cunningham, le due formazioni britanniche avrebbero dovuto incontrarsi all'alba del 28 a sud-est di Gaudo, ossia più o meno nello stesso luogo dove, secondo gli ordini di Supermarina, doveva trovarsi a quell'ora la squadra italiana. Alle 8:00 del mattino i tre incrociatori pesanti (''Trieste'', ''Bolzano'' e ''Trento'') dell'ammiraglio [[Luigi Sansonetti]] si scontrarono con i quattro incrociatori leggeri di Pridham-Wippel. Sia Sansonetti che Pridham-Wippell avevano ricevuto gli stessi ordini: in caso di ingaggio, dovevano ritirarsi facendo in modo che il nemico li inseguisse, in modo da portarlo più vicino possibile alle navi da battaglia. Gli inglesi furono i primi a invertire la rotta inseguiti da quelli italiani finché alle 8:30 Iachino ordinò a Sansonetti di interrompere l'azione e rientrare; appena gli italiani interruppero l'inseguimento, gli incrociatori inglesi invertirono la rotta e presero a seguirli.
**[[Marcos Morínigo]], politico paraguaiano († [[1901]])
 
**[[Pierre de Geyter]], operaio e musicista belga († [[1932]])
L'ammiraglio Iachino riuscì a stringere con la ''Vittorio Veneto'' le distanze sugli incrociatori leggeri britannici e alle 10:56 aprì il fuoco senza colpire gli avversari. Cunningham, troppo lontano dalla zona dello scontro per intervenire direttamente, fece alzare dalla portaerei ''Formidable'' un gruppo di sei aerosiluranti [[Fairey Albacore]] per attaccare la corazzata italiana; gli aerosiluranti giunsero sulle navi italiane alle 11:15 ma non riuscirono a mettere a segno neppure un colpo. Le navi di Pridham-Wippell ne approfittarono per portarsi fuori tiro. Preoccupato dalla presenza degli aerei imbarcati britannici e con i caccia a corto di carburante, alle 11:40 Iachino diede ordine alla squadra italiana di sospendere l'azione, invertire la rotta e rientrare verso la base.
*[[1849]]
 
**[[Frank Hyde]], pittore inglese († [[1937]])
Mentre la squadra di Iachino si dirigeva a tutta forza verso le basi italiane inseguita dalle navi britanniche, gli aerosiluranti della ''Formidable'' attaccarono nuovamente la squadra italiana colpendo la ''Vittorio Veneto'', che potette continuare la navigazione, sia pure a velocità ridotta. Gli attacchi aerei continuarono fino al crepuscolo e, nell'ultimo attacco, un siluro colpì l'incrociatore ''Pola'', immobilizzandolo. L'ammiraglio Iachino ordinò agli incrociatori ''Fiume'' e ''Zara'', con la scorta dei cacciatorpediniere ''Alfieri'', ''Gioberti'', ''Oriani'' e ''Carducci'', di tornare indietro verso il ''Pola'' per soccorrerlo proprio mentre la squadra britannica si stava avvicinando. Le navi italiane finirono nella trappola: le navi britanniche equipaggiate per il combattimento notturno e dotate su alcune unità di apparecchiature radar, aprirono il fuoco alle 22:27: sugli incrociatori italiani si abbatterono le salve da 381&nbsp;mm delle corazzate ''Warspite'', ''Valiant'' e ''Barham'': i due incrociatori vennero affondati insieme ai cacciatorpediniere ''Alfieri'' e ''Carducci'', mentre l<nowiki>'</nowiki>''Oriani'' e il ''Gioberti'' riuscirono a fuggire.
**[[Vera Zasulič]], rivoluzionaria russa († [[1919]])
 
*[[1850]] - [[Henri Le Châtelier]], chimico francese († [[1936]])
Verso le 3:00 del mattino il cacciatorpediniere ''Jervis'' si avvicinò al ''Pola'' con l'intento di silurarlo, ma visto che dal Pola non giungevano segni di ostilità, il comandante britannico decise di affiancarlo per trarre in salvo l'equipaggio prima di affondarlo. Alle 3:40, dopo aver preso a bordo l'intero equipaggio, il ''Jervis'' si scostò dal ''Pola'' e gli indirizzò contro un siluro facendolo colare a picco. Alle 8:00 del mattino del 29 marzo, oltre ai 258 uomini del ''Pola'', i britannici avevano già tratto in salvo 905 naufraghi, ma l'arrivo di una formazione di aerei tedeschi li costrinse a interrompere l'operazione di salvataggio.
*[[1851]] - [[Solone Ambrosoli]], numismatico italiano († [[1906]])
 
*[[1853]] - [[Hugo Toeppen]], lottatore statunitense († [[1933]])
=== La guerra in Jugoslavia ed in Grecia ===
*[[1855]]
{{Vedi anche|Invasione della Jugoslavia|Operazione Marita}}
**[[Ernesto Presbitero]], militare e politico italiano († [[1923]])
[[File:Bundesarchiv B 145 Bild-F016230-0009, Bersaglieri in Jugoslawien.jpg|thumb|[[Bersaglieri]] italiani in Jugoslavia nel 1941.]]
**[[Edgar Saltus]], scrittore statunitense († [[1921]])
Agli inizi del 1941, ottenuto l'appoggio di Romania, Ungheria, Bulgaria, Slovacchia e Jugoslavia, Hitler si preparava a portare l'attacco contro l'URSS avendo il controllo completo del fianco meridionale delle sue armate dirette ad est, ma la situazione delle truppe italiane in Albania e il colpo di stato in Jugoslavia del 27 marzo 1941, che rovesciò il governo collaborazionista del principe reggente Pavle proclamando maggiorenne il giovane re Pietro II e stringendo un patto d'alleanza con l'URSS, costrinsero il Führer a rimandare l'attacco per soccorrere gli italiani, occupare la Grecia e regolare la situazione in Jugoslavia.
*[[1857]]
 
**[[Antonio Bizzozero]], agronomo italiano († [[1934]])
[[File:Croatia-41-45.gif|thumb|Zone di occupazione italo-tedesche della Jugoslavia.]]
**[[Filippo Franzoni]], pittore svizzero († [[1911]])
 
*[[1858]] - [[Vincenzo Migliaro]], pittore, scultore e incisore italiano († [[1938]])
L'attacco contro la Jugoslavia, scattato all'alba del 6 aprile, venne affidato alla XII armata del feldmaresciallo Wilhelm List, che partendo dalla Bulgaria si diresse verso Belgrado, mentre la II armata di Weichs varcava il confine jugoslavo da nord. Dall'Ungheria intervenne la III armata ungherese, e la II armata italiana del generale [[Vittorio Ambrosio]], schierata alla frontiera giuliana, si diresse verso Lubiana e lungo la costa dalmata. Le truppe italiane occuparono la Slovenia, la Dalmazia e il Montenegro e si ricongiunsero con i reparti provenienti dall'Albania. In sole due settimane la resistenza jugoslava venne annientata e il paese venne smembrato dai vincitori:
*[[1859]] - [[Federico Amodeo]], matematico italiano († [[1946]])
 
*[[1860]] - [[Benjamin Preston Clark]], entomologo statunitense († [[1939]])
* la [[Germania]] (<span style="color:blue;">colore blu</span>) si annesse la [[Stiria]] (abitata da una popolazione mista, austriaca e slovena) e occupò militarmente il [[Banato]] (regione abitata da una minoranza di tedeschi o ''[[Volksdeutsche]]n''), mentre la [[Serbia]] venne sottoposta a protettorato tedesco;
*[[1861]]
* l'[[Italia]] (<span style="color:#339966;">colore verde</span>) che era già presente a [[Zara (Croazia)|Zara]], si annesse la [[Carniola]] ([[Provincia italiana di Lubiana]]), nonché parte della Dalmazia e le [[Bocche di Cattaro]] ([[Governatorato di Dalmazia]]);
**[[Theodore Roberts]], attore statunitense († [[1928]])
* l'[[Ungheria]] (<span style="color:#996666;">colore marrone</span>) invece occupò il settore occidentale della [[Voivodina]] (Bačka), il [[Prekmurje]] [[Slovenia|sloveno]] più alcuni territori minori in [[Croazia]] che aveva perso alla fine della [[Prima guerra mondiale]] (Medjimurje, Baranja).
**[[Giuliano Vanghetti]], medico italiano († [[1940]])
La Croazia (<span style="color:red;">colore rosso</span>), che comprendeva la maggior parte dei territori delle attuali Croazia e [[Bosnia ed Erzegovina]], venne dichiarata regno indipendente ed affidata, nominalmente, al principe Aimone di Savoia Aosta, ma di fatto venne retta da un governo filo-nazista del capo degli ustascia [[Ante Pavelić]]. Anche in Serbia venne creato uno stato fantoccio sotto la guida del Generale [[Milan Nedić]].
*[[1862]] - [[Emil von Sauer]], pianista e compositore tedesco († [[1942]])
 
*[[1863]] - [[Alceo Cattalochino]], generale italiano († [[1917]])
Con l'[[occupazione italiana del Montenegro e del Sangiaccato]] venne proclamato il protettorato sul [[Regno del Montenegro (1941-1944)|Regno del Montenegro]], paese natale della [[Elena del Montenegro|Regina Elena]], mentre con l'[[occupazione italiana dell'Albania (1939-1943)|occupazione italiana dell'Albania]] (avvenuta sin dal 1939) il Regno d'Italia acquisì buona parte del Kossovo, la parte occidentale della Macedonia jugoslava (Dibrano) e, a spese del Montenegro, estese le sue frontiere a nord, nella regione della Metohija.
*[[1864]]
 
**[[Kikunae Ikeda]], chimico giapponese († [[1936]])
[[File:Tripla occupazione greca.gif|thumb|Le diverse zone della [[Grecia]] occupate dalle [[potenze dell'Asse]].]]
**[[Ozias Leduc]], pittore canadese († [[1955]])
 
*[[1866]] - [[Sherard Osborn Cowper-Coles]], inglese († [[1936]])
Contemporaneamente all'attacco contro la Jugoslavia, i tedeschi penetrarono in Grecia dalla Bulgaria e in breve tempo raggiunsero Salonicco, tagliando fuori il contingente greco di stanza in Tracia. Avanzando verso la costa occidentale della Grecia la Wehrmacht tagliò fuori le divisioni greche in Albania e, travolte con rapide manovre di aggiramento le linee difensive britanniche, i tedeschi ottennero rapidamente il crollo di ogni resistenza.
*[[1867]] - [[Gottlieb Elster]], scultore tedesco († [[1917]])
 
*[[1868]]
Con la firma della resa e la successiva [[Battaglia di Creta|conquista dell'isola di Creta]], il paese ellenico venne suddiviso tra le forze italiane, tedesche e bulgare. Come mostra la cartina qui a fianco:
**[[Felice Assennato]], politico italiano († [[1957]])
 
**[[Max Slevogt]], pittore tedesco († [[1932]])
* la Germania (<span style="color:red;">colore rosso</span>) occupò militarmente la [[Macedonia (regione)|Macedonia]] centrale e orientale con l'importante porto di [[Salonicco]], la capitale [[Atene]], le isole dell'[[Egeo Settentrionale]] e parte dell'isola di [[Creta]].
*[[1869]] - [[Giuseppe Palica]], arcivescovo cattolico italiano († [[1936]])
* la [[Bulgaria]] (<span style="color:green;">colore verde</span>) ottenne la [[Tracia]] persa nella prima guerra mondiale.
*[[1870]]
* l'Italia, che era già presente nell'[[Mar Egeo|Egeo]] con i possedimenti del [[Isole Italiane dell'Egeo|Dodecanneso italiano]] (<span style="color:#030191;">colore blu scuro</span>), ottenne il controllo della quasi totalità della Grecia continentale, oltre alle isole di [[Corfù]], [[Zante]] e [[Cefalonia]] e alla parte orientale di Creta (<span style="color:#0082D4;">colore blu chiaro</span>).
**[[Alexander Brosch Edler von Aarenau]], militare austro-ungarico († [[1914]])
 
**[[Pat Powers]], produttore cinematografico e regista irlandese († [[1948]])
Ad [[Atene]] venne instaurato un governo militare greco, sottoposto al controllo della [[Germania nazista]] e dell'[[Italia fascista]], guidato dal Generale [[Georgios Tsolakoglu]].
**[[Louis Vierne]], organista e compositore francese († [[1937]])
 
*[[1871]] - [[Ma Barker]], criminale statunitense († [[1935]])
=== La caduta dell'africa orientale italiana ===
*[[1872]]
{{Vedi anche|Battaglia di Gondar}}
**[[Giovanni Guarino Amella]], politico italiano († [[1949]])
Intanto, in Africa Orientale, l'Italia subì la controffensiva britannica. Nel gennaio 1941 le forze italiane erano ancora in superiorità numerica, nonostante fossero isolate dalla madrepatria, e grazie al reclutamento di cittadini italiani ed etiopici potevano contare su circa 340.000 uomini; mentre le forze britanniche disponevano di 250.000 uomini e sulle forze della guerriglia etiopica.
**[[Ralph Lewis (attore)|Ralph Lewis]], attore statunitense († [[1937]])
 
**[[Mary Engle Pennington]], biochimica e batteriologa statunitense († [[1952]])
Sul fronte settentrionale, la pressione britannica indusse gli italiani ad evacuare la città di [[Cassala]] in Sudan, conquistata pochi mesi prima, e a ripiegare in [[Eritrea]] sulle posizioni fortificate prima di [[Agordat]] ([[Battaglia di Agordat]]), poi di [[Cheren]] ([[Battaglia di Cheren]]), dove resistettero fino al 27 marzo.<ref>Vita e morte del soldato italiano nella guerra senza fortuna, Ed. Ferni - Ginevra 1975, libro I, pag. 143</ref> A sud, conquistata la Somalia nel marzo [[1941]], le truppe britanniche respinsero quelle italiane verso il centro dell'[[Etiopia]], sino a giungere alla resa, con l'[[onore delle armi]], di [[Amedeo di Savoia-Aosta (1898-1942)|Amedeo duca d'Aosta]], viceré d'Etiopia, sulle alture dell'[[Amba Alagi]] ([[Seconda battaglia dell'Amba Alagi]]).
**[[John Cowper Powys]], scrittore britannico († [[1963]])
 
*[[1873]]
Il 6 aprile [[Haile Selassie]] entrò a [[Debra Marcos]], mentre le avanguardie di [[Alan Gordon Cunningham]] erano giunte alle porte della capitale dell'impero. A Combolcià, pochi chilometri a sud di Dessiè, si trovavano postazioni difensive italiane; il raggruppamento di brigata sudafricano del generale Dan Pienaar impegnò l'artiglieria italiana con i suoi cannoni, mentre la fanteria raggiunse le alture a quota 1.800 metri. I sudafricani impiegarono tre giorni per raggiungere gli obiettivi e, dopo che un gruppo di guerriglieri etiopici si era unito a loro, presero d'assalto e conquistarono le postazioni italiane (22 aprile). I sudafricani ebbero 9 morti e 30 feriti e fecero 8.000 prigionieri<ref>[http://www.lasecondaguerramondiale.it/africa_orie_2.html/ II Guerra Mondiale - La perdita dell'Africa Orientale Italiana>]</ref>.
**[[Giovanni Calabria]], presbitero italiano († [[1954]])
 
**[[Ejnar Hertzsprung]], astronomo e chimico danese († [[1967]])
Ad [[Addis Abeba]], dove vivevano ben 40.000 civili italiani, i britannici affidarono l'amministrazione pubblica ai reparti della PAI ([[Polizia dell'Africa Italiana]]), che provocarono diversi incidenti: spararono sui prigionieri etiopici non ancora liberati uccidendone 64, mentre un gruppo di ausiliari reclutati tra i civili uccise altri 7 etiopi durante una rissa<ref>[[Giorgio Bocca]], ''Storia d'Italia nella guerra fascista 1940-1943'', Mondadori; pagina 315</ref>. Allora i britannici disarmarono i soldati italiani e affidarono l'ordine pubblico all'appena ricostituita polizia etiope. La vittoria finale dell'Etiopia e la sua liberazione dipesero molto anche dall'opposizione continua degli etiopi alla dominazione italiana, con una guerra (e guerriglia) che effettivamente non si fermò per tutti cinque anni di occupazione italiana fino alla totale liberazione. Il 5 maggio [[1941]], il Negus [[Haile Selassie]] entrò ad Addis Abeba su un'Alfa Romeo scoperta, preceduto dal colonnello Wingate su un cavallo bianco.
**[[Aleksej Viktorovič Ščusev]], architetto russo († [[1949]])
 
*[[1874]]
Anche dopo la conquista alleata di [[Addis Abeba]] e l'episodio dell'Amba Alagi, resistette ancora per diversi mesi la guarnigione italiana di [[Gondar]], forte di circa 40.000 uomini<ref>{{Cita web|url=http://www.probertencyclopaedia.com/F_BATTLE_OF_GONDAR.HTM| titolo= Battaglia di Gondar}}</ref> e comandata dal generale [[Guglielmo Nasi]]. Il generale amministrò egregiamente il suo avamposto e fino a ottobre, la situazione dei soldati italiani fu relativamente buona, ma dopo la caduta del presidio di Uolchefit e di quello di passo Culqualber, il 27 novembre, nella [[battaglia di Gondar]], gli italiani furono sconfitti e costretti ad arrendersi.
**[[István Bethlen]], politico ungherese († [[1946]])
 
**[[Margaret Lygon Russell, baronessa Ampthill]], nobildonna inglese († [[1957]])
===Le truppe italiane in Russia ===
*[[1875]]
{{Vedi anche|Operazione Barbarossa|Prima battaglia difensiva del Don|Reparti italiani al fronte orientale}}
**[[Domenico Cortopassi]], compositore e direttore d'orchestra italiano († [[1961]])
Con l'[[operazione Barbarossa]], scatenata da Hitler il 22 giugno 1941, il conflitto registrò una svolta destinata ad avere conseguenze decisive sulla storia del mondo. L'attacco cominciò all'alba su tutta la linea del fronte, dal mare del Nord al Mar Nero; le forze tedesche comprendevano 3.200.000 uomini (suddivisi in 153 divisioni, di cui 19 corazzate e 15 motorizzate), 3.400 carri armati, 250 semoventi, 7.150 cannoni, 600.000 automezzi, 625.000 cavalli e 3.900 aerei. Alle forze tedesche si affiancavano circa 690.000 soldati dei paesi alleati: finlandesi, romeni, ungheresi, slovacchi e "volontari" spagnoli e francesi<ref>G. Schreiber, ''La seconda guerra mondiale'', po. 67-68</ref>.
**[[Lawrence Doherty]], tennista britannico († [[1919]])
 
**[[Enno Walther Huth]], imprenditore tedesco († [[1964]])
[[File:Bundesarchiv Bild 183-B27180, Russland, italienische Soldaten mit Mauleseln.jpg|upright=1.4|thumb|Soldati dell'[[ARMIR]] in URSS nel 1942]]
*[[1876]]
Mussolini, impressionato dai primi clamorosi successi nazisti, si precipitò ad offrire ad Hitler l'aiuto di un consistente corpo di spedizione italiano, nonostante Hitler lo avesse tenuto all'oscuro fino all'ultimo dell'inizio dell'invasione e avesse inizialmente tentato di respingere l'offerta di aiuto: "L’aiuto decisivo, Duce, lo potrete però sempre fornire con il rafforzare le Vostre forze nell’Africa Settentrionale... nonché intensificando la guerra aerea e, dove sia possibile, quella dei sottomarini nel Mediterraneo".<ref>Carlo De Risio, ''Le sabbie di El Alamein'', Libreria Militare Ares, 2012, Capitolo VI, pp. 2-3, ISBN 88-905614-6-7</ref> L'invio nell'estate 1941 del CSIR (Corpo di spedizione italiano in Russia) agli ordini del generale [[Giovanni Messe]] (tre divisioni, 62.000 uomini, 5.500 automezzi, 4.600 quadrupedi, 220 pezzi di artiglieria, 83 aerei), ebbe un valore prettamente politico: non influì, se non minimamente, sui rapporti di forza nella campagna; rappresentò, invece, la volontà di Mussolini di difendere il suo ruolo di primo fra gli alleati di Hitler in quella che si prospettava come la trionfale e decisiva vittoria.
**[[Nello Carotenuto]], attore italiano († [[1937]])
 
**[[Filippo Cortesi]], arcivescovo cattolico italiano († [[1947]])
Le divisioni dello CSIR giunsero in ferrovia la frontiera russa, poi avanzarono in Ucraina parte a piedi e parte in autocarro. Furono inserite nel gruppo corazzato Von Kleist (poi I armata corazzata), e impiegate in autunno nella regione dei fiumi [[Dnepr]] e [[Donec]] per l'eliminazione delle sacche di resistenza che la progressione delle forze motocorazzate tedesche si era lasciate alle spalle. Successivamente furono schierate sul fronte con compiti di difesa statica e a fine dicembre e poi in gennaio riuscirono a respingere alcuni attacchi della fanteria russa. I mesi successivi videro soltanto combattimenti minori. Le perdite fino al 30 luglio 1942 furono di 1.792 morti e dispersi e 7.878 tra feriti e congelati.
**[[Richard Stanton]], attore e regista statunitense († [[1956]])
 
**[[Harald di Danimarca]], principe danese († [[1949]])
L'anno seguente, il corpo di spedizione italiano venne rafforzato da altre sei divisioni e trasformato nell'VIII armata, conosciuta come ARMIR (Armata italiana in Russia) e posta al comando del generale Gariboldi, che nell'autunno 1942 contava 230.000 uomini, 16.700 automezzi, 1.150 trattori di artiglieria, 4.500 motoveicoli, 25.000 quadrupedi, 940 cannoni e 64 aerei. Le nuove divisioni italiane giunsero nell'estate 1942 in ferrovia fino alla zona di Karkov per poi percorrere da 500 a 1.000&nbsp;km fino alla linea del fronte con i propri mezzi: a piedi o in autocarro.
*[[1877]] - [[Hans Heysen]], pittore australiano († [[1968]])
 
*[[1878]] - [[Walter Katzenstein]], canottiere tedesco († [[1929]])
=== I mezzi d'assalto e gli aerosiluranti ===
*[[1879]]
{{Vedi anche|Xª Flottiglia MAS (Regno d'Italia)|Impresa di Alessandria}}
**[[Felice Maria Cappello]], presbitero italiano († [[1962]])
[[File:Scire incursori.jpg|upright=1.3|thumb|Lo ''[[Scirè (sommergibile)|Scirè]]'' con i contenitori per tre mezzi d'assalto sul ponte di coperta utilizzati nell'[[Impresa di Alessandria]].]]
**[[Chen Duxiu]], politico cinese († [[1942]])
 
*[[1880]] - [[Nora Bayes]], attrice e cantante statunitense († [[1928]])
Nella guerra subalterna condotta dall'Italia, furono solo gli aerosiluranti della [[Regia aeronautica]] e i mezzi d'assalto della [[Regia marina]] a conseguire qualche significativa vittoria. Come già detto, la notte del 26 marzo 1941 i mezzi d'assalto della marina italiana penetrarono nella baia di Suda e riuscirono ad affondare l'incrociatore pesante ''York'' e a danneggiare gravemente la nave cisterna ''Pericles'' che venne abbandonata durante il rimorchio verso [[Alessandria d'Egitto|Alessandria]].
*[[1881]]
 
**[[Tom Bundy]], tennista statunitense († [[1945]])
Il 23 luglio 1941 aerosiluranti italiani della 280ª e della 283ª squadriglia attaccarono ripetutamente un grosso convoglio britannico colpendo l'incrociatore ''Manchester'' e un mercantile ed affondando il cacciatorpediniere ''Fearless''.
**[[Anton Czerwinski]], presbitero polacco († [[1938]])
Il 26 settembre successivo il convoglio britannico Halberd partì da Gibilterra per rifornire la base di Malta. Il giorno successivo venne attaccato da diverse squadriglie di aerosiluranti, concentratesi in Sardegna per affrontarlo, che riuscirono ad affondare il piroscafo ''Imperial Star'' da 12.000 tonnellate e a danneggiare diverse altre navi, tra cui la corazzata ''Nelson'' colpita a prua. Durante tutto il 1941 gli aerosiluranti della [[Regia aeronautica]] riuscirono ad affondare nove navi, più quattro probabili, e a danneggiarne più o meno gravemente altre trenta, con la perdita di 14 aerei su un totale di 260 impiegati.<ref name="Enciclopedia dell'Aviazione vol 2" />
**[[Vincenzo Peruggia]], decoratore italiano († [[1925]])
 
*[[1882]] - [[Liborio Salomi]], geologo, paleontologo e naturalista italiano († [[1952]])
La sera del 18 dicembre 1941, il sommergibile ''[[Scirè (sommergibile)|Scirè]]'' portò fino all'imbocco del porto di Alessandria 3 ''maiali'' ([[Siluro a lenta corsa|siluri pilotati]]), i cui equipaggi, penetrati all'interno del porto, riuscirono a piazzare cariche esplosive sul fondo delle corazzate ''[[HMS Queen Elizabeth (00)|Queen Elisabeth]]'' (33.550 t) e ''[[HMS Valiant (02)|Valiant]]'' (27.500 t), affondando la prima e danneggiando gravemente la seconda. Nella stessa azione venne affondata la petroliera ''Sagona'' (7.750 t) e danneggiato l'incrociatore leggero ''[[HMS Jervis (F00)|Jervis]]'' (1.690 t).
*[[1883]]
 
**[[Meroujan Barsamian]], giornalista, poeta e editore armeno († [[1944]])
=== La controffensiva britannica in Africa settentrionale ===
**[[Otto Heinrich Warburg]], medico e fisiologo tedesco († [[1970]])
In Africa settentrionale, durante il lungo periodo di stasi delle operazioni da luglio a novembre, le forze britanniche si erano rafforzate molto più di quelle italo-tedesche: ai circa 600 aeroplani e 400 carri armati italo-tedeschi si contrapponevano 1.300 aerei e 800 carri britannici. Il 15 agosto il generale Rommel aveva assunto il comando di tutte le forze italo-tedesche, che comprendevano 7 divisioni italiane (200.000 uomini), tra cui l'[[132ª Divisione corazzata "Ariete"|Ariete]], corazzata, e 67.000 soldati tedeschi con due divisioni corazzate.<ref name="Enciclopedia dell'Aviazione vol 3" />
*[[1885]] - [[Khải Định]], imperatore vietnamita († [[1925]])
 
*[[1886]] - [[Wim Groskamp]], calciatore olandese († [[1974]])
Il 18 novembre i britannici attaccarono in direzione di Sidi Rezegh dando inizio ad una battaglia molto complessa che proseguì fino al 10 gennaio 1942 e che può essere divisa in tre fasi: fra il 18 e il 26 novembre l'attacco a Sidi Rezegh che venne respinto; dal 27 novembre al 2 dicembre la [[Battaglia di Bir el Gobi (4 dicembre 1941)|battaglia di Bir el-Gobi]], al termine della quale i britannici, dopo durissimi scontri con le forze corazzate tedesche e la divisione Ariete, arrivarono a Tobruch; dal 7 dicembre al 10 gennaio 1942 gli italo-tedeschi, che erano rimasti con una settantina di carri in tutto (40 i tedeschi e 30 l'Ariete), si sganciarono dal nemico e ripiegarono dalla Cirenaica.<ref name="Enciclopedia dell'Aviazione vol 3" />
*[[1887]]
 
**[[Ira Davenport]], giocatore di baseball, giocatore di football americano e mezzofondista statunitense († [[1941]])
=== L'intervento degli USA ===
**[[Ottorino Pomilio]], ingegnere aeronautico italiano († [[1957]])
{{Vedi anche|Attacco di Pearl Harbor}}
**[[Luigi Rizzo]], comandante marittimo e ammiraglio italiano († [[1951]])
Nell'autunno del 1941 la situazione mondiale era cambiata decisamente: i sovietici dopo un lungo periodo di insuccessi non si erano lasciati travolgere dai tedeschi e gli Stati Uniti, attaccati dal Giappone a [[Attacco di Pearl Harbor|Pearl Harbor]] il 7 dicembre, erano entrati in guerra. L'11 dicembre Mussolini annunciò con il solito discorso dal balcone di Palazzo Venezia la dichiarazione di guerra dell'Italia agli Stati Uniti e, alle 14:30 dello stesso giorno, l'incaricato d'affari americano [[George Wadsworth]] venne convocato dal Ministro degli esteri Ciano per sentirsi comunicare l'inizio delle ostilità: "Vi ho chiamato per comunicarvi, nel nome del mio re e del governo italiano, che da oggi l'Italia si considera in guerra con gli Stati Uniti". "It's very tragic" ("È molto tragico"), fu la risposta di Wadsworth.<ref>H. L. Matthews, ''I frutti del fascismo'', p. 359</ref>
*[[1888]]
 
**[[Friedrich Fromm]], generale tedesco († [[1945]])
=== I crimini di guerra ===
**[[Ernst Kretschmer]], psichiatra tedesco († [[1964]])
{{Vedi anche|Crimini di guerra italiani|Strage di Domenikon}}
*[[1890]]
[[File:Fluminensia-podhum-grobnik-zrtve-spomenik-sime-vulas1.jpg|thumb|Monumento alle vittime dell'eccidio di [[Podhum]].]]
**[[Henrich Focke]], ingegnere aeronautico e imprenditore tedesco († [[1979]])
[[File:Rab Concentration camp.jpg|thumb|Vista del [[campo di concentramento di Arbe]]]]
**[[Karl Harrer]], giornalista e politico tedesco († [[1926]])
[[File:Dead inmates at the Rab concentration camp.png|thumb|Internati morti nel campo di concentramento di Arbe. Fonte: Rabski zbornik, 1953.<ref>[https://docs.google.com/open?id=0B3IG19S238FKaVU3clFLaDVqQm8 Rabski zbornik], 1953.</ref>]]
**[[Eddie Rickenbacker]], aviatore e imprenditore statunitense († [[1973]])
 
**[[Landsborough Thomson]], ornitologo scozzese († [[1977]])
Dal giugno 1940, al settembre 1943, l'esercito italiano combatté la stessa guerra di aggressione della [[Germania nazista]]. Il modo d'occupazione italiano dei territori conquistati non fu difforme dagli altri praticati a quel tempo; senza dimenticare che esso fu applicato in regioni dove gli italiani erano percepiti dalla popolazione locale come aggressori e come tali furono osteggiati e contrastati. La lotta contro i "banditi" slavi o greci, fu condotta con modalità di guerra dure, talvolta spietate, che in Grecia furono rese ancor più aspre dalla penuria alimentare, mentre in Jugoslavia furono rese drammatiche da feroci contrasti etnico-politici che contrapponevano ustascia, cetnici e titoisti alla ferrea volontà italiana di trasformare in suolo patrio, territori non abitati da italiani, se non in parte della Dalmazia.
**[[Philippe Thys]], ciclista su strada, ciclocrossista e pistard belga († [[1971]])
 
*[[1891]]
Le autorità greche segnalarono stupri di massa. Il comando tedesco in Macedonia arrivò a protestare con gli italiani per il ripetersi delle violenze contro i civili. Il capo della polizia di Elassona, Nikolaos Bavaris, scrisse una lettera di denuncia ai comandi italiani e alla Croce rossa internazionale: "Vi vantate di essere il Paese più civile d'Europa, ma crimini come questi sono commessi solo da barbari". Fu internato, torturato e deportato in Italia.
**[[Edward Fegen]], militare inglese († [[1940]])
 
**[[Carlo Ghigliano]], calciatore e allenatore di calcio italiano († [[1966]])
Il 16 febbraio [[1943]] a Domenikon, un piccolo villaggio della Grecia centrale situato in Tessaglia, l'intera popolazione maschile tra i 14 e gli 80 anni venne trucidata. Nei dintorni di Domenikon, poco prima della strage, un attacco partigiano aveva provocato la morte di 9 soldati italiani. Il generale della [[24ª Divisione fanteria "Pinerolo"]], [[Cesare Benelli]], ordinò la repressione: centinaia di uomini circondarono il villaggio, rastrellarono la popolazione e catturarono più di 150 uomini dai 14 agli 80 anni. Li tennero in ostaggio fino a che, nel cuore della notte, procedettero alla [[fucilazione]].<ref name=Espresso>[http://espresso.repubblica.it/dettaglio/Grecia-1943:-quei-fascisti-stile-SS/1996067 Articolo dell'espresso sulla strage]</ref> L'episodio rappresenta uno dei più efferati [[crimini di guerra italiani|crimini di guerra commessi dall'Italia]] durante la Seconda guerra mondiale.
**[[Nicola Pizi]], militare italiano († [[1915]])
 
**[[Felice Porro]], generale e aviatore italiano († [[1975]])
Questo episodio non fu sporadico: secondo la storica [[Lidia Santarelli]] fu il primo di una serie di episodi di repressione nella primavera-estate 1943 conseguenti a una circolare del generale [[Carlo Geloso]], comandante delle forze italiane di occupazione, per la quale nella lotta ai ribelli si adottò il principio della responsabilità collettiva: per annientare il movimento partigiano andavano annientate le comunità locali.<ref name=Espresso/> A partire dal luglio 1942 in Jugoslavia le divisioni italiane, con grandi operazioni di rastrellamento alla caccia delle formazioni partigiane, svuotarono il territorio in cui queste erano più presenti, deportando la popolazione dei villaggi in campi di concentramento costituiti appositamente. Si trattava soprattutto di donne, bambini ed anziani, poiché gli "uomini validi" fuggivano nei boschi alla vista dei reparti italiani, per evitare di essere presi come ostaggi e fucilati nelle quotidiane rappresaglie decretate dai tribunali militari di guerra.
*[[1892]]
 
**[[Giovanni Battista Bosio]], arcivescovo cattolico italiano († [[1967]])
Ma dai documenti degli stessi generali italiani emerge anche la determinazione per cui le rappresaglie contro i civili dovevano essere un'arma di pressione contro i partigiani del Fronte di Liberazione, che tenevano in scacco una grossa parte dell'esercito italiano. Tra l'estate del 1942 e quella del 1943 furono attivi sette [[Campi per l'internamento civile nell'Italia fascista|campi di concentramento per civili]] sotto il controllo della II Armata (che aveva la competenza su Slovenia e Dalmazia). Stabilire oggi il numero dei deportati risulta assai difficile, sia per la frammentarietà degli archivi consultabili, sia perché le stesse autorità italiane scrivevano di non avere un quadro preciso delle situazione. Secondo alcune stime si conterebbero almeno 20.000 civili sloveni internati. Mentre un documento del [[Ministero degli interni]] italiano, databile alla fine dell'agosto 1942, indica un complesso di cinquantamila elementi circa, sgombrati dai territori della frontiera orientale in seguito alle operazioni di polizia in corso, di cui la metà donne e bambini.
**[[Francesco Carnevali]], artista e scrittore italiano († [[1987]])
 
**[[Olof Molander]], regista teatrale e regista svedese († [[1966]])
Le cause principali delle morti nei campi di concentramento furono la fame e il freddo. Già nel maggio 1942 una lettera di un dirigente cattolico di Lubiana segnalò alle autorità militari italiane, che ''"nel campo di concentramento di Gonars ... gli internati soffrono atrocemente la fame"''. Nel luglio 1942, il regime d'occupazione italiano instaurò ad [[Arbe]] (più esattamente nella località di Campora), un [[Campo di concentramento di Arbe|campo di concentramento]] per i civili slavi delle zone occupate della [[Slovenia]] (vi furono internati anche alcuni civili della vicina [[Venezia Giulia]]). In seguito vi furono ospitati anche ebrei fuggiti dalla [[Stato Indipendente di Croazia|Croazia]]. Complessivamente vi furono internati più di 10.000 civili, in massima parte vecchi, donne e bambini, cifra che non comprende coloro che passarono in transito verso altri campi nei territori occupati o nel [[Regno d'Italia]].<ref>[http://www.romacivica.net/ANPIROMA/deportazione/deportazionecampi1a.htm Storia del XXI Secolo - ANPI Roma]</ref> Il campo si caratterizzò per la durezza del trattamento riservato agli internati di etnia slava, dei quali un gran numero perì di stenti e malattie. Secondo il Centro Simon Wiesenthal, il campo ospitò 15.000 prigionieri dei quali 4.000 morirono. Il numero complessivo di vittime non è accertato, ma si stima che soltanto nell'inverno [[1942]]-[[1943]] circa 1.500 persone persero la vita<ref>http://www.romacivica.net/ANPIROMA/DEPORTAZIONE/deportazionecampi1a.htm</ref> a causa della denutrizione, del freddo, delle epidemie e dei maltrattamenti. Il campo di Arbe fu gestito completamente da italiani.
*[[1894]]
 
**[[Janus van Merrienboer]], arciere olandese († [[1947]])
Il 12 luglio [[1942]] nel villaggio di [[Podhum]], per rappresaglia furono fucilati da reparti militari italiani per ordine del Prefetto della [[Provincia di Fiume]] [[Temistocle Testa]] tutti gli uomini del villaggio di età compresa tra i 16 ed i 64 anni. Sul monumento che oggi sorge nei pressi del villaggio sono indicati i nomi delle 91 vittime dell'[[eccidio]]. Il resto della popolazione fu deportata nei campi di internamento italiani e le abitazioni furono incendiate.<ref>Sull'eccidio di Podhum: Dino Messina [http://www.corriere.it/cultura/08_agosto_07/crimini_guerra_italia_indaga_messina_f6424ffc-6446-11dd-8c8a-00144f02aabc.shtml Crimini di guerra italiani, il giudice indaga. Le stragi di civili durante l'occupazione dei Balcani. I retroscena dei processi insabbiati] (articolo sul ''[[Corriere della Sera]]'', del 7 agosto 2008); [[Alessandra Kersevan]], ''Lager italiani. Pulizia etnica e campi di concentramento per civili jugoslavi 1941-1943'', Nutrimenti editore, 2008, p.61; [[Giacomo Scotti]]</ref><ref>[http://www.anpi.it/media/uploads/patria/2012/27-34_SCOTTI.pdf "Quando i soldati italiani fucilarono tutti gli abitanti di Podhum"] sul sito Anpi.it {{pdf}}.</ref>
**[[Renato Paglianti]], calciatore italiano († [[1958]])
 
*[[1895]]
Nel [[Montenegro]] la divisione Alba incendiò interi villaggi e massacrò gli abitanti; 6 villaggi vennero bruciati nella zona di Čevo. La [[5ª Divisione alpina "Pusteria"]] fece terra bruciata: i testimoni raccontarono crimini orrendi, bambini uccisi dagli alpini come a un tiro al piccione.<ref>[[Giorgio Bocca]], ''Storia d'Italia nella guerra fascista 1940-1943'', Mondadori; pagina 409</ref> A Lubiana nel solo mese del marzo 1942 gli italiani fucilarono 102 ostaggi<ref name=autogenerato3>[[Giorgio Bocca]], ''Storia d'Italia nella guerra fascista 1940-1943'', Mondadori, p. 409</ref>.
**[[Juan Domingo Perón]], generale e politico argentino († [[1974]])
 
**[[Zog I di Albania]], politico e militare albanese († [[1961]])
Un soldato italiano in una lettera inviata a casa il 1º luglio 1942 scrisse: «Abbiamo distrutto tutto da cima a fondo senza risparmiare gli innocenti. Uccidiamo intere famiglie ogni sera, picchiandoli a morte o sparando contro di loro. Se cercano soltanto di muoversi tiriamo senza pietà e chi muore muore»<ref>[[James Walston]], a historian at the [[American University of Rome]]. Quoted in [http://www.webcitation.org/6ByCWna6u Rory, Carroll. Italy's bloody secret. The Guardian. (Archived by WebCite®)], [[The Guardian]], London, UK, June 25, 2003</ref><ref name=autogenerato1>E. Collotti, ''L'occupazione nazista in Europa'', Roma, Editori Riuniti, 1964, p. 543.</ref> Un altro scrisse: «Noi abbiamo l'ordine di uccidere tutti e di incendiare tutto quel che incontriamo sul nostro cammino, di modo che contiamo di finirla rapidamente»<ref name=autogenerato3 /><ref name=autogenerato1 /><br />Secondo fonti slovene e jugoslave, in 29 mesi di occupazione italiana della [[Provincia di Lubiana]], vennero fucilati, come ostaggi o durante operazioni di rastrellamento, circa 5.000 civili ai quali si devono aggiungere 200 bruciati vivi o massacrati in modo diverso, 900 partigiani catturati e fucilati e oltre 7.000 (su 33.000 deportati) persone, in buona parte anziani, donne e bambini, morti nei campi di concentramento. In totale, quindi, si arrivò alla cifra di circa 13.100 persone uccise su una popolazione totale di circa 340.000 persone, cioè il 3,9% della popolazione.<ref>«Quaderni della Resistenza» n.10, Comitato Regionale Anpi del Friuli Venezia-Giulia a cura di A. Nuvoli, pagina 27</ref>
*[[1896]]
 
**[[Julien Duvivier]], regista francese († [[1967]])
=== La nuova offensiva di Rommel e la battaglia di El Alamein ===
**[[Angelo Frattini]], giornalista, scrittore e pittore italiano († [[1967]])
{{Vedi anche|Battaglia di mezzo giugno|Battaglia di El Alamein}}
**[[Franz Peter]], aviatore austro-ungarico († [[1968]])
[[File:M13-40 AS1942.jpg|thumb|Un [[M13/40]] in Africa Settentrionale nel 1942.]]
*[[1897]]
 
**[[Olaf Hegnander]], calciatore norvegese († [[1958]])
Dopo aver ricevuto nuovi rinforzi, il 21 gennaio 1942 Rommel ripartì all'offensiva con due divisioni corazzate tedesche, due divisioni italiane (compresa la divisione corazzata Ariete) e la 90ª divisione di fanteria leggera tedesca. Il 23 gennaio raggiunse Agedabia, il 29 Bengasi, il 1º febbraio Cirene e il 4 Ain el-Gazala. Poi, fino a maggio Rommel fermò l'offensiva per riordinare le sue forze.<ref name="Enciclopedia dell'Aviazione vol 3">AA. VV., Enciclopedia dell'Aviazione, Novara, EDIPEM, 1978, Vol. 3, pp. 195-214. {{NoISBN}}</ref> Intanto, fra gennaio e aprile, l'aviazione tedesca di base in Sicilia, con un modesto concorso di quella italiana, sottopose la base di Malta ad una serie di continui attacchi che rallentarono la pressione britannica sul traffico navale italo-tedesco consentendo ai rifornimenti di giungere in Libia praticamente senza contrasto.
**[[Marcel Herrand]], attore, regista e direttore teatrale francese († [[1953]])
 
**[[Rouben Mamoulian]], regista armeno († [[1987]])
In questo periodo le forze italiane e tedesche nel Mediterraneo, pur tra molte difficoltà, raggiunsero la loro massima potenza ed efficienza.<ref name="Enciclopedia dell'Aviazione vol 3" /> In giugno, la necessità di rifornire Malta provocò la cosiddetta [[battaglia di mezzo giugno]]: due convogli navali partirono da Alessandria ([[Operazione Vigorous]]) e Gibilterra ([[Operazione Harpoon]]) e contro di essi si lanciarono le forze aree italiane e tedesche e quelle navali italiane: solo due piroscafi del primo convoglio riuscirono a raggiungere Malta, mentre il secondo dopo aver subito pesanti perdite preferì invertire la rotta e tornare alla base. In agosto, con l'[[Operazione Pedestal]], i britannici tentarono di nuovo di rifornire Malta: un convoglio composto da 14 mercantili partì da Gibilterra con la scorta di due corazzate, tre portaerei, tre incrociatori e 14 cacciatorpediniere. Fra l'11 e il 14 agosto ([[battaglia di mezzo agosto]]), il convoglio venne sottoposto all'attacco delle forze aeronavali italiane e tedesche: nove mercantili, la porterei ''Eagle'', due incrociatori e un cacciatorpediniere vennero affondati; solo cinque navi da carico, di cui due pesantemente danneggiate, riuscirono a raggiungere Malta.<ref name="Enciclopedia dell'Aviazione vol 2">AA. VV., Enciclopedia dell'Aviazione, Novara, EDIPEM, 1978, Vol. 2, pp. 107-120. {{NoISBN}}</ref>
*[[1898]]
 
**[[Pietro Ongarelli]], calciatore italiano
Sul fronte terrestre, ripresa l'offensiva, il 28 maggio Rommel spezzò le linee britanniche fra Ain el-Gazala e Bir Hachéim, il 21 giugno prese Tobruch e il 30 giugno raggiunse le posizioni avanzate di El Alamein, su cui le truppe britanniche avevano ripiegato e dove erano state predisposte difese assai forti. Il 31 giugno Rommel lanciò il primo attacco contro le difese britanniche ([[prima battaglia di El Alamein]]), senza preparazione di artiglieria e con le prime truppe arrivate, la 90ª divisione di fanteria leggera tedesca e la divisione Trento, ma l'attacco fallì. Fallito anche un contrattacco britannico il 22 luglio, la situazione si stabilizzò senza più alcuna azione di rilievo fino alla fine di agosto.<ref name="Enciclopedia dell'Aviazione vol 3" />
**[[Giulio Supino]], ingegnere e matematico italiano († [[1978]])
 
**[[Clarence Williams]], musicista e compositore statunitense († [[1965]])
Nella lunga stasi delle operazioni corrispondente al mese di agosto, Rommel cercò di assestare e riorganizzare le sue forze, ricevendo nuovi rinforzi in aerei e mezzi corazzati, ma dall'altra parte le forze britanniche (a cui si aggiunse l'intervento diretto di forze aeree statunitensi), avevano ormai raggiunto una netta superiorità.<ref name="Enciclopedia dell'Aviazione vol 3" />
*[[1899]]
 
**[[Dixie Compton]], attrice statunitense († [[1986]])
[[File:Fanti italiani elalamein 1942.jpg|thumb|left|Fanti italiani nel nord Africa durante la battaglia di El Alamein.]]
**[[René Petit]], calciatore e ingegnere francese († [[1989]])
 
**[[Gabriele Umberto de Paolis]], militare italiano († [[1946]])
Il 30 agosto Rommel passò all'offensiva: prima effettuò un attacco di sondaggio nel pomeriggio del 30 e poi nella notte fra il 30 e il 31 mandò in avanti la massa dei carri armati: il piano di Rommel era di penetrare in profondità le difese britanniche e poi stringere verso nord per accerchiarle; ma i campi minati, l'artiglieria inglese e l'aviazione anglo-americana ritardarono l'avanzata delle forze corazzate dell'Asse che giunsero con 12 ore di ritardo sulle posizioni dalle quali doveva partire la conversione verso nord. La sera del 1º settembre Rommel fermò l'attacco sulle posizioni raggiunte, anche perché i suoi carri avevano consumato il triplo del carburante previsto a causa del terreno impervio, contando di ripartire non appena avesse ricevuto rifornimenti. Però, il 2 settembre l'aviazione britannica affondò davanti a Tobruch la nave cisterna ''Fassio'' e danneggiò gravemente l<nowiki>'</nowiki>''Abruzzi'', così, non potendo più sperare negli indispensabili rifornimenti di benzina, il 3 settembre Rommel ordinò il ripiegamento.<ref name="Enciclopedia dell'Aviazione vol 3" />
*[[1900]] - [[Alfredo Carricaberry]], calciatore argentino († [[1942]])
 
*[[1901]]
I mesi di settembre e ottobre vennero utilizzati dagli Alleati anglo-americani per rafforzarsi al di là di ogni possibilità di confronto con gli italo-tedeschi: a 195.000 soldati, 1.000 cannoni, 1.200 carri armati e 1585 aeroplani anglo-americani, si opponevano 104.000 soldati, 480 cannoni, 500 carri armati e 700 aeroplani italo-tedeschi.<ref>[[Giorgio Rochat]], ''Le guerre italiane 1935-1943. Dall'impero d'Etiopia alla disfatta'', Einaudi, pag. 357</ref><ref>{{cita libro|cognome=Playfair|nome=Ian Stanley|titolo=The Mediterranean and Middle East, Volume IV: The Destruction of the Axis Forces in Africa - History of the Second World War United Kingdom Military Series|ISBN=1-84574-068-8|lingua=inglese|p=9}}</ref> E mentre il Mediterraneo diventò praticamente intransitabile per le navi italiane, gli Alleati facevano arrivare i propri rinforzi attraverso la sicura linea di comunicazione africana che faceva capo a [[Sekondi-Takoradi|Takoradi]] nella [[Costa d'Oro (colonia britannica)|Costa d'Oro]].<ref name="Enciclopedia dell'Aviazione vol 3" /><ref name="ReferenceA">''Storia illustrata della seconda guerra mondiale'', Giunti; pagina 82</ref>
**[[Jaroslav Bohata]], calciatore cecoslovacco
 
**[[Thorsten Svensson]], calciatore svedese († [[1954]])
La notte fra il 23 e il 24 ottobre l'8ª armata di Montgomery passò all'offensiva: dopo due ore di preparazione di artiglieria, con l'appoggio di grosse formazioni di bombardieri notturni e preceduta dalle cornamuse degli scozzesi, l'8ª armata attaccò su un fronte di dieci km rompendo le prime linee di resistenza. Il giorno seguente le forze corazzate dell'Asse riuscirono a ristabilire la situazione e per otto giorni, con una serie di contrattacchi, fermarono i britannici, ma non potendo contare su reintegri delle sue perdite, Rommel nella notte del 2 novembre, nonostante gli ordini contrari di Hitler e Mussolini, ruppe il contatto col nemico iniziando il ripiegamento.<ref name="Enciclopedia dell'Aviazione vol 3" />
**[[John Tansey]], attore, regista e sceneggiatore statunitense († [[1971]])
 
**[[Doris Allen]], psicologa statunitense († [[2002]])
=== La disfatta in Russia ===
*[[1902]] - [[Ivan Ljudnikov]], generale sovietico († [[1976]])
{{Vedi anche|Seconda battaglia difensiva del Don|Operazione Piccolo Saturno|Offensiva Ostrogorzk-Rossoš}}
*[[1903]]
L'ARMIR prese parte all'offensiva estiva tedesca del 1942, denominata [[Operazione Blu]]. Schierata alle dipendenze del ''Gruppo di Armate B'' tedesco, venne destinata alla protezione del fianco sinistro delle truppe impegnate nella [[battaglia di Stalingrado]]. Venne perciò schierata lungo il bacino del [[Don (fiume russo)|Don]], tra la 2ª Armata [[Ungheria|ungherese]] a nord e la 3ª Armata [[Romania|romena]] a sud. Il 20 agosto, truppe sovietiche attaccarono il settore difeso dal XXXV Corpo d'Armata, riuscendo a stabilire una testa di ponte oltre il Don. Il contrattacco italiano lanciato il 23 (durante il quale si svolse il celebre episodio della [[carica di Isbuscenskij]]) riuscì in qualche modo a contenere l'azione dei sovietici, che tuttavia furono in grado di consolidare le posizioni conquistate.
**[[Ferenc Nagy]], politico ungherese († [[1979]])
 
**[[Elizabeth Wyn Wood]], scultrice canadese († [[1966]])
Settembre e ottobre trascorsero tranquillamente, con le truppe italiane disposte a difesa di un tratto di fronte lungo 270&nbsp;km: l'ampiezza era tale che tutte le divisioni erano schierate in prima linea, con l'eccezione della ''Vicenza'' (impegnata a contrastare i [[partigiano|partigiani]] nelle retrovie) e del Raggruppamento ''Barbò'' (giudicato inadatto al ruolo di difesa statica). Il 19 novembre, l’[[Armata Rossa]] lanciò una massiccia offensiva (''[[Operazione Urano]]'') volta ad accerchiare le truppe tedesche a [[Stalingrado]]. L'azione portò all'annientamento della 3ª Armata romena, schierata a sud dell'ARMIR. Il 16 dicembre, l'offensiva sovietica (''[[Operazione Piccolo Saturno]]'') si scatenò anche contro le linee tenute dal II e XXXV Corpo dell'ARMIR. Il primo attacco sovietico fu contenuto, ma il 17 i sovietici lanciarono all'attacco le divisioni corazzate travolgendo le linee tenute dagli italiani e obbligandoli alla ritirata. Quasi prive di mezzi di trasporto, le divisioni di fanteria dell'ARMIR finirono in gran parte annientate.
*[[1904]]
 
**[[Yves Giraud-Cabantous]], pilota automobilistico francese († [[1973]])
[[File:Disfatta.jpg|thumb|upright=1.4|Colonna di prigionieri italiani, tedeschi, ungheresi e rumeni.]]
**[[Iride Motta]], calciatore italiano († [[1987]])
 
**[[Antonio Villamil]], schermidore argentino
L'offensiva sovietica non coinvolse il Corpo d'Armata alpino, che continuò a tenere le sue posizioni sul Don. La Divisione ''Julia'', sostituita sulla linea del fronte dalla Divisione ''Vicenza'', fu riposizionata sul fianco destro del Corpo alpino insieme al XXIV Corpo d'Armata tedesco, riuscendo a contenere lo sfondamento nemico. Il 13 gennaio 1943, i sovietici attaccarono e travolsero la 2ª Armata ungherese ([[Offensiva Ostrogorzk-Rossoš]]), completando l'accerchiamento del Corpo d'Armata alpino. L'ordine di ripiegare dal Don venne dato (con molto ritardo), solo il 17 gennaio. In dieci giorni, le tre divisioni alpine, la Divisione ''Vicenza'', alcune unità tedesche del XXIV Corpo e una gran massa di sbandati italiani, ungheresi e romeni, coprirono più di 120&nbsp;km in ritirata, in condizioni climatiche proibitive (neve alta e temperature tra i -35º e i -42º), con pochi mezzi di trasporto e vestiario insufficiente, sottoposte ad incessanti attacchi da parte delle truppe regolari e dei partigiani sovietici. Il 26 gennaio, la Divisione ''Tridentina'' riuscì a rompere l'accerchiamento sovietico presso [[battaglia di Nikolajewka|Nikolajewka]], mentre le divisioni ''Julia'', ''Cuneense'' e ''Vicenza'' finirono pressoché annientate.
*[[1905]] - [[René Cardona]], regista, attore e produttore cinematografico cubano († [[1988]])
 
*[[1906]]
Quando il 30 gennaio 1943 i sopravvissuti si raccolsero a Schebekino, dove poterono finalmente riposare dopo 350 chilometri di marce estenuanti e dopo tredici battaglie, la Campagna di Russia ebbe termine per le truppe italiane. Gravissime furono le perdite, in particolare delle divisioni alpine: dei 57.000 [[alpini]] partiti per la Russia, ne ritornarono solo 11.000: tutti gli altri morirono nel corso delle battaglie, durante la ritirata attraverso la desolata steppa russa oppure nei campi di prigionia sovietici.
**[[Attilio Monti]], imprenditore italiano († [[1994]])
 
**[[Hans Stubb]], calciatore tedesco († [[1973]])
=== La sconfitta definitiva in Africa settentrionale ===
**[[Pietro Taverna]], calciatore italiano
{{Vedi anche|Campagna di Tunisia|Operazione Torch}}
*[[1907]]
L'8 novembre 1942, sei giorni dopo la fine della battaglia di El Alamein, con lo sbarco in Marocco e in Algeria di una forza d'invasione anglo-americana forte di oltre 100.000 uomini ([[Operazione Torch]]), cominciò l'ultimo atto della guerra in Africa settentrionale. Sia in Marocco che in Algeria la resistenza dei reparti francesi fedeli al Governo collaborazionista di Vichy non durò a lungo e le forze d'invasione poterono rapidamente portarsi sugli obiettivi prestabiliti. Il punto debole dell'operazione anglo-americana era rappresentato dalla Tunisia, dove non erano stati previsti sbarchi e verso cui si stavano dirigendo le forze italo-tedesche di Rommel in ritirata lungo la costa libica. Nel quadro di una strategia difensiva da tempo elaborata, fra il 9 e il 10 novembre, truppe italiane e tedesche sbarcarono a Tunisi, Biserta, Sousse e Sfax via mare o da aerei da trasporto.<ref name=autogenerato2>AA. VV., Enciclopedia dell'Aviazione, Novara, EDIPEM, 1978, Vol. 8, pp. 130-135. {{NoISBN}}</ref>
**[[Hugh Foot, barone Caradon]], diplomatico inglese († [[1990]])
 
**[[Art Babbitt]], animatore e regista statunitense († [[1992]])
L'11 novembre truppe italiane sbarcarono a Bastia, in Corsica, mentre i tedeschi procedettero all'occupazione della parte meridionale della Francia ([[Operazione Anton]]), allora sotto l'autorità del Governo di Vichy. All'occupazione della Francia prese parte anche la la 4ª armata italiana che occupò la Provenza fino al [[Rodano (fiume)|Rodano]], comprese le città di [[Tolone]], [[Aix-en-Provence]], [[Grenoble]], [[Avignone]], [[Chambéry]], [[Marsiglia]]. Al 31 maggio [[1943]], la 4ª armata in Francia constava di quattro divisioni di fanteria, due alpine, tre divisioni costiere ed altri reparti, per un totale di 142.000 uomini. Il VII corpo d'armata in Corsica era invece costituito da due divisioni di fanteria, una costiera e altri reparti, per un totale di 68.700 soldati.<ref>[[Giorgio Rochat]], ''Le guerre italiane 1935-1943. Dall'impero d'Etiopia alla disfatta'', Einaudi; pagina 376</ref>
**[[Pierre Bertaux]], germanista francese († [[1986]])
 
**[[Fernand Jaccard]], allenatore di calcio e calciatore svizzero († [[2008]])
[[File:France map Lambert-93 with regions and departments-occupation-it.svg|upright=1.4|thumb|left|Spartizione dei territori francesi dopo l'occupazione]]
*[[1908]]
 
**[[Ugo Ciabattini]], calciatore e aviatore italiano († [[1936]])
Uno degli obiettivi degli italo-tedeschi era la cattura della [[flotta]] francese concentrata nel porto di Tolone ([[Operazione Lila]]), ma il comandante francese, ammiraglio [[Jean de Laborde]], riuscì a far partire le navi di nascosto e la flotta si [[Autoaffondamento della flotta francese a Tolone|autoaffondò]] nel porto o appena al largo. Andarono così a fondo 3 [[corazzata|corazzate]], 7 [[incrociatore|incrociatori]], 28 [[cacciatorpediniere]] e 20 [[sommergibile|sommergibili]]. La ritirata italo-tedesca iniziata il 2 novembre a El-Alamein era proseguita attraverso la Cirenaica e la Tripolitania. Il 23 gennaio cadde Tripoli e tre giorni dopo Rommel varcò i confini della Tunisia per organizzarvi l'ultima resistenza con i reparti sopravvissuti agli attacchi dell'8ª armata britannica, che peraltro non era mai riuscita a tramutare la ritirata in rotta.
**[[Adolfo Dusi]], allenatore di calcio e calciatore italiano († [[1984]])
 
**[[Aldo Ghizzetti]], matematico italiano († [[1992]])
Circa cento kilometri oltre il confine libico-tunisino, le truppe di Rommel si attestarono su una linea difensiva, la linea del Mareth, che correva fra la strada litoranea e l'omonima località che chiudeva a sud la linea del fronte stabilita il 1º dicembre fra Cap Serrat e Gafsa.<ref name="Enciclopedia dell'Aviazione vol 8" /> Il 4 febbraio Rommel avviò un attacco in direzione di Kasserine (in Tunisia) e Tébessa (in Algeria). L'attacco colse di sorpresa gli anglo-americani, tuttavia, dopo aver sfondato le difese americane a Kasserine, Rommel non riuscì a sfruttare il successo iniziale e a proseguire l'avanzata verso Tébessa per una mancanza di coordinazione con il generale Jürgin von Armin, che comandava le truppe italo-tedesche nel settore nord e per gli ordini contrari del Comando supremo italiano che, da Roma, autorizzò Rommel a proseguire l'avanzata in direzione nord, verso Le-Kef, invece che verso ovest. Il 17 febbraio l'Afrika Korps prese il campo d'aviazione di Thelepte, principale base aerea alleata nel settore sud, catturando trenta aerei avversari intatti e tre giorni dopo i carri tedeschi forzarono il Passo di Kasserine ([[Battaglia del passo di Kasserine]]), sulla dorsale montagnosa ad ovest della località omonima, distruggendo 22 dei 30 carri armati che lo bloccavano e catturando 30 mezzi cingolati che avevano trasportato fin là reparti di fanteria dell'US Army. Tuttavia, a causa delle incomprensioni con von Armin e il Comando supremo italiano, il 22 febbraio Rommel decise di rinunciare a continuare l'avanzata verso Le-Kef e si ritirò sulla linea di partenza.<ref name="Enciclopedia dell'Aviazione vol 8" />
**[[E.E.Y. Hales]], storico inglese († [[1986]])
 
**[[Mario Medici]], docente e storico svizzero († [[1984]])
Il 6 marzo, nel tentativo di prevenire l'attacco britannico alla linea del Mareth, Rommel sferrò un nuovo attacco, questa volta verso est, in direzione di Médenine. Dopo alterne vicende, le truppe italo-tedesche vennero soverchiate dal nemico e riuscirono a sfuggire all'annientamento ritirandosi, il 27 marzo, sulla linea dell'Uadi Akarit, più a nord. Intanto però, il 9 marzo, Rommel era stato richiamato in patria e sostituito dal generale von Armin, mentre la 1ª armata italiana, che comprendeva anche i resti dell'Afrika Korps e due divisioni di fanteria tedesche, era stata posta agli ordini del generale Giovanni Messe.<ref name="Enciclopedia dell'Aviazione vol 8" /> Il 6 aprile l'8ª armata britannica sfondò anche la linea dell'Uadi Akarit e, il 22 aprile, la 1ª armata alleata da ovest e l'8ª armata britannica da sud attaccarono le ultime forze italo-tedesche attestate in zone montagnose fra Cap Serrat e Enfidaville riuscendo a superare le difese e a penetrare nella pianura. Il 7 maggio caddero Biserta e Tunisi, reparti della divisione corazzata tedesca Hermann Goering riuscirono a resistere fino al 10 maggio e la 1ª armata italiana schierata a sbarrare la penisola di Capo Bon resistette fino al 13 maggio. Circa 130.000 tedeschi e 118.000 italiani presero la strada della prigionia.<ref name="Enciclopedia dell'Aviazione vol 8" /> La fine della guerra in Africa venne annunciata agli italiani il 13 maggio: "La Prima Armata ha cessato stamane la resistenza per ordine del Duce".<ref>Bollettino di guerra n. 1038 del 13 maggio 1943</ref>
**[[Ezekias Papaioannou]], politico cipriota († [[1988]])
 
**[[Vjačeslav Vasil'evič Ragozin]], scacchista sovietico († [[1962]])
== L'invasione dell'Italia e la caduta del fascismo ==
**[[Valentino Sala]], allenatore di calcio e calciatore italiano († [[2002]])
{{Vedi anche|Campagna d'Italia (1943-1945)|Guerra civile in Italia (1943-1945)}}
*[[1909]]
=== Operazione Husky ===
**[[Bruno Caizzi]], storico, economista e accademico italiano († [[1992]])
{{Vedi anche|Operazione Husky}}
**[[Nives Dei Rossi]], sciatrice alpina italiana
[[File:Map operation husky landing.jpg|upright=1.4|thumb|Piano di sbarco e dislocazione delle forze dell'Asse in Sicilia.]]
**[[Gerhard Flesch]], agente segreto tedesco († [[1948]])
[[File:Landing Craft Infantry-LCI(L)196.jpg|thumb|upright=1.4|left|Soldati americani sbarcano in Sicilia.]]
**[[Bill Hewitt (giocatore di football americano)|Bill Hewitt]], giocatore di football americano statunitense († [[1947]])
 
**[[Piotr Jaroszewicz]], politico polacco († [[1992]])
La perdita della Tunisia lasciò l'Italia in prima linea di fronte a un avversario strapotente che poteva attaccarla dove voleva, disponendo di 35 divisioni perfettamente attrezzate alla guerra motorizzata, di una flotta da battaglia che comprendeva 6 navi di linea, 25 incrociatori, più di 100 cacciatorpediniere, 1.800 mezzi da sbarco e di una flotta mercantile di 2 milioni di tonnellate di stazza.
*[[1910]]
 
**[[Antonio Giuseppe Angioni]], vescovo cattolico italiano († [[1991]])
L'attacco all'Italia fu deciso da americani ed inglesi durante la [[Conferenza di Casablanca]] del 14 gennaio [[1943]] (a tal proposito, celebre rimase la definizione dell'Italia di [[Winston Churchill]]: «L'Italia è il ventre molle dell'Asse») e la pianificazione e l'organizzazione venne affidata al generale [[Dwight Eisenhower]]. In giugno gli inglesi sbarcarono nelle isole di [[Pantelleria]] e [[Lampedusa]]. Preceduto da intensi bombardamenti, il 10 luglio 1943 iniziò lo sbarco in Sicilia della VII armata americana del generale [[George Patton]] e dell'VIII armata inglese di Montgomery (rispettivamente nel golfo di Gela e in quello di Siracusa).
**[[Paulette Dubost]], attrice francese († [[2011]])
 
**[[Heinrich Hiltl]], calciatore austriaco († [[1982]])
In un giorno 3.000 mezzi da sbarco riversarono sulle coste siciliane più di 150.000 uomini. A presidiare l'isola c'era la VI armata italiana, rafforzata da un contingente tedesco - una divisione corazzata e una di paracadutisti - a cui Hitler aveva ordinato di combattere in autonomia dall'alleato. Alle pendici dell'Etna Montgomery incontrò più resistenza del previsto nel suo cammino verso Messina, mentre Patton avanzava celermente verso le coste settentrionali dell'isola. Sul piano militare l'operazione Husky non fu un successo: quando più di un mese dopo gli Alleati entrarono a Messina, la maggior parte dei contingenti dell'Asse avevano già attraversato indisturbati lo stretto. La conquista della Sicilia costò agli Alleati circa 22.000 uomini: per gli USA 2.237 morti e 6.544 tra feriti e dispersi; gli inglesi ebbero 2.721 morti e 10.122 tra feriti e dispersi; le perdite canadesi ammontarono invece a 2.410, di cui 562 morti e 1.848 tra feriti e dispersi. Di tutt'altra portata furono invece le conseguenze politiche di un'invasione che darà l'ultimo scossone a un regime da tempo in bilico.
**[[Ray Lewis (atleta)|Ray Lewis]], velocista canadese († [[2003]])
 
**[[Roberto Sabatino Lopez]], storico italiano († [[1986]])
=== Il bombardamento di Foggia e Roma ===
**[[Don Smith (cestista 1910)|Don Smith]], cestista statunitense († [[1994]])
{{Vedi anche|Bombardamenti di Foggia del 1943|Bombardamento di Roma}}
**[[Travis Webb]], pilota automobilistico statunitense († [[1990]])
[[File:Bombardamento di Roma.gif|upright=1.4|thumb|left|Il quartiere San Lorenzo, duramente colpito dalle bombe.]]
*[[1911]]
Tra il maggio e settembre del 1943 gli alleati effettuarono alcuni [[Bombardamenti di Foggia del 1943|bombardamenti su Foggia]], per eliminare la possibilità che potessero essere inviati rinforzi per contrastare lo [[sbarco in Sicilia]].
**[[Jacques Bridou]], bobbista francese
 
**[[Norm Dawson]], cestista canadese († [[2003]])
Lunedì 19 luglio [[1943]], 1.134º giorno di guerra, arrivò su Roma la più grande flotta aerea che mai avesse solcato i cieli italiani, 662 bombardieri scortati da 268 caccia: in tutto 930 aerei, tra i quali i famosi [[Boeing B-17 Flying Fortress|B-17 ''Flying Fortress'']], i [[Consolidated B-24 Liberator|B-24 Liberator]], i [[Martin B-26 Marauder|B-26 Marauder]], i caccia [[Lockheed P-38 Lightning|P-38 Lightning]], strumenti poderosi, quanto di meglio sfornasse l'industria bellica degli Stati Uniti. Arrivarono sulla capitale alla quota di 20.000 piedi, equivalenti a oltre 6.000 metri. Roma rimase sotto le bombe per 152 minuti, dalle 11.03 alle 13.35<ref name="ReferenceB">[[Corrado Augias]], ''I segreti di Roma'', Mondadori, p. 34</ref>. [[San Lorenzo (zona di Roma)|San Lorenzo]] fu il quartiere più colpito dal primo, sino ad allora, bombardamento degli [[alleati della seconda guerra mondiale|alleati]] mai effettuato su [[Roma]], insieme al quartiere [[Tiburtino]], al [[Prenestino-Labicano|Prenestino]], al [[Casilino]], al [[Prenestino-Labicano|Labicano]], al [[Tuscolano]] e al [[Nomentano]].
**[[Franco Scaramelli]], ex calciatore italiano
 
**[[Heinz Thilo]], militare tedesco († [[1945]])
Le 4.000 bombe (circa 1.060 tonnellate) sganciate sulla città, provocarono circa 3.000 morti ed 11.000 feriti di cui 1.500 morti e 4.000 feriti nel solo quartiere di San Lorenzo. A quegli aerei superarmati, supercorazzati, scortati da velocissimi caccia, gli italiani opposero una contraerea superata, con pezzi che risalivano talvolta alla Prima guerra mondiale, e un pugno di aerei pilotati da autentici eroi. Si alzarono in volo sapendo di avere buone probabilità di non tornare. Gli americani avevano preventivato perdite intorno all'1 per cento; furono in realtà persino inferiori: 0,26<ref name="ReferenceB"/>. Al termine del bombardamento [[Papa Pio XII]] si recò a visitare le zone colpite, benedicendo le vittime sul Piazzale del [[Verano]].
*[[1912]]
 
**[[Mario Nardi]], partigiano e generale italiano († [[2007]])
=== Il crollo del regime fascista ===
**[[Günter Stephan]], calciatore tedesco († [[1995]])
{{Vedi anche|Ordine del giorno Grandi}}
**[[Saul Winstein]], chimico canadese († [[1969]])
 
*[[1913]]
L'ordine del giorno Grandi fu uno dei tre O.d.G. presentati<ref>Gli ordini del giorno erano a firma di (1) Grandi; (2) Farinacci; (3) Scorza. Dopo che il primo venne accolto (con 19 voti favorevoli, 8 contrari e un astenuto), Mussolini dispose di non mettere ai voti gli altri due.</ref> alla seduta segreta del [[Gran Consiglio del Fascismo]] convocata per sabato 25 luglio [[1943]]<ref>La seduta era iniziata alle 17,15 del 24 luglio, la votazione avvenne alle 2,30 del 25 luglio. Non esiste alcun verbale della seduta</ref>, che sarebbe stata anche l'ultima. L'O.d.G. fu approvato e provocò la caduta del [[Duce]] aprendo l'ultima fase del [[regime fascista]], caratterizzata dalla [[Repubblica Sociale Italiana]].
**[[Bernhard Cuiper]], cestista tedesco († [[1999]])
 
**[[Solveig Gunbjørg Jacobsen]] († [[1996]])
Il Gran consiglio del fascismo si riunì alle 17 del 24 luglio.I consiglieri erano tutti in uniforme fascista con sahariana nera. Il segretario del [[partito fascista]], [[Carlo Scorza]] chiamò l'appello, ma per il resto della seduta l'attività di segreteria fu svolta dallo staff della Camera dei fasci e delle corporazioni al seguito di Dino Grandi, presidente di quel ramo del Parlamento<ref>Uno stenografo della Camera aveva preso appunti stenografici dell'intera seduta, ma non se ne trovò mai traccia.</ref>. Dopo che Mussolini ebbe riassunta la situazione bellica, Grandi e Farinacci illustrarono i loro O.d.G. In sostanza entrambi chiedevano il ripristino "di tutte le funzioni statali" e invitavano il Duce a restituire il Comando delle forze armate al Re. Presero la parola alcuni gerarchi, ma non per affrontare gli argomenti degli O.d.G., bensì per fare chiarimenti o precisazioni. Si attendeva un intervento incisivo del Capo del governo. Mussolini, invece, affermò impassibile di non avere nessuna intenzione di rinunciare al Comando militare. Si avviò il dibattito che si protrasse fin oltre le undici di sera. Grandi diede un saggio delle sue grandi capacità oratorie: dissimulando abilmente lo scopo reale del suo O.d.G., si produsse in un elogio sia di Mussolini che del Re.
**[[Battista Restelli]], presbitero e compositore italiano († [[2001]])
 
**[[Secondo Ricci]], calciatore italiano († [[1984]])
Successivamente Carlo Scorza diede lettura di due missive indirizzate a Mussolini in cui il segretario del partito chiedeva al Duce di lasciare la direzione dei ministeri militari. I presenti rimasero molto colpiti, sia dal contenuto, sia dal fatto stesso che Mussolini avesse autorizzato Scorza a leggerle in quella sede. Quando si era arrivati ben oltre le undici di sera, la seduta venne sospesa. Alla ripresa, Bottai si espresse a favore dell'O.d.G. Grandi. Poi prese la parola Carlo Scorza, che invece invitò i consiglieri a non votarlo e presentò un proprio O.d.G. a favore di Mussolini.
*[[1914]]
 
**[[Cesare Boschin]], presbitero italiano († [[1995]])
I 28 componenti del Gran Consiglio furono chiamati a votare per appello nominale.Dopo l'approvazione dell'O.d.G. Grandi, Mussolini ritenne inutile porre in votazione le altre mozioni e tolse la seduta. Alle 2.40 i presenti lasciarono la sala. L'indomani, 25 luglio, Mussolini si recò a colloquio con il Re, che gli comunicò la sua sostituzione con il [[Maresciallo d'Italia]] [[Pietro Badoglio]]. Alle 22,45 dello stesso giorno la radio interruppe le trasmissioni e diffuse il seguente comunicato:
**[[William Allen Egan]], politico statunitense († [[1984]])
 
**[[Rowland Wolfe]], ginnasta statunitense († [[2010]])
{{citazione|Sua Maestà il Re e Imperatore ha accettato le dimissioni dalla carica di Capo del Governo, Primo ministro e Segretario di Stato, presentate da S.E. il Cavaliere Benito Mussolini, e ha nominato Capo del Governo, Primo ministro e Segretario di Stato, S.E. il Cavaliere Maresciallo d'Italia Pietro Badoglio.}}
*[[1915]]
 
**[[Enzo Assenza]], scultore, pittore e ceramista italiano († [[1981]])
Badoglio, per non destare sospetti nei confronti dei tedeschi, pronunciò, in un discorso radiofonico alla nazione, queste parole:
**[[Luigi Caburri]], calciatore italiano
 
**[[Aldo Crudo]], scrittore e sceneggiatore italiano († [[1985]])
{{citazione|[…] La guerra continua a fianco dell'alleato germanico. L'Italia mantiene fede alla parola data, gelosa custode delle sue millenarie tradizioni […].}}
*[[1917]]
 
**[[Billy Conn]], pugile statunitense († [[1993]])
=== L'annuncio dell'armistizio ===
**[[Clara Geoffroy]], politica francese († [[2006]])
{{Vedi anche|Armistizio di Cassibile|Armistizio lungo|Proclama Badoglio dell'8 settembre 1943}}
**[[Philip Leacock]], regista britannico († [[1990]])
[[File:Bundesarchiv Bild 101I-177-1459-32, Korfu, italienische Soldaten.jpg|thumb|upright=1.5|Soldati italiani catturati dai tedeschi a [[Corfù]] nel settembre 1943.]]
**[[Edgardo Pomini]], schermidore argentino
Dopo il crollo del regime fascista, il governo italiano avviò trattative segrete con gli Alleati. Il 3 settembre venne firmato l'[[armistizio di Cassibile]], che venne reso noto dalla radio l'8 settembre:
**[[Rodney Robert Porter]], biochimico inglese († [[1985]])
{{citazione|''Il governo italiano, riconosciuta l'impossibilità di continuare l'impari lotta contro la soverchiante potenza avversaria, nell'intento di risparmiare ulteriori e più gravi sciagure alla Nazione ha chiesto un armistizio al generale [[Eisenhower]], comandante in capo delle forze alleate anglo-americane.''
**[[Paul Widowitz]], cestista statunitense († [[2007]])
 
*[[1918]]
''La richiesta è stata accolta.''
**[[Alberto Bardi]], pittore e partigiano italiano († [[1984]])
 
**[[Livio Bassi]], ufficiale e aviatore italiano († [[1941]])
''Conseguentemente, ogni atto di ostilità contro le forze anglo-americane deve cessare da parte delle forze italiane in ogni luogo.''
**[[Ron Randell]], attore australiano († [[2005]])
 
**[[Jens Christian Skou]], biochimico danese († [[2018]])
''Esse però reagiranno ad eventuali attacchi da qualsiasi altra provenienza''}}
*[[1919]]
 
**[[Peter Ramsbotham]], diplomatico inglese († [[2010]])
I vertici militari, il [[Capo del Governo Primo Ministro Segretario di Stato|Capo del Governo]] [[Pietro Badoglio]], il Re [[Vittorio Emanuele III]] e suo figlio [[Umberto II di Savoia|Umberto]] [[Fuga del Re Vittorio Emanuele III|abbandonarono la Capitale]] e compirono una fuga precipitosa dapprima verso [[Pescara]], poi verso [[Brindisi]]. L'esercito italiano venne lasciato senza ordini e si sbandò; il paese venne abbandonato in balia delle truppe naziste, che il 9 settembre varcarono il Brennero. Lo stesso giorno gli antifascisti diedero vita al Comitato di liberazione nazionale, chiamando il popolo "alla lotta e alla resistenza". Per l'esercito italiano l'annuncio dell'armistizio fu uno sfacelo: oltre 600.000 uomini vennero deportati nei campi di lavoro in Polonia e in Germania; fra i superstiti, molti fuggirono verso casa, molti altri diedero vita a bande partigiane che animeranno poi la Resistenza.
**[[Engelbert Koenig]], calciatore austriaco († [[1997]])
 
**[[Jack McGrath (pilota automobilistico)|Jack McGrath]], pilota automobilistico statunitense († [[1955]])
=== I tedeschi occupano l'Italia ===
**[[Kiichi Miyazawa]], politico giapponese († [[2007]])
{{Vedi anche|Operazione Alarico|Operazione Achse|Mancata difesa di Roma|Occupazione tedesca di Roma}}
**[[Teruo Nakamura]], militare giapponese († [[1979]])
Anche se l'annuncio dell'armistizio parve cogliere di sorpresa i tedeschi, essi in realtà avevano già preparato le opportune contromisure ed evitarono di fare passi intempestivi fino alla mezzanotte dell'8 settembre. Ma, quando si mossero partirono dal Brennero e dall'Alto Adige regolando i loro spostamenti a mano a mano che giungeva il segnale di via libera. Così, mentre i soldati italiani erano in attesa di ordini, i tedeschi avanzavano con regolarità e puntualità cronometrica. La prima conseguenza di questo fu che la mattina del 9 settembre i grandi nodi stradali e ferroviari, nonché le zone di confine, erano ormai saldamente in mano tedesca. Assicuratisi le spalle e le piattaforme dalle quali prendere le mosse, i tedeschi si apprestarono a disarmare i soldati italiani, privi di ordini e demoralizzati, all'interno del paese. Non mancarono tuttavia numerosi casi di eroismo di cui furono protagonisti ufficiali e soldati italiani.
**[[Aldo Nicodemi]], attore italiano († [[1963]])
 
*[[1920]]
Il 9 settembre, per esempio, era già morto a [[Eboli]] il generale Ferrante Gonzaga che si era rifiutato di consegnare le armi. Nella stessa zona le divisioni "Mantova" e "Piceno" fronteggiarono le truppe corazzate tedesche in marcia verso Salerno.<ref name="ReferenceC">[[Arrigo Petacco]], ''La nostra guerra 1940-1945. L'avventura bellica tra bugie e verità'', Mondadori, pagina 189</ref> A [[Bitetto]] i tedeschi tentarono di interrompere le comunicazioni con Bari, ma il comando del 9º corpo d'armata inviò un reparto di fanteria agli ordini del capitano Riccardo D'Ettore e la minaccia venne sventata. A [[Barletta]] la resistenza fu tenace benché i tedeschi attaccassero con artiglieria e perfino con aerei per occupare la città: anche qui 2 battaglioni italiani costrinsero i tedeschi a ritirarsi.<ref name="ReferenceC"/> A [[Canosa di Puglia|Canosa]] un reggimento costiero venne invece costretto a ripiegare, ma soltanto dopo avere impegnato duramente i tedeschi e averli costretti a chiedere rinforzi. A [[Trani]], durante uno scontro, un ufficiale, un sottufficiale e un soldato del 9º reggimento Genio caddero, uno dopo l'altro, impegnati alla stessa mitragliatrice e altri 16 soldati si fecero ammazzare, ma i tedeschi non riuscirono a passare.<ref name="ReferenceC"/> A prezzo di simili atti di eroismi il re Vittorio Emanuele III e il capo del governo Badoglio riuscirono a trovare Brindisi libera da presenze tedesche.
**[[Emilio De Sanzuane]], paroliere, compositore e editore italiano († [[2012]])
 
**[[Frank Dochnal]], pilota automobilistico statunitense († [[2010]])
[[File:Granatieri a Porta san Paolo 1943.jpg|thumb|upright=1.5|I [[21ª Divisione fanteria "Granatieri di Sardegna"|granatieri]] del generale [[Gioacchino Solinas]] difendono Roma il 10 settembre del 1943 cercando di contrastare i tedeschi presso [[porta San Paolo]].]]
**[[Tullio Farabola]], fotografo italiano († [[1983]])
 
**[[Maxi Herber]], pattinatrice artistica su ghiaccio tedesca († [[2006]])
[[File:Bundesarchiv Bild 101I-304-0604A-32, Italien, italienische Kriegsgefangene.jpg|thumb|left|upright=1.4|Trattative tra ufficiali italiani e tedeschi durante i combattimenti per Roma, a fianco di via Ostiense e dei vecchi mercati generali, di fronte all'attuale sede della Croce rossa, all'epoca non esistente.]]
**[[Frank Herbert]], autore di fantascienza statunitense († [[1986]])
Nonostante l'incertezza degli ordini, che favorirono la sorpresa e la penetrazione tedesca verso [[Roma]], i reparti delle Divisioni sistemate a difesa attorno alla città contrastarono e respinsero i reiterati attacchi germanici infliggendo notevoli perdite. Durante la notte fra l'8 e il 9 settembre si combatté a Roma, in particolare alla Magliana e all'ottavo chilometro della Ostiense, dove era schierato il [[1 Reggimento "Granatieri di Sardegna"|1º Reggimento]] della [[21ª Divisione fanteria "Granatieri di Sardegna"]]. Tre quarti d'ora dopo l'annuncio dell'Armistizio, un reparto di paracadutisti tedeschi investì il caposaldo numero 5 presidiato dai granatieri al ponte della Magliana, nei pressi di un deposito di carburante, in località Mezzocamino. È l'inizio della battaglia per Roma. Giungeva intanto verso la capitale, da Ostia e Fiumicino, il grosso della 2º divisione ''Fallschirmjäger'' e, poco dopo l'una di notte del 9 settembre, uno dei suoi tre kampfgruppe era già in grado di tentare un attacco frontale al ponte della Magliana. Al caposaldo giunsero rinforzi dei [[carabinieri]] e agenti della [[Polizia dell'Africa Italiana|PAI]]. La postazione fu perduta e rinconquistata. Caddero 38 italiani e 22 tedeschi.<ref>[http://digilander.libero.it/lacorsainfinita/guerra2/43/labattaglia.htm/ La battaglia per Roma]</ref> La giornata del 9 settembre registrò ancora molti scontri.
**[[Salah Nasr al-Nagumi]], politico e militare egiziano († [[1982]])
 
*[[1921]]
La [[132ª Divisione corazzata "Ariete"]], schierata sulla Cassia, resistette a un duro attacco nella zona di [[Monterosi]], dove stava apprestando un caposaldo difensivo, a protezione del quale il sottotenente [[Ettore Rosso]] e un gruppo di genieri del CXXXIV Battaglione misto genio stavano posando un campo di mine. All'arrivo del ''kampfgruppe'' Grosser<ref>Il ''kampfgruppe'' è un gruppo da combattimento di dimensione variabile, che usualmente prendeva il nome dal suo comandante</ref> della 3<sup>a</sup> [[Panzergrenadier]]-Division, costituito da una trentina di carri e due battaglioni di fanteria motorizzata (l'equivalente circa di un reggimento) Rosso mise due autocarri di traverso sulla strada a bloccare il passo. I tedeschi intimarono allora di sgombrare la strada entro quindici minuti: Rosso, invece di obbedire, utilizzò il tempo per ultimare lo sbarramento e, all'avanzare dei tedeschi, aprì il fuoco e poi fece brillare lo sbarramento insieme a quattro volontari, i genieri scelti Pietro Colombo, Gino Obici, Gelindo Trombini e Augusto Zaccanti, che aveva tenuto con sé dopo aver rimandato indietro il resto del reparto; nel tempo impiegato dai tedeschi per riorganizzarsi, il caposaldo venne apprestato alla difesa. Nello scontro che ne seguì, il ''II Reggimento Cavalleggeri di Lucca'' ed il ''III Gruppo'' del ''135º Reggimento Artiglieria'' su [[obice|obici]] da 149/19 contrastarono l'avanzata tedesca, con perdite da ambo le parti; il bilancio fu di 4 carri persi, 20 morti e una cinquantina di feriti da parte italiana, altrettanti uomini circa e qualche carro in più da parte tedesca; l'avanzata tedesca fu fermata per il resto della giornata. Per l'episodio, al tenente Rosso fu conferita la [[Medaglia d'oro al valor militare]]-<ref>http://www.arsmilitaris.org/pubblicazioni/eroe.pdf</ref>
**[[Michele Giordano (direttore)|Michele Giordano]], giornalista e scrittore italiano († [[2008]])
 
**[[Enrico Grazioli]], ex calciatore italiano
La [[divisione Piave]] combatté a [[Monterotondo]] e a [[Mentana (Italia)|Mentana]] costringendo alla resa un battaglione di paracadutisti tedeschi.<ref>[[Arrigo Petacco]], ''La nostra guerra 1940-1945. L'avventura bellica tra bugie e verità'', Mondadori, pagina 171</ref><br />Tuttavia la resistenza spontanea dei soldati italiani era destinata a infrangersi di fronte all'assalto dei panzer tedeschi. Il 10 l'azione tedesca si fece più violenta. [[Porta San Paolo]] divenne il centro dell'ultima resistenza accanita. Ai combattimenti parteciparono anche i civili ai quali i comandanti dei reparti avevano distribuito le armi. Ma alla fine della giornata gli ultimi capisaldi furono sopraffatti: il 10 settembre i tedeschi ottennero la resa dei contingenti italiani posti a difesa di Roma e accettarono la capitolazione limitandosi al disarmo dei militari.<br />I reparti che di propria iniziativa si opposero all'invasore non si risparmiarono nella difesa estrema della città: si contarono 1.167 caduti tra i militari (tra essi, 10 furono decorati con [[medaglia d'oro al valor militare]], e 27 con [[medaglia d'argento al valor militare]]) e circa 120 tra i civili, incluse decine di donne e persino una suora impegnata come infermiera in prima linea<ref>[http://www.comune.roma.it/was/repository/ContentManagement/information/P688806412/8%20settembre%20cenni%20storici.pdf Cenni Storici sull'8 settembre a Roma dal sito ufficiale del comune di Roma]</ref>.
**[[Egon Jönsson]], calciatore svedese († [[2000]])
 
*[[1922]]
=== La liberazione del Duce ===
**[[Gopalasamudram Narayana Iyer Ramachandran]], biofisico indiano († [[2001]])
[[File:Bundesarchiv Bild 101I-567-1503C-15, Gran Sasso, Mussolini vor Hotel.jpg|thumb|upright=1.5|La liberazione del Duce sul Gran Sasso; al centro da sinistra: il maggiore [[Harald-Otto Mors]], il capitano delle SS [[Otto Skorzeny]] e [[Benito Mussolini]].]]
**[[Arnaldo Bixio Daini]], flautista, direttore di banda e insegnante italiano († [[2010]])
{{Vedi anche|Operazione Quercia}}
**[[Eileen Essell]], attrice inglese († [[2015]])
Il 12 settembre un reparto di paracadutisti tedeschi, comandato dal maggiore [[Otto Skorzeny]], [[Operazione Quercia|liberò Mussolini]], che era stato confinato in un [[Hotel Campo Imperatore|albergo]] a [[Campo Imperatore]], sul [[Gran Sasso d'Italia|Gran Sasso]] (operazione "Eiche").<ref>[[Renzo De Felice]], ''Mussolini l'alleato. La guerra civile'', pp. 13, 37-38, Torino, Einaudi, 1997. ISBN 88-06-14996-2</ref>
**[[Nils Liedholm]], allenatore di calcio e calciatore svedese († [[2007]])
 
*[[1923]]
La liberazione del prigioniero fu condotta perfettamente, infatti avvenne - sorprendentemente - senza che venisse sparato un solo colpo. Skorzeny ebbe infatti l'idea di portare con sé il generale del Corpo degli agenti di polizia [[Fernando Soleti]] che, facendosi riconoscere dai carabinieri che presidiavano la fortezza sul Gran Sasso, intimò loro di non sparare. I soldati italiani restarono totalmente disorientati dalla presenza del generale. Alla sua vista lo stesso Mussolini, che si era affacciato alla finestra, disse: "Non sparate, non vedete che è tutto in ordine? C'è un generale italiano!".
**[[Michele Cataudella]], filologo, critico letterario e accademico italiano († [[2013]])
 
**[[Rune Emanuelsson]], allenatore di calcio e calciatore svedese († [[1993]])
Sul rifugio non ci fu praticamente nessuna reazione da parte italiana ne fu tentata una via di fuga verso il teramano<ref>[[Vincenzo Di Michele]], Mussolini finto prigioniero al Gran Sasso, Curiosando Editore, 2011</ref>. Invece [[Assergi]] persero la vita due soldati, eroi quasi sconosciuti, gli unici che non si sottrassero al loro dovere in quella circostanza: la guardia forestale Pasqualino Vitocco aveva cercato di avvisare i carabinieri della presenza della colonna tedesca ed era stato liquidato con una raffica di mitragliatrice, dopo che gli era stato intimato l'alt. Morirà il giorno dopo all'Ospedale Civile dell'Aquila. La seconda vittima fu il carabiniere Giovanni Natali che, di guardia nella stazione intermedia della funivia, visti arrivare dei tedeschi aveva iniziato a sparare ed era stato colpito a morte.
*[[1924]]
 
**[[Jack Ahearn]], pilota motociclistico australiano († [[2017]])
Dopo qualche foto, Mussolini doveva ripartire con il capitano della [[Luftwaffe (Wehrmacht)|Luftwaffe]] [[Gerlach]] su uno [[Fieseler Fi 156|Storch]] (''cicogna''), aereo a decollo e atterraggio breve, portato sull'altipiano dallo stesso capitano. L'aereo poteva trasportare solo due passeggeri, soprattutto in partenza da una pista di decollo così corta, per questo ne era stato previsto un altro per trasportare Skorzeny. L'aereo però non riuscì ad atterrare. Skorzeny, non si perse d'animo e nonostante il suo peso non indifferente, riuscì ugualmente a ottenere il permesso dal maggiore [[Harald-Otto Mors]] (il vero comandante dell'operazione) e dal pilota di poter salire sullo Storch.
**[[Dionigio Borsari]], ex calciatore italiano
 
**[[Alphons Egli]], politico svizzero († [[2016]])
A [[Pratica di Mare (Pomezia)|Pratica di Mare]], dove atterrò, Mussolini fu imbarcato su un [[Heinkel He 111]] che lo portò a [[Vienna]], e poi a [[Monaco di Baviera|Monaco]]. Il 14 settembre, a [[Rastenburg]], incontrò Hitler.
**[[Carlo Fayer]], pittore e scultore italiano († [[2012]])
 
**[[Aloísio Leo Arlindo Lorscheider]], cardinale e arcivescovo cattolico brasiliano († [[2007]])
=== Lo sbarco di Salerno ===
**[[John Nelder]], statistico britannico († [[2010]])
{{Vedi anche|Operazione Avalanche}}
*[[1925]]
[[File:Invasionofitaly1943.jpg|thumb|left|upright=1.4|Schema delle Operazioni Alleate di invasione del sud Italia]]
**[[Erhard Albrecht]], filosofo tedesco
La stessa sera dell'8 settembre, dopo che Badoglio aveva annunciato l'armistizio, una poderosa forza navale alleata puntava verso il golfo salernitano. A bordo delle 463 unità che erano salpate dai porti dell'Algeria e della Sicilia i 100.000 soldati inglesi e i 70.000 americani che componevano il corpo da sbarco affidato al comando del generale statunitense [[Mark Wayne Clark]] erano completamente all'oscuro di quanto era accaduto in quei giorni ed erano tutti convinti che lo sbarco avrebbe incontrato la tenace resistenza degli italiani e dei tedeschi. A [[Salerno]], quel giorno, era stata colpita dall’ennesimo bombardamento: alle 19:45 tutti i residenti vennero rinchiusi nei rifugi anti-aerei, dove appresero dalla radio e dal maresciallo [[Pietro Badoglio]] che il governo italiano aveva chiesto un armistizio al generale [[Dwight D. Eisenhower]] ed aveva firmato la resa incondizionata. La notizia fu appresa anche dai soldati che componevano il corpo di sbarco: essa suscitò grandi manifestazioni di gioia ed ebbe sfortunate conseguenze psicologiche, in quanto i soldati si erano convinti che a Salerno avrebbero trovato folle in festa. Furono gli ufficiali ad attenuare lo smisurato e fuori luogo calo di tensione, che avrebbe potuto causare conseguenze inimmaginabili al momento dello sbarco.
**[[Ed Bartels]], cestista statunitense († [[2007]])
 
**[[Olle Hellbom]], regista e sceneggiatore svedese († [[1982]])
Ristabilito l'ordine a bordo, poche ore dopo ebbero inizio le operazioni. L'''operazione Avalanche'' prevedeva due sbarchi, a nord e a sud del fiume [[Sele]]. I commando britannici dovevano occupare l'aeroporto di [[montecorvino Pugliano]], [[Battipaglia]] e i passi che conducono a Napoli, mentre i ranger americani dovevano impadronirsi delle strade principali onde stabilire il contatto con l'armata di Montgomery che, sbarcata in Calabria il 3 settembre, stava risalendo la penisola. L’ora X scattò alle 3:30 del 9 settembre, momento di massima oscurità, utile per l’occultamento della forza da sbarco, anche se, d'altro canto, svantaggiosa per le manovre di avvicinamento alla costa. Furono ben 40 i chilometri di costa interessati dall'operazione Avalanche. I soldati presero terra con relativa facilità e senza contrasti, ma improvvisamente e con loro grande sorpresa si scatenò violentissima la reazione tedesca. L'aviazione tedesca (la [[Luftwaffe (Wehrmacht)|Luftwaffe]]) diede inizio ad una serie di attacchi aerei sulle navi in rada e sui mezzi da sbarco, provocando gravi perdite tra le file alleate. Il VI Corpo d’Armata e la 36ª Divisione riuscirono però a superare quei duri attacchi e i [[commando]] della Special Service Brigade sbarcarono senza difficoltà a Marina di Vietri. Nel frattempo anche l’altro corpo speciale, i Rangers, era sbarcato a [[Maiori]]. All’apparire dell’alba gli alleati erano arrivati alle porte di [[Cava de' Tirreni]] ed una loro pattuglia ebbe un primo scontro a fuoco con i tedeschi sul ponte di San Francesco.
**[[Andrej Donatovič Sinjavskij]], scrittore e critico letterario sovietico († [[1997]])
 
**[[Sid Tanenbaum]], cestista statunitense († [[1986]])
L’11 settembre il colonnello Lane assunse possesso del governo militare, ma due giorni dopo i tedeschi sferrarono il contrattacco, riconquistando [[Eboli]], [[Battipaglia]] ed [[Altavilla Silentina]]. Il generale Clark decise allora di far intervenire i paracadutisti dell’[[82ª Divisione Aviotrasportata (USA)|82ª Divisione Aviotrasportata statunitense]] ma senza i risultati attesi.L’offensiva finale vide la luce il 23 settembre: in quel giorno, fu superato con le armi il Passo di [[Molina (Vietri sul Mare)|Molina di Vietri]], lungo la SS18, per giungere a liberare l’[[Agro Nocerino Sarnese]] e portare l’ultimo attacco verso Napoli. La resistenza tedesca fu decisa, specialmente quando, oltrepassata Molina, le unità alleate si diressero verso Cava de’ Tirreni. Proprio la mattina del 23 settembre, un carro armato tedesco si accingeva a salire verso la Badia per un'azione di rappresaglia contro la popolazione ivi rifugiata; ma nella strettoia che la strada compie a Sant'Arcangelo, non potette proseguire oltre. Alcuni sconsiderati si fermarono a guardare, ed i tedeschi del carro armato, adirati dall’inconveniente o forse nell’intento di compiere egualmente la rappresaglia, scaricarono su quegli sconsiderati una sventagliata di mitragliatrice.
*[[1926]]
 
**[[Gaetano Bardini]], tenore italiano († [[2017]])
Prima di abbandonare Cava, i tedeschi provvidero a far saltare il ponte di San Francesco sulla strada nazionale e il ponte sulla ferrovia presso Villa Alba, allo scopo di ritardare l’avanzata degli anglo-americani, i quali però in poche ore buttarono un ponte di ferro e legno sul ponte San Francesco ristabilendo immediatamente la comunicazione con Salerno, mentre per l’avanzata dei loro carri armati si erano serviti della strada ferrata che i tedeschi non avevano toccata. Altre mine furono poste dai tedeschi agli altri ponti di Cava e sugli incroci stradali, ma non ebbero il tempo di farle brillare. Il 28 settembre la battaglia di Cava era conclusa e gli Alleati, procedendo verso l’Agro e superandolo, dopo ventidue giorni e 54 chilometri di combattimenti, alle ore 9:30 del 1º ottobre ‘43, entrarono a Napoli: l’operazione Avalanche era conclusa.
**[[Jean Coste]], presbitero e storico francese († [[1994]])
 
**[[Tulsi Giri]], politico nepalese
=== Il massacro di Cefalonia ===
**[[Louise Hay]], scrittrice statunitense († [[2017]])
{{Vedi anche|Eccidio di Cefalonia}}
**[[Renato Savino]], sceneggiatore e regista italiano
 
**[[Giovanni Zarrilli]], archivista e storico italiano († [[1969]])
Con l'armistizio dell'8 settembre 1943 le truppe italiane dislocate nei Balcani restarono senza ordini precisi da parte del governo e del comando supremo. La capitolazione ai tedeschi avvenne a volte dopo trattative, a volte dopo scontri impari, che portarono alla morte e alla cattura dei soldati italiani. L'episodio più eroico, finito in tragedia, fu quello della [[divisione Acqui]], di stanza nell'isola di [[Cefalonia]] nel Mar Jonio, i cui circa 10.000 uomini, con un plebiscito svoltosi il 13 e il 14 settembre, decisero di inviare al comando tedesco un comunicato in cui si faceva significativamente riferimento alla volontà collettiva: "Per ordine del comando supremo e per volontà degli ufficiali e dei soldati la divisione Aqui non cede le armi". Nei terribili scontri dei giorni seguenti gli italiani opposero una dura resistenza, senza ricevere alcun aiuto dell'esercito, e vennero decimati. Quasi tutti i superstiti vennero fucilati tra il 22 e il 24 settembre. Coloro che riuscirono a salvarsi si unirono alla resistenza greca.
*[[1927]]
 
**[[Torbjørn Falkanger]], saltatore con gli sci norvegese († [[2013]])
== La guerra civile e la resistenza ==
**[[Rolf Jahn]], calciatore tedesco orientale († [[2001]])
{{Vedi anche|Esercito cobelligerante italiano|Comitato di Liberazione Nazionale|Guerra di liberazione italiana|Guerra civile in Italia (1943-1945)|Resistenza italiana}}
**[[César Milstein]], biochimico argentino († [[2002]])
Il fenomeno della Resistenza italiana si sviluppò in contemporanea con l'occupazione tedesca dell'Italia. La lotta partigiana fu portata avanti da un variegato fronte antifascista, composto da comunisti, democratici, cattolici, socialisti, liberali e anarchici. La guerriglia partigiana nacque in maniera spontanea e disordinata, ma in seguito la Resistenza fu coordinata dal [[Comitato di Liberazione Nazionale]] (CLN). Al Nord nacque il Comitato di Liberazione Nazionale Alta Italia (CLNAI).
*[[1928]]
 
**[[Didi]], calciatore e allenatore di calcio brasiliano († [[2001]])
Il CLNAI, presieduto dal [[1943]] al [[1945]] da [[Alfredo Pizzoni]], coordinò la lotta armata nell'Italia occupata, condotta da formazioni denominate [[Brigata partigiana|brigate e divisioni]], quali le [[Brigate Garibaldi]], costituite su iniziativa del [[Partito Comunista Italiano|partito comunista]]; le [[Brigate Matteotti]], legate al partito socialista; le Brigate [[Giustizia e Libertà]], legate al [[Partito d'Azione]]; le Brigate Autonome, composte principalmente di ex-militari e prive di rappresentanza politica, talvolta simpatizzanti per la [[monarchia]], riportate come {{Citazione necessaria|''[[Pietro Badoglio|badogliani]]''}}.
**[[Helmut Qualtinger]], attore, scrittore e giornalista austriaco († [[1986]])
 
*[[1929]]
=== Le quattro giornate di Napoli ===
**[[Arthur Bisguier]], scacchista statunitense († [[2017]])
{{Vedi anche|Quattro giornate di Napoli}}
**[[Paulinho Nogueira]], cantante, compositore e chitarrista brasiliano († [[2003]])
 
**[[Franklin Stahl]], biochimico e genetista statunitense
[[File:Quattro giornate di Napoli legenda.png|upright=1.4|thumb|Mappa della città con indicati i luoghi dell'insurrezione]]
*[[1930]]
Con il nome di ''Quattro Giornate di Napoli'' (27-30 settembre [[1943]]) si indica l'insurrezione della popolazione che, con l'apporto di militari fedeli al cosiddetto [[Regno del Sud]], riuscì a liberare la città di [[Napoli]] dall'occupazione delle forze armate tedesche, coadiuvati da fascisti fedeli al neonato [[Repubblica Sociale Italiana|Stato Nazionale Repubblicano]].L'avvenimento, che valse alla città di [[Napoli]] il conferimento della [[Medaglia d'Oro al Valor Militare]], consentì alle [[Alleati della seconda guerra mondiale|forze alleate]] di trovare al loro arrivo, il 1º ottobre [[1943]], una città già libera dall'occupazione [[nazista]], grazie al coraggio e all'eroismo dei suoi abitanti, ormai esasperati ed allo stremo per i lunghi anni di guerra. Napoli fu la prima, tra le grandi città italiane, ad insorgere contro l'occupazione nazista<ref>{{Pdf}}[http://www.senato.it/documenti/repository/leggi_e_documenti/raccoltenormative/27%20-%20Consulta%20Nazionale/Commissioni%20Riunite/Finanze%20e%20tes.-Ricostruz.%20lav.pubbl.%20e%20comun/07%20marzo%201946.pdf Senato.it - Resoconto sommario della seduta del 7 marzo 1946, pag.336]</ref>.
**[[Pepper Adams]], sassofonista statunitense († [[1986]])
 
**[[Knut Andersen (calciatore 1930)|Knut Andersen]], calciatore norvegese († [[2002]])
Sin dai giorni immediatamente seguenti l'Armistizio di Cassibile, in città si andarono intensificando gli episodi di intolleranza e di resistenza verso l'occupante nazista e le azioni armate, più o meno organizzate, fecero seguito alle manifestazioni studentesche del 1º settembre [[1943]] in piazza del Plebiscito ed alle prime assemblee nel ''[[Liceo Classico Sannazaro]]'' al [[Vomero]]. Il 10 settembre [[1943]], tra piazza del Plebiscito e i giardini sottostanti, avvenne il primo scontro cruento, con i napoletani che riuscirono ad impedire il transito di alcuni automezzi tedeschi; nei combattimenti morirono 3 marinai e 3 soldati tedeschi.
**[[Horst Borcherding]], calciatore tedesco († [[2015]])
 
**[[Cosetta Greco]], attrice italiana († [[2002]])
Quando giunse la notizia che gli Alleati erano sbarcati a Salerno, i soldati italiani, ritenendo ormai prossima la liberazione, resistettero ai tedeschi a Castel dell'Ovo, a Forte Sant'Elmo, al Palazzo dei telefoni. Accanto a loro combatterono nuclei di civili che, senza alcuna organizzazione, si mobilitarono per la lotta. Poi, il 27 settembre, ebbe inizio un'ampia retata dei tedeschi: le strade vennero bloccate e tutti gli uomini, senza limiti d'età, furono caricati a forza sui camion per essere avviati al lavoro forzato in Germania. A questo punto, per i napoletani non c'erano alternative: se volevano sfuggire alla deportazione dovevano combattere contro i tedeschi e impedire che attuassero i loro piani.
**[[Reiji Okazaki]], biologo giapponese († [[1975]])
 
**[[Tōru Takemitsu]], compositore giapponese († [[1996]])
I napoletani uscirono allo scoperto nelle prime ore del 28 settembre: erano armati alla meglio, con vecchi fucili, pistole, bombe a mano, bottiglie incendiarie che avevano subito imparato a costruire e qualche mitragliatrice leggera nascosta nei giorni dell'armistizio. Altre armi se le procurarono combattendo. Resistettero al nemico artisti, poeti, scrittori, e cantanti come [[Sergio Bruni]] (che fu ferito)<ref>[http://digilander.libero.it/lacorsainfinita/guerra2/schede/avalanche4giornate.htm/ Avalanche e le 4 giornate di Napoli>]</ref>. Il primo scontro fu quello presso la masseria ''Pagliarone'' a via Belvedere, nel Vomero: un gruppo di persone armate fermò un'automobile tedesca uccidendo il [[maresciallo]] che era alla guida. Poi altri episodi, dapprima al quadrivio tra via Cimarosa e via Scarlatti (ove una motocarrozzetta germanica fu ribaltata provocando la morte dei due occupanti e la rappresaglia tedesca), quindi in piazza Vanvitelli, dove una decina di giovanissimi vomeresi, dopo che era giunta al Vomero la notizia della morte di un marinaio, freddato con un colpo di pistola da un nazista, usciti da un bar attaccarono tre soldati tedeschi che occupavano una camionetta, li costrinsero a scendere ed incendiarono il mezzo<ref>[http://www.ilportaledelsud.org/quattrogiornate.htm/ Le quattro giornate di Napoli>]</ref>.
*[[1931]]
 
**[[Bill Brown (calciatore)|Bill Brown]], calciatore scozzese († [[2004]])
A [[Porta Capuana]] un gruppo di 40 uomini si insediò, con fucili e mitragliatori, in una sorta di posto di blocco, uccidendo 6 soldati nemici e catturandone altri 4, mentre combattimenti si avviarono in altri punti della città come al [[Castel Nuovo|Maschio Angioino]], al Vasto e a Monteoliveto. I tedeschi procedettero ad altre retate, questa volta al [[Vomero]], ammassando 47 civili all'interno del [[Stadio Arturo Collana|Campo Sportivo del Littorio]] sotto minaccia di morte. Il 29 settembre nei pressi dell'[[Aeroporto di Napoli-Capodichino|aeroporto di Capodichino]], una pattuglia tedesca uccise 3 avieri italiani e costituì un posto di blocco al centro di Piazza Ottocalli: da un palazzo uscirono una ventina di giovani che ingaggiarono un combattimento con i tedeschi. La sparatoria fu fitta, lo scontro breve e si concluse con la morte dei tedeschi<ref>[[Arrigo Petacco]], ''La nostra guerra 1940-1945. L'avventura bellica tra bugie e verità'', Mondadori; pagina 193</ref>. Più tardi, i cadaveri dei tre avieri vennero caricati sul cassone di un camioncino e portati in processione per le strade della città: la vista dei morti e il racconto delle atrocità commesse dai tedeschi suscitarono nuova commozione, ingigantirono l'odio e alimentarono la rivolta. Nelle ore che seguirono l'insurrezione dilagò: si combatteva ormai in periferia e al centro, e a combattere erano uomini di ogni età e di ogni ceto sociale, donne e persino ragazzi.
**[[Giovanni Garbini]], orientalista italiano († [[2017]])
 
**[[Fan Ho]], fotografo, regista e attore cinese († [[2016]])
Nelle stesse ore, presso il quartier generale tedesco al [[Corso Vittorio Emanuele (Napoli)|corso Vittorio Emanuele]] (tra l'altro ripetutamente attaccato dagli insorti), avvenne la trattativa tra il [[Colonnello]] [[Walter Schöll]] e il [[Tenente]] [[Enzo Stimolo]] per la riconsegna dei prigionieri del [[Stadio Arturo Collana|Campo Sportivo del Littorio]]; con uno stratagemma gli insorti fecero credere ai tedeschi di essere in numero preponderante e così, dopo lunghe trattative, il Colonnello Walter Scholl fu costretto ad ordinare l'abbandono della città. I 47 ostaggi vennero liberati e i tedeschi ricevettero in cambio la garanzia di poter evacuare Napoli a cominciare dalle 7 del mattino seguente senza ulteriori molestie. Era la prima volta in [[Europa]] che i tedeschi sconfitti venivano costretti a trattare la resa con gli insorti.
**[[Andreas Molterer]], ex sciatore alpino austriaco
 
**[[Franco Cosimo Panini]], editore italiano († [[2007]])
=== La Repubblica Sociale Italiana ===
*[[1932]]
{{Vedi anche|Repubblica Sociale Italiana}}
**[[Kenneth Appel]], matematico statunitense († [[2013]])
[[File:Bundesarchiv Bild 101I-311-0926-07, Italien, italienische Soldaten.jpg|thumb|left|Soldati della Repubblica Sociale Italiana, ispezionati dal generale tedesco Kurt Mälzer a Roma nel marzo 1944.]]
**[[Paola Piccinato]], doppiatrice e dialoghista italiana
[[File:Bundesarchiv Bild 101I-316-1181-11, Italien, Benito Mussolini mit italienischen Soldaten.jpg|upright=1.4|thumb|Mussolini incontra un milite adolescente della RSI (1944)]]
**[[Antonio Pizzinato]], sindacalista e politico italiano
[[File:Italian social republic map.png|thumb|left|Repubblica Sociale Italiana - Le aree segnate in verde facevano ufficialmente parte della R.S.I. ma erano considerate dalla Germania zone di operazione militare e sottoposte a diretto controllo tedesco<ref>en.wiki/Italian Social Republic</ref>]]
*[[1934]]
La liberazione di [[Mussolini]] dalla prigionia sul Gran Sasso fu il preludio alla creazione, nell'Italia del nord, di uno stato fantoccio controllato dal Reich tedesco: nacque così, il 23 settembre 1943, la Repubblica Sociale Italiana (RSI), comunemente detta Repubblica di Salò, dal nome della località sul lago di Garda che ne ospitava alcuni uffici e dove era la residenza di Mussolini.
**[[Jaime Belmonte]], calciatore messicano († [[2009]])
 
**[[Ennio Contedini]], scacchista italiano
Guidata formalmente dal governo presieduto dal Duce - che con la creazione del Partito fascista repubblicano (il cui segretario era [[Alessandro Pavolini]]) tentò di proporre un fascismo rinnovato - la RSI non era in realtà uno stato sovrano: il territorio era quello controllato dall'amministrazione militare tedesca, gli atti del governo necessitavano dell'approvazione di due consiglieri tedeschi, e i militari tedeschi ne controllavano di fatto gli uffici centrali e periferici. Hitler decise persino l'annessione al Reich di parte dell'Italia nordorientale, concedendo ai [[Gauleiter]] del [[Tirolo]] e della [[Carinzia]] di annettersi molte zone del Triveneto mascherando il tutto dietro la "facciata" di due zone di operazioni: quella delle [[Zona d'Operazione delle Prealpi|Prealpi]] o ''Alpenvorland'' (costituita dalle province di [[provincia autonoma di Trento|Trento]], [[provincia autonoma di Bolzano|Bolzano]] e [[Provincia di Belluno|Belluno]]) e quella del [[Zona d'Operazione del Litorale Adriatico|Litorale Adriatico]] o ''Adriatisches Küstenland'' (province di [[provincia di Udine|Udine]], [[provincia di Gorizia|Gorizia]], [[provincia di Trieste|Trieste]], [[provincia di Pola|Pola]], [[provincia di Fiume|Fiume]], [[provincia di Lubiana|Lubiana]]).
**[[Gerry Hitchens]], calciatore inglese († [[1983]])
 
**[[Martin Lippens]], allenatore di calcio e calciatore belga († [[2016]])
Il 15 novembre, a Verona, il congresso del partito approvò il manifesto programmatico del nuovo regime, che ai temi nazionalfascisti e repubblicani affiancava demagogici contenuti socialisteggianti e auspicava un ritorno al fascismo delle origini. Con la chiamata alle armi del novembre 1943 si tentò di ricostruire un esercito, ma solo il 40% dei giovani rispose, e molti di essi disertarono in seguito. Nel complesso, considerando anche le altre formazioni militari, la RSI poté contare inizialmente su circa 200.000 uomini in armi. Una delle vicende più emblematiche dei 600 giorni si Salò riguarda gli ebrei italiani, considerati stranieri e nemici nel manifesto di Verona. Le autorità fasciste collaborarono attivamente con i nazisti per la loro deportazione verso i campi di sterminio, e presero iniziative proprie: il 30 novembre 1943 il ministro degli Interni decise la creazione di appositi campi di concentramento in Italia.
**[[Friedrich-Wilhelm von Herrmann]], filosofo tedesco
 
*[[1935]] - [[Art Stratton]], hockeista su ghiaccio e allenatore di hockey su ghiaccio canadese
=== La linea Gustav ===
*[[1936]]
{{Vedi anche|Battaglia di Montelungo|Linea Gustav}}
**[[Gary Alcorn]], cestista statunitense († [[2006]])
Sfruttando la conformazione orografica della penisola italiana la X armata tedesca del feldmaresciallo [[Albert Kesselring]] si dispose lungo la catena appenninica e sui contrafforti che scendono verso l'Adriatico e il Tirreno.
**[[Barbara Rosemary Grant]], accademica, biologa e zoologa britannica
L'avanzata alleata lungo il Belpaese incontrò la tenace resistenza tedesca: i reparti britannici risaliti dalla Calabria e ricongiuntisi alla testa di ponte americana a Salerno entrarono a Napoli il 1º ottobre. Abbandonata l'ipotesi di uno sbarco alleato sulle coste orientali italiane, il principale teatro delle operazioni fu la fascia di territorio tra Napoli e Roma, dove l'[[Organizzazione Todt]] aveva eretto la [[linea Gustav]]. Quest'ultima era costituita da un insieme di punti fortificati che correvano dall'Adriatico al Tirreno (si estendeva dalla foce del [[Garigliano]] alla foce del fiume [[Sangro]], a sud di [[Pescara]], passando per [[Cassino]]) e tagliava in due l'Italia: a Nord di essa vi erano i tedeschi, a Sud gli Alleati. Le teste di ponte alleate a nord di Napoli non riuscirono a piegare i tedeschi asserragliati nell'abbazia di Montecassino. Inoltre le condizioni atmosferiche, la morfologia del terreno e il rallentamento delle operazioni provocato dai numerosi corsi d'acqua in piena impedirono agli Alleati di muovere rapidamente su Roma che, alla fine del 1943, restava ancora a più di 100 chilometri dalla linea del fronte.
**[[Leonid Vjačeslavovič Kuravlëv]], attore russo
 
**[[Giancarlo Martini (ciclista)|Giancarlo Martini]], ex ciclista su strada italiano († [[2018]])
=== L'episodio delle fosse ardeatine ===
**[[Peter Swan]], allenatore di calcio e ex calciatore inglese
{{Vedi anche|Attentato di via Rasella|Eccidio delle fosse Ardeatine}}
*[[1937]]
[[File:Roma-fosseardeatine6.jpg|thumb|upright=1.4|Entrata alle fosse Ardeatine]]
**[[Anthony Richard Birley]], storico britannico
 
**[[Ramón Reyes]], cestista panamense († [[2014]])
Il 23 marzo 1944, alle ore 15 circa, un gruppo di 16 partigiani appartenenti ai GAP ([[Gruppi di Azione Patriottica]]) attuò, in pieno giorno, un clamoroso attentato contro un reparto armato di 160 SS in marcia lungo [[Via Rasella]]. Una carica esplosiva, nascosta in un carretto, venne fatta esplodere al centro della colonna tedesca, mentre altri partigiani lanciavano bombe e sparavano raffiche di mitra verso la coda del reparto. Nell'immediatezza dell'evento rimasero uccisi 32 militari tedeschi e 110 rimasero feriti, oltre a 2 vittime civili. Dei feriti, uno morì poco dopo il ricovero, mentre era in corso la preparazione della rappresaglia, che fu dunque calcolata in base a 33 vittime germaniche. Nei giorni seguenti sarebbero deceduti altri 9 militari feriti, portando così a 42 il totale dei caduti.<ref>Cassazione - Sezione I Penale sent. n. 1560/99, par. IV, num. 6, lett. a, ove si legge: «L'azione fu attuata facendo esplodere, mediante detonatore collegato ad una miccia, 18 kg di tritolo contenuti in un carretto per la spazzatura, in coincidenza del passaggio, usuale e previsto, di una compagnia del battaglione "Bozen". Secondo la ricostruzione del consulente tecnico della parte offesa Zuccheretti, riportata nel provvedimento impugnato (pag. 14), l'esplosione dell'ordigno ebbe a determinare la morte di 42 soldati tedeschi (dei quali 32 morti quasi immediatamente e gli altri), e di almeno due civili italiani, il minore Pietro Zuccheretti e Antonio Chiaretti.»</ref>. I nazisti vollero attuare subito una spaventosa rappresaglia per punire e terrorizzare tutta la città: Hitler intimò la fucilazione, entro le 24 ore, di dieci italiani per ogni tedesco ucciso.
*[[1938]]
 
**[[Constantin Abăluță]], giornalista, poeta e romanziere romeno
Il massacro fu organizzato ed eseguito da [[Herbert Kappler]], all'epoca ufficiale delle [[Schutzstaffel|SS]] e comandante della polizia tedesca a Roma, già responsabile del rastrellamento del [[Ghetto di Roma]] nell'ottobre del [[1943]] e delle torture contro i partigiani detenuti nel carcere di [[via Tasso]]. L'ordine di esecuzione riguardò 320 persone, poiché inizialmente erano morti 32 soldati tedeschi. Durante la notte successiva all'attacco di via Rasella morì un altro soldato tedesco e Kappler, di sua iniziativa, decise di uccidere altre 10 persone. Erroneamente, causa la "fretta" di completare il numero delle vittime e di eseguire la rappresaglia, furono aggiunte 5 persone in più nell'elenco ed i tedeschi, per eliminare scomodi testimoni, uccisero anche loro. I tedeschi, dopo aver compiuto il massacro, infierendo sulle vittime, fecero esplodere numerose mine per far crollare le cave ove si svolse il massacro e nascondere, o meglio rendere più difficoltosa, la scoperta di tale eccidio.
**[[Giovanni Bacis]], ex calciatore italiano
 
**[[Sonny Barger]], criminale statunitense
I sopravvissuti del Polizeiregiment "Bozen", si rifiutarono di vendicare in quel modo i propri compagni uccisi.<ref>Dopo la liberazione di Roma, il reparto fu impiegato nelle attività di controguerriglia, repressione della Resistenza e contro i civili nella zona che da Firenze conduce alla Val di Susa sia di quella che dalla Valsugana porta al Cadore. (Vedi: Christopher R. Browning. ''Uomini comuni''. Torino, Einaudi 1995. XVIII-258 pp.). Più in generale molte unità dell'[[Ordnungspolizei]] vennero impiegate come unità di supporto nella [[Soluzione finale della questione ebraica|persecuzione degli ebrei]]</ref>
**[[John Hansen (canottiere)|John Hansen]], ex canottiere danese
L'esecuzione iniziò dopo sole 23 ore dall'attacco di Via Rasella, e venne resa pubblica ad esecuzione avvenuta. La stessa segretezza avvolse la notizia ufficiale dell'attentato subito dalle truppe occupanti, notizia diffusa assieme a quella della rappresaglia per ragioni propagandistiche secondo una direttiva del [[Minculpop]].<ref>Ribadito dalla [http://www.repubblica.it/2007/08/sezioni/cronaca/rasella-condanna/rasella-condanna/rasella-condanna.html sentenza] della [[Corte di Cassazione]] del 7 agosto 2007</ref>
**[[Bronislovas Lubys]], politico lituano († [[2011]])
[[File:Bundesarchiv Bild 101I-310-0884-16, Italien, Panzer V (Panther) in Stadt.jpg|thumb|left|Panzer tedesco a Roma, 1944.]]
**[[Penelope Pitou]], ex sciatrice alpina statunitense
 
**[[Cesare Reina]], ex calciatore italiano
=== La liberazione di Roma ===
**[[Gianni Sassi]], produttore discografico, imprenditore e fotografo italiano († [[1993]])
Per gli ultimi mesi del [[1943]] la [[Linea Gustav]] rappresentò il principale ostacolo nell'avanzata verso nord degli [[Alleati della seconda guerra mondiale|Alleati]], bloccandone, di fatto, lo slancio iniziale. Nel tentativo di sbloccare tale ''impasse'', gli Alleati sbarcarono alcune forze presso [[Anzio]] ([[Sbarco di Anzio]]), non riuscendo comunque a cogliere gli obiettivi sperati. Il fronte venne rotto solo in seguito ad un attacco frontale a [[Battaglia di Monte Cassino|Monte Cassino]], nella primavera del [[1944]], e con la successiva [[Liberazione di Roma|presa di Roma]] in giugno. Il 5 giugno gli americani entrarono a Roma dichiarata "città aperta", ed evacuata dai tedeschi senza alcuna distruzione e con i suoi ponti intatti. L'operazione "Diadem" che portò alla liberazione di Roma era costata 18.000 perdite agli americani, 14.000 agli inglesi e 11.000 ai tedeschi<ref>''Storia illustrata della seconda guerra mondiale'', Giunti; pagina 205</ref>. Nella Roma occupata dagli Alleati [[Vittorio Emanuele III]] abdicò in favore del figlio [[Umberto II d'Italia|Umberto II]] che assunse la luogotenenza generale, e il dimissionario Badoglio venne sostituito dall'antifascista [[Ivanoe Bonomi]] alla guida del governo, espressione dei partiti riuniti nel Comitato di liberazione nazionale.
**[[Jacques Stockman]], calciatore belga († [[2013]])
 
**[[Fred Stolle]], ex tennista australiano
=== Lo sfondamento della linea Gotica ===
*[[1939]]
[[File:Gothic Line - Concept of OperationOlive 1944.png|thumb|La [[Linea Gotica]] nell'agosto [[1944]]. In blu le manovre alleate.]]
**[[Giuseppe Beghetto]], ex ciclista su strada e pistard italiano
Alla fine del 1944 gli Alleati erano attestati a ridosso della [[linea Gotica]] con la [[5ª Armata statunitense]] e l'[[Eighth Army (United Kingdom)|8ª armata britannica]]. Favoriti da una netta supremazia aerea, gli Alleati beneficiarono anche delle operazioni di disturbo agli occupanti da parte delle formazioni partigiane. Il corpo canadese dell'8ª armata prese [[Ravenna]] e si spinse sul fiume Senio, la 5ª armata era invece ferma nei pressi di [[Bologna]], mentre sul versante tirrenico gli americani di [[Mark Wayne Clark]] erano già a [[Pisa]]. L'abile condotta difensiva dei tedeschi - che si impegnarono anche nella repressione delle [[Resistenza italiana|Resistenza partigiana]] e spesso compirono veri e propri massacri della popolazione civile durante le operazioni di rastrellamento o come rappresaglia per le azioni dei partigiani - costò agli Alleati un alto numero di perdite: le condizioni del terreno favorivano la difesa degli occupanti, e la marcia alleata procedette ovunque con lentezza (anche perché con la decisione dello [[sbarco in Normandia]] il teatro di guerra italiano assunse per gli Alleati un'importanza secondaria).
**[[Vittorio Calvani]], allenatore di calcio e ex calciatore italiano
 
**[[Goffredo Canarini]], cantautore, compositore e paroliere italiano († [[2002]])
Dopo mesi di stallo e il parziale fallimento dell'[[Operazione Olive]], durante la primavera del 1945, gli Alleati iniziarono l'[[Offensiva di primavera del 1945 in Italia|offensiva]] finale contro le truppe tedesche e quelle della [[repubblica di Salò]], per conquistare l'Italia settentrionale. A metà di aprile [[1945]] i mezzi corazzati americani sfondarono le linee di difesa tedesche e gli Alleati dilagarono nella pianura padana e raggiunsero il Po. La trattativa avviata con gli americani dal comando delle [[SS]] in Italia [[Karl Wolff]] per evitare l'insurrezione partigiana, salvaguardare gli impianti industriali del paese e garantire un indolore passaggio dei poteri non diede alcun esito.
**[[Tanhum Cohen-Mintz]], cestista israeliano († [[2014]])
 
**[[Boris Dubrovskij]], ex canottiere russo
=== L'insurrezione nel Nord Italia ===
**[[Jean-Claude Gaudin]], politico francese
{{Vedi anche|Repubbliche partigiane|Strage di Piazzale Loreto}}}
**[[Armando Gentilucci]], compositore, musicologo e critico musicale italiano († [[1989]])
[[File:M24 Italy.jpg|thumb|left|Gli americani entrano a [[Bologna]] nel [[1945]]]]
**[[Maurice Herriott]], ex siepista britannico
Con la Linea Gotica ormai rotta e i tedeschi in ritirata da tutto il fronte, il 21 aprile gli italiani del gruppo di combattimento "Legnano" dei bersaglieri della "Friuli" e i reparti polacchi entrarono per primi a [[Bologna]], già insorta e sgombrata dai tedeschi (da due giorni erano penetrate le forze partigiane)<ref>Cesare Salmaggi; Alfredo Pallavisini, ''Continenti in fiamme 2194 giorni di guerra - cronologia della seconda guerra mondiale'', Milano, Mondadori, 1981, pagina 718.</ref>. Il 21 [[Ferrara]] insorse, ma il giorno successivo i partigiani non poterono impedire che la città fosse attraversata da grosse forze germaniche in ritirata verso il Po. [[Modena]], [[Reggio Emilia]] e [[Parma]] furono liberate dalle forze patriottiche, grazie all'azione concorde delle brigate affluite dalla campagna e delle formazioni cittadine. Nelle campagne e nelle città minori l'insurrezione ebbe un carattere travolgente, grazie all'appoggio della maggioranza delle popolazioni contadine. I tedeschi si ritirarono precipitosamente a nord del Po, ma molti furono catturati dagli alleati e dai partigiani; circa 6.000 di loro, rimasti circondati nella valle del Taro, si arresero agli americani. I partigiani di [[Piacenza]] lottarono a lungo contro i tedeschi ostacolandone la ritirata fino a che la città fu liberata completamente la mattina del 29 aprile.
**[[Paul Hogan]], comico, sceneggiatore e conduttore televisivo australiano
 
**[[Ėl'vira Ozolina]], ex giavellottista sovietica
Frattanto la [[V armata americana]], che aveva liberato [[Carrara]] il 12 aprile, aveva cominciato ad avanzare in [[Liguria]], in direzione di [[Genova]], che però insorse il 23 aprile. Sebbene inferiori di numero rispetto alla guarnigione tedesca, i GAP, le SAP genovesi e alcune brigate scese dalle montagne, penetrate via via in città, salvarono il porto asportando e isolando le mine postevi dai tedeschi, salvarono gli impianti industriali, sconfissero i fascisti che tentarono di resistere nel centro della città, costrinsero alla resa il comandante del presidio tedesco, fecero prigionieri 6.000 tedeschi, che consegnarono agli alleati quando questi arrivarono a Genova il 28 aprile.<ref>[[Giorgio Candeloro]], ''Storia dell'Italia moderna'', Volume 10, ''La seconda guerra mondiale. Il crollo del fascismo. La Resistenza (1939-1945)''</ref>
**[[Clemente Padin]], poeta uruguaiano
 
**[[Oreste Peccedi]], allenatore di sci alpino italiano
Il giorno precedente l'entrata degli americani a [[Verona]], cioè il 25 aprile, ebbe luogo l'[[Resistenza italiana#Dall'insurrezione alla liberazione|insurrezione generale]] delle forze partigiane, che cominciarono ad attaccare ovunque i tedeschi. Tutti i passi alpini furono bloccati entro il 28 aprile, giorno in cui [[Benito Mussolini]] e [[Claretta Petacci]] insieme ad alcuni gerarchi del regime in fuga verso il confine svizzero, furono arrestati e giustiziati secondo le decisioni del [[CLNAI]] presso il [[lago di Como]]. Il 25 aprile fu anche il giorno della liberazione di [[Milano]] e [[Torino]]. Entro il 1º maggio, poi, tutta l'Italia settentrionale fu liberata: Bologna (il 21 aprile), Genova (il 26 aprile), [[Venezia]] (il 28 aprile).
**[[Harvey Pekar]], fumettista statunitense († [[2010]])
 
*[[1940]]
Le truppe tedesche si stavano ormai arrendendo in massa, e dopo il 25 aprile l'inseguimento Alleato incontrò ovunque una resistenza pressoché nulla. Il 29 i neozelandesi raggiunsero Venezia e il 2 maggio [[Trieste]], dove il principale motivo di preoccupazione si rivelò la presenza non dei tedeschi, bensì degli jugoslavi<ref>[[Basil Liddell Hart]], ''Storia militare della seconda guerra mondiale'', 2009, Milano, Mondadori. ISBN 978-88-04-42151-1,p. 941</ref>.
**[[Alzek Misheff]], pittore e musicista italiano
 
**[[Sandro Spinetti]], ex cestista italiano
=== La fine della guerra ===
*[[1941]]
{{Vedi anche|Morte di Mussolini}}
**[[Jesse Jackson]], politico, religioso e attivista statunitense
[[File:Mussolini e Petacci a Piazzale Loreto, 1945.jpg|200px|right|thumb|Piazzale Loreto, 29 aprile 1945. I corpi di Mussolini (secondo da sinistra) e della [[Claretta Petacci|Petacci]] (riconoscibile dalla gonna) esposti a Piazzale Loreto. Il primo cadavere a sinistra è [[Nicola Bombacci]]. Gli ultimi due a destra sono [[Alessandro Pavolini|Pavolini]] e [[Achille Starace|Starace]].]]
**[[Shane Stevens]], scrittore statunitense († [[2007]])
 
*[[1942]]
Parallelamente il fascismo repubblicano e Mussolini tentarono di trovare una "soluzione politica" all'andamento della guerra, ma si scontrarono con la diffidenza alleata e con la fermezza dei capi politici della Resistenza, che esigevano la resa immediata e senza condizioni. Nei convulsi giorni che seguirono il dilagare delle truppe alleate nell'Italia del nord, giunse all'epilogo la vicenda della repubblica di Salò e su consumò la tragedia personale di Mussolini. Caduta ogni possibilità di negoziato con la Resistenza, mentre le formazioni partigiane scatenarono l'insurrezione generale, Mussolini lasciò Milano diretto in Svizzera, ma venne fermato a un posto di blocco presso Como per poi essere giustiziato dai partigiani il 28 aprile.
**[[Alfredo Cohen]], cantante e attore italiano († [[2014]])
 
**[[Paolo Pillonca]], giornalista e scrittore italiano († [[2018]])
Il 29 aprile del [[1945]] a [[piazzale Loreto]] a Milano, la città che era stata la culla del fascismo, all'angolo con corso Buenos Aires, vennero esposti i cadaveri di [[Benito Mussolini]], [[Claretta Petacci]] e altri esponenti della [[Repubblica Sociale Italiana]]<ref>La pompa di benzina dove furono appesi i corpi di Mussolini e degli altri fascisti non esiste più</ref>. Con questo macabro avvenimento si chiusero per sempre per l'Italia vent'anni di dittatura, cinque anni di guerra e due anni di occupazione nazista. Il 29 aprile le truppe tedesche ion Italia si arresero con la firma della [[resa di Caserta]].
**[[Helgi Tomasson]], ex ballerino, coreografo e direttore artistico islandese
 
*[[1943]]
== Note ==
**[[Chevy Chase]], attore, comico e sceneggiatore statunitense
{{references|3}}
**[[Italo Falcomatà]], politico italiano († [[2001]])
 
**[[Robert Lawrence Stine]], scrittore, produttore televisivo e editore statunitense
==Bibliografia==
**[[William Martin Morris]], vescovo cattolico australiano
* Marco Palla ''Mussolini e il fascismo'', Giunti Gruppo Editoriale, Firenze 1993.
**[[Carmine Stallone]], politico italiano
* Enrica Costa Bona ''Dalla guerra alla pace: Italia-Francia: 1940-1947'' Editore Franco Angeli Storia, 1995.
*[[1944]]
 
**[[William Broyles Jr.]], sceneggiatore statunitense
== Voci correlate ==
**[[Ugo Cardinale]], linguista italiano
{{Div col|cols=2|small=no}}
**[[Dale Dye]], attore, militare e conduttore radiofonico statunitense
* [[Armistizio di Cassibile]]
**[[Claudio Lazzaro]], giornalista e regista italiano
* [[Armistizio lungo]]
**[[Ilija Lončarević]], allenatore di calcio croato
* [[Battaglia delle Alpi Occidentali]]
**[[Ismail Selim Mohamed]], ex cestista egiziano
* [[Campagna dell'Africa Orientale]]
**[[Ugo Porcelli]], autore televisivo e produttore televisivo italiano
* [[Campagna di Francia]]
**[[Nélson Silva Pacheco]], ex calciatore colombiano
* [[Campagna di Grecia]]
**[[Renzo Stacchi]], attore, doppiatore e direttore del doppiaggio italiano
* [[Comitato di Liberazione Nazionale]]
*[[1945]]
* [[Corpo di Spedizione Italiano in Russia]]
**[[Roberto Benvenuti]], politico italiano († [[2010]])
* [[Crimini di guerra italiani]]
**[[Denny Holman]], ex cestista statunitense
* [[Esercito Cobelligerante Italiano]]
**[[Willie Iverson]], ex cestista statunitense
* [[Guerra civile in Italia (1943-1945)]]
**[[Ewa Lipska]], poetessa polacca
* [[Campagna d'Italia (1943-1945)]]
**[[Ray Royer]], musicista, chitarrista e compositore britannico
* [[Guerra di liberazione italiana]]
*[[1946]]
* [[Guardia Nazionale Repubblicana]]
**[[Hanan Ashrawi]], politica palestinese
* [[Linea Gustav]]
**[[Jean-Jacques Beineix]], regista e produttore cinematografico francese
* [[Linea Gotica]]
**[[Jon Ekerold]], pilota motociclistico sudafricano
* [[Sbarco a Salerno]]
**[[Aleksandr Gorškov]], ex danzatore su ghiaccio sovietico
* [[Occupazione italiana della Francia meridionale]]
**[[Dennis Kucinich]], politico e ambientalista statunitense
* [[Operazione Barbarossa]]
**[[Lennox Miller]], velocista giamaicano († [[2004]])
* [[Proclama Badoglio dell'8 settembre 1943]]
**[[Valerij Rezancev]], lottatore sovietico
* [[Resistenza italiana]]
**[[Carlo Rienzi]], avvocato italiano
* [[Repubbliche partigiane]]
**[[Doug Utjesenović]], ex calciatore jugoslavo
* [[Repubblica Sociale Italiana]]
**[[John T. Walton]], imprenditore statunitense († [[2005]])
* [[Resa di Caserta]]
*[[1947]]
* [[Storia dell'Italia fascista]]
**[[Bob van Asperen]], clavicembalista, organista e direttore d'orchestra olandese
* [[Strage di Piazzale Loreto]]
**[[Vítor Damas]], calciatore portoghese († [[2003]])
{{Div col end}}
**[[Mel Judah]], giocatore di poker australiano
 
**[[Emiel Puttemans]], ex mezzofondista belga
{{Armi da fuoco italiane della seconda guerra mondiale}}
**[[Bernard Talvard]], schermidore francese
{{seconda guerra mondiale}}
**[[Marcello Varallo]], ex sciatore alpino italiano
{{Portale|fascismo|guerra|Italia|seconda guerra mondiale|storia|storia d'Italia}}
*[[1948]]
 
**[[Enzo Baldoni]], pubblicitario e giornalista italiano († [[2004]])
[[Categoria:Italia nella seconda guerra mondiale]]
**[[Jan Baxant]], vescovo cattolico ceco
**[[Armand De Decker]], politico belga
**[[Gottfried Helnwein]], pittore, fotografo e scenografo austriaco
**[[Claude Jade]], attrice francese († [[2006]])
**[[Elio Lannutti]], giornalista, saggista e politico italiano
**[[Pedro Alonso López]], assassino seriale colombiano
**[[Marco Olmo]], ultramaratoneta italiano
**[[Marcelo Picchi]], attore brasiliano
**[[Nini Salerno]], attore, regista e sceneggiatore italiano
**[[Helmuth Schmalzl]], ex sciatore alpino e allenatore di sci alpino italiano
**[[Baldwin Spencer]], politico antiguo-barbudano
**[[Johnny Ramone]], chitarrista statunitense († [[2004]])
**[[Leonid Šmuc]], ex calciatore sovietico
*[[1949]]
**[[Christopher Dobson]], chimico inglese
**[[Jay Graydon]], compositore, chitarrista e produttore discografico statunitense
**[[Rune Hansen]], allenatore di calcio e ex calciatore norvegese
**[[Carlo Starnazzi]], storico dell'arte italiano († [[2007]])
**[[Hamish Stuart]], musicista, compositore e produttore discografico britannico
**[[Sigourney Weaver]], attrice statunitense
*[[1950]]
**[[Zsuzsa Almássy]], ex pattinatrice artistica su ghiaccio ungherese
**[[Miguel Ángel Brindisi]], allenatore di calcio e ex calciatore argentino
**[[Blake Morrison]], poeta e scrittore inglese
**[[Sa'ud bin Fahd Al Sa'ud]], principe, politico e imprenditore saudita
*[[1951]]
**[[Terry Hayes]], sceneggiatore, produttore cinematografico e scrittore britannico
**[[Lenke Jacsó]], ex cestista ungherese
**[[Beppe Montana]], poliziotto italiano († [[1985]])
**[[Timo Salonen]], pilota di rally finlandese
*[[1952]]
**[[Pietro Ballo]], tenore italiano
**[[Takīs Korōnaios]], ex cestista e allenatore di pallacanestro greco
**[[Maria Domenica Michelotti]], politica sammarinese
**[[Genaro Neyra]], ex calciatore peruviano
**[[Edward Zwick]], regista, sceneggiatore e produttore cinematografico statunitense
**[[Marco di Castri]], musicista italiano
*[[1953]]
**[[Eduardo Cadillac]], ex cestista argentino
**[[Sandro Salvioni]], allenatore di calcio e ex calciatore italiano
**[[Robert Tepper]], cantante statunitense
*[[1954]]
**[[Fulvio Ballabio]], pilota automobilistico, imprenditore e ingegnere italiano
**[[Joseph-Antoine Bell]], ex calciatore camerunese
**[[Michael Dudikoff]], attore statunitense
**[[Daniela Fava]], doppiatrice italiana
**[[Jean Fernandez]], allenatore di calcio e ex calciatore francese
**[[Guillermo Mendizábal]], ex calciatore messicano
**[[Tom Price (politico)|Tom Price]], politico e medico statunitense
**[[Brigitte Rohde]], ex velocista tedesca
**[[Huub Rothengatter]], pilota automobilistico olandese
**[[Laura Rozza]], politica e insegnante italiana
*[[1955]]
**[[Enzo Avallone]], ballerino e cantante italiano († [[1997]])
**[[Jonathan Boyer]], ex ciclista su strada e pistard statunitense
**[[Darrell Hammond]], attore statunitense
**[[Nino D'Agata]], doppiatore e attore italiano
**[[Bill Elliott]], pilota automobilistico statunitense
**[[Manrico Gammarota]], attore, regista e autore televisivo italiano († [[2015]])
**[[Gikas Hardouvelis]], economista e politico greco
**[[Alan Kulwicki]], pilota automobilistico statunitense († [[1993]])
**[[Claudio Sulser]], ex calciatore svizzero
*[[1956]]
**[[Valerio Calzolaio]], politico e accademico italiano
**[[Dale Jarrett]], pilota automobilistico statunitense
**[[Erman Kunter]], allenatore di pallacanestro e ex cestista turco
**[[Realino Marra]], giurista, sociologo e scrittore italiano
**[[Hiroshi Michinaga]], arciere giapponese
**[[Tente Sánchez]], ex calciatore spagnolo
**[[Janice Voss]], astronauta statunitense († [[2012]])
**[[Stephanie Zimbalist]], attrice statunitense
*[[1957]]
**[[Joseph Atiyeh]], ex lottatore siriano
**[[Michail Bondarev]], allenatore di calcio a 5 e ex calciatore russo
**[[Antonio Cabrini]], allenatore di calcio e ex calciatore italiano
**[[Grigorij Emec]], ex triplista ucraino
**[[Ol'ga Krištop]], ex marciatrice sovietica
**[[Luigi Maronese]], militare e carabiniere italiano († [[1981]])
**[[Novatus Rugambwa]], arcivescovo cattolico tanzaniano
**[[Michele Smargiassi]], giornalista italiano
**[[Ewan Stewart]], attore scozzese
**[[Richard Thompson (fumettista)|Richard Thompson]], fumettista e illustratore statunitense († [[2016]])
**[[Miguel de Andrés]], ex calciatore spagnolo
*[[1958]]
**[[Manfred Braschler]], calciatore svizzero († [[2002]])
**[[Barbara Brown]], ex cestista statunitense
**[[Heinz Lüdi]], ex calciatore svizzero
**[[Jean-Christophe Thouvenel]], ex calciatore francese
**[[Ute Willing]], attrice tedesca
**[[Ursula von der Leyen]], politica tedesca
*[[1959]]
**[[Christin Cooper]], ex sciatrice alpina statunitense
**[[Tony Eason]], ex giocatore di football americano statunitense
**[[Gavin Friday]], cantautore e attore irlandese
**[[Steven Katz]], sceneggiatore statunitense
**[[Carlos Noriega]], astronauta peruviano
**[[Caroline Paulus]], modella, cantante e attrice francese
**[[Jørgen Vagn Pedersen]], ex ciclista su strada, pistard e dirigente sportivo danese
**[[Mike Teague]], rugbista a 15 britannico
**[[Antonio Tempestilli]], allenatore di calcio, ex calciatore e dirigente sportivo italiano
**[[Christian Waldner]], politico italiano († [[1997]])
*[[1960]]
**[[Andrea Anastasi]], ex pallavolista e allenatore di pallavolo italiano
**[[Ralf Minge]], allenatore di calcio e ex calciatore tedesco
**[[Eduardo Santamaria]], ex giocatore di calcio a 5 argentino
*[[1961]]
**[[Michie Nakatani]], bassista, cantante e compositrice giapponese
**[[Kenny Orange]], ex cestista statunitense
**[[Cheope (paroliere)|Cheope]], paroliere e pittore italiano
*[[1962]]
**[[Uwe Bellmann]], ex fondista tedesco
**[[Marco Bolis]], allenatore di calcio e ex calciatore italiano
**[[Walter Rauscher]], storico austriaco
**[[Bruno Thiry]], pilota di rally belga
**[[Nicoletta Zanini]], soprano italiano
**[[Svetlana Černeva]], ex tennista sovietica
*[[1963]]
**[[Armando Cusani]], politico italiano
**[[Antonio Guido Filipazzi]], arcivescovo cattolico italiano
**[[Francesco Fontana (scrittore)|Francesco Fontana]], scrittore italiano
**[[Holger Freitag]], ex saltatore con gli sci tedesco orientale
**[[Stefano Ianne]], compositore, polistrumentista e editore italiano
**[[David Yates]], regista e produttore cinematografico britannico
*[[1964]]
**[[Stéphane Aubier]], regista e sceneggiatore belga
**[[Evelin Banev]], imprenditore bulgaro
**[[Luiz Felipe Faria de Azevedo]], ex cestista brasiliano
**[[Ian Hart]], attore britannico
**[[Hlynur Stefánsson]], ex calciatore islandese
**[[CeCe Winans]], cantante statunitense
*[[1965]]
**[[Matt Biondi]], nuotatore statunitense
**[[Carlo Cracco]], cuoco, personaggio televisivo e gastronomo italiano
**[[Nello Daniele]], musicista, cantautore e chitarrista italiano
**[[Jean-Marc Delétang]], pilota motociclistico francese
**[[Francesco Fonte]], ex calciatore italiano
**[[Peter Greene]], attore statunitense
**[[Harri Koskela]], ex lottatore finlandese
**[[Douglas McDonald]], arbitro di calcio scozzese
**[[C.J. Ramone]], musicista statunitense
**[[Song Lianyong]], ex calciatore cinese
**[[Burr Steers]], regista, sceneggiatore e attore statunitense
**[[Andrzej Wroński]], ex lottatore polacco
**[[Lorenzo di Las Plassas]], giornalista e conduttore televisivo italiano
**[[Igor' Žižikin]], attore sovietico
*[[1966]]
**[[Art Barr]], wrestler statunitense († [[1994]])
**[[Alessandro Bertoni (1966)|Alessandro Bertoni]], allenatore di calcio e ex calciatore italiano
**[[Olaf Janßen]], allenatore di calcio e ex calciatore tedesco
**[[David Kustoff]], politico statunitense
**[[Mileta Lisica]], ex cestista jugoslavo
**[[Claire Messud]], scrittrice statunitense
**[[Krzysztof Mikolajewski]], ex giocatore di calcio a 5 polacco
**[[Karyn Parsons]], attrice statunitense
**[[Tabea Zimmermann]], violista tedesca
*[[1967]]
**[[Alberto Battinelli]], pallanuotista italiano
**[[Primož Gliha]], allenatore di calcio e ex calciatore sloveno
**[[Federico Memola]], fumettista italiano
**[[Teddy Riley]], produttore discografico, cantautore e musicista statunitense
**[[Alexander Zorniger]], allenatore di calcio tedesco
*[[1968]]
**[[Piluca Alonso]], ex cestista spagnola
**[[Ali Benarbia]], ex calciatore algerino
**[[Zvonimir Boban]], dirigente sportivo e ex calciatore croato
**[[Chima Okorie]], ex calciatore nigeriano
**[[Emily Procter]], attrice statunitense
**[[Leeroy Thornhill]], tastierista, disc jockey e ballerino inglese
**[[Samir Ələkbərov]], allenatore di calcio e ex calciatore sovietico
*[[1969]]
**[[Jeremy Davies]], attore statunitense
**[[Sandro Macerata]], calciatore italiano
**[[Dylan Neal]], attore canadese
**[[Julia Ann]], attrice pornografica statunitense
**[[Laurent Viaud]], calciatore francese
*[[1970]]
**[[Mads Andersen]], giocatore di poker danese
**[[Mark Buford]], ex cestista statunitense
**[[Matt Damon]], attore, sceneggiatore e doppiatore statunitense
**[[Vladimíra Danišková]], ex cestista slovacca
**[[Anne-Marie Duff]], attrice britannica
**[[Marius Hurter]], rugbista a 15 e allenatore di rugby a 15 sudafricano
**[[Gauri Khan]], produttrice cinematografica indiana
**[[Sadiq Khan]], politico britannico
**[[Karin Köllerer]], ex sciatrice alpina austriaca
**[[Mighty Mo]], kickboxer e artista marziale misto samoano americano
**[[Elena Molinari]], giornalista e saggista italiana
**[[Annie Morton]], supermodella statunitense
**[[Mathieu Ngudjolo Chui]], militare
**[[Tetsuya Nomura]], disegnatore e autore di videogiochi giapponese
**[[Soon-Yi Previn]], attrice statunitense
**[[Mayrín Villanueva]], attrice e modella messicana
*[[1971]]
**[[Gary Collier]], ex cestista statunitense
**[[Marc Ellis]], rugbista a 13, rugbista a 15 e imprenditore neozelandese
**[[Ralph Gebstedt]], ex saltatore con gli sci tedesco
**[[Sean (rapper)|Sean]], rapper, cantante e writer sudafricano
**[[Krynauw Otto]], rugbista a 15 e imprenditore sudafricano
**[[Miran Pavlin]], ex calciatore sloveno
**[[Roberto Ríos Patus]], ex calciatore spagnolo
**[[Monty Williams]], allenatore di pallacanestro e ex cestista statunitense
*[[1972]]
**[[Enrique Arce]], attore spagnolo
**[[Terry Balsamo]], chitarrista statunitense
**[[Deirdre Demet Barry]], ex ciclista su strada e pattinatrice di velocità su ghiaccio statunitense
**[[Roger Finjord]], allenatore di calcio norvegese
**[[Lars Joachim Grimstad]], ex calciatore norvegese
**[[Hamzah Idris]], ex calciatore saudita
**[[Viktor Trenevski]], ex calciatore macedone
**[[Stanislav Varga]], ex calciatore slovacco
*[[1973]]
**[[Arsen Avetisyan]], ex calciatore armeno
**[[Jim Fairchild]], cantautore e chitarrista statunitense
**[[Mario Fasano]], ex calciatore belga
**[[Graziano Galatone]], cantante e attore teatrale italiano
**[[Petr Ton]], hockeista su ghiaccio ceco
**[[Alberto Undiano Mallenco]], arbitro di calcio spagnolo
**[[Torben Wosik]], tennistavolista tedesco
*[[1974]]
**[[Didier Angibeaud]], ex calciatore camerunese
**[[Gabriel Ruggieri]], ex calciatore argentino
**[[Latina Davis]], ex cestista statunitense
**[[Massimo Demartis]], allenatore di calcio e ex calciatore italiano
**[[Rashard Griffith]], ex cestista statunitense
**[[Giovanni Gualdoni]], scrittore e fumettista italiano
**[[Martin Henderson]], attore neozelandese
**[[Candy Lo]], attrice cinese
**[[Aneela Mirza]], cantante danese
**[[Fredrik Modin]], ex hockeista su ghiaccio svedese
**[[Kōji Murofushi]], martellista giapponese
**[[Rossella Muroni]], attivista e politica italiana
**[[Rashaan Salaam]], giocatore di football americano statunitense († [[2016]])
**[[Romeu Almeida]], ex calciatore portoghese
**[[Reto Stirnimann]], allenatore di hockey su ghiaccio e ex hockeista su ghiaccio svizzero
**[[Ivan Trabalík]], calciatore slovacco
**[[Orit Wolf]], pianista e compositrice israeliana
*[[1975]]
**[[Tahmima Anam]], scrittrice e giornalista bengalese
**[[Tat'jana Grigor'eva]], ex astista russa
**[[Fabio Ilacqua]], cantautore italiano
**[[Leonardo Morales]], calciatore honduregno
**[[Tyson Wheeler]], ex cestista e allenatore di pallacanestro statunitense
*[[1976]]
**[[Galo Blanco]], allenatore di tennis e ex tennista spagnolo
**[[Lars Blixt]], ex calciatore norvegese
**[[Ernst Dospel]], allenatore di calcio e calciatore austriaco
**[[Purrel Fränkel]], calciatore surinamese
**[[Renate Groenewold]], ex pattinatrice di velocità su ghiaccio olandese
**[[Roland Kollmann]], calciatore austriaco
**[[Sian Lewis]], pentatleta britannica
**[[Jurica Vučko]], allenatore di calcio e ex calciatore croato
*[[1977]]
**[[Madelon Baans]], nuotatrice olandese
**[[Dmitrij Borodin]], calciatore russo
**[[Anne-Caroline Chausson]], e biker francese
**[[Enrico Fontanelli]], tastierista, compositore e produttore discografico italiano († [[2014]])
**[[Mitsuru Hattori]], fumettista giapponese
**[[Reese Hoffa]], pesista statunitense
**[[Zahari Sirakov]], ex calciatore bulgaro
**[[Sergej Ulegin]], canoista russo
*[[1978]]
**[[Antonino D'Agostino]], calciatore italiano
**[[Gary McCutcheon]], calciatore scozzese
**[[Mick O'Driscoll]], rugbista a 15 irlandese
**[[Mario Watler]], calciatore britannico
*[[1979]]
**[[Paul Burchill]], wrestler britannico
**[[Demetrio Greco]], calciatore italiano
**[[Kristanna Loken]], attrice e modella statunitense
**[[Ryan Pickett]], giocatore di football americano statunitense
**[[Goran Sablić]], allenatore di calcio e ex calciatore croato
*[[1980]]
**[[Jakob Augustsson]], allenatore di calcio e ex calciatore svedese
**[[Tony Buckley]], rugbista a 15 irlandese
**[[Kasper Bøgelund]], ex calciatore danese
**[[Nick Cannon]], rapper e attore statunitense
**[[The Miz]], wrestler, attore e personaggio televisivo statunitense
**[[J. R. Ramirez]], attore statunitense
**[[António Manuel Ribeiro]], ex calciatore portoghese
**[[Ekaterina Vinogradova (nuotatrice)|Ekaterina Vinogradova]], nuotatrice russa
**[[Mamadou Zongo]], ex calciatore burkinabè
**[[Manuel De Vecchi]], italiano
*[[1981]]
**[[Anja Boche]], attrice tedesca
**[[Brian Chase (cestista)|Brian Chase]], cestista statunitense
**[[Jenova Chen]], informatico cinese
**[[Sten Ove Eike]], calciatore norvegese
**[[Katrin Garfoot]], ciclista su strada australiana
**[[Juan Carlos Infante]], giocatore di baseball venezuelano
**[[Chris Killen]], ex calciatore neozelandese
**[[Vladimir Kisenkov]], calciatore russo
**[[Rodrigo Miranda]], sciatore nautico cileno
**[[Matteo Morandi]], ginnasta italiano
**[[Dmitrij Safronov]], maratoneta russo
**[[Zhao Ruirui]], pallavolista cinese
**[[Davide Zoboli]], calciatore italiano
*[[1982]]
**[[Termanology]], rapper statunitense
**[[Jeremy Kelly]], ex cestista statunitense
**[[Arata Kodama]], ex calciatore giapponese
**[[Chizuru Koto]], pallavolista giapponese
**[[Mike Scifres]], giocatore di football americano statunitense
**[[Annemiek van Vleuten]], ciclista su strada olandese
*[[1983]]
**[[Mario Cassano]], ex calciatore italiano
**[[Eduardo Ferreira]], calciatore equatoguineano
**[[Jordan Opoku]], calciatore ghanese
**[[Travis Pastrana]], pilota motociclistico statunitense
**[[Daimí Ramírez]], pallavolista cubana
**[[Ingrid Marie Rivera]], modella portoricana
**[[Rəşad Əbülfəz Sadıqov]], calciatore azero
**[[Jochen Schöps]], pallavolista tedesco
*[[1984]]
**[[Zbigniew Bródka]], pattinatore di velocità su ghiaccio polacco
**[[Keydren Clark]], cestista statunitense
**[[Tansey Coetzee]], modella sudafricana
**[[Stefan Dimitrov]], calciatore bulgaro
**[[Domenik Hixon]], giocatore di football americano statunitense
**[[Tomáš Kazár]], calciatore ceco
**[[Mihai Mincă]], calciatore rumeno
**[[Kodjovi Obilalé]], ex calciatore togolese
**[[Francesco Pianeta]], pugile italiano
**[[Sejad Salihović]], calciatore bosniaco
**[[Dioh Williams]], calciatore liberiano
**[[Emily Williams]], cantante neozelandese
**[[Joséphine de La Baume]], attrice, modella e cantante francese
*[[1985]]
**[[Simone Bolelli]], tennista italiano
**[[Jason Boone]], cestista statunitense
**[[Riccardo Cazzola]], calciatore italiano
**[[Ryan Grant]], rugbista a 15 britannico
**[[Morghan King]], sollevatrice statunitense
**[[Vladïmïr Logïnovskïý]], calciatore kazako
**[[Bruno Mars]], cantautore, ballerino e produttore discografico statunitense
**[[Jaycee Okwunwanne]], calciatore nigeriano
**[[Razak Omotoyossi]], calciatore beninese
**[[Elliphant]], cantante e cantautrice svedese
**[[Tom Schnell]], calciatore lussemburghese
**[[Eiji Wentz]], cantante e attore giapponese
*[[1986]]
**[[Will Brooks]], artista marziale misto statunitense
**[[Fabrizio Cacciatore]], calciatore italiano
**[[Édgar Castillo]], calciatore messicano
**[[Flavio Di Muro]], politico italiano
**[[Camilla Herrem]], pallamanista norvegese
**[[Francisco Montañés]], calciatore spagnolo
**[[Michele Sepe]], rugbista a 15 italiano
**[[Mario Sonnleitner]], calciatore austriaco
*[[1987]]
**[[Nicolas Bean]], ex pattinatore di short track canadese
**[[Aya Hirano]], cantante e doppiatrice giapponese
**[[Hassan Maatouk]], calciatore libanese
**[[Larrys Mabiala]], calciatore
**[[Danielle McCray]], cestista statunitense
**[[Yuichi Nakamura (attore)|Yuichi Nakamura]], attore giapponese
**[[Hanne Gaby Odiele]], modella belga
**[[Taylor Price]], giocatore di football americano statunitense
**[[Ksenia Solo]], attrice canadese
**[[Semir Štilić]], calciatore bosniaco
*[[1988]]
**[[Sio (fumettista)|Sio]], fumettista e youtuber italiano
**[[Federico Costa]], calciatore argentino
**[[Travis Franklin]], cestista statunitense
**[[Matteo Giupponi]], marciatore italiano
**[[Andrej Alekseevič Ivanov]], calciatore russo
**[[Frédéric Nimani]], calciatore francese
**[[Uendel Pereira Gonçalves]], calciatore brasiliano
**[[Vincenzo Rennella]], calciatore italiano
**[[Veronica Smedh]], sciatrice alpina svedese
**[[Əfran İsmayılov]], calciatore azero
*[[1989]]
**[[Max Hartung]], schermidore tedesco
**[[Kushtrim Lushtaku]], calciatore kosovaro
**[[David López Silva]], calciatore spagnolo
**[[Dugary Ndabashinze]], calciatore burundese
**[[Ibson Pereira de Melo]], calciatore brasiliano
**[[Devereaux Peters]], cestista statunitense
**[[Rabah Slimani]], rugbista a 15 francese
**[[Armand Traoré]], calciatore senegalese
**[[Stijn Wuytens]], calciatore belga
*[[1990]]
**[[Sanne Cant]], ciclocrossista, biker e ciclista su strada belga
**[[Karl Darlow]], calciatore inglese
**[[Laura Fusetti]], calciatrice italiana
**[[Felipe Gutiérrez]], calciatore cileno
**[[Bryan Linssen]], calciatore olandese
**[[Arturo Mina]], calciatore ecuadoriano
**[[Ezequiel Muñoz]], calciatore argentino
*[[1991]]
**[[Adam Forshaw]], calciatore inglese
**[[Fernando Gaibor]], calciatore ecuadoriano
**[[Owayne Gordon]], calciatore giamaicano
**[[David Jablonský]], calciatore ceco
**[[Jonáš Kašpar]], canoista ceco
**[[Aljaksandr Makasʹ]], calciatore bielorusso
**[[Enrico Miglioranzi]], hockeista su ghiaccio italiano
**[[Simone Rossi (rugbista)|Simone Rossi]], rugbista a 15 italiano
**[[Laura Saccomani]], pallavolista italiana
**[[Shan Danna]], ex pallavolista cinese
**[[Rustam Tulaganov]], pugile uzbeko
*[[1992]]
**[[Lucas Alario]], calciatore argentino
**[[Elliot Daly]], rugbista a 15 britannico
**[[Viktor Gaddefors]], cestista svedese
**[[Chelsea Gray]], cestista statunitense
**[[Daniel Johnson]], calciatore giamaicano
**[[Maria João Koehler]], tennista portoghese
**[[Nick Kuipers]], calciatore olandese
**[[Lidzija Marozava]], tennista bielorussa
**[[Mangok Mathiang]], cestista sudsudanese
**[[Alexandria Mills]], modella statunitense
**[[Terran Petteway]], cestista statunitense
**[[Giandomenico Salvadori]], fondista italiano
**[[Yunus Sonsırma]], cestista turco
*[[1993]]
**[[Brandon Allen (calciatore)|Brandon Allen]], calciatore statunitense
**[[Harold Fonseca]], calciatore honduregno
**[[Oliver Janso]], calciatore slovacco
**[[D.J. Johnson]], cestista statunitense
**[[Angus T. Jones]], attore statunitense
**[[Formose Mendy (calciatore 1993)|Formose Mendy]], calciatore guineense
**[[Garbiñe Muguruza]], tennista spagnola
**[[Barbara Palvin]], supermodella ungherese
**[[Molly Quinn]], attrice e doppiatrice statunitense
**[[Aron Sigurðarson]], calciatore islandese
**[[Liza van der Most]], calciatrice olandese
*[[1994]]
**[[Hiroki Akino]], calciatore giapponese
**[[Mauro Andrés Caballero]], calciatore paraguaiano
**[[Juan Ríos Lopera]], tuffatore colombiano
**[[Constantinos Panagi]], calciatore cipriota
**[[Leart Paqarada]], calciatore tedesco
**[[Adam Pavlásek]], tennista ceco
*[[1995]]
**[[Grayson Allen]], cestista statunitense
**[[Courtney Taylor Burness]], attrice statunitense
**[[Adrián Chovan]], calciatore slovacco
**[[Ouleymata Sarr]], calciatrice francese
**[[Vincent Sierro]], calciatore svizzero
**[[Katie Summerhayes]], sciatrice freestyle britannica
*[[1996]]
**[[Ola Aina]], calciatore inglese
**[[Michael Battistini]], calciatore sammarinese
**[[Sara Sorribes Tormo]], tennista spagnola
**[[Sara Takanashi]], saltatrice con gli sci giapponese
*[[1997]]
**[[Asumah Abubakar]], calciatore ghanese
**[[Steven Bergwijn]], calciatore olandese
**[[Dejan Ljubicic]], calciatore austriaco
**[[Jimmy Marín]], calciatore costaricano
**[[Marco Odermatt]], sciatore alpino svizzero
**[[Bella Thorne]], attrice, rapper e cantante statunitense
**[[Nathan de Medina]], calciatore belga
*[[1998]] - [[Riccardo Visconti]], cestista italiano
*[[1999]] - [[Sveva Schiazzano]], nuotatrice italiana
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