Luigi Natoli (arcivescovo) e Stemma della Nuova Olanda: differenze tra le pagine

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{{VescovoStemma
|immagine = Brasil Holandês.PNG
|nome = Luigi Natoli
|chiesanome = cattolica
|arcivescovotesto =
|immagineblasonatura =
|didascalia =
|ruolo =
|titolo =
|stemma = ArchbishopPallium PioM.svg
|motto =
|nato = [[15 giugno]] [[1799]] a [[Patti]] ([[ME]])
|ordinato =
|consacrato = [[22 marzo]] [[1858]] dal [[cardinale]] [[Girolamo D'Andrea]]
|arcelevato = [[22 febbraio]] [[1867]]
|ruoliricoperti = [[Vescovo]] di [[Diocesi di Caltagirone|Caltagirone]]<br />[[Arcivescovo]] di [[Arcidiocesi di Messina-Lipari-Santa Lucia del Mela|Messina]]
|deceduto = [[25 febbraio]] [[1875]] a [[Messina]]
}}
Lo '''stemma della Nuova Olanda''' è il simbolo araldico del [[Brasile olandese]], colonia della [[Repubblica delle Province Unite]] tra il 1630 e il 1654.
{{Bio
|Nome = Luigi
|Cognome = Natoli
|Sesso = M
|LuogoNascita = Patti
|GiornoMeseNascita = 15 giugno
|AnnoNascita = 1799
|LuogoMorte = Messina
|GiornoMeseMorte = 25 febbraio
|AnnoMorte = 1875
|Attività = arcivescovo cattolico
|Epoca = 1800
|Nazionalità = italiano
}}
 
==Biografia==
 
Figlio di Girolamo e D. Nicoletta Piccolo, nato a [[Patti]] il [[15 giugno]] [[1799]], ordinato sacerdote agli inizi del [[1822]], fu [[parroco]], [[docente]], [[rettore]] e prefetto degli studi nel [[Seminario Vescovile di Patti|Seminario diocesano]], [[vicario generale]] e vicario capitolare.
 
Gli studi umanistici, teologici e giuridici, condotti brillantemente, orientarono la sua attività al vicino [[Seminario Vescovile di Patti|seminario]], dove ben presto si fece valere non solo come docente, ma anche come responsabile degli studi, per elevare i quali mons. [[Giuseppe Saitta]] ([[1834]]-[[1838]]) aveva invitato il meglio che era riuscito a trovare in diocesi e fuori, e tra essi appunto il Natoli.
 
Dopo la morte del Saitta il Natoli, che aveva già ricoperto la carica di [[Vicario generale]], resse la [[diocesi di Patti]] per alcuni mesi, tra il 1843 e il 1844, come Vicario capitolare, ma la sua attività prevalente, anche sotto il vescovo [[Martino Orsino|Orsino]] (1844-1860), fu sempre quella di docente e responsabile degli studi in seminario; ad essa s'accompagnava quella di poeta d'occasione e, soprattutto, di oratore.
 
Colto, raffinato e affascinante, favorito dall'esercizio quotidiano della cattedra, che gli forniva contenuti, linguaggio, pregi formali, chiarezza e metodo, era cercato ed ascoltato, ed agli inviti non si sottraeva certo, convinto di rendersi utile per il nutrimento spirituale degli ascoltatori.
 
Proprio in questo periodo potrebbe porsi il ''floruit'' della sua attività e della sua produzione; una volta nominato [[vescovo]], forse, l'attività pastorale ridusse questi impegni culturali a vantaggio di quelli specifici di ministero.
 
Progettava e sperava appunto di dedicarsi alla direzione degli studi, all'insegnamento, all'oratoria e alla cura delle anime nell'amata [[Patti]] quando, su proposta di [[Ferdinando II delle Due Sicilie]], fu eletto da [[papa Pio IX]] vescovo di [[Diocesi di Caltagirone|Caltagirone]] il [[15 febbraio]], e consacrato a [[Roma]], dal cardinale [[Girolamo D'Andrea]] nella [[chiesa di San Gregorio al Celio]], il [[22 marzo]] del [[1858]]; prese possesso della diocesi nell'aprile successivo, facendosi precedere da un'epistola in bel latino, inviata alla sua chiesa da Roma il giorno stesso della consacrazione.
 
Buone doti di equilibrio ha certamente mostrato nel governo della diocesi se, nel [[1867]], fu chiamato a guidare quella di [[arcidiocesi di Messina-Lipari-Santa Lucia del Mela|Messina]], che usciva da un periodo davvero critico, retta prima da mons. Giuseppe Maria Papardo come amministratore sede plena, e vacante da sei anni circa per la morte (13 giugno [[1861]]) del cardinale [[Francesco di Paola Villadecani]]; questi motivi interni di crisi non erano certo positivamente favoriti dalla situazione esterna e dalle turbolenze seguite all'[[unità d'Italia]], che avevano coinvolto e lacerato l'alto e il basso clero; è anche probabile che a questa promozione abbia contribuito la posizione del Natoli, comune ad alcuni altri vescovi siciliani, meno soggetti al monarca [[borbone]] e dichiaratamente fedeli al [[Papa]]. Nel [[1870]], quasi ottantenne, lo troviamo al [[Concilio Vaticano I]] dove, in diversi suoi interventi, caldeggiò la definizione del dogma dell'[[infallibilità papale|infallibilità del papa]].
 
== Genealogia episcopale ==
{{vedi anche|Genealogia episcopale}}
*Cardinale [[Scipione Rebiba]]
*Cardinale [[Giulio Antonio Santorio]]
*Cardinale [[Girolamo Bernerio]], O.P.
*Arcivescovo [[Galeazzo Sanvitale (arcivescovo)|Galeazzo Sanvitale]]
*Cardinale [[Ludovico Ludovisi]]
*Cardinale [[Luigi Caetani]]
*Cardinale [[Ulderico Carpegna]]
*Cardinale [[Paluzzo Paluzzi Altieri degli Albertoni]]
*Papa [[Pietro Francesco Orsini|Benedetto XIII]], O.P.
*Papa [[Prospero Lorenzo Lambertini|Benedetto XIV]]
*Papa [[Carlo della Torre Rezzonico|Clemente XIII]]
*Cardinale [[Marcantonio Colonna (cardinale del XVIII secolo)|Marcantonio Colonna]]
*Cardinale [[Hyacinthe Sigismond Gerdil]]
*Cardinale [[Giulio Maria della Somaglia]]
*Cardinale [[Luigi Emmanuele Nicolò Lambruschini]]
*Cardinale [[Girolamo d'Andrea]]
*Arcivescovo '''Luigi Natoli'''
 
Lo stemma è il risultato della unione dei quattro stemmi dei domini olandesi nel nord del [[Brasile]]: [[Pernambuco]] (alto, Itamaracá, Paraíba e Rio Grande do Norte.
== Bibliografia==
* ''Scritti vari di Monsignor Natoli'', Tip. Del Progresso, Messina 1877.
* F. Pisciotta, ''Natoli Luigi'', in F. Armetta (ed.), ''Dizionario Enciclopedico dei Pensatori e Teologi di Sicilia. Secc. XIX-XX'', Palermo 2010.
 
[[en:Coat of arms of Dutch Brazil]]
{{Portale|biografie|Cattolicesimo}}