Castello Aragonese (Taranto) e Dušan Jakomin: differenze tra le pagine

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{{Infobox struttura militare
{{Bio
|Struttura = Castello
|Nome= Castello= aragoneseDušan
|Cognome = Jakomin
|Immagine= Castello Aragonese (Taranto) 2015.jpg
| PostCognomeVirgola =
|Didascalia=
|Sesso = M
|Larghezzaimmagine=
|LuogoNascita = Sant'Antonio (Capodistria)
|Stato attuale= Italia
|GiornoMeseNascita = 11 gennaio
|Suddivisione= Puglia
|AnnoNascita = 1925
|Provincia= Taranto
|LuogoMorte = Trieste
|Città= Taranto
|GiornoMeseMorte = 12 febbraio
|Coordinate geografiche= <!-- Coordinate geografiche del castello -->
|AnnoMorte = 2015
|Tipologia= Castello
|Attività = giornalista
|Stile= <!-- Lo stile del castello -->
|Attività2 = saggista
|Inizio costruzione= 1486
|Attività3 = etnografo
|Termine costruzione= 1492
|Epoca = 1900
|Termine funzione strategica= 1707
|Epoca2 = 2000
|Costruttore= [[Francesco Di Giorgio Martini]]
|Nazionalità = italiano
|Primo proprietario= [[Ferdinando II d'Aragona]]
|PostNazionalità = della [[Minoranza slovena in Italia|minoranza slovena]]
|Stato attuale= Proprietà della [[Marina Militare Italiana]]
|Immagine = Dusanjakomin.jpg
|Note= <!-- Eventuali note -->
|Sito web=[http://www.castelloaragonesetaranto.it www.castelloaragonesetaranto.it]
|Ref=
}}
 
È considerato uno dei protagonisti della vita culturale<ref>[https://www.druzina.si/ICD/spletnastran.nsf/clanek/umrl-duhovnik-in-oublicist-dusan]</ref>, associativa e spirituale degli [[Minoranza slovena in Italia|sloveni in Italia]], tanto da venir appellato con il titolo di ''"čedermac<ref>Il termine ''"čedermac"'' deriva dal racconto "Il Cappellano Martin Čedermac" di [[France Bevk]], in cui vengono raccontate le lotte di un prete cattolico in difesa dell'identità slovena durante il regime fascista italiano.</ref> servolano"'' o ''"čedermac triestino"''<ref>[https://www.druzina.si/ICD/spletnastran.nsf/clanek/90-let-%C2%BBtrzaskega-cedermaca%C2%AB]</ref>.
[[File:Castello_taranto_alto.png|thumb|Ingombro del castello]]
Il '''castello aragonese di [[Taranto]]''' (o '''castel Sant'Angelo'''), occupa con la sua pianta quadrangolare e il vasto cortile centrale, l'estremo angolo dell'isola su cui sorge il borgo antico della città.
 
==Storia Biografia ==
Dušan Jakomin nacque l'11 gennaio 1925 a [[Sant'Antonio (Capodistria)|Sant'Antonio di Capodistria]], nell'Istria slovena allora sotto sovranità italiana.
Il primo nucleo del castello risale al [[916]], quando i [[Bizantini]] avviarono la costruzione della "Rocca" a protezione dagli attacchi dei [[Saraceni]] e della [[Repubblica di Venezia]].
Questa prima fortificazione era costituita da torri alte e strette, dalle quali si combatteva con lance, frecce, pietre, ed olio bollente.
Nel [[1481]] fu realizzato un primo [[canale artificiale|canale navigabile]], più stretto dell'attuale e con sponde irregolari, per consentire il passaggio di piccole imbarcazioni e migliorare la difendibilità del castello.
Nel [[1486]], [[Ferdinando II d'Aragona]] incaricò l'architetto e ingegnere militare [[Francesco di Giorgio Martini]] di ampliare il castello e di conferirgli l'attuale struttura, onde rimpiazzare la tipologia medievale delle torri concepita per la difesa piombante. L'utilizzo infatti dei cannoni in seguito alla scoperta della polvere da sparo, necessitava di torri larghe e basse, di forma circolare per attutire l'urto delle palle di cannone, fornite di rampe o scivoli che permettessero lo spostamento dei pezzi da una torre all'altra, nonché dotate di un ampio e robusto parapetto con specifiche aperture per le bocche da fuoco<ref>{{Cita pubblicazione |cognome=Di Giorgio Martini|nome=Francesco|url=http://www.archive.org/stream/trattatodiarchi00martgoog/trattatodiarchi00martgoog_djvu.txt|titolo=Trattato di architettura civile e militare|anno=XV secolo|pp=136 e seguenti}}</ref>.
La nuova fortificazione doveva comprendere sette torri, di cui quattro unite tra loro a formare un quadrilatero, e le rimanenti tre allineate lungo il fossato fino al Mar Piccolo.
Le quattro torri furono intitolate rispettivamente a san Cristofalo, a san Lorenzo, alla Bandiera ed alla Vergine Annunziata.
 
Frequentò le prime tre classi elementari nel paese di origine, poi all'età di 10 anni si trasferì a [[Trieste]], dove completò la scuola elementare. Già in giovane età manifestò l'intenzione di diventare sacerdote. Frequentò la prima classe del ginnasio a [[Gorizia]] e continuò gli studi al seminario di Capodistria, dove si diplomò nel 1945 e dove venne ordinato il 26 giugno 1949. Iniziò la vita pastorale a Caresana (1949-50), poi a Opicina (1951-52) e dal 1953 fino alla morte a [[Servola]] presso Trieste; da qui provvisoriamente servì anche Domio, poi per 12 anni la parrocchia di Santa Barbara presso Muggia e negli ultimi tempi anche Coloncovez.
Il primo castellano, poiché i fondi per ultimare la parte aragonese del castello (il quadrilatero) non erano sufficienti, impose in un primo momento il dazio sulla pesca, successivamente ingrandì il castello unendolo alla torre Sant'Angelo che fu costruita a spese del Comune.
Le torri tonde e massicce del castello risultarono alla fine alte e larghe 20 metri, unite tra loro da cortine lunghe 40 metri e con 4 ordini di fuoco. Il castello era dotato di due uscite corrispondenti a due ponti levatoi. Sul fossato passava il ponte del Soccorso, che univa il castello alla zona che allora era campagna e che oggi viene denominata Borgo. Sul lato opposto invece, il ponte dell'Avanzata univa il castello con il borgo antico, sorpassando il fossato scavato per isolare la struttura dalla città.
 
Per tutta la vita fu catechista nella scuola elementare di Servola ed insegnò anche musica nelle scuole medie. Aveva studiato musica (pianoforte) con il professor [[Emil Komel]] a Gorizia e con il professor [[Ivan Grbec]] a Servola, dove fondò e diresse un coro.
Nel [[1491]] fu aggiunto sul lato rivolto al [[Golfo di Taranto|mar Grande]] il rivellino di forma triangolare tra la torre della Bandiera e la torre San Cristofalo. Il castello fu ultimato nel [[1492]], come risulta dall'incisione di una lapide murata sulla "Porta Paterna" insieme allo stemma degli [[Aragona|Aragonesi]] inquartato con l'arma dei [[Angiò (famiglia)|d'Angiò]] tripartita:
 
Fu attivo come pubblicista e fu redattore responsabile del ''Naš vestnik'', pubblicazione dei sacerdoti sloveni di Trieste, del ''Pastirček'', mensile per la gioventù e di ''[[Mladika]]'', rivista letteraria edita da 1958 al 1961. Collaborò anche con la rivista slovena ''Ognjišče''.
''"Ferdinandus Rex Divi Alphonsi Filius Divi Ferdinandi Nepos Aragonius Arcem Ha(n)c Vetustate Collabente(m) Ad Im(pe)tus Tormentorum Substine(n)dos Quae (Ni)mio Feruntur Spiritu In Ampliorem Firmioremq(ue) Formam Restituit Millesimo CCCCLXXXXII"''.
 
Curò la pubblicazione dei libri Istra kliče: spomini izgnanega istrskega duhovnika, ristampa anastatica del libro di Jakob Soklič (Dom Jakoba Ukmarja, 1989, ristampato nel 1996), Istrske pesmi di Ferruccio Jakomin (Mladika, 1998), La donna di Servola = Škedenjska ženska di Marghet Mazzoni (Museo Etnografico di Servola, 2001).
"Re Ferdinando aragonese, figlio del divino Alfonso e nipote del divino Ferdinando, rifece in forma più ampia e più solida questo castello cadente per vecchiaia, perché potesse sostenere l'impeto dei proiettili che è sopportato col massimo vigore - 1492.".
 
Dal 1962 collaborò con i programmi in lingua slovena della RAI, con le trasmissione settimanali Nabožna glasba e Vera in naš čas, e come critico musicale e culturale.
Con gli [[Spagna|Spagnoli]], le difese furono rafforzate allargando il fossato e costruendo una nuova fortificazione con tre torri.
[[File:Fossato_Castello_Aragonese_1880.jpg|thumb|Il fossato del castello aragonese <br /><small>(1880)</small>]]
Con l'arrivo degli [[Asburgo]] nel [[1707]], il castello perse la sua importanza come opera militare divenendo una dura prigione, ma con [[Napoleone Bonaparte]] ritornò alla sua funzione originaria.
Nel [[1883]], una delle cinque torri che univano la cortina muraria, quella dedicata a Sant'Angelo, insieme alle torri Mater Dei, Monacella e Vasto del muro civico, furono demolite per fare posto all'attuale canale navigabile e al [[Ponte di San Francesco di Paola|ponte girevole]].
I lavori furono ultimati nel [[1887]], anno in cui il castello diventa una sede della [[Marina Militare]].
 
Fu fondatore e direttore del Museo etnografico di Servola<ref>{{cita libro| curatore = Isabella Cianfarani |titolo= Il patrimonio museale antropologico| anno=2008 |editore= Gangemi | città= Roma | p=143 |ISBN=978-88-492-1519-9}}</ref> e fondatore e presidente del ''Dom Jakob Ukmar'' di Servola.
All'interno del castello, si può ammirare la [[Cappella di San Leonardo di Taranto|cappella di San Leonardo]], riconsacrata nel [[1933]] dopo essere stata adibita nel corso degli anni a corpo di guardia e stalla. Al suo interno si trovano due lastre in carparo addossate alle pareti, che rappresentano rispettivamente un santo vescovo ed un guerriero medievale armato. Si può notare inoltre lo stemma di [[Filippo II di Spagna]]. Particolare è anche quella che fungeva da sala delle torture, la cui volta presenta un foro centrale attraverso il quale venivano amplificate e propagate le urla dei malcapitati, intimorendo psicologicamente gli altri prigionieri.
 
Collaborò per 17 anni con [[Jakob Ukmar]] (del quale curò la pubblicazione postuma del libro Nauk o poslednjih rečeh ali Eshatologija, nel 1972), candidato dalla Curia Vescovile di Trieste per la beatificazione<ref>Dušan Jakomin, ''Ukmarjev beatifikacijski proces'', in Ukmarjev simpozij v Rimu, Celje 2006, p. 319-334</ref>.
== Note ==
<references />
 
Dopo la sua morte (2015) vennero intraprese numerose iniziative in sua memoria<ref>[https://www.teaterssg.com/wp-content/uploads/BB-SLOFEST-web-program-01.pdf]</ref><ref>[https://www.pivka.si/objava/9247]</ref>, tra cui la mostra "Dušan Jakomin. Škedenjski čedermac", presentata in diversi luoghi della provincia di Trieste (a Caresana il 22.11.2017 - PD 22.11.2017).
==Voci correlate==
* [[Storia di Taranto]]
* [[Sviluppo morfologico di Taranto]]
* [[Castello Aragonese di Reggio Calabria]]
* [[Castelli della provincia di Taranto]]
 
==BibliografiaRiconoscimenti==
Nel 1989 ricevette il premio museale Valvasor. Nel 2002 ricevette il premio Kocjančič. Venne insignito del premio della Repubblica di Slovenia, conferitogli dal Presidente della Repubblica Janez Drnovšek. Nel 2013 ricevette la medaglia del Comune di Trieste. Nel 2015 venne nominato cittadino onorario del suo paese d'origine Sant'Antonio.
*Patrizia De Luca - ''Il Centro Storico di Taranto: l'Isola'' - Scorpione Editrice - Taranto, 2004
 
==Opere==
== Altri progetti ==
Pubblicò diversi libri:
{{interprogetto|commons=Category:Castello Aragonese (Taranto)}}
* {{cita libro| titolo=Škedenj: v besedi in sliki. 2, Razglasi = Servola: sguardo al passato. 2, Gli editti| anno=1985 |editore=Opera culturale di Servola | città=Trieste |lingua = SLV, ITA}}
* {{cita libro| titolo=La Chiesa di Servola = Cerkev v Škednju| anno=1989 |editore=Centralgrafica | città=Trieste |lingua = ITA, SLV}}
* {{cita libro| titolo=Škedenjska krušarca = Servola: la portatrice di pane| anno=1987 |editore=Opera culturale di Servola | città=Trieste |lingua = SLV, ITA}}, ristampato nel 1989 e nel 2003
* {{cita libro| titolo=Un mondo d'incontri: immmagini di vita e di ambiente degli Sloveni in Italia| anno=1989 |editore= Editoriale Stampa Triestina | città=Trieste}}
* {{cita libro| titolo= Narečni slovar Sv. Antona pri Kopru| anno=1995 |editore= Škedenjski etnografski muzej | città=Trieste |lingua = SLV}}
* {{cita libro| titolo= Skozi vasi do ljudi: Sv. Anton pri Kopru| anno=1996 |editore= Škedenjski etnografski muzej | città=Trieste |lingua = SLV}}
* {{cita libro| titolo= Mačkoljanska ljudska noša| anno=1996 |editore= Svet slovenskih organizacij | città=Trieste |lingua = SLV}}
* {{cita libro| titolo=Ljub'ca moja, kaj si st'rila (Amore mio, cos'hai fatto)| anno=2003 |editore=Pizzicato | città=Udine |ISBN=88-7736-469-6}}
* {{cita libro| titolo= Islam in mi : od sprejemanja do dialoga| anno=2003 |editore=Opera culturale di Servola | città=Trieste |lingua = SLV}}
* {{cita libro| titolo=La Servolana nell'arte e nella storia = Podoba Škedenjke v umetnosti in času| anno=2004 |editore=Museo etnografico di Servola | città=Trieste |lingua = ITA, SLV}}
* {{cita libro| titolo=Mali cerkveni slovar| anno=2008 |editore=Graphart | città=Trieste |lingua = SLV}}
* {{cita libro| titolo=Škedenjski etnografski muzej = Il Museo etnografico di Servola| anno=2009 |editore=Slovenski etnografski muzej-Škedenjski etnografski muzej-Inštitut za etnologijo | città=Ljubljana-Trieste |lingua = SLV, ITA|ISBN=978-961-6388-22-1}}
* {{cita libro| titolo=Pet stebrov = Le cinque colonne : Slomšek, Kosec, Trinko, Kralj, Ukmar| anno=2011 |editore=Duhovska zveza | città=Trieste |lingua = SLV, ITA}}
* {{cita libro| titolo=Od petrolejke do iPada| anno=2014 |editore=Ognjišče | città=Koper |lingua = SLV|ISBN=978-961-263-155-0}}, ristampato nel 2015.
 
== Note ==
<references />
 
== Collegamenti esterni ==
* http://www.slovenska-biografija.si/oseba/sbi1012460/
* [http://www.museionline.info/tipologia/item/castello-aragonese-di-taranto.html#page-top Castello Aragonese di Taranto, Informazioni sulla visita.]
* [http://www.castelloaragonesetaranto.it/pdf/castello_aragonese_taranto.pdf Marina Militare - Il castello aragonese di Taranto]
* [http://www.castelloditaranto.it/ Castello di Taranto]
 
{{Controllo di autorità}}
{{Portale|Architettura|Taranto}}
 
[[Categoria:CastelliMinoranza dilinguistica Taranto|Aragoneseslovena d'Italia]]
[[Categoria:Castelli_aragonesi]]
[[Categoria:Architetture di Francesco di Giorgio Martini]]