Lapislazzuli: differenze tra le versioni
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| Riga 1: {{Minerale ▲{{nota disambigua|il ''pigmento pittorico''|Blu oltremare}} |nomeminerale = Lapislazzuli |classificazione =  |formula = (Na,Ca)<sub>8</sub>[(SO<sub>4</sub>/S/Cl)<sub>2</sub>/(AlSiO<sub>4</sub>)<sub>6</sub>] + Fe<sup>2+</sup> |gruppo = quarzo |sistema = cubico |classe = esatetragonale |parametri = |puntuale = |spaziale = |valoredensita = 2,75 - 3,00 g/cm³ |valoredurezza = 5 e 6 |tiposfaldatura = assente |tipofrattura = irregolare |coloreminerale = blu scuro, indaco, con chiazze bianche, grigie e metalliche. |tipolucentezza = vitrea |tipoopacita = opaco |coloreriflessi = 1,50 |tipodiffusione =  }} Il '''lapislazzuli''' (meno comune '''lapislazuli''', '''lapislazzulo''' o '''lapislazoli'''<ref>{{cita libro |cognome=Zingarelli |nome=Nicola |titolo=Il nuovo Zingarelli. Vocabolario della lingua italiana |anno=1988 |ed=11 |città=Bologna |editore=Zanichelli}}</ref>) è una [[pietra preziosa]] di colore [[blu oltremare]] intenso, conosciuta e utilizzata sin dal [[Neolitico]]<ref name=mehrgarh/>. Dal suo nome deriva il termine "[[azzurro]]", uno dei tradizionali sette colori dell'arcobaleno<ref>{{Cita web|url=https://www.treccani.it/enciclopedia/azzurro_(Dizionario-delle-Scienze-Fisiche)/|titolo=Azzurro}}</ref>. Il suo componente principale è il minerale [[lazurite]], minerale [[feldspatoide]] appartenente al [[Gruppo di minerali|gruppo]] della sodalite, a cui si aggiungono altri componenti secondari: cristalli di [[calcite]], [[pirosseni]], [[anfiboli]], [[mica]] e granuli di [[pirite]]<ref>Autori Vari, Scheda Lapislazzuli in "Il magico mondo di minerali & gemme Guiga pratica per scoprirli e collezionarli, De Agostini (1993-1996), Novara</ref><ref>{{Cita web|url=https://www.treccani.it/vocabolario/lapislazzuli/|titolo=Lapislàżżuli}}</ref>. == Etimologia == Deriva dal [[lingua latina|latino]] ''lapis'', "pietra" e dal [[latino medievale]] ''lazuli'', genitivo di ''lazulum'', derivante a sua volta dall'[[Lingua araba|arabo]] لازورد ''lāzuward''<ref>{{cita libro |cognome=Devoto |nome=Giacomo |titolo=Avviamento all'etimologia italiana |editore=Mondadori |città=Milano |anno=1979}}</ref>, che a sua volta  Lo stesso termine ''azzurro'' deriva  ==  === Utilizzo in scultura e in gioielleria === È prevalentemente di colore [[azzurro]] intenso (ma ne esistono anche campioni di colore più vicino al [[celeste (colore)|celeste]], a seconda della quantità di calcite).▼ [[Immagine:04Rome-chiesa del Gesù042-autel Saint Ignace02.jpg|min|[[Chiesa del Gesù (Roma)|Chiesa del Gesù di Roma]]: l'altare dedicato a Ignazio di Loyola, con la Terra rappresentata tramite un blocco di lapislazzuli, il più grande utilizzato per un'opera d'arte]] [[Immagine:Tutanchamon (js) 1.jpg|min|Uso del lapislazzuli nell'[[arte egizia]] ([[maschera funeraria di Tutankhamon]])]] L'utilizzo di questa gemma risale al [[VI millennio a.C.]]. La più antica testimonianza di gemme di lapislazzuli proviene dalla cultura di [[Mehrgarh]], diffusa nella Valle dell'[[Indo]] e in [[Afganistan]]. Per la fase II di questa cultura (intorno al 5000 a.C.), l'origine mineralogica è documentata nella provincia settentrionale afghana di [[Badakhshan]]<ref name=mehrgarh>{{Cita libro |autore=Walter Schumann|lingua=de|titolo=Edelsteine und Schmucksteine |editore=BLV Verlag |anno=2002 |ISBN=3-405-16332-3 |p=188}}</ref>. In [[Età antica]], questo materiale veniva usato in manufatti preziosi, come ad esempio, per ciò che riguarda l'[[arte egizia]], nella [[maschera funeraria di Tutankhamon]], in cui gli occhi sono contornati da intarsi di lapislazzuli e ciascuna delle sopracciglia è composta da diverse piastre di lapislazzuli, mentre nell'ampio collare sul petto e nell'anello sulla mano sinistra sono incastonate pietre di lapislazzuli; in altri punti della maschera di Tutankhamon, venivano invece utilizzate applicazioni di vetro color blu lapislazzuli, ad esempio nelle strisce significativamente più grandi del [[nemes]]<ref>{{Cita web|url=https://www.arteopereartisti.it/maschera-di-tutankhamon/|titolo=Maschera di Tutankhamon}}</ref>. La presenza del lapislazzuli è accertata anche in altri gioielli trovati nelle tombe [[faraone|faraoniche]]. Sempre nell'arte egizia, erano spesso fatti di pietra lapislazzuli gli [[Scarabaeus sacer#Nella cultura|scarabei sacri]].  Il lapislazzuli è costituito da una elevata concentrazione di [[lazurite]] con associati altri minerali accessori come [[calcite]] e inclusioni di [[pirite]].▼ Nell'[[arte babilonese]], nella [[Porta di Ishtar]], che fungeva da ingresso principale alla città di [[Babilonia (città antica)|Babilonia]], sono utilizzati [[Smalto#Arte|smalti]] blu ad imitazione del lapislazzuli. Il lapislazzuli si trova in giacimenti soprattutto in [[Afghanistan]] (Miniera di Sar-e-Sang, in [[Badakhshan]], citata anche da [[Marco Polo]]), in Cina e Cile. È presente anche in alcune effusioni dei [[vulcano|vulcani]] [[Campania|campani]] e [[Lazio|laziali]].▼ In [[Età moderna]] si riprese a usare il lapislazzuli; come esempi si possono citare le coppe e i vasi realizzate per la famiglia [[Medici]], che governò [[Firenze]] dal [[XIV secolo|XIV]] al [[XVIII secolo]].  Nell'arte barocca romana di fine Seicento era di gran moda il lapislazzuli, soprattutto perché, con il suo colore azzurro cupo e il pulviscolo d'oro di cui è cosparsa, sembra riprodurre un fondo di cielo stellato. Veniva così importato in abbondanza, sia per utilizzarlo in mobili e gioielli, sia per opere d'arte sacra. A Roma, il grande uso che si faceva di questa pietra rese l'arte del lavorarla un mestiere a sé<ref name=pecchiai>{{Cita libro|url=https://www.chiesadelgesu.org/documenti/Testi/PECCHIAI.%20Il%20Ges%C3%B9%20di%20Roma%20%281952%29%20%28optimized%29.pdf|autore=Pio Pecchiai|titolo=Il Gesù di Roma|editore=Società grafica romana|anno=1952|p=173}}</ref>. Non è un caso, quindi, che la più grande opera d'arte creata da un blocco di lapislazzuli sia conservata nella [[Chiesa del Gesù]] di [[Roma]], sopra alla pala dell'altare di Sant'Ignazio di Loyola; è stato utilizzato per realizzare una grande sfera che rappresenta la Terra, indicata da Cristo al Padre Eterno, affinchè la benedica<ref name=pecchiai/><ref> *{{Cita web|url=https://opac.sba.uniroma3.it/arardeco/1924/24_I/Art1/I1P3.html|titolo=Altare di Sant'Ignazio al Gesù, con 13 illustrazioni|autore=Carlo Galassi - Paluzzi}}  *{{Cita web|url=https://www.rerumromanarum.com/2021/09/cappella-di-santignazio-nella-chiesa.html|titolo=Cappella di Sant'Ignazio nella Chiesa del Gesù}}</ref>; i lapislazzuli dominano tutta la cappella: sono presenti nelle scanalature delle colonne, ricoprono la parete della nicchia della statua del santo, formano lo stemma apicale con il monogramma di Cristo e la base della statua. Sempre a Roma, il lapislazzuli è stato utilizzato nella [[chiesa di Sant'Ignazio di Loyola in Campo Marzio]], per realizzare l'urna di San Luigi Gonzaga e il globo, rappresentante le glorie effimere del mondo, che l'angelo a destra dell'urna allontana con il piede<ref>{{Cita web|url=https://chiesasantignazio.org/guida-chiesa-sant-ignazio-di-loyola-roma/|titolo=guida alla visita della chiesa di Sant’Ignazio}}</ref>. === Utilizzo in pittura === I pittori con il lapislazzuli ottenevano, attraverso la [[macinazione]] e altri procedimenti, il più pregiato colore [[blu]] per gli [[affreschi]] medievali: la tonalità era intensa ed estremamente resistente nel tempo. Il costo di questa materia prima era paragonabile a quello dell'[[oro]], se si pensa che le uniche miniere conosciute erano in [[Afghanistan]]. La ricchezza del materiale aveva anche un significato devozionale: nell'arte sacra ritrarre la divinità con materiali preziosi era una sorta di offerta che si faceva nei suoi confronti<ref>Alessandro Giraudo, ''Storie straordinarie delle materie prime'', 2019, pag.125 ''I lapislazzuli, il "tesoro blu" dell'Afghanistan e i mercanti di colori'', trad. Sara Principe, add editore, Torino , ISBN 978 88 6783 236 1</ref>. [[Michelangelo]] fece uso abbondantemente dell'azzurro ottenuto dal lapislazzuli per affrescare sia la [[Cappella Sistina]] (in particolare nel ''[[Giudizio universale (Michelangelo)|Giudizio universale]]'') sia la [[Cappella Paolina]] (''[[Conversione di Paolo (Michelangelo)|Conversione di Saulo]]'' e ''[[Crocifissione di san Pietro (Michelangelo)|Crocifissione di san Pietro]]'')<ref>{{cita|Trasmissione Rai5 "Michelangelo sconosciuto"|andata in onda 04/03/2015}}.</ref>. [[Johannes Vermeer]] ha utilizzato il lapislazzuli nel dipinto ''[[Ragazza col turbante|La ragazza con l'orecchino di perla]]''<ref>{{Cita web |url=http://www.essentialvermeer.com/palette/palette_ultramarine.html |lingua=inglese|titolo=Vermeer's Palette: Natural Ultramarine |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20211123183602/http://www.essentialvermeer.com/palette/palette_ultramarine.html}}</ref>. ▲È prevalentemente di colore [[azzurro]] intenso (ma ne esistono anche campioni di colore più vicino al [[celeste (colore)|celeste]], a seconda della quantità di calcite). ▲Il lapislazzuli è costituito da una elevata concentrazione di [[lazurite]] con associati altri minerali accessori come [[calcite]] e inclusioni di [[pirite]]. ▲Il lapislazzuli si trova in giacimenti soprattutto in [[Afghanistan]] (Miniera di Sar-e-Sang, in [[Badakhshan]], citata anche da [[Marco Polo]]), in [[Cina]] e [[Cile]]. È presente anche in alcune effusioni dei [[vulcano|vulcani]] [[Campania|campani]] e [[Lazio|laziali]]. ▲== Caratteristiche chimico-fisiche == == Note == Riga 44 ⟶ 64: == Altri progetti == {{interprogetto == Collegamenti esterni == * {{Collegamenti esterni}} * {{cita web|http://www.mineral-exploration.com/mepub/lapislazuli.pdf|Lapislzuli - occurrence, mining and market potential of a classic blue mineral pigment|lingua=de|formato=pdf}} * {{cita web|https://www.imieicristalli.it/lapislazzuli-cristalloterapia/|Proprietà del lapislazzuli}} {{Controllo di autorità}} | |||