Torre dei Visdomini: differenze tra le versioni
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{{Edificio civile
|nome edificio = Torre dei Visdomini
|altrinomi=palazzo dei Visdomini, casa Arcidiaconale, sede dell'Opera di Santa Maria del Fiore
|immagine = Hotel medici, terrazza, veduta torre dei visodmini 02.JPG
|didascalia = La torre dei Visdomini vista dalle terrazze del duomo.
|paese = ITA
|divamm1 =
|città = Firenze
|cittàlink = <!-- valorizzare tale campo se la città è ambigua -->
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}}
La '''torre dei [[Visdomini]]''' (con annesso palazzetto)
Il palazzo appare nell'elenco redatto nel 1901 dalla Direzione Generale delle Antichità e Belle Arti, quale edificio monumentale da considerare [[patrimonio artistico nazionale (Italia)|patrimonio artistico nazionale]].▼
==Storia==
[[File:Corte dei visdomini, carta del bonsignori 1584.jpg|thumb|left|La torre dei Visdomini (in basso) in un dettaglio della [[pianta del Buonsignori]] (1584-1594)]]
Walther Limburger indica la fabbrica, contrassegnata da un'alta torre, come del Trecento, segnalando i graffiti rinnovati e la posizione davanti a [[via Sant'Elisabetta]].
L'avvio dei lavori per la realizzazione in questo luogo della nuova canonica della Cattedrale (vista la distruzione della vecchia canonica di [[Santa Reparata (Firenze)|Santa Reparata]] per fare spazio alla costruzione del Duomo) risalirebbe al 1340, presumibilmente con il coinvolgimento diretto di [[Andrea Pisano]], architetto dell'Opera. Nel 1461 l'edificio (compresa la torre dei Visdomini) fu concesso per abitazione all'Arcidiacono del Capitolo fiorentino, carica istituita in quello stesso anno da papa Pio II, e con tale destinazione rimase fino al 1867. Del passaggio nel tempo dei vari prelati testimonia la presenza negli ambienti terreni di vari stemmi delle famiglie [[Minerbetti]] e [[Strozzi]]. La possibilità da parte degli arcidiaconi di ospitare e appigionare parte degli ambienti portò comunque a legare il luogo anche ad altri illustri personaggi: qui abitarono, ad esempio, il pittore [[Federico Zuccari]] (1576-1579) negli anni in cui lavorava agli [[Cupola_del_Brunelleschi#Affreschi|affreschi della cupola del Duomo]], e [[Scipione Ammirato]] (1596-1598). Rientrato in possesso dell'Opera nel 1867, il complesso fu interessato nel 1870 da un progetto di restauro affidato a [[Emilio De Fabris]], che tuttavia si concretizzò solo nel 1884, diretto da [[Luigi Del Moro]] e in particolare volto al ripristino della facciata su via delle Oche, per la quale si provvide a realizzare la decorazione a bozze a graffito affidata al pittore e riquadratore Carlo Spigaglia. Nel frattempo parte dei locali furono affittati allo stesso [[Emilio De Fabris]] (1875), quindi un ampio quartiere all'architetto [[Giacomo Roster]] (1884). Nel 1916 si intervenne sulla porzione del complesso prospiciente via della Canonica (presumibilmente con il coinvolgimento dell'architetto [[Giuseppe Castellucci]]) e, nello stesso anno, si lavorò anche sul corpo dell'antica torre. Nel 1931 gli ambienti furono affittati al Sindacato Regionale Fascista Giornalisti e nel 1940 al circolo Dopolavoro Autoferrotranvieri Fiorentini. Nel 1940, su intimazione del Comune di Firenze, fu ripristinata la facciata di via della Canonica (progetto e direzione dei lavori dell'architetto Gastone Boni).
▲Il palazzo appare nell'elenco redatto nel 1901 dalla Direzione Generale delle Antichità e Belle Arti, quale edificio monumentale da considerare patrimonio artistico nazionale.
Nel 1985 il complesso fu individuato come nuova sede dell'Opera di Santa Maria del Fiore (già in [[piazza del Duomo (Firenze)|piazza del Duomo]] 8, dove oggi è allestito il [[Museo dell'Opera del Duomo (Firenze)|Museo dell'Opera del Duomo]]) e recuperato con un cantiere aperto nel 1985 e chiuso nel 1988, su progetto di massima dell'architetto Riccardo Manetti e successivo progetto esecutivo dell'architetto [[Luigi Zangheri]], con la collaborazione dell'ingegnere Leonardo Ceni (per il consolidamento strutturale) e dell'architetto David Palterer (per gli allestimenti interni). Dei lavori, premiati dalla Fondazione Giulio Marchi nel 1992, rendono ampiamente conto le pubblicazioni date alle stampe nel 1989 e nel 1992.
==Descrizione==
[[File:Torre dei visdomini 22.JPG|thumb|upright=1.4|Il piano terra in via delle Oche]]▼
L'edificio conserva ancora i suoi caratteri antichi, con la facciata decorata a bozze di graffito interrotte da una fascia con elementi fitomorfi (lavoro integrato nel [[1884]] e ancora nuovamente restaurato e integrato negli anni novanta del Novecento) e finestre ad arco con bozze piane. In alto è una terrazza, frutto di una aggiunta posteriore.▼
===Su via delle Oche===
▲L'edificio conserva ancora i suoi caratteri antichi, con la facciata decorata a bozze di graffito interrotte da una fascia con elementi fitomorfi (lavoro integrato se non del tutto rifatto nel 1884 dal pittore e riquadratore [[
Di fianco sorge l'alta torre medievale (in prossimità del numero 20 rosso), a pianta quadrangolare con la parte inferiore a grossi conci di pietra e la superiore a [[filaretto]]: piuttosto alta, per quanto scapezzata, presenta una serie di finestre ai piani poste in asse ma di diverse dimensioni ed ha sulla sommità una specie di abbaino. Accanto alla torre è una porta murata con architrave sostenuto da mensole
Così recita una [[Lapidi_della_Divina_Commedia_di_Firenze|lapide dantesca]], con stemma dei [[Visdomini]] che, dopo essere stato inscatolato in un box di [[plexiglas]] dal 2019 al 2002, è stato poi coperto da una rete:
{|align=center
|<div align="center"><div style="border-collapse:collapse;border:0.5px solid;padding:5px; width:280px; text-align:left"><div style="font-size: smaller">
COSÌ FACEAN LI PADRI DI COLORO <br>CHE, SEMPRE CHE LA VOSTRA CHIESA VACA, <br>SI FANNO GRASSI, STANDO A CONSISTORO.<br><div style=" text-align:right"><span style="font-size: 80%;">DANTE_[[Paradiso - Canto sedicesimo|PARAD._ XVI]]_112_114_</span></div>
</div></div>
|| [[File:Torre dei visdomini 23, targa dantesca.JPG|
|}
[[File:Sporti lignei.JPG|thumb|Sporti su via della Canonica]]
I versi
Sempre nella torre, nell'androne del negozio storico dell'orafo Paolo Penko, si trova un busto di [[Dante Alighieri]] con la dedica su lapide: «<small>SETTECENTENARIO / DELLA MORTE DI DANTE / MCCCXXI - MMXXI / SE TU SEGUI LA TUA STELLA / NON PUOI FALLIRE A GLORIOSO PORTO / [[Inferno - Canto quindicesimo|INFERNO XV]], 55-56</small>». Sulla soglia si trova poi incisa una massima di un anonimo fiorentino del Quattrocento: «<small>ET NEUNA COSA, QUANTO SIA MINIMA, PUÒ / AVERE COMINCIAMENTO O FINE SENZA / QUESTE TRE COSE, CIOÈ SENZA POTERE, ET / SENZA SAPERE ET SENZA CON AMORE VOLERE</small>».
Al piano terra, a destra della torre, si trova una grande sala voltata, oggi occupata da un ristorante.
▲Di fianco sorge l'alta torre medievale (in prossimità del numero 20 rosso), a pianta quadrangolare con la parte inferiore a grossi conci di pietra e la superiore a filaretto: piuttosto alta, per quanto scapezzata, ha sulla sommità una specie di abbaino. Accanto alla torre è una porta murata con architrave sostenuto da mensole. Ricoperta dal classico filaretto in pietra, presenta una serie di finestre ai piani poste in asse ma di diverse dimensioni. Sul fronte, sotto ad uno scudo con l'arme dei Visdomini, è una targa con i versi danteschi relativi al ruolo dei membri della famiglia nei periodi della vacanza della sede vescovile, quando questi erano chiamati a sostituire il vescovo amministrando in sua vece i beni della chiesa fiorentina.
===Su via della Canonica===
Questo lato dello stabile risulta di antichissima costruzione<ref>Marcello Jacorossi in Palazzi 1972.</ref>. Ha la parte della facciata sporgente sopra mensole e puntoni di legno. La porta d'ingresso, ad arco a piccolo sesto, ha decorazioni semplici di pietrame di carattere cinquecentesco. Nel serraglio dell'arco, è un'insegna con l'[[Agnus Dei]], arme dei Consoli dell'[[Arte della Lana]] preposti alla fabbrica del Duomo. Al terzo piano, vicino a una finestra, si trova la cornice di quella che sembra essere stata una [[buchetta del vino]], qui ricollocata dal piano terra.
==Note==
▲I versi danteschi si riferiscono al fatto che i [[Visdomini]], assieme alle famiglie dei [[Tosinghi]] e dei Cortigiani, avevano l'incarico di occuparsi della sede episcopale vacante nell'attesa che venisse nominato un nuovo vescovo. Nella pratica questi ''defenditori'' del vescovado occupavano il [[Palazzo Arcivescovile (Firenze)|palazzo arcivescovile]] guadagnandone i relativi vantaggi e profitti finché non entrava in carica il nuovo vescovo.
<references/>
==Bibliografia==
*''Restauri'', in "''Arte e Storia''", III, 1884, 34, p. 272;
▲[[File:Torre dei visdomini 23, targa dantesca.JPG|thumb|upright=1.4|La targa Dantesca, con stemma dei Visdomini]]
*''Restauri'', in "''Arte e Storia''", III, 1884, 35, p. 279;
▲[[File:Torre dei visdomini 22.JPG|thumb|upright=1.4|Il piano terra]]
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*''Risposte'', in "''Arte e Storia''", XXXII, 1913, 7, p. 218;
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* Giorgio Di Battista in {{bps|
* {{bps|Bargellini-Guarnieri 1977-1978}}, I, 1977, p. 186; II, 1977, pp. 336–337;
{{bps|Pecchioli 2005}}, pp. 222-225.▼
*Enzo Settesoldi, Luigi Zangheri, Enzo Viciani,'' La nuova residenza dell'Opera di S. Maria del Fiore'', Firenze, La Mandragora, 1989.
* {{bps|Maffei 1990}}, p. 105;
*Luigi Zangheri, David Palterer, ''Sede dell'Opera di Santa Maria del Fiore'', in ''Due Restauri 1991'', Centro Di per Fondazione Giulio Marchi, 1992, pp. 45-78.
* {{bps|Mercanti-Straffi 2003}}, pp. 168-169;
* {{bps|Cesati 2005}}, II, p. 426;
*Fortunato Grimaldi, ''Le "case-torri" di Firenze'', Edizioni Tassinari, Firenze 2005.
*{{bps|Invernizi 2007}}, I, p. 314, n. 280;
*{{bps|Fantozzi Micali-Lolli 2016}}, p. 74.
==Voci correlate==
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==Altri progetti==
{{interprogetto|
==Collegamenti esterni==
*Claudio Paolini
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{{Portale|architettura|Firenze}}
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