Battaglia di Ortona e Xenia Valderi: differenze tra le pagine

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{{Bio
{{Infobox conflitto
|TipoNome = BattagliaXenia
|Cognome = Valderi
|Nome del conflitto = Battaglia di Ortona
|PostCognomeVirgola = [[nome d'arte]] di '''Xenia Valdameri Boncelli'''
|Parte_di = della [[Campagna d'Italia (1943-1945)|campagna d'Italia]] della [[seconda guerra mondiale]]
|Sesso = F
|Immagine =Ortona.jpg
|LuogoNascita = Spalato
|Didascalia =''Canadian Armour Passing Through Ortona'', quadro di Charles Fraser Comfort
|GiornoMeseNascita = 21 gennaio
|Data = 20 - 28 dicembre 1943
|AnnoNascita = 1926
|Luogo = [[Ortona]], [[Italia]]
|CasusLuogoMorte =
|GiornoMeseMorte =
|Esito = vittoria canadese
|AnnoMorte =
|Mutamenti_territoriali =
|Attività = attrice
|Schieramento1 = {{CAN 1921-1957}}
|Nazionalità = italiana
|Schieramento2 = {{DEU 1933-1945}}
|Immagine = XeniaValderi.jpg
|Schieramento3 =
|Didascalia = Xenia Valderi nel 1953
|Comandante1 = [[Christopher Vokes]]
|Comandante2 = [[Richard Heidrich]]
|Comandante3 =
|Effettivi1 = 1 brigata
|Effettivi2 = 2 battaglioni
|Effettivi3 =
|Perdite1 = 1.375 morti<br />964 feriti
|Perdite2 = 867 tra morti, feriti e dispersi<ref>Fabio Toncelli, [http://www.casaberardi.it/images/stories/file/PDF/natale-di-sangue-Ortona1943-SdCinematografica.pdf "ORTONA 1943: UN NATALE DI SANGUE, p. 10], Sd Cinematografica.</ref>
|Perdite3 =
|Perdite4 =
|Note =<center>1.300 civili morti.<ref>Mark Zuehlke, ''Ortona: Canada's epic World War II battle'', Vancouver: Douglas & McIntyre, 1999.</ref></center>
}}
{{Campagnabox Campagna d'Italia (Seconda guerra mondiale)}}
{{Campagnabox Linea Gustav}}
 
==Biografia==
La '''battaglia di Ortona''' venne combattuta tra il 20 e il 28 dicembre 1943 durante la [[campagna d'Italia (1943-1945)|campagna d'Italia]] della [[seconda guerra mondiale]].
 
Nata a Spalato si trasferisce ventenne a Roma, per tentare la carriera nel mondo del cinema, dopo alcuni provini debutta davanti alla cinepresa nel [[1953]], diretta da [[Gianni Puccini]], in una piccola parte, poi sarà Antonioni a sceglierla per due film.
== Storia ==
Lo scontro avvenne nell'ambito della [[campagna del fiume Moro]]; sul terreno si confrontarono le truppe Alleate della prima divisione canadese comandata dal generale Vokes ed i tedeschi del terzo reggimento [[Fallschirmjäger|paracadutisti]] ([[3. Fallschirmjäger Regiment]])<ref name = casaberardi>http://www.casaberardi.it/images/stories/file/PDF/Ortona_Piccola_Stalingrado.pdf</ref>. Alla esperienza e determinazione delle truppe scelte tedesche si aggiunge l'ordine di [[Adolf Hitler|Hitler]] che impone che: «die Festung Ortona ist bis zum letzten Mann zu halten - la Fortezza Ortona deve essere difesa fino all'ultimo uomo.»<ref name = casaberardi/>
 
Nel 1955, [[Maner Lualdi]] la scrittura per la sua Compagnia teatrale dove recita per due stagioni, successivamente sarà con [[Ugo Tognazzi]] e nel cast della commedia musicale di [[Garinei e Giovannini]] "Un paio d'ali".
[[File:Ortona1.jpg|thumb|left|Il corso Vittorio Emanuele devastato dalle bombe]]
 
Avrà modo di recitare anche in qualche commedia televisiva della [[RAI]], dalla fine degli anni '50, per poi rititarsi definitivamente alla metà degli anni '60.
Il comandante tedesco in Italia [[Albert Kesselring]] non fu d'accordo, tanto che dichiarò: «Noi non desideriamo difendere Ortona in modo decisivo, ma gli inglesi l'hanno fatta apparire importante come Roma. Contro ciò che sta succedendo non si può fare proprio nulla. Dà soltanto fastidio che Montgomery abbia avuto ragione e che da oggi ne parlerà, facendo un gran chiasso, la stampa di tutto il mondo".》<ref>http://www.casaberardi.it/images/stories/file/PDF/ortona_1943_stalingrado_in_italia.pdf.pdf</ref>
 
== Filmografia ==
Di fronte all'offensiva alleata vennero schierati reparti scelti per tamponare l'offensiva, come la [[90. leichte Afrika-Division|90 Panzergrenadier]] e la [[1. Fallschirmjäger-Division|Prima Divisione Paracadutisti]], già impegnata a [[Montecassino]] ([[Cassino]] era la città posta nel punto estremo occidentale della "[[linea Gustav]]", mentre Ortona il capo a mare della zona orientale) e dalla quale era stato distaccata la [[3. Fallschirmjäger-Division]], tutte appartenenti al LXXVI Panzer Korps della [[10. Armee (Wehrmacht)|10 Armee]] comandata dal generale Joachim Lemelsen e responsabile della difesa del fronte italiano ad est degli Appennini.
[[File:La ballata dei mariti - Aroldo Tieri-Xenia Valderi.jpg|thumb|Xenia Valderi con [[Aroldo Tieri]] in ''[[La ballata dei mariti]]'']]
*''[[Il capitano di Venezia]]'', regia di [[Gianni Puccini]] (1952)
*''[[Il tallone d'Achille]]'', regia di [[Mario Amendola]] e [[Ruggero Maccari]] (1952)
*''[[La signora senza camelie]]'', regia di [[Michelangelo Antonioni]] (1953)
*''[[L'età dell'amore]]'', regia di [[Lionello De Felice]] (1953)
*''[[La valigia dei sogni (film)|La valigia dei sogni]]'', regia di [[Luigi Comencini]] (1953)
*''[[Perdonami!]]'', regia di [[Mario Costa]] (1953)
*''Amore '54'', episodio di ''[[Cento anni d'amore]]'', regia di Lionello De Felice (1954)
*''[[Il prigioniero del Re]]'', regia di [[Giorgio Rivalta]] (1954)
*''[[La corda d'acciaio]]'', regia di [[Carlo Borghesio]] (1954)
*''[[Cuore di mamma (film 1954)|Cuore di mamma]]'', regia di [[Luigi Capuano]] (1954)
*''[[La romana (film)|La romana]]'', regia di [[Luigi Zampa]] (1954)
*''[[Disperato addio]]'', regia di Lionello De Felice (1955)
*''[[Il bidone]]'', regia di [[Federico Fellini]] (1955)
*''[[Come te movi, te fulmino!]]'', regia di [[Mario Mattoli]] (1958)
*''[[Avventura a Capri]]'', regia di [[Giuseppe Lipartiti]] (1959)
*''[[Non perdiamo la testa]]'', regia di Mario Mattoli (1958)
*''[[Le cameriere]]'', regia di [[Carlo Ludovico Bragaglia]] (1959)
*''[[La ballata dei mariti]]'', regia di [[Fabrizio Taglioni]] (1963)
*''[[Gli imbroglioni (film 1963)|Gli imbroglioni]]'', regia di [[Lucio Fulci]] (1963)
*''[[Il deserto rosso]]'', regia di Michelangelo Antonioni (1964)
*''[[Mi vedrai tornare]]'', regia di [[Ettore Maria Fizzarotti]] (1966)
 
== Doppiatrici ==
I combattimenti furono così accaniti che il [[New York Times]] lo stesso giorno affermava che ''i tedeschi stanno cercando, per qualche oscura ragione, di ripetere una Stalingrado in miniatura nella sfortunata Ortona''<ref name = casaberardi/>; per gli Alleati conquistare la città significa aprirsi la strada per [[Pescara]], [[Avezzano]] e da lì per [[Roma]] provenendo dal versante [[adriatico]], alleggerendo anche la pressione tedesca sulla ''[[United States Army North]]'' del generale [[Mark Clark]] bloccata nella [[battaglia di Montecassino]].
*[[Lydia Simoneschi]] in ''Il prigioniero del re''
 
==Prosa televisiva RAI==
[[File:Italy1943Sango+MoroCampaigns.svg|thumb|Mappa della zona dei fiumi Sangro e Moro, dove si svolse la battaglia]]
*''Aeroporto'', regia di [[Maner Lualdi]], trasmessa il 2 marzo [[1956]].
*''Il principale'', regia di [[Alessandro Brissoni]], trasmessa il 27 marzo 1956.
 
==La commedia musicale==
I combattimenti urbani ebbero un preludio nella conquista di ''casa Berardi'', una casa colonica sulla strada tra [[Orsogna]] e [[Ortona]] nei pressi di contrada Alboreto, e del quadrivio Cider; il 14 dicembre la compagnia C del 22º reggimento canadese, comandata dal capitano Paul Triquet, appoggiata da 8 carri [[M4 Sherman]] dello squadrone C dell'Ontario Regiment conquistò la località fortemente difesa, con perdite elevatissime tanto che solo 9 uomini arrivarono all'obiettivo; qui venne appunto assegnata la prima delle tre [[Victoria Cross]] conferite a canadesi, al capitano Triquet<ref name = berardi/>. La compagnia C attaccò alle 7.30 del mattino raggiungendo la strada tra Orsogna e Ortona verso le 10:30 nel mezzo dello schieramento tedesco, e poi puntando a nord-ovest verso casa Berardi, che raggiungeva verso le 14:30; contemporaneamente verso la casa puntavano le compagnie A, B e D, che avrebbero raggiunto i loro compagni praticamente circondati solo alcune ore dopo<ref name = berardi/>. La moglie del proprietario della casa, Maria Berardi, venne soprannominata ''la regina del Moro'' (il [[Moro (fiume)|fiume vicino]]) per aver guidato i canadesi nella ricognizione preliminare sugli obiettivi<ref name = berardi>http://www.casaberardi.it/images/stories/file/PDF/casa_berardi_quadrivio_cider.pdf</ref>.
*''Papà mio marito'' di Hennequin e Mitchel, regia di [[Ugo Tognazzi]], prima al Teatro Manzoni di Milano, il 17 agosto [[1956]].
[[File:Ortona cimitero canadese 08.jpg|thumb|Tombe del [[cimitero canadese (Ortona)|cimitero canadese]] di Ortona]]
*''[[Un paio d'ali]]'' di [[Garinei e Giovannini]], regia degli autori, prima al Teatro Sistina di Roma nel dicembre [[1957]].
Dopo quattro giorni di combattimenti nei quali la città venne trasformata in un cumulo di macerie da un milione e duecentomila proiettili di artiglieria, e all'inizio del quale i tedeschi fecero saltare il campanile del Duomo per privare l'artiglieria alleata di un utile riferimento, la città venne presa. I fanti canadesi del 22º reggimento ''Seaforth Higlanders'' combatterono casa per casa in quella che venne chiamata ''caccia al topo'' e il bilancio finale fu di 800 morti tra i tedeschi, 1400 tra i canadesi e oltre 1300 civili che non vollero abbandonare le loro case<ref name = casaberardi/>. I combattimenti sul territorio proseguirono però fino al 10 giugno 1944. La città venne insignita della [[medaglia d'oro al valor civile]] il 16 giugno 1959 "per aver subito spaventosi bombardamenti aerei e terrestri subendo la perdita di 1314 dei suoi cittadini"<ref name = casaberardi/>.
 
== Descrizione Bibliografia==
*Le teche Rai, la prosa televisiva dal 1954 al 2008
=== Campagna del fiume Moro ===
*Le attrici Gremese editore Roma
{{vedi anche|Campagna del fiume Moro}} {{vedi anche|Battaglia di Orsogna}}
[[File:Moro 48th counterattack.jpg|thumb|left|Militari canadesi in contrada San Leonardo]]
Ortona, essendo occupata dai nazisti, dovette essere conquitata a partire dalla contrade. Dopo le quattro offensive neozelandesi a [[Orsogna]], a circa 13 km da Ortona verso la montagna, nella famosa [[battaglia di Orsogna]], gli alleati poterono giungere a [[Crecchio]], a circa 7 km da Ortona, dove si rifugiò il re [[Vittorio Emanuele III]] in fuga, e contemporaneamente dal mare di [[San Vito Chietino]] verso le contrade di San Leonardo e San Donato.
L'obiettivo principale era raggiungere la piazza di Porta Caldari, oggi piazza della Repubblica, che consentiva l'accesso al centro antico tramite il corso Vittorio Emanuele. Tuttavia i tedeschi avevano già dai primi di [[dicembre]] sfollato il centro ortonese, in maniera "teorica", perché molti civili vollero rimanere nelle proprie case, senza che i tedeschi opponessero resistenza. Mentre i canadesi si trovarono divisi tra contrada San Leonardo e San Martino Alboreto, tentando la penetrazione lungo la strada principale alle porte della città, i nazisti si raggrupparono nel borgo medievale di Terravecchia. Terravecchia infatti (la zona del castello e della Cattedrale), era considerata molto vantaggiosa dai soldati per adottare la tattica della terra bruciata contro i nemici, e fu chiamata "zona di annientamento". Intanto presso la Casa Berardi in località Alboreto, u tedeschi bombardarono con i cannoni l'avanzata canadese, scontro che si verificò dall'11 al 15 dicembre, con la conquista del casale di campagna ad opera del capitano Paul Triquet.
=== San Leonardo e Piazza Porta Caldari (20-22 dicembre) ===
Le truppe canadesi, combattenti nello località San Leonardo e Donato erano comandate da [[Bernard Law Montgomery]]. Il compito era di rispondere agli attacchi di alcuni panzer tedeschi, bersagliando la zona con gli aeroplani, e di rispondere soprattutto al fuoco nemico dei nazisti, asserragliati nelle case<ref>{{Cita web|url=http://www.lastampa.it/2016/12/19/cultura/la-vera-storia-della-battaglia-di-ortona-la-stalingrado-ditalia-prHVgs5yVMU2cyxmbpyTSP/pagina.html|titolo=La vera storia della battaglia di Ortona, la Stalingrado d’Italia|sito=LaStampa.it|accesso=19 dicembre 2016}}</ref>. San Leonardo non fu particolarmente colpita, e danni ben maggiori di ebbero a San Donato, intorno alla chiesa parrocchiale. Gli alleati tuttavia, il 21 riuscirono ad arrivare alle mura di Ortona dal fosso di località Saraceni. Dalla parte di [[Crecchio]]-[[Poggiofiorito]], attraverso le varie Ville Iurisci, Iubatti e Selciaroli, le altre truppe americane canadesi di Triquet, giunsero alle porte della piazza Porta Caldari.
Lo scontro in piazza Caldari con i panzer tedeschi della LXXVI Panzer Korps, tutti ripiegati strategicamente nel centro storico, fu immenso e tutta la piazza, fu danneggiata o distrutta. I palazzi antichi crollarono, meno alcuni edifici liberty della via del rione attuale di San Giuseppe. Gli americani ripiegarono verso la chiesa di [[Santa Maria di Costantinopoli]], altri intorno alla parrocchia di San Rocco. Montgomery ben presto comprese che bisognava attaccare giorno dopo giorno i tedeschi, costringendoli ad arretrare verso l'interno del centro storico, fino a piazza San Tommaso, inscenando una guerriglia non solo con fucili e mitraglie, ma anche all'arma bianca.
 
{{Portale|biografie|cinema|teatro|televisione}}
=== La terra bruciata del quartiere Terravecchia (21 dicembre) ===
Dato che i canadesi erano ancora fuori dal centro, i tedeschi si munirono di mine antiuomo dette "ballerine", che pisuzionarono strategicamente tra le case del quartiere Terravecchia, partendo dalla piazza del municipio, per impedire l'accesso ai carri armati "Sherman" canadesi. Sempre la mattina del 21, intorno alle 6, la torre civica della [[Cattedrale di San Tommaso Apostolo]], usata come faro per le navi portuali, fu minata dai tedeschi e fatta esplodere. Ciò per evitare rifornimenti dai nemici presso il porto, benché sistematicamente bombardato nei giorni precedenti. La distruzione della cattedrale nel giorno del santo patrono ebbe impatto devastante nell'animo dei civili rimasti in città. Tuttavia sulla distruzione della chiesa ci sono opinioni contrastanti tra gli storici, con una seconda tesi in cui sarebbero stati dei canadesi a minare la torre e a sparare contro il campanile attiguo. Ma le campane furono suonate solamente il 28 per festeggiare la vittoria americana e commemorare i defunti. Sempre in questo giorno viene fatto esplodere anche il [[castello aragonese]], da tempo ridotto a polveriera, per evitare la conquista nemica.
 
[[Categoria:Attori croati]]
=== Scontro sul corso Vittorio Emanuele (23-24 dicembre) ===
[[File:Castello Aragonese - . - Ortona - Piazza Castello.jpg|thumb|Il Castello Aragonese oggi, dopo i bombardamenti]]
Lo scontro nel corso Vittorio Emanuele fu assai sanguinoso con numerose perdite, poiché i tedeschi si divisero il compito di sbarrare l'avanzata americana sia attraverso l'interno della città, che al di fuori, lungo la via della passeggiata Orientale. Era la cosiddetta "zona di annientamento", che mostrò i risultati auspicatu dai tedeschi quando alle soglie della piazza municipale il primo carro armato della colonna canadese saltò in aria sulle mine nascoste tra le macerie.
 
All'arrivo in piazza del municipio, l'avanzata alleata fu molto ostacolata dai tedeschi, dacché il palazzo comunale con la torretta superiore dell'orologio era stato occupato, e un cecchino bersagliava continuamente i nemici dall'alto della torretta. Fu necessario anche l'intervento dell'aviazione che rase al suolo quasi tutta la piazza, meno la chiesa del Purgatorio. Fortunatamente illesi ne uscì il Palazzo Farnese.
=== "Tattica del topo" (23-24 dicembre) ===
Nei giorni successivi gli americani videro impossibile l'avanzata verso la piazza della Cattedrale e così usarono la tattica della "colonna del topo", ossia bucando il muro di una casa per avanzare verso il castello, bucando a vicenda le pareti dell'edificio seguente al primo. Tuttavia per il sopraggiungere della festa della Natività e per la scoperta nemica del piano, gli alleati non fecero tanta strada.
 
=== Il Natale di sangue e la fine della battaglia (25-28 dicembre) ===
Il giorno di Natale fu concessa dai tedeschi una tregua. La notte del 24 dicembre si udirono cantare per le strade della città martoriata le due versioni di ''Notte silente'' ("Stille Nacht" - "Silent Night"). I tedeschi poi tornarono alla chiesa di [[Santa Maria di Costantinopoli]], dove nell'attiguo chiostro conventuale, adibito a ospedale, stavano dei civili. Paul Triquet ne approfittò per lanciare un attacco a sorpresa, ma una donna ortonese gli comunicò ''in extremis'' della presenza dei civili. Fu solo sparato un colpo intimidatorio nella legnaia della chiesa, che si incendiò.
Altri fedeli ortonesi, gli sfollati, furono costretti a rimanere sfollati per le campagne, celebrando il Natale in estrema povertà. Infatti anche la chiesa della località Madonna delle Grazie, accanto all'ingresso di Ortona, era stata distrutta dai bombardamenti, ed era rimasto intatto solo il campanile.
Il 26 ripresero da piazza San Tommaso le ostilità, spostandosi verso il viale Gabriele d'Annunzio, la via delle vecchie mura, lasciando la via Matteotti di Terravecchia. L'arrivo degli americani al porto di Ortona obbligò i tedeschi a ripiegare bruscamente, all'improvviso, verso l'interno della città antica, passando per la via del castello aragonese. Tuttavia il 28 i combattimenti non ripresero, e addirittura i cronisti alleati di guerra, si aggirarono per il corso Vittorio Emanuele, riprendendo un vecchio che passeggiava senza timore di attacchi. Solo così i canadesi compresero che nella notte i rimanenti soldati nemici avevano abbandonato la città per mancanza di forze, ripiegando verso [[Francavilla al Mare]].
 
== Il Cimitero Militare Canadese ==
{{vedi anche|Cimitero canadese (Ortona)}}
[[File:Ortona cimitero canadese 03.jpg|thumb|upright=1.2|Area monumentale del cimitero]]
Nel [[1945]] fu costruito presso la frazione di San Donato il cimitero militare canadese del fiume Moro, in onore dei caduti canadesi, che comprendevano soldati non solo americani, ma anche inglesi e di altri stati d'Europa. Oggi è ancora frequentato dai parenti delle vittime, e da studiosi della battaglia. Presso [[Torino di Sangro]], più a sud di Ortona, è sorto il [[cimitero britannico (Torino di Sangro)|Cimitero militare britannico]] in onore dei caduti nelle battaglie del fiume [[Sangro]], che vedranno coinvolte le città di [[Casoli]], [[Gessopalena]], [[Montenerodomo]], [[Torricella Peligna]] e [[Lettopalena]].
 
== Il museo della battaglia di Ortona ==
{{vedi anche|Museo della battaglia di Ortona}}
Viene inaugurato nel [[2002]] nella sala del vecchio monastero annesso alla chiesa di [[Santa Caterina d'Alessandria]] ricostruita. Esso raccoglie materiale fotografico, filmico e scrittorio in relazione ai giorni della battaglia, nonché testimonianze trascritte dei soldati, dei diari di guerra dei generali nazisti e alleati, e della popolazione civile. Inoltre il museo è arricchito da un plastico che mostra i luoghi della battaglia e la maniera in cui si sono svolti.
 
== Note ==
<references/>
 
== Bibliografia ==
* {{cita libro|titolo = La Stalingrado d'Italia. Ortona 1943: una battaglia dimenticata| autore = Marco Patricelli | editore= UTET Università | anno= 2004 | pagine= XVII-229 | ISBN = 88-7750-790-X}}
* Andrea Di Marco,'' Assolutamente resistere ! La battaglia di Ortona raccontata attraverso i diari di guerra e la memoria dei soldati tedeschi,'' D'Abruzzo Edizioni Menabò, 2013, 352, ISBN 978-88-95535-54-8.
 
== Voci correlate ==
* [[Campagna del fiume Moro]]
* [[Battaglia di Orsogna]]
* [[Museo della battaglia di Ortona]]
* [[Cimitero Militare Canadese di Ortona]]
 
== Altri progetti ==
{{interprogetto}}
 
== Collegamenti esterni ==
* {{cita web|http://www.casaberardi.it/|CasaBerardi.com - sito sulla battaglia}}
* {{cita web|http://youdoc.it/video/ortona-1943-un-natale-di-sangue|Documentario sulla Battaglia di Ortona - sito del produttore}}
 
{{Controllo di autorità}}
{{Portale|guerra|seconda guerra mondiale|storia}}
 
[[Categoria:Campagna d'Italia]]
[[Categoria:Battaglie della seconda guerra mondiale che coinvolgono la Germania]]
[[Categoria:Battaglie della seconda guerra mondiale che coinvolgono il Canada]]