Nicastro: differenze tra le versioni

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{{Nota disambigua}}
{{Divisione amministrativa
|Nome = Nicastro
|Panorama = SanTeodoroEcastelloNormSvevoLamezia.jpg
|Didascalia = Rione San Teodoro e ruderi del castello
|Stemma =
|Stato = ITA
|Grado amministrativo = 4
|Tipo = [[Circoscrizione di decentramento comunale|circoscrizione]]
|Divisione amm grado 1 = Calabria
|Divisione amm grado 2 = Catanzaro
|Divisione amm grado 3 = Lamezia Terme
|Superficie =
|Note superficie =
|Abitanti = 4500049325
|Note abitanti = {{Cita web|url=https://www.treccani.it/enciclopedia/nicastro|titolo=Nicastro nell'Enciclopedia Treccani|accesso=11 marzo 2021}}
|Note abitanti= Approssimativamente
|Aggiornamento abitanti = 2008
|Codice statistico = 079160 (ex 079085)
|Codice catastale = M208 (ex F888)
|Nome abitanti = nicastresi
|Patrono = [[Santsant'Antonio di Padova]]
|Festivo = 13-14 giugno, seconda domenica di marzo
|Sito = http://www.comune.lamezia-terme.cz.it/
}}
'''Nicastro''' ([[Alfabeto fonetico internazionale|IPA:]] [niˈkastro]<ref>{{Cita web|url=http://www.dipionline.it/dizionario/ricerca?lemma=Nicastro|titolo=}}</ref>) è una delle [[Circoscrizione di decentramento comunale|circoscrizioni comunali]] della [[Città d'Italia#Calabria|città]] di [[Lamezia Terme]]. È stato un [[Comuni d'Italia soppressi#Calabria|comune autonomo]] sino al [[1968#Eventi|1968]], anno dell'unificazione con [[Sambiase]] e [[Sant'Eufemia Lamezia]] per la nascita del nuovo comune<ref name = "Costituzione">{{Cita legge italiana
 
{{torna a|Lamezia Terme}}
'''Nicastro''' {{cn|("''Nicastru''" in dialetto nicastrese)}} è una delle [[Circoscrizione di decentramento comunale|circoscrizioni comunali]] della [[Città d'Italia#Calabria|città]] di [[Lamezia Terme]]. È stato un [[Comuni d'Italia soppressi#Calabria|comune autonomo]] sino al [[1968#Eventi|1968]], anno dell'unificazione con [[Sambiase]] e [[Sant'Eufemia Lamezia]] per la nascita del nuovo comune<ref name = "Costituzione">{{Cita legge italiana
|tipo= legge
|anno= 1968
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|data=
|cid=
}}</ref>, del quale è il quartiere più popoloso con circa ({{formatnum:4500049325}} abitanti nel 2008). Nel territorio dell'ex comune sono presenti la [[Curia diocesana|curia vescovile]] della [[diocesi di Lamezia Terme]], l'[[ospedale]], il [[Tribunale ordinario|tribunale]] e vari uffici amministrativi.
 
== Geografia ==
Nicastro è il centro abitativo principale della città di Lamezia Terme. Si trova nella zona nord della Piana di Sant'Eufemia e vi passano i torrenti Canne e Piazza.
 
I terreni intorno all'area sono occupati da piantagioni di uliveti e dall'area industriale lametina. Nicastro è classificato nella Classificazione Sismica Italiana con il livello 1: sismicità alta (Classificato come città di Lamezia Terme)<ref>{{Cita web|url=http://www.protezionecivile.gov.it/attivita-rischi/rischio-sismico/attivita/classificazione-sismica|titolo=Classificazione Sismica|accesso=8 luglio 2019|dataarchivio=22 settembre 2020|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20200922192203/http://www.protezionecivile.gov.it/attivita-rischi/rischio-sismico/attivita/classificazione-sismica|urlmorto=sì}}</ref>
 
== Storia ==
=== Medioevo ===
Nicastro ha una storia radicata, iniziatasi tra il IX e il X secolo, in pieno dominio [[Impero bizantino|bizantino]] in [[Calabria]]. La storia nicastrese è fatta da continui domini ricordando fra tutti quello [[Normanni|normanno]]-[[Suebi|svevo]].
 
Convenzionalmente, la nascita di Nicastro è fatta risalire al dominio bizantino, entro il IX secolo. L'archeologo francese [[François Lenormant]] afferma: "''già esisteva nell'VIII secolo''"<ref>{{Cita libro|autore=Lucio Leone|autore2=Filomena Stancati|titolo=Nicastro e il territorio lametino nel tempo|annooriginale=2009|editore=Gigliotti Editore|città=Lamezia Terme|p=40|capitolo=L'Età medievale}}</ref>. Nel 1057, i Normanni conquistarono Nicastro sotto la guida di [[Roberto il Guiscardo]], che stava marciando verso [[Reggio Calabria]] per conquistarla. Dopo la sconfitta del Guiscardo a Reggio, la guerra tra lui e suo fratello minore Ruggero e la successiva carestia, Nicastro fu teatro di una delle rivolte dei calabresi contro i conquistatori normanni nel 1059: i nicastresi assediarono il castello uccidendo i soldati normanni lasciati di guardia. Le rivolte furono successivamente sedate e dopo il [[Concordato di Melfi]], nel 1059, proseguì la latinizzazione del rito religioso in tutta la Calabria. Nicastro fu latinizzata nel 1094 grazie all'elezione di un vescovo normanno. Sempre al dominio normanno risale la fondazione della Cattedrale di Nicastro nel 1100 da parte della nipote del Guiscardo: la contessa Eremburga (o Amburga).
Per quanto riguarda la storia degli ultimi secoli, si può dire che durante l'occupazione francese in Calabria, avvenuta tra il 1806 e il 1814, Nicastro venne saccheggiata in lungo e in largo, dai [[brigantaggio|briganti]] che combattono contro i francesi. Nicastro divenne dopo la [[restaurazione]], uno dei più attivi centri [[carboneria|carbonari]]. Molti carbonari nicastresi seguirono [[Garibaldi]] al [[Battaglia del Volturno|Volturno]] nel 1860, e proprio in questo periodo avvenne un [[plebiscito]] per far sì che il [[Regno delle Due Sicilie]] entrasse a far parte del [[Regno di Sardegna (1720-1861)|Regno dei Savoia]], soprattutto per la grande apertura della popolazione e del [[clero]] alla causa unitaria.
 
Dopo l'unificazione degli svevi e dei normanni, con il matrimonio tra [[Enrico VI di Svevia]] e [[Costanza d'Altavilla]], Nicastro, come tutta l'Italia meridionale, passa a [[Federico II di Svevia]]. L'imperatore apprezzava molto la zona di caccia nel Bosco di Carrà, oggi parte della città di [[Lamezia Terme]], e fu lui a ristrutturare il castello di Nicastro, conosciuto oggi come il [[Castello normanno-svevo di Nicastro|Castello Normanno-Svevo]], che nel 1239 divenne una delle sedi del Tesoro di Stato. Nello stesso castello, Federico II fece rinchiudere suo figlio Enrico dopo che questi aveva congiurato contro il padre per ben due volte. Enrico morì nella fortezza dopo due anni di prigionia.
Nel XV secolo, precisamente nel 1444, si insediarono in Calabria gli [[Arbëreshë|albanesi]], e su una collina fondarono [[Zangarona]] che fino al 1848 era comune autonomo, ma poi divenne frazione di Nicastro. Sempre su questa collina costruirono la chiesa e tutto il centro abitato. Pian piano la cultura [[arbëreshë]] nella piccola frazione di Zangarona si sta perdendo.
 
Dopo la caduta degli svevi, Nicastro viene conquistata dagli Angioini, sotto [[Carlo I d'Angiò]]. In questo periodo la città perse parte del suo splendore e si diffuse il brigantaggio da parte dei francesi. La conseguenza delle incursioni e dei saccheggi fu l'emigrazione di molti calabresi e nicastresi in Sicilia e Puglia. Nel 1444 si insediarono in Calabria gli [[Arbëreshë|Albanesi]], che furono ben accolti dagli Aragonesi. Gli albanesi si insediarono in molte parti della Calabria e vicino a Nicastro fondarono [[Zangarona]] che diverrà parte del comune di Nicastro e dopo il 1968 del comune di Lamezia Terme
Nel XIX secolo, una forte stagione di [[emigrazione]], come risposta a una forte crisi, fa del nicastrese il primo comprensorio della [[provincia di Catanzaro]] per numero di immigrati al [[Italia settentrionale|Nord Italia]]. Un'altra forte ondata di emigrazione si ebbe a Nicastro dopo il [[Secondo dopoguerra in Italia|secondo dopoguerra]], quando falliscono sia i vari moti contadini, sia le occupazioni delle terre. Il [[4 gennaio#Eventi|4 gennaio]] [[1968#Eventi|1968]] Nicastro si unì ai comuni di [[Sambiase]] e [[Sant'Eufemia Lamezia]] per costituire il comune di [[Lamezia Terme]]<ref name = "Costituzione" />.
 
=== Dal '500 all'Unità d'Italia ===
 
Durante la seconda metà del '500 [[Tommaso Campanella]] si formò per tre anni nel Convento dell'Annunziata di Nicastro. Nel '600 la città fu scossa da molte calamità naturali che provocarono danni alla cattedrale e al castello, per culminare con il grande [[Terremoto della Calabria del 27 marzo 1638|terremoto del 27 marzo 1638]] che ebbe come epicentro proprio la città. Questa fu rasa al suolo e un quinto della popolazione rimase uccisa. Successivamente vi fu l'alluvione del torrente Piazza nel 1638.
 
La città, come tutta la Calabria, passò in mano agli austriaci durante la [[Guerra di successione spagnola]], iniziata con la morte di [[Carlo II di Spagna]] e finita con i [[Trattato di Utrecht|trattati di Utrecht]] che diedero ufficialmente la Calabria agli [[Casa d'Asburgo|Asburgo]].
 
Dopo la guerra di successione polacca, il Regno delle Due Sicilie, di cui faceva parte anche la Calabria, passò in mano ai Borboni e così anche Nicastro. Anche il '700 è un secolo scandito da catastrofi naturali. Il 10 dicembre del 1782 si verificò una alluvione del Torrente Piazza che spazzò via interi quartieri. Il disastro successivo si verificò dopo pochi mesi, nel 1783 con due serie di scosse: una tra il 5 e il 7 febbraio e una seconda il 28 marzo. Queste colpirono la [[Calabria Ulteriore]] e la [[Sicilia]]; Nicastro fu uno dei centri abitati con il minor numero di vittime ma ebbe molti danni agli edifici. Questi ulteriori terremoti nel periodo dell'[[Illuminismo]] fecero della Calabria, prima ignorata, una destinazione di molti geologi e sismologi che vennero a studiarne i fenomeni.
 
Fino al [[XVIII secolo]], a Nicastro e nei suoi dintorni la [[sericoltura]] era un'attività molto diffusa e prosperosa, tanto che ogni anno si producevano cinquemila libbre di [[seta]] greggia<ref>{{cita libro | nome=Giovanni| cognome=Pititto|titolo=Archivio storico della Calabria| anno=2014| editore= Luigi Pellegrini Editore| volume=Numero 4|ISBN = 8868222132}}</ref>.
Secondo la testimonianza dello storico illuminista [[Giuseppe Maria Galanti]], alla fine del [[XVIII secolo]], Nicastro era ancora un attivo centro serico in cui si praticava la coltivazione dei [[Morus (botanica)|gelsi]] per l'allevamento dei [[Bombyx mori|bachi da seta]], tuttavia la produzione era in declino<ref>{{cita libro | nome=Giuseppe Maria| cognome=Galanti | titolo= Giornale di viaggio in Calabria| anno=2008 | editore=[[Rubbettino]] | ISBN =9788849819052 }}</ref>.
 
Nel 1806 la Calabria fu invasa dai francesi e come molti altri comuni, anche Nicastro fu vittima di saccheggi da parte degli invasori. Gli inglesi, alleati dei Borboni, spinsero la popolazione ad insorgere contro le truppe francesi. La sorte di Nicastro, che era un punto strategico e capoluogo del suo distretto, fu decisa nella [[battaglia di Maida]] che vide vittoriosi gli inglesi ma non totalmente poiché i francesi erano ancora presenti in Calabria. Dopo la battaglia i [[Brigante|briganti]] calabresi continuarono a lottare contro i francesi anche all'esterno della piana. La piana di Sant'Eufemia fu devastata sia dal brigantaggio, sia dal tentativo delle truppe francesi di contrastarlo. Intere famiglie furono spazzate via e anche solo un sospetto di simpatia verso il nemico scatenava uccisioni di militari e civili. Calamità successive come il terremoto del 1832<ref>{{Cita web|url=http://www.blueplanetheart.it/2017/03/8-marzo-1832-il-fortissimo-terremoto-che-colpi-il-crotonese-e-catanzarese/|titolo=8 MARZO 1832: IL FORTISSIMO TERREMOTO CHE COLPI' IL CROTONESE E CATANZARESE|sito=blueplanetheart.it|data=2017-03-07|lingua=it-IT|accesso=2019-05-27}}</ref>, nuove carestie e alluvioni dei torrenti portarono alla istituzione di un Monte Frumentario per il sostentamento della popolazione.
 
La fine dell'800 fu un momento di grandi opere tra cui la costruzione delle due stazioni ferroviarie di Nicastro e Sant'Eufemia, il rimboschimento nei pressi del Torrente Piazza per contrastare le alluvioni e la costruzione dell'acquedotto.
 
=== Dal '900 fino a Lamezia Terme ===
Nel XIX secolo, una forte stagione di [[emigrazione]], come risposta a una forte crisi, fece del nicastrese il primo comprensorio della [[provincia di Catanzaro]] per numero di immigrati verso il [[Italia settentrionale|Nord Italia]]. Un'altra forte ondata di emigrazione si ebbe a Nicastro dopo il [[Secondo dopoguerra in Italia|secondo dopoguerra]], quando fallirono sia i moti contadini, sia le occupazioni delle terre. Il [[4 gennaio#Eventi|4 gennaio]] [[1968#Eventi|1968]] Nicastro si unì ai comuni di [[Sambiase]] e [[Sant'Eufemia Lamezia]] per costituire il comune di [[Lamezia Terme]]<ref name = "Costituzione" />.
 
== Monumenti e luoghi d'interesse ==
=== Architetture religiose ===
[[File:CattedraleLameziaLamezia terme, nicastro, duomo dei santi pietro e paolo, esterno, 01.jpgJPG|thumbminiatura|upright=1.0|Facciata dellaLa [[Cattedralecattedrale dei Santi Pietro e Paolo (Lamezia Terme)|Cattedralecattedrale dei Santi Pietro e Paolo]]]]
Nel territorio nicastrese sono presenti molti edifici sacri, la maggior parte molto antichi. Le chiese di Nicastro e frazioni sono:{{vedi anche|Cattedrale dei Santi Pietro e Paolo (Lamezia Terme)|Madonna del manganello}}
;Cattedrale dei Santi Pietro e Paolo
La [[Cattedrale dei Santi Pietro e Paolo (Lamezia Terme)|cattedrale]] fu fondata dalla [[Eremburga del Maine|Contessa Eremburga]] intorno al 1100, in stile normanno, più volte danneggiata dai terremoti, andò completamente distrutta col [[Terremoto della Calabria del 27 marzo 1638#28 marzo: Piana di Sant'Eufemia|terremoto del 1638]], fu ricostruita ancora più grande, in stile [[barocco]], dal vescovo [[Giovan Tommaso Perrone]], con ampliamento dell'edificio, portato a termine nel 1642. All'interno si possono ammirare una pala d'altare nella Cappella del SS. Sacramento rappresentante la cena del Signore ed eseguita dal pittore Francesco Colelli nel 1762 oltre ad una croce processionale del XVIII secolo e a dei busti dorati dei Santi [[Pietro apostolo|Pietro]] e [[Paolo di Tarso|Paolo]].
 
;* Chiesa Cattedrale dei Santi Pietro e Paolo
;Santuario di Sant'Antonio di Padova
La chiesa officiata dai [[Ordine dei frati minori cappuccini|minori cappuccini]], ha annesso il [[convento]], costruito dopo il [[Terremoto della Calabria del 27 marzo 1638#28 marzo: Piana di Sant'Eufemia|terremoto del 1638]]. Inizialmente ad una sola navata, conserva all'interno, sopra l'[[altare maggiore]] una grande tela con la [[Santa Maria degli Angeli|Madonna degli Angeli]], San [[Francesco d'Assisi]] e Innocenzo III. La chiesa è denominata [[Santa Maria degli Angeli]], in seguito vi fu costruita una [[navata]] progettata come cappella, dedicata a [[Sant'Antonio di Padova|Sant'Antonio]]. Di notevole valore è il quadro di Sant'Antonio datato 1664, opera del pittore Giacomo Stefanone. Nella navata dedicata a Sant'Antonio vi è un dipinto di [[Andrea Cefaly]] raffigurante l'[[Immacolata Concezione|Immacolata]].
 
La [[Cattedrale dei Santi Pietro e Paolo (Lamezia Terme)|cattedrale]] fu fondata dalla [[Eremburga del Maine|contessa Eremburga]] intorno al 1100, in stile normanno, più volte danneggiata dai terremoti, andò completamente distrutta col [[Terremoto della Calabria del 27 marzo 1638#28 marzo: Piana di Sant'Eufemia|terremoto del 1638]], fu ricostruita ancora più grande, in stile [[barocco]], dal vescovo [[Giovan Tommaso Perrone]], con ampliamento dell'edificio, portato a termine nel 1642. All'interno si possono ammirare una pala d'altare nella Cappella del SS. Sacramento rappresentante la cena del Signore ed eseguita dal pittore Francesco Colelli nel 1762 oltre ad una croce processionale del XVIII secolo e a dei busti dorati dei Santi [[Pietro apostolo|Pietro]] e [[Paolo di Tarso|Paolo]].
;Santuario della Madonna del Soccorso o della Madonna del manganello
La devozione alla [[Beata Vergine Maria del Soccorso|Madonna del Soccorso]] trae origine da un'antica lauda popolare, che parla del ritrovamento in contrada Magolà, di un quadro della Madonna lasciato dai francesi in epoca assai remota, e collocato in un'[[Icona (arte)|icona]]. La chiesa fu costruita nel 1740, all'interno vi è una bella statua lignea della [[Madonna del manganello]] che ha in braccio il Bambino, e tenendo legato il demonio, protegge una bimba che si aggrappa alla sua veste.
 
;* Santuario delladi MadonnaSant'Antonio delladi SpinaPadova
 
La tradizione vuole che un contadino, andando nel bosco a fare legna, ebbe la visione di una "donna bellissima" che lo invitò a roncare lo spineto che si conserva ancora appoggiato al muro della chiesa della Spina. Eseguito l'ordine, l'uomo vide comparire un dipinto parietale che raffigurava una Madonna con Bambino. Avendo fatto quanto richiesto, la signora gli fece dono di una moneta d'oro con la quale per più settimane provvide alle necessità della famiglia. In seguito all'evento miracoloso in quel sito si costruì una chiesetta, intitolata a Santa Maria detta la Bella.
La chiesa officiata dai [[Ordine dei frati minori cappuccini|minori cappuccini]], ha annesso il [[convento]], costruito dopo il [[Terremoto della Calabria del 27 marzo 1638#28 marzo: Piana di Sant'Eufemia|terremoto del 1638]]. Inizialmente ad una sola navata, conserva all'interno, sopra l'[[altare maggiore]] una grande tela con la [[Santa Maria degli Angeli|Madonna degli Angeli]], San [[Francesco d'Assisi]] e Innocenzo III. La chiesa è denominata [[Santa Maria degli Angeli]], in seguito vi fu costruita una [[navata]] progettata come cappella, dedicata a [[Sant'Antonio di Padova|Sant'Antonio]] che, con il regio diploma emesso da Carlo III di Borbone nel 1739, diventava a tutti gli effetti il Santo patrono di Nicastro. Di notevole valore è il quadro di Sant'Antonio datato 1664, opera del pittore Giacomo Stefanone. Nella navata dedicata a Sant'Antonio vi è un dipinto di [[Andrea Cefaly]] raffigurante l'[[Immacolata Concezione|Immacolata]].
 
;* Santuario della Madonna del Soccorso
 
La devozione alla [[Beata Vergine Maria del Soccorso|Madonna del Soccorso]] trae origine da un'antica lauda popolare che parla del ritrovamento, in contrada Magolà, di un quadro della Madonna lasciato dai francesi in epoca assai remota, e collocato in un'[[Icona (arte)|icona]]. La chiesa fu costruita nel [[1740]], all'interno vi è una bella statua lignea della [[Madonna del manganello|Madonna]] con un manganello in mano che ha in braccio il Bambino Gesù, e, tenendo legato il demonio, protegge una bimba che si aggrappa alla sua veste.
 
;* Santuario della Madonna della Spina
 
La tradizione vuole che un contadino, andando nel bosco a fare legna, ebbe la visione di una ''"donna bellissima"'' che lo invitò a troncare lo spineto che si conserva ancora appoggiato al muro della chiesa della Spina. Eseguito l'ordine, l'uomo vide comparire un dipinto parietale che raffigurava una [[Madonna col Bambino|Madonna con Bambino]]. Avendo fatto quanto richiesto, la signora gli fece dono di una moneta d'oro con la quale per più settimane provvide alle necessità della famiglia. In seguito all'evento miracoloso in quel sito si costruì una chiesetta, intitolata a [[Maria (madre di Gesù)|Santa Maria]], detta ''la Bella.''
 
;* Chiesa di Santa Maria Maggiore (detta di ''San Francesco'')
 
;Chiesa di Santa Maria Maggiore (detta di San Francesco)
L'antico monastero dei [[Frati minori riformati]] dedicato a San [[Francesco d'Assisi]] fu fondato nel 1240. Distrutto dal terremoto del 1638 venne poi ricostruito per volere dei Principi [[D'Aquino (famiglia)|d'Aquino]]. La chiesa è a due navate, con la Cappella del Santissimo nella navata laterale. Il soffitto è a [[volte a botte]]. L'asse della volta è arricchito da due affreschi riferiti ad episodi della vita di San Francesco. L'[[abside]] è sormontato da una cupola a tutto sesto. Il prospetto dell'altare maggiore, reca al centro un tempietto e quattro colonne corinzie che delineano cinque nicchie occupate lateralmente dalle statue di due angeli, dalla statua di [[Chiara d'Assisi|Santa Chiara]] e [[Santa Rosa da Viterbo|Santa Rosa]] che fanno corona alla statua della Madonna Assunta o [[Santa Maria degli Angeli|Madonna degli Angeli]] al centro. Nel punto più alto dell'altare maggiore è collocato lo stemma dell'Ordine Francescano, sormontato da una croce. Oltre alla chiesa parrocchiale vi è una cappella dedicata a [[San Nicola di Bari|San Nicola]], nel rione Calia. Nel mese di maggio avvengono i festeggiamenti in onore di Santa [[Rita da Cascia]].
 
[[File:Chiesa San Domenico Nicastro Lamezia Terme - Wikigita Calabria 2022 - f04.jpg|miniatura|Chiesa di San Domenico]]
;Chiesa di San Domenico
;* Chiesa di San Domenico
 
Conserva numerosi affreschi ed il quadro di [[Domenico di Guzmán|San Domenico]], che ha una cornice barocca ad intaglio dorata del 1647. Vi è inoltre un ostensorio in argento fuso e sbalzato, databile alla prima metà dell'[[XIX secolo|Ottocento]]. Di notevole pregio è l'organo del [[XVIII secolo|Settecento]], in legno con decorazione dorata. Di pregevole fattura, tra la prima e la seconda arcata, si può ammirare la Grotta della [[Nostra Signora di Lourdes|Madonna di Lourdes]] mentre di fronte vi è un altarino dedicato al SS. [[Ecce Homo]].
 
;* Chiesa della Veterana
La fondazione della chiesa è legata ad un'antica leggenda, secondo la quale la [[Madonna delle Grazie]] apparve in sogno ad una figlia di [[Federico II di Svevia|Federico II]] dicendole che aveva il desiderio di vedere edificata una chiesetta sul colle di fronte al castello. È chiamata veterana perché dopo la distruzione della cattedrale è la chiesa più antica di Nicastro. Da rilevare al suo interno una tela raffigurante la Madonna con ai suoi piedi la principessa della leggenda. Vi era inoltre un'opera di grande valore eseguita da Francesco Colelli, solo che è stata trafugata e il pittore Giorgio Pinna l'ha riprodotta e collocata al posto dell'originale.
 
Nella parte più antica della città sorge anche la chiesa della Veterana, situata in alto nel ''rione San Teodoro'', guardando il castello sul lato destro della collina. La gente ricorda un’antica leggenda legata a questa chiesa: una figlia di [[Federico II di Svevia|Federico II]], mentre stava dimorando nel castello, vide in sogno la ''[[Madonna delle Grazie]]'', che le espresse il desiderio di avere edificata una chiesa sul colle di fronte alla rocca. Nel castello esisteva già una cappella dedicata a [[San Nicola di Bari|San Nicola]] di Casalenuovo, non molto grande. Per i bisogni del popolo cresciuto intorno al castello questa non era più sufficiente, per cui si costruì questo edificio più grande anche per seppellire i defunti. In origine la chiesa fu intitolata alla Madonna delle Grazie, ma è conosciuta come chiesa della Veterana, ovvero antica, vetusta; il nome indica la sua antichità e la sua presenza addirittura anteriore alla costruzione della chiesa parrocchiale di San Teodoro. Anche questa chiesa, crollata come tutte le altre, durante il [[terremoto del 1638]], fu ricostruita in fretta con scarso materiale e deboli fondazioni. Non ci volle molto che le mura iniziarono a lesionarsi, poiché poggiavano su roccia scivolosa. Nel 1961 la chiesa fu dichiarata pericolante e nel 1963 si trovo una somma per ricostruire la chiesa e i locali annessi. Dell’antica chiesa sono rimasti solamente il muro sinistro e la facciata. Insieme alla chiesa andò distrutto completamente l’antico romitorio, nel quale avevano dimorato i [[Padri Cappuccini|padri cappuccini]] dal 1541 al 1545, fino a quando si trasferirono nel loro convento. Nella Veterana esisteva anche la confraternita della Madonna delle Grazie, che dotò la chiesa di un altare barocco e di dipinti di pregio. È detta ''"delle Cucchiarelle"'' perché al suo interno si custodiscono le ''«cucchiarelle»'', singolari reliquie costituite da spezzoni metallici a forma di cucchiai e infilati ad uno spago. Essi sono i frammenti del supporto di latta su cui fu incollata, quando iniziò a logorarsi, una pergamena concessa nel [[1542]] da [[papa Paolo III]] alla chiesetta, nella quale, nel giorno di Pasqua, i fedeli s’assicuravano particolari [[Indulgenza|indulgenze]] baciandola. Quando la pergamena si consumò del tutto a forza di baci, i fedeli continuarono a recarsi nella chiesa con [[devozione]] e a toccare e battere le ''«cucchiarelle»'', convinti di acquistare comunque le indulgenze. Per questo motivo la chiesetta è chiamata anche Madonna delle Cucchiarelle e tuttora gli abitanti del quartiere usano fare visita all'antico luogo di culto nel giorno di Pasqua.
;Chiesa di San Teodoro
Non si conosce la data di fondazione, anche se è attestata nei documenti a partire dal 1511, presenta un orologio del 1840, collocato sul [[campanile]], sembra sia l'unico di questo tipo ancora funzionante. Al suo interno si può apprezzare un organo del 1600 e l'[[altare maggiore]] costruito in stile [[barocco]] datato 1861.
 
;* Chiesa di SantaSan Teodoro CaterinaMartire
Non si conosce la data di fondazione della chiesa, le fonti riportano soltanto che l'edificio fu sede della [[Confraternita (Chiesa cattolica)|Confraternita]] dell'[[Immacolata Concezione|Immacolata]] e che fu ampliato alla fine del XVI secolo, periodo in cui furono aggiunte le due cappelle laterali.
 
Non si conosce la data di fondazione, anche se è attestata nei documenti a partire dal 1511. Presenta un orologio del 1840, collocato sul [[campanile]], che sembra sia l'unico di questo tipo ancora funzionante. Al suo interno si può apprezzare un organo del 1600 e l'[[altare maggiore]] costruito in stile [[barocco]] datato 1861.
;Chiesa della Beata Vergine del Rosario
La chiesa è a forma di capanna e custodisce al suo interno una meravigliosa statua lignea della [[Madonna del Rosario]].
 
[[File:Chiesa Santa Caterina Nicastro Lamezia Terme - Wikigita Calabria 2022 - f03.jpg|miniatura|Chiesa di Santa Caterina]]
;Chiesa di San Giuseppe Artigiano
;* Chiesa di Santa Caterina
La chiesa dedicata a [[San Giuseppe]] Artigiano, voluta da Mons. Vincenzo Rimedio, è ampia, luminosa ed accogliente. Nell'abside (opera del pittore lametino Maurizio Carnevali) è rappresentata la gloria del santo, le vetrate colorate raccontano la storia biblica di Giuseppe. È stata consacrata il 1 maggio 1998 e affidata alla Congregazione dei [[Società Salesiana di San Giovanni Bosco|Salesiani di Don Bosco]] che si sono insediati il 13 settembre dello stesso anno.
 
Ignota è la data di fondazione della [[Chiesa (architettura)|chiesa]], e l'attuale morfologia è il risultato di più interventi edilizi succedutisi nei secoli. Da un originario impianto a [[navata]] unica con innesto di un vano presbiteriale quadrato, si è passati ad una forma più articolata con l'aggiunzione di due [[Cappella|cappelle]] laterali absidate, edificate probabilmente alla fine del [[XVI secolo]]. Nel [[1638]] fu gravemente danneggiata dal [[terremoto]]. Venne riconfigurata verso la metà del [['700]] con la costituzione della [[volta (architettura)|volta]] e della [[cupola]] interna, con l'elaborazione di un ricco parato a stucchi completato con dipinti di Francesco Colelli. Nei primi dell'[[XIX secolo|800]] fu ristrutturata la facciata secondo un linguaggio [[neoclassico]] sobrio e composto per il quale fu necessario costruire il [[campanile]] destro per riequilibrare il volume di quello presbiteriale posto al cantonale sinistro. Nell'edificio si insediò, probabilmente nel [[XVII secolo]], la ''Confraternita dell'Immacolata'', in quel tempo titolata alla [[Immacolata Concezione|concezione della Beata Vergine Maria]], della quale documentazione più antica risale al [[1665]]. Questo sodalizio ebbe riconoscimento giuridico nel [[1761]] per decreto di [[Ferdinando IV di Borbone|Ferdinando IV]], ed un aggiornamento statutario fu redatto nel 1904 quando riprese piena attività dopo una lunga interruzione. La [[congregazione]] è ancora operante ed in particolare detiene la gestione del sacro edificio mantenendo viva la tradizione delle antiche feste in onore di [[Caterina d'Alessandria|Santa Caterina]], di [[San Giuseppe]] e della [[Immacolata Concezione|Madonna Immacolata]]. Alcune delle opere significative sono: la ''Presentazione di Gesù al Tempio,'' l{{'}}''Immacolata Concezione'' e la ''Presentazione della Vergine al Tempio,'' tutti e tre dipinti sulla volta e creati da Colelli. Poi abbiamo i ''Quattro Evangelisti'' sui pennacchi della cupola. In ambito statuario, troviamo le antiche statue di ''[[Santa Caterina d'Alessandria]]'' ([[XIX secolo|XIX sec.]]) nella cappella laterale sinistra, dell{{'}}''[[Immacolata Concezione]]'' ([[XIX secolo|XIX sec.]]) sull'[[altare maggiore]] in marmo policromo del [['900]], di ''[[San Giuseppe]]'' ([[XIX secolo|XIX sec.]]) nella cappella laterale destra, mentre di notevole importanza lo è anche la statua della ''[[La donna e il drago|Vergine Maria che schiaccia il serpente]]'' del '600, situata nella sagrestia. Il Coro ligneo è ottocentesco.
;Chiesa di Santa Maria delle Grazie
La chiesa che si trova nella frazione di [[Zangarona]], venne costruita nel 1616, inizialmente intitolata a San Nicola. Con il [[Terremoto della Calabria del 27 marzo 1638#28 marzo: Piana di Sant'Eufemia|terremoto del 1638]] cadde la punta del campanile e il campanone. La chiesa è a due navate, la prima, dedicata alla Madonna delle Grazie, con una statua marmorea sull'altare maggiore è l'altra dedicata al Cuore di Gesù.
 
;* Chiesa didella Beata Vergine Sandel GiuseppeRosario
 
La chiesa situata nella frazione di [[Fronti (Lamezia Terme)|Fronti]], è a due navate, custodisce il busto ligneo di [[San Giuseppe]], le statue della [[Beata Vergine Maria del Monte Carmelo|Madonna del Carmine]], dell'Immacolata, di [[Antonio di Padova|Sant'Antonio]], del [[Sacro Cuore di Gesù|Sacro Cuore]] e del [[Bambino Gesù]].
La [[chiesa parrocchiale]], in pietra viva e cemento, è stata costruita negli anni [[1968|1967/68]] su progetto dell'architetto Luigi Canalini di [[Napoli]] e realizzata dall'impresa Luzzo Giuseppe di Nicastro. Ha la forma di una grande tenda. Benedetta il 28/09/1968, quando era ancora al rustico, fu ufficialmente inaugurata, dopo i lavori di completamento e di rifinitura, il 18/03/1971. È stato costruito, inoltre, negli spazi adiacenti, un notevole centro pastorale. I registri parrocchiali partono dal [[1955]], anno in cui fu costituita la parrocchia della Beata Vergine del Rosario nella chiesa di San Domenico, che nel [[1968]] fu trasferita nell'attuale chiesa con il titolo omonimo. All'interno vi sono: un gruppo statuario con la [[Madonna del Rosario]], 14 sculture rappresentanti le stazioni della [[Via Crucis]], due acquasantiere e le recenti 20 vetrate artistiche con i misteri del Santo [[Rosario]], intervallate da 16 vetrate geometriche.
 
;* Chiesa di San Giuseppe Artigiano
 
La chiesa dedicata a [[San Giuseppe]] Artigiano, voluta da Mons. Vincenzo Rimedio, è ampia, luminosa ed accogliente. Nell'abside (opera del pittore lametino [[Maurizio Carnevali]]) è rappresentata la gloria del santo, le vetrate colorate raccontano la storia biblica di Giuseppe. È stata consacrata il 1º maggio 1998 e affidata alla Congregazione dei [[Società Salesiana di San Giovanni Bosco|Salesiani di Don Bosco]] che si sono insediati il 13 settembre dello stesso anno.
 
;* Chiesa di Santa Maria delle Grazie
 
La chiesa arcipretale di [[Madonna delle Grazie|Santa Maria delle Grazie]] (in lingua [[Lingua arbëreshe|arbëresh]] ''Klisha Kryepriftërore Shumbëria e Graxjevet),'' nella frazione [[Zangarona]], fu fondata nel [[XV secolo]] da profughi albanesi. Secondo gli storici lametini, gli insediamenti degli albanesi nel territorio della diocesi incominciarono negli anni '40 del secolo XV ([[1440]]). Inizialmente, gli albanesi eressero la loro chiesa parrocchiale intitolandola a [[San Nicola di Bari|San Nicola]], nel [[rito greco-bizantino]] che durò sino a tutto il secolo. Nel 1601, quando gli abitanti passarono dal rito greco a quello latino, la frazione fu elevata a parrocchia da mons. Montorio. Nel [[1616]] fu edificata l'attuale chiesa, con il contributo di ogni paesano. La nuova [[Chiesa (architettura)|chiesa]] era molto più grande di quella di San Nicola, perché oltre all'[[altare]] maggiore ve ne erano altri quattro. L'altare maggiore fu costruito con marmo nero trovato in una cava vicino a Zangarona. Il [[campanile]] della chiesa era molto più alto di quello attuale, finiva a punta e vi erano 4 campane. Con il [[terremoto del 1638]] cadde la punta del campanile con l'orologio e la campana più grande. Attualmente il campanile è uguale al tetto della chiesa, ha base quadrata ed è a forma di torre con una balaustra sui lati. Circa vent'anni fa fu rifatta la pavimentazione interna della chiesa e durante i lavori è stata rinvenuta una [[lapide]] in marmo bianco di dimensioni 80x60 cm, con fogliame e volute, avente un'iscrizione che riporta il nome di Francesco Ciliberti datata [[1782]]. All'interno, di storico è rimasto ben poco. Pregiatissima è la statua in [[marmo di Carrara]] raffigurante la ''[[Madonna delle Grazie]],'' risalente al [[1614]], scolpita probabilmente a [[Catania]], facente parte della scuola di [[Antonello Gagini]], situata ora in una nicchia nel presbiterio.
 
;* Chiesa di San Giuseppe
 
La chiesa è situata nella frazione [[Fronti (Lamezia Terme)|Fronti]]. Non si hanno notizie certe sull'origine della [[Chiesa cattolica|chiesa]], ma la sua costruzione si fa risalire alla fine del [[XVIII secolo]]. Ad avvalorare questa ipotesi è il ritrovamento di una lapide in marmo, rinvenuta durante dei lavori di rifacimento del pavimento, la quale riporta la data [[1782]]. Gli storici identificano questo data come anno di fine costruzione. Aggregata inizialmente alla parrocchia di [[Zangarona]], dedicata alla [[Madonna delle Grazie]], passò successivamente sotto la giurisdizione della parrocchia di [[Serrastretta|Accaria]] nei primi anni del 1800, per poi essere annessa di nuovo a quella originale, cioè di Zangarona, nel 1940 da Mons. Giambro.
 
Inoltre sono presenti altre chiese, sparse tra centro e periferie.
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=== Architetture civili ===
{{vedi anche|Teatro Grandinetti}}
[[File:Cinema teatro Umberto Nicastro Lamezia Terme - Wikigita Calabria 2022 - f07.jpg|miniatura|Teatro Umberto]]
 
* Complesso monumentale di San Domenico;
* Palazzo Blasco;
* Palazzo D'Ippolito;
* Palazzo Niccoli;
* Palazzo Nicotera (Monachelle);
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=== Architetture militari ===
[[File:Castello Lamezia Innevato - Foto Cataudo.jpg|thumbminiatura|upright=1.0|Ruderi del [[Castello normanno-svevo di Nicastro|castello normanno-svevo]]]]
{{vedi anche|Castello normanno-svevo di Nicastro}}
;Castello normanno-svevo di Nicastro
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=== Altro ===
[[File:Lamezia Terme - Notturno di Corso Giovanni Nicotera.jpg|thumbminiatura|upright=1.0|Notturno di corso Giovanni Nicotera]]
[[File:Scultura di Pablo Atchugarry Lamezia Terme.JPG|thumbminiatura|upright=1.0|Scultura marmorea dinanzi loallo [[stadio Guido D'Ippolito|stadio]]]]
* Corso Numistrano;
* Corso [[Giovanni Nicotera]];
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* Piazza Mercato Nuovo;
* Piazza Mercato Vecchio;
* Piazza [[Pietro Ardito (sacerdotepresbitero)|Pietro Ardito]];
* Piazza Roma, nel quartiere Bella;
* Piazza Santa Maria delle Grazie, nella frazione di [[Zangarona]];
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* Monumento ai caduti in guerra di Nicastro su corso Numistrano;
* Busto del Sen. Arturo Perugini in piazza della Repubblica;
* Scultura marmorea raffigurante un calciatore con pallone, dell'artista [[Pablo Atchugarry]], dinanzi loallo [[stadio Guido D'Ippolito]];
* Statua di [[Federico II di Svevia]] in via Garibaldi;
* Statua della sirena [[Ligea (mitologia)|Ligea]] su corso Numistrano;
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=== Aree naturali ===
[[File:Parco fluviale Felice Mastroianni - Lamezia Terme 02.jpg|miniatura|Parco fluviale "Felice Mastroianni"]]
* Parco "25 Aprile";
 
* Parco "25 aprile";
* Parco e Giardino Botanico "Comuni": il giardino botanico, realizzato a partire dal 1972, comprende una varietà di piante che supera le mille specie. È in atto un progetto con lo scopo di recuperare un'area di particolare valenza ambientale e renderla fruibile anche attraverso la creazione di strutture utili a educare i cittadini al rispetto della natura;
* Parco "[[Peppino Impastato]]";
* Parco Fluviale "[[Felice Mastroianni]]";
* Parco urbano "Madonna del Soccorso".
 
== Società ==
=== Tradizioni e folclore ===
[[File:British Army Nursing Sisters in Italy, 22 September 1943 TR1401.jpg|thumbminiatura|upright=1.0|Nicastro, 22 settembre 1943: infermiere dell'esercito britannico, al seguito dell'Ottava Armata, acquistano fichi d'India in Piazza del Mercato Vecchio. Le contadine sono vestite con il tradizionale abito denominato "pacchiana".]]
''';Feste in onore dei Santi'''
* Seconda domenica di marzo: festa votiva in onore di [[Sant'Antonio da Padova]], per ricordarne la protezione sulla città durante il disastroso terremoto del 27 marzo 1638;
* 19 marzo: festa in onore di [[san Giuseppe]] nella frazione [[Zangarona]];
* Venerdì Santo: processione del [[Cristo]] morto e della [[Maria Addolorata|Madonna Addolorata]], che parte dall'antica chiesa di San Teodoro situata nel centro storico, fino alla [[Cattedrale dei Santi Pietro e Paolo (Lamezia Terme)|cattedrale]], dove si celebra la [[Via Crucis]];
* Domenica di Pasqua: festa delle "Cucchiarelle", nella chiesa della Veterana;
* 1 maggio: festa in onore di [[San Giuseppe]] Artigiano a Nicastro e nella frazione di [[Fronti (Lamezia Terme)|Fronti]];
* 22 maggio: festa in onore di Santa [[RitaSan da CasciaGiuseppe]] nellaArtigiano, chiesaa diNicastro Santae Marianella Maggiorefrazione [[Fronti (Lamezia Terme)|Fronti]];
* Seconda domenica di maggio: festa in onore di [[San Francesco di Paola]], antico protettore del rione San Teodoro;
* 12, 13, 14 giugno: festa in onore di Sant'[[Antonio di Padova|Antonio]], patrono dell'ex comune di Nicastro, ora compatrono di Lamezia. Sant'Antonio riceve da secoli, soprattutto nei giorni della Tredicina, dal 31 maggio al 12 giugno, le visite di migliaia di fedeli che vengono a pregare e a chiedere grazie e protezione. Le celebrazioni ufficiali prevedono tre giorni di festa, iniziano il 12 giugno con l'accensione del cero votivo al Santo, da parte del sindaco e dell'amministrazione comunale, continuano il 13 giugno con la messa solenne e terminano il 14 con la grande processione, che dalle 17 fino a tarda serata, porta in giro il Santo per le vie principali della città, per poi riportarlo in chiesa nel tripudio generale dei fedeli;
* 27, 28, 2922 giugnomaggio: festa in onore deidi SantiSanta [[PietroRita apostolo|Pietroda Cascia]], enella [[Paolochiesa di Tarso|Paolo]], patroni diSanta LameziaMaria TermeMaggiore;
* 31 maggio: festa della Madonna della Spina nel quartiere Bella;
* 2 luglio: festa in onore della [[Madonna delle Grazie]], protettrice della frazione di [[Zangarona]]. La festa è molto partecipata dalla piccola comunità [[arbëreshë]] di Zangarona, il 2 luglio, dopo l'incoronazione solenne della Madonna e la [[messa]] del pomeriggio, ha inizio la processione, con il [[simulacro]] ottocentesco ligneo della Madonna delle Grazie, per le vie della frazione. Al termine della processione che dura circa tre ore, la statua viene accolta nella piazza antistante alla chiesa, dopo la benedizione solenne e lo spettacolo pirotecnico, la maestosa statua della Vergine rientra nella chiesa, tra la folla di gente che l'acclama;
* Terza12, domenica13, di14 lugliogiugno: festa in onore delladi [[BeataSant'Antonio Vergineda MariaPadova]], delpatrono Soccorso|Madonnadell'ex delcomune Soccorso]]di Nicastro, inora contradaprotettore Magolà;di Lamezia Terme;
* 27, 28, 29 giugno: festa in onore dei [[Santi Pietro e Paolo]], patroni della città;
* 2 luglio: festa in onore della [[Madonna delle Grazie]] nella frazione [[Zangarona]] e nel rione Timpone;
* Seconda domenica di luglio: festa della [[Nostra Signora del Monte Carmelo|Madonna del Carmine]] nella frazione [[Fronti (Lamezia Terme)|Fronti]];
* Terza domenica di luglio: festa in onore della [[Beata Vergine Maria del Soccorso|Madonna del Soccorso]], in contrada Magolà;
* 8 settembre: festa in onore di [[Maria Santissima Madre di Dio]], nel quartiere Bella;
* Ultima domenica di settembre: festa in onore della Madonna Addolorata, nella chiesa della Pietà;
* 29 settembre: festa in onore di [[Arcangelo Raffaele|San Raffaele]], nel quartiere Scinà;
* Prima domenica di ottobre: festa in onore della [[Madonna del Rosario]] nella chiesa di San Domenico., Èantica festeggiatacompatrona anchedi il 7 ottobre nella chiesa del Santissimo Rosario.Nicastro;
* 7 ottobre: festa in onore della Madonna del Rosario nell'omonima parrocchia in piazza della Repubblica;
* 13 dicembre: festa di [[Santa Lucia]] nell'omonima chiesa.
 
''';Fiere'''
* Fiera di Sant'Antonio, dal 12 al 14 giugno;
* Fiera dei Santi Pietro e Paolo, dal 27 al 29 giugno.
 
=== Istituzioni, enti e associazioni ===
* [[Agenzia delle Entrateentrate]] - Ufficio Territoriale Lamezia Terme;
* Agenzia Regionale Diritto allo Studio (A.R.DI.S.) - Sede di Lamezia Terme;
* [[Archivio di Stato (Italia)|Archivio di Stato]] - [[Lista degli Archivi di Stato italiani#Calabria|Sezione di Lamezia Terme]];
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== Cultura ==
{{vedi anche|Biblioteca comunale di Lamezia Terme|Museo archeologico lametino}}
==== Biblioteche ====
;Biblioteca comunale di Lamezia Terme
La [[Biblioteca comunale di Lamezia Terme|biblioteca comunale]] fu fondata nel 1897 inglobando i fondi librari dei conventi dei [[Ordine dei Frati Predicatori|Domenicani]] e dei [[Ordine dei Frati Minori Cappuccini|Cappuccini]] che aggiunti a titoli moderni e ad una sezione interamente dedicata alla Calabria e alla stessa città, raggiunge attualmente i 25.000 volumi; fa parte della biblioteca la [[Casa del Libro Antico]] che conserva e valorizza oltre 2.500 libri stampati dall'inizio del XVI secolo nei vari centri [[italia]]ni ([[Venezia]], [[Roma]], [[Napoli]]) ed [[europa|europei]] ([[Lione]], [[Anversa]], [[Parigi]]) ove fiorì l'arte tipografica, alcune opere manoscritte dello stesso periodo e frammenti di codici manoscritti greci (probabile datazione XI secolo) e latini (databili XIV-XV secolo) recuperati quali maculature, insieme a una serie di testimonianze archivistiche. La collezione libraria e documentaria raccolta, comprende opere di [[teologia]], [[filosofia]], [[patrologia]], storia ecclesiastica ed [[esegesi]], insieme a raccolte omiletiche, agiografiche, canoniche e bullari, ed è costituita soprattutto da fondi librari provenienti dai conventi dei [[Ordine dei frati minori cappuccini|Cappuccini]] e dei [[Ordine dei frati predicatori|Domenicani]] di Nicastro e in piccola parte dalla biblioteca dei [[Ordine dei minimi|Frati Minimi]] di Sambiase. Importante è poi la presenza di alcuni testi più antichi sui quali si trovano annotazioni a margine apposte di proprio pugno di [[Tommaso Campanella]]. Inoltre tra il materiale conservato si trovano esemplari stampati dai celebri [[Torchio tipografico|torchi]] di Manuzio, Giunta, Gioito, Froben e Platin.
 
==== Musei ====
;Museo archeologico lametino
Il [[Museo archeologico lametino|museo archeologico]] accoglie numerosi reperti rinvenuti in diversi siti della [[Piana di Sant'Eufemia|piana lametina]] attraverso i quali è possibile seguire le dinamiche storiche del territorio dal [[paleolitico]] fino all'età [[Basso Medioevo|tardo-medioevale]], suddivise in tre sezioni che rappresentano la [[preistoria]], l'[[Storia antica|ètà classica]] e il [[medioevo]]. Nella sezione preistorica, sono esposti reperti del [[paleolitico]] [[Calabria|calabrese]] (consistente il nucleo di strumenti provenienti da Casella di [[Maida]], 700.000-500.000 anni fa) e del [[Neolitico]] [[lametino]] (Casella di [[Maida]], Acconia, Palazzo). La sezione classica offre al visitatore l'opportunità di ammirare i materiali recuperati presso il villaggio di Sant'Eufemia Vetere ed ascrivibili all'abitato di [[Terina]] della seconda metà del IV secolo a.C. Tra i reperti spicca la cosiddetta [[hydria]] di [[Cerzeto]] (380-370 a.C.), un grande vaso [[Ceramica a figure rosse|a figure rosse]] con scena di [[gineceo]]. La sezione medievale raccoglie il frutto degli scavi effettuati negli anni novanta nel [[castello normanno-svevo di Nicastro]].
 
;Museo diocesano d'arte sacra
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== Curiosità ==
{{Curiosità}}
* La proteina Nicastrina, anche conosciuta come NCSTN, deriva il suo nome dal quartiere Nicastro, riflettendo il fatto che il [[Malattia di Alzheimer|morbo di Alzheimer]] fu descritto nel 1963 dopo aver studiato i discendenti di una estesa famiglia originaria di Nicastro che fu affetta largamente dal morbo. Alla [[Biblioteca comunale di Lamezia Terme#Casa del Libro Antico|Casa del Libro Antico]] sono infatti conservati cinque fascicoli contenenti certificati di nascita, matrimonio e morte appartenuti alla più antica parrocchia di Lamezia Terme, quella di San Teodoro, situata nel centro storico di quello che era una volta il comune di Nicastro, che si sono rivelati d'importanza fondamentale negli studi sul morbo di Alzheimer come strumento di ricerca e studio delle famiglie e dei loro discendenti colpiti da questa malattia;
* La città di Nicastro è stata la prima città calabrese a produrre industrialmente la [[gassosa al caffè]], tipica bevanda della regione, nel 1941 sotto il nome di Bibicaffè.<ref>{{Cita web|url=https://www.citynow.it/gassosa-al-caffe-prodotto-made-calabria-conosciuto-mondo/|titolo=Gassosa al caffè: prodotto made in Calabria conosciuto in tutto il mondo|autore=Federica Geria|sito=CityNow|data=2017-03-31|lingua=it-IT|accesso=2019-07-04}}</ref>
* La cantautrice statunitense [[Alicia Keys]] è figlia di Terri Augello, un avvocato di origini italiane<ref>[http://www.calabriansmostfamous.com/alicia-keys/ Alicia Keys | Calabrians Most Famous<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>, i cui bisnonni emigrarono da Nicastro e Sambiase.
 
== Note ==
<references/>
 
== Bibliografia ==
*{{cita libro | autore= Lucio Leone | autore2= Filomena Stancati| titolo= Nicastro e il territorio lametino nel tempo| anno= 2009| editore=Gigliotti Editore | città=Lamezia Terme |ISBN = 978 88 86273 18 3}}
 
== Voci correlate ==
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== Collegamenti esterni ==
* {{collegamenti esterni}}
* {{cita web|http://www.comune.lamezia-terme.cz.it|Sito istituzionale del Comune di Lamezia Terme}}
* {{cita web|http://www.prolocolameziaterme.it|Sito ufficiale della Pro Loco di Lamezia Terme}}
* {{cita web|http://www.lameziastorica.it|Sito sulla storia di Lamezia Terme}}
* {{cita web | 1 = http://www.comune.lamezia-terme.cz.it/node/147 | 2 = Cenni storici su Nicastro | accesso = 9 dicembre 2017 | dataarchivio = 10 dicembre 2017 | urlarchivio = https://web.archive.org/web/20171210071548/http://www.comune.lamezia-terme.cz.it/node/147 | urlmorto = sì }}
 
{{Controllo di autorità}}
{{Portale|Calabria}}
 
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