Juan Matta-Ballesteros e Dušan Jakomin: differenze tra le pagine

(Differenze fra le pagine)
Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
 
Radopan (discussione | contributi)
 
Riga 1:
{{Cancellazione|arg=editoria|arg2=letteratura}}
[[File:Ballesteros1.jpg|miniatura|Juan Matta-Ballesteros]]
{{S|giornalisti|scrittori}}
Juan Matta-Ballesteros ([[Tegucigalpa]], [[12 (numero)|12]] [[gennaio]] [[1945]]<ref name=":2">{{Cita web|url=http://www.juanramonmata.org/origenes/|titolo=Origenes}}</ref>) è un ex narcotrafficante honduregno. All'apice del commercio di [[cocaina]] sin dagli [[anni Settanta]], venne arrestato nel [[1988]] ed estradato negli [[Stati Uniti d'America|Stati Uniti,]] dove sta scontando una condanna a vita per aver partecipato, nel 1985, al sequestro dell'agente della [[Drug Enforcement Administration]] [[Enrique Camarena|Enrique "Kiki" Camarena]].
{{Bio
|Nome = Dušan
|Cognome = Jakomin
| PostCognomeVirgola =
|Sesso = M
|LuogoNascita = Sant'Antonio (Capodistria)
|GiornoMeseNascita = 11 gennaio
|AnnoNascita = 1925
|LuogoMorte = Trieste
|GiornoMeseMorte = 12 febbraio
|AnnoMorte = 2015
|Attività = giornalista
|Attività2 = saggista
|Attività3 = etnografo
|Epoca = 1900
|Epoca2 = 2000
|Nazionalità = italiano
|PostNazionalità = della [[Minoranza slovena in Italia|minoranza slovena]]
|Immagine = Dusanjakomin.jpg
}}
 
È considerato uno dei protagonisti della vita culturale<ref>[https://www.druzina.si/ICD/spletnastran.nsf/clanek/umrl-duhovnik-in-oublicist-dusan]</ref>, associativa e spirituale degli [[Minoranza slovena in Italia|sloveni in Italia]], tanto da venir appellato con il titolo di ''"čedermac<ref>Il termine ''"čedermac"'' deriva dal racconto "Il Cappellano Martin Čedermac" di [[France Bevk]], in cui vengono raccontate le lotte di un prete cattolico in difesa dell'identità slovena durante il regime fascista italiano.</ref> servolano"'' o ''"čedermac triestino"''<ref>[https://www.druzina.si/ICD/spletnastran.nsf/clanek/90-let-%C2%BBtrzaskega-cedermaca%C2%AB]</ref>.
 
== Biografia ==
Dušan Jakomin nacque l'11 gennaio 1925 a [[Sant'Antonio (Capodistria)|Sant'Antonio di Capodistria]], nell'Istria slovena allora sotto sovranità italiana.
Secondo un sito gestito dalla famiglia, Matta-Ballesteros nacque nel 1985 nella capitale dell'[[Honduras]]<ref name=":2" />. Da adolescente riuscì ad entrare illegalmente negli Stati Uniti, lavorando in [[Texas]] e a [[New York]]. Espulso cinque volte, riuscì sempre a rientrare utilizzando false identità<ref>{{Cita news|autore=Larry Rohter|url=https://www.nytimes.com/1988/04/16/world/danli-journal-seized-honduran-drug-baron-or-a-robin-hood.html|titolo=Seized Honduran: Drug Baron or a Robin Hood?|pubblicazione=The New York Times|data=1988}}</ref>.
 
Frequentò le prime tre classi elementari nel paese di origine, poi all'età di 10 anni si trasferì a [[Trieste]], dove completò la scuola elementare. Già in giovane età manifestò l'intenzione di diventare sacerdote. Frequentò la prima classe del ginnasio a [[Gorizia]] e continuò gli studi al seminario di Capodistria, dove si diplomò nel 1945 e dove venne ordinato il 26 giugno 1949. Iniziò la vita pastorale a Caresana (1949-50), poi a Opicina (1951-52) e dal 1953 fino alla morte a [[Servola]] presso Trieste; da qui provvisoriamente servì anche Domio, poi per 12 anni la parrocchia di Santa Barbara presso Muggia e negli ultimi tempi anche Coloncovez.
=== Carriera nel narcotraffico ===
Inizialmente dedito al contrabbando di oro, gemme e gioielli, Matta-Ballesteros iniziò a dedicarsi al traffico di stupefacenti già dai primissimi anni Settanta<ref name=":0" />. Nel 1970 venne fermato dalle autorità americane all'aeroporto di [[Aeroporto Internazionale di Washington-Dulles|Washington-Dulles]], [[Washington]], mentre trasportava oltre venti chili di cocaina<ref name=":0">{{Cita libro|autore=Julie Marie Bunck|autore2=Michael Ross Fowler|titolo=Bribes, Bullets, and Intimidation: Drug Trafficking and the Law in Central America|editore=|p=}}</ref>. Pur riuscendo a far cadere le accuse di narcotraffico, fu comunque condannato per essere entrato negli States utilizzando un passaporto falso. Imprigionato in un carcere della [[Florida]], riuscì ad evadere poco dopo<ref>{{Cita news|autore=Henry Weinstein|url=http://articles.latimes.com/print/1989-07-26/local/me-209_1_drug-importation|titolo=Jury Picked in Trial of Alleged Drug Kingpin|pubblicazione=Los Angeles Times|data=1989}}</ref>. Nel 1974 venne nuovamente arrestato, questa volta dalle autorità messicane, per aver venduto dieci chili di cocaina, venendo rilasciato un anno dopo<ref name=":0" />.
 
Per tutta la vita fu catechista nella scuola elementare di Servola ed insegnò anche musica nelle scuole medie. Aveva studiato musica (pianoforte) con il professor [[Emil Komel]] a Gorizia e con il professor [[Ivan Grbec]] a Servola, dove fondò e diresse un coro.
Matta-Ballesteros scalò i vertici del narcotraffico dell'[[America Latina]], divenendo presto un uomo cardine del traffico di [[eroina]] e cocaina. Iniziò a lavorare a stretto contatto con i trafficanti messicani del [[Cartello di Guadalajara]], collaborando con [[Miguel Ángel Félix Gallardo]] e i suoi più stretti soci [[Ernesto Fonseca Carrillo]] e [[Rafael Caro Quintero]]<ref name=":1">{{Cita web|url=https://caselaw.findlaw.com/us-9th-circuit/1463498.html|titolo=UNITED STATES of America, Plaintiff-Appellee, v. Juan Ramon MATTA-BALLESTEROS}}</ref>. Fu proprio Matta-Ballesteros che mediò, nel 1984, la formazione dell'alleanza tra i messicani di Guadalajara e i colombiani del [[cartello di Medellín]], presentando a Félix Gallardo uno dei leader del gruppo criminale colombiano, [[José Gonzalo Rodríguez Gacha]], conosciuto, per questo motivo, come "El Mexicano"<ref>{{Cita libro|autore=Anabel Hernández|titolo=La terra dei narcos|editore=Mondadori|p=}}</ref>. Lo stesso anno Matta-Ballesteros parrebbe aver organizzato, in [[Spagna]], un incontro tra [[Jorge Luis Ochoa]], di Medellin, e [[Gilberto Rodríguez Orejuela]], capo del [[cartello di Cali]]<ref>{{Cita news|autore=Hugo Sabogal|titolo=Los narcotraficantes Matta y Carlos Lehder estuvieron en España en 1984|pubblicazione=El País|data=5 maggio 1988}}</ref>. I rapporti tra i padrini di Cali e l'Honduras risalivano già agli anni Settanta, al momento dell'entrata dei fratelli Rodríguez Orejuela nel traffico di cocaina. Stando alle stesse confessioni di Gilberto, una delle primissime rotte del cartello di Cali prevedeva il trasporto via aereo di cocaina verso [[San Pedro Sula]], nell'Honduras nord-occidentale.
 
Fu attivo come pubblicista e fu redattore responsabile del ''Naš vestnik'', pubblicazione dei sacerdoti sloveni di Trieste, del ''Pastirček'', mensile per la gioventù e di ''[[Mladika]]'', rivista letteraria edita da 1958 al 1961. Collaborò anche con la rivista slovena ''Ognjišče''.
Stando alle autorità americane, negli anni Ottanta le attività legate al narcotraffico fruttavano a Matta-Ballesteros più di cinque milioni di dollari alla settimana<ref name=":1" />. All'apice del suo potere si stima che la sua fortuna ammontasse a due miliardi di dollari<ref name=":0" />.
 
Curò la pubblicazione dei libri Istra kliče: spomini izgnanega istrskega duhovnika, ristampa anastatica del libro di Jakob Soklič (Dom Jakoba Ukmarja, 1989, ristampato nel 1996), Istrske pesmi di Ferruccio Jakomin (Mladika, 1998), La donna di Servola = Škedenjska ženska di Marghet Mazzoni (Museo Etnografico di Servola, 2001).
=== Sequestro ed uccisione di Kiki Camarena ===
Nel 1984 l'esercito messicano distrusse un enorme ranch in cui il cartello di Guadalajara coltivava marijuana, infliggendo all'organizzazione criminale un danno da circa otto miliardi di dollari<ref name=":3">{{Cita libro|autore=Malcom Beith|titolo=L'ultimo narco}}</ref>. Dietro all'operazione c'era un agente della DEA infiltratosi nell'organizzazione di Félix Gallardo, Enrique "Kiki" Camarena. L'agente venne rapito il 7 febbraio 1985<ref name=":3" /> da uomini di Guadalajara. Il corpo di Camarena, martoriato dalle torture, venne ritrovato il 5 marzo<ref>{{Cita news|autore=Jerry Seper|url=https://www.washingtontimes.com/news/2010/mar/05/dea-has-25-year-burning-reminder/|titolo=Brutal DEA agent murder reminder of agency priority|pubblicazione=The Washington Times|data=5 marzo 2010}}</ref>. Matta-Ballesteros venne indicato dalle autorità americane come uno dei mandanti del rapimento<ref name=":1" />. Nel 1985 il narco honduregno venne individuato a [[Cartagena]], [[Colombia]]. Qui, su richiesta delle autorità americane, Matta-Ballesteros venne arrestato ed imprigionato in un carcere di [[Bogotà]]<ref>{{Cita libro|autore=Elaine Shannon|titolo=Desperados: Latin Drug Lords, U.S. Lawmen, and the War America Can't Win}}</ref>, riuscendo però ad evadere il 16 marzo 1986 rifugiandosi in [[Guatemala]] e, da qui, in Honduras<ref name=":0" />.
 
Dal 1962 collaborò con i programmi in lingua slovena della RAI, con le trasmissione settimanali Nabožna glasba e Vera in naš čas, e come critico musicale e culturale.
=== Arresto, estradizione e condanna ===
 
In Honduras la giustizia si dimostrò incapace di colpire Matta-Bellesteros, che peraltro, secondo la legge honduregna, non poteva nemmeno essere estradato negli Stati Uniti. Infine venne arrestato nell'aprile del 1988 e condotto nella [[Repubblica Dominicana]], dove venne estradato verso [[Porto Rico]]. L'arresto suscitò, in Honduras, un'ondata di proteste, anche violente<ref name=":0" />. Per il suo ruolo di narcotrafficante ed organizzatore del sequestro di Camarena, Matta-Ballesteros fu condannato al carcere a vita, sentenza che sta tutt'ora scontando in un carcere della [[Pennsylvania]].
Fu fondatore e direttore del Museo etnografico di Servola<ref>{{cita libro| curatore = Isabella Cianfarani |titolo= Il patrimonio museale antropologico| anno=2008 |editore= Gangemi | città= Roma | p=143 |ISBN=978-88-492-1519-9}}</ref> e fondatore e presidente del ''Dom Jakob Ukmar'' di Servola.
 
Collaborò per 17 anni con [[Jakob Ukmar]] (del quale curò la pubblicazione postuma del libro Nauk o poslednjih rečeh ali Eshatologija, nel 1972), candidato dalla Curia Vescovile di Trieste per la beatificazione<ref>Dušan Jakomin, ''Ukmarjev beatifikacijski proces'', in Ukmarjev simpozij v Rimu, Celje 2006, p. 319-334</ref>.
 
Dopo la sua morte (2015) vennero intraprese numerose iniziative in sua memoria<ref>[https://www.teaterssg.com/wp-content/uploads/BB-SLOFEST-web-program-01.pdf]</ref><ref>[https://www.pivka.si/objava/9247]</ref>, tra cui la mostra "Dušan Jakomin. Škedenjski čedermac", presentata in diversi luoghi della provincia di Trieste (a Caresana il 22.11.2017 - PD 22.11.2017).
 
==Riconoscimenti==
Nel 1989 ricevette il premio museale Valvasor. Nel 2002 ricevette il premio Kocjančič. Venne insignito del premio della Repubblica di Slovenia, conferitogli dal Presidente della Repubblica Janez Drnovšek. Nel 2013 ricevette la medaglia del Comune di Trieste. Nel 2015 venne nominato cittadino onorario del suo paese d'origine Sant'Antonio.
 
==Opere==
Pubblicò diversi libri:
* {{cita libro| titolo=Škedenj: v besedi in sliki. 2, Razglasi = Servola: sguardo al passato. 2, Gli editti| anno=1985 |editore=Opera culturale di Servola | città=Trieste |lingua = SLV, ITA}}
* {{cita libro| titolo=La Chiesa di Servola = Cerkev v Škednju| anno=1989 |editore=Centralgrafica | città=Trieste |lingua = ITA, SLV}}
* {{cita libro| titolo=Škedenjska krušarca = Servola: la portatrice di pane| anno=1987 |editore=Opera culturale di Servola | città=Trieste |lingua = SLV, ITA}}, ristampato nel 1989 e nel 2003
* {{cita libro| titolo=Un mondo d'incontri: immmagini di vita e di ambiente degli Sloveni in Italia| anno=1989 |editore= Editoriale Stampa Triestina | città=Trieste}}
* {{cita libro| titolo= Narečni slovar Sv. Antona pri Kopru| anno=1995 |editore= Škedenjski etnografski muzej | città=Trieste |lingua = SLV}}
* {{cita libro| titolo= Skozi vasi do ljudi: Sv. Anton pri Kopru| anno=1996 |editore= Škedenjski etnografski muzej | città=Trieste |lingua = SLV}}
* {{cita libro| titolo= Mačkoljanska ljudska noša| anno=1996 |editore= Svet slovenskih organizacij | città=Trieste |lingua = SLV}}
* {{cita libro| titolo=Ljub'ca moja, kaj si st'rila (Amore mio, cos'hai fatto)| anno=2003 |editore=Pizzicato | città=Udine |ISBN=88-7736-469-6}}
* {{cita libro| titolo= Islam in mi : od sprejemanja do dialoga| anno=2003 |editore=Opera culturale di Servola | città=Trieste |lingua = SLV}}
* {{cita libro| titolo=La Servolana nell'arte e nella storia = Podoba Škedenjke v umetnosti in času| anno=2004 |editore=Museo etnografico di Servola | città=Trieste |lingua = ITA, SLV}}
* {{cita libro| titolo=Mali cerkveni slovar| anno=2008 |editore=Graphart | città=Trieste |lingua = SLV}}
* {{cita libro| titolo=Škedenjski etnografski muzej = Il Museo etnografico di Servola| anno=2009 |editore=Slovenski etnografski muzej-Škedenjski etnografski muzej-Inštitut za etnologijo | città=Ljubljana-Trieste |lingua = SLV, ITA|ISBN=978-961-6388-22-1}}
* {{cita libro| titolo=Pet stebrov = Le cinque colonne : Slomšek, Kosec, Trinko, Kralj, Ukmar| anno=2011 |editore=Duhovska zveza | città=Trieste |lingua = SLV, ITA}}
* {{cita libro| titolo=Od petrolejke do iPada| anno=2014 |editore=Ognjišče | città=Koper |lingua = SLV|ISBN=978-961-263-155-0}}, ristampato nel 2015.
 
== Note ==
<references />
 
== Collegamenti esterni ==
* http://www.slovenska-biografija.si/oseba/sbi1012460/
 
{{Controllo di autorità}}
 
[[Categoria:Minoranza linguistica slovena d'Italia]]