Crocco Grand Tour e Stemma della Nuova Olanda: differenze tra le pagine

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[[File:Crocco Mission.PNG|thumb|300px|Schema semplificato del Crocco "Grand Tour". In nero è indicata la traiettoria prevista da Gaetano Crocco per il veicolo spaziale, in blu, rosso e verde sono rappresentate rispettivamente le orbite della Terra, di Marte e di Venere. È indicata la posizione dei pianeti al momento del lancio (con i rispettivi simboli astronomici) e i punti di ''rendevous''.]]
|immagine = Brasil Holandês.PNG
'''Crocco "Grand Tour"''', conosciuta anche come '''Crocco Mission''' e '''Crocco's Multiplanet Trajectory'''<ref name=Dowling>Pagine 12 e 13 di: {{cita conferenza| lingua=en |cognome=Dowling |nome=Richard L. |coautori=Kosmann, William J.; Minovitch, Michael A.; e Ridenoure, Rex W. |titolo=The origin of gravity-propelled interplanetary space travel (IAA paper no. 90-630) |conferenza=41st Congress of the International Astronautical Federation |data=6-12 ottobre 1990 |città=Dresda |url=http://www.gravityassist.com/IAF1/IAF1.pdf |accesso=23-06-2009}}</ref> (''Traiettoria Multiplanetaria di Crocco''), è una proposta di missione esplorativa [[Terra]]-[[Marte (astronomia)|Marte]]-[[Venere (astronomia)|Venere]]-Terra, avanzata nel [[1956]] dal pioniere italiano dell'[[astronautica]] [[Gaetano Arturo Crocco]] nel corso del VII Congresso della ''International Astronautical Federation'' (IAF, Federazione Astronautica Internazionale) svoltosi a Roma.<ref name=Crocco1956>{{cita|Crocco, G. A.||Crocco1956}}, 1956.</ref>
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}}
Lo '''stemma della Nuova Olanda''' è il simbolo araldico del [[Brasile olandese]], colonia della [[Repubblica delle Province Unite]] tra il 1630 e il 1654.
 
Lo stemma è il risultato della unione dei quattro stemmi dei domini olandesi nel nord del [[Brasile]]: [[Pernambuco]] (alto, Itamaracá, Paraíba e Rio Grande do Norte.
Nella prima metà del [[secolo XIX|Novecento]] era ancora in discussione la possibilità di visitare altri pianeti ed alcune regioni del sistema solare apparivano inaccessibili. Infatti, la richiesta di spinta necessaria per una missione interplanetaria risultava superiore alle disponibilità offerte dei motori a razzo dell'epoca ed a quelle dell'immediato futuro.<ref name=Dowling>{{cita|Dowling, R. L. ''et al.''||Dowling1990}}, 1990.</ref> [[Walter Hohmann]] all'inizio del secolo aveva calcolato la traiettoria di trasferimento di minima energia, con propulsione a razzo, tra due orbite circolari. Un viaggio Terra-Marte-Terra effettuato eseguendo un [[trasferimento alla Hohmann]] avrebbe richiesto una lunghissima missione con un viaggio di andata e uno di ritorno di 259 giorni più 425 giorni di permanenza sul Pianeta Rosso in attesa di un allineamento adeguato.<ref name=Crocco1956/>
 
[[en:Coat of arms of Dutch Brazil]]
Gaetano Crocco valutò quindi l'opzione di un viaggio di andata e ritorno senza sosta su Marte, che avrebbe richiesto un dispendio energetico inferiore, perché effettuato con una sola accensione dei motori per imprimere la velocità di fuga necessaria a raggiungere il pianeta, sfruttando poi il moto in [[caduta libera]] del veicolo per reindirizzare l'astronave verso la Terra. Gli obiettivi scientifici sarebbero stati raggiunti con un osservazione della superficie marziana effettuata mediante un [[telescopio]] in grado di distinguere morfologie naturali da costruzioni artificiali. Tuttavia, anche questa soluzione comportava un tempo di volo di qualche anno prima del ritorno a Terra, a meno di non utilizzare manovre a razzo per modificare la traiettoria che però avrebbero ridotto o annullato la desiderata riduzione del carburante necessario alla missione.<ref>{{cita|Crocco, G. A.|pag. 228-229|Crocco1956en}}, 1956.</ref>
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Tuttavia, un'orbita Terra-Marte-Terra a ritorno diretto avrebbe implicato la necessità di un sorvolo di Marte da oltre un milione di chilometri di distanza, vanificando le osservazioni. -->
 
Crocco, quindi, cercò e individuò un'orbita che rispettasse le seguenti caratteristiche:
*intersecasse l'orbita della Terra;
*intersecasse l'orbita di Marte;
*avesse un [[periodo orbitale]] di un anno.
Scegliendo opportunamente la finestra di lancio, una tale traiettoria avrebbe permesso ad un veicolo lanciato dalla Terra di sorvolare Marte e tornare sulla Terra esattamente un anno dopo. Inoltre, una tale traiettoria avrebbe intersecato per ben due volte l'orbita di Venere e, nuovamente, scegliendo opportunatamente i tempi, sarebbe stato possibile combinare nella stessa missione un [[sorvolo ravvicinato]] (''fly-by'') di Marte e di Venere.
 
Tuttavia, Crocco si rese conto che le perturbazioni gravitazionali impartite da Marte e da Venere avrebbero potuto destabilizzare l'orbita ed impedire il desiderato ''[[rendezvous]]'' con la Terra, ma piuttosto che rinunciare, risolse il problema in modo innovativo proponendo di programmare opportunamente i ''fly-by'' in modo che la spinta gravitazionale ricevuta da Venere potesse bilanciare gli affetti di quella ricevuta da Marte e quindi mantenere il veicolo sull'orbita desiderata.<ref name=stabilizzazione>{{quote|Riassumendo, in questo articolo abbiamo descritto la possibilità teorica di un viaggio esplorativo Terra-Marte-Venere-Terra della durata di circa un anno, mostrando come le perturbazioni [gravitazionali] causate dall'avvicinamento a Marte possono essere neutralizzate, allo scopo di raggiungere infine la Terra, dalle perturbazioni causate dall'avvicinamento a Venere.|{{cita|Crocco, G. A.|pag. 252.|Crocco1956en}}, 1956.}}</ref><ref name=Dowling/> Presentò anche un profilo di missione, che prevedeva un viaggio Terra-Marte di 113 giorni con sorvolo del Pianeta Rosso; un viaggio Marte-Venere di 154 giorni, con sorvolo del pianeta e opportuna correzione della traiettoria grazie alla spinta gravitazionale verso la Terra; un'ultima tratta Venere-Terra di 98 giorni. Come prima data utile per la missione Crocco propose il giugno 1971.
 
Crocco, quindi, comprese il concetto dell'[[effetto fionda]], ma si limitò ad utilizzarlo per la stabilizzazione dell'orbita.<ref name=stabilizzazione/> Fu il matematico statunitense [[Michael Minovitch]] nel [[1961]] ad intuire che sarebbe stato possibile utilizzarlo a scopo propulsivo,<ref>{{cita|Minovitch||Minovitch|}}, 1961.</ref> inventando la tecnica del ''gravity assist'' (o della [[fionda gravitazionale]], utilizzando il nome con cui comunemente ci si riferisce ad essa in italiano) ed aprendo di fatto il sistema solare all'esplorazione dell'uomo.<ref name=Dowling/>
 
Vale la pena osservare che una missione equivalente alla ''Crocco Grand Tour'', ma che avesse sfruttato l'effetto propulsivo della fionda gravitazionale, avrebbe dovuto prevedere dopo il lancio dalla Terra, un trasferimento alla Hohmann dall'orbita del nostro pianeta a Venere, da lì, grazie ad una spinta gravitazionale del pianeta, raggiungere Marte, utilizzarlo per decelerare il veicolo e tornare quindi sulla Terra. Per percorrere tale traiettoria, basterebbe un [[Traiettoria_iperbolica#Velocit.C3.A0_d.27eccesso_iperbolica|eccesso iperbolico]] al lancio (una misura dell'energia associata ad un'orbita di allontanamento dall'attrattore primario, in questo caso la Terra) di 3,5 km/s a fronte degli 11,7 km/s necessari richiesti per l'immissione sulla traiettoria proposta da Crocco.<ref>{{cita|Dowling, R. L. ''et al.''|pag. 12|Dowling1990}}, 1990.</ref>
 
{{CN|L'importanza dell'intuizione di Crocco fu tale che negli anni seguenti la NASA, nell'affidare ad istituti di ricerca od industrie il progetto di viaggi su altri pianeti, raccomandava di basare lo studio sulla “Crocco Mission” adattando al caso le ''swing-by maneuvers'' descritte da Crocco nella sua memoria}}.
 
La prima sonda di produzione occidentale a subire l'effetto fionda fu la ''[[Pioneer 10]]'', che nel dicembre [[1973]] sorvolò [[Giove (astronomia)|Giove]]; la spinta subita durante il [[sorvolo ravvicinato]] del pianeta spostò la sonda sulla traiettoria di fuga che le ha permesso di raggiungere i confini del sistema solare.<ref name=ESA_fionda>{{cita web|lingua=en |url=http://www.esa.int/esaSC/SEMXLE0P4HD_index_0.html |titolo=Let gravity assist you... |opera=Space Science |editore=ESA Portal |accesso=23-06-2009}}</ref> La prima sonda interplanetaria ad aver eseguito una manovra di fionda gravitazionale, cioè ad aver sfruttato l'effetto fionda per dirigersi verso un secondo obiettivo, è stata la ''[[Mariner 10]]'',<ref>{{cita web |url=http://www.phy6.org/stargaze/Itostars.htm |titolo=La "fionda" planetaria |opera="Dagli astronomi alle astronavi" |nome=David P. |cognome=Stern |coautori=Giuliano Pinto (traduttore) |accesso=23-06-2009}}</ref> che dopo un ''gravity assist'' con Venere, eseguì tre sorvoli di [[Mercurio (astronomia)|Mercurio]].<ref name=NSSDC>{{cita web|lingua=en |url=http://nssdc.gsfc.nasa.gov/nmc/spacecraftDisplay.do?id=1973-085A |titolo=Mariner 10 |editore=National Space Science Data Center (NSSDC), NASA |accesso=23-06-2009}}</ref><br />Ancor prima infatti che la ''Pioneer 10'' incontrasse Giove, il matematico italiano [[Giuseppe Colombo (matematico)|Giuseppe Colombo]], intuendo che il ''gravity assist'' potesse essere utilizzato anche per rallentare un veicolo spaziale, suggerì all'Agenzia spaziale statunitense di sfruttare il campo gravitazionale di Venere per far perdere velocità ad una sonda e raggiungere così Mercurio.<ref>{{cita web|lingua=en |url=http://history.nasa.gov/SP-424/ch2.htm |titolo=Mariner Venus-Mercury Mission |opera=The Voyage of Mariner 10 |editore=NASA History Office |accesso=23-06-2009}}</ref> Tale missione, difinita la "Missione Impossibile",<ref name=ESA_fionda/> fu portata a termine appunto dalla ''[[Mariner 10]]'', nel [[1974]]-[[1975|75]].<ref name=NSSDC/>
 
== Note ==
{{references|2}}
 
== Bibliografia ==
*{{bibliografia|Crocco1956|{{cita conferenza|nome=Gaetano A |cognome=Crocco |linkautore=Gaetano Arturo Crocco |titolo=Giro esplorativo di un anno Terra-Marte-Venere-Terra |conferenza=Rendiconti del VII Congresso Internazionale Astronautico |città=Roma, |mese=settembre |anno=1956 |pagine=201-225}}}}
*{{bibliografia|Crocco1956en|Versione in [[lingua inglese]]: {{cita conferenza|nome=Gaetano A |cognome=Crocco |titolo=One-Year Exploration-Trip Earth-Mars-Venus-Earth |conferenza=Seventh Congress of the International Astronautical Federation |città=Rome |editore=Rendiconti |pagine=227-252 |url=http://www.gravityassist.com/IAF2/Ref.%202-34.pdf |accesso=24-06-2009}}}}
*{{bibliografia|Minovitch|{{cita pubblicazione|cognome=Minovitch |nome=Michael A. |linkautore=Michael Minovitch |titolo=A method for determining interplanetary free-fall reconnaissance trajectories |rivista=Jet Propulsion Laboratory Technical Memo TM-312-130 |pagine=38-44 |data=23 agosto 1961 |url=http://www.gravityassist.com/IAF3-1/Ref.%203-89.pdf |accesso=25-06-2009}}}}
*{{bibliografia|Dowling1990|{{cita conferenza|lingua=en |cognome=Dowling |nome=Richard L. |coautori=Kosmann, William J.; Minovitch, Michael A.; e Ridenoure, Rex W. |titolo=The origin of gravity-propelled interplanetary space travel (IAA paper no. 90-630) |conferenza=41st Congress of the International Astronautical Federation |data=6-12 ottobre 1990 |città=Dresda |url=http://www.gravityassist.com/IAF1/IAF1.pdf |accesso=23-06-2009}}}}
*Filippo Graziani, La Scuola di Scuola Ingegneria Aerospaziale nell’ottantesimo anniversario della sua fondazione
*The Mars Institute
*Arthur C. Clarke, Interplanetary Flight, Berkley, 1960
*Giorgio Di Bernardo, Nella nebbia in attesa del Sole, Di Renzo Editore
 
==Collegamenti esterni==
*{{cita web|url=http://www.tdf.it/2006/2/crocco_it.htm |titolo=Il grand tour di Gaetano A. Crocco |nome=Luisa |cognome=Spairani |editore=Tecnologie di Frontiera |accesso=22-06-2009}}
 
{{portale|ingegneria|astronautica|biografie}}
 
[[Categoria:Missioni spaziali]]
[[Categoria:Pionieri dello spazio]]